100 FILM PER NON DIMENTICARE Accadde in aprile REGIA Raoul
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100 FILM PER NON DIMENTICARE Accadde in aprile REGIA Raoul
100 FILM PER NON DIMENTICARE Accadde in aprile REGIA Raoul Peck - SCENEGGIATURA Raoul Peck Genocidio ruandese del 1994 - Un film da vedere >Sul genocidio ruandese< *************************** Un'arida stagione bianca (A Dry White Season) 1989 Usa - Regia: Euzhan Palcy Sudafrica, apartheid *************************** The Corporation The Corporation è un documentario canadese del 2003, diretto da Mark Achbar e Jennifer Abbott e tratto dall'omonimo libro di Joel Bakan (pubblicato da Fandango Libri). È stato distribuito in Italia dalla Fandango distribuzione ed è commercializzato anche da Feltrinelli, nella collana Real Cinema. Il documentario analizza il potere che hanno le multinazionali (quelle che in America vengono chiamate corporations) nell'economia mondiale, dei loro profitti e dei danni che creano. The Corporation su Wikipedia *************************** Bowling a Columbine (Da Wikipedia) Bowling a Columbine è un film documentario del 2002 diretto da Michael Moore vincitore del premio Oscar 2003 come miglior documentario. Il Film è dedicato al tema dell'uso delle armi in America, facendo riferimento alle stragi nelle scuole americane, in particolare al massacro della Columbine High School, vicino a Denver e Littleton, nel Colorado, nella quale due ragazzi armati di fucile, dopo una partita di bowling, entrarono nella loro scuola e si uccisero dopo aver tenuto in ostaggio per ore la scuola facendo fuoco verso i loro stessi compagni. Si tratta di un documentario girato con una buona dose di coraggio e desiderio di approfondimento di un tema a vasta eco sociale, che ha portato l'autore in giro per il paese, fino al notevole finale - sotto l'aspetto documentaristico - con l'intervista all'ex-attore Charlton Heston, presidente della National Rifle Association (letteralmente Associazione Nazionale dei Fucili in inglese). Spostatosi in Canada per approfondire il tema dell'uso delle armi, Moore giunge alla conclusione che non è l'arma in sé a creare il crimine, ma la paura del crimine stesso che negli Stati Uniti, attraverso i suoi mezzi d'informazione e l'uso politico delle differenze sociali, porta chiunque a diffidare del prossimo, trascinando questi contrasti a forme di difesa personale eccessiva. *************************** Roger e io 1989 - Roger e io (Roger & Me) (da Wikipedia) Il documentario Roger e io, il primo girato da Michael Moore, narra della crisi della General Motors e della chiusura di una fabbrica di automobili a Flint, città natale del regista, nello stato americano del Michigan. Il Roger del titolo, infatti, è Roger B. Smith, ex AD dell'azienda automobilistica statunitense. Il regista mostra nel documentario l'impossibilità di avere un colloquio con Smith, ritenuto il responsabile del licenziamento di 30.000 lavoratori. Moore usa il pretesto di questa intervista impossibile per raccontare le storie degli operai, delle famiglie e della miseria nella sua città. Ovviamente il regista, ancora semi-sconosciuto, non riuscirà a parlare con Roger, ma riuscirà con efficacia a raccontare le disastrose conseguenze della chiusura dello stabilimento sulla sua città e la sua gente. Con questo disarmante documentario, pieno di satira, Moore racconta un'America nascosta ai più, quella in cui i presidenti delle grandi corporation, gli stessi che appaiono in televisione sempre sorridenti e affabili, non mantengono affatto le loro promesse e continuano a fare affari e ad arricchirsi noncuranti delle conseguenze delle loro azioni sui propri dipendenti. *************************** Fahrenheit 9/11 Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. Fahrenheit 9/11 è un film-documentario del 2004 diretto dal regista statunitense Michael Moore. A causa delle critiche espresse contro l'amministrazione del presidente statunitense George W. Bush il film suscitò molte polemiche e opinioni contrastanti alla sua uscita. Il film verte sui legami segreti tra la famiglia del presidente degli Stati Uniti George W. Bush e la famiglia Bin Laden, ponendo l'accento su quelle che, a detta del film, sono state strumentalizzazioni politiche degli attentati dell'11 settembre 2001, con le seguenti campagne militari americane in Afghanistan ed Iraq. Ha rischiato fino all'ultimo di non essere proiettato negli Stati Uniti, in quanto la Walt Disney Company, produttrice del film, si è pentita e ne ha bloccato la distribuzione, subendo numerose e pesanti critiche, soprattutto a fronte della vittoria della Palma d'Oro al Festival di Cannes 2004. Successivamente il film, che nel frattempo ha trovato distributori in tutto il mondo (gli USA sono stati il penultimo paese, prima solo dell'Albania), è stato acquistato dalla Miramax per sei milioni di dollari. Dopo l'iniziativa della casa di Harvey e Robert Weinstein, il film è stato distribuito negli USA da un gruppo di case di distribuzione, battezzato da Moore (con un chiaro riferimento a Bush e l'Iraq) la "coalizione dei volenterosi": si tratta, oltre alla Miramax, della Lions Gate e dell'IFC Films. Successivamente il documentario è diventato un successo strepitoso al botteghino battendo ogni record nel 2004. Il titolo e lo slogan di lancio si rifanno al romanzo Fahrenheit 451 di Ray Bradbury. *************************** Zelig Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. « Ho 12 anni. Vado alla sinagoga. Chiedo al rabbino qual è il significato della vita. Lui mi dice qual è il significato della vita. Ma me lo dice in ebraico. Io non lo capisco, l'ebraico. Lui chiede 600 dollari per darmi lezioni di ebraico. » (Leonard Zelig/Woody Allen) Zelig è un film di Woody Allen, uscito nel 1984. La pellicola è una tragi-comica parodia idiosincratica di un documentario degli anni venti-trenta. È considerato uno dei maggiori esempi di trasformismo nell'àmbito dello spettacolo. *************************** La dignità degli ultimi Un film di Fernando Ezequiel Solanas. Produzione Argentina 2005. (da Mymovies: http://www.mymovies.i... ) La dignidad de los nadies offre un nuovo capitolo della storia dell'Argentina, iniziata da Solanas, con Memoria del saqueo (2004). Il film inizia proprio dove il precedente documentario si era fermato: la rivolta del dicembre del 2001 con le conseguenti dimissioni del presidente De La Rua. Il filmaker argentino, con questa nuova opera, mostra le conseguenze della rivolta, dal nuovo governo Kirchner fino ad arrivare ai giorni d'oggi, con uno sguardo sulle recenti realtà di autogestione. Sono racconti di solidarietá, piccole epopee narrate dai suoi protagonisti, eroi anonimi con proposte collettive, che sono riusciti a vincere l'impunitá e l'abbandono sociale, ricostruendo la speranza. Solanas, con La dignità degli ultimi, abbandona lo stile ferocemente e sardonicamente ironico delle sue opere cinematografiche, per mostrare al pubblico un'altra faccia triste dell'America. Un ritratto consapevole ma lucido, drammatico ma mai didascalico. *************************** Ogro Regia di Gillo Pontecorvo - 1979 VINCITORE DI 1 PREMIO DAVID DI DONATELLO: Miglior regia Interpreti: Gian Maria Volontè, Eusebio Poncela, Angela