Un samurai e sei geishe! - Viaggi Avventure nel Mondo
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Un samurai e sei geishe! - Viaggi Avventure nel Mondo
RACCONTI DI VIAGGIO | Giappone Un samurai e sei geishe! Da un Tokyo e oltre gruppo Marco Mancini Testo e foto del coordinatore D opo quattro anni sono riuscito a tornare nel mio amato Giappone. La mia prima volta fu nell’agosto del 2010. Ne rimasi letteralmente stregato tanto che avrei voluto ritornarci subito, ad aprile del 2011. Purtroppo il 16 marzo 2011 il terremoto e lo tsunami hanno piegato una nazione. Abbiamo tutti visto scene impressionanti, ma nessun video ha mostrato mai panico o disperazione. Le emozioni non si esternano, così sono i giapponesi. Hanno seppellito e pianto i loro morti ma sempre nella loro compostezza. La fierezza degli antichi samurai vive in loro. Avrei dovuto essere lì per l’Hanami, la secolare usanza giapponese di godere della bellezza della fioritura primaverile degli alberi, in particolare di quella dei ciliegi. Ma dovevo a loro il rispetto che hanno avuto per me. Presto ci tornerò, mi sono detto. E così è stato. Con l’aiuto di Saori, un’amica giapponese - per altro conosciuta in un viaggio in Giordania sempre con Avventure - ho controllato le previsioni della fioritura dei ciliegi che vengono fornite ogni anno dall’Agenzia Meteorologica Giapponese e chiesto l’assegnazione del viaggio. Il 21 marzo ero sull’aereo che mi portava in Giappone. Non cercate un legame con altri luoghi, il Giappone è altro! Ciò che più mi affascina di questo Paese è il suo popolo. Sempre disposto al sorriso e pronto ad aiutarti. Pur conoscendo poche parole in inglese si prodigano nel dare spiegazioni, in giapponese, che tu non capisci ma stai li ad ascoltare perché attratto dalla gentilezza con la quale cercano di aiutarti. Non conoscono il significato della parola no e quando gli si chiede qualcosa a Fushimi inari cui non sanno risponderti, sono in imbarazzo e cercano comunque di fare il possibile per accontentarti. In realtà è il loro grande rispetto per il prossimo e la loro riservatezza a creare in te imbarazzo. Vorresti parlarci, discutere con loro, ma entrare nella sfera privata è difficile. In questi due viaggi in Giappone ho visitato posti incantevoli: Kyoto, Nara, Nikko, e Takayama, a dimensione umana, per passare alla frenetica Osaka ed alla straordinaria Tokyo, ma su tutto loro, i giapponesi, popolo unico! Emozionante, ad Hiroshima, la Cerimonia della Pace che si tiene ogni 6 agosto. Tutto parla o suona in Giappone. Parlano le porte, le scale mobili, ovunque e a qualsiasi ora! Irasshaimase è la parola che sentire più spesso, significa Benvenuto. Lo diranno le commesse dei negozi, i camerieri dei bar, insomma in ogni luogo in cui entrerete. Per capire il Giappone ed il suo popolo bisogna pensare, vivere, mangiare come loro - non troverete una forchetta nei ristoranti giapponesi! - solo così amerete il Giappone! 21 - 22 marzo – In viaggio Oggi è il giorno della partenza. Il mio gruppo è composto da sei donne e da me. Riuscirò a contenere quelle che, per gioco, ho chiamato le mie geishe? A mezzogiorno ci ritroviamo all’aeroporto di Fiumicino per imbarcarci sul volo Emirates che, con scalo a Dubai, ci porterà in Giappone per sbarcare all’aeroporto di Osaka nel pomeriggio del 22 marzo. A Dubai incontriamo le due partecipanti che sono partite da Milano e dopo due ore di attesa siamo in volo verso Osaka. L’efficienza Avventure nel mondo 2 | 2014 - 111 RACCONTI DI VIAGGIO | Giappone giapponese ci accoglie in aeroporto e in meno di venti minuti dallo sbarco abbiamo: ritirato i bagagli, passato il controllo passaporti, acquisito il visto e siamo già al primo piano dell’aeroporto dove c’è l’Ufficio della Japan Rail. Attiviamo il