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Gridare e aspettare

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Gridare e aspettare
Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L.353/2003 (conv. in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 2, DCB Vicenza
1-15 NOVEMBRE 2007 - ANNO XXVI N.21
CRISTIANI OGGI
QUINDICINALE DELLE CHIESE CRISTIANE EVANGELICHE “ASSEMBLEE DI DIO IN ITALIA”
L’O SS E RVATO R I O E VAN G E L I CO
Gesù
Cristo...
il sacrificio
perfetto
Testimoni
“Ma voi riceverete potenza quando lo Spirito Santo
verrà su di voi, e mi sarete testimoni…” (Atti 1:8)
a cronaca della passione di Cristo si è
Ltenzione
ormai prepotentemente imposta all’atdell’opinione pubblica mondiale
grazie ad un film che ha avuto lo scopo
dichiarato di farci rivivere, nella loro drammaticità, le ultime dodici ore precedenti la
morte del Signore in croce.
Chi ha già visto quelle scene o semplicemente osservato attraverso i mass
media soltanto qualche fotogramma è
rimasto talmente impressionato dalla crudeltà del supplizio, che non ha potuto trattenere il proprio rammarico e la propria
indignazione per la protervia e l’ingiustizia
con cui i carnefici hanno inveito contro la
Persona di Gesù Cristo.
Sembrava che quel processo si fosse
concluso circa duemila anni fa davanti a
Pilato, invece la sua riproposizione in chiave moderna fa sorgere un’eco antisemita
contro gli esecutori materiali “di un danno
e di un’ingiustizia verso l’umanità intera”.
Di chi sarebbe la colpa dell’uccisione
del “nostro” Gesù?
Lungi dallo scadere in un’inutile quanto
infruttuosa polemica, Dio ci ha dato la grazia di accostarci alla Sua divina Parola, nella quale possiamo rinvenire il vero motivo
di quella morte sulla croce.
Gesù non morì come un criminale, sebbene fosse crocifisso tra due malfattori
(cfr. Luca 23:32), né per un processo
ingiusto, sebbene i Suoi giudici non avessero alcuna prova per comminare un supplizio così orrendo (cfr. Giovanni 19:4).
Gesù è morto perché sapeva che quello
era l’unico modo per salvare gli uomini dai
peccati: “In lui abbiamo la redenzione mediante il suo sangue, il perdono dei peccati
secondo le ricchezze della sua grazia” (Efesini 1:7).
Gesù volle morire perché era venuto
per dare la Sua vita come “prezzo di riscatto”: “Poiché anche il Figlio dell’uomo non
è venuto per essere servito, ma per servire, e per dare la sua vita come prezzo di
riscatto per molti” (Marco 10:45).
Nessuno poteva togliergliela, tantomeno il Sinedrio ebraico o le Autorità romane.
continua a pagina 3
I discepoli di Gesù Cristo si erano riuniti intorno a Lui nell’imminenza della Sua dipartita per il
Cielo, da dove era venuto.
Prima che si separasse fisicamente da loro,
volevano essere accertati riguardo al ristabilimento del regno di Israele.
Il loro cuore era ancora interessato alla terra,
alla sperata supremazia materiale, politica sulle
nazioni, come era stato profetizzato nell’Antico
Testamento: “…Signore, è in questo tempo che
ristabilirai il regno a Israele?’” (Atti 1:6).
Gesù non negò questo fatto, ma rispose:
“…Non spetta a voi di sapere i tempi o i
momenti che il Padre ha riservato alla propria
autorità” (Atti 1:7).
continua a pagina 2
Gridare e aspettare
“Ho pazientemente aspettato il Signore,
ed Egli si è chinato su di me e ha ascoltato il mio grido” (Salmo 40:1)
Parlare della pazienza di Dio nei nostri
confronti è un argomento abbastanza semplice, un aspetto della fede ovviamente consolante, che sprona a perseverare nelle vie
cristiane anche quando ci pare di constatare
una nostra inguaribile incapacità spirituale e
morale nel seguire le orme di Cristo.
Le cose, però, cambiano quando si tratta
di dover noi attendere l’intervento divino,
specialmente se ci troviamo in tappe poco
piacevoli, in situazioni che ci premono personalmente.
Un grido è sintomo di urgenza, ma nella
vera comunione con Dio nessuno sfogo rende sordi agl’insegnamenti biblici.
continua a pagina 3
I N Q U E STO N U M E RO
Osservatorio Evangelico
Gesù Cristo... il sacrificio perfetto ............ pag.1,3
Testimoni .................................................... pag.1,2
Gridare e aspettare ................................... pag.1,3
L’amore di Cristo .......................................... pag.3
Convegno su
“Giovanni Diodati, traduttore” .................... pag.4
La versione amata ........................................ pag.5
Contraffazioni .............................................. pag.6
Dopo cento anni il fuoco pentecostale
arde ancora .................................................. pag.7
La testimonianza
Voglio ringraziare Dio
consacrandogli la mia vita ............................ pag.8
CRISTIANI OGGI
PAGINA 2
1-15 NOVEMBRE 2007
prosegue dalla prima pagina
Testimoni
Poi precisò loro ciò che era necessario ed
urgente realizzare al momento, e per tutto il
tempo che doveva precedere il Suo ritorno nel
mondo come Re dei re: “Ma voi riceverete
potenza quando lo Spirito Santo verrà su di
voi, e mi sarete testimoni in Gerusalemme, e
in tutta la Giudea e Samaria, e fino all’estremità della terra” (Atti 1:8).
Questa promessa ebbe la sua attuazione
nei discepoli dieci giorni dopo l’ascesa di Gesù
al Cielo, a Pentecoste: “Quando il giorno della Pentecoste giunse, tutti erano insieme
nello stesso luogo. Improvvisamente si fece
dal cielo un suono come di vento impetuoso
che soffia, e riempì tutta la casa dove essi
erano seduti. Apparvero loro delle lingue
come di fuoco che si dividevano, e se ne posò
una su ciascuno di loro. Tutti furono riempiti
di Spirito Santo e cominciarono a parlare in
altre lingue, come lo Spirito dava loro di
esprimersi” (Atti 2:1-4).
Erano in circa centoventi discepoli a parlare queste lingue, come lo Spirito dava loro di
esprimere, ma non si ripeté il caos della torre
di Babele, perché la folla, richiamata dal fenomeno, dichiarò: “…li udiamo parlare delle
grandi cose di Dio…” (Atti 2:11).
