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ridi alla Camera - Polo SBN Biblioteca Universitaria di Pisa

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ridi alla Camera - Polo SBN Biblioteca Universitaria di Pisa
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Domenica 17 Giugno 1894
Anno II. — Num. 23.
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GIOVANNI NICOTERA
È morto Giovanni Nicotera: la notizia già vecchia
può dar luogo oggi ad una melanconica osservazione: che oltre la tomba di lui non giunsero l'ira
spietata e l'odio feroce degli avversari, e questo è
degno di ammirazione; ma che di fronte alla bara
.alzarono troppi inni di glorificazione, specialmente
coloro che lo vituperarono vivo.
Del resto se vi fu una parte censurabile della
vita di lui, è bello e giusto ricordare quello che
neppure i veleni delle lotte politiche possono far
misconoscere, la parte cioè che Giovanni Nicotera
ebbe nell'impresa della liberazione d'Italia.
Però dell uomo, che nelle pagine auree della storia nazionale incise il nome suo per la gloriosa
avventura di Sapri, per il lungo martirio della
Favignana e l'ardente spirito di patriottismo che
animò la sua vita politica sino al 70, è doveroso
il ricordo. Dinanzi alla tomba di Nicotera, dischiusa
ora, sono passati tutti, amici ed avversari, levandosi il cappello, senza rancori e senza odio a rimpiangere la morte del patriotta che nei pericoli
della cospirazione, nelle imprese avventurose e nelle
ardite iniziative, per la natura di combattente generosa, audace e assetata di gloria, attinse la vigoria e il coraggio di tutte le battaglie fino
all'ultimo giorno della vita.
°ridi alla Camera
Per maggiore esattezza, e per non
dar luogo ad equivoci o ad interpretazioni sibilline e contrarie alla verità, pubblichiamo quello che disse
l'on. Morelli alla Camera nella seduta
del 5 giugno u. s. a proposito di una
raccomandazione al Ministro della Pubblica Istruzione affinchè volesse applicare vigorosamente la legge Casati
sul limite d'età déi professori dell'insegnamento superiore:
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Alorelli-Gualtierotti. Quando io mi sono in-
am-
scritto per parlare intorno a questo capitolo, era
mia intenzione di domandare all'onorevole ministro qualche spiegazione relativamente al disegno di riforma degli studi superiori, il quale
se suscita molte speranze, suscita anche gravi
timori nei centri universitari. Questo disegno, a
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seconda della indicazione data dalla Commissione
dei Nove, avrebbe dovuto attuarsi mediante i
poteri straordinarii chiesti dal Governo. Ora però
che la Commissione dei Nove è sepolta, come
sepolta è pure quella dei Quindici, e come farse
sarà sepolta quella dei Diciotto (Si ride).
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Baccelli, ministro dell'istruzione pubblica.
Un vero camposanto!
Morelli-Gualtierotti speriamo che non vi
siano ancora altri morti e che questa riforma
venga alla Camera. Allora l'onorevole ministro
darà tutte quelle spiegazioni che oggi sarebbe
prematuro il domandare.
Ma giacchè ho facoltà di parlare vorrei sapere dall'onorevole ministro quali siano le sue
idee relativamente al limite d'età dei professori
addetti ffll'istruzione superiore.
Non sarò io certamente che verrò qui a pro-
clamarmi fautore del sistema di un limite d'età
prestabilito dalla legge, come già esiste per l'esercito e per la magistratura. So che le ingiurie
del tempo non agiscono sia fisicamente che intellettualmente in eguale Misura su tutti gli organismi. So anche che non si può ammettere
in un uomo, che vive, la soppressione istantanea
del vigore dell'intelletto e delle membra, di guisa,
che chi è abile a 70 anni cessi di esserlo d'improvviso a 70 anni e un giorno. Però la necessità di un limite, sia pure non stabilito dalla
legge, ma determinato dal criterio del ministro
e del Consiglio Superiore, s'impone anco nei rapporti con l'insegnamento superiore. Viste le condizioni che agl'impiegati dello' Stato fanno le
nostre leggi sulle pensioni, si può facilmente
prevedere che, come fra gli altri funzionati, così
anco fra gl'insegnanti vi sia chi non si rassegna
volontariamente a cedere, abbandonando il servizio cui è pur divenuto incapace.
Vi sono d'altronde certi insegnamenti, e l'onorevole ministro ben mi comprende, nei quali
la scienza non si può discompagnare dalla pratica, e per i quali non solamente si richiede intelletto vigoroso ed ingegno maturo di studi,
ma occorrono occhio e mano sicura e polso fermo.
Tali sono, per esempio, grinsegnamenti chi rurgici, cioè tanto di chirurgia generale quanto
di chirurgia speciale, come ginecologia, ecc., nei
quali pure si ostinano a perseverare uomini nei
quali le necessarie attitudini fisiche sono venute
assolutamente a mancare.
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Il Ponte si passa ogni domenica. — Il pedaggio
costa un soldo. — Con mazza e scudo prima si
contendevano il Ponte: oggi, per averlo, basta lo
scudo solo. — Gli spurghi si buttano in Arno. —
Alle lettere senza francobollo è vietato il libero
transito. — La Direzione e l' Amministrazione,
anche ad esser ciechi, si trovano subito: basta
venire o mandare al Ponte di Pisa,
sano cacciare nell'indigenza negli ultimi anni
della loro vita. In Germania c'è una savia consuetudine, ed è quella di lasciare i professori
che sono gradatamente divenuti inabili all'insegnamento, tranquilli nella casa loro, senza che
nessuno pensi a teirre un centesimo del loro
onorario. Santa, giusta e nobile disposizione che
però in Italia non esiste.
Certamente, è vero quello che ha detto l'onorevole Morelli : può giungere un istante nel quale
un uomo intelligente, che esercita un ufficio delicato e difficile, deve ritirarsi, come un attore
dalla scena teatrale, quando sente arrivato il momento supremo, di là dal quale non avrebbe piu
applausi.
Io cercherò di provvedere nell'intento di conciliare i sentimenti di umanità con le necessità
dell'insegnamento. E confidando nell'animo suo
per la parte che riguarda le persone, facendo
un elogio a lui per ciò che riguarda le cose,
credo che possa tenersi pago della mia risposta.
Morelli-Gualtierotti. Bisogna ricorrere all'articolo 109, come ultima ratio. .
Baccelli, ministro dell'istruzione pubblica.
È' gente che non avrebbe più pane.
Morelli Gualtierotti. Lo so, ma come ultima
ratio.
Baccelli, ministro dell'istruzione pubbica.