Molina, Saverio Marconi, Jose' Sacristan Francia, italia, Spagna 1979 Nei primi mesi del 1973 l'E.T.A. progetta il sequestro dell'ammiraglio Luis Carrero Blanco, "delfino" del caudillo Francisco Franco, in cambio del quale verrà chiesta la liberazione di 150 detenuti politici. Ma quando Franco nomina Blanco presidente del consiglio, l'E.T.A. decide che l'ammiraglio deve essere ucciso. *************************** Ieri, oggi, domani (1963) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. Ieri, oggi, domani è un film del 1963, diretto dal regista Vittorio De Sica, vincitore dell'Oscar al miglior film straniero nel 1965. *************************** Schindler's List Regia di Steven Spielberg - 1993 vincitore 7 premi Oscar Per non dimenticare.... *************************** Metropolis Regia Fritz Lang 1927 La realtà sta per superare la fantasia... *************************** Il caso Mattei Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. Il caso Mattei è un film di Francesco Rosi del 1972, dedicato alla figura di Enrico Mattei, presidente dell'Eni, scomparso tragicamente in un incidente aereo dieci anni prima. L'aereo di Enrico Mattei precipita il 27 ottobre 1962, nella campagna di Bascapè, presso Pavia, al ritorno da un viaggio in Sicilia, in circostanze mai del tutto chiarite. Il film rievoca il periodo della vita di Mattei trascorso alla guida dell'Agip e dell'Eni. *************************** Il muro di gomma Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. Il muro di gomma è un film sulla Strage di Ustica uscito nel 1991 diretto dal regista Marco Risi. Il film, nei suoi 118 minuti, racconta la storia di Rocco, un giornalista del Corriere della Sera che seguì per dieci anni l'evoluzione delle indagini sull'incidente che vide coinvolto il volo civile IH870 della compagnia Itavia, nel quale morirono 81 persone. Risi non propone la soluzione al mistero italiano, non svela il nome dei responsabili della tragedia. Propone invece con drammatico realismo il bisogno di verità che tutti noi abbiamo. *************************** Le mani sulla città Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. E' un film del 1963 diretto da Francesco Rosi. Film di impegno civile, è una spietata denuncia della corruzione e della speculazione edilizia dell'Italia degli anni sessanta[1]. La didascalia del film dice: «I personaggi e i fatti sono immaginari, ma autentica è la realtà che li produce». Rod Steiger torna in parte su di un suo personaggio di qualche anno prima, essendo stato il protagonista di uno dei film più belli dedicati da Hollywood alla criminalità organizzata, interpretando magistralmente il ruolo di Al Capone. *************************** Il giorno della civetta Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. In inglese anche conosciuto come The Day of the Owl è un film italiano del 1968 che tratta di mafia diretto da Damiano Damiani con protagonisti Claudia Cardinale e Franco Nero. Fu proiettato negli USA nel 1970. Di cosa parla ? Basato sul romanzo omonimo di Leonardo Sciascia il film, ambientato nel 1961, parla dell'indagine difficoltosamente condotta da parte di un ufficiale dei carabinieri settentrionale ed ex-partigiano su un omicidio mafioso avvenuto in un piccolo centro della sicilia. Salvatore Colasberna, un impresario edile, viene ucciso per essersi rifiutato di lasciare un appalto ad una ditta protetta della mafia. [..] Nel film risalta in maniera particolare l'atmosfera di omertà esistente nel paese e la corruzione diffusa in tutti gli ambienti: politico, giudiziario, ecclesiastico. *************************** Uomini contro Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. « Per Uomini contro venni denunciato per vilipendio dell'esercito, ma sono stato assolto in istruttoria. Il film venne boicottato, per ammissione esplicita di chi lo fece: fu tolto dai cinema in cui passava con la scusa che arrivavano telefonate minatorie. Ebbe l'onore di essere oggetto dei comizi del generale De Lorenzo, abbondantemente riprodotti attraverso la televisione italiana, che a quell'epoca non si fece certo scrupolo di fare pubblicità a un film in questo modo. » (Francesco Rosi) Uomini contro è l'ottavo lungometraggio diretto da Francesco Rosi, liberamente ispirato al romanzo di Emilio Lussu Un anno sull'Altipiano. E' uscito nel 1970. Di chiara impronta pacifista e antiautoritaria, l'opera mette in luce la follia della guerra. Di cosa parla ? Ambientato negli scenari della prima guerra mondiale sull'altipiano d'Asiago tra il 1916 e il 1917 la pellicola tratta la storia di un giovane tenente interventista convinto, che a poco a poco, assistendo alle follie di un generale e agli inutili macelli, comprende l'assurdità della guerra. *************************** Il capo della Squadra Omicidi di Roma ammazza l'invereconda amante e semina volutamente tracce e indizi per dimostrare che, come garante della Legge e rappresentante del Potere, è al di sopra di ogni sospetto. Uscito indenne dalle indagini, si autoaccusa. Invenzione alla Borges per il primo film italiano sulla polizia con uno straordinario G.M. Volonté. Calibrata costruzione all'americana del racconto in cui si fondono le due anime, realistica ed espressionistica, di E. Petri. Sceneggiato con Ugo Pirro, musiche di Ennio Morricone. Oscar 1970 per il film straniero e Nastro d'argento a G.M. Volonté. Regia di Mario Petri Oscar miglior film straniero 1970 L'attore protagonista Gian Maria Volontè (secondo me un grandissimo) Questo film mi sembra molto attuale, nonostante sia degli anni 70 dopo quasi 50 anni la storia è sempre la stessa... *************************** Riff Raff Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. Riff Raff è un film inglese diretto da Ken Loach nel 1991 uscito in Italia con il sottotitolo "Meglio perderli che trovarli". Di cosa parla ? Il regista attraverso le vicende dello scozzese Stevie, un ex detenuto per furto che sotto falso nome lavora come operaio in un cantiere edile della Londra della ristrutturazione economica , della sua ragazza disoccupata e degli altri protagonisti offre uno spaccato della vita del proletariato nel suo paese nell'era Thatcher. Premi Il film è stato premiato con Premio critica internazionale al Festival di Cannes e l'European Film Award (Felix) nel 1991. Curiosità Riff Raff è stato distribuito negli Stati Uniti con i sottotitoli a causa dello slang dialettale usato dai protagonisti nella versione originale. *************************** Terra e libertà Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. Terra e libertà è un film diretto nel 1995 dal regista Ken Loach. È ambientato durante la guerra civile spagnola e segue le vicende di una piccola formazione partigiana e la storia d'amore che lega il protagonista, giovane volontario inglese, ad una resistente spagnola. Alla morte di David Carr, un operaio inglese di Liverpool, la nipote rovista tra i ricordi del nonno trovando vecchi articoli di giornale riguardanti la guerra civile spagnola, lettere, cimeli ed un foulard rosso contenente della terra. Attraverso questi ricordi ripercorre la storia del nonno tornando nel 1936, quando è in corso la guerra in Spagna. Curiosità: Il titolo è ispirato al motto ¡Tierra y Libertad! che accompagnava nel 1910 la bandiera nera dell'anarchia issata dai guerriglieri di Emiliano Zapata. *************************** I film di Ken Loach sarebbero da vedere tutti. [..] # L'agenda nascosta (Hidden Agenda) (1990) # Riff Raff (1991) # Piovono pietre (Raining Stones) (1993) # Ladybird Ladybird (Ladybird Ladybird) (1994) # Terra e libertà (Land and Freedom) (1995; ha vinto il premio FIPRESCI della critica internazionale ed il premio della giuria ecumenica al Cannes Film Festival del 1995) # La canzone di Carla (Carla's Song) (1996) # My Name Is Joe (1998) # Bread and roses (2000) # Sweet Sixteen (2002) # Un bacio appassionato (Ae Fond Kiss...) (2004) [..] La filmografia la trovate a questo >link< *************************** 1) ZEITGEIST e' un film documentario sottotitolato in italiano. http://video.google.i... parla di: 1) sull'origine delle religioni, in particolar modo sul cristianesimo e di come queste siano sin dai tempi piu' remoti efficenti sistemi di controllo sociale. 