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compositi fibre lunghe
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI CATANIA Facoltà di Ingegneria Dipartimento di Ingegneria Industriale e Meccanica Corso di Tecnologie di Chimica Applicata MATERIALI COMPOSITI GILIBERTO SALVATORE RINALDI SALVATORE INTRODUZIONE Generalità Per COMPOSITO si intende un materiale ottenuto combinando due o più componenti, o fasi, in modo che il prodotto finale abbia proprietà diverse da quelle dei costituenti. • MATRICE • RINFORZO PARTICELLA MATRICE PARTICELLE FIBRE INTRODUZIONE Generalità • OTTIMIZZAZIONE CARATTERISTICHE MECCANICHE • LEGGEREZZA • POSSIBILITA’ DI COMBINARE DIVERSE PROPRIETA’ IN UN UNICO ELEMENTO • UNICO MATERIALE CHE PU0’ ESSERE PRODOTTO NELLA FORMA DEFINITIVA INTRODUZIONE Generalità MATERIALI UTILIZZATI • POLIMERI • CARAMICHE • METALLI TEMPERATURA MAX D’ESERCIZIO MATRICE ORGANICA < 250°C MATRICE METALLICA < 1000°C MATRICE CERAMICA > 1000°C INTRODUZIONE Composti Plastici I compositi plastici ricoprono una vasta gamma di accoppiamenti fibra-matrice. Il materiale più noto è la vetro-resina, il primo tipo ad essere prodotto, costituita da fibre di vetro inserite in una matrice termoindurente (come la poliestere e la epossidica) o in una matrice termoplastica. CARATTERISTICHE PRINCIPALI • BASSA DENSITA’, QUINDI LEGGEREZZA • DIMINUZIONE DELLE PERFORMANCE ALL’AUMENTARE DELLA TEMPERATURA SETTORI D’INTERESSE • • • • • • • • AERONAUTICO AEROSPAZIALE AUTOMOBILISTICO NAVALE EDILE CHIMICO AGRICOLO SPORT E HOBBY COMPOSITI A MATRICE POLIMERICA Cenni Storici Il primo composito a matrice polimerica risale al 1908 ed era formato da resine fenoliche e fibre di cellulosa. COMPOSITI A MATRICE POLIMERICA Proprietà FATTORI CHE INLUENZANO LE CARATTERISTICHE FISICHE E MECCANICHE DEL COMPOSITO • PROPRIETA’ DEI COMPONENTI • DIMENSIONI • FORMA • GRADO DI DISPERSIONE • ORIENTAZIONE FIBRE • ADESIONE MATRICE/FIBRE COMPOSITI A MATRICE POLIMERICA Proprietà Proprietà di alcune fibre utilizzate nei compositi a fibre lunghe COMPOSITI A MATRICE POLIMERICA Aspetti economici Occorre precisare che, anche da un punto di vista prettamente economico, l’aggiunta di cariche siano esse fibre o particelle di vario tipo, non rappresenta sempre un vantaggio. L’aggravio che ne può derivare in termini di maggiore complessità dei cicli di lavorazione deve essere infatti compensato o da una riduzione del costo del composito o da un deciso miglioramento di una qualche caratteristica che ne giustifichi il costo maggiore. COMPOSITI PARTICELLARI Generalità Le resine sintetiche non sono in generale adoperate allo stato puro ma vengono mescolte con quantità più o meno rilevanti di sostanze dette FILLER, CARICHE, RIEMPITIVI. Vengono impiegate sia in polimeri termoplastici che termoindurenti Particella, Le particelle possono presentare diversa carica morfologia: si può dire che esistono tante morfologie quante sono i prodotti impiegati. Matrice Forma arrotondata, lamelle (metalli, mica, talco), forma aciculare (Talco della California) Presentano in generale i seguenti vantaggi: 1 Minori costi di produzione 2 Facilità dei processi di formatura anche di forme complesse 3 Comportamento costitutivo ISOTROPO COMPOSITI PARTICELLARI A seconda dello scopo per cui vengono aggiunti si distinguono in: RIEMPITIVI RINFORZANTI •Basso costo •Larga disponibilità •Solitamente in polvere •Aggiunti in quantità rilevanti (fino 80% in volume) DILUENTI Migliorano le caratteristiche Meccaniche (modulo elastico, carico di rottura, durezza superficiale, resistenza all’urto) e termiche (resistenza al calore e alla, stabilità dimensionale a caldo) Migliorano la lavorabilità del composito, rimpiazzano dditivi di maggior costo (pigmenti) Essenziale è l’interazione tra il POLIMERO e la CARICA Polimeri non polari (ad esempio Polietilene) Polimeri polari (ad esempio PVC) Interazione nulla. Cariche = Diluenti Si possono instaurare forze anche molto Intense, legami chimici veri e propri. COMPOSITI PARTICELLARI Le cariche devono essere bagnate dal polimero e vengono trattate superficialmente con additivi bagnanti/accoppianti come silani o stereati. Fattori importanti nell’interazione polimero carica sono: -Dimensioni delle particelle; -Forma delle particelle (rapporto superfice-volume); L’effetto rinforzante migliora diminuendo le dimensioni delle particelle e dipende dalla frazione volumetrica e dalla distribuzione delle dimensioni Prestare molta attenzione a: POTERE ABRASIVO delle particelle (per non guastare gli strumenti di miscelazione lavorazione e formatura) Materiali come carbonato di calcio e talco meno dannosi di cariche più dure come feldspati e silice REATTIVITA’ CHIMICA del filler. Ad es.Carbonato di calcio rende le superfici alcaline facilmente deteriorabili in ambienti acidi CaCO3 COMPOSITI PARTICELLARI Alcuni filler sono di uso generale e vanno bene per qualunque polimero: Ad es. carbonato di calcio oppure la bentonite. Il nerofumo è invece il filler rinforzante usato nelle gomme, ecc Classificazione funzionale delle cariche Utilizzo Usi generali Tipo di carica Carbonato di calcio, silice, allumina, talco, mica, ossido di zinco, solfato di bario Ritardanti di fiamma Allumina triidrata, triossido di arsenico, ossido di antimonio, bicarbonato di ammonio Conducibilità elettrica Argento, rame, alluminio, grafite Rigidità dielettrica Allumina, silice, mica Resistenza all’abrasione Allumina, silice, carburo di silicio, metalli Resistenza all’impatto Gomme COMPOSITI PARTICELLARI Carbonato di calcio E’ la carica maggiormente utilizzata nei compositi. -basso costo -assenza di tossicità (adatto ad articoli per alimenti) CaCO3 -colore bianco -bassa durezza (circa 3 scala Mohs) -facilità trattamento superficiale -carattere basico Il tipo più usato è