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24 febbraio 2012 ore 15,00 Ci mancava solo questo
n. 76 mensile di informazione in distribuzione gratuita 24 febbraio 2012 ore 15,00 TERAMO VIOLENTATA Ci mancava solo questo AUSL TERAMO pag. 3 IVAN GRAZIANI pag. 10 PERCHÈ VENIRE A TERAMO? pag. 20 SOMMARIO n. 76 l’Editoriale 3 Ausl Teramo 4 Omaggi e tributi ruffianeschi 5 La Tercas 6 Il dimorante 7 Saluti all’amico Alteo 7 Peggio non può venire 8 La musica è finita 9 Consigli per la salute 10 Teramo Culturale 11 Piccoli Consumatori crescono 12 La retromarcia teramana 14 L’Oggetto del desiderio 15 Il tele...ponte di Brucchilyn 18Musica 19 La Riccitelli 20 Ma perché uno dovrebbe venire a Teramo? 22 In giro 24 Avanti tutta 25 Coldiretti informa 26 Il film del mese 28Calcio 29 Note Linguistiche 30Basket è possibile scaricare il pdf di questo e degli altri numeri dal sito web www.teramani.info scriveteci a [email protected] Direttore Responsabile: Biagio Trimarelli Redattore Capo: Maurizio Di Biagio Coordinatore: Maria Grazia Frattaruolo Hanno collaborato: Francesco Arcaini, Mimmo Attanasii, Raffaello Betti, Donatella Cerasani, Luca Cialini, Maurizio Di Biagio, Maria Gabriella Di Flaviano, Carmine Goderecci, Bebè Martorelli, Silvio Paolini Merlo, Luigi Pardo, Antonio Parnanzone, Leonardo Persia, Sergio Scacchia, Zapoj Tovaris, Carla Trippini Gli articoli firmati sono da intendersi come libera espressione di chi scrive e non impegnano in alcun modo né la Redazione né l’Editore. Non è consentita la riproduzione, anche solo parziale, sia degli articoli che delle foto. Ideazione grafica ed impaginazione: Antonio Campanella Periodico Edito da “Teramani”, di Marisa Di Marco Via Carlo Forti, 41/43 - 64100 - Teramo - Tel 0861.250930 per l’Associazione Culturale Project S. Gabriele Organo Ufficiale di informazione dell’Associazione Culturale Project S. Gabriele Via Carlo Forti, 41/43 - 64100 - Teramo - Tel 0861.250930 Registro stampa Tribunale di Teramo n. 1/04 del 8.1.2004 Stampa Bieffe - Recanati Per la pubblicità: Tel. 0861 250930 347.4338004 - 333.8298738 Teramani è distribuito in proprio Ausl Teramo (quella col nuovo Logo) Migliori servizi con pareggio di bilancio D itemi voi perché il direttore generale di un ente come la Asl, a parità di offerta debba scegliere di spendere di più, molto di più? In barba a tutte le spending review di questo mondo o, meglio ancora ai risparmi sulla spesa (soldi di tutti) che di questi tempi bisogna conseguire in tutti i settori. È di qualche settimana fa la delibera della Asl di Teramo che destinava per la comunicazione istituzionale circa ottomila euro ad un solo mezzo di informazione. Nulla da eccepire. Un ente come la Asl deve comunicare le proprie attività al territorio, propagandarle, non a caso a capo della struttura c’è un manager. Però non si capisce perché la sua comunicazione debba essere affidata ad un editore presente sulla piazza teramana e non ad esempio ad altre figure che hanno da tempo presentato al direttore generale Varrassi, (senza ricevere risposta alcuna e facendo lui “orecchie da mercante” pure alla richiesta di appuntamento) offerte in cui erano indicati minori costi per la Asl di Teramo. Qual è stato il criterio? Non vogliamo pensare a male, ad eventuale filiere che si estendono dal livello giornalistico a quello politico e ad altro ancora: a questo ci ha già pensato L’Espresso, pubblicando una lista della P2 in cui c’era il di Zapoj Tovaris nome di Giustino Varrassi. Noi non vogliamo dar retta a basse insinuazioni di certa stampa, crediamo piuttosto all’uomo, anche se ad onor del vero si sono perse le tracce della sua minacciata querela al settimanale. Che fine ha fatto? Perché non ha dato seguito alla sua intenzione? Quasi sicuramente, una giustificata dimenticanza da parte di un manager a capo di una grande azienda “in pareggio di bilancio con migliori servizi”, obiettivo peraltro contestato dall’enorme cifra della mobilità passiva teramana (53 milioni di euro), la più alta in Abruzzo, fatta di colecisti operate nelle Marche. Per continuare a non credere alla congettura di un’azione congiunta tra politica e informazione, il Pd recentemente ha dichiarato che “il manager Varrassi ha favorito tutti i medici della parte politica del centrodestra in consiglio comunale”. Ma il Pd, lo conosciamo bene, a seminar zizzania è fatto apposta e poi è della stessa fazione de L’Espresso. Come si fa a credergli? In tutta sincerità – ripetiamo – siamo più propensi a credere all’uomo della Asl. Lui non mente. “Tempo di attesa di una risonanza magnetica agli arti? Un giorno” dice, e poco importa se per le altre bisogna attendere anche un anno, quando le liste non sono chiuse! Il pronto soccorso è al collasso? Lui afferma che manca il primario! Nelle sale operatorie piove: lui che fa? Cerca di punire il medico che ha rilasciato l’intervista. E Ortopedia e Oncologia? Dice di lavarsi le mani dell’affaire Robimarga, l’urologo indagato dalla Magistratura: “Non voglio entrare in questa questione” dice, poi però lo premia spedendolo a Giulianova. Noi però, porca vacca, continuiamo a credergli. Noi abbiamo il nostro criterio. n 3 di 4 Il Premio ATTUALITÀ n.76 Omaggi e Tributi ruffianeschi Tutti pazzi per una targa di riconoscimento C Maurizio Di Biagio [email protected] fine vengono pure scambiate tra i soliti personaggi alla recherche dell’ego perdu. Sopravvivere e galleggiare assegnando magnanimamente arcieri su piedistalli, piatti in simil argento, coppe insulse e targhe pieghevoli, fino allo sfinimento, supportati stancamente dall’ente locale di turno, dalla comunità montana o da qualche sigla che evidentemente si realizza pienamente in questi contesti kitsch. Anch’io ho un ruolo in questa benedetta società, pare dire l’organizzatore cui preme anche un non disdicevole ritorno economico in tasca, pur di apparire nell’orgia della serata, dei lustrini e delle paillette, e del vestito buono. Quelle che non mancheranno poi alla festa (anche se un proverbio inglese recita che “solo una buona coscienza è una festa continua”) sono le sagome del pubblico di questo tipo di cerimonie che paiono essere concepite a parte nell’alveo di questa vita: professionisti, commercianti, giornalisti, scansafatiche, a rimorchio nell’agone della fiera della vanità e dell’inutilità. Gareggiano a starci, non tanto per voglia di esserci per diletto o per altro, quanto per un meccanismo perverso di favori e scambi che in quest’ambito s’ingenera sin dal primo premiuccio offerto con tanta munificenza e magnanimità, una rete da cui poi è difficile uscire. Tanto che, se osservate bene, nel parterre de roi i sono associazioni pseudo di qualsiasi premio vongola d’oro, letterarie e non che non sapen- siedono sempre gli stessi personaggi: do come sbarcare il lunario, avvocati col pastrano nero e foulard inventano il tributo speciale a variopinto, il commerciante in cerca quell’artista, l’omaggio a Tizio oppure di pubblicità con il cartellone posto a Caio, il premio particolare “a colui in qualche parte della piazzetta che ha elevato le sorti della città nel o del cinema, l’acculturato con la campo della…briscola”, una conse- smorfia greve che pare avere sulle gna di autorevoli riconoscimenti d’ot- sue spalle tutta la responsabilità del tone per compiacere il personaggio sapere in città. Si premiano proprio o politico di turno da parte di dubbi tutti: dal macellaio che ha venduto personaggi che di galloni conquistati la sua milionesima fettina alla prof sul campo nemmeno l’ombra. Come che non ha subito un ricorso al Tar, per i cellulari, ambito in cui l’Italia dal geometra dell’urbanistica che ha detiene il primato mondiale (“come ce piace parlà” spiattellava la usato meno carta velina fino al politico trombato in cerca di ribalta Ferilli in una noto spot di qualche tempo fa), anche nel settore delle per le prossime elezioni, se ci saranno. In fondo, se proprio vogliamo consegne di attestati vari, certamente non siamo secondi a nessuno. scavare nei nostri più reconditi spazi interni, ciascuno di noi, chi più Riconoscimenti a gogò, tanto non costano nulla, se non il prezzo di chi meno, pare aver bisogno dell’incentivo. Come si dice: “L’uomo dà una statuina o di una medaglietta, però vuoi mettere: è sufficiente il meglio di sé quando è stimolato dalla speranza d’un premio, dalla indorare di un minimo di autorevolezza il premio, della presenza di paura dell’insuccesso e dalla luce di una stella”. n un politico che non può dirti di no, ed ecco che la festa è riuscita, e con gli agganci giusti si può anche ottenere un passaggio in tv o una strisciata su qualche quotidiano. E l’ego si gonfia sempre più, l’ego di chi ovviamente ha organizzato la serata sperando in un lauto ritorno di favori e di immagine. Una captatio benevolentiae, o meglio una volgare arruffianata, di chi in genere vuole ambire a collocarsi nel gotha dei personaggi patinati della cittadina per assurgere ad un ruolo di primo piano nel mondo delle importanze, d’altronde il mezzo più efficace di ottenere fama è quello di far credere che si è autorevoli, dispensando premi e riconoscimenti come se grandinasse.Tanto in un paesone come il nostro l’effetto non passa in secondo piano. Così invece di riconoscere il merito (ah dannata meritocrazia), la lingua va dove il dente continua a dolere, nel molare dei lacchè che strizzano il loro occhio languido a coloro che di virtù sono proprio a secco, incartandosi in un ciclo continuo di premiazioni e statuine che alla di BancaTercas “Una Banca che farà accadere le cose” Maurizio Di Biagio [email protected] n.76 Giorgio, si ritiene uomo del fare, lo dice più volte, e prima di rendersi conto della nuova realtà lavorativa monitorizza di persona criticità e pregi per stilare poi un nutrito report. Nato a Pavia cinquantun anni fa, Pilla è sposato e ha due figlie. Viene dal mondo Intesa San Paolo, in cui ricopriva un ruolo di rilievo in aree economiche importanti: poi un anno fa la nomina a direttore generale della Banca dell’Adriatico di Giandomenico Di Sante. Ora il suo futuro è a duecento passi alla corte del Presidente Nisii. Per la verità il Pavese nasce e si fa le ossa nel mondo Cariplo, l’ambiente delle casse di risparmio di cui lui si dice orgoglioso, tanto che al suo arrivo in Banca Tercas dichiara: “E’ stata una scelta consapevole”. La sua mission è basilare: far scordare Di Matteo ma soprattutto prendere il timone di un’imbarcazione che naviga nei mari tempestosi di una crisi mondiale di liquidità e che malgrado tutto vorrà riprendere la sua politica espansionistica. E gli intenti della nuova coppia che guiderà le vicende del credito teramano saranno quelli di stringersi di più al cliente, di rendere l’istituto più trasparente e semplice, meno santuario insomma, rimuovendo la patina di sacralità su uomini e cose, ma al contempo indirizzando è lo slogan del nuovo direttore generale Dario Pilla O la banca all’oceano web, con un Piano strategico in cui si dovranno realizzare obiettivi come ad esempio una nuova cultura della comunicazione, della crescita e dell’innova- gni volta che inizia una zione. E anche con un Piano nuova storia c’è sempre d’Impresa in cui presidiare la qualcuno che se ne va e qualcun altro che arriva, 5 gestione del rischio e garantire l’elevata liquidità, fattori che alla luce degli avvenimenti sono divenuti un passato che verrà rimpianto stringenti. o fatto scivolare, dipende dal E soprattutto si punterà a migliorare la solidità patrimoniale, parola di tipo di addio, ed un futuro cui ci Lino Nisii, il suo presidente, che abbozza pure una mezza minaccia: si assegna fiduciosi. Una sorta “Scordatevi i dividendi ai soci perché c’è esigenza di patrimonializzare”. di terra di mezzo dove è sempre “Ora è tempo di consolidarsi”, prosegue su questo solco l’Avvocato, facile sognare perché dopotutto che fa intendere pure come per il momento sia messa in cantina ogni “domani è un altro giorno”. Così sarà stato per il Presidente della Tercas, velleità d’espansione, anche se lascia aperto uno spiraglio: “Superata Lino Nisii, quando “per caso” ha posto il pavese Dario Pilla a capo del questa fase, si vedrà”. timone della Banca Tercas, un nocchiere col compito di far dimenticare Ma il nuovo corso Pilla s’incastona in uno sconvolgimento epocale, “gli la sfrontatezza dell’ex direttore generale Antonio Di Matteo dinanzi a ultimi sei mesi, a seguito della crisi dei subprime e dei debiti sovrani, cose bancarie che tutto hanno tranne l’essere trattate con azzardo. hanno cambiato dopo 30 anni il modo di fare banca, di un istituto che si Questo il grande vecchio non gliel’ha perdonato all’ex dg, prova ne è credeva inviolabile”, precisa il neo direttore generale nel suo intervento il suo lungo silenzio quando si accenna dell’Avezzanese, ora di stanza da “primo giorno di scuola”. a Bologna in qualche studio di consulenza, silenzio che fa più male di Per il Pavese il Gruppo Tercas è “un diamante grezzo da pulire per farlo mille parole di fuoco. brillare ulteriormente; una banca con buoni professionisti e ben radicata È dunque iniziato un nuovo capitolo. In maniche di camicia bianca e sul territorio, con dirigenti capaci, con la fierezza dell’appartenenza, la cravatta nera penzolante che pare trasudare l’esprit obamiano, il nuovo cui organizzazione potrà essere migliorata”, infine una banca in cui si direttore generale spiega ansimante il suo universo-banca con un ridurrà l’attività allo sportello per trasferirla nel giro di 10 anni sul web. entusiasmo contagiante e con risolutezza tutta padana. Tratti decisi alla “Il futuro per noi è già cominciato - sibila ancora Pilla - la nostra sarà una Bruce Springsteen, Pilla dorme poche ore a notte e alle sei già parte banca semplice che ottimizzerà i processi per facilitare i clienti, sarà la dal suo computer la prima mail di lavoro, seguendo durante tutta la banca del fare, delle persone, del metodo, la banca utile ed infine bella”. giornata una terrificante marcia lavorativa che lo fa riposare solo per Gli slogan si rincorrono. pochi minuti.Qualche tempo fa, si celò nella calca dei clienti dietro ad “Sarà una banca con processi organizzativi ben definiti, con una filiera uno sportello di una filiale Tercas per capire cosa ci fosse da migliorare decisionale corta e con una migliore efficacia del rapporto con i clienti: nel servizio. Il neo direttore generale dell’istituto bancario di Corso San sarà una banca dove accadranno le cose”. n di 6 Mimmo Attanasi La lettera SATIRA n.76 Il dimorante Boh!!! D [email protected] Insomma, se ti arriva fino al collo, non disperare, un modo per uscirne fuori si trova sempre. Ripulirsi è meglio che far finta di niente o annegare. Insomma, uno almeno ci prova a rendersi presentabile. Un errore costa una correzione. Un prezzo accessibile e accettato dal responsabile della svista. Non bisogna farsene un cruccio perché tanto “ti criticheranno sempre, parleranno male di te e sarà così difficile che incontri qualcuno al quale