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Ambienti spaziosi, bianco, modernità e presenze vintage. Così Ruud

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Ambienti spaziosi, bianco, modernità e presenze vintage. Così Ruud
La
casa
che
visse
due
volte
di Marc Heldens - foto di Verne
ha collaborato Francesco Marchesi
Ambienti spaziosi, bianco,
modernità e presenze
vintage. Così Ruud van
Oosterhout ha trasformato
uno studio d’artista ad
Amsterdam nella dimora
perfetta per due
professionisti della moda
La scala è la vera spina dorsale
del progetto. Bianca e ipnotica è stata
disegnata da Ruud van Oosterhout.
Sulle pareti foto di famiglia e scatti firmati
da Helmut Newton e Bruce Weber.
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Gli spazi luminosi del primo piano
ospitano la zona living. Anche qui
domina il bianco, esaltando le
linee del divano nero Charles da
B&B Italia, della Egg Chair di Arne
Jacobsen (prod. Fritz Hansen) e
degli altri arredi vintage.
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Un mix di luce, spazi ampi e tocchi glam tra perle
di design e opere d’arte. Ecco il segreto di un
luogo perfetto per staccare la spina e ritrovarsi
Il quartiere dei musei è una delle zone più ambite di Amsterdam. Qui, poco distante dal verde del Vondelpark, tra
lunghe strade costeggiate da alberi e villette costruite nel XIX secolo, Hans Dietvorst e Jochen Runkel, due
professionisti del mondo del fashion, hanno trovato la loro dimora ideale. Un ex studio d’artista all’ultimo piano
di un edificio dei primi del ’900 in mattoni gialli, con un passato industriale. “Questa casa ci ha conquistato a prima
vista”, ricorda Dietvorst, “ne abbiamo intuito immediatamente le potenzialità e innamorarcene è stato facile”.
Un po’ più difficile è stato, invece, conquistarla perché apparteneva a un loro amico di famiglia che non aveva alcuna
intenzione di venderla. I due si erano quasi rassegnati quando arrivò un ripensamento improvviso del proprietario.
“Siamo letteralmente corsi ad acquistarla”, ricordano Dietvorst e Runkel, “poi, non appena avute le chiavi in mano,
abbiamo chiamato il nostro compagno d’avventura Ruud van Oosterhout”. All’architetto e interior designer olandese
è toccato il compito di rimodulare i 250 mq secondo le nuove direttive: bianco, vintage, modernità, spazi ampi e
quiete. “Già, soprattutto quiete”, rivela Dietvorst. “Lavorando per due brand come Tommy Hilfiger e Calvin Klein,
siamo sempre in giro per il mondo a contatto con un’infinità di stimoli diversi e quando torniamo a casa quello che
desideriamo di più è un’oasi di pace dove poter staccare la spina”. Per rispondere ai desiderata, van Oosterhout
ha eliminato i confini interni e imbiancato le pareti, senza però venire meno al suo personale credo.
“Amo l’equilibrio e le proporzioni perfette”, rivela l’architetto, “ma non so rinunciare a un tocco un po’ eccentrico”.
Una firma inconfondibile rappresentata dall’ipnotica scala bianca, vera spina dorsale del progetto, che collega
tutti i livelli della casa. Per amplificare la sensazione di tranquillità la scelta è caduta su arredi vintage
e ambienti total white. Il risultato è un appartamento spazioso ed elegante che grazie alle grandi finestre viene
illuminato dalla luce solare durante tutta la giornata. Il primo piano è occupato dalla zona living, al livello superiore,
reso più confortevole dai soffitti rialzati, trova posto la camera padronale affacciata su un grande terrazzo di oltre
160 mq. All’interno di questo nuovo mare bianco la personalità degli arredi era fondamentale e qui è venuta in aiuto
la collezione dei due proprietari, tra fotografie scattate da Helmut Newton e Bruce Weber, arredi firmati da Achille
Castiglioni, Arne Jacobsen o Ludwig Mies van der Rohe e un pizzico di nostalgia per la quiete dei Fifties.•
Nella zona living spicca la silhouette vintage del daybed Adams, a destra un ritratto di Jochen Runkel e Hans Dietvorst.
Pagina accanto, attorno al tavolo da pranzo anni ’50, le sedie by Erik Wørts. Sul soffitto, un lampadario sempre Fifties.
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Nella stanza padronale, una parete
scorrevole in palissandro realizzata
su disegno, come il letto laccato
lucido. Lampada anni ’60 acquistata
da Morentz, Amsterdam. Pagina
accanto, di fronte al letto, Cherner
Chair in legno curvato di Norman
Cherner e lampada Lumiere di
Rodolfo Dordoni per Foscarini.
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Porte scorrevoli nere proteggono
la camera degli ospiti. A sinistra,
sedia by Norman Cherner, più in
là l’iconico daybed Barcelona di Mies
van der Rohe di Knoll International, a
parete stampa ispirata a Julian
Schnabel. Lampada a sospensione di
George Nelson per Vitra.
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