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100 FILM PER NON DIMENTICARE Accadde in aprile REGIA Raoul

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100 FILM PER NON DIMENTICARE Accadde in aprile REGIA Raoul
100 FILM PER NON DIMENTICARE
Accadde in aprile
REGIA Raoul Peck - SCENEGGIATURA Raoul Peck
Genocidio ruandese del 1994 - Un film da vedere
>Sul genocidio ruandese<
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Un'arida stagione bianca (A Dry White Season)
1989 Usa - Regia: Euzhan Palcy
Sudafrica, apartheid
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The Corporation
The Corporation è un documentario canadese del 2003, diretto da Mark Achbar e Jennifer Abbott e tratto
dall'omonimo libro di Joel Bakan (pubblicato da Fandango Libri). È stato distribuito in Italia dalla
Fandango distribuzione ed è commercializzato anche da Feltrinelli, nella collana Real Cinema.
Il documentario analizza il potere che hanno le multinazionali (quelle che in America vengono chiamate
corporations) nell'economia mondiale, dei loro profitti e dei danni che creano.
The Corporation su Wikipedia
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Bowling a Columbine
(Da Wikipedia)
Bowling a Columbine è un film documentario del 2002 diretto da Michael Moore vincitore del premio
Oscar 2003 come miglior documentario.
Il Film è dedicato al tema dell'uso delle armi in America, facendo riferimento alle stragi nelle scuole
americane, in particolare al massacro della Columbine High School, vicino a Denver e Littleton, nel
Colorado, nella quale due ragazzi armati di fucile, dopo una partita di bowling, entrarono nella loro scuola
e si uccisero dopo aver tenuto in ostaggio per ore la scuola facendo fuoco verso i loro stessi compagni.
Si tratta di un documentario girato con una buona dose di coraggio e desiderio di approfondimento di un
tema a vasta eco sociale, che ha portato l'autore in giro per il paese, fino al notevole finale - sotto l'aspetto
documentaristico - con l'intervista all'ex-attore Charlton Heston, presidente della National Rifle
Association (letteralmente Associazione Nazionale dei Fucili in inglese).
Spostatosi in Canada per approfondire il tema dell'uso delle armi, Moore giunge alla conclusione che non
è l'arma in sé a creare il crimine, ma la paura del crimine stesso che negli Stati Uniti, attraverso i suoi
mezzi d'informazione e l'uso politico delle differenze sociali, porta chiunque a diffidare del prossimo,
trascinando questi contrasti a forme di difesa personale eccessiva.
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Roger e io
1989 - Roger e io (Roger & Me)
(da Wikipedia)
Il documentario Roger e io, il primo girato da Michael Moore, narra della crisi della General Motors e
della chiusura di una fabbrica di automobili a Flint, città natale del regista, nello stato americano del
Michigan. Il Roger del titolo, infatti, è Roger B. Smith, ex AD dell'azienda automobilistica statunitense.
Il regista mostra nel documentario l'impossibilità di avere un colloquio con Smith, ritenuto il responsabile
del licenziamento di 30.000 lavoratori. Moore usa il pretesto di questa intervista impossibile per
raccontare le storie degli operai, delle famiglie e della miseria nella sua città. Ovviamente il regista,
ancora semi-sconosciuto, non riuscirà a parlare con Roger, ma riuscirà con efficacia a raccontare le
disastrose conseguenze della chiusura dello stabilimento sulla sua città e la sua gente.
Con questo disarmante documentario, pieno di satira, Moore racconta un'America nascosta ai più, quella
in cui i presidenti delle grandi corporation, gli stessi che appaiono in televisione sempre sorridenti e
affabili, non mantengono affatto le loro promesse e continuano a fare affari e ad arricchirsi noncuranti
delle conseguenze delle loro azioni sui propri dipendenti.
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Fahrenheit 9/11
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Fahrenheit 9/11 è un film-documentario del 2004 diretto dal regista statunitense Michael Moore. A causa
delle critiche espresse contro l'amministrazione del presidente statunitense George W. Bush il film suscitò
molte polemiche e opinioni contrastanti alla sua uscita.
Il film verte sui legami segreti tra la famiglia del presidente degli Stati Uniti George W. Bush e la
famiglia Bin Laden, ponendo l'accento su quelle che, a detta del film, sono state strumentalizzazioni
politiche degli attentati dell'11 settembre 2001, con le seguenti campagne militari americane in
Afghanistan ed Iraq.
Ha rischiato fino all'ultimo di non essere proiettato negli Stati Uniti, in quanto la Walt Disney Company,
produttrice del film, si è pentita e ne ha bloccato la distribuzione, subendo numerose e pesanti critiche,
soprattutto a fronte della vittoria della Palma d'Oro al Festival di Cannes 2004. Successivamente il film,
che nel frattempo ha trovato distributori in tutto il mondo (gli USA sono stati il penultimo paese, prima
solo dell'Albania), è stato acquistato dalla Miramax per sei milioni di dollari. Dopo l'iniziativa della casa
di Harvey e Robert Weinstein, il film è stato distribuito negli USA da un gruppo di case di distribuzione,
battezzato da Moore (con un chiaro riferimento a Bush e l'Iraq) la "coalizione dei volenterosi": si tratta,
oltre alla Miramax, della Lions Gate e dell'IFC Films. Successivamente il documentario è diventato un
successo strepitoso al botteghino battendo ogni record nel 2004.
Il titolo e lo slogan di lancio si rifanno al romanzo Fahrenheit 451 di Ray Bradbury.
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Zelig
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
« Ho 12 anni. Vado alla sinagoga. Chiedo al rabbino qual è il significato della vita. Lui mi dice qual è il
significato della vita. Ma me lo dice in ebraico. Io non lo capisco, l'ebraico. Lui chiede 600 dollari per
darmi lezioni di ebraico. »
(Leonard Zelig/Woody Allen)
Zelig è un film di Woody Allen, uscito nel 1984.
La pellicola è una tragi-comica parodia idiosincratica di un documentario degli anni venti-trenta.
È considerato uno dei maggiori esempi di trasformismo nell'àmbito dello spettacolo.
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La dignità degli ultimi
Un film di Fernando Ezequiel Solanas. Produzione Argentina 2005.
(da Mymovies: http://www.mymovies.i... )
La dignidad de los nadies offre un nuovo capitolo della storia dell'Argentina, iniziata da Solanas, con
Memoria del saqueo (2004). Il film inizia proprio dove il precedente documentario si era fermato: la
rivolta del dicembre del 2001 con le conseguenti dimissioni del presidente De La Rua. Il filmaker
argentino, con questa nuova opera, mostra le conseguenze della rivolta, dal nuovo governo Kirchner fino
ad arrivare ai giorni d'oggi, con uno sguardo sulle recenti realtà di autogestione. Sono racconti di
solidarietá, piccole epopee narrate dai suoi protagonisti, eroi anonimi con proposte collettive, che sono
riusciti a vincere l'impunitá e l'abbandono sociale, ricostruendo la speranza.
Solanas, con La dignità degli ultimi, abbandona lo stile ferocemente e sardonicamente ironico delle sue
opere cinematografiche, per mostrare al pubblico un'altra faccia triste dell'America. Un ritratto
consapevole ma lucido, drammatico ma mai didascalico.