passi fornito da Avventure valido per sette giorni e che ci permetterà di viaggiare sui treni ad alta velocità giapponesi. I famosi Shinkansen! Di fronte l’ufficio della JR c’è l’entrata per la stazione e saliamo sul treno che in un’ora ci porterà a Kyoto. D’accordo con il gruppo iniziamo da qui la nostra visita del Giappone. Un approccio più dolce in una città più a dimensione d’uomo dove ancora resistono le antiche tradizioni del Paese. In perfetto orario arriviamo alla stazione futuristica di Kyoto. E’ un’opera di architettura moderna che da sola merita una visita che non mancheremo certo di fare. Ora dobbiamo raggiungere il nostro ryokan (albergo tradizionale giapponese) che è proprio li vicino. Ad attenderci nel ryokan ci sono Saori e Kiichiro, due miei amici giapponesi, con i quali andremo a cena. Molliamo le valige e andiamo al ristorante. La nostra prima cena è in perfetto stile giapponese. A gambe incrociate sul pavimento, ottimo cibo giapponese e dissentante birra Asahi! Le signore tempestano i nostri ospiti di domande sul cibo, sulla lingua e sugli usi e costumi locali. Siamo stanchi e dandoci appuntamento a domani mattina con Saori e Kiichiro per una visita della città, torniamo in albergo. Le stanze sono in stile giapponese con i tatami stesi a terra. In camera c’è il bagno con i soli servizi. Sfido chiunque a non passare almeno cinque minuti seduto sul water a sperimentare tutti i tasti di cui è provvisto: tavoletta riscaldata, musichetta e schizzi d’acqua per ogni tipo di esigenza! Per le docce dobbiamo scendere al piano interrato dove c’è un piccolo Onsen (letteralmente significa sala da bagno interna; gli onsen usano l’acqua calda proveniente da sorgenti riscaldate geotermicamente). Quindi indossiamo le nostre yukata (un kymono informale) fornito dal ryokan e scendiamo nell’onsen. Ci sono due sale, una per le donne e una per gli uomini. Si entra rigorosamente nudi, ci si fa una doccia e poi ci si immerge nella vasca termale per rilassarsi. Sono provvisti di tutto, asciugamani, bagno schiuma, shampoo, crema idratante, phon, dentifricio e rasoio. Una perplessità: perché gli specchi sono messi ad altezza pube? Trovo subito la risposta applicando il detto inglese When in Rome, do as the roman do! Quindi osservo un giapponese che si siede sul piccolo sgabello di fronte lo specchio e inizia ad insaponarsi. Ecco, ora si che lo specchio è all’altezza giusta! Rinfrancati torniamo in stanza e crolliamo sui tatami! 23 marzo – Kyoto Alle otto ci incontriamo nella hall dove ci aspettano Saori e Kiichiro per iniziare la visita di Kyoto. A Kyoto ci si spostiamo in autobus. La città non è molto grande e non ha una rete metropolitana estesa. Ci 112 - Avventure nel mondo 2 | 2014 rechiamo alla stazione degli autobus, di fronte alla stazione dei treni, ed acquistiamo alle macchinette automatiche il biglietto giornaliero. Tranquilli c’è il tasto english che vi verrà in aiuto! Ci dirigiamo verso il Kinkaku-ji (Tempio del padiglione d’oro). Un tempio buddista ricoperto d’oro che si specchia su un laghetto circondato da un bellissimo parco. Purtroppo gli alberi non sono ancora in fiore altrimenti sarebbe stato un vero spettacolo. Per la fioritura dovremmo ancora aspettare qualche giorno. Terminata la visita prendiamo un altro autobus per andare al Ginkaku-ji (Tempio del padiglione d’argento). Bellissimo tempio zen anch’esso immerso in uno splendido parco e con un giardino zen meraviglioso. All’uscita ci fermiamo a prendere un caffè e poi ci facciamo una camminata lungo la passeggiata del filosofo, dove nei secoli scorsi i filosofi usavano passeggiare assorti nei loro pensieri. Gli alberi sono pieni di boccioli e immaginiamo come potrebbe essere se gli alberi fossero in fiore! E’ ora di pranzo e i nostri