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Vietnam, porta di accesso ai mercati del Far East
mercati esteri Vietnam, porta di accesso ai mercati del Far East Un Paese i cui tassi di crescita economica hanno raggiunto livelli comparabili con la Cina, che invece rallenta Sabrina Sabatini Vietnam Paese giovane, in crescita, dove si respirano entusiasmo e dinamismo. Base importante per il business in Estremo Oriente, è un Paese chiave per i mercati Asean (Association of South East Asian Nations). Da zona tra le più povere al mondo a Paese a reddito medio, il passo è stato breve. E sorprende la vista, nelle aree urbane, di una skyline di gru e grattacieli in costruzione, ai piedi dei quali scorre lento il traffico assordante di sciami di scooter. Bricst? No: BricstA! Occorre ormai aggiungere la “A” di Asean per completare l’acronimo che identifica i Paesi emergenti più significativi al mondo insieme al Bricst (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica e 52 PARMA economica Turchia): tale comunità economica di dieci Paesi emergenti (esclusi Cina e India) vale oltre 600 milioni di abitanti dal reddito medio pro-capite attorno ai 4.000 dollari e in cui le tariffe sugli scambi sono a zero o si avvicinano gradualmente all’intervallo 5% 0%. In ordine decrescente di popolazione si tratta di: Indonesia, Filippine, Vietnam (con circa 91 milioni di abitanti e Pil pro capite aumentato dieci volte tra il 1991 e il 2011), Thailandia, Myanmar, Malaysia, Cambogia, Laos, Singapore, Brunei. I tassi di crescita economica in aumento hanno raggiunto livelli comparabili con la Cina, che invece rallenta. Le tigri asiatiche sono tornate e mostrano unghie affilate! mercati esteri Nel 2015 i Paesi Afta (Asean free trade area) lanceranno una comune area economica e attualmente stanno firmando nuovi trattati sulla doppia imposizione e l’estensione dei trattati di libero scambio con grandi Paesi vicini (Cina, Giappone, Corea del Sud, Australia, Nuova Zelanda, India) da bilaterali (Asean+1) a multilaterali (Asean+6). Questo permetterà a merci prodotte per almeno il 40% in loco di entrare e uscire dall’area senza imposizione di alcun dazio o con tariffe molto contenute. Il Vietnam, in Asean dal 1995 e in WTO (World Trade Organization) dal 2007, manterrà fino al 2018 i suoi dazi sull’importazione, che al Il Vietnam è momento sono più alti degli altri attualmente tra i Paesi: una temporanea posizione paesi asiatici più di favore, quindi, per chi volesse competitivi. A fine produrre e vendere sul mercato 2012 si sono contati vietnamita. Diversi poi sono gli 14.489 investimenti incentivi fiscali per chi s’insedia in particolari aree geografiche diretti esteri (parchi industriali e zone economiche) individuate dal Governo. «I Vietnamiti hanno una cultura vicina a quella cinese. Lavorano molto e si aspettano rispetto per la propria professionalità», ha recentemente dichiarato Tomaso Andreatta, vicepresidente di Eurocham Vietnam (associazione che rappresenta 750 imprese europee) e uno degli italiani con più interesse per il business nel Sud-Est asiatico e con una vasta esperienza e profonda conoscenza della realtà economica vietnamita. Quadro macroeconomico Grazie alle riforme politiche ed economiche (conosciute come doi moi, “rinnovo”) avviate negli anni ’80 e al graduale passaggio da un’economia pianificata centralmente a una maggiormente orientata al mercato, oggi le esportazioni in Vietnam ammontano a tre quarti del Pil, anche se nel 2008 il Paese ha risentito pesantemente delle turbolenze del mercato globale. Il tasso di crescita si è attestato al 5,4% nel 2013 e dovrebbe tornare al 6% nel 2015. Negli ultimi dieci anni aveva invece registrato in media un valore di oltre il 7%. Il deficit di bilancio per il 2013 si aggira intorno al 5,3% e significativa è stata l’opera di stabilizzazione che ha riportato l’inflazione sotto il 6%, riducendola a un terzo in circa due anni (nel 2011 era al 18%). Vi sono stati poi l’aumento del tasso di sconto, rigido tetto alla crescita del credito, la diminuzione degli investimenti pubblici, l’aumento