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Come pane spezzato per gli altri
Settimanale d’informazione ANNO LVII- N. 39 euro 1 www.vocedellavallesina.it Jesi, domenica 14 novembre 2010 Impôt reprisé Tassa riscossa Ufficio di Jesi Poste Italiane spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, DCB - Jesi Sabato 13 novembre, alle ore 17, in Duomo a Jesi sarà ordinato sacerdote fra Enrico Maria Mimmotti Come pane spezzato per gli altri Intervista a frà Enrico Maria Mimmotti pochi giorni prima della sua ordinazione na. Si danno da fare come possono, cercano di aiutarmi. Sento il loro sostegno, il loro affetto. La mia vocazione coinvolge necessariamente tutti loro, non solo per l’affetto che ci lega, ma soprattutto perché anche a loro è toccato fare un cammino, dapprima d’accettazione della mia chiamata, poi di familiarità con la fraternità francescana e soprattutto nel loro rapporto personale con il Signore. Tutti in cammino, com’è giusto! Come ti stai preparando all’Ordinazione sacerdotale? In questo momento ho la testa piena di idee, pensieri, cose da fare e tutto mi sembra molto confuso. Nei giorni immediatamente prima all’ordinazione avrò la possibilità di fermarmi per pregare, riflettere sulla mia vita, sul dono che il buon Gesù mi ha fatto, sul lungo cammino che mi ha portato fino a questo grande giorno… Credo infatti che la preparazione a questo momento così importante della mia vita sia iniziata (a mia insaputa) proprio quando il Signore mi ha pensato, ancor prima che io nascessi. Sono convito che il Signore mi abbia sognato suo sacerdote sin dall’inizio dei tempi. Certo, questo non toglie il percorso formativo e di crescita umana e spirituale che, con l’aiuto fraterno di frati e sacerdoti più grandi di me, ho dovuto percorrere, questo non toglie la scoperta di ciò che il Signore mi aveva scritto dentro, questo non toglie la fatica di conoscermi, di affidarmi, di rispondere. Ma ora, nonostante l’emozione, tutto mi sembra normale, quasi come fosse la cosa più logica per me, il normale evolversi della mia vocazione. Lo stupore e la gioia di sapermi amato e scelto da Dio mi sconvolge, la naturalezza della risposta da parte mia al grande amore ricevuto rende tutto incredibilmente normale. È una strana sensazione… è come se dentro di me qualcuno dicesse: «Perché tanto clamore, non è forse la cosa più naturale del mondo ricambiare con tutta la propria vita, metterla al servizio della Chiesa per il bene dei fratelli dopo aver ricevuto così tanto dal Signore? Non farebbero tutti come te, se avessero ricevuto quanto te?» L’esperienza all’Oasi di Grottammare ti fa stare a contatto con tante persone che vengono in pellegrinaggio e ti permette anche di essere vicino ai sofferenti. Puoi condividere qualcosa con noi di questo tuo servizio? Vivere qui nel convento di Grottammare è per me motivo di grande gioia: in primo luogo per l’affetto che mi dimostra tutta la fraternità, per la stima e il bene che mi vogliono. Qui siamo 18 frati di cui 14 anziani, bisognosi di aiuto e assistenza. Per me è bello poter dedicare tempo e forze a loro, che hanno donato tutta la vita al Signore e ai fratelli. La grazia più grande che ho ricevuto in questo anno di servizio ai fratelli dell’infermeria è stata quella di averne seguiti quattro fino all’ultimo respiro e averli presentati al Signore. La morte, diceva San Francesco, è la porta del Paradiso: ogni volta che capivamo che un nostro frate era vicino all’incontro con il Signore, tutta la fraternità si stringeva attorno a lui, pregava per lui. Nel momento supremo della sua vita, quando si presentava al cospetto della Misericordia di Dio, noi tutti lo accompagnavamo. Vivere la fraternità anche in quei momenti, condividere gioie e dolori, speranze e delusioni, mi ha fatto sperimentare la bellezza e l’autenticità della fraternità, di quella familiarità più forte di quella parentale di cui parla San Francesco. E la tua famiglia in che modo sta vivendo questo momento? Tutti in casa percepiscono l’importanza di questo momento per me, per la Chiesa e per la famiglia francesca- Per la tua Messa Novella la comunità parrocchiale di San Francesco d’Assisi ti accoglierà in festa; hanno voluto incontrarsi anche per pregare e riflettere sul dono del sacerdozio. Questa celebrazione rientra nel programma per il cinquantesimo anniversario di fondazione della parrocchia, una realtà molto apprezzata in diocesi e capace di coinvolgere anche tanti giovani. Vuoi offrire dei messaggi a questa comunità nella quale sei cresciuto e ti sei formato? Pochi messaggi, a dire il vero. Perché “a chiacchierà non è fadiga…”. Ma una cosa importante sì: non sprecate tempo, ogni giorno è buono per amare il Signore, per mettersi al servizio dei fratelli. Ogni occasione è buona per cominciare a mescolare il proprio sangue con quello di Gesù in croce, a spendersi per Lui e per i fratelli, a sporcarsi le mani con questa umanità bisognosa. Siamo troppo preziosi agli occhi di Dio per perderci dietro le nostre stupide pigrizie. A fra Enrico Maria rivolgiamo un grande augurio perché sia sempre fedele al Signore che lo ha amato e lo ha chiamato. A tutti chiedo di ricordarlo nella preghiera perché la sua risposta sia totale e la sua vita sia generosa e piena di buoni frutti Francesco d’Assisi è uno dei santi più conosciuti ed invocati del mondo: secondo te quale è il motivo? Francesco ha preso la vita sul serio, non ha voluto sconti, non ha chiesto regali. La vita con tutta la sua gravità e letizia, con tutto il carico di responsabilità e di gioie. Francesco non si è tirato indietro, mai, anche quando il Signore lo portava dove lui non voleva. Ma soprattutto Francesco è stato capace di umiltà, di piccolezza. Parole oggi non più di moda, ma che hanno sempre lasciato nel Gerardo vescovo cuore umano una grande nostalgia, per cui basta avvertirne la traccia e subito il cuore si accende, si infervora. È così ogni volta che pensiamo a Madre Teresa di Calcutta o a Giovanni Paolo II. Il cuore dell’uomo, anche il più arido, avverte il profumo dell’umiltà e scalpita di nostalgia. b.t. A Perugia Fini vara il nuovo partito “Futuro e Libertà” e chiede le dimissioni del presidente Berlusconi L’Italia galleggia e si trova ad un bivio: è crisi? “Berlusconi abbia il coraggio politi- parlato della fine della seconda reco di un colpo d’ala: rassegni le di- pubblica e dell’avvento della terza. missioni e vada dal capo dello Sta- Il presidente della Camera chieto; in caso contrario la delegazione de una nuova agenda politica, un al governo che rappresenta Futuro nuovo programma con particolare e Libertà verrà ritirata”. Con questo riferimento alle politiche sociali, categorico ultimatum con cui Fini al lavoro, alla scuola, alla ricerca, ha concluso il suo ampio interven- alla famiglia (senza dimenticare le to davanti a cinquemila aderenti al famiglie di fatto), ad una diversa nuovo partito, voluto proprio dal sensibilità etica. No alla legge sulle presidente della Camera, si è vir- intercettazioni, sì ad una nuova legtualmente aperta la crisi di governo. ge elettorale. Naturalmente si dovrà attendere Egli dichiara esplicitamente che il nuovi passaggi delicati e incerti, sia previsto programma riformista e di carattere politico che procedura- liberale al momento della fondale. Ma ormai solo un miracolo può zione del Pdl è stato ampiamente raddrizzare la situazione. Insomma disatteso per cui necessita una vera Fini, dopo un anno di pre-tattici- “rivoluzione liberale nei metodi e smo e di graduale allontanamento nei programmi” e giunge ad esplidal partito da lui co-fondato - il citare, con forte accento polemico, Pdl - e dalla politica di Berlusconi, che bisogna andare oltre Berluscoscopre tutte le sue carte e chiede ni, attuare l’alternativa al berluscoun radicale mutamento al punto nismo. che alcuni suoi collaboratori hanno Più chiaro di così e più antagonista verso il suo ex leader non si può. Pur ribadendo la sua posizione di destra e l’avversione verso la sinistra (anche se è ora di smetterla con il denunciare il nemico “comunista” che non c’è), di fatto, converge, almeno in tre punti, con le posizioni di alcuni partiti dell’opposizione: dimissioni di Berlusconi, no alle elezioni anticipate, nuova legge elettorale. E non disdegna qualche battuta ironica (“più che del governo del fare si può parlare di governo del fare finta”). *** E adesso? Ci troviamo di fronte a settimane, forse a mesi, estremamente difficili per l’Italia perché se Berlusconi respingerà l’ultimatum, sarà condannato a “tirare a campare per non tirare le cuoia” (Fini), se lo accetta ci troveremo di fronte a due blocchi totalmente contrap- posti che porteranno la nazione a profonde spaccature: da una parte la Lega e quel che rimane del Pdl pretenderanno nuove elezioni, dall’altra tutte le altre forze tenteranno una nuova maggioranza che si formerebbe attorno ad alcuni punti programmatici (nuova legge elettorale e provvedimenti urgenti per la ripresa del lavoro). Da una parte si griderà al tradimento, dall’altra si pretenderà il rispetto della Costituzione che vuole che sia il parlamento ad esprimere la maggioranza governativa anche quando la maggioranza espressa dalle elezioni vien meno, si spacca e dà modo ad un diverso orientamento politico. Perché il Pdl non ha retto? Mi sembra che i motivi essenziali siano almeno tre. Il primo è da ricercarsi nell’ingombrante metodo del capo del governo che tende a monopo- lizzare ogni decisone oscurando la presenza e l’iniziativa del co-fondatore del Pdl Fini. Il secondo va trovato in un certo immobilismo del governo, preso eccessivamente da un perenne dibattito sulle leggi ad personam. Il terzo motivo è lo stesso che ha consigliato Berlusconi di rinunciare ad aprire la importantissima conferenza sulla famiglia che, organizzata dal governo, si è aperta lunedì scorso a Milano. Egli, volenti o nolenti, con il suo superficiale comportamento, ha deteriorato sempre più la stima nei suoi confronti non solo da parte degli avversari politici, ma anche di militanti dello stesso Pdl. É un comportamento che, seppure alieno da reati, non si addice, come accusa Fini, a chi si dovrebbe comportare almeno in maniera dignitosa. Vittorio Massaccesi [email protected] 2 Del più e del meno Le Marche che non t’aspetti di Giuseppe Luconi Le Marche. La si direbbe una regione di serie B. E molti magari ne hanno conosciuto l’esistenza grazie ai nostri campioni dello sport: leggi Roberto Mancini, Valentina Vezzali, Valentino Rossi. E ora anche Elisa Di Francisca. In realtà, da qualche tempo anche le correnti turistiche si vanno accorgendo delle Marche. Che pure da sempre hanno le loro bellezze da offrire. Non a caso, nel lontano 1898, Giosuè Carducci, trovandosi a Recanati per il centenario della nascita di Leopardi, diceva della nostra regione: «… così benedetta da Dio di bellezza di varietà di ubertà, tra questo digradare di monti che difendono, tra questo distendersi di mari che abbracciano, tra questo sorgere di colli che salutano, tra questa apertura di valli che arridono…». Si diceva del turismo. Gli italiani stanno scoprendo ora, le Marche. Ma c’è chi le ha scoperte prima di loro: gli americani. Ce lo fa sapere Alessandra Farkas con un articolo diffuso dal Corriere della Sera. Il primo a scoprire le Marche – scrive la Farkas – «è stato lo scrittore John Moretti che nel suo libro del 2004 Living Abroad in Italy dedicò un intero capitolo alle Marche, con consigli pratici su come aprirvi un agriturismo e una lista di agenti immobiliari». «Un anno più tardi il New York Times ha pubblicato un lungo servizio intitolato Le Marche the Next Tuscany, rimasto per giorni in cima alla classifica dei pezzi più letti del suo sito web. E a cavalcare la nuova passione degli americani è anche la super- chef di origine italiana Lidia Bastiani, che alla cucina marchigiana ha dedicato numerose puntate del suo popolarissimo show Lidia’s Italy.» Poi è stata la volta di una pubblicazione molto seguita dai pensionati americani (più di 35 milioni di abbonati) che ha scelto la nostra regione tra i “cinque paradisi terrestri” dove andare a vivere dopo la pensione, insieme a Puerto Vallarta (Messico), regione LinguadocaRossiglione (Francia), Boquete (Panama) e Cascais (Portogallo). «Le Marche hanno tutto: splendide spiagge, vigneti ridenti, arte e architettura a non finire, alcuni dei migliori piatti di pesce della cucina italiana e persino montagne nevose dove praticare sport invernali». E ancora: «Le Marche hanno un ottimo clima, un buon sistema sanitario pubblico, festival operistici all’aperto e prezzi abbordabili». Le Marche, insomma, sono “l’alternativa intelligente alla costosissima Toscana” e anche all’Umbria, “analogamente carissima”. La giornalista del Corriere della Sera racconta che John Williams, un chiropratico 62enne della Pennsylvania, si è trasferito in un casolare con un ettaro e mezzo di uliveto centenario alla periferia di Senigallia, a due passi dal mare, dove produce olio e conserve di frutta insieme alla moglie e ai due figli teenager. “Sono arrivato nelle Marche in vacanza e ho deciso di restarci – ha detto - Oggi non vivrei in nessun altro posto della terra”. Auguri, Italo e Leondina Il 24 ottobre scorso nella Chiesa di San Giuseppe alle ore 11,15 si sono celebrate le nozze di diamante di Italo Bizzarri e Leondina Bolletta. Dopo la liturgia, gli sposi ed i parenti hanno festeggiato questo meraviglioso giorno di 60 anni di matrimonio al ristorante Rosina. Tanti auguri da tutti i familiari. Simone Giampieri ofm. La celebrazione eucaristica è stata animata dai canti e dalla musica seguita da figli e nipoti, che don Emilio ha esortato a continuare il loro servizio liturgico anche in Parrocchia (come già stanno in verità facendo). La parrocchia di San Giuseppe ricorda Josè Guevara Il trittico del grande artista La scomparsa del pittore Josè Guevara mi invita, come coordinatore delle iniziative relative al 75° di costruzione della chiesa di San Giuseppe, unito all’ex parroco don Giuseppe Quagliani, a tutto il Comitato e all’attuale Parroco Don Giuliano Fiorentini, ad un doveroso e caro ricordo del grande artista. Con la sua opera, unica come espressione ecclesiale nell’ambito della Diocesi, abbiamo inaugurato le iniziative del nostro anniversario. Il trittico, posto nel primo altare a sinistra dell’ingresso, rappresenta il “Sacrificio” : quello di Isacco, la Crocifissione di Gesù e i fedeli attuali e del passato che affluiscono verso la chiesa, attratti dall’intensa luce e disposti a testimoniare la propria fede anche con il dono della vita; sullo sfondo si erge “la Rotonda”, primitiva chiesa della zona. Abbiamo conosciuto il pittore Guevara tramite il critico d’arte Armando Ginesi che da molti anni era punto di riferimento per le sue tante mostre pittoriche sia in Italia che all’estero. Per l’inaugurazione del trittico, il 6 gennaio dell’anno 2000, con la presenza del Vescovo Padre Oscar che benedisse l’opera, il professor Ginesi esaltò il significato religioso nell’interpretazione storica del legame tra il Vecchio ed il Nuovo Testamento e l’attualità della Chiesa Universale che guida il popolo di Dio. Sempre per il 75°, dopo l’opera del maestro Josè Guevara, la Fondazione Cassa di Risparmio fece dono della scultura bronzea “la Sacra Conversazione” del maestro Valeriano Trubbiani, arricchendo ulteriormente quella che riteniamo: “Chiesa casa di tutti”. Nel rinnovare il ricordo del caro maestro Josè invitiamo tutti i fedeli a rivolgere al Signore una preghiera di gratitudine. Flaviano Celli Nella prima foto il vescovo padre Oscar alla benedizione del trittico di Guevara: da sinistra Augusto Flauti, cerimoniere, Randolfo Frattesi, diacono e il parroco mons. Giuseppe Quagliani. Nella seconda foto da sinistra l’avv. Marcello Pentericci, il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi Luigi Pieralisi, il pittore Guevara e il critico Armando Ginesi. Famiglia: sessanta cugini si sono incontrati Ogni giorno lodate il Signore 50 anni di vita insieme. Auguri, Aldo e Rita Sembrano quasi un segno di contraddizione, con i tempi che corrono, i nostri due sposi Aldo Piermattei e Rita Camerucci che, domenica 31 ottobre, hanno festeggiato nella chiesa della Romita a Cupramontana il 50° anniversario del loro matrimonio, celebrato a Staffolo il 29 ottobre 1960. Eppure è proprio vero: Aldo e Rita, circondati da cinque figli e dieci nipoti, tantissimi parenti ed amici hanno ringraziato il Signore durante la S. Messa celebrata da don Emilio Campodonico e padre Voce della Vallesina Cultura e società 14 novembre 2010 La cerimonia si è conclusa con la classica foto ricordo sul sagrato di questa chiesa che, fin dal 1400 è stata officiata dai Frati Minori dell’Osservanza ed ha ospitato religiosi di santa vita. D.E.C. Ritrovarsi tra cugini: una bella occasione annuale per stare insieme. Si ripete da tre anni con il desiderio di condividere una giornata, di ringraziare il Signore per il dono della vita e per ricordare e raccontarsi la storia della famiglia nel corso del pranzo. Circa sessanta persone hanno partecipato alla celebrazione della Santa Messa, domenica 31 ottobre, nella chiesa Cristo Redentore di Moie. Padre Fermino Giacometti, uno dei cugini, padre conventuale, grafologo, attualmente residente a Roma e presidente dell’Istituto “G. Moretti” di Urbino, ha invitato tutti a vivere bene il proprio tempo e a dedicarsi al bene e a considerare ogni giorno una occasione di lode e di ringraziamento al Signore. “Questo stare insieme ci fa riflettere sul modo di porsi con Dio attraverso i fratelli: è un po’ come uno scendere dall’albero dell’indifferenza e camminare sulla strada della solidarietà del vivere quotidiano”: in questo modo Ulderico Carloni, il promotore di questa iniziativa, ha definito il raduno. Un augurio affettuoso è stato inviato a padre Francesco Carloni, il cugino più lontano perché missionario cappuccino in Brasile. I Sartarelli sono venuti da Castelferretti e Foligno, i Perticaroli da Montecarotto, i Sebastianelli da Jesi e Montecarotto, i Peverieri da Ancona, i Giacometti da Monte San Vito e i Carloni da Jesi e da Moie: tutti nel ricordo e nella gratitudine per i genitori Maria Peverieri, Teresa Perticaroli, Rosa Giacometti, Caterina Sebastianelli, Nazareno Peverieri e Lina Sartarelli. Voce della Vallesina arte Scusate il bisticcio (ghiribizzi lessicali) Peter Pun (con la u) www.peterpun.it ASSONANZE DEPISTANTI - 3 Attila, re degli Unni, e Totila, re dei Goti, vissero a un secolo di distanza: prima metà, rispettivamente, del 5° e del 6° secolo d.C. Nelle sue proverbialmente devastanti scorribande, Attila non scese mai sotto il Po. Durante la guerra greco-gotica, invece, Totila cinse d’assedio Firenze (anche se non pare l’abbia rasa al suolo). Ai tempi di Dante - ne abbiamo un’eco in Inferno XIII, 149 - era opinione diffusa che Firenze fosse stata distrutta da Attila. Fu Giovanni Villani, di poco più giovane di Dante, a ristabilire la verità storica. Che cosa può aver favorito questa confusione tra Totila ed Attila? è evidente: i due nomi sono in rapporto - enigmisticamente parlando - di cambio di sillaba iniziale (con l’aggiunta di una consonante in comune nella sillaba differen[zian]te). è chiaro che nella gara ideale tra il re unno e il re ostrogoto, il primo - molto più famoso (leggi: famigerato) - non potesse che avere la meglio. DEFINIZIONI BALORDE TROVATELLA = dìcesi di pensata o uscita (tra la “gag” e la “gaffe”) non troppo riuscita, la cui paternità l’autore farebbe bene a disconoscere (affidando la piccina alla pubblica… benevolenza). L’ESPERTO IN LINGUE - Lei che si picca d’esser poliglotta quale idioma il tacchin parla? - Gloglotta. ASSONANZE… ALTOLOCATE Cappellari, Castiglioni, Chiaramonti: sono, in ordine alfabetico, i cognomi – isosillabici e assonanti (e perciò abbastanza confondibili) - di tre papi del primo Ottocento: di chi si tratta? *** Soluzione del gioco precedente Si tratta, evidentemente, della Florida. La Citazione a cura di Riccardo Ceccarelli Riduzione vigente È il riduzionismo la principale ideologia di oggi. […] La persona viene ridotta ai suoi geni o ai suoi neuroni, l’amore ridotto a chimica, la famiglia viene ridotta ad un accordo, i diritti vengono ridotti a desideri, la religione viene ridotta a mito, la procreazione viene ridotta a produzione in laboratorio, il sapere viene ridotto a scienza e la scienza viene ridotta ad esperimento, i valori morali vengono ridotti a scelte, le culture vengono ridotte a opinioni, la verità è ridotta a sensazione, l’autenticità viene ridotta a coerenza con la propria autoaffermazione. […]. Mons. Giampaolo Crepaldi, vescovo di Trieste, Omelia in cattedrale, 4 ottobre 2009, “Il Foglio”, 26 ottobre 2010, pag. III. La Pulce Trent’anni fa le suore in diocesi erano 140. Facevano parte del nostro panorama, come il campanile del duomo o il teatro Pergolesi. Ora sono rimaste in 20. Col rischio di compromettere il paesaggio urbano. Per fortuna son venute le mussulmane. Chiuse dentro i lunghi camicioni e col fazzolettone attorno al viso, al primo vederle richiamano alla mente le scomparse monachelle. E rincuorano quanti sostengono la conservazione dei beni culturalambientali. E poi c’è chi dice male dell’immigrazione! Sabato 13 novembre: espone Cristiano Berti Evergrowing Evergreen Fuorizona artecontemporanea presenta “Evergrowing Evergreen”, la terza mostra personale di Cristiano Berti nel proprio spazio. L’unico lavoro esposto è intitolato “Bosco”: un gruppo di alberi di natale che forma una foresta artificiale. Presentato per la prima volta nella personale alla Galleria P74 di Lubiana nell’aprile 2010, quando gli alberi raccolti erano 98, “Bosco” è un work in progress. L’installazione continuerà a crescere nelle sue dimensioni grazie all’aggiunta di nuovi alberi, fino a saturare completamente la galleria. Fuorizona arte contemporanea, via Padre Matteo Ricci 74 / 76 a Macerata. Orari: da martedì a sabato dalle 16 alle 20. 