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analisi del testo narrativo: la favola di esopo
ISTITUTO PONTANO LICEO SCIENTIFICO CLASSE I SC. SEZ. A ANNO SCOLASTICO 2010/2011 ANALISI DEL TESTO NARRATIVO: LA FAVOLA DI ESOPO DELIA CAPPARELLA TITOLO DELLA FAVOLA LA TARTARUGA E LA LEPRE INTRECCIO Questa favola parla di due animali, la tartaruga e la lepre, che iniziarono a far discussione sulla loro velocità e stabilirono così una gara di corsa. La lepre, consapevole della sua velocità naturale, non si applicò più di tanto e, appoggiatasi a un albero, si mise a dormire. Nel frattempo la tartaruga si impegnava a camminare più veloce che poteva e con tutte le sue forza riuscì a superare la lepre mentre dormiva tranquillamente. MORALE DELLA FAVOLA La favola mostra che spesso con l’applicazione si ottiene più con i doni naturali non coltivati. Questa è la morale della favola che serve a darci un insegnamento che può condurci sulla buona strada. IL SISTEMA DEI PERSONAGGI I personaggi della storia sono due: la tartaruga e la lepre. Non ci sono descrizioni fisiche né personaggi secondari, ma possiamo solo distinguere i diversi caratteri. SPIEGAZIONE DELLA MORALE La morale ci vuole far capire che è molto più importante esercitarsi e sforzarsi per ottenere qualcosa che limitarsi a ciò che si ha per dono naturale. Personalmente conosco e ho conosciuto in passato persone di questo genere. ESEMPIO PRATICO: Un giorno la professoressa di inglese stabilì un compito e una mia amica che conosceva molto bene la lingua non si esercitò ,mentre io mi applicai tutto il giorno per imparare un po’ la lingua. Ai risultati del compito la mia amica ebbe sei mentre io otto. ESERCIZIO DI SCRITTURA CREATIVA C’era una volta una tartaruga che sapeva cucinare benissimo, mentre la lepre e sua moglie non erano capaci di preparare nemmeno una frittata. In seguito ci fu una gara di cucina a cui doveva partecipare tutto il paese. La tartaruga, che aspettava da anni questa gara, preparò un piatto speciale, mentre la lepre e la moglie al posto di procurarsi una ricetta passarono tutto il giorno a spiare la tartaruga che lavorava duramente. Durante la notte, mentre la tartaruga dormiva profondamente, la lepre riuscì ad entrare in cucina e a rubare il pasto. Il giorno dopo la tartaruga al suo risveglio non trovò il piatto e scoppiò in un lago di lacrime e decise di non arrendersi preparando una grandissima frittata condita di tutto ciò che aveva in frigorifero, mentre la lepre e la moglie si presentarono con il piatto speciale della tartaruga. Quando ebbe inizio la gara, i giudici assaggiarono prima il piatto della lepre che lo trovarono secco per la cattiva conservazione e poi i giudici assaggiarono il piatto della tartaruga. Lo trovarono originale e di buon gusto. La lepre non capiva proprio il motivo, quando venne a scoprire che quel piatto doveva stare per tutta la notte vicino alla finestra, mentre l’aveva conservato nel forno. Tutta la storia finisce con la premiazione della tartaruga che aveva ottenuto la frittata più originale e la sconfitta di quell’imbrogliona della lepre. DARIO SPIEZIA TITOLO DELLA FAVOLA La volpe e la cornacchia INTRECCIO Una volpe,inseguita da due cacciatori, trova nascondiglio in una capanna, consigliata da un vecchio taglialegna. Arrivati i due cacciatori, il taglialegna a voce alta dice di non avere mai visto una volpe passare di là, ma con un cenno indica la capanna. I cacciatori ignorano i cenni del taglialegna e continuano la propria corsa nel bosco. MORALE DELLA FAVOLA «Questa favola si potrebbe applicare a certi uomini, i quali, a parole, manifestano i più generosi propositi, ma, all’ atto pratico, si comportano male». IL SISTEMA DEI PERSONAGGI Protagonisti: cacciatori. La volpe e il taglialegna; Antagonisti: I SPIEGAZIONE DELLA MORALE La morale vuole intendere che ci sono uomini che solo a parole manifestano la loro generosità, ma non trasformano le parole in fatti. ESEMPIO PRATICO: Molto spesso, da piccolo, mi capitava, mentre giocavo a nascondino, di esprimermi a parole per indicare di non sapere i luoghi in cui i miei amici si nascondevano, ma con i gesti per indicare i luoghi nascosti, dove erano situati i bambini. ESERCIZIO DI SCRITTURA CREATIVA C’ era una volta una piccola volpe rossa, a cui purtroppo due cacciatori avevano ucciso la madre. Un giorno la volpe, girando per il fitto bosco, viene presa (o meglio rapita) da un vecchio taglialegna, che la porta in una piccola capanna di legno alla fine del bosco. La volpe impaurita cerca di scappare dalle forzute braccia dell’uomo, ma invano. Per tutto il tragitto il taglialegna ripeteva continuamente la stessa frase: ”Questa bella volpe la mangerò non appena arriverò a casa”. Arrivati a casa, la volpe tentò più volte