Interventi psicologici nell`ambito delle cure palliative con
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Interventi psicologici nell`ambito delle cure palliative con
Psicologia Clinica della Salute, prof.ssa Daniela Palomba 16 novembre 2015 dr.ssa Alice Corà Psicologa Psicoterapeuta cognitivo-comportamentale Collabora con Associazione Curare a Casa in convenzione con ULSS 6 Vicenza Volontari per assistenza, ascolto e accompagnamento dei malati in cure palliative e per il sostegno alle famiglie. A domicilio e in hospice. Uos Psicologia Ospedaliera UO Terapia del Dolore Hospice Il termine deriva dal latino pallium ovvero mantello SAN MARTINO 11 NOVEMBRE 335 "Le cure palliative sono un approccio atto a migliorare la qualità di vita dei pazienti, confrontati con una malattia inguaribile ed evolutiva, e dei loro familiari, attraverso la prevenzione e l’alleviamento della sofferenza ottenuti grazie alla precoce identificazione, alla valutazione accurata e al trattamento del dolore e dell’insieme dei problemi fisici, psicosociali e spirituali.” (1998) Le cure palliative sono la cura attiva e globale prestata al paziente quando la malattia non risponde più alle terapie aventi come scopo la guarigione. Il controllo del dolore e degli altri sintomi, dei problemi psicologici, sociali e spirituali assume importanza primaria. Le cure palliative hanno carattere interdisciplinare e coinvolgono il paziente, la sua famiglia e la comunità in generale. Provvedono una presa in carico del paziente che si preoccupi di garantire i bisogni più elementari ovunque si trovi il paziente, a casa, o in ospedale. Le cure palliative rispettano la vita e considerano il morire un processo naturale. Il loro scopo non è quello di accelerare o differire la morte, ma quello di preservare la migliore qualità della vita possibile fino alla fine. dalla quantità alla qualità di vita dal “curare” al “prendersi cura” dalla malattia alla persona DAME CICELY SAUNDERS (Barnet, 22 giugno 1918 – South London, 14 luglio 2005) «Tu sei importante perché sei tu, e sei importante fino all´ultimo momento della tua vita. Faremo ogni cosa possibile non solo per permetterti di morire in pace, ma anche per farti vivere fino al momento della tua morte» Cicely Saunders, Vegliate con me. Hospice. Un'ispirazione per la cura della vita, Edb, Bologna, 2008 Includere il tema della morte per affermare la vita «Dimenticare la morte è dare la vita per scontata .. se invece siamo a disposti a toccare con mano il suo carattere precario, ci accorgiamo di quanto la vita sia preziosa. Questo rimette tutto in prospettiva. Ci incoraggia a vivere pienamente ogni attimo.. .. chi sta morendo è un depositario di saggezza. In questo senso, meditare sulla morte e prendersi cura di chi muore sono modi per AFFERMARE LA VITA.» F. Ostaseski LA REALTA’ ITALIANA In Italia le cure palliative sono nate in maniera pionieristica negli anni ‘80 e ufficializzate dal SSN solo nel ‘99. Sono state regolate in maniera chiara e puntuale dalla legge n.38 del 15 marzo 2010, “Disposizioni per garantire l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore”. E’ stato approvato un documento per la “Tutela dei diritti dei malati inguaribili e a fine vita e dei malati con dolore” (dgr n. 1609 del 17 giugno 2008) Legge regionale per le cure palliative del 19 marzo 2009, n.7 (bur 25/2009) “Disposizioni per garantire cure palliative ai malati in stato di inguaribilità avanzata o a fine vita e per sostenere la lotta al dolore” CURE PALLIATIVE PRECOCI Lynn, 2001 MALATTIE LIFE LIMITING SETTING DELLE CURE PALLIATIVE Assistenza ambulatoriale Assistenza domiciliare Residenziale • Terapia del Dolore • Oncologia • ADI-MED • Nuclei di Cure Palliative • HOSPICE Documento prodotto nel 2013 - Raccomandazioni per la formazione - Competenze e saperi ASSISTENZA