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DD~{£D®~~OiIDfIDD®[])@DOU
Autori Vari
a Clira deJl'Associazione Culturale LazioNet
DD~{£D®~~OiIDfIDD®[])@DOU . 23 racconti suI giorno dello scudetto catturati in Rete Autori Vari
a cura dell'AssocUzzione Culturale LazioNet
Titolo originale: www.laziocamplone.1t
Prima eclizione: agosto 2000 ww.laziocampione.it © 2000 AlLANTIS EDIZIONl Direnore ediloriale: Tiziana Grillo Via Quarto Grande. 31 00060 Canale MonteraflO (Rm) Tel. 06 9963689 E-mail: [email protected]
RACCONTI
I diugnl sui rerro della copertifUI sono di: Edoardo Teofili Nicoletta Branco Domenico Teofili Ciulia Cipriani ~l~Er Sommario
Prefazione
Pedalando verso il tricolore
Lc premonizioni hanna gJi occhi azzurri
180 minuti in apnea
AlI'improvviso, come un temporale
Sogno 0 sonetto?
Radio Lazio
La percentuale imprevista
Dominando la valle
Una bandiera con Ie ali
orne in un thriller
Qui Seattle, a voi Olimpico
Pensieri c he mi passano per la testa
mentre la Lazio vince 10 scudetto
f'uore granata su sfondo biancoceleste
IIlormento e I'eslasi
Sopra una riga di gesso
11 destino e J'illusionista
Tre fiocchi tricoJore
La zarnpata di Gatto Silvestro
Mia ftglia si ch iamera Coll ina
II sale di maggio
Ventisei anni dopo
14 maggio der 2000
11 canto della bi glia
Appendice
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Prefazione
()ul!sra e UDa scomme$sa. I' ennesima. Ma noi siamo della Lazio e sfidare la soTte
la parte del noslrO cod ice genctico. Due anni fa LazioNet entro ufficialmente in
Rete. Un sito tutto biancoceleste per raceonlare la squadra di oggi e quella di ieri ,
pl'f trovarci come carbonari via Internet, per collegare vile e passioni anehe lon­
I.Inissime, per stilare tabellini e pronostici, per sentirci meno soli .
Nc1 nome dell ' Aquila, LazioNet e diventata una sorta di cornu nita con i suoi per­
·,tlnaggi, i suoi modi di dire (per noi , I'altra squadra della citta si chiama "il
l' lma", articolo maschile e caralleri ri gorosamente min uscoli), j suoi appunta­
IlIl!nti settimanal i alia Palla dell 'Olimpico, Ie cene c Ie trasferte. A oggi fanno
pane della famiglia '1 200 iseritt! cia tutto il mondo: il lazionelter pili dislante e
Kristian dal la Grocn landia, rna c'e chi serive e partecipa da Hong Kong
.!lI'Argentina, dalla Svczia all' Indonesia, da! Canada, dalla Poloma, dalla
Irnncia, da Centocelle e da Prati. Un club virtuale visitato da trernila persone al
'1lImo e che eresce, si moltiplica, d,venta un pOSlO reale, paJpilante, dove ci si
lin sola a vicenda, 5i festcggia, si raceOntano frammenti di vita per50nale, ci 5' in­
1I . 1Il10ra e 5i fa colletta per sped ire la maglia del centenario a un tifoso di Praga.
Nel nome deU ' Aqui la, da utenti con una e-mail c un soprannome, siamo diventa­
II rratelli e sorelle d'avventura, abbiamo costituito un' associazione culturale e
IllndalO iJ primo magazine leJematico dedicato a una squadra di calcio. Nella
lIosLra "curva" siedono disoceupati e scriltori, giomalisti e rockettari, ex punk e
h.mcari, ragazzine scatenate c avvocatesse d i grido, eommercianti e sornmeliers,
IIlcccanici ed esperti di computer. TUllO nel nome dell ' Aquila. Come questa ven­
IIlla ili racconti catturati in Internet. Raceonli scudcttati che descrivono visioni,
IIOli pitazioni e stati ct· animo . Ognuno a suo modo, dalle latitudini pili imprevedi ­
hili c con i linguaggi piu variegati: forbitissimi e gergali , poetici ed elementari ,
,liVerlen!i 0 commossi .