14 novembre 2010 3 Concerto in favore dei bambini ricoverati nell’Ospedale Salesi di Ancona Violino e pianoforte: prodigi in musica Quando si incontra un vero artista viene da pensare che nessuna scuola, nessun maestro, nessuna esperienza possa riuscire a formare compiutamente un talento; che un dono eccezionale della natura sia stato elargito da una volontà imperscrutabile per riflettere in terra una perfezione ultrasensibile. Scuola, tenacia, esperienza, passione potranno poi solo valorizzare il talento, modellarlo, renderlo fruibile agli altri. Questo è venuto in mente la sera del 27 ottobre ascoltando, nella chiesa di S. Marco, il concerto di due artisti d’eccezione: la violinista Masha Diatchenko e il pianista Massimo Spada. La manifestazione era stata organizzata dalla F.i.d.a.p.a. (Federazione Italiana Donne, Arti, Professioni, Affari) in collaborazione con il Rotary Club e il Lions Club di Jesi. Benefiche le finalità: la raccolta di fondi in favore dell’Associazione Raffaello che offre assistenza ludica e ricreativa a bambini affetti da tumore ospitati presso il Centro di Oncoematologia Pediatrica dell’Ospedale Salesi di Ancona; piccoli, ma coraggiosi pazienti costretti ad una vita di reclusione e a sopportare sofferenze spesso intollerabili anche per gli adulti. Masha Diatchenko può effettivamente essere definita un fenomeno vivente. Ha solo sedici anni ed è figlia d’arte di settima generazione. È stato suo padre a impartirle le prime lezioni di violino e pianoforte. All’età di cinque anni, più o meno la stessa degli esordi di Mozart, riscuote il suo primo grande successo come pianista in un concerto di Ennio Morricone. A dieci viene proclamata la più giovane professoressa dell’Universi- tà per la Pace di Assisi. É la prima violinista al mondo ad eseguire in un solo recital, a soli dodici anni, tutti i ‘Capricci’ di Paganini. Titoli accademici, premi, incisioni, concerti in tutto il mondo. Si esibisce anche di fronte a due papi. Inimmaginabile che cosa potrà fare in futuro con il suo preziosissimo violino che è uno strumento di famiglia: un Guarnieri dalla voce morbida, intensa, dolcissima anche nelle note più acute. Massimo Spada, ventiquattrenne, è stato pure avviato precocemente agli studi di pianoforte. Diplomato con il massimo dei voti e la lode, vincitore assoluto di concorsi nazionali e internazionali, ha preso a collaborare con numerosi musicisti, continuando a moltiplicare le sue esperienze e a perfezionarsi. Prima dell’inizio del concerto la chiesa di S. Marco è stata descritta, con massima competenza, dalla dott.ssa Mozzoni. Una cornice bellissima, suggestiva, non alterata o contaminata nel tempo da interventi impropri, ma uno spazio raramente usato per manifestazioni musicali perché non dotato di un’acustica perfetta. Non importa: quanto è stato ascoltato ha dato ugualmente misura dello straordinario virtuosismo degli interpreti. Nella prima parte erano in programma la Sonata in la magg. di César Franck e ‘Poème’ di Ernest Chausson. Le due opere presentano affinità stilistiche poiché il primo autore fu maestro del secondo. Non solo: C. Franck, definito ‘il Brahms francese’, fu precursore di una scuola musicale alla quale appartennero anche altri compositori; Debussy compreso, in quest’opera già annunciato da una scrittura ariosa che in forma ciclica estende a sconfinati orizzonti una gamma infinita di effetti cromatici. Da ascoltare successivamente, trattenendo il respiro, quattro ‘Capricci’ di Paganini ai quali ha fatto seguito l’Introduzione e Rondò Capriccioso di A. Saint-Saëns, autore tardoromantico fertilissimo, noto soprattutto come operista, che seppe tuttavia anche tenere vivo in Francia l’interesse per la musica sacra, sinfonica, cameristica. Il suo bizzarro, inquieto ‘Rondò’ è considerato un banco di prova per i migliori violinisti. Inevitabile il bis che ha visto di nuovo insieme i due artisti nella ‘Meditazione’, in effetti (‘Intermezzo’) della ‘Thaïs’ di J.Massenet: un’opera che meriterebbe di essere riscoperta anche solo per questa pagina incantevole. Quando l’ultima nota si è spenta nell’aria, dopo un attimo di rapito silenzio si sono liberati gli applausi. Come risvegliati da un sogno i numerosissimi spettatori si sono levati in piedi per una entusiastica ‘standing ovation’. La scienza ha scoperto che la musica ha uno straordinario potere terapeutico. Vero; anche per l’anima. Fotoservizio Augusta Franco Cardinali Nella foto Masha Diatchenko con il suo prezioso Guarnieri e il pianista Massimo Spada Ancona: il Centro Culturale presenta il nuovo libro di Rodney Stark “Gli eserciti di Dio”: i crociati e la loro verità Venerdì 12 novembre alle ore 21.30 presso la sede di Comunione e Liberazione, auditorium di Santa Maria della Piazza, il “Centro Culturale Miguel Manara” propone la presentazione del libro di Rodney Stark “Gli eserciti di Dio” ed interverrà la prof. ssa Elena Traini. Un libro sulle crociate convincente ed equilibrato, lontano dalle recenti diatribe ideologiche e grossolane che le liquidavano come un brutto affare. Stark dimostra che i crociati erano ben lontani dall’intento di colonizzare e che reagivano solo agli attacchi. La loro motivazione fondamentale, per quanto talvolta abusata, era allo stesso tempo difensiva e spirituale. “Un altro libro, ricco e interessante, di questo profondo e illustre autore..” afferma lo storico Jeffrey Burton Russell; ed ancora Philip Jenkins: «Attraverso i suoi numerosi libri, Rodney Stark ci ha obbligato a rivedere molto di quello che presumevamo della storia della cristianità e delle sue relazioni con altre fedi. Ora con questo libro si lancia all’assalto dei facili miti che gli studiosi hanno reso popolari a proposito delle crociate. L’esito è sbalorditivo. Il suo più grande risultato è di farci vedere i crociati nei loro veri termini». Giovanna Ortolani MUSICULTURA TOUR: quattro giovani cantanti in un nuovo spettacolo itinerante La musica d’autore va in giro per le Marche Ritorna la terza edizione di “Musicultura Tour”. Dal 12 novembre al 3 dicembre, quattro tra gli artisti vincitori delle passate edizioni di “Musicultura festival” viaggeranno a bordo di un “bus della musica” attraverso le province marchigiane. Il pubblico potrà, così, vivere - in alcuni dei teatri storici più belli delle Marche, espressione del fascino urbanistico-architettonico della nostra regione - l’emozione di uno spettacolo incentrato sul fascino e la coralità della forma canzone. I nomi dei protagonisti sono noti agli affezionati della rassegna: il gruppo siciliano Cordepazze, vincitore di Musicultura Festival 2009 con il brano “Sono morto da 5 minuti”, al quale è andato anche il Premio Della Critica; il leccese Andrea Epifani, vincitore di Musicultura Festival 2010 col brano “Tzigano della badante”, grazie al quale ha ricevuto anche il Premio della Critica e il Premio per il miglior testo; la palermitana Serena Ganci, vincitrice assoluta di Musicultura 2010 con il brano “Addio” e del Premio Afi per il miglior progetto discografico; infine, la valdostana Naif Herin, vincitrice di Musicultura 2009 con il brano “Io sono il mare”. Con loro ci sarà Paola Turci, una delle anime più coerenti e sensibili della canzone di qualità italiana. L’artista romana ha accolto con entusiasmo la proposta di Musicultura: sarà lei la madrina d’eccezione di questa terza edizione di “Musicultura Tour”, che seguirà amichevolmente in ogni tappa, come già hanno fatto per le passate edizioni Edoardo Bennato e Teresa De Sio. Della carovana farà parte anche Giorgio Montanini, vincitore di “Cabaret amoremio” 2010. Fermano di origine, Montanini è un attore poliedrico, in grado di passare con disinvoltura dal cinema al teatro, al cabaret. Satira e intelligenza accenderanno i suoi interventi nel corso dello spettacolo. La “compagnia” avrà un media partner d’eccezione: Radio Uno Rai, che così conferma e rilancia il pro- prio sodalizio con Musicultura. Saranno le frequenze della radio più ascoltata d’Italia a trasmettere lo spettacolo e a tenere informato il pubblico sul susseguirsi degli appuntamenti. Radio 1 non si limiterà ad essere presente attraverso l’etere, sarà protagonista anche sul palco con Gianmaurizio Foderaro, responsabile musicale di Radio 1, e con Carlotta Tedeschi, responsabile della redazione spettacolo e cultura del GR. Il Tour si svilupperà in sette spettacoli, tutti ad ingresso libero. Farà eccezione la tappa di Urbania, per assistere alla quale è previsto un biglietto di ingresso al costo di 8,00 euro. Le città toccate dalla manifestazione saranno Castelfidardo, venerdì 12 novembre; Urbania, sabato 13; Civitanova Marche, il 19 novembre; Petritoli, sabato 20; San Marcello, venerdì 26 novembre; Matelica, il 27; e Camerino, venerdì 3 dicembre. Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito www.musicultura.it. Rosa Coscia 4 Voce della Vallesina attuALITà 14 novembre 2010 Il silenzio sulla caccia ai cristiani in Medio Oriente La storia della città di Jesi e dei suoi personaggi di Remo Uncini L’iniziativa dalla Fondazione Gabriele Cardinaletti “Jesi e il 9cento” ha distribuito per le vie della città sagome, ad altezza d’uomo, di personaggi che hanno vissuto la storia passata e presente e che hanno contribuito alla vita della città nel secolo appena passato. Quasi volessero interloquire con il secolo appena iniziato. Lungo il corso e nelle vie della città, davanti ai negozi, stanno a presenziare l’impegno storico che ognuno di loro ha vissuto, interrogandoci sul presente. Quelle figure del passato rappresentano una forza morale, una idealità, una coesione comunitaria, uno sforzo comune. Quelle persone hanno incarnato valori, obiettivi e finalità che oggi sono diversi ma sempre necessari. Una iniziativa che ha avuto un notevole successo perché ricorda fatti ed episodi che molti di noi hanno vissuto: queste figure indirettamente parlano alla nostra memoria. Ma il tempo è passato! Indietro non si torna! Tutti quei personaggi hanno costruito il nostro oggi. Le loro storie sono state di liberazione, di sviluppo, di impegno civile, di capacità imprenditoriale, di impegno sociale. Dietro di loro ci sono molte altre persone, meno note, con cui hanno vissuto a contatto e che hanno seguito i loro insegnamenti. Potrebbe essere un limite visualizzare solo il personaggio perché dietro di lui c’è la comunità. Oggi viviamo in una società più individualista. Il valore della democrazia da consolidare e lo sviluppo da conquistare hanno coinvolto tutti nel 900 con momenti tragici di scontro. I partiti svolgevano un ruolo di raccordo. Negli anni ‘60 a Jesi il Partito comunista aveva più di 1000 iscritti con diverse sezioni. La Democrazia cristiana aveva più di 700 iscritti. Il partito Repubblicano con quello Sociali- sta avevano circoli ricreativi e associazioni di mutuo soccorso. É vero che le appartenenze erano vissute come fortezze dove regole e principi delineavano i confini, dove la verità di ognuno si scontrava con l’altra verità, ma comunque c’era una mediazione. Oggi viviamo in una società dove la politica è diventata telematica. Il rapporto tra il cittadino e la società è delegato. La politica ha altri mezzi di comunicazione. I partiti nella città non esistono più come momento di aggregazione. Il Partito Democratico in cui è confluita anche una parte della componente della Democrazia cristiana, non ha più di trecento iscritti. Il Partito Socialista e il Partito Repubblicano sono molto ridotti. Partiti nuovi oggi governano il paese attraverso la televisione. C’è un diffuso individualismo. Ridotto è l’impegno politico. I giovani non sono attratti dalla politica, non collegano quello che vivono alla storia del proprio paese. “Che impatto hanno quelle sagome nei confronti dei giovani?” Vedendoli riescono solo a percepire il tempo che li separa da loro. Il compito non è solo quello di ricordare, ma è anche dare continuità, offrire obiettivi, coinvolgere in un tempo diverso, ma sempre problematico, con nuove sfide e pericoli. Nella foto, la sagoma del personaggio Giuseppe Pirani davanti la chiesa di San Giuseppe di Riccardo Ceccarelli Le notizie vengono bruciate nel giro di poche ore o di qualche giorno, quelle relative ad Avetrana e al caso Scazzi resistono da settimane, fatte vivere da una curiosità che ha quasi del patologico in un intreccio interessato da parte del mondo dell’informazione e della pubblica opinione. Ci si è pressoché dimenticati del massacro nella cattedrale siro-cattolica di Baghdad di domenica 30 ottobre con 50 morti, tra cui dieci donne, 8 bambini e due sacerdoti. Una ennesima strage di cristiani da parte di terroristi musulmani. Una autentica caccia (potrebbero esserci parole meno dure, ma la realtà non cambia) ai cristiani che da anni si sta sviluppando non solo in Iraq ma in tutti gli stati islamici del Medio Oriente, caccia che ha ridotto drasticamente la presenza cristiana in quelle nazioni, costringendoli ad emigrare. «Secondo stime attendibili oltre 350.000 fedeli caldei, siro-cattolici, armeni e latini sono stati costretti a lasciare l’Iraq negli ultimi anni» (“Avvenire”, 2 novembre). Si sta assistendo alla fase conclusiva della “desertificazione del cristianesimo d’Oriente” iniziata da più di mille anni in quelle terre dove i cristiani erano lì prima dell’Islam. Costretti a fuggire non solo ma perseguitati. Il massacro di domenica 30 non è che l’ultimo più eclatante epi- La famiglia in Regione Maggiori risorse al Fondo regionale destinato ai Comuni per gli interventi di sostegno alla famiglia. Lo ha stabilito la Giunta regionale in una delibera su cui è stato richiesto il parere della Commissione consiliare e del Consiglio delle Autonomie locali. “Questo provvedimento – ha dichiarato l’assessore regionale alla Famiglia, Luca Marconi, proprio in questi giorni presente a Milano alla Conferenza nazionale sulla famiglia – è un segnale forte da parte della Regione, in attuazione del programma di governo. Nonostante le nuove difficoltà, miglioriamo l’impegno iniziale, incrementando il fondo fino al 1.700.000 euro; cifra che sale a 2 milioni e 40 mila euro se si considera la compartecipazione del 20% da parte dei Comuni.” Terre Elementari Buon Natale Oggi, 5 novembre 2010, ho ricevuto gli auguri di Buon Natale. Non solo io, ma tutti quelli che transitando per un certo viale hanno alzato gli occhi verso un grande manifesto di pubblicità commerciale. Grazie, ho risposto con il pensiero. E subito dopo ho anche pensato che erano le ore 9,30 del 5 novembre. Caspita, che anticipazione, che tempismo. Auguri senza dubbio pensati qualche settimana prima per realizzare la grafica e stampare il manifesto. Qualche altra settimana per prenotare gli spazi di affissione. Qualche settimana, ancora prima, per ideare e progettare la campagna pubblicitaria. Settimana più, settimana meno, chi si sarà occupato di questi auguri ci avrà pensato mentre forse era in vacanza. Certo, Natale richiama “anche” le vacanze, specie quelle scolastiche. Richiama la gratifica della tredicesima, la settimana bianca, i pranzi e le cene familiari, un clima di bontà sociale che attraversa il nostro Paese da Nord a Sud, da Est a Ovest. Non vorrei toccare il tema della religiosità – da cui tutto nasce… - ma soltanto immaginare come gli Auguri del Natale Commerciale siano stati immaginati. Tutto per stare dentro il “tempo” giusto ed efficace degli Auguri del Na- tale Commerciale. Stupirsi non vale la pena, chè la contaminazione tra i valori della vita economica e gli altri valori non-economici è ormai nella prassi della nostra vita quotidiana. Ho appena fatto in tempo a pensare quanto sopra che, con grande altro “tempismo”, mi sono accorto di essermi quasi fermato: essendo in automobile ho rischiato di procurarmi un tamponamento. E così, nel riprendere la marcia mi sono regalato un bel complimento di stupidità. Per aver “accettato” quegli auguri così anticipati? Certo. Per aver pensato a tutte quelle cose? Certo. Così facendo ho comunque reagito come un consumatore reagisce alle informazioni pubblicitarie. Comunque sia, nonostante tutto… gli Auguri del Natale Commerciale sono arrivati diritti diritti al cuore della mia vita quotidiana. Efficaci strumenti di marketing. Inserendo la marcia e dando acceleratore alla mia automobile ho anche capito che già ero pronto per le vacanze natalizie, ero già al nastro di partenza, per la grande gara annuale del consumo. Per carità, non ho niente contro il consumo. Sempre chè, spero, non venga “consumato” anche il Natale. Silvano Sbarbati sodio. “Su 65 monasteri e chiese censiti nella capitale irachena, una quarantina hanno subito uno o più attentati negli ultimi sette anni”. Due righe su qualche giornale, poi silenzio assoluto: fatti che non costituiscono “notizie”. Se ne parlasse almeno nelle nostre chiese. Anche qui silenzio praticamente assoluto. Come per la strage del 30 ottobre. Benedetto XVI ne ha parlato all’Angelus del primo novembre. Non so quanti ne avranno almeno fatto cenno nelle omelie dello stesso giorno. Probabilmente ha prevalso un silenzio “politicamente corretto” nei confronti dei terroristi musulmani e del mondo cui essi fanno riferimento, senza accorgersi che in questo modo si è in un certo senso complici della desertificazione del cristianesimo in Oriente, cui probabilmente neanche il Sinodo sul Medio Oriente, da poco conclusosi in Vaticano, riuscirà a porvi rimedio. Tra i pochi che insieme al Papa hanno fatto sentire la loro voce il giorno dei Santi, c’è stata quella di Mons. Luigi Negri, vescovo di San Marino-Montefeltro, che ha detto in cattedrale: “Si vede chiaro ogni giorno che passa, in barba a tutti gli irenismi e a tutte le ricerche delle moderazioni, che il terrorismo internazionale ha un obiettivo esplicito: la conquista islamica del mondo. Io mi auguro che la Santa Chiesa Cattolica non abbia a tergiversazioni o incertezze, che abbia il coraggio di indicare in questo un evento assolutamente straordinario di martirio ricevuto da coloro che, ripeto, hanno nel fondo del cuore l’intendimento di eliminare la vita cristiana, la presenza di Cristo e della chiesa nel mondo”. Quanti hanno avuto il coraggio di dire questo? Molti, o i più, sono stati in silenzio per opportunità. Questo però non è il coraggio della verità. Si stanno chiudendo gli occhi di fronte all’evidenza. Tante le voci inascoltate. L’ultima quella di Bernard Lewis, a livello mondiale una delle voci più autorevoli sull’Islam e sul medio oriente, professore emerito di Studi sul vicino oriente all’Università di Princeton, New Jersey (USA), che tra l’altro dice: “Qualunque territorio che un tempo faceva parte dell’Islam doveva rimanere tale per l’eternità ed essere riconquistato il prima possibile, e non parliamo solo di Israele: si tratta anche della Sicilia, della Spagna, del Portogallo, dei Balcani, e via dicendo. La prima fase consiste nel cacciare i non credenti dai territori dell’Islam. La seconda è riappropriarsi delle terre perse, e la terza è la conquista del mondo intero” (cfr. intervista in “Il Foglio”, 23 ottobre 2010, p. VII). E noi siamo sotto scacco senza accorgercene. Quando ce ne accorgeremo sarà troppo tardi. Personalmente credo che lo sia già, avendo abdicato alle nostre radici. Che Dio ci apra gli occhi. PILLOLEdiRISORGIMENTO di Massimo F. Frittelli Nel 1854 Sua Maestà britannica prima, l’Imperatore dei francesi poi, dichiaravano guerra alla Russia. L’anno successivo, e ad operazioni belliche avviate, abilmente s’inseriva la diplomazia del Regno di Sardegna, pilotata da Camillo Benso conte di Cavour. Il Primo ministro sabaudo si diceva favorevole alla “causa della Sublime Porta” e su sollecito degli anglo-francesi avviava la “nostra prima operazione straniera”: 15mila uomini inquadrati nel Corpo di Spedizione in Oriente. La guerra russo-turca rappresentava proprio un momento della cosiddetta “questione d’oriente”: la disgregazione, ormai in atto, dell’Impero ottomano poneva alle Monarchie occidentali il problema della spartizione dei suoi territori, primo fra tutti quello balcanico, riaccendendo la competizione e la conflittualità per il predominio in Europa. Nei giochi d’equilibrio tra le grandi potenze, Cavour coglieva l’occasione per portare il Piemonte di Vittorio Emanuele II alla ribalta internazionale. In Crimea i “sabaudi” hanno partecipato alla battaglia nella valle della Chernaya (dall’omonimo fiume) e all’assedio di Sevastopol’, la potente piazzaforte russa espugnata dagli “alleati” nel settembre del 1855. Con la caduta di Sebastopoli finiva anche la “guerra d’Oriente” e cinque mesi dopo i rappresentanti delle potenze belligeranti si riunivano a Parigi. Il Contingente sardo-piemontese poteva rientrare nei “Regi Stati” ma con 2.000 soldati in meno e senza il suo comandante, il generale La Marmora, ucciso dal colera. Le trattative per l’armistizio sono pesate sul trentasettenne Alessandro II Romanov, succeduto al padre Nicola I. La cessazione delle ostilità veniva confermata con il Trattato di pace ratificato il 27 aprile 1856. Tra le clausole l’imposizione all’Impero zarista di smilitarizzare il Mar Nero e la rinuncia alle richieste di protezione russo-ortodossa sui cristiani dell’Impero Ottomano. Condizioni pretese e mantenute almeno fino alla sconfitta francese nella Guerra francoprussiana del 1870-71 che generò la Comune di Parigi: la prima, breve, applicazione di “socialismo reale” in Europa. Oramai i nuovi “gendarmi internazionali della reazione” erano diventati Francia, Inghilterra e Austria, che dopo i “fatti di Crimea” confinavano la Russia, dispotica e semifeudale, sempre più a oriente. Con una politica estera diplomatica e scaltra, il Primo ministro sabaudo realizzava il suo progetto. Protagonista a Parigi con i “vincitori”, riusciva a portare il “Piemonte” al rango di Stato, così che la “questione italiana” poteva essere riconosciuta come qualcosa di cui l’Europa progressista doveva in qualche modo occuparsi. Acquistato prestigio il Regno sardo-piemontese si guadagnava, agli occhi del movimento liberale italiano, il ruolo di protagonista della lotta contro l’Austria e quello di guida nel processo di unificazione nazionale. La