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analisi del testo narrativo: la favola di esopo

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analisi del testo narrativo: la favola di esopo
ISTITUTO PONTANO
LICEO SCIENTIFICO
CLASSE I SC. SEZ. A
ANNO SCOLASTICO 2010/2011
ANALISI DEL TESTO NARRATIVO:
LA FAVOLA DI ESOPO
DELIA CAPPARELLA
TITOLO DELLA FAVOLA
LA TARTARUGA E LA LEPRE
INTRECCIO
Questa favola parla di due animali, la tartaruga e la lepre, che
iniziarono a far discussione sulla loro velocità e stabilirono
così una gara di corsa. La lepre, consapevole della sua velocità
naturale, non si applicò più di tanto
e, appoggiatasi a un
albero, si mise a dormire.
Nel frattempo la tartaruga si
impegnava a camminare più veloce che poteva e con tutte le sue
forza riuscì a superare la lepre mentre dormiva tranquillamente.
MORALE DELLA FAVOLA
La favola mostra che spesso con l’applicazione si ottiene più
con i doni
naturali
non
coltivati. Questa è la morale della
favola che serve a darci un insegnamento che può condurci sulla
buona strada.
IL SISTEMA DEI PERSONAGGI
I personaggi della storia sono due: la tartaruga e la lepre. Non
ci sono descrizioni fisiche né personaggi secondari, ma possiamo
solo distinguere i diversi caratteri.
SPIEGAZIONE DELLA MORALE
La morale
ci vuole far capire che
è molto
più
importante
esercitarsi e sforzarsi
per ottenere qualcosa
che limitarsi a
ciò che si ha per dono naturale.
Personalmente conosco e ho conosciuto in passato persone di questo
genere.
ESEMPIO PRATICO: Un giorno la professoressa di inglese stabilì un
compito e una mia amica che conosceva molto bene la lingua non
si esercitò ,mentre
io mi applicai
tutto
il giorno
per
imparare un po’ la lingua. Ai risultati del compito la mia amica
ebbe sei mentre io otto.
ESERCIZIO DI SCRITTURA CREATIVA
C’era una volta
una tartaruga
che sapeva cucinare benissimo,
mentre
la lepre
e sua moglie
non erano
capaci di preparare
nemmeno una frittata. In
seguito ci fu
una gara
di cucina
a
cui doveva partecipare
tutto il paese. La tartaruga, che
aspettava da anni questa gara, preparò un piatto speciale, mentre
la lepre e la moglie
al posto di
procurarsi una ricetta
passarono tutto il giorno a spiare la
tartaruga che lavorava
duramente.
Durante
la
notte,
mentre
la
tartaruga
dormiva
profondamente, la lepre riuscì ad entrare in cucina e a rubare
il pasto. Il giorno dopo la tartaruga al suo risveglio non trovò
il piatto e scoppiò in un lago di lacrime e decise di non
arrendersi preparando una grandissima frittata condita di tutto
ciò che aveva in frigorifero, mentre la lepre e la moglie
si
presentarono con il piatto speciale della tartaruga. Quando ebbe
inizio
la gara, i giudici assaggiarono prima il piatto della
lepre che lo trovarono secco per la cattiva conservazione e poi
i giudici assaggiarono il piatto della tartaruga. Lo trovarono
originale e di buon gusto. La lepre non capiva proprio il motivo,
quando venne a scoprire che quel piatto doveva stare per tutta la
notte vicino alla finestra, mentre l’aveva conservato nel forno.
Tutta la storia finisce con la premiazione della tartaruga
che
aveva
ottenuto la frittata più originale
e la sconfitta di
quell’imbrogliona della lepre.
DARIO SPIEZIA
TITOLO DELLA FAVOLA
La volpe e la cornacchia
INTRECCIO
Una volpe,inseguita da due cacciatori, trova nascondiglio in una
capanna, consigliata da un vecchio taglialegna. Arrivati i due
cacciatori, il taglialegna a voce alta dice di non avere mai visto
una volpe passare di là, ma con un cenno indica la capanna. I
cacciatori ignorano i cenni del taglialegna e continuano la
propria corsa nel bosco.
MORALE DELLA FAVOLA
«Questa favola si potrebbe applicare a certi uomini, i quali, a
parole, manifestano i più generosi propositi, ma, all’ atto
pratico, si comportano male».
IL SISTEMA DEI PERSONAGGI
Protagonisti:
cacciatori.
La
volpe
e
il
taglialegna;
Antagonisti:
I
SPIEGAZIONE DELLA MORALE
La morale vuole intendere che ci sono uomini che solo a parole
manifestano la loro generosità, ma non trasformano le parole in
fatti.
ESEMPIO PRATICO: Molto spesso, da piccolo, mi capitava, mentre
giocavo a nascondino, di esprimermi a parole per indicare di non
sapere i luoghi in cui i miei amici si nascondevano, ma con i
gesti per indicare i luoghi nascosti, dove erano situati i
bambini.
ESERCIZIO DI SCRITTURA CREATIVA
C’ era una volta una piccola volpe rossa, a cui purtroppo due
cacciatori avevano ucciso la madre.
Un giorno la volpe, girando per il fitto bosco, viene presa (o
meglio rapita) da un vecchio taglialegna, che la porta in una
piccola capanna di legno alla fine del bosco.
La volpe impaurita cerca di scappare dalle forzute braccia
dell’uomo, ma invano. Per tutto il tragitto il taglialegna
ripeteva continuamente la stessa frase: ”Questa bella volpe la
mangerò non appena arriverò a casa”.