2) Le stragi dell'11 settembre, la creazione del nuovo "mito" moderno del terrorismo, la paura come strumento di controllo delle masse. 3) Le attività delle banche centrali e dei grossi finanzieri che controllano i nostri soldi, il nostro futuro, un'elite che promuove guerre e crisi finanziarie, con lo scopo ultimo di creare un governo unico mondiale 2) OIL SMOKE AND MIRRORS: documentario in inglese dove si parla di esaurimento delle scorte di petrolio, e cosa sta implicando e implichera' nello scenario planetario futuro. Sfata molti miti riguardanti il petrolio e le energie alternative. *************************** *************************** Regia di Bernardo Bertolucci 1993 UNA FAVOLA PER CERCARE SE STESSI - Quando il cinema profuma di divino Titoli di coda: una mano distrugge in un attimo l?opera perfetta e straordinaria, frutto di una dedizione totale volta a ricercare eternamente il profondo significato della vita. Questa virtuosa creazione prende il nome di Mandala, dove minuscoli granelli di sabbia colorata vanno a disegnare figure geometriche che si intersecano, alternate ad immagini dal profondo potere allegorico. E la mano è quella di una cultura lontanissima dalla realtà occidentale, distante da quel tipo di cinema che ancora non osava avvicinarsi alle mistiche filosofie orientali, considerate immensamente diverse dall?idea di religione fino ad allora comunemente intesa, un panteismo di altri mondi, dove la naturale bellezza delle cose è l?unico Dio legittimamente riconosciuto, e dove la sofferenza va sconfitta con la forza della semplicità. Con questa stessa arma Bernardo Bertolucci, ormai al termine di un trittico dedicato all?Oriente, ci traghetta nelle vesti di Caronte buono al confine tre due luoghi così dissimili, non tanto definiti nelle carte geopolitiche quanto nel grande libro della storia del genere umano. Levante e ponente si incontrano quando Lama Norbu, dal lontano Buthan, sotto indicazione del discepolo Lama Kenpo Tenzin, si reca a Seattle per conoscere il piccolo Jesse Conrad, ritenuto probabile reincarnazione del defunto maestro Lama Dorje. Nel tempo che il bambino trascorrerà con l?anziano sapiente, tra i due verrà a crearsi una soprannaturale alchimia, dove l?uno saprà regalare all?altro qualcosa di nuovo, di impalpabile e prezioso. Parole e gesti infantili ma allo stesso tempo simbolici quelli di Jesse; pensieri profondi e verità di inestinguibile valore quelli espressi da Lama Norbu. Maestro e discepolo, di nuovo ritrovatisi ? anche se i ruoli paiono essersi ribaltati ? vengono scrutati con particolare curiosità dalla madre di Jesse, Lisa, in cerca anche lei di una sapienza ultraterrena da cui si sente ancora lontana. L?atteggiamento di Dean, il padre del bambino, si rivela molto più ostile: come genitore è convinto di dover proteggere la propria famiglia da questa pacifica irruzione. In realtà le sue paure ed ansie, originate da una improvvisa situazione lavorativa fallimentare, troveranno conforto in questo viaggio spirituale al fianco del figlio. Insieme i due raggiungeranno il Buthan, per conoscere altri due piccoli possibili reincarnati come Jesse. Il Dalai Lama, dopo averli incontrati personalmente, renderà onore a tutti e tre ritenendoli manifestazioni separate di corpo, mente e parola di Lama Dorje. Indubbiamente appagato dal singolare esito della sua ricerca, Norbu si abbandonerà al ciclo della reincarnazione, morendo durante un pacato momento di meditazione. Mentre gli altri due bambini sceglieranno di percorrere le vie dell?insegnamento buddista, Jesse farà ritorno al proprio presente, con nell?animo qualcosa di immensamente prezioso, portando con sé una ciotola che apparteneva a Lama Dorje e che il suo al contempo maestro e discepolo gli ha donato. L?incontro con questa cultura spiritualmente ricca di sfumature straordinarie, alla ricerca dell?assoluto, di una verità su cui fondarsi nell?universale relatività della vita, forse ha recato alla sua persona un valore aggiunto di non poco conto, insegnandogli a non accontentarsi della superficie delle cose, ma ad indagare ogni aspetto della vita, prendendo coscienza di se stesso e dei rapporti che tra lui e il mondo intercorrono. Dentro questa favola contemporanea è tessuta un?altra grande leggenda, quella di Siddhartha Gautama, il Buddha. Questa maestosa figura entra ed esce dalla scena in maniera estremamente elegante, senza imporsi mai al di sopra del racconto, ma semplicemente rivestendone il ruolo di filo conduttore. Sono le pagine di un libro, dono di Lama Norbu a Jesse, che si animano, prendendo vita attraverso i vari protagonisti del film che si alternano nella lettura. È fondamentale parlare di leggenda, di mito, dato che questo è il tono che Bertolucci sceglie nel disvelarci la sua visione del Risvegliato. Una scelta per nulla casuale, intelligente dimostrazione di umiltà. Come Lama Norbu prende per mano Jesse, così il regista accompagna lo spettatore in questo viaggio che è ricerca e mai vero e proprio approdo? come quel mandala che viene pazientemente costruito per poi venir spazzato via quale metafora della transitorietà della vita. Il merito più alto di questa alternanza cosi ben congegnata all?interno della pellicola è da attribuire all?abile lavoro che ancora una volta Vittorio Storaro compie al fianco di un collega di vecchia data. Se il regista dà voce e corpo alla narrazione conferendole una.. *************************** La grande guerra Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. La grande guerra è un film di Mario Monicelli del 1959, interpretato da Alberto Sordi e Vittorio Gassman vincitore del Leone d'Oro al Festival del Cinema di Venezia e della nomination all'Oscar quale miglior pellicola straniera. Prodotto da Dino De Laurentiis, è considerato uno dei capolavori della storia del cinema, ed ottenne un enorme successo anche all'estero. Descrizione Felice connubio di tragedia e commedia, l'opera è un affresco corale, ironico e struggente, della vita di trincea durante la prima guerra mondiale. Le vicissitudini di un gruppo di commilitoni sul fronte italiano nel 1916, sono narrate con un linguaggio neorealista e romantico al tempo stesso, abbinando scansioni tipiche della commedia all'italiana ad una notevole attenzione verso i particolari storici. Le pregevoli