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e craxi disse a berlusconi non fidarti di fini
Il loro dialogo. Napolitano dice che le riforme vanno condivise. Gasparri e Cicchitto: possiamo farle da soli www.ilfattoquotidiano.it y(7HC0D7*KSTKKQ( +z!z!#!#!. LA LE BIOGRAFIA PROPOSTE INEDITA DIPER UNO CAMBIARE DEGLI LA UOMINI POLITICA PIU’ DEL POTENTI PAESE D’ITALIA LA BIOGRAFIA FINALMENTE ALLO INEDITA SCOPERTO DI UNO LA VITA DEGLI DI UOMINI UNO DEGLI UOMINI PIU’PIU’ POTENTI D’ITALIA EDITORI EDITORI RIUNITI RIUNITI EDITORI RIUNITI Sabato 16 gennaio 2010 – Anno 2 – n° 13 € 1,20 + 9,90 Dvd – Arretrati: € 2,00 Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009 Redazione: via Orazio n° 10 – 00193 Roma tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230 E CRAXI DISSE A BERLUSCONI NON FIDARTI DI FINI L’ Cick e Minzo, come eravamo di Marco Travaglio In un fax del 1995 i consigli per Forza Italia vedere il bicchiere mezzo pieTre pagine fitte Leo Sisti no, male. Eppure doveva saperBettino di indicazioni: accontano le cronache poli- lo che l’attuale presidente della è un osso duro. Glielo R tiche che il pranzo di giove- Camera da come attaccare Berlusconi aveva preconizzato, fin dal ‘95, di Di Pietro a cosa (non) doveva dire Dell’Utri di Antonio Padellaro è qualcosa di veramente penoso nel pellegrinaggio di charter in volo per la Tunisia. Non ci riferiamo, naturalmente, alla famiglia di Bettino Craxi e neppure a quei pochissimi amici, come Luca Josi rimasti fedeli, nel bene e nel male, alla memoria dell’ex capo socialista. E’ la processione in massa di devoti e prefiche salmodianti che suscita fastidiose reazioni di rigetto. Perché basta gettare l’occhio tra i tanti ex qualcosa che si spintonano per un posto in prima fila e che salutano con la manina per capire qual è il vero scopo del viaggio. Arrivare ad Hammamet per meglio genuflettersi verso Arcore. Siamo il paese del servo encomio che diventa codardo oltraggio appena il potente finisce rovinosamente sotto una pioggia di monetine. Ma siamo anche il paese della capriola con doppia giravolta di quegli stessi che volevano mettere il cappio al collo a Craxi e che ora lo piangono. Tardiva resipiscenza? Lettura meditata della storia della Prima Repubblica? Via, non scherziamo. La beatificazione di Bettino è semplicemente funzionale a quella di Silvio. Perché se si porta sull’altare uno che rubava, a maggior ragione si scioglieranno inni e canti a chi è accusato di corrompere e malversare a tutto spiano. I due, non è un mistero, hanno fatto a lungo comunella considerando la cosa pubblica come cosa loro e scambiandosi dritte e suggerimenti. Anche il loro nemico è sempre lo stesso: le malefiche toghe rosse che complottano al fine di sovvertire il libero responso elettorale attraverso la persecuzione dei galantuomini. Si dice viva Craxi ma in realtà si grida viva Berlusconi. Il quale tuttavia manda avanti la servitù in attesa di capire, sondaggi alla mano, se gli conviene unirsi al piagnisteo sul povero Bettino. C’ dì tra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini si è concluso con una “tregua armata”. Cioè, per uno come il premier, abituato a Bettino Craxi, di cui martedì 19 gennaio ricorre il decennale della morte. pag. 3 z PROTESTA x Dopo i fatti di Rosarno cresce la mobilitazione per il primo marzo Un giorno senza immigrati, lo sciopero che metterebbe in ginocchio il Paese Badanti, infermieri, contadini Se incrociano le braccia siamo fritti di Elisa Battistini hissà se dopo il Popolo vioCmento la nascerà un nuovo moviorizzontale per porre Lavoratori extracomunitari (FOTO ANSA) nnovartis ncriminalità Class action dei consumatori sul vaccino Casalesi: condanne confermate in Cassazione ma Gomorra non è finita Arcovio e Raucci pag. 16z Udi Massimo Fini Udi Marco Politi GENEROSI SE GUIDATI DALLA TV IL RABBINO CHE NON VEDRÀ IL PAPA paio di anni fa, a Roma, nel enedetto XVI arriva domani UPia,npopoloso quartiere di Porta B alla Sinagoga di Roma e mai un portinaio che stava pu- visita papale fu accompagnata lendo delle vetrate al quarto piano di un palazzo perse l’equilibrio e precipitò sul selciato, morto. La gente che passava aggirava il cadavere. pag. 18 z da un malessere così grande nel mondo ebraico. Giuseppe Laras, presidente dell’Assemblea rabbinica italiana, eviterà volutamente l’incontro. pag. 9 z Fierro pag. 8z con forza la questione del lavoro