Arrivati a casa, la volpe tentò più volte la fuga, ma il
taglialegna, preparata la pentola, la infilò dentro. Nel frattempo
la volpe, però, con un salto fulmineo -e con un po’ di scottatureriuscì a fuggire dalla finestra.
Morale:Nelle favole i buoni vincono sempre contro i cattivi, ma
nella vita reale e’ il contrario.
EDUARDO BERNARDO
TITOLO DELLA FAVOLA
L’asino che passava per leone
INTRECCIO
Questa favola parla di un asino che indossava della pelle di
leone. Tutte le persone che lo vedevano, pensando che fosse un
leone, scappavano. Un giorno, però, un soffio di vento gli fece
volare via
la pelle di leone e tutte le persone lo picchiarono
con randelli e bastoni.
MORALE DELLA FAVOLA
«Chi si trova nella condizione di un povero privato ,non cerchi di
scimmiottare i ricconi, per non averne danni e risate: non è
conveniente per noi quello che è estraneo alla nostra natura».
IL SISTEMA DEI PERSONAGGI
L’ asino e le persone
Protagonista : l’ asino
Antagonista : le persone
SPIEGAZIONE DELLA MORALE
La morale ci vuole far capire che in qualsiasi situazione dobbiamo
essere noi stessi. Se noi non possiamo permetterci certe cose, non
possiamo averle: siamo poveri, non possiamo fingere di essere
ricchi.
ESERCIZIO DI SCRITTURA CREATIVA
Un asino in una cittadina vicino
temuto perché trovò un leone morto
lui ad ucciderlo e da quel momento
cittadina. Il figliolo del leone
Madrid era molto rispettato e
e disse a tutti che era stato
fu l’ animale più temuto della
morto era molto infuriato con
l’asino perché anche lui pensava che suo padre fosse stato ucciso
dall’ asino. Un mattino, verso mezzogiorno, il leoncino andò in
piazza e sfidò l’asino davanti a tutti. L’asino aveva molto paura
e per non essere ucciso confessò che aveva trovato il leone morto
e che non era stato lui ad ucciderlo. Allora il leoncino, per non
sbranarlo, gli impose di portare a vita la fascia dell’animale più
debole e fifone della città.
FABRIZIO MARIA MANCINO
TITOLO DELLA FAVOLA
L’astronomo
INTRECCIO
Un astronomo che amava uscire la sera per studiare le stelle. Una
notte, distraendosi per studiare, cadde in un pozzo. Egli, dopo
essere caduto, si lamentava e un passante, sentendo le grida, si
avvicinò e disse: «Caro ragazzo, piuttosto che guardare in cielo,
guarda in terra».
MORALE DELLA FAVOLA
«Questa favola potrebbe servire per uno di quei tali che si
vantano di cose incredibili, mentre non sanno fare nemmeno quello
che fanno tutti gli uomini normali».
IL SISTEMA DEI PERSONAGGI
L’astronomo e il passante
SPIEGAZIONE DELLA MORALE
Questa morale vuole sottolineare l’esagerazione nel sapere materie
o altro di complicato e non riconoscere le basi, come gli altri
uomini sulla terra.
Esempio pratico: Quotidianamente si possono vedere degli esempi di
ignoranza da parte di persone importanti, come politici o critici,
che non conoscono argomenti fondamentali del loro lavoro.
ESERCIZIO DI SCRITTURA CREATIVA
Due astronomi per un progetto si facevano dispetti per ostacolarsi
l’un l’altro. Un giorno i due partecipavano ad un concorso per
astronomi con molti altri studiosi. Essi credevano di essere i più
bravi del paese
ed arrivavano in finale con un altro loro
collega. Erano in competizione e per questo, facendosi dispetti,
nessuno dei due riusciva a vincere il premio, poiché lo vinse un
altro loro collega. A fine gara il capo giuria si avvicinò e disse
a entrambi: «Voi avete perso la possibilità della vostra vita e
non l’avete sfruttata. Mi dispiace, poiché eravate dei buoni
astronomi». Questa favola vuole esprimere che le opportunità
vanno sfruttate senza pensarci su e senza aver timore di altre
persone.
FEDERICO PREVITI
TITOLO DELLA FAVOLA
La Cicala e le Formiche
INTRECCIO
La favola narra di una cicala che va a chiedere alle formiche un
po’ di cibo.
Le formiche chiedono perché lui non ne avesse e esso rispose che
non ne aveva, poiché è stata tutta l’ estate a cantare. Le
formiche allora le risposero: «Adesso balla!!!!!! ».
MORALE DELLA FAVOLA
La morale della fiaba è che bisogna sempre prepararsi per
qualsiasi evento, altrimenti bisogna affrontare le conseguenze.
IL SISTEMA DEI PERSONAGGI
Le Formiche e la Cicala
Descrizione psicologica delle Formiche: Avide ed impotenti contro
l’ inverno.
Descrizione psicologica della Cicala: Distratta e “scansafatiche”.
Esempio: Io, durante l’ inizio di quest’ anno, ho pensato a
coltivare di più le amicizie in classe e mi sono occupato di meno
dello studio e, quindi, i miei voti in pagella saranno bassi,
anche se solo ora capisco il mio errore.
ESERCIZIO DI SCRITTURA CREATIVA
Un giorno, in
un parco abbandonato, gli animali stavano morendo
di fame per l’assenza di cibo e gli unici animali ad avere il cibo
erano le api, che appunto avevano il miele.
Però, il loro alveare era coperto da rami e le api non riuscivano
più a uscire. Perciò fecero un patto con gli animali all’esterno:
se avessero distrutto i rami, avrebbero donato miele a tutti.