quello macinato: si possono usare anche precipitati nel caso di elevate purezze richieste Il trattamento superficiale viene effettuato usando acido stereatico o stereato i calcio. Nel caso di PVC rigido si usa fino a tenori del 40% in peso COMPOSITI PARTICELLARI Un esempio di CC rigido è quello utilizzato per le tubazioni rigide. Proprietà del PVC rigido per tubazioni PVC CC Modulo elastico (GPa) Resistenza a trazione (MPa) Resilienza IZOD Temperatura di distorsione (°C) Variazione di peso (14 gg. a 55 °C in H2SO4) Variazione di peso in olio ( 30 gg. a 23 °C) 100 0 2,9 56 0,65 73 -0,052 0,03 100 10 3,1 53 0,93 74 -0,061 0,11 100 20 3,4 48 1 74 -0,07 0,09 100 30 3,8 37 0,98 75 -0,09 0,08 COMPOSITI PARTICELLARI Nel caso di PVC plastificato (flessibile) si possono raggiungere tenori molto elevati di CC. Le particelle hanno dimensioni da 3-15 μm. Le particelle più fini causano aumenti di viscosità Nelle resine poliestere insature le applicazioni tipiche sono Applicazioni tipiche sono: -Manufatti per isolamento elettrico; -Pavimentazione ; -Tubi flessibili. SMC (sheet molding compound: Composizioni per stampaggio da lastre). Sono presenti anche fibre corte di vetro, Modificatori di viscosità MMC (bulk molding compound: composizioni per stampaggio in massa) COMPOSITI PARTICELLARI Proprietà di compositi a base di resine poliestere insature contenenti CC Componenti Resina poliestere CC (5 µm) Ossido di magnesio Fibra di vetro (6 mm) Fibra di vetro (5 cm) Resistenza a flessione (MPa) Modulo elastico (GPa) Resilienza IZOD Durezza Barcol Premix 100 125 -60 -70-95 9-12 5-7 60-70 Parti in peso BMC SMC 100 100 250 150 --90 --125 90-100 180-210 13-15 12-14 4,5-6,5 13-24 60-70 60-70 COMPOSITI PARTICELLARI Talco Chimicamente il Talco è un silicato idrato di magnesio 3MgO 4 SiO2 H 2O La sua composizione cambia molto a seconda del luogo di estrazione Industria della carta: per ottenere superfici liscie e bianche Industria tessile: come lubrificante secco, lubrica tessuti e filati Cosmesi: ciprie, saponi Industria sostanze coloranti Industria dei pellami Impastato con feldspato e argilla, cotto a 1480 °, come materiale refrattario Ha una morfologia lamellare o aciculare. Per l’elevato rapporto di forma bisogna curare attentamente l’aspetto della miscelazione, e dell’interazione polimero-carica. Si registra un aumento del modulo elastico E, e della resistenza al creep rispetto ai compositi caricati con carbonato di calcio. Necessità di uso di stabilizzanti per migliorare la stabilità ad alta temperatura e limitare l’infragilimento, come avviene in tutti i casi di cariche ad elevata superficie specifica. COMPOSITI PARTICELLARI Viene utilizzato prevalentemente nel POLIPROPILENE ottenendo prestazioni migliori rispetto al CC: Settore degli elettrodomestici Settore automobilistico Proprietà del polipropilene caricato con talco Modulo elastico (GPa) Carico di snervamento (MPa) Resilienza IZOD (ft-lb/in) Temperatura di distorsione (°C) Non caricato 1,6 38 0,58 62 20% talco 2,7 39 0,47 72 40% talco 4,2 37 0,42 88 Proprietà di alcuni polimeri caricati con talco Polietilene Non 40% caricato talco Modulo elastico (GPa) 1,1 3,3 Carico di snervamento (MPa) 52 61 Resilienza IZOD (ft-lb/in) 3,7 3,7 PVC rigido Non 30% caricato talco 3,5 7,2 56 54 0,6 0,23 Polistirolo Non 40% caricato talco 2,3 5,7 33 37 2,75 0,45 COMPOSITI PARTICELLARI Mica La mica è un silicato di alluminio e potassio. E’ caratterizzata da: -due strati di ottaedri di SiO5 -uno strato ottaedrico di ioni Mg 2 + Al 3+ OH − Questi tre strati sono legati debolmente mediante cationi K,Li, Na,Ca. A temperatura ambiente ha un aspetto lamellare, colore variabile grigio-giallognolo o nero luccicante, inodore. Le laminette hanno spessore di 1μm e trasversalmente vanno dai 4 ai 100 μm. Critica è quindi l’interazione particella-matrice. Le caratteristiche meccaniche dei compositi caricati con mica variano molto a seconda della direzione che assumono le lamelle Proprietà meccaniche di polimeri termoplastici contenenti il 50% di mica Materiale Polietilene Polipropilene Nylon 66 Nylon 66 (particelle non orientate) Copolimero stirene-acrilonitrile (SAN) Modulo elastico (GPa) Resistenza a flessione(MPa) 31 38 45 18 53 120 170 185 85 200 COMPOSITI PARTICELLARI SVANTAGGI: l’introduzione della mica produce un peggioramento della resilienza per cui spesso si usano compositi con mica e fibra di vetro. Proprietà di compositi nylon 66/mica/fibra di vetro 20% vetro 50% mica 20% vetro 30% mica Modulo elastico (GPa) Carico di rottura (MPa) Resilienza IZOD (ft-lb/in) con intaglio Resilienza IZOD (ft-lb/in) senza intaglio 5,3 107 0,9 7,7 18 95 1,4 4,1 16 124 0,9 7,5 Viene utilizzata nei polimeri termoindurenti per (resine fenoliche) per migliorare il comportamento dielettrico: spinterogeni dei motori a scoppio. Proprietà di resine termoindurenti caricate con mica (50% in volume) Modulo elastico (GPa) Resina poliestere Resina epossidica Resina fenolica Resina fenolica (con mica a basso fattore di forma) BMC (tipico) 47 44 52 21 13 Resistenza (GPa) 159 166 145 62 100 COMPOSITI PARTICELLARI Cariche di forma sferica: sferette di vetro Vantaggi: -basso rapporto superficie/volume (regolarità) -bagnabilità -causano il minor aumento di viscosità (a parità di concentrazione) -minori tensioni interne al materiale -si facilita lo stampaggio di forme complesse Le dimensioni variano tra i 5 e i 700 μm, con o senza trattamento superficiale. Le più diffuse sono le sferette di vetro ma anche di carbonio, ceramiche, polimeriche soprattutto cave, resistenti a pressioni elevatissime fino a 10 MPa Aumentano la leggerezza del manufatto insieme alle fibre di vetro Applicazioni LEGGEREZZA COIBENZA TERMICA STABILITA’ TERMICA -Schermi ablativi veicoli spaziali -Scafi e coperte in vetroresina -Missili a combustibile solido -Ind. Elettronica: materiali con bassa cost. dielettrica COMPOSITI PARTICELLARI Schiume sintattiche: le sferette di vetro in una resina (fenolica,..) con additivi e agenti di cura. Vengono usate nel settore marino per la grande resistenza alla pressione che si ha in profondità: galleggianti di profondità, stesura di cavi sottomarini, estrazione del petrolio. Le microsfere cave conferiscono al materiale un comportamento costitutivo di un materiale isotropo ed omogeneo, con minore assorbimento dell’umidità, migliore resistenza idrostatica, migliori caratteristiche meccaniche rispetto alle schiume polimeriche. Proprietà meccaniche di schiume sintattiche epossidiche Microsfere di carbonio Densità (g/cm3) 0,66 Modulo elastico a compressione (GPa) 2,1 Resistenza a compressione (MPa) 87 Carico massimo idrostatico (MPa) 136 0,68 2,1 82 128 0,68 1,9 59 108 Microsfere di vetro FTD 202 (10-100 µm) 0,65 1,8 64 95 COMPOSITI PARTICELLARI Silice La silice è costituita da biossido di silicio amorfo in forma molto fine. Il diametro delle particelle è 0,01-0,1 μm. Si uniscono a formare aggregati. I tipi di silice in commercio: Fumed Area superficiale (m2/g) 50-400 Densità apparente (g/t) 90-120 Dimensioni agglomerati (µm) 0,8 Arc Gel Precipitated 150-200 120-150 4-8 300-1000 90-160 4-10 60-300 160-200 1,5-10 Scopo Rinforzo Applicazioni Tissotropia Aumento di viscosità Reologia Opacizzazione Filler Abrasivi Settori Gomme (soprattutto siliconiche) Resine termoindurenti, plastisol vinilici Vernici, inchiostri Cosmetici, prodotti farmaceutici Vernici, polimeri vinilici Polimeri Paste dentifricie Aggiunta ai polimeri limita la tendenza dei manufatti ad aderire, riduce la tendenza di manufatti a scivolare l’uno sull’altro se impilati, conferisce ai manufatti una superficie opaca (industria automobilistica). COMPOSITI PARTICELLARI Cariche di natura metallica Le particelle possono essere di alluminio, nichel, acciaio inox, argento. Microfibrille e lamelle sono più efficaci di quelle sferiche. Producono un aumento di: modulo elastico; durezza; peso specifico; diminuzione del ritiro volumetrico (per resine termoindurenti); diminuzione del coefficiente di dilatazione termica; aumento della conducibilità termica. Proprietà di una resina fenolica caricata con particelle di alluminio di forma diversa, Φ=0,4 Forma Polvere Lamine Resistività elettrica (Ωcm) >10-6 0,1 Conducibilità termica(BTU/hr ft°F/ft) 0,25 1,05 COMPOSITI PARTICELLARI Nerofumo Il particolato carbonioso è una polvere nera che si può ottenere come sottoprodotto della combustione completa di qualsiasi sostanza organica. Si trova su tutte le superfici esposte a fumi di combustione (ciminiere, condotti di scarico). Le particelle hanno un diametro di circa 10-100 nanometri. Applicazioni Rinforzo nelle gomme Conferisce resistenza ai raggi ultravioletti: cattura superficialmente i radicali liberi che favoriscono le reazioni di scissione delle catene polimeriche Industria dei cavi coassiali per trasmissione dei segnali COMPOSITI PARTICELLARI Cariche naturali di natura organica Si tratta di materiali cellulosici, contenuti spesso nella lignina. L’uso di queste particelle risale al 1907, Leo Baekland preparò polveri di stampaggio addizionando resine fenoliche di farina di legno. Oggi alla farina di legno vengono preferite le fibre di cellulosa di elevata purezza Vantaggi: i materiali sono riciclabili Svantaggi: non si hanno miglioramenti sostanziali delle caratteristiche meccaniche, e la presenza di questo tipo di cariche può favorire la disgregazione fotochimica e biologica. COMPOSITI PARTICELLARI Fabbricazione dei particellari Materiali termoplastici -Mescolamento resine e cariche con altri agenti ausiliari (scivolanti, stabilizzatori, lubrificanti) i estrusori mono o bivite -Le masse fuse passano a granulatori sommersi che immediatamente all’uscita scaricano granuli di forma diversa in una corrente di acqua fredda -Possono passare attraverso bagni di raffreddamento e poi essere granulate Materiali termoindurenti -Mescolamento a freddo delle cariche con resina polverizzata ad un certo stadio di policondensazione, con agenti ausiliari -Plastificazione e omogeneizzazione su cilindri riscaldati (la resina procede nella policondensazione) -I compound vengono raffreddati, frantumati, macinati, posti in vendita come materiale da stampaggio COMPOSITI PARTICELLARI Nel processo di estrusione plastica in forma di granuli o polvere insieme alla carica vengono alimentati in un miscelatore riscaldato dove viti rotanti omogeneizzano il tutto. La massa fusa viene poi spinta attraverso una filiera per dare un prodotto finito o semifinito E c = (1 − Φ m )E m + Φ f E f COMPOSITI PARTICELLARI Proprietà meccaniche e termiche Il modulo elastico di un composito può aumentare o diminuire a seconda che il rapporto Ef > 1 Em < Nel caso in cui si assume uno sforzo uguale nei due componenti si ha (regola delle miscele): Ec = (1− Φm )Em + Φf Ef Nel caso di deformazione uguale si ha: ⎛1− Φ f Φ f ⎞ ⎟ Ec = ⎜ + ⎟ ⎜ E E m f ⎠ ⎝ Dove con Φ si indica la frazione volumetrica COMPOSITI PARTICELLARI Takayanagi ha proposto una relazione che combina le due precedenti, dove φ e ψ Sono due parametri da valutare sperimentalmente: ⎡ ψ 1 −ψ ⎤ Ec = ⎢ + ⎥ Em ⎥⎦ ⎢⎣ (1 − ϕ )Em + ϕE f Per tener conto della forma e delle dimensioni delle particelle si usa l’equazione di kerner: Ec = 1 + AB Φ 1 − α f BΦ Ef E B= m Ef f f Em −1 +A A = parametro che dipende dalla forma delle particelle Φmax= massima frazione di impaccamento della carica ⎛1− Φ ⎞ max ⎟ α f = 1+ ⎜ Φ ⎜ Φ 2 ⎟ c ⎝ max ⎠ COMPOSITI PARTICELLARI Deformazione a rottura A causa della rigidità delle particelle utilizzate la deformazione della matrice, più duttile risulta essere maggiore della deformazione