Quale fu dunque lo scopo dell’aver ricevuto la pienezza dello Spirito Santo?
Testimoniare di Gesù Cristo, il Figlio di Dio, il
vero Dio e vero Uomo, quale Salvatore dell’umanità peccatrice; verità sulla quale poco
dopo l’apostolo Pietro si espresse dettagliatamente: “Egli dunque, essendo stato esaltato
dalla destra di Dio e avendo ricevuto dal
Padre lo Spirito Santo promesso, ha sparso
quello che ora vedete e udite” (Atti 2:33).
Pietro si ritrovò a testimoniare subito di
Gesù come Salvatore-Messia: “
…Ravvedetevi e ciascuno di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo, per il perdono
dei vostri peccati, e voi riceverete il dono
dello Spirito Santo. Perché per voi è la promessa, per i vostri figli, e per tutti quelli che
sono lontani, per quanti il Signore, nostro
Dio, ne chiamerà” (Atti 2:38-40).
Questa chiamata alla salvezza è susseguente al fatto di aver testimoniato
dell’Autore della salvezza, e la sua forza convincente sta nell’intervento dello Spirito
Santo ricevuto, lo Spirito della Verità! Si tratta
di presentare Gesù e nessun altro, poiché “in
nessun altro è la salvezza; perché non vi è
sotto il cielo nessun altro nome che sia stato
dato agli uomini, per mezzo del quale noi
dobbiamo essere salvati” (Atti 4:12).
Il ricevere lo Spirito Santo promesso non è
stato circoscritto agli apostoli, ai primi discepoli del Signore, ma è stato esteso, fino ad
oggi, a tutti i credenti: “…Per voi è la promessa, per i vostri figli, e per tutti quelli che
sono lontani, per quanti il Signore, nostro
Dio, ne chiamerà” (Atti 2:39).
Qual è lo scopo principale del battesimo nello Spirito Santo? La Scrittura riporta il fatto del
diacono Stefano che, “…pieno di fede e di
Spirito Santo…” (Atti 6:5), in virtù di questa
pienezza, rese testimonianza di Gesù Cristo
all’alta gerarchia religiosa insediata in
Gerusalemme, la quale, giustamente accusata
di aver rigettato Gesù come Salvatore e Messia,
di aver rigettato così la convincente opera dello
Spirito Santo e di aver infine crocifisso il Figlio
di Dio, non poteva resistere alla parola di questo testimone. Pensò dunque di farlo tacere
uccidendolo: Stefano fu lapidato. Perché
Stefano risultò ripieno di Spirito Santo? Per
essere un testimone efficace di Gesù Cristo.
In Cesarea, città in cui aveva sede il governo
romano in Palestina, viveva un certo Cornelio,
“…centurione della coorte detta ’Italica’” (Atti
10:1). Benché fosse di origini religiose pagane,
come è giusto pensare, si era poi sicuramente
convertito al Dio degli ebrei: pregava assiduamente e faceva molte elemosine al popolo. Il Signore lo fece incontrare con l’apostolo Pietro,
affinché la sua fede in Dio venisse resa perfetta
mediante la conoscenza e l’accettazione del
grande Mediatore e Salvatore Gesù Cristo, che
anche per quel centurione aveva offerto Sé
stesso sulla croce, quale “…Agnello di Dio, che
toglie i peccati del mondo” (Giovanni 1:29).
L’apostolo Pietro, pieno di Spirito Santo,
testimoniò di Gesù a Cornelio, a tutti i suoi
parenti e ai suoi amici intimi. Nel corso della
testimonianza, Dio fece scendere lo Spirito
Santo su tutti i presenti, lo stesso che era sceso
a Pentecoste sui discepoli del Salvatore.
Con quest’opera, Dio testificò che Gesù Cristo, come Salvatore, è stato destinato non solo
agli ebrei, ma a tutto il mondo pagano. A
seguito di questa manifestazione dello Spirito
Santo, anche Cornelio e tutti i presenti nella sua
casa divennero testimoni del Signore Gesù.
Il diacono Filippo, dopo aver servito alle
mense che erano state allestite dalla Chiesa per
assistere i poveri, divenne un potente testimone
del Salvatore nella città di Samaria, cioè un efficace evangelista. Molti di quella città, visti i
miracoli che egli compiva, e udita la Parola dell’Evangelo, si convertirono. Ma la testimonianza cristiana doveva rimanere in Samaria anche
quando Filippo si fosse diretto altrove. Pertanto
gli apostoli inviarono in quella città Pietro e
Giovanni perché alla fede in Gesù Cristo, sufficiente a salvare, si aggiungesse l’esperienza di
un battesimo-pienezza di Spirito Santo.
Andarono e pregarono per i samaritani affinché
ricevessero lo Spirito Santo; infatti non era
ancora sceso su nessuno di loro, ma erano stati
battezzati in acqua nel nome del Signore Gesù.
Quindi gli apostoli imposero loro le mani ed essi
ricevettero lo Spirito Santo.
A cosa era servito il battesimo nello Spirito
Santo a quei due apostoli? Servì a confermare
la testimonianza che era stata data dall’evangelista Filippo. E a cosa doveva servire ai Samaritani che si erano ravveduti? A confermare la
giusta direzione della loro fede e a lasciare nella
loro città e nel tempo la testimonianza ordinata
da Gesù: “…Mi sarete testimoni…” (Atti 1:8).
Questa insistenza nel presentare attraverso
la Sacra Scrittura la pienezza o battesimo
(immersione) nello Spirito Santo, è motivata
dalla necessità di portare a buon fine il piano di
Dio relativo alla salvezza del genere umano
(cfr. Giovanni 3:16; I Timoteo 2:3-7). Ma chi
proclamerà con efficacia l’Evangelo della verità
e della vita, ritraendo “come dal vivo” la persona di Gesù Cristo, se non coloro che vengono
abbondantemente dotati del Suo stesso Spirito?
Ciò dimostrerà sempre la faccia della vera
Chiesa (cfr. Romani 8:9). Ecco un’ulteriore
esempio di cosa caratterizza i fedeli di Cristo
Gesù, cioè la ragione per cui il Signore ha conferito loro una traboccante misura di Spirito
Santo (cfr. Luca 24:47, 48).
L’apostolo Paolo, nello svolgimento della
sua missione, si trovò nella città di Efeso, dove
incontrò dodici discepoli, ai quali disse: “Riceveste lo Spirito Santo quando credeste?…”
(Atti 19:1-7). Erano stati discepoli di Giovanni
il battista, che, però, aveva indicato loro Gesù
come “…l’Agnello di Dio che toglie il peccato
del mondo”, ed erano perciò stati battezzati in
acqua, ma poi avevano creduto nel Salvatore
Gesù.