delle riserve valutarie, la maggior stabilizzazione del cambio del Dong, la bilancia commerciale progressivamente riequilibrata. Importanti risultati sono stati conseguiti anche nella riduzione della povertà locale: la popolazione al di sotto della soglia di povertà (1 dollaro america- ILVIETNAM IN CIFRE Territorio 331.051 km2, Sud più avanzato e industrializzato, Nord più popoloso e maggiormente dedito all’agricoltura Popolazione 91 milioni. Il 26% ha meno di 15 anni e il 56% ha meno di 30 anni. Solo il 30% della popolazione vive in aree urbane Lingue Vietnamita (parlato dal 90% della popolazione), Hmong, Thai, Khmer Capitale Hanoi (6,5 milioni di abitanti). Tra le principali città vi sono Ho Chi Minh City (7,2 milioni) e Haiphong (1,8 milioni) Ordinamento politico Repubblica socialista. Sistema politico monopartitico, con l’esclusivo esercizio del potere da parte del partito comunista del Vietnam (PCV) Moneta Dong, con tasso di cambio per Usd 20,859 Religioni Ufficialmente ateismo. Le principali praticate: buddismo (70%), credo cattolico-evangelico (10%) Pil (a parità di potere d’acquisto) 325,9 miliardi Usd. Composizione: agricoltura (21,6%), industria (40,08%), servizi (37,6%) Tasso di crescita Pil 5,4% nel 2013 Pil pro capite (a parità di potere d’acquisto) 3.600 Usd Forza lavoro 49,18 milioni Grado di rischio Sace 5/7 Fonti: IMF, Sace, Infomercati esteri PARMA economica 53 mercati esteri Fiscalità e dazi Come vengono tassati gli utili delle imprese in Vietnam? L’imposta sugli utili delle imprese, straniere e domestiche è del 22% dal 1 gennaio 2014. Per le imprese che già usufruivano del 22% (perché attive in particolari settori e/o aree geografiche meno sviluppate), diventerà del 20% a partire del 1 gennaio 2016. Le maggiori agevolazioni fiscali sono previste per alta tecnologia, ricerca scientifica, sviluppo delle infrastrutture e software, imprese con forte componente occupazionale di donne e minoranze etniche nella manifattura, costruzioni e trasporti. La riduzione rappresenta un primo passo verso la fissazione dell’aliquota al 20% per tutti entro il 2020. In Parlamento si sta inoltre discutendo di ridurre l’Iva all’8% a partire dal 2015. L’obiettivo del governo vietnamita è di entrare entro il 2030 fra i primi dieci Paesi al mondo per vantaggi fiscali e si sta procedendo con importanti lavori di ristrutturazione del sistema bancario e dei gruppi statali. Ma l’applicazione degli incentivi non è automatica e spesso dipende dall’interpretazione delle autorità fiscali locali. Le perdite possono essere riportate in avanti per cinque anni. Le perdite delle attività non incentivate possono essere usate in compensazione degli utili delle attività incentivate. Sono previste agevolazioni anche sui dazi? Per quanto riguarda i dazi ci sono informazioni strettamente specifiche (variabili per aree, settori e parchi tecnologici) che é bene valutare, sottoponendo il progetto di specie agli uffici locali di Ice Agenzia, Icham (la Camera di commercio italiana in Vietnam) e studi di consulenza. Un re- no al giorno) è scesa dal 58% del 1993 al 12,6% nel 2011, passando nelle aree urbane dal 25% al 5,1%. Tra il 2000 e il 2012 sono giunti in Vietnam investimenti diretti in multinazionali Usa, europee, coreane, giapponesi, cinesi per circa 130 miliardi di Usd. A fine 2012 si contavano 14.489 investimenti diretti esteri (IDE) in attività. Il valore delle relative licenze d’investimento ammontava a 213,6 miliardi di Usd, a opera di Taiwan, Corea, Giappone, Singapore e isole Vergini Britanniche. È il Paese asiatico attualmente con i costi più competitivi per un mix di fattori: buon livello dell’istruzione di base, manodopera giovane e motivata, personale con buona esperienza soprattutto in fabbrica, elevata concentrazione 54 PARMA economica gime speciale vige sui beni importati o esportati da o negli altri Paesi Asean (con i quali il Vietnam ha un accordo di libero scambio): Cina, Corea, Giappone, Australia, Nuova Zelanda e India. Come sono tassati i redditi personali? I lavoratori vietnamiti e stranieri delle “zone