macroscopica del materiale composito. L’aggiunta della carica comporta la perdita di duttilità. Si può usare la relazione di Chow per interpretare l’allungamento a rottura del composito. Resistenza a trazione Se si realizza una buona adesione tra polimero e filler il carico aumenta al crescere della concentrazione della carica. Una possibile relazione è la seguente: 12γEm ⎛⎜ Em Φ f +Φf σu = d ⎜⎝ E f − Em γ= energia interfacciale polimero-carica ⎞ ⎟ ⎟ ⎠ COMPOSITI PARTICELLARI Scorrimento viscoso sotto carico: CREEP Grandi deformazioni Piccole deformazioni La deformazione diminuisce rispetto a quella del polimero non caricato per la maggiore rigidezza del materiale La deformazione può aumentare se l’interfaccia polimero-carica si si danneggia. Proprietà termiche La conducibilità termica delle resine polimeriche aumenta con l’incorporazione di filler Relazione di Lewis e Nielsen K 1 + ABΦ f = K m 1 − BψΦ f COMPOSITI PARTICELLARI Conduttività termica di alcuni materiali usati come filler, di alcuni polimeri e di un composito particellare Materiale Rame Alluminio Vetro comune Polietilene (alta densità) Polietilene (bassa densità) Nylon 6 Polistirolo Polistirolo (schiuma) Resina epossidica Resina epossidica/20% alluminio (peso) Resina epossidica/Al2O3 (11% vol.) Resina epossidica/Al2O3 (30% vol.) Resina poliestere Conduttività termica (W/m °K) 400 230 0,9 0,63 0,33 0,31 0,15 0,05 0,23 0,92 0,5 1,0 0,2 COMPOSITI CON FIBRE Generalità Nel caso dei compositi fibro-rinforzati la fase dispersa è composta da fibre, che hanno un alto rapporto lunghezza-diametro. TIPI DI RINFORZO • WHISKER • FIBRE • FILI • DIAMETRO DELL’ORDINE DEI MICRON • LUNGHEZZA VARIABILE COMPOSITI CON FIBRE Generalità FIBRE PIU’ UTILIZZATE PER LA REALIZZAZIONE DEI COMPOSITI • VETRO • CARBONIO • ARAMMIDICHE Ad esempio le fibre di carbonio sono prodotte a partire da fibre organiche, precursori degradati termicamente. COMPOSITI CON FIBRE Generalità • LUNGHEZZA CRITICA • DISPOSIZIONE FIBRE • ANISOTROPIA • ISOTROPIA LAMINATO COMPOSITI CON FIBRE Fibra di Carbonio • SCOPERTA NEL 1878 DA EDISON • PRODOTTA PER TRATTAMENTO TERMICO (PIROLISI) DI DIVERSI PRECURSORI POLIMERICI: – RAYON – POLIACRILONITRILE (PAN) – POLIAMMIDI AROMATICHE • RECENTE LA PRODUZIONE DA MATERIALI PECIOSI - PITCH (residui della distillazione del catrame) COMPOSITI CON FIBRE Fibre di Carbonio da PAN COMPOSITI CON FIBRE Fibre di Carbonio da PECE • • • MESOFASE PER TRATTAMENTO TERMICO A 400°C TERMOFISSAGGIO DELLA FASE ISOTROPA IN ARIA A TEMPERATURA INFERIORE A 300°C CARBONIZZAZIONE O GRAFITIZZAZIONE COMPOSITI CON FIBRE Confronto delle proprietà delle fibre di carbonio da PAN e da PECE COMPOSITI CON FIBRE Fibre Arammidiche Le fibre arammidiche, il cui sviluppo è iniziato negli anni ’50, vengono ottenute da poliammidi aromatiche. Il Kevlar è quella attualmente più diffusa, prende vita dal trattamento di un polimero scaturente dalla reazione tra 1,4-fenilendiammina (para-fenilendiammina) con il cloruro di tereftaloile. Il processo di produzione di tali fibre prevede nel caso del Kevlar: estrusione in acqua di una pasta contenente il 20% di polimero in acido solforico (che presenta comportamento liquido-cristallino), neutralizzazione della fibra mediante NaOH, trattamenti termici e stiro. COMPOSITI CON FIBRE Fibre Arammidiche Il Kevlar viene prodotto in quattro diverse tipologie: Kevlar, Kevlar 29, 49 e 149. VANTAGGI • • • • MASSA VOLOUMICA MOLTO BASSA BUONA RESISTENZA A ROTTURA OTTIMA RESISTENZA ALL’IMPATTO COSTI CONTENUTI RISPETTO AL CARBONIO SVANTAGGI • • • RESISTENZA A COMPRESSIONE MOLTO INFERIORE A QUELLA DI TRAZIONE RAPIDO CALO DELLE PROPRIETA’ MECCANICHE ALL’AUMENTARE DELLA TEMPERATURA SENSIBILE ALL’UMIDITA’ COMPOSITI CON FIBRE Fibre Arammidiche PARTICOLARITA’ • Colore giallo oro • Sfibratura in microfibrille se sottoposto a trazione • Schiacciamento e attorcigliamento a compressione CAMPI D’APPLICAZIONE • FABBRICAZIONE DI CAVI • TESSUTI PER VELE • INDUMENTI PROTETTIVI BALISTICI Sconsigliato nel caso di strutture soggette a carichi di compressione o per carichi di flessione. COMPOSITI CON FIBRE Fibre Ceramiche Le fibre ceramiche sono impiegate soprattutto come fibre refrattarie per impieghi che superano i 1000°C. • PROPRIETA’ ECCEZIONALI • COSTI DI PRODUZIONE MOLTO ELEVATI • UTILIZZATE SOPRATTUTTO PER L’ISOLAMENTO TERMICO COMPOSITI CON FIBRE Fibre di Boro Le fibre Boron si ottengono mediante un procedimento che prevede la deposizione di microgranuli di boro su una sottile fibra di tungsteno che fa da supporto per la deposizione. CARATTERISTICHE FISICO-MECCANICHE • • • • • RESISTENZA A TRAZIONE, COMPRESSIONE, FLESSIONE ALTO MODULO BASSA DENSITA’ 2,58 (g/cm3) ELEVATA TEMPERATURA DI FUSIONE (2000°C) RESISTENZA AGLI ACIDI E AI RAGGI ULTRAVIOLETTI Si tratta di una fibra molto particolare, ottenuta con tecnologie sofisticate che comportano una produzione molto complessa: il suo costo è di conseguenza alto. COMPOSITI CON FIBRE Fibre di Vetro VETRORESINA FIBRE DI VETRO + RESINA PLASTICA (a base di poliestere, vinilestere o epossidica) Le fibre di vetro si ottengono con un processo abbastanza rapido ed economico. PROCESSO • • • • • FUSIONE STIRO AD ELEVATA VELOCITA’ BRUSCO RAFFREDDAMENTO BAVELLE (D = 5-15µm) FILATO FINITURA COMPOSITI CON FIBRE Fibre di Vetro TIPI DI FIBRE • • • VETRO E VETRO R VETRO S Il primo è caratterizzato da buona resistenza e modesto modulo elastico;migliori caratteristiche meccaniche hanno invece i tipi R e S. PROPRIETA’ • ESTREMA LEGGEREZZA • RESISTENZA ALLA CORROSIONE • SCARSA CONDUCIBILITA’ ELETTRICA • RESISTENZA A FLESSIONE • RESISTENZA ALL’URTO Utilizzata per la costruzione di imbarcazioni, serbatoi, coperture per apparecchiature elettroniche; trova impiego nell’edilizia civile ed industriale COMPOSITI CON FIBRE CORTE Proprietà