scene di massa si accompagnano ad acute caratterizzazioni dei numerosi personaggi, antieroi umani ed impauriti, rassegnati e solidali, accomunati dalla partecipazione forzata ad una catastrofe che li travolgerà. Monicelli e gli sceneggiatori Age & Scarpelli e Vincenzoni raggiungono l'apice artistico della loro carriera combinando, con impareggiabile fluidità di racconto, comicità e toni drammatici, ed aprendo la strada ad un nuovo stile cinematografico nelle vicende di guerra. Memorabile il piano sequenza finale nel quale i due pavidi protagonisti si riscattano con un gesto coraggioso, sacrificandosi l'uno da 'eroe spavaldo' e l'altro da 'eroe vigliacco'. Quest'ultima figura viene qui concepita in maniera assai originale ed interpretata da un ispirato Alberto Sordi (vincitore del Nastro d'Argento come miglior attore protagonista). Aspetti storici La ricostruzione bellica dell'opera è, da un punto di vista storico, uno dei migliori contributi del cinema italiano allo studio del conflitto mondiale. Per la prima volta la sua rappresentazione venne depurata dalla propaganda retorica divulgata durante il fascismo e nel secondo dopoguerra, in cui persisteva il mito di una guerra favolosa ed eroica dell'Italia, e per questo la pellicola ebbe problemi di censura al momento dell'uscita nelle sale. Fino a quel momento infatti i soldati italiani erano stati continuamente ritratti come valorosi disposti ad immolarsi per la patria. Il film denunciò inoltre l'assurdità e la violenza del conflitto, le condizioni di vita miserevoli della gente e dei militari, ma anche i forti legami di amicizia nati nonostante le differenze di estrazione culturale e geografica. La convivenza obbligata di questi regionalismi (e provincialismi), mai venuti a contatto in modo così prolungato, contribuì a formare in parte uno spirito nazionale fino ad allora quasi inesistente, in forte contrasto con i comandi e le istituzioni, percepite come le principali responsabili di quel massacro. Origini 'La grande guerra' nacque da un'idea di Luciano Vincenzoni, influenzato dal racconto 'Due amici' di Guy de Maupassant. Pensato inizialmente per il solo Gassman, fu il produttore Dino De Laurentiis a decidere di introdurre anche un personaggio per Sordi. La sceneggiatura integrava figure e situazioni provenienti da due libri famosi: Un anno sull'Altipiano di Lussu, e 'Con me e con gli alpini' di Jahier. Il giornalista e scrittore Carlo Salsa, che aveva combattuto realmente in quei luoghi, prestò la sua opera di consulente, arricchendo la trama, i dialoghi e lo sfondo, di particolari vividi ed originali. Le scene per la maggior parte vennero girate in provincia di Udine, nei dintorni di Venzone, a Sella Sant'Agnese, nel forte di Palmanova e a Nespoledo di Lestizza dal 25 maggio a metà giugno del 1959. *************************** La grande illusione La grande illusione (La Grande Illusion) è un film francese del 1937 diretto dal regista Jean Renoir. Potete consultare la scheda a questo indirizzo: http://italian.imdb.c... Scheda tratta da: http://www.repubblica... Durante la guerra 1914-18 due aviatori francesi prigionieri, un aristocratico e un proletario, sono inviati in un castello trasformato in campo di concentramento, comandato da un asso dell'aviazione tedesca. Alcuni prigionieri evadono. Un capolavoro di J. Renoir, e dell'umanesimo al cinema. La verità dei fatti, dei personaggi, dell'atmosfera si fa poesia in un accorato messaggio pacifista più che antimilitarista che non trascura le differenze sociali. Scritto da Renoir con Charles Spaak, possiede una generosa ricchezza ideologica che nasce dalla sua ambiguità. Grande galleria di personaggi: P. Fresnay, J. Gabin, E. von Stroheim, M. Dalio. Molte sequenze memorabili tra cui la più famosa è quella dei prigionieri francesi, travestiti da donna che cantano la "Marsigliese". Premiato a Venezia, fu proibito in Italia e Germania. Insieme a La passion de Jeanne d'Arc (1928) di Carl T. Dreyer, è il solo film francese che figura stabilmente nelle classifiche dei "dieci migliori film della storia del cinema". Col medesimo titolo The Great Illusion nel 1910 uscì un libro dell'inglese Norman Angell, amico di Bertrand Russell, che s'interrogava sui vantaggi che i vari paesi europei avrebbero ricavato da una guerra tra loro. *************************** Il cielo sopra Berlino Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. « Il tempo guarirà tutto. Ma che succede se il tempo stesso è una malattia? » (Marion) Il film vinse il premio per la miglior regia al Festival di Cannes del 1987. Il cielo sopra Berlino è un film del 1987 diretto dal regista Tedesco Wim Wenders. Le poesie di Rainer Maria Rilke hanno parzialmente ispirato il film, Wenders ha dichiarato che gli angeli vivono nelle poesie di Rilke. Il regista ha chiesto la collaborazione di Peter Handke per scrivere molti dei dialoghi, e nel film ricorre spesso la poesia Song of Childhood. Il film ha avuto un sequel, Così lontano, così vicino, nel 1993, ed un remake, La città degli angeli, nel 1998. Genesi del Film Il film venne progettato da Wenders dopo il suo ritorno in Germania. Il regista aveva trascorso otto anni negli Stati Uniti e aveva girato quattro film in inglese. Wenders in quel periodo stava preparando anche il film Fino alla fine del mondo ma si era reso conto che non avrebbe potuto iniziare a girare il film per almeno un altro anno e quindi dato che aveva comunque una società di produzione con dei dipendenti da pagare doveva realizzare un film. Decise di realizzare un film veloce e spontaneo, decise di fare un film nella sua lingua nativa, voleva un film che lo riavvicinasse alla sua essenza di tedesco e alla sua infanzia e quindi decise di ambientarlo a Berlino. Wenders tornato a Berlino inizialmente vagò per la città annotando sul suo taccuino ciò che vedeva e lo colpiva. Il regista voleva essere ispirato dalla città e vagando notò che erano presenti molte raffigurazioni di angeli a Berlino. In quel periodo il regista leggeva ogni sera Rainer Maria Rilke e le poesie di Rilke spesso parlano di angeli. Poco alla volta il regista cominciò a prendere seriamente in considerazione l'idea di un film che avesse degli angeli custodi come protagonisti. Parlo dell'idea a Peter Handke, Handke considerò l'idea interessante ma si rifiutò di aiutarlo a scrivere la sceneggiatura. [..] Ambientazione Essendo il film girato a Berlino ovviamente l'ambientazione è di tipo urbana, sebbene il film spazi dai luoghi più urbani e comuni come quelli delle vie commerciali di Berlino a quelli più decadenti della zona di nessuno a ridosso del Muro di Berlino. Un luogo molto importante nel film è la Biblioteca di Stato (Staatsbibliothek). Nella biblioteca gli angeli vivono e le scene girate all'interno del film sono tra le più riuscite, grazie alla splendida architettura di Scharoun, una struttura accogliente, non la classica biblioteca dove si preleva un libro per leggerlo a casa ma un luogo dove si prende un libro e lo si legge. Un luogo deputato all'elevazione degli uomini tramite la cultura e dove gli angeli scrutano i lettori e infondono loro coraggio nei momenti di sconforto. Un luogo con un notevole potere simbolico e la Siegessäule, la statua della Vittoria che è posta sulla Colonna