Comments
Transcript
01_-_scambio_colombiano - [996781 bytes]
Storia Sociale dell’Alimentazione: L’Europa, l’America e il mondo dopo il 1492 01 – Scambio Colombiano e Buone Maniere: Globalizzazione, Classe e Mutamento Alimentare nella Prima Età Moderna [email protected] Scambio Colombiano e Buone Maniere n n n Parole chiave: 1) Globalizzazione; 2) Classe Che cosa è la globalizzazione? Che cosa si intende per locale? Capitalismo, Classe, e Gusto Mulino da zucchero Indie occidentali, ca. 1700 Il cibo all’inizio dell’Epoca Moderna Commercio delle spezie Mercati globali (colonialismo) Sistema delle piantagioni (un nuovo sistema atlantico) Nascita del Capitalismo L’emergere del ceto medio Gusto Nazione-Stato Commercio delle spezie all’inizio dell’Epoca Moderna n n n n La predilezione delle classi al potere medievali per piatti molto speziati (pepe, cannella, chiodi di garofano e noce moscata) Cultura, società, e scienza = esotismo e fantasia (“l’Oriente”), prestigio, medicina degli umori Vie commerciali: il pepe era trasportato dalle isole Molucche e India alla Siria e all’Egitto via intermediari arabi – i commercianti veneti lo trasportavano via mare nel Mediterraneo verso l’Italia XV secolo: aumento della domanda, ristagno della tecnologia del trasporto, dogane in crescita vertiginosa tasse = aumento dei prezzi Commercio delle spezie all’inizio dell’Epoca Moderna n n n n n n XVI secolo: Dominazione Portoghese della via commerciale del mare e del commercio delle spezie XVII secolo: Le Compagnie Olandese e Inglese dell’India orientale La ricerca di una nuova strada verso l’India… Scoperte/disillusione = saturazione del mercato e declino dell’importanza delle spezie nel commercio mondiale Il sistema delle piantagioni = zucchero – e caffè, tè, cioccolata – e schiavi Il nuovo gusto dell’epoca moderna Scambi biologici e culturali nel Nuovo Mondo n n n Espansione commerciale europea e nazionalismo Esplorazione e colonizzazione di un continente; oro, argento, agricoltura (encomiendas) e religione Armi da fuoco, germi, e acciaio — esposizione dei Nativi Americani all’influenza, morbillo, tifo, colera e vaiolo Scambio di cibi tra il Vecchio e il Nuovo Mondo—il Sistema Atlantico n n n n Aumento del volume del commercio mondiale = Creazione di un mercato coloniale transatlantico Divisione del lavoro a livello globale (specializzazione della produzione su ambo i lati dell’Atlantico), Consumo di massa di un’ampia varietà di cibi Patrimonio culturale - Forme di sussistenza dei Nativi del Nord America n n n n Le “tre sorelle”: granturco, zucche, e fagioli (oltre a: una quantità di verdure, semi, bacche, selvaggina, insetti e pesce) Il granturco poteva essere immagazzinato e facilitò insediamenti umani più popolosi; miti sulla Creazione; cucina elaborata (nixtamal) Grano andino, quinoa, patate e altri tuberi, oca e ulloco Oscillzioni: tempi di abbondanza (dono rituale e troppo mangiare) e scarsezza; commercio limitato Patrimonio culturale – Cibi dal Vecchio Mondo al Nuovo n n n n n n Mammiferi di grossa taglia: bestiame, maiali, pecore, capre, cavalli Altri animali: polli, api Cereali: riso, grano, segale, avena, orzo Altre piante commestibili: zucchero, caffè, agrumi, sesamo, abelmosco, soia Dieta spagnola: il complesso Mediterraneo, grano, olio, vino; la gerarchia di grano e mais L’agricoltura assortita francese e inglese e la dieta: minestre, porridge, semi, tipi di pane, prodotti caseari; fabbricazione della birra, fermentazione e distillazione Scambio e commercio n n n Scambi e ibridazione; reciproche paure e ripugnanze: la fame, più che la curiosità, provocò i primi contatti degli Europei con i cibi del Nuovo Mondo Dipendenza europea dal commercio: Partendo per il Nuovo Mondo, gli europei dovevano preoccuparsi di viaggiare con scorte di cibo molto più abbondanti di quanto non fossero abituati. Il Mayflower trasportava “15,000 biscotti, 5000 cracker; pancetta semicotta, merluzzo salato, aringhe affumicate; cavoli, rape, cipolle” I Nativi americani insegnarono agli europei a coltivare il mais; i vantaggi della coltivazione integrata di fagioli e mais; la fertilizzazione per bruciatura; l’uso delle