ALLA PERSONA MALATA ASSISTENZA ALLA FAMIGLIA / CAREGIVER RICERCA SCIENTIFICA SUPPORTO ALL’EQUIPE SENSIBILIZZAZIONE ALLE TEMATICHE DELLE CURE PALLIATIVE IL MALATO ONCOLOGICO diagnosi trattamento remissione ricaduta progressione di malattia cure palliative AREA SOCIALE AREA FISICA DOLORE TOTALE Prevalenza: fino a 70% nella fase avanzata 30 – 50% altre fasi malattia AREA SPIRITUALE AREA PSICHICA DISTRESS E’ un’esperienza emozionale spiacevole multifattoriale di natura psicologica, sociale e/o spirituale che può interferire con la capacità di far fronte efficacemente al cancro, ai suoi sintomi fisici e al trattamento. Il distress si estende lungo un continuum che va da comuni sentimenti di vulnerabilità, tristezza e paura a problemi che possono diventare disabilitanti come la depressione, l’ansia, il panico, l’isolamento sociale e le crisi esistenziali e spirituali. NCCN, 2013 PROFILI DI COPING 1. hopelessness/helplessness 2. spirito combattivo 3. accettazione stoica 4. negazione/evitamento Burgess C, Morris T, Pettingale KW. Psychological response to cancer diagnosis--II. Evidence for coping styles (coping styles and cancer diagnosis). J Psychosom Res. 1988;32(3):263-72. FATTORI CHE INFLUENZANO LA REAZIONE PSICOLOGICA fase del ciclo vitale personale/familiare struttura di personalità precedenti disturbi psicologici supporto ambientale ruolo familiare-lavorativo-sociale riferimenti valoriali decorso della malattia TERMINALITA’: condizione fisica 1. Esaurimento cure attive 2. Riduzione dell’autonomia 3. Ridotta spettanza di vita (O.M.S., 1990) TERMINALITA’: condizione psicologica Cedimento stato sicurezza corporea • Perdita di fiducia nel proprio corpo Cambiamento senso di identità • Psicofisica • Sociale • Affettivosessuale Lacerazione emozionale • Angoscia • Vissuti depressivi • Vuoto di emozioni Lacerazione emozionale Ansia Paura Angoscia di morte Frustrazione rabbia Depressione • Esperienza stressante di malattia • Decorso • Persistenza dei sintomi • Diminuzione del livello di performance • Influenza dell’età e della durata della malattia • 70% pz. • Reattiva a cambiamenti immagine corporea, relazioni e ruolo, alla consapevolezza della terminalità • Funzionale al processo del morire accettazione depressione Contrattazione o patteggiamento rabbia Negazione o rifiuto SPECIFICITA’ DELLO PSICOLOGO NELLE CURE PALLIATIVE Contratto terapeutico ◦ flessibilità nella frequenza delle sedute ◦ flessibilità nella durata delle sedute ◦ flessibilità nel ritmo del colloquio ◦ modalità di contatto con altri significativi Setting terapeutico ◦ Può variare Camera da letto Stanza della casa Stanza ospedaliera Hospice PROPOSTA TERAPEUTICA Colloqui di supporto psicologico (Colloqui di psicoterapia) ◦ ◦ ◦ ◦ ◦ Motivazione del paziente Tipo di richiesta formulata Stadio e decorso della malattia Consapevolezza della prognosi Presunta spettanza di vita COLLOQUIO VALUTAZIONE PSICOLOGICO-CLINICA • Storia neoplastica • Storia dolore • Situazione familiare • Eventi stressanti • Modalità di coping • Disturbi psicologici/psichiatrici precedenti • Interferenza nelle diverse sfere della qualità di vita • Consapevolezza e adattamento TENSIONE-ANSIA TESO CON UN TREMITO DIFFUSO IN PREDA AL PANICO VIGORE-ATTIVITA’ ATTIVO PIENO DI ENERGIA LIBERO DA PREOCCUPAZIONI DEPRESSIONE-AVVILIMENTO INFELICE SENZA SPERANZA SENZA AIUTO, ABBANDONATO STANCHEZZA-INDOLENZA STRESSATO STANCO ESAURITO AGGRESSIVITA’-RABBIA ARRABBIATO SCONTROSO PIENO DI RISENTIMENTO CONFUSIONE-SCONCERTO CON LE IDEE CONFUSE INCAPACE DI CONCENTRAZ. INDECISO SU COSA FARE PAZIENTE NEOPLASTICO Atroce Dolore Forte 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Assente Il peggiore possibile Medio Moderato Lievissimo Assente QUID Questionario Italiano del Dolore (De Benedictis, 1988) 42 descrittori classi principali: Sensoriale Affettiva