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La dimensione spaziale nelle politiche di sicurezza e difesa

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La dimensione spaziale nelle politiche di sicurezza e difesa
N°30 – GENNAIO 2015
La dimensione spaziale
nelle politiche di sicurezza e difesa
www.bloglobal.net
BloGlobal Research Paper
Osservatorio di Politica Internazionale (OPI)
© BloGlobal – Lo sguardo sul mondo
Milano, gennaio 2015
ISSN: 2284-0362
Autore
Violetta Orban
Violetta Orban e Dottoressa in Relazioni Internazionali presso l’Universita Roma Tre con una tesi dal titolo “Le
transizioni politiche in Medio Oriente. Siria, Libano e Yemen in prospettiva comparata”. Presso lo stesso Ateneo ha
conseguito con lode la laurea triennale in Scienze Politiche con una tesi in Relazioni Internazionali intitolata “Sistema internazionale e processi di democratizzazione in Medio Oriente: i casi di Arabia Saudita ed Emirati
Arabi Uniti”. Ha ottenuto la borsa di studio Piccola Astre (Alta Scuola Roma Tre) ed il diploma di Esperto in Cerimoniale e Protocollo nazionale ed internazionale dalla SIOI (Societa Italiana per l’Organizzazione Internazionale), in seguito al quale ha svolto un tirocinio presso l’Ufficio III del Cerimoniale Diplomatico della Repubblica del
Ministero degli Affari Esteri. Nel 2013 ha seguito il Master in Istituzioni e Politiche Spaziali della SIOI e successivamente ha svolto uno stage in area Strategy & Marketing in Telespazio, analizzando le maggiori istituzioni nazionali, europee ed internazionali nel settore spaziale. E membro dell’associazione Women in Aerospace – Europe.
Questa pubblicazione può essere scaricata da: www.bloglobal.net
Parti di questa pubblicazione possono essere riprodotte, a patto di fornire la fonte nella seguente forma:
La dimensione spaziale nelle politiche di sicurezza e difesa (BloGlobal – Lo sguardo sul mondo), Milano 2015,
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I porti di Chabahar e Gwadar al centro dei “grandi giochi” tra Asia Centrale e Oceano Indiano, Osservatorio di Politica Internazionale (Bloglobal – Lo sguardo sul mondo), Milano 2014, www.bloglobal.n
INTRODUZIONE
L’incidenza della dimensione spaziale in numerosi settori di attività ha condotto a
un’acquisizione di consapevolezza dell’importanza del fattore spazio per finalità di
tipo politico, strategico, economico e commerciale. Le potenzialità nel campo delle
telecomunicazioni, della ricerca scientifica, del monitoraggio ambientale e climatico
e della difesa costituiscono rilevanti fattori di stimolo al possesso di infrastrutture e
di sistemi spaziali autonomi da parte dei principali attori internazionali ai fini della
proiezione del proprio ruolo sulla scena globale.
La valenza strategica di questo tipo di applicazioni si è rivelata un elemento primario per il loro sviluppo già a partire dall’epoca della Guerra Fredda e della coesistenza competitiva tra Stati Uniti e Unione Sovietica e le loro indubbie ricadute in termini politici, economici e militari hanno assunto ulteriore rilievo nel sistema internazionale contemporaneo, caratterizzato da conflitti asimmetrici e frammentazione
geopolitica.
Il
valore
aggiunto
in
chiave
militare
e
di
difesa
garantito
dall’ottenimento di asset spaziali indipendenti ha indotto i soggetti maggiormente
attivi nel settore aerospaziale ad implementare progetti di carattere militare, duale
e di protezione delle infrastrutture orbitali nell’ottica del raggiungimento di specifici
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obiettivi strategici e geopolitici.
1
PARTE I
LE ATTIVITA’ SPAZIALI NEL MONDO:
GOVERNANCE E PROGRAMMI
Un’analisi dei principali programmi e strutture decisionali a livello internazionale è
funzionale alla comprensione delle priorità strategiche dei maggiori attori attivi nel
settore spaziale, dello stato attuale dei progetti e tecnologie e delle questioni inerenti i temi della difesa e sicurezza.
