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psicosessuologia, ovvero i sette peccati capitali della

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psicosessuologia, ovvero i sette peccati capitali della
NOTA INFORMATIVA: Il presente saggio è stato presentato quale conferenza nell’ambito delle iniziative culturali del
Centro Studi e Ricerche “Mario Pannunzio” (Torino, 27maggio 2004; Alassio, 24 luglio 2004).
Published in www.anthropos-web.it 2007.
Published in www.anthropos1987.org 2009.
PSICOSESSUOLOGIA,
OVVERO I SETTE PECCATI CAPITALI
DELLA SESSUALITA' UMANA
Luciano Peirone
Sessualità peccaminosa?
Ancestrale maledizione biblica o realtà clinica di ogni giorno? Il sesso come “peccato” o come
concreta manifestazione del malessere esistenziale? L’eros “malato”, figlio della condizione
umana tout court oppure figlio in particolare del moderno “disagio della civiltà”?
Queste domande, queste domande problematiche appaiono sempre più di frequente nella
quotidianità del mondo occidentale avanzato: nonostante tante informazioni e rilevanti
cambiamenti di costumi sociali, traspare una insoddisfazione crescente, una insoddisfazione in
merito ai “sette peccati capitali”, vale a dire i principali disturbi della sfera sessuale, con gli
annessi aspetti in termini di vita di coppia (problemi comportamentali quotidiani e problemi
psicologici profondi, diagnosi e terapia).
Dall’impotenza all’anorgasmia, dal vaginismo alla caduta del desiderio… e così via in un
turbinante susseguirsi di errori, colpe, pudori, timidezze, vergogne, paure, conflitti, angosce,
tristezze, depressioni, piaceri, dispiaceri, progetti, speranze, illusioni, delusioni, nuovi progetti,
nuove speranze… Tutto questo è sotto gli occhi di (quasi) tutti: dal profano allo specialista. La
sessualità (e la vita di coppia) sono a volte in sofferenza… e quale sofferenza! e quali conflitti!
Perché mai allora parlare di sesso in termini di peccato? Si può fare, ovviamente in senso
traslato e forse anche più comprensibile, proprio in virtù della paradossale esagerazione
linguistica. Infatti, sembra quasi che una punizione ultraterrena ed eterna si accanisca a colpire
un aspetto dell’esistenza apparentemente istintivo, naturale, semplice, piacevole, in altre
parole “vitale”.
Ma ciò che è vivo, purtroppo, non sempre risulta facile e vitale. Anche la sessualità viene non di
rado investita da disagio o addirittura malattia. E nel facilitare la produzione di
disagio/malattia, l’ignoranza e il pregiudizio - ahinoi - regnano sovrani...
Sessualità e scienza
La sessualità costituisce una delle principali manifestazioni nella vita degli esseri viventi.
Possiamo affermare che la sessualità, per certi versi, coincide con la vita stessa.
Le due anime della sessuologia (quella medica e quella psicologica) hanno molto da dire su
varie dimensioni della vita sessuale (problematica e non): dagli aspetti organici a quelli
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funzionali, dagli aspetti fisici a quelli psichici e relazionali, dagli aspetti individuali a quelli di
coppia. In particolare, muovendosi all’interno della prospettiva psicosessuologica (più ampia
come chiave di lettura e metodologicamente più feconda per un lavoro integrato), si può
tracciare una mappa assai articolata.
Partendo dalle disfunzioni sessuali intese in senso stretto (vaginismo, frigidità, anorgasmia,
impotenza, eiaculazione precoce, eiaculazione ritardata, disturbi del desiderio), ci si può
riallacciare alle altre problematiche individuali e della vita di coppia (difficoltà nell’area
fisiologico-comportamentale, difficoltà nella relazione-comunicazione, difficoltà nel campo
emozionale-affettivo, difficoltà nell’incontro caratteriale), e inoltre si possono sviluppare
ulteriori aspetti collaterali: la questione della diagnosi, la questione della terapia, la questione
dell’informazione-educazione, la questione della prevenzione.