economiche” hanno diritto a una riduzione del 50% dell’imposta. Gli stranieri che risiedono in Vietnam per almeno 183 giorni in un anno sottostanno al regime fiscale dei cittadini sul loro reddito. I non residenti scontano un’imposta unica del 20%. L’imposta sui redditi dei residenti è progressiva e va da un minimo del 5% a un massimo del 35%, sopra i 960 milioni di dong. Come viene tutelata la proprietà intellettuale? Dal 2009 il Vietnam ha più volte modificato la normativa sulla proprietà intellettuale per rafforzarne la tutela e ha siglato diversi trattati e convenzioni internazionali, compreso quello di Wto. Nonostante i progressi, però, resta ancora molto da fare: il Paese risulta ancora al 123° posto al mondo nella classifica del World economic, il forum sulla tutela della proprietà intellettuale. Ad esempio, in molti casi le sanzioni per la contraffazione vanno da qualche centinaia a poche migliaia di dollari e quindi non hanno un vero effetto deterrente. Raramente chi reitera l’infrazione subisce un procedimento penale, come pure la legge prevede. Spesso, inoltre, gli investitori stranieri fanno fatica a capire a quale autorità rivolgersi. Fonti: Icham, Ambasciata d’Italia ad Hanoi, Il Sole 24 ore di industrie, disponibilità di circa 20 parchi industriali (zone in cui si concentrano imprese specializzate nella produzione di beni e fornitura di servizi per la produzione industriale) ben organizzati e a costi contenuti in tre macro aree del Paese - Nord, Centro e Sud (più sviluppato) gestiti sia da developer privati che da enti pubblici, con importanti servizi basici e di supporto amministrativo in fase di avvio dell’investimento. A Nord (delta fiume Rosso) ricordiamo Binh Xuyen, Dai An, Dinh Vu, Trang Due, Viet Hung, VSIP Bac Ninh, Yen Phong. Al Centro (area Da Nang - Quang Ngai) ricordiamo i parchi Hoa Khanh expanded e Lien Chieu. Al Sud (Grande Saigon – Delta del Mekong) ricordiamo Amata, Dong An II, Hung mercati esteri Phu I, Long Thanh, My Phuoc, My Xuan B1, Nhon Trac 3-5-6, Phu My, VSIP II. Le opportunità per le Pmi italiane Ma quali sono le concrete opportunità per le Pmi italiane? Risponde l’ambasciatore vietnamita in Italia, Il settore Nguyen Hoang Long, intervenucon maggiori to al forum economico Italia-Vieopportunità per le tnam di Assolombarda a Milano Pmi italiane è quello nell’ottobre 2013: «Il settore dove Pmi italiane hanno le maggiodella meccanica le ri carte da giocare è quello della strumentale meccanica strumentale: macchine utensili, tessili e per l’industria calzaturiera, l’intera filiera del packaging e delle lavorazioni alimentari, macchinari Interscambio commerciale Italia-Vietnam Anni Esportazioni Importazioni Saldo Totale interscambio 2002 300 395 -95 695 2003 326 397 -71 723 2004 283 403 -120 686 2005 218 471 -253 689 2006 300 608 -308 908 2007 512 694 -182 1206 2008 449 802 -353 1251 2009 428 701 -219 1129 2010 584 885 -301 1469 2011 555 1266 -712 1821 2012 503 1818 -1315 2320 Fonte: Istat, valori in milioni di euro agricoli e della plastica. Le industrie esportatrici inserite nel sistema di supply chain globale (catene di approvvigionamento) hanno bisogno di qualità». Long, laureato all’Università Bocconi di Milano e che conosce bene il tessuto imprenditoriale italiano, ha promosso la creazione di una serie di desk di consulenza gestiti dalle Camere di Toscana, Veneto e Emilia Romagna per promuovere una maggiore attenzione verso il suo Paese. Risultati? Due missioni a Ho Chi Minh City e Hanoi incentrate su meccanica e moda tra ottobre e novembre 2013, coordinate da Unioncamere. In cantiere anche iniziative di formazione tecnica in Vietnam, in collaborazione con le associazioni di costruttori italiani di macchinari Ucimu (macchine utensili, robot, automazione), Acimit (industria tessile), Acimall (lavorazione del legno), Assomac (calzature, pelletteria e conceria). «Per crescere e restare al passo con le richieste dei mercati - aggiunge Long - le nostre aziende hanno bisogno di formazione. Altri competitor dell’Italia, in primis la Germania, sono estremamente attivi in questo campo». Il