tu possa a un dimorante in Via Savini riceviamo andare bene come sei. Quindi vivi come credi, e volentieri pubblichiamo e pure di fai quello che ti dice il cuore. La vita è un’opera corsa: di teatro che non ha prove iniziali. Canta, ridi, “Mi pregio parteciparLe il mio apprez- balla, ama. Vivi intensamente ogni momento zamento per l’articolo in oggetto (Brucchi or- della tua vita, prima che cali il sipario e l’opera dina: multare!), apparso nel n. 74 di Teramani. finisca senza applausi” (Charlie Chaplin). Per meglio significarLe il mio apprezzamento Siamo consapevoli dei problemi invadenti e mi adopererò, tutte le volte che mi sarà insistenti nel quotidiano della gente, che lavo- possibile, per parcheggiare il mio SUV in via ra e si alza presto la mattina. Per due lire da Carlo Forti… e sarà mia cura sollecitare i miei Business as usual, si lavora come sempre, destinare a mutui e debiti vari, senza neanche conoscenti perché facciano altrettanto. c’era scritto su un cartello e, volgendosi al se- i quattrini per una cenetta fra amici. Di un fine Voglia gradire i sensi della mia più profonda guito, disse: “La guerra è una cosa orribile, ma settimana che ritorna sempre troppo presto, deferenza. Teramo, 12 dicembre 2011.” condurre in guerra un popolo che dà di questi nel secondo turno di una pizzeria piena di chi L’errore sesquipedale è un’espressione poli- esempi è una grande soddisfazione”. non si sa dove li va a prendere tutti quei soldi. rematica della lingua italiana tesa a rappre- La vita è come la scala di un pollaio. Il raffinatis- Mentre tu, i conti sì che te li devi fare a mente, sentare un giudizio dispregiativo su un’azione simo precetto popolare immerge in un’insolita se la vuoi un’altra birra ancora. E allora, pro- ritenuta sbagliata. Indica uno sbaglio, svarione precisazione di sottile ingegno. A inquietare la prio non ci va, a questo punto, di aggiungere, o topica madornale, di difficile misurazione. mente e rabbuiare gli animi è l’osservazione a cotanta ambascia, anche le imprecisioni L’aggettivo sesquipedale deriva dal nome puntuale che si evince dall’aforisma stesso. divulgate sul nostro conto. dell’omonima unità di misura di lunghezza in Solo una pura questione di quantità, mentre Signor Maurizio Di Biagio, taccia per sempre! uso presso i latini (la sesquipeda, pari ad un dovrebbe essere evidente e manifesto a tutti E Lei, Signor dimorante, in Via Savini, si goda piede e mezzo) e significa in questo contesto che più la scala è lunga, più merda poi ci si pure il suo prezioso Suv. Ma attenzione, in Via “esageratamente grande, enorme, smisurato”. ritrova sotto i piedi. Dipende dai punti di vista. Carlo Forti c’è il divieto di sosta (ambo i lati). Il tono dell’espressione risulta volutamente Se hai le scarpe con sotto il carrarmato ti tocca Voglia comunque gradire i sensi della nostra iperbolico e ironico, dal momento che un er- farla seccare e, con un giravite a punta sottile, più profonda deferenza, ma non la confonda rore non si può misurare fisicamente. Gentile agire di ricamo; ma se la suola è di quella con il suo prossimo sinonimo: “riguardo”. dimorante, sarà nostra premura provvedere liscia, allora basta un prato, una aiuola che si I Vigili Urbani non faranno sconti. Anche per a redarguire aspramente il Redattore Capo di spera senza fiori o il bordo di un marciapiede. Lei, è prevista una multa salata... n Teramani, tal Maurizio Di Biagio da Via Paladini, affinché possa costui rimembrar le stoltezze a cui indulse nel vergare parole blasfeme in onore di Mammona, di tesori verbali accumulati impropriamente. Come osò mai infierire con parabole, metafore ed eufemismo Vs l’operato dei Vigili Urbani, della nostra città?! ”Se la libertà di stampa significa qualcosa, significa il diritto di dire alla gente ciò che non vuol sentirsi dire” (George Orwell, da “La libertà di stampa”, in “La fattoria degli animali”, Oscar classici moderni, Mondadori). La verità senza aggettivi è materia per teologi . Churchill raccontò a Montanelli che una volta a Londra, dopo un pesante bombardamento, andò in mezzo alle macerie e notò una piccola bottega di barbiere, semidistrutta ma aperta. di Francesco Arcaini Il ricordo 7 n.76 Saluto all’amico Alteo nipotina alla scuola San Giorgio. Dopo aver letto quella annotazione, guardando sotto ho notato anche il nome Alteo e la tristezza e il dolore si sono raddoppiati, sono rimasto veramente impressionato, a pochi mesi l’uno dall’altra, se ne erano andate due persone forti e gentili, due bravissime persone. Non oso aggiungere altro a quanto ha saputo dire su questo mensile Silvio Paolini Merlo in merito alla vita artistica e professionale di Alteo, ma solo sulla sua umanità ed il suo amore per il prossimo. Continuando ad accompagnare mia nipote a scuola, passando davanti a quello spazio per affissioni ho notato, sempre con più interesse, il restare visibile, dopo mesi, il manifesto di C Alteo, mentre tutti gli altri venivano coperti. Riflettendo sono arrivato ad una conclusione che mi ha anche suggerito ome mi è accaduto già altre volte, con amici e buoni conoscenti, ho questo mio scritto, Alteo è stato un buono, una persona stimata in fami- appreso con ritardo dell’addio a questo mondo di Alteo Tarantelli, glia e sul lavoro, una persona che ha meritato rispetto anche dalla gente amico da sempre conosciuto dall’infanzia e con il quale sono comune, che è la cosa che più vale e gratifica. n cresciuto, frequentandoci giornalmente anche con il fratello Igino e Bruno Gambini, fino a quando non mi sono trasferito a Piane di Collevecchio di Montorio. Eravamo inseparabili ed insieme abbiamo affrontato le prime esperienze di studio, io ragioniere e loro geometri, abitando tutti a un centinaio di metri dall’Istituto Tecnico Commerciale “V. Comi”: i Tarantelli in Via Rischiera e Bruno Gambini ed io in Viale Bovio. Abbiamo condiviso, a diplomi conseguiti, anche le prime esperienze lavorative nell’Ufficio Provinciale della Gioventù Italiana in Via Taraschi, Angelo Ioannone Commissario e Carlo Grossi Dirigente, in qualità di insegnanti in corsi per apprendisti e per lavoratori disposti a recarsi all’estero. Forse per questo, ad un certo punto, avevamo deciso tutti di far domanda per recarci in Australia a cercar lavoro, ma la fortuna ci arrise e tutti trovammo lavoro in A. Tarantelli, Idilli, Anni ’70-’80 olio su tela (particolare) Italia: Bruno all’Ufficio IVA, Alteo all’Ufficio Tecnico dell’Università, Igino con una ditta di Costruzioni ed io al Comune di Montorio al Vomano. Tutti e quattro ci creammo una famiglia e senza ombra di presunzione, perché erano altri tempi, tutti in modestia e semplicità, disposti a ben operare in famiglia e sul lavoro frequentandoci, ovviamente, meno, ma sempre nel rispetto reciproco tra noi e degli altri. Siamo rimasti sempre fortemente legati, fortemente amici, forse perché condividevamo tanto: carattere, modo di percepire le realtà intellettive ed oggettive, bisogno di apprendere, voglia di vivere, amore per il prossimo. Siamo stati sempre animati da qualcosa che nasceva in noi, qualcosa che ci avvicinava, anche senza esserlo materialmente, una stima integra, un legame tra fratelli più che tra amici e se anche in periodi abbastanza lunghi non ci si vedeva i sentimenti restavano gli stessi. Igino ci lasciò ancora giovane, vittima di una sventura maturata all’estero a pochi giorni dal suo ritorno in Italia, quando già percepiva la gioia di riabbracciare i suoi cari per il Santo Natale. Ora l’ha raggiunto Alteo ed io a dolermi di non aver potuto partecipare di persona al cordoglio dei famigliari e per il modo in cui sono venuto a conoscenza della sua morte, leggendo l’avviso della scomparsa della moglie Lina Cerasetti, sullo spazio in Via Cavacchioli, nell’accompagnare la mia Peggio non può venire di Luigi Pardo È strano ma vi voglio far sapere che in fondo un po’ mi manca il Cavaliere. Vi ricordate quelle sue sparate un pò spontanee e un pò premeditate che erano trasmesse per tivvù e ridevamo in tanti, eppure tu. Gli scherzetti alla Merkel e a Sarkò: l’Europa se la ridacchiava un pò. E gli anatemi contro i comunisti che da vent’anni non si son più visti; e le maledizioni ai magistrati dalle menti distorte e un pò malate; le cenette con giovani donzelle di coscia lunga e floride mammelle, allietate da qualche canzonella suonate allegramente da Apicella. Dello spread nulla si sapeva e l’evasione non ci preoccupava; pian piano, impoverendo, si rideva mentre l’acqua alla gola ci arrivava. Poi, all’improvviso, ci hanno aperto gli occhi, uscendo dal Paese dei Balocchi. Ci siam trovato davanti un gran signore d’aspetto d’un inglese ambasciatore il quale, con la più elegante flemma, ci ha spiegato che siamo nella “melma”. E infine, per stranezza della sorte, pur se prendiamo in testa tante botte, andiamo in processione al santuario e ci prostriamo avanti a Super Mario. di 8 Maurizio Di Biagio Cultura abruzzese ATTUALITÀ n.76 La musica è finita Diminuiti del 70% i fondi alla cultura regionale È la Caporetto delle associazioni abruzzesi È [email protected] dell’anno scorso” ripete sconsolato come una brutta nenia “che poi tra l’altro era da considerarsi una somma a dir poco insufficiente”. Ben 900 mila euro in meno solo dalle leggi di settore (la 15 e la 5) e minor contributi per l’Isa (Istituzione Sinfonica Abruzzese). Solo nel 2007, l’assessore aveva a disposizione 3,2 milioni di euro: da definirsi una colata di danaro se comparato ad oggi. Oltretutto De Fanis paventa scenari raccapriccianti temendo importati tagli occupazionali al settore “perché 1200 persone che gravitano attorno alla cultura potrebbero restare a braccia conserte per un bel pezzo”. Ciò vuol dire un ulteriore depauperamento culturale in Abruzzo, poiché le realtà meno ricche potranno avere perfino problemi di sopravvivenza dal momento che gli stanziamenti del Fus (il Fondo Unico per lo spettacolo di natura statale) sono inevitabilmente legati a quelli regionali: venendo meno quest’ultimi, si rischia anche di non beccare gli altri. Il panorama è desolante. All’assessore non resta che manifestare la sua impotenza; il timbro della sua voce, quasi baritonale, perde consistenza, s’affievolisce la Caporetto della cultura abruzzese. Con l’attuale crisi i primi a soffrire della penuria di stanziamenti regionali è proprio lei, la cultura, l’arte della rappresentazione, del gesto, della lirica, del bel canto e della pennellata d’artista. Facendo due conti, in soli sei anni sono mancati all’appello nel settore quasi tre milioni di euro per un taglio draconiano che supera abbondantemente il 70% del budget a disposizione nel 2007. Non è che fosse tutt’oro quello che luccicava allora, ma almeno l’esborso della Regione garantiva lustro alle realtà meritevoli e una sorta di sopravvivenza a chi, galleggiando alla bene e meglio, ambiva a divenire realtà. Ora, anche associazioni conclamate, come ad esempio l’Istituzione Sinfonica Abruzzese, costretta a cure dimagranti esasperate, teme semplicemente per il domani. La stessa Riccitelli del presidente Maurizio Cocciolito non esclude che, in seguito a tali corpose sforbiciate, i prossimi cartelloni possano ancora essere all’altezza di quelli passati, a ri- Facendo due conti, in soli sei anni sono mancati all’appello nel settore quasi tre milioni di euro per un taglio draconiano che supera abbondantemente il 70% del budget a disposizione nel 2007 schio qualità e quantità, in un cocktail che si mostra esplosivo. I tagli al settore che la Giunta regionale apporterà nel corso del 2012 sono dunque al limite della sopportazione da parte delle centinaia di associazioni quando deve ripetere come la cultura sia poi sempre la prima vittima che spalmate sul territorio abruzzese sacrificale: “Una scelta, questa, che non posso avvallare ma che accet- avranno d’ora in poi seri problemi to con molta rabbia” è la sua testimonianza, il suo “obbedisco”, anche di salvezza artistica in quest’am- se poi smarca il governatore Chiodi prendendosela con l’attuale crisi bito messo così a dura prova dalle finanziaria, madre di tutte le giustificazioni. ristrettezze economiche dei diversi Tra le associazioni regionali serpeggia la preoccupazione. enti locali. Di riflesso, si prospettano Monta anche un moto di sdegno ma alla fine ci si rimette “alle tagli soprattutto all’organico e, come mani di Dio”, come sostiene il coordinatore amministrativo dell’Isa, già accennato, agli stessi cartelloni, Vittorio Ciccarelli, che rende noto come dai 14 mln di euro del 2006, minando la loro qualità e numero: una i finanziamenti regionali siano scesi a 4: a rischio i 60 posti di lavoro, situazione drammatica, riferiscono ma soprattutto la qualità degli spettacoli fin qui offerti. Non si vuole gli addetti ai lavori, che fanno sapere ancora credere che tutto ciò accadrà a breve giro di posta. Per fare un come in alcune cesoiate “lo Stato addirittura si comporti meglio della altro illuminante esempio, la Riccitelli di Teramo in due anni ha subito Regione Abruzzo”. un taglio del 70% dei contributi regionali: anche qui a rischio l’organico Chiodi picchierebbe perfino più duro di Monti, che è tutto dire. Il taglio e cartellone. “Sarebbe davvero drammatico – conclude il presidente “forte” che l’assessore regionale alla cultura, Luigi De Fanis, lamenta Maurizio Cocciolito – perché dopo tanti anni di sforzi notevoli e di cre- rispetto al suo budget del 2011 è di 1,7 milioni di euro: “Ho la metà scita sarebbe una iattura ridimensionare l’attività artistica”. n di SALUTE Consigli Donatella Cerasani n.76 Allergie Alimentari A 9 llergie e intolleranze alimentari sono spesso confuse tra loro, in quanto entrambe scatenano reazioni negative nell’organismo, in concomitanza con l’assunzione di un alimento. La loro origine è ben diversa. In questo numero tratteremo le allergie alimentari e nel successivo le intolleranze alimentari. Le allergie alimentari sono causate dalla reazione antigeneanticorpo nei confronti di un antigene (proteina) al quale il nostro organismo è sensibilizzato si scatena quindi, nel giro di breve tempo, il rilascio abbondante di immunoglobina di tipo E e di istamina reazione non è dose dipendente bensì determinata dall’assunzione provocando subito un picco massimo che si manifesta con prurito, dell’allergene stesso , anche in piccolissime quantità. rash cutaneo e gonfiore fino ai casi più gravi della chiusura della Fortunatamente, nei soggetti adulti sono pochi gli alimenti respon- glottide (reazione allergica all’albumina). sabili di reazioni allergiche: latte vaccino (parte proteica), uova, Chi è allergico ad un alimento lo è sempre e comunque in quanto la molluschi, crostacei, pesce, arachidi, noci e frutta secca. n di 10 Teramo culturale CULTURA n.76 Ivan Graziani Silvio Paolini Merlo [email protected] da dire, dichiarava il Nostro con sfrontatezza. Il mai interrotto come per un De André o un rock’n’roll già visto e udito nel folk abruzzese, Gaber. Ma c’è da stupirsene dopo