guerra di Crimea aveva reso Napoleone III arbitro della politica europea e, in questa nuova realtà, l’Imperatore francese e il Conte piemontese nel luglio del 1858 si accordavano segretamente in funzione antiaustriaca nella cittadina termale di Plombières, in Lorena; trattato formalmente siglato l’anno dopo e presupposto per lo scoppio della Seconda guerra d’Indipendenza. La “guerra d’Oriente” aveva aperto nuovi orizzonti al Regno sabaudo che, infranto l’isolamento sullo scacchiere internazionale, stava diventando potenza marittima mediterranea e nella Penisola con le ferrovie, i porti, le opere pubbliche e lo Statuto Albertino (che Vittorio Emanuele II tendeva ad interpretare in maniera restrittiva al contrario del suo Primo ministro che lavorava per cambiare la monarchia dei Savoia da costituzionale a parlamentare, sul modello inglese) consolidava la propria egemonia politica e culturale. Dopo aver diretto per nove anni la “politica italiana”, Camillo Benso conte di Cavour si spegneva a 51 anni senza essere riuscito a vedere né il Veneto annesso al Regno d’Italia, né Roma sua capitale. Settantadue anni dopo “Porta Pia” le Regie Forze Armate italiane, con la Decima Flottiglia MAS, tornavano nella baia di Sebastopoli a fianco di tedeschi e rumeni contro l’Armata Rossa, alleata con Stati Uniti d’America, Gran Bretagna e parte della Francia. Nella Crimea orientale viveva già una piccola comunità italiana, soprattutto pugliese, giunta agli inizi dell’Ottocento a Kerch, sull’omonimo stretto che collega il Mar d’Azov al Mar Nero. Dopo il Secondo conflitto mondiale altri italiansky si sono diretti in Crimea. Dal 1952 per l’Associazione dei Pionieri d’Italia la meta, ambita ma esclusiva, è stata Artek: il più grande e prestigioso campo della “gioventù sovietica”, ad una quarantina di chilometri ad est di Sebastopoli - diventata intanto “città eroe” dell’Urss - e vicino a Yalta. Massimo F. Frittelli (Continua) Voce della Vallesina Vallesina 14 novembre 2010 5 Prossimamente in scena al Teatro Moriconi per il Centro Studi Calamandrei GRAZIE ALL’ARTE DEL TEATRO LUCE-RES HUMANAE Un episodio sconosciuto della seconda guerra mondiale Nelle pieghe della storia sono riposti fatti che restano nell’ombra, ignorati perché si tende spesso a semplificare, a tagliare di netto, ad accatastare sommariamente o a ridurre in blocchi granitici gli eventi. Non è così semplice. Nella storia, come nella medicina, non si giunge ad una diagnosi corretta senza aver fatto prima un’anamnesi accurata. In realtà anche la storia si può ammalare e a volte fino ad estreme conseguenze se non si cura in tempo. Altro rischio di una sommaria o incompleta visione dei fatti è quello di giudicare con superficialità e di incorrere così in giudizi non esenti da fanatismi. Ma la storia, se inficiata da fanatismi, non andrà mai avanti. Si fermerà o, più spesso, arretrerà. Un fatto trascurato da frettolosi lettori della storia, eppure significativo, è quello raccontato in un testo di Alfio Bernabei, “Il sarto in fondo al mare”; una pièce che il Teatro Luce porterà in scena al Teatro Moriconi il 4 dicembre per il Centro Studi Piero Calamandrei. Il titolo è curioso. Non è però quello di una fiaba da cartoni animati. Si tratta invece di una storia vera, se pure rivisitata in veste narrativa. Giugno 1940. Mussolini ha dichiarato guerra all’Inghilterra che decide di internare come ‘nemici stranieri’ molti italiani già da tempo residenti nel paese. A centinaia vengono fatti imbarcare sulla nave Arandora Star per essere trasportati in Canada. Non importa di che estrazione politica, ideologica o religiosa siano: fascisti, antifascisti o ebrei. L’importante è provvedere ad una deportazione di massa al fine di scongiurare incidenti di qualsiasi natura. Il 2 luglio 1940 però la nave viene affondata da un sottomarino tedesco. Moriranno tutti e con loro sarà seppellita in mare anche la memoria del dramma. Tra gli scomparsi era anche Decio Anzani, un sarto forlivese che era anche Segretario Onorario della Lega Italiana per i Diritti dell’Uomo e responsabile dei fuorusciti antifascisti. E’ a questo personaggio che il dramma di Alfio Bernabei si è ispirato. “Un testo antiteatrale”. E’ la definizione che ne ha dato il regista Paolo Pirani nella conferenza di presentazione dello spettacolo. Ho poi specificato: “Un radiodramma, piuttosto. Per questo non è stata semplice la trasposizione scenica, che sarà anche una prima teatrale”. Altro ha aggiunto: “Decio Anzani ha nel testo un altro nome: Silvio Mursi. Sarà interpretato da Mugia Bellagamba. Una donna, e c’è motivo. È un personaggio emblematico: parlerà lei come memoria storica di una persona che non c’è più, a significare che sono le donne che portano avanti la vita. La scelta di Mugia Bellagamba ha anche La produzione a cura del Centro Studi Piero Calamandrei è messa in scena dal Teatro Luce – Res Humanae, con il sostegno del Comune di Jesi, della Provincia di Ancona, della Regione Marche, di New HollandGruppo Fiat, e di Banca Marche, ed in collaborazione con la Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi. La regia è di Paolo Pirani, in scena Mugia Bellagamba, Dante Ricci e Nico Alberici. un’altra spiegazione. Si presta a dare continuità dialettica a ‘Processo a Mussolini’, il testo precedentemente rappresentato che costituisce con ‘Festa grande di aprile’ la ‘Trilogia della memoria’ realizzata dal Centro Studi Calamandrei. Luigi Squarzina, autore di un testo di commento su quest’ultima pièce, avrebbe dovuto essere l’ospite d’onore in occasione della prima. Purtroppo è recentemente scomparso. In ottobre”. Alle sue parole si sono aggiunte quelle del presidente Gian Franco Berti: “Lo spettacolo costituisce un contributo alle celebrazioni per l’Unità d’Italia. È uno sforzo di produzione teatrale non indifferente, né da piccola città, tenendo anche presente che in un solo anno il Centro Studi Calamandrei ha realizzato ben tre spettacoli”. Interessante è stato il commento di Dante Ricci, co-protagonista dell’opera con Mugia Bellagamba e Nico Alberici: “Si danno per scontati molti fatti che riguardano la seconda Guerra Mondiale. Questo lavoro teatrale propone invece un modo nuovo di osservare la storia; dal di dentro, alla ricerca di motivazioni profonde”. Giusto; e chissà se un giorno si arriverà a constatare che in qualsiasi guerra anche i vincitori sono alla fine dei perdenti. Fotoservizio Augusta Franco Cardinali Nella foto da sinistra Brutti di Banca Marche, Dante Ricci, Paolo Pirani e Gian Franco Berti. 20 novembre: il coro Regina della Pace ospita il coro di Pozzuoli che intende partecipare alle onoranze centenarie La musica onora Santa Cecilia nel nome di Pergolesi Il mondo musicale, quello che crede che la musica e il canto siano doni del Creatore da condividere con gli altri, si accinge ad onorare Santa Cecilia, la nobile di famiglia romana del II – III secolo morta durante la persecuzione dei cristiani del tempo per mano di Almachio e solo a distanza di secoli venerata come Patrona di cantori e musicanti. Tra le iniziative intraprese in città c’è anche quella proposta dall’Associazione Musicale “Regina della Pace” che il prossimo 20 novembre ospiterà il Coro Polifonico “Exsultate Deo” di Pozzuoli (NA). La scelta di condividere la giornata celebrativa della musica con il gruppo campano non è certamente casuale, anche il coro jesino, infatti, pur con le poche disponibilità economiche sulle quali può contare, ha voluto aggiungersi ad Enti, Istituzioni e Fondazioni nel rendere omaggio a Giovanni Batti- sta Pergolesi nell’anno in cui si ricordano goriano, (Victime Paschalis laude e Ave e si celebrano i 300 anni dalla sua nascita. Maria), un’Ave Maria di T.L. De Victoria, A Pozzuoli, come tutti sanno, Pergolesi due composizioni di A. Scarlatti (Justitie visse gran parte della sua vita e, sempre Domini e Ad Te Domine levavi animam a Pozzuoli il genio musicale, l’innovato- meam) per concludere con due brani re geniale della musica del tempo passò religiosi di Pergolesi: “O Sacrum convia miglior vita il 16 marzo 1736, a soli 26 vium” ed il “Magnificat” per soli, coro e anni. Una vita breve, la sua, ma che ha organo dove si distingueranno le voci di lasciato un segno indelebile nella storia Lia Scognamiglio (soprano), Antonella della musica e tante pagine sublimi tra le Ausanio (contralto), Leopoldo Punziano quali, ineguagliabili, quelle dello “Stabat (tenore) ed Enzo Bucciero (basso). Mater” terminate pochi giorni prima del Dal canto suo il “Regina della pace”, suo addio al mondo. sotto la direzione del M° Diego Pucci Il coro puteolano, diretto dal M° Davi- e l’accompagnamento all’organo di Fade Troìa e accompagnato all’organo dal biola Frontalini, eseguirà un brano di M° Luigi Del Prete, sarà protagonista del J. S. Bach (Darum wir billig loben dich Concerto in onore di Santa Cecilia e a ri- – corale dalla cantata Bwv 1309 e due cordo di Pergolesi in programma sabato, brani di G.F. Hendel tra i quali “From 20 novembre, alle ore 21,15, nella chiesa Armony” tratto dalla “Ode for St. Cedi San Giovanni Battista; nel corso della cili’s day” quale omaggio alla Patrona serata si potranno ascoltare brani in Gre- della musica. Nella foto il coro jesino a Pozzuoli, in Cattedrale, lo scorso 5 giugno mentre esegue un concerto incentrato sullo “Stabat Mater” di Pergolesi. “Banca, rischio, vigilanza” L’Università porta a Jesi i massimi vertici della banca nazionale. Venerdì 12 novembre alle ore 16.30 presso i locali dell’ateneo cittadino Stefano Mieli, Direttore centrale per la vigilanza bancaria e finanziaria della Banca d’Italia, sarà infatti l’ospite d’onore della III Conferenza “Angelo Colocci” di diritto, economia, banca e finanza dal titolo “Banca, rischio, vigilanza: riflessioni alla luce della crisi”. A questo importante appuntamento, oltre a Gabriele Fava (Presidente della Fondazione Angelo Colocci) e Alberto Febbrajo (Preside della Facoltà di Giurisprudenza di Macerata), interverranno Michele Ambrosini (Presidente di Banca Marche), Luciano Goffi (Direttore Generale della Banca Popolare di Ancona), Giorgio Galeazzi (Preside della Classe di Lauree in Scienze dei Servizi Giuridici), Diego Piacentino (Direttore del Dipartimento di Studi Giuridici ed Economici di Jesi). Ed è proprio Piacentino, rimarcando l’orgoglio per la presenza nel nostro ateneo delle massime cariche istituzionali del settore, ad anticipare che Mieli tratterà durante il suo intervento dell’evoluzione della macchina finanziaria alla luce dei recenti cambiamenti economici, spiegando in che modo il mondo parabancario nato in questi ultimi anni interagisce con essa. “La convenzione che abbiamo firmato con Macerata – ha sottolineato Fava – prevede la presenza nella nostra Università di una forte attività di ricerca attraverso il Dipartimento di Studi giuridici ed economici. Questa conferenza, giunta alla terza edizione, vede il coinvolgimento di competenze nel settore economico e giuridico molto alte”. 6 14 novembre 2010 contiamo su di voi Corso diocesano in preparazione dei corsi per fidanzati commissione diocesana per la pastorale familiare Il “sacramento” della tenerezza Non capita tutte le domeniche dell’anno di trovarsi a riflettere sul matrimonio e sui legami con la spiritualità e la fede con un personaggio particolare come don Carlo Rocchetta: teologo, scrittore di numerose opere e collaboratore di riviste scientifiche, fondatore e assistente spirituale - da ormai otto anni- del centro familiare Casa della tenerezza di Perugia, che si occupa dell’accoglienza di coppie in difficoltà, della formazione alla vita coniugale e dello studio sulla teologia del matrimonio e della famiglia. Ci eravamo già visti a Perugia, con il nostro gruppo famiglie “Divino Amore”. Presenti all’incontro del 31 ottobre alcuni componenti del Consiglio Diocesano per la Pastorale Familiare. Ha parlato del senso dell’amore, qualcosa che appare così complicato da cogliere, anche se può dimostrarsi la cosa più semplice e grande che un uomo o una donna possano compiere. «È un po’ come nascere - ha detto don Carlo- tutti lo facciamo, ma nessuno è in grado di spiegare come abbiamo fatto. Ecco, l’amore nasce senza avvertire, chiama inaspettatamente e noi sentiamo di doverlo seguire. Nel matrimonio, il sacramento della tenerezza, bisogna quotidianamente risvegliare il sogno e la gioia di essere sposi. Perché il sogno di chi ama si avvera nell’essere felici insieme.» Ha analizzato poi le situazioni di crisi e di conflittualità vissute nel matrimonio, le lacerazioni dolorose che portano a rotture definitive. Le statistiche parlano dei matrimoni che finiscono come di un fenomeno dai contorni disastrosi, con una media di un matrimonio su due con separati o divorziati. Ha parlato delle coppie in crisi, evidenziando che questo momento può diventare un passaggio a un nuovo stadio della vita di coppia. «Una coppia in crisi ha perso la speranza –ha detto don Carlo- e questa deve essere ritrovata grazie al sostegno degli altri. La vita di coppia non è cosa semplice, essa è allo stesso tempo incontro e scontro, reciprocità e settorialità, indipendenza e corrispondenza, felicità e difficoltà. Non vi sono coppie che nascono felici, ma esse divengono tali. L’aiuto e il sostegno a queste coppie è un urgenza assoluta.» Nella riflessione è emersa la necessità di reimpostare tutta la pastorale della diocesi mettendo la famiglia al centro. Ricordando che la chiesa è una famiglia di famiglie. Le prime comunità sono nate nelle case dei cristiani, le chiese domestiche. Il Direttorio di Pastorale dice chiaramente, al numero 96, che le famiglie devono avere cura materna dalla chiesa, in particolare quelle lontane, ferite, in difficoltà. Don Carlo ha proposto la possibilità, dopo un cammino di formazione per un gruppo di famiglie, di aprire una Casa della Tenerezza nel nostro territorio, per recuperare il senso della «famiglia come prima comunità di vita, di amore, per entrare concretamente in questa prospettiva della famiglia: una comunità di tenerezza ad immagine di Dio. Una comunità nella quale la tenerezza diventa l’anima, il cuore pulsante del rapporto tra marito e moglie, tra genitori e figli, fra fratelli e sorelle. Una comunità che in qualche misura, per quanto possibile umanamente, riproduce quel mistero di amore che costituisce l’essere di Dio, che vive in sé stesso questa eterna comunicazione tra il Padre, il Figlio e lo Spirito. La famiglia come riflesso storico di questo mistero ineffabile della Trinità.» A conclusione dell’incontro, Rocchetta ha narrato la storia di un asceta indiano in meditazione. Ad un certo punto, mentre sta per arrivare un’inondazione, viene chiamato, ma lui risponde: «Il Signore mi salverà». L’acqua sale ancora e qualcuno ritorna per aiutarlo, ma lui si ostina a non andare, sperando nella salvezza divina. Quando l’acqua sale ancora per la terza volta cercano di convincerlo, ma non c’è nulla da fare. Arriva l’inondazione e l’asceta muore. Si presenta davanti a Dio che gli chiede come mai non si è salvato. Lui replica che aspettava il suo aiuto. Dio gli risponde: « Per ben tre volte ti ho mandato a chiamare, più aiuto di questo!» Di fronte a un tessuto sociale che si sta sgretolando, non possiamo aspettare che la marea del mondo si porti via tutto, ma dobbiamo mettere in salvo, quanto prima, la famiglia. Marco Mazzanti Voce della Vallesina psicologia e società di Cari ministri del nostro governo e cari uomini della politica che in esso vi riconoscete, da questa pagina di Voce titolata saggiamente Psicologia e Società, vorrei farvi arrivare il mio contributo, convinto che la psicologia può essere d’aiuto all’uomo anche nell’analizzare e nell’affrontare i suoi problemi sociali. Vi scrivo questi pensieri con la speranza che vi possiate dare il permesso di ascoltarli. Fino in fondo. E se pure, alla fine, non sarete d’accordo con me, almeno abbiamo provato a dialogare. Se poi qualcuno di voi vorrà anche rispondermi esprimendo le sue idee, ben venga. Da un po’ di tempo a questa parte in Italia siamo tutti immersi in un mare di polemiche. Buona parte delle quali si agganciano - a torto o a ragione - a comportamenti e atteggiamenti del nostro primo ministro. Se guardate bene, vi accorgete anche voi che, non appena succede qualcosa, immediatamente, l’opposizione ci si butta a capofitto. Arrivando perfino a perdere il controllo delle proprie parole e dei propri pensieri. Con offese e gravi mancanze di rispetto. Di quel rispetto che, in un paese civile, si deve a qualunque cittadino - compresi, naturalmente, gli uomini di governo. Dall’altra parte, poi, cioè da parte della maggioranza, si risponde per le rime. Toni accesi, parole rissose, offese personali, giudizi tranchant, vocabolario di poca, molto poca decenza. A questo punto credo che Federico Cardinali non serva più neanche chiederci ‘chi comincia’, perché tanto ciascuno darebbe la colpa all’altro. Il fatto è che tutto questo fa sì che il governo fa fatica a svolgere i suoi compiti, e maggioranza e opposizione s’incastrano a vicenda nell’offesa/difesa del presidente del consiglio. Ora vorrei invitarvi a guardare bene quest’uomo. A guardare la sua stanchezza. La stanchezza di un signore che ce l’ha messa tutta. Che con tutte le forze ha lottato per realizzare il suo progetto per l’Italia. Il punto è che la stanchezza, quando oltrepassa certi limiti, fa brutti scherzi. Chi di noi non l’ha sperimentato qualche volta? Parole sbagliate con la moglie (o il marito), parole disordinate con i figli, risposte inadeguate ai nostri superiori nel lavoro. Perfino gesti o atteggiamenti di cui, in un momento di ritrovata lucidità, siamo i primi a vergognarci e a chiedere scusa. Quando però la stanchezza diventa cronica, essa diventa una malattia e come ogni malattia che oltrepassa il confine della cronicità, ci pone nella condizione di non riuscire più a fare bene il nostro lavoro e a vivere bene le nostre relazioni. È a questo punto che succede un fatto pericoloso: chi arriva a un simile stato è l’ultimo che è capace di riconoscerlo. È così che funziona la nostra mente. Mentre siamo capaci di riconoscere se siamo affetti da una qualche malattia che tocca il nostro corpo, anche la più grave, diventiamo incapaci di riconoscere il limite in cui ci pone un esaurimento mentale. Questo è il maggior problema che incontrano la medicina e la psicologia quando devono intervenire per curare chi non sa riconoscere il suo stato di bisogno. È a questo punto che diventa più necessario il sostegno e il supporto di chi ci è amico, di chi ci vuole davvero bene. Tutto questo per dirvi che voi ora potete molto. Per il presidente del consiglio e per l’Italia. Voi, ora, forti della maggioranza che gli italiani vi hanno dato, avete il compito di prendervi cura sia della persona che vi ha portato a tanto successo, sia del paese, che ha un grande bisogno di uscire dalle sabbie mobili in cui rischia di impantanarsi. Solo voi potete aiutare l’attuale capo del governo a farsi da parte e lasciare che la sua maggioranza lavori, con profitto, per il bene del paese per il quale lui per primo si è tanto speso. Solo voi potete aiutarlo a comprendere che le tante polemiche in cui si vede immerso sono provocate anche da certi suoi comportamenti. Che sicuramente farà in buona fede, ma che, se da una parte sono il segno della sua ‘stanchezza’, dall’altra rischiano di alimentare la paralisi nella politica italiana. Chi vi scrive è un cittadino inesperto nei giochi della politica. È un uomo che ha passato, e sta passando, la sua vita a prendersi cura di quelle persone che soffrono perché vedono esaurirsi le loro ‘batterie’ e, soprattutto, di quelle persone che, sfinite ed esauste per la fatica fatta a dialogare con la vita, rendono sempre più difficile la vita a chi sta loro vicino. In famiglia e negli ambienti di lavoro. Il problema è che quanto più una persona è in alto nella scala sociale e importanti e vasti sono i compiti che deve svolgere, tanto più il danno che può fare è grande. Rischia perfino di distruggere quanto, fino a quel momento, di buono aveva costruito. Lo so che questi pensieri possono sembravi di parte. Ma vi assicuro: almeno in questo momento, ‘di parte’ non sono. Sono il segno di una grande preoccupazione. Pensateci bene. Siamo nelle vostre mani. È naturale che lui non potrà mai ascoltare le parole dell’opposizione. Tanto più finché queste continueranno a coniugarsi come aggressioni e offese. Di voi, invece, il presidente si può fidare. Siete i suoi uomini scelti. Magari molti di voi gli sono anche amici. Ed è nel momento del bisogno che si vede un vero amico. Cari ministri e cari politici della maggioranza, in questo momento contiamo su di voi. Se poi, invece, non potete o non volete farci niente e deciderete di lasciare il campo, a noi non resta che sperare che l’attuale opposizione, superando il facile gioco delle polemiche, sappia produrre un programma di governo che ridìa ossigeno a questa nostra Italia. E se ora siete arrivati a leggere fin qui, vi ringrazio per la vostra attenzione. E buon lavoro! Chi vuole scrivere allo psicologo può farlo o per e-mail ([email protected] o [email protected]) o per posta a Voce della Vallesina - colloqui con lo psicologo - P.za Federico II, 8 - 60035 JESI 14a Giornata Nazionale della Colletta Alimentare: sabato 27 novembre Nella diocesi volontari impegnati in sei supermercati La GNCA è ormai diventata il più grande evento italiano di solidarietà. È dal 1997 che la “Fondazione Banco Alimentare Onlus” organizza, l’ultimo sabato di novembre, questo appuntamento che coinvolge e sensibilizza la società civile al problema della povertà, attraverso l’invito a un gesto concreto di condivisione: fare la spesa per chi ha bisogno. Durante la giornata, presso una fittissima rete di supermercati coinvolti su tutto il territorio nazionale, ciascuno potrà donare parte della propria spesa per rispondere al bisogno primario di quanti vivono nella povertà, una condizione che in Italia è purtroppo sofferta da oltre tre milioni di persone. L’appello che ci arriva