secondo nodo da sciogliere è quello del credito e in particolare le garanzie sui crediti a medio e lungo termine, che, nel caso del Vietnam, sono cruciali in quanto la maggior parte delle aziende locali, soprattutto quelle private, in seguito alla stretta nel Paese, ha bisogno di essere finanziata. Gli esportatori italiani di macchinari lamentano invece la mancanza PARMA economica 55 mercati esteri di una presenza Sace sul mercato. I rapporti economico-commerciali tra Italia e Vietnam Dopo una crescita esponenziale nel corso degli ultimi dieci anni, in particolare nel periodo 2006/2007, nel 2008 le esportazioni italiane hanno registrato un calo del 12% circa. Nel 2009 si è verificata una leggera ripresa, confermata più nettamente nel corso del 2010 (+21,3%), quando anche le importazioni dal Vietnam hanno segnato un forte aumento (+26,2%). Dal 2011, le esportazioni italiane hanno ricominciato a scendere, registrando a fine 2012 soli 503 milioni di euro, contro i 555 dell’anno precedente (-10,3%). Maggiore di conseguenza, il saldo negativo nei nostri confronti, passato da -712 a -1.315 milioni di euro. Per quanto riguarda l’export, secondo dati del Dipartimento generale di statistica vietnamita, a fine 2012 la quota di mercato dell’Italia era scesa allo 0,6%, in ulteriore calo rispetto al già esiguo 0,72% registrato nel 2011 e allo 0,9% del 2010. Dal lato delle esportazioni italiane, nel primo semestre del 2013, i macchinari e gli apparecchi meccanici sono in testa alla graduatoria settoriale, con una quota del 32,3% del totale, seguiti dagli articoli in pelle (13,4%) che hanno registrato un forte aumento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+41,8%). Stessa tendenza per i prodotti chimici che si sono 56 PARMA economica attestati sul 13,3% occupando la terza posizione. Boom delle esportazioni di apparecchiature elettriche che, con un incremento del 287% rispetto al primo semestre 2012, raggiungono la quota del 9,7% sul totale, divenendo il quarto settore. In leggero aumento invece il settore degli articoli di abbigliamento che ha registrato il 6,5%. Segue il settore farmaceutico, che ha terminato la prima metà del 2013 con la quota del 5,6%, con un aumento del 47,4% rispetto allo stesso periodo del 2012 (fonte Ministero degli Esteri, sezione Infomercati). Gli IDE italiani Nonostante il Vietnam mostri vari punti di forza e prospettive, le imprese italiane faticano a investirvi. Il trend è migliorato nel 2013, ma siamo ancora solo al nono posto fra le nazioni europee. Secondo i dati diffusi dal governo vietnamita, gli IDE (Integrated Development Environment) a fine settembre 2013 erano 50, con impegni complessivi pari a 257,4 milioni di Usd, principalmente nell’industria manifatturiera. Presenza invece ancora limitata nei servizi, pur con segnali di maggiore attività d’imprese e professionisti in logistica, consulenze giuridico-legali, architettoniche e ingegneristiche. A metà del 2013 l’Italia si collocava al 29° posto della graduatoria degli investitori stranieri per ammontare di licenze concesse. Il maggiore investimento mercati esteri italiano è quello della Piaggio, che ha inaugurato il suo secondo stabilimento, per un totale di oltre 70 milioni di Usd e capacità produttiva di 300 mila veicoli l’anno. Seguono l’emiliana Datalogic, produttrice di apparecchi per la scansione di codici a barre, localizzata a Ho Chi Minh Nonostante il City, con un importo autorizzato Vietnam mostri di 46 milioni di Usd. Poi Scanning, vari punti di forza Carvico (produzione di tessuti spee prospettive, gli ciali per abbigliamento sportivo), (produzione antibiotici) investimenti delle Medexport, e Curvatura friulana (servizi per l’inimprese italiane dustria dell’arredamento) che hanno non sono ancora completato la realizzazione di unità massicci produttive, oltre a Danieli Officine Meccaniche, Perfetti Van Melle (dolciumi), Merloni Termosanitari, Mapei, Ferroli. I gruppi bancari Intesa Sanpaolo e Unicredit hanno propri uffici di rappresentanza, mentre Generali ha inaugurato nel 2013 la propria filiale, attiva nel