meccaniche CONSIDERAZIONI • • FIBRE ALLINEATE SFORZI DI TAGLIO ALL’INTERFACCIA FIBRA/MATRICE Cox ha sviluppato un modello secondo il quale lo sforzo tensile medio, sulla fibra di lunghezza l è dato dalla relazione: Il termine tra parentesi prende il nome di ⎡ ⎛ l ⎞⎤ ς tanh( ) ⎜ ⎟⎥ ⎢ _ fattore di efficienza della lunghezza. ⎝ 2 ⎠⎥ ⎢ σ = E f ε f 1− ζ è proporzionale al rapporto di forma tra la lunghezza della fibra e il suo diametro. f ⎢ ⎢ ⎣ ⎛ l ⎞⎥ cosh (ς )⎜ ⎟ ⎥ ⎝ 2 ⎠⎦ Per un migliore trasferimento del carico il rapporto di forma deve essere il maggiore possibile, quindi l maggiore il più possibile di d. COMPOSITI CON FIBRE CORTE Proprietà meccaniche SOLLECITAZIONE MEDIA IN UN COMPOSITO σ = Φ f σ f + (1 − Φ f )σ m − − Il modulo elastico del composito è ricondotto a quello dei componenti, alla quantità di fibra e ai suoi parametri geometrici. • • DIAMETRO FIBRE = COST UNICA VARIABILE = l COMPOSITI CON FIBRE CORTE Proprietà meccaniche Una valutazione del modulo elastico in direzione ortogonale (E90) può essere effettuata utilizzando la relazione : σ f 1− Φ f 1 = + E90 E f Em Poiché spesso la fibra è molto più rigida della matrice: DIFFICILE REALIZZARE LA CONDIZIONE DI PERFETTO PARALLELISMO DELLE FIBRE INTRODUZIONE DI η FATTORE DI ORIENTAMENTO DI KRENCHEL (ADIMENSIONALE) Em E90 ≅ 1− Φ f η da 0 a 1 η = 0,375 fibre casualmente orientate sul piano η = 0,2 fibre casualmente orientate in tre direzioni COMPOSITI CON FIBRE CORTE Proprietà meccaniche PARAMETRO FONDAMENTALE E’ L’ADESIONE FIBRA/MATRICE (τi) MAX ALL’ESTREMITA’ DELLE FIBRE E’ definita lunghezza critica della fibra lc, quella lunghezza al di sotto della quale la regione di debonding, sfilamento delle fibre dalla matrice, si estende lungo tutta la fibra prima che il composito ceda. In questo caso le fibre non raggiungono il carico di rottura ma scivolano fuori dalla matrice e non si rompono. RESISTENZA A ROTTURA ( ) σ b = Φ f σ fb + 1 − Φ f σ m' dove: σfb = resistenza delle fibre σ’m = sforzo applicato alla matrice al momento della rottura COMPOSITI CON FIBRE CORTE Proprietà meccaniche Il carico medio massimo sostenibile da una fibra risulta inferiore a quello massimo, ed è: in cui: − σ f max ⎛ lc ⎞ = ⎜1 − ⎟σ fb ⎝ 2l ⎠ σ fb d lc = 2τ i dove: d = diametro fibra τi = sforzo di taglio sostenibile dall’interfaccia Come si osserva dall’espressione, il valore della lunghezza critica diminuisce all’aumentare della frizione interfacciale, perciò è inversamente proporzionale all’adesione fibra-matrice: maggiore è l’interfaccia fibra-matrice più corte possono essere le fibre per avere un rinforzo efficiente. COMPOSITI CON FIBRE CORTE Proprietà meccaniche Tutte le lavorazioni dei compositi a fibra corta comportano una riduzione della lunghezza delle fibre, quindi è fondamentale avere elevati valori di τi perché risultino bassi i valori di lc, in modo che, anche dopo la formatura del manufatto, una frazione consistente del rinforzo conservi una lunghezza maggiore di quella critica. Per l = 10 lc si ha una resistenza paragonabile a quella dei compositi a fibre lunghe. COMPOSITI CON FIBRE CORTE Proprietà meccaniche La resistenza massima diminuisce se il materiale viene sollecitato in una direzione che forma un angolo Θ non nullo nella direzione di allineamento delle fibre (fibre tutte allineate). La resistenza sarà: σ b = σ bo sen 2 Θ Per piccoli valori di Θ σ b = 2τ i cos ec 2Θ Per valori intermedi di Θ σ b = σ fb cos ec 2 Θ Per angoli prossimi ai 90° COMPOSITI CON FIBRE CORTE Proprietà meccaniche Anche un lieve disorientamento delle fibre causa una grave perdita della resistenza del materiale. COMPOSITI CON FIBRE CORTE Proprietà meccaniche SISTEMI PER INCREMENTARE LA RESISTENZA AGLI URTI • • INDEBOLIRE L’INTERFACCIA FIBRA/MATRICE FAVORIRE LO SFILAMENTO DELLE FIBRE DALLA MATRICE (MECCANISMO DI PULL-OUT, ESPULSIONE) Le resistenze in condizioni impulsive e in condizioni statiche sono proprietà contrapposte. E’ stato valutato che il lavoro di estrazione W, delle fibre con l < lc è pari a: W = Φ f τ i l 2 / 12d f mentre quello delle fibre lunghe l > lc è pari a: W = Φ f τ i l c / 12d f l f 3 COMPOSITI CON FIBRE CORTE Proprietà meccaniche Riportando in un grafico le due precedenti espressioni si nota che il massimo lavoro dissipato si ha quando la lunghezza delle fibre è uguale a quella critica. Se quindi per aumentare σb oppure E, risulta necessario usare fibre per cui l = 10lc per aumentare la resistenza alla frattura occorre che l = lc COMPROMESSO SOLUZIONE UTILIZZARE FIBRE DI DIVERSA LUNGHEZZA COMPOSITI FIBRE LUNGHE I materiali compositi sono non omogenei e anisotropi. Le proprietà dipendono dal punto in cui si valutano Le proprietà sono differenti in tutte le direzioni: sono funzione dell’orientazione secondo cui si valutano Si parla in genere di ortotropia: le proprietà sono differenti lungo tre direzioni tra loro perpendicolari. MACROMECCANICA MICROMECCANICA Studio del materiale composito come Studio dell’interazione matrice-rinforzo unione di più lamine MATRICE LAMINE LAMINA FIBRE LAMINATO COMPOSITI FIBRE LUNGHE Micromeccanica Matrice di rigidezza Per la legge di Hooke σi = Cij εj La matrice nel caso di materiale ortotropo ha nove costanti non nulle Per una singola lamina, essendo lo Spessore trascurabile rispetto le altre dimensioni Matrice delle deformazioni COMPOSITI FIBRE LUNGHE Per avere lo stato di tensione riferito ad un sistema qualunque, orientato di un certo angolo rispetto alla direzione x si attua una rotazione degli assi. 1 X θ Y 2 In generale l’equazione costitutiva della lamina diventa COMPOSITI FIBRE LUNGHE Sforzi uguali Deformazioni uguali Variazione lineare di E, da Em a Ef quando Vf passa da 0 a 1 EcT (1 + ξηΦ f ) = Em (1 − ηΦ f ) η= (Ef / Em −1) (Ef / Em +ξ ) Equazione di Halpin-Tsai COMPOSITI FIBRE LUNGHE