quanto si è aggiungeva. L’elemento “popolare” è tuttavia detto? Graziani non ha portato avanti nessuna di ambigua attribuzione in un cantautore di battaglia ideologica, non si è prestato a facili ballate tenere e scanzonate quale egli è stato, engagement anarchici e utopistici, come per come lo è per altri artisti del suo periodo quali lo più tutti i cantautori della sua generazione, Lucio Battisti o Pierangelo Bertoli. Non è di Gaetano incluso. Graziani è un menestrello diversa natura da quello di un menestrello puro, il suo tema costante sono i desideri, il medievale, o di un operista del tutto viscerale suo orizzonte espressivo più autentico quello e anticerebrale come Puccini, che, a cavallo dei toni tersi e soffusi, prosecutore di quell’art e l’inattualità poetica dei menestrelli pour l’art, di quel cantare per il solo piacere di farlo, un po’ come il “tanto pe’ cantà” petroliniano, che è proprio quanto la D tradizione colta occiden- nessun altro personaggio cittadino ha ottenu- desta incisività del festival to nel tempo un grado maggiore di universale teramano “Pigro”, degli e stratificata notorietà, ben oltre il caso stesso alti e bassi dell’industria tale, specie continentale e elle figure della Teramo culturale mitteleuropea, ha spesso inscrivibili tra le più indiscutibilmente inteso alla stregua di un popolari, quella di Ivan Graziani è di peccato originale. Non è certo la più indiscutibile. È un fatto che responsabilità della mo- di quella Maria Di Paolo originaria di Rocca discografica, della perver- Santa Maria, in arte Mara Del Rio, che pure sità del sistema produttivo conobbe un certa fortuna per quasi tutti gli degli ultimi due secoli, trovò del tutto naturale moderno, e nemmeno dell’insensibilità o del anni Cinquanta. E tuttavia, fatti salvi gli esordi accostare il melodramma al Café chantant. pregiudizio, ma del percorso della musica occi- con i “Modernists” di Nino Dale e la bellissima C’è chi, al di là della biografia ufficiale presen- dentale tutto intero, e, in ultima analisi, di Gra- Signora bionda dei ciliegi, con Teramo tutto tata all’Università di Teramo lo scorso novem- ziani stesso. Un artista-menestrello che non questo ha poco a che vedere. La cosiddetta bre, non si dà pace per il mancato revival della si è mai preoccupato di addomesticare o farsi popular music nasce e si consolida in area an- musica di Graziani, spesso contrastata da sorti addomesticare dal pubblico, di schiavizzare il gloamericana a partire quantomeno dagli anni avverse e in genere poco considerata dalla canto alla parola, di assumere toni messianici Venti del secolo passato, ad esprimere quell’e- critica, revival che invece c’è stato e a spron o diabolici, tradizionalisti o progessisti. Il suo splosione via via sempre più incontenibile per battuto per colleghi dalla vicenda piuttosto rimanere nell’ombra, popular e nello stesso cui la musica occidentale colta, scaturita dal simile alla sua (macroscopico il caso di Rino tempo di nicchia, amato seguito e ammirato canto gregoriano e ambrosiano, viene a fare i Gaetano, trionfalmente riscoperto a distanza da cultori e giovani autori, è un segno dovuto conti con una società sempre più divisa e di- di un ventennio), o che al contrario non s’è ai tempi che viviamo, ed è un buon segno. n laniata da grandi conflitti etnici e religiosi, che dal mecenatismo rinascimentale e dalle grandi monarchie sfocia in modo inesorabile in forme di tecnocrazia e di industrialismo sovranazionali. È tutto un mondo di valori che prende il posto di un altro in disfacimento, altro che mode o etichette. E ciò che vuole è l’immediatezza empirica del fare musica in quanto musica, quel pragmatismo espressivo risalente alle melodie degli chansonnier di era trovadorica, rimasto poi sepolto sotto montagne di razionalismo idealistico, spesso mascherato da toni mistici o profetici, come nel percorso che dai polifonisti franco-fiamminghi giunge a Bach e a Beethoven, e da questi alla seconda Scuola di Vienna e all’ultraserialismo di Boulez e Stockhausen. 90 % divertimento, 10 % cose di Mimmo Attanasi SATIRA Vita sociale [email protected] n.76 Piccoli Consumatori Crescono o ti avvolgi nel mantello di Zorro, tracannando un bicchiere di rosso dopo l’altro; se a Venezia c’è l’acqua alta, tanto che ce lo sapevi, te ne vai da Gatto con gli stivali e con quelli ai piedi sette leghe le fai di sicuro. Se a Teramo si organizza una manifestazione dedicata ai bambini, di quelle creature che se gli si soffia d’inverno sulla guancia si ammalano di raffreddore, allora forse sarebbe meglio dare prima uno sguardo al calendario; prendere atto che siamo in inverno e, giacché il Carnevale ogni anno si ostina a cadere di questi tempi, prendere finalmente una decisione coraggiosa: “Se organizzassimo tutto al chiuso, visto che di carri allegorici con una fisarmonica sfiatata e una damigiana di fianco ne abbiamo visti sfilare tanti?” Gli Ignorantelli di Giuggiù sono un lontano ricordo, assieme ai Senza Pensieri de Coccia a spille; la Madame Charleston di Mondino non sfila più sotto i Portici di Fumo. Come non pensarci prima?! Eh, sì che bisogna pensarci in tempo. al caldo dei “a luoghi” E fare anche molta attenzione se si vuole evitare che in futuro le associazioni di mu- L tuo soccorso e le fratellanze di artigiani possano, come a sagra di Natale si è appena conclusa fra le ali tricolorate il Pifferaio magico della delle luminarie appese, una pista di ghiaccio finto, i rami Bassa Sassonia, attirare posticci di un alberone messo come giovedì e il brindisi di dietro di sé i bambini della mezzanotte con il “Governatore” sul palco a benedire di auguri città, per condurli alle feste Attanasii il nuovo anno alle genti, assieme al “Borgomastro” e un “Beppe Grillo dei poveri”. Enorme successo in maschera danzanti, con mamma & papà al seguito a battere le mani e tenere il ritmo come gli ha insegnato la De Filippi nell’effimero Uomini e Donne, fra torri merlate e carrelli Pensare che in piazza della spesa dei “non luoghi”, di un Centro Commerciale. L’etnologo e del Plebiscito a Napoli ci antropologo francese Marc Augé definisce il non luogo dei maxi- fosse Zubin Mehta e dopo store altamente rappresentativo della nostra epoca, caratterizzata Giovanni Allevi, insomma... dalla precarietà assoluta, dalla provvisorietà, dal passaggio e da un nelle sue composizioni individualismo solitario. Le persone transitano nei non luoghi, dove non c’è mai un passaggio nessuno vi abita. E proprio in una indagine fatta dall’Osservatorio sui virtuosistico. Per studiare Diritti dei Minori risulta che il 73% dei giovani trascorre in media tre Chopin non basta una vita, ore al giorno nei grandi supermercati e il 19%, addirittura, il doppio per Allevi sei a posto in del tempo. Con piena coscienza dei genitori che, comunque, si un quarto d’ora. In linea sentirebbero assai più tranquilli del fatto che i propri figli se ne stiano con la tendenza del nostro lì, di buona voglia, rintanati in quei, “iper” luoghi video sorvegliati, (Maurizio Baglini, left n° 34 Attanasii di pubblico. tempo: tutto e subito. 11 come appunto i Mall, piuttosto che rimanere fuori da soli al freddo, in mezzo alla strada, esposti ai pericoli di una vita con la quale, pure gli del 28 agosto 2009) invincibili, alla fine dei giochi, dovranno fare i conti. Scaldarsi le mani Imbacuccati, dopo aver saccheggiato armadi e cassetti, gli equi- con una vecchia fotografia. Per sopravvivere, più che di varietà gene- paggiamenti d’alta montagna in prestito e scombinati, Moon Boot tica è di quella culturale che avremo bisogno in futuro. Piccoli Con- taroccati, “i bigotti dell’apparire” restano a malapena in equilibrio sui sumatori Crescono. E dovranno farlo in fretta. Gli investitori hanno pattini a noleggio, sulle note distorte di una musica che spacca. Fini- investito e di scadenze da onorare ce ne sono così tante che di sonni ta la festa, si strizza l’occhio nell’indolenza di provincia al prossimo inquieti è piena la notte. Quindi, anche per quest’anno, a “Carnevale martedì grasso alla teramana, per poi avviarsi verso i rigori alimentari ogni scherzo vale... un buono omaggio” solo se la dolce mammina della quaresima. Ed è proprio lo spirito, magari non quello santo, è prende con sé il carrello della spesa e via andare, a testa alta con lo ciò che manca ai pensatori di sagre. Se a Ivrea, durante le goliardiche sguardo ad altezza di scaffale, su e giù per le graziose piazzette del battaglie medievali fra gli aranceri ribelli contro il tiranno feudatario, Corno Grande e del Corno Piccolo, in un salutare shopping rigeneran- diluvia, nel succo di frutta sempre bagnato ci stai; se per i vicoli di te e, soprattutto, per imparare a diventare sempre più consumatori, Ascoli Piceno tira ‘na flippine che ti stacca le orecchie, alzi il bavero sempre meno cittadini. n di 12 Urbanistica teramana ATTUALITÀ n.76 La retromarcia teramana Saltati Project Financing del nuovo teatro, Stu e recupero dell’ex manicomio; si allontana lo svincolo della Gammarana proposto dal Comune; problemi giudiziari per l’ex assessore Robimarga e per il socio privato della Team; bocciato dal Tar la seconda parte del Lotto Zero; il concorsone sotto la lente d’ingrandimento della Magistratura; e tanto altro ancora gettano un’ombra inquietante sulla nostra città. Maurizio Di Biagio www.mauriziodibiagio.blogspot.com fantasmi tornati in vita per riprendersi la loro volontà. Ed in tutto ciò, la leggendaria ospitalità teramana è stata ben promossa dalla nostra cara giunta: dopo l’invito a (comparire) a Gavioli e Faggiano ex ad Team, è toccato alla Straferro a mettersi nei guai. La ditta di Centobuchi che doveva iniziare i lavori per il nuovo teatro e portare avanti un’operazione immobiliare da 43 milioni di euro, è stata bloccata sul più bello dalla Prefettura di Ascoli perché c’è in corso un’inchiesta per mafia che toccherebbe l’azienda marchigiana. Sul versante Team invece, per comprendere meglio in quale clima si vivesse, val la pena ricordare come l’ex presidente prima di firmare qualsiasi atto fosse solito sottoporre al vaglio di uno stuolo di avvocati tutte le carte, per evitare appunto di essere invischiato in fatti poco chiari. E a quanto pare è stato previdente, oltreché coscienzioso: dal coacervo di intrighi ne è uscito immacolato. E se finora non c’è un socio privato che sia stato nominato attraverso un normalissimo bando di gara è perché, come riferisce il senatore Paolo Tancredi, il fine giurista Vincenzo Cerulli è stato capace di redigere “uno statuto coi fiocchi”, che ha retto nel tempo e che soprattutto ha fatto scuola. Peccato che però in procura non la pensano così. Il consigliere regionale Idv Carlo Costantini intanto ai microfoni di Teleponte parla di cricchetta teramana cui rivolgersi se si vuole lavoro e se si vogliono fare progressi in campo professionale. Il Pescarese fa anche cenno all’avviso di garanzia fatto recapitare al manager Varrassi dalla procura di Teramo, ufficio che sta indagando sulla promozione quantomeno inopportuna dell’ex assessore all’urbanistica Pdl a primario di Urologia di M Giulianova proprio dalla sua Asl in un perio- ricorrendo anche a criptici piani strategici stesso sindaco Brucchi col suo percorso e progetti di finanza fin troppo faraonici senologico. Ha dichiarato il capogruppo do in cui è ancora indagato. Ma Costantini a che sta succedendo alla nostra accennava alla cricchetta e dunque anche cara città? Tutto ciò che l’Ammi- a tutti i medici Pdl, consiglieri comunali a nistrazione aveva programmato, Piazza Orsini, recentemente avvantaggiati ideato, pensato e sublimato, da promozioni fulminanti, compreso lo per la nostra caratura, si sta sciogliendo Pd, Giovanni Cavallari: “Facciamo prima a come neve al sole. Tutte le versioni della Teramo 2.0 previste nel Modello nominare l’unico non promosso da Varrassi che a segnalare tutti gli altri”. finale 2025 hanno invece incubato il proprio bug informatico all’interno E qui l’elenco si fa lungo, lunghissimo. dell’hardware del palazzo municipale, fino a far apparire sullo schermo del computer di Piazza Orsini tanti irriverenti volti di anonymous che Stu 2012 : fine dell’urbanistica creativa si sbellicano dalle risa a veder come tutto sia andato a gambe levate. Con lo Stu (Società di Trasformazione Urbana) Teramo avrebbe dovuto Niente Project financing del nuovo teatro, niente Stu, saltato il concor- rincorrere Barcellona, ricalcare le orme della città catalana e richiamare sone per irregolarità, saltato pure lo svincolo assieme al secondo tempo da mezzo mondo archistar pretenziosi, così non tanto tempo fa afferma- del Lotto zero, niente ex manicomio da recuperare (Jessica è scappata rono in pompa magna i nostri politici. Con lo Stu la nostra città poteva con Cialente), niente nuovo volto alla città: questa volta i tappi dello parlare di opere da tramandare ai posteri e finalmente sotterrare le brut- champagne salteranno al massimo per la promozione del Teramo calcio tezze teramane dei gazeboni e degli ipogei. Con lo Stu molti dei nostri in seconda divisione. Eppure, in questa nuova e scintillante città, il gover- amministratori si son fatti belli per rincorrere poltrone in Regione, usando natore Chiodi aveva da tempo apposto la sua firma. Archistar, affaristi e l’urbanistica creativa per i loro scopi. Ora, dopo l’appello del sindaco dirigenti comunali avevano pure pranzato a Milano in cene propedeuti- Brucchi che in pratica ha annunciato di aver accantonato definitivamen- che alla nuova ville lumiere in costruendo, ma evidentemente il cibo è te il Piano, malgrado fosse un punto irrinunciabile del suo programma, rimasto nel gozzo, indigesto: si spera solo che il conto non l’abbia saldato l’unico Stu’ rimasto in piedi da queste parti è quello di Montorio, il l’amministrazione, cioè noi, perché al danno s’aggiungerebbe anche la famoso e antico gioco di carte con la Taverna, il Gnaf, il Salta, il Bragon e beffa. Per Chiodi il nuovo teatro che si stagliava per 80 metri avrebbe il Cucco, e l’accento sulla “u”. Una beffa, la solita smargiassata dei nostri cambiato per sempre lo skyline di Teramo, donandogli una spiccata cari politici che, per alimentare il mito di una Teramo da bere, hanno personalità, ora invece resta la ferraglia della tribuna e i 17 mitici gradoni messo in campo il solito armamentario di fin de siècle, tra concorsi di della curva Est, che parlano di storia, di spazi verdi e ora dei cinquemila idee, convegni da iperuranio e la solita sala prestata a qualche pretenzio- senza spendere nulla”. Sì perché, la nostra per la notizia che per il relativo provvedimento amministrazione ha anche avuto l’abilità del Comune di Teramo, e aggiunge che aveva tutt’italiana di trasformare una Caporetto in appena completato la consegna della docu- 13 una Vittorio Veneto, una clamorosa sconfitta mentazione, assieme alla ultimazione della dei generali italiani in una riscossa imperiosa. revisione del Piano economico finanziario. n.76 Una