canoe per la pesca e il trasporto; come raccogliere i frutti di mare Patrimonio culturale – Forme di sussistenza degli africani n n n n n Tra i 9 e i 12 milioni di africani arrivarono nel Nuovo Mondo come schiavi tra il 1500 e il 1850 Nell’Africa occidentale esistevano potenti imperi prima del 1500 (Ghana and Mali) Importanti commerci con il Mediterraneo; Islam Nel 1700 gli abitanti dell’Africa occidentale coltivavano e mangiavano mais, peperoni, patate dolci, ananas e arachidi dell’America, riso e noci di cocco dall’Asia, e piante native come il miglio, i fagioli, le angurie, l’olio di palma e l’igname Le tradizioni africane nella coltivazione e nella cucina consentirono agli schiavi di approvvigionare efficientemente se stessi (e i loro padroni) nelle regioni tropicali e subtropicali del Nuovo Mondo Cibi dal Nuovo Mondo al Vecchio n n n n n n Tacchino e porcellini d’india Granoturco, patata, pomodoro, molti tipi di fagioli, zucca, peperoni e peperoncino, cacao, vaniglia, arachidi, manioca, ananas, avocado, papaya, fico d’India (il “tradizionale frutto siciliano”): in 3 gruppi 1 – Cibi coloniali d’elite, nativi e non-nativi: cacao, caffè, zucchero (e tabacco) 2 – Cibi nativi che venneo reintrodotti in seguitio come specialità orticole del Mediterraneo: pomodoro e peperoncino (paprika) 3 – cibi nativi ammazza-fame per le classi povere europee: granoturco e patata Prima della scoperta… Pieter Bruegel il Vecchio, Matrimonio contadino (1567) La Fame del Primo Capitalismo e i Cibi del Nuovo Mondo nel Vecchio n n n n Diminuzione del consumo di carne in Europa dopo il 1550 Aumento della popolazione, utilizzo di nuove terre a scopi agricoli e riduzione dei pascoli e delle foreste, calo dei salari reali, urbanizzazione, riduzione delle improtazioni dall’Europa orientale dopo la conquista turca Maggiore dipendenza dal pane e dai cereali per la sussistenza quotidiana Utilizzazione di cereali inferiori nella panificazione (spelta, segale, miglio, orzo, avena, legumi, castagne), trasfromazione dell’agricoltura di sussistenza in raccolti per il mercato, terre ad usufrutto comunitario trasformate in proprietà privata, sradicamento dei contadini per creare una forza di lavoro mobile ma marginale, carestie periodiche, rivolte alimentari, “ferocia borghese” e leggi per i poveri Adam Smith, La ricchezza delle nazioni (1776) Thomas Malthus, Saggio sul principio della popolazione (1798) La Fame del Primo Capitalismo e i Cibi del Nuovo Mondo nel Vecchio n n n n n n Effetti sociali dell’introduzione delle piante americane Forniscono amido e carboidrati = cibi di sussistenza per grandi masse di contadini (i cibi di qualità come la carne e i cereali superiori finiscono sul mercato) Sostengono la crescita della popolazione; Riproducono lo sfruttamento nelle relazioni di classe e ritardano l’innovazione tecnica Granoturco = dalle aree tropicali dei Caraibi e del Messico ai climi temperati dell’Europa (a cominciare dalla Spagna e dal Portogallo) Boom demografico in Europa, resistenza, carestia, diffusione (produttività estremamente alta) Monocultura = (pellagra – carenza di niacina, vitamina PP) La Fame del Primo Capitalismo e i Cibi del Nuovo Mondo nel Vecchio n n n n n Effetti sociali dell’introduzione delle piante americane Patata = dai climi freddi del Sud America ai climi freschi del Nord Europa I nordeuropei avevano bisogno di una raccolto altamente produttivo, non attaccabile dai parassiti, per sostenere la crescita della popolazione; output patata /cereali 5/1, bassa intensità di lavoro Alla metà del Settecento: è alimento di base in Irlanda, Scozia, le Fiandre e parte della Germania Monocultura = carestia irlandese della patata = (la produttività, facilità di coltivazione e valore nutrizionale della patata causa un disastro malthusiano) = 8 milioni di irlandesi nel 1841, 4 milioni nel 1861 La Fame del Primo Capitalismo e i Cibi del Nuovo Mondo nel Vecchio n n n n n Effetti sociali dell’introduzione delle piante americane Zucchero = i consumatori europei sviluppano un appetito vorace per lo zucchero combinato con nuove bevande stimolanti: caffè, tè e cioccolato I portoghesi portano la canna da zucchero in