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I , maggio 2000. un giorno Jungo un secolo, sintonizzati su decoder e radioline 0
1IIIh iodati sug li spalti dell'Olimpico. Una data storica, un cocktail di emozioni,
mJpi di scena . Un thriller a lieto fine. Un giorno ehc d.i per se e gia un romanzo,
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una poesia, una m agnifica parabol a. Prendete questi scritti per ci a che sono: una
testi monianza d'amore per una squadra nata sotto il segno del Capricorno nel
1900. Una squadra che ha incrociato il proprio destino ai nostri.
Indissolubilmente.
L' Associazione Culturale LazioNel
P.S.:
La leggenda dice che in Persia, i maestri del telaio, annodassero volutamentc
quaIche filo sbagllalo nei tappeli pill pregevoli , queUi des ti nati ai nobill d i corte.
E questa perchc, la perfezione della trama avrebbe potuto ap parire come una sfida
agli dei. Eventuali refusi possono quindi essere consideraLi come "fiIj sbagJiati"
messi ad arte, per non turbare la perfezione della Lazio .
23 racconti sui giorno dello Scudetto catturati in Rete 8
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Pedalando verso il tricolore
Quunlo e lontano 10 stadio Olimpico da casa mia? Non me I'ero mai fatta questa domanda, la domenica si partiva e amen. Comunque, dopo anni di stadio. dopo Lazio-Panna di un anno fa, dopo Juve­
Parrna di 7 giomi prima, dico no, niente parti ta stavolta, niente vittoria amara, sta­
volta rni lengo tuUo den tro. se ce la facci o vado solo a batterc Ie mam ai ragaz­
Ii. .. si, prendero la mag li a. la bici, 10 zaino con la videocamera e partiro in dire­
lOne Olirnpico. E cosl e. Alle 15.40 da una Centocelle afosa e semideserta parto
l' spingo sui pedali, e eornincio a ripensare a tutto cio cbe bo visto fino a pochi
~'l\1rni prima, Firenze fatale, Cannavaro, De Sanlis e tutto il resto, e pedalo.
I" chiaro. pranzare e pedaJare sono due verbi che non vanno accostati troppo, rna
lIle ne accorgo solo adesso che sono sui sellino e Ie fi ue addorninali si mischiano
il l sudore e ai rniei pensieri , rna ta nt 'e, arrivo a piazza Istria cd e gia tardi devo
,cmpre puntare a Nord Ovest. Quanto dista 10 stadio? Capisco che si fa tard i e
lion ce la posso pill fare, non so nemmeno i risultati rna dove vado? Va bene, vado
:\ Piazza del Popolo, guardero e capiro. Volo in salita da Corso Trieste, Via Nizza,
J>1JI:za Fi ume, Corso Italia e Villa Borghese taglio verso il Pincio, ci sara uno con
IIna bandiera no? Devo sapere . . . La piazza invece e dei turisti e della Celere. non
; nessun altro e non voglio pili neanche chiedere, capiro con gli occhi. pedaJo
pllIno cercando con 10 sguardo qualcuno che esulti 0 sia affiitto. rna ci sono solo
lclere e turisli '"
')0110 gia Ie ] 6.45 e continua il silenzio, ormai capisco che e finita, rna neanche
un cJacson avverso, i cugini che fan no non esultano? Una voce mi arriva col
vento, a Perugia pnnicamente stanno costruendo un ' area, rna forse tra poco si
I iprendera a giocare . .. Ma all ora sono tutti all o stadio ad aspcttare che finisea!
Questa folgore mi brucia il cerveHo e parto a razzo per via del Corso, la Piazza
de l Valadier. via Flarninia, corro sui binari del tram, rna quanto di sta 10 stadio?