L’Agenzia Spaziale Europea (European Space Agency - ESA) è il soggetto che veicola l’impegno in questo campo di 20 Stati, alcuni dei quali sono membri dell’Unione
Europea [1], ed estende la possibilità di partecipare ad alcuni progetti al Canada e
ad altri Paesi europei che hanno stabilito o stanno attualmente negoziando accordi
di cooperazione con l’Agenzia [2]. Il Consiglio, in cui ogni Stato membro è rappresentato con un voto, è l’organo che definisce le linee guida e le direttive politiche, si
riunisce periodicamente a livello ministeriale per le decisioni in merito ai principali
programmi e agli oneri finanziari e in questo formato prende parte, insieme al Consiglio dell’UE, al Consiglio Spazio europeo. Ogni quattro anni nomina il Direttore
Generale con il compito di assicurare le misure necessarie all’implementazione e
all’esecuzione delle politiche e dei programmi sulla base delle predisposizioni del
Consiglio. Tutti i Paesi membri contribuiscono in proporzione al proprio PIL al programma scientifico e a una serie di attività comuni, nonché hanno facoltà di partecipare e di stabilire il proprio grado di sottoscrizione ai progetti nelle aree del volo
spaziale umano, telecomunicazioni e applicazioni integrate, osservazione della Terra, lanciatori, navigazione, esplorazione robotica e monitoraggio dell’ambiente spaziale.
Le attività di ricerca scientifica dell’ESA hanno condotto allo sviluppo di missioni dagli obiettivi ambiziosi tra cui Smart-1, prima missione europea sulla Luna; Huygens,
la sonda atterrata su Titano, luna maggiore di Saturno e punto più lontano mai ragatmosfera; Venus Express per lo studio in orbita di Venere e della sua atmosfera;
Planck per lo studio della radiazione di fondo del Big Bang; Rosetta, la prima missione a lungo termine di studio e atterraggio su una cometa [3]; Gaia per la mappatura del miliardo di stelle della nostra galassia. Tra le future sfide da affrontare vi
sono le due missioni di esplorazione robotica ExoMars in collaborazione con
l’agenzia spaziale russa Roscosmos (2016 e 2018) che studieranno l’ambiente di
Marte, svilupperanno e dimostreranno nuove tecnologie per l’esplorazione planetaria in previsione di una missione di raccolta di campioni marziani. Le prospettive
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giunto nel sistema solare; Mars Express, studio in orbita di Marte, delle sue lune e
2
della filiera dei lanciatori europei, dell’utilizzo e sfruttamento della Stazione Spaziale
Internazionale, dell’evoluzione dei sistemi di navigazione satellitare Galileo e di osservazione della Terra Copernicus, dell’acquisizione di autonome capacità di monitoraggio dell’ambiente spaziale (Space Situational Awareness - SSA) e dell’evoluzione
del ruolo dell’ESA costituiscono alcuni degli elementi di primario interesse per il futuro delle attività spaziali in Europa [4].
Negli ultimi decenni i soggetti maggiormente attivi nel panorama spaziale del Continente sono stati Germania, Francia, Italia, Regno Unito e Spagna. Nell’ambito della propria struttura organizzativa in questo settore, ciascuno di questi Paesi si è impegnato in progetti a livello nazionale, di partecipazione ai progetti dell’ESA e di
cooperazione internazionale. Il modello organizzativo della Germania coinvolge attori istituzionali, quali i Ministeri Federali dell’Economia e Tecnologia, dei Trasporti e
dell’Educazione e Ricerca, e il German Aerospace Center (DLR) nella sua doppia
funzione di agenzia spaziale ed ente di ricerca [5]. Le attività in campo spaziale rivestono un ruolo centrale nella High-Tech Strategy lanciata nel 2006 che mira a catalizzare le azioni governative in innovazione e tecnologia. Negli ultimi anni le risorse complessivamente assegnate al comparto spaziale si sono attestate su valori in
media superiori al miliardo di euro; il Ministero dell’Educazione e Ricerca è responsabile della gestione delle attività nell’ambito dei Programmi quadro dell’Unione Europea, il Ministero dell’Economia e Tecnologia finanzia e coordina i programmi spaziali a livello nazionale ed europeo e il Ministero dei Trasporti stanzia fondi per i satelliti meteorologici europei, Copernicus e Galileo. Il DLR, con il supporto istituzionale del governo federale e dei Länder, definisce e implementa il programma spaziale tedesco, conducendo azioni relative ai progetti spaziali nazionali, ai programmi
di ricerca e sviluppo, alla contribuzione all’ESA e a EUMETSAT.
La Francia, nei documenti d’indirizzo strategico della propria politica spaziale, indica come macro-aree di azione i lanciatori Ariane, le telecomunicazioni satellitari,
l’osservazione della Terra, la scienza e la difesa. Sotto la supervisione dei Ministeri
della Ricerca e della Difesa e di concerto con altri Ministeri interessati (Ecologia,
Energia, Sviluppo Sostenibile, Educazione Nazionale, Esteri, Affari Sociali e Salute,
Interni) l’agenzia spaziale CNES (Centre Nationale d’Études Spatiales) contribuisce
tro di ricerca scientifica e tecnologica e partecipando attivamente ad attività industriali [6].
