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Come pane spezzato per gli altri

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Come pane spezzato per gli altri
Settimanale d’informazione
ANNO LVII- N. 39
euro 1
www.vocedellavallesina.it Jesi, domenica 14 novembre 2010
Impôt reprisé Tassa riscossa Ufficio di Jesi
Poste Italiane spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, DCB - Jesi
Sabato 13 novembre, alle ore 17, in Duomo a Jesi sarà ordinato sacerdote fra Enrico Maria Mimmotti
Come pane spezzato per gli altri
Intervista a frà Enrico Maria Mimmotti pochi giorni prima della sua
ordinazione
na. Si danno da fare come possono, cercano di aiutarmi. Sento il loro sostegno, il
loro affetto. La mia vocazione coinvolge
necessariamente tutti loro, non solo per
l’affetto che ci lega, ma soprattutto perché anche a loro è toccato fare un cammino, dapprima d’accettazione della mia
chiamata, poi di familiarità con la fraternità francescana e soprattutto nel loro
rapporto personale con il Signore. Tutti
in cammino, com’è giusto!
Come ti stai preparando all’Ordinazione sacerdotale?
In questo momento ho la testa piena
di idee, pensieri, cose da fare e tutto
mi sembra molto confuso. Nei giorni
immediatamente prima all’ordinazione
avrò la possibilità di fermarmi per pregare, riflettere sulla mia vita, sul dono
che il buon Gesù mi ha fatto, sul lungo cammino che mi ha portato fino a
questo grande giorno… Credo infatti
che la preparazione a questo momento
così importante della mia vita sia iniziata (a mia insaputa) proprio quando
il Signore mi ha pensato, ancor prima che io nascessi.
Sono convito che il Signore mi abbia sognato suo sacerdote sin dall’inizio dei tempi. Certo, questo non toglie il
percorso formativo e di crescita umana e spirituale che,
con l’aiuto fraterno di frati e sacerdoti più grandi di me,
ho dovuto percorrere, questo non toglie la scoperta di
ciò che il Signore mi aveva scritto dentro, questo non
toglie la fatica di conoscermi, di affidarmi, di rispondere. Ma ora, nonostante l’emozione, tutto mi sembra
normale, quasi come fosse la cosa più logica per me, il
normale evolversi della mia vocazione. Lo stupore e la
gioia di sapermi amato e scelto da Dio mi sconvolge, la
naturalezza della risposta da parte mia al grande amore ricevuto rende tutto incredibilmente normale. È una
strana sensazione… è come se dentro di me qualcuno
dicesse: «Perché tanto clamore, non è forse la cosa più
naturale del mondo ricambiare con tutta la propria vita,
metterla al servizio della Chiesa per il bene dei fratelli
dopo aver ricevuto così tanto dal Signore? Non farebbero tutti come te, se avessero ricevuto quanto te?»
L’esperienza all’Oasi di Grottammare
ti fa stare a contatto con tante persone che vengono in pellegrinaggio e ti
permette anche di essere vicino ai sofferenti. Puoi condividere qualcosa con
noi di questo tuo servizio?
Vivere qui nel convento di Grottammare è per me motivo di grande gioia: in primo luogo per l’affetto che mi
dimostra tutta la fraternità, per la stima e il bene che mi
vogliono. Qui siamo 18 frati di cui 14 anziani, bisognosi
di aiuto e assistenza. Per me è bello poter dedicare tempo
e forze a loro, che hanno donato tutta la vita al Signore e
ai fratelli. La grazia più grande che ho ricevuto in questo
anno di servizio ai fratelli dell’infermeria è stata quella
di averne seguiti quattro fino all’ultimo respiro e averli
presentati al Signore. La morte, diceva San Francesco,
è la porta del Paradiso: ogni volta che capivamo che un
nostro frate era vicino all’incontro con il Signore, tutta la
fraternità si stringeva attorno a lui, pregava per lui. Nel
momento supremo della sua vita, quando si presentava
al cospetto della Misericordia di Dio, noi tutti lo accompagnavamo. Vivere la fraternità anche in quei momenti,
condividere gioie e dolori, speranze e delusioni, mi ha
fatto sperimentare la bellezza e l’autenticità della fraternità, di quella familiarità più forte di quella parentale di
cui parla San Francesco.
E la tua famiglia in che modo sta vivendo questo momento?
Tutti in casa percepiscono l’importanza di questo momento per me, per la Chiesa e per la famiglia francesca-
Per la tua Messa Novella la comunità parrocchiale di
San Francesco d’Assisi ti accoglierà in festa; hanno
voluto incontrarsi anche per pregare e riflettere sul
dono del sacerdozio. Questa celebrazione rientra nel
programma per il cinquantesimo anniversario di fondazione della parrocchia, una realtà molto apprezzata
in diocesi e capace di coinvolgere anche tanti giovani. Vuoi offrire dei messaggi a questa comunità nella
quale sei cresciuto e ti sei formato?
Pochi messaggi, a dire il vero. Perché “a chiacchierà non è
fadiga…”. Ma una cosa importante sì: non sprecate tempo,
ogni giorno è buono per amare
il Signore, per mettersi al servizio dei fratelli. Ogni occasione è
buona per cominciare a mescolare il proprio sangue con quello
di Gesù in croce, a spendersi per
Lui e per i fratelli, a sporcarsi le
mani con questa umanità bisognosa. Siamo troppo preziosi agli
occhi di Dio per perderci dietro
le nostre stupide pigrizie.
A fra Enrico Maria
rivolgiamo un grande augurio perché
sia sempre fedele
al Signore che lo ha
amato e lo ha chiamato. A tutti chiedo
di ricordarlo nella
preghiera perché la
sua risposta sia totale e la sua vita sia
generosa e piena di
buoni frutti
Francesco d’Assisi è uno dei
santi più conosciuti ed invocati
del mondo: secondo te quale è
il motivo?
Francesco ha preso la vita sul serio, non ha voluto sconti, non ha
chiesto regali. La vita con tutta la
sua gravità e letizia, con tutto il
carico di responsabilità e di gioie.
Francesco non si è tirato indietro,
mai, anche quando il Signore lo
portava dove lui non voleva. Ma
soprattutto Francesco è stato
capace di umiltà, di piccolezza.
Parole oggi non più di moda, ma
che hanno sempre lasciato nel
 Gerardo vescovo
cuore umano una grande nostalgia, per cui basta avvertirne la
traccia e subito il cuore si accende, si infervora. È così ogni volta che pensiamo a Madre
Teresa di Calcutta o a Giovanni Paolo II. Il cuore dell’uomo, anche il più arido, avverte il profumo dell’umiltà e
scalpita di nostalgia.
b.t.
A Perugia Fini vara il nuovo partito “Futuro e Libertà” e chiede le dimissioni del presidente Berlusconi
L’Italia galleggia e si trova ad un bivio: è crisi?
“Berlusconi abbia il coraggio politi- parlato della fine della seconda reco di un colpo d’ala: rassegni le di- pubblica e dell’avvento della terza.
missioni e vada dal capo dello Sta- Il presidente della Camera chieto; in caso contrario la delegazione de una nuova agenda politica, un
al governo che rappresenta Futuro nuovo programma con particolare
e Libertà verrà ritirata”. Con questo riferimento alle politiche sociali,
categorico ultimatum con cui Fini al lavoro, alla scuola, alla ricerca,
ha concluso il suo ampio interven- alla famiglia (senza dimenticare le
to davanti a cinquemila aderenti al famiglie di fatto), ad una diversa
nuovo partito, voluto proprio dal sensibilità etica. No alla legge sulle
presidente della Camera, si è vir- intercettazioni, sì ad una nuova legtualmente aperta la crisi di governo. ge elettorale.
Naturalmente si dovrà attendere Egli dichiara esplicitamente che il
nuovi passaggi delicati e incerti, sia previsto programma riformista e
di carattere politico che procedura- liberale al momento della fondale. Ma ormai solo un miracolo può zione del Pdl è stato ampiamente
raddrizzare la situazione. Insomma disatteso per cui necessita una vera
Fini, dopo un anno di pre-tattici- “rivoluzione liberale nei metodi e
smo e di graduale allontanamento nei programmi” e giunge ad esplidal partito da lui co-fondato - il citare, con forte accento polemico,
Pdl - e dalla politica di Berlusconi, che bisogna andare oltre Berluscoscopre tutte le sue carte e chiede ni, attuare l’alternativa al berluscoun radicale mutamento al punto nismo.
che alcuni suoi collaboratori hanno Più chiaro di così e più antagonista
verso il suo ex leader non si può.
Pur ribadendo la sua posizione di
destra e l’avversione verso la sinistra (anche se è ora di smetterla con
il denunciare il nemico “comunista” che non c’è), di fatto, converge,
almeno in tre punti, con le posizioni di alcuni partiti dell’opposizione:
dimissioni di Berlusconi, no alle
elezioni anticipate, nuova legge
elettorale. E non disdegna qualche
battuta ironica (“più che del governo del fare si può parlare di governo
del fare finta”).
***
E adesso? Ci troviamo di fronte a
settimane, forse a mesi, estremamente difficili per l’Italia perché se
Berlusconi respingerà l’ultimatum,
sarà condannato a “tirare a campare per non tirare le cuoia” (Fini),
se lo accetta ci troveremo di fronte
a due blocchi totalmente contrap-
posti che porteranno la nazione a
profonde spaccature: da una parte
la Lega e quel che rimane del Pdl
pretenderanno nuove elezioni,
dall’altra tutte le altre forze tenteranno una nuova maggioranza che
si formerebbe attorno ad alcuni
punti programmatici (nuova legge elettorale e provvedimenti urgenti per la ripresa del lavoro). Da
una parte si griderà al tradimento,
dall’altra si pretenderà il rispetto
della Costituzione che vuole che
sia il parlamento ad esprimere la
maggioranza governativa anche
quando la maggioranza espressa
dalle elezioni vien meno, si spacca
e dà modo ad un diverso orientamento politico.
Perché il Pdl non ha retto? Mi sembra che i motivi essenziali siano almeno tre. Il primo è da ricercarsi
nell’ingombrante metodo del capo
del governo che tende a monopo-
lizzare ogni decisone oscurando la
presenza e l’iniziativa del co-fondatore del Pdl Fini. Il secondo va
trovato in un certo immobilismo
del governo, preso eccessivamente
da un perenne dibattito sulle leggi ad personam. Il terzo motivo è
lo stesso che ha consigliato Berlusconi di rinunciare ad aprire la
importantissima conferenza sulla
famiglia che, organizzata dal governo, si è aperta lunedì scorso a
Milano. Egli, volenti o nolenti, con
il suo superficiale comportamento,
ha deteriorato sempre più la stima
nei suoi confronti non solo da parte
degli avversari politici, ma anche di
militanti dello stesso Pdl. É un comportamento che, seppure alieno da
reati, non si addice, come accusa
Fini, a chi si dovrebbe comportare
almeno in maniera dignitosa.
Vittorio Massaccesi
[email protected]
2
Del più e del meno
Le Marche che non t’aspetti
di Giuseppe Luconi
Le Marche. La si direbbe una regione
di serie B. E molti magari ne hanno conosciuto l’esistenza grazie ai nostri campioni
dello sport: leggi Roberto Mancini, Valentina Vezzali, Valentino Rossi. E ora anche
Elisa Di Francisca. In realtà, da qualche
tempo anche le correnti turistiche si vanno accorgendo delle Marche. Che pure da
sempre hanno le loro bellezze da offrire.
Non a caso, nel lontano
1898, Giosuè Carducci,
trovandosi a Recanati per
il centenario della nascita
di Leopardi, diceva della
nostra regione: «… così
benedetta da Dio di bellezza di varietà di ubertà, tra questo digradare
di monti che difendono,
tra questo distendersi di
mari che abbracciano, tra
questo sorgere di colli
che salutano, tra questa
apertura di valli che arridono…».
Si diceva del turismo. Gli italiani stanno
scoprendo ora, le Marche. Ma c’è chi le ha
scoperte prima di loro: gli americani. Ce lo
fa sapere Alessandra Farkas con un articolo diffuso dal Corriere della Sera. Il primo
a scoprire le Marche – scrive la Farkas – «è
stato lo scrittore John Moretti che nel suo
libro del 2004 Living Abroad in Italy dedicò un intero capitolo alle Marche, con consigli pratici su come aprirvi un agriturismo
e una lista di agenti immobiliari».
«Un anno più tardi il New York Times
ha pubblicato un lungo servizio intitolato
Le Marche the Next Tuscany, rimasto per
giorni in cima alla classifica dei pezzi più
letti del suo sito web. E a cavalcare la nuova
passione degli americani è anche la super-
chef di origine italiana Lidia Bastiani, che
alla cucina marchigiana ha dedicato numerose puntate del suo popolarissimo show
Lidia’s Italy.»
Poi è stata la volta di una pubblicazione molto seguita dai pensionati americani
(più di 35 milioni di abbonati) che ha scelto
la nostra regione tra i “cinque paradisi terrestri” dove andare a vivere dopo la pensione, insieme a Puerto Vallarta (Messico),
regione LinguadocaRossiglione (Francia),
Boquete (Panama) e
Cascais (Portogallo).
«Le Marche hanno
tutto: splendide spiagge, vigneti ridenti, arte
e architettura a non finire, alcuni dei migliori piatti di pesce della
cucina italiana e persino montagne nevose
dove praticare sport
invernali». E ancora:
«Le Marche hanno
un ottimo clima, un buon sistema sanitario pubblico, festival operistici all’aperto e
prezzi abbordabili». Le Marche, insomma,
sono “l’alternativa intelligente alla costosissima Toscana” e anche all’Umbria, “analogamente carissima”.
La giornalista del Corriere della Sera
racconta che John Williams, un chiropratico 62enne della Pennsylvania, si è trasferito in un casolare con un ettaro e mezzo di
uliveto centenario alla periferia di Senigallia, a due passi dal mare, dove produce olio
e conserve di frutta insieme alla moglie e
ai due figli teenager. “Sono arrivato nelle
Marche in vacanza e ho deciso di restarci
– ha detto - Oggi non vivrei in nessun altro
posto della terra”.
Auguri, Italo e Leondina
Il 24 ottobre scorso nella Chiesa di
San Giuseppe alle ore 11,15 si sono
celebrate le nozze di diamante di
Italo Bizzarri e Leondina Bolletta. Dopo la liturgia, gli sposi ed i
parenti hanno festeggiato questo
meraviglioso giorno di 60 anni di
matrimonio al ristorante Rosina.
Tanti auguri da tutti i familiari.
Simone Giampieri ofm. La celebrazione eucaristica è stata
animata dai canti e dalla musica seguita da figli e nipoti, che
don Emilio ha esortato a continuare il loro servizio liturgico anche in Parrocchia (come
già stanno in verità facendo).
La parrocchia di San Giuseppe ricorda Josè Guevara
Il trittico del grande artista
La scomparsa del pittore Josè
Guevara mi invita, come coordinatore delle iniziative relative al 75° di costruzione della
chiesa di San Giuseppe, unito
all’ex parroco don Giuseppe
Quagliani, a tutto il Comitato
e all’attuale Parroco Don Giuliano Fiorentini, ad un doveroso e caro ricordo del grande
artista. Con la sua opera, unica come espressione ecclesiale nell’ambito della Diocesi,
abbiamo inaugurato le iniziative del nostro anniversario. Il
trittico, posto nel primo altare a sinistra dell’ingresso, rappresenta il “Sacrificio” : quello
di Isacco, la Crocifissione di
Gesù e i fedeli attuali e del
passato che affluiscono verso
la chiesa, attratti dall’intensa
luce e disposti a testimoniare
la propria fede anche con il
dono della vita; sullo sfondo
si erge “la Rotonda”, primitiva
chiesa della zona.
Abbiamo conosciuto il pittore Guevara tramite il critico
d’arte Armando Ginesi che da
molti anni era punto di riferimento per le sue tante mostre pittoriche sia in Italia che
all’estero. Per l’inaugurazione del trittico,
il 6 gennaio dell’anno 2000, con la presenza del Vescovo Padre Oscar che benedisse l’opera, il professor Ginesi esaltò
il significato religioso nell’interpretazione storica del legame tra il Vecchio ed
il Nuovo Testamento e l’attualità della
Chiesa Universale che guida il popolo di
Dio.
Sempre per il 75°, dopo l’opera del
maestro Josè Guevara, la Fondazione Cassa di Risparmio fece dono della scultura bronzea “la Sacra Conversazione” del maestro Valeriano
Trubbiani, arricchendo ulteriormente
quella che riteniamo: “Chiesa casa di tutti”.
Nel rinnovare il ricordo del caro maestro
Josè invitiamo tutti i fedeli a rivolgere al
Signore una preghiera di gratitudine.
Flaviano Celli
Nella prima foto il vescovo padre Oscar
alla benedizione del trittico di Guevara:
da sinistra Augusto Flauti, cerimoniere,
Randolfo Frattesi, diacono e il parroco
mons. Giuseppe Quagliani.
Nella seconda foto da sinistra l’avv.
Marcello Pentericci, il presidente della
Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi
Luigi Pieralisi, il pittore Guevara
e il critico Armando Ginesi.
Famiglia: sessanta cugini si sono incontrati
Ogni giorno lodate il Signore
50 anni di vita insieme. Auguri, Aldo e Rita
Sembrano quasi un
segno di contraddizione, con i tempi
che corrono, i nostri due sposi Aldo
Piermattei e Rita
Camerucci che, domenica 31 ottobre,
hanno festeggiato
nella chiesa della
Romita a Cupramontana il 50° anniversario del loro
matrimonio, celebrato a Staffolo il 29 ottobre
1960. Eppure è proprio vero:
Aldo e Rita, circondati da cinque figli e dieci nipoti, tantissimi parenti ed amici hanno
ringraziato il Signore durante
la S. Messa celebrata da don
Emilio Campodonico e padre
Voce della
Vallesina
Cultura e società
14 novembre 2010
La cerimonia si è conclusa con
la classica foto ricordo sul sagrato di questa chiesa che, fin
dal 1400 è stata officiata dai
Frati Minori dell’Osservanza
ed ha ospitato religiosi di santa vita.
D.E.C.
Ritrovarsi tra cugini: una
bella occasione annuale
per stare insieme. Si ripete
da tre anni con il desiderio
di condividere una giornata, di ringraziare il Signore per il dono della vita e
per ricordare e raccontarsi
la storia della famiglia nel
corso del pranzo. Circa
sessanta persone hanno
partecipato alla celebrazione della Santa Messa,
domenica 31 ottobre, nella chiesa Cristo Redentore
di Moie. Padre Fermino
Giacometti, uno dei cugini, padre conventuale, grafologo, attualmente residente a Roma e presidente
dell’Istituto “G. Moretti” di Urbino, ha
invitato tutti a vivere bene il proprio tempo e a dedicarsi al bene e a considerare
ogni giorno una occasione di lode e di
ringraziamento al Signore. “Questo stare
insieme ci fa riflettere sul modo di porsi
con Dio attraverso i fratelli: è un po’ come
uno scendere dall’albero dell’indifferenza
e camminare sulla strada della solidarietà del vivere quotidiano”: in questo modo
Ulderico Carloni, il promotore di questa
iniziativa, ha definito il raduno. Un augurio affettuoso è stato inviato a padre
Francesco Carloni, il cugino più lontano
perché missionario cappuccino in Brasile.
I Sartarelli sono venuti da Castelferretti e
Foligno, i Perticaroli da Montecarotto, i
Sebastianelli da Jesi e Montecarotto, i Peverieri da Ancona, i Giacometti da Monte
San Vito e i Carloni da Jesi e da Moie: tutti nel ricordo e nella gratitudine per i genitori Maria Peverieri, Teresa Perticaroli,
Rosa Giacometti, Caterina Sebastianelli,
Nazareno Peverieri e Lina Sartarelli.
Voce della
Vallesina
arte
Scusate il bisticcio
(ghiribizzi lessicali)
Peter Pun (con la u)
www.peterpun.it
ASSONANZE DEPISTANTI - 3
Attila, re degli Unni, e Totila, re dei Goti, vissero a
un secolo di distanza: prima metà, rispettivamente,
del 5° e del 6° secolo d.C. Nelle sue proverbialmente
devastanti scorribande, Attila non scese mai sotto
il Po. Durante la guerra greco-gotica, invece, Totila
cinse d’assedio Firenze (anche se non pare l’abbia
rasa al suolo). Ai tempi di Dante - ne abbiamo un’eco
in Inferno XIII, 149 - era opinione diffusa che Firenze
fosse stata distrutta da Attila. Fu Giovanni Villani,
di poco più giovane di Dante, a ristabilire la verità
storica.
Che cosa può aver favorito questa confusione tra
Totila ed Attila? è evidente: i due nomi sono in
rapporto - enigmisticamente parlando - di cambio di
sillaba iniziale (con l’aggiunta di una consonante in
comune nella sillaba differen[zian]te).
è chiaro che nella gara ideale tra il re unno e il
re ostrogoto, il primo - molto più famoso (leggi:
famigerato) - non potesse che avere la meglio.
DEFINIZIONI BALORDE TROVATELLA = dìcesi di pensata o uscita (tra la
“gag” e la “gaffe”) non troppo riuscita, la cui paternità
l’autore farebbe bene a disconoscere (affidando la
piccina alla pubblica… benevolenza).
L’ESPERTO IN LINGUE - Lei che si picca d’esser poliglotta
quale idioma il tacchin parla? - Gloglotta.
ASSONANZE… ALTOLOCATE
Cappellari, Castiglioni, Chiaramonti: sono, in
ordine alfabetico, i cognomi – isosillabici e assonanti
(e perciò abbastanza confondibili) - di tre papi del
primo Ottocento: di chi si tratta?
***
Soluzione del gioco precedente
Si tratta, evidentemente, della Florida.
La Citazione
a cura di Riccardo Ceccarelli
Riduzione vigente
È il riduzionismo la principale ideologia di oggi. […]
La persona viene ridotta ai suoi geni o ai suoi neuroni,
l’amore ridotto a chimica, la famiglia viene ridotta
ad un accordo, i diritti vengono ridotti a desideri,
la religione viene ridotta a mito, la procreazione
viene ridotta a produzione in laboratorio, il sapere
viene ridotto a scienza e la scienza viene ridotta ad
esperimento, i valori morali vengono ridotti a scelte, le
culture vengono ridotte a opinioni, la verità è ridotta
a sensazione, l’autenticità viene ridotta a coerenza con
la propria autoaffermazione. […].
Mons. Giampaolo Crepaldi, vescovo di Trieste, Omelia
in cattedrale, 4 ottobre 2009, “Il Foglio”, 26 ottobre
2010, pag. III.
La Pulce
Trent’anni fa le suore in diocesi erano 140. Facevano parte del nostro panorama, come il campanile del duomo o
il teatro Pergolesi. Ora sono rimaste in 20. Col rischio di
compromettere il paesaggio urbano. Per fortuna son venute le mussulmane. Chiuse dentro i lunghi camicioni e
col fazzolettone attorno al viso, al primo vederle richiamano alla mente le scomparse monachelle. E rincuorano
quanti sostengono la conservazione dei beni culturalambientali. E poi c’è chi dice male dell’immigrazione!
Sabato 13 novembre: espone Cristiano Berti
Evergrowing Evergreen
Fuorizona artecontemporanea presenta “Evergrowing Evergreen”, la terza mostra personale di Cristiano Berti nel proprio
spazio. L’unico lavoro esposto è intitolato “Bosco”: un gruppo
di alberi di natale che forma una foresta artificiale. Presentato
per la prima volta nella personale alla Galleria P74 di Lubiana
nell’aprile 2010, quando gli alberi raccolti erano 98, “Bosco” è
un work in progress. L’installazione continuerà a crescere nelle
sue dimensioni grazie all’aggiunta di nuovi alberi, fino a saturare completamente la galleria.