Piaaa Mancini .. . un'il1uminazione e domando: Perugia-Juve?
Rtmango di sale, I' idea foUe a cui non osavo neppure pensare ora mi fa tremare
polsi ... prendo drilto la strada del ponte, 10 stadio. lego la bici a una transenna
ell entro in Tevere, sielc, siamo tutti Ii e tanti in campo, la partita continua anche
qui, tullo inlorno a me c' e un aria di Jacrirne, di incredulitlt, di speranza. di trava­
r \io, eli sudore, di liberta. SeOlo tutlo subilo dentro di me, mi permea interamen­
It:. rna non ho tempo. impugno la videocamera, scendo sui prato e riprendo tutlo,
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I
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o ra Cucchi viene sparato dagJi altoparlanti e racconta qualcosa che non riesco a
capire. I'angoscia c smodata, tutti abbiamo il viso tirato, Ie mani nei capelli, mo/ti
sdraiaLi. seduti, in ginocchio suI "prato sacro", ci si mangia Ie mani, si prega, si
maledice I' arbitro e ]'avversario, si implora il cielo che finisca questo strazio, ci
si chiec/e q uanto manchi, il tempo si dilata, i secondi Sono etemi, eterni , etem i ...
18.04. E' un minuto indi menticabile. 11 boato e enonne e belJjssimo, tutti gridia­
mo forte con quanto [iato abbiamo in corpo, i visi paonazzi, si gonfiano Ie vene
del collo Ie gam be molli , Ie braccia al cielo e poi gli abbracci con chiunque, il
ternpo SCorre di nuovo, Ie lacrirne SCOITono, si a1zano i canti e i1 tricolore, siamo
tU LLi una sola persona, una sola idea, un solo cuore, una sola maglia .. . Quanta e
lontan a adesso casa mia dall o Stadi o OJimpico? Che domanda. Questo stadia e
gia 1a mia casa, questa prato il mio giardino d'i nfa nzia. questa gente la mia fami­
glia, questi col ori la mia vita.
Giafer
Le premonizioni hanno gli occhi azzurri
I'll: presagi in sellantadue are sono un fa tto . Equivalgono a un ammon imento, Ililheano l'esclarnaLione del desti no che ha falto Bingo. La statistica, d'altra I,ane, parla chiaro. Legge della Curva di Gauss: «Se un daLO si r ipete per almena IIC volte di seguiLo no n e cas uale.» I'l imo presag io, venerdi 12 maggio. HI) perso J'ultimo autobus per 10m are a casa. Smado nno. Smoccolo. Devo pren­
dt!re un taxi . Ce n'c uno femlO in piazza Venezia. Salgo al Yolo. Si chi am a Aq uila. 1)1 norma sbno piullosto loquace con gJi autisti. Stavolta invece resto in siJenzio. Ogni tanto incrocio 10 sguardo del conducente nello specchietto retrovisore. Ha ocehi azzurrissirni. Chi mi ricorda il signor Aquila? A casa ci ri penso. QuegJi Clcchi .. .
\ccondo presagio, sabato 13 maggio.
I .u buca delle lellcre e piena di pubblici ta. La apro, sto per buttare ruuo. Cade in
Icrra una cartoli na. Vista della piazza di Perugia . Me la manda Fabrizio. Non 10
scnto da anni .,. Fab rizio, mio ex compagno di scuola, ri ncontrato per caso alia
,Iinica vcterin aria di Perug ia quando la gallina Maestrella si ammalo. ARoma
nCbsuno riusclva a curari". Un'infclione a un occhlo, la perdila della vista. poi la
Il'hhre costanle, il dlmagrimenlo ... Era minuscola. Lutta nera e lerrorizzala.
MuesLrella piccolina, col nome mutuato dal cognome dell'allenatore Maestro.