la fuga, ma il taglialegna, preparata la pentola, la infilò dentro. Nel frattempo la volpe, però, con un salto fulmineo -e con un po’ di scottatureriuscì a fuggire dalla finestra. Morale:Nelle favole i buoni vincono sempre contro i cattivi, ma nella vita reale e’ il contrario. EDUARDO BERNARDO TITOLO DELLA FAVOLA L’asino che passava per leone INTRECCIO Questa favola parla di un asino che indossava della pelle di leone. Tutte le persone che lo vedevano, pensando che fosse un leone, scappavano. Un giorno, però, un soffio di vento gli fece volare via la pelle di leone e tutte le persone lo picchiarono con randelli e bastoni. MORALE DELLA FAVOLA «Chi si trova nella condizione di un povero privato ,non cerchi di scimmiottare i ricconi, per non averne danni e risate: non è conveniente per noi quello che è estraneo alla nostra natura». IL SISTEMA DEI PERSONAGGI L’ asino e le persone Protagonista : l’ asino Antagonista : le persone SPIEGAZIONE DELLA MORALE La morale ci vuole far capire che in qualsiasi situazione dobbiamo essere noi stessi. Se noi non possiamo permetterci certe cose, non possiamo averle: siamo poveri, non possiamo fingere di essere ricchi. ESERCIZIO DI SCRITTURA CREATIVA Un asino in una cittadina vicino temuto perché trovò un leone morto lui ad ucciderlo e da quel momento cittadina. Il figliolo del leone Madrid era molto rispettato e e disse a tutti che era stato fu l’ animale più temuto della morto era molto infuriato con l’asino perché anche lui pensava che suo padre fosse stato ucciso dall’ asino. Un mattino, verso mezzogiorno, il leoncino andò in piazza e sfidò l’asino davanti a tutti. L’asino aveva molto paura e per non essere ucciso confessò che aveva trovato il leone morto e che non era stato lui ad ucciderlo. Allora il leoncino, per non sbranarlo, gli impose di portare a vita la fascia dell’animale più debole e fifone della città. FABRIZIO MARIA MANCINO TITOLO DELLA FAVOLA L’astronomo INTRECCIO Un astronomo che amava uscire la sera per studiare le stelle. Una notte, distraendosi per studiare, cadde in un pozzo. Egli, dopo essere caduto, si lamentava e un passante, sentendo le grida, si avvicinò e disse: «Caro ragazzo, piuttosto che guardare in cielo, guarda in terra». MORALE DELLA FAVOLA «Questa favola potrebbe servire per uno di quei tali che si vantano di cose incredibili, mentre non sanno fare nemmeno quello che fanno tutti gli uomini normali». IL SISTEMA DEI PERSONAGGI L’astronomo e il passante SPIEGAZIONE DELLA MORALE Questa morale vuole sottolineare l’esagerazione nel sapere materie o altro di complicato e non riconoscere le basi, come gli altri uomini sulla terra. Esempio pratico: Quotidianamente si possono vedere degli esempi di ignoranza da parte di persone importanti, come politici o critici, che non conoscono argomenti fondamentali del loro lavoro. ESERCIZIO DI SCRITTURA CREATIVA Due astronomi per un progetto si facevano dispetti per ostacolarsi l’un l’altro. Un giorno i due partecipavano ad un concorso per astronomi con molti altri studiosi. Essi credevano di essere i più bravi del paese ed arrivavano in finale con un altro loro collega. Erano in competizione e per questo, facendosi dispetti, nessuno dei due riusciva a vincere il premio, poiché lo vinse un altro loro collega. A fine gara il capo giuria si avvicinò e disse a entrambi: «Voi avete perso la possibilità della vostra vita e non l’avete sfruttata. Mi dispiace, poiché eravate dei buoni astronomi». Questa favola vuole esprimere che le opportunità vanno sfruttate senza pensarci su e senza aver timore di altre persone. FEDERICO PREVITI TITOLO DELLA FAVOLA La Cicala e le Formiche INTRECCIO La favola narra di una cicala che va a chiedere alle formiche un po’ di cibo. Le formiche chiedono perché lui non ne avesse e esso rispose che non ne aveva, poiché è stata tutta l’ estate a cantare. Le formiche allora le risposero: «Adesso balla!!!!!! ». MORALE DELLA FAVOLA La morale della fiaba è che bisogna sempre prepararsi per qualsiasi evento, altrimenti bisogna affrontare le conseguenze. IL SISTEMA DEI PERSONAGGI Le Formiche e la Cicala Descrizione psicologica delle Formiche: Avide ed impotenti contro l’ inverno. Descrizione psicologica della Cicala: Distratta e “scansafatiche”. Esempio: Io, durante l’ inizio di quest’ anno, ho pensato a coltivare di più le amicizie in classe e mi sono occupato di meno dello studio e, quindi, i miei voti in pagella saranno bassi, anche se solo ora capisco il mio errore. ESERCIZIO DI SCRITTURA CREATIVA Un giorno, in un parco abbandonato, gli animali stavano morendo di fame per l’assenza di cibo e gli unici animali ad avere il cibo erano le api, che appunto avevano il miele. Però, il loro alveare era coperto da rami e le api non riuscivano più a uscire. Perciò fecero