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Un samurai e sei geishe! - Viaggi Avventure nel Mondo

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Un samurai e sei geishe! - Viaggi Avventure nel Mondo
RACCONTI DI VIAGGIO | Giappone
Un samurai e sei
geishe!
Da un Tokyo e oltre gruppo Marco Mancini
Testo e foto del coordinatore
D
opo quattro anni sono riuscito a tornare
nel mio amato Giappone. La mia prima
volta fu nell’agosto del 2010. Ne rimasi
letteralmente stregato tanto che avrei voluto
ritornarci subito, ad aprile del 2011. Purtroppo
il 16 marzo 2011 il terremoto e lo tsunami
hanno piegato una nazione. Abbiamo tutti
visto scene impressionanti, ma nessun video
ha mostrato mai panico o disperazione.
Le emozioni non si esternano, così sono i
giapponesi. Hanno seppellito e pianto i loro
morti ma sempre nella loro compostezza.
La fierezza degli antichi samurai vive in loro.
Avrei dovuto essere lì per l’Hanami, la secolare
usanza giapponese di godere della bellezza
della fioritura primaverile degli alberi, in
particolare di quella dei ciliegi. Ma dovevo a
loro il rispetto che hanno avuto per me. Presto
ci tornerò, mi sono detto. E così è stato. Con
l’aiuto di Saori, un’amica giapponese - per
altro conosciuta in un viaggio in Giordania
sempre con Avventure - ho controllato le
previsioni della fioritura dei ciliegi che vengono
fornite ogni anno dall’Agenzia Meteorologica
Giapponese e chiesto l’assegnazione del
viaggio. Il 21 marzo ero sull’aereo che mi
portava in Giappone.
Non cercate un legame con altri luoghi, il
Giappone è altro! Ciò che più mi affascina di
questo Paese è il suo popolo. Sempre disposto
al sorriso e pronto ad aiutarti. Pur conoscendo
poche parole in inglese si prodigano nel
dare spiegazioni, in giapponese, che tu
non capisci ma stai li ad ascoltare perché
attratto dalla gentilezza con la quale cercano
di aiutarti. Non conoscono il significato della
parola no e quando gli si chiede qualcosa a
Fushimi inari
cui non sanno risponderti, sono in imbarazzo
e cercano comunque di fare il possibile per
accontentarti. In realtà è il loro grande rispetto
per il prossimo e la loro riservatezza a creare
in te imbarazzo. Vorresti parlarci, discutere con
loro, ma entrare nella sfera privata è difficile.
In questi due viaggi in Giappone ho visitato posti
incantevoli: Kyoto, Nara, Nikko, e Takayama, a
dimensione umana, per passare alla frenetica
Osaka ed alla straordinaria Tokyo, ma su tutto
loro, i giapponesi, popolo unico! Emozionante,
ad Hiroshima, la Cerimonia della Pace che
si tiene ogni 6 agosto. Tutto parla o suona in
Giappone. Parlano le porte, le scale mobili,
ovunque e a qualsiasi ora! Irasshaimase è
la parola che sentire più spesso, significa
Benvenuto. Lo diranno le commesse dei
negozi, i camerieri dei bar, insomma in ogni
luogo in cui entrerete. Per capire il Giappone
ed il suo popolo bisogna pensare, vivere,
mangiare come loro - non troverete una
forchetta nei ristoranti giapponesi! - solo così
amerete il Giappone!
21 - 22 marzo – In viaggio
Oggi è il giorno della partenza. Il mio gruppo
è composto da sei donne e da me. Riuscirò a
contenere quelle che, per gioco, ho chiamato
le mie geishe? A mezzogiorno ci ritroviamo
all’aeroporto di Fiumicino per imbarcarci
sul volo Emirates che, con scalo a Dubai, ci
porterà in Giappone per sbarcare all’aeroporto
di Osaka nel pomeriggio del 22 marzo. A
Dubai incontriamo le due partecipanti che
sono partite da Milano e dopo due ore di
attesa siamo in volo verso Osaka. L’efficienza
Avventure nel mondo 2 | 2014 - 111
RACCONTI DI VIAGGIO | Giappone
giapponese ci accoglie in aeroporto e in meno
di venti minuti dallo sbarco abbiamo: ritirato i
bagagli, passato il controllo passaporti, acquisito
il visto e siamo già al primo piano dell’aeroporto
dove c’è l’Ufficio della Japan Rail. Attiviamo il passi
fornito da Avventure valido per sette giorni e che ci
permetterà di viaggiare sui treni ad alta velocità
giapponesi. I famosi Shinkansen!