es. S5 es. A4 come un peso fa lamentare costrittivo deprimente come un cane oppressivo che morde Valutativa es. E1 noioso indefinibile preoccupante assillante insopportabile Mista es. M2 ostinato rode esasperante torturante SUPPORTO PSICOLOGICO • favorire il processo di accettazione e adattamento alla condizione di inguaribilità e alla fase terminale • sostenere il paziente sul piano emotivo • sostenere una buona qualità di vita a termine • aiutare a «chiudere» temi aperti e permettere una buona chiusura relazionale • facilitare la relazione terapeutica con l’equipe curante • promuovere un processo decisionale rispetto al fine vita LA FAMIGLIA Unità di cura Unità sofferente «Quando il paziente è malato anche la famiglia è malata» (E. Bruera, IX Convegno Cure Palliative nel Veneto 2013) REAZIONI DELLA FAMIGLIA Continuum del coinvolgimento emotivo Ipercoinvolgimento Atteggiamento equilibrato Atteggiamento di distanziamento Atteggiamento di negazione Nelle Cure Palliative si intende per “lutto anticipatorio" nel malato o nei familiari, l'insieme delle manifestazioni comportamentali, emotive e psicologiche che consentono, in varia misura, la preparazione e l'accettazione di un evento atteso, previsto e considerato come l'ineluttabile risultato dell'evolvere di una malattia cronico-degenerativa. STADIO DI VITA DELLA FAMIGLIA TIPO DI ORGANIZZAZIONE FAMILIARE TIPO DI RELAZIONE CON IL MALATO DEI DIVERSI MEMBRI REAZIONE DI CIASCUN MEMBRO AD ALTRI EVENTI STRESSANTI PRECEDENTI TIPO DI RETE SOCIALE TIPO DI CREDENZE, VALORI, CULTURA caregiver Fonte: Hauser, Kramer (2004) Il diagramma illustra come cambia il bisogno di supporto del paziente e del familiare lungo il decorso di malattia. Il supporto e la comunicazione dovrebbero essere primariamente diretti al paziente al momento della diagnosi, quando la disabilità è minore. In stadi avanzati di malattia, i bisogni del paziente permangono, ma i bisogni di sostegno del caregiver aumentano drammaticamente. BISOGNI ASSISTENZIALI BISOGNI INFORMATIVI BISOGNI PSICOLOGICI 1. 2. Stare con la persona morente Essere utile alla persona morente 3. Ricevere rassicurazioni sul fatto che non stia soffrendo 4. Essere informati sulle sue reali condizioni 5. Essere informati sulla vicinanza della morte 6. Esprimere le proprie emozioni 7. Ricevere conforto e sostegno dagli altri familiari 8. Ricevere accettazione, supporto e conforto dall’equipe SICP, Consensus Conference, 1997 “Attività ed esperienze implicate nell’offerta di aiuto e di assistenza” (Pearlin, Mullan, Semple, Skaff, 1990) Caregiver formale: personale formato che presta assistenza dietro retribuzione; Caregiver informale o carer: personale non specializzato che presta assistenza a titolo gratuito (Hauser, Kramer, 2004). Classificabile come stressor cronico che comporta effetti psicologici e somatici (Biondi, 1997, Vitaliano et al., 2002; Pinquart, Sörensen, 2003) CAREGIVING IN GENERALE caregiver vs controlli Ansia 1.7 v. > depressione 1.5 v. > (Cochrane et al, 1997) > depressione, > stress percepito, < autoefficacia (meta-analisi Pinquart, Sorensen, 2003) Uso quasi doppio di psicofarmaci (Grant et al, 2002) Declino funzionamento cognitivo (Vitaliano et al, 2005) CAREGIVING CANCRO FASE AVANZATA Prevalenza studi qualitativi e /o non controllati 13% caregiver di pz fase avanzata diagnosi psichiatrica e 25% richiesta trattamento (dist. panico, depressione maggiore, ptsd, dist. ansia generalizzato) (Vanderwerker et al., 2005) caregiver pz terminali vs controlli > ansia (non depressione) (Grov et al, 2005) > depressione, ansia, rabbia > uso ansiolitici (Chentsova-Dutton et al, 2000) 13 % Diagnosi psichiatrica 25% accede a trattamento Vanderwerker LC, Laff RE, Kadan-Lottick NS, McColl S, Prigerson HG J Clin Oncol. (2005) Psychiatric disorders and mental health service use among caregivers of advanced cancer patients. 