Purtimmo verso Perugi a come se stessimo andando a Lourdes. Ci avevano dello
t.:he l' avrcbbero soppressa. Invecc lui la salvo. Fabrizio che mi scri ve per rin gra­
iunni per gli aug uri di Pasqua. Mi scri vc un rnese dopo. Da Perugia. «Ciao, a
presto. Un hacio a Macstrclla. » Fabrizio con g li occhi azzurrissim i come quelli
dclI'autista del taxi Aqui la ...
fe rzo presagio. dome nica 14 maggio. L'anno scorso. Milan campione. II dolore peggiore fu dopo. uscendo dallo stadio. I rivenditori di gadget, fuori dall 'Olirnpico. strill avano forte: «Bandiere della Lazi o a meta prelZO. Forza, capate.» Bandiere a meta prezzo, come se fossero pcperon i anduli a male. COSl stavolta, vada come vada, oltre alia bandiera acqui­
'il~\ta a prezzo intero ei siamo permessi jJ "Iusso" della Montemario, la tribuna dei ri(;chi . Lc seggio line hanno gJi schienali e nei bagni c'e la carta igienica . E il rega­
III che e i siamo rULli . certi dle di rcga li - al meno oggi - non ne riceveremo a llri . Fila 18. 11 mio pOSIO e il numero 4. Ancora non 10 so che si tratla di un presagio. 13
Ancora non metto assieme il tassinaro Aq uila, la cartolina di Fabrizio e questi due
numeri : 18 e 4. Lo capisco tre ore dopo. Quando Riccardo Cucchi urla: «Sono Ie
18 e quauro minuti, Ja Lazio e campione d'!taJia» E capisco che gli occhi azzur­
rissimi inLuiLi in uno specchietto retrovisore, e COSt simili a quell i del veteri nario
che ha salvato Maestrella, sono starnpati sulla mia bandiera, su tutte Ie bandiere
che ora sventolano. E sembra Capodanno, Carnevale. Sembra la mia festa. Tutti
che mi baciano e io che baci o chiungue. E un po' rido, un po' piango, fi nch6 una
telecamera ripre nde Eriksson. E gli occhi sulla mia bandiera Sono i suoi. L'aulista
Aquila che mi riporta a casa e lui, il dOHore degli anirnali a Perugia e sempre lui .
GiuIo Misler. II pross imo micio si chiamera Sven Goran.
Ophelia
Centottanta minuti in apnea
rra Ie mani una sciarpa biancoceleste, il capo chino, la mente nel vuolo piiJ asso­
luto. e cosl che sono diventato Campione d 'Italia.
Ma metliarno un po' d' ordinc alIa vicenda, e domenica 14 maggio, e come acca­
de oramai da qualche a nno mi appresto a seguire l' ultima partita casalinga della
mia Lazio diretlarnente allo stadio Olimpico. I biglietti sono gia stati acquisiti da
lc,!mpo, da quando i punti di di stacco erano 5 e Ie speranze ridotte al lumicino. II
viaggio San Marin o - Roma si svolge tranquillamente, Simona indossa la sua
bella maglictta di Veron, e io ho aJ collo la mia im mancabiJe e caldissima sciar­
pona biancocclestc. Eccoci qui aHo stadio Olimpico come I' anno scorso ad aspet­
Lare quaJcosa che di sicuro non arrivera, perchc a noi i miracoJi non accadono
mai , perc he tanto e luLlo scnlto. Nel euore rimane una ill usione che non voglio
coltivare per non aumen lare in segui lo la delusione.
Sono Ie ore 15 , il sole splende su Roma, meta curva e in sciopero, ma chissene­
frega, la Lazio c in campo, bisogn a tifare 10 stesso, bisogna vincere, solo vincere
c aspetlare. La squadra c' c, nonostante la temperatura e il "caldo" dei giorn i scor­
~i. La squadra c'c e 10 Jimostra subi to ponandosi avanti con buona convinzione.
Non siamo travolgenti . c vero, pert'> dirnostriamo di voleI' chiudere la pratica
abbast:lIl7.o preslo.