settore assicurazioni vita. L’interscambio con l’Emilia-Romagna Negli ultimi anni il valore dell’interscambio commerciale tra Emilia-Romagna e Vietnam ha registrato un notevole balzo in avanti: nel 2011 import per più di 139 milioni di euro e export per più di 102 milioni. Nel 2012 l’Italia si è posizionata al decimo posto tra i Paesi fornitori e al ventunesimo tra gli acquirenti. Nel marzo 2013, che è coinciso con il quarantesimo anniversario dell’apertura delle relazioni diplomatiche tra Italia e Vietnam, i due sistemi Paese hanno sottoscritto una dichiarazione d’intenti e un memorandum operativo per promuovere investimenti, cooperazione economica, trasferimento di tecnologie e collaborazione in ricerca e sviluppo. Il desk Vietnam, ufficio di collegamento attivato per assistere le imprese regionali nei processi d’internazionalizzazione, ha già incontrato in pochi mesi oltre 100 imprese di cui metà del settore meccanica, che rappresenta il 43% del comparto manifatturiero (per informazioni Unioncamere ER: desk.vietnam@ rer.camcom.it). Le due missioni imprenditoriali su meccanica e moda sono state organizzate in sinergia tra sistema camerale e diplomazia economica italiana a vietnamita. La prima ha coinvolto in incontri istituzionali e tecnici una ventina d’imprese, di cui otto emiliano-romagnole (una delle quali di Parma, la Doma Srl, vedi box). Unioncamere Emilia-Romagna ha sottoscritto intese con VCCI di Ho Chi Minh City (Vietnam Business forum) e Icham (Camera italiana in Vietnam), Vietrade (l’agenzia governativa di promozione commerciale) e Provincia meridionale di Binh Duong (al cui interno vi è il parco industriale Dong An II, a circa 40 km a Nord di Ho Chi Minh City, che offre anche reperimento, gestione e formazione del personale in collaborazione con il Politecnico di Dong An e con quello di Singapore per le procedure doganali) e attività di matchmaking con imprese locali, nello specifico un’ottantina di incontri B2B e visite aziendali. Della metà di novembre invece la missione imprenditoriale sul settore moda cui ha partecipato anche il Consorzio Parma Couture (vedi box). PARMA economica 57 mercati esteri APERTURA AL VIETNAM: DUE CASI ITALIANI «Occorre esplorare nuovi mercati e, fra questi, sicuramente, quelli che stanno emergendo con forza e entusiasmo nella zona asiatica. Esplorare significa capire se sono mercati nei quali le nostre produzioni possono trovare sbocchi soddisfacenti. Se riteniamo di sì, occorre avere inventiva, determinazione e puntare sempre alla qualità, che è il nostro atout su qualunque mercato». Con queste parole il Presidente della Camera di commercio di Parma, Andrea Zanlari, ha commentato il buon esito delle missioni vietnamite delle Pmi italiane. Meccanica: la Doma srl di parma «La nostra partecipazione alla missione di ottobre sulla meccanica in Vietnam è cominciata quasi per caso - dichiara Simona Magnani, imprenditrice di Doma Srl di Parma, azienda che opera dal 1974 nel settore della carpenteria metallica - . Su suggerimento della nostra consulente export abbiamo cominciato a interessarci concretamente al tema dell’internazionalizzazione. Complici la possibilità di frequentare la scorsa estate, presso Unioncamere Emilia Romagna, il master sulle reti d’impresa e il Mini Master “Vietnam: una piattaforma per competere in Asia”. Ci hanno presentato un Paese con struttura industriale fondata sulle Pmi, come il nostro, ma in grande fermento e con forte attrattività in tema d’investimenti esteri e con tanta voglia di non lasciarsi scappare le varie opportunità. Cosa che, in effetti, abbiamo riscontrato durante la visita in Vietnam in ottobre. Avendo clienti che operano e hanno stabilimenti in zone limitrofe, decidiamo di lasciarci coinvolgere in un’analisi di fattibilità proposta da Icham (la Camera di commercio italiana in Vietnam); la visita in azienda di Hai Phan, Segretario Generale di Icham, ci ha confermato le possibili opportunità. Tante domande sulla nostra attività, altrettante risposte ai nostri quesiti e finalmente la conferma che l’azienda Doma ha i requisiti per aprire