Io questo non posso farlo; ci sono pelò avvedimenti amministrativi che permettono di riparare, e Lei, onorevole Morelli, forse qualche
Cosa può saperne. Ma non sarà mai da me che
Pensi, onorevole ministro, che esiste nella un professore ottantenne, il quale non ha diritto
legge sulle ktituzioni pubbliche di beneficenza alla sua intera pensione, sia all'estremo della
un articolo 98 che obbliga gli ospedali a fornire sua vita gittato' sul lastrico, solo perchè i nervi
i cadaveri e gli infermi pel servizio delle cliniche. cominciano a paralizzarsi e la mente comincia
a indebolirsi. Sarebbe ratto il più batbaro elle
Or che direbbe Lei, onorevole ministro. se un
si potesse immaginare e più incivile; ed io di
giorno qualche Amministrazione ospitaliera si
rifiutasse, malgrado l'articolo 98, a consegnare queste barbarie e di queste inciviltà non sarò
i malati nelle mani di chi presenta solo una mai l'autore. E studierò tutti gli avvedimenti,
presunzione di abilita, ma non ha più l'attitu- perchè oltre questa parte cui si deve provvedere
col cuore, ve n'è un'altra cui è mestieri provdine fisica per il disimpegno del suo delicato
vedere coll'intelletto. L'ho assicurato, e si tenga
servizio? t un caso astratto che io faccio ma
.che purtroppo si potrebbe verificare, e l'ono- centento.
revole ministro comprende quanto gravi sarebbero le conseguenze di ciò. lo, dopo questo,
non ho che una parola da dire all'onorevole
Baccelli: applichi con quell'energia e con quelQuando domenica scorsa, verso le 9, arriPautorita che a lui certamente, non mancano,
applichi quando ne sia il caso, senza riguardi, vammo al Ponte a Serraglio, avevamo fatto
l'articolo 109 della legge Casati, collocando d'uf- un viaggio di quatte ore, visto più di un ponte,
ammirato specialmente quello del diavolo —
ficio a riposo quei professori i quali non sanno
tanti ponti mi pareva d'essere a casa mia!
con
persuadersi che per tutti, ad una certa eta, il
—
e
coi polmoni bevuto l'aura balsamica e codesiderio di poter rendere servizi utili deve cegli
occhi
il panorama verde, ed avevamo tutti
dere di fronte alle esigenze della natura stanca,
e che è virtù lodevole sapersi allora rassegnare l'anima in festa e l'appetito in tiro.
AI Ponte a Serraglio scendemmo salutati dalle
ai ricordi di un glorioso passato e alla soddisfazione di aver ben meritato dell'umanità e degli bande e dalle autorità': Si era una quarantina.
studi.
Capo morale della schiera e duce autorevole era
Baccelli, ministro dell'istruzione pubblica. il Prof. Queirolo accompagnato dall'aiuto dot_anzitutto mi corre il dovere di rispondere tor Castellino, dagli assistenti dottori Casaretti,
una parola all'onorevole Morelli. Egli ha solle- Paracca e Menocci e seguito da amici e colvato una questione delicatissima, ed io alla sua leghi, il dott. Carlo Pardocchi, il dott. Dal Pozzo,
generica proposizione posso rispondere che l'ho il dott. Chiocconi, il dott. Gasperini, il dottor
compreso.
Chiappa ed altri, e circondato infine dalla picPerò vi sono interessi che bisogna tutelare. cola coorte dei suoi studenti, i laureandi del 6a)
Egli che ha animo gentile, non potrà mai im- anno di medicina.
maginare che vecchi professori che ebbero una
Ci fecero subito un monte di accoglienze:
vita gloriosa nella scienza o nelle arti, si pos- il Sindaco dei Bagni, sig. Cav. Marchi, una per-
Ai Bagni di Lucca
sona simpatica che possiede una barbetta bionda
ed una di quelle fisonomie che si possono assomigliar sempre ad una mezza dozzina di amici
— ci portò il saluto del suo paese, mentre il
Cav. Witting — deputato provinciale, ci diresse
senza perder tempo, quello della provincin di
Lucca, e Bastiani, l' amico Cav. dott. Adriano
Bastiani, direttore delle Terme, affittuario degli Stabilimenti e personificazione amabile della,
cortesia e della gentilezza toscana, e,ommosso,
sorridente, trionfante, consacrò il Prof. Queirolo
direttore sanitario generale dei Bagni e gli
fece prender possesso dell'ufficio.
Dal Ponte al Serraglio andammo alla Villa
che è il capo-luogo.
Innanzi al busto del Comm. Giorgi, benemerito sanitario del paese e che fu il padre 'ta.ro
dei poveri, operoso, umano e valoroso, ci scoprimmo la testa.
E dopo avere compiuti i doveri, accettamma
con entusiasmo la colazione offertaci al Casino
dei forestieri, per iniziare dopo la visita agli
stabilimenti.
** *
La comitiva andò spargendosi quà e là; andava a gruppetti, osservando e ammirando.
Erano con me Bastiano del Telegrafo, il
dott. Menocci e l'amico Mosso, studente e giornalista, che mandava dal profondo dell'anima
un grande inno a quella bellezza mite ed armonica di luce e di colore e le strappava nn
0-rido di felicità sublime!
D' intorno si eleva come un anfiteatro verde,
ed il verde è interrotto da qualche ranuncolo,
dagli anemoni, dalle margherite candide e dalle
teste di fuoco ondeggianti dei papaveri.
Con quanta letizia si riposa in mezzo a (pesto splendore! con quanta voluttà si vaga tra
i fiori non col piacere pruriginoso dell'abate
3Iouret nel Paradou, ma con l'anima in festa.
E ci si tuffa nell'ambiente voluttuosamente:
da per tutto è una gloria di verde, di ossigeno, di luce! da per tutto un trionfo di ricordi e di fremiti!
Falloppio chiamò i Bagni il nostro Paradiso
terrestre e Gentili da Foligno, e Michele Savonarola e Ugolino da Monte Catino li illustrarono col nome e cogli scritti. Il Prof. Queirolo
li paragonò alla Sirena ammaliatrice che chiama
da lontano la gente e l'avvince a se e la ferma
cogt incanti suoi.
Fin dove il panorama si allunga e l' occhio
può scorgere, balzano su prospettive pittoresche, scene leggiadre, visuali superbe che hanno
gaiezza di colori: i viali ombrosi e larghi, gli
altipiani digradanti in scalini di folta erba, simili a tappeti di velluto sopra una gradinata
gigantesca, e i piccoli nidi fatti di fronde e di
fiori, i piccoli nidi dove ci si riposa dal cammino
e dove si scrive fa prima pagina del romanzo
d'amore, sono la poesia alta e vibrante del
luogo che innamora.
**
Visitammo lo Stabilimento della Villa, quello
Giovannini, quello I3ernabò e quello dei Bagni
caldi, il più importante di tutti gli altri per
il confortabile, per la varietà delle cure, per
la eleganza delle sale: ai Bagni . caldi non si
muore più.
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Volete la grotta a vapore? Eccovi la grotta.
