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Vietnam, porta di accesso ai mercati del Far East

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Vietnam, porta di accesso ai mercati del Far East
mercati esteri
Vietnam, porta di accesso
ai mercati del Far East
Un Paese i cui tassi di crescita economica hanno raggiunto livelli
comparabili con la Cina, che invece rallenta
Sabrina Sabatini
Vietnam Paese giovane, in crescita, dove si
respirano entusiasmo e dinamismo. Base
importante per il business in Estremo
Oriente, è un Paese chiave per i mercati
Asean (Association of South East Asian
Nations). Da zona tra le più povere al mondo a Paese a reddito medio, il passo è stato
breve. E sorprende la vista, nelle aree urbane, di una skyline di gru e grattacieli in
costruzione, ai piedi dei quali scorre lento
il traffico assordante di sciami di scooter.
Bricst? No: BricstA! Occorre ormai aggiungere la “A” di Asean per completare
l’acronimo che identifica i Paesi emergenti
più significativi al mondo insieme al Bricst
(Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica e
52 PARMA economica
Turchia): tale comunità economica di dieci
Paesi emergenti (esclusi Cina e India) vale
oltre 600 milioni di abitanti dal reddito medio pro-capite attorno ai 4.000 dollari e in
cui le tariffe sugli scambi sono a zero o si
avvicinano gradualmente all’intervallo 5% 0%. In ordine decrescente di popolazione
si tratta di: Indonesia, Filippine, Vietnam
(con circa 91 milioni di abitanti e Pil pro
capite aumentato dieci volte tra il 1991 e
il 2011), Thailandia, Myanmar, Malaysia,
Cambogia, Laos, Singapore, Brunei. I tassi di crescita economica in aumento hanno
raggiunto livelli comparabili con la Cina,
che invece rallenta. Le tigri asiatiche sono
tornate e mostrano unghie affilate!
mercati esteri
Nel 2015 i Paesi Afta (Asean free trade
area) lanceranno una comune area economica e attualmente stanno firmando
nuovi trattati sulla doppia imposizione e
l’estensione dei trattati di libero scambio
con grandi Paesi vicini (Cina, Giappone,
Corea del Sud, Australia, Nuova Zelanda,
India) da bilaterali (Asean+1) a multilaterali (Asean+6). Questo permetterà a merci
prodotte per almeno il 40% in loco di entrare e uscire dall’area senza imposizione
di alcun dazio o con tariffe molto contenute. Il Vietnam, in Asean dal 1995 e in
WTO (World Trade Organization) dal
2007, manterrà fino al 2018 i suoi
dazi sull’importazione, che al
Il Vietnam è momento sono più alti degli altri
attualmente tra i Paesi: una temporanea posizione
paesi asiatici più di favore, quindi, per chi volesse
competitivi. A fine produrre e vendere sul mercato
2012 si sono contati vietnamita. Diversi poi sono gli
14.489 investimenti incentivi fiscali per chi s’insedia
in particolari aree geografiche
diretti esteri (parchi industriali e zone economiche) individuate dal Governo.
«I Vietnamiti hanno una cultura vicina a
quella cinese. Lavorano molto e si aspettano rispetto per la propria professionalità»,
ha recentemente dichiarato Tomaso Andreatta, vicepresidente di Eurocham Vietnam (associazione che rappresenta 750
imprese europee) e uno degli italiani con
più interesse per il business nel Sud-Est
asiatico e con una vasta esperienza e profonda conoscenza della realtà economica
vietnamita.
Quadro macroeconomico
Grazie alle riforme politiche ed economiche (conosciute come doi moi, “rinnovo”)
avviate negli anni ’80 e al graduale passaggio da un’economia pianificata centralmente a una maggiormente orientata al
mercato, oggi le esportazioni in Vietnam
ammontano a tre quarti del Pil, anche se
nel 2008 il Paese ha risentito pesantemente delle turbolenze del mercato globale. Il
tasso di crescita si è attestato al 5,4% nel
2013 e dovrebbe tornare al 6% nel 2015.