Di fronte l’ufficio della JR c’è l’entrata per la
stazione e saliamo sul treno che in un’ora ci porterà
a Kyoto. D’accordo con il gruppo iniziamo da qui la
nostra visita del Giappone. Un approccio più dolce
in una città più a dimensione d’uomo dove ancora
resistono le antiche tradizioni del Paese. In perfetto
orario arriviamo alla stazione futuristica di Kyoto.
E’ un’opera di architettura moderna che da sola
merita una visita che non mancheremo certo di
fare. Ora dobbiamo raggiungere il nostro ryokan
(albergo tradizionale giapponese) che è proprio
li vicino. Ad attenderci nel ryokan ci sono Saori
e Kiichiro, due miei amici giapponesi, con i quali
andremo a cena. Molliamo le valige e andiamo al
ristorante. La nostra prima cena è in perfetto stile
giapponese. A gambe incrociate sul pavimento,
ottimo cibo giapponese e dissentante birra Asahi!
Le signore tempestano i nostri ospiti di domande
sul cibo, sulla lingua e sugli usi e costumi locali.
Siamo stanchi e dandoci appuntamento a domani
mattina con Saori e Kiichiro per una visita della
città, torniamo in albergo. Le stanze sono in stile
giapponese con i tatami stesi a terra. In camera
c’è il bagno con i soli servizi. Sfido chiunque a non
passare almeno cinque minuti seduto sul water a
sperimentare tutti i tasti di cui è provvisto: tavoletta
riscaldata, musichetta e schizzi d’acqua per ogni
tipo di esigenza! Per le docce dobbiamo scendere
al piano interrato dove c’è un piccolo Onsen
(letteralmente significa sala da bagno interna; gli
onsen usano l’acqua calda proveniente da sorgenti
riscaldate geotermicamente). Quindi indossiamo
le nostre yukata (un kymono informale) fornito dal
ryokan e scendiamo nell’onsen. Ci sono due sale,
una per le donne e una per gli uomini. Si entra
rigorosamente nudi, ci si fa una doccia e poi ci si
immerge nella vasca termale per rilassarsi. Sono
provvisti di tutto, asciugamani, bagno schiuma,
shampoo, crema idratante, phon, dentifricio e
rasoio. Una perplessità: perché gli specchi sono
messi ad altezza pube? Trovo subito la risposta
applicando il detto inglese When in Rome, do as
the roman do! Quindi osservo un giapponese che
si siede sul piccolo sgabello di fronte lo specchio e
inizia ad insaponarsi. Ecco, ora si che lo specchio
è all’altezza giusta! Rinfrancati torniamo in stanza
e crolliamo sui tatami!
23 marzo – Kyoto
Alle otto ci incontriamo nella hall dove ci aspettano
Saori e Kiichiro per iniziare la visita di Kyoto. A Kyoto
ci si spostiamo in autobus. La città non è molto
grande e non ha una rete metropolitana estesa. Ci
112 - Avventure nel mondo 2 | 2014
rechiamo alla stazione degli autobus, di fronte alla
stazione dei treni, ed acquistiamo alle macchinette
automatiche il biglietto giornaliero. Tranquilli c’è
il tasto english che vi verrà in aiuto! Ci dirigiamo
verso il Kinkaku-ji (Tempio del padiglione d’oro).
Un tempio buddista ricoperto d’oro che si specchia
su un laghetto circondato da un bellissimo parco.
Purtroppo gli alberi non sono ancora in fiore
altrimenti sarebbe stato un vero spettacolo. Per
la fioritura dovremmo ancora aspettare qualche
giorno. Terminata la visita prendiamo un altro
autobus per andare al Ginkaku-ji (Tempio del
padiglione d’argento). Bellissimo tempio zen
anch’esso immerso in uno splendido parco e
con un giardino zen meraviglioso. All’uscita ci
fermiamo a prendere un caffè e poi ci facciamo
una camminata lungo la passeggiata del filosofo,
dove nei secoli scorsi i filosofi usavano passeggiare
assorti nei loro pensieri. Gli alberi sono pieni di
boccioli e immaginiamo come potrebbe essere se
gli alberi fossero in fiore!