1;23(28):6899-907. CAREGIVING IN GENERALE caregiver vs controlli Peggior salute autovalutata, > sintomi fisici e uso farmaci Aumentata mortalità nei caregiver con strain (Schulz & Beach, 1999) CAREGIVING CANCRO FASE AVANZATA caregiver vs controlli peggior salute fisica autovalutata > n° ospedalizzazioni ultimo anno (Chentsova-Dutton et al, 2000) Effetti sul sist. neuroendocrino, immunitario, cellulare Sistema cardiovascolare Aumentato rischio malattia coronarica (Vitaliano, 2002; Sistema cardiovascolare Lee et al, 2003; von Känel et al, 2008) particolarmente in sovraccarico assistenziale (Shultz & Beach, 1999) PAs a riposo (Grant et al, 2002) rischio ipertensione borderline (Shaw et al, 1999) iper-reattività (PA e FC) a stress di laboratorio in ipertesi (Uchino et al., 1992; Vitaliano et al., 1993) Fase iniziale caregiving malato oncologico: sregolazione SA con prevalenza sistema simpatico (Lucini et al., 2008) MEDIATORI Caratteristiche caregiver Shumacher et al.,1993; Kurtz et al.,1995; Bellani et al., 2002; Gaugler et al., 2008 Caratteristiche paziente Kurtz et al., 1995; Miaskowski, et al.,1997; Bellani et al, 2002; Sherwood et al., 2004 Fattori legati all’ambiente Bellani et al., 2002; Goldstein et al., 2004 • Sociodemografiche • Psicologiche (stili coping, personalità) • Fisiche (stato di salute) • Livello autonomia • Sintomatologia (fisica, psicologica e comportamentale) • Sede tumorale • Assistenza (durata caregiving, sistema assistenziale) • Supporto sociale • Fattori culturali UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA FACOLTÀ DI PSICOLOGIA Corso di laurea Specialistica in Psicologia Clinica Health risk factors in caregivers of terminal oncological patients Relatore: Ch.ma Prof. Daniela Palomba Correlatore: Dr.ssa Manuela Partinico Laureanda: Alice Corà Matricola: 567316 ANNO ACCADEMICO 2007-2008 PUBBLICAZIONE La ricerca OBIETTIVO Confrontare alcuni indici psicologici e indicatori di rischio a livello somatico dei caregiver con un gruppo di controllo a) elevazione ansia, rabbia, depressione b) aumentato rischio patologie cardiovascolari, segnalato da innalzamento valori basali PA e FC. c) peggiore salute fisica. d) maggior rischio di altre patologie stress-relate. PRESSIONE ARTERIOSA FREQUENZA CARDIACA Ipertensione arteriosa: fattore di rischio per malattie CV Elevazione FC: fattore di rischio per ischemia miocardica, aritmia, infarto (Wood et al., 1998) (Grippo, Johnson, 2002; Cook et al., 2008) Materiali e metodi SOGGETTI N=40 partecipanti suddivisi in due gruppi: n= 20 CAREGIVER Segnalazioni U.O. Terapia del Dolore e Cure Palliative (ADI-MED) o Hospice. a) b) c) Familiare di primo grado o coniuge di paziente oncologico terminale. Caregiving 10 ore/settimana Caregiving da almeno 1 mese n=20 NON CAREGIVER Soggetti confrontabili per: a) condizione socio-demografica (età, sesso, titolo studio) b) Composizione familiare c) Numero e tipologia eventi stressanti non connessi al caregiving d) Salute generale e fattori di rischio CV (familiarità per ipertensione, fumo, BMI) Esclusi: caregiver ultimi 2 anni Esclusi per entrambi i gruppi a) Trattamenti anti-ipertensivi e patologie cardiovascolari. b) Lutto familiari primo o secondo grado negli ultimi due anni. c) Età superiore ai 70 anni. VARIABILI DIPENDENTI Soggettive 1) Affettive a) b) c) d) Ansia: State-Trait Anxiety Inventory forma Y (STAI-Y) Rabbia: State-Trait Anger Expression Inventory-II (STAXI-II) Depressione: Beck Depression Inventory-II (BDI-II) Stati affettivi: Profile of Mood States (POMS) 2) Salute fisica a) Sintomatologia fisica riferita: Questionario Psicofisiologico – forma ridotta (QPF-R; scheda 6 CBA 2.0) b) Intervista su: incidenza patologie ultimi 6 mesi, presenza di malattie attuali, disturbi del sonno, assunzione farmaci