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Contro il cancro i farmaci diventano intelligenti
NUOVE CURE I farmaci biologici In questo articolo: farmaci biologici ricerca clinica bioequivalenti Contro il cancro i farmaci diventano intelligenti Farmaci che sanno esattamente quale cellula colpire o molecole capaci di insegnare al sistema immunitario a riconoscere e attaccare le cellule del tumore: questa la nuova frontiera della farmacologia verso terapie sempre più mirate ed efficaci a cura di CRISTINA FERRARIO i sono meritati il nome di farmaci intelligenti e nell'ultimo decennio hanno letteralmente rivoluzionato la ricerca farmacologica anche in oncologia. Queste molecole dai nomi difficili – trastuzumab, lapatinib, bevacizumab – rappresentano oggi una realtà concreta e una nuova possibilità per il trattamento di molti tumori fino a qualche anno fa poco curabili con i farmaci tradizionali. S ne, direttore dell’Unità sperimentazioni cliniche dell’Istituto nazionale tumori di Napoli. “Trastuzumab, uno dei primi anticorpi monoclonali, risale alla fine degli anni Novanta del secolo scorso, ma la vera esplosione di questi farmaci si è avuta negli ultimi dieci anni. Quel che è certo” continua Perrone “è che senza i progressi della biologia molecolare e della genetica non sarebbe stato possibile mettere a punto queste nuove terapie contro il cancro”. Proprio dallo studio del DNA parte infatti la ricerca che permette di colpire in maniera selettiva solo le cellule del tumore lasciando in pace quelle sane. Il primo passo del processo produttivo consiste infatti nell’identifica- Negli anni il numero dei farmaci biologici è cresciuto IDENTIFICARE IL DIFETTO “Le terapie intelligenti che oggi utilizziamo in oncologia, sono molecole piuttosto giovani” spiega Francesco Perro- re una caratteristica della cellula tumorale che la rende diversa da quella sana: può essere, per esempio, una particolare proteina espressa ad alti livelli solo nella cellula malata e invece assente nelle altre. Una volta identificato il bersaglio, si procede con la creazione di un farmaco ad hoc, passando in genere attraverso sofisticate tecniche di biologia molecolare e ingegneria genetica, e utilizzando anche microrganismi per produrre i farmaci in grandi quantità. Nel caso degli anticorpi monoclonali, per esempio – oggi ce ne sono circa una de- cina utilizzati per diversi tipi di tumore –, il farmaco riconosce una proteina presente sulla cellula tumorale e vi si aggancia, come se fosse una chiave che entra nella serratura. E proprio come ogni chiave funziona solo in una serratura, così ogni anticorpo monoclonale riconosce solo una proteina bersaglio sulla superficie della cellula. In alcuni casi la cellula legata all'anticorpo viene riconosciuta e distrutta dal sistema immunitario, in altri invece è la stessa cellula tumorale che decide di “suicidarsi” dopo essersi unita al farmaco. È anche possibile utilizzare gli anticorpi monoclonali come mezzi di trasporto per far arrivare farmaci antitumorali o sostanze radioattive direttamente alla cellula malata senza intaccare quella sana: la terapia antitumorale viene legata all'anticorpo e arriva così fino al tumore. Gli anticorpi monoclonali non sono gli unici farmaci intelligenti utilizzati contro il cancro. Ai ricercatori è ben nota l'importanza dell'angiogenesi (la formazione di nuovi vasi) e proprio contro di essa – in particolare contro VEGF, il fattore di crescita endoteliale vascolare – sono stati prodotti farmaci capaci di interrompere la formazione di nuovi vasi e di far morire di fame il tumore. Non L’ARTICOLO IN BREVE... farmaci intelligenti sono una categoria recente, disponibile da una decina d’anni: colpiscono un bersaglio preciso sulla cellula tumorale, lasciando intatta quella sana. Inoltre hanno in genere effetti collaterali minori dei farmaci classici e più prevedibili. Spesso sono prodotti attraverso un passaggio in microrganismi; ecco perché sono chiamati anche farmaci biologici. Il loro principale difetto: il costo, che potrebbe essere abbattuto dall’ingresso sul mercato dei cosiddetti biosimilari nel momento in cui scade il brevetto per le singole molecole. I NUOVE CURE La grande specificità è un vantaggio ma anche un limite mancano, infine, farmaci intelligenti che si legano a specifici bersagli nella cellula malata (come il recettore EGFR) e ne bloccano la crescita, come per esempio gefitinib ed erlotinib, efficaci nei tumori del polmone o come imatinib, efficace contro la leucemia mieloide cronica e il GIST (tumore stromale gastrointestinale). duzione di globuli bianchi, rossi e piastrine che quasi sempre accompagna la chemioterapia tradizionale. “Anche i farmaci intelligenti hanno però effetti collaterali” chiarisce Perrone “seppur meno pesanti e in un certo senso più prevedibili I PRO E I CONTRO DELL’INTELLIGENZA Uno dei principali punti di forza dei nuovi farmaci è senza dubbio la riduzione degli effetti collaterali tipici dei trattamenti di chemio e radioterapia. Grazie ai loro meccanismi di azione, vanno a colpire solo le cellule malate e non quelle sane: per esempio, bloccano la crescita delle cellule tumorali, ma non di quelle del midollo, limitando la ri- rispetto a quelli della terapia tradizionale. I farmaci che agiscono contro EGFR, per esempio, che è un recettore delle cellule epiteliali, possono provocare effetti collaterali di tipo cutaneo, come desquamazione della pelle”. Un vantaggio legato alla grande specificità dei nuovi farmaci è la possibilità di identificare