Un pizzico di mitologia
Prendendola con ironia (ma nemmeno troppa…), per sdrammatizzare, si può partire (sic!) da
Adamo ed Eva. Pare che tutto derivi da lì…
Il Diavolo Tentatore (sotto la fallica forma di un serpente) seduce la Donna, inducendola a
sedurre l’Uomo mediante l’offerta di una mela (chiaro simbolo del seno femminile, nutriente ed
erotizzato), e quindi a disobbedire al volere del Dio/Padre onnipotente. Facendo sesso e
cibandosi del frutto dell’Albero della Conoscenza, i nostri progenitori scoprono la caducità
dell’esistenza, la fragilità della vita. Imparano a soffrire, e a morire come individui. E imparano
a far sesso per garantire la sopravvivenza della specie. La Sessualità e l’Erotismo si mescolano
quindi strettamente con l’Errore, l’Infrazione alla Legge, la Superbia, il Peccato, la Presa di
Coscienza, la Maturazione/Crescita, il Lavoro, la Fatica, la Malattia, la Morte, la Rinascita nella
propria Figliolanza.
Adamo ed Eva sono i nostri pro-genitori, e sono - curiosamente - la fonte del bene e del male
per quanto riguarda il sesso e l’amore. Spesso infatti si dice che la vita di coppia o è un
Paradiso o è un Inferno: non ci sono mezze misure. La coppia (in altri termini: la vita intima e
continuativa in fatto di sesso e amore) si configura come due soli estremi senza mediazione:
dal divino al diabolico, dal massimo bene al massimo male.
Adamo ed Eva sono, per il mondo occidentale, l’archetipo fondamentale della nostra origine
psicosessuale. Questo mito, affondando le radici nella tradizione giudaico-cristiana, fa parte del
nostro passato remoto, fa parte del nostro inconscio. Ciò vale inoltre per quanto riguarda la
famiglia: non si dimentichi infatti che dall’Errore Originario della Coppia Originaria deriva il
primo omicidio (anzi, addirittura fratricidio, fra Abele e Caino). La maledizione passa di padre in
figlio... l’infrazione alla Legge si sposta dall’ambito sessuale-conoscitivo all’ambito della gelosiainvidia... e così via all’infinito, di generazione in generazione.
La mitologia ce lo insegna: Coppia e Famiglia possono essere tanto il luogo quanto il motore di
svariate forme di malessere, dal conflitto minimo sino al delitto massimo che toglie il Bene della
Vita. Coppia e Famiglia indubbiamente costituiscono valori etici, ma in esse possono albergare
elementi sia estremamente positivi sia estremamente negativi. Dramma e tragedia
scaturiscono, paradossalmente, dall’Eden.
Tanto l’interpretazione simbolico-sessuale quanto l’interpretazione simbolico-culturale del mito
del Peccato Originale mettono in evidenza una specie di marchio, per cui l’Essere Umano risulta
colpevole. Da lì in poi tutta la sua esistenza quotidiana - come la storia sta a mostrare - è
attraversata da carestie, guerre, pestilenze, e quant’altro (fra cui massicce ondate di
oscurantismo e repressione in campo sessuale: basti citare il sadismo magico-sessuale di varie
inquisizioni, nonché l’ossessione sessuofobica che, attraversando l’intero secolo XIX, partorì
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proprio quella isteria sessuale parossistica che sta, una volta di più, a confermare che - con la
presenza dell’inconscio - il fantasma, una volta cacciato dalla porta, rientra dalla finestra...).
In definitiva, psicoanaliticamente parlando, il nocciolo del peccato originale pare risiedere in
qualcosa di sessuale. Il Paradiso Terrestre - l’Eden/Giardino dove non esistono né la fatica né la
malattia né la morte né il male - va in pezzi a causa di un errore intriso di sessualità, per cui
l’umanità sembra avere una colpa (o sette?) da espiare proprio in questo campo…
Un pizzico di psicopatologia sessuale
Saltando (ma neanche tanto…) di palo in frasca, dalla mitologia scivoliamo nella sessuologia
clinica.