I comandanti di questa spedizione furono una cicala e una formica.
Grazie all’aiuto di tutti i rami caddero e, come promesso, le api
donarono il loro miele a tutti gli animali.
FRANCESCO CASSANITI
TITOLO
L’asino vestito della pelle del Leone e la Volpe
INTRECCIO
La favola narra la storia di un asino che seminava il panico tra
le bestie perché indossava un vestito fatto di pelle di un Leone.
MORALE DELLA FAVOLA
«Così ci sono degli ignoranti che, grazie alle loro fastose
apparenze, sembrano persone importanti, se la smania di parlare
non li tradisse».
IL SISTEMA DEI PERSONAGGI
I personaggi sono un asino e una volpe.
SPIEGAZIONE DELLA MORALE
Il senso della morale è che ci sono molti ignoranti che, per
quello che possono sembrare, credono di essere persone importanti,
ma spesso si fanno tradire dalla parola.
Esempi pratici: Questo a me capita quando faccio gli scherzi
telefonici. Mi spaccio per persone importanti, ma poi la mia voce
mi tradisce.
ESERCIZIO DI SCRITTURA CREATIVA
C’era una volta un Leone che si prendeva gioco di tutti gli
animali della foresta credendo di essere superiore a tutti. Lì
vicino c’era un asinello che sentì tutto e insieme al suo migliore
amico, una volpe, decide di sfidarlo. Il Leone accettò di buon
grado la sfida, ma prese un po’ sotto gamba il duello…
GIANPAOLO COSMO
TITOLO DELLA FAVOLA
L’asino vestito della pelle del leone
INTRECCIO
Un asino si mise addosso la pelle di un leone e spaventava tutti.
Un giorno decise di mettere paura anche alla volpe, però non ci
riuscì, perché la volpe riconobbe la sua voce.
MORALE DELLA FAVOLA
«Così ci sono degli ignoranti, che, grazie alle loro fastose
apparenze, sembrerebbero persone importanti, se la smania di
parlare non li tradisse».
IL SISTEMA DEI PERSONAGGI
L’asino, la volpe e gli animali del bosco.
SPIEGAZIONE DELLA MORALE
Secondo me, la morale ci fa capire che alcune sembrerebbero
importanti per il loro aspetto se non parlassero, ma anche in
altre situazioni.
Ad esempio, se un ragazzo deve giocare a pallone non deve sentirsi
importante perché ha il
completino e le scarpette, ma deve
sentirsi importante se sa giocare.
ESERCIZIO DI SCRITTURA CREATIVA
C’era una volta una volpe che, essendo molto affamata, andava per
il bosco a cercare una preda, ma non trovava nulla.
Ad un certo punto trovò un piccolo criceto con i suoi figli. Il
criceto, appena vide la volpe, capì dal suo aspetto che era molto
affamata.
Allora chiese alla volpe di non mangiare lei e i suoi cuccioli e,
prima che la volpe rispondesse, le disse che conosceva un asinello
che avrebbe potuto mangiare.
La volpe pensò a lungo e decise di salvare i criceti indifesi e
mangiare
l’asinello,
ma
a
patto
che
il
criceto
doveva
accompagnarla dall’asinello. Il criceto accettò.
Arrivati a destinazione, il criceto chiese alla volpe se poteva
andare dai suoi cuccioli.
La volpe disse che doveva prima mangiare l’asinello e poi sarebbe
ritornato dai suoi cuccioli. Il criceto accettò. La volpe mangiò
l’asino e, insoddisfatta, tornò dal criceto e gli disse che
l’asinello era scappato e avrebbe mangiato i suoi figlioletti. Il
criceto angosciato decise di salvare i suoi piccoli e si fece
mangiare al posto loro.
GIUSEPPE CAPASSO
TITOLO DELLA FAVOLA
L’Astronomo
INTRECCIO
Un astronomo usciva tutte le sere per guardare le stelle.
Una sera, mentre il suo sguardo era rivolto al cielo, cadde in un
pozzo.
Così un passante che lo sentì urlare, rivolgendosi all’ astronomo,
disse che non si può guardare il cielo senza sapere cosa c’è sulla
terra.
MORALE DELLA FAVOLA
«Questa favola potrebbe servire per uno di quei tali che si
vantano di cose incredibili, mentre sanno fare nemmeno quello che
fanno tutti gli uomini normali».
SPIEGAZIONE DELLA MORALE
Io penso che la morale voglia dire che, anche se si diventa
persone acclamate per grandi capacità, bisogna sempre rimanere con
i piedi per terra e attaccati alle proprie origini.
Esempi pratici: Uno dei possibili esempi pratici è quando si
incontrano alcuni V.I.P. che sono convinti che tutto sia loro
dovuto.
IL SISTEMA DEI PERSONAGGI
L’ Astronomo e il Passante
ESERCIZIO DI SCRITTURA CREATIVA
C’era una volta un astronomo che era molto povero. Di giorno per
andare avanti era costretto ad andare a lavorare nei campi, mentre
di notte prendeva il suo telescopio ed andava a scrutare il cielo.
Una notte, mentre era occupato nei suoi studi, uno spiritello
maligno travestito da passante, lo trasse in inganno, dicendogli
che avrebbe potuto dedicarsi solo all’ astronomia, se avesse
voluto aiutarlo a rubare una pietra preziosa.
La notte seguente lo spiritello e l’ astronomo si organizzarono ed
andarono a rubare quella pietra.