Negli ultimi dieci anni aveva invece registrato in media un valore di oltre il 7%. Il
deficit di bilancio per il 2013 si aggira intorno al 5,3% e significativa è stata l’opera
di stabilizzazione che ha riportato l’inflazione sotto il 6%, riducendola a un terzo
in circa due anni (nel 2011 era al 18%). Vi
sono stati poi l’aumento del tasso di sconto, rigido tetto alla crescita del credito, la
diminuzione degli investimenti pubblici,
l’aumento delle riserve valutarie, la maggior stabilizzazione del cambio del Dong,
la bilancia commerciale progressivamente riequilibrata. Importanti risultati sono
stati conseguiti anche nella riduzione della
povertà locale: la popolazione al di sotto
della soglia di povertà (1 dollaro america-
ILVIETNAM IN CIFRE
Territorio
331.051 km2, Sud più avanzato e industrializzato, Nord più popoloso e maggiormente dedito
all’agricoltura
Popolazione
91 milioni. Il 26% ha meno di 15 anni e il 56% ha
meno di 30 anni. Solo il 30% della popolazione
vive in aree urbane
Lingue
Vietnamita (parlato dal 90% della popolazione),
Hmong, Thai, Khmer
Capitale
Hanoi (6,5 milioni di abitanti). Tra le principali città vi sono Ho Chi Minh City (7,2 milioni) e
Haiphong (1,8 milioni)
Ordinamento politico
Repubblica socialista. Sistema politico monopartitico, con l’esclusivo esercizio del potere da
parte del partito comunista del Vietnam (PCV)
Moneta
Dong, con tasso di cambio per Usd 20,859
Religioni
Ufficialmente ateismo. Le principali praticate:
buddismo (70%), credo cattolico-evangelico
(10%)
Pil (a parità di potere d’acquisto)
325,9 miliardi Usd. Composizione: agricoltura
(21,6%), industria (40,08%), servizi (37,6%)
Tasso di crescita Pil
5,4% nel 2013
Pil pro capite (a parità di potere d’acquisto)
3.600 Usd
Forza lavoro
49,18 milioni
Grado di rischio Sace
5/7
Fonti: IMF, Sace, Infomercati esteri
PARMA economica
53
mercati esteri
Fiscalità e dazi
Come vengono tassati gli utili delle imprese in Vietnam?
L’imposta sugli utili delle imprese, straniere e domestiche è del 22% dal 1 gennaio 2014. Per
le imprese che già usufruivano del 22% (perché
attive in particolari settori e/o aree geografiche
meno sviluppate), diventerà del 20% a partire
del 1 gennaio 2016. Le maggiori agevolazioni
fiscali sono previste per alta tecnologia, ricerca
scientifica, sviluppo delle infrastrutture e software, imprese con forte componente occupazionale
di donne e minoranze etniche nella manifattura,
costruzioni e trasporti. La riduzione rappresenta
un primo passo verso la fissazione dell’aliquota
al 20% per tutti entro il 2020. In Parlamento si
sta inoltre discutendo di ridurre l’Iva all’8% a partire dal 2015. L’obiettivo del governo vietnamita
è di entrare entro il 2030 fra i primi dieci Paesi al
mondo per vantaggi fiscali e si sta procedendo
con importanti lavori di ristrutturazione del sistema bancario e dei gruppi statali. Ma l’applicazione degli incentivi non è automatica e spesso
dipende dall’interpretazione delle autorità fiscali locali. Le perdite possono essere riportate in
avanti per cinque anni. Le perdite delle attività
non incentivate possono essere usate in compensazione degli utili delle attività incentivate.
Sono previste agevolazioni anche sui dazi?
Per quanto riguarda i dazi ci sono informazioni
strettamente specifiche (variabili per aree, settori
e parchi tecnologici) che é bene valutare, sottoponendo il progetto di specie agli uffici locali
di Ice Agenzia, Icham (la Camera di commercio
italiana in Vietnam) e studi di consulenza. Un re-
no al giorno) è scesa dal 58% del 1993 al
12,6% nel 2011, passando nelle aree urbane dal 25% al 5,1%.