Il peccato originale, dall’Eden in poi, si dilata, si sminuzza (e si perfeziona?!) in sette peccati
capitali (avarizia, lussuria, accidia, etc.). Sin qui la religione. Innestando su di essa la
sessuologia clinica, veniamo poi - curiosamente - a riscontrare i principali disturbi della sfera di
competenza di quest’ultima, i quali - manco a dirlo - sono proprio sette! Sembra quindi che magicamente o meno, teologicamente o meno, consciamente o meno! - dall’unico errore ab
origine derivino sette disturbi della sessualità. Sarà un caso? Può darsi; ma in psicoanalisi - con
l’inconscio, in questo caso addirittura l’inconscio collettivo, a farla da padrone - non si sa mai...
Peraltro, questa maledizione (reale o apparente che sia) si dimostra democratica e politically
correct. Infatti, i sette disturbi risultano equamente suddivisi: tre femminili (vaginismo,
frigidità, anorgasmia), tre maschili (impotenza, eiaculazione precoce, eiaculazione
ritardata/impossibile) e uno comune tanto alle femmine quanto ai maschi (desiderio
scarso/nullo).
3F + 3M + 1FM = formula della maledizione sessuale.
Tra il serio ed il faceto, si perviene quindi alla seguente sintetica elencazione.
Il vaginismo consiste in una involontaria contrazione dei muscoli perivaginali, la quale rende
impossibile la penetrazione (e quanto meno doloroso il tentativo di espletarla). Questa specie di
“divieto di accesso” per il sesso maschile trova la sua principale ragion d’essere nella
inesperienza della donna, per cui è un problema tipicamente adolescenziale-giovanile. A monte
della inesperienza sta comunque una conscia od inconscia paura della penetrazione, vale a dire
un’ansia fobica legata o al dolore-sanguinamento nella deflorazione o al rischio di gravidanza
indesiderata o addirittura al “contaminamento” (infettivo o simbolico).
La frigidità consiste - come dice il termine - in una fredda risposta sessuale, per cui la donna
non si eccita sessualmente e non si lubrifica in ambito vaginale. Il coito è possibile, ma non è
significativo dal punto di vista del piacere, il quale risulta fisiologicamente azzerato, nonostante
la positività del voler fare l’amore e la realizzabilità meccanica. Anche qui inesperienza e paura
giocano un ruolo rilevante, come pure il non riuscire a concentrarsi/partecipare.
L’anorgasmia consiste nella impossibilità di completare la risposta sessuale, per cui - pur in
presenza iniziale di desiderio psichico e di piacere fisico (con tutti i correlati: coito,
lubrificazione, etc.) - risulta inibita la conclusione dell’atto, il quale atto dovrebbe invece
culminare nel “picco” del piacere, vale a dire nell’esplosione orgasmica terminale. In questo
caso, si è spesso in presenza di un non riuscire a “lasciarsi andare”, per cui la dimensione
psichica appare in tutta la sua “purezza” patologica.
L’impotenza consiste - in senso stretto - nella difficoltà a raggiungere/mantenere l’erezione del
membro maschile, e quindi nella quasi impossibilità di penetrare la donna. E’ questo un
problema che può avere numerose cause (non di rado anche di natura organica).
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Psicologicamente parlando, si tratta per lo più di sovraccarico emozionale, insicurezza sulla
propria virilità, ansia da prestazione, disabitudine al rapporto sessuale, conflitto/rifiuto nei
riguardi del partner, etc.
L’eiaculazione precoce consiste nel raggiungere l’orgasmo troppo velocemente (sia e
soprattutto rispetto alla tempistica femminile, generalmente assai più dilatata di quella
maschile). Siamo in presenza di “fretta” in un duplice senso psicologico: da un lato
inesperienza/imbarazzo adolescenziale-giovanile, e dall’altro velocità adulta da distress (con
fonte radicata nella vita quotidiana, in particolare nel lavoro e nella vita pubblica).
Sportivamente parlando, è una prestazione talvolta addebitabile allo “scarso/cattivo
allenamento”.
L’eiaculazione ritardata o impossibile consiste nel non riuscire a raggiungere l’acme del piacere,
o in un tempo ragionevolmente soddisfacente o addirittura mai. In termini soggettivi, si è di
fronte a scarsa motivazione al rapporto sessuale, a basso interesse per il partner, a pensieri
distraenti di tipo negativo o neutro, ad incapacità nel lasciarsi andare, ad un immaginario
erotico povero.
Il desiderio assente o di basso/insufficiente livello consiste nel paradossale (ma sempre più
attuale nel mondo occidentale, ricco di materia e povero di spirito) venir meno dello “step one”.