della Rete Banco Alimentare è quello di donare olio, omogeneizzati, alimenti per l’infanzia, tonno, carne, legumi in scatola, pelati e sughi per aiutare 8.000 enti e 1.500.000 poveri. Sono oltre 100 mila i volontari mobilitati e coinvolti ogni anno; oltre 7.000 i supermercati e gli ipermercati aderenti; più di 5 milioni sono gli italiani che acquistano cibo per chi non può farlo; 8.600 sono state le tonnellate di alimenti raccolti nel 2009 (equivalenti al carico di 670 TIR e al valore commerciale di 29 milioni di euro); oltre 7.700 le strutture assistenziali che ricevono gli alimenti e poi li distribuiscono ai bisognosi. La Colletta Alimentare si svolgerà quest’anno in un contesto significativo. Il “Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali”, nell’ambito delle celebrazioni per il “2010 Anno Europeo della Lotta alla Povertà e all’Esclusione Sociale” ha infatti individuato nella “Giornata Nazionale della Colletta Alimentare” il momento paradigmatico e conclusivo di questa importante iniziativa europea. Mons. Mauro Inzoli, Presidente Fondazione Banco Alimentare Onlus spiega le radici di questo gesto: «“La Carità è il dono più grande che Dio ha fatto agli uomini… perché è amore ricevuto e amore donato (Caritas in Veritate)”. Ogni essere umano infatti è oggetto di una preferenza di Dio, che si è donato totalmente e gratuitamente a ciascuno. È questa certezza che genera la nostra speranza e ci sostiene nel rivolgere a tutti l’invito a partecipare alla Giornata Nazionale della Colletta Alimentare. Per sperimentare come anche il gesto di fare la spesa e donarla a chi è più povero possa essere l’occasione sorprendente di un immediato e positivo cambiamento per sé il cui riverbero può raggiungere la società intera». Vuoi dedicare al Banco Alimentare una parte del tuo tempo durante la Giornata Nazionale della Colletta Alimentare? Entra anche tu a far parte della squadra di volontari che ogni anno contribuiscono alla realizzazione di questa giornata di solidarietà. Per info e adesioni: 380/3309809. Giovanna Ortolani All’Auser un corso di formazione L’associazione Auser Media Vallesina organizza a Moie, presso la sede Avis, il corso di formazione: L’assistenza domiciliare leggera agli anziani. Gli incontri si svolgeranno il 18 – 19 - 22 – 23 novembre dalle ore 18:00 alle ore 19:30. Il programma prevede il 18 novembre l’intervento del dott. Sergio Cascia che parlerà di iter sui percorsi di ospedalizzazione. Seguirà il 19 una relazione sul tema: “L’iter per le pratiche di invalidità”. Nei giorni 22 e 23 la dott.ssa Ada Mastrolorito (responsabile Filo d’argento) e la dott.ssa Francesca Morra relazioneranno sull’importanza del volontariato, sull’impatto del lavoro di cura, sulla valutazione delle esigenze dei volontari, sul valore della comunicazione, sul sostegno emotivo e sul lavoro di supervisione. Voce della Vallesina LA CHIESA LOCALE vita ecclesiale Parola di Dio 14 novembre 2010 14 novembre 2010 - 33a domenica del tempo ordinario - anno c Solo la parola di Gesù è capace di illuminare dietro a loro, ci si rimette in tutti i modi: nello spirito, nell’anima e nell’economia. Aiuto, come vero cristiano, chi incappa in simili personaggi o ci sto cadendo anch’io nella loro rete? Dal Vangelo secondo Luca (Lc 21,5-19) IL DIARIO DEL VESCOVO GERARDO Venerdì 12 novembre Esercizi Spirituali con i prossimi Diaconi di Senigallia Ore 18: San Francesco di Paola, S. Messa per defunti della New Holland Sabato 13 novembre Esercizi Spirituali con i prossimi Diaconi di Senigallia Ore 17: Cattedrale, ordinazione Sacerdotale di Fra Enrico Maria Mimmotti Domenica 14 novembre Esercizi Spirituali con i prossimi Diaconi di Senigallia Ore 15.30: Seminario, Corso per operatori della Pastorale familiare Ore 21: Incontro con il Gruppo di discernimento Vocazionale Martedì 16 novembre Ore 11: Serra de’ Conti, S, Messa nella festa del patrono Ore 16: Riunione del Consiglio Diocesano per gli affari Economici Giovedì 18 novembre Ore 9.30: Riunione del Collegio dei Consultori Sabato 20 novembre Ore 16,30, Museo diocesano, conferenza su Chiara Luce Badano Ore 18.30: Parrocchia san Pietro Martire, S. Messa nella festa di Santa Elisabetta d’U. Domenica 21 novembre Ore 7.30: Monastero delle Clarisse, S. Messa Ore 11: Monteprandone, S. Messa al Santuario di San Pacifico Ore 15.30, Seminario, Corso per operatori della Pastorale familiare Ore 21: Incontro con il Gruppo di discernimento Vocazionale 7 Mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sia distrutta». Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine». Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo. Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governanti, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né combattere. Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita». Commento L’evangelista Luca vuole dimostrare che i fatti avvenuti sono stati previsti da Gesù nel giusto loro valore, quindi le sue predizioni si sono avverate. Poi fa il balzo verso l’avvenire, per dire che anche questo sarà profeticamente vero. In questa speranza finale vive la comunità cristiana futura fino ai nostri giorni, per cui essa anche oggi è in attesa della venuta finale di Gesù. Mi soffermo su due espressioni: Badate di non lasciarvi ingannare (in greco: planào); e: Io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere… (in greco: anthìstemi). Badate di non lasciarvi ingannare Il verbo planào (ingannare) significa anche sviare, fuorviare, indurre in errore, andare errabondo, essere esitante, essere dubbioso. I vari sinonimi indicano sempre il senso del produrre incertezza sia in senso materiale e sia in senso interiore. Gesù non si preoccupa di dare una risposta sul segno della rovina di Geru- salemme, ma sulla sua venuta finale che non va presa in senso imminente, ma in senso spirituale. Secondo l’evangelista Luca il futuro è già presente nel vivere adesso, oggi la fedeltà a Gesù, tutto il resto crea solo incertezza e angoscia inutili. Quindi occorre non ascoltare quelli che usurpano il titolo di Messia e predicono l’imminenza della propria manifestazione al mondo, intendendo di essere inviati da Dio come salvatori del mondo. Negli Atti degli Apostoli si parla di un certo Teuda e di Giuda Galileo (Atti 5,36-37), ma questi falsi salvatori sono esistiti lungo i secoli ed esistono anche oggi, basta guardare la storia antica e recente. Gesù vuole smascherare questi seduttori. Il pericolo è che costoro addirittura si mimetizzano dietro le stesse parole di Gesù: usano i suoi stessi modi di esprimersi e fanno anche proseliti. Solo la parola di Gesù è capace di illuminare per non cadere nella rete di costoro. Quanti cristiani, anche oggi, vanno dietro a maghi, fattucchieri, imbroglioni di ogni genere! Guai a correre Io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere… La prima grande persecuzione contro i cristiani a Gerusalemme alla fine si risolve con il dono dei martiri, ma anche con la costrizione a uscire da questa città e annunciare Gesù Cristo nelle regioni vicine, quindi produce un’abbondante espansione del Vangelo. Ciò che avviene nei primi tempi della Chiesa, si ripete lungo i secoli: quando la Chiesa è perseguitata, riprende vigore ed espansione. È il sangue dei martiri che diviene nuovo seme che germoglia tra i popoli. È per questo che Gesù raccomanda ai suoi discepoli di non preoccuparsi delle violenze subite, perché sarà lo Spirito Santo a suggerire le parole giuste al momento giusto. Sarà lui, Gesù, ad assisterli con l’azione, praticamente, di tutta la SS. Trinità, cioè forniti di forza divina e di sapienza che viene dall’alto. Basta ricordare il diacono Stefano, come si narra negli Atti degli Apostoli: «Stefano intanto, pieno di grazia e di potenza, faceva grandi prodigi e segni tra il popolo. Allora alcuni della sinagoga detta dei Liberti, dei Cirenei, …si alzarono a discutere con Stefano, ma non riuscivano a resistere alla sapienza e allo Spirito con cui egli parlava» (Atti 6,8-10). Non sono i discepoli di Gesù ad essere ridotti al silenzio, ma gli avversari ad ammutolire. È chiaro che Gesù incoraggia i suoi discepoli all’ottimismo, perché il Vangelo avanzerà comunque, nonostante le situazioni avverse. Sembra di vedere il nostro tempo: quanti si scagliano contro la Chiesa e i singoli cristiani! Eppure alla fine vincerà solo Cristo con il suo amore infinito. Vivo in una situazione in cui sembra sparire la presenza di Gesù, io che atteggiamento assumo: di sfiducia o di speranza? P. Silvio Capriotti ofm Frà Enrico Maria sacerdote Sabato 13 novembre alle ore 17 in Cattedrale, a Jesi, si svolgerà il rito dell’ordinazione sacerdotale di padre Enrico Maria Mimmotti. Domenica 14 novembre alle ore 11,30 padre Enrico celebrerà la Messa Novella presso la chiesa di San Francesco d’Assisi di Jesi. Frà Enrico, jesino, è attualmente al convento di Santa Maria dei Monti di Grottammare. Domenica 28 novembre Giornata Missionaria Il gruppo Missionario Diocesano promuove il “Pranzo pro missioni”, domenica 28 novembre alle ore 13 presso il circoletto del Duomo in vicolo delle Terme. Questo pranzo è organizzato come momento di incontro e come occasione per sostenere i missionari partiti dai paesi della Diocesi per far conoscere il Vangelo attraverso la loro parola e il loro servizio nei luoghi più diversi del mondo. Per aderire si può telefonare, entro il 25 novembre, a Vincenzo Frezzotti (0731 212233) oppure ad Angela Mercanti (0731 56134) Movimento dei Focolari - Jesi Circolo Contardo Ferrini - Jesi Sabato 20 novembre 2010 alle ore 16,30 presso la sala teatro del Museo Diocesano di Jesi presentazione della vita di Chiara Luce Badano a cura dell’ins. Jole Ciarmatori Settimanale di ispirazione cattolica fondato nel 1953 Piazza Federico II, 8 - 60035 Jesi An Telefono 0731.208145 Fax 0731.208145 [email protected] www.vocedellavallesina.it c/c postale 13334602 Direttore responsabile Beatrice Testadiferro • Proprietà Diocesi di Jesi • Registrazione Tribunale di Ancona n. 143 del 10.1.1953 • Composizione grafica Giampiero Barchiesi • Stampa Galeati Industrie Grafiche, Imola www.galeati.it • Spedizione in abbonamento postale • Abbonamento annuo 35 euro - di amicizia 50 euro - sostenitore 100 euro • Tutti i diritti riservati • Esce ogni mercoledì • Associato alla Fisc (Federazione Italiana Settimanali Cattolici) • Comitato di redazione: Vittorio Massaccesi, Giuseppe Quagliani, Antonio Quaranta, Antonio Lombardi Ai sensi dell’articolo 13 del D. Lgs 196/2003 (Codice privacy) si comunica che i dati dei destinatari del giornale sono contenuti in un archivio informatico idoneo a garantire la sicurezza e la riservatezza. Saranno utilizzati, salvo divieto espresso per iscritto dagli interessati, oltre che per il rispetto al rapporto di abbonamento, anche per proprie attività istituzionali e per conformarsi ad obblighi di legge. che ha partecipato alla cerimonia di beatificazione ed ha conosciuto i genitori della Beata. Chiara Luce, diciottenne, ligure, appartenente al Movimento ecclesiale dei Focolari fondato da Chiara Lubich, è stata innalzata agli onori degli altari presso la chiesa romana della Madonna del Divino Amore, il 25 settembre scorso. I gruppI DeI FoCoLarInI preSenteranno un FILMato e proporranno CantI DeDICatI aLLa Beata eD eSSeguItI neL CorSo DeLLa CeLeBrazIone DI roMa. aI preSentI Sara’ ConSegnato un opuSCoLo SuLLa vIta DeLLa Beata SCrItto DaLL’InS. JoLe CIarMatorI: ChI vuoLe potrà LaSCIare un’oFFerta. LA CITTADINANZA E’ INVITATA 8 Voce della Vallesina pastorale 14 novembre 2010 Iniziata a Monsano la devozione comunitaria al Sacro Cuore I primi venerdì del mese al Santuario disagio 3 Riprendiamo la storia. Glielo vai a dire te a Lea che la domenica, alle 11,00, non sona più le campane? Dopo, però, la senti te!! Che alle 11,30 non c’è più la messa o che c’è una volta al mese? Glielo vai a dire te a tutte le altre vecchiette? A loro, poi? A loro che per 80 anni non ne hanno saltata una, perché io sci non vo a la messa non me pare domenniga? A loro che si ricordano i nomi e cognomi di una sfilza di preti che sono passati in parrocchia da mette’ paura? Eh? A Lea, a Monte Lanaro, ce la potrebbe portare benissimo il figlio, chi dice; e a Teresa ce la porterebbe sua figlia Pinuccia, ché la macchina la porta, ma la messa a San Martino è una cosa ed a Monte Lanaro è tutt’un altro paio di maniche. Voi direte quel che vi pare e la teologia vi dà ragione in pieno, ma a me non me ne importa niente della teologia: io dò ragione a Lea e a Teresa. “Ce toccherà a morì senza prede…” Sentenziò Colomba, seduta a scaldarsi al bel sole dell’autunno inoltrato sul muretto del monumento ai caduti. Ed Elena: “Vorrà di’ che ce sottererà come le pegore!” E lo scontento prese casa a San Martino. A Arnaldo de la Peperina, a Spajiccia, Gni-Gno e Ni’ de Falaschì’ e a certi ominacci che, se il prete c’era o non c’era era la stessa cosa, a vedere che dentro casa le loro vecchie ce se dava’ pena, si innervosirono, si investirono del problema e cominciarono a prendere posizione: “Ve pare giusto a fa’ tribbolà’ ‘na vecchia de ottantanni e più? Eh?” Aveva detto Gni-Gno ad alta voce al circolo. “Ma tanto? Que ha’ da fa’ pure loro?” Provò a dire Ezio che era stato alla riunione col Vescovo. “Que ne so? So solo che senza prede, paremo scordadi da Dio e dal diaolo!” Gli rispose a tono Spajiccia che il più delle volte non sapeva quello che diceva, ma questa volta sì. “Io, sci credo o no, non ce l’ so: ma fin tanto ché campo io, la chiesa s’ha da tené’ aperta! –Concluse Arnaldo che era stimato da tutti per il suo intercalare molto fiorito - E sci Ezio e Luciòla non tiene aperta la porta della chiesa tutto ‘l giorno e tutti i giorni, me sente!” “E, dopo, que hai risolto?” “Niente!” E tutti convennero. In effetti che voleva dire? Non voleva dire proprio niente: era solo la manifestazione storta di un disagio. E così la cosa andò avanti per qualche mese: ogni prima domenica del mese, Enzo andava a prendere don Ivano a Monte Lanaro; lui diceva la messetta sua e Enzo lo riportava a casa. Amen. A gennaio, col freddo e la neve che fece, a don Ivano venne una tosse che ‘bbajava come ‘n ca’ e je se strozzava le parole: bisognava essere cattivi a pretendere che venisse a San Martino. E così a febbraio, marzo… aprile e via discorrendo, niente messa. Il buon Vescovo tamponò con un frate; ma era meglio che non ce l’avesse mandato perché, porettello a lu’, ci veniva quando poteva. Tante volte aveva telefonato all’ultimo momento che non poteva venire e la gente ritornava a casa con l’acido nello stomaco. Quando ci veniva, arrivava col fiato tra i denti diceva messa con tale velocità che pareva che se la mangiava. Insomma, sia che ci veniva, sia che non ci veniva, scontentava tutti lo stesso. Don Maurizio Venerdì 5 novembre alle ore 21, nello stupendo santuario di Monsano “Santa Maria”, ha preso avvio un momento dedicato alla devozione al Sacro Cuore di Gesù, che seguirà per i primi venerdì di ogni mese (il prossimo sarà venerdì 3 dicembre). L’iniziativa è stata voluta dal parroco don Alberto Balducci e dalla sig.ra Annunziata Albertini e rappresenta una proposta a forte intensità spirituale. L’incontro di preghiera è basata sull’adorazione eucaristica con animazione musicale dal vivo e la possibilità della confessione. In particolare l’animazione musicale è molto curata da un gruppo di giovani, con testi musicali inediti e molto curati, con l’uso anche di strumenti a percussione e chitarra. L’incontro ha visto il favore di molte persone della parrocchia e in maniera piacevole si sono visti diversi giovani in “ginocchio” davanti l’Eucarestia, segno che alle proposte impegnate gli stessi giovani rispondono. Questa devozione già praticata nell’antichità cristiana e nel Medioevo, si diffuse nel secolo XVII ad opera di S. Giovanni Eudes (16011680) e soprattutto di S. Margherita Maria Alacoque (1647-1690). La festa del Sacro Cuore fu celebrata per la prima volta in Francia, probabilmente nel 1685. Santa Margherita Maria Alacoque, suora francese, entrò il 20 giugno 1671 nel convento delle Visitandine di Paray-le-Monial (Saone-et-Loire), visse con grande semplicità e misticismo la sua esperienza di religiosa e morì il 17 ottobre 1690 a 43 anni. Sotto questa apparente uniformità, si nascondeva però una di quelle grandi vite del secolo XVII: infatti nel semplice ambiente del chiostro della Visitazione si svolsero le principali tappe dell’ascesa spirituale di Margherita, diventata la messaggera del Cuore di Gesù nell’epoca moderna. Ella già prima di entrare nel convento, era dotata di doni mistici che si accentuarono con la sua nuova condizione di religiosa; ebbe numerose manifestazioni mistiche, ma nel 1673 cominciarono le grandi visioni che resero famoso il suo nome; esse furono quattro rivelazioni principali, oltre numerose altre di minore importanza. Riprendendo dal suo diario, la prima visione avvenne il 27 dicembre 1673, festa di s. Giovanni Evangelista. Gesù le apparve e Margherita si sentì “tutta investita della divina presenza”; la invitò a prendere il posto che s. Giovanni aveva occupato durante l’Ultima Cena e le disse: “Il mio divino Cuore è così appassionato d’amore per gli uomini, che non potendo più racchiudere in sé le fiamme della sua ardente carità, bisogna che le spanda. Io ti ho scelta per adempiere a questo grande disegno, affinché tutto sia fatto da me”. Una seconda visione le apparve agli inizi del 1674; il divin Cuore si manifestò su un trono di fiamme, più raggiante del sole e trasparente come cristallo, circondato da una corona di spine, simboleggianti le ferite inferte dai nostri peccati, e sormontato da una croce, perché dal primo istante che era stato formato era già pieno d’ogni amarezza. Sempre nel 1674 le apparve la terza visione, un venerdì dopo la festa del Corpus Domini; Gesù si presentò alla santa tutto sfolgorante di gloria, con le sue cinque piaghe, brillanti come soli e da quella sacra umanità uscivano fiamme da ogni parte, ma soprattutto dal suo mirabile petto che rassomigliava ad una fornace. Poi Gesù lamentando l’ingratitudine degli uomini e la noncuranza rispetto ai suoi sforzi per far loro del bene, le chiese di supplire a questo. Gesù la sollecitò a fare la Comunione nel primo venerdì di ogni mese e di prosternarsi con la faccia a terra dalle undici a mezzanotte, nella notte tra il giovedì e il venerdì. Vennero così indicate le due principali devozioni, la Comunione al primo venerdì di ogni mese e l’ora santa di adorazione. La quarta rivelazione più meravigliosa e decisiva, ebbe luogo il 16 giugno 1675 durante l’ottava del Corpus Domini. Nostro Signore le disse che si sentiva ferito dalle irriverenze dei fedeli e dai sacrilegi degli empi, aggiungendo: “Ciò che mi è ancor più sensibile è che sono i cuori a me vicini che fanno questo”. Gesù chiese ancora che il venerdì dopo l’ottava del Corpus Domini, fosse dedicato a una festa particolare per onorare il suo Cuore e con Comunioni per riparare alle offese da lui ricevute. Inoltre indicò come esecutore della diffusione di questa devozione, il padre spirituale di Margherita, il gesuita san Claude de la Colombiere (16411682), superiore della vicina Casa dei Gesuiti di Paray-le-Monial. Margherita Maria Alacoque proclamata santa il 13 maggio 1920 da papa Benedetto XV, ubbidì all’appello divino fatto attraverso le visioni e divenne l’apostola di una devozione che doveva trasportare all’adorazione dei fedeli al Cuore divino, fonte e focolaio di tutti i sentimenti che Dio ci ha testimoniati e di tutti i favori che ci ha concessi. In un momento di crisi di ogni tipo, per i fedeli cristiani la risposta più appropriata rimane la preghiera e la vicinanza ai sacramenti, centro e riferimento per la vita spirituale, e per tutti un’occasione in più di iniziare un cammino spirituale in strade sicure! Giovanni Novelli È ancora immenso e doloroso il vuoto che hai lasciato nel nostro animo, ma il ricordo di te e della tua presenza è sempre vivo nel nostro cuore. Una Santa Messa in suffragio sarà celebrata nella chiesa di San Giovanni Battista di Jesi sabato 20 novembre alle ore 18,30. Anniversario 26-12-1913 31-10-1991 (Gesù a Santa Margherita Maria Alacoque) 1. Darò loro tutte le grazie necessarie al loro stato. 2. Metterò la pace nelle loro famiglie. 3. Li consolerò in tutte le loro pene. 4. Sarò loro rifugio sicuro durante la vita e soprattutto alla loro morte. 5. Spargerò abbondanti benedizioni su tutte le loro imprese. 6. I peccatori troveranno nel mio Cuore la fonte e l’oceano infinito della misericordia. 7. Le anime tiepide diventeranno ferventi. 8. Le anime ferventi si eleveranno a grande perfezione. 9. Benedirò le case dove l’immagine del mio Sacro Cuore sarà esposta e onorata. 10. Darò ai sacerdoti il dono di toccare i cuori più induriti. 11. Le persone che propagheranno questa devozione avranno il loro nome scritto nel mio Cuore, dove non sarà mai cancellato. 