Alla domanda di Paolo, fu da loro risposto:
“…Non abbiamo neppur sentito dire che ci sia
lo Spirito Santo” (Atti 19:2). Allora Paolo li
istruì e poi li battezzò in acqua nel nome del Signore Gesù. Subito dopo, imposte loro le mani,
lo Spirito Santo discese su di loro e, come segno
di un avvenuto battesimo di Spirito Santo, parlarono in lingue e profetizzarono (cfr. Atti 2:4;
10:44-47).
Col battezzare quei discepoli in acqua, e col
conferimento della pienezza dello Spirito Santo,
l’apostolo Paolo testimoniò di Cristo Gesù quale
Salvatore del mondo, nonché l’autenticità e
l’efficacia del suo insegnamento (cfr. Matteo
28:19, 20). Quei dodici discepoli di Efeso, ricevuto lo Spirito Santo, profetizzarono, cioè
divennero a loro volta testimoni del Signore
Gesù.
La domanda conclusiva è: Perché ricevere il
battesimo nello Spirito Santo, così come lo ricevettero gli apostoli e i discepoli della Chiesa cristiana delle origini? La risposta è data direttamente da Gesù, ed è rimasta valida, come la
storia dimostra, specialmente in questi ultimi
tempi della grazia e della pazienza di Dio:
“…Mi sarete testimoni…”, sempre tenendo
conto delle molte altre motivazioni legate al
perché dello Spirito Santo.
Non si rallegrino o non si vantino troppo
quei cristiani che la grazia di Dio e la fede ha
concesso loro di attuare il battesimo, la pienezza dello Spirito Santo, ma mai si dispongono ad
adempiere fedelmente al mandato conferito loro
dai Signore: “…Mi sarete testimoni… fino
all’estremità della terra”, secondo le molte
opportunità create dallo Spirito Santo stesso,
con la loro parola e la loro condotta.
Germano Giuliani
CRISTIANI OGGI
1-15 NOVEMBRE 2007
Gridare e aspettare
prosegue dalla prima pagina
Tra l’incredulità di
chi si professa ateo e la
“fede” di chi ignora la
sottomissione alla
Parola di Dio non vi è
sostanziale differenza…
Occorre sapere che
Dio ascolta subito ogni
preghiera elevata da chi
confida nel nome di
Gesù, il Salvatore.
Bisogna tuttavia imparare anche come Egli
risponda sempre operando nei Suoi tempi,
basandosi su una perfetta conoscenza del
nostro futuro che non si
limita all’orizzonte terreno, ma include il
nostro benessere eterno. Tale è, infatti, il
concreto orizzonte spirituale quando l’apostolo Paolo afferma: “Or
sappiamo che tutte le
cose cooperano al bene
di quelli che amano
Dio, i quali sono chiamati secondo il suo disegno” (Romani 8:28).
Inoltre, nel farmi del bene, il Signore si china
verso me, ma non rinchiude la Sua benedizione
alla mia sola vita.
Egli può aspettare affinché, operando per me,
ciò risulti di benedizione anche per altri, che siano
S P I G O LATU R E
a me cari o sconosciuti.
Questa è la pazienza
celeste, espressione del
cuore di Dio, il Quale
“…non ritarda l’adempimento della sua promessa, come pretendono
alcuni; ma è paziente
verso di voi, non volendo che qualcuno perisca, ma che tutti giungano al ravvedimento”
(II Pietro 3:9). Egli non
aspetta per mancanza di
forze o di giuste possibilità, ma per un amore
largo nel fare il bene.
Gridare ed aspettare
non sono due moti inconciliabili, poiché Dio
non reprime tutti gli
istinti della natura umana, ma li educa e trasforma in impulsi spirituali mossi dalla sua
grazia.
Grida al Signore allora, aprendo senza indugio il tuo cuore alla fede,
ed aspettalo pazientemente, allargandolo al Suo
piano meraviglioso…
Certamente l’amore di Cristo si manifesterà
ancora, senza vani ritardi!
Alessandro Cravana
L’amore di Cristo
“Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato
il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui
non perisca, ma abbia vita eterna” (Giovanni 3:16)
Non dimentichiamo che Dio stesso, nella Sua
natura, è amore (cfr. I Giovanni 4:8) e ha dato Se
stesso per noi proprio perché ci ha amati. Non
pensare che l’amore di Dio sia temporaneo,
momentaneo, la Bibbia ci ricorda che Gesù, avendo amato i Suoi, “…li amò sino alla fine”
(Giovanni 13:1).
Come figli di Dio, anche noi dobbiamo manifestare amore verso gli altri, finanche i nemici. Le
parole del Salvatore giungono a noi con la stessa
autorevolezza di sempre: “…amate i vostri nemici, benedite coloro che vi maledicono, fate del
bene a quelli che vi odiano…” (Matteo 5:43-48).
L’amore per il prossimo non può crescere, neppure esistere, in un’atmosfera rovinata dal peccato, perciò la condizione prima per arrivarci è la
purificazione dell’anima, sede degli affetti umani.
Le anime nostre devono essere nettate dalle
cattive disposizioni, contrarie all’amore divino e
fraterno.
L’amore impuro degrada, corrompe, rovina noi
stessi e gli altri. Quando invece permettiamo a Dio
di purificarci l’anima dalle cattive inclinazioni, dalla malizia, dall’odio, dal rancore, dall’egoismo,
dall’orgoglio, in essa vi è posto per un amore fraterno non finto, che non sia mera apparenza, che
non consista soltanto in parole, ma che sia sincero
dinanzi a Dio, che scruta i cuori.
Quando accettiamo Cristo nella nostra vita,
giungendo così alla conoscenza della Verità, compiamo un atto morale decisivo: la rinuncia al male
e la consacrazione alla volontà perfetta di Dio.
Gioacchino Caltagirone
PAGINA 3
L’O SS E RVATO R I O E VAN G E L I CO
prosegue dalla prima pagina
Gesù
Cristo...
il sacrificio
perfetto
Egli depose volontariamente e
con gioia la Sua vita in sacrificio,
perché sapeva che quello era l’unico ed il solo rimedio per liberare gli
uomini dalla condanna dei loro peccati.
Ci stringe il cuore provare ad immaginare l’immane sofferenza che
Cristo bevve al Calvario.