Mentre erano in cammino, l’ astronomo iniziava a pentire per
quello che stava per fare e voleva tirasi indietro. Tuttavia,
avendo già fatto il patto con lo spiritello, dovette escogitare un
piano: arrivati nel luogo prestabilito, l’ astronomo iniziò a
guardare le stelle e a illustrare le costellazioni allo
spiritello, cosi quest’ ultimo, irritato, dovette andare a fare il
colpo da solo.
L’ astronomo tornò a casa contento di non aver partecipato al
colpo e lo spiritello fu arrestato.
IACOPO VARTULI
TITOLO DELLA FAVOLA
L’Asino che passava per leone
INTRECCIO
Un asino indossava una pelliccia di un leone scambiandolo per un
leone. Tutti quanti, perciò, avevano paura di lui, finché un
giorno un soffio di vento gli levò la pelliccia e l’asino restò
nudo. Allora tutti se ne accorsero e lo picchiarono.
MORALE DELLA FAVOLA
«Chi si trova nella condizione di un povero privato, non cerchi di
scimmiottare i ricconi, per
non averne danni e risate: non è
conveniente per noi quello che è estraneo alla nostra natura».
IL SISTEMA DEI PERSONAGGI
L’ASINO,IL POPOLO.
ANTAGONISTI:POPOLO.
SPIEGAZIONE DELLA MORALE
Secondo il mio parere, non bisogna mai spacciarsi per ricconi, ma
bisogna essere se stessi e pensarla diversamente dagli altri.
La morale vuole intendere che non bisogna copiare il riccone per
farsi rispettare, ma bisogna semplicemente essere se stessi anche
se poveri o essere diversi dagli altri.
ESEMPI PRATICI: L’altro giorno un mio amico non poteva entrare ad
una festa, solo perché non teneva abiti firmati e non aveva soldi.
Io credo, invece, che una persona non si riconosca dai soldi o
dagli abiti firmati, ma sono sicuro che l’abito non faccia il
monaco.
ESERCIZIO DI SCRITTURA CREATIVA
Un giorno un asino senza una zampa pascolava felice nel bosco,
camminando incontrò un leopardo che lo prendeva in giro per il suo
problema e lo tormentava. Allora l’asino, molto furbo, disse al
leopardo che era meglio non avere una zampa che tanta arroganza.
ANNA INNOCENTI
TITOLO DELLA FAVOLA
Il pipistrello e la donnola
INTRECCIO
La storia racconta che un pipistrello cadde e venne afferrato da
una donnola, suo predatore naturale. E così mentì, dicendo che era
un topo e la donnola lo lasciò andare. Capitò di nuovo e il
pipistrello riuscì a fuggire.
MORALE DELLA FAVOLA
«La favola mostra che non bisogna ricorrere sempre agli stessi
espedienti, ma riflettere a come si possa sottrarsi ai pericoli
adattandosi alle circostanze».
SPIEGAZIONE DELLA MORALE
Nei casi di pericolo non bisogna sempre mentire, adattandosi alla
situazione.
IL SISTEMA DEI PERSONAGGI
- Pipistrello
- Donnola
ESERCIZIO DI SCRITTURA CREATIVA
L’AMORE IMPOSSIBILE
C’erano una volta un pipistrello e una donnola che, pur essendo
molto diversi tra loro, avevano una cosa in comune: non potevano
mostrarsi alla luce del sole. Ognuno per due motivi diversi: il
pipistrello non poteva esporsi al sole perché non lo sopportava.
La donnola, invece,essendo una facile preda, correva il rischio di
essere catturata da qualche iena. Il pipistrello era un tipetto un
po’ sbadato, poiché non era un pipistrello a tutti gli effetti a
causa della sua giovane età. Una sera di ritorno a casa, andò a
sbattere e finì nella tana della donnola. I due si incontrarono e
fu subito amore. Però, si potevano vedere solo al buio, ma per
passare più tempo insieme occorreva che si vedessero anche di
giorno. Così si rivolsero all’orso indovino che donò ad entrambi
qualità magiche per incontrarsi sempre. Infine, i due continuarono
a vedersi e vissero sempre felici e contenti.
EMANUELE MUSIELLO
TITOLO DELLA FAVOLA
Il taglialegna ed Ermes
INTRECCIO
Ad un taglialegna, un giorno, cadde l’accetta nel fiume e si mise
a piangere per l’accaduto. Ermes, quando seppe di questo fatto, si
impietosì e scese sulla terra per aiutarlo e si tuffò nel fiume
per recuperargli l’accetta. Ermes si tuffò per ben tre volte: le
prime due tirò fuori delle accette d’oro e d’argento ed il
taglialegna disse che non erano sue, la terza volta che Ermes si
gettò nel fiume trovò l’accetta del cacciatore. Allora Ermes, per
premiare l’ onestà del taglialegna, gli diede tutte e tre le
accette. Il taglialegna raccontò il fatto ai suoi amici e uno di
loro decise di fare la stessa cosa, solo che Ermes, scoperto l’
inganno, non gli diede nessuna delle tre accette.
MORALE DELLA FAVOLA
«La favola mostra che le divinità sono tanto propizie agli onesti
quanto ostili ai disonesti».
IL SISTEMA DEI PERSONAGGI
I personaggi sono il taglialegna, Ermes e l’amico del taglialegna.
SPIEGAZIONE DELLA MORALE
La morale ci insegna che il destino riserva agli onesti solo cose
positive, mentre ai disonesti solo cose negative ed è più crudeli.
Anche nella vita accade questo fatto e non sempre i cattivi
vincono sui buoni.