12. Io prometto nell’eccesso della misericordia del mio Cuore che il mio amore onnipotente concederà a tutti quelli che si comunicheranno il primo venerdì del mese per nove mesi consecutivi la grazia della penitenza finale. Essi non moriranno in mia disgrazia, né senza ricevere i Sacramenti, e il mio Cuore sarà loro rifugio sicuro in quell’ora estrema. Promessa dei primi nove venerdì del mese 1) ADORAZIONE EUCARISTICA 2) COMUNIONE (EUCARESTIA) 3) CONFESSIONE Siamo per la vita eterna «Il Signore ci invita a guardare in alto e ci presenta la sua vita eterna»: con queste parole il vescovo Gerardo ha dato il benvenuto agli unitalsiani della diocesi che si sono ritrovati nella chiesa parrocchiale di Macine, domenica 7 novembre, per la celebrazione della Santa Messa a conclusione dell’anno associativo. «Il nostro è 7-7-1932 21-11-2008 Le dodici promesse di Gesù ai devoti del suo Sacro Cuore Unitalsi diocesana: il 27 l’Adesione un cammino verso la vita nel cuore di Dio che per l’eternità ci stringerà nel suo abbraccio di tenerezza e di amore» ha detto poi il Vescovo nell’omelia invitando a vivere la propria vita terrena nella fedeltà al Signore e a compiere le scelte giuste che servano per l’eternità. «Il vostro servizio ha un valore per la vita eterna: non dimenticatelo mai, soprattutto quando sentite la fatica e la difficoltà» ha concluso don Gerardo. La Santa Messa, concelebrata da don Aldo Anderlucci e da don Gianfranco Ceci, è stata animata nel canto 2 °Anniversario dal coro parrocchiale ed ha visto la presenza degli unitalsiani che hanno ringraziato il Signore per il dono dei pellegrinaggi e di tutte le esperienze vissute nel cammino associativo ed hanno pregato per i defunti e per le loro famiglie. Il presidente Giancarlo Rossetti ha ringraziato la comunità parrocchiale di Macine per la calorosa accoglienza ed ha ricordato anche il giorno del suo matrimonio celebrato 28 anni prima in questa chiesa. A conclusione del suo mandato quinquennale, ha poi comunicato che nel mese di dicembre di svolgeranno le elezioni per il rinnovo del consiglio direttivo e che il 28 novembre, nella chiesa del Divino Amore, ci sarà la Giornata dell’Adesione. Foto Giorgio Cognigni Don Giuseppe Palmolella Don Giuseppe, nato a Maiolati, è stato ordinato sacerdote il 13 agosto 1939 dal vescovo di Jesi, mons. Carlo Falcinelli. Ha iniziato la sua opera nella parrocchia di San Giuseppe di Jesi dove è stato parroco dal 1952 al 1969. Dal 1947 al 1952 fu parroco a San Marcello e dal 1969 al 1990 a Santa Maria fuor di Monsano. Uomo di marcata personalità non accettò mai compromessi. Rigido esecutore della legge di Dio, dedicò la sua opera al popolo ma in modo particolare ai bisognosi e alla gioventù, ricevendo stima, affetto e sostegno per il suo impegno. labmediA Nuovi spazi vitali si vanno configurando nella nostra società nel passaggio dal villaggio globale a quello telematico o virtuale... È una realtà ricca di potenzialità, che può diventare per la Chiesa una nuova frontiera dell’evange-lizzazione. (dal n. 136 del Direttorio sulle comunicazioni sociali nella missione della Chiesa) LABMEDIA è una nuova collana del catalogo Paoline che pone l’attenzione sui nuovi media sottolineando attese, prospettive, potenzialità e indicando percorsi di formazione per gli operatori della comunicazione che lavorano in ambito diocesano e parrocchiale. Dieci volumetti dedicati ai diversi ambiti della comunicazione visti in relazione alle esigenze della comunità ecclesiale che è invitata a considerare le potenzialità di questi strumenti a servizio dell’annuncio cristiano. LABMEDIA si propone come sussidio pastorale in risposta alle urgenze di formazione sottolineate dal convegno ecclesiale Testimoni digitali. La collana LabMedia è pubblicata in collaborazione con l’Anicec Ente dello Spettacolo e con l’Ufficio CEI delle comunicazioni. Voce della Vallesina in diocesi 14 novembre 2010 9 Dopo l’incontro di Roma, i ragazzi di Jesi ci raccontano le loro emozioni “C’è di più” mi ha dato la gioia e la voglia di fare La diocesi di Jesi non è passata di di incontrare persone che hanno certo inosservata all’incontro nazio- Fede, proprio in un periodo in nale Acr e Giovanissimi del 30 otto- cui tutti parlano di crisi di fede. A bre. Grazie alle magliette realizzate Roma abbiamo dimostrato che ci per l’occasione dall’Equipe diocesana, siamo e possiamo fare grandi cose. il folto gruppo per le strade di Roma “C’è di più” mi ha dato la carica, la era una grande macchia arancione, gioia e la voglia di fare. Cercherò riconoscibilissima e soprattutto, cari- di trasmetterla a chi non è venuca di entusiasmo e gioia. “C’è di più” to». ha dato l’occasione a tanti dei 244 Soddisfatto anche il responsabile giovani jesini, accompagnati dai loro diocesano dell’Acr, Lorenzo Maeducatori e da quattro sacerdoti, di ria Pellegrini, che ha voluto fare i toccare con mano la dimensione na- complimenti a tutti i suoi educazionale della loro associazione. Ne è tori. «Siamo una squadra vincenconvinta Marta Gabrielloni, respon- te a livello diocesano e questo mi sabile diocesano per questo incontro riempie di gioia. Sia quelli dell’Acr nazionale. «Mi ha lasciato a bocca sia quelli dei Giovanissimi hanno aperta il numero dei ragazzi, degli dimostrato il loro valore. A livello educatori e degli assistenti che hanno nazionale ci sono stati dei problemi partecipato – ha detto – Noi pensia- logistici ma questo non ha rovinato mo solo alla dimensione parrocchiale la festa. Per i ragazzi è stata una bella o diocesana. Non realizziamo che c’è esperienza ed hanno avuto la possiun’associazione a livello nazionale. bilità di vedere che non sono gli unici Tutti i miei ragazzi mi hanno detto a credere in Cristo e nell’Azione Cat“Mamma mia, quanti siamo!”. Que- tolica». sto incontro mi ha dato la possibilità La bellissima esperienza ha fatto di- menticare a tutti i ragazzi la fatica degli spostamenti e dell’alzataccia mattutina. “Mi è piaciuto molto l’incontro con il Papa – sono le parole di Preziosa Memé, acrrina di San Francesco di Paola – e la compagnia dei miei amici. Era il mio primo incontro nazionale e non lo dimenticherò”. Gli fa eco Nicoletta Bimbo, Giovanissi- ma di San Giuseppe. “Mi ha colpito il momento in piazza del Popolo, in particolare l’intervento di Simona Atzori, che avevo scoperto ad un incontro Giovanissimi in parrocchia”. Giuseppe Papadia Foto di Giuseppe Papadia e di Chiara Squadroni Nelle foto la bandiera dell’Ac Jesina e i giovani della parrocchia di San Francesco di Paola a Roma Chiesa dell’Adorazione: Convegno dell’Apostolato della Preghiera Monsano, Paese dell’anima: le figurette di Piero Miraglia I soci dell’Apostolato re missionari e apostoli anche senza partire della Preghiera di Jesi e per terre sconosciute, restando dove ci si della Vallesina si sono trova a vivere. incontrati nel pomeriggio del 28 ottobre presso Il “ritocco” necessario la chiesa dell’Adorazio- Nei Congressi regionali è stata ribadita la nene, per il Convegno dio- cessità di far conoscere l’AdP anche ai Parroci cesano che ha inaugura- perché questa spiritualità è un servizio eccleto il nuovo anno sociale 2010 - 2011. Erano siale di semplice attuazione e compatibile con presenti le responsabili AdP delle parrocchie tutte le altre associazioni e Movimenti. Infatdella città e dei paesi. ti la dimensione apostolica della preghiera e Dopo un momento di preghiera, la presidente, la devozione al Cuore di Gesù non sono in Lucina Longhi, ha illustrato le caratteristiche contrasto con la spiritualità propria delle asdella spiritualità dell’”Apostolato della Pre- sociazioni ecclesiali, ma anzi la integrano, la ghiera”, incentrata sulla devozione al Sacro rafforzano e danno un denominatore comuCuore di Gesù. ne a tutti i Gruppi oggi provvidenzialmente L’AdP nacque, come intuizione e come pro- fiorenti nella Chiesa. posta, a Vals, presso Le Puy, in Francia, nel L’assistente diocesano, don Vittorio Manga1844, ad opera del padre gesuita Saverio nelli, nel suo intervento ha rivolto l’attenzioGautrelet. Ma la diffusione nel mondo si ne alla formula tradizionale dell’”Offerta” che deve al padre Enrico Ramière S.I., il quale viene proposta ai fedeli sui foglietti mensili. ne sviluppò la dottrina. Oggi l’Associazione Il Superiore dei padri Gesuiti, p. Tommaso è presente in tutto il mondo con almeno 40 Guadagno, ha suggerito qualche anno fa di rimilioni di iscritti e si calcola che circa cen- toccare il testo della preghiera di offerta quoto milioni di persone praticano l’”Offerta tidiana, che è rivolta al Cuore di Gesù e che quotidiana” al Sacro Cuore di Gesù. L’AdP è invece dovrebbe essere espressa con la foruna scuola di santità, un progetto benedetto mula trinitaria della Liturgia, come insegna di salvezza che favorisce il cammino di fede la Costituzione del Vaticano II, “Sacrosantum perché fa vivere il Battesimo e l’Eucaristia Concilium”: si prega il Padre, per mezzo di nello spirito del “sacerdozio comune” dei fe- Cristo, nello Spirito Santo. deli. Tre gli impegni fondamentali: l’Offerta Durante la celebrazione eucaristica il sacerquotidiana, la Consacrazione, la Riparazione. dote pronunzia la formula trinitaria perfetta: “Gesù, mite e umile di cuore, rendi il mio cuo- “Per Cristo, con Cristo, in Cristo a te, Dio Pare simile al tuo!”: questa preghiera così sem- dre onnipotente, nell’unità dello Spirito Santo, plice esprime il desiderio più profondo che ogni onore e gloria per tutti i secoli dei secoli. il Signore suscita nei cuori, quello di amare Amen”. Dio e i nostri fratelli come Lui li ha amati. Un Noi abbiamo un potente intercessore presso il desiderio realizzabile se ci si lascia nutrire e Padre: “…è Cristo che con uno Spirito eterno assimilare a Cristo nell’Eucaristia, con la for- offrì se stesso senza macchia a Dio” (Eb 9,14). za dello Spirito Santo, sull’esempio di Maria. Il Convegno si è concluso con la celebrazione Come Maria ogni persona può mettersi con della Messa. Nell’omelia don Vittorio ha sottutto il cuore, senza riserve, a disposizione di tolineato che vivendo la spiritualità dell’AdP, Gesù Cristo per l’avvento del Regno di Dio. si diventa missionari, apostoli. Le tre intenFin dall’inizio l’AdP ha invitato i fedeli a zioni di preghiera, infatti, aiutano ogni fedeunirsi nella preghiera di intercessione per i le a superare la dimensione individualistica problemi concreti relativi alle Missioni, cre- dell’esistenza per aprirsi alla fraternità e alla ando così una profonda comunione di pre- comunione universale. ghiera fra centinaia di milioni di persone. Il Armanda Olivetti Rinaldi Santo Padre ha grande fiducia nell’Apostolato della Preghiera e per questo propone per Gli aderenti all’AdP di Jesi si riuniscono l’ultiogni mese una intenzione generale ed una mo giovedì di ogni mese alle ore 17, per un’ora missionaria. L’Associazione le accoglie e le di adorazione e per la celebrazione dell’Eucariripropone al mondo intero. Già nel 1844 il stia, nella chiesa dell’Adorazione (piazza della padre Gautrelet poteva dire che si può esse- Repubblica – Jesi). Dopo la scomparsa di papa Giovanni Paolo II si è posto il compito di esplorare sistematicamente la sua intensa riflessione su Maria, già visibile nello stemma pontificio: le parole Totus tuus ribadivano la consacrazione alla Madre di Dio. Tale consacrazione totale a Maria è nient’altro che la risposta esistenziale alla mediazione universale di Maria in Gesù Cristo. Probabilmente è una faccenda per “addetti ai lavori” ma vale la pena approfondirla, con semplicità, sia per prendere atto della grande devozione popolare per Maria, in atto da secoli, sia per aiutare la gente a vivere correttamente questa venerazione (dulìa), che – va ribadito – non è affatto adorazione (iperdulìa); questa, infatti, si deve solo alla Trinità, che è Padre, Figlio e Spirito Santo. Pochi sanno, perciò, che, riguardo alla denominazione di Maria quale “Corredentrice”, la Commissione del Concilio Vaticano II rilevò durante la discussione dello schema sulla Beata Vergine: «Sono state omesse alcune espressioni e parole usate dai Papi, che in sé sono certamente pienamente corrette, ma dai fratelli separati (particolarmente dai Protestanti) sono più difficili da comprendere. Tra queste possiamo annoverare anche l’espres- nel Cristo, Centro dell’universo e Punto sione “Corredentrice del Genere umano” Omega. (San Pio X, Pio XI)…». Nel frattempo, don Savino Capogrossi, che Non parliamo, poi, dell’“acceso dibattito”, ha appena festeggiato il 50° di ordinazione conciliare anch’esso, sul titolo di Maria “Me- sacerdotale, completa il progetto – già inidiatrice”: un titolo che non fu reso centrale ziato con la Via Crucis (cfr. Voce della Valma menzionato insieme con altre denomina- lesina, 25.4.2010, pag. 6) – che conferma la zioni [Avvocata, Ausiliatrice (la città di Tori- vocazione di Monsano “paese dell’anima”: no venera – co-patrona insieme alla Vergine a breve, nell’area circostante il Santuario di Consolata – l’Ausiliatrice presso l’omonima Santa Maria fuor di Monsano, proprio acbasilica salesiana), Soccorritrice] (cfr. Lumen canto alla nostra sede Caritas, si poseranno gentium, 62). le cinque stazioni del cosiddetto “Rosario è probabile che debba passare ancora molto della Redenzione”. tempo prima che il Successore sulla Cattedra Le figurette, in ceramica policroma smaltata, di Pietro ratifichi con un dogma il titolo di sono un’originale interpretazione dell’artista Maria Corredentrice; va detto che il “dog- locale Piero Miraglia su alcuni aspetti della ma” è una precisa affermazione dottrina- figura e della fede di Maria, Madre di Dio e le che la Chiesa definisce in modo solenne. della Chiesa, dalla Genesi (3,15) in cui è la Questa “definizione”, ovviamente, segue lo profezia della “donna che schiaccerà la testa” sviluppo (pure secolare, confortato da ri- al serpente, alla sua Assunzione in Cielo e scontri tangibili nella dottrina, nella tradi- “coronazione” di Regina dell’universo (cfr. Luzione e nella pietà popolare) della materia men gentium, 59). oggetto del dogma “monitorizzandola”, per- L’avvenimento sarà celebrato con la stampa ché mai – detta materia – possa essere og- (pro manoscritto ad uso interno della Comugetto di controversie e divisioni nel popolo nità parrocchiale) e la diffusione di un libretto di Dio in cammino verso il completamen- di cui proponiamo la copertina in anteprima. to della Creazione, in cui tutto converge Oreste Mendolìa Gallino Una spiritualità trasversale Il Rosario della Redenzione Radio Duomo Senigallia in Blu (95,2 Mhz) Tutte le mattine alle ore 7,06 e in replica alle 24,00 il pensiero del giorno del vescovo Gerardo Rocconi Giornale radio alle ore 12,30 e alle 19,03 con notizie da Jesi Il Palazzo e dintorni il giovedì alle 12,45 e alle 19,20 10 Voce della Vallesina società 14 novembre 2010 Ordine francescano secolare: Mostra missionaria 2010 L’arte di donare con gioia oggetti dipinti a colori vivaci, graziosi presepi, alberelli di Natale e tanta raffinata bigiotteria… La gente che entra, che osserva e/o compra si sente partecipe dello spirito francescano della fraternità e della pace, in un mondo attraversato da mille forme di odio e di violenza. Tra le francescane che hanno lavorato per la Mostra c’è Lina Colorà, una donna vivace, spigliata. sorridente: le rivolgo alcune domande. nizzata dal Consiglio dell’Ofs. I lavori sono stati eseguiti da me e da alcune consorelle francescane in fraterna e gioiosa collaborazione. Lei, Lina, dove ha imparato l’arte del gioiello e della ceramica? Inizialmente ho fatto qualche Corso; poi, via via ho sprigionato tutta la mia creatività per ogni genere di lavori artigianali. Come vede, su questi tavoli, divisi per settori, sono esposti diversi oggetti. la realizzazione del progetto. I lavori sono realizzati a mano da noi, gratuitamente. Per la Mostra affittiamo, pagando una quota, i locali del Comune. Avete ricevuto contributi, offerte in denaro? Da quali Enti? Non riceviamo alcun contributo. Nessun Ente finanzia la Mostra. Quanto tempo e quanti soldi avete speso “di tasca vostra” per realizzare regali natalizi belli, utili e ben confezionati? Noi dell’Ofs mettiamo a disposizione le nostre capacità, il nostro tempo libero e tutto il materiale necessario per Jesi: presentato il progetto sull’affido familiare Tre giornalisti a dibattito per una nuova identità del giornalismo Un’esperienza importante del museo diocesano e utinella nostra società dove la lizzate nei lavoratori. famiglia ha bisogno di un Nei mesi di luglio e agosto sostegno per affrontare le l’Associazione culturale Jesempre maggiori difficoltà sidea ha coinvolto moltise che si rivolge ai bambini simi bambini in una serie dai 6 agli 11 anni con un di incontri didattici e ludici percorso di avvicinamento nei musei cittadini (Pinaall’arte attraverso la figura coteca civica, Studio per le dell’angelo: così il sindaco Arti della Stampa e Museo Fabiano Belcecchi ha defi- diocesano) sul tema connito il progetto Museo al duttore degli angeli, sfrutVolo. Sabato 30 ottobre si è tando le ricche collezioni svolta la presentazione alla presenti nelle varie struttucittà dei lavori e del percor- re. Osservando da vicino gli so attivato con i bambini angeli realizzati dai bambini durante l’estate. La sala del con materiali riciclati e gli palazzo dei Convegni ha strumenti didattici utilizzaaccolto tanti angeli realiz- ti, le due operatrici hanno zati dai bambini in estate raccontato ai genitori e a che hanno fatto da corni- tutta la cittadinanza questa ce alla conferenza che si è esperienza e hanno offerto aperta con il saluto e l’ap- un’importante occasione per prezzamento del sindaco. riflettere insieme sull’accoSimona Cardinali, presi- glienza familiare, tema ispidente dell’associazione Je- ratore del progetto Museo al sidea che ha gestito l’inizia- Volo. L’iniziativa, ideata e ortiva, ha presentato le opere ganizzata dall’Associazione d’arte selezionate tra quelle Jesidea, è promossa dal Codella Pinacoteca in cui sono mune di Jesi in collaboraziopresente figure angeliche ne con l’Ambito Territoriale di diverse caratteristiche; IX e il Museo Diocesano. dopo di lei Katia Burat- “Museo al volo” è un proti, conservatrice al Museo getto organizzato dall’AsDiocesano ha spiegato altre sociazione Jesidea, grazie al opere e simbologie delle contributo della Fondazione figure angeliche scelte tra Cassa di Risparmio di Jesi. quelle custodite nelle sale Foto Franco Marinelli Giornalismo, limiti del giornalismo, rispetto della privacy, identikit della notizia, situazione globale del sistema dell’informazione, in Italia e non solo, in un contesto di forte impatto con le nuove tecnologie, Internet e la grave congiuntura economica. Questi i temi affrontati nel dibattito promosso dalla Fondazione Cardinaletti nell’ambito dell’ampia manifestazione “Jesi e il ‘900”. “Chi salverà la notizia? I media tra etica e trasparenza. Il mondo dell’informazione è in crisi di identità? Fino a che punto si possono spingere le campagne di stampa? C’è un limite alla no- i risultati dei siti dei quotidiani – che se sarebbe preferibile l’istituzione di tizia?” su questi punti si sono confron- comunque trovano larga rispondenza un’autority che garantisse laddove le tati, nella serata di sabato 6 novembre, nelle fasce giovani - , si conosce con violazioni ci siano state piuttosto che nella chiesa di palazzo Mereghi, Marco certezza invece che il 95 per cento del- vietare o limitare l’esercizio dell’attiviTarquinio, direttore di Avvenire; Bruno le notizie presenti in Internet proviene tà giornalistica e il diritto dei lettori a Manfellotto, direttore dell’Espresso e dalla carta stampata. Questo significa sapere. Giorgio Lonardi, inviato di Repubblica. che non c’è una produzione propria Concludendo, il quadro che è emerso Un dibattito condotto con grande con- di notizie, ma un “rimescolio” di ciò dal dibattito è quello di un’informaziosapevolezza della odierna situazione che è stato già mediato da altri… E si ne che oggi sfugge spesso al controllo dell’informazione e della necessità di sa che ogni processo di mediazione si- e ad un’identità precisa. un rinnovamento, di un nuovo modo gnifica una piccola perdita della verità C’è un pubblico di cittadini che si ridi fare giornalismo soprattutto per originaria. volge alle trasmissioni di giornalismo quanto riguarda il mondo della carta La crisi ha coinvolto anche l’informa- televisivo - ormai diventate vere e prostampata che deve riuscire a riportare zione portando ad un forte calo di prie agenzie investigative e tribunali il lettore al gusto della lettura anche pubblicità e conseguentemente ad una - non solo perché deluso dallo Stato, sulla carta. forte contrazione della carta stampa- ma anche con tanta voglia di apparire. Alla connotazione positiva della rapidi- ta. Su questo va a gravare un pessimo E spesso “inventa” storie e situazioni, tà, agilità e attrazione dell’informazio- rapporto tra pubblicista e giornalista per di più lautamente pagate. E quene telematica, Internet affianca quella in un sistema un po’ malato perché sto non è giornalismo, ma solo spetnegativa di un’informazione non sem- non improntato alla trasparenza e allo tacolarizzazione del privato. E questo pre di alta qualità, a volte di bassissima svolgimento del proprio ruolo con forse avviene perché negli ultimi anni qualità, che spesso viola la privacy, non correttezza e competenza da entram- sono stati questi il senso e lo scopo asapprofondisce, non verifica, non viene be le parti: “Immancabilmente non segnati all’informazione. controllata…. Una situazione spiace- c’è settimana, mese, anno che un in- Il bisogno di vendere copie, la fedeltà ad vole, che crea una concorrenza sleale serzionista non ritiri la pubblicità da un’ideologia, il sostegno della pubblicità, nei confronti dei giornali - sottoposti questo o quel giornale che abbia pub- non devono condizionare pesantemena più ferreo controllo e rigore - e so- blicato un articolo “critico” nei suoi te l’atto importantissimo del “selezionaprattutto mette in un unico calderone confronti… Anche se va detto che i re” le notizie che devono essere scritte l’informazione: un calderone di notizie giornalisti non dovrebbero accanir- rigorosamente con onestà intellettuale e incontrollate. Un fenomeno questo de- si trattando notizie con assiduità da devono riguardare non solo le esigenze stinato ad aumentare man mano che partito preso… ” e i “fatti” che investono la vita sociale e entrano sempre più nell’uso collettivo “La legge bavaglio”, la discussa legge culturale dei cittadini ma anche le prostrumenti elettronici che consentono sulle intercettazioni continua a co- blematiche dell’intera comunità. di “sfogliare i giornali” in via telemati- stituire un pericolo se dietro c’è il Al giornalista il compito più delicato ca. La sfida è appunto quella di saper tentativo di limitare l’informazione; e difficile: raccontare e, se richiesto, costruire l’informazione in un certo d’altra parte esistono norme, leggi e esprimere un parere. modo per riuscire a far leggere le no- codici deontologici, modalità per il I giudizi appartengono ai giudici, le tizie non solo nel web ma anche sulla