Fuorizona arte contemporanea, via Padre Matteo Ricci 74 /
76 a Macerata. Orari: da martedì a sabato dalle 16 alle 20.
14 novembre 2010
3
Concerto in favore dei bambini ricoverati nell’Ospedale Salesi di Ancona
Violino e pianoforte: prodigi in musica
Quando si incontra un vero artista viene da pensare che nessuna
scuola, nessun maestro, nessuna esperienza possa riuscire a
formare compiutamente un talento; che un dono eccezionale
della natura sia stato elargito da
una volontà imperscrutabile per
riflettere in terra una perfezione
ultrasensibile. Scuola, tenacia,
esperienza, passione potranno
poi solo valorizzare il talento,
modellarlo, renderlo fruibile agli
altri.
Questo è venuto in mente la sera
del 27 ottobre ascoltando, nella chiesa di
S. Marco, il concerto di due artisti d’eccezione: la violinista Masha Diatchenko e il pianista Massimo Spada. La manifestazione era stata organizzata dalla
F.i.d.a.p.a. (Federazione Italiana Donne,
Arti, Professioni, Affari) in collaborazione con il Rotary Club e il Lions Club di
Jesi. Benefiche le finalità: la raccolta di
fondi in favore dell’Associazione Raffaello che offre assistenza ludica e ricreativa a bambini affetti da tumore ospitati
presso il Centro di Oncoematologia Pediatrica dell’Ospedale Salesi di Ancona;
piccoli, ma coraggiosi pazienti costretti
ad una vita di reclusione e a sopportare
sofferenze spesso intollerabili anche per
gli adulti.
Masha Diatchenko può effettivamente essere definita un fenomeno vivente.
Ha solo sedici anni ed è figlia d’arte di
settima generazione. È stato suo padre
a impartirle le prime lezioni di violino
e pianoforte. All’età di cinque anni, più
o meno la stessa degli esordi di Mozart,
riscuote il suo primo grande successo
come pianista in un concerto di Ennio
Morricone. A dieci viene proclamata la
più giovane professoressa dell’Universi-
tà per la Pace di Assisi. É la prima violinista al mondo ad eseguire in un solo
recital, a soli dodici anni, tutti i ‘Capricci’ di Paganini. Titoli accademici, premi,
incisioni, concerti in tutto il mondo.
Si esibisce anche di fronte a due papi.
Inimmaginabile che cosa potrà fare in
futuro con il suo preziosissimo violino che è uno strumento di famiglia: un
Guarnieri dalla voce morbida, intensa,
dolcissima anche nelle note più acute.
Massimo Spada, ventiquattrenne, è stato pure avviato precocemente agli studi
di pianoforte. Diplomato con il massimo dei voti e la lode, vincitore assoluto
di concorsi nazionali e internazionali,
ha preso a collaborare con numerosi
musicisti, continuando a moltiplicare le
sue esperienze e a perfezionarsi.
Prima dell’inizio del concerto la chiesa
di S. Marco è stata descritta, con massima competenza, dalla dott.ssa Mozzoni.
Una cornice bellissima, suggestiva, non
alterata o contaminata nel tempo da
interventi impropri, ma uno spazio raramente usato per manifestazioni musicali perché non dotato di un’acustica
perfetta. Non importa: quanto è stato
ascoltato ha dato ugualmente misura
dello straordinario virtuosismo degli interpreti.
Nella prima parte erano in programma
la Sonata in la magg. di César Franck
e ‘Poème’ di Ernest Chausson. Le due
opere presentano affinità stilistiche poiché il primo autore fu maestro del secondo. Non solo: C. Franck, definito ‘il
Brahms francese’, fu precursore di una
scuola musicale alla quale appartennero
anche altri compositori; Debussy compreso, in quest’opera già annunciato da
una scrittura ariosa che in forma ciclica estende a sconfinati orizzonti una
gamma infinita di effetti cromatici. Da
ascoltare successivamente, trattenendo
il respiro, quattro ‘Capricci’ di Paganini
ai quali ha fatto seguito l’Introduzione
e Rondò Capriccioso di A. Saint-Saëns,
autore tardoromantico fertilissimo, noto
soprattutto come operista, che seppe
tuttavia anche tenere vivo in Francia
l’interesse per la musica sacra, sinfonica, cameristica. Il suo bizzarro, inquieto
‘Rondò’ è considerato un banco di prova
per i migliori violinisti.
Inevitabile il bis che ha visto di nuovo
insieme i due artisti nella ‘Meditazione’,
in effetti (‘Intermezzo’) della ‘Thaïs’ di
J.Massenet: un’opera che meriterebbe
di essere riscoperta anche solo per questa pagina incantevole. Quando l’ultima
nota si è spenta nell’aria, dopo un attimo di rapito silenzio si sono liberati gli
applausi. Come risvegliati da un sogno
i numerosissimi spettatori si sono levati
in piedi per una entusiastica ‘standing
ovation’. La scienza ha scoperto che la
musica ha uno straordinario potere terapeutico. Vero; anche per l’anima.
Fotoservizio Augusta Franco Cardinali
Nella foto Masha Diatchenko
con il suo prezioso Guarnieri
e il pianista Massimo Spada
Ancona: il Centro Culturale presenta il nuovo libro di Rodney Stark
“Gli eserciti di Dio”: i crociati e la loro verità
Venerdì 12 novembre alle ore 21.30
presso la sede di Comunione e Liberazione, auditorium di Santa Maria della Piazza, il “Centro Culturale
Miguel Manara” propone la presentazione del libro di Rodney Stark “Gli
eserciti di Dio” ed interverrà la prof.
ssa Elena Traini. Un libro sulle crociate convincente ed equilibrato, lontano dalle recenti diatribe ideologiche
e grossolane che le liquidavano come
un brutto affare. Stark dimostra che
i crociati erano ben lontani dall’intento di colonizzare e che reagivano
solo agli attacchi. La loro motivazione fondamentale, per quanto talvolta
abusata, era allo stesso tempo difensiva e spirituale. “Un altro libro, ricco
e interessante, di questo profondo e illustre autore..” afferma
lo storico Jeffrey Burton Russell;
ed ancora Philip Jenkins: «Attraverso i suoi numerosi libri,
Rodney Stark ci ha obbligato
a rivedere molto di quello che
presumevamo della storia della
cristianità e delle sue relazioni
con altre fedi. Ora con questo
libro si lancia all’assalto dei facili miti che gli studiosi hanno
reso popolari a proposito delle
crociate. L’esito è sbalorditivo.
Il suo più grande risultato è di
farci vedere i crociati nei loro
veri termini».
Giovanna Ortolani
MUSICULTURA TOUR: quattro giovani cantanti in un nuovo spettacolo itinerante
La musica d’autore va in giro per le Marche
Ritorna la terza edizione di “Musicultura Tour”. Dal 12 novembre al 3 dicembre, quattro tra gli artisti vincitori
delle passate edizioni di “Musicultura
festival” viaggeranno a bordo di un “bus
della musica” attraverso le province
marchigiane. Il pubblico potrà, così, vivere - in alcuni dei teatri storici più belli delle Marche, espressione del fascino
urbanistico-architettonico della nostra
regione - l’emozione di uno spettacolo
incentrato sul fascino e la coralità della
forma canzone. I nomi dei protagonisti
sono noti agli affezionati della rassegna:
il gruppo siciliano Cordepazze, vincitore di Musicultura Festival 2009 con
il brano “Sono morto da 5 minuti”, al
quale è andato anche il Premio Della
Critica; il leccese Andrea Epifani, vincitore di Musicultura Festival 2010 col
brano “Tzigano della badante”, grazie al
quale ha ricevuto anche il Premio della
Critica e il Premio per il miglior testo;
la palermitana Serena Ganci, vincitrice assoluta di Musicultura 2010 con il
brano “Addio” e del Premio Afi per il
miglior progetto discografico; infine, la
valdostana Naif Herin, vincitrice di Musicultura 2009 con il brano “Io sono il
mare”.
Con loro ci sarà Paola Turci, una delle
anime più coerenti e sensibili della canzone di qualità italiana. L’artista romana
ha accolto con entusiasmo la proposta di Musicultura: sarà lei la madrina
d’eccezione di questa terza edizione di
“Musicultura Tour”, che seguirà amichevolmente in ogni tappa, come già hanno
fatto per le passate edizioni Edoardo
Bennato e Teresa De Sio.
Della carovana farà parte anche Giorgio
Montanini, vincitore di “Cabaret amoremio” 2010. Fermano di origine, Montanini è un attore poliedrico, in grado
di passare con disinvoltura dal cinema
al teatro, al cabaret. Satira e intelligenza
accenderanno i suoi interventi nel corso
dello spettacolo. La “compagnia” avrà un
media partner d’eccezione: Radio Uno
Rai, che così conferma e rilancia il pro-
prio sodalizio con Musicultura. Saranno
le frequenze della radio più ascoltata
d’Italia a trasmettere lo spettacolo e a
tenere informato il pubblico sul susseguirsi degli appuntamenti. Radio 1 non
si limiterà ad essere presente attraverso
l’etere, sarà protagonista anche sul palco
con Gianmaurizio Foderaro, responsabile musicale di Radio 1, e con Carlotta
Tedeschi, responsabile della redazione
spettacolo e cultura del GR.
Il Tour si svilupperà in sette spettacoli,
tutti ad ingresso libero. Farà eccezione
la tappa di Urbania, per assistere alla
quale è previsto un biglietto di ingresso al costo di 8,00 euro. Le città toccate
dalla manifestazione saranno Castelfidardo, venerdì 12 novembre; Urbania,
sabato 13; Civitanova Marche, il 19 novembre; Petritoli, sabato 20; San Marcello, venerdì 26 novembre; Matelica,
il 27; e Camerino, venerdì 3 dicembre.
Per maggiori informazioni è possibile
consultare il sito www.musicultura.it.
Rosa Coscia
4
Voce della
Vallesina
attuALITà
14 novembre 2010
Il silenzio sulla caccia
ai cristiani in Medio Oriente
La storia della città di Jesi
e dei suoi personaggi
di Remo Uncini
L’iniziativa dalla Fondazione
Gabriele Cardinaletti “Jesi e il
9cento” ha distribuito per le vie
della città sagome, ad altezza
d’uomo, di personaggi che
hanno vissuto la storia passata e presente e che hanno contribuito alla vita della città nel
secolo appena passato. Quasi
volessero interloquire con il
secolo appena iniziato. Lungo
il corso e nelle vie della città,
davanti ai negozi, stanno a
presenziare l’impegno storico
che ognuno di loro ha vissuto,
interrogandoci sul presente.
Quelle figure del passato rappresentano una forza morale, una idealità, una coesione
comunitaria, uno sforzo comune. Quelle persone hanno
incarnato valori, obiettivi e
finalità che oggi sono diversi ma sempre necessari. Una
iniziativa che ha avuto un notevole successo perché ricorda
fatti ed episodi che molti di
noi hanno vissuto: queste figure indirettamente parlano
alla nostra memoria. Ma il
tempo è passato! Indietro non
si torna! Tutti quei personaggi hanno costruito il nostro
oggi. Le loro storie sono state
di liberazione, di sviluppo, di
impegno civile, di capacità
imprenditoriale, di impegno
sociale. Dietro di loro ci sono
molte altre persone, meno
note, con cui hanno vissuto a
contatto e che hanno seguito
i loro insegnamenti. Potrebbe
essere un limite visualizzare
solo il personaggio perché
dietro di lui c’è la comunità.
Oggi viviamo in una società
più individualista. Il valore
della democrazia da consolidare e lo sviluppo da conquistare hanno coinvolto tutti
nel 900 con momenti tragici
di scontro. I partiti svolgevano un ruolo di raccordo.
Negli anni ‘60 a Jesi il Partito
comunista aveva più di 1000
iscritti con diverse sezioni. La
Democrazia cristiana aveva
più di 700 iscritti. Il partito Repubblicano con quello Sociali-
sta avevano circoli ricreativi e
associazioni di mutuo soccorso. É vero che le appartenenze
erano vissute come fortezze
dove regole e principi delineavano i confini, dove la verità
di ognuno si scontrava con
l’altra verità, ma comunque
c’era una mediazione. Oggi
viviamo in una società dove la
politica è diventata telematica.
Il rapporto tra il cittadino e la
società è delegato. La politica
ha altri mezzi di comunicazione. I partiti nella città non
esistono più come momento
di aggregazione. Il Partito Democratico in cui è confluita
anche una parte della componente della Democrazia cristiana, non ha più di trecento
iscritti. Il Partito Socialista e
il Partito Repubblicano sono
molto ridotti. Partiti nuovi
oggi governano il paese attraverso la televisione. C’è un
diffuso individualismo. Ridotto è l’impegno politico. I
giovani non sono attratti dalla
politica, non collegano quello che vivono alla storia del
proprio paese. “Che impatto
hanno quelle sagome nei confronti dei giovani?” Vedendoli
riescono solo a percepire il
tempo che li separa da loro.
Il compito non è solo quello
di ricordare, ma è anche dare
continuità, offrire obiettivi,
coinvolgere in un tempo diverso, ma sempre problematico, con nuove sfide e pericoli.
Nella foto, la sagoma del
personaggio Giuseppe
Pirani davanti la chiesa
di San Giuseppe
di Riccardo Ceccarelli
Le notizie vengono bruciate nel giro di
poche ore o di qualche giorno, quelle relative ad Avetrana e al caso Scazzi
resistono da settimane, fatte vivere da
una curiosità che ha quasi del patologico in un intreccio interessato da parte del mondo dell’informazione e della
pubblica opinione. Ci si è pressoché dimenticati del massacro nella cattedrale
siro-cattolica di Baghdad di domenica 30
ottobre con 50 morti, tra cui dieci donne,
8 bambini e due sacerdoti. Una ennesima
strage di cristiani da parte di terroristi
musulmani. Una autentica caccia (potrebbero esserci parole meno dure, ma
la realtà non cambia) ai cristiani che da
anni si sta sviluppando non solo in Iraq
ma in tutti gli stati islamici del Medio
Oriente, caccia che ha ridotto drasticamente la presenza cristiana in quelle nazioni, costringendoli ad emigrare.
«Secondo stime attendibili oltre 350.000
fedeli caldei, siro-cattolici, armeni e latini sono stati costretti a lasciare l’Iraq
negli ultimi anni» (“Avvenire”, 2 novembre). Si sta assistendo alla fase conclusiva
della “desertificazione del cristianesimo
d’Oriente” iniziata da più di mille anni in
quelle terre dove i cristiani erano lì prima
dell’Islam. Costretti a fuggire non solo
ma perseguitati. Il massacro di domenica
30 non è che l’ultimo più eclatante epi-
La famiglia
in Regione
Maggiori risorse al Fondo
regionale destinato ai Comuni per gli interventi di
sostegno alla famiglia. Lo
ha stabilito la Giunta regionale in una delibera su cui è
stato richiesto il parere della
Commissione consiliare e del
Consiglio delle Autonomie
locali. “Questo provvedimento – ha dichiarato l’assessore regionale alla Famiglia, Luca Marconi, proprio
in questi giorni presente a
Milano alla Conferenza nazionale sulla famiglia – è un
segnale forte da parte della
Regione, in attuazione del
programma di governo. Nonostante le nuove difficoltà,
miglioriamo l’impegno iniziale, incrementando il fondo fino al 1.700.000 euro;
cifra che sale a 2 milioni e
40 mila euro se si considera
la compartecipazione del
20% da parte dei Comuni.”
Terre
Elementari Buon Natale
Oggi, 5 novembre 2010, ho ricevuto gli auguri di Buon Natale. Non solo io, ma tutti quelli che transitando per un certo viale hanno
alzato gli occhi verso un grande manifesto
di pubblicità commerciale. Grazie, ho risposto con il pensiero. E subito dopo ho anche
pensato che erano le ore 9,30 del 5 novembre.
Caspita, che anticipazione, che tempismo.
Auguri senza dubbio pensati qualche settimana prima per realizzare la grafica e stampare il manifesto. Qualche altra settimana
per prenotare gli spazi di affissione. Qualche
settimana, ancora prima, per ideare e progettare la campagna pubblicitaria. Settimana
più, settimana meno, chi si sarà occupato di
questi auguri ci avrà pensato mentre forse era
in vacanza. Certo, Natale richiama “anche” le
vacanze, specie quelle scolastiche. Richiama
la gratifica della tredicesima, la settimana
bianca, i pranzi e le cene familiari, un clima
di bontà sociale che attraversa il nostro Paese da Nord a Sud, da Est a Ovest. Non vorrei
toccare il tema della religiosità – da cui tutto
nasce… - ma soltanto immaginare come gli
Auguri del Natale Commerciale siano stati
immaginati. Tutto per stare dentro il “tempo” giusto ed efficace degli Auguri del Na-
tale Commerciale. Stupirsi non vale la pena,
chè la contaminazione tra i valori della vita
economica e gli altri valori non-economici
è ormai nella prassi della nostra vita quotidiana. Ho appena fatto in tempo a pensare
quanto sopra che, con grande altro “tempismo”, mi sono accorto di essermi quasi fermato: essendo in automobile ho rischiato di
procurarmi un tamponamento. E così, nel
riprendere la marcia mi sono regalato un bel
complimento di stupidità. Per aver “accettato” quegli auguri così anticipati? Certo. Per
aver pensato a tutte quelle cose? Certo. Così
facendo ho comunque reagito come un consumatore reagisce alle informazioni pubblicitarie. Comunque sia, nonostante tutto…
gli Auguri del Natale Commerciale sono
arrivati diritti diritti al cuore della mia vita
quotidiana. Efficaci strumenti di marketing.
Inserendo la marcia e dando acceleratore
alla mia automobile ho anche capito che già
ero pronto per le vacanze natalizie, ero già
al nastro di partenza, per la grande gara annuale del consumo. Per carità, non ho niente
contro il consumo. Sempre chè, spero, non
venga “consumato” anche il Natale.
Silvano Sbarbati
sodio. “Su 65 monasteri e chiese censiti
nella capitale irachena, una quarantina
hanno subito uno o più attentati negli
ultimi sette anni”. Due righe su qualche
giornale, poi silenzio assoluto: fatti che
non costituiscono “notizie”. Se ne parlasse almeno nelle nostre chiese. Anche qui
silenzio praticamente assoluto. Come
per la strage del 30 ottobre. Benedetto
XVI ne ha parlato all’Angelus del primo
novembre. Non so quanti ne avranno
almeno fatto cenno nelle omelie dello
stesso giorno. Probabilmente ha prevalso
un silenzio “politicamente corretto” nei
confronti dei terroristi musulmani e del
mondo cui essi fanno riferimento, senza
accorgersi che in questo modo si è in un
certo senso complici della desertificazione del cristianesimo in Oriente, cui probabilmente neanche il Sinodo sul Medio
Oriente, da poco conclusosi in Vaticano,
riuscirà a porvi rimedio. Tra i pochi
che insieme al Papa hanno fatto sentire
la loro voce il giorno dei Santi, c’è stata
quella di Mons. Luigi Negri, vescovo di
San Marino-Montefeltro, che ha detto
in cattedrale: “Si vede chiaro ogni giorno che passa, in barba a tutti gli irenismi
e a tutte le ricerche delle moderazioni,
che il terrorismo internazionale ha un
obiettivo esplicito: la conquista islamica
del mondo. Io mi auguro che la Santa
Chiesa Cattolica non abbia a tergiversazioni o incertezze, che abbia il coraggio
di indicare in questo un evento assolutamente straordinario di martirio ricevuto
da coloro che, ripeto, hanno nel fondo
del cuore l’intendimento di eliminare
la vita cristiana, la presenza di Cristo e
della chiesa nel mondo”. Quanti hanno
avuto il coraggio di dire questo? Molti, o
i più, sono stati in silenzio per opportunità. Questo però non è il coraggio della
verità. Si stanno chiudendo gli occhi di
fronte all’evidenza. Tante le voci inascoltate. L’ultima quella di Bernard Lewis, a
livello mondiale una delle voci più autorevoli sull’Islam e sul medio oriente,
professore emerito di Studi sul vicino
oriente all’Università di Princeton, New
Jersey (USA), che tra l’altro dice: “Qualunque territorio che un tempo faceva
parte dell’Islam doveva rimanere tale
per l’eternità ed essere riconquistato il
prima possibile, e non parliamo solo di
Israele: si tratta anche della Sicilia, della Spagna, del Portogallo, dei Balcani,
e via dicendo. La prima fase consiste
nel cacciare i non credenti dai territori
dell’Islam. La seconda è riappropriarsi
delle terre perse, e la terza è la conquista del mondo intero” (cfr. intervista in
“Il Foglio”, 23 ottobre 2010, p. VII). E noi
siamo sotto scacco senza accorgercene.
Quando ce ne accorgeremo sarà troppo
tardi. Personalmente credo che lo sia
già, avendo abdicato alle nostre radici.
Che Dio ci apra gli occhi.
PILLOLEdiRISORGIMENTO
di Massimo F. Frittelli
Nel 1854 Sua Maestà britannica prima, l’Imperatore dei
francesi poi, dichiaravano
guerra alla Russia. L’anno successivo, e ad operazioni belliche avviate, abilmente s’inseriva la diplomazia del Regno
di Sardegna, pilotata da Camillo Benso conte di Cavour.
Il Primo ministro sabaudo si
diceva favorevole alla “causa della Sublime Porta” e su
sollecito degli anglo-francesi
avviava la “nostra prima operazione straniera”: 15mila uomini inquadrati nel Corpo di
Spedizione in Oriente.
La guerra russo-turca rappresentava proprio un momento
della cosiddetta “questione
d’oriente”: la disgregazione,
ormai in atto, dell’Impero ottomano poneva alle Monarchie occidentali il problema
della spartizione dei suoi territori, primo fra tutti quello
balcanico, riaccendendo la
competizione e la conflittualità per il predominio in Europa. Nei giochi d’equilibrio tra
le grandi potenze, Cavour coglieva l’occasione per portare
il Piemonte di Vittorio Emanuele II alla ribalta internazionale. In Crimea i “sabaudi”
hanno partecipato alla battaglia nella valle della Chernaya
(dall’omonimo fiume) e all’assedio di Sevastopol’, la potente piazzaforte russa espugnata dagli “alleati” nel settembre
del 1855.
Con la caduta di Sebastopoli finiva anche la “guerra
d’Oriente” e cinque mesi
dopo i rappresentanti delle
potenze belligeranti si riunivano a Parigi.
Il Contingente sardo-piemontese poteva rientrare nei “Regi
Stati” ma con 2.000 soldati in
meno e senza il suo comandante, il generale La Marmora,
ucciso dal colera. Le trattative
per l’armistizio sono pesate
sul trentasettenne Alessandro
II Romanov, succeduto al padre Nicola I.
La cessazione delle ostilità veniva confermata con il
Trattato di pace ratificato il
27 aprile 1856.
Tra le clausole l’imposizione
all’Impero zarista di smilitarizzare il Mar Nero e la rinuncia alle richieste di protezione
russo-ortodossa sui cristiani
dell’Impero Ottomano.
Condizioni pretese e mantenute almeno fino alla sconfitta
francese nella Guerra francoprussiana del 1870-71 che generò la Comune di Parigi: la
prima, breve, applicazione di
“socialismo reale” in Europa.
Oramai i nuovi “gendarmi
internazionali della reazione”
erano diventati Francia, Inghilterra e Austria, che dopo i
“fatti di Crimea” confinavano
la Russia, dispotica e semifeudale, sempre più a oriente.
Con una politica estera diplomatica e scaltra, il Primo
ministro sabaudo realizzava il
suo progetto.
Protagonista a Parigi con i
“vincitori”, riusciva a portare il
“Piemonte” al rango di Stato,
così che la “questione italiana”
poteva essere riconosciuta
come qualcosa di cui l’Europa
progressista doveva in qualche modo occuparsi.
Acquistato prestigio il Regno
sardo-piemontese si guadagnava, agli occhi del movimento liberale italiano, il ruolo di protagonista della lotta
contro l’Austria e quello di
guida nel processo di unificazione nazionale.