E’ ora di pranzo e i nostri due amici ci portano a
mangiare all’Handy Craft Center. Ci sediamo ai
tavoli e troviamo delle scatole ai nostri posti. Sono
i bento, una sorta di vassoio-contenitore in legno
con coperchio di varie forme con all’interno un
pasto, in singola porzione, comuni nella cucina
giapponese solitamente consumati all’ora di
pranzo, dove vengono studiate le combinazioni di
colore dei cibi e la maniera di porli, coordinando
bentō, bastoncini, cibo, tovaglietta e tutto il resto.
Il pranzo è rigorosamente accompagnato dal the
verde. Terminato di pranzare andiamo nella via
principale di Kyoto, Kawaramachi-dori. E’ piena
di negozi ci diamo quindi un appuntamento in
hotel di modo che ognuno di noi si senta libero
di approfittare a suo piacere dello shopping. Qui
i nostri due amici giapponesi ci salutano dandoci
appuntamento alla nostra prossima visita in
Giappone. Ci ritroveremo in hotel per andare a
cena in un ristorante lì vicino.
24 marzo - Nara – Inari (Fushimi Inari)
Oggi abbiamo il treno per Nara alle ore 7:24 dove
arriviamo in poco più di un’ora. Scesi alla stazione
facciamo colazione e ci incamminiamo verso il
grande parco che dista quindici minuti a piedi dalla
stazione. Il parco è abitato dai cervi, simbolo di
questa città, animali docilissimi che si avvicinano
alle persone chiedendo cibo. Visitiamo il primo
tempio Kofukuji, l’immenso e bellissimo tempio
Todaji, la Nigatsu-do Hall per vedere l’enorme
campana e poi il tempio delle lanterne Kasuga.
Ci diamo appuntamento in stazione e ci fermiamo
a mangiare qualcosa lungo la via che porta alla
stazione dove ci sono anche alcuni negozi. Mi
fermo con Daniela, una delle ragazze, in un
negozio di scarpe dove lei ha deciso di acquistarne
un paio. Mentre lei prova le scarpe io mi soffermo
a guardare una borsa da ufficio. Alla cassa Daniela
paga le sue scarpe ed il proprietario del negozio,
che non parla una parola di inglese, prende la
borsa che stavo guardano e mi dice “Presento”.
Che vorrà dirmi? Forse vuole vendermela? Gli
chiedo quanto costa How much? How many
Yen? Niente non mi capisce continua a ripetere
“Presento, Presento”! La borsa era poggiata vicino
ad un piccolo cartello con una lunga scritta in
giapponese e la cifra 10.000 Yen. Che sia un’offerta
promozionale? Non riesco a capire cosa vuole
dirmi e lui continua insistentemente a ripetere:
“Presento, Presento” poi… illuminazione: ma
per caso “Presento” vorrebbe significare Present
(regalo) in inglese? Siiiiii !!!!! Alla fine siamo riusciti
a capire che per una spesa superiore a diecimila
yen si aveva la borsa in regalo!
Che sudata!!! Usciamo dal negozio Daniela con
un paio di scarpe e io con la borsa regalatami
da Daniela. Il proprietario inizia a ridere con noi
e ci accompagna alla porta con una serie di
lunghi inchini. Usciamo e lui sulla porta a fare
inchini, ai quali rispondiamo educatamente, ci
incamminiamo, ci giriamo e lui è ancora sulla porta
a farci inchini! Cortesia giapponese!
Riprendiamo il treno verso Kyoto e ci fermiamo a
Inari, che dista quindici minuti da Kyoto sulla stessa
linea ferroviaria, per andare al santuario scintoista
RACCONTI DI VIAGGIO | Giappone
Fushimi Inari. “Ah il tempio con tutti i paletti rossi!”
esclama Stefania. Ci siamo piegati in due dalle
risate! Infatti questo santuario è particolarmente
famoso per l’innumerevole numero di torii (portali
d’accesso ai santuari) che coprono i sentieri
dell’Inarisan (Monte Inari), il monte alle spalle del
padiglione principale, dove si prega la divinità della
raccolta. Questi torii sono stati donati nell’arco dei
secoli dalla gente e commercianti. Una visione
unica! Location usata per molti film, primo fra
tutti Memorie di una geisha. Risaliamo sul treno
e torniamo a Kyoto. Questa sera decidiamo di
andare a cena a Pontochō, il quartiere delle geishe
nella speranza di incontrarne qualcuna. Ma di loro
nemmeno l’ombra.