due amici ci portano a mangiare all’Handy Craft Center. Ci sediamo ai tavoli e troviamo delle scatole ai nostri posti. Sono i bento, una sorta di vassoio-contenitore in legno con coperchio di varie forme con all’interno un pasto, in singola porzione, comuni nella cucina giapponese solitamente consumati all’ora di pranzo, dove vengono studiate le combinazioni di colore dei cibi e la maniera di porli, coordinando bentō, bastoncini, cibo, tovaglietta e tutto il resto. Il pranzo è rigorosamente accompagnato dal the verde. Terminato di pranzare andiamo nella via principale di Kyoto, Kawaramachi-dori. E’ piena di negozi ci diamo quindi un appuntamento in hotel di modo che ognuno di noi si senta libero di approfittare a suo piacere dello shopping. Qui i nostri due amici giapponesi ci salutano dandoci appuntamento alla nostra prossima visita in Giappone. Ci ritroveremo in hotel per andare a cena in un ristorante lì vicino. 24 marzo - Nara – Inari (Fushimi Inari) Oggi abbiamo il treno per Nara alle ore 7:24 dove arriviamo in poco più di un’ora. Scesi alla stazione facciamo colazione e ci incamminiamo verso il grande parco che dista quindici minuti a piedi dalla stazione. Il parco è abitato dai cervi, simbolo di questa città, animali docilissimi che si avvicinano alle persone chiedendo cibo. Visitiamo il primo tempio Kofukuji, l’immenso e bellissimo tempio Todaji, la Nigatsu-do Hall per vedere l’enorme campana e poi il tempio delle lanterne Kasuga. Ci diamo appuntamento in stazione e ci fermiamo a mangiare qualcosa lungo la via che porta alla stazione dove ci sono anche alcuni negozi. Mi fermo con Daniela, una delle ragazze, in un negozio di scarpe dove lei ha deciso di acquistarne un paio. Mentre lei prova le scarpe io mi soffermo a guardare una borsa da ufficio. Alla cassa Daniela paga le sue scarpe ed il proprietario del negozio, che non parla una parola di inglese, prende la borsa che stavo guardano e mi dice “Presento”. Che vorrà dirmi? Forse vuole vendermela? Gli chiedo quanto costa How much? How many Yen? Niente non mi capisce continua a ripetere “Presento, Presento”! La borsa era poggiata vicino ad un piccolo cartello con una lunga scritta in giapponese e la cifra 10.000 Yen. Che sia un’offerta promozionale? Non riesco a capire cosa vuole dirmi e lui continua insistentemente a ripetere: “Presento, Presento” poi… illuminazione: ma per caso “Presento” vorrebbe significare Present (regalo) in inglese? Siiiiii !!!!! Alla fine siamo riusciti a capire che per una spesa superiore a diecimila yen si aveva la borsa in regalo! Che sudata!!! Usciamo dal negozio Daniela con un paio di scarpe e io con la borsa regalatami da Daniela. Il proprietario inizia a ridere con noi e ci accompagna alla porta con una serie di lunghi inchini. Usciamo e lui sulla porta a fare inchini, ai quali rispondiamo educatamente, ci incamminiamo, ci giriamo e lui è ancora sulla porta a farci inchini! Cortesia giapponese! Riprendiamo il treno verso Kyoto e ci fermiamo a Inari, che dista quindici minuti da Kyoto sulla stessa linea ferroviaria, per andare al santuario scintoista RACCONTI DI VIAGGIO | Giappone Fushimi Inari. “Ah il tempio con tutti i paletti rossi!” esclama Stefania. Ci siamo piegati in due dalle risate! Infatti questo santuario è particolarmente famoso per l’innumerevole numero di torii (portali d’accesso ai santuari) che coprono i sentieri dell’Inarisan (Monte Inari), il monte alle spalle del padiglione principale, dove si prega la divinità della raccolta. Questi torii sono stati donati nell’arco dei secoli dalla gente e commercianti. Una visione unica! Location usata per molti film, primo fra tutti Memorie di una geisha. Risaliamo sul treno e torniamo a Kyoto. Questa sera decidiamo di andare a cena a Pontochō, il quartiere delle geishe nella speranza di incontrarne qualcuna. Ma di loro nemmeno l’ombra. 