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Ogro
Regia di Gillo Pontecorvo - 1979
VINCITORE DI 1 PREMIO DAVID DI DONATELLO: Miglior regia
Interpreti: Gian Maria Volontè, Eusebio Poncela, Angela Molina, Saverio Marconi, Jose' Sacristan
Francia, italia, Spagna 1979
Nei primi mesi del 1973 l'E.T.A. progetta il sequestro dell'ammiraglio Luis Carrero Blanco, "delfino" del
caudillo Francisco Franco, in cambio del quale verrà chiesta la liberazione di 150 detenuti politici. Ma
quando Franco nomina Blanco presidente del consiglio, l'E.T.A. decide che l'ammiraglio deve essere
ucciso.
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Ieri, oggi, domani
(1963)
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Ieri, oggi, domani è un film del 1963, diretto dal regista Vittorio De Sica, vincitore dell'Oscar al miglior
film straniero nel 1965.
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Schindler's List
Regia di Steven Spielberg - 1993
vincitore 7 premi Oscar
Per non dimenticare....
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Metropolis
Regia Fritz Lang 1927
La realtà sta per superare la fantasia...
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Il caso Mattei
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Il caso Mattei è un film di Francesco Rosi del 1972, dedicato alla figura di Enrico Mattei, presidente
dell'Eni, scomparso tragicamente in un incidente aereo dieci anni prima.
L'aereo di Enrico Mattei precipita il 27 ottobre 1962, nella campagna di Bascapè, presso Pavia, al ritorno
da un viaggio in Sicilia, in circostanze mai del tutto chiarite.
Il film rievoca il periodo della vita di Mattei trascorso alla guida dell'Agip e dell'Eni.
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Il muro di gomma
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Il muro di gomma è un film sulla Strage di Ustica uscito nel 1991 diretto dal regista Marco Risi. Il film,
nei suoi 118 minuti, racconta la storia di Rocco, un giornalista del Corriere della Sera che seguì per dieci
anni l'evoluzione delle indagini sull'incidente che vide coinvolto il volo civile IH870 della compagnia
Itavia, nel quale morirono 81 persone. Risi non propone la soluzione al mistero italiano, non svela il nome
dei responsabili della tragedia. Propone invece con drammatico realismo il bisogno di verità che tutti noi
abbiamo.
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Le mani sulla città
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
E' un film del 1963 diretto da Francesco Rosi.
Film di impegno civile, è una spietata denuncia della corruzione e della speculazione edilizia dell'Italia
degli anni sessanta[1].
La didascalia del film dice: «I personaggi e i fatti sono immaginari, ma autentica è la realtà che li
produce». Rod Steiger torna in parte su di un suo personaggio di qualche anno prima, essendo stato il
protagonista di uno dei film più belli dedicati da Hollywood alla criminalità organizzata, interpretando
magistralmente il ruolo di Al Capone.
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Il giorno della civetta
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
In inglese anche conosciuto come The Day of the Owl è un film italiano del 1968 che tratta di mafia
diretto da Damiano Damiani con protagonisti Claudia Cardinale e Franco Nero. Fu proiettato negli
USA nel 1970.
Di cosa parla ?
Basato sul romanzo omonimo di Leonardo Sciascia il film, ambientato nel 1961, parla dell'indagine
difficoltosamente condotta da parte di un ufficiale dei carabinieri settentrionale ed ex-partigiano su un
omicidio mafioso avvenuto in un piccolo centro della sicilia. Salvatore Colasberna, un impresario edile,
viene ucciso per essersi rifiutato di lasciare un appalto ad una ditta protetta della mafia. [..] Nel film
risalta in maniera particolare l'atmosfera di omertà esistente nel paese e la corruzione diffusa in tutti gli
ambienti: politico, giudiziario, ecclesiastico.
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Uomini contro
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
« Per Uomini contro venni denunciato per vilipendio dell'esercito, ma sono stato assolto in istruttoria. Il
film venne boicottato, per ammissione esplicita di chi lo fece: fu tolto dai cinema in cui passava con la
scusa che arrivavano telefonate minatorie. Ebbe l'onore di essere oggetto dei comizi del generale De
Lorenzo, abbondantemente riprodotti attraverso la televisione italiana, che a quell'epoca non si fece
certo scrupolo di fare pubblicità a un film in questo modo. » (Francesco Rosi)
Uomini contro è l'ottavo lungometraggio diretto da Francesco Rosi, liberamente ispirato al romanzo di
Emilio Lussu Un anno sull'Altipiano. E' uscito nel 1970.
Di chiara impronta pacifista e antiautoritaria, l'opera mette in luce la follia della guerra.
Di cosa parla ?
Ambientato negli scenari della prima guerra mondiale sull'altipiano d'Asiago tra il 1916 e il 1917 la
pellicola tratta la storia di un giovane tenente interventista convinto, che a poco a poco, assistendo alle
follie di un generale e agli inutili macelli, comprende l'assurdità della guerra.
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Il capo della Squadra Omicidi di Roma ammazza l'invereconda amante e semina volutamente tracce e
indizi per dimostrare che, come garante della Legge e rappresentante del Potere, è al di sopra di ogni
sospetto. Uscito indenne dalle indagini, si autoaccusa. Invenzione alla Borges per il primo film italiano
sulla polizia con uno straordinario G.M. Volonté. Calibrata costruzione all'americana del racconto in cui
si fondono le due anime, realistica ed espressionistica, di E. Petri. Sceneggiato con Ugo Pirro, musiche di
Ennio Morricone. Oscar 1970 per il film straniero e Nastro d'argento a G.M. Volonté.
Regia di Mario Petri Oscar miglior film straniero 1970
L'attore protagonista Gian Maria Volontè (secondo me un grandissimo)
Questo film mi sembra molto attuale, nonostante sia degli anni 70 dopo quasi 50 anni la storia è sempre la
stessa...
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Riff Raff
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Riff Raff è un film inglese diretto da Ken Loach nel 1991 uscito in Italia con il sottotitolo "Meglio
perderli che trovarli".
Di cosa parla ?
Il regista attraverso le vicende dello scozzese Stevie, un ex detenuto per furto che sotto falso nome lavora
come operaio in un cantiere edile della Londra della ristrutturazione economica , della sua ragazza
disoccupata e degli altri protagonisti offre uno spaccato della vita del proletariato nel suo paese nell'era
Thatcher.
Premi
Il film è stato premiato con Premio critica internazionale al Festival di Cannes e l'European Film Award
(Felix) nel 1991.
Curiosità
Riff Raff è stato distribuito negli Stati Uniti con i sottotitoli a causa dello slang dialettale usato dai
protagonisti nella versione originale.
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Terra e libertà
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Terra e libertà è un film diretto nel 1995 dal regista Ken Loach.
È ambientato durante la guerra civile spagnola e segue le vicende di una piccola formazione partigiana e
la storia d'amore che lega il protagonista, giovane volontario inglese, ad una resistente spagnola.
Alla morte di David Carr, un operaio inglese di Liverpool, la nipote rovista tra i ricordi del nonno
trovando vecchi articoli di giornale riguardanti la guerra civile spagnola, lettere, cimeli ed un foulard
rosso contenente della terra. Attraverso questi ricordi ripercorre la storia del nonno tornando nel 1936,
quando è in corso la guerra in Spagna.
Curiosità: Il titolo è ispirato al motto ¡Tierra y Libertad! che accompagnava nel 1910 la bandiera nera
dell'anarchia issata dai guerriglieri di Emiliano Zapata.
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I film di Ken Loach sarebbero da vedere tutti.
[..]