Volete i fanghi, la sala idroterapica, per le
doccie, le doccie scozzesi ali' ultimo sistema?
siete subito serviti. Volete la sala ginecologica,
il gabinetto elettrico? Non fate che entrare.
Volete leggere, conversare, ballare? Ci sono
delle sale splendide per la lettura, per la conversazione, per il ballo.... Volete un foglio da
mille? Ah Dio mio! è proprio l'unica cosa
che manchi fra tanta salute e non fioriscono
no, come i papaveri, neppure quassù i fogli da
mille!
Nella sala da ballo fu servito un banchetto
sontuoso a cui fecero onore i commensali con un
appetito straordinario, una cordialità schietta
ed una letizia effervescente.
Brindò il Cav. Marchi ringraziando e salutando a nome dei Bagni di Lucca: brindò il
Prof. Queirolo sollevando l'entusiasmo generale
ed infondendo negli animi la fede e la speranza.
Poi bevvero tutti; augurando, propiziando
alle sorti nuove dei Bagni e al Prof. Queirolo:
bevvero Bastiano a nome dei giornalisti, Mosso
per gli studenti, il Cav. Witting per la provincia, il dott. Bastiani, lo studente Tagliaferro,
i dottori Cherubini e Giovannini
L'augurio alle Terme, ai Bagni non poteva
essere più concorde ed il saluto al Prof. Queirolo, così unanime e solenne, non poteva riuscire più affettuoso e più reverente.
**
Alle 5 al Casino dei forestieri si cominciò
a danzare improvvisando una festa da ballo
colle belle signorine dei Bagni mentre la banda
— un valoroso corpo musicale — suonava valzer e mazurke sulla piazzetta di faccia al
Casino.
Gli studenti rimasero meravigliati della bellezza di quelle fanciulle.
Le donne ai Bagni di Lucca — ii paese pare
un lembo della Svizzera posato qui in Toscana — hanno come tutto il villaggio una
fisionomia, una figura per metà inglese: una
colonia numerosa di inglesi, bisognosi di cure
e di vita tranquilla, prende stanza ai Bagni
nei caldi mesi dell' anno e dà l' impronta, la
caratteristica di un paese britannico. L' lindo
sempre, pulito, elegante, con una intonazione
signorile ed una tal quale vivacità commerciale: edifizi ad acqua per cartiere, mulini,
gualchiere e tintorie danno sviluppo alla vita
industriale di quella popolazione austera eppure entusiasta, fredda come le brezze del
mattino e del vespero eppur capace di emozioni, e di sussulti!
Le donne mostrano agli abiti, al portamento,
all'incedere maestoso quell' aria un paco sfarzosa che hanno gli alberghi, le case — ed i
circoli, — sfarzosa a pensare che siamo in un
villaggio d' Italia; e come le inglesi posseggono bellissime capigliature bionde e sorrisi di
fate e languori negli occhi. Vestono semplicemente ma con lusso: hanno carni lattee e rosee e par che dall'aria, dalle acque, dal ria.:oglio
pieno della natura attingano la loro splendente
freschezza e il loro vigore.
Il Cav. Witting ci avvertì alle sei che la
corriera partiva e che un bicchiere di vino
offerto dalla sua generosità era stato versato
come augurio di lieto viaggio.
Oh quanti di noi avrebbero perduto volentieri la corsa'
Bevemmo un' ultima volta — ultima volta
uei Bagni di Lucca, s'intende — mandando
briosamente il nostro saluto più caldo e più
affettuoso a tutti; e proruppe allora dal cuore
l'evviva al Sindaco, al deputato provinciale, al
paese ed alle sue belle donne incantatrici come
tutta quella poesia seducentissima che emana
da ogni cosa lassù.
Partimmo; e per la via, mentre i cori allegri degli studenti rompevano il silenzio mite
e tranquillo della valle gloriosa di tanta verzura, e mentre il vecchio Serchio mosso dalla
brezza s' increspava a striscie luminose per
l'ultimo raggio di sole, affidammo i nostri sospiri ai castagni che li portassero su su fino
alla Sirena e le dicessero per noi le intime
voci dell'anima'
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Principe: il tuo sottil filosofare
pien di sarcasmo e di malinconia,
mi spiega la tua lucida follia
e l'agir lento nel lungo sognare.
Tu sei tenebra e luce. Entro la testa
tutto vano a te par, meno il dolore ;
e l'aspro dubbio sradica l'amore
come sradica un fiore onda funesta.
— È l'Ignoto che cerchi — Anima e morte
tu scruti con l'analisi angosciosa
ma a te risponder l'essere non osa
che il problema è dell'uorn, prence, più forte.
L'ufficio dei fiumi e fossi
è incompatibile
con le leggi moderne
Quando un corpo costituito si determina a rappresentare le ragioni di un gran numero di possidenti e trascura di usufruire delle concessioni che
la legge ha fissato per questi, io domando : su quali
ragioni, l'ente basa la convenienza degli interessati?
Il fiume Morto che dovrebbe essere l'arteria generale di scolo per la bonificazione della vastissima
zona dei terreni racchiusi fra l'Amo ed i monti di
Calci e Vecchiano, è rimasto nella condizione idrografica di qualche secolo fa. L'ufficio dei fiumi e fossi
noia ignora per certo che l'esecuzione dei lavori occorrenti per la regolare difesa del medesimo se dovranno essere eseguiti a spese degli interessati, non
si effettueranno mai.
D'altra parte, come può lo Stato dare il suo appoggio all'ufficio dei fiumi e fossi per questi lavori,
quando il medesimo ufficio ogni giorno fa premure
per sostenere che il fiume Morto è un corso d'acqua
privata? E facile intendere che il fiume Morto, lasciato nello stato attuale, è importante a scaricare
le molte acque della nostra pianura già descritta
e per conseguenza, è la causa che fa piano piano
aumentare la plaga padulosa, avvicinandola alle
porte della nostra città.
Sarei desideroso di sapere per quale motivo l'ufficio dei fiumi e fossi ricusa il concorso dello Stato
in quest' opera di bonificazione.
E dico ricusa, perchè non posso credere che l'ufficio suddetto ignori le leggi che sono state create
per le bonifiche e le conseguenti opere idrauliche,
specialmente in questi ultimi tempi.
Fra breve dovrà procedersi alla riforma delle opere
idrauliche in forza della legge Genala per la quale
lo Stato, le provincie, ed i Comuni devono contribuire in notevole misura -- per certe spese; -- ma chi
si occuperà di creare i nuovi consorzi, quando tutto
è accentrato nelle mani dell' ufficio dei fiumi e fossi,
che cerca la propria grandezza anche nell'araldica?