25 marzo - Hiroshima
Anche oggi sveglia all’alba. Il nostro treno per
Hiroshima parte alle 7:20. Come pensare di essere
Giappone e non andare a visitare Hiroshima.
All’arrivo in stazione si rimane sbalorditi nel
trovare una cittadina molto moderna con
tantissimi bei negozi. Proprio all’uscita della
stazione c’è il capolinea delle street-car (sono dei
tram) che collegano la città. Prendiamo la linea
6 e scendiamo alla fermata Bomb Dome. Qui le
cose cambiano. Alla vista dell’unico edificio che
fu deciso di lasciare in piedi dopo lo scoppio della
bomba, e che oggi è utilizzato come un monito a
favore dell’eliminazione di ogni arsenale nucleare
e simbolo di speranza e pace, già si stringe il cuore.
A piedi attraversiamo il ponte che ci porta al
Memoriale della Pace. Dopo aver reso omaggio
alla fiamma che arderà finché nessuna bomba
atomica resterà sul pianeta, andiamo a visitare il
museo che sta li di fronte. Il museo racconta la
storia di Hiroshima prima e dopo la bomba. Nel
guardare ed ascoltare quanto avvenuto in questa
città ci si chiede “perché”, ma credo che mai
riusciremo a dare una riposta. Terminata la visita
riprendiamo la street-car e torniamo in stazione
per tornare a Kyoto. Oggi pomeriggio abbiamo
deciso di giocare un po’. Quindi andiamo in un
laboratorio dove truccheranno e vestiranno le mie
compagne di viaggio da geishe e me da Samurai.
La preparazione per me sarà molto breve, ma per
le ragazze è lunga e complicata e durerà circa
due ore! Mentre attendo loro mi faccio un giorno
nella zona che è molto caratteristica con abitazioni
tipiche, alcuni templi e tanti piccoli negozietti
e ristoranti. Dopo circa due ore incontro le mie
amiche e…sono irriconoscibili! Trucco perfetto
e abbigliamento impeccabile. Delle vere geishe!
Ovvio, io un vero samurai!
Stasera cena in tipico ristorante giapponese dove
prima di entrare ad una macchinetta scegli il
piatto, paghi e ti siedi al tavolo dove ti porteranno
ciò che hai ordinato.
26 marzo – Tokyo
Questa mattina ci trasferiamo a Tokyo. Il nostro
shinkansen vola sulle rotaie e in meno di tre ore
siamo alla stazione di Ueno. Il nostro hotel è a 500
metri dalla stazione. Le stanze non sono ancora
pronte ma la voglia di assaporare la città è tanta.
Quindi lasciamo le valigie in albergo e prendiamo
la metro per andare ad Asakusa. Prendiamo la via
principale chiamata Kaminarimon che inizia con
un’enorme lanterna e poi la Nakamise dori che
porta al tempio Sensoji. Il tempio è dedicato a
Kannon Sama, la dea buddista della misericordia;
questo luogo di venerazione è il più antico di Tokyo.
Terminata la visita ci perdiamo tra i vari negozietti
che vendono souvenir. Ci incamminiamo poi verso
la vicina fermata della Tokyo Cruise per effettuare
un giro in barca sulla baia di Tokyo che ci porterà
all’isola di Odaiba. Sulle sponde vediamo molti
alberi che non sono ancora in fiore. Fa ancora un
po’ freddo ci spiegano e sono tutti in attesa della
fioritura. Ci spiace molto non vedere queste rive con
la fioritura. La gita in barca lungo il fiume Sumida
comunque è molto rilassante e si gode di una bella
vista. Scesi ad Odaiba facciamo una passeggiata
sull’isola e poi prendiamo la linea Yurikamone.
Una mono rotaia elettrica e senza conducente che
attraversa il Rainbow Bridge che ci riporta a Tokyo
sulla terraferma. Cercate di posizionarvi nei primi
Kyoto, tempio d’oro
posti, godrete di una vista magnifica della baia!
Scendiamo e prendiamo una metro che ci porterà
a Roppongi o meglio a Roppongi Hills. Questo
distretto della città dove sorge la Mori Tower
con alla base Maman il famoso enorme ragno
dell’artista francese Louise Bourgeois, è un posto
che brulica di negozi e famosi bar. Qui decidiamo
di essere più liberi e ci diamo quindi appuntamento
in hotel per prendere le stanze e poi uscire a cena.