psicotropi 3) Multidimensionali a) Qualità di vita: European Quality of Life Questionnaire (EQ-5D) b) Carico assistenziale: Family Strain Questionnaire (FSQ) solo caregiver Fisiologiche Pressione arteriosa e frequenza cardiaca Rilevatore automatico clinicamente validato 4 x 3 rilevazioni (A&D mod. UA 767 plus; Verdecchia et al., 2006) Demographic Characteristics for Caregivers and Controls _______________Group_____________ Demographic characteristic Caregivers (n=20) Controls (n=20) X2=3.88, n.s. Gender, n (%) Male Female Age (mean±SD, range) 2 (10) 2 (10) 18 (90) 18 (90) 50.1±12.32 (25-70) 50.55±12.42 (25-69) Less than high school 12 (60) 14 (70) High school or more 8 (40) 6 (30) X2=.69, n.s. Marital status, n (%) 35% 65% Single 3 (15) 5 (25) Married 16 (80) 13 (65) Separated/Divorced 1 (5) 1 (5) Widow/widower 0 (0) 1 (5) X2=14.34, p=.046 Employment status, n (%) Coniuge Figlio/a t=-.11, n.s. X2=.50, n.s. Educational qualification, n (%) Grado di parentela con il paziente p Employed 5 (25) 13 (65) Retired 5 (25) 3 (15) Stopped working because of 3 (15) 0 (0) caregiving 2 (10) 0 (0) Unemployed 5 (25) 4 (20) 2,8±0.95 (1-5) 3.05±1.05 (1-4) Other Cohabitant family members (mean±SD, range) t=-.79, n.s. CAREGIVING CHARACTERISTICS Care recipients were mainly men (70%), with a mean age of 65 years (SD= 9.38; range=52-83). Mean time from diagnosis was about 56.43 months (SD=60.71). Palliative care was offered at home (45%), in an hospice (35%) or through both these forms. Caregiving mean duration was 16.39 months (SD=29.10) with a wide range (1-132 months). The majority of the caregivers (85%) provided assistance for more than 7 hours a day. Group___________ Psychological outcomes Self-report data for Caregivers and Controls mean (SD) Caregivers Controls (n=20) (n=20) p STAI-Y State Anxiety (Y1) 49.70 (12.71) 39.25 (11.87) <0.05 Trait Anxiety (Y2) 44.74 (10.75) 40.10 (9.14) n.s. State anger (S-Anger) 12.75 (3.60) 11.90 (4.41) n.s. Trait anger (T-Anger) 17.53 (3.31) 18.25 (5.82) n.s. Anger disposition (T-Anger/T) 6.58 (1.35) 7.05 (2.74) n.s. Anger reaction (T-Anger/R) 8.10 (2.12) 7.85 (2.92) n.s. Anger inside expression (Ax/In) 17.60 (5.18) 15.10 (4.27) n.s. Anger outside expression (Ax/Out) 13.58 (5.10) 13.80 (4.15) n.s. Anger control (Ax/Con) 24.14 (4.88) 22.10 (5.24) n.s Anger expression (Ax/Ex) 20.64 (8.35) 22.70 (9.40) n.s Tension/Anxiety 13.30 (6.56) 8.45 (5.56) <0.05 Depression/Dejection 14.90 (10.71) 6.45 (6.72) <0.01 Anger/Hostility 9.80 (7.27) 7.15 (7.44) n.s. Vigor/Activity 12.90 (5.39) 15.75 (4.34) n.s Fatigue/Inertia 8.05 (4.54) 5.35 (3.83) <0.05 Confusion/Bewilderment 9.80 (5.80) 5.25 (4.45) <0.01 Total score 15.25 (7.49) 7.80 (8.19) <0.01 Somatic-affective factor 11.45 (4.87) 6.15 (6.19) <0.01 Cognitive factor 3.80 (3.38) 1.65 (2.50) <0.05 Total score 44.39± 9.64 39.55±7.29 n.s. Vegetative score 19.85±5.17 18.2±2.86 n.s. STAXI-II POMS BDI-II QPF-R (mean±SD) Interview Difference in sleep disorders, which resulted more frequent in caregivers than controls (χ2(1)=8.12; p<.01) Contrary to our expectation, caregivers didn’t report using tranquillizers or antidepressants more than controls. Mean SBP in caregivers and controls over four days. Mean DBP in caregivers and controls in three separate measurements over four days. Mean HR in caregivers according to the duration of the caregiving (less than six months vs. more than six months). The caregiving stressor is associated with considerable psychological vulnerability, sleep disorders and risk of alterations in the cardiovascular system, which seem to be modulated by caregiving characteristics. An awareness of burden of terminal cancer caregivers could lead to timely proactive preventive interventions on physical and mental health. INFORMAZIONI SUL CAREGIVER Rapporto parentela con paziente età, sesso, stato