riunione con la direzione compartimenta- Brucchi non ha potuto far altre che rilevare le di Rfi, in cui si prendeva atto del fallimento come la comunicazione abbia compromesso dello Stu, è divenuta all’improvviso l’ennesi- tutto, però si fa coraggio ripetendo il suo mo folgorante spottone di Piazza Orsini per mantra: “Si va avanti ripartendo con il vecchio annunciare l’arretramento di pochi metri della cinema comunale”. Esultano le 5 mila firme che hanno vergato i fogli e che si opponevano sa videata, il nulla insomma. Nel glossario dei all’abbattimento del vecchio stadio comunale, nostri amministratori la Stu aveva il compito di esulta una parte politica ben distinta, esultano progettare e realizzare le nuove aree urbani- i Verdi ma anche semplici cittadini, esultano stiche degradate o sottoutilizzate prevedendo gli ultrà. Marcello Olivieri di Teramo Vivi Città la partecipazione del capitale privato, venden- chiede le dimissioni del sindaco Brucchi e do fabbricati e riqualificando alcuni quartieri riferisce della sua denuncia alla Procura di della città. L’icona della Stu era rappresentata Teramo inoltrata il 18 Marzo del 2010 ma mai dall’arretramento della Stazione ferroviaria resa nota, in cui si fa riferimento al bando che in buona sostanza andava a riqualificare redatto, “in maniera generica e che ha spinto il quartiere della Gammarana (perfino con molte società a non partecipare”, e alle tre un nuovo hotel) ma erano previsti anche proposte presentate yta le quali fu scelta quel- interventi nel mercato coperto, in piazzale San la della Straferro. Nel bel mezzo della raccolta Francesco con una nuova autostazione e con delle firme (saranno poi 5 mila) “il Comune la nuova sede comunale. Il Pd veste i panni di – per Olivieri - inspiegabilmente si accelerò la una Pubblicità Progresso qualsiasi e parla di comunicazione ingannevole: “E pensare che ferrovia, tra l’altro un progetto redatto dalla la famosa Stu, di cui nessuno ha capito mai stessa direzione di Rfi. Con grande enfasi si cosa significasse – affonda la lama del coltello, sono tracciate le prime linee guida indicando Alberto Melarangelo – è stato il grande cavallo pure un’area di risulta mutata poi in piazza di battaglia della maggioranza, la panacea urbana tra Viale Crispi e Via dell’Aeroporto, per tutti i mali, presente nel Piano strategico e una bretella, come richiesto dai comitati e in quello triennale delle opere: per anni si di quartiere, anche in vista dell’agognata sono fatti annunci roboanti e si sono costruite apertura dello svincolo della Gammarana. carriere politiche, poi all’improvviso tutto Ciliegina sulla torta-annuncio la creazione scompare”. Ma quanti soldi è costata finora dei 120 posti auto. La Stu non è più realizza- coltivare le ambizioni di qualcuno? si chiedono bile – dichiarò Maurizio Brucchi - però siamo i democrat. Il capogruppo Pd in consiglio co- riusciti a coinvolgere le Ferrovie dello Stato in procedura, l’iter del bando per aggiudicazione munale, Giovanni Cavallari azzarda a stendere un programma di riqualificazione e l’area ha dei lavori. Ciò fece pensare che ci fossero una sorta di cronistoria: “Il 18 febbraio del un’importanza e una collocazione strategiche degli interessi particolari verso il privato, che 2011 il sindaco Brucchi ne parlò con toni ap- e si inserisce in uno spazio perfettamente erano anche sottolineati dai prezzi di vendita passionati in un convegno a Cagliari arrivando integrato con la cinta urbana”. Conclude an- di favore applicati che non coincidevano con a paragonare Teramo con Barcellona; pochi cora Melarangelo: alla fine di tutta quest’idea quelli del mercato”. La denuncia di Olivieri giorni dopo il progetto fu illustrato in pompa innovativa ci ritroveremo con l’arretramento chiudeva così: “Il tutto viene evidenziato per magna al Parco della Scienza, alla presenza della stazione di 50 metri e una piazzetta… e evitare che possa farsi interessi sui beni di ovviamente del Governatore Gianni Chiodi”. A chissà se si faranno”. interesse pubblico e per interrompere con- quel tempo sembrò che l’idea potesse essere dotte criminose a danno dell’intera collettività tramutata in realtà in pochissimo tempo, I cento buchi del project del nuovo teatro e della città”. La reazione del Pd è veemente: quest’almeno l’impressione che tutti ebbero: Sull’opera del project financing da 43 milioni di “La bocciatura dell’iter per la realizzazione “Oggi invece abbiamo scoperto che non è più euro del nuovo teatro comunale è intervenuta del nuovo teatro rappresenta il definitivo così, si sono accorti solo ora che il Piano era la Prefettura di Ascoli con una misura interdit- fallimento del centrodestra teramano, autode- irrealizzabile e che la politica degli annunci tiva a mettere molto probabilmente la parola finitosi in questi anni addirittura un modello da ha preso un’altra volta il sopravvento sui fatti fine al sogno edilizio di questa giunta. Da una imitare e che si sta rivelando invece nella sua concreti: ma nel frattempo quanto ci è costato telefonata intercettata dagli organi inquirenti drammatica inefficienza e illusorietà, a suon di il Piano in termini di progettazione; è assurdo emergerebbero preoccupanti legami tra la retromarce e scivoloni. E’ bene ricordare ori- che improvvisamente si siano accorti che si Straferro, la ditta realizzatrice del Pf, e alcuni ginariamente la dispendiosa propaganda del potevano fare le stesse cose previste nella personaggi in odor di mafia. Chiaramente piano strategico, la summa Stu, ossia riqualificare l’area della stazione, l’azienda marchigiana si dichiara stupita sia di tutto quello che avrebbe segue a pag. 14 di 14 Carmine Goderecci L’Oggetto del Desiderio PREZIOSITÀ n.76 Non c’è più religione [email protected] messaggio religioso più intenso: “il mondo che viene ad adorare il bimbo che nasce nella povertà della grotta”. …”dov’è il Re dei Giudei che è nato?” - tuonò Melchiorre, il più anziano dei Magi – abbiamo visto la sua stella sorgere e siamo venuto ad adorarlo”. Fu allora che dal retro bottega sbucò l’asino. Lo stolto, che fino al giorno prima aveva abusato della mangiatoia natalizia, ragliò che il Natale era ormai passato e che da due giorni erano iniziati i Saldi di fine stagione: -30%, -50%, -70%. Di fronte a tanta idiozia, la Cometa, ancorata su una nuvola, si congedò con una scusa: “cari signori vi V devo salutare, ho un appuntamento al Blu Moon”. Salì al volo sul Carro dell’Orsa e estivano bene i Re Magi, conosce- sparì. Melchiorre, ormai sfatto dal lungo vano gli astri e sapevano di profu- viaggio, sembrava Peter O’ Toole nel film mati balsami orientali. Sfoggiavano Lawrence d’Arabia. Durissima la sfida col mantelli pregiati di fattura persiana, deserto, aveva sconfitto la sete, era sfug- sfarzosi copricapo intonati ai caftani sapien- gito più volte ai predoni per salvare l’oro, temente ricamati e poi collane d’oro, gem- ma la siccità mentale dell’asino fu per lui me preziose incastonate su pesanti bracciali devastante. Consegnò così l’incenso, l’oro d’argento. Veramente un bel vedere i Re e la mirra e stramazzò a terra in prognosi Magi sui loro cammelli bardati a festa. riservata. Secondo i racconti evangelici, dopo la nascita di Gesù Melchiorre, A quel punto, l’asino che non aveva ancora dato il meglio di sé, Gaspare e Baldassarre scorsero nel cielo la Stella Cometa che li prese i doni, li spolverò e li mise in bella mostra nella “vetrina delle avrebbe condotti presso la grotta e si misero in cammino. Occasioni”. Una avventurosa crociera sulle ruminanti “navi del deserto” a Quante preghiere durante il cammino, ripetute bene per evitare salpare dune e sabbie mobili. I Magi seguirono la stella per non poi figuracce, alcune improvvisate lì per lì e poi le filastrocche per naufragare, sempre attenti, senza soste promozionali, fino alla il Bambino con canto di Gaspare e controcanto di Baldassarre. Una grotta, per l’inchino finale. vera delizia buttata al vento. Gaspare e Baldassarre, che secondo Ma proviamo per un attimo ad immaginare la faccia dei Re Magi i racconti avrebbero dovuto pregare davanti alla grotta, ritrovaro- quando, giunti dal lontano Oriente a Betlemme, non trovarono più no invece, in ginocchio, a rianimare il povero Melchiorre. Schiaffi, Gesù bambino. Non c’erano più i presepi, le lucine colorate degli schiaffoni, pizzicotti: niente da fare. L’anziano Re Magio riprese i alberi di Natale e neppure Giuseppe, Maria, il bue. Tutto era stato sensi soltanto dopo l’ennesima secchiata d’acqua. imballato e riposto nel retro della bottega. Poveri noi, sospirò Melchiorre ormai fuori pericolo e con appena Era il sei gennaio e i Re Magi sembravano ormai in ritardo. Proprio un filo di voce, l’asino sarà anche un po’ stolto ma qui…non c’è più loro, il colpo di scena dell’evento, coloro che rappresentavano il religione! n segue da pag. 13 dovuto trasformare Teramo e che nella realtà affidamenti diretti? Chi doveva controllare che assistendo al fallimento di un certo modo di è servito solo a tante improbabili carriere po- il costo di una rotonda non triplicasse? Chi ha fare politica in cui tutto va bene e in cui i soldi litiche, gettando per anni fumo negli occhi dei deciso di cambiare il tracciato di uno svincolo possono risolvere tutto”. teramani. Ebbene, tra i suoi cardini c’era pro- facendo prevedere una spesa tripla? Perché è prio il project stadio-teatro, ora repentinamente possibile affidare a convezione diretta gli appalti Conclusioni giovanili cancellato. D’altronde la causa è nel modus di un cimitero e poi non si può rinnovare una “Basta con questo modo prepotente ed arro- operandi, quello della giunta Brucchi, tipico del convenzione a una cooperativa? Chi ha deciso gante di amministrare la città – dichiara il giova- berlusconismo, ormai rimasto solo a Teramo, il cambio del privato nella Team?”. Le scelte ne Pd Mirko De Berardinis - fatto di annunci spot del non disturbate il manovratore”. strategiche per il dipietrista devono essere sem- e pura propaganda. In due anni e mezzo questa pre condivise perché la città “non appartiene a Giunta ha solo aumentato le tasse (passi carra- “Chi decide il destino di Teramo?” Brucchi” e chiama a raccolta tutti, proprio tutti, bili, addizionale Irpef, Tia rifiuti, Ici) ed ottenuto “Chi decide il destino di Teramo?” si doman- per tratteggiare la Teramo 2025 ma anche più clamorose bocciature come nel caso del Piano da Siriano Cordoni dell’Idv che alla luce del in là. “L’esperienza appena acquisita dovrebbe Strategico, della Stu o del project financing del momentaccio della nostra città fa seguire una fungere da monito”. “Stiamo assistendo, dram- nuovo Teatro. In compenso hanno rafforzato il sequela di ulteriori imbarazzanti domande. “Chi maticamente, alla fine dei miraggi dei progetti loro blocco di potere con nomine, promozioni ha deciso che a Teramo dovessero arrivare for- faraonici – conclude Cordoni - calati come ed incarichi. E’ questo il drammatico e penoso ze economiche esterne? Chi ha controllato gli colate di cemento sulla nostra città; stiamo “Modello Teramo” del centro-destra?”. n di 16 Mimmo Attanasi Etere teramano SATIRA n.76 Il tele... ponte di Brucchilyn © Zapoj Tovariš Violenze verbali “P [email protected] più, lo ha precisato essere “un paese di merda” (http://www.adnkronos. com/IGN/News/Cronaca/Berlusconi-a-Lavitola-Vado-via-da-questopaese-di-m_312407975241.htm ). “Uje...poggia là, ushllà... ahuà, ca mo... ‘issa vija... ushst... uhe, frist’ allà, calame a ecche!” Questo, l’alto monito percepito da alcuni spettatori allibiti di un varietà televisivo dove i partecipanti, che spingevano dietro la porta degli studi, non portavano stampato in fronte: “Different people have different approaches”, (Le persone diverse hanno approcci diversi). E meno male che non se ne accorgono. Più facile per gli altri, di chiara e diversa provenienza culturale, evitarle. Epiteti poco gradevoli e ingiurie da salotto, involontarie, come il comportamento farsesco di “Borat”, un giornalista immaginario kazako inventato e interpretato, in un film del 2006, da Sacha Baron osso premettere alcune Cohen. cose. Intanto, io non Si sa che gli “ambasciatori non portano sono qui per rispondere pene”. Ma i “coglioni” per raccontare al consigliere perché può nefandezze coperte da certi media ed dire quello che vuole, sinceramente, non è che m’interessi più di tanto...” evidenziati da altri con un pennarello scolorito, c’è chi li ha ancora. Scrivere, E allora, credo che abbia sbagliato trasmissione, caro il mio “ultimo in per esempio, di un’intervista “in ginocchio” a un moderno Don Chisciot- classifica”. Sapeva chi avrebbe avuto di fronte nel contraddittorio e se, te, la cui tendenza è antica come l’eroe di Miguel de Cervantes, di inter- come ha pubblicamente dichiarato, non era interessato alle opinioni venire violentemente in questioni che non lo riguardano, l’abitudine di del suo interlocutore, poteva starsene non “pagare” per le promesse “non mantenute”, ottenendo l’effetto di a casa, al calduccio, in attesa che “il molte privazioni, guasti e umiliazioni, prima di essere persuaso a tornare teleponte di Brucchilyn” confezionas- al suo “villaggio natale”. Come nel romanzo, l’intervista “in ginocchio” è se una trasmissione ad hoc, in un con- stata maldestramente, ma all’insaputa dei protagonisti e deuteragonisti, testo appropriato alla levatura politica suddivisa in una parte quasi farsesca, la seconda più seria e filosofica, che rappresenta e per le aspettative sul tema dell’inganno. Le ultime ruote del carro, se quelle di un autotre- disattese. Spero che la situazione in no, sono di riserva, vanno a coppie e sollevate dall’asfalto. Raramente si cui versa, quella “dell’ultima ruota del consumano, si riciclano, perché comunque è sempre meglio sostituirle. carro, del gradimento”, secondo quan- Una rondine, strano a dirsi, potrebbe fare primavera. In molti, e concor- to riportato da tutti i media nazionali e, di, si può quel che non si potrebbe da soli e divisi. Il borgomastro di una mi auguro, anche da quelli internazionali, possa città di provincia, in un “paese di merda”, horribile dictu, ex premier do- essere uno stimolo per fare meglio. Per il peggio, ci ha già cet, classificatosi come la Spal degli anni 70, a metà classifica, potrebbe pensato l’altra ruota appaiata e anch’essa esponente di un partito fare il salto della quaglia, per divenire altro volatile. Immaginario ma dei politico, il cui leader “invincibile”, il paese che grazie a Dio non governa più nobili. A chi piace sognare, una fenice. E risorgere dalla merda! n 17 Redazionale Julia Servizi Più I Grande Attenzione al Cliente per battere la concorrenza n.76 persi per strada in precedenza a Giulianova. Si prosegue a Teramo, con l’apertura di uno sportello e nell’arco di due anni Julia Servizi Più conquista la fiducia di duemila utenti, un numero che mette le ali alla società. Oltre alla sincera disponibilità degli operatori, l’altro segreto del successo resta