# L'agenda nascosta (Hidden Agenda) (1990)
# Riff Raff (1991)
# Piovono pietre (Raining Stones) (1993)
# Ladybird Ladybird (Ladybird Ladybird) (1994)
# Terra e libertà (Land and Freedom) (1995; ha vinto il premio FIPRESCI della critica internazionale ed il
premio della giuria ecumenica al Cannes Film Festival del 1995)
# La canzone di Carla (Carla's Song) (1996)
# My Name Is Joe (1998)
# Bread and roses (2000)
# Sweet Sixteen (2002)
# Un bacio appassionato (Ae Fond Kiss...) (2004)
[..]
La filmografia la trovate a questo >link<
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1) ZEITGEIST e' un film documentario sottotitolato in italiano.
http://video.google.i...
parla di:
1) sull'origine delle religioni, in particolar modo sul cristianesimo e di come queste siano sin dai tempi
piu' remoti efficenti sistemi di controllo sociale.
2) Le stragi dell'11 settembre, la creazione del nuovo "mito" moderno del terrorismo, la paura come
strumento di controllo delle masse.
3) Le attività delle banche centrali e dei grossi finanzieri che controllano i nostri soldi, il nostro futuro,
un'elite che promuove guerre e crisi finanziarie, con lo scopo ultimo di creare un governo unico mondiale
2) OIL SMOKE AND MIRRORS: documentario in inglese dove si parla di esaurimento delle scorte di
petrolio, e cosa sta implicando e implichera' nello scenario planetario futuro.
Sfata molti miti riguardanti il petrolio e le energie alternative.
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Regia di Bernardo Bertolucci 1993
UNA FAVOLA PER CERCARE SE STESSI - Quando il cinema profuma di divino
Titoli di coda: una mano distrugge in un attimo l?opera perfetta e straordinaria, frutto di una dedizione
totale volta a ricercare eternamente il profondo significato della vita.
Questa virtuosa creazione prende il nome di Mandala, dove minuscoli granelli di sabbia colorata vanno a
disegnare figure geometriche che si intersecano, alternate ad immagini dal profondo potere allegorico. E
la mano è quella di una cultura lontanissima dalla realtà occidentale, distante da quel tipo di cinema che
ancora non osava avvicinarsi alle mistiche filosofie orientali, considerate immensamente diverse dall?idea
di religione fino ad allora comunemente intesa, un panteismo di altri mondi, dove la naturale bellezza
delle cose è l?unico Dio legittimamente riconosciuto, e dove la sofferenza va sconfitta con la forza della
semplicità.
Con questa stessa arma Bernardo Bertolucci, ormai al termine di un trittico dedicato all?Oriente, ci
traghetta nelle vesti di Caronte buono al confine tre due luoghi così dissimili, non tanto definiti nelle carte
geopolitiche quanto nel grande libro della storia del genere umano.
Levante e ponente si incontrano quando Lama Norbu, dal lontano Buthan, sotto indicazione del discepolo
Lama Kenpo Tenzin, si reca a Seattle per conoscere il piccolo Jesse Conrad, ritenuto probabile
reincarnazione del defunto maestro Lama Dorje.
Nel tempo che il bambino trascorrerà con l?anziano sapiente, tra i due verrà a crearsi una soprannaturale
alchimia, dove l?uno saprà regalare all?altro qualcosa di nuovo, di impalpabile e prezioso. Parole e gesti
infantili ma allo stesso tempo simbolici quelli di Jesse; pensieri profondi e verità di inestinguibile valore
quelli espressi da Lama Norbu.
Maestro e discepolo, di nuovo ritrovatisi ? anche se i ruoli paiono essersi ribaltati ? vengono scrutati con
particolare curiosità dalla madre di Jesse, Lisa, in cerca anche lei di una sapienza ultraterrena da cui si
sente ancora lontana. L?atteggiamento di Dean, il padre del bambino, si rivela molto più ostile: come
genitore è convinto di dover proteggere la propria famiglia da questa pacifica irruzione. In realtà le sue
paure ed ansie, originate da una improvvisa situazione lavorativa fallimentare, troveranno conforto in
questo viaggio spirituale al fianco del figlio. Insieme i due raggiungeranno il Buthan, per conoscere altri
due piccoli possibili reincarnati come Jesse.
Il Dalai Lama, dopo averli incontrati personalmente, renderà onore a tutti e tre ritenendoli manifestazioni
separate di corpo, mente e parola di Lama Dorje.
Indubbiamente appagato dal singolare esito della sua ricerca, Norbu si abbandonerà al ciclo della
reincarnazione, morendo durante un pacato momento di meditazione.
Mentre gli altri due bambini sceglieranno di percorrere le vie dell?insegnamento buddista, Jesse farà
ritorno al proprio presente, con nell?animo qualcosa di immensamente prezioso, portando con sé una
ciotola che apparteneva a Lama Dorje e che il suo al contempo maestro e discepolo gli ha donato.
L?incontro con questa cultura spiritualmente ricca di sfumature straordinarie, alla ricerca dell?assoluto, di
una verità su cui fondarsi nell?universale relatività della vita, forse ha recato alla sua persona un valore
aggiunto di non poco conto, insegnandogli a non accontentarsi della superficie delle cose, ma ad indagare
ogni aspetto della vita, prendendo coscienza di se stesso e dei rapporti che tra lui e il mondo intercorrono.
Dentro questa favola contemporanea è tessuta un?altra grande leggenda, quella di Siddhartha Gautama, il
Buddha. Questa maestosa figura entra ed esce dalla scena in maniera estremamente elegante, senza
imporsi mai al di sopra del racconto, ma semplicemente rivestendone il ruolo di filo conduttore. Sono le
pagine di un libro, dono di Lama Norbu a Jesse, che si animano, prendendo vita attraverso i vari
protagonisti del film che si alternano nella lettura.
È fondamentale parlare di leggenda, di mito, dato che questo è il tono che Bertolucci sceglie nel disvelarci
la sua visione del Risvegliato. Una scelta per nulla casuale, intelligente dimostrazione di umiltà. Come
Lama Norbu prende per mano Jesse, così il regista accompagna lo spettatore in questo viaggio che è
ricerca e mai vero e proprio approdo? come quel mandala che viene pazientemente costruito per poi venir
spazzato via quale metafora della transitorietà della vita.
Il merito più alto di questa alternanza cosi ben congegnata all?interno della pellicola è da attribuire
all?abile lavoro che ancora una volta Vittorio Storaro compie al fianco di un collega di vecchia data. Se il
regista dà voce e corpo alla narrazione conferendole una..
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La grande guerra
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
La grande guerra è un film di Mario Monicelli del 1959, interpretato da Alberto Sordi e Vittorio Gassman
vincitore del Leone d'Oro al Festival del Cinema di Venezia e della nomination all'Oscar quale miglior
pellicola straniera.
Prodotto da Dino De Laurentiis, è considerato uno dei capolavori della storia del cinema, ed ottenne un
enorme successo anche all'estero.
Descrizione
Felice connubio di tragedia e commedia, l'opera è un affresco corale, ironico e struggente, della vita di
trincea durante la prima guerra mondiale.
Le vicissitudini di un gruppo di commilitoni sul fronte italiano nel 1916, sono narrate con un linguaggio
neorealista e romantico al tempo stesso, abbinando scansioni tipiche della commedia all'italiana ad una
notevole attenzione verso i particolari storici.
Le pregevoli scene di massa si accompagnano ad acute caratterizzazioni dei numerosi personaggi, antieroi
umani ed impauriti, rassegnati e solidali, accomunati dalla partecipazione forzata ad una catastrofe che li
travolgerà.