immigrato in Italia. O chissà se, invece, dopo la riunione di ieri mattina a Roma (nella sede della Cgil), non sia stato soprattutto messo un freno alla proposta nata su Facebook. Quella di realizzare il primo sciopero degli immigrati. pag. 4 z CATTIVERIE Cori razzisti: chiusa la curva della Juventus. Per insultare Balotelli bisogna andare in tribuna altroieri, in un cinema romano, alla proiezione della cinepompa funebre per Bottino Craxi, si è data convegno la mejo Prima Repubblica. Pomicino, Martelli, De Michelis, Di Donato, Sgarbi: pareva l’ora d’aria di San Vittore. Mezzo ergastolo in un solo locale. C’erano anche alcuni incensurati, fra cui gli intellettuali di riferimento Minzolingua, Capezzone e Massimo Boldi. Intanto da Fiumicino decollavano i primi pellegrini diretti al santuario di Hammamet: i ministri Sacconi, Frattini e Brunetta, la sottosegretaria Boniver e il capogruppo Cicchitto in gramaglie. Si spera almeno che viaggino a spese proprie: se ci fossero di mezzo aerei di Stato, ce ne sarebbe abbastanza per una class action degli italiani onesti. Anche perché Bottino ci è costato abbastanza da vivo per costarci qualcosa anche da morto. Si spera pure che Cappuccetto Cicchitto si sia portato appresso la sapida intervista che un certo Cicchitto rilasciò il 19 novembre 1993 a un certo Minzolini per La Stampa. Raccontava che, per via della P2, persino Craxi l’aveva messo in quarantena per dieci anni, poi si era scoperto che anche lui trafficava con Gelli per la maxitangente sul Conto Protezione. “Ho capito – diceva Cick a Minzo – che Bettino Craxi e Claudio Martelli c’entrano dentro fino al collo con Gelli e Ortolani (numero due della P2, ndr). Ad esempio, la storia dei 30 milioni di dollari, del conto Protezione, non è mica uno scherzo. C’è da credere davvero che in quegli anni, con tutti quei soldi, si siano comprati il Psi”. Niente statista, niente persecuzione, niente toghe rosse, niente giustizialismo. Craxi rubava e, con la refurtiva, si comprò il Psi a fine anni ’70. “Cicchitto – chiosava Minzo – all’epoca era con Riccardo Lombardi contro Craxi e ora che il “craxismo” è finito in soffitta gli tornano alla mente quelle vecchie storie”. “Io – rievocava Cick – ho sempre in testa quel comitato centrale del ‘79, che avremmo potuto vincere per tre voti. Signorile, invece, non volle provarci e non se ne fece niente. In questi anni gli ho chiesto spesso il perché, gli ho chiesto se era ricattato, ma lui mi ha sempre detto che fu solo uno sbaglio... C’è da credergli, perché se Craxi avesse avuto in mano qualche dossier contro di lui lo avrebbe usato”. Ahiahiahi: uno statista capace di usare dossier per eliminare i rivali interni? “Dentro il Psi ci furono lotte davvero pesanti. Fecero scoppiare il caso Eni-Petromin (i craxiani contro Signorile, ndr). Lo stesso Nenni, che si era accorto che Craxi voleva strafare, gli scrisse una lettera per chiedergli di dimettersi”. Poi Cick aggiungeva: “Eh, altroché se contano i soldi in politica. Ad esempio, se io, Signorile e De Michelis fossimo rimasti insieme, saremmo riusciti a contrastare Craxi. Insieme funzionavamo. Purtroppo... alla rottura contribuì anche un problema finanziario. De Michelis era fortemente indebitato per via dell’avventura finita male dei Diari con Parretti. Si parlava di 500 milioni di lire che allora non erano uno scherzo. Signorile, tirchio, non si mosse per aiutarlo. E De Michelis ci rimase male anche perché in quei mesi giravano le storie dei finanziamenti a Signorile per l’Eni Petromin. Così quando Craxi e Martelli bussarono alla sua porta ci misero poco a convincerlo a passare con loro”. Ecco: 16 anni fa Cick confessava a Minzo che il Psi era un’associazione per delinquere, dove tutti intascavano, si indebitavano, si ricattavano. Ce n’è abbastanza per un nuovo, vibrante editoriale di Minzolingua che chiede scusa agli italiani e declama al Tg1 quella meravigliosa intervista a Cicchitto. Compresi gli ultimi due passaggi. 1) “La P2 “era una struttura piramidale e al punto più basso c’erano solo gli stronzi”. E lui, modestamente, lo nacque. 2) “Io credevo che la P2 fosse poco più di uno scherzo. Rimasi pietrificato. Vede, un generale che progetta un golpe sa che gli può andare bene come gli può andare male. Ma uno che si ritrova in mezzo a una cosa del genere senza saperlo al massimo può suicidarsi”. O, alla peggio, s’iscrive a Forza Italia.