un patto con gli animali all’esterno: se avessero distrutto i rami, avrebbero donato miele a tutti. I comandanti di questa spedizione furono una cicala e una formica. Grazie all’aiuto di tutti i rami caddero e, come promesso, le api donarono il loro miele a tutti gli animali. FRANCESCO CASSANITI TITOLO L’asino vestito della pelle del Leone e la Volpe INTRECCIO La favola narra la storia di un asino che seminava il panico tra le bestie perché indossava un vestito fatto di pelle di un Leone. MORALE DELLA FAVOLA «Così ci sono degli ignoranti che, grazie alle loro fastose apparenze, sembrano persone importanti, se la smania di parlare non li tradisse». IL SISTEMA DEI PERSONAGGI I personaggi sono un asino e una volpe. SPIEGAZIONE DELLA MORALE Il senso della morale è che ci sono molti ignoranti che, per quello che possono sembrare, credono di essere persone importanti, ma spesso si fanno tradire dalla parola. Esempi pratici: Questo a me capita quando faccio gli scherzi telefonici. Mi spaccio per persone importanti, ma poi la mia voce mi tradisce. ESERCIZIO DI SCRITTURA CREATIVA C’era una volta un Leone che si prendeva gioco di tutti gli animali della foresta credendo di essere superiore a tutti. Lì vicino c’era un asinello che sentì tutto e insieme al suo migliore amico, una volpe, decide di sfidarlo. Il Leone accettò di buon grado la sfida, ma prese un po’ sotto gamba il duello… GIANPAOLO COSMO TITOLO DELLA FAVOLA L’asino vestito della pelle del leone INTRECCIO Un asino si mise addosso la pelle di un leone e spaventava tutti. Un giorno decise di mettere paura anche alla volpe, però non ci riuscì, perché la volpe riconobbe la sua voce. MORALE DELLA FAVOLA «Così ci sono degli ignoranti, che, grazie alle loro fastose apparenze, sembrerebbero persone importanti, se la smania di parlare non li tradisse». IL SISTEMA DEI PERSONAGGI L’asino, la volpe e gli animali del bosco. SPIEGAZIONE DELLA MORALE Secondo me, la morale ci fa capire che alcune sembrerebbero importanti per il loro aspetto se non parlassero, ma anche in altre situazioni. Ad esempio, se un ragazzo deve giocare a pallone non deve sentirsi importante perché ha il completino e le scarpette, ma deve sentirsi importante se sa giocare. ESERCIZIO DI SCRITTURA CREATIVA C’era una volta una volpe che, essendo molto affamata, andava per il bosco a cercare una preda, ma non trovava nulla. Ad un certo punto trovò un piccolo criceto con i suoi figli. Il criceto, appena vide la volpe, capì dal suo aspetto che era molto affamata. Allora chiese alla volpe di non mangiare lei e i suoi cuccioli e, prima che la volpe rispondesse, le disse che conosceva un asinello che avrebbe potuto mangiare. La volpe pensò a lungo e decise di salvare i criceti indifesi e mangiare l’asinello, ma a patto che il criceto doveva accompagnarla dall’asinello. Il criceto accettò. Arrivati a destinazione, il criceto chiese alla volpe se poteva andare dai suoi cuccioli. La volpe disse che doveva prima mangiare l’asinello e poi sarebbe ritornato dai suoi cuccioli. Il criceto accettò. La volpe mangiò l’asino e, insoddisfatta, tornò dal criceto e gli disse che l’asinello era scappato e avrebbe mangiato i suoi figlioletti. Il criceto angosciato decise di salvare i suoi piccoli e si fece mangiare al posto loro. GIUSEPPE CAPASSO TITOLO DELLA FAVOLA L’Astronomo INTRECCIO Un astronomo usciva tutte le sere per guardare le stelle. Una sera, mentre il suo sguardo era rivolto al cielo, cadde in un pozzo. Così un passante che lo sentì urlare, rivolgendosi all’ astronomo, disse che non si può guardare il cielo senza sapere cosa c’è sulla terra. MORALE DELLA FAVOLA «Questa favola potrebbe servire per uno di quei tali che si vantano di cose incredibili, mentre sanno fare nemmeno quello che fanno tutti gli uomini normali». SPIEGAZIONE DELLA MORALE Io penso che la morale voglia dire che, anche se si diventa persone acclamate per grandi capacità, bisogna sempre rimanere con i piedi per terra e attaccati alle proprie origini. Esempi pratici: Uno dei possibili esempi pratici è quando si incontrano alcuni V.I.P. che sono convinti che tutto sia loro dovuto. IL SISTEMA DEI PERSONAGGI L’ Astronomo e il Passante ESERCIZIO DI SCRITTURA CREATIVA C’era una volta un astronomo che era molto povero. Di giorno per andare avanti era costretto ad andare a lavorare nei campi, mentre di notte prendeva il suo telescopio ed andava a scrutare il cielo. Una notte, mentre era occupato nei suoi studi, uno spiritello maligno travestito da passante, lo trasse in inganno, dicendogli che avrebbe potuto dedicarsi solo all’ astronomia, se avesse voluto aiutarlo a rubare una pietra preziosa. La notte seguente lo spiritello e l’ astronomo si organizzarono ed andarono a rubare quella pietra. Mentre erano in