Tra il 2000 e il 2012 sono giunti in Vietnam investimenti diretti in multinazionali Usa, europee, coreane, giapponesi, cinesi
per circa 130 miliardi di Usd. A fine 2012
si contavano 14.489 investimenti diretti
esteri (IDE) in attività. Il valore delle relative licenze d’investimento ammontava a
213,6 miliardi di Usd, a opera di Taiwan,
Corea, Giappone, Singapore e isole Vergini Britanniche. È il Paese asiatico attualmente con i costi più competitivi per un
mix di fattori: buon livello dell’istruzione
di base, manodopera giovane e motivata,
personale con buona esperienza soprattutto in fabbrica, elevata concentrazione
54 PARMA economica
gime speciale vige sui beni importati o esportati
da o negli altri Paesi Asean (con i quali il Vietnam
ha un accordo di libero scambio): Cina, Corea,
Giappone, Australia, Nuova Zelanda e India.
Come sono tassati i redditi personali?
I lavoratori vietnamiti e stranieri delle “zone
economiche” hanno diritto a una riduzione del
50% dell’imposta. Gli stranieri che risiedono in
Vietnam per almeno 183 giorni in un anno sottostanno al regime fiscale dei cittadini sul loro
reddito. I non residenti scontano un’imposta unica del 20%. L’imposta sui redditi dei residenti
è progressiva e va da un minimo del 5% a un
massimo del 35%, sopra i 960 milioni di dong.
Come viene tutelata la proprietà intellettuale?
Dal 2009 il Vietnam ha più volte modificato la normativa sulla proprietà intellettuale per rafforzarne
la tutela e ha siglato diversi trattati e convenzioni
internazionali, compreso quello di Wto. Nonostante i progressi, però, resta ancora molto da
fare: il Paese risulta ancora al 123° posto al mondo nella classifica del World economic, il forum
sulla tutela della proprietà intellettuale. Ad esempio, in molti casi le sanzioni per la contraffazione
vanno da qualche centinaia a poche migliaia di
dollari e quindi non hanno un vero effetto deterrente. Raramente chi reitera l’infrazione subisce
un procedimento penale, come pure la legge prevede. Spesso, inoltre, gli investitori stranieri fanno
fatica a capire a quale autorità rivolgersi.
Fonti: Icham, Ambasciata d’Italia ad Hanoi, Il
Sole 24 ore
di industrie, disponibilità di circa 20 parchi industriali (zone in cui si concentrano
imprese specializzate nella produzione di
beni e fornitura di servizi per la produzione industriale) ben organizzati e a costi contenuti in tre macro aree del Paese
- Nord, Centro e Sud (più sviluppato) gestiti sia da developer privati che da enti
pubblici, con importanti servizi basici e di
supporto amministrativo in fase di avvio
dell’investimento. A Nord (delta fiume
Rosso) ricordiamo Binh Xuyen, Dai An,
Dinh Vu, Trang Due, Viet Hung, VSIP
Bac Ninh, Yen Phong. Al Centro (area Da
Nang - Quang Ngai) ricordiamo i parchi
Hoa Khanh expanded e Lien Chieu. Al
Sud (Grande Saigon – Delta del Mekong)
ricordiamo Amata, Dong An II, Hung
mercati esteri
Phu I, Long Thanh, My Phuoc, My Xuan
B1, Nhon Trac 3-5-6, Phu My, VSIP II.