della Vittoria posizionata al centro di una della principali rotatorie della città. Spesso gli angeli siedono sulla statua della Vittoria e dall'alto osservano la vita dei berlinesi. L'ultimo luogo simbolico nel film è il muro di Berlino. Il muro è sempre presente nel film, i Berlinesi ne sono coscienti che quel muro è il simbolo di una città divisa, di una nazione separata e occupata che non ha ancora risolto i suoi problemi con il passato. Il muro e presente direttamente del film o tramite la sua vista o tramite i discorsi dei protagonisti. Significativo è il pensiero di Marion su Berlino: "Io ogni caso non ci si può perdere, alla fine si arriva sempre al Muro". *************************** Soldato Blu Titolo originale: Soldier Blue Regia: Ralph Nelson Anno: 1970 Dal romanzo Arrow in the Sun di Theodore V. Olsen: un soldato federale, scampato a un micidiale attacco dei pellerossa, e una ragazza che ha vissuto con i Cheyenne assistono al massacro di Sand Creek del 1864, compiuto dalle giacche blu, nel quale morirono cinquecento indiani fra cui donne e bambini. Aperto e chiuso con un massacro, è un western violento che denuncia l'inferno violento delle guerre indiane, nascondendo le sue ambizioni di apologo sul Vietnam. E famoso, o famigerato, per la truculenta carneficina conclusiva che non esclude stupri né evirazioni. Le copie in circolazione sono spesso alleggerite dei particolari più raccapriccianti. *************************** La battaglia di Algeri Writers: Gillo Pontecorvo, Franco Solinas Data di uscita: 8 settembre 1966 Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. La battaglia di Algeri è un film diretto dal regista Gillo Pontecorvo. Il film è interamente ambientato nella città di Algeri durante la guerra d'Algeria. Il film racconta la lotta per l'indipendenza dell'Algeria dalla Francia attraverso gli occhi dei due protagonisti, il ribelle algerino Ali La Pointe e il colonnello francese Mathieu. Interessante la dinamica incrociata dei personaggi, per la quale il francese, inizialmente portatore di valori quali garantismo e razionalità, finisce col ricorrere sistematicamente alla tortura come strumento di intelligence, mentre l'algerino si eleva da criminale da strada a martire della lotta di liberazione nazionale condotta dall'FLN. In virtù dei buoni rapporti instauratisi (anche in chiave petrolifera) tra i governi di Italia e Algeria all'indomani dell'indipendenza dell'Algeria, il regista ha realizzato il film con il sostegno del governo locale. Ne consegue che tutte le riprese hanno potuto avere luogo ad Algeri. *************************** Il grande dittatore Regista: Charles Chaplin Sceneggiatore: Charles Chaplin Data di uscita: 9 ottobre 1946 (Italy) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. Il grande dittatore è un film diretto, prodotto e interpretato da Charlie Chaplin. La sua prima edizione risale al 15 ottobre del 1940, nel pieno della seconda guerra mondiale. Rappresenta una forte satira del fascismo e prende di mira direttamente Adolf Hitler e il movimento nazista tedesco. Il grande dittatore, per alcune sue peculiarità, è considerato un evento straordinario. La genesi del film Intanto è il primo film sonoro di Chaplin poiché ormai da un decennio la tecnica del muto era stata soppiantata dal parlato. Tuttavia il personaggio del vagabondo Charlot non necessitava di audio, essendo la pantomima il suo linguaggio universalmente compreso e riconosciuto. Ne consegue che Il grande dittatore segna la morte del vagabondo, l?ultima sua apparizione. La sua anima poetica, angelica, ingenua, benché tenace, non ha più posto in un mondo oppresso dalle macchine, dal materialismo e, nel frangente, dall?odio demoniaco. Il secondo straordinario aspetto è rappresentato dalla sfida coraggiosa lanciata dal film, e da uno dei pochi uomini liberi dell?epoca, al più straordinario, folle e terrificante protagonista degli avvenimenti ad esso contemporanei: Hitler, il coetaneo di Chaplin (quattro giorni dividono anagraficamente la nascita dei due) che stava trascinando il mondo verso il periodo più nero e doloroso della storia del secolo. La grande somiglianza fisica tra i due uomini, Chaplin e Hitler, consentì al primo di imbastire una satira grottesca del secondo (qualcuno sostenne che Hitler copiò i baffetti di Charlot per richiamarne la simpatia), o almeno questo fu l?input iniziale, unitamente al desiderio di esprimere il proprio disappunto per la piega che stavano prendendo gli avvenimenti, presagendo un futuro doloroso per l?umanità, senza mai immaginare fino in fondo la portata dell'agghiacciante follia hitleriana che presto avrebbe sconvolto il mondo. Dopo la fine della seconda guerra mondiale Chaplin ebbe a dire che se all?epoca della lavorazione del film avesse conosciuto la realtà del nazismo e le atrocità dell?olocausto, probabilmente non se la sarebbe sentita di realizzare un film che si prendesse gioco di quei criminali. La parodia dunque ispirò fin dall?inizio il film, che è straordinariamente comico, per noi spettatori contemporanei ai quali è stata risparmiata la tragica esperienza della guerra e la sua distruzione. L'imitazione risulta perfetta, nei toni e negli atteggiamenti, nel discorso alla folla tenuto dal führer Adenoid Hynkel, discorso completamente improvvisato e girato in un'unica scena. Come rimane fissata indelebilmente nella storia del cinema la scena deliziosa e intensa nella quale il dittatore danza con il mappamondo sulla musica del preludio del Lohengrin di Richard Wagner. La verità era anche che Chaplin si immedesimava completamente nei suoi personaggi, egli "era" coloro che interpretava e dunque ne subiva psicologicamente la caratterizzazione, nel caso specifico malvagia. A detta dei suoi collaboratori, quando Chaplin indossava il costume di Hynkel, anche il suo modo di rapportarsi con loro cambiava ed assumeva sfumature aggressive e prepotenti. La parodia, però, era destinata ad avere anche un'impronta politica. Anzi, fu proprio l?introduzione della tecnica del sonoro a consentire a Chaplin di trasmettere al mondo il suo pensiero e l?inequivocabile presa di posizione contro la follia nazista, affidando al discorso finale del barbiere ebreo l?utopia anarchica della liberazione dell?uomo da ogni forma di sudditanza e sfruttamento e dunque la speranza in un mondo migliore, che sarà però smentita dal precipitare degli eventi successivi. Questa presa di posizione parve ad un certo punto pregiudicare l?esito della lavorazione del film allorché alcune frange della società americana di tendenza filo-nazista, in un periodo in cui anche la politica americana era improntata al non interventismo e alla preservazione della non belligeranza con la Germania, gli fecero pervenire poco velati messaggi di disapprovazione e suggerimenti a soprassedere. La stessa scelta del luogo di presentazione della pellicola al pubblico fu oggetto di ponderata scelta. Si puntó su New York, meno influenzata dal clima fascistizzante con cui anche l?America doveva fare i conti. La realizzazione del film fu accompagnata dallo sfiorire del rapporto sentimentale tra Chaplin e Paulette Goddard, splendida protagonista nonché sua terza moglie, in procinto di chiedere il divorzio. Durante la lavorazione, nel