25 marzo - Hiroshima Anche oggi sveglia all’alba. Il nostro treno per Hiroshima parte alle 7:20. Come pensare di essere Giappone e non andare a visitare Hiroshima. All’arrivo in stazione si rimane sbalorditi nel trovare una cittadina molto moderna con tantissimi bei negozi. Proprio all’uscita della stazione c’è il capolinea delle street-car (sono dei tram) che collegano la città. Prendiamo la linea 6 e scendiamo alla fermata Bomb Dome. Qui le cose cambiano. Alla vista dell’unico edificio che fu deciso di lasciare in piedi dopo lo scoppio della bomba, e che oggi è utilizzato come un monito a favore dell’eliminazione di ogni arsenale nucleare e simbolo di speranza e pace, già si stringe il cuore. A piedi attraversiamo il ponte che ci porta al Memoriale della Pace. Dopo aver reso omaggio alla fiamma che arderà finché nessuna bomba atomica resterà sul pianeta, andiamo a visitare il museo che sta li di fronte. Il museo racconta la storia di Hiroshima prima e dopo la bomba. Nel guardare ed ascoltare quanto avvenuto in questa città ci si chiede “perché”, ma credo che mai riusciremo a dare una riposta. Terminata la visita riprendiamo la street-car e torniamo in stazione per tornare a Kyoto. Oggi pomeriggio abbiamo deciso di giocare un po’. Quindi andiamo in un laboratorio dove truccheranno e vestiranno le mie compagne di viaggio da geishe e me da Samurai. La preparazione per me sarà molto breve, ma per le ragazze è lunga e complicata e durerà circa due ore! Mentre attendo loro mi faccio un giorno nella zona che è molto caratteristica con abitazioni tipiche, alcuni templi e tanti piccoli negozietti e ristoranti. Dopo circa due ore incontro le mie amiche e…sono irriconoscibili! Trucco perfetto e abbigliamento impeccabile. Delle vere geishe! Ovvio, io un vero samurai! Stasera cena in tipico ristorante giapponese dove prima di entrare ad una macchinetta scegli il piatto, paghi e ti siedi al tavolo dove ti porteranno ciò che hai ordinato. 26 marzo – Tokyo Questa mattina ci trasferiamo a Tokyo. Il nostro shinkansen vola sulle rotaie e in meno di tre ore siamo alla stazione di Ueno. Il nostro hotel è a 500 metri dalla stazione. Le stanze non sono ancora pronte ma la voglia di assaporare la città è tanta. Quindi lasciamo le valigie in albergo e prendiamo la metro per andare ad Asakusa. Prendiamo la via principale chiamata Kaminarimon che inizia con un’enorme lanterna e poi la Nakamise dori che porta al tempio Sensoji. Il tempio è dedicato a Kannon Sama, la dea buddista della misericordia; questo luogo di venerazione è il più antico di Tokyo. Terminata la visita ci perdiamo tra i vari negozietti che vendono souvenir. Ci incamminiamo poi verso la vicina fermata della Tokyo Cruise per effettuare un giro in barca sulla baia di Tokyo che ci porterà all’isola di Odaiba. Sulle sponde vediamo molti alberi che non sono ancora in fiore. Fa ancora un po’ freddo ci spiegano e sono tutti in attesa della fioritura. Ci spiace molto non vedere queste rive con la fioritura. La gita in barca lungo il fiume Sumida comunque è molto rilassante e si gode di una bella vista. Scesi ad Odaiba facciamo una passeggiata sull’isola e poi prendiamo la linea Yurikamone. Una mono rotaia elettrica e senza conducente che attraversa il Rainbow Bridge che ci riporta a Tokyo sulla terraferma. Cercate di posizionarvi nei primi Kyoto, tempio d’oro posti, godrete di una vista magnifica della baia! Scendiamo e prendiamo una metro che ci porterà a Roppongi o meglio a Roppongi Hills. Questo distretto della città dove sorge la Mori Tower con alla base Maman il famoso enorme ragno dell’artista francese Louise Bourgeois, è un posto che brulica di negozi e famosi bar. Qui decidiamo di essere più liberi e ci diamo quindi appuntamento in hotel per prendere le stanze e poi uscire a cena. Scegliamo un ristorante nelle vicinanze. 