Le opportunità per le Pmi italiane
Ma quali sono le concrete opportunità per
le Pmi italiane? Risponde l’ambasciatore vietnamita in Italia,
Il settore Nguyen Hoang Long, intervenucon maggiori to al forum economico Italia-Vieopportunità per le tnam di Assolombarda a Milano
Pmi italiane è quello nell’ottobre 2013: «Il settore dove
Pmi italiane hanno le maggiodella meccanica le
ri carte da giocare è quello della
strumentale meccanica strumentale: macchine utensili, tessili e per l’industria
calzaturiera, l’intera filiera del packaging e
delle lavorazioni alimentari, macchinari
Interscambio commerciale Italia-Vietnam
Anni
Esportazioni
Importazioni
Saldo
Totale
interscambio
2002
300
395
-95
695
2003
326
397
-71
723
2004
283
403
-120
686
2005
218
471
-253
689
2006
300
608
-308
908
2007
512
694
-182
1206
2008
449
802
-353
1251
2009
428
701
-219
1129
2010
584
885
-301
1469
2011
555
1266
-712
1821
2012
503
1818
-1315
2320
Fonte: Istat, valori in milioni di euro
agricoli e della plastica. Le industrie esportatrici inserite nel sistema di supply chain
globale (catene di approvvigionamento)
hanno bisogno di qualità». Long, laureato
all’Università Bocconi di Milano e che conosce bene il tessuto imprenditoriale italiano, ha promosso la creazione di una serie
di desk di consulenza gestiti dalle Camere
di Toscana, Veneto e Emilia Romagna per
promuovere una maggiore attenzione verso
il suo Paese. Risultati? Due missioni a Ho
Chi Minh City e Hanoi incentrate su meccanica e moda tra ottobre e novembre 2013,
coordinate da Unioncamere. In cantiere anche iniziative di formazione tecnica in Vietnam, in collaborazione con le associazioni
di costruttori italiani di macchinari Ucimu
(macchine utensili, robot, automazione),
Acimit (industria tessile), Acimall (lavorazione del legno), Assomac (calzature, pelletteria e conceria). «Per crescere e restare al
passo con le richieste dei mercati - aggiunge Long - le nostre aziende hanno bisogno
di formazione. Altri competitor dell’Italia,
in primis la Germania, sono estremamente
attivi in questo campo». Il secondo nodo da
sciogliere è quello del credito e in particolare le garanzie sui crediti a medio e lungo
termine, che, nel caso del Vietnam, sono
cruciali in quanto la maggior parte delle
aziende locali, soprattutto quelle private, in
seguito alla stretta nel Paese, ha bisogno di
essere finanziata. Gli esportatori italiani di
macchinari lamentano invece la mancanza
PARMA economica
55
mercati esteri
di una presenza Sace sul mercato.
I rapporti economico-commerciali tra
Italia e Vietnam
Dopo una crescita esponenziale nel corso
degli ultimi dieci anni, in particolare nel
periodo 2006/2007, nel 2008 le esportazioni italiane hanno registrato un calo del
12% circa. Nel 2009 si è verificata una leggera ripresa, confermata più nettamente nel
corso del 2010 (+21,3%), quando anche le
importazioni dal Vietnam hanno segnato
un forte aumento (+26,2%). Dal 2011, le
esportazioni italiane hanno ricominciato a
scendere, registrando a fine 2012 soli 503
milioni di euro, contro i 555 dell’anno precedente (-10,3%). Maggiore di conseguenza, il saldo negativo nei nostri confronti,
passato da -712 a -1.315 milioni di euro.
Per quanto riguarda l’export, secondo dati
del Dipartimento generale di statistica
vietnamita, a fine 2012 la quota di mercato dell’Italia era scesa allo 0,6%, in ulteriore calo rispetto al già esiguo 0,72%
registrato nel 2011 e allo 0,9% del 2010.
Dal lato delle esportazioni italiane, nel
primo semestre del 2013, i macchinari
e gli apparecchi meccanici sono in testa
alla graduatoria settoriale, con una quota
del 32,3% del totale, seguiti dagli articoli
in pelle (13,4%) che hanno registrato un
forte aumento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+41,8%). Stessa
tendenza per i prodotti chimici che si sono
56 PARMA economica
attestati sul 13,3% occupando la terza posizione. Boom delle esportazioni di apparecchiature elettriche che, con un incremento del 287% rispetto al primo semestre 2012, raggiungono la quota del 9,7%
sul totale, divenendo il quarto settore. In
leggero aumento invece il settore degli
articoli di abbigliamento che ha registrato il 6,5%. Segue il settore farmaceutico,
che ha terminato la prima metà del 2013
con la quota del 5,6%, con un aumento
del 47,4% rispetto allo stesso periodo del
2012 (fonte Ministero degli Esteri, sezione Infomercati).