dicembre del 1939, Chaplin fu anche raggiunto dalla comunicazione della morte improvvisa dell?amato Douglas Fairbanks, che soltanto un mese prima gli aveva fatto visita sul set. Egli ne fu sconvolto e la perdita del "solo vero amico che abbia mai avuto", come ebbe a dire Chaplin stesso, rimarrà una ferità mai rimarginata. Il film venne censurato in Italia, in particolare venne eliminata una scena che raffigurava Hynkel e la moglie di Napoloni alle prese in una goffa danza insieme. La versione integrale de Il grande dittatore è stata distribuita nelle sale italiane solo nel 2002. *************************** La notte delle matite spezzate La Noche de los lapices - La notte delle matite spezzate Anno: Argentina - 1988 Regista: Hector Olivera; Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. Viene definita Notte delle matite spezzate una serie di sequestri, sparizioni e torture alle quali furono sottoposti giovani studenti in Argentina, a cominciare dal 16 settembre 1976, durante il periodo della dittatura, conosciuta anche come Processo di Riorganizzazione Nazionale. Le vittime erano per lo più militanti o ex militanti della Unión Estudiantil Secundaria (UES) a La Plata, e molti di loro avevano in precedenza partecipato alle proteste per la prevista abolizione del Boleto Escolar Secundario (BES), un tesserino che consentiva agli studenti liceali prezzi ragionevoli sui libri e sull'uso dei mezzi pubblici. La testimonianza di Pablo Díaz, uno dei sopravvissuti, allora appartenente all'organizzazione giovanile rivoluzionaria Gioventù guevarista, è stata fondamentale ai fini della ricostruzione e della denuncia dei fatti avvenuti. * 1 I sequestrati * 2 Il ricordo, nella cultura popolare * 3 Bibliografia * 4 Collegamenti esterni I sequestrati I sequestrati furono: * Claudio de Acha (17 anni): sequestrato il 16 settembre in casa di Horacio Ungaro. * Gustavo Calotti (18 anni, sopravvissuto): nonostante fosse sequestrato l' 8 settembre, si considera un sopravvissuto, dato che molti dei sequestrati erano suoi ex compagni di liceo e passò insieme a loro molti mesi di prigionia e tortura clandestina. * María Clara Ciocchini (18 anni): sequestrata il 16 settembre insieme a María Claudia Falcone. * Pablo Díaz (18 anni sopravvissuto): sequestrato il 21 settembre. * María Claudia Falcone (16 anni): sequestrata il 16 settembre nella casa della nonna paterna, insieme a María Clara Ciocchini che viveva lì vicino. * Francisco López Muntaner (16 anni): sequestrato il 16 settembre. * Patricia Miranda (17 anni, sopravvissuta): sequestrata il 17 settembre. * Emilce Moler (17 anni, sopravvissuta): sequestrata il 17 settembre. * Daniel A. Racero (18 anni): sequestrato il 16 settembre. * Horacio Ungaro (17 anni): sequestrato il 16 settembre. Secondo la CONADEP (Commissione Nazionale sui Desaparecidos), la polizia di Buenos Aires aveva organizzato un'operazione punitiva per quelli che avevano partecipato alla campagna di protesta per il boleto estudiantil, considerata dalle forze armate come "sovversione", motivo per il quale "gli adolescenti sequestrati avrebbero dovuto essere eliminati dopo aver fatto loro soffrire pene indicibili in diversi centri di detenzione clandestini, come quelli di Arana, Pozo de Banfield, Pozo de Quilmes, la Centrale di Polizia della Provincia di Buenos Aires, il 5°, 8° e 9° commissariato di La Plata ed il 3° di Valentín Alsina, Lanús e il Poligono di tiro della Sede Centrale della Provincia di Buenos Aires". Il ricordo, nella cultura popolare * I fatti sono stati rappresentati in un film uscito nel 1988 e intitolato 'La notte delle matite spezzate del regista Hector Oliveira. * Il cantautore Rogelio Botanz ha composto una canzone ispirata dalla testimonianza di Pablo Diaz, intitolata "La notte delle matite spezzate". Bibliografia * Seoane, María e Hector Ruíz Nuñez: La Noche de los Lápices. Buenos Aires: Sudamericana, 2003. * Comisión Nacional sobre la Desaparición de Personas (CONADEP): Nunca más. Buenos Aires: Eudeba, 1984. *************************** Il cacciatore [Scheda da MyMovies.it] http://www.mymovies.i... (The Deer Hunter) Un film di Michael Cimino. Con Christopher Walken, John Savage, Robert De Niro, Meryl Streep, John Cazale, George Dzundza, Chuck Aspegren, Shirley Stoler, Rutanya Alda, Pierre Segui, Mady Kaplan, Amy Wright, Mary Ann Haenel, Richard Kuss, Joe Grifasi. Genere Drammatico, colore 183 minuti. Produzione USA 1978. Tre giovani amici di origine ucraina, operai in un'acciaieria di Clairton (Pennsylvania), partono per il Vietnam dopo aver festeggiato il matrimonio (rito ortodosso) di uno di loro. Catturati dai Vietcong, subiscono la tortura della roulette russa, ma riescono a fuggire. Mike (R. De Niro) rimpatria, carico di medaglie; Steven (J. Savane) perde le gambe e Nick (C. Walken) trova a Saigon la morte che aveva cercato con accanimento. All'inferno e ritorno. Il Vietnam occupa la parte centrale e un breve capitolo (enfatico) verso la fine, in cadenze di un'apocalisse allucinata, di un carnevale di morte. Film di taglio espressionista che alterna tempi dilatati (il matrimonio all'inizio, il finale col canto di ?God Bless America?) a scorci fulminei. Gli imperativi etici sostituiscono l'analisi storica e i riti sociali s'impregnano di sacro. Due metafore come perni: la caccia al cervo (un solo colpo) e la roulette russa. 5 Oscar: film, regia, C. Walken attore non protagonista, montaggio, suono. 2° film di Cimino, 1° ruolo importante per M. Streep. *************************** Mississippi Burning - Le radici dell'odio Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. Mississippi Burning - Le radici dell'odio è un film drammatico e di denuncia statunitense, di Alan Parker del 1988 Nel giugno del 1964 tre giovani attivisti per i diritti civili (due ebrei ed un afroamericano), scompaiono misteriosamente in quel di Jessup (Mississippi). L' FBI di J. Edgar Hoover invia 2 suoi uomini sul posto per fare chiarezza sulla questione. [Scheda da MyMovies.it: http://www.mymovies.i... ] Mississippi, 1964. In una piccola cittadina a dieci miglia da Memphis (Jessub), tre attivisti per i diritti sociali dei neri vengono brutalmente uccisi. Gli agenti dell?Fbi Anderson e Ward decidono di investigare sulla loro scomparsa. Nel corso delle indagini, tuttavia, devono fare i conti con la polizia locale, responsabile dell?accaduto e legata segretamente al Ku Klux Klan. Malgrado gli sforzi per ottenere giustizia, i due assistono a un crescendo di odio e violenza nei confronti della comunità di colore del posto. Alan Parker, dopo Angel Heart, ritorna nel sud degli Stati Uniti per rievocare, stavolta, una drammatica storia che parla di libertà e integrazione. Tratta da fatti realmente accaduti, modificati in alcune dinamiche ma non nella loro decisiva sostanza, la pellicola denuncia, con grande intensità, l?insofferenza culturale e l?emarginazione sociale che pesavano sulla gente di colore (ma non solo) nel 1964, nello stato del Mississippi. In nome di una democrazia anglosassone e di un certo ?standard? americano (o meglio: in nome di una supremazia e di un integralismo estremi), la minoranza nera non poteva votare, e incarnava diffusamente un problema da risolvere in qualsiasi modo. Merito del film, è quello di provare a