senza dubbio l’applicazione di tariffe che si sono mostrate fortemente concorrenziali sul mercato. La formula vincente si aggiunge alla linea adottata dalla società sulle agevolazioni dei pagamenti: difatti quest’ultimi possono essere personalizzati in base alle proprie esigenze economiche e addirittura rateizzati. E per continuare sul solco delle personalizzazioni, tra l’altro molto apprezzate dall’utenza stessa, le letture dei contatori sono effettuate dagli operatori della società che addirittura fotografano i consumi per offrire alle eventuali rimostranze dell’utenza un riscontro oggettivo con inconfutabili dati numerici. Le bollette vengono quindi emesse sotto il segno della massima trasparenza e tempestività. Dopo lo sportello aperto l segreto di Julia Servizi Più? Forse non avere come molti un disco a Mosciano Sant’Angelo nello scorso novembre, l’amministratore unico fisso al centralino ma un operatore che sa ascoltare realmente i biso- Simona Conte non fa mistero di puntare alla Val Vibrata per allargare i gni degli utenti, infondendo fiducia e rispondendo gentilmente e con confini della società. Dopo aver consolidato i successi ottenuti si guarda cognizione di causa alle svariate domande dei clienti. Certo, questa è ad alcune posizioni interessanti sullo scacchiere della vallata teramana. solo una delle tante ragioni che possono spiegare il successo della parteci- Il team è giovane e competente e il lavoro finora svolto è stato ricono- pata del Comune di Giulianova che vende gas naturale. sciuto da tutti. In conclusione Julia Servizi Più ha acquisito sulla piazza Poi vengono sicuramente le altre, come ad esempio le tariffe fortemente fette di mercato molto interessanti, sfoderando le armi della serietà e concorrenziali, la serietà della società, le facilitazione dei pagamenti, dell’innovazione, migliorando le sue tecnologie e ottenendo di anno in solo per snocciolare qualche esempio. “L’utente non è solo un numero” anno numeri sempre più positivi. n potrebbe essere il jingle di Julia Servizi Più, e i 13 mila utenti diventano persone alle quali prestare la massima attenzione: il rapporto con il cliente è sempre diretto e costante, una capacità che ha portato la partecipata ad affermarsi su colossi nazionali e su una sfilza di concorrenti molto agguerriti, agevolati dal supporto di una tecnologia tra le più avanzate nel settore. In Julia Servizi Più è dunque l’uomo al centro della produzione. Anche quest’anno la società chiude in attivo, malgrado i venti impetuosi della crisi e l’aumento del numero dei concorrenti sul mercato. Il successo è stato rimarcato recentemente dall’apertura del secondo sportello fuori sede di Mosciano Sant’Angelo: un centro moderno ed innovativo. “Una società in pieno fermento” dichiara l’amministratore unico Simona Conte, il cui mandato è stato conferito direttamente dal Sindaco di Giulianova Francesco Mastromauro, per una partecipata a intero capitale pubblico che vende gas naturale ormai a cinque comuni: Giulianova, Teramo, Roseto degli Abruzzi, Mosciano Sant’Angelo, Basciano. Dal 2012 si aggiungeranno anche Campli, Civitella del Tronto, Sant’Egidio, Ancarano, Sant’Omero, Nereto e Torano. Julia Servizi Più nasce a rimorchio del decreto Letta del 2000 che vieta ai Comuni di svolgere direttamente l’attività di distribuzione e vendita del gas naturale, dando quindi vita alla costituzione di società esterne che riprendono l’attività. L’inizio per Julia Servizi Più non è stato dei più semplici per via della strenua concorrenza tra gruppi consolidati e piccole realtà ma la voglia da parte dei consumatori di battere nuove vie, assieme all’insito appeal della nuova società, ha aperto la porta al successo. I punti cardini dello sviluppo sono stati: il rapporto personale con l’utenza, l’applicazione di prezzi più bassi per le forniture di gas metano per uso domestico e industriale e soprattutto i servizi aggiuntivi e 64021 Giulianova (Te) c.so Garibaldi, 65 maggiormente flessibili che società più grandi non potranno mai offrire. 64100 Teramo (Te) via Vincenzo Irelli, 31 - c/o Obiettivo Casa E la strategia si rivela vincente sin dagli esordi ma dal 2005 comincia Tel: 085 8001111 - 085 8007651 Fax: 085 8025783 l’ascesa inarrestabile della società attraverso il recupero degli utenti [email protected] - www.juliaservizi.it di 18 Luca Cialini Parliamo di Musica MUSICA n.76 Progressive Rock Jethro Tull, Gentle Giant, Van der Graaf (parte 1) Una storia inglese L o chiamano anche Prog Rock o musica progressive, questo genere che più di tutti ha visto l’Italia in prima linea. Nasce su finire degli anni ‘60 per poi crescere ed evolversi negli anni ‘70, in Inghilterra, patria di band altisonanti come Beatles, The Who, tra i padri ispiratori del genere. Il termine progressive deriva dal fatto che questo genere abbia preso come “musa ispiratrice” la musica classica, dettando poi delle regole sonore e stilistiche inconfondibili, progressive. Infatti ascoltando soprattutto i primi artisti, si nota come si ha un crescendo di intensità, di tecnica e di patos. Possiamo definire capostipiti di questo genere gruppi come The Nice, Protocol Harum, Aphrodite’s Child, tra i primi a sperimentare al rock tradizionale elementi di musica classica, anche se nel 1969 la band dei King Crimson con l’album In the court of the crimson king, suscita interesse e per molti è il vero simbolo del Progressive Rock. Da qui in poi il Prog inizia la sua ascesa al successo mondiale con gruppi del calibro di Emerson, Lake&Palmer, Generetor e via dicendo. Il progressive è un genere particolarmente complesso, infatti dagli anni ‘70 in poi questo genere inizia a riempirsi di influenze varie, ma a dare forse l’impatto maggiore è l’utilizzo di sintonizzatori, tastiere ed elementi elettronici che da prima facevano parte di quella piccola epoca dello Psichedelic Rock, genere di cui sono re indiscussi i Pink Floyd soprattutto nell’era del cantante Syd Barret. Il Progressive adotta una forma stilistica complessa e articolata [email protected] Aerosmith e via dicendo, inizia un periodo di esibizioni che li vede protagonisti nelle situazioni più disparate, tra locali, festival. Una volta creatosi il giusto feeling, vengono alla luce i primi brani che vengono raccolti, nel maggio 2007, nell’EP dall’emblematico titolo “Made in 15 Hours” (dalla durata record di registrazioni, mixaggio e stampa). Detto EP non viene divulgato, ma utilizzato soprattutto per fissare le strutture dei pezzi in vista di futuri arrangiamenti. L’attività live prosegue, supportata sempre da riscontri di pubblico favorevoli. Fra le molteplici soddisfazioni, la scelta, da parte della Versailles Records, etichetta americana, di un loro brano per far parte di una compilation tributo ai Led Zeppelin, in cui hanno suonato membri di Deep Purple, Black Sabbath, Whitesnake (inspirato dal Jazz e dalla Fusion) per poi evolvere in arrangiamenti sempre più lunghi trasformandosi in vere e proprie suite di 10 minuti. La ritmica utilizzata si basa su tempi dispari, con variazioni di velocità e intensità, e avvolte in tempi “incredibili”, tutto intrecciato con chitarre, tastiere e sintonizzatori, voce e via dicendo. Anche la voce ha il suo ruolo “tecnico”, rispetto ad altri generi, nel Prog essa ha un vero e proprio ruolo proprio come lo è una chitarra o una batteria; accadeva ad esempio negli EL&P dei primi periodi ed i Genesis nel periodo del cantante Peter Gabriel. I testi in fine era comunque fuori dall’ordinario, alcuni fantascientifici, altri fantasy, mitologici e religiosi, ma mai con riferimenti politici, per questo il Prog per molti è definito come genere “free” - libero da legami socio – politici. n Parliamo di una Band SOUNDUST ecc. Nel 2009, purtroppo, Izzy lascia la band, che decide di proseguire il proprio cammino come formazione a quattro. Congiuntamente alla gavetta dal vivo, prosegue la scrittura di nuove canzoni che, finalmente, danno vita, nel gennaio 2010, a “Savage Mantra”, primo full lenght. Anche JackIlBlack abbandona per motivi personali, sostituito da Mikkey Gunn . Nell’ottobre 2011 la band parte in un tour di 7 date in Regno Unito, che li vede anche affiancare sul palco in una data la vocalist dei Cradle Of Filth Sarah Jezebel Deva. Prossimi obiettivi della band sono promuovere “Savage Mantra” al massimo, suonare dal vivo I SounDust nascono nel giugno 2005, da il più possibile, ampliare il proprio seguito e un’idea di Matt McGregor, bassista dalle continuare a coltivare questo sogno guada- forti influenze rock e funky e RandyPazz, gnandosi un posto nella scena rock. chitarrista dall’assolo facile. I due trovano “Il mondo sembra un posto immenso, ma subito in AndySpeedball il frontman ideale; la armati di cuore passione e rock ‘n’ roll si può line-up si completa subito dopo con gli arrivi provare a stringerlo in un pugno!” di JackIlBlack, batterista con un fortissimo Contatti: www.soundust.net senso del groove e Izzy(The)Joker, chitarrista • www.myspace.com/soundust versatile e dalla irrefrenabile verve compo- • www.facebook.com/profile. sitiva. Dopo aver messo su un repertorio php?id=1077136116 di cover di band storiche quali Led Zeppe- • twitter.com/#!/SounDust lin, Deep Purple, Guns N’ Roses, Queen, • www.reverbnation.com/soundustrock n dalla EVENTI Teatro Redazione Schede tecniche... d’artista [email protected] 19 n.76 tamente dalla pentola al piatto, o della verdura cruda, lavata e non condita, tagliata in senso longitudinale (che si debba frequentare un corso per sapere come fare?). Non può mancare una buona bottiglia di vino, e passi se si ricorda che lo si vuole a temperatura ambiente, ma guai a dimenticare una caraffa vuota perché deve essere versato in presenza dell’artista, magari in un bicchiere semplice, da osteria, senza gambo. La frutta, manco a dirlo, deve essere fresca ma, e non è poi così scontato, senza acini e facile da sbucciare. Naturalmente, oltre al capitolo del mangiare, c’è quello del “dormire”. Qui le richieste, da normali “camere tranquillissime con materassi ortopedici e doghe in legno”, si allargano a indicazioni planimetriche per cui l’ascensore è d’obbligo, niente scale da fare a La Riccitelli “M etti una sera a cena”. Così Patroni Griffi titolava uno dei suoi capolavori, nato per il teatro e approdato poi anche al grande schermo. Intorno a un tavolo, semplicemente, va in scena la vita dei personaggi, tra vizi e virtù, capricci e desideri, necessità vere o presunte, un nastro che si srotola svelando nature intime e umane debolezze. Ecco, metti una sera a Teramo, dietro le quinte di uno spettacolo, in un camerino del teatro, al ristorante o in una camera d’albergo e scopri un mondo dove le esigenze alimentari, e non solo, diventano, per così dire,…artistiche, mentre la Riccitelli, tra il montaggio delle scene da predisporre, l’arrivo di un pianoforte, un occhio preoccupato piedi e ogni stanza, lontana da qualsiasi fonte di rumore, deve essere al bollettino meteo con la neve dotata di due porte che la separino dal corridoio. La domanda sorge che blocca spontanea: e se con queste caratteristiche non ce ne sono che si fa, la messa in le si realizza per l’occasione? scena degli Non mancano disposizioni accessorie da tenere presenti durante spettacoli, lo spettacolo, fotografi solo nella parte sinistra, vestiti di nero o con non trascura abiti scuri e, in caso di omaggio floreale, petali, foglie e gambi ben di “coccolare” asciutti. E chi più ne ha ne metta! i suoi artisti Certo, può sembrare incredibile, ma è tutto scritto nero su bianco, e anche quando non ottemperare, a volte, può rivelarsi difficile se non rischioso… le richieste mai mettere di malumore un artista prima dello spettacolo! sono un po’... Vero anche che finora, oltre a non registrare lamentele, sembra pro- strane! prio che tutti gli artisti ospitati dalla Riccitelli, e non sono pochi, siano Così può andati via con un ottimo ricordo della Società e della nostra città e capitare che perfino, a volte, con un pezzo di cuore e un ricordo speciale. Delle venga chiesta schede tecniche resta un sorriso, una battuta, un pensiero divertente una bottiglia di olio in un contenitore chiuso che non deve vedere la e divertito. luce o una passata di pomodoro da servire cruda, fredda e rigoro- Dicevamo all’inizio “metti una sera a cena”, ma forse sarebbe il caso samente senza semi. Che dire di 40 grammi di tristissima pasta in di chiedersi: “Indovina chi viene a cena?”. bianco, fredda, che, come da precisa indicazione, deve finire diret- Sipario! n di 20 Maurizio Di Biagio Commercio n.76 ATTUALITÀ Ma perché uno dovrebbe venire a Teramo a fare shopping? Il de Profundis del commercio teramano www.mauriziodibiagio.blogspot.com dello shopping bypassa il centro storico come se fosse appestato, come se il lazzaretto delle nostre vetrine, ogni giorno le stesse e con poche idee, respingessero clientele in odor di spesa, che di questi tempi è tutto grasso che cola. L’arredo urbano della città è ancora fermo alle “palle” vitelliane, alle borchie sadomaso che le collegano, ai dehor in stile baita alpina e ai fagottini dei nostri cari amici cani, e spesso la casualità di un cliente perso per sbaglio nelle nostre strade cozza pure contro la rozzezza di modi di qualche teramano. Abbiamo una piazza invasa dalle auto ed un’illuminazione che solo a Sofia negli anni ’80 era possibile trovare. Le buche sul manto stradale fanno storcere caviglie e volontà. Allora tutti con la marea che ci porta lontano verso la costa, scivolando, scivolando sempre più a Est, a Piano D’Accio, con la nuova fermata ferroviaria da 900 mila euro che si dovrà realizzare a breve, oppure a San Nicolò, enclave di commercianti teramani che sono scappati da Teramo perché senza più parcheggi da offrire ai loro clienti e con affitti salati da pagare a fine mese, assieme ad una salva di professionisti, commercialisti, dietologi, che una volta infarcivano il centro di colazioni e pranzi. È la fuga dal centro. Aiutata dal Lotto zero, l’opera che incanala da Ovest gli ultimi resistenti verso altre pianure commerciali free parking e ricolme di scintillanti offerte che il centro teramano fa ormai fatica ad esibire. Mancano le grandi firme lungo i corsi e le sue parallele, contestano alcuni commercianti, non c’è più il bacino d’utenza che lo I possa rendere appetibile l commercio teramano sta vivendo sulla propria pelle un cocktail anche ad un Macdonald’s: micidiale di cambiamenti epocali che vanno da una crisi mai vista l’ultima volta il colosso finora alla spesa che impazza sul web a prezzi di eterna liquida- del junk-food americano zione, da un dedalo di viuzze che non può più assorbire il caotico prese di mira l’ex banca traffico cittadino a base di Suv e fuoristrada a parcheggi multipiano che dell’Adriatico ma si fece per la maggior parte dei casi presentano dei vuoti imbarazzanti, fino due conti e lasciò perdere. alla mancanza di appeal della nostra cara città, al suo naturale scivola- Teramo, al suo centro, mento