Esempio: nel caso di una lamina costituita da resina epossidica (E=3 GPa) contenente il 50% in volume di fibre di Kevlar 49, il modulo elastico della lamina nella direzione delle fibre è pari a 67 GPa e diventa di 346,5 GPa se la resina è caricata con il 50% di fibre di carbonio P-100. Proprietà meccaniche di compositi unidirezionali con Φ=0.6 rapportata a due metalli fibra Vetro E Kevlar 49 Carbonio T-300 Boron E(L) GPa 45 76 132 274 Al Acciaio 72,3 207 E(T) GPa 12 5,5 10,3 15 72,3 207 σ(bL) MPa 1000 1380 1240 1310 462 655 σ(bT)MPa 34 28 45 34 455 655 COMPOSITI FIBRE LUNGHE Variazione del modulo elastico al variare dell’orientazione delle fibre MATERIALE E (GPa) GPa) VetroVetro-epoxy GrafiteGrafite-epoxy BoroBoro-epoxy Kevlar 4949-epoxy 45 110110-200 220 85 CARICO ROTT. PESO SPECIF. (MPa (g/m3 x 106) (MPa)) 10001000-1500 900900-1400 10001000-1300 10001000-1200 1.8 1.6 2.0 1.4 COMPOSITI FIBRE LUNGHE Carichi di rottura Un composito unidirezionale si deforma all’aumentere del carico secondo quattro fasi: -fibre e matrice si deformano elasticamente; -le fibre si deformano ancora elasticamente ma la matrice comincia a deformarsi plast. -fibre e matrice si deformano plasticamente -si verifica la rottura delle fibre, seguita dal cedimento di tutto il composito COMPOSITI FIBRE LUNGHE Macromeccanica del laminato Per valutare il comportamento strutturale del laminato è necessario considerarlo omogeneo e con caratteristiche globali equivalenti LAMINE LAMINATO Classica Teoria della Laminazione CLT: -lamine perfettamente aderenti e spessore di incollaggio nullo; -le lamine mantengono il loro comportamento lineare elastico dentro il laminato; -le deformazioni angolari nei piani perpendicolari a quello medio sono nulle. Con la CLT è possibile conoscere le proprietà meccaniche globali del laminato partendo da quelle delle lamine componenti COMPOSITI FIBRE LUNGHE Identificazione della successione delle lamine in un laminato In riferimento al codice definito presso il USA Air Force Materials Laboratory ogni lamina è definita da un numero che rappresenta l’angolo che le sue fibre formano con l’asse x del laminato un pedice T indica che viene descritto tutto il laminato le lamine sono elencate in sequenza a partire da una faccia del laminato lamine adiacenti orientate dello stesso angolo sono indicate con un numero come pedice Laminato unidirezionale Laminato angle-ply:+θ/- θ/+ θ/- θ Laminato Simmetrico: ogni lamina ha una corrispondente rispetto il piano di simmetria Laminato bilanciato: per ogni lamina a + θ, ne esiste una a - θ Laminato quasi-isotropo: lamine che differiscono tra loro di un angolo θ costante COMPOSITI FIBRE LUNGHE simmetrico, numero dispari di lamine COMPOSITI FIBRE LUNGHE Progettazione Modulo E di laminati simmetrici e bilanciati costituiti da resina epossidica e fibre di carbonio, con lamine a 0°, +45°,-45° Resistenza tensile di materiali simmetrici e bilanciati , costituiti da resina epossidica e lamine orientate a 0°, +45°,-45° IN GENERALE FULL=fattore di utilizzazione della lamina. Indica il grado di sfruttamento Se raggiunge l’unità, individua la condizione di collasso della lamina e quindi la non idoneità della scelta del laminato. COMPOSITI FIBRE LUNGHE Cedimento dei compositi Per direzioni di carico tra i 0°-5° circa: rottura per cedimento fibre. Per angoli di carico tra i 5°-20°,25°: cedimento per taglio intralaminare Per angoli di carico dai 25°-45° combinazione tra taglio intralaminare e rottura della matrice Per angoli di carico tra i 45°-90° la rottura è determinata dal cedimento della matrice COMPOSITI FIBRE LUNGHE Una tipologia di rottura pericolosa è la delaminazione ovvero lo scollameno di lamine. Avviene anche a carichi molto più bassi di quelli di rottura del laminato. E’ un effetto di bordo: si innesca in corrispondenza di bordi liberi o fori ed è dovuta a condizioni di tensioni triassiali che si verificano in corrispondenza dei bordi, per una distanza dal bordo pari allo spessore del laminato. DANNO sulle fibre: -interruzione della continuità (causa sovratensioni localizzate, non costanza tensionamento iniziale); -distribuzione non uniforme delle fibre nella matrice: -possono crearsi delle porosità (bolle d’aria, gas); -fratture dovute a cariche e al ritiro della resina nel corso della polimerizzazione COMPOSITI FIBRE LUNGHE COMPOSITI FIBRE LUNGHE TECNOLOGIE DI FABBRICAZIONE Generalità Fondamentale per una buona tecnica di fabbricazione è riuscire ad assicurare una certa ripetibilitá ai processi e costanza nelle proprietà del manufatto. CLASSIFICAZIONE METODI DI FABBRICAZIONE • • • • • LAVORAZIONE A MANO-LAMINAZIONE (HAND LAY-UP E SPRAY-UP) AVVOLGIMENTO (FILAMENT WINDING) PRODUZIONE CONTINUA-PULTRUSIONE (CONTINUOUS PRODUCTION) STAMPAGGIO PER TRASFERIMENTO ESTRUSIONE TECNOLOGIE DI FABBRICAZIONE Lavorazione a mano (Laminazione) Nel metodo di lavorazione proposta la struttura viene realizzata attraverso un processo di laminazione (sovrapposizione manuale secondo orientazioni prestabilite) di strati successivi di tessuti di fibra. IL PROCESSO PREVEDE LE SEGUENTI FASI • • • • • TAGLIO DEL ROTOLO DI FIBRE PREIMPREGNATE SAGOMATURA SU STAMPO RIMOZIONE DEL FILM DISTACCANTE IMPILAMENTO CONFEZIONAMENTO DI UN “SACCO” A TENUTA TECNOLOGIE DI FABBRICAZIONE Lavorazione a mano (Laminazione) • CONSOLIDAMENTO IN AUTOCLAVE RETICOLAZIONE DELLA RESINA COMPATTAZIONE • ESTRAZIONE E FINITURA CONSOLIDAMENTO TECNOLOGIE DI FABBRICAZIONE Spray-up Una variante molto usata della tecnica hand lay-up è la tecnica di spray-up che consiste nello spruzzare contemporaneamente resina e fibre corte tagliate da una apposita taglierina. Aria compressa spruzza il miscuglio sullo stampo in genere rotante per uniformare la deposizione. Questa tecnica è usata per la formatura delle