fornire allo spettatore una visione ampia e obiettiva sui motivi dell?odio, facendo parlare le persone, oltre che le immagini. Nonostante le fiamme, destinate ad aumentare fin dall?incipit, divampino furiosamente. Come nella scena dell?impiccagione, quando un uomo di colore viene appeso a un albero mentre la sua casa brucia alle spalle. E una voce extradiegetica intona una preghiera triste e piena di rabbia. *************************** Arancia meccanica Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. Collabora a Wikiquote « Eccomi là. Cioè Alex e i miei tre drughi. Cioè Pete, Georgie e Dim. Ed eravamo seduti nel Korova Milkbar, arrovellandoci il gulliver per sapere cosa fare della serata. Il Korova Milkbar vende latte+, cioè diciamo latte rinforzato con qualche droguccia mescalina, che è quel che stavamo bevendo. È roba che ti fa robusto, e disposto all'esercizio dell'amata ultraviolenza. » (Alex - nella famosa sequenza iniziale) Arancia meccanica (A Clockwork Orange, 1971) è uno dei film più noti del regista statunitense Stanley Kubrick. Tratto dall'omonimo romanzo distopico (che potrebbe tradursi letteralmente Un'arancia ad orologeria) scritto da Anthony Burgess nel 1962, prefigura - appoggiandosi ad uno stile fantascientifico - una società votata ad una esasperata violenza (giovanile, ma non solo) e ad un condizionamento del pensiero. Quando fu distribuita sul circuito cinematografico, all'inizio degli anni Settanta, la pellicola destò scalpore (con una schiera di ammiratori pronti a gridare al capolavoro ma anche con una forte corrente di parere contrario) per il taglio originale e visionario adottato nella narrazione, che faceva ricorso in maniera iperrealistica, ma anche senza indugi speculativi, a scene di violenza. Forte di 4 nomination agli Oscar del 1972 come miglior film, miglior regia, miglior sceneggiatura non originale e miglior montaggio, presentato lo stesso anno alla Mostra di Venezia, Arancia meccanica è rimasto nella storia del cinema - oltre che come fonte di citazioni letterarie e iconografiche - anche grazie al contributo, nella parte non originale, della colonna sonora che recuperava fra le altre - accentuando la chiave visionaria e leggermente onirica del film - musiche classiche molto conosciute di Rossini e Beethoven. Colonna sonora [modifica] * Il film utilizza musiche classiche molto conosciute di Rossini e Beethoven; di Rossini è utilizzata l'ouverture dal Guglielmo Tell e le note della sua famosa opera La gazza ladra, di Beethoven il secondo movimento e - quale leitmotiv del film destinato a rimanere celeberrimo - il quarto movimento - Inno alla gioia - dalla Nona sinfonia. * In un intervista televisiva Malcolm McDowell raccontò che l'utilizzo della canzone Singin' in the Rain nel film fu del tutto causale. Durante le riprese della scena del pestaggio e dello stupro a casa dello scrittore, Kubrick, non riuscendo a girare la scena in maniera convincente, chiese a McDowell di provare a cantare e ballare. McDowell improvvisò "Singin' in the Rain"; Kubrick ne rimase così entusiasta che dopo solo tre ore aveva già acquistato i diritti della canzone. Censura. Il film in Italia Se al giorno d'oggi le violenze di Arancia meccanica possono dirsi poca cosa in confronto a quanto mostrato da cinema e televisione, all'inizio degli anni '70 erano un sicuro pugno nello stomaco. Nonostante Kubrick intendesse condannare la violenza invece di fomentarla, lettere minatorie dalla Gran Bretagna arrivarono a Kubrick e alla sua famiglia, tanto da indurre il regista a chiedere e ottenere dalla Warner Bros il ritiro della pellicola dalle sale locali. Nella maggior parte dei Paesi del mondo (Italia compresa) il film fu vietato ai minori di 18 anni e divenne uno dei bersagli preferiti della censura e del perbenismo popolare. Anche in Italia il film divise, e il provvedimento di divieto ai minorenni durò fino al 1998, quando una sentenza del Consiglio di Stato lo abbassò ai minori di 14 rendendolo così il film utilizzabile anche al piccolo schermo. Ma per nove anni, né RAI né Mediaset si mostrarono interessate a sfatare quello che da un quarto di secolo era considerato "tabù televisivo": a parte un unico passaggio (1999) nella TV a pagamento (Tele+), Arancia meccanica rimase invenduto fino a quando Telecom Italia Media non ne acquisì i diritti per poi trasmetterlo finalmente in chiaro su La7. Il 25 settembre 2007, preceduto dal documentario La meccanica dell'arancia condotto dal regista Alex Infascelli, il film ruppe questo tabù dopo le ore 22,30 (come previsto per le pellicole vietate ai minori di 14 anni), 35 anni dopo la sua uscita cinematografica. *************************** Il popolo migratore (Scheda a cura di http://filmup.leonard... ) Titolo originale: Le Peuple migrateur Nazione: Francia/Italia/Germania/Spagna/Svizzera Anno: 2001 Genere: Documentario Durata: 92' Regia: Jacques Perrin Sito ufficiale: www.peuplemigrateur.com Cast: Produzione: Bac Films, Centre National de la Cinématographie, Eyescreen S.r.l. Distribuzione: Lucky Red Uscita prevista: 15 Novembre 2002 (cinema) Trama: Spiccherete il volo e vivrete la più incredibile e spettacolare delle avventure, attraverso un mondo celeste dominato da correnti d'aria sulle quali galleggiare e venire trasportati seguendo il mutare delle stagioni. Diverrete parte del Popolo Migratore, libero e senza confini, e scoprirete il vostro pianeta come non l'avete mai immaginato né visto prima. *************************** Microcosmos - Il popolo dell'erba Un film di Marie Perennou, Claude Nuridsany. Con Kristin Scott Thomas. Genere Documentario, colore 76 minuti. - Produzione USA 1996. (Recensione tratta da mymovies.it: http://www.mymovies.i... ) Soggiorno in un pianeta sconosciuto, un prato, una giungla d'erba dove, ora meravigliosa e ora feroce, pulsa la vita dei suoi abitanti: formiche, lumache, coccinelle, api, bruchi, ragni, scarabei, cavallette, farfalle. Gli insetti non sono filmati soltanto nei momenti dei conflitti e degli accoppiamenti (i più facili da registrare), ma anche nei comportamenti e spostamenti più normali. L'antropomorfismo alla Disney non è completamente messo al bando. C'è nella misura giusta, tanto per ricordare che anche l'uomo è una specie animale. Tolte poche parole iniziali, tutto è affidato alle immagini, ai rumori (qua e là stereofonicamente troppo accentuati), alla musica di Bruno Coulais. Girato per tre belle stagioni nella zona dell'Aveyron (Auvergne) dai due registi-entomologhi con una cinepresa speciale telecomandata, fornita di un dispositivo speciale che permette una messa a fuoco mobile con una precisione al millimetro. Risultati spesso straordinari: le riprese sull'infinitamente piccolo aprono le porte su un mondo surreale e fantastico. *************************** Una scomoda verità Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. Una scomoda verità (An Inconvenient Truth) è un film-documentario diretto da Davis Guggenheim, riguardante il problema mondiale del riscaldamento globale, e avente protagonista il precedente vicepresidente degli Stati Uniti, Al Gore. Si basa in larga parte su una presentazione multimediale che Gore crea e sviluppa durante molti anni come parte della sua campagna di informazione sui cambiamenti climatici. Il