ESERCIZIO DI SCRITTURA CREATIVA
C’era una volta un taglialegna che era molto povero e si lamentava
sempre con i suoi amici che nelle vicinanze della sua casa non
esisteva un bosco con molti alberi. Ermes, impietosito dalla sua
storia, chiese a Diana, dea della caccia, di far crescere un
grande bosco nelle vicinanze della casetta del taglialegna. Il
giorno successivo il taglialegna, appena svegliatosi uscì di casa
per andare a lavorare e, come per sorpresa, trovò un grande bosco
con molta legna da tagliare e da quel giorno da povero diventò
ricco ed ebbe una vita migliore.
MICHELE ANNUNZIATA
TITOLO DELLA FAVOLA
Il Porcellino e le pecore
INTRECCIO
Questa favola parla di un porcellino che si
e ogni volta pascola con
loro. Cosi,
porcellino fu preso dal pastore, incominciò
e, allora, le pecore gli dissero che non
perchè prendeva anche loro così. Tuttavia,
«Prende voi per la lana e il latte,di di me
intrufola in un gregge
un giorno, quando il
a urlare come un pazzo
c’era da preoccuparsi
il porcellino rispose:
vuole carne».
MORALE DELLA FAVOLA
«Questa favola insegna che hanno ragione di piangere coloro che
corrono il pericolo di perdere,non le sostanze ma la vita».
SPIEGAZIONE DELLA MORALE
Questa morale ci vuole far capire che non tutti hanno lo stesso
destino, ma a volte qualcuno è fortunato o sfortunato.
IL SISTEMA DEI PERSONAGGI
Protagonista: Il Porcellino
Antagonista: Il Pastore
Personaggi Secondari: Le Pecore
Esempi Pratici: Ricordo quando la cagna di mia nonna per la prima
volta ebbe i cuccioli: mio zio disse che era ancora troppo piccola
e, allora, lei incominciò a guaire.
ESERCIZIO DI SCRITTURA CREATIVA
In un
gregge viveva un maialino che, per non farsi vedere dal
pastore, si nascondeva dietro la lana delle pecore. Così, un
giorno, il maialino, avendo fame, volle andare a prendere qualcosa
da mangiare a casa del pastore, mentre dormiva. Le pecore gli
risposero che era pericoloso e che, se fosse entrato, non sarebbe
mai più uscito, ma il maialino fu avido di cibo e ci andò lo
stesso. Dopo essere entrato, vide una bella coscia di pollo, ma
all’improvviso ci fu uno sparo che fu sentito anche dalle pecore e
tutte rimasero male.
Morale:
Ogni volta che qualcuno ti dà un consiglio, è meglio fidarsi.
LUCA ANGELO JUNIOR ROMANO
TITOLO DELLA FAVOLA
L’asino, la volpe e il leone
INTRECCIO
Un asino e una volpe si allearono per andare a caccia. Per strada
incontrarono un leone, il quale disse alla volpe che, se voleva
salvarsi, doveva darle l’ asino e la volpe acconsentì. La volpe
tese una trappola al leone e l’ asino venne catturato da una rete.
E così il leone prese prima la volpe e poi l’asino.
MORALE DELLA FAVOLA
«Così spesso, senza avvedersene,
compagni, rovina insieme a loro».
chi
tende
insidie
ai
suoi
IL SISTEMA DEI PERSONAGGI
L’ asino, la volpe e il leone
SPIEGAZIONE DELLA MORALE
Questa morale spiega che chi tende una trappola ai propri compagni
paga le conseguenze insieme a essi.
ESERCIZIO DI SCRITTURA CREATIVA
C’erano una volta una volpe e un leone, che erano amici tra loro.
Un giorno andarono a caccia insieme. I due girarono tutta la
foresta, ma non trovarono nessun animale. Il giorno dopo andarono
a caccia e trovarono un asino, si nascosero dietro un cespuglio e
la volpe sapeva che quell’ asino era di un cacciatore e convinse
il leone ad andare a cacciarlo dicendo:“Non ti preoccupare perchè
il cacciatore è a caccia, non è in casa. Fidati di me!”. Il leone
si alzò e uccise l’ asino, mentre l’ asino urlava dal dolore e
svegliava il cacciatore, il quale prendeva il fucile e uccideva il
leone, nel frattempo la volpe uccideva tutte le galline e le
mangiava.
Morale: Fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio.
MARIA PAUDICE
TITOLO DELLA FAVOLA
L’asino, il gallo e il Leone
INTRECCIO
Un giorno, un gallo che mangiava dalla stessa ciotola di un asino
difese con un urlo il compagno aggredito da un leone. Il leone
scappò spaventato dall’ urlo
del gallo, ma l’asino, illuso di
aver spaventato il leone, lo inseguì e successivamente, quando
l’urlo non arrivò più all’orecchio del leone, quest’ultimo si girò
per aggredire l’ingenuo asino.
MORALE DELLA FAVOLA
«La favola mostra che molti uomini partono in guerra contro gente
che si è fatta piccola a bella posta e così finiscono rovinati da
quella».
SPIEGAZIONE DELLA MORALE
Molte persone ingannate dal loro essere superiori o presuntuosi,
finiscono per essere divorati come nella favola o, come nella vita
reale, per fare una brutta figura... per paura di non saper
dimostrare quello che pensavano di sapere.
IL SISTEMA DEI PERSONAGGI
I personaggi sono tre: il gallo, il leone e l’asino ed è proprio
quest’ultimo che impersonifica la morale, quando crede di essere
più forte del leone e viene divorato da lui.