cammino, l’ astronomo iniziava a pentire per quello che stava per fare e voleva tirasi indietro. Tuttavia, avendo già fatto il patto con lo spiritello, dovette escogitare un piano: arrivati nel luogo prestabilito, l’ astronomo iniziò a guardare le stelle e a illustrare le costellazioni allo spiritello, cosi quest’ ultimo, irritato, dovette andare a fare il colpo da solo. L’ astronomo tornò a casa contento di non aver partecipato al colpo e lo spiritello fu arrestato. IACOPO VARTULI TITOLO DELLA FAVOLA L’Asino che passava per leone INTRECCIO Un asino indossava una pelliccia di un leone scambiandolo per un leone. Tutti quanti, perciò, avevano paura di lui, finché un giorno un soffio di vento gli levò la pelliccia e l’asino restò nudo. Allora tutti se ne accorsero e lo picchiarono. MORALE DELLA FAVOLA «Chi si trova nella condizione di un povero privato, non cerchi di scimmiottare i ricconi, per non averne danni e risate: non è conveniente per noi quello che è estraneo alla nostra natura». IL SISTEMA DEI PERSONAGGI L’ASINO,IL POPOLO. ANTAGONISTI:POPOLO. SPIEGAZIONE DELLA MORALE Secondo il mio parere, non bisogna mai spacciarsi per ricconi, ma bisogna essere se stessi e pensarla diversamente dagli altri. La morale vuole intendere che non bisogna copiare il riccone per farsi rispettare, ma bisogna semplicemente essere se stessi anche se poveri o essere diversi dagli altri. ESEMPI PRATICI: L’altro giorno un mio amico non poteva entrare ad una festa, solo perché non teneva abiti firmati e non aveva soldi. Io credo, invece, che una persona non si riconosca dai soldi o dagli abiti firmati, ma sono sicuro che l’abito non faccia il monaco. ESERCIZIO DI SCRITTURA CREATIVA Un giorno un asino senza una zampa pascolava felice nel bosco, camminando incontrò un leopardo che lo prendeva in giro per il suo problema e lo tormentava. Allora l’asino, molto furbo, disse al leopardo che era meglio non avere una zampa che tanta arroganza. ANNA INNOCENTI TITOLO DELLA FAVOLA Il pipistrello e la donnola INTRECCIO La storia racconta che un pipistrello cadde e venne afferrato da una donnola, suo predatore naturale. E così mentì, dicendo che era un topo e la donnola lo lasciò andare. Capitò di nuovo e il pipistrello riuscì a fuggire. MORALE DELLA FAVOLA «La favola mostra che non bisogna ricorrere sempre agli stessi espedienti, ma riflettere a come si possa sottrarsi ai pericoli adattandosi alle circostanze». SPIEGAZIONE DELLA MORALE Nei casi di pericolo non bisogna sempre mentire, adattandosi alla situazione. IL SISTEMA DEI PERSONAGGI - Pipistrello - Donnola ESERCIZIO DI SCRITTURA CREATIVA L’AMORE IMPOSSIBILE C’erano una volta un pipistrello e una donnola che, pur essendo molto diversi tra loro, avevano una cosa in comune: non potevano mostrarsi alla luce del sole. Ognuno per due motivi diversi: il pipistrello non poteva esporsi al sole perché non lo sopportava. La donnola, invece,essendo una facile preda, correva il rischio di essere catturata da qualche iena. Il pipistrello era un tipetto un po’ sbadato, poiché non era un pipistrello a tutti gli effetti a causa della sua giovane età. Una sera di ritorno a casa, andò a sbattere e finì nella tana della donnola. I due si incontrarono e fu subito amore. Però, si potevano vedere solo al buio, ma per passare più tempo insieme occorreva che si vedessero anche di giorno. Così si rivolsero all’orso indovino che donò ad entrambi qualità magiche per incontrarsi sempre. Infine, i due continuarono a vedersi e vissero sempre felici e contenti. EMANUELE MUSIELLO TITOLO DELLA FAVOLA Il taglialegna ed Ermes INTRECCIO Ad un taglialegna, un giorno, cadde l’accetta nel fiume e si mise a piangere per l’accaduto. Ermes, quando seppe di questo fatto, si impietosì e scese sulla terra per aiutarlo e si tuffò nel fiume per recuperargli l’accetta. Ermes si tuffò per ben tre volte: le prime due tirò fuori delle accette d’oro e d’argento ed il taglialegna disse che non erano sue, la terza volta che Ermes si gettò nel fiume trovò l’accetta del cacciatore. Allora Ermes, per premiare l’ onestà del taglialegna, gli diede tutte e tre le accette. Il taglialegna raccontò il fatto ai suoi amici e uno di loro decise di fare la stessa cosa, solo che Ermes, scoperto l’ inganno, non gli diede nessuna delle tre accette. MORALE DELLA FAVOLA «La favola mostra che le divinità sono tanto propizie agli onesti quanto ostili ai disonesti». IL SISTEMA DEI PERSONAGGI I personaggi sono il taglialegna, Ermes e l’amico del taglialegna. SPIEGAZIONE DELLA MORALE La morale ci insegna che il destino riserva agli onesti solo cose positive, mentre ai disonesti solo cose negative ed è più crudeli. Anche nella vita accade questo fatto e non sempre i cattivi vincono sui buoni. ESERCIZIO DI SCRITTURA CREATIVA C’era