film fu presentato per la prima volta al Sundance Film Festival del 2006 e proiettato a New York e Los Angeles il 24 maggio dello stesso anno. Ha vinto il premio Oscar 2007 come miglior documentario e per la migliore canzone originale. Sia Gore che la Paramount Classics, distributrice del film, si sono impegnati a continuare in futuro la realizzazione e la diffusione di altri documentari per la campagna di sensibilizzazione sul riscaldamento globale. Il film è uscito in DVD per la Paramount Home Entertainment il 21 novembre 2006 negli Stati Uniti e il 17 Maggio 2007 in Italia. Tematiche Film-documentario, An Inconvenient Truth passa in rassegna i dati e le previsioni degli scienziati sui cambiamenti climatici, inframezzato da eventi della vita personale di Gore. Attraverso una presentazione diffusa in tutto il mondo, Gore riesamina la posizione degli scienziati, discute le implicazioni politiche ed economiche della catastrofe, e illustra le probabili conseguenze del riscaldamento del pianeta se non si interverrà immediatamente e a livello globale per ridurre le emissioni di gas serra. Il film integra scene in cui vengono confutate le tesi di coloro che sostengono che il riscaldamento globale sia una falsa minaccia. Per esempio, Gore discute dei rischi che comporterebbe lo scioglimento dei ghiacci Antartici e della Groenlandia, come l'innalzamento delle acque oceaniche di circa 6 metri, che costringerebbe oltre 100 milioni di persone ad abbandonare la propria terra. I ghiacci sciolti della Groenlandia, a causa della loro minore salinità, potrebbero interrompere la Corrente del Golfo e scatenare un drammatico calo delle temperature in tutto il nord Europa. Nell'impegno a spiegare il fenomeno del riscaldamento globale, il film mostra le variazioni di temperatura e dei livelli di CO2 nell'atmosfera negli ultimi 600.000 anni. L'Uragano Katrina viene preso come esempio di ciò a cui stiamo andando incontro se la società continuerà di questo passo. Al Gore suggerisce che lo sviluppo economico possa conseguire solo dal benessere della popolazione, mostrando ad esempio il cattivo andamento di General Motors rispetto a Toyota in relazione al diverso atteggiamento dei corrispondenti paesi verso il protocollo di Kyōto. Viene menzionata anche l'esplosione demografica e la conseguente scarsità di risorse pro capite. Il documentario si conclude con Gore che osserva come gli effetti tragici del riscaldamento globale possano essere scongiurati attraverso una cooperazione a livello globale, e una serie di comportamenti dei singoli individui, per ridurre le emissioni di anidride carbonica nell'atmosfera. Gore invita anche tutti gli spettatori del documentario ad agire, con una serie di abitudini che possono aiutare a combattere il problema. *************************** TRAMA Prot, un tipo inoffensivo, viene trattenuto nella Grand Central Station in seguito ad un'aggressione per rapina; dopo aver dichiarato di venire dal lontano pianeta K-Pax, Prot viene consegnato al dr. Mark Powell, uno psichiatra di grande esperienza. Prot viene ricoverato in un ospedale dove i suoi racconti di un mondo lontano suscitano grande stupore tra i pazienti che incredibilmente migliorano. Chi invece è sempre più in crisi è il dottor Powell che non riesce a trovare un modo per riuscire a distinguere se quella di Prot sia in qualche modo la verità. Prot prima della fine dell'estate dovrà tornare sul suo pianeta. *************************** Fahrenheit 451 Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. Fahrenheit 451 è il quinto lungometraggio diretto dal regista francese François Truffaut, tratto dall'omonimo romanzo di Ray Bradbury. Girato dal 12 gennaio al 22 aprile 1966 nei Pinewood Studios e nei dintorni di Londra, fu proiettato in pubblico per la prima volta il 16 settembre 1966. Per la prima volta Truffaut si cimenta col colore e con una produzione straniera che gli garantisce un budget elevato. Il risultato è un film destinato al mercato internazionale, distribuito dalla Universal, forse meno personale dei precedenti ma da cui traspare l'interesse del regista per il cinema di Alfred Hitchcock, rimarcato dalla presenza della musica di Bernard Herrmann. Film predittivo, al pari di 1984, di fantapolitiche svolte della società futura, sottolinea lo strapotere mediatico assunto dal mezzo televisivo. In tutta la vicenda l'onnipresente schermo casalingo costringe la popolazione ad una ebete sudditanza nei confronti del potere. I libri, sovversivi per definizione, a meno che non siano come da normativa, non stampati, costituiscono una possibile via di fuga verso nuovi orizzonti. Differenze tra il romanzo e il film Il film segue abbastanza fedelmente l'omonimo romanzo di Bradbury. La sceneggiatura è in massima parte la trasposizione dei dialoghi del libro. L'adattamento cinematografico ha però indotto dei cambiamenti; in primo luogo, scompare nel film il personaggio di Faber, l'anziano professore che aiuta Montag a ribellarsi. Questo personaggio viene sostituito dalla figura di Clarisse, che nel film acquista un rilievo maggiore rispetto al libro. Clarisse, infatti, nel romanzo compare solo all'inizio e poi viene data per morta (ma di questo non si ha la certezza), è minorenne (dichiara di avere 17 anni). Nel film, invece, Clarisse diventa maggiorenne (dichiara 20 anni), ed è una professoressa; inoltre nel film è accentuata l'attrazione tra lei e Montag, anche se i due non vivono, per quanto si veda, una storia d'amore vera e propria. In secondo luogo, mancano nel film, per esigenze di sintesi, alcune peripezie relative alla fuga di Montag braccato dalla polizia, di certo irrilevanti dal punto di vista della comprensione della storia, ma che nel libro, aggiungono "suspense" al racconto. Il finale, poi, è totalmente diverso. Nel film, Montag e Clarisse si ritrovano finalmente nella città degli uomini-libro, dove ci sono uomini che imparano a memoria i libri per trasmetterli alle generazioni future, e dove probabilmente, si presume, essi vivranno una storia d'amore. Nel libro, come già detto, Clarisse compare solo all'inizio. Montag scappa dalla città e raggiunge gli uomini-libro presso la ferrovia abbandonata, dalla quale vede di un fatto sconvolgente: il bombardamento atomico della città. Montag si mette poi in cammino con gli altri in direzione della città distrutta. Un'altra importante differenza si nota rispetto al libro: sparendo tutta la parte relativa alla guerra, scompare anche il discorso finale tra il protagonista e il ribelle Granger, che contiene quello che è considerato da alcuni il passo fondamentale del libro, in cui il suddetto ribelle dice a Montag "Incontreremo un gran quantità di persone sole e sofferenti nei prossimi giorni, nei mesi e negli anni a venire. E quando ci domanderanno che cosa stiamo facendo, tu potrai rispondere loro: Noi ricordiamo. Ecco dove alla lunga avremo vinto noi." Senza questo passo (la frase "noi ricordiamo" era addirittura in corsivo originalmente?) l'intero significato dell'opera può apparire stravolto: nel film gli uomini-libro possono apparire come dei poveri pazzi, destinati a scomparire col tempo, nel libro, invece, come sottolinea Granger, non potranno che risultare vincitori, sebbene dopo numerose sofferenze.