trattamento dei dati sensibili a cui il indagini agli investigatori… carta. Non si conoscono ancora bene giornalista è tenuto ad attenersi. ForFotoservizio Paola Cocola Una iniziativa di Jesidea incrementare le missioni francescane che sosteniamo da molto tempo. Inoltre facciamo anche “adozioni a La gente entra per vede- distanza”. re…? C’è chi compra? La motivazione di fondo è Sì, diverse persone hanno la nostra stessa spiritualità: comprato alcuni oggetti da come laici appartenenti alla regalare per il Natale; altre Fraternità dell’Ordine francehanno visitato la Mostra; scano secolare (Ofs), viviamo qualcuno si è fermato a par- nel mondo seguendo Cristo lare con noi. “povero e umile” sull’esempio di san Francesco d’Assisi. Quale motivazione ha ispirato il vostro lavoro? Una Mostra “missionaVogliamo, in qualche modo, ria”… A chi sarà devoluto il ricavato delle vendite? Tutto sarà devoluto ai missionari con i quali ci teniamo sempre in contatto: la missione “Amici Servi poveri “del Terzo Mondo, i Comboniani e i missionari della Consolata, le missioni francescane di Potenza Picena, la missione “Medici senza frontiere”. Per quanto ci è possibile cerchiamo di venire incontro alle loro esigenze e necessità. Maria Crisafulli Foto Elisabetta Rocchetti Siamo in una sala del Palazzo dei Convegni di Jesi, dove possiamo ammirare la “Mostra missionaria”. aperta al pubblico dal 3 all’11 novembre: una varietà di lavori realizzati dalle mani abili e Da quanti anni voi franceoperose di alcune francesca- scane portate avanti questa ne laiche che fanno parte iniziativa? dell’Ordine francescano seco- Da circa dieci anni lare (Ofs) della Parrocchia di san Francesco d’Assisi. Tutto Chi ha organizzato la Mosorride qui intorno: tova- stra 2010? Chi sono gli gliette e centrini ricamati a “artefici” di questi preziosi punto croce, merletti, presine, manufatti? piatti di ceramica ed altri Questa mostra è stata orga- Quale informazione, quale notizia oggi? Autoscuole Corinaldesi s.r.l. Autoscuole – Scuola Nautica – Corsi di recupero punti per patenti – Corsi di Formazione Professionale CAP – per merci pericolose A.D.R. – per Autotrasportatori – Studi di consulenza Automobilistica e nautica Jesi – Via Mura Occidentali, 31 – tel. 0731 209147 c.a. – fax. 0731 212487 - Jesi – Via Gallodoro, 65 – tel. 0731 200809 – fax 0731 226215 Jesi – Via Gallodoro, 65 – tel. 0731 200809 (Sede Consorzio Cons. A.C.) - Jesi – Via Marx, Zipa – tel. e fax 0731 211481 (Uff. oper. collaudi) Altre sedi: Falconara M.ma (Corinaldesi – Adriatica – Falconarese) – Ostra – Marina di Montemarciano – Marzocca di Senigallia Voce della Vallesina vallesina 14 novembre 2010 11 Dopo il convegno svoltosi recentemente a pisa è prevista la pubblicazione di un volume dedicato ai musicisti La musica vocale da camera di Gaspare Spontini Il 29 ottobre, durante il Diciassettesimo Convegno Annuale della Società Italiana di Musicologia, presso la Sala Mancini della Scuola Normale Superiore di Pisa, è stata presentata, dalla dott.ssa Elisa Morelli, la ricerca su “La Musica Vocale da Camera di Gaspare Spontini”. Questo lavoro, avviato da ben cinque anni, vuole rendere noto questo patrimonio e riportarlo nella programmazione del repertorio musicale da camera. La produzione spontiniana da camera è stata considerata da alcuni studiosi dei secoli passati, marginale rispetto a quella operistica. E’ proprio questo giudizio che ha segnato, secondo la dott.ssa Morelli, la mancanza di studi che abbiano affrontato questo repertorio. La dott.ssa Morelli, essendo una cantante specializzata in musica da camera, ha ritenuto fondamentale promuovere degli studi su questo repertorio. La produzione vocale da camera spontiniana è composta da una sessantina di brani, prevalentemente in francese, una decina in italiano e solo tre in tedesco. Accanto a poeti ignoti o poco conosciuti troviamo: Metastasio e Goethe. Il lavoro avrà una visibilità con la pubblicazione di un volume intitolato: “La Musica Vocale da Camera di Gaspare Spontini”, che è stato concepito in modo da fornire uno strumento anche a quei musici- La celebrazione del IV Novembre a Jesi Il ricordo dei Caduti sti che vogliono inserire questi brani nel loro repertorio. Per esempio, all’interno sono stati tradotti tutti i testi delle melodie. Punto di forza della ricerca è il ritrovamento, ad oggi, di sei romance che non sono presenti nelle catalogazioni redatte dai principali critici spontiniani. Oltre a studiosa di Spontini, la dott.ssa Morelli è una cantante, per questo, durante la relazione, ha eseguito tre brani del Maestro Spontini: un’Arietta italiana su testo di Metastasio, un lied su testo di Dunker e per finire la romance intitolata Sapho, con al pianoforte il maestro Filippo Farinelli. Durante la presentazione sono state riprodotte alcune immagini di Spontini in alta uniforme, alcuni frontespizi e le trascrizioni delle melodie eseguite. Inoltre, sono state mostrate: la prima pagina del manoscritto autografo del brano Kennst du das Land, il ritratto olio su tela di autore anonimo di Celeste Erard e i due pianoforti Erard, conservati presso l’Archivio, Biblioteca, Museo Gaspare Spontini a Maiolati Spontini. Di particolare interesse è stato, alla fine della relazione, l’intervento del prof. Guido Salvetti, illustre musicologo e presidente della Società Italiana di Musicologia, che ha auspicato, oltre alla pubblicazione del volume cartaceo, la possibilità di una versione online, in modo da essere costantemente aggiornata. Con grande piacere, la relazione ha suscitato interesse e consensi da parte delle persone intervenute. Il volume, “La musica da camera di Gaspare Spontini”, che è in preparazione, è patrocinato dal Comune di Maiolati Spontini. La pubblicazione di questo volume è la prima parte di un progetto più ampio che prevede, insieme al pianista Filippo Farinelli, l’incisione dell’integrale delle melodie, con la casa discografica Tactus, nonché l’edizione critica delle partiture. Elisa Morelli il 13 e il 27 novembre ad Ostra e Apiro Dall’oratorio al palcoscenico La Compagnia teatrale “Il girasole de di aiutarlo, chieteatro” di San Marcello rappresenta, dendogli di cambiare ad un anno esatto dal suo esordio al atteggiamento verso Teatro Ferrari di San Marcello il suo gli altri, di mettere da musical “Racconti d’autunno” con la parte il pessimismo, regia di Lucia Bacci. La compagnia è di valutare l’idea che parte dell’Oratorio e ringrazia per la “fare del bene fa bene” collaborazione il parroco don ALber- e che delle volte, bato Balducci. Le prossime rappresenta- sta un piccolo gesto zioni saranno sabato 13 novembre alle per far felice qualcuore 21,15 al teatro La Vittoria di Ostra no... Non potendo e sabato 27 novembre alle ore 21,15 al contraddire Dio, egli teatro Mestica di Apiro. accetta e da qui in poi la sua vita si farà “Racconti d’autunno” è una commedia molto movimentata esilarante, commovente e carica di re- e il suo ufficio sarà altà: «In un piccolo paesino, don Silve- un via vai di persone, di richieste, di stro è un giovane prete un po’ burbero problemi... le quali gli faranno esere solitario che non ama la confusione citare la sua pazienza, imparare ad e stare in mezzo alla gente. Dio deci- ascoltare gli altri, e leggerà finalmente tutto in una luce nuova: “La vita è un dono, dei pochi ai molti, di coloro che sanno e che hanno a coloro che non sanno e non hanno...”» Aurora Basket e Ubi Banca Popolare di Ancona Scendono in campo con la scuola “Che la Lega, a Venezia, in occasione del IV novembre, faccia eseguire l’inno del partito ignorando quello della nazione è un segnale che deve far riflettere”. Su questo delicato tema il sindaco di Jesi Fabiano Belcecchi ha voluto richiamare l’attenzione dei partecipanti alla cerimonia religiosa presso il Monumento ai Caduti che si è svolta a Jesi domenica scorsa. Aveva esordito ringraziando i presenti, i rappresentanti delle Forze combattentistiche e d’arma, le autorità e ricordando l’impegno dell’Italia nel mondo con la presenza dei nostri militari in tante nazioni dove la pace è ancora sconosciuta. Essi compiono un dovere che, seppure impegna militarmente, vuol essere un aiuto alle tante nazioni che ancora non godono la democrazia. Certo, il confine tra le azioni del nostro esercito che dovrebbero essere in funzione delle conquista dei più elevati valori che reggono la vita dei popoli e l’azione esplicitamente bellica è labile, labilissimo. Ci auguriamo che il sacrificio che ci chiede la comunità mondiale sia veramente genuino e porti Il tema centrale del progetto promosso quest’anno sarà l’ecologia, grazie alla collaborazione della Energy Resource, leader nel campo delle energie rinnovabili e del fotovoltaico, da quest’anno anche main sponsor del team aurorino. Come nelle passate edizioni del progetto, anche quest’anno, due giocatori aurorini accompagnati da un allenatore del settore giovanile o della prima squadra entreranno nelle scuole della provincia di Ancona e Macerata, dove terranno in compagnia dei giovani alunni divertenti lezioni sull’etica dello sport, spiegata tramite i dettami del Codice Etico della Banca Popolare di Ancona, e come già detto trattando anche temi di ecologia. Infatti i due atleti aurorini porteranno nelle scuole un cd dal titolo “L’Ecologia”, realizzato da Giampiero Barchiesi. Il cd rom che verrà donato alle scuole è una proposta didattica che si rivolge ai ragazzi di età compresa tra i 9 e i 12 anni e cerca, tramite esperienze ed esempi figurativi, di far comprendere loro anche nozioni complesse, come ad esempio il feedback. Non mancherà, ovviamente anche una mini partita di basket con i due campioni ospiti, che sarà la degna chiusura di ogni incontro. Sara Federici frutti come frutti ha portato il sacrificio dei tanti nostri morti in 150 anni dall’unità d’Italia, avvenuto in tante guerre per la difesa della nostra democrazia e libertà, valori che vanno conquistati ogni giorno. La cerimonia era iniziata Per il settimo anno consecutivo con la celebrazione della l’Aurora Basket di concerto con UbiMessa da parte del parro- Banca Popolare di Ancona promuoco di S. Francesco di Paola ve un importante progetto denomidon Vittorio Magnanelli il nato “Progetto Scuola 2010/2011”. quale, durante l’omelia ha ricordato che, in occasione del nostro 150° dell’Unità, è Centro Turistico Giovanile: incontri con i viaggiatori, fino al 26 novembre doveroso che ci facciamo la stessa domanda che il Papa si è fatto in Spagna in que“Marocco: road”, tre vecchi amici si ri- mezza Italia, attraversata da sti giorni: siamo veramente L’avventura di scoprire il l’audiovisivo liberi? La risposta è negati- mondo. Al via la rassegna un viaggio al di là dei pre- trovano al bar e decidono di Gange, Brahmaputra e da va perché la nostra cultura “La Cultura Vien Viaggian- giudizi” a cura di Claudio partire per la Route 66 in sel- un’intricata rete di altri corsi mondiale è impregnata di do” ciclo di incontri orga- Ceccarelli e Claudio Bossi. la ad una Harley. Un classico d’acqua. Un popolo gentile e dall’associazione L’emozione del viaggio con- coast to coast del continente coraggioso, abituato a periorelativismo e il relativismo nizzati porta sempre lontano dalla Centro Turistico Giovanile tinua venerdì 12 novembre Nordamericano partendo diche carestie e devastanti verità. Occorre recuperare “Vallesina” di Jesi in cui al- con Roberto Cermelli che, da Chicago fino ad arrivare alluvioni. A est le colline trialcuni valori fondamentali cuni viaggiatori racconte- attraverso le foto “Fuori dal a Los Angeles attraversando bali e le spiagge più lunghe quali la centralità dell’es- ranno, attraverso filmati e mondo, scivolando sul mare, il meraviglioso Grand Can- del mondo, le sterminate sere umano, la riconquista foto, la loro esperienza di quasi in paradiso”, ci porterà yon e la lussuosa Las Vegas. foreste sull’acqua; a ovest dell’etica e la riscoperta del- viaggio guidando i parteci- in Grecia, esplorando in bar- L’avventura termina venerdì antichi templi, monumenti panti in un percorso ricco ca a vela le isole greche tra il 26 novembre con Roberto archeologici, mercati animale radici del cristianesimo. Successivamente i presenti, di emozioni e di posti in- bianco delle rocce di Lefka- Bottoni con l’audiovisivo tissimi e non mancano alcuguidati dalla banda cittadi- consueti fuori dalle tradi- da e lo scintillo del suo mare “Bangladesh: la sfida dimen- ne curiosità esclusive… Gli na, si sino portati, in corteo, zionali rotte commerciali caldo. Il viaggio prosegue ticata”. Un viaggio fuori dalle incontri sono ad ingresso presso l’atrio del Comune dove fare turismo spesso venerdì 19 novembre con rotte turistiche in una delle libero e si svolgeranno alle per deporre una corona alla significa anche integrazio- Gianni Castellini con il fil- nazioni più povere e sfortu- ore 21,15 presso i locali delmato “Tre svalvolati in moto nate del mondo. 160 milio- la sede del Centro Turistico memoria dei caduti di tutte ne e solidarietà. Il primo appuntamento si sulla route 66”. Proprio come ni di abitanti concentrati in Giovanile Vallesina sita a Jesi le guerre. Foto Fabio Piattella è svolto il 5 novembre con nel film “Svalvolati on the una pianura più piccola di in Via Ancona n. 17/bis. L’avventura di scoprire il mondo 12 Voce della Vallesina jesi 14 novembre 2010 jesi, chiesa di san nicolò e chiesa mereghi: Percorsi attraverso la storia e i personaggi che hanno scritto il ‘900 in città Jesi e il ‘900: buon viaggio nel secolo scorso “Jesi e il ‘900” è una mostra tutta dedicata al secolo scorso, sapientemente organizzata e ricca di attività ed eventi interattivi e multimediali, che si pone come principale obbiettivo quello di stimolare i visitatori, in particolar modo i giovani, a recuperare le proprie radici e confrontarsi con la storia di Jesi. La mostra è un progetto della Fondazione Gabriele Cardinaletti e nasce da una ricerca storiografica durata due anni condotta dai professori Amoreno Martellini e Barbara Montesi con il coordinamento del prof. Pivato ni, testi e video, frammenti rari e dell’Università di Urbino. Gli stu- preziosi, andranno a documentare denti del Liceo Classico, del Liceo e ripercorrere la storia della nostra Socio Psico Pedagogico, dell’Isti- città nello scorso secolo attraverso tuto tecnico Industriale, dell’Isti- l’inedita prospettiva dei “Luoghi tuto d’Arte e del Liceo Scientifico della Memoria”. Infatti il lavoro si di Jesi, insieme ai loro insegnanti, articola in diversi temi denominasono stati coinvolti nella ricerca di ti “Piazze” perché “è come fare una testimonianze, testi, immagini che passeggiata per la città nel ’900”. sono stati poi tradotti nel progetto Le cosiddette Piazze sono sei e in della mostra durante un workshop ognuna di queste sono presenti ditenutosi a Napoli presso la Città versi pannelli, ciascuno dei quali della Scienza. L’evento culturale è descrive una realtà storica diverstato inoltre realizzato grazie alla sa. L’ingresso ad ogni Piazza viene collaborazione con il Comune di indicato da un arco con su scritto Jesi ed il giornale “Jesi e la Sua Val- il titolo del tema esposto: “Lavole” ed ha ottenuto il patrocinio del ro”, “Costume e Società”, “Politica”, Ministero per i beni e le attività “Sport”, “Cultura e Informazione”, culturali, della Regione Marche e “La città che cambia”. La Piazza della Provincia di Ancona. Testi- con il tema del Lavoro elargisce monianze scritte e orali, immagi- informazioni riguardanti le prime manifatture, l’agricoltura, le filande ed in particolar modo la Sima e il Cascamificio, fino ad arrivare alla Savoia Marchetti, ovvero la prima industria che si occupò di equipaggiamento militare durante la Seconda Guerra Mondiale, nata nel ’40 poi distrutta nel ’45 durante la ritirata tedesca. Proseguendo vi è la Piazza denominata Costume e Società che tratta degli eventi della città di Jesi nel ‘900, tra i quali ad esempio “La pratolina d’oro”, un evento canoro che veniva organizzato per i bambini della parrocchia di San Sebastiano. Inoltre viene narrata la nascita e la storia delle scuole e della cucina della nostra tradizione. La Piazza che affronta il tema della Politica è tutta incentrata sul Fascismo, chi ne era artefice e chi lo contrastava (i martiri della resistenza, i partigiani), i vari partiti politici e i vari organi di stampa. Viene citato il sindaco Carotti, ricordato come il più amato dagli jesini perché era repubblicano e antifascista. Si narra inoltre della liberazione di Jesi e del Referendum del ’46. La Piazza che se- gue affronta il tema della Cultura e dell’Informazione e spiega come sono nati gli organi di informazione della città, come “Voce della Vallesina”, “Jesi e la sua Valle”, “Tv Centro Marche”e la Radio locale (RVE), e le strutture legate al patrimonio culturale di Jesi, come la Biblioteca, la Pinacoteca, il Teatro Pergolesi, il Teatro Valeria Moriconi, il Museo Diocesano e l’Archeoclub. Per di più racconta anche come ha preso piede il cinema a Jesi, del teatro tradizionale e dei poeti dialettali. L’ultima Piazza, ovvero La città che cambia, illustra invece il cambiamento e lo sviluppo della città durante lo scorso secolo, soffermandosi in particolar modo sullo sviluppo dei servizi urbani, della stazione, del telefono, dell’acquedotto, dei piani urbanistici ecc… La mostra si tiene nella Chiesa San Nicolò e Chiesa Merighi, lungo corso Matteotti e ha avuto inizio il 16 ottobre Fino al 27 novembre è possibile visitarla tutti i giorni dalle 9 alle 13 e dal mercoledì fino alla domenica rimane aperta anche il pomeriggio dalle 17 alle 21; tuttavia saranno possibili eventuali proroghe, vista la forte affluenza di visitatori, che sono stimabili intorno alle 600 persone al giorno, tranne il sabato e la domeni- ca dove possono raggiungere gli oltre 8.000. Per promuovere la mostra sono state disposte lungo il centro storico della città le sagome di 100 personaggi storici del ‘900 jesino evitando di precisarne il nome, così da stuzzicare la curiosità della gente ed invitarla a far visita all’evento culturale. Legato a queste sagome vi è anche un concorso al quale tutti i cittadini possono partecipare compilando un modulo nel quale poter trascrivere il personaggio preferito del secolo scorso e al termine di tale concorso verrà eletto il personaggio del secolo. L’ingresso alla mostra è gratuito, ma si possono donare offerte in favore alla società Marche Nuoto per raggiungere una somma pari a 7.000 € e poter così comprare e disporre di un sollevatore per piscina per le persone diversamente abili. Quest’ultime inoltre partecipano attivamente durante l’esposizione culturale insieme alle dieci ragazze impegnate come guide grazie al coinvolgimento al progetto di associazioni come il Laboratorio di Terrecotte “De Coccio” di Jesi. Il catalogo della mostra sarà accessibile non prima del termine dell’intero evento culturale. Ilaria Latini Parrocchia di San Sebastiano: l’incontro dei ragazzi del G60 grati a don Roberto e al dottor Bini “Abbiamo ricevuto dei doni straordinari” Un gruppo di persone che si incontra dopo tanti anni non è una novità: vecchi compagni di scuola, persone nate nello stesso anno, ex colleghi di lavoro, … Noi, probabilmente, non facciamo eccezione. “Noi” è il G60 (un folto gruppo di ragazzini, molti del 1960, o giù di lì), nato a San Sebastiano agli inizi degli anni ’70 dalla doppia paternità del dottor Bini e di don Roberto (noi pronunciamo i loro nomi tutto attaccato, in puro idioma pradarolo). Da tanto tempo non ci vedevamo, molti compiono 50 anni quest’anno e uno del gruppo ha avuto un importante incarico nazionale: il Dottorbini ha colto l’occasione per organizzare un raduno. Tutti siamo stati contenti ma in molti ci ha colti anche una vena di timore perché tutto finisse col sospi- ro per i bei tempi andati, scivolando su temi un po’ retorici. Invece no. Arrivata la lettera di invito, ha preso forza un movimento di emozione, contentezza e partecipazione che ha riportato a galla ricordi, canzoni e album di fotografie, ha riallacciato contatti e riaperto confidenze. Il vecchio gruppo, per questo raduno, ha ripreso garbatamente posto concreto nella nostra vita quotidiana e la sera fatidica è arrivata preparata dal lavoro di molti. Sentivamo ancora vivo il G60 e proprio questo è stato l’aspetto speciale del raduno. È sorprendente constatare che quell’esperienza in parrocchia ha, anche oggi, un significato profondo per molti di noi. Nella nostra vita adolescente, il G60 è stato il nucleo entro cui si sono maturati valori umani, relazionali, civili, spirituali che ci hanno aiutato a diventare delle “brave persone”: l’importanza del confrontarsi, argomentare le proprie idee, trovare la forma per concretizzarle, avere a cuore il bene comune, coltivare la stime di sé, amare ciò che si fa, sentire profondamente che la nostra vita intera trova senso nel grande disegno di Dio. Questo percorso si è mescolato con la nostra più genuina adolescenza fatta di appuntamenti domenicali alla panchina per decidere come divertirci, di amicizie e contrasti, di spavalderia e timore per il futuro. Molti legami di amicizia annodati allora non si sono più sciolti; altri hanno preso altre forme; l’attenzione reciproca, anche nella distanza geografica, non è mai più mancata. Siamo stati speciali ma non perché noi fossimo diversi dagli altri bensì perché abbiamo ricevuto dei doni straordinari: la rielaborazione culturale, economica, politica e sociale degli anni ’70 e la vivacità della Chiesa appena dopo il Concilio ci hanno offerto contenuti su cui pensare e sperimentare; il Dottorbini e Dòroberto, con il loro progetto di educatori, hanno preparato per noi il sentiero che abbiamo percorso per diventare grandi, aiutandoci a comprendere il progetto di noi stessi. Entrambi ci hanno regalato quella loro felice intuizione, articolata in riunioni settimanali, campi estivi, cartelloni, giornalini, discussioni, uscite in montagna e cori alla messa. Soprattutto, non è mai mancata la loro presenza con noi che ci ha permesso di sperimentare che anche noi