Urge un provvedimento, e questo occorre prenderlo sollecitamente, affinché cessi questo stato anormale di cose. Il Governo, faccia sì che i consorzi
Arno-Serchio-Tora e Cornia di 2.a categoria funzionino mediante la propria rappresentanza, con
statuti sociali indipendenti l'uno dall'altro. Le autorità tutorie invigilino e facciano in modo che
siano istituiti i consorzi di 3 a 4.a e 5.a categoria
in conformità delle leggi sancite; facendo cessare
questa superfetazione dannosa incarnata nell'ufficio
dei fiumi e fossi, il quale non essendo legalmente
costituito non dovrcbl e neppure godere di privilegi fiscali per la riscossione delle imposte, servendosi degli esattori comunali onde dare a credere
che egli rappresenti qualche cosa di regio.
Non si comprende come le autorità abbiano potuto tollerare l'ingerenza di tiuesta amministrazione,
nella parte più delicata della nostra vita amministrativa dal momento che la legge ha stabilito che
gli interessi consorziali (anche se d' interesse coniunale,) non debbono essere confusi con quelli dell'ente
~une.
Dunque si dovevano costituire nella provincia sette
consorzi autonomi per i sette consorzi delle opere
idrauliche di 2.a categoria pei fiumi Arno, Serchio,
'l'ora e Cornia, ed ohi e i suddetti, si dovevano costituire almeno cinque consorzi di difesa di 3.a. categoria, dei quali uno o due per la Zarnbra di Calci e
Monternagno, sboccanti nell'Amo; uno per il fosso
Reale ed influenti; altro per l'Era a monte della
2.a categoria, altro per la Cascina e l'ultimo per la
Tora.
Oltre questi consorzi di 2.a e 3.a categoria per
opera di difesa dalle inondazioni territoriali, dovei-ansi costituire almeno altri cinque consorzi di scolo
delle campagne costituiti dai vari gruppi degli interessati che godono dello scolo comune, i quali sono
I.° quelli che versano le acque in Mare racchiusi
fra il Serchio e l'Arno qui sopra descritti, 2.° quelli
compresi fra l'Arno e l'Emissario di Bientina che
scolano nel canale dei navicelli a mezzo della Fossa
Chiara, 3 ° quelli limitati dall'Emissario ed il Fosso
Reale, i quali emettono le acque in questo per mezzo
della Fossa Nuova, 4 ° quelli scolanti nel Calambrone per mezzo dell'Antifosso compresi fra il Fosso
Reale e la Tora, 5.° quelli che pure recapitano le
acque in Calambrone per mezzo della Fossa, Acque
Chiare, compresi fra la Tora e l' Ugione.
— Esser, non esser.... — Là noi pur, fatale,
un dubbio inesplicabile sospinge
verso l'ernia accigliata ultima sfinge
al forse ignoto del bene o del male!
Ma in questo arcano d'atomi sussulto
l'occhio invano tendiam verso il confine,
chè il principio ignorando e insiem la fine
tu ci sfuggi, o divino Alito occulto.
Vale forse lottar? Giovane il sole
raggia eterno dal cielo. Ombra d'un'ornbra
noi siam tutti e passiam: l'anima ingombra
d'arida scienza. — Parole! Parole! —
Tetre parole poiché Ofelia bionda
posa fra 1' alghe il corpo inviolato,
poichè sola è laggiù — senza peccato —
sola e fredda, e su lei strepita l'onda!
Strepita — e nel perpetuo alto fragore
la cara voce sua eco non à
— Principe, che sai tu senza l'Amore?
EI solo è scienza e dubbi aspri non sa. —
Bost.
FRA I BURATTINI
(Dopo le rappresentazioni del Politeama Pisano)
Così sul subito, l'effetto che prova un
frequentatore di palcoscenico quando ci vede
accampata sopra una compagnia di burattini è un'effetto bizzarro e sorprendente.
Lungo le pareti stanno impiccati cinquanta o sessanta poveri diavoli di fantocci
d'ambo i sessi, che in quella pen mibra vi
fissano con gli occhi di vetro luccicanti.
Quegli occhi hanno un'eapressione di spavento o di rabbia che agghiaccia il sangue
nelle vene.
Uno ha la testa voltala alla rovescia e
pendente orribilmente lungo la schiena. Un
altro mostra le gambe rattrappite e le braccia contorte, e Invita ripiegata in tronco sui
tira ne h i
Par. una fila di gante morta appiccata,
dopo quarantott'ore di spasmodiche convulsioni,
I burattini possiedono una storia e ricca
e bella e geniale.
Quando il mio illustre amico Giuseppe
Giacoaa ebbe l'idea di scriver per le marionette Ti filo, acena morale piena di hztrnour,
si ricordò forae quel che aveva scritto
-
Platone:
« Figuriamoci che ciascuno di noi sia
una figurina animata. Le passioni ci agitano come tanti fili e cordicelle
Sicuro a proposilo dei fantocci del Pranili
che formano la felicyà dei ragazzi pisani
e anche dr tanti uomini seri, lassù ile l'incantevole frescura del Politeama Pisano,
citar Platone può forse sembrare un po'
I ischioso
A vent'anni siamo vecchi; ma tornare ai
burattini è come una fresca e sana ondata
di giocondità infantile che ci conquista il
CIAO re.
Eppoi i burattini a l'ho già detto » hanno
la loro storia : una storia di vicende e di avventure che si rilegano alle vicende e alle
avventure del teatro, e si confondon con le
origini del carro di Tespi e qua e là lo illuminano di sprazzi caratteristici di luce.
Fra tante mutazioni la noorte grottesca
galleggia durante i secoli.
Seotnpaion gli Dei dall'Olimpo e i Semidei dal teatro.
I burattini restano pur perfezionandosi ed
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Così si sarebbero avute sette rappresentanze consorziali per le opere di 2.a categoria, cinque per
quelle di 3.a categoria, cinque per quelle di 4.a ia
tutto diciassette rappresentanze consorziali, autonome, costituite dai possidenti locali direttamente interessati nel proprio perimetro consorziale, che è la
chiave fondamentale della tutela degli interessi collettivi.
ETTORE SIGIIIERI.
La Festa a San Benedetto
MINIMUS.
— Esser, non esser — La Ragion battuta
si spezza come un vaso d'alabastro
Tu sorridi a 1' orribile disastro ma Natura è su te, gelida, muta —
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'..••••
evolvendosi; dal riso sonoro dalle rozze teste
di legno che prorompe dietro la tenda d'un
casotto posticcio eccoci arrivati alle procaeissame ballerine del Prandi, conquistatrici
di cuori, eccoci ai fantocci dall'Holden in
cui sembra addirittura realizzato il sogno
dell' homunculus goethiano.
I burattini affrontano impavidi l'onda
dell'oblio che vorrebbe inghiottire.
Scolpiti in legno, forse per questo hanno
imparato a barcamenarsi e a galleggiare.
A AX E T O
EMILIO
•
_ ••-•• • S. "•••
S' inaugurò domenica la bandiera della società operaia di cui è presidente, anima, lustro e Nume il mio egregio amico Tonino
Passetti, che saluto oggi, dopo i trionfi di
quella giornata, ed ammiro di più per la solerzia e la operosita veramente miracolose
che doventano in lui eatusiasmo, ispirazione
e forza viva e potente.