una volta un taglialegna che era molto povero e si lamentava sempre con i suoi amici che nelle vicinanze della sua casa non esisteva un bosco con molti alberi. Ermes, impietosito dalla sua storia, chiese a Diana, dea della caccia, di far crescere un grande bosco nelle vicinanze della casetta del taglialegna. Il giorno successivo il taglialegna, appena svegliatosi uscì di casa per andare a lavorare e, come per sorpresa, trovò un grande bosco con molta legna da tagliare e da quel giorno da povero diventò ricco ed ebbe una vita migliore. MICHELE ANNUNZIATA TITOLO DELLA FAVOLA Il Porcellino e le pecore INTRECCIO Questa favola parla di un porcellino che si e ogni volta pascola con loro. Cosi, porcellino fu preso dal pastore, incominciò e, allora, le pecore gli dissero che non perchè prendeva anche loro così. Tuttavia, «Prende voi per la lana e il latte,di di me intrufola in un gregge un giorno, quando il a urlare come un pazzo c’era da preoccuparsi il porcellino rispose: vuole carne». MORALE DELLA FAVOLA «Questa favola insegna che hanno ragione di piangere coloro che corrono il pericolo di perdere,non le sostanze ma la vita». SPIEGAZIONE DELLA MORALE Questa morale ci vuole far capire che non tutti hanno lo stesso destino, ma a volte qualcuno è fortunato o sfortunato. IL SISTEMA DEI PERSONAGGI Protagonista: Il Porcellino Antagonista: Il Pastore Personaggi Secondari: Le Pecore Esempi Pratici: Ricordo quando la cagna di mia nonna per la prima volta ebbe i cuccioli: mio zio disse che era ancora troppo piccola e, allora, lei incominciò a guaire. ESERCIZIO DI SCRITTURA CREATIVA In un gregge viveva un maialino che, per non farsi vedere dal pastore, si nascondeva dietro la lana delle pecore. Così, un giorno, il maialino, avendo fame, volle andare a prendere qualcosa da mangiare a casa del pastore, mentre dormiva. Le pecore gli risposero che era pericoloso e che, se fosse entrato, non sarebbe mai più uscito, ma il maialino fu avido di cibo e ci andò lo stesso. Dopo essere entrato, vide una bella coscia di pollo, ma all’improvviso ci fu uno sparo che fu sentito anche dalle pecore e tutte rimasero male. Morale: Ogni volta che qualcuno ti dà un consiglio, è meglio fidarsi. LUCA ANGELO JUNIOR ROMANO TITOLO DELLA FAVOLA L’asino, la volpe e il leone INTRECCIO Un asino e una volpe si allearono per andare a caccia. Per strada incontrarono un leone, il quale disse alla volpe che, se voleva salvarsi, doveva darle l’ asino e la volpe acconsentì. La volpe tese una trappola al leone e l’ asino venne catturato da una rete. E così il leone prese prima la volpe e poi l’asino. MORALE DELLA FAVOLA «Così spesso, senza avvedersene, compagni, rovina insieme a loro». chi tende insidie ai suoi IL SISTEMA DEI PERSONAGGI L’ asino, la volpe e il leone SPIEGAZIONE DELLA MORALE Questa morale spiega che chi tende una trappola ai propri compagni paga le conseguenze insieme a essi. ESERCIZIO DI SCRITTURA CREATIVA C’erano una volta una volpe e un leone, che erano amici tra loro. Un giorno andarono a caccia insieme. I due girarono tutta la foresta, ma non trovarono nessun animale. Il giorno dopo andarono a caccia e trovarono un asino, si nascosero dietro un cespuglio e la volpe sapeva che quell’ asino era di un cacciatore e convinse il leone ad andare a cacciarlo dicendo:“Non ti preoccupare perchè il cacciatore è a caccia, non è in casa. Fidati di me!”. Il leone si alzò e uccise l’ asino, mentre l’ asino urlava dal dolore e svegliava il cacciatore, il quale prendeva il fucile e uccideva il leone, nel frattempo la volpe uccideva tutte le galline e le mangiava. Morale: Fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio. MARIA PAUDICE TITOLO DELLA FAVOLA L’asino, il gallo e il Leone INTRECCIO Un giorno, un gallo che mangiava dalla stessa ciotola di un asino difese con un urlo il compagno aggredito da un leone. Il leone scappò spaventato dall’ urlo del gallo, ma l’asino, illuso di aver spaventato il leone, lo inseguì e successivamente, quando l’urlo non arrivò più all’orecchio del leone, quest’ultimo si girò per aggredire l’ingenuo asino. MORALE DELLA FAVOLA «La favola mostra che molti uomini partono in guerra contro gente che si è fatta piccola a bella posta e così finiscono rovinati da quella». SPIEGAZIONE DELLA MORALE Molte persone ingannate dal loro essere superiori o presuntuosi, finiscono per essere divorati come nella favola o, come nella vita reale, per fare una brutta figura... per paura di non saper dimostrare quello che pensavano di sapere. IL SISTEMA DEI PERSONAGGI I personaggi sono tre: il gallo, il leone e l’asino ed è proprio quest’ultimo che impersonifica la morale, quando crede di essere più forte del leone e viene divorato da lui. ESERCIZIO DI SCRITTURA CREATIVA C’era una volta un gallo che era il