La guerra di Crimea aveva
reso Napoleone III arbitro
della politica europea e, in
questa nuova realtà, l’Imperatore francese e il Conte piemontese nel luglio del 1858 si
accordavano segretamente in
funzione antiaustriaca nella
cittadina termale di Plombières, in Lorena; trattato formalmente siglato l’anno dopo
e presupposto per lo scoppio
della Seconda guerra d’Indipendenza.
La “guerra d’Oriente” aveva aperto nuovi orizzonti al
Regno sabaudo che, infranto
l’isolamento sullo scacchiere
internazionale, stava diventando potenza marittima
mediterranea e nella Penisola con le ferrovie, i porti, le
opere pubbliche e lo Statuto
Albertino (che Vittorio Emanuele II tendeva ad interpretare in maniera restrittiva al
contrario del suo Primo ministro che lavorava per cambiare la monarchia dei Savoia da
costituzionale a parlamentare,
sul modello inglese) consolidava la propria egemonia politica e culturale.
Dopo aver diretto per nove
anni la “politica italiana”, Camillo Benso conte di Cavour
si spegneva a 51 anni senza
essere riuscito a vedere né
il Veneto annesso al Regno
d’Italia, né Roma sua capitale.
Settantadue anni dopo “Porta Pia” le Regie Forze Armate
italiane, con la Decima Flottiglia MAS, tornavano nella
baia di Sebastopoli a fianco di
tedeschi e rumeni contro l’Armata Rossa, alleata con Stati
Uniti d’America, Gran Bretagna e parte della Francia.
Nella Crimea orientale viveva già una piccola comunità
italiana, soprattutto pugliese,
giunta agli inizi dell’Ottocento
a Kerch, sull’omonimo stretto
che collega il Mar d’Azov al
Mar Nero.
Dopo il Secondo conflitto
mondiale altri italiansky si
sono diretti in Crimea.
Dal 1952 per l’Associazione
dei Pionieri d’Italia la meta,
ambita ma esclusiva, è stata
Artek: il più grande e prestigioso campo della “gioventù
sovietica”, ad una quarantina
di chilometri ad est di Sebastopoli - diventata intanto
“città eroe” dell’Urss - e vicino
a Yalta.
Massimo F. Frittelli
(Continua)
Voce della
Vallesina
Vallesina
14 novembre 2010
5
Prossimamente in scena al Teatro Moriconi per il Centro Studi Calamandrei GRAZIE ALL’ARTE DEL TEATRO LUCE-RES HUMANAE
Un episodio sconosciuto della seconda guerra mondiale
Nelle pieghe della storia sono riposti fatti che restano nell’ombra,
ignorati perché si tende spesso a
semplificare, a tagliare di netto,
ad accatastare sommariamente
o a ridurre in blocchi granitici gli
eventi. Non è così semplice. Nella
storia, come nella medicina, non
si giunge ad una diagnosi corretta
senza aver fatto prima un’anamnesi accurata. In realtà anche la storia si può ammalare e a volte fino
ad estreme conseguenze se non si
cura in tempo. Altro rischio di una
sommaria o incompleta visione
dei fatti è quello di giudicare con
superficialità e di incorrere così in
giudizi non esenti da fanatismi. Ma la storia, se inficiata da fanatismi, non andrà mai
avanti. Si fermerà o, più spesso, arretrerà.
Un fatto trascurato da frettolosi lettori della
storia, eppure significativo, è quello raccontato in un testo di Alfio Bernabei, “Il sarto
in fondo al mare”; una pièce che il Teatro
Luce porterà in scena al Teatro Moriconi il 4
dicembre per il Centro Studi Piero Calamandrei. Il titolo è curioso. Non è però quello di
una fiaba da cartoni animati. Si tratta invece
di una storia vera, se pure rivisitata in veste
narrativa.
Giugno 1940. Mussolini ha dichiarato guerra
all’Inghilterra che decide di internare come
‘nemici stranieri’ molti italiani già da tempo residenti nel paese. A centinaia vengono
fatti imbarcare sulla nave Arandora Star per
essere trasportati in Canada. Non importa
di che estrazione politica, ideologica o religiosa siano: fascisti, antifascisti o ebrei. L’importante è provvedere ad una deportazione
di massa al fine di scongiurare incidenti di
qualsiasi natura. Il 2 luglio 1940 però la nave
viene affondata da un sottomarino tedesco.
Moriranno tutti e con loro sarà seppellita in
mare anche la memoria del dramma. Tra gli
scomparsi era anche Decio Anzani, un sarto
forlivese che era anche Segretario Onorario
della Lega Italiana per i Diritti dell’Uomo e
responsabile dei fuorusciti antifascisti. E’ a
questo personaggio che il dramma di Alfio
Bernabei si è ispirato.
“Un testo antiteatrale”. E’ la definizione che
ne ha dato il regista Paolo Pirani nella conferenza di presentazione dello spettacolo. Ho
poi specificato: “Un radiodramma, piuttosto.
Per questo non è stata semplice la trasposizione scenica, che sarà anche una prima teatrale”. Altro ha aggiunto: “Decio Anzani ha
nel testo un altro nome: Silvio Mursi. Sarà
interpretato da Mugia Bellagamba. Una
donna, e c’è motivo. È un personaggio emblematico: parlerà lei come memoria storica
di una persona che non c’è più, a significare che sono le donne che portano avanti la
vita. La scelta di Mugia Bellagamba ha anche
La produzione a cura del Centro
Studi Piero Calamandrei è messa in
scena dal Teatro Luce – Res Humanae, con il sostegno del Comune di
Jesi, della Provincia di Ancona, della
Regione Marche, di New HollandGruppo Fiat, e di Banca Marche, ed
in collaborazione con la Fondazione
Pergolesi Spontini di Jesi. La regia è di
Paolo Pirani, in scena Mugia Bellagamba, Dante Ricci e Nico Alberici.
un’altra spiegazione. Si presta a dare continuità dialettica a ‘Processo a Mussolini’, il
testo precedentemente rappresentato che
costituisce con ‘Festa grande di aprile’ la
‘Trilogia della memoria’ realizzata dal Centro Studi Calamandrei. Luigi Squarzina, autore di un testo di commento su quest’ultima
pièce, avrebbe dovuto essere l’ospite d’onore
in occasione della prima. Purtroppo è recentemente scomparso. In ottobre”.
Alle sue parole si sono aggiunte quelle del
presidente Gian Franco Berti: “Lo spettacolo costituisce un contributo alle celebrazioni
per l’Unità d’Italia. È uno sforzo di produzione teatrale non indifferente, né da piccola
città, tenendo anche presente che in un solo
anno il Centro Studi Calamandrei ha realizzato ben tre spettacoli”.
Interessante è stato il commento di Dante
Ricci, co-protagonista dell’opera con Mugia
Bellagamba e Nico Alberici: “Si danno per
scontati molti fatti che riguardano la seconda Guerra Mondiale. Questo lavoro teatrale
propone invece un modo nuovo di osservare
la storia; dal di dentro, alla ricerca di motivazioni profonde”.
Giusto; e chissà se un giorno si arriverà a
constatare che in qualsiasi guerra anche i
vincitori sono alla fine dei perdenti.
Fotoservizio Augusta Franco Cardinali
Nella foto da sinistra Brutti di Banca Marche,
Dante Ricci, Paolo Pirani e Gian Franco Berti.
20 novembre: il coro Regina della Pace ospita il coro di Pozzuoli che intende partecipare alle onoranze centenarie
La musica onora Santa Cecilia nel nome di Pergolesi
Il mondo musicale, quello che crede che
la musica e il canto siano doni del Creatore da condividere con gli altri, si accinge ad onorare Santa Cecilia, la nobile di
famiglia romana del II – III secolo morta
durante la persecuzione dei cristiani del
tempo per mano di Almachio e solo a distanza di secoli venerata come Patrona di
cantori e musicanti. Tra le iniziative intraprese in città c’è anche quella proposta
dall’Associazione Musicale “Regina della
Pace” che il prossimo 20 novembre ospiterà il Coro Polifonico “Exsultate Deo” di
Pozzuoli (NA). La scelta di condividere
la giornata celebrativa della musica con
il gruppo campano non è certamente
casuale, anche il coro jesino, infatti, pur
con le poche disponibilità economiche
sulle quali può contare, ha voluto aggiungersi ad Enti, Istituzioni e Fondazioni nel rendere omaggio a Giovanni Batti-
sta Pergolesi nell’anno in cui si ricordano goriano, (Victime Paschalis laude e Ave
e si celebrano i 300 anni dalla sua nascita. Maria), un’Ave Maria di T.L. De Victoria,
A Pozzuoli, come tutti sanno, Pergolesi due composizioni di A. Scarlatti (Justitie
visse gran parte della sua vita e, sempre Domini e Ad Te Domine levavi animam
a Pozzuoli il genio musicale, l’innovato- meam) per concludere con due brani
re geniale della musica del tempo passò religiosi di Pergolesi: “O Sacrum convia miglior vita il 16 marzo 1736, a soli 26 vium” ed il “Magnificat” per soli, coro e
anni. Una vita breve, la sua, ma che ha organo dove si distingueranno le voci di
lasciato un segno indelebile nella storia Lia Scognamiglio (soprano), Antonella
della musica e tante pagine sublimi tra le Ausanio (contralto), Leopoldo Punziano
quali, ineguagliabili, quelle dello “Stabat (tenore) ed Enzo Bucciero (basso).
Mater” terminate pochi giorni prima del Dal canto suo il “Regina della pace”,
suo addio al mondo.
sotto la direzione del M° Diego Pucci
Il coro puteolano, diretto dal M° Davi- e l’accompagnamento all’organo di Fade Troìa e accompagnato all’organo dal biola Frontalini, eseguirà un brano di
M° Luigi Del Prete, sarà protagonista del J. S. Bach (Darum wir billig loben dich
Concerto in onore di Santa Cecilia e a ri- – corale dalla cantata Bwv 1309 e due
cordo di Pergolesi in programma sabato, brani di G.F. Hendel tra i quali “From
20 novembre, alle ore 21,15, nella chiesa Armony” tratto dalla “Ode for St. Cedi San Giovanni Battista; nel corso della cili’s day” quale omaggio alla Patrona
serata si potranno ascoltare brani in Gre- della musica.
Nella foto il coro jesino a Pozzuoli, in
Cattedrale, lo scorso 5 giugno mentre
esegue un concerto incentrato sullo
“Stabat Mater” di Pergolesi.
“Banca, rischio, vigilanza”
L’Università porta a Jesi i massimi vertici della
banca nazionale. Venerdì 12 novembre alle
ore 16.30 presso i locali dell’ateneo cittadino
Stefano Mieli, Direttore centrale per la vigilanza bancaria e finanziaria della Banca d’Italia,
sarà infatti l’ospite d’onore della III Conferenza
“Angelo Colocci” di diritto, economia, banca e
finanza dal titolo “Banca, rischio, vigilanza:
riflessioni alla luce della crisi”. A questo importante appuntamento, oltre a Gabriele Fava
(Presidente della Fondazione Angelo Colocci)
e Alberto Febbrajo (Preside della Facoltà di
Giurisprudenza di Macerata), interverranno
Michele Ambrosini (Presidente di Banca Marche), Luciano Goffi (Direttore Generale della
Banca Popolare di Ancona), Giorgio Galeazzi
(Preside della Classe di Lauree in Scienze dei
Servizi Giuridici), Diego Piacentino (Direttore del Dipartimento di Studi Giuridici ed
Economici di Jesi). Ed è proprio Piacentino,
rimarcando l’orgoglio per la presenza nel nostro ateneo delle massime cariche istituzionali del settore, ad anticipare che Mieli tratterà
durante il suo intervento dell’evoluzione della
macchina finanziaria alla luce dei recenti cambiamenti economici, spiegando in che modo il
mondo parabancario nato in questi ultimi anni
interagisce con essa.
“La convenzione che abbiamo firmato con
Macerata – ha sottolineato Fava – prevede la
presenza nella nostra Università di una forte
attività di ricerca attraverso il Dipartimento di
Studi giuridici ed economici. Questa conferenza, giunta alla terza edizione, vede il coinvolgimento di competenze nel settore economico e
giuridico molto alte”.
6
14 novembre 2010
contiamo su di voi
Corso diocesano in preparazione
dei corsi per fidanzati
commissione diocesana per la pastorale familiare
Il “sacramento”
della tenerezza
Non capita tutte le domeniche dell’anno di trovarsi a
riflettere sul matrimonio e sui legami con la spiritualità e la fede con un personaggio particolare come
don Carlo Rocchetta: teologo, scrittore di numerose
opere e collaboratore di riviste scientifiche, fondatore e assistente spirituale - da ormai otto anni- del
centro familiare Casa della tenerezza di Perugia, che
si occupa dell’accoglienza di coppie in difficoltà, della formazione alla vita coniugale e dello studio sulla
teologia del matrimonio e della famiglia. Ci eravamo già visti a Perugia, con il nostro gruppo famiglie
“Divino Amore”. Presenti all’incontro del 31 ottobre
alcuni componenti del Consiglio Diocesano per la
Pastorale Familiare. Ha parlato del senso dell’amore,
qualcosa che appare così complicato da cogliere, anche se può dimostrarsi la cosa più semplice e grande che un uomo o una donna possano compiere. «È
un po’ come nascere - ha detto don Carlo- tutti lo
facciamo, ma nessuno è in grado di spiegare come
abbiamo fatto. Ecco, l’amore nasce senza avvertire,
chiama inaspettatamente e noi sentiamo di doverlo
seguire. Nel matrimonio, il sacramento della tenerezza, bisogna quotidianamente risvegliare il sogno
e la gioia di essere sposi. Perché il sogno di chi ama
si avvera nell’essere felici insieme.» Ha analizzato
poi le situazioni di crisi e di conflittualità vissute nel
matrimonio, le lacerazioni dolorose che portano a
rotture definitive. Le statistiche parlano dei matrimoni che finiscono come di un fenomeno dai contorni disastrosi, con una media di un matrimonio su
due con separati o divorziati. Ha parlato delle coppie in crisi, evidenziando che questo momento può
diventare un passaggio a un nuovo stadio della vita
di coppia. «Una coppia in crisi ha perso la speranza
–ha detto don Carlo- e questa deve essere ritrovata
grazie al sostegno degli altri. La vita di coppia non
è cosa semplice, essa è allo stesso tempo incontro
e scontro, reciprocità e settorialità, indipendenza
e corrispondenza, felicità e difficoltà. Non vi sono
coppie che nascono felici, ma esse divengono tali.
L’aiuto e il sostegno a queste coppie è un urgenza
assoluta.» Nella riflessione è emersa la necessità di
reimpostare tutta la pastorale della diocesi mettendo la famiglia al centro. Ricordando che la chiesa è
una famiglia di famiglie. Le prime comunità sono
nate nelle case dei cristiani, le chiese domestiche. Il
Direttorio di Pastorale dice chiaramente, al numero
96, che le famiglie devono avere cura materna dalla
chiesa, in particolare quelle lontane, ferite, in difficoltà. Don Carlo ha proposto la possibilità, dopo un
cammino di formazione per un gruppo di famiglie,
di aprire una Casa della Tenerezza nel nostro territorio, per recuperare il senso della «famiglia come
prima comunità di vita, di amore, per entrare concretamente in questa prospettiva della famiglia: una
comunità di tenerezza ad immagine di Dio. Una
comunità nella quale la tenerezza diventa l’anima,
il cuore pulsante del rapporto tra marito e moglie,
tra genitori e figli, fra fratelli e sorelle. Una comunità
che in qualche misura, per quanto possibile umanamente, riproduce quel mistero di amore che costituisce l’essere di Dio, che vive in sé stesso questa eterna comunicazione tra il Padre, il Figlio e lo Spirito.
La famiglia come riflesso storico di questo mistero
ineffabile della Trinità.» A conclusione dell’incontro,
Rocchetta ha narrato la storia di un asceta indiano
in meditazione. Ad un certo punto, mentre sta per
arrivare un’inondazione, viene chiamato, ma lui risponde: «Il Signore mi salverà». L’acqua sale ancora
e qualcuno ritorna per aiutarlo, ma lui si ostina a
non andare, sperando nella salvezza divina. Quando
l’acqua sale ancora per la terza volta cercano di convincerlo, ma non c’è nulla da fare. Arriva l’inondazione e l’asceta muore. Si presenta davanti a Dio che
gli chiede come mai non si è salvato. Lui replica che
aspettava il suo aiuto. Dio gli risponde: « Per ben tre
volte ti ho mandato a chiamare, più aiuto di questo!»
Di fronte a un tessuto sociale che si sta sgretolando, non possiamo aspettare che la marea del mondo si porti via tutto, ma dobbiamo mettere in salvo,
quanto prima, la famiglia.
Marco Mazzanti
Voce della
Vallesina
psicologia e società
di
Cari ministri del nostro
governo e cari uomini della politica che in esso vi riconoscete, da questa pagina
di Voce titolata saggiamente
Psicologia e Società, vorrei
farvi arrivare il mio contributo, convinto che la psicologia
può essere d’aiuto all’uomo
anche nell’analizzare e nell’affrontare i suoi problemi sociali. Vi scrivo questi pensieri
con la speranza che vi possiate dare il permesso di ascoltarli. Fino in fondo. E se pure,
alla fine, non sarete d’accordo con me, almeno abbiamo
provato a dialogare. Se poi
qualcuno di voi vorrà anche
rispondermi esprimendo le
sue idee, ben venga.
Da un po’ di tempo a questa
parte in Italia siamo tutti immersi in un mare di polemiche. Buona parte delle quali
si agganciano - a torto o a
ragione - a comportamenti e
atteggiamenti del nostro primo ministro.
Se guardate bene, vi accorgete anche voi che, non appena
succede qualcosa, immediatamente, l’opposizione ci si
butta a capofitto. Arrivando
perfino a perdere il controllo delle proprie parole e dei
propri pensieri. Con offese
e gravi mancanze di rispetto.
Di quel rispetto che, in un
paese civile, si deve a qualunque cittadino - compresi,
naturalmente, gli uomini di
governo.
Dall’altra parte, poi, cioè da
parte della maggioranza, si
risponde per le rime. Toni
accesi, parole rissose, offese
personali, giudizi tranchant,
vocabolario di poca, molto
poca decenza.
A questo punto credo che
Federico Cardinali
non serva più neanche chiederci ‘chi comincia’, perché
tanto ciascuno darebbe la
colpa all’altro. Il fatto è che
tutto questo fa sì che il governo fa fatica a svolgere i
suoi compiti, e maggioranza
e opposizione s’incastrano a
vicenda nell’offesa/difesa del
presidente del consiglio.
Ora vorrei invitarvi a guardare bene quest’uomo. A
guardare la sua stanchezza.
La stanchezza di un signore
che ce l’ha messa tutta. Che
con tutte le forze ha lottato
per realizzare il suo progetto
per l’Italia.
Il punto è che la stanchezza, quando oltrepassa certi
limiti, fa brutti scherzi. Chi
di noi non l’ha sperimentato
qualche volta? Parole sbagliate con la moglie (o il marito),
parole disordinate con i figli,
risposte inadeguate ai nostri
superiori nel lavoro. Perfino
gesti o atteggiamenti di cui,
in un momento di ritrovata
lucidità, siamo i primi a vergognarci e a chiedere scusa.
Quando però la stanchezza diventa cronica, essa diventa una malattia e come
ogni malattia che oltrepassa
il confine della cronicità, ci
pone nella condizione di non
riuscire più a fare bene il nostro lavoro e a vivere bene le
nostre relazioni.
È a questo punto che succede
un fatto pericoloso: chi arriva
a un simile stato è l’ultimo
che è capace di riconoscerlo.
È così che funziona la nostra
mente. Mentre siamo capaci
di riconoscere se siamo affetti
da una qualche malattia che
tocca il nostro corpo, anche
la più grave, diventiamo incapaci di riconoscere il limite in
cui ci pone un esaurimento
mentale. Questo è il maggior
problema che incontrano
la medicina e la psicologia
quando devono intervenire
per curare chi non sa riconoscere il suo stato di bisogno.
È a questo punto che diventa
più necessario il sostegno e il
supporto di chi ci è amico, di
chi ci vuole davvero bene.
Tutto questo per dirvi che
voi ora potete molto. Per il
presidente del consiglio e per
l’Italia.
Voi, ora, forti della maggioranza che gli italiani vi hanno dato, avete il compito di
prendervi cura sia della persona che vi ha portato a tanto
successo, sia del paese, che
ha un grande bisogno di uscire dalle sabbie mobili in cui
rischia di impantanarsi.
Solo voi potete aiutare l’attuale capo del governo a farsi da parte e lasciare che la
sua maggioranza lavori, con
profitto, per il bene del paese
per il quale lui per primo si è
tanto speso. Solo voi potete
aiutarlo a comprendere che
le tante polemiche in cui si
vede immerso sono provocate anche da certi suoi comportamenti. Che sicuramente
farà in buona fede, ma che, se
da una parte sono il segno
della sua ‘stanchezza’, dall’altra rischiano di alimentare la
paralisi nella politica italiana.
Chi vi scrive è un cittadino
inesperto nei giochi della
politica. È un uomo che ha
passato, e sta passando, la
sua vita a prendersi cura di
quelle persone che soffrono
perché vedono esaurirsi le
loro ‘batterie’ e, soprattutto,
di quelle persone che, sfinite
ed esauste per la fatica fatta a
dialogare con la vita, rendono
sempre più difficile la vita a
chi sta loro vicino. In famiglia
e negli ambienti di lavoro.
Il problema è che quanto più
una persona è in alto nella
scala sociale e importanti e
vasti sono i compiti che deve
svolgere, tanto più il danno
che può fare è grande. Rischia perfino di distruggere
quanto, fino a quel momento,
di buono aveva costruito.
Lo so che questi pensieri possono sembravi di parte. Ma
vi assicuro: almeno in questo
momento, ‘di parte’ non sono.
Sono il segno di una grande
preoccupazione.
Pensateci bene. Siamo nelle
vostre mani.
È naturale che lui non potrà mai ascoltare le parole
dell’opposizione. Tanto più
finché queste continueranno
a coniugarsi come aggressioni e offese. Di voi, invece, il
presidente si può fidare. Siete
i suoi uomini scelti. Magari
molti di voi gli sono anche
amici.
Ed è nel momento del bisogno
che si vede un vero amico.
Cari ministri e cari politici
della maggioranza, in questo
momento contiamo su di voi.
Se poi, invece, non potete o
non volete farci niente e deciderete di lasciare il campo,
a noi non resta che sperare
che l’attuale opposizione, superando il facile gioco delle
polemiche, sappia produrre
un programma di governo
che ridìa ossigeno a questa
nostra Italia.
E se ora siete arrivati a leggere fin qui, vi ringrazio per
la vostra attenzione. E buon
lavoro!
Chi vuole scrivere allo psicologo può farlo o per e-mail ([email protected] o [email protected])
o per posta a Voce della Vallesina - colloqui con lo psicologo - P.za Federico II, 8 - 60035 JESI
14a Giornata Nazionale della Colletta Alimentare: sabato 27 novembre
Nella diocesi volontari impegnati in sei supermercati
La GNCA è ormai diventata il più grande evento italiano di solidarietà. È dal
1997 che la “Fondazione Banco Alimentare Onlus” organizza, l’ultimo sabato
di novembre, questo appuntamento che
coinvolge e sensibilizza la società civile
al problema della povertà, attraverso l’invito a un gesto concreto di condivisione:
fare la spesa per chi ha bisogno. Durante
la giornata, presso una fittissima rete di
supermercati coinvolti su tutto il territorio nazionale, ciascuno potrà donare
parte della propria spesa per rispondere
al bisogno primario di quanti vivono nella povertà, una condizione che in Italia
è purtroppo sofferta da oltre tre milioni
di persone. L’appello che ci arriva della
Rete Banco Alimentare è quello di donare olio, omogeneizzati, alimenti per
l’infanzia, tonno, carne, legumi in scatola, pelati e sughi per aiutare 8.000
enti e 1.500.000 poveri.