civile stato lavorativo e tipo di occupazione DATI ASSISTENZIALI Storia di malattia del paziente caratteristiche del paziente consapevolezza di diagnosi e prognosi del caregiver Durata e tempo di caregiving, caregiver primario, presenza di altri caregiver Interferenza su: relazioni sociali, stato emotivo e tempo libero INTERVISTA SEMISTRUTTURATA INFORMAZIONI SULLA FAMIGLIA ANAMNESI PSICOLOGICA CAREGIVER Con chi vive il paziente, qualità dei rapporti familiari e cambiamento con la malattia, livello di comunicazione Eventi stressanti del ciclo di vita, modalità abituale di reazione Assunzione di psicofarmaci e consulenze psicologiche precedenti VALUTAZIONE STATO PSICOLOGICO • Stati affettivi: Profile of Mood States • Rischio depressivo: Beck Depression Inventory – II • Carico emotivo assistenziale: Family Strain Questionnaire – Short Form • Qualità di vita caregiver: Caregiver Quality of Life Index VALUTAZIONE SALUTE FISICA • Anamnesi medica: problematiche cardiovascolari e altre patologie, disturbi stress-relati (raffreddore, infezioni, colite, gastrite, dermatite), dist. sonno, farmaci • Rilevazioni fisiologiche di pressione arteriosa e frequenza cardiaca attraverso rilevatore automatico validato 3 rilevazioni ripetute in (almeno) 2 giorni: 5 min riposo iniziale + 3 minuti tra rilevazioni • Il personale di assistenza fissa il primo colloquio con il caregiver primario • Raccolta consenso informato • Primo colloquio: intervista semi-strutturata e consegna batteria di test (eventuale supporto per la compilazione) • Completamento della valutazione (rilevazioni) • Colloquio di restituzione al caregiver • Riunione d’equipe • Cartella clinica dedicata • Conservazione dei risultati della batteria di test in cartella • Inserimento in un database elettronico dei dati • Proposta terapeutica • Indicazioni per supporto psicologico specifico • Lavoro sui bisogni più importanti e sulle aree critiche in integrazione con l’equipe DURANTE IL CAREGIVING sostegno alla famiglia nell’adattamento alla terminalità Filtraggio informazioni aspetti rilevanti per una migliore gestione comunicativa da parte dell’equipe Attenzione al burden of care - indicazioni all’equipe - sostegno da parte del servizio di volontariato - invio ad assistente sociale - attivazione servizio clown Aspetti psicoeducativi OBIETTIVI PRINCIPALI - Sostenere il caregiver nel proseguire l’assistenza compatibilmente ai propri bisogni e al livello di sovraccarico - Ridurre il burden emotivo attraverso una maggiore consapevolezza, il poter chiedere aiuto ad altri familiari, poter esprimere le proprie emozioni con l’equipe, permettersi dei momenti di pausa (eventuale proposta del volontario) - Aiutare il caregiver a prendersi cura della propria salute psico-fisica - Sostenere un buon rapporto con l’intera equipe curante - Aiutare il caregiver ad assimilare gradualmente l’evoluzione della malattia del congiunto - Preparare alla morte del proprio caro (permettere di dire addio e di comunicare ciò che è rimasto in sospeso) - Psico-educazione rispetto al preparare i minori, ove presenti L’esperienza del lutto Il lutto è il sentimento di intenso dolore che si prova per la perdita di una persona cara o di un’altra figura con la quale si era sviluppato un legame affettivo significativo. Importanza della ritualizzazione del lutto e della condivisione sociale • privatizzazione del lutto • stigmatizzazione sociale Elaborazione interiore della sofferenza per la perdita Metaforicamente il TEMPO DEL LUTTO è il tempo del PROCESSO DI CICATRIZZAZIONE della ferita emotiva. LIVELLO EMOZIONALE LIVELLO SOMATICO LIVELLO COGNITIVO REAZIONI ALLA PERDITA LIVELLO COMPORTA MENTALE LIVELLO RELAZIONALE STORDIMENTO RICERCA E STRUGGIMENTO • senso di incredulità • durata da ore ad una settimana • dolore e rabbia • difficoltà ad accettare