Brasile all’inizio del Cinquecento; dopo il 1625 gli olandesi lo portano dal Sud America nei Caraibi. Queste isole possono fornire canna da zucchero usando il lavoro degli schiavi e producono zucchero a prezzi ampiamente concorrenziali rispetto allo zucchero improtato dal Medio Oriente Quando gli europei impiantano le piantagioni di zucchero nelle maggiori isole caraibiche il prezzo crolla, specialmente in Gran Bretagna A fine Settecento tutti gli strati della società inglese divengono consumatori di un prodotto fino ad allora costoso e d’elite Gusti che cambiano: la Riforma n n I precetti della Quaresima (alternare il pesce alla carne, il grasso animale e gli oli vegetali) che hanno contribuito a omologare i costumi alimentari europei si indeboliscono; alla fine del Seicento il burro ha sostituito l’olio come condimento in Francia e in Inghilterra Temperanza = responsabilità ed efficienza Gusti che cambiano: bevande vecchie e nuove n n Il consumo di bevande alcoliche—birra o vino a seconda della raggiunge livelli altissimi (nella Svezia del Cinquecento il consumo di birra era di 40 volte quello di oggi; nel Seicento le famiglie inglesi ne bevevano 3 lt. al giorno per persona, compresi i bambini) Perché? Sete; contributo calorico; poteri terapeutici; sociabilità; ebbrezza Gusti che cambiano: bevande vecchie e nuove n n n n Caffè/Tè/Cioccolata: droghe = una risposta a nuovi bisogni e desideri: energia, euforia, evasione, gusto e sociabilità Caffè, la bevanda borghese: originaria dell’Etiopia; piantagioni nei possedimenti coloniali europei—Giava (olandese), Antille (francesi), America Latina (spagnola e portoghese). 1686: Cafè Procope a Parigi; 1687: Lloyd’s Coffeehouse a Londra Tè, un’antica bevanda cinese improtata dall’India in Olanda e Inghilterra—Nel 1670 gli abitanti di Amsterdam ne bevono fino a 100 tazze al giorno a persona Cioccolato si diffonde in Spagna e Italia ma non diventa un prodotto di massa; il consumo rimane ristretto alle elite sociali e religiose—un simbolo del lusso e dell’ozio aristocratico Gusti che cambiano: Nouvelle Cuisine n n n n Rifuto dell’eccessiva complicazione in cucina: i sapori dolci e salati vengono separati (il dolce viene relegato al dessert); i sapori naturali vengono maggiormente rivelati; gli enormi arrosti lasciano il passo a piatti più piccoli; nuovo approccio alle salse: i succhi vengono rilasciati durante la cottura Le erbe rimpiazzano le spezie (ora “alla portata di tutti”); le verdure (carciofi, funghi, asparagi e le erbe) diventano più comuni; gli animali esotici come il pavone o la foca vengono rimpiazzati dal bestiame d’allevamento Nuove teorie mediche basate sulla chimica Cookbooks: François La Varenne, Il cuoco francese (1651); Menon, Nouvelle Cuisine (1742) Gusti che cambiano: buone maniere a tavola n n n n n n L’alta cucina francese e l’assolutismo/lo stato moderno: la corte di Luigi XIV (1643-1715) = i nobili enfatizzano la raffinatezza invece che l’abbondanza La forchetta si diffonde in Francia dall’Italia nel seicento “Cortesia”: limitazione dei contatti personali (individualizzazione) e dello scambio di fluidi corporei, moderazione e self-control Standard aristocratico di cucina e trasmissione dei comportamenti e dei valori verso il basso della gerarchia sociale Le classi medie cominciano a sfidare i privilegi aristocratici e a distinguersi dalle classi popolari a tavola come altrove Queste strategie di distinzione e raffinatezza differiscono da una nazione all’altra, creando così gusti nazionali (per es, Inghilterra vs. Francia) Bibliografia n n n n n David Crosby, The Columbian Exchange: Biological and Cultural Consequences of 1492 (Praeger 2003) Fernand Braudel, Civilization and Capitalism, 15th-18th Century, Vol. I: The Structure of Everyday Life (University of California Press 1992 ) Wolfgang Schivelbusch, Tastes of Paradise: A Social History of Spices, Stimulants, and Intoxicants (Pantheon Books 1992) Norbert Elias, The History of Manners: The Civilizing Process (Pantheon 1982) Stephen Mennell, All Manners of Food: Eating and Taste in England and France from the Middle Ages to the Present (University of Illinois Press 1995)