Sono oltre 100 mila i volontari mobilitati
e coinvolti ogni anno; oltre 7.000 i supermercati e gli ipermercati aderenti; più di
5 milioni sono gli italiani che acquistano
cibo per chi non può farlo; 8.600 sono
state le tonnellate di alimenti raccolti nel
2009 (equivalenti al carico di 670 TIR e al
valore commerciale di 29 milioni di euro);
oltre 7.700 le strutture assistenziali che
ricevono gli alimenti e poi li distribuiscono ai bisognosi. La Colletta Alimentare si
svolgerà quest’anno in un contesto significativo. Il “Ministero del Lavoro e delle
Politiche Sociali”, nell’ambito delle celebrazioni per il “2010 Anno Europeo della
Lotta alla Povertà e all’Esclusione Sociale” ha infatti individuato nella “Giornata
Nazionale della Colletta Alimentare” il
momento paradigmatico e conclusivo di
questa importante iniziativa europea.
Mons. Mauro Inzoli, Presidente Fondazione Banco Alimentare Onlus spiega
le radici di questo gesto: «“La Carità è il
dono più grande che Dio ha fatto agli uomini… perché è amore ricevuto e amore
donato (Caritas in Veritate)”. Ogni essere
umano infatti è oggetto di una preferenza
di Dio, che si è donato totalmente e gratuitamente a ciascuno. È questa certezza
che genera la nostra speranza e ci sostiene nel rivolgere a tutti l’invito a partecipare alla Giornata Nazionale della Colletta Alimentare. Per sperimentare come
anche il gesto di fare la spesa e donarla a
chi è più povero possa essere l’occasione
sorprendente di un immediato e positivo
cambiamento per sé il cui riverbero può
raggiungere la società intera».
Vuoi dedicare al Banco Alimentare una
parte del tuo tempo durante la Giornata Nazionale della Colletta Alimentare?
Entra anche tu a far parte della squadra
di volontari che ogni anno contribuiscono alla realizzazione di questa giornata di solidarietà. Per info e adesioni:
380/3309809.
Giovanna Ortolani
All’Auser un corso di formazione
L’associazione Auser Media Vallesina organizza a Moie, presso la sede Avis, il corso di formazione: L’assistenza domiciliare leggera agli
anziani. Gli incontri si svolgeranno il 18 – 19 - 22 – 23 novembre dalle ore 18:00 alle ore 19:30. Il programma prevede il 18 novembre
l’intervento del dott. Sergio Cascia che parlerà di iter sui percorsi di ospedalizzazione. Seguirà il 19 una relazione sul tema: “L’iter per le
pratiche di invalidità”. Nei giorni 22 e 23 la dott.ssa Ada Mastrolorito (responsabile Filo d’argento) e la dott.ssa Francesca Morra relazioneranno sull’importanza del volontariato, sull’impatto del lavoro di cura, sulla valutazione delle esigenze dei volontari, sul valore della
comunicazione, sul sostegno emotivo e sul lavoro di supervisione.
Voce della
Vallesina
LA CHIESA LOCALE
vita ecclesiale
Parola
di Dio
14 novembre 2010
14 novembre 2010 - 33a domenica del tempo ordinario - anno c
Solo la parola di Gesù è capace di illuminare
dietro a loro, ci si rimette in tutti i modi:
nello spirito, nell’anima e nell’economia.
Aiuto, come vero cristiano, chi incappa
in simili personaggi o ci sto cadendo
anch’io nella loro rete?
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 21,5-19)
IL DIARIO
DEL VESCOVO
GERARDO
Venerdì 12 novembre
Esercizi Spirituali con i prossimi Diaconi di
Senigallia
Ore 18: San Francesco di Paola, S. Messa per
defunti della New Holland
Sabato 13 novembre
Esercizi Spirituali con i prossimi Diaconi di
Senigallia
Ore 17: Cattedrale, ordinazione Sacerdotale di Fra
Enrico Maria Mimmotti
Domenica 14 novembre
Esercizi Spirituali con i prossimi Diaconi di
Senigallia
Ore 15.30: Seminario, Corso per operatori della
Pastorale familiare
Ore 21: Incontro con il Gruppo di discernimento
Vocazionale
Martedì 16 novembre
Ore 11: Serra de’ Conti, S, Messa nella festa del
patrono
Ore 16: Riunione del Consiglio Diocesano per gli
affari Economici
Giovedì 18 novembre
Ore 9.30: Riunione del Collegio dei Consultori
Sabato 20 novembre
Ore 16,30, Museo diocesano, conferenza su Chiara
Luce Badano
Ore 18.30: Parrocchia san Pietro Martire, S. Messa
nella festa di Santa Elisabetta d’U.
Domenica 21 novembre
Ore 7.30: Monastero delle Clarisse, S. Messa
Ore 11: Monteprandone, S. Messa al Santuario di
San Pacifico
Ore 15.30, Seminario, Corso per operatori della
Pastorale familiare
Ore 21: Incontro con il Gruppo di discernimento
Vocazionale
7
Mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni
votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà
lasciata pietra su pietra che non sia distrutta».
Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e
quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate
di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo:
“Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete
di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».
Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno,
e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.
Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno,
consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e
governanti, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa;
io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno
resistere né combattere. Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai
parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a
causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».
Commento
L’evangelista Luca vuole dimostrare
che i fatti avvenuti sono stati previsti
da Gesù nel giusto loro valore, quindi le
sue predizioni si sono avverate. Poi fa il
balzo verso l’avvenire, per dire che anche questo sarà profeticamente vero. In
questa speranza finale vive la comunità
cristiana futura fino ai nostri giorni, per
cui essa anche oggi è in attesa della venuta finale di Gesù.
Mi soffermo su due espressioni: Badate di non lasciarvi ingannare (in greco:
planào); e: Io vi darò parola e sapienza,
cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere… (in greco: anthìstemi).
Badate di non lasciarvi ingannare
Il verbo planào (ingannare) significa anche sviare, fuorviare, indurre in errore,
andare errabondo, essere esitante, essere
dubbioso. I vari sinonimi indicano sempre il senso del produrre incertezza sia
in senso materiale e sia in senso interiore. Gesù non si preoccupa di dare una
risposta sul segno della rovina di Geru-
salemme, ma sulla sua venuta finale che
non va presa in senso imminente, ma in
senso spirituale. Secondo l’evangelista
Luca il futuro è già presente nel vivere
adesso, oggi la fedeltà a Gesù, tutto il
resto crea solo incertezza e angoscia
inutili. Quindi occorre non ascoltare
quelli che usurpano il titolo di Messia
e predicono l’imminenza della propria
manifestazione al mondo, intendendo
di essere inviati da Dio come salvatori
del mondo. Negli Atti degli Apostoli si
parla di un certo Teuda e di Giuda Galileo (Atti 5,36-37), ma questi falsi salvatori sono esistiti lungo i secoli ed esistono anche oggi, basta guardare la storia
antica e recente. Gesù vuole smascherare questi seduttori. Il pericolo è che
costoro addirittura si mimetizzano dietro le stesse parole di Gesù: usano i suoi
stessi modi di esprimersi e fanno anche
proseliti. Solo la parola di Gesù è capace
di illuminare per non cadere nella rete
di costoro. Quanti cristiani, anche oggi,
vanno dietro a maghi, fattucchieri, imbroglioni di ogni genere! Guai a correre
Io vi darò parola e sapienza,
cosicché tutti i vostri avversari non
potranno resistere…
La prima grande persecuzione contro
i cristiani a Gerusalemme alla fine si risolve con il dono dei martiri, ma anche
con la costrizione a uscire da questa città
e annunciare Gesù Cristo nelle regioni
vicine, quindi produce un’abbondante
espansione del Vangelo. Ciò che avviene nei primi tempi della Chiesa, si ripete
lungo i secoli: quando la Chiesa è perseguitata, riprende vigore ed espansione. È
il sangue dei martiri che diviene nuovo
seme che germoglia tra i popoli. È per
questo che Gesù raccomanda ai suoi discepoli di non preoccuparsi delle violenze
subite, perché sarà lo Spirito Santo a suggerire le parole giuste al momento giusto.
Sarà lui, Gesù, ad assisterli con l’azione,
praticamente, di tutta la SS. Trinità, cioè
forniti di forza divina e di sapienza che
viene dall’alto. Basta ricordare il diacono Stefano, come si narra negli Atti degli
Apostoli: «Stefano intanto, pieno di grazia e di potenza, faceva grandi prodigi e
segni tra il popolo. Allora alcuni della sinagoga detta dei Liberti, dei Cirenei, …si
alzarono a discutere con Stefano, ma non
riuscivano a resistere alla sapienza e allo
Spirito con cui egli parlava» (Atti 6,8-10).
Non sono i discepoli di Gesù ad essere
ridotti al silenzio, ma gli avversari ad ammutolire. È chiaro che Gesù incoraggia
i suoi discepoli all’ottimismo, perché il
Vangelo avanzerà comunque, nonostante
le situazioni avverse. Sembra di vedere il
nostro tempo: quanti si scagliano contro
la Chiesa e i singoli cristiani! Eppure alla
fine vincerà solo Cristo con il suo amore infinito. Vivo in una situazione in cui
sembra sparire la presenza di Gesù, io
che atteggiamento assumo: di sfiducia o
di speranza?
P. Silvio Capriotti ofm
 Frà Enrico Maria sacerdote
Sabato 13 novembre alle ore 17 in Cattedrale, a Jesi, si svolgerà il rito dell’ordinazione
sacerdotale di padre Enrico Maria Mimmotti. Domenica 14 novembre alle ore 11,30 padre Enrico celebrerà la Messa Novella presso la chiesa di San Francesco d’Assisi di Jesi.
Frà Enrico, jesino, è attualmente al convento di Santa Maria dei Monti di Grottammare.
Domenica 28 novembre
Giornata Missionaria
Il gruppo Missionario Diocesano promuove il “Pranzo pro
missioni”, domenica 28 novembre alle ore 13 presso il circoletto del Duomo in vicolo delle Terme. Questo pranzo è organizzato come momento di incontro e come occasione per
sostenere i missionari partiti dai paesi della Diocesi per far
conoscere il Vangelo attraverso la loro parola e il loro servizio
nei luoghi più diversi del mondo. Per aderire si può telefonare, entro il 25 novembre, a Vincenzo Frezzotti (0731 212233)
oppure ad Angela Mercanti (0731 56134)
Movimento dei Focolari - Jesi
Circolo Contardo Ferrini - Jesi
Sabato 20 novembre 2010
alle ore 16,30
presso la sala teatro del Museo Diocesano di Jesi
presentazione della vita di
Chiara Luce Badano
a cura dell’ins. Jole Ciarmatori
Settimanale di ispirazione cattolica
fondato nel 1953
Piazza Federico II, 8 - 60035 Jesi An
Telefono 0731.208145
Fax 0731.208145
[email protected]
www.vocedellavallesina.it
c/c postale 13334602
Direttore responsabile Beatrice Testadiferro • Proprietà Diocesi di Jesi • Registrazione Tribunale di Ancona n. 143
del 10.1.1953 • Composizione grafica Giampiero Barchiesi • Stampa Galeati Industrie Grafiche, Imola www.galeati.it •
Spedizione in abbonamento postale • Abbonamento annuo 35 euro - di amicizia 50 euro - sostenitore 100 euro • Tutti
i diritti riservati • Esce ogni mercoledì • Associato alla Fisc (Federazione Italiana Settimanali Cattolici) • Comitato di
redazione: Vittorio Massaccesi, Giuseppe Quagliani, Antonio Quaranta, Antonio Lombardi
Ai sensi dell’articolo 13 del D. Lgs 196/2003 (Codice privacy) si comunica che i dati dei destinatari del giornale sono contenuti in un archivio informatico idoneo
a garantire la sicurezza e la riservatezza. Saranno utilizzati, salvo divieto espresso per iscritto dagli interessati, oltre che per il rispetto al rapporto di abbonamento, anche per proprie attività istituzionali e per conformarsi ad obblighi di legge.
che ha partecipato
alla cerimonia di beatificazione ed ha conosciuto
i genitori della Beata.
Chiara Luce, diciottenne, ligure, appartenente al Movimento ecclesiale dei Focolari fondato da Chiara Lubich, è stata innalzata agli onori degli altari presso la chiesa
romana della Madonna del Divino Amore, il 25 settembre scorso.
I gruppI DeI FoCoLarInI preSenteranno un FILMato
e proporranno CantI DeDICatI aLLa Beata eD
eSSeguItI neL CorSo DeLLa CeLeBrazIone DI roMa. aI
preSentI Sara’ ConSegnato un opuSCoLo SuLLa vIta
DeLLa Beata SCrItto DaLL’InS. JoLe CIarMatorI: ChI
vuoLe potrà LaSCIare un’oFFerta.
LA CITTADINANZA E’ INVITATA
8
Voce della
Vallesina
pastorale
14 novembre 2010
Iniziata a Monsano la devozione comunitaria al Sacro Cuore
I primi venerdì del mese al Santuario
disagio
3
Riprendiamo la storia.
Glielo vai a dire te a Lea
che la domenica, alle 11,00,
non sona più le campane?
Dopo, però, la senti te!!
Che alle 11,30 non c’è più
la messa o che c’è una volta al mese?
Glielo vai a dire te a tutte
le altre vecchiette?
A loro, poi?
A loro che per 80 anni non
ne hanno saltata una, perché io sci non vo a la messa
non me pare domenniga?
A loro che si ricordano i
nomi e cognomi di una
sfilza di preti che sono passati in parrocchia da mette’
paura?
Eh?
A Lea, a Monte Lanaro,
ce la potrebbe portare benissimo il figlio, chi dice;
e a Teresa ce la porterebbe sua figlia Pinuccia, ché
la macchina la porta, ma
la messa a San Martino è
una cosa ed a Monte Lanaro è tutt’un altro paio
di maniche. Voi direte
quel che vi pare e la teologia vi dà ragione in pieno, ma a me non me ne
importa niente della teologia: io dò ragione a Lea
e a Teresa.
“Ce toccherà a morì senza
prede…” Sentenziò Colomba, seduta a scaldarsi
al bel sole dell’autunno
inoltrato sul muretto del
monumento ai caduti.
Ed Elena:
“Vorrà di’ che ce sottererà
come le pegore!”
E lo scontento prese casa
a San Martino.
A Arnaldo de la Peperina,
a Spajiccia, Gni-Gno e Ni’
de Falaschì’ e a certi ominacci che, se il prete c’era
o non c’era era la stessa
cosa, a vedere che dentro
casa le loro vecchie ce se
dava’ pena, si innervosirono, si investirono del
problema e cominciarono
a prendere posizione:
“Ve pare giusto a fa’ tribbolà’ ‘na vecchia de ottantanni e più? Eh?” Aveva detto Gni-Gno ad alta
voce al circolo.
“Ma tanto? Que ha’ da fa’
pure loro?” Provò a dire
Ezio che era stato alla riunione col Vescovo.
“Que ne so? So solo che
senza prede, paremo scordadi da Dio e dal diaolo!”
Gli rispose a tono Spajiccia che il più delle volte
non sapeva quello che diceva, ma questa volta sì.
“Io, sci credo o no, non ce l’
so: ma fin tanto ché campo io, la chiesa s’ha da
tené’ aperta! –Concluse
Arnaldo che era stimato
da tutti per il suo intercalare molto fiorito - E
sci Ezio e Luciòla non tiene aperta la porta della
chiesa tutto ‘l giorno e
tutti i giorni, me sente!”
“E, dopo, que hai risolto?”
“Niente!”
E tutti convennero. In effetti che voleva dire?
Non voleva dire proprio
niente: era solo la manifestazione storta di un
disagio.
E così la cosa andò avanti per qualche mese: ogni
prima domenica del mese,
Enzo andava a prendere
don Ivano a Monte Lanaro; lui diceva la messetta
sua e Enzo lo riportava a
casa. Amen.
A gennaio, col freddo e la
neve che fece, a don Ivano venne una tosse che
‘bbajava come ‘n ca’ e je se
strozzava le parole: bisognava essere cattivi a pretendere che venisse a San
Martino.
E così a febbraio, marzo…
aprile e via discorrendo,
niente messa.
Il buon Vescovo tamponò
con un frate; ma era meglio che non ce l’avesse
mandato perché, porettello a lu’, ci veniva quando
poteva. Tante volte aveva
telefonato all’ultimo momento che non poteva venire e la gente ritornava a
casa con l’acido nello stomaco. Quando ci veniva,
arrivava col fiato tra i denti diceva messa con tale
velocità che pareva che se
la mangiava.
Insomma, sia che ci veniva, sia che non ci veniva,
scontentava tutti lo stesso.
Don Maurizio
Venerdì 5 novembre alle ore 21, nello stupendo
santuario di Monsano “Santa Maria”, ha preso
avvio un momento dedicato alla devozione al
Sacro Cuore di Gesù, che seguirà per i primi
venerdì di ogni mese (il prossimo sarà venerdì
3 dicembre). L’iniziativa è stata voluta dal parroco don Alberto Balducci e dalla sig.ra Annunziata Albertini e rappresenta una proposta
a forte intensità spirituale. L’incontro di preghiera è basata sull’adorazione eucaristica con
animazione musicale dal vivo e la possibilità
della confessione. In particolare l’animazione
musicale è molto curata da un gruppo di giovani, con testi musicali inediti e molto curati,
con l’uso anche di strumenti a percussione e
chitarra. L’incontro ha visto il favore di molte
persone della parrocchia e in maniera piacevole si sono visti diversi giovani in “ginocchio”
davanti l’Eucarestia, segno che alle proposte
impegnate gli stessi giovani rispondono.
Questa devozione già praticata nell’antichità
cristiana e nel Medioevo, si diffuse nel secolo XVII ad opera di S. Giovanni Eudes (16011680) e soprattutto di S. Margherita Maria
Alacoque (1647-1690). La festa del Sacro Cuore fu celebrata per la prima volta in Francia,
probabilmente nel 1685.
Santa Margherita Maria Alacoque, suora
francese, entrò il 20 giugno 1671 nel convento delle Visitandine di Paray-le-Monial
(Saone-et-Loire), visse con grande semplicità e misticismo la sua esperienza di religiosa e morì il 17 ottobre 1690 a 43 anni.
Sotto questa apparente uniformità, si nascondeva però una di quelle grandi vite
del secolo XVII: infatti nel semplice ambiente del chiostro della Visitazione si
svolsero le principali tappe dell’ascesa spirituale di Margherita, diventata la messaggera del Cuore di Gesù nell’epoca moderna.
Ella già prima di entrare nel convento, era dotata di doni mistici che si accentuarono con
la sua nuova condizione di religiosa; ebbe
numerose manifestazioni mistiche, ma nel
1673 cominciarono le grandi visioni che resero famoso il suo nome; esse furono quattro
rivelazioni principali, oltre numerose altre di
minore importanza. Riprendendo dal suo diario, la prima visione avvenne il 27 dicembre
1673, festa di s. Giovanni Evangelista. Gesù le
apparve e Margherita si sentì “tutta investita
della divina presenza”; la invitò a prendere il
posto che s. Giovanni aveva occupato durante
l’Ultima Cena e le disse: “Il mio divino Cuore è
così appassionato d’amore per gli uomini, che
non potendo più racchiudere in sé le fiamme
della sua ardente carità, bisogna che le spanda. Io ti ho scelta per adempiere a questo
grande disegno, affinché tutto sia fatto da me”.
Una seconda visione le apparve agli inizi del
1674; il divin Cuore si manifestò su un trono di fiamme, più raggiante del sole e trasparente come cristallo, circondato da una
corona di spine, simboleggianti le ferite inferte dai nostri peccati, e sormontato da una
croce, perché dal primo istante che era stato formato era già pieno d’ogni amarezza.
Sempre nel 1674 le apparve la terza visione,
un venerdì dopo la festa del Corpus Domini;
Gesù si presentò alla santa tutto sfolgorante
di gloria, con le sue cinque piaghe, brillanti
come soli e da quella sacra umanità uscivano fiamme da ogni parte, ma soprattutto dal
suo mirabile petto che rassomigliava ad una
fornace. Poi Gesù lamentando l’ingratitudine
degli uomini e la noncuranza rispetto ai suoi
sforzi per far loro del bene, le chiese di supplire a questo. Gesù la sollecitò a fare la Comunione nel primo venerdì di ogni mese e di
prosternarsi con la faccia a terra dalle undici
a mezzanotte, nella notte tra il giovedì e il venerdì. Vennero così indicate le due principali
devozioni, la Comunione al primo venerdì
di ogni mese e l’ora santa di adorazione. La
quarta rivelazione più meravigliosa e decisiva,
ebbe luogo il 16 giugno 1675 durante l’ottava
del Corpus Domini. Nostro Signore le disse
che si sentiva ferito dalle irriverenze dei fedeli
e dai sacrilegi degli empi, aggiungendo: “Ciò
che mi è ancor più sensibile è che sono i cuori a me vicini che fanno questo”. Gesù chiese
ancora che il venerdì dopo l’ottava del Corpus
Domini, fosse dedicato a una festa particolare
per onorare il suo Cuore e con Comunioni per
riparare alle offese da lui ricevute. Inoltre indicò come esecutore della diffusione di questa
devozione, il padre spirituale di Margherita, il
gesuita san Claude de la Colombiere (16411682), superiore della vicina Casa dei Gesuiti
di Paray-le-Monial. Margherita Maria Alacoque proclamata santa il 13 maggio 1920 da
papa Benedetto XV, ubbidì all’appello divino
fatto attraverso le visioni e divenne l’apostola di una devozione che doveva trasportare
all’adorazione dei fedeli al Cuore divino, fonte
e focolaio di tutti i sentimenti che Dio ci ha testimoniati e di tutti i favori che ci ha concessi.
In un momento di crisi di ogni tipo, per i fedeli
cristiani la risposta più appropriata rimane la
preghiera e la vicinanza ai sacramenti, centro
e riferimento per la vita spirituale, e per tutti un’occasione in più di iniziare un cammino
spirituale in strade sicure!
Giovanni Novelli
È ancora immenso e doloroso
il vuoto che hai lasciato nel
nostro animo, ma il ricordo
di te e della tua presenza è
sempre vivo nel nostro cuore.
Una Santa Messa in suffragio sarà celebrata nella chiesa di San Giovanni Battista
di Jesi sabato 20 novembre
alle ore 18,30.
Anniversario
26-12-1913 31-10-1991
(Gesù a Santa Margherita Maria Alacoque)
1. Darò loro tutte le grazie necessarie al
loro stato.
2. Metterò la pace nelle loro famiglie.
3. Li consolerò in tutte le loro pene.
4. Sarò loro rifugio sicuro durante la vita e soprattutto alla loro morte.
5. Spargerò abbondanti benedizioni su tutte
le loro imprese.
6. I peccatori troveranno nel mio Cuore la
fonte e l’oceano infinito della misericordia.
7. Le anime tiepide diventeranno ferventi.
8. Le anime ferventi si eleveranno a grande
perfezione.
9. Benedirò le case dove l’immagine del mio
Sacro Cuore sarà esposta e onorata.
10. Darò ai sacerdoti il dono di toccare i cuori
più induriti.
11. Le persone che propagheranno questa devozione avranno il loro nome scritto nel mio
Cuore, dove non sarà mai cancellato.
12. Io prometto nell’eccesso della misericordia
del mio Cuore che il mio amore onnipotente
concederà a tutti quelli che si comunicheranno il primo venerdì del mese per nove mesi
consecutivi la grazia della penitenza finale.
Essi non moriranno in mia disgrazia, né senza
ricevere i Sacramenti, e il mio Cuore sarà loro
rifugio sicuro in quell’ora estrema.