avevamo un posto nel mondo. Ancora oggi non ci perdono di vista. Tutto questo, oggi, potrebbe essere percepito come “normale” e, invece, ha dello “straordinario” anche in tempi attuali; allora, essi furono dei pionieri. Il G60 è stato la porta da cui siamo entrati nel mondo adulto e a 50 anni (più o meno) pensiamo a quell’esperienza con immenso affetto. Quando il G60 è nato, anche Dòroberto e il Dottorbini avevano 50 anni (più o meno). È una coincidenza ma non possiamo fare a meno di confrontarci con quei due uomini di allora, nostri coetanei in questa connessione di tempo permessa dalla memoria, e pensare non solo alla qualità della loro presenza nel passato ma alla qualità della nostra nel presente. Da qui in poi, possiamo anche noi essere un po’ Dottorbini e Dòroberto, possiamo accostare le nostre orme alle loro. Portandoci appresso la gratitudine per tutto questo, il raduno del G60 ci ha trovati in sintonia sull’intenzione di ritrovarci festosamente per abbracciare chi, dopo la famiglia, ha maggiormente inciso nella nostra formazione: un gruppo di amici e due maestri (quasi padri). Adesso è tempo di tornare a dividere con gli altri ciò che da essi abbiamo ricevuto. Il G60 “Oltre il pozzo” “Oltre il pozzo” è un racconto per lettori dai nove ai novanta anni. E’ la storia di un’estate vissuta da bambini che con entusiasmo ed avidità scrutano il mondo che li circonda. I fatti sono ambientati nella campagna jesina di fine anni sessanta, dove si avvertono i primi echi di quella rivoluzione sociale, economica, culturale che sta attraversando l’Italia con il Sessantotto. La dimensione intima e lo sguardo incantato verso un mondo meraviglioso, a volte incomprensibile, attraversano tutta l’opera; l’emozione di una stagione si apre all’avventura di una vita da scoprire, vivere, amare. Valeria Mantinovi IMPIANTI IDRAULICI ASSISTENZA TECNICA MATERIALI PER BAGNI TERMOIDRO di GIANFRANCO MUZI Castelplanio - 60032 (An) - Via Roma, 117 Tel. 0731.813444 r.a. - Fax 814149 - www.fazibattaglia.com Via Giuseppe Guerri, 17 JESI Tel. 0731 200337 - 335.247108 1923 1923 Voce della Vallesina in dialogo A JESI è ATTIVA UNA SCUOLA DI POLITICA: INCONTRI MENSILI Coinvolgimento dei partecipanti La Scuola di Formazione politica intende essere un luogo di incontro tra culture e posizioni anche differenti. L’iniziativa è proposta da un gruppo di iscritti e/o simpatizzanti di diversi partiti politici. La partecipazione è aperta a tutti, in particolare ai giovani che vorranno approfondire i temi per fare politica. I profili formativi della Scuola riportano ai veri obiettivi della politica: rispettare la dignità delle persone, migliorare le opportunità, accrescere il benessere dei cittadini, occuparsi dei problemi della gente, offrire un modello di intervento per cui i partiti si occupino dei problemi delle persone e non il contrario. I temi di riferimento della Scuola sono i seguenti: i principi e le regole della democrazia; le politiche pubbliche; la multilevel governante; la storia e lo stato della democrazia, in Italia e nel mondo; il welfare e le politiche di genere; lo sviluppo economico e sociale; le trasformazioni e le condizioni di vita nella città contemporanea. Diceva il prof. Viktor Emil Frankl, fondatore della logoterapia ed analisi esistenziale: “se c’è qualcosa che aiuta le persone a superare le difficoltà, questo è la coscienza di un significato, di un compito, di un valore, di un’attività che deve essere ancora realizzata”. Come può declinarsi questa affer- mazione in politica? A dini impegnati nel lavoro e livello politico, ciò vuol nel mondo ci interpella sul dire riappropriarsi di senso dell’impegno diretto e se stessi, della propria concreto. storia, dei propri valori, Su queste basi e su queste superando la paura del premesse è stata pensata divenire e la paura del una nuova iniziativa che confronto con gli altri. si intende proporre a tutte Oggi che sono attac- le forze politiche che sono cati e minacciati i fon- rappresentate sul territorio damenti del comune della Vallesina. La realizzasentire occorre agire in zione di una scuola di poprima persona. Occor- litica per giovani dai 18 ai re vivere la dimensione 25 anni. Una scuola, non di della partecipazione un partito, ma di tutti i citnella vita della comu- tadini che vorranno aderire nità, tenendo conto del all’iniziativa. punto di vista dei grup- Una scuola, nella quale verpi, dei movimenti di ranno affrontati i temi sibase, dell’associazioni- gnificativi per raccogliere le smo culturale e ricreativo. sfide della nostra contempoOccorre un’azione forte, il raneità, nella quale potranconsenso delle persone, che no essere discussi gli scenadivengono attori del cam- ri che si presenteranno nei biamento. Occorre umaniz- prossimi anni, attraverso il zare la politica, cioè ripar- coinvolgimento di esperti di tire dalle persone, non dai vari orientamenti e di diverpartiti. I partiti sono per le sa professionalità. persone, non il contrario. La scuola servirà a rinforÉ significativo portare a compimento l’idea di umanizzare Sede: Area convegni del la politica, in primo ristorante Mynonna di Jesi luogo, mediante la partecipazione at- Giorno: ultimo mercoledì tiva della gente, per del mese - Orario dell’inirealizzare un nuovo protagonismo co- ziativa: ore 18: inizio lavori munitario. C’è un e conferenza; ore 19: diritardo culturale di battito e approfondimenfondo sia in Italia sia nella nostra regio- to; ore 20: cena ne, soprattutto per ciò che riguarda la democratizzazione della vita pubblica e per l’in- zare l’idea che partecipacapacità dei partiti di assu- zione politica è un valore mere la tutela delle catego- irrinunciabile per tutti, indirie maggiormente disagiate. pendentemente dal proprio In secondo luogo è significa- credo politico. Il motto che tivo portare a compimento dovrebbe stare alla base dell’idea di legalizzare la poli- la scuola è l’affermazione di tica, per costruire percorsi Voltaire che dice: “non sono autentici di legalità lontano d’accordo con il tuo punto ed al di fuori delle consor- di vista, ma darò la mia vita terie dei partiti, dai compro- perché tu possa esprimerlo”. messi di coloro che usano la La scuola vuole creare attenpolitica per fare solo i propri zione e coinvolgimento nei interessi. In terzo luogo, è si- giovani, soprattutto i ragazzi gnificativo portare a compi- che si avvicinano alla politimento l’idea di difendere la ca in occasione delle tornate politica, quella che pone al elettorali, per aiutarli a forcentro l’uomo ed i suoi valo- marsi un’idea autentica della ri, la persona e le sue istanze politica come servizio e modi verità, giustizia, libertà e mento di analisi, confronto responsabilità, solidarietà. e decisione per il bene della La nostra coscienza di citta- collettività. 14 novembre 2010 13 ALCUNE PERSONALI RIFLESSIONI SULLA MESSA IN LATINO Partecipazione, storia, cultura e tradizione Ho partecipato alla Messa in latino promossa dal parroco del duomo Don Cristiano Marasca il giorno di san Settimio. Poi ho desiderato approfondire l’iniziativa, sentito un certo chiacchiericcio, partecipando anche alla Messa in latino presso la basilica di Campocavallo (viene celebrata tutte le domeniche pomeriggio). Infine ho seguito quella solenne e “funebre” celebrata nel giovedì del settenario dei morti, in cattedrale, da sacerdoti di Campocavallo accompagnati dal coro della stessa basilica osimana. Infine ho compulsato per bene internet (messainlatino. it - doncristianomarasca.it). Avrei desiderato partecipare alla Messa in latino che si tiene ogni primo venerdì del mese a S. Pietro, sempre per iniziativa del parroco don Cristiano, ma non mi è stato possibile perché nel primo venerdì di questo mese non è stata celebrata. E sono giunto alle seguenti riflessioni premettendo soltanto che io, in là con gli anni, ho vissuto intensamente la liturgia eucaristica tridentina nella mia adolescenza e giovinezza, al punto di imparare a memoria e in modo del tutto naturale (senza studio) tutta la Messa in latino perché allora la liturgia eucaristica si seguiva con il messalino (italiano e latino). Con l’innamoramento che è intuibile. 1 – Celebrare ancora la Messa in latino, dopo la riforma liturgica di Pio XII e dopo le successive disposizioni degli ultimi papi, compreso l’attuale Benedetto XVI, è, di per sé, cercar di conservare un patrimonio culturale, storico e tradizionale preziosissimo che ha caratterizzato la celebrazione centrale della liturgia della Chiesa (appunto la Messa) per ben quattro secoli, dal Concilio tridentino fino a Pio XII. 2 – La normativa ecclesiastica prevede addirittura che un sacerdote, anche da solo, possa celebrare la Messa tridentina. Tuttavia a me pare opportuno che un sacerdote, quando celebra in pubblico, lo faccia sulla base della richiesta di un gruppo di fedeli che sentono l’esigenza e che, possibilmente, abbiano una preparazione adeguata alla partecipazione. 3 – Non vedo positivamente l’imporre la Messa in latino ad un pubblico, numeroso quanto si vuole (vedi la celebrazione del giorno di S. Settimio con il duomo gremito non per la Messa tridentina ma solo perché festa del protettore), ma del tutto impreparato alla importante cerimonia. Se poi lo si facesse per gettare il sasso nello stagno, mi pare che si cadrebbe in un imbarazzante strumentalismo. 4 – Si tocca con mano la profonda differenza di partecipazione tra la Messa in italiano o quella in latino. Nella prima la presenza viva, per modesta che sia, è di gran lunga superiore proprio perchè la lingua e la struttura invitano, di fatto, alla partecipazione. Del resto la riforma è stata fatta, se non erro, soprattutto per permettere a tutto il popolo di Dio di partecipare effettivamente e non di recitare il rosario durante la celebrazione, come avveniva con la Messa tridentina da parte di tante pie donne. 5 - Chi celebra la Messa in latino deve essere ben preparato e deve avere un chierichetto altrettanto preparato perché si tratta di una cerimonia – se vogliamo fare le cose veramente bene e non aggiustate - che esige anche il chierichetto per motivi intrinseci alla liturgia stessa. 6 - Vedo bene che in una diocesi ci sia almeno un sacerdote innamorato della liturgia tridentina che possa mantenere la tradizione ed aprirla, su richiesta, ai fedeli che lo desiderano. Per quel che ho potuto vedere, leggere ed ascoltare, l’eventuale interpretazione che la Messa in latino possa essere un preludio verso i lefebvriani, mi pare priva di qualsiasi fondamento. Lasciano una certa perplessità alcune ingiustificate punte polemiche che sono presenti in internet. V. Massaccesi Il 20 novembre in tutto il Mondo per il rispetto dei bambini L’impegno del Kiwanis Club Ancona In occasione della Giornata Mondiale dei Diritti dell’Infanzia, che viene celebrata ogni anno in tutto il Mondo, il 20 novembre, il Kiwanis Club Ancona Nord, condividendo i principi scaturiti dalla Convenzione Internazionale dei Diritti dell’Infanzia nel 1989, intende sensibilizzare tutti i cittadini alla mancata considerazione e scarso rispetto dei bambini. A tanti di loro sono ancora negati i diritti principali e basilari di una civile convivenza, rivolti sia al benessere psicofisico, all’istruzione, alla sicurezza, alla possibilità di giocare ed essere rispettati. Il Kiwanis Internazionale opera con grande impegno per risolvere i numerosi problemi legati alla malnutrizione, alle grandi ma- DAL 1923 lattie diffuse nei paesi del terzo mondo (AIDS, Malaria, TBC), al negato accesso all’istruzione, alla militarizzazione dei bambini ed al lavoro infantile. Il Kiwanis Club Ancona Nord si è attivato con impegno, sia a livello Nazionale, sia Internazionale, partecipando all’adozione di una bambina della Birmana, garantendole l’assistenza sino al termine degli studi universitari. Ha collaborato con l’Associazione Carlo Urbani per la vaccinazione dei bambini del Madagascar. Ha raccolto fondi per aiutare i genitori di un bambino cerebroleso. Ha dato un valido contributo per salvare una bambina albanese affetta da una grave malattia del sangue. Il Presidente Francesco Bravi Tel. 0731-21.33.70 - www.mattoli.it Latte Fresco Alta Qualità 14 IL PALAZZO E DINTORNI Per fortuna che i mattoni... Sì, è proprio una fortuna ed espressione di senso di responsabilità che i mattoni strappati alle nostre mura medievali di via Bersaglieri siano stati meticolosamente messi da parte, anche se – così preziosi – sono alla mercè di molti perché costituiscono un vero tesoro per chi deve restaurare castelli e vetusti palazzi nobiliari. Insomma, io credo che, dopo il giudizio negativo di tanti, compreso quello del nostro assessore alla cultura Leonardo Lasca, in merito alla ferita inferta alle antiche mura in nome del piazzamento di un ascensore per superare un dislivello di pochi metri, anche il sindaco approfondirà di nuovo il problema fino a persuadersi che è meglio rimettere tutto a posto. I mattoni autentici sono pronti per cui lo squarcio potrà essere ricucito senza lasciare segni particolari (ma ci vuole una mano esperta e appassionata della conservazione dei nostri monumenti!). Rimane il problema del parere favorevole della sovraintendenza alle belle arti. Meraviglia non poco se si tiene presenti che, normalmente, questo benemerito istituto di controllo dei nostri capolavori, in genere è… più papalino del papa. Infatti, spesso, con i suoi divieti, va oltre ogni doverosa precauzione. Non mi spiego perché questa volta abbia chiuso tutti e due gli occhi. Forse perché nessuno è venuto a vedere o perché (ma lo dico scherzando!) si vuole dare una mano anche ai costruttori di ascensori dopo che il governo l’ha data alle automobili, ai Voce della Vallesina pagina aperta 14 novembre 2010 frigoriferi, ai motorini … Già il governo. Se è vero – proprio non lo sapevo – che le spese previste sono garantite e condizionate da Roma, bisogna fare in modo di riuscire ad ottenere, per non perdere il beneficio finanziario, che sia accettata una diversa finalità delle tante che abbiamo; una finalità legata al centro storico e veramente utile. Comunque non si può fare qualsiasi cosa solo perché al Comune non costa niente. L’opera prevista va cancellata per il 50% in nome della conservazione delle antiche mura. L’altro 50% è dato dalla modestissima utilità della nuova struttura sia oggi che domani perché il dislivello da superare è modesto, perché quattro passi in leggera salita prepara a percorrere la nostra isola pedonale, perché fa bene alla salute… E poi mi pare che questo eventuale ascensore farebbe un po’ la fine dell’altro, quello del parco del vallato - la caffettiera - scomodo, pochissimo utilizzato e costoso. Ricuciamo su e non se ne parli più! v.m. UNA RETE LOCALE TRA SCUOLE, CIS E SOGENUS “La terra: la mia unica casa” Si chiama “La terra: la mia unica casa” il progetto di educazione ambientale che vede uniti in rete cinque Istituti Scolastici della Media Vallesina per partecipare al Bando della Regione Marche Scuola Laboratorio Ambiente anno scolastico 2010/2011. Cis Srl (società che unisce 12 Comuni della Media Vallesina) e Sogenus Spa sostenere progetti legati alla (società che gestisce la di- tutela e alla valorizzazione scarica di Maiolati e il ciclo ambientale. integrato dei rifiuti), in qua- Le scuole del territorio assolità di partner del progetto, ciato hanno raccolto l’invito per l’occasione hanno sotto- dell’ONU a impegnare tutte scritto una convenzione con le istituzioni, le organizi relativi rappresentanti per zazioni, gli enti, i centri, le favorire la distribuzione del scuole di ogni ordine e gramateriale didattico, per for- do, le università, le ONG, e nire alle scuole i necessari le imprese: tutti impegnati supporti professionali, tec- nell’educazione allo svilupnici e strutturali, mettendo po sostenibile con la masanche a disposizione la sala sima sinergia tra i soggetti conferenze, per la realiz- coinvolti. zazione di eventi pubblici Tre i temi tra i quali ogni e la concessione di spazi scuola può scegliere il perpromozionali sul periodi- corso didattico da trattare co semestrale Cisinforma e in riferimento al proprio veicolando le notizie sui siti territorio: internet aziendali. Un soste- “Lo sviluppo sostenibile”, gno importante che sotto- “La biodiversità nella Melinea una completa unione dia Vallesina” e “Conodi intenti quando si tratta di scenze e rappresentazioni del proprio territorio”. La novità, rispetto al passato, sta proprio nella sinergia tra alunni, insegnati, enti, istituzioni, imprese e famiglie. La convenzione è stata firmata nei giorni scorsi da Nicola Brunetti Dirigente Scolastico dell’Istituto Comprensivo “Carlo Urbani” di Moie di Maiolati Spontini, Castelplanio e Poggio San Marcello; da Stefania Sbriscia Dirigente Scolastico dell’Istituto Comprensivo di Serra San Quirico, Mergo e Rosora; da Luigina Massaria Dirigente Scolastico dell’ Istituto Comprensivo di Cupramontana e Staffolo; da don Fabio Belelli rappresentante della Scuola dell’Infanzia “Domenico Pallavicino” di Moie e da Esuperanzio Bonci rappresentante della Scuola dell’Infanzia “S. Caterina” di Cupramontana. Il presidente Sergio Cerioni (nella foto) ha firmato per conto di CIS Srl mentre per la Sogenus Spa la convenzione è stata siglata dal direttore Mauro Ragaini. Info 0731/778710 o www.cisinfo.it. Consiglieri regionali: Giancarli risponde a Bucciarelli Gestione pubblica dell’acqua Non capisco da quale provvedimento, legge, scelta, atto compiuto dalla maggioranza che governa la Regione Marche il consigliere Bucciarelli deduca che la nuova giunta regionale è allineata alle politiche economiche berlusconiane, così come ha scritto in una sua nota pubblicata sulla Voce della Vallesina. Ho fatto presente al collega Bucciarelli, anche in aula, che il Partito democratico è un partito di centrosinistra e riformista, e contiene le culture laiche, del cattolicesimo democratico, dell’ambientalismo e della sinistra, e ho ricordato che la maggioranza della sinistra italiana è sempre stata riformista. Faccio questa sottolineatura per ribadire che gli atti prodotti dalla coalizione che governa la Regione, di cui il PD è la forza principale, sono caratterizzati da politiche di solidarietà, di coesione sociale, di sostegno alle imprese e al lavoro, rafforzandone la centralità e le tutele, riaffermandone la dignità. Vengo poi alla gestione dell’acqua. Quanto ad essa, è stato approvato nell’ultima seduta dell’Assemblea legislativa, all’interno dell’assestamento di bilancio, l’ar- ticolo 38 in cui chiaramente si afferma che il servizio idrico integrato, in quanto di interesse generale e riconducibile ai diritti fondamentali della persona, non rientra tra i servizi pubblici locali a rilevanza economica. È stato inoltre votato un ordine del giorno (primo firmatario Fabio Badiali), che vede tra gli altri la mia firma e quella di Raffaele Bucciarelli, con il quale si impegna la giunta regionale a presentare una proposta di legge che riconosca al servizio idrico integrato il carattere di servizio privo di rilevanza economica e la conseguente previsione di forme gestionali pubbliche. Questi sono i fatti; come è un dato certo che l’assestamento di bilancio, che contiene anche le norme suddette, è stato approvato non solo da tutta la maggioranza ma anche dal consigliere Massimo Binci, che rappresenta Sinistra Ecologia e libertà, il quale ha motivato il suo voto proprio per la posizione assunta dalla maggioranza sulla gestione pubblica dell’acqua. Enzo Giancarli Consigliere regionale Partito democratico Jesi IL CONCERTO SINFONICO DEL “PROGETTO SIPARIO” Una musica per il lavoro L’orchestra “Progetto Sipario” composta dagli allievi dei corsi di formazione per professori d’orchestra ha aperto la 51a Stagione concertistica al Teatro Rossini di Pesaro con due sinfonie, una di Ludwig van Beethoven, la Sinfonia N.5 in Do min op. 67 e l’altra di Johannes Brahms, la Sinfonia n.2 in Re magg.op.73. Aiutati dai musicisti della Filarmonica Marchigiana CORSI diretti dal portoghese M° DI FORMAZIONE PROFESSIONALE NELLE ARTI E NEI MESTIERI Jordi Bernacer, gli allievi DELLO SPETTACOLO DAL VIVO sono stati messi a dura prova con due sinfonie che richiedevano attenzione e professionalità. Il “Progetto Sipario” si sta dimostrando una palestra formativa per i giovani orchestrali che hanno l’occasione di esibirsi nei teatri regionali. Provenienti da più parti d’Italia e alcuni anche dall’estero (Bielorussia, Repubblica Ceca) vuole essere una scuola che, attraverso i finanziamenti europei e regionali, forma figure lavorative per il teatro. Oggi si può dire che con questa formazione composta dal “Progetto Sipario” si è costituita un’orchestra giovanile che affiancherà l’orchestra regionale Filarmonica Marchigiana per valorizzare la cultura musicale che collega i teatri di tradizione facendo emergere le eccellenze musicali. Un cospicuo numero di musicisti che dalla sinfonia alla lirica fino ad arrivare al Jazz formano il tessuto musicale della regione. Tutto questo avviene grazie a una tradizione che nei piccoli paesi è ancora forte, quella della formazione attraverso le bande musicali locali che sono state e sono oggi insieme alle scuole musicali il vivaio dei nuovi musicisti. Il “Progetto Sipario” dimostra che la cultura intesa come investimento può generare lavoro. Bisogna formare giovani che si apprestino a diventare musicisti e sostenerli con esperienze musicali: questo è investire nel futuro. É chiaro che dovranno mettersi nel mercato, professionalizzarsi, fare esperienza, ma questo non toglie che l’opportunità data è di enorme valore sociale e politico. La Fondazione Pergolesi Spontini, capofila del Progetto Sipario, vuole investire su di loro cercando di coinvolgere tutti gli enti musicali, diventare un luogo di progettazione, che miri ad avere orchestre regionali che possono competere non solo nell’ambito territoriale ma che si propongano al di fuori della regione. Suonare al Teatro “Rossini” di Pesaro diretti da un maestro di fama internazionale in due sinfonie di una certa difficoltà è aver voluto dimostrare