in anticipo i pazienti che risponderanno al trattamento ed evitare di somministrare la terapia a persone che di sicuro non ne trarranno beneficio. “Ciò è possibile” spiega Perrone “grazie alla conoscenza esatta del bersaglio da colpire. In alcuni casi non basta che ci sia il recettore espresso, ma il recettore deve anche avere una certa mutazione e solo allora il farmaco è veramente efficace”. Queste osservazioni, e le ricerche che ne derivano, aprono la strada a EFFICACI CONTRO L’INFIAMMAZIONE NON SOLO CONTRO IL TUMORE l tumore è una delle tante malattie contro le quali sono disponibili oggi terapie biologiche. Il pioniere dei farmaci biologici, inoltre, non aveva nulla a che fare con l’oncologia: fu infatti l’insulina ad aprire le porte a questi nuovi farmaci nel 1982, quando venne brevettata ed entrò sul mercato sotto forma di “insulina umana ricombinante”, prodotta cioè in laboratorio a partire da un microrganismo chiamato Escherichia coli, geneticamente modificato. In poco meno di 30 anni il numero dei farmaci prodotti grazie alle biotecnologie è aumentato a grande velocità e oggi ne esistono circa 250. Oltre al tumore, si possono curare con farmaci biotecnologici anche malattie infettive, AIDS, malattie cardiovascolari e malattie autoimmuni o infiammatorie croniche, come per 12 | l’artrite FONDAMENTALE | GENNAIO 2011 esempio reumatoide o il morbo di Crohn e la colite ulcerosa. I SCADONO I BREVETTI E SI APRE LA CORSA ALLA PRODUZIONE: CON CHE GARANZIE? LARGO AI BIOSIMILARI d’Italia si trovi. Una soluzione al problema costi potrebbe arrivare dai biosimilari, farmaci con lo stesso principio attivo e con prezzi molto ridotti” prosegue Perrone. Più del 40 per cento dei farmaci biotecnologici oggi presenti sul mercato è implicato nella terapia del cancro e le ricerche farmacologiche e oncologiche puntano molto su questo settore che ha dato già grandi risultati negli ultimi anni, ma che non ha assolutamente mandato in soffitta le cure tradizionali. “Il più delle volte terapie tradizionali e farmaci intelligenti si complementano” conferma Perrone. INTELLIGENTI, BIOLOGICI O BIOTECNOLOGICI? F armaco intelligente, un preciso bersaglio sulla celfarmaco biologico op- lula da colpire, ma non è pure ancora immuno- detto che nella produzione terapia: termini usati siano coinvolti orgaspesso come sinonimi nismi viventi. Nel ma che non lo sono. Il caso del cancro, i farfarmaco biologico promaci intelligenti funpriamente detto è inzionano bene se il fatti una molecola bersaglio è presente che prevede nel suo sulla cellula tumorale processo di produzioed è assente su quella ne un passaggio attrasana. Anche l'immunoverso un essere viventerapia, che utilizza te, che può essere, per molecole per attivare esempio, un microruna risposta immuniganismo, un lievito taria specifica contro Francesco eccetera. Ne sono un il tumore, non è neperrone, esempio gli anticorpi Fondazione cessariamente biolomonoclonali utilizza- Pascale di gica, anche se non ti in oncologia, oppu- napoli mancano i casi in cui re l'insulina ricombisi utilizzano esseri vinante umana. Se il microrga- venti per la produzione dei nismo viene modificato, il farmaci a partire da cellule prodotto si chiama biotecnolo- oppure casi in cui sono progico. Il farmaco intelligente, in- prio speciali cellule ad essere vece, è quello che viene pro- utilizzate come terapia (tedotto dopo aver identificato rapia cellulare). ome è successo in passato per i farmaci tradizionali, anche per i nuovi farmaci biologici è arrivato il momento di fare i conti con la scadenza dei brevetti (che durano in media 20 anni) e, di conseguenza, con l'arrivo sul mercato di farmaci che in un certo senso potrebbero essere paragonati ai cosiddetti “generici” presenti in tutte le farmacie: stesso principio attivo del prodotto di marca ma a un costo inferiore. In realtà, per i farmaci biologici si parla di biosimilari, farmaci nei quali il principio attivo è simile ma non uguale a quello della molecola originale. A differenza delle piccole molecole che in genere costituiscono i generici e che possono essere sintetizzate sempre uguali con processi chimici, per i biosimilari è impossibile ricostruire copie identiche della molecola di partenza, anche se ovviamente deve essere garantita la pari efficacia rispetto al prodotto di marca. Le ragioni sono legate al fatto che i farmaci biologici sono proteine con strutture molto complesse e inoltre sono complessi anche i processi di produzione del farmaco, che passano anche per cellule di organismi viventi e sono soggetti sempre a una certa variabilità. “La categoria dei biologici è di per sé caratterizzata da una certa variabilità” afferma Perrone, “ma per quanto riguarda i biosimilari vengono garantiti controlli molto attenti su tutte le fasi di produzione proprio per limitare al minimo le differenze con la molecola originale”. C PER SAPERNE DI PIÙ GENNAIO 2011 | FONDAMENTALE | 13 WWW.AIRC.IT una terapia personalizzata che si deve basare non sulla malattia in generale, ma sulla malattia di quel singolo paziente, con le sue caratteristiche genetiche particolari. C'è però anche l'altro lato della medaglia, quello legato ai costi. “I nuovi farmaci sono molto più costosi di quelli tradizionali e ciò aumenta il rischio che alcuni ospedali non li includano nei loro protocolli” spiega Perrone. “Al momento questo non si verifica nel nostro Paese, ma bisogna stare attenti soprattutto perché ogni paziente deve avere la possibilità di curarsi allo stesso modo, in qualunque Regione