Promessa dei primi nove venerdì del mese
1) ADORAZIONE EUCARISTICA
2) COMUNIONE (EUCARESTIA)
3) CONFESSIONE
Siamo per la vita eterna
«Il Signore ci invita a guardare in alto
e ci presenta la sua vita eterna»: con
queste parole il vescovo Gerardo ha
dato il benvenuto agli unitalsiani della diocesi che si sono ritrovati nella
chiesa parrocchiale di Macine, domenica 7 novembre, per la celebrazione della Santa Messa a conclusione dell’anno associativo. «Il nostro è
7-7-1932 21-11-2008
Le dodici promesse di Gesù
ai devoti del suo Sacro Cuore
Unitalsi diocesana: il 27 l’Adesione
un cammino verso
la vita nel cuore di
Dio che per l’eternità ci stringerà nel
suo abbraccio di
tenerezza e di amore» ha detto poi il
Vescovo nell’omelia
invitando a vivere
la propria vita terrena nella fedeltà
al Signore e a compiere le scelte giuste che servano per l’eternità. «Il vostro servizio ha un valore per la vita
eterna: non dimenticatelo mai, soprattutto quando sentite la fatica e
la difficoltà» ha concluso don Gerardo. La Santa Messa, concelebrata da
don Aldo Anderlucci e da don Gianfranco Ceci, è stata animata nel canto
2 °Anniversario
dal coro parrocchiale ed ha visto la
presenza degli unitalsiani che hanno
ringraziato il Signore per il dono dei
pellegrinaggi e di tutte le esperienze
vissute nel cammino associativo ed
hanno pregato per i defunti e per le
loro famiglie. Il presidente Giancarlo
Rossetti ha ringraziato la comunità
parrocchiale di Macine per la calorosa accoglienza ed ha ricordato anche
il giorno del suo matrimonio celebrato 28 anni prima in questa chiesa. A
conclusione del suo mandato quinquennale, ha poi comunicato che nel
mese di dicembre di svolgeranno le
elezioni per il rinnovo del consiglio
direttivo e che il 28 novembre, nella
chiesa del Divino Amore, ci sarà la
Giornata dell’Adesione.
Foto Giorgio Cognigni
Don Giuseppe Palmolella
Don Giuseppe, nato a Maiolati, è stato ordinato sacerdote il 13 agosto 1939 dal
vescovo di Jesi, mons. Carlo
Falcinelli. Ha iniziato la sua
opera nella parrocchia di
San Giuseppe di Jesi dove
è stato parroco dal 1952 al
1969. Dal 1947 al 1952 fu
parroco a San Marcello e dal
1969 al 1990 a Santa Maria
fuor di Monsano. Uomo di
marcata personalità non
accettò mai compromessi.
Rigido esecutore della legge
di Dio, dedicò la sua opera
al popolo ma in modo particolare ai bisognosi e alla
gioventù, ricevendo stima,
affetto e sostegno per il suo
impegno.
labmediA
Nuovi spazi vitali si vanno configurando nella nostra
società nel passaggio dal villaggio globale a quello telematico o virtuale... È una realtà ricca di potenzialità,
che può diventare per la Chiesa una nuova frontiera
dell’evange-lizzazione. (dal n. 136 del Direttorio sulle
comunicazioni sociali nella missione della Chiesa)
LABMEDIA è una nuova collana del catalogo Paoline
che pone l’attenzione sui nuovi media sottolineando
attese, prospettive, potenzialità e indicando percorsi
di formazione per gli operatori della comunicazione che lavorano in ambito diocesano e parrocchiale.
Dieci volumetti dedicati ai diversi ambiti della comunicazione visti in relazione alle esigenze della comunità ecclesiale che è invitata a considerare le potenzialità di questi strumenti a servizio dell’annuncio
cristiano. LABMEDIA si propone come sussidio pastorale in risposta alle urgenze di formazione sottolineate dal convegno ecclesiale Testimoni digitali. La
collana LabMedia è pubblicata in collaborazione con
l’Anicec Ente dello Spettacolo e con l’Ufficio CEI delle comunicazioni.
Voce della
Vallesina
in diocesi
14 novembre 2010
9
Dopo l’incontro di Roma, i ragazzi di Jesi ci raccontano le loro emozioni
“C’è di più” mi ha dato la gioia e la voglia di fare
La diocesi di Jesi non è passata di di incontrare persone che hanno
certo inosservata all’incontro nazio- Fede, proprio in un periodo in
nale Acr e Giovanissimi del 30 otto- cui tutti parlano di crisi di fede. A
bre. Grazie alle magliette realizzate Roma abbiamo dimostrato che ci
per l’occasione dall’Equipe diocesana, siamo e possiamo fare grandi cose.
il folto gruppo per le strade di Roma “C’è di più” mi ha dato la carica, la
era una grande macchia arancione, gioia e la voglia di fare. Cercherò
riconoscibilissima e soprattutto, cari- di trasmetterla a chi non è venuca di entusiasmo e gioia. “C’è di più” to».
ha dato l’occasione a tanti dei 244 Soddisfatto anche il responsabile
giovani jesini, accompagnati dai loro diocesano dell’Acr, Lorenzo Maeducatori e da quattro sacerdoti, di ria Pellegrini, che ha voluto fare i
toccare con mano la dimensione na- complimenti a tutti i suoi educazionale della loro associazione. Ne è tori. «Siamo una squadra vincenconvinta Marta Gabrielloni, respon- te a livello diocesano e questo mi
sabile diocesano per questo incontro riempie di gioia. Sia quelli dell’Acr
nazionale. «Mi ha lasciato a bocca sia quelli dei Giovanissimi hanno
aperta il numero dei ragazzi, degli dimostrato il loro valore. A livello
educatori e degli assistenti che hanno nazionale ci sono stati dei problemi
partecipato – ha detto – Noi pensia- logistici ma questo non ha rovinato
mo solo alla dimensione parrocchiale la festa. Per i ragazzi è stata una bella
o diocesana. Non realizziamo che c’è esperienza ed hanno avuto la possiun’associazione a livello nazionale. bilità di vedere che non sono gli unici
Tutti i miei ragazzi mi hanno detto a credere in Cristo e nell’Azione Cat“Mamma mia, quanti siamo!”. Que- tolica».
sto incontro mi ha dato la possibilità La bellissima esperienza ha fatto di-
menticare a tutti i ragazzi la fatica
degli spostamenti e dell’alzataccia
mattutina. “Mi è piaciuto molto l’incontro con il Papa – sono le parole di
Preziosa Memé, acrrina di San Francesco di Paola – e la compagnia dei
miei amici. Era il mio primo incontro
nazionale e non lo dimenticherò”. Gli
fa eco Nicoletta Bimbo, Giovanissi-
ma di San Giuseppe. “Mi ha colpito
il momento in piazza del Popolo, in
particolare l’intervento di Simona Atzori, che avevo scoperto ad un incontro Giovanissimi in parrocchia”.
Giuseppe Papadia
Foto di
Giuseppe Papadia
e di Chiara Squadroni
Nelle foto la bandiera dell’Ac Jesina
e i giovani della parrocchia di San
Francesco di Paola a Roma
Chiesa dell’Adorazione: Convegno dell’Apostolato della Preghiera
Monsano, Paese dell’anima: le figurette di Piero Miraglia
I soci dell’Apostolato re missionari e apostoli anche senza partire
della Preghiera di Jesi e per terre sconosciute, restando dove ci si
della Vallesina si sono trova a vivere.
incontrati nel pomeriggio del 28 ottobre presso Il “ritocco” necessario
la chiesa dell’Adorazio- Nei Congressi regionali è stata ribadita la nene, per il Convegno dio- cessità di far conoscere l’AdP anche ai Parroci
cesano che ha inaugura- perché questa spiritualità è un servizio eccleto il nuovo anno sociale 2010 - 2011. Erano siale di semplice attuazione e compatibile con
presenti le responsabili AdP delle parrocchie tutte le altre associazioni e Movimenti. Infatdella città e dei paesi.
ti la dimensione apostolica della preghiera e
Dopo un momento di preghiera, la presidente, la devozione al Cuore di Gesù non sono in
Lucina Longhi, ha illustrato le caratteristiche contrasto con la spiritualità propria delle asdella spiritualità dell’”Apostolato della Pre- sociazioni ecclesiali, ma anzi la integrano, la
ghiera”, incentrata sulla devozione al Sacro rafforzano e danno un denominatore comuCuore di Gesù.
ne a tutti i Gruppi oggi provvidenzialmente
L’AdP nacque, come intuizione e come pro- fiorenti nella Chiesa.
posta, a Vals, presso Le Puy, in Francia, nel L’assistente diocesano, don Vittorio Manga1844, ad opera del padre gesuita Saverio nelli, nel suo intervento ha rivolto l’attenzioGautrelet. Ma la diffusione nel mondo si ne alla formula tradizionale dell’”Offerta” che
deve al padre Enrico Ramière S.I., il quale viene proposta ai fedeli sui foglietti mensili.
ne sviluppò la dottrina. Oggi l’Associazione Il Superiore dei padri Gesuiti, p. Tommaso
è presente in tutto il mondo con almeno 40 Guadagno, ha suggerito qualche anno fa di rimilioni di iscritti e si calcola che circa cen- toccare il testo della preghiera di offerta quoto milioni di persone praticano l’”Offerta tidiana, che è rivolta al Cuore di Gesù e che
quotidiana” al Sacro Cuore di Gesù. L’AdP è invece dovrebbe essere espressa con la foruna scuola di santità, un progetto benedetto mula trinitaria della Liturgia, come insegna
di salvezza che favorisce il cammino di fede la Costituzione del Vaticano II, “Sacrosantum
perché fa vivere il Battesimo e l’Eucaristia Concilium”: si prega il Padre, per mezzo di
nello spirito del “sacerdozio comune” dei fe- Cristo, nello Spirito Santo.
deli. Tre gli impegni fondamentali: l’Offerta Durante la celebrazione eucaristica il sacerquotidiana, la Consacrazione, la Riparazione.
dote pronunzia la formula trinitaria perfetta:
“Gesù, mite e umile di cuore, rendi il mio cuo- “Per Cristo, con Cristo, in Cristo a te, Dio Pare simile al tuo!”: questa preghiera così sem- dre onnipotente, nell’unità dello Spirito Santo,
plice esprime il desiderio più profondo che ogni onore e gloria per tutti i secoli dei secoli.
il Signore suscita nei cuori, quello di amare Amen”.
Dio e i nostri fratelli come Lui li ha amati. Un Noi abbiamo un potente intercessore presso il
desiderio realizzabile se ci si lascia nutrire e Padre: “…è Cristo che con uno Spirito eterno
assimilare a Cristo nell’Eucaristia, con la for- offrì se stesso senza macchia a Dio” (Eb 9,14).
za dello Spirito Santo, sull’esempio di Maria. Il Convegno si è concluso con la celebrazione
Come Maria ogni persona può mettersi con della Messa. Nell’omelia don Vittorio ha sottutto il cuore, senza riserve, a disposizione di tolineato che vivendo la spiritualità dell’AdP,
Gesù Cristo per l’avvento del Regno di Dio.
si diventa missionari, apostoli. Le tre intenFin dall’inizio l’AdP ha invitato i fedeli a zioni di preghiera, infatti, aiutano ogni fedeunirsi nella preghiera di intercessione per i le a superare la dimensione individualistica
problemi concreti relativi alle Missioni, cre- dell’esistenza per aprirsi alla fraternità e alla
ando così una profonda comunione di pre- comunione universale.
ghiera fra centinaia di milioni di persone. Il
Armanda Olivetti Rinaldi
Santo Padre ha grande fiducia nell’Apostolato della Preghiera e per questo propone per Gli aderenti all’AdP di Jesi si riuniscono l’ultiogni mese una intenzione generale ed una mo giovedì di ogni mese alle ore 17, per un’ora
missionaria. L’Associazione le accoglie e le di adorazione e per la celebrazione dell’Eucariripropone al mondo intero. Già nel 1844 il stia, nella chiesa dell’Adorazione (piazza della
padre Gautrelet poteva dire che si può esse- Repubblica – Jesi).
Dopo la scomparsa di papa Giovanni Paolo
II si è posto il compito di esplorare sistematicamente la sua intensa riflessione su Maria,
già visibile nello stemma pontificio: le parole
Totus tuus ribadivano la consacrazione alla
Madre di Dio. Tale consacrazione totale a
Maria è nient’altro che la risposta esistenziale
alla mediazione universale di Maria in Gesù
Cristo.
Probabilmente è una faccenda per “addetti
ai lavori” ma vale la pena approfondirla, con
semplicità, sia per prendere atto della grande devozione popolare per Maria, in atto da
secoli, sia per aiutare la gente a vivere correttamente questa venerazione (dulìa), che – va
ribadito – non è affatto adorazione (iperdulìa); questa, infatti, si deve solo alla Trinità,
che è Padre, Figlio e Spirito Santo.
Pochi sanno, perciò, che, riguardo alla denominazione di Maria quale “Corredentrice”, la
Commissione del Concilio Vaticano II rilevò durante la discussione dello schema sulla
Beata Vergine: «Sono state omesse alcune
espressioni e parole usate dai Papi, che in sé
sono certamente pienamente corrette, ma dai
fratelli separati (particolarmente dai Protestanti) sono più difficili da comprendere. Tra
queste possiamo annoverare anche l’espres- nel Cristo, Centro dell’universo e Punto
sione “Corredentrice del Genere umano” Omega.
(San Pio X, Pio XI)…».
Nel frattempo, don Savino Capogrossi, che
Non parliamo, poi, dell’“acceso dibattito”, ha appena festeggiato il 50° di ordinazione
conciliare anch’esso, sul titolo di Maria “Me- sacerdotale, completa il progetto – già inidiatrice”: un titolo che non fu reso centrale ziato con la Via Crucis (cfr. Voce della Valma menzionato insieme con altre denomina- lesina, 25.4.2010, pag. 6) – che conferma la
zioni [Avvocata, Ausiliatrice (la città di Tori- vocazione di Monsano “paese dell’anima”:
no venera – co-patrona insieme alla Vergine a breve, nell’area circostante il Santuario di
Consolata – l’Ausiliatrice presso l’omonima Santa Maria fuor di Monsano, proprio acbasilica salesiana), Soccorritrice] (cfr. Lumen canto alla nostra sede Caritas, si poseranno
gentium, 62).
le cinque stazioni del cosiddetto “Rosario
è probabile che debba passare ancora molto della Redenzione”.
tempo prima che il Successore sulla Cattedra Le figurette, in ceramica policroma smaltata,
di Pietro ratifichi con un dogma il titolo di sono un’originale interpretazione dell’artista
Maria Corredentrice; va detto che il “dog- locale Piero Miraglia su alcuni aspetti della
ma” è una precisa affermazione dottrina- figura e della fede di Maria, Madre di Dio e
le che la Chiesa definisce in modo solenne. della Chiesa, dalla Genesi (3,15) in cui è la
Questa “definizione”, ovviamente, segue lo profezia della “donna che schiaccerà la testa”
sviluppo (pure secolare, confortato da ri- al serpente, alla sua Assunzione in Cielo e
scontri tangibili nella dottrina, nella tradi- “coronazione” di Regina dell’universo (cfr. Luzione e nella pietà popolare) della materia men gentium, 59).
oggetto del dogma “monitorizzandola”, per- L’avvenimento sarà celebrato con la stampa
ché mai – detta materia – possa essere og- (pro manoscritto ad uso interno della Comugetto di controversie e divisioni nel popolo nità parrocchiale) e la diffusione di un libretto
di Dio in cammino verso il completamen- di cui proponiamo la copertina in anteprima.
to della Creazione, in cui tutto converge
Oreste Mendolìa Gallino
Una spiritualità trasversale Il Rosario della Redenzione
Radio Duomo
Senigallia in Blu
(95,2 Mhz)
Tutte le mattine alle ore 7,06 e in replica alle 24,00
il pensiero del giorno del vescovo Gerardo Rocconi
Giornale radio alle ore 12,30 e alle 19,03 con notizie da Jesi
Il Palazzo e dintorni il giovedì alle 12,45 e alle 19,20
10
Voce della
Vallesina
società
14 novembre 2010
Ordine francescano secolare: Mostra missionaria 2010
L’arte di donare con gioia
oggetti dipinti a colori vivaci,
graziosi presepi, alberelli di
Natale e tanta raffinata bigiotteria… La gente che entra, che osserva e/o compra
si sente partecipe dello spirito francescano della fraternità e della pace, in un mondo
attraversato da mille forme
di odio e di violenza. Tra le
francescane che hanno lavorato per la Mostra c’è Lina
Colorà, una donna vivace,
spigliata. sorridente: le rivolgo alcune domande.
nizzata dal Consiglio dell’Ofs.
I lavori sono stati eseguiti da
me e da alcune consorelle
francescane in fraterna e gioiosa collaborazione.
Lei, Lina, dove ha imparato
l’arte del gioiello e della ceramica?
Inizialmente ho fatto qualche
Corso; poi, via via ho sprigionato tutta la mia creatività
per ogni genere di lavori artigianali. Come vede, su questi
tavoli, divisi per settori, sono
esposti diversi oggetti.
la realizzazione del progetto. I lavori sono realizzati a
mano da noi, gratuitamente.
Per la Mostra affittiamo, pagando una quota, i locali del
Comune.
Avete ricevuto contributi,
offerte in denaro? Da quali
Enti?
Non riceviamo alcun contributo. Nessun Ente finanzia
la Mostra.
Quanto tempo e quanti
soldi avete speso “di tasca
vostra” per realizzare regali natalizi belli, utili e ben
confezionati?
Noi dell’Ofs mettiamo a disposizione le nostre capacità,
il nostro tempo libero e tutto
il materiale necessario per
Jesi: presentato il progetto sull’affido familiare
Tre giornalisti a dibattito per una nuova identità del giornalismo
Un’esperienza importante del museo diocesano e utinella nostra società dove la lizzate nei lavoratori.
famiglia ha bisogno di un Nei mesi di luglio e agosto
sostegno per affrontare le l’Associazione culturale Jesempre maggiori difficoltà sidea ha coinvolto moltise che si rivolge ai bambini simi bambini in una serie
dai 6 agli 11 anni con un di incontri didattici e ludici
percorso di avvicinamento nei musei cittadini (Pinaall’arte attraverso la figura coteca civica, Studio per le
dell’angelo: così il sindaco Arti della Stampa e Museo
Fabiano Belcecchi ha defi- diocesano) sul tema connito il progetto Museo al duttore degli angeli, sfrutVolo. Sabato 30 ottobre si è tando le ricche collezioni
svolta la presentazione alla presenti nelle varie struttucittà dei lavori e del percor- re. Osservando da vicino gli
so attivato con i bambini angeli realizzati dai bambini
durante l’estate. La sala del con materiali riciclati e gli
palazzo dei Convegni ha strumenti didattici utilizzaaccolto tanti angeli realiz- ti, le due operatrici hanno
zati dai bambini in estate raccontato ai genitori e a
che hanno fatto da corni- tutta la cittadinanza questa
ce alla conferenza che si è esperienza e hanno offerto
aperta con il saluto e l’ap- un’importante occasione per
prezzamento del sindaco. riflettere insieme sull’accoSimona Cardinali, presi- glienza familiare, tema ispidente dell’associazione Je- ratore del progetto Museo al
sidea che ha gestito l’inizia- Volo. L’iniziativa, ideata e ortiva, ha presentato le opere ganizzata dall’Associazione
d’arte selezionate tra quelle Jesidea, è promossa dal Codella Pinacoteca in cui sono mune di Jesi in collaboraziopresente figure angeliche ne con l’Ambito Territoriale
di diverse caratteristiche; IX e il Museo Diocesano.
dopo di lei Katia Burat- “Museo al volo” è un proti, conservatrice al Museo getto organizzato dall’AsDiocesano ha spiegato altre sociazione Jesidea, grazie al
opere e simbologie delle contributo della Fondazione
figure angeliche scelte tra Cassa di Risparmio di Jesi.
quelle custodite nelle sale
Foto Franco Marinelli
Giornalismo, limiti del giornalismo,
rispetto della privacy, identikit della
notizia, situazione globale del sistema
dell’informazione, in Italia e non solo,
in un contesto di forte impatto con le
nuove tecnologie, Internet e la grave
congiuntura economica. Questi i temi
affrontati nel dibattito promosso dalla Fondazione Cardinaletti nell’ambito dell’ampia manifestazione “Jesi e il
‘900”.
“Chi salverà la notizia? I media tra etica e trasparenza. Il mondo dell’informazione è in crisi di identità? Fino a
che punto si possono spingere le campagne di stampa? C’è un limite alla no- i risultati dei siti dei quotidiani – che se sarebbe preferibile l’istituzione di
tizia?” su questi punti si sono confron- comunque trovano larga rispondenza un’autority che garantisse laddove le
tati, nella serata di sabato 6 novembre, nelle fasce giovani - , si conosce con violazioni ci siano state piuttosto che
nella chiesa di palazzo Mereghi, Marco certezza invece che il 95 per cento del- vietare o limitare l’esercizio dell’attiviTarquinio, direttore di Avvenire; Bruno le notizie presenti in Internet proviene tà giornalistica e il diritto dei lettori a
Manfellotto, direttore dell’Espresso e dalla carta stampata. Questo significa sapere.
Giorgio Lonardi, inviato di Repubblica. che non c’è una produzione propria Concludendo, il quadro che è emerso
Un dibattito condotto con grande con- di notizie, ma un “rimescolio” di ciò dal dibattito è quello di un’informaziosapevolezza della odierna situazione che è stato già mediato da altri… E si ne che oggi sfugge spesso al controllo
dell’informazione e della necessità di sa che ogni processo di mediazione si- e ad un’identità precisa.
un rinnovamento, di un nuovo modo gnifica una piccola perdita della verità C’è un pubblico di cittadini che si ridi fare giornalismo soprattutto per originaria.
volge alle trasmissioni di giornalismo
quanto riguarda il mondo della carta La crisi ha coinvolto anche l’informa- televisivo - ormai diventate vere e prostampata che deve riuscire a riportare zione portando ad un forte calo di prie agenzie investigative e tribunali
il lettore al gusto della lettura anche pubblicità e conseguentemente ad una - non solo perché deluso dallo Stato,
sulla carta.
forte contrazione della carta stampa- ma anche con tanta voglia di apparire.
Alla connotazione positiva della rapidi- ta. Su questo va a gravare un pessimo E spesso “inventa” storie e situazioni,
tà, agilità e attrazione dell’informazio- rapporto tra pubblicista e giornalista per di più lautamente pagate. E quene telematica, Internet affianca quella in un sistema un po’ malato perché sto non è giornalismo, ma solo spetnegativa di un’informazione non sem- non improntato alla trasparenza e allo tacolarizzazione del privato. E questo
pre di alta qualità, a volte di bassissima svolgimento del proprio ruolo con forse avviene perché negli ultimi anni
qualità, che spesso viola la privacy, non correttezza e competenza da entram- sono stati questi il senso e lo scopo asapprofondisce, non verifica, non viene be le parti: “Immancabilmente non segnati all’informazione.
controllata…. Una situazione spiace- c’è settimana, mese, anno che un in- Il bisogno di vendere copie, la fedeltà ad
vole, che crea una concorrenza sleale serzionista non ritiri la pubblicità da un’ideologia, il sostegno della pubblicità,
nei confronti dei giornali - sottoposti questo o quel giornale che abbia pub- non devono condizionare pesantemena più ferreo controllo e rigore - e so- blicato un articolo “critico” nei suoi te l’atto importantissimo del “selezionaprattutto mette in un unico calderone confronti… Anche se va detto che i re” le notizie che devono essere scritte
l’informazione: un calderone di notizie giornalisti non dovrebbero accanir- rigorosamente con onestà intellettuale e
incontrollate. Un fenomeno questo de- si trattando notizie con assiduità da devono riguardare non solo le esigenze
stinato ad aumentare man mano che partito preso… ”
e i “fatti” che investono la vita sociale e
entrano sempre più nell’uso collettivo “La legge bavaglio”, la discussa legge culturale dei cittadini ma anche le prostrumenti elettronici che consentono sulle intercettazioni continua a co- blematiche dell’intera comunità.
di “sfogliare i giornali” in via telemati- stituire un pericolo se dietro c’è il Al giornalista il compito più delicato
ca. La sfida è appunto quella di saper tentativo di limitare l’informazione; e difficile: raccontare e, se richiesto,
costruire l’informazione in un certo d’altra parte esistono norme, leggi e esprimere un parere.
modo per riuscire a far leggere le no- codici deontologici, modalità per il I giudizi appartengono ai giudici, le
tizie non solo nel web ma anche sulla trattamento dei dati sensibili a cui il indagini agli investigatori…
carta. Non si conoscono ancora bene giornalista è tenuto ad attenersi. ForFotoservizio Paola Cocola
Una iniziativa di Jesidea
incrementare le missioni
francescane che sosteniamo da molto tempo. Inoltre
facciamo anche “adozioni a
La gente entra per vede- distanza”.
re…? C’è chi compra?