la morte • durata da qualche mese ad un anno DISORGANIZZAZIONE E DISPERAZIONE • senso di smarrimento • stato depressivo RIORGANIZZAZIONE • nuova rappresentazione di sé, degli altri e del mondo FASI DI ADATTAMENTO ALLA PERDITA Itinerario del cordoglio SOFFERENZA ANTICIPATORIA STORDIMENTO E INCREDULITA’ RICONOSCIMENTO RAZIONALE ED EMOTIVO DELLA PERDITA SOFFERENZA ACUTA DISPERAZIONE E APATIA RISOLUZIONE -Assenza o negazione della sofferenza -Risoluzione prematura SOFFERENZA SOFFERENZA SOFFERENZA DISORDINI RIMANDATA INIBITA CRONICA AFFETTIVI -Coinvolgimento scarso o eccessivo -Deterioramento dei rapporti -Sintomi psicosomatici LUTTO COMPLICATO Deviazioni anomali dell’itinerario di adattamento (7-10% casi) DSM-V: Introduzione del Persistent Complex Bereavement Disorder nella Sezione III - Conditions for Further Study • Valutazione rischio di disagio nel lutto (ad un mese rivalutazione lutto patologico) • Indirizzo a: • Sostegno psic. /psicoterapia individuale • Gruppo di elaborazione del lutto • Gruppo AMA • Altro (invio ai CSM) NEL PERIODO DI LUTTO VALUTAZIONE DELLA SODDISFAZIONE PER LE CURE PALLIATIVE (attraverso il caregiver) - Partinico M., Corà A., Ferrari R., Visentin M., Zanolin M.E. (2008) Il QPM: uno strumento per la rilevazione della soddisfazione del Caregiver. La Rivista Italiana di Cure Palliative. 3:8-23. - Partinico M., Corà A., Ouimet AJ., Visentin M. and GRUPPO QPM (2014) A New Italian Questionnaire to Assess Caregivers of Cancer Patients’ Satisfaction With Palliative Care: Multicenter Validation of the Post Mortem Questionnaire-Short Form. J Pain Symptom Manage 47(2):298-306 - Partinico M., Corà A., Visentin M. & GRUPPO QPM (2014) La soddisfazione dei caregiver sul servizio di assistenza al domicilio e in hospice Rivista Italiana di Cure Palliative. 16(3):18-25. A quali caregiver? • caregiver primario, familiare • età ≥ 18 anni • Assistenza ADI/ADO: almeno due accessi a domicilio da parte del NCP • Assistenza in Hospice: degenza di almeno 3 giorni In quale momento? • ad un mese dal decesso Con quale modalità? • invio postale all’indirizzo del caregiver • lettera di presentazione allegata • busta pre-affrancata per il re-invio al centro n = 736 Campione test-retest n = 50 STUDIO MULTICENTRICO ULSS 6 VICENZA U.O. Terapia del Dolore e Cure Palliative – Hospice ULSS 13 MIRANO DOLO Nucleo cure palliative ULSS 2 FELTRE U.O. Cure Palliative – Hospice “Le vette” ULSS 20 VERONA Assistenza domiciliare oncologica Hospice “San Giuseppe” Az. Provinciale Servizi Sanitari TRENTO Servizio cure palliative domiciliari Hospice di Mezzolombardo ULSS 1 BELLUNO Servizio di Terapia del Dolore e Cure Palliative Hospice “Casa Tua Due” ADVAR TREVISO Nucleo di Cure Palliative Hospice “Casa dei Gelsi” ULSS 16 PADOVA Hospice Casa di Cura e Sollievo “Paolo VI” ULSS 7 PIEVE DI SOLIGO Nucleo cure palliative Aziendale Azienda ULSS n. 12 Hospice Assistenza domiciliare AVAPO Mestre Venezia ULSS 15 ALTA PADOVANA Nucleo di cure palliative Centro residenziale di CP Hospice Il Melograno GRUPPO QPM Barbazza Lucianod (RN), De Chirico Cosimoe (MD), Fornasier Giuseppef (MD), Guglielminetti Milenag (MS), Leonardi Elisabettah (MS), Maina Francai (RN), Mascanzoni Agostinol (MD), Micheletto Giuseppem (MD), Primavera Rosannan (MS), Romanelli Gianvitoo (MD), Ottolini Lucap (MD), Zago Modestoq (MD) Alti livelli di soddisfazione Risultati in linea con le evidenze scientifiche che variano da un livello moderato a forte a seconda degli esiti considerati, sono a favore di una buona qualità dell’assistenza in fase terminale (Kane et al., 1984; El-Jawari et al., 2011; Higginson et al., 2002, Lorenz et al., 2008) e con i limitati studi in ambito italiano. Aspetti su cui poter attuare un miglioramento: - controllo degli altri sintomi - numero di ricoveri durante assistenza domiciliare - maggior