11 primo tempo Jinisce due a zero, da Perugia nessuna notizia rna non m'illudo, C
accadulo Lantc vo lte , poi, grazie ad un rigore 0 magari ad un autogol al 98° , alla
fi ne 1a Juvc il risullato l' ha semprc porlato a casa.
Passano 15 min uti e la partita non corn incia: «fa caldo, su cominci amo, ma che
aspett iamo?» Si aspella Perugia dove sembra ci s ia un nubifragio. L' uomo con la
radio e I' auricolare aile mie spalle ci tiene infonn ati : «inizia, no la sospendono,
sembra di sJ, boh?» e no; ad atlendere.
La sensaz.ionc. c quella tipica di quando devi sostenere un esamc, sei n alIa porta
e non sai se e q uando Ii chiameranno. «B asta, giochiamo, che ce frega tanto dob­
biamo vincere no i e devono vineere lora, nierrle calcoli .» E cosl c, si gioca. Dopo
qualche manci ala di minuli , Lazio 1 Reggina 0, pratica chiusa, I'attenzione va a
Perugia. Chc succede ? hanno comincialo a giocare? Ancora nicnle, e gia. 10 sape­
yo, parlit a sospesa, tutti a casa e arrivederci fra tre gi orni . Possibil e che abbiano
previsto lUttO? G ia me Ii immagino in campo, fra tre giorni , e magari di sera aJ
15
fresc!), Una coseltina fra amici, lanto per gradire, tanto per vincere il tricolore,
No. la parti ta deve ricominciare adesso, se devo perderlo questo cazzo di scudet­
to 10 voglio perdere subi to, non voglio proJungare I'agonia, E ringraziando Dio la
partita ricomincia ed e subito goL Gol, rn a non della Juve e GOOOOLLLLLLdel Perugia. Mamma mia, guardo 1'0­
rologio, Che mi nuto c? Il terzo, una vita. Mi impongo la calma. Devo stare tran­
gu illo, tanto qualcosa accadra, magari non adesso, magari fra 5 minuti ma aeca­
dra, Jo so, al 93 ° ci faranno fessi, calmo, devo stare calmo. Arrololo la sciarpa can I'aqui la bene in vista, mi siedo, e inutile stare in piecli. abbasso la testa, i pensieri corrono, dentro di me dico «non t'i1ludere, non t'illu­
dere», rna la mente carre e non riesco a [renarla, Mi impongo di SVUOlare la testa
da ogn i pensiero, fisso la sciarpa e attendo, un mi nuto, due 5, 10, 20. Da Perugia
nessuna nOlilia, ma qua nta manea? Ancora 15 minu ti . Una vi ta. Poi dagli alto­
parlanli dell o stadio parte Ja radiocronaca. Ogni volta cbe la Juve e in possesso
dell a palla il respiro si [erma. Mi aLzo in piedj, oramai non ci si puo tirare pi li
indi etro, non ci si pub sottrarre al supplizio. E' il momento di soffrire. Mi aggrap­
po al nome di Mazzantini , I' unico in grado di farmi respirare. E poi di nuovo in
apnea, Inzaghi , Esnaider, Zidane, Del Piero, Mazzantini, respiro. Ecco, ci siamo:
alione concitata in area, tiro, gran urlo del telecronisla, il cuore si ferma, Hanno
pareggJato, 10 sapevo, 10 sapevo, vaffaneulo 10 sapevo. Ma I'uomo con la radio fa
il gesto delJ'.ombrello e 10 stadio esplode. Ma aHora non e gol , ehiedo eonferm a
a Simona. Fuori, cazzo, era fuori. Ma quanto manea? Ancora il recupero, 5 minu­
ti . Cazzo ci siamo quasi, ci siamo quasi, solo 5 minuti. Non puo accadere adesso,
non puo, 3 mi nuli, la Juve attacca, Esnaider, Del Piero, Inzaghi, Maaant ini,
respir~. Ancora 2 minuti, I minuto, e rinita, e lini taaaaa. Siamo CAMPION! D'I­