S' inaugurò domenica la nuova bandiera
alla cui fattura contribuirono in molti: il socio signor Capanna regalando la seta, le signore Gisa Passetti ed Joie Capanna adornandola con un lavoro finissimo di ricamo
che è riuscito per le mani loro gentili e industri un gioiello d'arte femminile, e finalmente il popolo di San Benedetto a Settimo
coi voti suoi accompagnando la lunga e intelligente opera di due elette signore. che sono
la personificazione più pura della gentilezza
e della cortesia.
Nel giardino di Tonino Passetti ebbe luogo
la festa della inaugurazione a cui presero
parte la fratellanza militare di Cascina, la
operaia di Cascina, le operaie di Marciana,
Navacchio, Lugnano e delle Fornacette, i
circoli di San Benedetto, di San Frediano,
di Cascina, i clubs di San Benedetto, San
Giorgio, le societa filarmoniche di Cascina e
di Sant'Anna e le due rispettive bande.
Aderirono, mandando telegrammi e saluti,
il ministro delle poste e telegrafi Maggiorino
Ferraris, i senatori Dini e Pelosi ni, il deputato Orsini. il cav. Remaggi, il cav. Pozzolini, il dott. Felloni, il cav. Moschini. il conte
Giuseppe Franceschi-Parra, il signor Zucchini e sodalizi operai ed altre associazioni
di paesi vicini,
Intervennero alla cerimonia il cav. avv.
Mugnai, il dott. Piccioli ed il cav. Antonio
Gioli rappresentanti il comune di Cascina, il
dott. Paolo De Regny ed una folla di popolo
accorso da tutti i paesi.
Sul palco, dove la bandiera dbveva scoprirsi, avevano preso posto la signora: marchesa Porta-Gioli, la signora Formichi, la
signorina Porta, la signora l'Ossi, la signora
e signorine Bavastro, le signore Donati, Pietrini e Cara, la signorina Lencioni, la signora
e signorina Taddei e tante altre.
La signora marchesa Porta-Gioli a nome
delle signore presentò all'ing Antonio Passetti il nuovo vessillo della società operaia
di San Benedetto affidandolo con gentili parole al valore del presidente il quale dopo
un caldo saluto lasciò alla sua volta che l'avvocato Amerigo Lecci solennizzasse la inaugurazione con un discorso che fu eletto per
i concetti e per la forma.
L'avv. Lecci, dopo avere accennato alla solidarietà operaia ed all' ideale del mutuo sorcorso attraverso le varie età, ricordò un brano
dei Doveri di Giuseppe Mazzini togliendo
molto a proposito dalle auree pagine vergate
dall'apostolo della redenzione italiana ammaestramenti civili pel popolo che voglia condursi e mantenersi onesto e laborioso.
Un vero urrah salutò alla fine il discorso
splendidissimo interrotto spesso da applausi.
Nel giardino gentilmente concesso dal signor Fantozzi ebbe luogo, dopo la inaugurazione, una fiera di regali a beneficio della
società.
La festa simpatica si compiè in mezzo alla
cordialità più schietta: mai vi fu più amorosa armonia di intenti e di sentimenti e
più sincera effusione di entusiasmo popolare.
Nelle vie imbandierate e ornate di festoni,
odorose pei fiori ed echeggianti del concerto
di due bande, la folla si riversò giocondamente a godere lo spettacolo di un paese che
si era tuffato nella voluttà della gioia e che
colla festività vivace di quell'ora compensava
i dolori di una vita di abnegazione e di combattimenti.
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Il Comitato per le accoglienze ai Canottieri
E LE REGATE A BOCCADARNO
Il Comitato, costituitosi definitivamente iii Pisa, ha pubblicato il
eguente manifesto:
Concittadini!
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luino
di
solose
c>ne
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sosiIor-
La sezione toscana del Rowing Club ha invitato i canottieri di tutta Italia ad una
ara nazionale che avrà luogo a Boccadarno nei giorni 21 e 22 luglio.
In questa occasione i canottieri italiani si riuniranno a congresso nella nostra città.
Ai baldi giovani, rappresentanti della nobile vigoria della nazione, deve la nostra citadinanza preparare accoglienze che siano degne della fama di Pisa e della classica ospialità toscana.
Ragioni tecniche e di speciale opportunità hanno indotto la sezione toscana del Rowing
lub a scegliere in quest'anno come campo di regata nazionale le acque di Boccadarno;
a, se l'esito della riunione risponderà all' aspettativa. Boccadarno è destinata ad essere
rescelta, nell'avvenire, come campo di regate internazionali.
Però il Comitato cittadino — costituitosi per iniziativa del sindaco comm. prof. Angiolo
i ardi-Dei che ne è divenuto presidente onorario — fa appello a Voi affinché vogliate col
ostro concorso partecipare al successo delle regate e delle feste in onore degli ospiti eletti
he accoglieremo con gioia fra le nostre mura.
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Il Comitato generale: AdarniAvv. Dino — Agostini VencroSi Della Seta cav. conte Alfredo — Albergotti marchese Guido — Andruzzi ing. Costantino — Andruzzi ing. NeAlferazzi maggiore cav. Bernardo — Arata 9.17. G. B. — Archi Eliseo —
Baquis Salomone — Balestri Giuseppe — Barsanj,i'avv. Ugo — Bellini Andrea —
Bresciani ing? Lorenzo — Bocci do'fi. Paolo — Bruguier Alfredo — Cais di Giletta tenente Carlo — Cameo Emanuele — Cavallini Luigi — Casaretti don.
Vittorio — Cerrai avv. Giuseppe Raffa3110 — Cory`Pietro — Corazzi tenente
Giulio — Curini Galletti avv. Luigi — Chialvo comm. Augusto — Chialvo
Guido — Dini prof. Uliss( senatore del regno — De Santis cav. Giustino —
Di Noia, fratelli — Di San Marzano cap. Amedeo — Essinger Giacomo —
Feroci tenente Pietro — Gatti Alberto — Gioli cav. Antonio — G-iorgi Ugo —
Giuli conte Giuseppe — Goretti Goretto — Gualtierotti Morelli cav. avv. Gismondo Deputato al Parlamento — Gualtieratti lordi Gualtiero — Guarducci
avv. Alberto — Gucei Luigi — Lelli avv. Saverio — Lori Amedeo — Lostia
Di S. Sofia cav. tenente generale Giuseppe — Lanfredini cav. prof. Alessandro —
Mastiani Brunacei comm. conte Francesco — Mastiani Sciamanna comm. Cesare — Matteucci dott. Ugo — Mazzariai Enrico — Mori cav. Giorgio —
Morghen Paolo — Marchetti Ettore — Moschini cav. avv. Antonio — NardiDei cosnm. prof Angiolo — Nissim cav. dott. Cesare — Nissim Leonardo —
1Nistri cav. Tito — Orsini Baroni Ferdinando — Palamidessi avv. Tommaso —
Paoletti dott. Giuseppe — Papeschi avv. Guido — Pozzolini Martino — Remaggi cav. Matteo — Rognetta ing. Francesco — Rosenthal dott. Arturo —
Ruglioni prof. Enrico — S alvi dott. Giunio — Salvadori avv. Francesco —
Segrè Cesare — Sisnonelli Giuseppe — Socci Giovanni — Sonsino dott. Emanuele — Supino cav. Vittorio — Supino cav. prof. Igino — Spadoni Olinto —
Tobler dott. Oscar — Toscanelli cav. dott. Nello — Triglia cav. Ranieri —
Wedard avv. Ugo.