Monicelli e gli sceneggiatori Age & Scarpelli e Vincenzoni raggiungono l'apice artistico della loro
carriera combinando, con impareggiabile fluidità di racconto, comicità e toni drammatici, ed aprendo la
strada ad un nuovo stile cinematografico nelle vicende di guerra.
Memorabile il piano sequenza finale nel quale i due pavidi protagonisti si riscattano con un gesto
coraggioso, sacrificandosi l'uno da 'eroe spavaldo' e l'altro da 'eroe vigliacco'. Quest'ultima figura viene
qui concepita in maniera assai originale ed interpretata da un ispirato Alberto Sordi (vincitore del Nastro
d'Argento come miglior attore protagonista).
Aspetti storici
La ricostruzione bellica dell'opera è, da un punto di vista storico, uno dei migliori contributi del cinema
italiano allo studio del conflitto mondiale.
Per la prima volta la sua rappresentazione venne depurata dalla propaganda retorica divulgata durante il
fascismo e nel secondo dopoguerra, in cui persisteva il mito di una guerra favolosa ed eroica dell'Italia, e
per questo la pellicola ebbe problemi di censura al momento dell'uscita nelle sale. Fino a quel momento
infatti i soldati italiani erano stati continuamente ritratti come valorosi disposti ad immolarsi per la patria.
Il film denunciò inoltre l'assurdità e la violenza del conflitto, le condizioni di vita miserevoli della gente e
dei militari, ma anche i forti legami di amicizia nati nonostante le differenze di estrazione culturale e
geografica. La convivenza obbligata di questi regionalismi (e provincialismi), mai venuti a contatto in
modo così prolungato, contribuì a formare in parte uno spirito nazionale fino ad allora quasi inesistente,
in forte contrasto con i comandi e le istituzioni, percepite come le principali responsabili di quel
massacro.
Origini
'La grande guerra' nacque da un'idea di Luciano Vincenzoni, influenzato dal racconto 'Due amici' di Guy
de Maupassant. Pensato inizialmente per il solo Gassman, fu il produttore Dino De Laurentiis a decidere
di introdurre anche un personaggio per Sordi.
La sceneggiatura integrava figure e situazioni provenienti da due libri famosi: Un anno sull'Altipiano di
Lussu, e 'Con me e con gli alpini' di Jahier.
Il giornalista e scrittore Carlo Salsa, che aveva combattuto realmente in quei luoghi, prestò la sua opera di
consulente, arricchendo la trama, i dialoghi e lo sfondo, di particolari vividi ed originali.
Le scene per la maggior parte vennero girate in provincia di Udine, nei dintorni di Venzone, a Sella
Sant'Agnese, nel forte di Palmanova e a Nespoledo di Lestizza dal 25 maggio a metà giugno del 1959.
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La grande illusione
La grande illusione (La Grande Illusion) è un film francese del 1937 diretto dal regista Jean Renoir.
Potete consultare la scheda a questo indirizzo: http://italian.imdb.c...
Scheda tratta da: http://www.repubblica...
Durante la guerra 1914-18 due aviatori francesi prigionieri, un aristocratico e un proletario, sono inviati in
un castello trasformato in campo di concentramento, comandato da un asso dell'aviazione tedesca. Alcuni
prigionieri evadono. Un capolavoro di J. Renoir, e dell'umanesimo al cinema. La verità dei fatti, dei
personaggi, dell'atmosfera si fa poesia in un accorato messaggio pacifista più che antimilitarista che non
trascura le differenze sociali. Scritto da Renoir con Charles Spaak, possiede una generosa ricchezza
ideologica che nasce dalla sua ambiguità. Grande galleria di personaggi: P. Fresnay, J. Gabin, E. von
Stroheim, M. Dalio. Molte sequenze memorabili tra cui la più famosa è quella dei prigionieri francesi,
travestiti da donna che cantano la "Marsigliese". Premiato a Venezia, fu proibito in Italia e Germania.
Insieme a La passion de Jeanne d'Arc (1928) di Carl T. Dreyer, è il solo film francese che figura
stabilmente nelle classifiche dei "dieci migliori film della storia del cinema". Col medesimo titolo The
Great Illusion nel 1910 uscì un libro dell'inglese Norman Angell, amico di Bertrand Russell, che
s'interrogava sui vantaggi che i vari paesi europei avrebbero ricavato da una guerra tra loro.
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Il cielo sopra Berlino
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
« Il tempo guarirà tutto. Ma che succede se il tempo stesso è una malattia? » (Marion)
Il film vinse il premio per la miglior regia al Festival di Cannes del 1987.
Il cielo sopra Berlino è un film del 1987 diretto dal regista Tedesco Wim Wenders. Le poesie di
Rainer Maria Rilke hanno parzialmente ispirato il film, Wenders ha dichiarato che gli angeli vivono nelle
poesie di Rilke. Il regista ha chiesto la collaborazione di Peter Handke per scrivere molti dei dialoghi, e
nel film ricorre spesso la poesia Song of Childhood.
Il film ha avuto un sequel, Così lontano, così vicino, nel 1993, ed un remake, La città degli angeli, nel
1998.
Genesi del Film
Il film venne progettato da Wenders dopo il suo ritorno in Germania. Il regista aveva trascorso otto anni
negli Stati Uniti e aveva girato quattro film in inglese. Wenders in quel periodo stava preparando anche il
film Fino alla fine del mondo ma si era reso conto che non avrebbe potuto iniziare a girare il film per
almeno un altro anno e quindi dato che aveva comunque una società di produzione con dei dipendenti da
pagare doveva realizzare un film. Decise di realizzare un film veloce e spontaneo, decise di fare un film
nella sua lingua nativa, voleva un film che lo riavvicinasse alla sua essenza di tedesco e alla sua infanzia e
quindi decise di ambientarlo a Berlino. Wenders tornato a Berlino inizialmente vagò per la città
annotando sul suo taccuino ciò che vedeva e lo colpiva. Il regista voleva essere ispirato dalla città e
vagando notò che erano presenti molte raffigurazioni di angeli a Berlino. In quel periodo il regista
leggeva ogni sera Rainer Maria Rilke e le poesie di Rilke spesso parlano di angeli. Poco alla volta il
regista cominciò a prendere seriamente in considerazione l'idea di un film che avesse degli angeli custodi
come protagonisti. Parlo dell'idea a Peter Handke, Handke considerò l'idea interessante ma si rifiutò di
aiutarlo a scrivere la sceneggiatura. [..]
Ambientazione
Essendo il film girato a Berlino ovviamente l'ambientazione è di tipo urbana, sebbene il film spazi dai
luoghi più urbani e comuni come quelli delle vie commerciali di Berlino a quelli più decadenti della zona
di nessuno a ridosso del Muro di Berlino.
Un luogo molto importante nel film è la Biblioteca di Stato (Staatsbibliothek). Nella biblioteca gli angeli
vivono e le scene girate all'interno del film sono tra le più riuscite, grazie alla splendida architettura di
Scharoun, una struttura accogliente, non la classica biblioteca dove si preleva un libro per leggerlo a casa
ma un luogo dove si prende un libro e lo si legge. Un luogo deputato all'elevazione degli uomini tramite
la cultura e dove gli angeli scrutano i lettori e infondono loro coraggio nei momenti di sconforto. Un
luogo con un notevole potere simbolico e la Siegessäule, la statua della Vittoria che è posta sulla Colonna
della Vittoria posizionata al centro di una della principali rotatorie della città. Spesso gli angeli siedono
sulla statua della Vittoria e dall'alto osservano la vita dei berlinesi.
