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LA GUIDA CHE MANCAVA
an im pr te a a it u at gr Poste italiane S.p.A. spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1 comma 1, DCB Verona Austria € 10,90, Germania e Olanda € 10,90; Belgio, Francia, Grecia, Lussemburgo, Portogallo (Cont.),Principato di Monaco e Spagna € 9,50; Svizzera Chf 13,90; Svizzera Canton Ticino Chf 12,90; Gran Bretagna £ 11,30. WWW.GAMBEROROSSO.IT ANNO 24 N. 284 - MENSILE SETTEMBRE 2015 - 4,90€ ® • SPUMANTI E CHAMPAGNE • TRAVEL. CINA • SPECIALE UMBRIA GIUSEPPE DI MARTINO TOP ITALIAN FOOD LA GUIDA CHE MANCAVA CITTADINI DEL GUSTO Ecco i volti di alcuni dei personaggi che partecipano ai nostri eventi. Il nostro orgoglio non è legato solo alla loro fama, ma alla loro passione per le eccellenze dell’enogastronomia mondiale 2 SCATTIDIGUSTO.IT 1 6 Città del gusto di Torino 1. Elena Bosca, cake designer 2. Marcello Trentini, chef del ristorante Magorabin 3. Piero Fassino, sindaco di Torino Città del gusto di Roma 4. Antonio Galdo, giornalista (www.nonsprecare.it) 5. Marcelo Copello, giornalista brasiliano (Baco Multimídia) 6. Barbara Palombelli, giornalista 5 3 4 3 SETTEMBRE 2015 ANNO 24 N. 284 - MENSILE SETTEMBRE 2015 - 4,90€ ® 34 | Top Italian Food. La guida che mancava Na Nasce la guida del Gambero Rosso am misura di export: 850 aziende di eccellenza pro pronte per i mercati globali. 38 | Monti, Ice. «Made in Italy, avanti tutta» 42 | Di Martino. «Spaghetti, che passione» 46 | I Buyer stranieri. «Mercati pronti, tocca a voi» 52 | Pasta Fusion. Le ricette degli chef europei Poste italiane S.p.A. spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1 comma 1, DCB Verona Spagna Svizzera 13,90; Chff 12,90; Gran 11,30. Austria € 10,90, Germania e Olanda € 10,90; Belgio, Francia, Grecia, Lussemburgo, Portogallo (Cont.),Principato di Monaco e Sp agna € 9,50; Sviz izzera Chf 13, 90; Svizzera Canton C Ticino Ch G Bretagna £ 11,3 0. • SPUMANTI E CHA CHAMPAGNE Poste italiane S.p.A. spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1 comma 1, DCB Verona Austria € 10,90, Germania e Olanda € 10,90; Belgio, Francia, Grecia, Lussemburgo, Portogallo (Cont.),Principato di Monaco e Spagna € 9,50; Svizzera Chf 13,90; Svizzera Canton Ticino Chf 12,90; Gran Bretagna £ 11,30. sommario COVERSTORY CO WWW.GAMBEROROSSO.IT GIUSEPPE DI MARTINO TRAVEL. CINA • TRAV • SPECIALE UMBRIA WWW.GAMBEROROSSO.IT ANNO 24 N. 284 - MENSILE SETTEMBRE 2015 - 4,90€ GIUSEPPE GI GIUSE G SE EPPE PPE E D MARTINO DI MARTIN RTIN TINO ® • SPUMANTI E CHAMPAGNE • TRAVEL. CINA • SPECIALE UMBRIA TOPP ITALIAN ITA ALIA AN FOOD FOO LA GU GUIDA UIDA CHE CH HE MANCAVA MANCAV TOP ITALIAN FOOD WINE W LA GUIDA CHE MANCAVA 58 | SPECIALE BOLLICINE. Franciacorta Vs. Champagne I migliori vini rifermentati in bottiglie da Italia e dalla Francia: 40 etichette a confronto. 59 | Franciacorta. Evoluzione sostenibile 68 | Champagne. Giù le rese, difendere i prezzi settembre 2015 4 SETTEMBRE 2015 58 78 «Troppo vino o troppo poco: se non gliene date, non può trovare la verità; se gliene date troppo, neppure» Blaise Pascal (1623 – 1662) 113 93 TRAVEL EDITORIALI 78 | Cina. Ai confini col Tibet Gansu, spiritualità e sapori nel regno dei monaci. 6 | La riscossa della pasta (ma non solo) di Laura Mantovano 8 | Bianchi e rossi, a ciascuno la sua temperatura di Gianni Fabrizio 144 | Lettera dalla Francia di Thierry & Dessauve 93 | SECIALE UMBRIA. Il cuore più verde Boschi e grandi scenari naturali da Assisi a Norcia, tra borghi medievali, eremi e conventi sulle tracce di San Francesco. Alla scoperta di appassionati artigiani del cibo, di un giovane chef e di vini dall’ottimo rapporto qualità-prezzo. 