La Giunta esecutrice: Cerrai cav. avv. Giuseppe — Gioli eav. Antonio — Sonsino dott. Emanuele —
Mori cav Giorgio — Andruzzi ing. Nestore — Gatti Alberto — Adami avvocato Dino — Rognetta ing. Francesco.
store
—
Ad onore e gloria delle traravie
alla stazione della tramvia Pisa-Marina
(Scena di tutti i giorni)
Sono le 5 e mezzo della sera (17,30 in
lingua ufficiale) ed il sole e-ti ao r:scalda
terribilmente l'intero p'azzale ove debbono
stare i viaggiatori che aspettano la partenza del treno per Marina Le panche,
-collocate lungo il muro di cinta per simulare un tentativo di comodità, sono co-ì
infuocate che a mettervi sopra un corbello
d'uova fresche c'è da trovarle sode tutte
quante dopo dieci minuti.
I clienti consueti della generosa Società.
anonima per le ferrovie economiche nella
provincia di Pisa sono seduti democraticamente sulla rampa in mattoni che conduce al capannone destinati, alle merci, e
contemplano con occhio filosofico i famesi
cinque platani che dovranno dar loro un
poco d'ombra... fra una ,diecina d'anni.
Giungono alcune ,signore e cercano
invano un luogo di riparo contro i raggi
solari. Sulle panche-gratelle c'è da fare la
fine di S. Lorenzo e la polverosa rampaè
tutta occupata. Giovani e vecchie bisogna
che stiano ritte coll'ombrello in mano, fin
'chè non verranno aperti i cancelli.
Cresce intanto il numero degli aspettanti ed incomincia il coro delle solite benedizioni all'indirizzo di chi tratta il pub•
blico con tanto poco riguardo.
— S'intende infischiarsi di chi paga,
brontolano gli abbuonati.
— Quousque tandem abuteris mormora
amo studente di liceo.
— Dio c.....anuto! ci hanno preso proprio per bestie! urla un popolano, asciugandosi il sudore.
— Far arrostire signore, essere cosa
' V
del Collegio: v' erano pure alcuni professori
delle scuole pubbliche, e moltissimi invitati,
fra i quali notammo il Cav. Avv. Cesare Bartalini, il sig. Capitano Sassone, i sigg. Piccardi
Donato, Bertelli Antonio, Ganci Salvadore e
Chelucci Guglielmo di Livorno, già convittore
di questo Collegio ecc.
Per quanto sappiamo anche a Livorno i simpatici giovanetti furono fatti segno all' ammirazione dell'elegante pubblico affollato nei viali
dell'Ardenze; e furono accompagnati nei vasti
giardini dell'Albergo dei Cavalleggeri, ove fu
loro servito un pranzo inappuntabile.
Fu li che i giovanetti del Collegio, i professori e gli invitati poterono gustare i classici
maccheroni che sono e che saranno la invidiata specialità di quella trattoria.
All'egregio Prof. Netti ed ai suoi cooperatori, i nostri voti più sinceri, per la prosperità
del Collegio Pietro Thouar.
Er Gioo der Pallone
Come! 'un hai visto questi gioatori?
Pisa, li 17 giugno 1894.
inn al.ma
inano
zza
_Y
-,~gr
molto villana! dice unagentil miss inglese.
— Cara mia, gli impresari galanti sono
eccezioni e l' eccezione non è toccata a
Pisa, risponde la sua compagna, bel tipo
di bruna italica.
E le esclamazioni irose, i commenti
salaci fioccano, s'incrociano e..... lasciano
il tempo che trovano. Domani, posdomani,
la scena si ripeterà uguale, ma sempre
inutilmente perchyl) gl impiegati tutti della
noli lodata Socie it, dal Presi ente all' ultim o facchino, staio sordi, sordissimi ai
reclami del pubb:ico.
Oh che non ci sia davvero il mezzo di
farsi intendere per avere un poco di tettoia, magari di tendone, sulle magne
panche ?
Un' idea. Nelle 40 presene regalate
dalla commovente munificenza municipale,
la secietà tramviaria, malgrado i diboscamenti fatti, ha ancora tanto legname da
coprire tutto il piazza:e d'aspetto. Perché
non fa un bel tetto di frasche? Cob-i spenderà, poco la poverina, ed i viaggiatori non
correranno più il rischio di rimanere abbrustoliti durante la canicola od affogati in
tempo di pioggia!
i
-
QUI DADI.
Ulla gita del Collegio Thouar
Domenica scorsa gli alunni del Collegio Convitto Pietro Thouar, in bassa montura, e muniti del bastone lager si recarono a Livorno
per la consueta passeggiata annuale. Faceva
piacere vederli marciare con precisione e con
disinvoltura, preceduti dalla fanfara di Barbaricina e dall'elegante bandiera dell'Istituto,
portata da un convittore. Erano accompagnati
dal Direttore Prof. V. Nelli e dal Vice Direttore Pro£ A. Durando e da tatti gl' insegnanti
Ma nun sai che ti fa torto, Simone?
Che be' sangui! che braccia, che persone!
Possan fà da modelli agli scurtori!
Quelli si che son bravi battitori!
Sulla rete lo mettano 'r pallone!
E le spalle! mins hanno paragone!
E che lavori fanno, che lavori!
Tutti sanno l'occhio poi tanto siuro
Che ra.ccattan di terra cor bracciale
Er pallone, e lo staccano dar muro.
Anzi ierlartro presano Pasquale
Di Drea ner capo, e se 'un l'aveva duro,
Bisognava portallo allo Spedale.
Presene a Marina
La Società Italiana per le Ferrovie Economiche e Trainvia a Vapore della Provincia di
Pisa dispone di alcuni lotti di terreno fabbricativo nel paese di Marina (Bocca d'Amo). Chi
desiderasse fare acquisto di alcuno di essi potrà
rivolgersi alla Direzione dell'esercizio in Pisa
(Barriera Vittorio Emanuele).
:_
.
moommem..