L'ultimo luogo simbolico nel film è il muro di Berlino. Il muro è sempre presente nel film, i Berlinesi ne
sono coscienti che quel muro è il simbolo di una città divisa, di una nazione separata e occupata che non
ha ancora risolto i suoi problemi con il passato. Il muro e presente direttamente del film o tramite la sua
vista o tramite i discorsi dei protagonisti. Significativo è il pensiero di Marion su Berlino: "Io ogni caso
non ci si può perdere, alla fine si arriva sempre al Muro".
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Soldato Blu
Titolo originale: Soldier Blue
Regia: Ralph Nelson
Anno: 1970
Dal romanzo Arrow in the Sun di Theodore V. Olsen: un soldato federale, scampato a un micidiale
attacco dei pellerossa, e una ragazza che ha vissuto con i Cheyenne assistono al massacro di Sand Creek
del 1864, compiuto dalle giacche blu, nel quale morirono cinquecento indiani fra cui donne e bambini.
Aperto e chiuso con un massacro, è un western violento che denuncia l'inferno violento delle guerre
indiane, nascondendo le sue ambizioni di apologo sul Vietnam. E famoso, o famigerato, per la truculenta
carneficina conclusiva che non esclude stupri né evirazioni. Le copie in circolazione sono spesso
alleggerite dei particolari più raccapriccianti.
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La battaglia di Algeri
Writers: Gillo Pontecorvo, Franco Solinas
Data di uscita: 8 settembre 1966
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
La battaglia di Algeri è un film diretto dal regista Gillo Pontecorvo. Il film è interamente ambientato
nella città di Algeri durante la guerra d'Algeria. Il film racconta la lotta per l'indipendenza dell'Algeria
dalla Francia attraverso gli occhi dei due protagonisti, il ribelle algerino Ali La Pointe e il colonnello
francese Mathieu.
Interessante la dinamica incrociata dei personaggi, per la quale il francese, inizialmente portatore di valori
quali garantismo e razionalità, finisce col ricorrere sistematicamente alla tortura come strumento di
intelligence, mentre l'algerino si eleva da criminale da strada a martire della lotta di liberazione nazionale
condotta dall'FLN.
In virtù dei buoni rapporti instauratisi (anche in chiave petrolifera) tra i governi di Italia e Algeria
all'indomani dell'indipendenza dell'Algeria, il regista ha realizzato il film con il sostegno del governo
locale. Ne consegue che tutte le riprese hanno potuto avere luogo ad Algeri.
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Il grande dittatore
Regista: Charles Chaplin
Sceneggiatore: Charles Chaplin
Data di uscita: 9 ottobre 1946 (Italy)
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Il grande dittatore è un film diretto, prodotto e interpretato da Charlie Chaplin.
La sua prima edizione risale al 15 ottobre del 1940, nel pieno della seconda guerra mondiale.
Rappresenta una forte satira del fascismo e prende di mira direttamente Adolf Hitler e il movimento
nazista tedesco.
Il grande dittatore, per alcune sue peculiarità, è considerato un evento straordinario.
La genesi del film
Intanto è il primo film sonoro di Chaplin poiché ormai da un decennio la tecnica del muto era stata
soppiantata dal parlato. Tuttavia il personaggio del vagabondo Charlot non necessitava di audio, essendo
la pantomima il suo linguaggio universalmente compreso e riconosciuto. Ne consegue che Il grande
dittatore segna la morte del vagabondo, l?ultima sua apparizione. La sua anima poetica, angelica, ingenua,
benché tenace, non ha più posto in un mondo oppresso dalle macchine, dal materialismo e, nel frangente,
dall?odio demoniaco.
Il secondo straordinario aspetto è rappresentato dalla sfida coraggiosa lanciata dal film, e da uno dei pochi
uomini liberi dell?epoca, al più straordinario, folle e terrificante protagonista degli avvenimenti ad esso
contemporanei: Hitler, il coetaneo di Chaplin (quattro giorni dividono anagraficamente la nascita dei due)
che stava trascinando il mondo verso il periodo più nero e doloroso della storia del secolo.
La grande somiglianza fisica tra i due uomini, Chaplin e Hitler, consentì al primo di imbastire una satira
grottesca del secondo (qualcuno sostenne che Hitler copiò i baffetti di Charlot per richiamarne la
simpatia), o almeno questo fu l?input iniziale, unitamente al desiderio di esprimere il proprio disappunto
per la piega che stavano prendendo gli avvenimenti, presagendo un futuro doloroso per l?umanità, senza
mai immaginare fino in fondo la portata dell'agghiacciante follia hitleriana che presto avrebbe sconvolto il
mondo. Dopo la fine della seconda guerra mondiale Chaplin ebbe a dire che se all?epoca della
lavorazione del film avesse conosciuto la realtà del nazismo e le atrocità dell?olocausto, probabilmente
non se la sarebbe sentita di realizzare un film che si prendesse gioco di quei criminali.
La parodia dunque ispirò fin dall?inizio il film, che è straordinariamente comico, per noi spettatori
contemporanei ai quali è stata risparmiata la tragica esperienza della guerra e la sua distruzione.
L'imitazione risulta perfetta, nei toni e negli atteggiamenti, nel discorso alla folla tenuto dal führer
Adenoid Hynkel, discorso completamente improvvisato e girato in un'unica scena. Come rimane fissata
indelebilmente nella storia del cinema la scena deliziosa e intensa nella quale il dittatore danza con il
mappamondo sulla musica del preludio del Lohengrin di Richard Wagner.
La verità era anche che Chaplin si immedesimava completamente nei suoi personaggi, egli "era" coloro
che interpretava e dunque ne subiva psicologicamente la caratterizzazione, nel caso specifico malvagia. A
detta dei suoi collaboratori, quando Chaplin indossava il costume di Hynkel, anche il suo modo di
rapportarsi con loro cambiava ed assumeva sfumature aggressive e prepotenti.
La parodia, però, era destinata ad avere anche un'impronta politica. Anzi, fu proprio l?introduzione della
tecnica del sonoro a consentire a Chaplin di trasmettere al mondo il suo pensiero e l?inequivocabile presa
di posizione contro la follia nazista, affidando al discorso finale del barbiere ebreo l?utopia anarchica
della liberazione dell?uomo da ogni forma di sudditanza e sfruttamento e dunque la speranza in un mondo
migliore, che sarà però smentita dal precipitare degli eventi successivi.
Questa presa di posizione parve ad un certo punto pregiudicare l?esito della lavorazione del film allorché
alcune frange della società americana di tendenza filo-nazista, in un periodo in cui anche la politica
americana era improntata al non interventismo e alla preservazione della non belligeranza con la
Germania, gli fecero pervenire poco velati messaggi di disapprovazione e suggerimenti a soprassedere.
La stessa scelta del luogo di presentazione della pellicola al pubblico fu oggetto di ponderata scelta. Si
puntó su New York, meno influenzata dal clima fascistizzante con cui anche l?America doveva fare i
conti.
La realizzazione del film fu accompagnata dallo sfiorire del rapporto sentimentale tra Chaplin e Paulette
Goddard, splendida protagonista nonché sua terza moglie, in procinto di chiedere il divorzio.
Durante la lavorazione, nel dicembre del 1939, Chaplin fu anche raggiunto dalla comunicazione della
morte improvvisa dell?amato Douglas Fairbanks, che soltanto un mese prima gli aveva fatto visita sul set.
Egli ne fu sconvolto e la perdita del "solo vero amico che abbia mai avuto", come ebbe a dire Chaplin
stesso, rimarrà una ferità mai rimarginata.