ESERCIZIO DI SCRITTURA CREATIVA
C’era una volta un gallo che era il principe di un regno lontano,
ma molto lontano da quello abitato dagli umani…
Un giorno si presentò un venditore di oggetti magici era chiamato
il potente e ‘grande quadrupede’. Egli era un anziano asino che
proveniva dalle tenebre…
Si diceva, infatti, che avesse strappato diversi oggetti magici ai
più potenti miti della storia e che fosse poi scappato da quel
luogo infernale, portando con sé una freccia che non sbagliava mai
la mira, rubata a Diana, dea della caccia, un orologio che
riportava indietro nel tempo le persone sopra i 23 anni (dettaglio
non riferito al re) e un mantello magico dal potere del
invisibilità.
Quando si presentò a corte il consigliere del gallo, Gin, un
grosso leone, confidò in privato al re di non comprare gli
oggetti… Ma egli, ingenuo, accettò l’offerta dell’ asino,
comprando il bellissimo orologio d’oro e scambiandolo con tutte le
ricchezze della famiglia reale… Purtroppo il povero re, così come
molte altre persone, venne ingannato dal furbo quadrupede che
rimase con le enormi ricchezze reali, a differenza del povero
gallo che, avendo solo venti anni, non poteva utilizzare
L’OROLOGIO.
MARIAVITTORIA FIERRO
TITOLO DELLA FAVOLA
IL VIANDANTE ED ERMES
INTRECCIO
La storia narra di un uomo che fece un voto ad Ermes, promettendo
che tutto ciò che avrebbe trovato nel suo viaggio, l’avrebbe
diviso con il dio. Ma non fu così perché il viandante trovò delle
mandorle e dei datteri e divise con Ermes solo i gusci delle cose
che aveva mangiato.
MORALE DELLA FAVOLA
«La morale è che questa storia è adatta per un uomo avido che nella
sua cupidigia, truffa persino gli dei».
SPIEGAZIONE DELLA MORALE
La morale, detta anche apologo, vuole “insegnare” qualcosa. In
questo caso vuol dire che l’uomo è così avido che potrebbe
truffare persino qualcuno più potente di lui o meglio prendersi
gioco di Ermes.
Un esempio pratico di questa storia potrebbe essere chi troppo
vuole nulla stringe.
IL SISTEMA DEI PERSONAGGI
I personaggi della storia sono Ermes e il viandante che, da come
possiamo capire dalla storia, è molto avido.
ESERCIZIO DI SCRITTURA CREATIVA
C’era una
possente,
riuscivano
mangiavano
contrario,
volta il Monte Olimpo, dove sorgeva un albero alto e
ma
soprattutto
crescevano
delle
mele
d’oro
che
a far diventare gli dei più potenti ogni volta che ne
una. Tuttavia, se era un uomo a mangiarla, accadeva il
perché diventava debole da non riuscire a fare niente.
Un giorno un uomo abbastanza alto e grassottello, trovò una pianta
altissima che cresceva nel suo campo (era un contadino).
Si arrampicò e arrivò sull’Olimpo, dove vide un albero altissimo
pieno di mele d’oro e decise di rubarle.
Improvvisamente apparve Ermes, un dio che gli permise di rubarle a
patto che le avrebbe portate ai bambini malati e alle persone
povere e agli anziani per dare loro più forza.
Quando arrivò sulla terra il viandante portò le mele a casa e ne
mangiò una gran parte, così da infrangere il patto.
Un dio che si trovava per caso sulla terra Apollo, vide che l’uomo
aveva infranto il patto e lo punì facendolo diventare molto
debole,l’effetto contrario che faceva la mela. Così l’uomo,
indebolitosi, non poté più lavorare e diventò povero. Gli dei
decisero di perdonarlo e farlo ritornare in forma.
MATTIA MIGLIORE
TITOLO DELLA FAVOLA
Il pastore che scherzava
INTRECCIO
Una volta, in un paesino di montagna, vi era un pastore burlone
che amava fare gli scherzi ai suoi compaesani, quando portava al
pascolo il suo gregge. Egli, infatti, urlava che dei lupi gli
sbranavano le pecore e, quando gli abitanti del villaggio
arrivavano, capitava che se ne tornavano a casa ricoperti di
beffe.
Accadde alla fine che i lupi vennero veramente e divorarono il
gregge, poiché nessuno diede più conto delle urla del pastore.
MORALE DELLA FAVOLA
«La favola mostra che, a mentire, ci si guadagna soltanto questo:
anche
quando
si
dice
la
verità,
non
si
è
creduti».
IL SISTEMA DEI PERSONAGGI
Protagonista: è un giovane pastore che si prende gioco dei suoi
compaesani e alla fine ci rimette il gregge.
Personaggi secondari
Gli abitanti: accorrono sempre alle urla del pastore finché non si
stancano.
Le pecore: le pecore del pastore che vengono divorate dai lupi.
I
lupi:
i
lupi
che
sbranano
le
pecore
del
pastore.
SPIEGAZIONE DELLA MORALE
La morale ha il significato che dietro bugie, che possono sembrare
insignificanti, la gente può non riporre più la sua fiducia in te
e ciò può tradirti nel vero momento del bisogno.
Esempio pratico:
Un esempio è quando una persona dice delle bugie che poi vengono
scoperte. A lungo andare può capitare che la realtà poi non viene
creduta. Ad esempio a me è successo di perdere una cosa e nessuno
mi credeva.