pre-forme, cioè semilavorati del pezzo finale, che vengono poi posti tra stampo e controstampo. TECNOLOGIE DI FABBRICAZIONE Avvolgimento Il filament-winding è un tipo di lavorazione interamente automatizzata. Consiste nell'avvolgimento di filamenti continui di materiale di rinforzo su un corpo, generalmente rotante su un asse, detto mandrino; la forma del mandrino determina la geometria del pezzo da realizzare. PROCEDIMENTO • • • • FIBRE IN BOBINA BAGNO DI RESINA DEPOSIZIONE CURA IN FORNO O IN AUTOCLAVE TECNOLOGIE DI FABBRICAZIONE Tipi d’avvolgimento L'angolo d'avvolgimento può variare tra 0° e 90° a seconda delle proprietà meccaniche richieste al pezzo. POLARE Per i serbatoi di gas o di liquidi in pressione il mandrino è costituito da una sottile camicia metallica o in materiale plastico che viene lasciata a far parte integrante del serbatoio per evitare eventuali perdite di fluido a causa della permeabilità del composito. ELICOIDALE CIRCONFERENZIALE TECNOLOGIE DI FABBRICAZIONE Pultrusione La pultrusione è un processo altamente automatizzato e continuo. FASI DELLA PRODUZIONE • • • • • BAGNO DI RESINA PREFORMATURA STAMPO TRASCINAMENTO TRANCIATURA Si presta bene per le produzione di semilavorati profilati a sezione costante con fibre principalmente monodirezionali. TECNOLOGIE DI FABBRICAZIONE Stampaggio per trasferimento LA LAVORAZIONE SI SUDDIVIDE IN: • • • • • • • • Pulitura dello stampo (soffiatura,solventi,raschiatura) Applicazione del distaccante (cere sintetiche) Applicazione del gel-coat (rivestimento protettivo in resine termoindurenti,maggiore resistenza) Posizionamento del rinforzo (sovrapposizione di strati di fibra, preforma: preassemblato) Chiusura e bloccaggio dello stampo Iniezione della resina Apertura dello stampo ed estrazione del pezzo (dopo il tempo di polimerizzazione, fori di estrazione) Operazioni di rifinitura TECNOLOGIE DI FABBRICAZIONE Stampaggio per trasferimento TIPI DI PREFORMA • • • STRATI DI FIBRE CONSOLIDATI CON LEGANTE CHIMICO TESSUTI BIDIMENSIONALI TESSUTI TRIDIMENSIONALI CARATTERISTICHE PREFORMA • • RESISTENZA MECCANICA TRAMA NON TROPPO STRETTA TECNOLOGIE DI FABBRICAZIONE Stampaggio per trasferimento VANTAGGI • • • • • BUON CONTROLLO SULLA DISPOSIZIONE DELLE FIBRE ELEVATE FRAZIONI IN VOLUME DI RINFORZO BUONA FINITURA SUPERFICIALE POSSIBILITÀ D’AUTOMAZIONE DEL PROCESSO BUONA TUTELA DELL’AMBIENTE DI LAVORO GRAZIE ALL’UTILIZZO DI UNO STAMPO CHIUSO SVANTAGGI • • LIMITI SULLE DIMENSIONI MASSIME DEI MANUFATTI STAMPI RELATIVAMENTE COSTOSI APPLICAZIONI Settore aerospaziale Quello aerospaziale è un settore in cui massimamente si fa uso di compositi. Si capisce come la leggerezza e la resistenza dei materiali sia un requisito indispensabile. ¾ ¾ ¾ ¾ ¾ Miglior rapporto “resistenza – peso” e “rigidità – peso” Comportamento anisotropo Possibilità di integrare sensori Riduzione costi di manutenzione Costi materiali elevati APPLICAZIONI In un primo tempo l’uso dei compositi in aeronautica era rivolto più che altro alle strutture secondarie:pannelli, spoiler, freni..Dal 1985, con l’A310, incominciano a prodursi anche strutture primarie (piani stabilizzatori, parti di motore, ecc..)., con un notevole vantaggio in termini di peso, e riduzione dei costi di operazione. Studio effettuato dalla NASA APPLICAZIONI APPLICAZIONI Spoiler: sono essenziali a bassa velocità, durante il decollo e le fasi di atterraggio; lamine di fibre di carbonio,la parte centrale è costituita da una costruzione a nido d’ape in Nomex. Freni aerodinamici interni: la struttura deve essere molto leggera e rigida in modo da resistere alle deformazioni torsionali e flessionali. Anche in questo caso si usano fibre in carbonio per rivestimenti e centine. Si usa titanio per il bordo d’uscita APPLICAZIONI Le carenature ala fusoliera è caratterizzata da una struttura a sandwich KevlarNomex, che ha sostituito la vecchia costruzione a sandwich a fibre di vetro APPLICAZIONI I pannelli laterali del timone sono fatti con una tipica struttura a sandwich costituita da un: -nucleo in Nomex: -lamine, pelli con fibre di carbonio e vetro in matrice epossidica APPLICAZIONI Il nuovo Airbus A380 utilizza un nuovo materiale composito con struttura a nido d'ape in Kevlar (nella foto) che si trova nella pavimentazione, sulle pareti interne e sui flap delle ali. Il Kevlar, grazie al nucleo a nido d'ape è in grado di aumentare notevolmente l'integrità strutturale dell'aereo, riducendone in modo sostanziale il peso. I componenti del motore e gli attuatori dell'A380 sono invece in Vespel, un materiale più leggero e resistente delle leghe metalliche utilizzate in precedenza e che consente anche di ridurre notevolmente l'attrito. Attualmente ogni motore dei jet prodotti in Occidente ha componenti in Vespel. APPLICAZIONI Pianale automobilistico Nell’ambito del progetto “Concept Sportiva Evoluta” il Centro Ricerche Fiat ha progettato e realizzato un telaio multimateriale ad elevato rapporto efficienza/peso. Le principali caratteristiche del veicolo sono sintetizzate di seguito: SCOPO: minimizzare il rapporto PESO/POTENZA APPLICAZIONI La parte centrale del telaio, preposta ad assicurare la rigidezza del veicolo, si è deciso di realizzarla in materiale composito con fibre di carbonio. Le zone anteriori e posteriori, preposte ad assorbire mediante la loro deformazioni gli urti sono state invece costruite di materiale metallico: alluminio e titanio. La struttura centrale del telaio è stata separata in due componenti: un pavimento ed un parafiamma uniti tra loro tramite una doppia fila di bulloni, Il pavimento è stato realizzato con la tecnologia della laminazione manuale. Per incrementare le caratteristiche strutturali del componente, senza penalizzare il peso, si è fatto ricorso ad una struttura di tipo sandwich. Questa