Il film venne censurato in Italia, in particolare venne eliminata una scena che raffigurava Hynkel e la
moglie di Napoloni alle prese in una goffa danza insieme. La versione integrale de Il grande dittatore è
stata distribuita nelle sale italiane solo nel 2002.
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La notte delle matite spezzate
La Noche de los lapices - La notte delle matite spezzate
Anno: Argentina - 1988
Regista: Hector Olivera;
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Viene definita Notte delle matite spezzate una serie di sequestri, sparizioni e torture alle quali furono
sottoposti giovani studenti in Argentina, a cominciare dal 16 settembre 1976, durante il periodo della
dittatura, conosciuta anche come Processo di Riorganizzazione Nazionale.
Le vittime erano per lo più militanti o ex militanti della Unión Estudiantil Secundaria (UES) a La Plata, e
molti di loro avevano in precedenza partecipato alle proteste per la prevista abolizione del Boleto Escolar
Secundario (BES), un tesserino che consentiva agli studenti liceali prezzi ragionevoli sui libri e sull'uso
dei mezzi pubblici. La testimonianza di Pablo Díaz, uno dei sopravvissuti, allora appartenente
all'organizzazione giovanile rivoluzionaria Gioventù guevarista, è stata fondamentale ai fini della
ricostruzione e della denuncia dei fatti avvenuti.
* 1 I sequestrati
* 2 Il ricordo, nella cultura popolare
* 3 Bibliografia
* 4 Collegamenti esterni
I sequestrati
I sequestrati furono:
* Claudio de Acha (17 anni): sequestrato il 16 settembre in casa di Horacio Ungaro.
* Gustavo Calotti (18 anni, sopravvissuto): nonostante fosse sequestrato l' 8 settembre, si considera un
sopravvissuto, dato che molti dei sequestrati erano suoi ex compagni di liceo e passò insieme a loro molti
mesi di prigionia e tortura clandestina.
* María Clara Ciocchini (18 anni): sequestrata il 16 settembre insieme a María Claudia Falcone.
* Pablo Díaz (18 anni sopravvissuto): sequestrato il 21 settembre.
* María Claudia Falcone (16 anni): sequestrata il 16 settembre nella casa della nonna paterna, insieme a
María Clara Ciocchini che viveva lì vicino.
* Francisco López Muntaner (16 anni): sequestrato il 16 settembre.
* Patricia Miranda (17 anni, sopravvissuta): sequestrata il 17 settembre.
* Emilce Moler (17 anni, sopravvissuta): sequestrata il 17 settembre.
* Daniel A. Racero (18 anni): sequestrato il 16 settembre.
* Horacio Ungaro (17 anni): sequestrato il 16 settembre.
Secondo la CONADEP (Commissione Nazionale sui Desaparecidos), la polizia di Buenos Aires aveva
organizzato un'operazione punitiva per quelli che avevano partecipato alla campagna di protesta per il
boleto estudiantil, considerata dalle forze armate come "sovversione", motivo per il quale "gli adolescenti
sequestrati avrebbero dovuto essere eliminati dopo aver fatto loro soffrire pene indicibili in diversi centri
di detenzione clandestini, come quelli di Arana, Pozo de Banfield, Pozo de Quilmes, la Centrale di Polizia
della Provincia di Buenos Aires, il 5°, 8° e 9° commissariato di La Plata ed il 3° di Valentín Alsina, Lanús
e il Poligono di tiro della Sede Centrale della Provincia di Buenos Aires".
Il ricordo, nella cultura popolare
* I fatti sono stati rappresentati in un film uscito nel 1988 e intitolato 'La notte delle matite spezzate del
regista Hector Oliveira.
* Il cantautore Rogelio Botanz ha composto una canzone ispirata dalla testimonianza di Pablo Diaz,
intitolata "La notte delle matite spezzate".
Bibliografia
* Seoane, María e Hector Ruíz Nuñez: La Noche de los Lápices. Buenos Aires: Sudamericana, 2003.
* Comisión Nacional sobre la Desaparición de Personas (CONADEP): Nunca más. Buenos Aires:
Eudeba, 1984.
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Il cacciatore
[Scheda da MyMovies.it] http://www.mymovies.i...
(The Deer Hunter)
Un film di Michael Cimino. Con Christopher Walken, John Savage, Robert De Niro, Meryl Streep, John
Cazale, George Dzundza, Chuck Aspegren, Shirley Stoler, Rutanya Alda, Pierre Segui, Mady Kaplan,
Amy Wright, Mary Ann Haenel, Richard Kuss, Joe Grifasi. Genere Drammatico, colore 183 minuti. Produzione USA 1978.
Tre giovani amici di origine ucraina, operai in un'acciaieria di Clairton (Pennsylvania), partono per il
Vietnam dopo aver festeggiato il matrimonio (rito ortodosso) di uno di loro. Catturati dai Vietcong,
subiscono la tortura della roulette russa, ma riescono a fuggire. Mike (R. De Niro) rimpatria, carico di
medaglie; Steven (J. Savane) perde le gambe e Nick (C. Walken) trova a Saigon la morte che aveva
cercato con accanimento. All'inferno e ritorno. Il Vietnam occupa la parte centrale e un breve capitolo
(enfatico) verso la fine, in cadenze di un'apocalisse allucinata, di un carnevale di morte. Film di taglio
espressionista che alterna tempi dilatati (il matrimonio all'inizio, il finale col canto di ?God Bless
America?) a scorci fulminei. Gli imperativi etici sostituiscono l'analisi storica e i riti sociali s'impregnano
di sacro. Due metafore come perni: la caccia al cervo (un solo colpo) e la roulette russa. 5 Oscar: film,
regia, C. Walken attore non protagonista, montaggio, suono. 2° film di Cimino, 1° ruolo importante per
M. Streep.
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Mississippi Burning - Le radici dell'odio
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Mississippi Burning - Le radici dell'odio è un film drammatico e di denuncia statunitense, di Alan Parker
del 1988
Nel giugno del 1964 tre giovani attivisti per i diritti civili (due ebrei ed un afroamericano), scompaiono
misteriosamente in quel di Jessup (Mississippi). L' FBI di J. Edgar Hoover invia 2 suoi uomini sul posto
per fare chiarezza sulla questione.
[Scheda da MyMovies.it: http://www.mymovies.i... ]
Mississippi, 1964. In una piccola cittadina a dieci miglia da Memphis (Jessub), tre attivisti per i diritti
sociali dei neri vengono brutalmente uccisi. Gli agenti dell?Fbi Anderson e Ward decidono di investigare
sulla loro scomparsa. Nel corso delle indagini, tuttavia, devono fare i conti con la polizia locale,
responsabile dell?accaduto e legata segretamente al Ku Klux Klan. Malgrado gli sforzi per ottenere
giustizia, i due assistono a un crescendo di odio e violenza nei confronti della comunità di colore del
posto.
Alan Parker, dopo Angel Heart, ritorna nel sud degli Stati Uniti per rievocare, stavolta, una drammatica
storia che parla di libertà e integrazione. Tratta da fatti realmente accaduti, modificati in alcune dinamiche
ma non nella loro decisiva sostanza, la pellicola denuncia, con grande intensità, l?insofferenza culturale e
l?emarginazione sociale che pesavano sulla gente di colore (ma non solo) nel 1964, nello stato del
Mississippi. In nome di una democrazia anglosassone e di un certo ?standard? americano (o meglio: in
nome di una supremazia e di un integralismo estremi), la minoranza nera non poteva votare, e incarnava
diffusamente un problema da risolvere in qualsiasi modo.