principe di un regno lontano, ma molto lontano da quello abitato dagli umani… Un giorno si presentò un venditore di oggetti magici era chiamato il potente e ‘grande quadrupede’. Egli era un anziano asino che proveniva dalle tenebre… Si diceva, infatti, che avesse strappato diversi oggetti magici ai più potenti miti della storia e che fosse poi scappato da quel luogo infernale, portando con sé una freccia che non sbagliava mai la mira, rubata a Diana, dea della caccia, un orologio che riportava indietro nel tempo le persone sopra i 23 anni (dettaglio non riferito al re) e un mantello magico dal potere del invisibilità. Quando si presentò a corte il consigliere del gallo, Gin, un grosso leone, confidò in privato al re di non comprare gli oggetti… Ma egli, ingenuo, accettò l’offerta dell’ asino, comprando il bellissimo orologio d’oro e scambiandolo con tutte le ricchezze della famiglia reale… Purtroppo il povero re, così come molte altre persone, venne ingannato dal furbo quadrupede che rimase con le enormi ricchezze reali, a differenza del povero gallo che, avendo solo venti anni, non poteva utilizzare L’OROLOGIO. MARIAVITTORIA FIERRO TITOLO DELLA FAVOLA IL VIANDANTE ED ERMES INTRECCIO La storia narra di un uomo che fece un voto ad Ermes, promettendo che tutto ciò che avrebbe trovato nel suo viaggio, l’avrebbe diviso con il dio. Ma non fu così perché il viandante trovò delle mandorle e dei datteri e divise con Ermes solo i gusci delle cose che aveva mangiato. MORALE DELLA FAVOLA «La morale è che questa storia è adatta per un uomo avido che nella sua cupidigia, truffa persino gli dei». SPIEGAZIONE DELLA MORALE La morale, detta anche apologo, vuole “insegnare” qualcosa. In questo caso vuol dire che l’uomo è così avido che potrebbe truffare persino qualcuno più potente di lui o meglio prendersi gioco di Ermes. Un esempio pratico di questa storia potrebbe essere chi troppo vuole nulla stringe. IL SISTEMA DEI PERSONAGGI I personaggi della storia sono Ermes e il viandante che, da come possiamo capire dalla storia, è molto avido. ESERCIZIO DI SCRITTURA CREATIVA C’era una possente, riuscivano mangiavano contrario, volta il Monte Olimpo, dove sorgeva un albero alto e ma soprattutto crescevano delle mele d’oro che a far diventare gli dei più potenti ogni volta che ne una. Tuttavia, se era un uomo a mangiarla, accadeva il perché diventava debole da non riuscire a fare niente. Un giorno un uomo abbastanza alto e grassottello, trovò una pianta altissima che cresceva nel suo campo (era un contadino). Si arrampicò e arrivò sull’Olimpo, dove vide un albero altissimo pieno di mele d’oro e decise di rubarle. Improvvisamente apparve Ermes, un dio che gli permise di rubarle a patto che le avrebbe portate ai bambini malati e alle persone povere e agli anziani per dare loro più forza. Quando arrivò sulla terra il viandante portò le mele a casa e ne mangiò una gran parte, così da infrangere il patto. Un dio che si trovava per caso sulla terra Apollo, vide che l’uomo aveva infranto il patto e lo punì facendolo diventare molto debole,l’effetto contrario che faceva la mela. Così l’uomo, indebolitosi, non poté più lavorare e diventò povero. Gli dei decisero di perdonarlo e farlo ritornare in forma. MATTIA MIGLIORE TITOLO DELLA FAVOLA Il pastore che scherzava INTRECCIO Una volta, in un paesino di montagna, vi era un pastore burlone che amava fare gli scherzi ai suoi compaesani, quando portava al pascolo il suo gregge. Egli, infatti, urlava che dei lupi gli sbranavano le pecore e, quando gli abitanti del villaggio arrivavano, capitava che se ne tornavano a casa ricoperti di beffe. Accadde alla fine che i lupi vennero veramente e divorarono il gregge, poiché nessuno diede più conto delle urla del pastore. MORALE DELLA FAVOLA «La favola mostra che, a mentire, ci si guadagna soltanto questo: anche quando si dice la verità, non si è creduti». IL SISTEMA DEI PERSONAGGI Protagonista: è un giovane pastore che si prende gioco dei suoi compaesani e alla fine ci rimette il gregge. Personaggi secondari Gli abitanti: accorrono sempre alle urla del pastore finché non si stancano. Le pecore: le pecore del pastore che vengono divorate dai lupi. I lupi: i lupi che sbranano le pecore del pastore. SPIEGAZIONE DELLA MORALE La morale ha il significato che dietro bugie, che possono sembrare insignificanti, la gente può non riporre più la sua fiducia in te e ciò può tradirti nel vero momento del bisogno. Esempio pratico: Un esempio è quando una persona dice delle bugie che poi vengono scoperte. A lungo andare può capitare che la realtà poi non viene creduta. Ad esempio a me è successo di perdere una cosa e nessuno mi credeva. ESERCIZIO DI SCRITTURA CREATIVA C’ era una volta un pastore che ogni volta che lavorava i campi o