Scegliamo un ristorante nelle vicinanze.
27 marzo – Nikko
Il treno per Nikko parte dalla stazione di Ueno alle
8:14. Arriviamo quasi all’ultimo minuto perché
Stafania si sente poco bene e quindi titubiamo se
andare o meno a Nikko. Alla fine Stefania decide
di rimanere a Tokyo e noi di corsa ci avviamo in
stazione. Chiediamo quale sia la piattaforma da
dove partirà il nostro treno e prima ce ne indicano
una poi un’altra ancora. Alla fine un addetto ci
accompagna di corsa alla piattaforma giusta.
Giusta? Ci ha fatto prendere un treno locale
invece dello Shinkansen! Il treno ci mette due ore
per arrivare alla stazione di scambio per Nikko,
Utsunomiya, invece che meno di un’ora. Pazienza!
Arrivati a Utsunomiya abbiamo tempo per fare
colazione prima della partenza del treno per
Nikko che impiegherà ad arrivare quaranta minuti.
Arrivati alla stazione di Nikko ci sono degli autobus
che portano alla zona dei templi. A piedi ci si
impiegherebbe mezz’ora. Decidiamo di attendere
l’autobus e in dieci minuti siamo alla porta
Yomeimon, imponente Torii che ci fa accedere al
santuario di Toshogu. Ai lati delle strade ci sono
ancora le tracce della grande nevicata che c’è
stata a fine febbraio in Giappone. Questo santuario
sprigiona un’esuberanza di colori, di applicazioni
di lamine d’oro e di sculture di ogni genere. In
particolare, custodisce la famosa scultura delle
tre scimmie sagge: “non odo ciò che non si deve
udire, non dico ciò che non si deve dire, non vedo
ciò che non si deve vedere”. E quella del Gatto
dormiente “Nemuri Neko”ed al suo fianco c’è una
rappresentazione di un passero. La coesistenza
dei due animali significa che il caos è scomparso
e che c’è la pace nel mondo. Terminata la visita
scendiamo verso la stazione a piedi e ci fermiamo
ad ammirare il ponte Shinkyo. Il ponte sacro,
interamente laccato di rosso vermiglio, forma un
arco sul fiume Daiya-gawa. La leggenda vuole
che l’eremita che fondò Nikko abbia attraversato
il fiume portato da due serpenti, simboleggiati oggi
dal ponte. In epoca feudale solo l’imperatore aveva
il diritto di attraversare il ponte. Ci fermiamo per
pranzo e poi riprendiamo il treno che ci riporterà
a Tokyo. Stavolta non sbagliamo e prendiamo il
velocissimo Shinkansen. Recuperiamo Stefania in
hotel e andiamo a cena.
28 marzo – Tokyo
In quattro abbiamo deciso di svegliarci alle 3:30
per prendere un taxi (la metro a quest’ora non
Avventure nel mondo 2 | 2014 - 113
RACCONTI DI VIAGGIO | Giappone
funziona) ed andare ad assistere all’asta dei tonni
al mercato del pesce di Tsukiji. L’asta inizia alle sei
ma bisogna essere li in tempo per mettersi in fila
e conquistare uno dei centoventi posti disponibili
per entrare. Purtroppo non si può prenotare prima.
Quindi saliamo sul taxi prenotato la sera prima
e andiamo. Arrivati li ci avvertono che i posti per
oggi sono tutti presi. Un’alzataccia per un buco
nell’acqua! Nel 2010 ero riuscito ad assistere
all’asta e vi raccomando di andarci. L’asta è battuta
ogni cinque minuti per centoventi volte, riuscendo
così a vendere partite di tonni del valore di milioni
di euro. Il battitore è su una cassetta di legno e
nel battere l’asta sembra di ascoltare un cantante
rap! Ovvio non si capisce nulla di ciò che dice, ma
vale l’alzataccia per poterlo ascoltare. Dovremmo
attendere le nove per poter accedere nella zona
dove vendono il pesce. Valutiamo il da farsi e
decidiamo di fermarci in uno dei tanti sushi bar
già aperti per fare colazione e attendere l’apertura
della metro alle cinque e tornare in albergo per
raggiungere le altre.