che c’è la possibilità di formare circa 60 giovani musicisti che si possono spendere nei teatri regionali perché capaci di eseguire opere anche complesse. Due capolavori sinfonici, nati entrambi nell’ambito della cultura viennese ma posti quasi a due capi dell’Ottocento, mostrano la straordinaria duttilità della forma sinfonica, in grado di raccontare le pieghe dell’animo dell’autore e, insieme la storia di una civiltà musicale. L’opera di Beethoven, la Sinfonia n.5, iniziata nel 1804 e completata nel 1808, è l’esempio del significato della filosofia della cultura illuministica. Mentre l’opera di Brahms nella sinfonia n. 2 non più romantica permeata da aneliti eroici, dà voce alle disillusioni poetiche del secondo ottocento in una melodia con timbriche dei fiati e la rigorosa compattezza degli archi. Eseguire le due opere in cui si sente la differenza degli autori comporta per i musicisti non solo eseguire attraverso lo spartito, ma cogliere le varie sfumature che solo la musica riesce a trasmettere. Per questo formarli attraverso queste musiche significa farli entrare nella storia attraverso un percorso che li coinvolge e che li rende partecipi di un progetto musicale. Remo Uncini TTO PROGEARIO SIP POR Marche Ob. 2 FSE 2007/2013 Asse IV - Obiettivo Specifico “i” DDS N. 132/S06 DEL 28.09.2009 UNIONE EUROPEA FONDO SOCIALE EUROPEO MINISTERO DEL LAVORO DELLA SALUTE E DELLE POLITICHE SOCIALI Direzione Generale per le Politiche per l’Orientamento e la Formazione FONDO SOCIALE EUROPEO REGIONE MARCHE 1 | SARTO TEATRALE | | SCENOGRAFO REALIZZATORE | | TECNICO DELLE OPERAZIONI DI MONTAGGIO, SMONTAGGIO, MOVIMENTAZIONE E CAMBIO DI SCENOGRAFIE / MACCHINISTA TEATRALE | | TECNICO DELLE ATTIVITÀ DI ILLUMINAZIONE DI SPETTACOLI TEATRALI ED EVENTI DAL VIVO ELETTRICISTA TEATRALE | | TECNICO DEL SUONO | | ESPERTO DI ORGANIZZAZIONE, PROGETTI ED EVENTI NEL SETTORE DELLO SPETTACOLO | | DANZATORE PERFORMER | | COMUNICATORE MULTIMEDIALE DELLO SPETTACOLO DAL VIVO MULTIMEDIA PROJECT MANAGER | | CANTANTE LIRICO SOLISTA | | PROFESSORE D’ORCHESTRA I - PRIME PARTI | | PROFESSORE D’ORCHESTRA II - SECONDE PARTI | | PROFESSORE D’ORCHESTRA III - PARTI DI FILA | | MAESTRO COLLABORATORE DI SALA E PALCOSCENICO | Voce della Vallesina sport e tempo libero La ventottenne jesina Di Francisca è la campionessa 14 novembre 2010 15 BASKET-FILENI BPA: Bargnesi convocato in nazionale under 16 Le congratulazioni del Comune Al PalaTriccoli c’è il temibile Barcellona Il sindaco di Jesi e l’assessore allo sport Bruna Aguzzi esprimono le più vive congratulazioni ad Elisa Di Francisca per lo straordinario successo ai Mondiali di Scherma di Parigi. “Ancora una volta, l’ennesima volta sottolineano gli amministratori - un’atleta jesina sale sul gradino più alto del podio e conferma l’immensità di una scuola che certamente non ha eguali al mondo. Un plauso anche a Valentina Vezzali, che la finale l’ha sfiorata, ma che ha dimostrato ancora una volta, semmai fosse necessario, che non si sente affatto appagata dai tanti anni in cui ha dominato in lungo ed in largo in questa specialità e sicuramente non vedrà già l’ora di riscattarsi alla prossima occasione. Ed un pensiero, infine, anche al commissario tecnico, il nostro Stefano Cerioni, che continua a ricevere dalle ragazze splendide soddisfazioni, confermando la bontà del lavoro svolto”. Successi spor- Una Fileni Bpa poco attenta nel quarto periodo ha sfiorato la clamorosa vittoria esterna sul parquet di Venezia, compagine inserita nel lotto delle favorite per la promozione. L’anticipo televisivo giocato venerdì scorso infatti, è finito 76 a 72 per i lagunari, più lucidi nell’ultimo periodo. “Avrei dovuto fare riposare un po’ di più il nostro play — ha ammesso il tecnico jesino, Stefano Cioppi — Peccato avevamo giocato una buona partita, con un po’ più di attenzione potevano portarla a casa”. Sulla sconfitta in terra veneta hanno pesato anche le non perfette condizioni di capitan Maggioli (nella foto), che ha accusato alla vigilia del match una iper estensione al ginocchio. DANIELE BEDETTI: Temperamento al servizio dei giovanissimi A “Abbiamo un collettivo interessante” “Il calcio deve essere una palestra formativa che aiuterà il ragazzo durante la vita reale”. É questo l’interessante motto di Daniele Bedetti, giovane allenatore della truppa dei giovanissimi A. Nato il 19 marzo 1975, carattere allegro e personalità da vendere, mister Bedetti ha un passato da calciatore: ha militato in alcune squadre di seconda o terza categoria, toccando anche l’“apice” della Promozione. Temperamento, esperienza ed entusiasmo vengono portate settimanalmente sul rettangolo di gioco; a trarne vantaggio, per ora, sono i giovanissimi A che stanno disputando un campionato provinciale di indiscusso livello; registrate ben cinque vittorie e un pareggio, nel derby contro la Junior Jesina, nelle prime sei gare disputate. In più la matematica certezza di partecipare alla fase regionale (in quanto società di serie D) che inizierà praticamente nel periodo post-natalizio. “Abbiamo un collettivo assai interessante, composto da atleti classe 1996 con l’aggiunta di un 97 ovvero Nico- la Gambadori, considerato un vero e proprio prospetto in casa leoncella– afferma mister Daniele Bedetti – Io e Simone Brecciaroli, allenatore dell’altra formazione cadetta dei giovanissimi nonché mio diretto e stimato collaboratore, stiamo lavorando nella giusta direzione, cercando di essere il più possibile utili nel perseguire i progetti prefissati dalla società bianco-rossa…”. Vincere il campionato regionale, secondo l’ottica di mister Bedetti, costituisce solo un argomento di livello secondario: “Credo che, per adesso, non sia tanto importante il risultato bensì far divertire il ragazzo, magari anche con attività ricreative ed extra-calcistiche, enfatizzando allo stesso tempo quelle che sono le sue doti in ambito agonistico. La speranza, ovviamente, è quella di vederlo in palcoscenici che contano nel prossimo futuro. Anche se poi occorre essere sinceri e guardare in faccia la realtà: di fenomeni ne arriva uno su mille…”. Daniele Bartocci Alla scuola media “Federico II” di Jesi un progetto con il Csi Tennis tavolo, veicolo di integrazione Può il tennis tavolo favorire l’integrazione dei ragazzi stranieri del quartiere San Giuseppe? Questa è la scommessa lanciata dalla scuola media “Federico II” assieme al comitato jesino del Centro Sportivo, che lo scorso 21 ottobre hanno presentato il “Progetto Tennis Tavolo”. Alla presentazione c’erano ben duecento ragazzi, tutti studenti della scuola media. Ha partecipato anche Sabrina Moretti, senigalliese, pluri-campionessa italiana di tennis tavolo, che nella sua carriera ha preso parte a mondiali ed europei. La pongista, che ha alle spalle ben 22 anni in serie A ed è l’attuale campionessa italiana over 40, ha spiegato le regole del tennis tavolo ed ha coinvolto alunni e professori. A benedire il progetto c’era anche l’assessore allo sport, Bruna Aguzzi, oltre ai re- sponsabili jesini del Csi, Cristiano Taviani e Nicola Grilli. “L’idea del progetto è della professoressa Paola Filipponi – spiega Nicola Falappa, tecnico di tennis tavolo del Csi – All’interno della scuola è stato creato un giardino, con un tavolo da ping pong ed un campo da basket. L’iniziativa è stata lanciata per favorire l’integrazione dei ragazzi extracomunitari e si protrarrà durante tutto l’anno scolastico. Ogni venerdì pomeriggio i ragazzi della scuola potranno imparare a giocare a ping pong, avranno a disposizione cinque-sei tavoli e degli istruttori qualificati. Cercheremo di far partecipare i ragazzi a dei tornei ed ai campionati studenteschi”. Progetti come questo sono la dimostrazione che lo sport può essere un forte veicolo di unione. “L’iniziativa è stata accolta subito con grande entusiasmo dal Csi – affer- ma Falappa – Attualmente ci sono cinquanta ragazzi iscritti, che sono stati divisi in tre gruppi per far giocare tutti. La fascia d’età è quella dai dieci ai quattordici anni. Per questi ragazzi il tennis tavolo è ancora un gioco che appassiona e che non manca mai in oratorio o al mare”. I prossimi appuntamenti di questo “Progetto Tennis Tavolo” coinvolgeranno anche gli adulti. Dal 10 novembre infatti, ogni mercoledì sera dalle ore 21.30 alle 22.30 sempre alla palestra “Federico II”, possono giocare anche per i più grandi. Inoltre, ai primi di dicembre saranno organizzati tre incontri con le classi prime della scuola “Federico II” durante le lezioni di educazione fisica per presentare il progetto. Se l’iniziativa avrà successo, saranno coinvolte anche le altre scuole medie della città. Giuseppe Papadia Il centro pesarese, che ha giocato stringendo i denti, ha realizzato comunque 11 punti. La classifica dopo il sesto turno di andata: Udine 12 punti; Rimini, Venezia 10; Barcellona, Pistoia 8; Scafati, Fileni Bpa Jesi, Casalpusterlengo, Reggio Emilia, Casale Monferrato 6; Veroli, Imola, Ferrara, Forlì 4; Verona 2; San Severo 0 punti. Oggi, domenica 14 novembre, al PalaTriccoli arriva il Barcellona (ore 18.15), vera rivelazione di questa prima fase di campionato. I siciliani finora hanno perso solo due gare, con Udine e Rimini. Nonostante sia una neo-promossa, la squadra allenata dal marchigiano Pancotto può contare su giocatori di alto livello, come i due statunitensi Crispin e Hicks, e gli italiani Bucci e Mocavero. Fra i siciliani c’è anche l’ex Bonessio, a Jesi nel 2007. Fra i convocati per il raduno collegiale della nazionale under 16, che è svolto a Roccaporena di Cascia, in provincia di Perugia, c’era anche l’aurorino Federico Bargnesi. Giuseppe Papadia Ottava edizione della Festa del pescatore lungo l’Esino Rispetto dell’ambiente e del fiume Una appuntamento che si rinnova ormai da otto anni, lungo le sponde del fiume Esino, nel tratto compreso fra il ponte degli Angeli e la diga “Francolini”. Si tratta della festa del pescatore, che ha visto il 3 ottobre scorso 132 concorrenti, iscritti con società della media Vallesina e della provincia di Ancona, cimentarsi nella gara di pesca alla trota in torrente a box. La manifestazione è stata organizzata dalla F.I.P.S.A.S. (Federazione Italiana Pesca Sportiva e Attività Subacquee) sezione provinciale di Ancona, in collaborazione con la Provincia di Ancona. Durante la mattinata i pescatori hanno gareggiato lungo il tratto di fiume ripopolato con 450 kg di trote fario, mostrando rispetto per l’ambiente e la fauna del fiume e indicando, con il silenzio e la delicatezza dei gesti che accompagnano questo sport, il rispetto assoluto che l’uomo deve alla natura. Al termine della gara sono risultati vincitori i componenti della società ASD Cannisti Chiaravallesi – squadra B composta da Claudio Oreficini, Silvano Bartoli, Max Mattioli e Alberto Cacciamani. Seconda classificata la società ASD APS Vallesina –squadra I composta da Giorgio Camponi, Filippo Leta e Paolo Laudenzi. Al terzo posto l’ ASD Pianello Vallesina – squadra D composta da Massimo Luconi, Lucio Ceccarelli, Silvano Marini e Doriano Vecchioni. Hanno partecipato alla cerimonia delle premiazioni il presidente della FIPSAS Sandro Fiorentini, il vice presidente della provincia di Ancona Giancarlo Sagramola, il sindaco di Castelplanio Luciano Pittori, che hanno ringraziato i partecipanti, confermando che il pescatore è il primo garante di controllo della vita del fiume. Un ringraziamento particolare è stato rivolto a tutti i concorrenti CALCIO tivi, questi, che si coniugano con l’impegno dell’Amministrazione comunale a fare in modo che il Club Scherma Jesi possa continuare ad operare con grande profitto di risultati e di formazione di giovani talenti. In tale contesto è ormai prossima la prima tranche dei lavori di manutenzione straordinaria del palazzetto della scherma di via Solazzi, sulla base del progetto redatto dall’ufficio tecnico comunale per una piena valorizzazione e sicu- rezza dell’impianto. Si tratta di lavori che rappresentano il primo step del programma di interventi negli edifici sportivi della città in base al piano regolatore dello sport redatto con l’Università Politecnica delle Marche. Sempre nell’ambito della scherma, per celebrare questo nuovo straordinario risultato delle ragazze del fioretto, su Jesi Tv, la televisione web del Comune di Jesi, da oggi viene proposto il video realizzato dalla giovane giornalista jesina di RaiNews 24, Laura Tangherlini, “Un fior... etto di città”, che ripercorre la storia di questa disciplina e racconta del maestro Ezio Triccoli, della scuola di scherma, dei campioni di ieri, di oggi e di domani. Il video è stato premiato la scorsa settimana a Milano nell’ambito del premio internazionale “Sport Movies & Tv 2010”. Jesi Tv è facilmente accessibile sia dal sito della rete civica comunale, sia all’indirizzo jesi.vallesina.tv. che hanno animato la manifestazione, al coordinatore Adriano Togni, al comitato organizzatore e ai volontari, all’organizzazione del campo gara. Una manifestazione che, oltre alle finalità sportive e ricreative, ha promosso la conoscenza dell’ecosistema fiume in tutta la sua complessità, ha stimolato il rispetto per l’ambiente fluviale, è stata veicolo di conoscenza delle specie animali e vegetali presenti lungo il fiume e rafforzato il legame fra l’uomo e il territorio in senso più ampio. Daniele Bagnoli Serie D Jesina 0 - Sambenedettese 1. Il gol con cui la Samb ha sconfitto i leoncelli è scaturito da un siluro del loro bomber Pazzi al 34’, mentre i nostri cercavano l’amalgama, non facile a causa delle gravi assenze. Mister Fenucci ha avuto il suo da fare, mediante le sostituzioni, per raggiungere un undici valido e positivo. La squadra nostrana, per quanto ritoccata, non riusciva se non con il cuore a contrapporsi ad una avversaria, che finora non aveva lucidato il blasone e manifestato le doti rivelate in campio- nati di anni passati. Invece su questo derby aleggiava, oltre al clima di ogni incontro similare, anche la protesta degli spettatori per lo stadio riservato ai soli residenti nel comune di Jesi. Ed insieme anche la chiusura ad una fetta di fans locali, contro cui hanno risposto con un quarto d’ora di… sciopero! Cose mai viste a Jesi: “Questo calcio non ci appartiene” declamava uno striscione. Con questa situazione psicologica, fateci dire, non poteva venir fuori una vittoria tranquilla per i leoncelli. Vir 16 Voce della Vallesina esperienze 14 novembre 2010 Federcasalinghe Marche: la festa dei nonni è occasione per riconoscere il loro prezioso ruolo in famiglia a favore dei figli e dei nipoti Testimoni del tempo e degli eventi e custodi della memoria È stata un successo la prima festa provinciale dei nonni, organizzata da Federcasalinghe Marche a Moie, presso la sala comunale 6001, il 23 ottobre scorso. Una bella serata ricreativa con buffet, musica e ballo, animata dall’orchestra Joselito. Oltre cinquecento persone presenti: nonni, famiglie, nipoti. A porgere il saluto della comunità il sindaco di Maiolati Spontini Giancarlo Carbini e l’assessore ai servizi sociali Fabiana Piergigli. «I nonni rappresentano un rifugio sicuro e sereno per i nipoti. – ha detto la presidente Federcasalinghe Marche Maria Elvira Fabbri Conti- L’ha riconosciuto anche il presidente Napolitano, quando il 2 ottobre scorso ha salutato tutti i nonni d’Italia. Con i loro racconti e le loro esperienze riescono sempre ad infondere serenità, e ad insegnare i valori fondamentali alle nuove generazioni: la tenacia, il senso dell’impegno e la forza di volontà necessari per raggiungere i propri obiettivi e vincere le sfide della vita». L’iniziativa di Federcasalinghe, sostenuta dal comune di Maiolati Spontini, con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi e il patrocinio della Provincia di Ancona, sarà seguita entro la fine dell’anno da un convegno, per aprire un dialogo con le istituzioni sulla realtà dei nonni e, più in generale, degli anziani. La festa dei nonni, istituita nel 2005 dal Parlamento, per riconoscere ufficialmente il loro ruolo nella famiglia e nella società, cade il 2 ottobre, il giorno in cui la Chiesa celebra gli Angeli, ed è concepita proprio come momento di incontro e riconoscenza nei confronti dei nonni-angeli custodi dell’infanzia. L’istituzione della festa prevede l’impegno concreto da parte degli Enti locali (Regioni, Province e Comuni) a promuovere iniziative per valorizzare il ruolo dei nonni ed un premio annuale, consegnato dal presidente della Repubblica al nonno e alla nonna d’Italia. Anche Federcasalinghe ha voluto evidenziare quanto è importante festeggiare i nonni, e quanto queste persone danno ogni giorno, in termini di aiuto concreto (soprattutto dal punto di vista umano), alle loro famiglie e ai nipoti. Sono, infatti, circa 9 milioni in Italia i nonni che trascorrono gran parte della giornata con i nipoti, 4 milioni di bambini da 0 a 13 anni, con un risparmio di almeno 40 milioni di euro per le famiglie. «Occorre riportare gli anziani al centro della famiglia – ha dichiarato la presidente Conti Fabbri proponendo una riflessione sulla realtà più ampia della senilità– perché sono portatori privilegiati di saggezza e di insegnamenti, sono testimoni del tempo e degli eventi e custodi della memoria. Ad un certo punto della vita poi, terminato ruolo di genitore e di nonno come soggetto attivo, è l’anziano ad avere bisogno della famiglia e delle istituzioni. Egli diventa un soggetto debole e va riconosciuto e tutelato. Deve essere svolto un lavoro di prevenzione, accompagnato da forme di aiuto psico-sociale meno appariscenti rispetto alla creazione di nuove strutture (ospizi, case di riposo...), ma molto più vicine alle famiglie e al loro desiderio di tenere a casa loro gli anziani. La nostra associazione, già da tempo, propone l’istituzione di un centro diurno per anziani: un luogo di incontro e di socializzazione, dotato di servizi per la cura della persona, per svolgere attività ricreative, con servizi sanitari e la ristorazione. Un luogo in cui siano possibili anche brevi soggiorni, per dare più autonomia alle famiglie. Una struttura con un’ala riservata ai malati di Alzheimer, che richiedono cure e attenzioni particolari. Pensiamo ad una sua possibile ubicazione a Moie, al centro della Vallesina. E alle istituzioni, chiamate innanzitutto a prendersi cura del benessere dei cittadini, soprattutto dei più fragili, chiediamo di dare concretezza a questo progetto, che realizza una profonda interdipendenza fra l’anziano, la sua famiglia e gli altri, in un contesto sociale attento e solidale.» L’associazione Federcasalinghe Marche, tra le molteplici attività che svolge ormai da 25 anni, si sta occupando a tutto campo delle condizioni degli anziani e delle persone sole per migliorare la qualità della loro vita. Per accogliere e valorizzare i loro doni e la loro esperienza. Per legare fra loro le generazioni. Perché «è proprio di una civiltà pienamente umana rispettare e amare gli anziani, affinché essi si sentano, nonostante l’affievolirsi delle forze, parte viva della società.» (Giovanni Paolo II - Lettera agli anziani) Tiziana Tobaldi Nella prima foto da sinistra la presidente Fabbri, il sindaco Carbini e l’assessore Piergigli Nel 79° anniversario della nascita della Moriconi, lunedì 15 novembre alle 17.30 nella Chiesa Mereghi Una lezione di teatro attuale e al di fuori di ogni accademia Il 15 novembre ricorre il 79° anniversario della nascita di Valeria Moriconi, grande protagonista della scena italiana, legatissima alla sua città natale, Jesi. Per conservarne la memoria e valorizzare l’eredità artistica della grande attrice, il comune di Jesi ha istituito nel 2006 il Centro Studi e Attività Teatrali Valeria Moriconi, affidandone la gestione alla Fondazione Pergolesi Spontini che, assieme all’Assessorato alla Cultura del Comune, ha proposto alla Fondazione Gabriele Cardinaletti e all’Amat di collaborare alla realizzazione di un incontro nel giorno stesso della “festa di compleanno” dell’indimenticabile Valeria. Lunedì 15 novembre alle ore 17.30 nella Chiesa Mereghi si terrà l’incontro dal titolo A “Scuola di platea” con Valeria Moriconi: l’evento, coordinato da Franco Cecchini direttore del Centro Valeria Moriconi, si terrà nell’ambito della mostra JESI E IL 9CENTO Le radici del nostro futuro – in cui è stato riservato un posto di rilievo a Valeria Moriconi. L’iniziativa ad ingresso gratuito, – realizzata anche grazie al contributo dell’Assessorato alla Cultura della Provincia di Ancona, sarà aperta a tutta la cittadinanza ma sarà rivolta in particolare agli studenti, alle nuove generazioni che per lo più hanno solo inteso parlare di Valeria Moriconi, senza forse aver avuto la possibilità di incontrarla, di conoscerla, di assistere a un suo spettacolo. Si intende quindi offrire l’opportunità di un incontro “virtuale” con l’attrice, collegandosi agli incontri più diretti con attori e compagnie che si svolgono in occasione di alcuni spettacoli della stagione di prosa al Pergolesi, nell’ambito del progetto formativo “Scuola di platea”, organizzato dall’Amat. Si cercherà infatti di cogliere la “lezione di teatro” della gran- de attrice, partendo da un interessante documento video che riprende l’intervista di un gruppo di giovani a Valeria Moriconi sulla sua straordinaria esperienza teatrale, intervista presentata da Mita Medici nella trasmissione “Dammi un’idea” su Canal Jimmy nel 1998. Conservato nella ricca videoteca dell’attrice presso il Centro, l’audiovisivo verrà corredato da brevi sequenze di spettacoli della Moriconi e soprattutto sarà seguito da diversi interventi di approfondimento: anzitutto della stessa attrice cantante e conduttrice Mita Medici, che rievocherà il rapporto creatosi nel corso dell’intervista tra i giovani e Valeria; ma anche di Allì Caracciolo, drammaturga regista e poeta, docente di Storia del Teatro all’Università di Macerata; di Sonia Antinori, autrice attrice e regista, docente alla Scuola del Teatro Stabile delle Marche; di Daniela Rimei che presenterà il progetto “Scuola di platea” dell’Amat e animerà gli interventi dei giovani. Foto D’Ascanio