Anche la politica spaziale dell’Italia è il risultato dell’interazione tra il governo e
l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e si sviluppa dal coordinamento tra entità istituzionali, industriali, produttive e di ricerca. Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e
della Ricerca, che stabilisce le linee guida e supervisiona le attività dell’Agenzia,
contribuisce allo stanziamento delle risorse finanziarie a disposizione dell’ASI insieme al cofinanziamento proveniente da altri enti pubblici (ad esempio il Ministero
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alla definizione e implementazione della politica spaziale nazionale agendo da cen-
3
della Difesa per programmi duali) su progetti specifici. Le priorità strategiche per
l’azione a livello nazionale, europeo e di cooperazione internazionale, che includono
iniziative relative all’uso della Stazione Spaziale Internazionale, l’acquisizione di una
leadership nazionale nel settore dell’osservazione della Terra e un forte impegno
nelle attività dell’ESA, sono contenute nel Documento di Visione Strategica che viene approvato dal Consiglio di Amministrazione dell’ASI sulla base delle direttive del
Piano Nazionale della Ricerca [7].
Nel 2011 il Regno Unito ha trasferito la responsabilità delle attività spaziali del
Paese, in precedenza divise tra diversi dipartimenti governativi e non governativi ed
enti di ricerca, alla UK Space Agency (UKSA). Questa è un’agenzia esecutiva del
Department for Business, Innovation and Skills (BIS), risponde al Ministro per
l’Università e la Scienza ed è stata creata con l’obiettivo di convogliare e organizzare gli obiettivi del governo nel settore spaziale, fornendo le linee d’indirizzo strategico con lo scopo di rafforzare principalmente il comparto industriale domestico [8].
In aggiunta a specifiche attività sviluppate a livello nazionale, il Regno Unito investe
una rilevante quota del proprio budget spaziale in ambito ESA e nella Conferenza
Ministeriale del 2012 ha annunciato un aumento del 25% del proprio contributo
all’Agenzia per i cinque anni successivi.
Oltre alla funzione di definizione del quadro strategico, coordinamento e assegnazione delle risorse economiche da parte di alcuni Ministeri principali, la Spagna attribuisce un ruolo di rilievo nell’implementazione delle proprie attività spaziali
all’INTA (Instituto Nacional de Técnica Aeroespacial) e al CDTI (Centro para el Desarrollo Tecnológico Industrial). L’INTA agisce come centro tecnologico per il Ministero della Difesa e il suo budget proviene in parte da quello generale dello Stato e
in parte da autonome operazioni commerciali con l’industria, mentre il CDTI gestisce, direttamente o in collaborazione con altri enti, numerosi aspetti delle attività
spaziali e rappresenta ufficialmente la Spagna all’ESA. A quest’ultima è destinata la
quota maggiore del budget spaziale, ma il Paese sta sviluppando anche un piano
nazionale di osservazione della Terra (PNOTS-Programa Nacional de Observación de
la Tierra por Satélite) basato sui satelliti INGENIO (ottico, finanziato dal Ministero
dell’Industria) e PAZ (radar, finanziato dal Ministero della Difesa) con un’importante
piccoli satelliti [9].
Nel panorama eurasiatico non è da trascurare il ruolo rivestito dalla Russia, il cui
programma spaziale è approvato dal governo seguendo le linee guida impresse dal
Presidente. L’Accademia delle Scienze è coinvolta nelle politiche relative alle scienze
spaziali, il Ministero della Difesa sui temi dei cosmodromi e i progetti con implicazioni militari e l’agenzia Roscosmos ha il compito di realizzare il Programma Spaziale Federale, gestire le basi di lancio, le infrastrutture statali e coordinare le cooperazioni internazionali [10].
Research Paper, N°30– Gennaio 2015
partecipazione dell’industria nazionale e un programma tecnologico-scientifico sui
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A livello extra-europeo piani di ampio respiro sono condotti da Stati Uniti, prima potenza spaziale mondiale, Cina, Giappone e India. Il Presidente degli Stati Uniti fornisce un quadro d’indirizzo politico tramite National Security Strategy, Presidential
Decisions Directives (per esempio la National Space Policy), Presidential Review Directives e influenza la politica spaziale nazionale attraverso il proprio potere esecutivo, la nomina dei responsabili di istituzioni come NASA, CIA, Dipartimento della
Difesa e il Budget Annuale preparato dall’Office for Management & Budget con poteri di valutazione e controllo sull’operato delle principali Agenzie. Nella sua azione è
assistito da organi consultivi quali National Security Council per le questioni attinenti la sicurezza del Paese, National Science & Technological Council e Office of Science and Technology Policy per il coordinamento della scienza e dello sviluppo. La
NASA è incaricata dell’implementazione dei programmi; guidata da un Amministratore, è articolata in quattro Direttorati di Missione principali (Aeronautics, Human
Exploration and Operations, Science, Space Technology) e la governance e gestione
strategica sono assicurate da Strategic Management Council, Operations Management Council e Program Management Council. Il budget di oltre 17 miliardi di dollari
disponibile negli ultimi anni per l’Agenzia è destinato ai diversi obiettivi strategici
stabiliti nelle singole aree di attività [11].