Una volta giunti in hotel facciamo colazione tutti
insieme li vicino per recarci poi al parco di Ueno
dove speravamo di vedere gli alberi in fiore. Tutto
è allestito, sotto gli alberi sono stesi dei teli che
accoglieranno le persone che intendono godersi
la fioritura. E’ infatti usanza recarsi nei parchi a
fare pic-nic durante la fioritura dei ciliegi. Troviamo
fioriti solo i primi due alberi all’ingresso che sono,
ci informano, sempre i primi a fiorire. Purtroppo
gli altri non sono ancora pronti. Facciamo un
giro in questo enorme parco e poi andiamo al
Palazzo del governo metropolitano di Tokyo dove,
gratuitamente, saliremo al 48° piano per ammirare
dall’alto la vista della città. La vista è veramente
superba e ci permette di vedere quanto è grande
Tokyo. Discesi dal palazzo andiamo nel vicino
parco dove riusciamo a vedere dei ciliegi in fiore.
L’odore pervade tutto intorno e la loro vista ci
lascia a bocca aperta. Prendiamo la metro per
altre tre fermate e scendiamo nelle vicinanze
del parco Yoyogi. Questo parco è anche famoso
per le rappresentazioni dei Cosplay che è la
pratica di indossare un costume che rappresenti
un personaggio dei fumetti riconoscibile in un
determinato ambito e interpretarne il modo di
agire. Purtroppo il giorno in cui si riuniscono è
la domenica. All’uscita della metro ci fermiamo
a prendere un caffè e chiediamo indicazioni per
andare verso il quartiere Harajuku. La cameriera
parla pochissimo inglese ma capisce cosa
cerchiamo. Apre un cassetto e tira fuori un foglio
fotocopiato con disegnata la mappa della zona
con le indicazioni in inglese. Ma quanto sono
organizzati sti giapponesi?!? Sicuramente qualche
amico/turista gliela avrà disegnata e lei si è fatta
le fotocopie da dare ai turisti che le chiedono
informazioni. Seguiamo la mappa ed arriviamo
al parco che attraversiamo tutto fino ad arrivare
alla famosissima via Takeshita dori. Pranziamo e,
114 - Avventure nel mondo 2 | 2014
dandoci appuntamento alla Mori Tower a Roppongi
per cena, ci immergiamo in questa via pedonale
affollata di ragazzi giapponesi e piena di negozi
che vendono le cose più strane di abbigliamento
e accessori. Qui passeresti ore fermo a guardare
questi ragazzi vestiti nei modi più particolari. Alla
fine di questa via ci sono tante viuzze piene di
negozi di stilisti emergenti giapponesi che valgono
la pena essere visitati. Il quartiere Harajuku è
limitrofo al quartiere Omotesando che è invece
il quartiere più chic di Tokyo dove i negozi di
famose marche italiane e non fanno da padroni
Gucci, Hermes, Armani e come non fermarsi per
una pausa al Cafè Armani? E perché non usare la
loro toilette? Entri e automaticamente ti si alza la
tavoletta del bagno. Bello! Ma come si fa a tirare
lo sciacquone? E’ un bagno super automatizzato
e sulla parete c’è una piastra d’acciaio con tanti
pulsanti e la voglia è irrefrenabile. Li schiaccio
tutti! Suoni, zampilli d’acqua … sembro un
bambino con in mano il nuovo gioco elettronico!
Prendiamo la metro e arriviamo a Roppongi Hills
in tre. Gli altri hanno mandato un messaggio che
non saranno con noi a cena. Saliamo al piano dei
ristoranti e scegliamo il nostro per un’ottima cena.
Finito di cenare scendiamo nel laghetto sotto la
Mori Tower che è tutto illuminato e pieno di alberi
in fiore. Stupendo! C’è anche una troupe televisiva
che sta facendo un servizio. Appagati dall’intensa
giornata ce ne torniamo in hotel!
29/30 marzo – Tokyo – Dubai – Roma/Milano
Oggi è il nostro ultimo giorno a Tokyo. Stanotte
all’una e trenta un aereo ci porterà a casa! Tutti
d’accordo abbiamo deciso di divederci a piccoli
gruppi. Piccoli gruppi... ma se siamo in sette?
Vabbé insomma a due o tre sempre piccoli gruppi
sono! Ci diamo appuntamento in hotel alle 20 giusto
in tempo per poi prendere il treno che ci porterà
all’aeroporto di Tokyo – Haneda. Con Gabriella e
Stefania iniziamo la giornata dal mercato di Ueno,
che è a cinque minuti a piedi dall’Hotel di fronte
alla Ueno Station. E’ un brulicare di negozietti che
vendono di tutto e di bancarelle che espongono il
cibo più strano. Tutto scritto in giapponese e se
chiediamo non riusciamo a farci capire o meglio
non capiamo cosa sia. L’immaginazione vola! Dopo
questo bellissimo giro andiamo al parco di Ueno.