Non dobbiamo ignorare però
quella spirituale, per la quale il Figlio di Dio conobbe nella Sua vita
pura la detestabile presenza del
peccato, il nostro peccato (cfr. I
Pietro 2:24), e subì l’interruzione
della comunione col Padre (cfr.
Matteo 27:46).
Non dobbiamo trascurare quella
morale, per la quale il nostro
Signore fu abbandonato dai Suoi
discepoli, che aveva salvato (cfr.
Matteo 26:56), fu ingiuriato e
sprezzato dalla folla profana (cfr.
Matteo 27:39-42), fu schernito dai
difensori della giustizia (cfr. Matteo
27:30, 31), e nessuno ebbe per Lui
parole di gratitudine e di incoraggiamento per la preziosa missione
che stava compiendo.
Non dobbiamo dimenticare che
Gesù fu flagellato dai soldati (cfr.
Giovanni 19:1), supplizio che
toglieva la vita ai fisici più deboli,
che fu inchiodato al legno della croce (cfr. Atti 2:23) e che morì
“stroncato con i patimenti” (cfr.
Isaia 53:10).
Sappi che il mio ed il tuo peccato sono stati la causa della morte di
Cristo!
Provare sentimenti di pietà verso
Gesù è umano, ma non centra lo
scopo per cui Egli ha accettato di
morire sulla croce.
Il Signore Gesù non chiede la
solidarietà degli uomini, ma la
nostra fede nel Suo sacrificio, perché in questo modo potrà essere il
Salvatore di quanti crederanno in
Lui (cfr. Giovanni 20:31).
“E noi abbiamo veduto e testimoniamo che il Padre ha mandato il
Figlio per essere il Salvatore del
mondo” (I Giovanni 4:14).
Carmelo Fiscelli
CRISTIANI OGGI
PAGINA 4
1-15 NOVEMBRE 2007
CONVEGNO SU
“Giovanni Diodati, traduttore”
Sabato 27 ottobre la Società biblica britannica e forestiera (SBBF)
ha organizzato, presso l’aula magna della Facoltà valdese di teologia,
un convegno di studi in occasione del 400° anniversario
della traduzione “Diodati” della Bibbia (1607)
Al convegno organizzato dalla SBBF sono
intervenuti, tra gli altri, Daniele Garrone, decano della Facoltà valdese di teologia e presidente della Società Biblica in Italia (SBI), Domenico Maselli, presidente della Federazione delle
Chiese Evangeliche in Italia (FCEI) e Francesco
Toppi, presidente emerito delle Assemblee di
Dio in Italia.
La Società biblica britannica e forestiera, istituzione fondata a Londra nel 1804 con lo
scopo di tradurre, stampare e diffondere il testo
biblico, e presente in Italia fin dai tempi del Risorgimento, ha voluto celebrare quella che oltre ad essere la più antica traduzione della Bibbia in italiano ad aver avuto continuità di lettura dalla sua prima pubblicazione ai giorni
nostri, è anche la versione che ha accompagnato la predicazione evangelica nel nostro
paese.
La SBBF ha legato il suo nome a questa
Bibbia nei secoli XIX e XX, diffondendone in
Italia circa 5 milioni di copie tra Bibbie e Nuovi
Testamenti, oltre a 17 milioni di “porzioni”,
cioè di singoli libri.
Pubblicata a Ginevra nel 1607 e rivista in
una seconda edizione nel 1641, essa fu opera
di Giovanni Diodati (vedi scheda biografica).
Traduzioni italiane della Bibbia
Già nel Medioevo ci sono testimonianze di
traduzioni di testi biblici in italiano tramandate
da codici manoscritti. Fu però durante l’Umanesimo e il Rinascimento che si ebbero le prime traduzioni complete, ad opera del monaco
Niccolò Malermi sulla base del testo latino nel
1471 e dell’evangelico fiorentino Antonio Brucioli sui testi originali in ebraico e greco nel
1532.
Entrambe le edizioni scomparvero ben presto dalla circolazione in base alle disposizioni
del Concilio di Trento, che indicava la
versione Vulgata, in latino, come l’unico
testo della Bibbia consentito e proibiva la
lettura e il possesso di traduzioni in italiano.
Con la Riforma del XVI secolo, però, si
era ormai affermata l’urgenza di leggere i
testi delle Scritture nelle lingue nazionali:
per il principio del “Sola Scriptura”, infatti, la Bibbia era l’autorità in base alla
quale vivere la propria fede e riformare la
chiesa. Era dunque importante che ogni
credente potesse leggerne i testi nella
propria lingua.
La Bibbia di Diodati
Ad offrire questa possibilità agli italiani fu proprio il teologo e linguista
ma edizione, Diodati ne fece seguire una seconda nell’anno 1641, rivista in base a una
riflessione più matura del traduttore e ampliata
nelle note. Il formato è decisamente più voluminoso, pensato per la consultazione degli studiosi e per l’uso nelle chiese e in famiglia.
Diffusione della Diodati
La Diodati ha avuto una storia avventurosa. Diffusa clandestinamente per secoli, vietata
dalle autorità ecclesiastiche cattoliche - ancora
nel 1925 il Sant’Uffizio ne proibiva l’uso –
sequestrata dalle autorità pubbliche, bruciata
sui roghi insieme agli “eretici”, essa divenne
sempre più la Bibbia dei protestanti italiani,
accompagnando costantemente la riflessione e
la predicazione evangelica nel nostro paese.
Nell’Ottocento fu diffusa in Italia dalla Società biblica britannica e forestiera (SBBF) di
Londra, che ne pubblicò una propria edizione
nel 1808. Durante il Risorgimento essa fu
stampata, limitatamente al Nuovo Testamento,
Giovanni Diodati (1576-1649), nato a
a Roma nel 1849, durante il breve periodo
Ginevra ma “di nazion lucchese”, discendente
repubblicano, come segno di libertà civile e
di una famiglia che a metà del XVI secolo,
insieme ad altri notabili della città, fu costretta religiosa; quando il papa rientrò nella città, ne
fece requisire migliaia di copie per bruciarle in
a lasciare Lucca e a rifugiarsi nella città di
Calvino a causa della propria fede protestante. un cortile interno del Vaticano.