27 marzo – Nikko Il treno per Nikko parte dalla stazione di Ueno alle 8:14. Arriviamo quasi all’ultimo minuto perché Stafania si sente poco bene e quindi titubiamo se andare o meno a Nikko. Alla fine Stefania decide di rimanere a Tokyo e noi di corsa ci avviamo in stazione. Chiediamo quale sia la piattaforma da dove partirà il nostro treno e prima ce ne indicano una poi un’altra ancora. Alla fine un addetto ci accompagna di corsa alla piattaforma giusta. Giusta? Ci ha fatto prendere un treno locale invece dello Shinkansen! Il treno ci mette due ore per arrivare alla stazione di scambio per Nikko, Utsunomiya, invece che meno di un’ora. Pazienza! Arrivati a Utsunomiya abbiamo tempo per fare colazione prima della partenza del treno per Nikko che impiegherà ad arrivare quaranta minuti. Arrivati alla stazione di Nikko ci sono degli autobus che portano alla zona dei templi. A piedi ci si impiegherebbe mezz’ora. Decidiamo di attendere l’autobus e in dieci minuti siamo alla porta Yomeimon, imponente Torii che ci fa accedere al santuario di Toshogu. Ai lati delle strade ci sono ancora le tracce della grande nevicata che c’è stata a fine febbraio in Giappone. Questo santuario sprigiona un’esuberanza di colori, di applicazioni di lamine d’oro e di sculture di ogni genere. In particolare, custodisce la famosa scultura delle tre scimmie sagge: “non odo ciò che non si deve udire, non dico ciò che non si deve dire, non vedo ciò che non si deve vedere”. E quella del Gatto dormiente “Nemuri Neko”ed al suo fianco c’è una rappresentazione di un passero. La coesistenza dei due animali significa che il caos è scomparso e che c’è la pace nel mondo. Terminata la visita scendiamo verso la stazione a piedi e ci fermiamo ad ammirare il ponte Shinkyo. Il ponte sacro, interamente laccato di rosso vermiglio, forma un arco sul fiume Daiya-gawa. La leggenda vuole che l’eremita che fondò Nikko abbia attraversato il fiume portato da due serpenti, simboleggiati oggi dal ponte. In epoca feudale solo l’imperatore aveva il diritto di attraversare il ponte. Ci fermiamo per pranzo e poi riprendiamo il treno che ci riporterà a Tokyo. Stavolta non sbagliamo e prendiamo il velocissimo Shinkansen. Recuperiamo Stefania in hotel e andiamo a cena. 28 marzo – Tokyo In quattro abbiamo deciso di svegliarci alle 3:30 per prendere un taxi (la metro a quest’ora non Avventure nel mondo 2 | 2014 - 113 RACCONTI DI VIAGGIO | Giappone funziona) ed andare ad assistere all’asta dei tonni al mercato del pesce di Tsukiji. L’asta inizia alle sei ma bisogna essere li in tempo per mettersi in fila e conquistare uno dei centoventi posti disponibili per entrare. Purtroppo non si può prenotare prima. Quindi saliamo sul taxi prenotato la sera prima e andiamo. Arrivati li ci avvertono che i posti per oggi sono tutti presi. Un’alzataccia per un buco nell’acqua! Nel 2010 ero riuscito ad assistere all’asta e vi raccomando di andarci. L’asta è battuta ogni cinque minuti per centoventi volte, riuscendo così a vendere partite di tonni del valore di milioni di euro. Il battitore è su una cassetta di legno e nel battere l’asta sembra di ascoltare un cantante rap! Ovvio non si capisce nulla di ciò che dice, ma vale l’alzataccia per poterlo ascoltare. Dovremmo attendere le nove per poter accedere nella zona dove vendono il pesce. Valutiamo il da farsi e decidiamo di fermarci in uno dei tanti sushi bar già aperti per fare colazione e attendere l’apertura della metro alle cinque e tornare in albergo per raggiungere le altre. Una volta giunti in hotel facciamo colazione tutti insieme li vicino per recarci poi al parco di Ueno dove