Per cui di sesso “non c’è nemmeno l’ombra”, venendo a mancare - con una metafora da atletica
leggera - i “blocchi di partenza”. Non c’è spinta iniziale, non esiste motivazione, non esiste il
software psichico in grado di accendere l’hardware meccanico: senza scintilla iniziale, il motore
resta spento. Quali sono i fattori? Distrazioni, svogliatezza, povertà immaginativa, inquietudini
varie, e soprattutto cattivo stress da società ipercivilizzata (almeno in senso materiale) con
conseguente sostanziale diffusissima insoddisfazione erotico-sessuale.
Fin qui i sette peccati capitali ovvero le sette disfunzioni sessuali principali. Fin qui i sintomi e le
sindromi di ordine patologico. Fin qui alcune cause psicologiche di massima. Fin qui una
interpretazione per lo più in termini individuali, ma ovviamente da ritenersi allargabile in ottica
relazionale, sociale, culturale, storica.
Ma come si curano queste malattie? Come si trattano? Vediamo una schematica sintesi
terapeutica.
La terapia psicosessuologica conosce varie fasi e livelli a complessità crescente. Mediante
l’approccio comportamentale incentrato sul “sesso nudo e crudo”, si attiva un trattamento
sostanzialmente meccanico basato su mansioni corporee. Mediante l’approccio sistemico
incentrato sulla relazione-comunicazione, si attiva un trattamento atto a ripristinare un dialogo
che è andato soggetto a distorsione/interruzione. Mediante l’approccio dinamico incentrato
sull’emotività-affettività, si attiva un trattamento che va a toccare i guasti riscontrati nei
sentimenti di innamoramento e amore. Mediante l’approccio dinamico incentrato su personalità
e carattere, si attiva un trattamento che va a scavare sull’incastro diadico e sulla scelta del
partner.
La metodica psicoterapeutica è varia: si può attingere dal behaviorismo, dalla terapia
relazionale-sistemica, dal counseling, dall’ipnosi, dal training autogeno, dalla gestalt therapy,
dalla bioenergetica, dalla psicoanalisi.
Si può lavorare sull’individuo, e si può lavorare sulla coppia (probabilmente la situazione
ottimale: il paziente ed il co-paziente, oppure i due individui contemporaneamente pazienti).
La terapia sessuologica si presta inoltre alla multidisciplinarità-interdisciplinarità nonché
all’approccio combinato fra medicina e psicologia, e quindi ad una gestione nella dimensione
dell’équipe integrata composta da operatori delle varie specialità (psicologia, ginecologia,
andrologia, urologia, endocrinologia).
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In definitiva - sempre per scherzo, ma neppure più di tanto - leggendo la problematicità dei
disturbi e comprendendo la “faticosità” dei trattamenti, si può ben capire il senso della
metaforica equazione “peccato = manifestazione patologica”.
Un altro pizzico di mitologia
Ritornando dalla scienza alla mitologia, non si può non citare un altro fondamentale mito,
quello di Eros e Psiche, nato in Grecia e poi trasportato pari pari a Roma nella versione di
Cupido/Amore ed Anima.
La toccante vicenda narra che Eros, il bellissimo figlio maschio di Afrodite (la dea della Bellezza
e dell’Amore al femminile), e la sua compagna, Psiche, passano anch’essi attraverso vicende
travagliate. Il positivo inizio lascia il passo a dolorose e sofferte peripezie, dalle quali solo in
ultimo si riesce ad uscire, con uno happy end ben precedente ai romantici feuilletons ed ai
movies hollywoodiani. Solo il miracolo, solo l’intervento extra-ordinario, pongono termine alle
Pene d’Amore, queste ultime passaggio obbligato nella vita concreta: il messaggio è chiaro... in
amore (e nel sesso) c’è sempre da pagar dazio!
Fra parentesi, questo triangolo (figlio maschio di madre possessiva e gelosa, con padre
assente, ed acuta rivalità fra suocera e nuora) giustifica la più famosa serie di barzellette
moderne: è storia vecchia, addirittura mitologica...