ESERCIZIO DI SCRITTURA CREATIVA
C’ era una volta un pastore che ogni volta che lavorava i campi o
portava a pascolare il suo gregge, “doveva” offrire un pesante
tributo in cibo ad un lupo che gli intimoriva di mangiare le sue
pecore e rovinare i suoi campi, se non l’ avesse fatto.
Un giorno, il pastore, sotto consiglio della moglie, decise,
impaurito,
di
comprare
un
fucile
per
uccidere
il
lupo.
Il lupo lo scoprì e minacciò il pastore, il quale, in preda al
panico, prese il fucile e sparò. Così visse felicemente la sua
vita.
Morale:
La favola insegna che bisogna sempre avere il coraggio di
affrontare le proprie paure con qualunque mezzo, anche per
migliorare la propria autostima.
MUROLI VINCENZO
TITOLO DELLA FAVOLA
L’ usignolo e lo sparviero
INTRECCIO
Un usignolo, mentre cantava, veniva preso da uno sparviero
affamato e, mentre è nella bocca dello sparviero, l’ usignolo gli
chiedeva di lasciarlo, ma lo sparviero gli rispondeva che sarebbe
sciocco lasciar andare un pasto sicuro nella speranza di qualcosa
di incerto.
MORALE DELLA FAVOLA
«Così, anche tra gli uomini, stolti sono coloro che, nella speranza
di un bene maggiore, si lasciano sfuggire quello che hanno in
mano».
IL SISTEMA DEI PERSONAGGI
Protagonista: Usignolo
Antagonista: Sparviero
SPIEGAZIONE DELLA MORALE
La morale dice che è da stupidi lasciarsi sfuggire qualcosa di
certo nella speranza di un bene maggiore.
Esempi: Quest’ esempio è un po’ singolare e non so come mi sia
venuto in mente, ma
comunque lo dico: gli azionisti, quando
lavorano, tentano, nella speranza di un bene maggiore, di
rivendere le azioni che hanno già per comprarne delle nuove,
credendo che queste ultime fruttino di più di quelle precedenti.
ESERCIZIO DI SCRITTURA CREATIVA
Una volta un usignolo e uno sparviero, molto amici, una volta
furono inseguiti da un leone per avergli rubato il pasto. I due
uccelli provarono ad implorare pietà al leone. Il leone in un
primo momento li perdonò e li portò nella sua tana, ma, dopo aver
bloccato l’entrata, mangiò i due animali.
La morale è che anche nella realtà è meglio non fidarsi di coloro
che, in apparenza, da cattivi diventano buoni.
OLIMPIA IORIO
TITOLO DELLA FAVOLA
LA TARTARUGA E L’AQUILA
INTRECCIO
Una tartaruga pregava un’aquila perché le insegnasse a volare e
così, anche se l’aquila le aveva detto che non era possibile, la
prese tra gli artigli, la portò in cielo e la lasciò cadere. La
tartaruga, non avendo le ali per volare, si schiantò e ruppe il
suo guscio.
MORALE DELLA FAVOLA
«La favola dimostra come, a dispetto dei consigli dei saggi, molti
si rovinino per voler scimmiottare il prossimo».
IL SISTEMA DEI PERSONAGGI
Aquila, tartaruga.
SPIEGAZIONE DELLA MORALE
Indipendentemente dai desideri, bisogna anche rendersi conto dei
propri limiti e che pur di voler imitare poi si finirà sempre per
rovinare se stessi .
Es. se sono una donna, non posso pretendere di saper volare come
un uccello.
ESERCIZIO DI SCRITTURA CREATIVA
LA FURBA TARTARUGA.
C’era una volta una tartaruga di nome Zippica, che viveva con il
suo fratellino Tippete.
Un giorno, mentre Zippica stava andando al fiume, Tippete venne
rapita dall’aquila di nome Pomina e venne portata nella tana.
Quando Zippica ritornò e non vide più il suo fratellino, capì
subito che era stato rapito dall’ aquila. Allora decise di
mettersi in cerca di Tippete.
Tippete venne trovata mezzo morta e sanguinante. Allora Zippica
decise di sfidare l’aquila ad una caccia al tesoro, ma, mentre
l’aquila cercava, Zippica prese il fratellino e scappa.
SABRINA DE SIMONE
TITOLO DELLA FAVOLA
Le rane chiesero un re
INTRECCIO
Le ranocchie volevano a tutti i costi un re che le governasse e
ripetutamente chiedevano a Zeus. Zeus mandò nel loro stagno un
pezzo di legno. Le ranocchie, appena videro il re, andarono a
fondo e successivamente ci si buttarono sopra. Si vergognarono del
loro re e si lamentarono con Zeus che, esausto, mandò una biscia
che mangiò tutte le rane.
MORALE DELLA FAVOLA
«La favola mostra che è meglio avere governanti infingardi ma non
cattivi, piuttosto che turbolenti e malvagi».
IL SISTEMA DEI PERSONAGGI
I personaggi sono le ranocchie, Zeus, il pezzo di legno e una
biscia. I personaggi non sono descritti né dal punto di vista
caratteriale né dal punto di vista fisico. Le protagoniste sono le
ranocchie. Possiamo dire che Zeus modifica il suo ruolo:
inizialmente, infatti, si comporta come un aiutante, in quanto
manda un re e accontenta le ranocchie; in un secondo momento,
comportandosi da antagonista, ha l’intento di uccidere le
ranocchie. Usa la biscia come aiutante e, quindi, la biscia è un
oppositore.
SPIEGAZIONE DELLA MORALE
Penso che la morale voglia dire che bisogna accontentarsi e non
bisogna volere a tutti i costi la perfezione. Infatti, come ci
viene descritto nella favola, il non accontentarsi può essere
anche pericoloso, oltre ad essere la maggior parte delle volte
molto infantile.