Gli IDE italiani
Nonostante il Vietnam mostri vari punti
di forza e prospettive, le imprese italiane
faticano a investirvi. Il trend è migliorato
nel 2013, ma siamo ancora solo al nono
posto fra le nazioni europee. Secondo i
dati diffusi dal governo vietnamita, gli IDE
(Integrated Development Environment) a
fine settembre 2013 erano 50, con impegni
complessivi pari a 257,4 milioni di Usd,
principalmente nell’industria manifatturiera. Presenza invece ancora limitata nei
servizi, pur con segnali di maggiore attività d’imprese e professionisti in logistica,
consulenze giuridico-legali, architettoniche
e ingegneristiche. A metà del 2013 l’Italia
si collocava al 29° posto della graduatoria
degli investitori stranieri per ammontare di
licenze concesse. Il maggiore investimento
mercati esteri
italiano è quello della Piaggio, che ha inaugurato il suo secondo stabilimento, per un
totale di oltre 70 milioni di Usd e capacità
produttiva di 300 mila veicoli l’anno. Seguono l’emiliana Datalogic, produttrice di
apparecchi per la scansione di codici
a barre, localizzata a Ho Chi Minh
Nonostante il City, con un importo autorizzato
Vietnam mostri di 46 milioni di Usd. Poi Scanning,
vari punti di forza Carvico (produzione di tessuti spee prospettive, gli ciali per abbigliamento sportivo),
(produzione antibiotici)
investimenti delle Medexport,
e Curvatura friulana (servizi per l’inimprese italiane dustria dell’arredamento) che hanno
non sono ancora completato la realizzazione di unità
massicci produttive, oltre a Danieli Officine Meccaniche, Perfetti Van Melle
(dolciumi), Merloni Termosanitari, Mapei, Ferroli. I gruppi bancari Intesa
Sanpaolo e Unicredit hanno propri uffici di
rappresentanza, mentre Generali ha inaugurato nel 2013 la propria filiale, attiva nel
settore assicurazioni vita.
L’interscambio con l’Emilia-Romagna
Negli ultimi anni il valore dell’interscambio commerciale tra Emilia-Romagna e
Vietnam ha registrato un notevole balzo
in avanti: nel 2011 import per più di 139
milioni di euro e export per più di 102
milioni. Nel 2012 l’Italia si è posizionata
al decimo posto tra i Paesi fornitori e al
ventunesimo tra gli acquirenti. Nel marzo
2013, che è coinciso con il quarantesimo
anniversario dell’apertura delle relazioni
diplomatiche tra Italia e Vietnam, i due
sistemi Paese hanno sottoscritto una dichiarazione d’intenti e un memorandum
operativo per promuovere investimenti,
cooperazione economica, trasferimento
di tecnologie e collaborazione in ricerca e
sviluppo. Il desk Vietnam, ufficio di collegamento attivato per assistere le imprese
regionali nei processi d’internazionalizzazione, ha già incontrato in pochi mesi
oltre 100 imprese di cui metà del settore
meccanica, che rappresenta il 43% del
comparto manifatturiero (per informazioni Unioncamere ER: desk.vietnam@
rer.camcom.it). Le due missioni imprenditoriali su meccanica e moda sono state
organizzate in sinergia tra sistema camerale e diplomazia economica italiana a vietnamita. La prima ha coinvolto in incontri
istituzionali e tecnici una ventina d’imprese, di cui otto emiliano-romagnole (una
delle quali di Parma, la Doma Srl, vedi
box). Unioncamere Emilia-Romagna ha
sottoscritto intese con VCCI di Ho Chi
Minh City (Vietnam Business forum) e
Icham (Camera italiana in Vietnam), Vietrade (l’agenzia governativa di promozione commerciale) e Provincia meridionale
di Binh Duong (al cui interno vi è il parco industriale Dong An II, a circa 40 km
a Nord di Ho Chi Minh City, che offre
anche reperimento, gestione e formazione del personale in collaborazione con il
Politecnico di Dong An e con quello di
Singapore per le procedure doganali) e
attività di matchmaking con imprese locali, nello specifico un’ottantina di incontri
B2B e visite aziendali. Della metà di novembre invece la missione imprenditoriale
sul settore moda cui ha partecipato anche
il Consorzio Parma Couture (vedi box).