In questo mito è possibile ritrovare, in termini psicoanalitici veramente pregnanti e pesanti,
quella stessa marcata divaricazione tra il maschile ed il femminile rinvenibile in tante altre
vicende successivamente narrate da fiabe e favole. La sessualità maschile, pur piacevole e
gradita, risulta - agli occhi femminili - ambivalente. Il sesso (l’amore) è bello, potente,
vigoroso, poderoso, ricco di energia, vitale; però Psiche (la femmina di Eros) non deve
guardare-conoscere questa componente maschile-animale: la donna-moglie “deve” ingnorare
certi aspetti primitivi e non sublimati dell'uomo-marito. I protagonisti si incontrano solo di
notte, si amano, danno e si danno reciprocamente, ma Psiche ignora le fattezze del proprio
partner. Ciò equivale ad affermare che la sessualità femminile (sensibile e fragile, timida e
trattenuta) non può gestire direttamente/immediatamente la forza, e a volte la decisionebrutalità, della sessualità maschile.
Nella sua estrema delicatezza di sentimenti e stile narrativo, il mito di Amore ed Anima (la
materialità di Cupido/Cupidigia contrapposta alla spiritualità di Soffio Vitale) delinea in modo
quasi perfetto il contrasto esistente fra aspetti positivi e aspetti negativi della vita sessuale,
nonché le differenze e gli incastri fra l’Uomo e la Donna.
Non avendo mai visto il proprio dolcissimo amante, e timorosa di essersi congiunta con
un’orribile creatura, una notte Psiche - disubbidendo ad un precetto superiore - accende una
lampada ad olio e finalmente si rende conto della straordinaria bellezza del proprio compagno.
Ma, estasiata e rapita da quella visione celestiale, Psiche reclina la lampada ed una bruciante
goccia d’olio cade sulla spalla di Eros, svegliandolo. In tal modo, Psiche perde Eros. L’infrazione
del tabù proietta la coppia in un percorso drammatico e tormentato.
Il “tapu” è ciò che è sacro, e anche proibito; chi infrange questa regola viene maledetto: il mito
di Eros e Psiche afferma che l’amore deve passare attraverso la sofferenza (sia perché la vita
reale è difficile sia perché l’amore adolescenziale, uscendo dall’ignoranza e dalle illusioni, cresce
e finalmente diventa adulto). In ogni caso, per il polo femminile il coraggio di guardare in faccia
la sessualità maschile costituisce una fonte di rischio, perché i due universi sono
profondamente diversi l’uno dall’altro. La conoscenza dell’Altro, la conoscenza della sessualità
altra dalla propria è una operazione ardua.
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Psicosessuologia, ovvero l’incontro tra il femminile ed il maschile
Un sottile filo rosso (il lettore attento se ne sarà già accorto) si è progressivamente snodato
cucendo fra loro il mito di Adamo ed Eva, il mito di Eros e Psiche, e la descrizione scientifica dei
principali disturbi. Ovunque si è riscontrato il connubio - a volte felice altre volte infelice - fra
Sesso-Amore da un lato e Conoscenza dall’altro. Come se Corporeità ed Affettività
richiedessero una costante percezione, una intensa attenzione, una profonda riflessione. Non a
caso il “fare sesso / fare l’amore” viene biblicamente reso con il verbo “conoscere”. E, si ricordi,
etimologicamente l’operazione del “conoscere” risulta correlata all’operazione del “co-nascere”:
il sapere è legato al nascere assieme.
Quella su Adamo ed Eva è una narrazione fantastica di sesso e consapevolezza. Quella su Eros
e Psiche è una narrazione fantastica di amore e consapevolezza. Quella sessuologico-clinica è
una descrizione realistica di sesso, amore e consapevolezza.
E come esiste la conoscenza pre-scientifica (i miti), così esiste la conoscenza scientifica; cioè da
sempre, anche con strumenti imperfetti, l’essere umano (l’”anthropos”) cerca di diradare la
spessa coltre di ignoranza su questa mirabile realtà. Questo oggetto misterioso ed affascinante
chiede di venire dis-velato.