ESERCIZIO DI SCRITTURA CREATIVA
C’era una volta una ranocchia che spesso se ne stava da sola nello
stagno. Era spesso malinconica e non capiva perché nessuna altra
ranocchia la volesse conoscere né volesse passare del tempo
insieme a lei. Le altre erano molto cattive con la ranocchia e la
prendevano per il suo aspetto e per la sua voce molto fastidiosa.
Inoltre, la prendevano in giro perché era umile e semplice. La
ranocchia di piccola età voleva per forza assomigliare ad una
delle altre, chiamata Jane. Col passare del tempo, avendo uno
stereotipo davanti ai suoi occhi, diventò molto simile a Jane. Le
ranocchie si avvicinarono e, parlando, scoprirono di avere un
desiderio in comune: entrambe volevano una loro amica animale di
un’altra specie e, quindi, pregavano spesso Zeus, affinché le
mandasse una amica. Un giorno, dopo tante preghiere, giunse allo
stagno una bella biscia innocua che aveva il compito di amare le
due ranocchie. Jane, però, iniziò ad odiare la piccola biscia,
perché la sua amica si era molto affezionata a lei e non le
prestava molta attenzione. Un bel giorno, Jane arrabbiata, decise
di uccidere la biscia, con altre ranocchie. La piccola ranocchia,
oramai cresciuta, si accorse dell’accaduto e soprattutto si
accorse chi aveva fatto quella cattiveria. Capì che Jane era una
ranocchia malvagia e non volle più stare con lei. Inoltre, capì
che non doveva assomigliare a nessun’altra ranocchia e che lei era
una ranocchia buona e umile.
Una morale può essere : meglio soli che male accompagnati.
LORENZO SCARAMUZZINO
TITOLO DELLA FAVOLA
Il Pastore che Scherzava
INTRECCIO
Un pastore conduceva il gregge a pascolare piuttosto lontano dal
villaggio e si divertiva a gridare che i lupi lo assalivano. Gli
abitanti accorsero spaventati e poi tornavano nelle loro case tra
le beffe. Accadde che, però, una volta, il suo gregge fu veramente
attaccato dai lupi. Il contadino chiese aiuto, ma nessuno accorse,
poiché pensavano che il contadino stesse facendo un altro dei suoi
scherzi. Fu così che egli ci rimise il gregge.
MORALE DELLA FAVOLA
«La favola mostra che, a mentire, ci si guadagna soltanto che,
anche quando ci si dice la verità, non si è creduti».
IL SISTEMA DEI PERSONAGGI
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Il pastore
Il gregge
I lupi
I cittadini
SPIEGAZIONE DELLA MORALE
La morale spiega che bisogna chiedere aiuto soltanto quando serve
veramente, altrimenti le persone che sono venute in tuo soccorso,
ti etichettano come bugiardo e, quando serve veramente il loro
aiuto, ti voltano le spalle.
ESERCIZIO DI SCRITTURA CREATIVA
C’era una volta un contadino che era solito portare il suo gregge,
guidato da un cane che il contadino era solito picchiare e
frustare, lontano dal villaggio. Una volta il cane fu frustato
così forte che se ne scappò. Il contadino prese la guida del
gregge e, dopo aver fatto una breve passeggiata, tornò a casa,
dove trovò il cane insieme ad altri suoi compagni stesi sul
terreno che appena videro il contadino arrivare, lo attaccarono e
lo sbranarono.
Morale: Mai trattare male nessuno, neanche se all’apparenza può
sembrare meno forte di te, perché con l’aiuto di qualche suo
compagno, può fare la stessa cosa a te.
FABIO PELLONE
TITOLO DELLA FAVOLA
Il porcellino e le pecore
INTRECCIO
In un gregge di pecore si era infiltrato un maialino che
all’improvviso venne preso su dal pastore. Cominciò a strillare e
le pecore lo rimproveravano, ma lui spiegò loro che il pastore non
l’aveva preso per la lana, come per le pecore, ma per la carne.
MORALE DELLA FAVOLA
«Questa favola insegna che hanno ragione di piangere coloro che
corrono il pericolo di perdere, non le sostanze, ma la vita».
IL SISTEMA DEI PERSONAGGI
Protagonista: il porcellino
Antagonista: il pastore
Personaggi secondari: le pecore
SPIEGAZIONE DELLA MORALE
Questa morale vuole far capire che, se bisogna scegliere tra una
cosa materiale e una cosa importante come la vita, non bisogna
cadere nella tentazione di pensare che quell’oggetto sia più
importante della propria vita.
Esempi pratici: un militare ha più ragione di avere paura di
perdere la vita di un uomo d’affari che ha paura di perdere il
denaro.
ESERCIZIO DI SCRITTURA CREATIVA
Un giorno un porcellino che, vagando per i prati, incontrò un
pastore che lo prese con sé. Quando arrivarono nella fattoria, il
maialino cominciò a chiacchierare con le pecore. Dopo un po’ disse
loro: «Ho fame! Dove posso trovare del cibo?» e loro gli risposero:
«È in casa del pastore, ma lui ci vieta di entrare». Nonostante
ciò, il porcellino decise di entrare nella casa e rubò del cibo.
Quando il pastore lo scoprì, prese il maialino, lo uccise e lo
mangiò.
Morale: chi la fa l’aspetti. Perché il porcellino aveva fatto un
torto al pastore, che lo ripagò con la stessa moneta.
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