•isti della compagnia Andò Leigheb, che ha
posto le tende al Politeama Pisano. Dei singoli artisti parleremo più diffusamente nel
prossimo numero, ma diciamo fin d'ora che
il pubblico ha con gran piacere riveduto le
vecchie conoscenze e salutato le nuove. E
-
41miew
Amai
-
Sorprese del divorzia, il Veglione e Casa.
Paterna, ebbero per parte di tutti una esecuzione eccellente. Si può quindi esser certi
che il pubblico accorrerà numeroso ai Politeama Pisano, tanto più che sono in Vista
alcune novità interessanti, e prima di tutto
quella Zia di Carlo di Thomas che è attesa
vivamente.
4.1
Spettacoli d' oggi
Al POLITEAMA PISANO, la Compagnia
:
drammatica diretta da Andò-Leigheb ra.p
presenta alle c,re 20 : Casa Paterna.
,
Al l' ARENA GARIBALDI , la Compagnia
drammatica diretta dal cav. Cola rappresenta alle ore 18: Oreste.
Al GIUOCO DEL PA LON E fuori della Porta
a Lucca dalle ore 17, 45 alle 19, 45 grande::
partita.
Inserzione a pagamento
Cliaxiss. Sig. Dott. Cav. Bastiani
Medico Aiuto Direttore
delle RR. Terme dei Bagni di Lucca.
Permetta, Egregio Dottore, che pubblicamente La
manifesti i sensi di riconoscenza che io professa;
verso di Lei e verso i Bagni di Lucca, che mi istituirono la salute.
Afflitto da grave nevrite, che mi cagionava le
più acute sofferenze, e ohe fu ribelle a tutte le cure,„
trovai nei fanghi completa guarigione. Gradisca
adunque i miei ringraziamenti ed i miei augurii
perchè i Bagni dì Lucca, già tanto celebri nei
tempi passati, riprendano sotto la Direzione dello
Illustre Prof. G. B. Queirolo e sua, quella rinomanza
alla quale hanno diritto per le loro tradizioni e
per la loro efficacia, che io ebbi a sperimentare
can tanta fortuna.
Mi creda con tutta riconoscenza
Suo Devotissimo
Maggiore 9-1° Fanteria.
PIÈ DEL PONTE,
Musica al Duomo.
Alli ingresso dell'Ecc.mo Monsignor Arcivescovo, a ore 10 e mezzo, la filarmonica pisana sotto la direzione dell'egregio
maestro Strenta eseguirà la Marcia Sinfonica del Fabiani.
Quindi la musica del Duomo diretta dal
maestro Oreste Guidotti intuonerà l'inno
del Marsili : Ecce Sacerdos Magnus, a cui
farà seguito la Messa dell'incoronazione di
Luigi Cherubini con Introito del maestro
Niccola Benvenuti; fra il Gloria e il Ctedo
della messa sarà eseguito il Graduale (Alleluia) dello stesso Benvenuti. •
All'Offertorio sentiremo l' Entermezzo
fonico del Guidotti.
Dopo la messa, la filarmonica pisana eseguirà l'Ave Maria di Gounod e il Notturno
dal Sogno di una siotte d' estate, di Mendelssohn.
Al Vespro solenne, ore t; pom., avremo
l'esecuzione del Magnifztat a quattro voci
e a grande orchestra, espressamente composto dal maestro Guidoiti.
Giovedì scorso la prova generale della
musica sacra foce ettima impressione su_
quanti vi assistevano da ultimo un applauso caldo, spontaneo salutò il bravo Guidotti e i valenti esecutori.
-
;
Il Rettore della Università. - Nell'uf-
ficio di Rettore Magnifico della nostra Università per 1' anno accademico 1894-95 è.
stato riconfermato, con suffragio unanime
dei colleghi, il Professore senatore FilippoSerafini.
All'uomo illustre, nella scuola, negli uffici, nella famiglia, esempio a tutti di valore e di virtù, mandiamo le congratulazioni riverenti del Ponte.
La lezione di chiusura del professor
Queirolo. Giovedì mattina il prof. Quei-—
.ralo nella scuola 'della Clinica, affothiita
›s
f
DEL-FINO MANTOVANI
Politeama Nazionale
Politeama Pisano.
E il nostro saluto di bene arrivati agli ar-
L.7.1
-
invero la compagnia è composta di ottimi clementi tra ; quali primeggiano le signore CM loni-Talli, Uditta, Leigheb, Pinelli.Grassi, Paladini-Andò, Nebuloni e i signori Andò, Leigheb, Carini, Belli-Blanes. Nelle decor s e sere
il successo sì affermò pienamente: f Mariti
di Torelli, la Figlia di lefte di Cavallotti, le
FRA. P fisqRITCHE E GIBUS
Sono proseguite e terminate a questo Politeama le recite della compagnia Vitaliani
la quale, sia pel valore degli artisti, sia per
l'ottimo repertorio ricco di molte novità interessanti, avrebbe meritato più largo concorso di pubblico, come del pubblico intervenuto alle sue recite ha meritato le festose
accoglienze. Alla signora Vitaliani, ogni sera
applauditissima, furono fatte feste speciali
nella sua serata d'onore, nella quale interpretò egregiamente la parte di Clotilde nella
Fernanda. E pur molte feste furono fatte al
Bracci, che per la sua serata d'onore dette.....
il medesimo di Sudermann. Anche il brillante
Parrini fu vivamente applaudito nella sera
della sua bneficiata.
Le novità della settimana furono La potenza delle tenebre di Leone Tolstoi, nordico
dramma a tinte anche troppo forti, del quale
diremmo che vi è della potenza ma che vi
sono anche delle tenebre; la Donna di Bracco
lavoro assai discutibile ma non privo di pregi:
la Moglie bella, graziosa pochade e il Peccato di Fiammetta geniale lavoro dell'amico
Arturo Tiberini, al quale il pubblico fece le
più simpatiche e festose accoglienze applaudendo frequentemente e chiamando più volte
l'autore al proscenio.
Nella stessa sera il signor Galvani declamò,
applauditissimo, la Faida di Comune di Giosuè Carducci. E così la stagione è finita. Alla
signora Vitaliani, al signor Bracci e a tutti
gli altri egregi artisti della compagnia il nostro saluto di arrivederci.
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studenti e di medici della città, fece l'ultima
}ezione dell'anno accademico così prossimo
alla fine.
Dopo un salato affettnosissimo al Consorzio Universitario che deve rappresentare
nell'avvenire il baluardo del nostro Ateneo,
egli fece un riassunto breve e conciso delle
osservazioni, degli esperimenti, degli studi
di tutto l'anno, soffermandosi particolarmente sull'esame dei casi più importanti e
dimostrando come per l'abbondante materiale clinico la nostra facoltà non abbia nulla
da invidiare agli Istituti degh altri Atenei.