Nella governance spaziale della Cina i soggetti maggiormente coinvolti sono il Consiglio di Stato, presieduto dal Primo Ministro, la Commissione per la Scienza, la Tecnologia e l’Industria per la difesa Nazionale (COSTIND), l’Accademia delle Scienze
(CAS) e l’agenzia China National Space Administration (CNSA). L’attivismo cinese
nello spazio è cresciuto notevolmente negli anni e si è concentrato, tra l’altro, sullo
sviluppo e miglioramento di una propria serie di lanciatori, sui servizi satellitari e i
sistemi di navigazione, sul volo spaziale umano [12].
Il Giappone affida la gestione dei propri progetti alla Japan Aerospace Exploration
Agency (JAXA) stabilita nel 2003 dalla fusione tra Institute of Space and Astronautical Science (ISAS), National Aerospace Laboratory of Japan (NAL) e National Space
Development Agency of Japan (NASDA). JAXA è stata controllata de facto dal Ministero dell’Educazione, Cultura, Sport, Scienza e Tecnologia (MEXT), supervisionata
pacifici”, con divieto di sviluppare progetti specificamente militari, fino al 2012,
quando l’Ufficio di Gabinetto del Primo Ministro ha assunto la responsabilità della
pianificazione e dello stanziamento di risorse per il programma spaziale giapponese
ed è stato abrogato un articolo della JAXA Law che proibiva all’Agenzia di implementare progetti a carattere militare [13].
L’India ha progressivamente maturato capacità nel settore spaziale e condotto missioni in differenti campi di applicazione con lo scopo primario di raggiungere
un’autonomia tecnologica e contribuire agli obiettivi di sviluppo del Paese. Nel 1972
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dalla Space Activities Commission e incaricata di delineare programmi per “scopi
5
sono stati istituiti il Department of Space e la Space Commission con il compito di
formulare e condurre le politiche spaziali. La Space Commission definisce e supervisiona l’andamento del programma nazionale con il supporto di alcuni comitati, il
Department of Space implementa le politiche tramite una serie di laboratori e
l’Indian Space Research Organization (ISRO), che agisce da agenzia spaziale nazio-
Research Paper, N°30– Gennaio 2015
nale [14].
6
PARTE II
LE IMPLICAZIONI DEGLI ASSET SPAZIALI
NEL CAMPO DELLA SICUREZZA E DIFESA
Il potenziale valore aggiunto in chiave strategica garantito dai sistemi spaziali è un
fattore di valutazione presente nella scelta delle opzioni di molti attori internazionali, particolarmente ai fini della protezione ed estensione del proprio peso geopolitico, e ne sono testimonianza le molteplici iniziative a livello mondiale esaminate in
precedenza.
Il primo conflitto che ha evidenziato esplicitamente il ruolo delle infrastrutture e applicazioni spaziali nella gestione delle operazioni belliche è stata la Guerra del Golfo
(2 agosto 1990 - 28 febbraio 1991), che ha contrapposto una coalizione formatasi
sotto l’egida dell’ONU, guidata dagli Stati Uniti, e l’Iraq di Saddam Hussein colpevole dell’invasione e della conseguente violazione di sovranità del Kuwait. Alcuni hanno definito questo tipo di situazione come una space-enabled war, una guerra resa
cioè possibile dall’utilizzo di sistemi spaziali [15]. L’importanza delle implicazioni militari, di carattere strategico e tattico, del fattore spazio è stata confermata nei successivi conflitti in Kosovo, Afghanistan, Iraq e Medio Oriente. La NATO si è avvalsa
di queste tecnologie nel contesto delle azioni ISAF in Afghanistan per servizi di comunicazioni, navigazione e posizionamento, allerta missilistica e telerilevamento a
infrarossi. La componente spaziale è inoltre di supporto ad attività di sorveglianza
marittima e di contrasto alla pirateria [16].
