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La mia vita sulla strada» La prostituta teste in aula

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La mia vita sulla strada» La prostituta teste in aula
[16
]
LA PROVINCIA
LECCO
VENERDÌ 16 DICEMBRE 2011
[ SCHEDA ]
La testimonianza
L’udienza di ieri è iniziata con la testimonianza di una donna che per
tanti anni ha lavorato come prostituta in una piazzola lungo la superstrada 36. Sono emersi i particolari di un mondo e di un ambiente davvero particolare.
L’imputato
L’unico imputato che ha testimoniato ieri in aula si è difeso dall’accusa di aver fatto da "tassista" alle
donne che andavano a lavoro. «Mi
ha chiesto qualche passaggio, ma
non l’ho mai accompagnata al lavoro»
Le telefonate
Il pm gli ha contestato diverse intercettazioni telefoniche dalle quali sembrerebbe emergere un rapporto diverso: «Sono passati anni
- ha detto l’imputato - è difficile ricordare il contesto di ogni telefonata. Ma non ho nulla da nascondere»
[ IL PROCESSO ]
«La mia vita sulla strada»
La prostituta teste in aula
Contestato verbale dei carabinieri: «La firma non è mia»
[incidente ]
L’urto in piazza
Due panchine
cadono in pezzi
Il furgone dell’Enel impegnato in
una manovra le ha urtate accidentalmente, e subito le due panchine di
piazza XX Settembre hanno ceduto cadendo a pezzi.
Come se fossero state le tessere di un
grande gioco del domino.
E’ successo ieri, giovedì, intorno alle
14 in centro città. A quell’ora c’erano
numerosi passanti che si trovavano a
camminare per il centro. E a un certo
punto, tutti sono stati colpiti da un forte rumore, provocato dall’impatto. Inizialmente non si capiva cosa fosse successo,
poi hanno visto
le panchine ridotte a pezzi.
L’urto non sembra essere stato
violento, ma le due
grosse panchine si sono lasciate andare in tanti pezzi.
Gli operai che erano a bordo del furgone dell’Enel si sono accertati di
quanto era successo e qualcuno ha
provveduto a segnalare l’accaduto alle forze dell’ordine.
Sul posto infatti è arrivata una pattuglia della Polizia di Stato che ha constatato l’accaduto e ha fatto tutti i rilievi del caso. Per fortuna però si sono registrati solo danni, ma nessuno
si è fatto male a causa dell’incidente
di ieri. Anche perché, in quel momento, non c’era nessuno seduto sulle panchine.
B. Ber.
(u.fil.) La prostituta, 59 anni, residente in centro città, che
non ha esitato a dichiarare di
avere esercitato la più antica professione del mondo sino a due
anni or sono, nella sua piazzola sulla super 36.
L’uomo accusato di avere fatto
da tassista, dando passaggi alla
signora di Asso, a sua volta imputata di estorsione e minacce
alle colleghe "lucciole" e ai "transex" che rubavano loro i clienti
anche sulla Novedratese.
La prima teste - che per l’accusa
è stata vittima di tentata estorsione - ha citato i nomi d’arte
delle sue colleghe: Jolanda, "Patti" il travestito italiano, Patrizia,
Erminia, Lucia, Gianna,Giovanna, Antonia, arrivando anche a
contestare un verbale dei carabinieri di Oggiono.
I militari raccolsero le sue dichiarazioni quando venne curata il
12 novembre 2008 al pronto soccorso del Manzoni, per le conseguenze di un investimento all’altezza dello svincolo di Costa
Masnaga, ma la donna ha sostenuto: «Quella firma non è la mia.
Cerco a casa mia il verbale autentico».
Ha evitato di mettere nei guai
Maria Concetta Bottelli di Asso,
considerata dall’accusa la "numero uno" dei vari movimenti
nelle piazzole. E alla fine il pm
Del Grosso ha chiesto gli atti per
procedere contro la teste e il presidente Ceron si è riservato la decisione alla sentenza, prevista il
22 marzo 2012.
Tra i cinque accusati a piede libero, ieri ha riservato colpi di
scena l’imputato di avere dato
diversi passaggi a Maria Concetta Bottelli di Asso: Luca Pozzari,
42 anni, residente a Bulciago, tradotto dagli agenti penitenziari
del carcere di Monza dove sta
scontando la pena per altra vicenda.