verso Est delle attività produttive e commerciali. C’era qualcuno conta attualmente meno di che in passato aveva risvegliato le coscienze presentando stadi ...l’armata dello shopping bypassa il centro storico come se fosse appestato, come se il lazzaretto delle nostre vetrine, ogni giorno le stesse e con poche idee, respingessero clientele in odor di spesa, che di questi tempi è tutto grasso che cola. ottomila residenti; la città ne fa trentamila, assieme e shopping center da realizzare ai suoi quartieri dormitori di Colleparco, Colleatterato, Piano della a Villa Ripa, contrapponendo i Lenta, Fonte Baiano; 55 mila il Comune intero. Ma se almeno un tempo bastioni del primo entroterra si riempiva di clienti che provenivano dalla montagna e dal mare, ora all’inevitabile e incontrastato assistiamo ad un lento ed inesorabile spopolamento di uffici pubblici sviluppo a Oriente ma si era in e privati, enti, banche, e degli stessi commercianti. È la fine per molte periodi di campagna elettorale e, attività produttive che massacrata dalla crisi chiudono o vanno via. E si sa, in quei giorni le promesse, sulla crisi pesa anche la scelta scellerata di non collegare direttamente le grandi promesse, sono l’anima i parcheggi S. Francesco e S. Gabriele al Centro, facendo invece fare ai della pubblicità. bus navetta il cosiddetto “giro del meschino” Ma in città cosa si può fare per Osvaldo Di Teodoro del negozio Rosvald Shop di Via Capuani rincara la risvegliarsi dal gravissimo torpore dose: “Perché uno della periferia di Colleparco o della Cona ma anche in cui il commercio del centro è di un paese vicino a Teramo dovrebbe venire qui a fare le compere? calato? Quali le misure da pren- si chiede. “Non c’è un motivo valido” si risponde semplicemente. Il dere al più presto e cosa chiedo- commerciante lamenta uno svuotamento del capoluogo di svariati no gli esercenti teramani ai nostri uffici ed enti che fino a poco tempo fa supportavano le attività produtti- amministratori? Ma innanzitutto ve “ora anche un commercialista va via da questa città perché non gli perché una persona dovrebbe venire a Teramo a fare shopping? Qual sono offerti servizi adeguati”. “Teramo – prosegue Di Teodoro – è piena è l’appeal che la vecchia Interamnia potrebbe ancora esercitare sulle di edifici obsoleti e abbandonati, a partire dall’ex manicomio fino all’ex menti e fantasie di potenziali clienti che provengano dall’entroterra o ospedale, Teramo stessa è obsoleta. L’unica città al mondo che non è molto più improbabilmente dalla costa? tagliata al centro da un servizio di bus è questa”. Non è che la città sta Potremmo dire nessuno. Ormai dalla montagna e dalla collina l’armata scivolando verso Est, per lui scivola verso il basso, il baratro: “Non c’è più appeal”. Si scaglia contro quello che lui Tutti i commercianti indistintamente chiedo- urbani che fanno le multe a bordo dell’auto ritiene ormai il business dei parcheggi: “Sono no di ridiscutere gli affitti, attualmente troppo annotando le targhe di chi parcheggia solo il pochissimi e soprattutto nel mio quartiere alti. C’è chi dunque scappa via dal centro, chi tempo di un caffè fuori dal bar”. 21 che resta isolato”. Ne chiede di più e senza chiude definitivamente, chi dà la colpa al cen- Ezio Torelli, consigliere comunale di “Al tanti vincoli di orari “di modo che un visitato- tro commerciale. I bar, tranne quelli centralis- centro per Teramo”, pare scuotere i suoi n.76 re abbia anche tempo per una passeggiata simi, sono al collasso e schizza il turnover di colleghi e li incita alla riscossa iniziando ed un pranzo in città”. Ciò che dice, ripete, aperture. E le tasse aumentano: dal giovedì pomeriggio: “Restiamo aperti in è anche per il bene dei residenti, perché se “E’ uno schifo – parla l’edicolante Dino Gian- questo giorno, io lo faccio da tempo, e diamo continua così “non ci sarà nemmeno una bu- caterini –; per l’occupazione del suolo pub- un segnale di risveglio, e allo stesso tempo sta di latte da comprare sotto casa, per non blico paghiamo il doppio dell’anno scorso”. offriamo al consumatore una possibilità parlare del valore degli immobili.. Non dico “Dobbiamo sopravvivere – è il grido di dolore in più; non sarà la panacea per tutti i mali di essere invasi dalle auto, questo no, ma i del presidente di Federmoda-Confcommercio ma è un inizio; diciamo: gente si riparte da servizi che gravitano attorno al commercio, e Dario Sfoglia -; Teramo è penalizzata perché qui”. Anche se il suggerimento più vibrante dunque alla qualità della città, devono essere siamo nell’entroterra; gli affitti devono essere Torelli lo indirizza a favore dell’istituzione di creati e tutelati, in poche parole tutto quello ritoccati, i proprietari devono capirlo; per re- un consorzio tra i commercianti del centro: che questa Amministrazione comunale ha stare sul mercato oggi devi essere molto più uniti si vince, pare sillabare. Per cominciare le ignorato finora, cioè una buona pedona- professionale di ieri”. Di questa crisi lacerante griffe dovrebbero far capolino per Corso San lizzazione, la possibilità di parcheggiare e ne risente anche il commercio ambulante del Giorgio: “Purtroppo il bacino d’utenza non è riportare vita in centro anche con gli uffici, sabato mattina con le prime defezioni: “Pago di quelli importanti e Teramo soffre perché senza andare dietro ai poli scolastici tanto 130 euro al mese per stare qui, troppi per non è vicina a qualche snodo autostradale”. me” afferma un cinese Torelli, al contrario di tanti suoi colleghi, resta che vende minuteria. dell’idea che più vie di offrono all’altare della “Non c’è sbocco, se conti- pedonalizzazione, migliore sarà il risultato nua così è la fine, anche i della riqualificazione della città, anche se fornitori hanno problemi” la Ztl attuale resta sufficiente per una città geme Antonio Topitti come la nostra. Loda l’attuale piano parcheg- di Confesercenti. Per il gi dell’Amministrazione ma fissa un paletto capitolo credit crunch, quando ripete la sua proposta fatta anche in il Presidente regionale commissione di una sosta massima di due di Coopcredito Flaminio ore nei prossimi stalli che si realizzeranno in Lombi ammette che nel centro, con frazionamenti di ore. Ed in tutto settore accessi al credito ciò vede bene i parchimetri che abbasse- ci sia una sorta di “corto ranno i costi di gestione dell’affidamento. Il circuito”, comunque detta servizio urbano di trasporto per Torelli resta la sua ricetta per il com- adeguato alle esigenze, con i bus che passa- mercio: “Riorganizzazione no nelle parallele del corso. Per riprendersi centri storici, innovazione, l’appeal cala anche l’asso dell’illuminazione per creare ulteriori edifici abbandonati a se rinnovamento, trasformazione e capire dove che, secondo lui, “sta cambiando in meglio”. stessi, cioè le vecchie scuole!”. va il mercato”. “Per risollevarsi di questa crisi – è la sua Il commercio Teramano intona il de profundis. La fuga delle attività commerciali dal centro, ricetta rivolta ai suoi colleghi - bisogna darsi Un altro mese così ed è la fine, dicono in molti. e in questo caso dei bar, dalla città di Teramo tutti una mano e non essere più gelosi come Alcuni negozi hanno già cessato l’attività, altri è ben sintetizzata da Valeria Galante che fino un tempo, facendo investimenti insieme”. s’accingono a farlo. Il sabato sera in centro a poco tempo fa gestiva il Caffè Milli di Via Mario “Mazzitti” dell’omonima azienda pone storico, giorno storicamente deputato allo Veneto. “Non ce la facciamo più a pagare in primo piano la crisi attuale: “I problemi shopping, è facile trovare commercianti che luce ed affitto che sono voci divenute troppo sono altri – spiega – dobbiamo prima met- giocano al solitario o leggono i quotidiani, roba alte, ora si lavora solo il sabato, e pure a tere i soldi in tasca alla gente che ha tanto impensabile fino a qualche tempo fa. I soldi malapena, e i clienti si limitano al caffè per bisogno di lavoro per ravviare il commercio non circolano. I negozi sono vuoti e anche economizzare, non si fanno più gli aperitivi, cittadino”. I parcheggi per Mazzitti vanno freddi: si risparmia sul riscaldamento e sulle pertanto per risparmiare ci siamo trasferiti bene così, anche se pedonalizzare una strada luci, sull’utenza in genere. La stretta creditizia nel quartiere Gammarana”. Giorgio Fratini non risolve il problema”. mette altra benzina sul fuoco ma il nuovo dg del bar 10.it chiede che siano aboliti i par- In conclusione, se ricordiamo la ferma prote- della Tercas dice che non farà il banchiere. cheggi a pagamento e ricorda agli ammini- sta che si levò dai mille manifestanti sotto il I fornitori attendono. Si licenzia il personale stratori come “Teramo non sia solo Piazza municipio di Piazza Orsini solo qualche anno oppure si riducono le buste paga. Tre attività Martiri per organizzare avvenimenti”. Giulio fa, quando contro l’ex sindaco Sperandio, sfitte in pieno Corso San Giorgio non s’erano Mercante del Caffè Des Artistes visti i tempi assieme al suo delfino Bucciarelli, voleva mai viste. E la scia funebre prosegue in Via invoca più flessibilità, “sia da parte dell’am- pedonalizzare l’intero centro cittadino, ora ce Carlo Forti (5-6 attività chiuse), Via Mario ministrazione quando si tratta di aggiungere ne vorrebbero diecimila di commercianti per Capuani (altrettante) e Via Nazario Sauro. un tavolino in piazza, sia da parte dei vigili chiedere una svolta decisa dal Palazzo. n di 22 Sergio Scacchia In giro LUOGHI n.76 [email protected] Mosciano S.Angelo La semplicità del bello A tmosfere limpide dietro il morbido profilo dei colli, nuvole grasse che aleggiano correndo qua e là nel cielo, occhieggiando tra cipressi e olivi secolari. Due delle otto torri di Mosciano Sant’Angelo si dei Sette Fratelli, i figli di Felicita, virtuosa del sacra in perenne restauro da anni. stagliano nitide in lontananza. II secolo d.C. e ancella della più famosa Santa Solo per visitare questo monumento fondato L’antica frazione di Convento,costruita su di Perpetua, disgraziata martire cristiana insieme dai Benedettini prima del XII secolo, con la sua un antico “fanum” gotico e adagiato sopra un alla sua prole al tempo delle persecuzioni torre risalente all’XI° secolo, varrebbe la pena colle ameno, gode di uno strepitoso panorama romane di Marc’Aurelio. arrivare a Mosciano Sant’Angelo. in grado di stupire turisti e fedeli. Fu un feroce prefetto, Tale Publio, che cercò di Basterebbe alzare gli occhi verso il meraviglio- Ad est si vede il mare Adriatico della vicina convincere la donna e i suoi figliuoli a rinnega- so soffitto in legno all’interno della chiesa che Giulianova, a sud si nota tutta la selvaggia re la fede cristiana. All’ennesimo rifiuto i soldati riproduce la Gloria della Regina dei martiri con antropizzazione della valle del fiume Tordino, tagliarono la gola prima ai figli poi alla madre i santi fratelli, opera di un autore ignoto del la dorsale collinare del fiume Salinello, mentre rimasta impietrita dal dolore. seicento per motivare il viaggio. Sarebbe già imponente, quasi prepotente ad ovest reclama Il complesso, in origine sottoposto alla giuri- gratificante guardare, sull’altare maggiore, la attenzione la poderosa catena montuosa del sdizione di Montecassino e poi passato nelle bella statua della Madonna del Casale, detta Gran Sasso. mani degli Acquaviva, ricorda il convento di degli Angeli con in braccio il Bambino e il suo Qui resiste al tempo e all’incuria il convento San Bernardino di Campli, vero gioiello d’arte viso sorridente ad infondere serenità. Probabilmente sarebbe sufficiente visitare l’antico chiostro in stile benedettino del XII secolo, con il suo colonnato che riempie gli occhi di archi a tutto sesto, le colonne ottagonali e le preziose pitture che decorano le lunette del loggiato per tornare a casa soddisfatti. Eppure, a pochi tornanti, c’è la “patria del mobile”, la città delle torri, il trionfo delle linee verticali, fondata sempre dagli inossidabili monaci nella notte dei tempi, anno 897. Un borgo che rappresenta l’ideale cordone ombelicale tra passato e presente che colpisce per la sua ricchezza di testimonianze storiche e artistiche raccolte in uno spazio piccolo. Mosciano era un semplice fondo agricolo al quale fu dato il nome di Sant’Angelo in onore di San Michele il cui culto, sul finire del V secolo, era grande. Grazie alla presenza dei monaci , in breve il luogo divenne popoloso. Sorse un castello con un fossato e il ponte levatoio, poi vennero edificati palazzi nobiliari addossato alla facciata no. Pochi teramani sanno dell’esistenza di un della chiesa parrocchiale interessante Osservatorio astronomico con an- di San Michele Arcangelo nesso Planetario e sala multimediale, nel vicino 23 e svolge il compito visivo colle del Leone. Si tratta di una struttura all’a- del campanile. vanguardia con una cupola di ben cinque metri n.76 Il tempio è antichissimo. da cui fuoriescono due telescopi a specchio. Risale al 1100 e l’attuale Una struttura che riveste notevole importanza costruzione potrebbe in campo nazionale per le molteplici attività di avere avuto l’ultimo am- divulgazione e ricerca. Un gioiello di ingegneria pliamento intorno al ‘500. d’immenso valore scientifico visitato ogni Con la ristrutturazione anno da oltre cinquemila appassionati e un po’ degli anni’70, sono andati snobbato dalla nostra provincia! n perduti gli altari originali. È la chiesa dell’Addolorata, e il paese, sotto il dominio degli Acquaviva, però, a stupire per la sua bellezza. Fu iniziata conobbe anni di splendore culturale e artistico. nel 1828 da Francesco Borbone I e arricchita, In breve divenne punto di riferimento commer- anni dopo, delle inedite decorazioni a stucco ciale anche per le popolazioni vicine. all’interno dove fanno bella mostra opere di Arrivo nell’antico borgo medievale attraver- artisti teramani fra cui Gennaro Della Monica. so una bella rotabile immersa nel verde dei Dalla piazza centrale si snoda un panorama campi. di rara bellezza. Poco distante c’è il piccolo Spicca, nel cielo blu, la massiccia torre civica borgo di Montone gioiello immerso nella bella degli Acquaviva con la sua inconfondibile campagna che regala momenti di laboriosità merlatura ghibellina alla sommità, eretta nel contadina e cultura agreste. Il paesaggio è 1397. Il manufatto, costruito in mattoni con incantevole. spigoli rinforzati da barbacani in pietra, è Ma c’è un ulteriore motivo per visitare Moscia- di 24 Donne SOCIETÀ n.76 Avanti tutta ... verso il duemila-ecredici! Carla Trippini [email protected] A te, che più volte sei caduto, eppure hai saputo sempre rialzarti. A te che non hai avuto vita facile, hai dovuto sgomitare e qualche volta hai creduto di non potercela fare. A te che spesso ti sei chiesto: «E adesso che faccio? Che cosa mi resta?». A te... chiunque tu sia... che hanno ferito, umiliato, deluso e non ti hanno mai chiesto scusa, e comunque hai trovato un modo per andare avanti. A