94 | Le Strade del Cantico. Umbria mistica Da Assisi verso Todi, sconfinando nella zona del Sagrantino di Montefalco: ottimi extravergine, cantine da visitare, salumi e formaggi da non perdere. 105 | Berebene. I migliori bianchi regionali 113 | Ricette degli chef. Emanuele Mazzella RUBRICHE 3 | Cittadini del gusto 10 | Vino, cibo, persone 18 | Gambero Rosso Channel 21 | Libri 123 | Extravergine 127 | Pizzerie 131 | Ristoranti 135 | Foodshop 139 | Coffee & co. 5 SETTEMBRE 2015 EDITORIALE LA RISCOSSA DELLA PASTA (MA NON SOLO) “Far soffriggere aglio e cipolla in un goccio d’olio, aggiungere la passata di pomodoro, l’origano, gli spaghetti, portare a fuoco medio e cuocere per sette minuti in una pentola a ghisa. Quindi rimuovere il coperchio, salare aggiungere gli spinaci e aspettare 5 minuti prima di completare con una spolverata di parmigiano e servire.” Firmato Michelle Obama. È il piatto di pasta preferito (e cucinato) dalla first lady americana come lei stessa ha raccontato a giornali e tv Usa. La ricetta non è davvero un granché, a occhi e palato di noi italiani (ci perdoni, Michelle), ma quel che conta è la sostanza: dopo decenni di “carbofobia”, le abitudini degli americani finalmente stanno cambiando. È la riscossa della pasta. Nel paese del fast food, i maccheroni si prendono la rivincita. Un successo del quale il signore che campeggia trionfalmente sulla nostra copertina questo mese, non ha mai dubitato. Titolare dell’omonimo pastificio di Gragnano e AD del Consorzio Tradizione Italiana, Giuseppe Di Martino, infatti, ha fatto dell’export la sua priorità. Il suo brand esporta il 93% della produzione in ben 32 Paesi del mondo: Usa e Inghilterra, sono da sempre mercati di riferimento, ma ci sono, tra gli altri, Danimarca, Norvegia, e ancora Brasile, Sudafrica, Corea, Giappone, Emirati Arabi, Canada. De Martino è uno degli esempi più eclatanti delle straordinarie potenzialità del made in Italy quando è unito ad un’intelligente politica imprenditoriale. Nes- suno meglio di lui, dunque, poteva essere il “testimonial” di Top Italian Food Experience, la prima guida dedicata alle migliori aziende agroalimentari italiane. Una pubblicazione nella quale, al di là di 150 grandi marchi, realtà storiche e conosciute a livelli internazionale, la parte del leone la fanno le piccole e medie aziende, strutturate, capaci di produrre quantità tali da potersi affacciare sul mercato estero. Perle rare del miglior artigianato alimentare italiano: dall’aceto ai salumi, passando per formaggi, pasta, olio, riso, caffè, cioccolato... Un patrimonio da spingere sempre più oltre confine, visto l’interesse che c’è nel mondo per i prodotti made in Italy (i dati dell’export agroalimentare italiano e le tendenze registrate da buyers e importatori, parlano chiaro, vedi servizio da pag 36). A patto, però, come sottolinea Di Martino, “di tenere sempre alta l’asticella della qualità… è fondamentale comunicare la differenza dei prodotti italiani rispetto a quelli fasulli o alle imitazioni locali”. Sì perché i prodotti alimentari italiani sono imbattibili, anche i più impensabili. Un esempio per tutti. Il museo della Liquirizia Amarelli, la storica fabbrica di Rossano, che ha portato la radice calabrese nel mondo, è il secondo museo d’impresa italiano più visitato dopo quello della Ferrari a Maranello. Quando si dice la forza delle nostre radici. Laura Mantovano 6 SETTEMBRE 2015 Bayerstrategiccreativeconsutants+fav Er avamo sostenibili quando questa parola non esisteva ancor a. Quando ottanta anni fa il nostro fondatore Gaetano Marzotto sognava un’agricoltura fatta di uomini