Merito del film, è quello di provare a fornire allo spettatore una visione ampia e obiettiva sui motivi
dell?odio, facendo parlare le persone, oltre che le immagini. Nonostante le fiamme, destinate ad
aumentare fin dall?incipit, divampino furiosamente. Come nella scena dell?impiccagione, quando un
uomo di colore viene appeso a un albero mentre la sua casa brucia alle spalle. E una voce extradiegetica
intona una preghiera triste e piena di rabbia.
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Arancia meccanica
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Collabora a Wikiquote « Eccomi là. Cioè Alex e i miei tre drughi. Cioè Pete, Georgie e Dim. Ed eravamo
seduti nel Korova Milkbar, arrovellandoci il gulliver per sapere cosa fare della serata. Il Korova Milkbar
vende latte+, cioè diciamo latte rinforzato con qualche droguccia mescalina, che è quel che stavamo
bevendo. È roba che ti fa robusto, e disposto all'esercizio dell'amata ultraviolenza. »
(Alex - nella famosa sequenza iniziale)
Arancia meccanica (A Clockwork Orange, 1971) è uno dei film più noti del regista statunitense Stanley
Kubrick.
Tratto dall'omonimo romanzo distopico (che potrebbe tradursi letteralmente Un'arancia ad orologeria)
scritto da Anthony Burgess nel 1962, prefigura - appoggiandosi ad uno stile fantascientifico - una società
votata ad una esasperata violenza (giovanile, ma non solo) e ad un condizionamento del pensiero.
Quando fu distribuita sul circuito cinematografico, all'inizio degli anni Settanta, la pellicola destò
scalpore (con una schiera di ammiratori pronti a gridare al capolavoro ma anche con una forte corrente di
parere contrario) per il taglio originale e visionario adottato nella narrazione, che faceva ricorso in
maniera iperrealistica, ma anche senza indugi speculativi, a scene di violenza.
Forte di 4 nomination agli Oscar del 1972 come miglior film, miglior regia, miglior sceneggiatura non
originale e miglior montaggio, presentato lo stesso anno alla Mostra di Venezia, Arancia meccanica è
rimasto nella storia del cinema - oltre che come fonte di citazioni letterarie e iconografiche - anche grazie
al contributo, nella parte non originale, della colonna sonora che recuperava fra le altre - accentuando la
chiave visionaria e leggermente onirica del film - musiche classiche molto conosciute di Rossini e
Beethoven.
Colonna sonora [modifica]
* Il film utilizza musiche classiche molto conosciute di Rossini e Beethoven; di Rossini è utilizzata
l'ouverture dal Guglielmo Tell e le note della sua famosa opera La gazza ladra, di Beethoven il secondo
movimento e - quale leitmotiv del film destinato a rimanere celeberrimo - il quarto movimento - Inno alla
gioia - dalla Nona sinfonia.
* In un intervista televisiva Malcolm McDowell raccontò che l'utilizzo della canzone Singin' in the Rain
nel film fu del tutto causale. Durante le riprese della scena del pestaggio e dello stupro a casa dello
scrittore, Kubrick, non riuscendo a girare la scena in maniera convincente, chiese a McDowell di provare
a cantare e ballare. McDowell improvvisò "Singin' in the Rain"; Kubrick ne rimase così entusiasta che
dopo solo tre ore aveva già acquistato i diritti della canzone.
Censura. Il film in Italia
Se al giorno d'oggi le violenze di Arancia meccanica possono dirsi poca cosa in confronto a quanto
mostrato da cinema e televisione, all'inizio degli anni '70 erano un sicuro pugno nello stomaco.
Nonostante Kubrick intendesse condannare la violenza invece di fomentarla, lettere minatorie dalla Gran
Bretagna arrivarono a Kubrick e alla sua famiglia, tanto da indurre il regista a chiedere e ottenere dalla
Warner Bros il ritiro della pellicola dalle sale locali. Nella maggior parte dei Paesi del mondo (Italia
compresa) il film fu vietato ai minori di 18 anni e divenne uno dei bersagli preferiti della censura e del
perbenismo popolare. Anche in Italia il film divise, e il provvedimento di divieto ai minorenni durò fino
al 1998, quando una sentenza del Consiglio di Stato lo abbassò ai minori di 14 rendendolo così il film
utilizzabile anche al piccolo schermo. Ma per nove anni, né RAI né Mediaset si mostrarono interessate a
sfatare quello che da un quarto di secolo era considerato "tabù televisivo": a parte un unico passaggio
(1999) nella TV a pagamento (Tele+), Arancia meccanica rimase invenduto fino a quando Telecom Italia
Media non ne acquisì i diritti per poi trasmetterlo finalmente in chiaro su La7. Il 25 settembre 2007,
preceduto dal documentario La meccanica dell'arancia condotto dal regista Alex Infascelli, il film ruppe
questo tabù dopo le ore 22,30 (come previsto per le pellicole vietate ai minori di 14 anni), 35 anni dopo la
sua uscita cinematografica.
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Il popolo migratore
(Scheda a cura di http://filmup.leonard... )
Titolo originale: Le Peuple migrateur
Nazione: Francia/Italia/Germania/Spagna/Svizzera
Anno: 2001
Genere: Documentario
Durata: 92'
Regia: Jacques Perrin
Sito ufficiale: www.peuplemigrateur.com
Cast:
Produzione: Bac Films, Centre National de la Cinématographie, Eyescreen S.r.l.
Distribuzione: Lucky Red
Uscita prevista: 15 Novembre 2002 (cinema)
Trama:
Spiccherete il volo e vivrete la più incredibile e spettacolare delle avventure, attraverso un mondo celeste
dominato da correnti d'aria sulle quali galleggiare e venire trasportati seguendo il mutare delle stagioni.
Diverrete parte del Popolo Migratore, libero e senza confini, e scoprirete il vostro pianeta come non
l'avete mai immaginato né visto prima.
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Microcosmos - Il popolo dell'erba
Un film di Marie Perennou, Claude Nuridsany. Con Kristin Scott Thomas. Genere Documentario, colore
76 minuti. - Produzione USA 1996.
(Recensione tratta da mymovies.it: http://www.mymovies.i... )
Soggiorno in un pianeta sconosciuto, un prato, una giungla d'erba dove, ora meravigliosa e ora feroce,
pulsa la vita dei suoi abitanti: formiche, lumache, coccinelle, api, bruchi, ragni, scarabei, cavallette,
farfalle. Gli insetti non sono filmati soltanto nei momenti dei conflitti e degli accoppiamenti (i più facili
da registrare), ma anche nei comportamenti e spostamenti più normali. L'antropomorfismo alla Disney
non è completamente messo al bando. C'è nella misura giusta, tanto per ricordare che anche l'uomo è una
specie animale. Tolte poche parole iniziali, tutto è affidato alle immagini, ai rumori (qua e là
stereofonicamente troppo accentuati), alla musica di Bruno Coulais. Girato per tre belle stagioni nella
zona dell'Aveyron (Auvergne) dai due registi-entomologhi con una cinepresa speciale telecomandata,
fornita di un dispositivo speciale che permette una messa a fuoco mobile con una precisione al millimetro.
Risultati spesso straordinari: le riprese sull'infinitamente piccolo aprono le porte su un mondo surreale e
fantastico.
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Una scomoda verità
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Una scomoda verità (An Inconvenient Truth) è un film-documentario diretto da Davis Guggenheim,
riguardante il problema mondiale del riscaldamento globale, e avente protagonista il precedente vicepresidente degli Stati Uniti, Al Gore. Si basa in larga parte su una presentazione multimediale che Gore
crea e sviluppa durante molti anni come parte della sua campagna di informazione sui cambiamenti
climatici.