soluzione prevede di inserire tra due opposti fogli di fibra di carbonio una struttura reticolare che incrementa la rigidezza a flessione del pannello. La parte centrale anteriore è stata realizzata mediante la tecnologia Resin Trasfer Molding, con fibre rinforzate in carbonio misto vetro. Per incrementare le caratteristiche strutturali del componenti sono stati introdotti inserti in Nomex APPLICAZIONI L’attività sul telaio ha quindi posto le basi per la costituzione di un team interfunzionale in grado di governare lo sviluppo prodotto di componenti in materiale composito dall’idea alla realizzazione. APPLICAZIONI Freni a disco MATERIALI UTILIZZATI ATTUALMENTE • • • COMPOSITI CARBON - CARBON COMPOSITI A MATRICE METALLICA COMPOSITI A MATRICE CERAMICA I Carbon-Carbon sono costituiti da fibre di carbonio ad alto modulo, annegate in una matrice epossidica (carbonio). I compositi a matrice metallica di dischi freno (MMC) sono essenzialmente basati sull’utilizzo di alluminio rinforzato con fibre di carburo di silicio. I compositi a matrice ceramica sono materiali realizzati mediante infiltrazione di silicio fuso in una percentuale finale di almeno il 20% della massa totale del composito, in una preforma porosa di fibre di carbonio precedentemente realizzata e avente già all’incirca la forma finale del disco. APPLICAZIONI Freni a disco I compositi C/C furono introdotti per la prima volta negli anni settanta sui veicoli aeronautici militari, e nel decennio successivo si assistette ad un trasferimento tecnologico anche agli aeromobili civili ed al mondo delle competizioni automobilistiche. PROPRIETA’ GENERALI • • • • • BASSA DENSITA’ BASSO COEFFICIENTE D’ ESPANSIONE TERMICA ALTO COEFFICIENTE D’ ATTRITO ELEVATO MODULO ELASTICO RESISTENZA A TRAZIONE APPLICAZIONI Freni a disco In genere il materiale si ottiene per accrescimento, depositando uno sull’altro vari strati di fibra intrecciata; l’intreccio può essere di vario tipo anche se generalmente si presenta come una maglia. TECNICHE DI PRODUZIONE • • CHEMICAL VAPOR DEPOSITION (CVP) APPLICAZIONI DI RESINE Il composito carbon-carbon risulta molto oneroso da produrre sia in termini economici, sia in termini di tempo, APPLICAZIONI Freni a disco CHEMICAL VAPOR DEPOSITION • • • • PREFORMA REALIZZATA MEDIANTE LA SOVRAPPOSIZIONE DEGLI STRATI DI FIBRE DI CARBONIO; PRESENTA LA FORMA FINALE DEL DISCO RISCALDAMENTO IN UNA FORNACE (1200°C) CON GAS ORGANICO DECOMPOSIZIONE DEL GAS FORMAZIONE DI UNA PELLICOLA ATTORNO LE FIBRE DI CARBONIO APPLICAZIONI DI RESINE • • • PREFORMA DI FIBRE DI CARBONIO INTRODUZIONE SOTTO PRESSIONE DELLA RESINA (EPOSSIDICA O FENOLICA) TRATTAMENTO DI PIROLISI APPLICAZIONI Freni a disco I dischi freno carbon-carbon vengono quindi realizzati per strati successivi di fibre di carbonio orientate in modo differente, per ottenere una struttura laminare robusta e resistente. PROBLEMI PRODUTTIVI => STRESS TERMICI DURANTE IL PROCESSO DI PIROLISI TENSIONI INTERNE MICROFRATTURE MICROCRICCHE APPLICAZIONI Freni a disco A confermare le elevate caratteristiche termodinamiche e di dispersione del calore di questo materiale, si può osservare che dischi C/C vengono spesso prodotti addirittura senza un sistema di canalizzazioni interne per favorire la ventilazione. PASTIGLIA CARBONIO NOTEVOLE USURA DISCO METALLO LUBRIFICANTE Le caratteristiche tribologiche a basse temperature sono piuttosto deludenti, aumentano sensibilmente all’aumentare della temperatura, il coefficiente di attrito raggiunge valori di 0,55-0,6. APPLICAZIONI Vetroresina in campo nautico Le imbarcazioni di vetroresina sono costruite impiegando stampi che danno la forma allo scafo, alla coperta e alle altre parti strutturali che successivamente dovranno essere assemblate per incollaggio. APPLICAZIONI Vetroresina in campo nautico ATTREZZATURE • • • • • • • • • • STAMPI TESSUTI IN FIBRA DI VETRO RESINE POLIESTERE RESINE FENOLICHE ALCOOL POLIVINILICO SOLVENTI GEL-COAT CERE COLLE VERNICI APPLICAZIONI Vetroresina in campo nautico COSTRUZIONE DELLO SCAFO E DELLA COPERTA • PREPARAZIONE STAMPO – STESURA ALCOOL POLIVINILICO E CERA – STESURA GEL – COAT • • • • • • STESURA DEI TELI TESSUTI IN FIBRA DI VETRO IMPREGNAZIONE CON RESINA POLIESTERE E STIROLO POLIMERIZZAZIONE STIROLO DISTACCO DALLO STAMPO TAGLIO, MOLATURA E SAGOMATURA VERNICE ANTIVEGETATIVA PER LA PARTE SOMMERSA CARATTERISTICHE Durevolezza Basse contrazioni Resistenza all’umidità Resistenza alla fatica APPLICAZIONI Rinforzi strutturali in fibra di carbonio I vantaggi delle fibre di carbonio sono: • Altissime proprietà meccaniche • Direzionalità del rinforzo • Grande adattabilità di forma • Bassissima invasività • Progettabilità totale Tipologie d’intervento: • Rinforzo di strutture in c.a. • Rinforzo di travi e pilastri • Cerchiaggio di pilastri • Rinforzo di murature • Rinforzo di volte • Rinforzo di travi in legno • Rinforzo di travi in ferro • Miglioramenti sismici • Rinforzi di gallerie CONCLUSIONI La produzione attuale dei compositi a matrice polimerica sta passando da un periodo in cui le applicazioni erano principalmente orientate a nicchie ed elevato valore aggiunto (aerospaziale e aeronautico ecc.) ad una fase in cui si ricercano applicazioni meno sofisticate e produzioni di massa in settori come quello automobilistico e dei beni comuni. Per fare si che i materiali compositi ad elevate prestazioni possano diffondersi in questi campi é necessario abbattere i costi di produzione, ottenere materiali e parti finite producibili con qualità costanti ed in maniera economica. Gli sviluppi futuri si propongono lo sviluppo, risoluzione e validazione di modelli matematici che permettono la simulazione dei processi di realizzazione di materiali compositi ad elevate prestazioni a matrice sia termoplastica sia termoindurente