rapporti economici con un Paese del Sud-Est asiatico. Ci saranno da fare varie valutazioni sia a livello finanziario che logistico ma, prima di tutto, visitiamo il Paese. Le istituzioni che ci hanno accompagnato e sostenuto durante tutta la missione, l’accoglienza riservataci sia dalle istituzioni italiane sia da quelle locali, ci ha dato ancor più la spinta a credere in quello che stavamo affrontando. Un‘organizzazione perfetta sotto ogni profilo. Gli incontri B2B svoltisi a Ho Chi Minh City e a Hanoi ci hanno confermato la voglia di mettersi in gioco con partner italiani. L’organizzazione dei parchi industriali offre alle aziende tutta una serie di servizi e un supporto 58 PARMA economica assolutamente necessari e indispensabili per un sereno approccio alla realtà produttiva ed economica locale. Una bella e proficua esperienza che ci ha fatto apprezzare il valore (anche percepito) e il know how delle nostre aziende, unite alle opportunità presenti, con un buon supporto del sistema. Adesso è il momento di tirare le somme e cercare di pianificare la nostra opportunità di business, possibilmente attraverso una rete d’imprese, data la nostra struttura di piccola impresa». moda: parma Couture «Il Vietnam è un mercato lontano, sia in termini geografici sia come idea, un mercato a cui forse da solo non avrei mai pensato. Invece mi son dovuto ricredere». Ha commentato così Michele Pignacca, imprenditore salsese della ditta di cosmesi naturale Pilogen Carezza Srl, membro del Consorzio Parma Couture e Presidente di Gruppo imprese artigiane di Parma, al rientro dalla missione di sistema nazionale e regionale in Vietnam (Ho Chi Minh City e Hanoi) su beni di consumo, moda e cosmesi. Ci vuol parlare dell’esperienza in Vietnam? Cosa trova lì di concreto un imprenditore di una Pmi del sistema moda? Grazie al lavoro fatto dalle nostre istituzioni in loco, che ha avuto il suo presupposto nell’impegno profuso dall’Ambasciata italiana, ho potuto cogliere opportunità e creare relazioni per tutte le tre realtà che rappresentavo. La missione organizzata dal sistema camerale nazionale, nell’ambito dell’intesa operativa Ice-Unioncamere-Ministero dello sviluppo economico, e promossa da Unioncamere Emilia Romagna a Ho Chi Minh City e Hanoi dal 9 al 16 novembre con incontri B2B e visite aziendali, era inserita fra le tante iniziative organizzate dall’Ambasciata italiana a Hanoi (in particolare quella dal titolo “Il bello e il ben fatto: le eccellenze italiane e le prospettive vietnamite”). Ho conosciuto potenziali distributori, grazie all’accurato lavoro di ricerca e selezione effettuato da Camera di commercio italiana in Vietnam e Ice agenzia. Contemporaneamente era in atto una missione internazionale dell’Unione Europea. Abbiamo incontrato la delegazione guidata dal vicepresidente della Commissione europea Antonio Tajani (impegnata nel road show in Vietnam, Myanmar e Thailandia per promuovere gli interessi economici europei nel mondo) in occasione della sigla dell’intesa con il governo vietnamita per aprire nuove opportunità per le Pmi in campo industriale e turistico. Ice e Camera di Commercio italiana in Vietnam hanno saputo creare una mercati esteri rete di relazioni che mettono a disposizione delle aziende italiane e si prodigano per soddisfare tutte le esigenze che può avere un imprenditore in missione. Quale aspetto del Vietnam L’ha colpita maggiormente? Che è un Paese di giovani, a tutti livelli, anche quelli dirigenziali. C’è propensione a investire in attività, beni strumentali, beni di consumo. Nel Paese c’è una classe emergente che guarda al made in Italy. Gli spazi di crescita sono ampi e ci sono grandi prospettive di sviluppo del mercato interno che può essere raggiunto molto più agevolmente producendo direttamente in loco. Nel campo, per esempio, dei prodotti cosmetici di largo consumo, rivolti al mercato interno: ho notato che sono prodotti in gran parte da aziende coreane insediate in Vietnam. Anche per l’abbigliamento ci sono buone prospettive, ma le Pmi devono considerare che i vietnamiti prestano molta attenzione al