La motivazione di fondo è
Sì, diverse persone hanno la nostra stessa spiritualità:
comprato alcuni oggetti da come laici appartenenti alla
regalare per il Natale; altre Fraternità dell’Ordine francehanno visitato la Mostra; scano secolare (Ofs), viviamo
qualcuno si è fermato a par- nel mondo seguendo Cristo
lare con noi.
“povero e umile” sull’esempio
di san Francesco d’Assisi.
Quale motivazione ha ispirato il vostro lavoro?
Una Mostra “missionaVogliamo, in qualche modo, ria”… A chi sarà devoluto
il ricavato delle vendite?
Tutto sarà devoluto ai missionari con i quali ci teniamo sempre in contatto: la
missione “Amici Servi poveri “del Terzo Mondo, i
Comboniani e i missionari
della Consolata, le missioni
francescane di Potenza Picena, la missione “Medici
senza frontiere”. Per quanto
ci è possibile cerchiamo di
venire incontro alle loro esigenze e necessità.
Maria Crisafulli
Foto Elisabetta Rocchetti
Siamo in una sala del Palazzo dei Convegni di Jesi, dove
possiamo ammirare la “Mostra missionaria”. aperta al
pubblico dal 3 all’11 novembre: una varietà di lavori
realizzati dalle mani abili e Da quanti anni voi franceoperose di alcune francesca- scane portate avanti questa
ne laiche che fanno parte iniziativa?
dell’Ordine francescano seco- Da circa dieci anni
lare (Ofs) della Parrocchia di
san Francesco d’Assisi. Tutto Chi ha organizzato la Mosorride qui intorno: tova- stra 2010? Chi sono gli
gliette e centrini ricamati a “artefici” di questi preziosi
punto croce, merletti, presine, manufatti?
piatti di ceramica ed altri Questa mostra è stata orga-
Quale informazione, quale notizia oggi?
Autoscuole
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Jesi – Via Gallodoro, 65 – tel. 0731 200809 (Sede Consorzio Cons. A.C.) - Jesi – Via Marx, Zipa – tel. e fax 0731 211481 (Uff. oper. collaudi)
Altre sedi: Falconara M.ma (Corinaldesi – Adriatica – Falconarese) – Ostra – Marina di Montemarciano – Marzocca di Senigallia
Voce della
Vallesina
vallesina
14 novembre 2010
11
Dopo il convegno svoltosi recentemente a pisa è prevista la pubblicazione di un volume dedicato ai musicisti
La musica vocale da camera di Gaspare Spontini
Il 29 ottobre, durante il Diciassettesimo
Convegno Annuale della Società Italiana di
Musicologia, presso la Sala Mancini della
Scuola Normale Superiore di Pisa, è stata
presentata, dalla dott.ssa Elisa Morelli, la
ricerca su “La Musica Vocale da Camera
di Gaspare Spontini”. Questo lavoro, avviato da ben cinque anni, vuole rendere noto
questo patrimonio e riportarlo nella programmazione del repertorio musicale da
camera. La produzione spontiniana da camera è stata considerata da alcuni studiosi
dei secoli passati, marginale rispetto a quella operistica. E’ proprio questo giudizio che
ha segnato, secondo la dott.ssa Morelli, la
mancanza di studi che abbiano affrontato
questo repertorio.
La dott.ssa Morelli, essendo una cantante
specializzata in musica da camera, ha ritenuto fondamentale promuovere degli studi
su questo repertorio.
La produzione vocale da camera spontiniana è composta da una sessantina di brani,
prevalentemente in francese, una decina in
italiano e solo tre in tedesco. Accanto a poeti ignoti o poco conosciuti troviamo: Metastasio e Goethe. Il lavoro avrà una visibilità
con la pubblicazione di un volume intitolato: “La Musica Vocale da Camera di Gaspare
Spontini”, che è stato concepito in modo da
fornire uno strumento anche a quei musici-
La celebrazione del IV Novembre a Jesi
Il ricordo dei Caduti
sti che vogliono inserire questi
brani nel loro repertorio. Per
esempio, all’interno sono stati
tradotti tutti i testi delle melodie. Punto di forza della ricerca
è il ritrovamento, ad oggi, di sei
romance che non sono presenti
nelle catalogazioni redatte dai
principali critici spontiniani.
Oltre a studiosa di Spontini, la
dott.ssa Morelli è una cantante,
per questo, durante la relazione,
ha eseguito tre brani del Maestro Spontini: un’Arietta italiana
su testo di Metastasio, un lied
su testo di Dunker e per finire
la romance intitolata Sapho, con
al pianoforte il maestro Filippo Farinelli.
Durante la presentazione sono state riprodotte alcune immagini di Spontini in alta
uniforme, alcuni frontespizi e le trascrizioni delle melodie eseguite. Inoltre, sono state
mostrate: la prima pagina del manoscritto
autografo del brano Kennst du das Land, il
ritratto olio su tela di autore anonimo di
Celeste Erard e i due pianoforti Erard, conservati presso l’Archivio, Biblioteca, Museo
Gaspare Spontini a Maiolati Spontini.
Di particolare interesse è stato, alla fine della
relazione, l’intervento del prof. Guido Salvetti, illustre musicologo e presidente della
Società Italiana di Musicologia, che ha auspicato, oltre alla pubblicazione del volume
cartaceo, la possibilità di una versione online, in modo da essere costantemente aggiornata. Con grande piacere, la relazione ha
suscitato interesse e consensi da parte delle
persone intervenute. Il volume, “La musica da camera di Gaspare Spontini”, che è in
preparazione, è patrocinato dal Comune di
Maiolati Spontini.
La pubblicazione di questo volume è la prima parte di un progetto più ampio che prevede, insieme al pianista Filippo Farinelli,
l’incisione dell’integrale delle melodie, con la
casa discografica Tactus, nonché l’edizione
critica delle partiture.
Elisa Morelli
il 13 e il 27 novembre ad Ostra e Apiro
Dall’oratorio al palcoscenico
La Compagnia teatrale “Il girasole de di aiutarlo, chieteatro” di San Marcello rappresenta, dendogli di cambiare
ad un anno esatto dal suo esordio al atteggiamento verso
Teatro Ferrari di San Marcello il suo gli altri, di mettere da
musical “Racconti d’autunno” con la parte il pessimismo,
regia di Lucia Bacci. La compagnia è di valutare l’idea che
parte dell’Oratorio e ringrazia per la “fare del bene fa bene”
collaborazione il parroco don ALber- e che delle volte, bato Balducci. Le prossime rappresenta- sta un piccolo gesto
zioni saranno sabato 13 novembre alle per far felice qualcuore 21,15 al teatro La Vittoria di Ostra no... Non potendo
e sabato 27 novembre alle ore 21,15 al contraddire Dio, egli
teatro Mestica di Apiro.
accetta e da qui in
poi la sua vita si farà
“Racconti d’autunno” è una commedia molto movimentata
esilarante, commovente e carica di re- e il suo ufficio sarà
altà: «In un piccolo paesino, don Silve- un via vai di persone, di richieste, di
stro è un giovane prete un po’ burbero problemi... le quali gli faranno esere solitario che non ama la confusione citare la sua pazienza, imparare ad
e stare in mezzo alla gente. Dio deci- ascoltare gli altri, e leggerà finalmente
tutto in una luce nuova: “La vita è un
dono, dei pochi ai molti, di coloro che
sanno e che hanno a coloro che non
sanno e non hanno...”»
Aurora Basket e Ubi Banca Popolare di Ancona
Scendono in campo con la scuola
“Che la Lega, a Venezia, in
occasione del IV novembre, faccia eseguire l’inno
del partito ignorando quello
della nazione è un segnale
che deve far riflettere”. Su
questo delicato tema il sindaco di Jesi Fabiano Belcecchi ha voluto richiamare
l’attenzione dei partecipanti alla cerimonia religiosa
presso il Monumento ai
Caduti che si è svolta a Jesi
domenica scorsa. Aveva
esordito ringraziando i presenti, i rappresentanti delle
Forze combattentistiche e
d’arma, le autorità e ricordando l’impegno dell’Italia
nel mondo con la presenza
dei nostri militari in tante
nazioni dove la pace è ancora sconosciuta. Essi compiono un dovere che, seppure
impegna militarmente, vuol
essere un aiuto alle tante
nazioni che ancora non godono la democrazia. Certo,
il confine tra le azioni del
nostro esercito che dovrebbero essere in funzione delle conquista dei più elevati
valori che reggono la vita
dei popoli e l’azione esplicitamente bellica è labile,
labilissimo. Ci auguriamo
che il sacrificio che ci chiede la comunità mondiale sia
veramente genuino e porti
Il tema centrale del progetto promosso quest’anno sarà l’ecologia, grazie
alla collaborazione della Energy Resource, leader nel campo delle energie rinnovabili e del fotovoltaico, da
quest’anno anche main sponsor del
team aurorino.
Come nelle passate edizioni del progetto, anche quest’anno, due giocatori
aurorini accompagnati da un allenatore del settore giovanile o della prima
squadra entreranno nelle scuole della
provincia di Ancona e Macerata, dove
terranno in compagnia dei giovani
alunni divertenti lezioni sull’etica dello sport, spiegata tramite i dettami del
Codice Etico della Banca Popolare di
Ancona, e come già detto trattando
anche temi di ecologia. Infatti i due
atleti aurorini porteranno nelle scuole
un cd dal titolo “L’Ecologia”, realizzato
da Giampiero Barchiesi. Il cd rom che
verrà donato alle scuole è una proposta didattica che si rivolge ai ragazzi di
età compresa tra i 9 e i 12 anni e cerca, tramite esperienze ed esempi figurativi, di far comprendere loro anche
nozioni complesse, come ad esempio
il feedback.
Non mancherà, ovviamente anche una
mini partita di basket con i due campioni ospiti, che sarà la degna chiusura di ogni incontro.
Sara Federici
frutti come frutti ha portato
il sacrificio dei tanti nostri
morti in 150 anni dall’unità
d’Italia, avvenuto in tante
guerre per la difesa della
nostra democrazia e libertà,
valori che vanno conquistati
ogni giorno.
La cerimonia era iniziata Per il settimo anno consecutivo
con la celebrazione della l’Aurora Basket di concerto con UbiMessa da parte del parro- Banca Popolare di Ancona promuoco di S. Francesco di Paola ve un importante progetto denomidon Vittorio Magnanelli il nato “Progetto Scuola 2010/2011”.
quale, durante l’omelia ha
ricordato che, in occasione
del nostro 150° dell’Unità, è Centro Turistico Giovanile: incontri con i viaggiatori, fino al 26 novembre
doveroso che ci facciamo la
stessa domanda che il Papa
si è fatto in Spagna in que“Marocco: road”, tre vecchi amici si ri- mezza Italia, attraversata da
sti giorni: siamo veramente L’avventura di scoprire il l’audiovisivo
liberi? La risposta è negati- mondo. Al via la rassegna un viaggio al di là dei pre- trovano al bar e decidono di Gange, Brahmaputra e da
va perché la nostra cultura “La Cultura Vien Viaggian- giudizi” a cura di Claudio partire per la Route 66 in sel- un’intricata rete di altri corsi
mondiale è impregnata di do” ciclo di incontri orga- Ceccarelli e Claudio Bossi. la ad una Harley. Un classico d’acqua. Un popolo gentile e
dall’associazione L’emozione del viaggio con- coast to coast del continente coraggioso, abituato a periorelativismo e il relativismo nizzati
porta sempre lontano dalla Centro Turistico Giovanile tinua venerdì 12 novembre Nordamericano partendo diche carestie e devastanti
verità. Occorre recuperare “Vallesina” di Jesi in cui al- con Roberto Cermelli che, da Chicago fino ad arrivare alluvioni. A est le colline trialcuni valori fondamentali cuni viaggiatori racconte- attraverso le foto “Fuori dal a Los Angeles attraversando bali e le spiagge più lunghe
quali la centralità dell’es- ranno, attraverso filmati e mondo, scivolando sul mare, il meraviglioso Grand Can- del mondo, le sterminate
sere umano, la riconquista foto, la loro esperienza di quasi in paradiso”, ci porterà yon e la lussuosa Las Vegas. foreste sull’acqua; a ovest
dell’etica e la riscoperta del- viaggio guidando i parteci- in Grecia, esplorando in bar- L’avventura termina venerdì antichi templi, monumenti
panti in un percorso ricco ca a vela le isole greche tra il 26 novembre con Roberto archeologici, mercati animale radici del cristianesimo.
Successivamente i presenti, di emozioni e di posti in- bianco delle rocce di Lefka- Bottoni con l’audiovisivo tissimi e non mancano alcuguidati dalla banda cittadi- consueti fuori dalle tradi- da e lo scintillo del suo mare “Bangladesh: la sfida dimen- ne curiosità esclusive… Gli
na, si sino portati, in corteo, zionali rotte commerciali caldo. Il viaggio prosegue ticata”. Un viaggio fuori dalle incontri sono ad ingresso
presso l’atrio del Comune dove fare turismo spesso venerdì 19 novembre con rotte turistiche in una delle libero e si svolgeranno alle
per deporre una corona alla significa anche integrazio- Gianni Castellini con il fil- nazioni più povere e sfortu- ore 21,15 presso i locali delmato “Tre svalvolati in moto nate del mondo. 160 milio- la sede del Centro Turistico
memoria dei caduti di tutte ne e solidarietà.
Il primo appuntamento si sulla route 66”. Proprio come ni di abitanti concentrati in Giovanile Vallesina sita a Jesi
le guerre.
Foto Fabio Piattella è svolto il 5 novembre con nel film “Svalvolati on the una pianura più piccola di in Via Ancona n. 17/bis.
L’avventura di scoprire il mondo
12
Voce della
Vallesina
jesi
14 novembre 2010
jesi, chiesa di san nicolò e chiesa mereghi: Percorsi attraverso la storia e i personaggi che hanno scritto il ‘900 in città
Jesi e il ‘900: buon viaggio nel secolo scorso
“Jesi e il ‘900” è una mostra tutta dedicata al secolo scorso, sapientemente organizzata e ricca
di attività ed eventi interattivi e
multimediali, che si pone come
principale obbiettivo quello di stimolare i visitatori, in particolar
modo i giovani, a recuperare le
proprie radici e confrontarsi con la
storia di Jesi. La mostra è un progetto della Fondazione Gabriele
Cardinaletti e nasce da una ricerca storiografica durata due anni
condotta dai professori Amoreno
Martellini e Barbara Montesi con
il coordinamento del prof. Pivato ni, testi e video, frammenti rari e
dell’Università di Urbino. Gli stu- preziosi, andranno a documentare
denti del Liceo Classico, del Liceo e ripercorrere la storia della nostra
Socio Psico Pedagogico, dell’Isti- città nello scorso secolo attraverso
tuto tecnico Industriale, dell’Isti- l’inedita prospettiva dei “Luoghi
tuto d’Arte e del Liceo Scientifico della Memoria”. Infatti il lavoro si
di Jesi, insieme ai loro insegnanti, articola in diversi temi denominasono stati coinvolti nella ricerca di ti “Piazze” perché “è come fare una
testimonianze, testi, immagini che passeggiata per la città nel ’900”.
sono stati poi tradotti nel progetto Le cosiddette Piazze sono sei e in
della mostra durante un workshop ognuna di queste sono presenti ditenutosi a Napoli presso la Città versi pannelli, ciascuno dei quali
della Scienza. L’evento culturale è descrive una realtà storica diverstato inoltre realizzato grazie alla sa. L’ingresso ad ogni Piazza viene
collaborazione con il Comune di indicato da un arco con su scritto
Jesi ed il giornale “Jesi e la Sua Val- il titolo del tema esposto: “Lavole” ed ha ottenuto il patrocinio del ro”, “Costume e Società”, “Politica”,
Ministero per i beni e le attività “Sport”, “Cultura e Informazione”,
culturali, della Regione Marche e “La città che cambia”. La Piazza
della Provincia di Ancona. Testi- con il tema del Lavoro elargisce
monianze scritte e orali, immagi- informazioni riguardanti le prime
manifatture,
l’agricoltura, le filande ed
in particolar modo la
Sima e il Cascamificio, fino ad arrivare
alla Savoia Marchetti,
ovvero la prima industria che si occupò di
equipaggiamento militare durante la Seconda Guerra Mondiale, nata nel ’40 poi
distrutta nel ’45 durante la ritirata tedesca. Proseguendo vi
è la Piazza denominata Costume e
Società che tratta degli eventi della città di Jesi nel ‘900, tra i quali
ad esempio “La pratolina d’oro”, un
evento canoro che veniva organizzato per i bambini della parrocchia
di San Sebastiano. Inoltre viene
narrata la nascita e la storia delle
scuole e della cucina della nostra
tradizione. La Piazza che affronta
il tema della Politica è tutta incentrata sul Fascismo, chi ne era artefice e chi lo contrastava (i martiri
della resistenza, i partigiani), i vari
partiti politici e i vari organi di
stampa. Viene citato il sindaco Carotti, ricordato come il più amato
dagli jesini perché era repubblicano e antifascista. Si narra inoltre
della liberazione di Jesi e del Referendum del ’46. La Piazza che se-
gue affronta il tema della Cultura
e dell’Informazione e spiega come
sono nati gli organi di informazione della città, come “Voce della
Vallesina”, “Jesi e la sua Valle”, “Tv
Centro Marche”e la Radio locale
(RVE), e le strutture legate al patrimonio culturale di Jesi, come
la Biblioteca, la Pinacoteca, il Teatro Pergolesi, il Teatro Valeria
Moriconi, il Museo Diocesano e
l’Archeoclub. Per di più racconta
anche come ha preso piede il cinema a Jesi, del teatro tradizionale e dei poeti dialettali. L’ultima
Piazza, ovvero La città che cambia, illustra invece il cambiamento e lo sviluppo della città durante
lo scorso secolo, soffermandosi
in particolar modo sullo sviluppo
dei servizi urbani, della stazione,
del telefono, dell’acquedotto, dei
piani urbanistici ecc… La mostra
si tiene nella Chiesa San Nicolò e
Chiesa Merighi, lungo corso Matteotti e ha avuto inizio il 16 ottobre Fino al 27 novembre è possibile visitarla tutti i giorni dalle
9 alle 13 e dal mercoledì fino alla
domenica rimane aperta anche il
pomeriggio dalle 17 alle 21; tuttavia saranno possibili eventuali
proroghe, vista la forte affluenza
di visitatori, che sono stimabili
intorno alle 600 persone al giorno, tranne il sabato e la domeni-
ca dove possono raggiungere gli
oltre 8.000. Per promuovere la
mostra sono state disposte lungo il centro storico della città le
sagome di 100 personaggi storici
del ‘900 jesino evitando di precisarne il nome, così da stuzzicare
la curiosità della gente ed invitarla a far visita all’evento culturale. Legato a queste sagome vi è
anche un concorso al quale tutti
i cittadini possono partecipare
compilando un modulo nel quale poter trascrivere il personaggio preferito del secolo scorso e
al termine di tale concorso verrà
eletto il personaggio del secolo.
L’ingresso alla mostra è gratuito,
ma si possono donare offerte in
favore alla società Marche Nuoto per raggiungere una somma
pari a 7.000 € e poter così comprare e disporre di un sollevatore per piscina per le persone
diversamente abili. Quest’ultime
inoltre partecipano attivamente
durante l’esposizione culturale
insieme alle dieci ragazze impegnate come guide grazie al
coinvolgimento al progetto di
associazioni come il Laboratorio
di Terrecotte “De Coccio” di Jesi. Il
catalogo della mostra sarà accessibile non prima del termine dell’intero evento culturale.
Ilaria Latini
Parrocchia di San Sebastiano: l’incontro dei ragazzi del G60 grati a don Roberto e al dottor Bini
“Abbiamo ricevuto dei doni straordinari”
Un gruppo di persone che si incontra dopo
tanti anni non è una novità: vecchi compagni di scuola, persone nate nello stesso anno,
ex colleghi di lavoro, … Noi, probabilmente,
non facciamo eccezione. “Noi” è il G60 (un
folto gruppo di ragazzini, molti del 1960, o
giù di lì), nato a San Sebastiano agli inizi degli anni ’70 dalla doppia paternità del dottor Bini e di don Roberto (noi pronunciamo
i loro nomi tutto attaccato, in puro idioma
pradarolo).
Da tanto tempo non ci vedevamo, molti compiono 50 anni quest’anno e uno del
gruppo ha avuto un importante incarico
nazionale: il Dottorbini ha colto l’occasione
per organizzare un raduno. Tutti siamo stati
contenti ma in molti ci ha colti anche una
vena di timore perché tutto finisse col sospi-
ro per i bei tempi andati, scivolando su temi un po’ retorici.
Invece no.
Arrivata la lettera di invito, ha
preso forza un movimento di
emozione, contentezza e partecipazione che ha riportato a
galla ricordi, canzoni e album di
fotografie, ha riallacciato contatti e riaperto confidenze. Il
vecchio gruppo, per questo raduno, ha ripreso garbatamente
posto concreto nella nostra vita
quotidiana e la sera fatidica è
arrivata preparata dal lavoro di
molti. Sentivamo ancora vivo il
G60 e proprio questo è stato l’aspetto speciale del raduno. È sorprendente constatare
che quell’esperienza in parrocchia ha, anche
oggi, un significato profondo per molti di
noi. Nella nostra vita adolescente, il G60 è
stato il nucleo entro cui si sono maturati valori umani, relazionali, civili, spirituali che ci
hanno aiutato a diventare delle “brave persone”: l’importanza del confrontarsi, argomentare le proprie idee, trovare la forma per
concretizzarle, avere a cuore il bene comune,
coltivare la stime di sé, amare ciò che si fa,
sentire profondamente che la nostra vita intera trova senso nel grande disegno di Dio.
Questo percorso si è mescolato con la nostra più genuina adolescenza fatta di appuntamenti domenicali alla panchina per decidere come divertirci, di amicizie e contrasti,
di spavalderia e timore per il
futuro. Molti legami di amicizia
annodati allora non si sono più
sciolti; altri hanno preso altre
forme; l’attenzione reciproca,
anche nella distanza geografica,
non è mai più mancata.
Siamo stati speciali ma non perché noi fossimo diversi dagli altri
bensì perché abbiamo ricevuto
dei doni straordinari: la rielaborazione culturale, economica, politica e sociale degli anni ’70 e la vivacità della Chiesa
appena dopo il Concilio ci hanno offerto
contenuti su cui pensare e sperimentare; il
Dottorbini e Dòroberto, con il loro progetto di educatori, hanno preparato per noi il
sentiero che abbiamo percorso per diventare grandi, aiutandoci a comprendere il progetto di noi stessi. Entrambi ci hanno regalato quella loro felice intuizione, articolata
in riunioni settimanali, campi estivi, cartelloni, giornalini, discussioni, uscite in montagna e cori alla messa. Soprattutto, non è
mai mancata la loro presenza con noi che ci
ha permesso di sperimentare che anche noi
avevamo un posto nel mondo. Ancora oggi
non ci perdono di vista. Tutto questo, oggi,
potrebbe essere percepito come “normale”
e, invece, ha dello “straordinario” anche in
tempi attuali; allora, essi furono dei pionieri.