omogeneizzazione nell’intervento delle diverse figure (psicologo, assistente sociale e volontari) nei differenti centri LAVORO CLINICO CON L’EQUIPE STAFF SUPPORT SUPERVISIONE • psicologo interno a supporto dell’equipe per analisi dei casi / elaborazione di lutti particolarmente stressanti • psicologo esterno all’equipe • lavora sui nodi relazionali SENSIBILIZZAZIONE E DIFFUSIONE DELLE CURE PALLIATIVE Dr.ssa Alice Corà Dr.ssa Micol Collavini ATTEGGIAMENTO COMUNE DI FRONTE ALLA MORTE E CONSEGUENZE PSICOLOGICHE I bambini e gli adolescenti vengono a trovarsi nella difficoltà di esprimere il dolore delle perdite per la carenza di un adeguato supporto educativo ed emotivo nella società che li circonda (tabù della morte). Crediamo erroneamente che bambini e adolescenti debbano essere protetti da questo argomento, che non possiedano gli strumenti intellettivi ed emotivi per poterlo sostenere. Come possiamo promuovere il benessere dei bambini Avviando un processo educativo, psicologico e intellettivo in un’età precoce allo scopo che gli adulti di domani siano maggiormente pronti ad affrontare il tema della perdita e della morte con minor sofferenza emotiva ARTICOLAZIONE DEL PROGETTO Attuato in due Istituti Scuole Primarie (classi 4° - 5°) di Vicenza SICP Sorrento 4-6 novembre 2015 BIBLIOGRAFIA •Amadori D., De Conno F. (2003) Libro italiano di cure palliative. Poletto Editore, Gaggiano (MI). •Bellani M.L., Morasso G., Amadori D., Orru W., Grassi L., Casali G.P., Bruzzi P. (a cura di) (2002): Psiconcologia. Masson, Milano. •Corà A., Partinico M., Munafò M., Palomba D. (2012) Health risk factors in caregivers of terminal cancer patients. A pilot study. Cancer Nursing. 35(1):39-47. •Crocetti G. (a cura) (1992): Ascolto terapeutico e comunicazione in oncologia, Borla •De Hennezel M. (1996): La morte amica, Rizzoli •De Hennezel M. (2002): La dolce morte, Sonzogno editore •Fitzgerald H. (2002): Mi manchi tanto! Ed. La Meridiana •Fondazione Floriani (2003): Pamoba: Parliamo della Morte con i nostri Bambini •Partinico, M. (2011): “L’esperienza depressiva nel fine vita”, in Francesetti G., Gecele M. (2011): L'Altro Irraggiungibile. La psicoterapia della Gestalt con le esperienze depressive, Franco Angeli •Galimberti U.: Il corpo e la morte. In: Pinkus L., Filiberti A. (a cura di): La qualità della morte, Franco Angeli, 2002, pg. 222. •Garfield C. (1987): Assistenza psicosociale al malato in fase terminale, McGraw-Hill •Grassi L., Biondi M., Costantini A. (2003): Manuale pratico di psico-oncologia. Il Pensiero Scientifico Editore, Roma •Kubler-Ross E. (1990) La morte e il morire. Cittadella Editrice. •Leoni M. 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(2008) Il QPM: uno strumento per la rilevazione della soddisfazione del Caregiver. La Rivista Italiana di Cure Palliative. 3:8-23. •Partinico M., Corà A., Ghisi M., Ouimet A.J. Visentin M. & GRUPPO QMP (2014) A new Italian questionnaire to assess caregivers of cancer patients’ satisfaction with palliative care: Multi-center validation of the Post Mortem Questionnaire-Short Form. Journal of Pain and Symptom Management. 47(2):298-306. •Partinico M., Corà A., Visentin M. & gruppo questionario post mortem (QPM) (2014) La soddisfazione dei caregiver sul servizio di assistenza al domicilio e in hospice. La Rivista Italiana di Cure Palliative, 16 (3): 18-25. •Schaefer D. (2009) Come dirlo ai bambini. Come aiutare i bambini e gli adolescenti ad affrontare la morte di qualcuno. Edizioni Sonda. •Segre E.A. (2005) Imparare a dirsi addio. Quando una vita volge al termine: guida per familiari, operatori sanitari, volontari. Milano: Proedi Editore. •Sgarro M., a cura di, (2008): Il lutto in psicologia clinica e psicoterapia, Centro Scientifico Editore Grazie dell’attenzione! Riferimento per ulteriori informazioni: [email protected]