Le peculiarità delle applicazioni basate sullo spazio rispondono efficacemente ai requisiti di precisione, efficienza e affidabilità propri delle operazioni militari, presentando vantaggi aggiuntivi rispetto agli strumenti convenzionali. Esse possono rilevare dall’alto installazioni militari, movimenti di truppe, veicoli o imbarcazioni, controllare zone di schieramento dei missili balistici attivando eventuali sistemi di contrasto, fungere da ponti-radio per comunicazioni in tempo reale e a elevata distanza,
situazionale, un quadro decisionale e di valutazione del rischio più adeguato. Ripercussioni di tipo strategico sono riscontrabili in gran parte dei settori di applicazione
dei servizi spaziali; tra i primi esempi di utilizzo dei dati derivanti dal telerilevamento, la meteorologia satellitare ha consentito un esponenziale miglioramento della
precisione delle previsioni meteo che ha influito positivamente sulla conoscenza di
molti parametri che condizionano le operazioni belliche (visibilità, direzione e intensità del vento, precipitazioni, turbolenza, umidità). I satelliti per l’osservazione della
Terra permettono di disporre di accurate informazioni sulle condizioni e caratteristiche del territorio, di operare da supporto in caso di emergenze naturali, di garantire
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in assenza di reti e ripetitori, garantendo in tal modo una maggiore consapevolezza
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un ampio campo visivo per la gestione di crisi, di contribuire ad attività di intelligence. I sistemi radar inoltre, a differenza di quelli ottici, garantiscono una visibilità
diurna e notturna e in qualsiasi condizione meteorologica. Le telecomunicazioni satellitari costituiscono ormai una risorsa imprescindibile per la condotta delle attività
nei teatri bellici e a fini di difesa e sicurezza, inducendo spesso le forze armate a
dotarsi di appositi sistemi militari separati da quelli civili. Altri asset strategici collegati alle funzioni di intelligence sono i sistemi satellitari di early warning, attività definibile come la capacità globale e permanente di lanciare un allarme tempestivo in
caso di azioni aero-terrestri dell’avversario, esplosioni nucleari o lanci di missili balistici, che implica il monitoraggio costante dello spazio aereo nazionale e il rapido invio del segnale di allarme al sistema di difesa aerea. Le costellazioni satellitari per
la navigazione permettono di conoscere con precisione la posizione di oggetti fissi o
in movimento dotati di ricevitori idonei, delineando un quadro più chiaro per migliorare la logistica, tracciare armi e posizioni del nemico o localizzare elementi di interesse [17].
La valorizzazione delle proprie capacità spaziali è un percorso attualmente perseguito dai principali attori globali. Nel 2013 la Commissione europea ha presentato una
comunicazione indicante le linee guida per un settore della sicurezza e della difesa
più concorrenziale ed efficiente in cui si menziona la crescente valenza strategica e
geopolitica dello spazio e si auspica l’aumento della sinergia tra capacità nazionali
ed europee in virtù delle prevedibili ricadute, in termini di efficienza e riduzione dei
costi, nel settore della sicurezza e difesa. A tal fine la Commissione ha sostenuto la
necessità di impegnarsi nello sviluppo della prossima generazione di comunicazioni
satellitari e di proteggere le infrastrutture spaziali tramite servizi di Space Surveillance and Tracking (SST). La componente spaziale viene percepita come un utile
contributo per il raggiungimento di obiettivi strategici per l’Europa tramite
l’evoluzione e il miglioramento di infrastrutture principalmente ad uso duale che sono in grado di garantire benefici di tipo economico, commerciale, geopolitico e militare. L’attivismo nella filiera dei lanciatori europei Ariane, Vega e Soyuz risponde alla priorità di assicurare al Continente un accesso autonomo allo spazio, mentre lo
sviluppo del sistema di navigazione Galileo nasce dall’esigenza di acquisire indipendenza in un ambito dalle importanti ricadute economiche, tecnologiche e di auto-
Research Paper, N°30– Gennaio 2015
nomia dal punto di vista strategico-militare.
8
PARTE III
I PROGETTI AD APPLICAZIONE DUALE E MILITARE
Gli attori impegnati a livello internazionale nella conduzione di attività spaziali hanno progressivamente sviluppato programmi di natura civile, duale e militare. Alcune
delle iniziative rilevanti per i settori della sicurezza e difesa sono implementate da
singoli Paesi, ma sono frequenti cooperazioni bilaterali, multilaterali o in sede europea.