PARMA economica
57
mercati esteri
APERTURA AL VIETNAM: DUE CASI ITALIANI
«Occorre esplorare nuovi mercati e, fra questi,
sicuramente, quelli che stanno emergendo con
forza e entusiasmo nella zona asiatica. Esplorare
significa capire se sono mercati nei quali le nostre
produzioni possono trovare sbocchi soddisfacenti. Se riteniamo di sì, occorre avere inventiva, determinazione e puntare sempre alla qualità, che è il
nostro atout su qualunque mercato». Con queste
parole il Presidente della Camera di commercio
di Parma, Andrea Zanlari, ha commentato il buon
esito delle missioni vietnamite delle Pmi italiane.
Meccanica: la Doma srl di parma
«La nostra partecipazione alla missione di ottobre
sulla meccanica in Vietnam è cominciata quasi
per caso - dichiara Simona Magnani, imprenditrice di Doma Srl di Parma, azienda che opera dal
1974 nel settore della carpenteria metallica - .
Su suggerimento della nostra consulente export
abbiamo cominciato a interessarci concretamente al tema dell’internazionalizzazione. Complici la
possibilità di frequentare la scorsa estate, presso
Unioncamere Emilia Romagna, il master sulle reti
d’impresa e il Mini Master “Vietnam: una piattaforma per competere in Asia”. Ci hanno presentato
un Paese con struttura industriale fondata sulle
Pmi, come il nostro, ma in grande fermento e con
forte attrattività in tema d’investimenti esteri e con
tanta voglia di non lasciarsi scappare le varie opportunità. Cosa che, in effetti, abbiamo riscontrato durante la visita in Vietnam in ottobre. Avendo
clienti che operano e hanno stabilimenti in zone limitrofe, decidiamo di lasciarci coinvolgere in un’analisi di fattibilità proposta da Icham (la Camera di
commercio italiana in Vietnam); la visita in azienda
di Hai Phan, Segretario Generale di Icham, ci ha
confermato le possibili opportunità. Tante domande sulla nostra attività, altrettante risposte ai nostri quesiti e finalmente la conferma che l’azienda
Doma ha i requisiti per aprire rapporti economici
con un Paese del Sud-Est asiatico. Ci saranno
da fare varie valutazioni sia a livello finanziario che
logistico ma, prima di tutto, visitiamo il Paese. Le
istituzioni che ci hanno accompagnato e sostenuto durante tutta la missione, l’accoglienza riservataci sia dalle istituzioni italiane sia da quelle locali,
ci ha dato ancor più la spinta a credere in quello
che stavamo affrontando. Un‘organizzazione perfetta sotto ogni profilo. Gli incontri B2B svoltisi a
Ho Chi Minh City e a Hanoi ci hanno confermato
la voglia di mettersi in gioco con partner italiani.