Il film fu presentato per la prima volta al Sundance Film Festival del 2006 e proiettato a New York e Los
Angeles il 24 maggio dello stesso anno. Ha vinto il premio Oscar 2007 come miglior documentario e per
la migliore canzone originale.
Sia Gore che la Paramount Classics, distributrice del film, si sono impegnati a continuare in futuro la
realizzazione e la diffusione di altri documentari per la campagna di sensibilizzazione sul riscaldamento
globale.
Il film è uscito in DVD per la Paramount Home Entertainment il 21 novembre 2006 negli Stati Uniti e il
17 Maggio 2007 in Italia.
Tematiche
Film-documentario, An Inconvenient Truth passa in rassegna i dati e le previsioni degli scienziati sui
cambiamenti climatici, inframezzato da eventi della vita personale di Gore. Attraverso una presentazione
diffusa in tutto il mondo, Gore riesamina la posizione degli scienziati, discute le implicazioni politiche ed
economiche della catastrofe, e illustra le probabili conseguenze del riscaldamento del pianeta se non si
interverrà immediatamente e a livello globale per ridurre le emissioni di gas serra. Il film integra scene in
cui vengono confutate le tesi di coloro che sostengono che il riscaldamento globale sia una falsa minaccia.
Per esempio, Gore discute dei rischi che comporterebbe lo scioglimento dei ghiacci Antartici e della
Groenlandia, come l'innalzamento delle acque oceaniche di circa 6 metri, che costringerebbe oltre 100
milioni di persone ad abbandonare la propria terra. I ghiacci sciolti della Groenlandia, a causa della loro
minore salinità, potrebbero interrompere la Corrente del Golfo e scatenare un drammatico calo delle
temperature in tutto il nord Europa.
Nell'impegno a spiegare il fenomeno del riscaldamento globale, il film mostra le variazioni di temperatura
e dei livelli di CO2 nell'atmosfera negli ultimi 600.000 anni. L'Uragano Katrina viene preso come
esempio di ciò a cui stiamo andando incontro se la società continuerà di questo passo.
Al Gore suggerisce che lo sviluppo economico possa conseguire solo dal benessere della popolazione,
mostrando ad esempio il cattivo andamento di General Motors rispetto a Toyota in relazione al diverso
atteggiamento dei corrispondenti paesi verso il protocollo di Kyōto. Viene menzionata anche l'esplosione
demografica e la conseguente scarsità di risorse pro capite.
Il documentario si conclude con Gore che osserva come gli effetti tragici del riscaldamento globale
possano essere scongiurati attraverso una cooperazione a livello globale, e una serie di comportamenti dei
singoli individui, per ridurre le emissioni di anidride carbonica nell'atmosfera. Gore invita anche tutti gli
spettatori del documentario ad agire, con una serie di abitudini che possono aiutare a combattere il
problema.
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TRAMA
Prot, un tipo inoffensivo, viene trattenuto nella Grand Central Station in seguito ad un'aggressione per
rapina; dopo aver dichiarato di venire dal lontano pianeta K-Pax, Prot viene consegnato al dr. Mark
Powell, uno psichiatra di grande esperienza. Prot viene ricoverato in un ospedale dove i suoi racconti di
un mondo lontano suscitano grande stupore tra i pazienti che incredibilmente migliorano. Chi invece è
sempre più in crisi è il dottor Powell che non riesce a trovare un modo per riuscire a distinguere se quella
di Prot sia in qualche modo la verità. Prot prima della fine dell'estate dovrà tornare sul suo pianeta.
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Fahrenheit 451
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Fahrenheit 451 è il quinto lungometraggio diretto dal regista francese François Truffaut, tratto
dall'omonimo romanzo di Ray Bradbury. Girato dal 12 gennaio al 22 aprile 1966 nei Pinewood Studios
e nei dintorni di Londra, fu proiettato in pubblico per la prima volta il 16 settembre 1966.
Per la prima volta Truffaut si cimenta col colore e con una produzione straniera che gli garantisce un
budget elevato. Il risultato è un film destinato al mercato internazionale, distribuito dalla Universal, forse
meno personale dei precedenti ma da cui traspare l'interesse del regista per il cinema di Alfred Hitchcock,
rimarcato dalla presenza della musica di Bernard Herrmann.
Film predittivo, al pari di 1984, di fantapolitiche svolte della società futura, sottolinea lo strapotere
mediatico assunto dal mezzo televisivo. In tutta la vicenda l'onnipresente schermo casalingo costringe la
popolazione ad una ebete sudditanza nei confronti del potere. I libri, sovversivi per definizione, a meno
che non siano come da normativa, non stampati, costituiscono una possibile via di fuga verso nuovi
orizzonti.
Differenze tra il romanzo e il film
Il film segue abbastanza fedelmente l'omonimo romanzo di Bradbury. La sceneggiatura è in massima
parte la trasposizione dei dialoghi del libro. L'adattamento cinematografico ha però indotto dei
cambiamenti; in primo luogo, scompare nel film il personaggio di Faber, l'anziano professore che aiuta
Montag a ribellarsi. Questo personaggio viene sostituito dalla figura di Clarisse, che nel film acquista un
rilievo maggiore rispetto al libro. Clarisse, infatti, nel romanzo compare solo all'inizio e poi viene data per
morta (ma di questo non si ha la certezza), è minorenne (dichiara di avere 17 anni).
Nel film, invece, Clarisse diventa maggiorenne (dichiara 20 anni), ed è una professoressa; inoltre nel film
è accentuata l'attrazione tra lei e Montag, anche se i due non vivono, per quanto si veda, una storia
d'amore vera e propria.
In secondo luogo, mancano nel film, per esigenze di sintesi, alcune peripezie relative alla fuga di Montag
braccato dalla polizia, di certo irrilevanti dal punto di vista della comprensione della storia, ma che nel
libro, aggiungono "suspense" al racconto.
Il finale, poi, è totalmente diverso. Nel film, Montag e Clarisse si ritrovano finalmente nella città degli
uomini-libro, dove ci sono uomini che imparano a memoria i libri per trasmetterli alle generazioni future,
e dove probabilmente, si presume, essi vivranno una storia d'amore.
Nel libro, come già detto, Clarisse compare solo all'inizio. Montag scappa dalla città e raggiunge gli
uomini-libro presso la ferrovia abbandonata, dalla quale vede di un fatto sconvolgente: il bombardamento
atomico della città. Montag si mette poi in cammino con gli altri in direzione della città distrutta.
Un'altra importante differenza si nota rispetto al libro: sparendo tutta la parte relativa alla guerra,
scompare anche il discorso finale tra il protagonista e il ribelle Granger, che contiene quello che è
considerato da alcuni il passo fondamentale del libro, in cui il suddetto ribelle dice a Montag
"Incontreremo un gran quantità di persone sole e sofferenti nei prossimi giorni, nei mesi e negli anni a
venire. E quando ci domanderanno che cosa stiamo facendo, tu potrai rispondere loro: Noi ricordiamo.
Ecco dove alla lunga avremo vinto noi."
Senza questo passo (la frase "noi ricordiamo" era addirittura in corsivo originalmente?) l'intero significato
dell'opera può apparire stravolto: nel film gli uomini-libro possono apparire come dei poveri pazzi,
destinati a scomparire col tempo, nel libro, invece, come sottolinea Granger, non potranno che risultare
vincitori, sebbene dopo numerose sofferenze.
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