portava a pascolare il suo gregge, “doveva” offrire un pesante tributo in cibo ad un lupo che gli intimoriva di mangiare le sue pecore e rovinare i suoi campi, se non l’ avesse fatto. Un giorno, il pastore, sotto consiglio della moglie, decise, impaurito, di comprare un fucile per uccidere il lupo. Il lupo lo scoprì e minacciò il pastore, il quale, in preda al panico, prese il fucile e sparò. Così visse felicemente la sua vita. Morale: La favola insegna che bisogna sempre avere il coraggio di affrontare le proprie paure con qualunque mezzo, anche per migliorare la propria autostima. MUROLI VINCENZO TITOLO DELLA FAVOLA L’ usignolo e lo sparviero INTRECCIO Un usignolo, mentre cantava, veniva preso da uno sparviero affamato e, mentre è nella bocca dello sparviero, l’ usignolo gli chiedeva di lasciarlo, ma lo sparviero gli rispondeva che sarebbe sciocco lasciar andare un pasto sicuro nella speranza di qualcosa di incerto. MORALE DELLA FAVOLA «Così, anche tra gli uomini, stolti sono coloro che, nella speranza di un bene maggiore, si lasciano sfuggire quello che hanno in mano». IL SISTEMA DEI PERSONAGGI Protagonista: Usignolo Antagonista: Sparviero SPIEGAZIONE DELLA MORALE La morale dice che è da stupidi lasciarsi sfuggire qualcosa di certo nella speranza di un bene maggiore. Esempi: Quest’ esempio è un po’ singolare e non so come mi sia venuto in mente, ma comunque lo dico: gli azionisti, quando lavorano, tentano, nella speranza di un bene maggiore, di rivendere le azioni che hanno già per comprarne delle nuove, credendo che queste ultime fruttino di più di quelle precedenti. ESERCIZIO DI SCRITTURA CREATIVA Una volta un usignolo e uno sparviero, molto amici, una volta furono inseguiti da un leone per avergli rubato il pasto. I due uccelli provarono ad implorare pietà al leone. Il leone in un primo momento li perdonò e li portò nella sua tana, ma, dopo aver bloccato l’entrata, mangiò i due animali. La morale è che anche nella realtà è meglio non fidarsi di coloro che, in apparenza, da cattivi diventano buoni. OLIMPIA IORIO TITOLO DELLA FAVOLA LA TARTARUGA E L’AQUILA INTRECCIO Una tartaruga pregava un’aquila perché le insegnasse a volare e così, anche se l’aquila le aveva detto che non era possibile, la prese tra gli artigli, la portò in cielo e la lasciò cadere. La tartaruga, non avendo le ali per volare, si schiantò e ruppe il suo guscio. MORALE DELLA FAVOLA «La favola dimostra come, a dispetto dei consigli dei saggi, molti si rovinino per voler scimmiottare il prossimo». IL SISTEMA DEI PERSONAGGI Aquila, tartaruga. SPIEGAZIONE DELLA MORALE Indipendentemente dai desideri, bisogna anche rendersi conto dei propri limiti e che pur di voler imitare poi si finirà sempre per rovinare se stessi . Es. se sono una donna, non posso pretendere di saper volare come un uccello. ESERCIZIO DI SCRITTURA CREATIVA LA FURBA TARTARUGA. C’era una volta una tartaruga di nome Zippica, che viveva con il suo fratellino Tippete. Un giorno, mentre Zippica stava andando al fiume, Tippete venne rapita dall’aquila di nome Pomina e venne portata nella tana. Quando Zippica ritornò e non vide più il suo fratellino, capì subito che era stato rapito dall’ aquila. Allora decise di mettersi in cerca di Tippete. Tippete venne trovata mezzo morta e sanguinante. Allora Zippica decise di sfidare l’aquila ad una caccia al tesoro, ma, mentre l’aquila cercava, Zippica prese il fratellino e scappa. SABRINA DE SIMONE TITOLO DELLA FAVOLA Le rane chiesero un re INTRECCIO Le ranocchie volevano a tutti i costi un re che le governasse e ripetutamente chiedevano a Zeus. Zeus mandò nel loro stagno un pezzo di legno. Le ranocchie, appena videro il re, andarono a fondo e successivamente ci si buttarono sopra. Si vergognarono del loro re e si lamentarono con Zeus che, esausto, mandò una biscia che mangiò tutte le rane. MORALE DELLA FAVOLA «La favola mostra che è meglio avere governanti infingardi ma non cattivi, piuttosto che turbolenti e malvagi». IL SISTEMA DEI PERSONAGGI I personaggi sono le ranocchie, Zeus, il pezzo di legno e una biscia. I personaggi non sono descritti né dal punto di vista caratteriale né dal punto di vista fisico. Le protagoniste sono le ranocchie. Possiamo dire che Zeus modifica il suo ruolo: inizialmente, infatti, si comporta come un aiutante, in quanto manda un re e accontenta le ranocchie; in un secondo momento, comportandosi da antagonista, ha l’intento di uccidere le ranocchie. Usa la biscia come aiutante e, quindi, la biscia è un oppositore. SPIEGAZIONE DELLA MORALE Penso che la morale voglia dire che bisogna accontentarsi e non bisogna volere a tutti i costi la perfezione. Infatti, come ci viene descritto nella favola, il non accontentarsi può essere anche pericoloso, oltre ad essere la maggior parte