Una capacità di accesso indipendente allo spazio rappresenta una condizione primaria per la conduzione di autonome attività influenti in ambito militare e di sicurezza e
costituisce
la
strategica
che
motivazione
giustifica
l’impegno nel settore dei lanciatori. Autonome capacità di
lancio sono infatti necessarie
per mettere in orbita, sostituire, potenziare i sistemi satellitari che assicurano servizi
di comunicazione, navigazione, osservazione della Terra,
intelligence che hanno ripercussioni in campo militare e
di sicurezza e per garantire
LANCIATORI EUROPEI
FONTE: ESA
l’integrità delle infrastrutture
critiche nello spazio. L’Europa si affida attualmente ad Ariane 5 (heavy-lift launcher), Vega (lightweight launcher) e al russo Soyuz (medium-class launcher) lanciaGuyana francese. La disponibilità di Soyuz deriva da un accordo del 2005 tra ESA e
Roscosmos per l’utilizzo del lanciatore per le esigenze europee di trasporto spaziale.
Il CSG, per cui l’ESA possiede l’infrastruttura di lancio per i tre vettori, è gestito dal
CNES e da Arianespace e si trova in posizione ideale per il lancio dei satelliti grazie
alla sua vicinanza all’Equatore. L’evoluzione dello scenario futuro dei lanciatori si
pone come una sfida dal punto di vista strategico, tecnologico ed economico per
mantenere l’efficienza e la competitività dei vettori europei di fronte all’emergere di
nuove caratteristiche del mercato e service provider extra-europei. Anche la Cina e
Research Paper, N°30– Gennaio 2015
ti dal Centre Spatiale Guyanais (CSG) di Kourou, lo spazioporto europeo nella
9
l’India sono state in grado di disporre di proprie serie di lanciatori, rispettivamente
Lunga Marcia e Polar Satellite Launch Vehicle (PSLV) e Geosynchronous Satellite
Launch Vehicle (GSLV).
Nell’osservazione della Terra un ruolo di
spicco è giocato dall’Italia con il sistema
duale COSMO-SkyMed, concepito dall’ASI e
dal Ministero della Difesa e finanziato da
quest’ultimo e dal MIUR con il supporto del
Ministero dello Sviluppo Economico, che è
stato realizzato dall’industria aerospaziale
nazionale e fornisce servizi ad applicazione
civile e militare. Altri Paesi hanno progettato sistemi di tipo duale o esclusivamente
militare, tra cui Helios (militare – Francia),
Pléiades (duale – Francia), SAR Lupe (militare – Germania), PAZ e INGENIO (rispet-
COSTELLAZIONE COSMO-SKYMED
tivamente militare e duale – Spagna). Nel
FONTE: FINMECCANICA
campo delle comunicazioni satellitari, va-
riabile strategica e tattica centrale nelle operazioni di sicurezza e difesa, i Paesi
maggiormente attivi nel settore spaziale europeo stanno ammodernando i propri sistemi di comunicazioni militari (Skynet 5 - Regno Unito, SatcomBw - Germania, Secomsat - Spagna, Syracuse 3 - Francia, Sicral - Italia) e conducendo iniziative di
collaborazione multilaterale e bilaterale come l’italo-francese Athena-FIDUS [18].
Considerazioni di carattere strategico e militare hanno segnato la nascita dei primi
sistemi di navigazione e di posizionamento satellitare e influito sulle successive
scelte operate dagli attori che hanno deciso di dotarsi di propri apparati indipendenti. Il primo sistema di navigazione globale disponibile a partire dagli anni Ottanta è
stato il Global Positioning System (GPS) sviluppato negli anni Settanta dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti e progressivamente esteso al mercato civile. Nel
1976 l’Unione Sovietica ha iniziato la definizione del sistema GLONASS, anch’esso
nato da esigenze militari, posto inizialmente sotto il controllo del Ministero della Dirabile (cioè non interferente) con il GPS entro la fine del decennio, la sua efficienza
si è progressivamente deteriorata in seguito al crollo dell’URSS. Nel 2001 la Russia
ha avviato il GLONASS Development Program per il miglioramento delle prestazioni,
nel 2007 il segnale militare è divenuto fruibile a fini commerciali e nel 2011 è stata
ripristinata la piena funzionalità del sistema. L’Unione Europea e l’ESA hanno concepito il progetto Galileo come un programma civile sotto controllo civile con
l’obiettivo di raggiungere l’indipendenza in un settore strategico dalle notevoli potenzialità
politico-economiche
e
tecnologiche.
La
Cina
si
è
attivata
per
l’implementazione di Beidou (o COMPASS), in diretta concorrenza con GPS, Galileo
Research Paper, N°30– Gennaio 2015
fesa e in seguito ampliato al settore civile. Diventato operativo nel 1996 e interope-
10
e GLONASS, articolato in una fase di funzionamento del servizio a livello nazionale e
in successive diffusioni regionale (Asia-Pacifico) e globale, la cui piena operatività è
prevista nel 2020. Nell’ottica del possedimento di un autonomo sistema di posizionamento regionale si sono mobilitati anche Giappone (Quasi Zenith Satellite System
- QZSS) e India (Indian Regional Navigation Satellite System - IRNSS) [19].