te, che sei una persona speciale e ti distingui dalla massa... Vuoi sapere cosa ti resta? La forza che è dentro di te e che nessuno V potrà mai portarti via. La determinazione ad andare avanti, la caparbietà a credere che non tutto è perduto. La fantasia, la creatività e oglio dedicare la mia prima pagina dell’anno a te. l’inventiva che ogni volta ti aprono nuove strade. Tu possiedi qual- A te, donna, che hai manifestato in piazza gridando «Se non le cosa che loro non hanno. Una forza straordinaria che incute timore, donne, chi?», «Se non ora, quando?», rievocando tempi quasi spaventa, allarma, destabilizza e preoccupa. Una forza che genera dimenticati. A te, precario, che vedi scadere il tuo ennesimo invidia, e forse è proprio questo il motivo per cui hanno tentato contratto a progetto, eppure non ti arrendi. A te, studente, che in tutti i modi di sopprimerla. Vorrebbero vederti a terra, disfatto, rivendichi il tuo diritto allo studio, sebbene gli adulti pensino che non distrutto e non riescono a farsi una ragione sul perché tu sia ancora hai voglia di studiare. A te, operaio in cassa integrazione, che non sai vivo. Si chiedono come sia possibile che tu riesca ancora a respirare, come arrivare a fine mese e, nonostante tutto, non diventi un ladro. a sorridere e a condurre una vita dignitosa. Ma tu sei ancora qui. A te, migrante, che desideri un posto al sole, tuttavia non lo pretendi Vuoi sapere cosa ti resta? Ti restano i sogni. Quelli sì che sono difficili con la forza. A te, professore, che ogni mattina ti avvilisci perché da dominare! Evanescenti ma vigorosi, essi possono diventare realtà, la scuola è cambiata, ma non hai ancora perso la passione per ed è per questo che fanno paura a chi ti sta intorno. Loro non lo l’insegnamento. A te, medico, che malgrado i disagi logici e obiettivi, sanno ma i sogni sono come Caronte: ti traghettano dall’inferno al continui a difendere il servizio sanitario purgatorio e, se sei fortunato, ti portano pubblico. A te, sacerdote, che accogli dritto in paradiso. Ti aiutano a soprav- i bambini nella tua chiesa per educarli vivere, a inventarti un lavoro. Ti aiutano all’amore e non per soddisfare i tuoi a non morire, che non si fa! Ti donano bisogni animali. A te, avvocato, che scegli la speranza che il domani possa essere di difendere chi è innocente davvero e migliore dell’oggi. Essi sono dentro di te, non chi ti garantisce una comparsata a nascono dall’anima. Impara ad ascoltarli, “Porta a Porta”. A te, giovane del sud, che a sentire quello che hanno da dirti e ... coltivi le terre confiscate alla mafia e dal a dargli voce. Non sottovalutare i tuoi cemento fai nascere i fiori. sogni, essi sono l’anticamera delle realiz- A te, ragazza, che mangi con gusto la tua zazioni. Basta crederci! minestra e ti piaci così come sei, senza Vuoi sapere cosa ti resta? Ti resta una curarti di chi ti propina modelli scarni. A luce seducente e affascinante che è dentro di te e sa dove portarti. Non te, ragazzo, che, se hai bevuto, decidi di non guidare e te ne freghi se i compagni ti prendono in giro. A te che inquinarla con le delusioni, le amarezze, le disillusioni e gli inganni. non ti ubriachi e vai alla festa per divertirti, e non per sentirti male. A Scorgi quel bagliore interno, ascolta le parole della tua anima. Cerca te che non sniffi cocaina, non ingurgiti pasticche e riesci ugualmente di percepire quello che senti adesso, in questo momento, al di là a studiare, a lavorare e a fare l’amore. A te che non sei un figlio di della tua storia personale, al di là dell’immagine che gli altri si sono papà, però hai un sogno nel cassetto e hai anche le chiavi. A te che fatti di te. Certo, la vita non ti risparmierà altri dolori più o meno vai dritto per la tua strada con impegno e sacrificio. A te che hai il grandi, però, se tu riuscirai a non perdere di vista la tua luce interna, coraggio delle tue idee e nuoti controcorrente per difenderle. A te, avrai sempre la forza per affrontarli. Non permettere a nessuno di che vieni premiato con un pallone d’oro per la tua onestà, quando rovinarti la vita. l’onestà dovrebbe essere prerogativa di tutti. Vuoi sapere cosa ti resta ancora? La quiete di chi ha imparato ad A te che hai visto crollare tutte le tue certezze una dietro l’altra con aver cura di sé. La tranquillità di chi sa che può contare solo su se effetto domino, da quelle familiari a quelle economiche. A te che hai stesso. La serenità di chi ha capito che la felicità non è altrove e non dovuto ingoiare più di quanto eri in grado di masticare. A te che sei dipende dal lavoro che fai, dall’uomo o dalla donna che ami, dagli stato costretto a inghiottire bocconi amari e poi, per non intossicar- amici che hai o dalle cose che possiedi. Ti resta la limpida consape- ti, a sputarli fuori con rabbia. A te che persisti a rimanere in piedi, volezza che la felicità è qui, in questo momento. Ed è dentro di te. anche se diverse volte ti hanno ordinato: «Mettiti in ginocchio!». A te Vuoi sapere cos’altro ti resta? Resti tu. E ti pare poco? che hanno provato a coprire di vergogna e invece cammini ancora a Allora sai cosa ti dico? Continua a crederci. Continua a credere in te, testa alta. A te che hai urlato a gran voce i tuoi diritti ignorando chi a coccolarti, a volerti bene. Abbi cura di te e il resto poi verrà da sé. continuava a ripeterti: «Abbassa la cresta!». E adesso... avanti tutta verso... il duemila-ecredici! n di ECONOMIA Coldiretti informa Caro gasolio Raffaello Betti Direttore Coldiretti Teramo n.76 Ancora, i trattamenti costano da 4 a 8 euro ad ettaro in più a seconda del tipo di coltura. Pesante anche l’aggravio dei costi per chi usa la vendemmiatrice: quasi 50 euro ad ettaro. Ma, oltre all’aumento dei costi per il movimento delle macchine nei campi una stangata da quattrocento milioni I 25 l caro gasolio nei campi è costato nel solo 2011 quattrocento milioni di euro agli agricoltori italiani. L’analisi è stata effettuata dopo gli ennesimi rincari dei prezzi dei prodotti petroliferi. Se a gennaio 2011 un litro come i trattori, in agricoltura il caro petrolio colpisce soprattutto le di gasolio agricolo costava 0,63 euro, attività agricole che utilizzano il carburante per il riscaldamento del- le quotazioni attuali hanno superato le serre (fiori, ortaggi e funghi), di locali come le stalle, ma anche per quota un euro, con un rincaro del 58 l’essiccazione dei foraggi destinati all’alimentazione degli animali. per cento in dodici mesi. Un aggravio considerevole che è andato ad aggiungersi agli altri Ma vediamo alcuni esempi calcolati sulla base delle varie opera- costi produttivi lievitati un po’ per tutte le tipologie. Basti ricordare zioni colturali effettuate. Per arare il campo un agricoltore italiano che, secondo le ultime rilevazioni Ismea, agricoltori italiani hanno spende oggi quasi 25 euro ad ettaro in più rispetto a un anno fa. Per speso il 2,7 per cento in più per i mezzi produttivi rispetto all’anno chi semina il rincaro è stato di 15 euro ad ettaro così come per la precedente. I maggiori rincari si sono verificati per fertilizzanti e trebbiatura dei cereali e lo spandimento del letame. prodotti energetici. n di 26 Il film del mese CINEMA n.76 Psycho citizen j. Il controcampo morale eastwoodiano eliminato: solo tenebre J. Leonardo Persia [email protected] de I ponti di Madison County (1995), che scatena la passione travolgente incubata nei propri sogni (avuti, ma non realizzati); e, ancora, all’allenatore di Million Dollar Baby (2004), capace di reinventarsi una famiglia perduta. Anche per questo motivo, ben prima di Vanessa (1985), nell’opera del regista si scorge l’ombra incorporea del fantasma. Qui invece Clyde Tolson (Armie Hammer), il braccio destro di Hoover (Leonardo Di Caprio), provoca, sin dal loro primo incontro, un turbamento, anche erotico, che l’altro immediatamente trattiene, asciugandosi il sudore col fazzoletto. Nel corso del film, il direttore del Federal Bureau non si lascerà mai andare, nonostante il pre-testo di una confessione/intervista, imperniata invece a erigere una propria mitologia personale: la consueta legend, oggetto di revisione di tutto il cinema di Clint. Essa è data come monoloquio carico di valenze funeree: circoscrive le memorie a un negativo assoluto. Un reale mentale da cui è bandita ogni partecipazione emotiva dello spettatore (come del narratore e del narratore del narratore), distan- Edgar è un film che mette lo squid ai processi sociali ziato dall’evidenza dell’artificio in esso contenuto, dal riflesso cupo e in corso piuttosto che un biopic sul potente capo del- inguardabile di uno specchio scuro. Il controcampo del “vero”, logica l’FBI. Penetra cioè nell’interiorità obscena dell’umanità contrapposizione eastwoodiana al cuore di tenebra, retrocede a fuo- integerrima di oggi, sospesa ricampo, ectoplasma di un ectoplasma. tra dovere e desiderio, realtà e finzione, La regia spegne allora gli ardori della contemporaneamente vittima e artefice tonda sceneggiatura del Dustin Lance di un immaginario solipsistico e dannoso, Black di Milk (2008), vanificando la incapace di aprirsi all’altro. La cornice procedura incalzante dei flashback in storica presa in esame, dai ’20 ai ’70, un tempo mono-tono svelante da subito serve piuttosto a delineare l’evoluzione l’atemporalità quasi archetipale dei suoi di tale immaginario. Da questo punto di eroi. Tutto il dramma di Hoover è già in vista, si pone immediatamente come quel tipico, codificato parlare sconnesso titolo “differente” di Clint Eastwood: più e sopra le righe del moralizzatore (di prosciugato che asciutto, più mentale sé stesso). L’avanti e indietro mnemo- che realistico, più metafisico che politico. nico può solo unificare le coordinate “Occorre che la verità sia resa semplice, temporali in un claustrofobico eterno e con pochissime parole” diceva un presente da cui sono esclusi (rimossi) personaggio di Flags of Our Fathers morte, vecchiaia, imperfezione, affetto, (2006). Qui tutto è invece sovraccarico, amore e sesso. Quando i personaggi contorto, anche se espresso con mezzi invecchiano, è come se quelle facce linguistici minimi. Non riluce il mood divenissero un alter grottesco incapace consueto che apre il cuore. La limpidezza di farsi doppio. Sono la versione tragica delle opere più classiche sembra essere delle maschere bizzarre di Mezzanotte perduta dietro quella macchina da presa nel giardino del bene e del male impercettibilmente mossa. Il montaggio (1997), film anelante all’equilibrio degli priva la storia di raccordi, manca un opposti. Eppure modello dello script baricentro. risultano proprio due classici americani Tutto diventa però leggibile se contrap- di de-costruzione del doppio interiore: posto agli altri lavori del cineasta, dove Citizen Kane (1941) e Psycho (1960), il deuteragonista ha spesso la funzione ciascuno relativo a un decennio cruciale di sciogliere e far evolvere il perso- del secolo scorso, e dominati entrambi naggio principale. Proprio sgretolando la corazza di una innaturale dalla finzione e dall’immaginario. unicità esibita, segno di rigidità mentale e ortodossia del pensiero, Doppio e finzione incorniciano l’intera storia moderna americana nel cinema di Eastwood il protagonista si salva divenendo parados- (occidentale): (in)naturale risultato di un apodittica religiosità sociale, salmente doppio (con la figura secondaria che sancisce e un po’ culturale e politica che ha come punto di riferimento l’indiscutibilità è il complemento di questa alterità derivativa). Si pensi al playboy del proprio operato. Se la rivoluzione industriale ebbe a liberare del film d’esordio, Play Misty For Me (1971), messo in crisi dalla l’inconscio, i fantasmi-coscienza di Dickens (evocati, per rovescio, nel donna in sé, materializzata in quella esterna, reale. O alla casalinga precedente Hereafter, 2010), la succedanea, totalitaria società dello l’altro. La segretaria Helen Gandy (Naomi choc e narciso del blocco del suo oggetto Watts) respinge le profferte amorose di amoroso. Edgar e tuttavia resterà per sempre devo- Se, sulla scia di Psycho, si potrebbe dire 27 ta al suo fianco, come lui farà con Clyde. Il allora che aleggi il tema della schizofrenia, padre di Hoover, una maschera grottesca per eccesso quasi caricaturale viene da n.76 di dolore, invocando all’inizio l’aiuto del pensare al dr. Jerryll piuttosto che al dottor figlio, anticipa la richiesta di quest’ultimo Jekyll. Al ruolo vincente dell’homo americanus (occidentale) destinato per contrappasso a diventare perdente, vinto, victus (come di fatto risultava il personaggio Jerry spettacolo, dell’informazione e dei servizi Lewis). Il corteggiamento di Edgar nei con- segreti costituì l’istituzionalizzazione del fronti della sua segretaria alla Biblioteca del nuovo sentire, un’estensione democratica Congresso, o l’impacciato rifiuto di ballare e tecnocratica degli stessi fantasmi, non con la madre di Ginger Rogers, sono scene a caso correlati alle guerre e alle grande da film comico, a cui il regista sottrae ogni dittature, sempre foriere di doppi. Il genere notazione ironica. Ma tutto il film sarebbe “biografico”, con i suoi buchi e l’idealizza- un altro film – ortodossamente politico o zione di un io quasi sempre lontano dal sé, gay - a patto che Eastwood non ne avesse seppe per assurdo (dis)articolare il reale per tramite del suo occultamento (valgano come esempio la trasparenza del processo stilistico nel capolavoro di Welles, biografia nei confronti di Clyde (e di Clyde verso per interposta persona del magnate della lo stesso Edgar). Eppure nulla accade. J. comunicazione William Randolph Hearst, e, non fuma e non riesce a fumare. Queste sul piano letterario, il falso memoriale divi- persone desiderano ma rifiutano l’alterità. stico del parodico Little Me di Patrick Den- Piuttosto che sciogliersi la ruggine intorno, nis, classico della controcultura anni ’60: come per esempio il Wally di Gran Torino coevo di Psycho e altrettanto proiettato (2008), sono campioni nel trascinarsela nel camp, verso differenti teorie critiche). ancor più addosso. Fino a rimanere bloccati Come il Kane/Hearst di Welles, Hoover in movimenti rigidi, artefatti, ordinatissimi diventa un personaggio principe della mani- e maniacali, di ripugnanti marionette quasi polazione e dell’artificio ricattatorio, fanta- brechtiane. la cui ostentata perfezione il sma generato dai fantasmi, la cui interiorità cineasta de-costruisce in opposta imperfe- scaturisce da quelle rivoluzioni pubbliche zione, fragilità inespressa.. annullato i caratteri più precipuamente inevitabilmente rispecchiate nel privato L’apertura con la death mask di Dillin- narrativi, di genere e di gender. anche di chi le ha attuate. Pure il recente ger, incorniciata tra i mitra musealizzati e E tuttavia questo rosselliniano dangerous The Social Network (2010) era in fondo la voce over di Hoover (“…il comunismo method di osservazione, disseccato e la vicenda di un