e natura insieme, senza saperlo immaginava già un’azienda sostenibile. Oggi il nostro Gruppo Vinicolo è una grande realtà, ma la sostenibilità ambientale resta uno dei nostri valori più importanti, con circa 60 milioni di euro investiti in progetti di ecosostenibilità negli ultimi 8 anni. Dopo ottant’anni siamo solo all’inizio. www.santamargherita.com EDITORIALE BIANCHI E ROSSI, A CIASCUNO LA SUA TEMPERATURA Spumanti e Champagne serviti gelati, rossi corposi a temperatura “ambiente”: questi sono stati i dettami assoluti e inderogabili che hanno guidato il servizio dei vini, come fossero parole divine. D’altra parte queste regole, lentamente codificate dalla fine del ‘700 nei primi templi della gastronomia rappresentati dagli antesignani dei grandi ristoranti di Parigi, hanno avuto oltre due secoli per consolidarsi. Per tutto il XIX secolo Parigi, che in questo settore era all’avanguardia, ha dettato legge con la nascente sommellerie. In quel secolo d’oro per la ristorazione francese, insieme alla crescita dell’interesse per il vino da parte della ricca borghesia locale, si è assisto ad un’uguale crescita della professionalità di coloro che il vino lo servono. Si inizia a focalizzare l’attenzione sugli abbinamenti con il cibo, sulla temperatura di servizio e sui bicchieri da usare per godere appieno delle qualità dei vini (francesi e stranieri). In quel panorama di grande entusiasmo aumenta l’autorevolezza dei pochi sommelier che operano ad alti livelli e quindi i loro precetti diventano verità assoluta. Oggi, a più duecento anni di distanza, chi serve il vino usa ancora le regole stabilite allora, alla faccia del gusto dei clienti e soprattutto senza considerare i cambiamenti avvenuti in questo ampio lasso di tempo. Il risultato di questa testardaggine è che ci tocca spesso bere i vini a temperature poco opportune o peggio ancora sbagliate. Quante volte ci è capitato di bere bianchi o bollicine talmente ghiacciate da non poter percepire nulla dell’uva o della zona di provenienza? e quante altre ci siamo trovati costretti a trangugiare grandi rossi così caldi da sentirne solo il lato alcolico e bruciante? Le evoluzioni tecniche avvenute in questi secoli rendono necessario chiarire il significato di termini come ghiacciato o chambré (a temperatura ambiente). Prima della diffusione capillare dell’energia elettrica, in estate, era quasi impossibile servire vini a temperatura inferiore a quelle di cantina, che difficilmente era sotto i 10 o 12 gradi Celsius. Allo stesso modo in inverno nelle case, sprovviste allora di riscaldamento centralizzato, le bottiglie di vino rosso portate nelle dispense la mattina prima della stappatura, in modo da raggiungere lentamente la “temperatura ambiente”, difficilmente superavano i 15-16 gradi. Oggi, chi serve i vini a temperatura pecca di superficialità: un Barolo conservato in sala e servito in inverno a temperatura ambiente di 16 gradi, non può essere versato con la stessa disinvoltura in piena estate alla temperatura ambiente di 28 gradi. Per bere con massimo piacere vino, oltre ovviamente al gusto personale, basta astenersi a poche constatazioni dettate dal buon senso: in estate tutte le bottiglie vanno bevute da 8 a 16 gradi, mentre in inverno si possono toccare anche i 20 gradi. Spumanti, Champagne e passiti giovani sono al meglio intorno agli 8 gradi, mentre i bianchi corposi, soprattutto se invecchiati, così come i rossi leggeri si possono bere anche a 12-14 gradi, mentre i rossi tannici o invecchiati non andrebbero mai serviti oltre i 18 gradi in inverno e 15-16 gradi in estate. E ora, godetevi i vini! Gianni Fabrizio 8 SETTEMBRE 2015