I “colportori” evangelici (predicatori itineLa sua fama è legata alla traduzione in linranti impegnati nella diffusione della Bibbia)
gua italiana della Bibbia che egli pubblicò nel
1607 con l’intento di offrire ai suoi compatrioti seguirono i Mille e, nel 1860, aprirono un
deposito a Palermo. Nello stesso anno il Nuovo
un testo comprensibile e fedele agli originali
ebraici e greci. Stampata dall’editore ginevrino Testamento del Diodati fu per la prima volta
pubblicato in Italia dall’editrice protestante
Jean des Tournes, la Bibbia aveva dimensioni
abbastanza maneggevoli, pensate per una pos- Claudiana. Nel 1870, nello stesso giorno della
sibile evangelizzazione dell’Italia, ed era corre- Breccia di Porta Pia, i colportori della Società
data da note esplicative. Sul frontespizio com- biblica britannica e forestiera entrarono a Roma e cominciarono la diffusione della Bibbia,
pariva la figura di un seminatore, evidente
gettando il seme dal quale sarebbero germorichiamo alla parabola evangelica che invita a
gliate le chiese evangeliche della capitale.
spargere il seme della Parola, e il motto “Son
art en Dieu” (la sua arte in Dio). A questa priRevisioni e nuove traduzioni
A causa dell’evoluzione della lingua e del conseguente invecchiamento dell’italiano utilizzato dalla prima
traduzione, la Diodati fu sottoposta, a
partire dal Settecento, ad alcune revisioni. Nel Novecento, un gruppo di
studiosi, presieduto da Giovanni
Luzzi, procedette a una revisione che,
oltre ad aggiornare la lingua italiana,
pose a confronto il testo della Diodati
con manoscritti originali precedentemente sconosciuti.
Nel 1924 venne dunque data alle
stampe la versione nota come
“Riveduta” del Luzzi. Un’ulteriore
revisione è avvenuta nel 1994 ed è
nota come “Nuova Riveduta”.
CRISTIANI OGGI
1-15 NOVEMBRE 2007
PAGINA 5
La versione amata
La Bibbia del Diodati occupa
un posto particolare nel cuore di ogni evangelico pentecostale,
è stata la versione amata
La Bibbia è la sola norma di fede e di vita, l’unica
autorità alla quale ogni credente deve uniformarsi.
In particolare, per noi cristiani evangelici di fede
pentecostale, essa ha rappresentato anche una sorta
di simbolo di riscatto e di emancipazione, oltre che
l’unica autorità in
materia di fede.
Quando i nostri
fratelli degli inizi
del secolo scorso,
umili contadini ed
operai, si recavano
alle riunioni di culto, facendo bella
mostra del Libro
sotto il braccio,
testimoniavano in
primo luogo della
loro conversione a
Dio e contemporaneamente di un
affrancamento
sociale ed umano.
Buona parte di
loro aveva imparato a leggere proprio sulle pagine
della Bibbia Diodati, compitando i Salmi o i Vangeli.
Avevano ingaggiato una lotta impari con congiunzioni lunghissime e verbi incomprensibili dal
suono estraneo. Alla fine la battaglia era stata vinta
grazie ad un desiderio ardente di leggere la Parola di
Dio, che tanto bene arrecava, ed arreca, al cuore
degli uomini. La dimestichezza con la lettura portava
con sé l’acquisizione di un bagaglio di conoscenza
biblica notevole, anche se con un linguaggio forgiato
sulle espressioni della Diodati, da alcuni di noi definito “la lingua di Sion”. Non soltanto gli evangelici
sapevano leggere e scrivere, ma sapevano ciò che
spesso nemmeno i “maggiorenti” del paese conoscevano. A differenza dei loro compaesani gli evangelici
potevano vantare una conoscenza biblica notevole,
che li metteva in condizione di intavolare discorsi e,
perché no, polemiche con i rappresentanti del potere
costituito, parroci compresi, senza timori reverenziali,
anzi ad argomentazioni sottili opponevano la citazione sempre calzante ed opportuna di versetti della
Parola di Dio.
Che dire delle nostre sorelle, che rispetto alle loro
coetanee, godevano di una condizione certamente
migliore. Dedite ai lavori domestici, oltre che a quelli
dei campi, relegate ad un ruolo sociale marginale,
anche loro sapevano leggere e conoscevano “la
scienza di Dio”.
Quanti credenti
anziani di oggi
hanno imparato in
tenera età il Salmo
23 del Diodati proprio dalle labbra
delle loro madri.
Nella comunità
cristiana esse
innalzavano pubbliche preghiere,
ma erano anche
instancabili evangelizzatrici; la crescita delle nostre
comunità è dovuta
anche alla testimonianza di quelle
donne.
Le prime copie della Bibbia arrivarono in Italia
dentro le valigie degli emigranti, che ritornavano
dagli Stati Uniti, ed erano stampate dalla Società biblica britannica e forestiera. La Bibbia andò ad arricchire le umili case dei contadini meridionali, fu il primo libro ad entrare, per tanto tempo è rimasto l’unico.
La Bibbia del Diodati occupa nel cuore di ogni evangelico pentecostale un posto particolare, è stata la
versione amata, anche a costo di estremismi, da un
popolo semplice, che non ne fu allontanato dalla lingua antica, ma che, anzi, imparò, testimoniò, lottò e
vinse sorretto dalla Parola di Dio. Una prova, a
nostro modesto parere, dell’efficacia della Parola di
Dio, capace di illuminare il cuore dei semplici.
È opportuno perciò concludere con la citazione di
un versetto, uno dei più conosciuti della Bibbia: “La
tua parola è una lampada al mio pie’ ed una luce
sul mio sentiero” (Salmo 119:105).
Salvatore Cusumano
RADIOEVANGELO
Acireale (CT) 92,500+92,800 MHz
Agrigento 98,500 MHz
Atena Lucana (SA) 88,400 MHz (rip.Napoli)
Atina (FR) 90,000 MHz (rip.Sora)
Bari 91,500 MHz
Benevento 88,800 MHz (rip.Napoli)
Bologna 88,450 MHz; 88,300 MHz
Cagliari 101,750 MHz
Cassino (FR) 89,200 MHz (rip.Sora)
Catania 91,000 MHz
Crotone - Caccuri 107,400 MHz
(rip.Isola Capo Rizzuto)
Frosinone 89,100 MHz (rip.Roma)
Gela (CL) 104,200 MHz
Giarre (CT) 93,400 MHz, 93,800 MHz
Ginosa (TA) 102,300 MHz
Gravina (BA) 103,500MHz
Isola Capo Rizzuto (KR) 104,900 MHz
Isola Liri (FR) 101,450 MHz (rip.Sora)
Latina-Sonnino 101,700+93,550 MHz (rip.Roma)
Macchia di Giarre (CT) 106,300 MHz
(rip.Linguaglossa)
Matera 98,300 MHz
Melito di Porto S. (RC) 104,300 MHz
Misilmeri (PA) 99,500 MHz
Montecalvo (AV) 96,300 MHz (rip.Napoli)
Napoli 102,800 MHz
Petilia Policastro (KR) 92,600 MHz
(rip.Isola Capo Rizzuto)
Reggio Calabria 107,700 MHz
Rieti 101,900 MHz (rip.Roma)
Rimini (RN) 95,000 MHz
Roma 101,700 MHz
Sant’Agata Militello (ME) 91,200 MHz
Sant’Angelo dei Lombardi (AV) 91,200 MHz
(rip.Nap.)