innaffiatore innaffiato, non è un partito politico, è un morbo…”), dissennato, che si potrebbe tranquillamente comunicatore con gli stessi problemi di co- precipita immediatamente l’opera in media scambiare per un elenco di dati, incenerito municazione dei propri seguaci, che Fincher res: all’interno dell’ossessione psicotica prima ancora di bruciarsi (come attesta la raccontava, ancora, con lo stesso gelo e di un uomo, di uomini che costruiscono la fioca luce decolorata di Tom Stern immessa distacco del personaggio narrato. L’omoses- propria identità a partire dalla maschera(ta) in un buio avvolgente alla Georges La Tour, sualità e il travestimento, per quanto basati di una minaccia necessaria al loro agire, ma senza barocchismi), riserva al suo nega- su un’evidenza concreta, qui come nel film paradigma di una circolarità soffocante, tivissimo protagonista la più plumbea eppur di Hitchcock, diventano soprattutto simboli che si concretizza in quelle armi di offesa concreta tenerezza possibile riservata a un del riconoscimento esclusivo (e comunque esibite come armi di difesa. Il make up fin essere umano. Ancora una volta Eastwood parziale) del proprio simile, contrapposto al troppo evidente dei personaggi invecchiati, è controcorrente perché non giudica, non reciso rifiuto del corpo etero (inteso come risulta quindi, più che uno scadente effetto rende patetico, non viola, non spettacola- altro tout-court). Un disperato culto del speciale, un didascalico effetto critico rizza e neppure condanna. Ha la miracolosa simulacro di sé totalmente inserito nella che sprofonda ai confini dell’horror questi capacità di guardare (custodire) chi a morte contemporaneità anaffettiva di oggi. personaggi travestiti, falsi, artefatti, inibiti autentica o metaforica si auto-condanna o Hoover e Tolson vestono uguale, come, in e grigi, restituiti appunto come maschere è condannato (in quest’ultimo caso, il rapi- Nemico pubblico (2009) di Michael Mann, da museo delle cere. Un mucchio di zombi. tore del piccolo Lindbergh). Siamo davvero Dillinger e l’hooveriano Melvin Purvis. Alla Clyde Tolson, come tipica figura eastwoo- agli antipodi di quella società voyeuristica morte della madre (Judi Dench), Hoover ne diana destinata a sciogliere il protagonista che pur in maniera endoscopica il film indossa, straziato, l’abito di pizzo e la colla- che qui di fatto non riesce a compiere il mette a nudo. L’autore non ha mai gli occhi na di perle. Il contagio che sembra investire proprio destino, risulta il più incartape- chiusi né tantomeno spalancati. Semplice- i personaggi fa in modo che ognuno replichi corito ed esagerato del gruppo. Il riflesso mente aperti. n di 28 Calcio SPORT n.76 Teramo Calcio Riflessioni sul Campionato D Antonio Parnanzone [email protected] falcidiato tante prestigiose società. Ad ogni nei propri mezzi e come non mai si pensa città, dove c’erano residue possibilità e voglia in positivo al futuro. A far pensare che oltre di fare calcio, è toccato il purgatorio del alla squadra c’è qualcos’altro a far capire che dilettantismo come inizio per la risalita e così forse è l’anno buono. Non è di poco conto, la Serie D è diventata la categoria di purifica- infatti, la possibile soluzione favorevole per zione . L’ avvio travolgente e il prosieguo di quanto attiene l’utilizzo del vecchio stadio tutto il girone di andata con lo stesso ritmo, comunale. Sarebbe una soluzione ottimale ad eccezione dell’ultima partita ad Ancona a tutto vantaggio della città che vedrebbe i , è quello che i tifosi del Teramo e la stessa propri giovani a due passi da casa fare sport Società avevano chiesto ai propri beniamini. Nemmeno l’infortunio di Civitanova, sconfitta maturata da concomitanti episodi negativi, ha fatto venir meno l’entusiasmo intorno alla squadra perché capita anche questo in un lungo torneo. I due stop della capolista hanno a settembre a maggio dell’anno consentito all’Ancona di riavvicinarsi ad ap- successivo, un lungo lasso di tempo pena due punti di distacco. Neanche i dorici che per il calcio rappresenta l’inizio sono riusciti ad evitare momenti poco felici e la fine di una stagione. Un periodo perché prima il pareggio con la Civitanovese di attività denso di tanti momenti, a volte con sentimenti contrastanti, che appassionano in un impianto che rappresenta la storia del pubblico, dirigenti e gli stessi calciatori prota- calcio cittadino. Se così sarà, Teramo calcisti- gonisti sul campo. Con l’inizio del campionato ca vedrebbe la soluzione di due importanti si concretizzano in parte le aspettative. Poi problemi: quello puramente sportivo nel man mano il campo è il giudice implacabile riappropriarsi la categoria che gli spetta e che fa volar via ambizioni e i buoni propositi l’altro legato alla disponibilità dell’impianto iniziali oppure li gratifica in misura maggiore per l’attività di base. La parola ora passa ai rispetto alle previsioni. Blasone , tradizione e politici che dovranno decidere cosa fare del passato illustre conferiscono valore aggiunto vecchio stadio comunale. n e poi la sconfitta di S. Benedetto del Tronto hanno ristabilito le distanze con il Teramo. Come spesso accade tra due litiganti si inserisce sempre qualcun’ altro e così nel mentre le due più titolate, almeno sulla carta, erano intende a rincorrersi, si sono inserite le altre marchigiane Sambenedettese e Civitanovese, squadre e città che sognano un futuro migliore insieme al Teramo. Che c’era da lottare con avversari forti lo si sapeva ed era nelle alle squadre e alle città che rappresenta- previsioni e, a ben vedere, non c’è differen- no. Nei vari gironi sono presenti squadre za rivaleggiare con la Samb o con le altre interessate alla vittoria finale, quelle più marchigiane. In fin dei conti a rendere più modeste che si accontentano di partecipare bella e interessante una vittoria c’è bisogno con obiettivi meno ambiziosi, pronte a fare di uno o, come in questo caso , più avversari lo sgambetto a chiunque e le altre votate ad forti. Il gruppo delle pretendenti al trono è una partecipazione dignitosa per mantenere ben delineato ed è una sfida tutta abruzzese- la categoria. Circa otto mesi di passione marchigiana. A riequilibrare la disparità delle calcistica. Nel raggruppamento del Teramo pretendenti, una sola abruzzese contro tre sono presenti città con forte tradizione calci- marchigiane, c’è la grande forza e qualità stica come Ancona, S. Benedetto del Tronto, del Teramo. Un Team tecnico competente e Civitanova Marche, Jesi, Pesaro, Isernia. una rosa di calciatori di prim’ordine fanno Gestioni poco oculate del passato, frutto di della formazione biancorossa, senza eccesso un generale malcostume nello spendere più di egoismo, la più accreditata per il salto in delle reali possibilità, è stato il motivo che ha Lega Pro. Nell’ambiente c’è molta fiducia a cura di Note linguistiche CULTURA Le Minoranze Etniche Maria Gabriella Di Flaviano [email protected] 29 n.76 alloglotta, localizzata tra Trentino, Veneto e Friuli, si parla ladino. Ai confini con la Yugoslavia vi sono minoranze etniche che parlano dialetti affini allo sloveno. Nel sud, in varie colonie di origini albanesi si parla albanese antico. In certe zone dell’Aspromonte e del Salento si parla un dialetto mol- I n Italia cui sono delle etnie che non parlano né italiano né alcuni dei dialetti regionali. Si definiscono minoranze etniche (in quanto rappresentano gruppi ristretti rispetto all’intera popolazione) o minoranze linguistiche (in quanto sono in pochi a parlare un certo linguaggio), vivono di solito nelle zone di confine e sono discendenti di gruppi che anticamente, avendo abbandonato la loro terra di origine a causa di persecuzioni politiche e religiose o motivi di sopravvivenza economica, si rifugiarono in Italia. Le minoranze etniche sono sparse un po’ dovunque in Italia. In alcune zone del Piemonte intorno a Cuneo e della Valle d’Aosta to simile al greco antico, eredità linguistica dell’antica colonizzazione ci sono occitani chre parlano dialetti provenzali. Piccoli gruppi che greca dell’Italia meridionale. In una zona della Sardegna dove nella parlano dialetti provenzali ci sono anche nel sud dell’Italia e in Sicilia. metà del XIV secolo venne fondata una colonia catalana, c’è un’isola In Alto Adige alcune minoranze parlano dialetti di origine tedesca, alloglotta catalana. Nel Molise si trovano comunità che parlano come anche gli abitanti di alcune zone della Val d’Aosta e del Pie- dialetti affini al serbo croato, poiché nel XV secolo gruppi croati si monte, dove risiedono i discendenti degli antichi Walsez. In un’isola rifugiarono in Italia per sfuggire alle persecuzioni turche. n di 30 Basket SPORT n.76 I Le difficoltà fortificano la Banca Tercas Bebè Martorelli [email protected] prestazione di Brand Brown, forse una delle più belle da quando gioca a Teramo, 28 i suoi punti in 28 minuti di gioco, ma tutti gli altri compagni con in testa Cerella, Borisov, Amoroso, Ricci, Polonara e Capitan Lulli hanno girato al massimo concorrendo a raggiungere una vittoria ai più impossibile. Ottimo l’esordio del nuovo aggregato Donnie McGrath, molta sostanza e tiri buoni. Il nuovo anno per la Banca Tercas è iniziato come meglio non poteva, e dire che il 2011 si era chiuso in modo traumatico. Come dimenticare la partita bruciante persa a Caserta o quella in casa contro Roma regalata ai capitolini, in prossimità del traguardo, causa qualche errore di troppo? Senza alcun dubbio, dopo la gara di Sassari in cui la Banca Tercas toccò il fondo del non gioco dando l’impressione di una squadra arruffona, disordinata e senza idee vi è stata una sostanziale reazione alle tante difficoltà (vedi infortunio di Fultz e acciacchi vari di B. Brown e di Borisov) le quali, forse, hanno fortificato il gruppo che tra l’altro ha saputo trovare nuova linfa tra i giovani Ricci e Polonara, del più stagionato Cerella n questa carrellata di partite giocate a breve tempo l’una dall’al- che con le loro straordinarie prestazioni hanno saputo risvegliare tra durante le festività Natalizie, alla 15ª giornata del girone di un ambiente che stava per essere sopraffatto da un torpore senza andata e a due giornate al giro di boa, la Banca Tercas ottiene la pari. Poi, per completare un organico un po’ corto è arrivata anche seconda vittoria consecutiva. Rispettivamente alla 14ª giornata la cosiddetta ciliegina sulla torta, con gli innesti di Donnie Mcgrath di andata il tre gennaio ad Ancona contro Montegranaro, prima e d’Anthony Goods, integratisi in poco tempo e mettendo in mostra vittoria esterna di questo campionato e, appena cinque giorni dopo, un bagaglio tecnico più che positivo. Inevitabile allora che sull’onda l’otto gennaio (data da ricordare per gli annali della Pallacanestro del ritrovato entusiasmo è arrivato il terzo successo consecutivo teramana), al PalaScapriano contro Milano. Andando per ordine, la per la Banca Tercas, conquistato di nuovo in trasferta dopo quello vittoria ad Ancona contro Montegranaro è stata fondamentale ai di Ancona contro Montegranaro questa volta in casa di una diretta fini della salvezza perchè ottenuta in una giornata in cui la squadra concorrente ai fini della salvezza, a Casale Monferrato. teramana si presentava con qualche assenza di troppo e l’entusia- Tutta la squadra ha dato ancora prova della sua crescita graduale smo di tutto l’ambiente è salito molto in alto. giocando una partita difficile e complicata per la sua importanza, ma Daniel Brown, in cabina di regia, e la strepitosa prova di Borisov, non va dato atto che l’artefice principe della vittoria è stato un impren- solo al tiro ma anche a rimbalzo, hanno dato il là ad un successo più dibile Daniel Brown, fantastiche le sue triple. Quasi da non credere, che meritato. Per i marchigiani l’ex Zorosky e Di Bella hanno cercato sembra sognare la Banca Tercas seguita il suo trend di successi (4° di trascinare i compagni ad una reazione più consistente senza consecutivo) e risolve anche la pratica Varese. Forte il suo roster riuscirvi. Appena cinque giorni trascorsi ed ecco presentarsi al Pala- con i vari Stipcevic, Hurtt, Diawara Kangur, Fajardo & c. ma la Banca Scapriano una grande della Pallacanestro Italiana, Milano. Già alla Tercas in questo periodo sembra volare sul parquet e quindi riesce vigilia questa gara si presentava con toni molto alti e tesi, vuoi per a domare e contenere giocatori eccezionali e forti che in un passato le presunte dichiarazioni di Giorgio Armani, vuoi per l’indelebile gara recente ci avrebbero fatto molto male. Questa gara la Banca Tercas dei play-off scudetto di qualche anno fa. Ricordate, quando l’arbitro l’ha di nuovo vinta giocando di squadra e mostrando ancora una Paternicò, al Forum d’Assago, ci privò di una vittoria che avrem- volta la sua bravura in fase difensiva. Di nuovo tutti i biancorossi mo meritato senza ombra di dubbio? Inoltre, da quando Teramo hanno dato il massimo contributo al successo ma una menzione par- staziona permanentemente nella massima serie, Milano ha sempre ticolare va alla straripante prestazione di Cerella poi dei giovani Ricci violato il PalaScapriano. Guarda caso, mai dire mai, proprio una e Polonara, di Amoroso, di Borisov e di Goods. Il girone di andata è piccola realtà, peraltro ultima in classifica, è riuscita a battere una terminato e la Banca Tercas, perentoriamente, ha lasciato l’ultimo grande squadra metropolitana che, prima in classifica, ultimamente posto della classifica ed ha iniziato una decisa risalita portandosi al si è anche qualificata insieme a Cantù e a Siena tra le 16 migliori quartultimo posto, superando rispettivamente Montegranaro, Cremo- squadre europee che disputeranno le finali dell’Eurolega. Ma questa na, Casale e intravedendo all’orizzonte Roma, Treviso, e Caserta non volta la squadra lombarda ha perso, ma di brutto, senza nessuna molto distanti. In vetta, Siena è campione d’inverno ma quest’anno attenuante. A dire il vero l’avvio della partita era stato traumatico per anche nei piani alti l’equilibrio regna sovrano, basta vedere che Teramo: palle perse, tiri forzati; insomma, un brutto approccio ma Pesaro un mese fa, al pari di Teramo, soffriva di crisi depressive ed anche Milano non aveva fatto grandi cose, però aveva dato subito invece in breve tempo è riuscita a scuotersi tanto da posizionarsi al l’impressione di essere di un’altra caratura. All’improvviso la Banca secondo posto. Quindi, ai quarti di finale per la conquista della Coppa Tercas ha incominciato a giocare una bella pallacanestro, per tutto Italia che si svolgerà dal 16 al 19 febbraio a Torino accedono le prime il terzo e quarto tempo, vibrante ed aggressiva, contrastando il più 8 squadre della classifica con i seguenti accoppiamenti: Siena vs Sas- quotato avversario proprio sulle sue caratteristiche, ritmo e gioco. sari, Pesaro vs Venezia, Cantù vs Avellino, Milano vs Virtus Bologna. Per quest’ impresa senza precedenti, determinante è stata la grande A risentirci. n