speravamo di vedere gli alberi in fiore. Tutto è allestito, sotto gli alberi sono stesi dei teli che accoglieranno le persone che intendono godersi la fioritura. E’ infatti usanza recarsi nei parchi a fare pic-nic durante la fioritura dei ciliegi. Troviamo fioriti solo i primi due alberi all’ingresso che sono, ci informano, sempre i primi a fiorire. Purtroppo gli altri non sono ancora pronti. Facciamo un giro in questo enorme parco e poi andiamo al Palazzo del governo metropolitano di Tokyo dove, gratuitamente, saliremo al 48° piano per ammirare dall’alto la vista della città. La vista è veramente superba e ci permette di vedere quanto è grande Tokyo. Discesi dal palazzo andiamo nel vicino parco dove riusciamo a vedere dei ciliegi in fiore. L’odore pervade tutto intorno e la loro vista ci lascia a bocca aperta. Prendiamo la metro per altre tre fermate e scendiamo nelle vicinanze del parco Yoyogi. Questo parco è anche famoso per le rappresentazioni dei Cosplay che è la pratica di indossare un costume che rappresenti un personaggio dei fumetti riconoscibile in un determinato ambito e interpretarne il modo di agire. Purtroppo il giorno in cui si riuniscono è la domenica. All’uscita della metro ci fermiamo a prendere un caffè e chiediamo indicazioni per andare verso il quartiere Harajuku. La cameriera parla pochissimo inglese ma capisce cosa cerchiamo. Apre un cassetto e tira fuori un foglio fotocopiato con disegnata la mappa della zona con le indicazioni in inglese. Ma quanto sono organizzati sti giapponesi?!? Sicuramente qualche amico/turista gliela avrà disegnata e lei si è fatta le fotocopie da dare ai turisti che le chiedono informazioni. Seguiamo la mappa ed arriviamo al parco che attraversiamo tutto fino ad arrivare alla famosissima via Takeshita dori. Pranziamo e, 114 - Avventure nel mondo 2 | 2014 dandoci appuntamento alla Mori Tower a Roppongi per cena, ci immergiamo in questa via pedonale affollata di ragazzi giapponesi e piena di negozi che vendono le cose più strane di abbigliamento e accessori. Qui passeresti ore fermo a guardare questi ragazzi vestiti nei modi più particolari. Alla fine di questa via ci sono tante viuzze piene di negozi di stilisti emergenti giapponesi che valgono la pena essere visitati. Il quartiere Harajuku è limitrofo al quartiere Omotesando che è invece il quartiere più chic di Tokyo dove i negozi di famose marche italiane e non fanno da padroni Gucci, Hermes, Armani e come non fermarsi per una pausa al Cafè Armani? E perché non usare la loro toilette? Entri e automaticamente ti si alza la tavoletta del bagno. Bello! Ma come si fa a tirare lo sciacquone? E’ un bagno super automatizzato e sulla parete c’è una piastra d’acciaio con tanti pulsanti e la voglia è irrefrenabile. Li schiaccio tutti! Suoni, zampilli d’acqua … sembro un bambino con in mano il nuovo gioco elettronico! Prendiamo la metro e arriviamo a Roppongi Hills in tre. Gli altri hanno mandato un messaggio che non saranno con noi a cena. Saliamo al piano dei ristoranti e scegliamo il nostro per un’ottima cena. Finito di cenare scendiamo nel laghetto sotto la Mori Tower che è tutto illuminato e pieno di alberi in fiore. Stupendo! C’è anche una troupe televisiva che sta facendo un servizio. Appagati dall’intensa giornata ce ne torniamo in hotel! 