San Giovanni in Carico (FR) 87,550 MHz
(rip.Sora)
Salemi (TP) 103,700 MHz (rip.Trapani)
Segni (RM) 107,400 MHz (rip.Roma)
Sora (FR) 89,360 MHz
Terni 107,000 MHz (rip.Roma)
Trapani 103,700 MHz
TRASMISSIONI
CRISTIANI OGGI TV
Giovanni Diodati
Nato a Ginevra nel 1576, era
figlio di Carlo, un patrizio di Lucca
rifugiatosi nella città svizzera nel
1567 a causa della sua adesione
alla Riforma protestante. Compì gli
studi teologici all’Accademia ginevrina, dove fu poi professore di
ebraico (1597-1606) e di teologia
(1599-1645). Nel contempo fu
predicatore dotato di notevole
ascendente sulla vita religiosa e
civile della città e venne incaricato
di delicate missioni diplomatiche.
Interessato alle vicende del prote-
Nella tua città ascolta il consiglio
della Parola di Dio sulle frequenze di
stantesimo italiano, nel 1608 si
recò a Venezia per tentare di riformare la Chiesa della repubblica
veneta. In campo letterario fu attivo soprattutto quale traduttore. Il
consistente scambio epistolare, in
gran parte inedito, con teologi, letterati e personalità politiche del
tempo, attesta la dimensione europea dell’attività di Diodati, nonché
l’ampia stima di cui era circondato.
Morì a Ginevra nell’ottobre del
1649.
D.S.S.
VIA SATELLITE
Sono in onda via satellite
le trasmissioni televisive
del programma
Cristiani Oggi TV,
ogni sabato alle ore 20,30
su Studio Europa, in chiaro
Hot Bird 4 - 13,0°Est
Freq. 11179 Mhz
polarizzazione orizzontale
CRISTIANI OGGI
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Contraffazioni
Nella contraffazione dei prodotti commerciali il rischio è alto per l’economia e
la salute dell’uomo, ma nel caso della contraffazione delle verità spirituali il
rischio è ben più grave, perché entra in gioco la salvezza eterna dell’anima
Ultimamente il fenomeno della produzione e
diffusione di merci contraffatte, “taroccate”, si è
ingigantito oltremodo; dalle imitazioni di abiti ed
accessori di prestigiose firme della moda, alla
pirateria che duplica e diffonde, a basso costo,
album musicali e film, fino all’immissione sul
mercato di prodotti alimentari e igienici
che arrecano notevoli pericoli alla salute
dei consumatori.
Queste vicende allarmano in modo
particolare perché ormai non è in gioco
soltanto l’aspetto economico, si mette
sempre più a rischio anche la salute delle persone, come dimostra l’ampio risalto dato al fenomeno dai mass-media,
che ne hanno riportato dati e statistiche.
Assodata l’utilità di questa sorveglianza, ci chiediamo se esiste anche
una sorveglianza per le “contraffazioni”
in campo spirituale.
Un pericolo reale
La Parola di Dio, unica fonte autorevole per la fede e la condotta cristiana,
autorizza ad affermare che il pericolo
contraffazione esiste anche in ambito
spirituale.
Nella seconda epistola ai Corinzi, l’apostolo Paolo scrive: “Noi non siamo
infatti come quei molti che falsificano
la Parola di Dio; ma parliamo mossi da
sincerità, da parte di Dio, in presenza
di Dio, in Cristo” (II Corinzi 2:17);
“…temo che, come il serpente sedusse
Eva con la sua astuzia, così le vostre menti
vengano corrotte e sviate dalla semplicità e
dalla purezza nei riguardi di Cristo. Infatti, se
un altro viene a predicarvi un altro Gesù,
diverso da quello che abbiamo predicato noi, o
se si tratta di ricevere uno spirito diverso da
quello che avete ricevuto, o un vangelo diverso
da quello che avete accettato, voi lo sopportate
volentieri” (II Corinzi 11:3-4).
Dunque, il pericolo delle contraffazioni spiri-
tuali non solo esiste ma si è già manifestato,
cercando di adulterare la Parola di Dio.
I tentativi di falsificare il messaggio dell’Evangelo si sono rivelati ripetuti e diversificati;
per esempio tentando di spacciare per autentiche
lettere dell’apostolo che invece erano false: “Ora
fratelli, circa la venuta del Signore nostro Gesù
Cristo e il nostro incontro con lui, vi preghiamo
di non lasciarvi così presto sconvolgere la mente, né turbare sia da pretese ispirazioni, sia da
discorsi, sia da qualche lettera data come
nostra…” (II Tessalonicesi 2:1,2).
Anche l’apostolo Pietro fa riferimento a questo pericolo: “…considerate che la pazienza del
nostro Signore è per la vostra salvezza, come
anche il nostro caro fratello Paolo vi ha scritto,
secondo la sapienza che gli è stata data; e questo egli fa in tutte le sue lettere, in cui tratta di
questi argomenti. In esse ci sono alcune cose
difficili a capirsi, che gli uomini ignoranti e
instabili travisano a loro perdizione come
anche le altre Scritture” (II Pietro 3:15, 16).
Un rimedio efficace
Il pericolo era reale non soltanto
al tempo degli apostoli, lo è anche
per tutte le epoche a venire: “…lo
Spirito dice esplicitamente che nei
tempi futuri alcuni apostateranno
dalla fede, dando retta a spiriti
seduttori e a dottrine di demòni,
sviati dall’ipocrisia di uomini
bugiardi, segnati da un marchio
nella propria coscienza” (II Timoteo
4:1,2).