I sistemi spaziali costituiscono infrastrutture critiche in grado di incidere su importanti dinamiche di tipo economico, commerciale, strategico e di sicurezza e necessitano di protezione da eventuali minacce. Con lo scopo di difendere efficacemente gli
asset europei, nel 2009 l’ESA ha lanciato il programma Space Situational Awareness
(SSA) che si concentra su tre segmenti principali: Space Weather (SWE), Near
Earth Objects (NEO), Space Surveillance and Tracking (SST). Utilizza informazioni e
servizi di monitoraggio dell’ambiente spaziale per contrastare le minacce alle infrastrutture orbitali e terrestri, coinvolgendo autorità politiche, Ministeri della Difesa,
agenzie spaziali e centri di ricerca con lo scopo di raggiungere un sistema di capacità di SSA unificate federando risorse e capacità esistenti in ambito ESA, europeo e
internazionale. La preservazione dell’integrità delle infrastrutture spaziali implica
una particolare attenzione ai diversi fattori che rischiano di deteriorare le condizioni
SPACE SITUATIONAL AWARENESS (SSA) PROGRAMME
FONTE: ESA/P.CARRIL
Research Paper, N°30– Gennaio 2015
di sicurezza dello spazio orbitale.
11
L’aumento esponenziale del numero dei Paesi in esso operanti ha incrementato progressivamente la possibilità di collisione tra oggetti orbitali e la quantità di detriti
spaziali (debris), che possono causare gravi danni in caso di impatto con un satellite
attivo. Inoltre, data la loro notevole rilevanza strategica, la sicurezza e integrità dei
satelliti possono essere messe a rischio da potenziali
atti intenzionalmente ostili.
Un attacco anti-satellite (Anti-satellite Attack – ASAT) potrebbe mirare a distruggere materialmente un satellite, disabilitarlo temporaneamente o interrompere i collegamenti con le stazioni a terra, garantendo all’aggressore importanti risultati strategici, e alcune delle tecnologie necessarie sono relativamente semplici e già disponibili da decenni. Stati Uniti, Russia e Cina possiedono già sofisticati sistemi ASAT
basati a terra e altri Paesi, in particolar modo l’India, hanno valutato l’opportunità di
dotarsi di simili armamenti. Allo stato odierno le infrastrutture satellitari possono
essere disabilitate solo da azioni che abbiano origine sulla superficie terrestre, mentre il posizionamento di sistemi d’arma direttamente in orbita non è ancora attuabile. Tuttavia alcuni autori osservano che sia verosimile la probabilità che siano stati
ideati o sviluppati a livello teorico diversi sistemi d’arma “spaziali” attraverso linee
di spesa segrete. Inoltre è possibile che si sia ad un passo dallo sviluppo di satelliti
ASAT, cioè in grado di distruggere altri satelliti, attraverso soluzioni tecnologiche già
Research Paper, N°30– Gennaio 2015
disponibili [20].
12
PARTE IV
CONCLUSIONI
La costante diversificazione di utilizzo dei sistemi spaziali in numerosi settori ha
conferito a questo tipo di risorse un valore essenziale per il corretto andamento di
molte attività di tipo economico, strategico e commerciale a livello globale. La consapevolezza delle fondamentali ricadute in termini di difesa e sicurezza di simili
strumenti, centrali nella pianificazione militare, in attività di intelligence e nella gestione delle crisi, ha sollecitato l’inserimento della dimensione spaziale nell’agenda
politica internazionale e stimolato i soggetti desiderosi di svolgere un rilevante ruolo
geopolitico all’acquisizione di tecnologie e programmi indipendenti.
Lo spazio è emerso come una variabile in grado di procurare benefici economici e
socio-politici che sono suscettibili di influire sui rapporti politico-diplomatici mondiali
e garantire un vantaggio strategico agli attori maggiormente impegnati in questo
settore. Alla primazia degli Stati Uniti si sono affiancate l’espansione delle attività
spaziali russe ed europee e la crescita di quelle dei Paesi emergenti, che puntano a
sfruttarne il potenziale politico, tecnologico e simbolico per motivi di prestigio nazionale, di influenza sugli equilibri globali e di sviluppo economico. I Paesi attivi in
questo campo hanno provveduto a implementare, autonomamente o nell’ambito di
organizzazioni internazionali o cooperazioni bi-e multilaterali, progetti con applicazioni duali o militari e contestuali programmi di protezione delle costellazioni satellitari già in orbita. Le attività di space situational awareness sono infatti una precondizione essenziale per il mantenimento degli asset spaziali, indipendentemente dalla
natura delle minacce, rivestendo quindi un preciso ruolo strategico e di difesa.