L’organizzazione dei parchi industriali offre alle
aziende tutta una serie di servizi e un supporto
58 PARMA economica
assolutamente necessari e indispensabili per un
sereno approccio alla realtà produttiva ed economica locale. Una bella e proficua esperienza che
ci ha fatto apprezzare il valore (anche percepito)
e il know how delle nostre aziende, unite alle opportunità presenti, con un buon supporto del sistema. Adesso è il momento di tirare le somme
e cercare di pianificare la nostra opportunità di
business, possibilmente attraverso una rete d’imprese, data la nostra struttura di piccola impresa».
moda: parma
Couture
«Il Vietnam è un mercato lontano, sia in termini
geografici sia come idea, un mercato a cui forse da solo non avrei mai pensato. Invece mi son
dovuto ricredere». Ha commentato così Michele Pignacca, imprenditore salsese della ditta di
cosmesi naturale Pilogen Carezza Srl, membro
del Consorzio Parma Couture e Presidente di
Gruppo imprese artigiane di Parma, al rientro
dalla missione di sistema nazionale e regionale
in Vietnam (Ho Chi Minh City e Hanoi) su beni di
consumo, moda e cosmesi.
Ci vuol parlare dell’esperienza in Vietnam?
Cosa trova lì di concreto un imprenditore di
una Pmi del sistema moda?
Grazie al lavoro fatto dalle nostre istituzioni in
loco, che ha avuto il suo presupposto nell’impegno profuso dall’Ambasciata italiana, ho potuto
cogliere opportunità e creare relazioni per tutte le
tre realtà che rappresentavo. La missione organizzata dal sistema camerale nazionale, nell’ambito
dell’intesa operativa Ice-Unioncamere-Ministero
dello sviluppo economico, e promossa da Unioncamere Emilia Romagna a Ho Chi Minh City e
Hanoi dal 9 al 16 novembre con incontri B2B e
visite aziendali, era inserita fra le tante iniziative
organizzate dall’Ambasciata italiana a Hanoi (in
particolare quella dal titolo “Il bello e il ben fatto:
le eccellenze italiane e le prospettive vietnamite”). Ho conosciuto potenziali distributori, grazie
all’accurato lavoro di ricerca e selezione effettuato da Camera di commercio italiana in Vietnam
e Ice agenzia. Contemporaneamente era in atto
una missione internazionale dell’Unione Europea.
Abbiamo incontrato la delegazione guidata dal
vicepresidente della Commissione europea Antonio Tajani (impegnata nel road show in Vietnam,
Myanmar e Thailandia per promuovere gli interessi economici europei nel mondo) in occasione
della sigla dell’intesa con il governo vietnamita
per aprire nuove opportunità per le Pmi in campo
industriale e turistico. Ice e Camera di Commercio italiana in Vietnam hanno saputo creare una
mercati esteri
rete di relazioni che mettono a disposizione delle
aziende italiane e si prodigano per soddisfare tutte le esigenze che può avere un imprenditore in
missione.
Quale aspetto del Vietnam L’ha colpita maggiormente?
Che è un Paese di giovani, a tutti livelli, anche
quelli dirigenziali. C’è propensione a investire in
attività, beni strumentali, beni di consumo. Nel Paese c’è una classe emergente che guarda al made
in Italy. Gli spazi di crescita sono ampi e ci sono
grandi prospettive di sviluppo del mercato interno
che può essere raggiunto molto più agevolmente
producendo direttamente in loco. Nel campo, per
esempio, dei prodotti cosmetici di largo consumo, rivolti al mercato interno: ho notato che sono
prodotti in gran parte da aziende coreane insediate in Vietnam. Anche per l’abbigliamento ci sono
buone prospettive, ma le Pmi devono considerare
che i vietnamiti prestano molta attenzione al brand
che collegano allo status sociale.
Appuntamenti per il 2014
Si segnalano la fiera PROPACK Vietnam (per industria alimentare, beverage e farmaceutica) che
si svolgerà a Ho Chi Minh City al Saigon Exhibition & Convention Center (SEEC) dal 4 al 6 marzo
2014 e l’incoming di operatori vietnamiti in EmiliaRomagna che prevede un workshop il 25 marzo
alla Camera di Commercio di Forlì-Cesena e il
26 marzo alla Camera di Commercio di Modena,
con visita alla manifestazione fieristica MECSPE a
Parma (fiera di riferimento per l’industria manifatturiera e punto d’incontro tra tecnologie per produrre e filiere industriali), in occasione della quale
si organizzerà anche un focus sulle tecnologie richieste sul mercato vietnamita con testimonianze
aziendali italiane e vietnamite. Saranno inoltre presenti buyers di vari Paesi (tra cui per la prima volta
il Vietnam) alla quinta edizione di Tech Agrifood,
evento dedicato alle tecnologie e all’innovazione
nelle filiere frutta e verdura fresca e trasformata,
vino e vigna, cereali e olio, in programma nei giorni 29 e 30 ottobre 2014, nell’ambito di Cibus Tec
- Food Pack.