Con fama di essere specializzato a taroccare le auto, tra il 2007
e 2008 assistito nella comunità
"Il Gabbiano" a Calolziocorte,
poi saldatore in un’azienda di
Olgiate Molgora, Luca Pozzari
ha risposto: «Conosco la Bottelli da 20 anni e so il lavoro che
esercita, ma non l’ho mai accompagnata. Le ho dato qualche pas-
IL CASO
Laprovinciadilecco.it
Sul nostro sito i
passaggi e le
udienze precedenti
di questo delicato
caso
saggio, ma mai sulle piazzole di
sosta. Le donne che lavorano sulla Milano-Lecco le conosco tutte. Una volta sono andato a riprenderla su una piazzola: mi
aveva chiamato perché c’era la
grandine». A Pozzari sono state
contestate le telefonate intercettate. Ha precisato: «Non ho niente da nascondere. Sono qui per
confrontarmi». Per l’assenza dei
coimputati il pm Del Grosso ha
fatto acquisire gli interrogatori.
[ INDAGINI IN CORSO ]
Appalto contestato: consulente ai domiciliari
È coinvolto nell’inchiesta della Procura di Nuoro per un contratto da un milione e 800 mila euro
Si trova agli arresti domiciliari nella sua casa nel centro di Lecco Francesco Prestini, il consulente milanese di 38 anni coinvolto in una grossa inchiesta della
Procura di Nuoro per un appalto
da un milione e 800mila euro.
Un’inchiesta con otto indagati a
vario titolo, tra i quali il presidente della Provincia sarda Roberto
Deriu, e il suo vice dell’epoca Peppino Paffi.
Le indagini - effettuate dai carabinieri del nucleo operativo ecologico di Sassari e Nuoro, in collaborazione con le compagnie di Milano, Roma e Lecco - si sono concentrate nella gestione di un bando per «l’affidamento triennale del
servizio di somministrazione a
tempo determinato» che doveva
selezionare 42 manutentori per le
strade provinciali di Nuoro.
Tra i reati contestati a vario titolo
quelli di corruzione, turbativa d’asta, peculato e frode.
Come si sarebbero concretizzati?
Secondo l’accusa c’era stato chi
aveva preso accordi per far vincere nel febbraio del 2010, l’appalto
a due società: la Real Job e Articolo 1 in cambio della promessa di
soldi e viaggi come dimostrerebbero diverse intercettazioni telefoniche
Il presidente della provincia Deriu, indagato per il semplice concorso in turbativa d’asta, è già stato interrogato dagli inquirenti Paffi, considerato dagli inquirenti il
politico che aveva preso accordi,
ha rassegnato le dimissioni.
Il direttore generale di Articolo 1,
Domenico Di Gravina ha ricostruito al pm il presunto quadro corruttivo mentre il funzionario della Provincia, Diego Carru, aveva
negato con decisione ogni contestazione. L’unico che sinora non è
stato sentito, tra gli indagati, è l’ex
assessore comunale ai Lavori pubblici, Ventura Meloni. Gli altri tre
indagati sono il procuratore di Articolo 1, Pietro Randazzo, l’amministratore della Real Job, Giuseppe Lillu, e il consulente milanese Francesco Prestini. Considerato il personaggio chiave, il presunto collettore delle tangenti.
Prestini è stato interrogato dai pm
sardi mercoledì pomeriggio. Sul
suo capo pendeva la richiesta degli arresti domiciliari fatta dal pm
e controfirmata dal giudice delle
indagini premilinari. Accompagnato dal suo avvocato, Prestini
per tre ore e mezzo, ha raccontato
la sua verità. «Deriu? - dice - con
lui non ho mai avuto contatti. Paffi e Carru, invece, li ho incontrati
prima dell’appalto. Ventura Meloni? Con lui ci sono stati accordi di
natura contrattuale».
Una versione dei fatti che non ha
convinto il gip a revocare la misura cautelare chiesta a suo tempo:
Prestini resterà ai domiciliari nella sua casa di residenza, a Lecco,
nell’attesa che venga conclusa l’inchiesta.
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