In mancanza di simili capacità non sarebbe possibile difendere efficacemente le
proprie infrastrutture da atti ostili né rispondere eventualmente ad attacchi subìti,
disabilitando le capacità spaziali di un soggetto aggressore. Per tale motivo la componente della sicurezza dell’ambiente spaziale ha destato una crescente attenzione
Research Paper, N°30– Gennaio 2015
e ha assunto il valore di ulteriore interesse strategico per gli attori coinvolti.
13
NOTE ↴
[1] I Paesi attualmente membri dell’ESA sono Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Danimarca,
Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Norvegia, Polonia, Portogallo, Romania, Spagna, Svezia, Svizzera e Regno Unito.
[2] Estonia, Slovenia, Ungheria, Cipro, Lettonia, Lituania, Malta e Repubblica Slovacca hanno
Accordi di Cooperazione con l’Agenzia, la Bulgaria li sta attualmente negoziando, mentre il
Canada partecipa solamente ad alcuni progetti.
[3] Approvata nel 1993 come missione Cornerstone nell’ambito del Programma Scientifico
dell’ESA Horizon 2000, Rosetta è stata lanciata nel 2004 con il primario obiettivo scientifico
di comprendere l’origine delle comete e le relazioni tra la loro composizione e la materia interstellare quali elementi fondamentali per potere risalire alle origini del Sistema Solare.
Nell’agosto 2014 si è avvicinata al suo target principale, entrando nell’orbita della cometa
67P/Churyumov-Gerasimenko, che scorterà nel suo avvicinamento al Sole fino a dicembre
2015. Nel novembre 2014 è stato rilasciato il lander Philae, evento che ha avuto grande risonanza a livello internazionale, incaricato di effettuare misurazioni delle caratteristiche fisiche
della superficie e lo studio della struttura interna del nucleo della cometa.
[4] Maggiori informazioni sulle missioni, gli obiettivi e il budget dell’ESA sono reperibili su
www.esa.int
[5] Sulle attività del German Aerospace Center si veda
www.dlr.de (in tedesco),
www.dlr.de/dlr/en/ (in inglese)
[6] Sito ufficiale del Cnes: www.cnes.fr
[7] Il Documento di Visione Strategica, lo Statuto dell’ASI, informazioni sui programmi e attività sono disponibili sul sito www.asi.it. Sulle attività italiane nello spazio si rimanda anche
a V. Orban, L’Italia nello spazio, successi e nuove opportunità
[8]
Per
informazioni
sulla
UK
Space
Agency:
https://www.gov.uk/government/organisations/uk-space-agency
[9] Il sito dell’INTA: www.inta.es. Il sito del CDTI: https://www.cdti.es/
[11] Si rimanda al sito della NASA: www.nasa.gov
[12] Sulle attività spaziali cinesi: http://www.cnsa.gov.cn/n615709/cindex.html
[13] Sulle attività spaziali giapponesi: http://global.jaxa.jp/
[14] Sulle attività spaziali indiane: www.isro.org
Research Paper, N°30– Gennaio 2015
[10] Breve descrizione: http://government.ru/en/department/106/events/
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[15] Alasdair McLean, A New Era? Military Space Policy Enters the Mainstream, in Space Policy, Vol.16, No.4 (November 2000), pag. 244.
[16] Remuss, Nina Louisa, Nato and Space: Why is Space Relevant for Nato?, Espi Perspectives No. 40, 29 October 2010, pag. 3, www.espi.or.at
[17] Su questi temi si veda R. Rosanelli, Le attività spaziali nelle politiche di sicurezza e difesa, Quaderni IAI, 2011.
[18] Per una trattazione diffusa delle attività spaziali connesse al settore sicurezza e difesa in
Europa si rimanda allo studio Space, Sovereignty and European Security - Building European
Capabilities in an Advanced Institutional Framework qui reperibile
[19] V. Orban, La dimensione strategica dello spazio: Global Navigation Satellite Systems,
Ce.S.I.
[20] V. Briani (a cura di), La sicurezza nello spazio: risvolti italiani e internazionali, Osserva-
A cura di
OSSERVATORIO DI POLITICA INTERNAZIONALE
Ente di ricerca di
“BLOGLOBAL-LO SGUARDO SUL MONDO”
Associazione culturale per la promozione della conoscenza della politica internazionale
C.F. 98099880787
www.bloglobal.net
Research Paper, N°30– Gennaio 2015
torio di Politica Internazionale, n. 29, luglio 2011.
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