Qual è allora il rimedio? Nel libro
degli Atti abbiamo il bellissimo
esempio dei credenti di Berea, che
“…ricevettero la Parola con ogni
premura, esaminando ogni giorno
le Scritture per vedere se le cose
stavano così” (Atti 17:11).
Tra i consigli degli esperti per non
cadere vittime delle contraffazioni,
troviamo l’invito a leggere la provenienza del prodotto: anche il credente deve conoscere sempre la provenienza del messaggio e constatare
che sia genuinamente biblico.
Egli deve perciò conoscere la
Parola di Dio ed avere con essa un contatto
diretto, non mediato.
Nella contraffazione dei prodotti commerciali
il rischio è alto per l’economia e la salute dell’uomo, ma nel caso della contraffazione delle
verità spirituali il rischio è ben più grave, perché
entra in gioco la salvezza eterna dell’anima.
Sebastiano Campo
Il creazionismo è pericoloso?
Il dibattito su creazionismo ed evoluzionismo torna in
evidenza su scala europea. Il 4 ottobre 2007 il Parlamento europeo, chiamato ad esprimersi su un rapporto dal
titolo: “I pericoli del creazionismo nell’educazione”, lo ha
approvato con 48 voti favorevoli e 25 contrari.
Il documento, stilato dal Comitato europeo per la cultura, la scienza e l’educazione, attacca le posizioni creazioniste e promuove l’evoluzionismo a dogma indiscutibile e fondamentale della Comunità europea.
Le motivazioni sono state così illustrate: “L’assemblea
parlamentare è preoccupata per i possibili effetti deleteri
della diffusione delle teorie creazioniste nell’ambito del
nostro sistema d’istruzione e intorno alle conseguenze
che potrebbero avere per le nostre democrazie. Se non
stiamo attenti, il creazionismo potrebbe divenire una minaccia per i diritti umani, che per il Consiglio d’Europa
costituiscono una questione chiave” (Doc. 11297, A.1).
L’esistenza di un Creatore che ha dato vita a tutto ciò
che esiste, costituisce una minaccia per i diritti umani? In
realtà, non è il creazionismo ad essere pericoloso quanto
questo documento che, paradossalmente, in nome dei
diritti umani viola un diritto fondamentale: la libertà di
pensiero e di espressione. È una libertà fondamentale
riconosciuta dalla Dichiarazione Universale dei Diritti
dell’Uomo e sancita dallo stesso Consiglio d’Europa con
la Convenzione Europea per la salvaguardia dei diritti
dell’uomo e delle libertà fondamentali, oltre che presente come principio cardine della Costituzione Italiana
(Artt. 21 e 33).
In democrazia nessuno deve imporre dogmi, né se-
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DALLE CELEBRAZIONI PER IL CENTENARIO DEL RISVEGLIO PENTECOSTALE ITALIANO
Dopo 100 anni il fuoco
pentecostale arde ancora
6 ottobre 2007
le chiese A.D.I. di Puglia e Basilicata riunite a Monopoli (BA)
Anche le chiese A.D.I. di Puglia e Basilicata
hanno organizzato un incontro per ricordare il
15 settembre 1907, una data d’importanza fondamentale perché segna l’inizio di un risveglio
spirituale di massa in mezzo al popolo italiano.
Per celebrare il centenario del movimento
pentecostale italiano è stata scelta come sede
l’Hotel Villaggio Porto Giardino (Monopoli), a
circa 50 Km da Bari, una struttura immersa nel
verde, tra le frastagliate scogliere baresi che si
affacciano sul litorale adriatico.
L’appuntamento, fissato per sabato 6 ottobre,
ha visto una larghissima partecipazione di credenti di tutte le età, oltre 1200, che con ogni
mezzo hanno raggiunto il luogo dell’incontro.
L’affluenza è stata tale che, purtroppo, non
tutti sono riusciti a trovare posto per partecipare
comodamente al culto.
La riunione del mattino è stata presieduta dal
fratello Franco Citarella, segretario del Comitato
di zona di Puglia e Basilicata e pastore a Bari.
Dopo alcuni canti ed un momento di lode, il
fratello Felice Antonio Loria, presidente delle
Assemblee di Dio in Italia e pastore in Calabria,
ha dato il benvenuto ai presenti ricordando innanzitutto che l’esperienza pentecostale, quella
realizzata dai discepoli duemila anni fa sull’alto
colari né religiosi. Se una teoria non minaccia la legge
e l’ordine pubblico, è giusto che scienziati, studenti e
tutti gli interessati siano liberi di esaminarla e di arrivare a delle conclusioni. L’educazione non deve tramutarsi in indottrinamento. In tutta Europa, gli scienziati e
l’opinione pubblica accettano l’evoluzione in modo
pieno o parziale o per nulla, il dibattito continua e
deve continuare così, lasciando tutto alla dialettica
scientifica, culturale e religiosa.
*
solaio e quella rinnovata cento anni fa, è ancora, per grazia di Dio, sperimentata nel nostro
tempo e nella nostra generazione: Dio è all’opera in mezzo al Suo popolo.
La corale della chiesa di Modugno (BA) ha
eseguito tre canti che hanno avuto come tema
l’opera dello Spirito Santo, che rende Cristo reale
nei cuori dei credenti. È stata data quindi la parola al fratello Salvatore Cusumano, pastore della Chiesa di Roma - Via Repetti, che ha presentato uno studio biblico sulla perfetta sinergia esistente tra l’esperienza di cento anni fa e quella
dei nostri giorni, invitando i convenuti a ricercare in preghiera un vero, potente e genuino battesimo nello Spirito Santo, evidenziato dalla
glossolalia: “Perché per voi è la promessa, per i
vostri figli, e per tutti quelli che sono lontani,
per quanti il Signore, nostro Dio, ne chiamerà”
(Atti 2:39).
La prima parte dell’incontro è terminata in
un’atmosfera di genuina adorazione.
Nel primo pomeriggio la riunione è ripresa
con il culto presieduto dal fratello Carmine Lamanna, pastore della Chiesa di Matera - Via San
Pardo e membro del Consiglio Generale delle
Chiese A.D.I. La pausa pranzo non aveva raffreddato i cuori, ancor più desiderosi di lodare
Dio e di ascoltare la Sua Parola. La corale della
chiesa di Matera - Via San Pardo ha edificato i
cuori dei presenti, ancora più numerosi dell’incontro mattutino, prima di passare alla predicazione, durante la quale il pastore Loria ha attirato l’attenzione di tutti sul padre di Sansone, Manoà, che “…supplicò il Signore e disse: ’Signore, ti prego che l’uomo di Dio che ci avevi mandato torni di nuovo a noi e ci insegni quello che
dobbiamo fare…’” (Giudici 13:8).