29/30 marzo – Tokyo – Dubai – Roma/Milano Oggi è il nostro ultimo giorno a Tokyo. Stanotte all’una e trenta un aereo ci porterà a casa! Tutti d’accordo abbiamo deciso di divederci a piccoli gruppi. Piccoli gruppi... ma se siamo in sette? Vabbé insomma a due o tre sempre piccoli gruppi sono! Ci diamo appuntamento in hotel alle 20 giusto in tempo per poi prendere il treno che ci porterà all’aeroporto di Tokyo – Haneda. Con Gabriella e Stefania iniziamo la giornata dal mercato di Ueno, che è a cinque minuti a piedi dall’Hotel di fronte alla Ueno Station. E’ un brulicare di negozietti che vendono di tutto e di bancarelle che espongono il cibo più strano. Tutto scritto in giapponese e se chiediamo non riusciamo a farci capire o meglio non capiamo cosa sia. L’immaginazione vola! Dopo questo bellissimo giro andiamo al parco di Ueno. Saranno fioriti i ciliegi? Ebbene si, non appieno, ma gli alberi sono quasi tutti in fiore. Tantissima gente è seduta lungo i viali, a fare colazione sotto gli alberi, a fare fotografie. Ci sono gruppi di musicisti e ballerini che eseguono melodie e danze tradizionali. Fortunato chi verrà dopo di noi e vedrà la fioritura nel suo momento più bello! Noi ci accontentiamo di averne visto l’inizio! Prendiamo la metro e ci dirigiamo ad Harjuku in fondo questo è il quartiere che ci è piaciuto di più. Avevo letto sulla guida che nel quartiere di Omotesando (limitrofe ad Harajuku) c’è un cimitero dove è sepolto il cane Hachiko ed il suo il padrone. Un cane di razza Akita, divenuto famoso per la sua enorme fedeltà nei confronti del padrone, il professor Hidesaburō Ueno. Dopo la morte improvvisa di Ueno, il cane si recò ogni giorno, per quasi dieci anni, ad attenderlo, invano, alla stazione in cui l’uomo prendeva il treno per recarsi al lavoro. La vicenda ebbe un enorme riscontro nell’opinione pubblica dell’epoca e ben presto Hachikō divenne, in Giappone, un emblema di affetto e lealtà. Nel 1934, al fedele animale fu dedicata una statua che potete vedere alla fermata della metro di Shibuya. Entriamo nell’enorme cimitero e, visto che è scritto tutto in giapponese, non riusciamo a raccapezzarci. Chiediamo ad un poliziotto senza nessun esito. Poi ad un incrocio vediamo una fioraia. Cerchiamo in tutti i modi di farci capire. Imitiamo il cane: bau bau …. woof woof! Nulla da fare! Ok, mi metto a quattro zampe e abbaio e lei esclama: WAN WAN (leggi UAN UAN)! Ebbene si il cane in giapponese fa: uan uan! Si proprio UAN come il cane della trasmissione televisiva Bim Bum Bam. Scoppiamo a ridere e la fioraia con noi! Non finisce qui. La fioraia prende un foglio di carta formato A4 e inizia disegnare la mappa di tutto il cimitero. Strade, incroci e tombe. Segna tre punti con delle X e poi uno con una X cerchiata. Mi porge il foglio e indica le X una ad una dicendo KOKO, KOKO, KOKO e quando indica la X cerchiata: KOKO DE’ …. A quest’ultima parola sono caduto in ginocchio con le lacrime agli occhi dal ridere! Koko significa Qui e Koko Dè significa Proprio Qui! Questi sono stati i dieci minuti più esilaranti di questo viaggio! A questo punto l’interesse per la tomba in questione passa in secondo ordine. Ma andiamo a vederla lo stesso. Finita la passeggiata al cimitero ci dirigiamo ad Harajuku e facciamo un altro giro in questo quartiere fermandoci a prendere una caffè alla Design Festa Gallery. E’ una galleria d’arte moderna dove espongono i loro lavori i giovani artisti emergenti giapponesi. Il luogo è molto accogliente e gli artisti che espongono sono li ad accogliervi e a spiegarvi la loro arte. Vale assolutamente la pena farci un salto! Si sta facendo l’ora di tornare in hotel. Riprendiamo la metro e a malincuore lasciamo il centro della città. Torniamo in Hotel e recuperate le nostre valigie prendiamo il treno che dalla stazione di Ueno ci porta all’aeroporto di Tokyo Haneda. Espletiamo le procedure di imbarco e di controllo passaporti e puntuali siamo sull’aereo che ci riporterà a casa dopo uno scalo a Dubai! Anche questa vacanza è finita! Come sempre il Giappone mi rimarrà nel cuore, negli occhi e questa volta anche nel naso. Non potrò mai dimenticare l’ultimo giorno al parco di Ueno con i ciliegi in fiore e il loro odore che ti pervade! Tornerò ancora!!!!