TALIA
Un urlo immenso Ilbcratorio, un urlo che mi percorre dalla testa ai piedi. AbbracclO mio padre, abbraccio Simona e final mente pian go. Piango per tUlli i momenti in cu i ho so rferto, pi ango per tutti i sacrifici che ho fatto, piango per pas­
sione, piango per rabbin, piango per amore, non piango di gioia, la gioia arrivera so lo qua lche minuto dopo. Sono passati 26 ann i e sono di nuovo qui, allo stadio Oli mpico a vcdere Ja Lazio Campione D'Ilalia. 26 anni fa ero un ragazzino. Oggj e diverso, oggi ho aile spalle 26 anni di attese, di illusioni , di sofferenze, di spa­
reggi, oggi e diverso , oggi c cento volte pi li bello. Sventolano Ie bandiere, tutt i SOno in festa cd io fi nalmenle posso srotolare 10 sciarpone biancoceleste ed alzar­
10 al cielo. Poi il euore si riempe di gioia. Bonner
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AIl'improvviso, come un temporale
l'mbrava che anche stavolta non dovesse arrivaTe. L'avevamo aneso, invocato,
cv itando accuratamentc di nominarlo, per scaramanzia. Ma Ie vicende rocam­
""Iesche di questa puzza stagione sembravano averlo rimandato aneora una volta.
pili
questa conv inzione e trascorsa I'ultima settimana di campionato, dopo aver
con sdegno i fatti. per I'ennesima volta negativi e sospetu, di Juventus­
I '"mla. Con Ja stessa idea ho messo it piede sinistro giu dal lello, la mattina del
II verso Ie 9. E subilO ho sen tito Ie gambe cedere solto il peso dell' ansia. La doc­
,. iii. la corsa al garage per sdoganare Ja macchi na, la colazione al bar. Ansia, senso
" oppressionc. Cosu acciden ti succedera oggi'! Perche questa sensazione? Sara un
('gno?
I "ll
\ 1.,1()
Non compro il giorn alc, non ho voglia di leggere dichiarazioni di juventini che
oarantiscono il trionfo, 0 di pennaio li che vedono fin almente il traguardo, dopo
1111 anna t1i insinuazioni c ironic, dell a sconfitta di questa grande squadra. Loro
.( .no, come i li fosi de ll 'altra sponda, al conto alia rovescia. Lo champagne in fre­
C(), la cena prenolata, e quattro salli in piazza per celebrare 10 scudetto che se ne
\'il, anche quest'anno.
Incomffl mia madre, che mi ch iede «Allora. che dici, come andra?» . «Bene, vin­
(Temo rna vinceranno flure loro, e finira come rannn ~corso» rispondo io. a
JlIC7..Za boeea. scm prc imenlO a valutare \' origine oi que! tremore alle gambe. Lei
ll1i esorta a sperare bene, e io la sa! uto e mi metto in cammino per 10 stadio.
J 'oflprcssione non mi abbandona. neanehe quando incontro gli am ici. Sembrano
Icsi quanto e pili di me. Entriamo, uno sguardo al campo, uno aUa curva Nord
ropolata di fantasmi. Si gioea, ci sono i corionon si sente la maneanza di chi rap­
prcsenta la morte del calc io (in cntrambi i sensi : la melle in scena, e ne C una
lcilisa detcnn inante). Enlrano anche loro. con la ridicola bara ricolma di falsa glo­
Il a, La partita si gioca in un clima irreaJe, appesi all' idea di Gugliel mo Marconi,
11 campo dice che c' e una sq uadra sola, J'altra si gode la salvezza raggiunta, con
~'rande sorprcsa, in tranqui ll ila.