brand che collegano allo status sociale. Appuntamenti per il 2014 Si segnalano la fiera PROPACK Vietnam (per industria alimentare, beverage e farmaceutica) che si svolgerà a Ho Chi Minh City al Saigon Exhibition & Convention Center (SEEC) dal 4 al 6 marzo 2014 e l’incoming di operatori vietnamiti in EmiliaRomagna che prevede un workshop il 25 marzo alla Camera di Commercio di Forlì-Cesena e il 26 marzo alla Camera di Commercio di Modena, con visita alla manifestazione fieristica MECSPE a Parma (fiera di riferimento per l’industria manifatturiera e punto d’incontro tra tecnologie per produrre e filiere industriali), in occasione della quale si organizzerà anche un focus sulle tecnologie richieste sul mercato vietnamita con testimonianze aziendali italiane e vietnamite. Saranno inoltre presenti buyers di vari Paesi (tra cui per la prima volta il Vietnam) alla quinta edizione di Tech Agrifood, evento dedicato alle tecnologie e all’innovazione nelle filiere frutta e verdura fresca e trasformata, vino e vigna, cereali e olio, in programma nei giorni 29 e 30 ottobre 2014, nell’ambito di Cibus Tec - Food Pack. Per conseguire l’obiettivo di far crescere non solo i rapporti commerciali con costituzione di reti tra imprese ma anche quelli concernenti gli investimenti produttivi e far conoscere le potenzialità vietnamite per le Pmi, ci si può avvalere di un nuovo strumento: lo Europe Vietnam Business Network – EVBN (consorzio con capofila la Francia e copartner l’Italia, rappresentata da Unioncamere ER, oltre a Polonia e Repubblica Ceca), inaugurato nel novembre 2013 a Ho Chi Minh City dal vicepresidente italiano dell’Unione Europea Antonio Tajani, impegnato in un road show promozionale in Vietnam, Myanmar e Thailandia. Sono state siglate, infatti, con il governo vietnamita due intese: una per aprire nuove opportunità per le Pmi e l’altra per sviluppare l’industria del turismo. «Essere in quest’area geografica – ha spiegato Tajani – è cruciale. Nell’Ue abbiamo 23 milioni di Pmi ma solo il 13% è attivo fuori dai confini comunitari». Anche Lorenzo Angeloni, ambasciatore italiano in Vietnam, spiega: «Qui ci sono le condizioni per far sì che il nostro manifatturiero, non delocalizzando e poi riesportando in Italia, ma producendo assieme ai vietnamiti, possa realizzare prodotti da esportare verso l’est, beneficiando dei nuovi trattati in essere particolarmente vantaggiosi sull’enorme mercato di tutta l’area Asean, Cina, Corea e Giappone». Inoltre il Vietnam ha sempre più fame di tecnologie e qualità. «Le imprese locali – continua Angeloni – cercano partner che consentano di avanzare nella catena del valore, qui ci sono miriadi di Pmi ma i loro prodotti sono di bassa qualità e non riescono a sfondare». Vietnam e Ue Il Vietnam sta diventando un partner commerciale sempre più importante per l’Ue. Nel 2012 ha superato gli Usa diventando il mercato d’esportazione più importante per i prodotti vietnamiti. L’Ue esporta principalmente macchine e apparecchiature elettriche (22,3%), veicoli e attrezzature di trasporto (20,9%). L’Ue è ora il secondo maggior partner commerciale bilaterale del Vietnam, dopo la Cina e nel 2012 il disavanzo della bilancia commerciale era stimato a più di 13 miliardi di euro. Tra i prodotti esportati dal Vietnam in Ue nel 2012, oltre ai prodotti agricoli, citiamo calzature e accessori per l’abbigliamento (11,5%). Nel 2012 le esportazioni Ue verso il Vietnam sono state pari a 5.351 milioni di euro; le importazioni Ue dal Vietnam 18.514 milioni di euro; gli IDE Ue in Vietnam 0,8 miliardi di euro. Ricordiamo infine che nel giugno 2012 sono stati avviati i negoziati per un accordo di libero scambio (ALS) bilaterale tra Ue e Vietnam. Fonti: Ministero degli affari esteri italiano, sezione Infomercati e Ambasciata italiana in Vietnam, Ministero dello sviluppo economico, Istat, Ice, Sace, Il Sole 24 ore, Icham - Camera di commercio italiana in Vietnam, Unioncamere Emilia-Romagna, Dipartimento generale di statistica del governo vietnamita, IFM-Fondo monetario internazionale, The Asian Development Bank PARMA economica 59