delle volte molto infantile. ESERCIZIO DI SCRITTURA CREATIVA C’era una volta una ranocchia che spesso se ne stava da sola nello stagno. Era spesso malinconica e non capiva perché nessuna altra ranocchia la volesse conoscere né volesse passare del tempo insieme a lei. Le altre erano molto cattive con la ranocchia e la prendevano per il suo aspetto e per la sua voce molto fastidiosa. Inoltre, la prendevano in giro perché era umile e semplice. La ranocchia di piccola età voleva per forza assomigliare ad una delle altre, chiamata Jane. Col passare del tempo, avendo uno stereotipo davanti ai suoi occhi, diventò molto simile a Jane. Le ranocchie si avvicinarono e, parlando, scoprirono di avere un desiderio in comune: entrambe volevano una loro amica animale di un’altra specie e, quindi, pregavano spesso Zeus, affinché le mandasse una amica. Un giorno, dopo tante preghiere, giunse allo stagno una bella biscia innocua che aveva il compito di amare le due ranocchie. Jane, però, iniziò ad odiare la piccola biscia, perché la sua amica si era molto affezionata a lei e non le prestava molta attenzione. Un bel giorno, Jane arrabbiata, decise di uccidere la biscia, con altre ranocchie. La piccola ranocchia, oramai cresciuta, si accorse dell’accaduto e soprattutto si accorse chi aveva fatto quella cattiveria. Capì che Jane era una ranocchia malvagia e non volle più stare con lei. Inoltre, capì che non doveva assomigliare a nessun’altra ranocchia e che lei era una ranocchia buona e umile. Una morale può essere : meglio soli che male accompagnati. LORENZO SCARAMUZZINO TITOLO DELLA FAVOLA Il Pastore che Scherzava INTRECCIO Un pastore conduceva il gregge a pascolare piuttosto lontano dal villaggio e si divertiva a gridare che i lupi lo assalivano. Gli abitanti accorsero spaventati e poi tornavano nelle loro case tra le beffe. Accadde che, però, una volta, il suo gregge fu veramente attaccato dai lupi. Il contadino chiese aiuto, ma nessuno accorse, poiché pensavano che il contadino stesse facendo un altro dei suoi scherzi. Fu così che egli ci rimise il gregge. MORALE DELLA FAVOLA «La favola mostra che, a mentire, ci si guadagna soltanto che, anche quando ci si dice la verità, non si è creduti». IL SISTEMA DEI PERSONAGGI □ □ □ □ Il pastore Il gregge I lupi I cittadini SPIEGAZIONE DELLA MORALE La morale spiega che bisogna chiedere aiuto soltanto quando serve veramente, altrimenti le persone che sono venute in tuo soccorso, ti etichettano come bugiardo e, quando serve veramente il loro aiuto, ti voltano le spalle. ESERCIZIO DI SCRITTURA CREATIVA C’era una volta un contadino che era solito portare il suo gregge, guidato da un cane che il contadino era solito picchiare e frustare, lontano dal villaggio. Una volta il cane fu frustato così forte che se ne scappò. Il contadino prese la guida del gregge e, dopo aver fatto una breve passeggiata, tornò a casa, dove trovò il cane insieme ad altri suoi compagni stesi sul terreno che appena videro il contadino arrivare, lo attaccarono e lo sbranarono. Morale: Mai trattare male nessuno, neanche se all’apparenza può sembrare meno forte di te, perché con l’aiuto di qualche suo compagno, può fare la stessa cosa a te. FABIO PELLONE TITOLO DELLA FAVOLA Il porcellino e le pecore INTRECCIO In un gregge di pecore si era infiltrato un maialino che all’improvviso venne preso su dal pastore. Cominciò a strillare e le pecore lo rimproveravano, ma lui spiegò loro che il pastore non l’aveva preso per la lana, come per le pecore, ma per la carne. MORALE DELLA FAVOLA «Questa favola insegna che hanno ragione di piangere coloro che corrono il pericolo di perdere, non le sostanze, ma la vita». IL SISTEMA DEI PERSONAGGI Protagonista: il porcellino Antagonista: il pastore Personaggi secondari: le pecore SPIEGAZIONE DELLA MORALE Questa morale vuole far capire che, se bisogna scegliere tra una cosa materiale e una cosa importante come la vita, non bisogna cadere nella tentazione di pensare che quell’oggetto sia più importante della propria vita. Esempi pratici: un militare ha più ragione di avere paura di perdere la vita di un uomo d’affari che ha paura di perdere il denaro. ESERCIZIO DI SCRITTURA CREATIVA Un giorno un porcellino che, vagando per i prati, incontrò un pastore che lo prese con sé. Quando arrivarono nella fattoria, il maialino cominciò a chiacchierare con le pecore. Dopo un po’ disse loro: «Ho fame! Dove posso trovare del cibo?» e loro gli risposero: «È in casa del pastore, ma lui ci vieta di entrare». Nonostante ciò, il porcellino decise di entrare nella casa e rubò del cibo. Quando il pastore lo scoprì, prese il maialino, lo uccise e lo mangiò. Morale: chi la fa l’aspetti. Perché il porcellino aveva fatto un torto al pastore, che lo ripagò con la stessa moneta.