La sessuologia psicologica si configura pertanto (diversamente e in più rispetto alla sessuologia
medica) come uno strumento che, lavorando direttamente sulla materia umana vivente quale
soggetto attivo (e quindi soggetto psicologico, capace di sentire, intendere, volere, agire), è in
grado di stimolare feconde meditazioni sul senso di questo grandioso mistero della Vita
chiamato Sesso e Amore, nonché sul significato di questo affascinante confronto tra Femminile
e Maschile.
Espresso sinteticamente, si può dire quanto segue.
Esiste un continuum tra l’Uomo e la Donna. Il Polo/Estremo Maschile e il Polo/Estremo
Femminile afferiscono all’incontro/scontro, rispettivamente, fra la Vita Erotica e la Vita Psichica,
fra il Corpo e l’Anima, fra la Passione e la Tenerezza, tra la Forza e la Dolcezza.
E tutto sembra nascere da una unità originaria. Ancora una volta il mito greco giunge in
soccorso, a chiarire simili profondità dell’Esistenza. L’Androgino Originario, doppiamente
sessuato, contiene in sé tanto gli organi/elementi maschili quanto gli organi/elementi femminili.
Viene poi secato (“sexus”) ed infine ricomposto nella coppia-diade fatta di due individui
differenti ma posti in unione/comunione. E dalla Grecia all’Oriente, la saggezza universale ci
parla della fusione tra lo Yang e lo Yin, tra il Lingam e la Yoni, in direzione di quella “totale
armonia” espressa nel Tao.
Sessualità e vita
Giungendo a conclusione, la convergenza fra sessualità e vitalità assume molti significati. Nel
quotidiano si incontrano e si manifestano numerosi aspetti di ordine, per l’appunto,
esistenziale.
Ed “esistenza” vuol dire spesso avere a che fare con ciò che è stato “secato”, e che proprio per
questo chiede - a volte anche disperatamente - di venire riunito.
Non è quindi un caso che la questione dell’identità sessuale assuma un peso veramente
notevole: quasi come se ogni atto sessuale, ogni “azione” (desiderio, pensiero, comportamento,
sentimento, affetto etc.) di tipo sessuale, venisse incontro a bisogni non solo potenti ma anche
e, forse, soprattutto profondi. Non solo biologia, quindi; anche psicologia, anche e soprattutto
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psicologia del profondo. Inconscio individuale ed inconscio collettivo. Simboli e metafore, istinti
ed archetipi. Quale immane potenza si sprigiona dall’universo della sessualità! E quale
mistero...
Siamo di fronte ad un mistero esistenziale, siamo di fronte a tante problematiche: da quelle
della monade (individuo) a quelle della diade (coppia), da quelle fisiche a quelle psicorelazionali, da quelle squisitamente sessuali a quelle non sessuali, in un rimando e in una
interazione continua.
Per queste ragioni, nell’ottica dell’intervento professionale, non esiste solo l’intervento clinico
(diagnosi e terapia) puro e semplice: esistono ulteriori e variegati aspetti, come il trattamento
di consultazione non-clinica o pre-clinica, come anche il fondamentale lavoro di informazione e
educazione, su un terreno paradossalmente caratterizzato da massimi interesse-motivazione e
da scarse trasparenza-chiarezza-verità-obiettività.
La sessualità si presenta pertanto come un mondo decisamente variegato e complesso,
necessitante una profonda e coerente articolazione. Ecco perché - da un punto di vista
scientifico - il ginecologo, l’andrologo, l’urologo, l’endocrinologo e lo psicologo si incontrano per
dialogare e costruire al meglio - in sinergia - le rispettive professionalità.
In definitiva, i “peccati capitali” (ovviamente sette!, numero magico e simbolicamente
pregnante...) sono - metaforicamente - i principali disturbi che la vita sessuale umana può
incontrare. Equamente distribuiti fra l’universo femminile e l’universo maschile, essi
coinvolgono tutta una serie di addentellati umani e sociali, per cui la sessuologia risulta una
scienza fondata sulla complessità e sulla interdisciplinarità.
Sessualità e dintorni, quindi. Sesso e maturità personale. Sesso e relazione. Sesso e affettività.
Qualcosa di assai poco peccaminoso in senso morale, ma talvolta anche doloroso e sofferto in
senso esistenziale. Qualcosa da conoscere, da praticare, da vivere. In salute, armonia,
benessere. Tanto nell’individuo quanto nella coppia.
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