La preghiera di quest’uomo è divenuta la
preghiera di tutti i convenuti. Durante l’adorazione, lo Spirito Santo ha continuato a parlare
potentemente ai presenti attraverso l’esercizio
dei doni spirituali, confermando la predicazione
della Parola di Dio.
Quando la riunione è terminata, molti volti
erano rigati dalle lacrime e sembrava che nessuno volesse andar via da un luogo così traboccante della presenza di Dio.
Ci si è salutati in modo sincero, esprimendo il
desiderio di servire Dio con più zelo, come hanno fatto i nostri fratelli cento anni fa, perché Dio
è lo stesso ed è pronto a riversare ancora oggi la
Sua potenza su quanti gliela chiedono.
Il Comitato di Zona di Puglia e Basilicata
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L A T E STI M O N IAN ZA
Voglio ringraziare Dio
consacrandogli la mia vita
Non appena ho sentito l’annuncio della Parola di Dio, il mio cuore si è aperto alla Grazia
e mi sono sentita perdonata dei miei peccati
i chiamo Loredana, ho 31 anni e vivo in
provincia di Salerno. Desidero ringraziare
il Signore per la nuova vita che mi ha donato
e cogliere l’opportunità di raccontare la mia
esperienza di fede.
Durante la mia adolescenza
mi sono sentita incompresa da
tutti, persino dalla mia famiglia, tanto che l’accusavo di
trascurarmi.
Non volevo chiedere aiuto
per i miei problemi, di contro
vedevo che gli altri non sembravano tanto disponibili a
darmene. Così ho iniziato a
cercare di gestire da sola la mia
vita, a volermi creare ad ogni
costo il mio spazio e la mia
libertà, anche se tutto ciò mi
portava a scelte sbagliate e a
tristi conseguenze.
Presto sono entrata in
depressione, lunghi periodi
durante i quali ho pensato più
volte di togliermi la vita, ma
non riuscendovi, ho iniziato a
farmi del male attraverso l’alcool, aiutata anche da amicizie
che mi incoraggiavano ad uno
stile di vita disordinato. Nel frattempo mi
sono fidanzata, inconsapevole di andare
incontro a ulteriori delusioni.
Dopo l’ennesima lite, affacciatami al balcone di casa, ho pensato che fosse arrivata
l’ora di farla finita, ma poi, improvvisamente,
ho iniziato a prendermela con Dio, dicendogli: “Se esisti perché non fai niente per me?”
Per altri due anni la mia vita è continuata
tra forti contrasti, fino a quando, tramite uno
zio del mio fidanzato, ho avuto l’opportunità
di andare in una chiesa evangelica.
M
Ricordo che appena sono arrivata sulla
soglia della porta del locale di culto sono
scoppiata a piangere, perché avvertivo la
santità di Dio e contemporaneamente la mia
indegnità.
Riconoscevo che nel mio cuore non c’era
altro che peccato, ma altresì avvertivo il bisogno di essere liberata da quell’oppressione
che gravava sull’anima mia.
Improvvisamente, mi è venuta alla mente
la domanda che avevo fatto al Signore qualche anno prima sul balcone di casa e subito
ho capito che quella era la Sua risposta. Ho
trovato così la forza di entrare e non appena
ho sentito l’annuncio della Parola di Dio, il
mio cuore si è aperto alla Grazia e mi sono
sentita perdonata dei miei peccati e salvata.
Tre mesi dopo la mia conversione sono
stata battezzata nello Spirito Santo, così
come promesso nella Bibbia, ed anche grazie
a questa esperienza ho potuto vedere la mia
vita cambiare.
Da allora, comunque, le
difficoltà non sono mancate.
Nel periodo successivo alla
mia esperienza di salvezza ho
avuto diversi interventi chirurgici per seri problemi di
salute, ma il Signore ha continuato ad essere con me, assistendomi e confortandomi.
Oltre a questo, a minare la
pace che avevo gustato si
sarebbe presentata anche la
rottura di quel fidanzamento
che, benché problematico, mi
aveva permesso di conoscere
la grazia di Dio. Anche in questo caso, però, Cristo Gesù è
intervenuto con un amore
immenso, colmando il vuoto
del mio cuore e rimettendo a
posto la mia vita sentimentale, fino a darmi qualche anno
dopo il dono di una famiglia
cristiana.
Nonostante le mie debolezze e incapacità,
riconosco che il Signore è sempre rimasto
fedele nei miei confronti, correggendomi
amorevolmente come un Padre, e per questo
voglio ringraziarlo non soltanto con parole
che vengono dal cuore, ma soprattutto consacrando la mia vita a Lui, per essere uno
strumento utile al Suo servizio, nell’attesa del
ritorno del Figlio di Dio, quando vedrò a faccia a faccia il mio Salvatore.
Loredana Barbagallo
Novità editoriali
La Bibbia di Giovanni Diodati in edizione speciale
In occasione del 4° centenario della
pubblicazione della Bibbia tradotta da
Giovanni Diodati, la Società Biblica Britannica e Forestiera, in collaborazione
con il Servizio Pubblicazioni delle “Assemblee di Dio in Italia”, pubblica la riproduzione anastatica della Sacra Bibbia di Giovanni Diodati, edizione 1641,
con note e introduzione ai singoli libri.
Al volume sarà allegato un fascicolo di
Cristiani Oggi - Quindicinale delle Chiese Cristiane Evangeliche “Assemblee di Dio in Italia”. Direttore Responsabile ai
sensi di legge: Francesco Toppi. Comitato di Redazione di
Cristiani Oggi - Risveglio Pentecostale: Vincenzo Specchi
(sostituto del presidente ex officio), Francesco Toppi, Salvatore Esposito, Vincenzo Martucci, Elio Varricchione.
16 pagine che riproduce in anastatica,
formato 18,5x26,6, alcune pagine significative della Bibbia Diodati del
1607.
L’edizione avrà una tiratura limitata e sarà stampata su carta pregiata avoriata,
con rilegatura in tela e custodia in cartoncino rigido.
Il formato è di cm 21,5x32. La prestigiosa edizione può essere prenotata, in
Direzione e Amministrazione: Via dei Bruzi, 11
00185 Roma - Tel. 06.491518/491165
e mail: [email protected]
Redazione: Via Monti, 96 - 14100 Asti
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