Il G60 è stato la porta da cui siamo entrati
nel mondo adulto e a 50 anni (più o meno)
pensiamo a quell’esperienza con immenso
affetto. Quando il G60 è nato, anche Dòroberto e il Dottorbini avevano 50 anni (più o
meno). È una coincidenza ma non possiamo
fare a meno di confrontarci con quei due
uomini di allora, nostri coetanei in questa
connessione di tempo permessa dalla memoria, e pensare non solo alla qualità della loro presenza nel passato ma alla qualità
della nostra nel presente. Da qui in poi, possiamo anche noi essere un po’ Dottorbini
e Dòroberto, possiamo accostare le nostre
orme alle loro.
Portandoci appresso la gratitudine per tutto questo, il raduno del G60 ci ha trovati in
sintonia sull’intenzione di ritrovarci festosamente per abbracciare chi, dopo la famiglia,
ha maggiormente inciso nella nostra formazione: un gruppo di amici e due maestri
(quasi padri). Adesso è tempo di tornare a
dividere con gli altri ciò che da essi abbiamo
ricevuto.
Il G60
“Oltre il pozzo”
“Oltre il pozzo” è un racconto per lettori dai nove ai novanta anni. E’ la
storia di un’estate vissuta da bambini
che con entusiasmo ed avidità scrutano il mondo che li circonda. I fatti sono ambientati nella campagna
jesina di fine anni sessanta, dove si
avvertono i primi echi di quella rivoluzione sociale, economica, culturale
che sta attraversando l’Italia con il
Sessantotto. La dimensione intima e
lo sguardo incantato verso un mondo meraviglioso, a volte incomprensibile, attraversano tutta l’opera; l’emozione di una stagione si
apre all’avventura di una vita da scoprire, vivere, amare.
Valeria Mantinovi
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Voce della
Vallesina
in dialogo
A JESI è ATTIVA UNA SCUOLA DI POLITICA: INCONTRI MENSILI
Coinvolgimento dei partecipanti
La Scuola di Formazione
politica intende essere un
luogo di incontro tra culture
e posizioni anche differenti.
L’iniziativa è proposta da un
gruppo di iscritti e/o simpatizzanti di diversi partiti
politici. La partecipazione è
aperta a tutti, in particolare
ai giovani che vorranno approfondire i temi per fare
politica. I profili formativi
della Scuola riportano ai
veri obiettivi della politica:
rispettare la dignità delle persone, migliorare le
opportunità, accrescere il
benessere dei cittadini, occuparsi dei problemi della
gente, offrire un modello di
intervento per cui i partiti si
occupino dei problemi delle
persone e non il contrario.
I temi di riferimento della Scuola sono i seguenti:
i principi e le regole della
democrazia; le politiche
pubbliche; la multilevel governante; la storia e lo stato
della democrazia, in Italia
e nel mondo; il welfare e le
politiche di genere; lo sviluppo economico e sociale;
le trasformazioni e le condizioni di vita nella città contemporanea.
Diceva il prof. Viktor Emil
Frankl, fondatore della logoterapia ed analisi esistenziale: “se c’è qualcosa che
aiuta le persone a superare
le difficoltà, questo è la coscienza di un significato, di
un compito, di un valore, di
un’attività che deve essere
ancora realizzata”. Come
può declinarsi questa affer-
mazione in politica? A dini impegnati nel lavoro e
livello politico, ciò vuol nel mondo ci interpella sul
dire riappropriarsi di senso dell’impegno diretto e
se stessi, della propria concreto.
storia, dei propri valori, Su queste basi e su queste
superando la paura del premesse è stata pensata
divenire e la paura del una nuova iniziativa che
confronto con gli altri. si intende proporre a tutte
Oggi che sono attac- le forze politiche che sono
cati e minacciati i fon- rappresentate sul territorio
damenti del comune della Vallesina. La realizzasentire occorre agire in zione di una scuola di poprima persona. Occor- litica per giovani dai 18 ai
re vivere la dimensione 25 anni. Una scuola, non di
della
partecipazione un partito, ma di tutti i citnella vita della comu- tadini che vorranno aderire
nità, tenendo conto del all’iniziativa.
punto di vista dei grup- Una scuola, nella quale verpi, dei movimenti di ranno affrontati i temi sibase, dell’associazioni- gnificativi per raccogliere le
smo culturale e ricreativo. sfide della nostra contempoOccorre un’azione forte, il raneità, nella quale potranconsenso delle persone, che no essere discussi gli scenadivengono attori del cam- ri che si presenteranno nei
biamento. Occorre umaniz- prossimi anni, attraverso il
zare la politica, cioè ripar- coinvolgimento di esperti di
tire dalle persone, non dai vari orientamenti e di diverpartiti. I partiti sono per le sa professionalità.
persone, non il contrario. La scuola servirà a rinforÉ significativo portare a compimento
l’idea di umanizzare
Sede: Area convegni del
la politica, in primo
ristorante Mynonna di Jesi
luogo, mediante la
partecipazione
at- Giorno: ultimo mercoledì
tiva della gente, per
del mese - Orario dell’inirealizzare un nuovo
protagonismo
co- ziativa: ore 18: inizio lavori
munitario. C’è un
e conferenza; ore 19: diritardo culturale di
battito e approfondimenfondo sia in Italia sia
nella nostra regio- to; ore 20: cena
ne, soprattutto per
ciò che riguarda la
democratizzazione
della vita pubblica e per l’in- zare l’idea che partecipacapacità dei partiti di assu- zione politica è un valore
mere la tutela delle catego- irrinunciabile per tutti, indirie maggiormente disagiate. pendentemente dal proprio
In secondo luogo è significa- credo politico. Il motto che
tivo portare a compimento dovrebbe stare alla base dell’idea di legalizzare la poli- la scuola è l’affermazione di
tica, per costruire percorsi Voltaire che dice: “non sono
autentici di legalità lontano d’accordo con il tuo punto
ed al di fuori delle consor- di vista, ma darò la mia vita
terie dei partiti, dai compro- perché tu possa esprimerlo”.
messi di coloro che usano la La scuola vuole creare attenpolitica per fare solo i propri zione e coinvolgimento nei
interessi. In terzo luogo, è si- giovani, soprattutto i ragazzi
gnificativo portare a compi- che si avvicinano alla politimento l’idea di difendere la ca in occasione delle tornate
politica, quella che pone al elettorali, per aiutarli a forcentro l’uomo ed i suoi valo- marsi un’idea autentica della
ri, la persona e le sue istanze politica come servizio e modi verità, giustizia, libertà e mento di analisi, confronto
responsabilità, solidarietà. e decisione per il bene della
La nostra coscienza di citta- collettività.
14 novembre 2010
13
ALCUNE PERSONALI RIFLESSIONI SULLA MESSA IN LATINO
Partecipazione, storia, cultura e tradizione
Ho partecipato alla Messa in
latino promossa dal parroco del duomo Don Cristiano Marasca il giorno di san
Settimio. Poi ho desiderato
approfondire
l’iniziativa,
sentito un certo chiacchiericcio, partecipando anche
alla Messa in latino presso
la basilica di Campocavallo (viene celebrata tutte le
domeniche
pomeriggio).
Infine ho seguito quella solenne e “funebre” celebrata
nel giovedì del settenario
dei morti, in cattedrale, da
sacerdoti di Campocavallo
accompagnati dal coro della
stessa basilica osimana. Infine ho compulsato per bene
internet
(messainlatino.
it - doncristianomarasca.it).
Avrei desiderato partecipare alla Messa in latino che si
tiene ogni primo venerdì del
mese a S. Pietro, sempre per
iniziativa del parroco don
Cristiano, ma non mi è stato
possibile perché nel primo
venerdì di questo mese non
è stata celebrata.
E sono giunto alle seguenti riflessioni premettendo
soltanto che io, in là con
gli anni, ho vissuto intensamente la liturgia eucaristica
tridentina nella mia adolescenza e giovinezza, al punto di imparare a memoria e
in modo del tutto naturale
(senza studio) tutta la Messa in latino perché allora la
liturgia eucaristica si seguiva con il messalino (italiano
e latino). Con l’innamoramento che è intuibile.
1 – Celebrare ancora la Messa in latino, dopo la riforma
liturgica di Pio XII e dopo le
successive disposizioni degli
ultimi papi, compreso l’attuale Benedetto XVI, è, di
per sé, cercar di conservare un patrimonio culturale,
storico e tradizionale preziosissimo che ha caratterizzato la celebrazione centrale
della liturgia della Chiesa
(appunto la Messa) per ben
quattro secoli, dal Concilio
tridentino fino a Pio XII.
2 – La normativa ecclesiastica prevede addirittura che
un sacerdote, anche da solo,
possa celebrare la Messa tridentina. Tuttavia a me pare
opportuno che un sacerdote,
quando celebra in pubblico,
lo faccia sulla base della richiesta di un gruppo di fedeli che sentono l’esigenza e
che, possibilmente, abbiano
una preparazione adeguata
alla partecipazione.
3 – Non vedo positivamente
l’imporre la Messa in latino
ad un pubblico, numeroso
quanto si vuole (vedi la celebrazione del giorno di S.
Settimio con il duomo gremito non per la Messa tridentina ma solo perché festa
del protettore), ma del tutto
impreparato alla importante
cerimonia. Se poi lo si facesse per gettare il sasso nello
stagno, mi pare che si cadrebbe in un imbarazzante
strumentalismo.
4 – Si tocca con mano la
profonda differenza di partecipazione tra la Messa
in italiano o quella in latino. Nella prima la presenza
viva, per modesta che sia,
è di gran lunga superiore
proprio perchè la lingua e
la struttura invitano, di fatto, alla partecipazione. Del
resto la riforma è stata fatta,
se non erro, soprattutto per
permettere a tutto il popolo
di Dio di partecipare effettivamente e non di recitare il
rosario durante la celebrazione, come avveniva con la
Messa tridentina da parte di
tante pie donne.
5 - Chi celebra la Messa in
latino deve essere ben preparato e deve avere un chierichetto altrettanto preparato perché si tratta di una
cerimonia – se vogliamo
fare le cose veramente bene
e non aggiustate - che esige anche il chierichetto per
motivi intrinseci alla liturgia
stessa.
6 - Vedo bene che in una
diocesi ci sia almeno un sacerdote innamorato della
liturgia tridentina che possa
mantenere la tradizione ed
aprirla, su richiesta, ai fedeli
che lo desiderano. Per quel
che ho potuto vedere, leggere ed ascoltare, l’eventuale
interpretazione che la Messa in latino possa essere un
preludio verso i lefebvriani,
mi pare priva di qualsiasi
fondamento. Lasciano una
certa perplessità alcune ingiustificate punte polemiche
che sono presenti in internet.
V. Massaccesi
Il 20 novembre in tutto il Mondo per il rispetto dei bambini
L’impegno del Kiwanis Club Ancona
In occasione della Giornata Mondiale dei Diritti dell’Infanzia, che viene celebrata ogni
anno in tutto il Mondo, il 20 novembre, il
Kiwanis Club Ancona Nord, condividendo i
principi scaturiti dalla Convenzione Internazionale dei Diritti dell’Infanzia nel 1989, intende sensibilizzare tutti i cittadini alla mancata
considerazione e scarso rispetto dei bambini.
A tanti di loro sono ancora negati i diritti principali e basilari di una civile convivenza, rivolti
sia al benessere psicofisico, all’istruzione, alla
sicurezza, alla possibilità di giocare ed essere
rispettati. Il Kiwanis Internazionale opera con
grande impegno per risolvere i numerosi problemi legati alla malnutrizione, alle grandi ma-
DAL 1923
lattie diffuse nei paesi del terzo mondo (AIDS,
Malaria, TBC), al negato accesso all’istruzione,
alla militarizzazione dei bambini ed al lavoro
infantile. Il Kiwanis Club Ancona Nord si è attivato con impegno, sia a livello Nazionale, sia
Internazionale, partecipando all’adozione di
una bambina della Birmana, garantendole l’assistenza sino al termine degli studi universitari.
Ha collaborato con l’Associazione Carlo Urbani per la vaccinazione dei bambini del Madagascar. Ha raccolto fondi per aiutare i genitori
di un bambino cerebroleso. Ha dato un valido
contributo per salvare una bambina albanese
affetta da una grave malattia del sangue.
Il Presidente Francesco Bravi
Tel. 0731-21.33.70 - www.mattoli.it
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14
IL PALAZZO E DINTORNI
Per fortuna che i mattoni...
Sì, è proprio una fortuna ed
espressione di senso di responsabilità che i mattoni strappati
alle nostre mura medievali di
via Bersaglieri siano stati meticolosamente messi da parte,
anche se – così preziosi – sono
alla mercè di molti perché costituiscono un vero tesoro per chi
deve restaurare castelli e vetusti
palazzi nobiliari.
Insomma, io credo che, dopo il
giudizio negativo di tanti, compreso quello del nostro assessore
alla cultura Leonardo Lasca, in
merito alla ferita inferta alle antiche mura
in nome del piazzamento di un ascensore
per superare un dislivello di pochi metri,
anche il sindaco approfondirà di nuovo il
problema fino a persuadersi che è meglio
rimettere tutto a posto. I mattoni autentici sono pronti per cui lo squarcio potrà
essere ricucito senza lasciare segni particolari (ma ci vuole una mano esperta e
appassionata della conservazione dei nostri monumenti!).
Rimane il problema del parere favorevole della sovraintendenza alle belle arti.
Meraviglia non poco se si tiene presenti
che, normalmente, questo benemerito
istituto di controllo dei nostri capolavori, in genere è… più papalino del papa.
Infatti, spesso, con i suoi divieti, va oltre
ogni doverosa precauzione. Non mi spiego perché questa volta abbia chiuso tutti e due gli occhi. Forse perché nessuno
è venuto a vedere o perché (ma lo dico
scherzando!) si vuole dare una mano anche ai costruttori di ascensori dopo che
il governo l’ha data alle automobili, ai
Voce della
Vallesina
pagina aperta
14 novembre 2010
frigoriferi, ai motorini … Già il governo.
Se è vero – proprio non lo sapevo – che
le spese previste sono garantite e condizionate da Roma, bisogna fare in modo
di riuscire ad ottenere, per non perdere
il beneficio finanziario, che sia accettata
una diversa finalità delle tante che abbiamo; una finalità legata al centro storico
e veramente utile. Comunque non si può
fare qualsiasi cosa solo perché al Comune
non costa niente.
L’opera prevista va cancellata per il 50%
in nome della conservazione delle antiche
mura. L’altro 50% è dato dalla modestissima utilità della nuova struttura sia oggi
che domani perché il dislivello da superare
è modesto, perché quattro passi in leggera
salita prepara a percorrere la nostra isola
pedonale, perché fa bene alla salute… E
poi mi pare che questo eventuale ascensore farebbe un po’ la fine dell’altro, quello
del parco del vallato - la caffettiera - scomodo, pochissimo utilizzato e costoso.
Ricuciamo su e non se ne parli più!
v.m.
UNA RETE LOCALE TRA SCUOLE, CIS E SOGENUS
“La terra: la mia unica casa”
Si chiama “La terra:
la mia unica casa”
il progetto di educazione ambientale che
vede uniti in rete cinque Istituti Scolastici
della Media Vallesina per partecipare al
Bando della Regione
Marche Scuola Laboratorio
Ambiente anno scolastico
2010/2011. Cis Srl
(società che unisce 12
Comuni della Media
Vallesina) e Sogenus Spa sostenere progetti legati alla
(società che gestisce la di- tutela e alla valorizzazione
scarica di Maiolati e il ciclo ambientale.
integrato dei rifiuti), in qua- Le scuole del territorio assolità di partner del progetto, ciato hanno raccolto l’invito
per l’occasione hanno sotto- dell’ONU a impegnare tutte
scritto una convenzione con le istituzioni, le organizi relativi rappresentanti per zazioni, gli enti, i centri, le
favorire la distribuzione del scuole di ogni ordine e gramateriale didattico, per for- do, le università, le ONG, e
nire alle scuole i necessari le imprese: tutti impegnati
supporti professionali, tec- nell’educazione allo svilupnici e strutturali, mettendo po sostenibile con la masanche a disposizione la sala sima sinergia tra i soggetti
conferenze, per la realiz- coinvolti.
zazione di eventi pubblici Tre i temi tra i quali ogni
e la concessione di spazi scuola può scegliere il perpromozionali sul periodi- corso didattico da trattare
co semestrale Cisinforma e in riferimento al proprio
veicolando le notizie sui siti territorio:
internet aziendali. Un soste- “Lo sviluppo sostenibile”,
gno importante che sotto- “La biodiversità nella Melinea una completa unione dia Vallesina” e “Conodi intenti quando si tratta di scenze e rappresentazioni
del proprio territorio”. La novità, rispetto al passato, sta proprio nella sinergia tra
alunni, insegnati, enti,
istituzioni, imprese e
famiglie.
La convenzione è stata firmata nei giorni
scorsi da Nicola Brunetti Dirigente Scolastico
dell’Istituto
Comprensivo “Carlo Urbani” di Moie
di Maiolati Spontini,
Castelplanio e Poggio San
Marcello; da Stefania Sbriscia Dirigente Scolastico
dell’Istituto Comprensivo di
Serra San Quirico, Mergo e
Rosora; da Luigina Massaria Dirigente Scolastico dell’
Istituto Comprensivo di Cupramontana e Staffolo; da
don Fabio Belelli rappresentante della Scuola dell’Infanzia “Domenico Pallavicino”
di Moie e da Esuperanzio
Bonci rappresentante della
Scuola dell’Infanzia “S. Caterina” di Cupramontana. Il
presidente Sergio Cerioni
(nella foto) ha firmato per
conto di CIS Srl mentre per
la Sogenus Spa la convenzione è stata siglata dal direttore Mauro Ragaini. Info
0731/778710 o www.cisinfo.it.
Consiglieri regionali: Giancarli risponde a Bucciarelli
Gestione pubblica dell’acqua
Non capisco da quale provvedimento,
legge, scelta, atto compiuto dalla maggioranza che governa la Regione Marche il consigliere Bucciarelli deduca che
la nuova giunta regionale è allineata alle
politiche economiche berlusconiane, così
come ha scritto in una sua nota pubblicata sulla Voce della Vallesina.
Ho fatto presente al collega Bucciarelli,
anche in aula, che il Partito democratico
è un partito di centrosinistra e riformista,
e contiene le culture laiche, del cattolicesimo democratico, dell’ambientalismo e
della sinistra, e ho ricordato che la maggioranza della sinistra italiana è sempre
stata riformista.
Faccio questa sottolineatura per ribadire
che gli atti prodotti dalla coalizione che
governa la Regione, di cui il PD è la forza
principale, sono caratterizzati da politiche di solidarietà, di coesione sociale, di
sostegno alle imprese e al lavoro, rafforzandone la centralità e le tutele, riaffermandone la dignità.
Vengo poi alla gestione dell’acqua. Quanto ad essa, è stato approvato nell’ultima
seduta dell’Assemblea legislativa, all’interno dell’assestamento di bilancio, l’ar-
ticolo 38 in cui chiaramente si afferma
che il servizio idrico integrato, in quanto
di interesse generale e riconducibile ai
diritti fondamentali della persona, non
rientra tra i servizi pubblici locali a rilevanza economica. È stato inoltre votato
un ordine del giorno (primo firmatario
Fabio Badiali), che vede tra gli altri la mia
firma e quella di Raffaele Bucciarelli, con
il quale si impegna la giunta regionale a
presentare una proposta di legge che riconosca al servizio idrico integrato il carattere di servizio privo di rilevanza economica e la conseguente previsione di
forme gestionali pubbliche.
Questi sono i fatti; come è un dato certo
che l’assestamento di bilancio, che contiene anche le norme suddette, è stato
approvato non solo da tutta la maggioranza ma anche dal consigliere Massimo
Binci, che rappresenta Sinistra Ecologia
e libertà, il quale ha motivato il suo voto
proprio per la posizione assunta dalla maggioranza sulla gestione pubblica
dell’acqua.
Enzo Giancarli
Consigliere regionale
Partito democratico Jesi
IL CONCERTO SINFONICO DEL “PROGETTO SIPARIO” Una musica per il lavoro
L’orchestra “Progetto Sipario” composta dagli
allievi dei corsi di formazione per professori d’orchestra ha aperto la 51a
Stagione concertistica al
Teatro Rossini di Pesaro
con due sinfonie, una di
Ludwig van Beethoven,
la Sinfonia N.5 in Do
min op. 67 e l’altra di Johannes Brahms, la Sinfonia n.2 in Re magg.op.73.
Aiutati dai musicisti della
Filarmonica Marchigiana
CORSI
diretti dal portoghese M°
DI FORMAZIONE PROFESSIONALE
NELLE
ARTI
E
NEI
MESTIERI
Jordi Bernacer, gli allievi
DELLO SPETTACOLO DAL VIVO
sono stati messi a dura
prova con due sinfonie
che richiedevano attenzione e professionalità.
Il “Progetto Sipario” si
sta dimostrando una
palestra formativa per i giovani orchestrali
che hanno l’occasione di esibirsi nei teatri regionali. Provenienti da più parti d’Italia e alcuni anche dall’estero (Bielorussia, Repubblica
Ceca) vuole essere una scuola che, attraverso
i finanziamenti europei e regionali, forma figure lavorative per il teatro. Oggi si può dire
che con questa formazione composta dal
“Progetto Sipario” si è costituita un’orchestra
giovanile che affiancherà l’orchestra regionale Filarmonica Marchigiana per valorizzare la
cultura musicale che collega i teatri di tradizione facendo emergere le eccellenze musicali.
Un cospicuo numero di musicisti che dalla sinfonia alla lirica fino ad arrivare al Jazz formano
il tessuto musicale della regione. Tutto questo
avviene grazie a una tradizione che nei piccoli
paesi è ancora forte, quella della formazione
attraverso le bande musicali locali che sono
state e sono oggi insieme alle scuole musicali il
vivaio dei nuovi musicisti. Il “Progetto Sipario”
dimostra che la cultura intesa come investimento può generare lavoro. Bisogna formare
giovani che si apprestino a diventare musicisti
e sostenerli con esperienze musicali: questo
è investire nel futuro. É chiaro che dovranno
mettersi nel mercato, professionalizzarsi, fare
esperienza, ma questo
non toglie che l’opportunità data è di enorme
valore sociale e politico.
La Fondazione Pergolesi Spontini, capofila del
Progetto Sipario, vuole
investire su di loro cercando di coinvolgere
tutti gli enti musicali, diventare un luogo di progettazione, che miri ad
avere orchestre regionali
che possono competere non solo nell’ambito
territoriale ma che si
propongano al di fuori
della regione. Suonare
al Teatro “Rossini” di
Pesaro diretti da un maestro di fama internazionale in due sinfonie
di una certa difficoltà è
aver voluto dimostrare che c’è la possibilità di
formare circa 60 giovani musicisti che si possono spendere nei teatri regionali perché capaci di eseguire opere anche complesse. Due
capolavori sinfonici, nati entrambi nell’ambito
della cultura viennese ma posti quasi a due
capi dell’Ottocento, mostrano la straordinaria
duttilità della forma sinfonica, in grado di raccontare le pieghe dell’animo dell’autore e, insieme la storia di una civiltà musicale. L’opera
di Beethoven, la Sinfonia n.5, iniziata nel 1804
e completata nel 1808, è l’esempio del significato della filosofia della cultura illuministica.