Per conseguire l’obiettivo di far crescere non solo
i rapporti commerciali con costituzione di reti tra
imprese ma anche quelli concernenti gli investimenti produttivi e far conoscere le potenzialità vietnamite per le Pmi, ci si può avvalere di un nuovo
strumento: lo Europe Vietnam Business Network
– EVBN (consorzio con capofila la Francia e copartner l’Italia, rappresentata da Unioncamere ER,
oltre a Polonia e Repubblica Ceca), inaugurato
nel novembre 2013 a Ho Chi Minh City dal vicepresidente italiano dell’Unione Europea Antonio
Tajani, impegnato in un road show promozionale
in Vietnam, Myanmar e Thailandia. Sono state siglate, infatti, con il governo vietnamita due intese:
una per aprire nuove opportunità per le Pmi e l’altra per sviluppare l’industria del turismo. «Essere
in quest’area geografica – ha spiegato Tajani – è
cruciale. Nell’Ue abbiamo 23 milioni di Pmi ma
solo il 13% è attivo fuori dai confini comunitari».
Anche Lorenzo Angeloni, ambasciatore italiano in
Vietnam, spiega: «Qui ci sono le condizioni per
far sì che il nostro manifatturiero, non delocalizzando e poi riesportando in Italia, ma producendo
assieme ai vietnamiti, possa realizzare prodotti
da esportare verso l’est, beneficiando dei nuovi trattati in essere particolarmente vantaggiosi
sull’enorme mercato di tutta l’area Asean, Cina,
Corea e Giappone». Inoltre il Vietnam ha sempre
più fame di tecnologie e qualità. «Le imprese locali – continua Angeloni – cercano partner che
consentano di avanzare nella catena del valore,
qui ci sono miriadi di Pmi ma i loro prodotti sono
di bassa qualità e non riescono a sfondare».
Vietnam e Ue
Il Vietnam sta diventando un partner commerciale sempre più importante per l’Ue. Nel 2012 ha
superato gli Usa diventando il mercato d’esportazione più importante per i prodotti vietnamiti. L’Ue
esporta principalmente macchine e apparecchiature elettriche (22,3%), veicoli e attrezzature di
trasporto (20,9%). L’Ue è ora il secondo maggior partner commerciale bilaterale del Vietnam,
dopo la Cina e nel 2012 il disavanzo della bilancia commerciale era stimato a più di 13 miliardi
di euro. Tra i prodotti esportati dal Vietnam in Ue
nel 2012, oltre ai prodotti agricoli, citiamo calzature e accessori per l’abbigliamento (11,5%). Nel
2012 le esportazioni Ue verso il Vietnam sono
state pari a 5.351 milioni di euro; le importazioni
Ue dal Vietnam 18.514 milioni di euro; gli IDE Ue
in Vietnam 0,8 miliardi di euro. Ricordiamo infine
che nel giugno 2012 sono stati avviati i negoziati
per un accordo di libero scambio (ALS) bilaterale
tra Ue e Vietnam.
Fonti: Ministero degli affari esteri italiano, sezione Infomercati e Ambasciata italiana in Vietnam, Ministero
dello sviluppo economico, Istat, Ice, Sace, Il Sole 24
ore, Icham - Camera di commercio italiana in Vietnam,
Unioncamere Emilia-Romagna, Dipartimento generale
di statistica del governo vietnamita, IFM-Fondo monetario internazionale, The Asian Development Bank
PARMA economica
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