Terminò la sua dotta conferenza –durata
più di due ore– rivolgendosi amorosamente
agli studenti del sesto anno, vicini a separarsi da lui, e ad essi auguiò fortuna confortandoii di questo ammaestramento: che
come la clinica è scuola di amore e di carità coi l'esercizio della medicina deve essere nel mondo apostolato gentile di filantropia, imperocchè tradirebbe la società e
se stesso chiunque nell'ufficio delicato non
riunisse armonicamente insieme l'amore
della scienza e l'amore della umanità.
Al prof. Que,irolo fecero gli studenti una
calorosa dimostrazione con applausi ed
evviva.
E Consiglio provinciale.
È convocato
per il giorno 20 ad ore 13.
Per gli impiegati del Catasto.
Una
—
—
lunga lettera che la tirannia dello spazio
ci impedisce di pubblicare, una lettera che
per la giustizia delle osservazioni e per
l'autorità della persona che ce la invia merita tutto il nostro riguardo, difende gli impiegati degli uffici catastali di Pontedera e
di Pisa e li scusa con ragione degli addebiti che in cronaca muovemmo contro di
loro in nome dei soliti assidui.
Siamo intesi: pubblico se penserà meglio alle disposizioni che regolano gli uffici
catastali, non avrà più da lamentarsi. Gli
impiegati poi seguiteranno a fare il loro dovere come sempre. Ce ne affida la solerzia
e la intelligenza dell'intendente di finanza.
Il comitato provVeloce club pisano.
visorio costituitosi per la ricostituzione del
veloce club pisano fa noto che le iscrizioni
dei soci tanto effettivi che aggregati sono
già aperte.
Dette iscrizioni si faranno oltre che alla
sede del club anche al negozio di Francesco Manfredini via Borgo largo 68 in
Pisa.
La tassa d'ammissione è di L. le rate
mensili ugualmente di L. 1.
Per il comitato provvisorio
Il Presidente — cav. Carlo Bruguier.
—
La festa a Cascina.
Oggi, questa
Società Operaia commemorerà il trentesimo
anniversario della sua fondazione. Vi prenderanno parte unte le associazioni del capoluogo e molte del Comune. L'on. Pelosini
pronunzierà un discorso.
Alla sera sarà dato un banchetto ed eseguita una fiaccolata.
—
In Piazza S. Caterina.
—
La filarmo-
nica pisana diretta dal maestro Enrico
Strenta eseguirà oggi, dalle i alle 2 e
mezzo il seguente programma :
1. Strenta — Lo Statuto — Marcia Militare.
2. Rossini — La Gazza Ladra
Fantasia sull' Ot elio.
3. Verdi
4. Mendelssohn -- Sogno di una notte destate.
—
Nottxrno.
b) Marcia Nuziale.
La spie11 rompicapo della cronaca.
gazione della sciarada precedente :
CAPPELLO) 13OSI
Lorenzo Salazar. — Monteearlo.
Milano, 2.a edizione. -- Chiesa e Guindani, 1894.
—
Il verdetto è dato: questo libro rimarrà. Presto
o tardi, il Casino di Montecarlo dovrà sparire; e,
dopo una generazione, passerà finanche dalla memoria degli uomini, ma per la storia, rimarrà questo libro, il migliore, il più vero, il più vivo e caratteristico di molti che, in tante lingue, furono
scritti sulla famosa casa da giuoco. L'aristocratica
penna di Lorenzo Salazar ha saputo dir tutto, senza
mal intingersi nella melma: la vivida tavolozza sua,
presenta delle scene, crude talvolta, ma sempre abbellite dall'arte, velate da quella forma, ch' è il segreto, tanto raro, delle persone del buon mondo. Il
libro del Salazar è originale, nel concetto, nella
forma e nell' intenzione. L' originalità di questa è
nella completa obbiettività dello scrittore.
Pare che del suo scogetto egli non vegga che il
lato artistico ; gli spiacc il lato morale, o per meglio dire, egli stesso lo fugge per una deliberata
noncuranza che par naturale Egli è viveur fra i
vivevi-, ha del così detto mondo la pratica più consumata, sicché vi si aggira in mezzo sorridendo,
motteggiando, non urtando nessuna suscettibilità,
indulgendo alle debolezze. Ne deriva che il disegno
di voler fare il libro non appare, e che dove voi
temevate d' incontrare il Catone v' imbattete invece
nell'artista. Questi vi accompagna, amabile Cicerone,
per le magnifiche sale e ridenti giardini, e con una
conversazione varia, pronta, colorita, di buon genere,
v' intrattiene e v' ammalia. Il vero vi sta davanti,
esposto con la semplicità dei realisti del buon tempo
antico, quando il realismo non era stato inventato :
la semplicità umoristica di Rabelais e dei Contes
drolatkfues. Così l'opera è nel tempo stesso descrizione e racconto, satira e psicologia: è un libro divertente ed essenzialmente filosofico, e mentre dichiara di non voler che dipingere, moralizza infatti
con la desolata tristezza che vien fuori da tutte
le cose allegre. Vi sovviene involontariamente del
Priez pour les hommes qui chantent di V. Hugo e
un senso di pietà profonda vi stringe per quella
società multicolare, frivola e corrotta, ansiosa di
parere quello che non è, ingorda dell' altrui, incapace di pensare, espressione condensata di tutte le
deformità morali di questa fine di secolo. Chi ha
scritto questo libro non ha probabilmente coscienza
dell'alto valore dell'opera sua: così accade agli artisti di arguta osservazione, i quali s' innamorano
della loro visione di linee e di colori e mostrano
di non curarne il significato morale. Pochi sono i
libri fatti che rifanno la gente; e son quelli, il più
delle volte, che non hanno nessuna intenzione superba di rifar qualche •cosa. Senza esagerazione, si
può affermare che tra i libri di tal genere primeggia questo e che all'autore spetta il merito di aver
trovata la forma più acconcia al suo pensiero. Il
tatto è che egli accoppia ad uno spirito d'osservazione vivacissimo, molte delle più delicate qualità
dello scrittore così detto leggero, a tal punto che
i critici francesi lo han paragonato al Gyp, caposcuola di tal genere; lo han giudicato degno di
stare a paro coi più brillanti scrittori del boulevard
parigino. Il giudizio qui espresso è collettivo : è il
riassunto dei pareri di una giuria di critici, tra i
maggiori d' Italia, di Francia, di Germania e via
discorrendo. A questo giudizio ha fatto eco il pubblico, divorando in breve tempo la prima edizione
di più migliaia di copie; esso è riconfermato dalla
richiesta incessante del volume, che ora viene fuori
in edizione più elegante della prima, con copertina
illustrata e col ritratto dell'autore.
della pregiata fabbrica di Montevarchi. — È il cappello più elegante dell
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dello stomaco, degli intestini e dell'utero; amenorrea, nevralgie ostinate e nevrosi i
generale; languide digestioni ; cronici stati morbosi del fegato e della milza.
Pisa, 10 Luglio 1890.
Prescrivo da due anni nella Clinica medica ed in privato le acque alcaline di Ulive
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