Mentre l’opera di Brahms nella sinfonia n. 2
non più romantica permeata da aneliti eroici, dà voce alle disillusioni poetiche del secondo ottocento in una melodia con timbriche dei
fiati e la rigorosa compattezza degli archi. Eseguire le due opere in cui si sente la differenza
degli autori comporta per i musicisti non solo
eseguire attraverso lo spartito, ma cogliere le
varie sfumature che solo la musica riesce a trasmettere. Per questo formarli attraverso queste musiche significa farli entrare nella storia
attraverso un percorso che li coinvolge e che li
rende partecipi di un progetto musicale.
Remo Uncini
TTO
PROGEARIO
SIP
POR Marche Ob. 2 FSE 2007/2013 Asse IV - Obiettivo Specifico “i”
DDS N. 132/S06 DEL 28.09.2009
UNIONE EUROPEA
FONDO SOCIALE EUROPEO
MINISTERO DEL LAVORO
DELLA SALUTE E DELLE POLITICHE SOCIALI
Direzione Generale per le Politiche
per l’Orientamento e la Formazione
FONDO SOCIALE EUROPEO
REGIONE MARCHE
1
| SARTO TEATRALE |
| SCENOGRAFO REALIZZATORE |
| TECNICO DELLE OPERAZIONI DI MONTAGGIO,
SMONTAGGIO, MOVIMENTAZIONE E CAMBIO
DI SCENOGRAFIE / MACCHINISTA TEATRALE |
| TECNICO DELLE ATTIVITÀ DI ILLUMINAZIONE
DI SPETTACOLI TEATRALI ED EVENTI DAL VIVO
ELETTRICISTA TEATRALE |
| TECNICO DEL SUONO |
| ESPERTO DI ORGANIZZAZIONE, PROGETTI
ED EVENTI NEL SETTORE DELLO SPETTACOLO |
| DANZATORE PERFORMER |
| COMUNICATORE MULTIMEDIALE
DELLO SPETTACOLO DAL VIVO
MULTIMEDIA PROJECT MANAGER |
| CANTANTE LIRICO SOLISTA |
| PROFESSORE D’ORCHESTRA I - PRIME PARTI |
| PROFESSORE D’ORCHESTRA II - SECONDE PARTI |
| PROFESSORE D’ORCHESTRA III - PARTI DI FILA |
| MAESTRO COLLABORATORE
DI SALA E PALCOSCENICO |
Voce della
Vallesina
sport e tempo libero
La ventottenne jesina Di Francisca è la campionessa
14 novembre 2010
15
BASKET-FILENI BPA: Bargnesi convocato in nazionale under 16
Le congratulazioni del Comune
Al PalaTriccoli c’è il temibile Barcellona
Il sindaco di Jesi e l’assessore allo sport Bruna Aguzzi esprimono le più vive
congratulazioni ad Elisa Di
Francisca per lo straordinario successo ai Mondiali di
Scherma di Parigi. “Ancora
una volta, l’ennesima volta sottolineano gli amministratori - un’atleta jesina sale sul
gradino più alto del podio e
conferma l’immensità di una
scuola che certamente non
ha eguali al mondo. Un plauso anche a Valentina Vezzali,
che la finale l’ha sfiorata, ma
che ha dimostrato ancora
una volta, semmai fosse necessario, che non si sente
affatto appagata dai tanti
anni in cui ha dominato in
lungo ed in largo in questa
specialità e sicuramente non
vedrà già l’ora di riscattarsi
alla prossima occasione. Ed
un pensiero, infine, anche
al commissario tecnico, il
nostro Stefano Cerioni, che
continua a ricevere dalle ragazze splendide soddisfazioni, confermando la bontà del
lavoro svolto”. Successi spor-
Una Fileni Bpa poco attenta
nel quarto periodo ha sfiorato la clamorosa vittoria
esterna sul parquet di Venezia, compagine inserita
nel lotto delle favorite per
la promozione. L’anticipo
televisivo giocato venerdì
scorso infatti, è finito 76 a
72 per i lagunari, più lucidi
nell’ultimo periodo. “Avrei
dovuto fare riposare un po’
di più il nostro play — ha
ammesso il tecnico jesino,
Stefano Cioppi — Peccato
avevamo giocato una buona partita, con un po’ più di
attenzione potevano portarla a casa”. Sulla sconfitta in
terra veneta hanno pesato
anche le non perfette condizioni di capitan Maggioli
(nella foto), che ha accusato alla vigilia del match una
iper estensione al ginocchio.
DANIELE BEDETTI: Temperamento al servizio dei giovanissimi A
“Abbiamo un collettivo interessante”
“Il calcio deve essere una palestra formativa che aiuterà il ragazzo durante la vita
reale”. É questo l’interessante motto di Daniele Bedetti, giovane allenatore della
truppa dei giovanissimi A.
Nato il 19 marzo 1975, carattere allegro e personalità da
vendere, mister Bedetti ha
un passato da calciatore: ha
militato in alcune squadre
di seconda o terza categoria, toccando anche l’“apice”
della Promozione. Temperamento, esperienza ed entusiasmo vengono portate settimanalmente
sul rettangolo di gioco; a trarne vantaggio,
per ora, sono i giovanissimi A che stanno
disputando un campionato provinciale di
indiscusso livello; registrate ben cinque
vittorie e un pareggio, nel derby contro la
Junior Jesina, nelle prime sei gare disputate.
In più la matematica certezza di partecipare
alla fase regionale (in quanto società di serie D) che inizierà praticamente nel periodo post-natalizio. “Abbiamo un collettivo
assai interessante, composto da atleti classe
1996 con l’aggiunta di un 97 ovvero Nico-
la Gambadori, considerato
un vero e proprio prospetto
in casa leoncella– afferma
mister Daniele Bedetti – Io
e Simone Brecciaroli, allenatore dell’altra formazione cadetta dei giovanissimi
nonché mio diretto e stimato collaboratore, stiamo
lavorando nella giusta direzione, cercando di essere il
più possibile utili nel perseguire i progetti prefissati
dalla società bianco-rossa…”.
Vincere il campionato regionale, secondo l’ottica di mister Bedetti, costituisce solo un argomento
di livello secondario: “Credo che, per adesso, non sia tanto importante il risultato
bensì far divertire il ragazzo, magari anche
con attività ricreative ed extra-calcistiche,
enfatizzando allo stesso tempo quelle che
sono le sue doti in ambito agonistico. La
speranza, ovviamente, è quella di vederlo
in palcoscenici che contano nel prossimo
futuro. Anche se poi occorre essere sinceri
e guardare in faccia la realtà: di fenomeni
ne arriva uno su mille…”.
Daniele Bartocci
Alla scuola media “Federico II” di Jesi un progetto con il Csi
Tennis tavolo, veicolo di integrazione
Può il tennis tavolo favorire l’integrazione dei ragazzi stranieri del quartiere
San Giuseppe? Questa è la
scommessa lanciata dalla
scuola media “Federico II”
assieme al comitato jesino
del Centro Sportivo, che
lo scorso 21 ottobre hanno
presentato il “Progetto Tennis Tavolo”.
Alla presentazione c’erano
ben duecento ragazzi, tutti
studenti della scuola media.
Ha partecipato anche Sabrina Moretti, senigalliese,
pluri-campionessa italiana
di tennis tavolo, che nella
sua carriera ha preso parte
a mondiali ed europei. La
pongista, che ha alle spalle
ben 22 anni in serie A ed è
l’attuale campionessa italiana over 40, ha spiegato le
regole del tennis tavolo ed
ha coinvolto alunni e professori.
A benedire il progetto c’era
anche l’assessore allo sport,
Bruna Aguzzi, oltre ai re-
sponsabili jesini del Csi, Cristiano Taviani e Nicola Grilli. “L’idea del progetto è della
professoressa Paola Filipponi – spiega Nicola Falappa,
tecnico di tennis tavolo del
Csi – All’interno della scuola è stato creato un giardino,
con un tavolo da ping pong
ed un campo da basket.
L’iniziativa è stata lanciata
per favorire l’integrazione
dei ragazzi extracomunitari
e si protrarrà durante tutto
l’anno scolastico. Ogni venerdì pomeriggio i ragazzi
della scuola potranno imparare a giocare a ping pong,
avranno a disposizione cinque-sei tavoli e degli istruttori qualificati. Cercheremo
di far partecipare i ragazzi a
dei tornei ed ai campionati
studenteschi”.
Progetti come questo sono la
dimostrazione che lo sport
può essere un forte veicolo
di unione. “L’iniziativa è stata accolta subito con grande
entusiasmo dal Csi – affer-
ma Falappa – Attualmente
ci sono cinquanta ragazzi
iscritti, che sono stati divisi
in tre gruppi per far giocare
tutti. La fascia d’età è quella
dai dieci ai quattordici anni.
Per questi ragazzi il tennis
tavolo è ancora un gioco che
appassiona e che non manca
mai in oratorio o al mare”.
I prossimi appuntamenti di
questo “Progetto Tennis Tavolo” coinvolgeranno anche
gli adulti. Dal 10 novembre
infatti, ogni mercoledì sera
dalle ore 21.30 alle 22.30
sempre alla palestra “Federico II”, possono giocare anche per i più grandi. Inoltre,
ai primi di dicembre saranno organizzati tre incontri
con le classi prime della
scuola “Federico II” durante le lezioni di educazione
fisica per presentare il progetto. Se l’iniziativa avrà
successo, saranno coinvolte
anche le altre scuole medie
della città.
Giuseppe Papadia
Il centro pesarese, che ha
giocato stringendo i denti,
ha realizzato comunque 11
punti.
La classifica dopo il sesto
turno di andata: Udine 12
punti; Rimini, Venezia 10;
Barcellona, Pistoia 8; Scafati,
Fileni Bpa Jesi, Casalpusterlengo, Reggio Emilia, Casale
Monferrato 6; Veroli, Imola, Ferrara, Forlì 4; Verona
2; San Severo 0 punti. Oggi,
domenica 14 novembre, al
PalaTriccoli arriva il Barcellona (ore 18.15), vera rivelazione di questa prima fase di
campionato. I siciliani finora
hanno perso solo due gare,
con Udine e Rimini. Nonostante sia una neo-promossa,
la squadra allenata dal marchigiano Pancotto può contare su giocatori di alto livello, come i due statunitensi
Crispin e Hicks, e gli italiani
Bucci e Mocavero. Fra i siciliani c’è anche l’ex Bonessio,
a Jesi nel 2007.
Fra i convocati per il raduno collegiale della nazionale under 16, che è svolto a
Roccaporena di Cascia, in
provincia di Perugia, c’era
anche l’aurorino Federico
Bargnesi.
Giuseppe Papadia
Ottava edizione della Festa del pescatore lungo l’Esino
Rispetto dell’ambiente e del fiume
Una appuntamento che si rinnova ormai da
otto anni, lungo le sponde del fiume Esino,
nel tratto compreso fra il ponte degli Angeli
e la diga “Francolini”. Si tratta della festa del
pescatore, che ha visto il 3 ottobre scorso 132
concorrenti, iscritti con società della media
Vallesina e della provincia di Ancona, cimentarsi nella gara di pesca alla trota in torrente
a box. La manifestazione è stata organizzata
dalla F.I.P.S.A.S. (Federazione Italiana Pesca
Sportiva e Attività Subacquee) sezione provinciale di Ancona, in collaborazione con la
Provincia di Ancona. Durante la mattinata
i pescatori hanno gareggiato lungo il tratto
di fiume ripopolato con 450 kg di trote fario,
mostrando rispetto per l’ambiente e la fauna
del fiume e indicando, con il silenzio e la delicatezza dei gesti che accompagnano questo
sport, il rispetto assoluto che l’uomo deve
alla natura. Al termine della gara sono risultati vincitori i componenti della società ASD
Cannisti Chiaravallesi – squadra B composta da Claudio Oreficini, Silvano Bartoli,
Max Mattioli e Alberto Cacciamani. Seconda classificata la società ASD APS Vallesina
–squadra I composta da Giorgio Camponi,
Filippo Leta e Paolo Laudenzi. Al terzo posto l’ ASD Pianello Vallesina – squadra D
composta da Massimo Luconi, Lucio Ceccarelli, Silvano Marini e Doriano Vecchioni.
Hanno partecipato alla cerimonia delle premiazioni il presidente della FIPSAS Sandro
Fiorentini, il vice presidente della provincia
di Ancona Giancarlo Sagramola, il sindaco
di Castelplanio Luciano Pittori, che hanno
ringraziato i partecipanti, confermando che
il pescatore è il primo garante di controllo
della vita del fiume. Un ringraziamento particolare è stato rivolto a tutti i concorrenti
CALCIO
tivi, questi, che si coniugano
con l’impegno dell’Amministrazione comunale a fare
in modo che il Club Scherma Jesi possa continuare ad
operare con grande profitto
di risultati e di formazione di giovani talenti. In tale
contesto è ormai prossima la
prima tranche dei lavori di
manutenzione straordinaria
del palazzetto della scherma
di via Solazzi, sulla base del
progetto redatto dall’ufficio
tecnico comunale per una
piena valorizzazione e sicu-
rezza dell’impianto. Si tratta
di lavori che rappresentano
il primo step del programma di interventi negli edifici
sportivi della città in base al
piano regolatore dello sport
redatto con l’Università Politecnica delle Marche.
Sempre nell’ambito della
scherma, per celebrare questo nuovo straordinario risultato delle ragazze del fioretto,
su Jesi Tv, la televisione web
del Comune di Jesi, da oggi
viene proposto il video realizzato dalla giovane giornalista
jesina di RaiNews 24, Laura
Tangherlini, “Un fior... etto di
città”, che ripercorre la storia
di questa disciplina e racconta del maestro Ezio Triccoli,
della scuola di scherma, dei
campioni di ieri, di oggi e di
domani. Il video è stato premiato la scorsa settimana a
Milano nell’ambito del premio internazionale “Sport
Movies & Tv 2010”. Jesi Tv è
facilmente accessibile sia dal
sito della rete civica comunale, sia all’indirizzo jesi.vallesina.tv.
che hanno animato la manifestazione, al
coordinatore Adriano Togni, al comitato organizzatore e ai volontari, all’organizzazione
del campo gara. Una manifestazione che, oltre alle finalità sportive e ricreative, ha promosso la conoscenza dell’ecosistema fiume
in tutta la sua complessità, ha stimolato il rispetto per l’ambiente fluviale, è stata veicolo
di conoscenza delle specie animali e vegetali
presenti lungo il fiume e rafforzato il legame
fra l’uomo e il territorio in senso più ampio.
Daniele Bagnoli
Serie D
Jesina 0 - Sambenedettese 1. Il gol con
cui la Samb ha sconfitto i leoncelli è
scaturito da un siluro del loro bomber
Pazzi al 34’, mentre i nostri cercavano
l’amalgama, non facile a causa delle
gravi assenze. Mister Fenucci ha avuto
il suo da fare, mediante le sostituzioni,
per raggiungere un undici valido e positivo. La squadra nostrana, per quanto ritoccata, non riusciva se non con il
cuore a contrapporsi ad una avversaria,
che finora non aveva lucidato il blasone
e manifestato le doti rivelate in campio-
nati di anni passati. Invece su questo
derby aleggiava, oltre al clima di ogni
incontro similare, anche la protesta
degli spettatori per lo stadio riservato
ai soli residenti nel comune di Jesi. Ed
insieme anche la chiusura ad una fetta
di fans locali, contro cui hanno risposto
con un quarto d’ora di… sciopero!
Cose mai viste a Jesi: “Questo calcio
non ci appartiene” declamava uno striscione. Con questa situazione psicologica, fateci dire, non poteva venir fuori
una vittoria tranquilla per i leoncelli.
Vir
16
Voce della
Vallesina
esperienze
14 novembre 2010
Federcasalinghe Marche: la festa dei nonni è occasione per riconoscere il loro prezioso ruolo in famiglia a favore dei figli e dei nipoti
Testimoni del tempo e degli eventi e custodi della memoria
È stata un successo la prima festa provinciale dei nonni, organizzata da Federcasalinghe
Marche a Moie, presso la sala comunale 6001,
il 23 ottobre scorso. Una bella serata ricreativa con buffet, musica e ballo, animata dall’orchestra Joselito. Oltre cinquecento persone
presenti: nonni, famiglie, nipoti. A porgere
il saluto della comunità il sindaco di Maiolati Spontini Giancarlo Carbini e l’assessore ai
servizi sociali Fabiana Piergigli. «I nonni rappresentano un rifugio sicuro e sereno per i
nipoti. – ha detto la presidente Federcasalinghe Marche Maria Elvira Fabbri Conti- L’ha
riconosciuto anche il presidente Napolitano,
quando il 2 ottobre scorso ha salutato tutti
i nonni d’Italia. Con i loro racconti e le loro
esperienze riescono sempre ad infondere
serenità, e ad insegnare i valori fondamentali alle nuove generazioni: la tenacia, il senso
dell’impegno e la forza di volontà necessari
per raggiungere i propri obiettivi e vincere
le sfide della vita». L’iniziativa di Federcasalinghe, sostenuta dal comune di Maiolati
Spontini, con il contributo della Fondazione
Cassa di Risparmio di Jesi e il patrocinio della Provincia di Ancona, sarà seguita entro la
fine dell’anno da un convegno, per aprire un
dialogo con le istituzioni sulla realtà dei nonni e, più in generale, degli anziani. La festa dei
nonni, istituita nel 2005 dal Parlamento, per
riconoscere ufficialmente il loro ruolo nella
famiglia e nella società, cade il 2 ottobre, il
giorno in cui la Chiesa celebra gli Angeli, ed
è concepita proprio come momento di incontro e riconoscenza nei confronti
dei nonni-angeli custodi dell’infanzia.
L’istituzione della festa prevede l’impegno concreto da parte degli Enti
locali (Regioni, Province e Comuni)
a promuovere iniziative per valorizzare il ruolo dei nonni ed un premio
annuale, consegnato dal presidente
della Repubblica al nonno e alla nonna d’Italia. Anche Federcasalinghe ha
voluto evidenziare quanto è importante festeggiare i nonni, e quanto queste
persone danno ogni giorno, in termini
di aiuto concreto (soprattutto dal punto di vista umano), alle loro famiglie e
ai nipoti. Sono, infatti, circa 9 milioni
in Italia i nonni che trascorrono gran
parte della giornata con i nipoti, 4 milioni
di bambini da 0 a 13 anni, con un risparmio
di almeno 40 milioni di euro per le famiglie.
«Occorre riportare gli anziani al centro della
famiglia – ha dichiarato la presidente Conti
Fabbri proponendo una riflessione sulla realtà
più ampia della senilità– perché sono portatori privilegiati di saggezza e di insegnamenti,
sono testimoni del tempo e degli eventi e custodi della memoria. Ad un certo punto della
vita poi, terminato ruolo di genitore e di nonno come soggetto attivo, è l’anziano ad avere
bisogno della famiglia e delle istituzioni. Egli
diventa un soggetto debole e va riconosciuto e tutelato. Deve essere svolto un lavoro di
prevenzione, accompagnato da forme di aiuto psico-sociale meno appa­riscenti rispetto
alla creazione di nuove strutture (ospizi, case
di riposo...), ma molto più vicine alle famiglie
e al loro desiderio di tenere a casa loro gli
anziani. La nostra associazione, già da tempo, propone l’istituzione di un centro diurno
per anziani: un luogo di incontro e di socializzazione, dotato di servizi per la cura della
persona, per svolgere attività ricreative, con
servizi sanitari e la ristorazione. Un luogo in
cui siano possibili anche brevi soggiorni, per
dare più autonomia alle famiglie. Una struttura con un’ala riservata ai malati di Alzheimer,
che richiedono cure e attenzioni particolari.
Pensiamo ad una sua possibile ubicazione a
Moie, al centro della Vallesina. E alle istituzioni, chiamate innanzitutto a prendersi cura
del benessere dei cittadini, soprattutto dei più
fragili, chiediamo di dare concretezza a questo progetto, che realizza una profonda interdipendenza fra l’an­ziano, la sua famiglia e gli
altri, in un contesto sociale attento e solidale.» L’associazione Federcasalinghe Marche,
tra le molteplici attività che svolge ormai da
25 anni, si sta occupando a tutto campo delle
condizioni degli anziani e delle persone sole
per migliorare la qualità della loro vita. Per
accogliere e valorizzare i loro doni e la loro
esperienza. Per legare fra loro le generazioni.
Perché «è proprio di una civiltà pienamente
umana rispettare e amare gli anziani, affinché
essi si sentano, nonostante l’affievolirsi delle
forze, parte viva della società.» (Giovanni Paolo II - Lettera agli anziani)
Tiziana Tobaldi
Nella prima foto da sinistra
la presidente Fabbri, il sindaco Carbini
e l’assessore Piergigli
Nel 79° anniversario della nascita della Moriconi, lunedì 15 novembre alle 17.30 nella Chiesa Mereghi
Una lezione di teatro attuale e al di fuori di ogni accademia
Il 15 novembre ricorre il 79° anniversario della nascita di
Valeria Moriconi, grande protagonista della scena italiana,
legatissima alla sua città natale, Jesi. Per conservarne la memoria e valorizzare l’eredità artistica della grande attrice, il
comune di Jesi ha istituito nel 2006 il Centro Studi e Attività Teatrali Valeria Moriconi, affidandone la gestione alla
Fondazione Pergolesi Spontini che, assieme all’Assessorato alla Cultura del Comune, ha proposto alla Fondazione
Gabriele Cardinaletti e all’Amat di collaborare alla realizzazione di un incontro nel giorno stesso della “festa di compleanno” dell’indimenticabile Valeria.
Lunedì 15 novembre alle ore 17.30 nella Chiesa Mereghi
si terrà l’incontro dal titolo A “Scuola di platea” con Valeria Moriconi: l’evento, coordinato da Franco Cecchini direttore del Centro Valeria Moriconi, si terrà nell’ambito della
mostra JESI E IL 9CENTO Le radici del nostro futuro – in
cui è stato riservato un posto di rilievo a Valeria Moriconi.
L’iniziativa ad ingresso gratuito, – realizzata anche grazie
al contributo dell’Assessorato
alla Cultura della Provincia di
Ancona, sarà aperta a tutta la cittadinanza ma sarà rivolta in particolare agli studenti, alle nuove
generazioni che per lo più hanno
solo inteso parlare di Valeria Moriconi, senza forse aver avuto la
possibilità di incontrarla, di conoscerla, di assistere a un suo spettacolo. Si intende quindi offrire
l’opportunità di un incontro “virtuale” con l’attrice, collegandosi
agli incontri più diretti con attori
e compagnie che si svolgono in occasione di alcuni spettacoli della stagione di prosa al Pergolesi, nell’ambito del progetto formativo “Scuola di platea”, organizzato dall’Amat.
Si cercherà infatti di cogliere la “lezione di teatro” della gran-
de attrice, partendo da un interessante documento video
che riprende l’intervista di un gruppo di giovani a Valeria Moriconi sulla sua straordinaria esperienza teatrale,
intervista presentata da Mita Medici nella trasmissione
“Dammi un’idea” su Canal Jimmy nel 1998. Conservato
nella ricca videoteca dell’attrice presso il Centro, l’audiovisivo verrà corredato da brevi sequenze di spettacoli della
Moriconi e soprattutto sarà seguito da diversi interventi
di approfondimento: anzitutto della stessa attrice cantante e conduttrice Mita Medici, che rievocherà il rapporto
creatosi nel corso dell’intervista tra i giovani e Valeria; ma
anche di Allì Caracciolo, drammaturga regista e poeta,
docente di Storia del Teatro all’Università di Macerata;
di Sonia Antinori, autrice attrice e regista, docente alla
Scuola del Teatro Stabile delle Marche; di Daniela Rimei
che presenterà il progetto “Scuola di platea” dell’Amat e
animerà gli interventi dei giovani.
Foto D’Ascanio
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