Saranno fioriti i ciliegi? Ebbene si, non appieno,
ma gli alberi sono quasi tutti in fiore. Tantissima
gente è seduta lungo i viali, a fare colazione
sotto gli alberi, a fare fotografie. Ci sono gruppi
di musicisti e ballerini che eseguono melodie e
danze tradizionali. Fortunato chi verrà dopo di noi e
vedrà la fioritura nel suo momento più bello! Noi ci
accontentiamo di averne visto l’inizio! Prendiamo
la metro e ci dirigiamo ad Harjuku in fondo questo è
il quartiere che ci è piaciuto di più. Avevo letto sulla
guida che nel quartiere di Omotesando (limitrofe
ad Harajuku) c’è un cimitero dove è sepolto
il cane Hachiko ed il suo il padrone. Un cane di
razza Akita, divenuto famoso per la sua enorme
fedeltà nei confronti del padrone, il professor
Hidesaburō Ueno. Dopo la morte improvvisa di
Ueno, il cane si recò ogni giorno, per quasi dieci
anni, ad attenderlo, invano, alla stazione in cui
l’uomo prendeva il treno per recarsi al lavoro. La
vicenda ebbe un enorme riscontro nell’opinione
pubblica dell’epoca e ben presto Hachikō divenne,
in Giappone, un emblema di affetto e lealtà. Nel
1934, al fedele animale fu dedicata una statua
che potete vedere alla fermata della metro di
Shibuya. Entriamo nell’enorme cimitero e, visto
che è scritto tutto in giapponese, non riusciamo
a raccapezzarci. Chiediamo ad un poliziotto senza
nessun esito. Poi ad un incrocio vediamo una
fioraia. Cerchiamo in tutti i modi di farci capire.
Imitiamo il cane: bau bau …. woof woof! Nulla da
fare! Ok, mi metto a quattro zampe e abbaio e lei
esclama: WAN WAN (leggi UAN UAN)! Ebbene si il
cane in giapponese fa: uan uan! Si proprio UAN
come il cane della trasmissione televisiva Bim
Bum Bam. Scoppiamo a ridere e la fioraia con
noi! Non finisce qui. La fioraia prende un foglio di
carta formato A4 e inizia disegnare la mappa di
tutto il cimitero. Strade, incroci e tombe. Segna tre
punti con delle X e poi uno con una X cerchiata.
Mi porge il foglio e indica le X una ad una dicendo
KOKO, KOKO, KOKO e quando indica la X cerchiata:
KOKO DE’ …. A quest’ultima parola sono caduto
in ginocchio con le lacrime agli occhi dal ridere!
Koko significa Qui e Koko Dè significa Proprio Qui!
Questi sono stati i dieci minuti più esilaranti di
questo viaggio! A questo punto l’interesse per la
tomba in questione passa in secondo ordine. Ma
andiamo a vederla lo stesso. Finita la passeggiata
al cimitero ci dirigiamo ad Harajuku e facciamo
un altro giro in questo quartiere fermandoci a
prendere una caffè alla Design Festa Gallery. E’
una galleria d’arte moderna dove espongono i loro
lavori i giovani artisti emergenti giapponesi. Il luogo
è molto accogliente e gli artisti che espongono
sono li ad accogliervi e a spiegarvi la loro arte.
Vale assolutamente la pena farci un salto! Si sta
facendo l’ora di tornare in hotel. Riprendiamo la
metro e a malincuore lasciamo il centro della città.
Torniamo in Hotel e recuperate le nostre valigie
prendiamo il treno che dalla stazione di Ueno ci
porta all’aeroporto di Tokyo Haneda. Espletiamo le
procedure di imbarco e di controllo passaporti e
puntuali siamo sull’aereo che ci riporterà a casa
dopo uno scalo a Dubai!
Anche questa vacanza è finita! Come sempre il
Giappone mi rimarrà nel cuore, negli occhi e questa
volta anche nel naso. Non potrò mai dimenticare
l’ultimo giorno al parco di Ueno con i ciliegi in fiore
e il loro odore che ti pervade! Tornerò ancora!!!!
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