Fa caldl). I cori de lla stadio senD gioiosi comunque, sono di ringraziamento, a
parte qualche Ii vido dIl eggio dei bianconeri. Una scossa alia ri presa: Ie squadre
rcstano femlc in campo, ad allcndere il segnale per I'avvio eontemporaneo can
17
Perugia. Segnale che larda, e ci si chiede il perche. Arriva la nOlizia da llo speaker,
parti la sospesa. S'alza un furioso «Sapete solo rubare» menrre riprende il gioco,
che s i snoda aneora pili fantas matieo. Esce dal campo, e si consegna alia sloria
Roberto Mancini, sotto Ja curva, Roberto sotto la curva. E continuano i cori per
lulti. Simone lnzaghi, Jallallaliallalla, a Perugia piove. Matador, Matador, la par­
lita non riprende. Veron. Juan Sebastian Gol, spogiiatoi allagati. Sven-Goran ­
Eriksson. lallallall alla. Collina fa una prova. Simeo-Simeo-Simeone, Ja palla
aneora non rimbalza. Meo Amigo Concei~ao, i1 rinvio ea un passo. Sandro Nesta,
Sandr~ Nesta, ancora qualchc lstante. Mihailovk, Mihailovlc, niente notizic. Ale,
Lazi o ale .
La panita fin isce, dopa una stupida invasione cbe rischia dj compromettere qual­
cosa. La speranza della sparcggio. I giocatori rintanati, sapremo dopa che erano
incollati ali a televisione. in trepida aUesa. Improvviso. I'urlo . Un boato, l'eruzio­
ne di un vulcano. Sordo, rabbioso. Incred ulita. AUesa ilisperata di notizie dai
labelloni, in cerea di ufficialita . Calori, e non puoi trattenere Ie lacrime, e improv­
visa li assaJe J'angoscia della beffa, della provvisorieta del risuJtato, dell'ineorn­
bente rimonta juventina. La tensione e aile stelle, Ie lancette dell'oroJogio si
incollano in un elerno iSlante fatto ili fiati sospesi, oecm lucidi, mani giunle che
pregano, gente che aspetta abbracciata, incredula. Saremo ancora incudine, 0
martello? S i fan no i calcoli. fini ra aHe sei. Attesa. I Biancazzurri, i biancazzurri
ale. Pezzi tIi Drato che arrivano in tri buna.
Sogno
0
sonetto ?
~ qualcosa di sacro, laziali brava gente
l
una viuoria ghennita dopo anni
passati a non pensare ad altrO, a nienle
I he a un pezzo ill stoffa, «er Cielo ce 10 mann}»,
III
I 'ueito sopra un cuore, ago fi la e affanni
~puzzati da fresche glorie, e folle bell e pronte
l l ID alrre cantilene dopo «wilson-odd i-nanni» .1 dissetarci assieme, SlessO sorso stessa fo nte. stringendoci e aspe.ttando, una domenica suI pralo I II un Maggio assai gemello a quello dei Settanta rna luppi di fiduc ia: perche c'e molto tempo. Per vivere esultando ai gol di un 'altra punta. I'. il prodigio d 'acqua e vento, addiri ttura un lampo Ogni tanlo 10 speaker an nuncia un collegamento TV che non arriva, cbe nessuno
vuo\e. II laziale la partita la vede dentro di se, non ba bisogno di maxischermi.
«Dai papa , che ce la facciamo.» La radiocronaca squassa e irrila, la gente non la
vuole, ha paura. Nessuno ha il coraggio di allarsi dalla propria sedia. n recupero
di Perugia c elerno, Ie parate di MazzanLint liberalorie.
come in un sogno ha detto: «Jaziale
e pure il Fato» . Piersifal
La fine, e non capire pili nulia, abbraccialo dalla morsa del mio vicino di posto
da due metri di altezza, che squassa la mia col onna vertebrale, e non ne vuole
saperc di meltermi gill. Abbiamo vinto noi. Campioni d'llalia, eeh, ooh. Bacio
lulta la tribuna Tevere, vecchie signore, gi ovani ragazze, uomini dall'accento cio­
c iaro e lutlo il resto. Lazio campione, bandlere, colori, fium i di lacrime di gioia e
retIenzione, e pensieri per chi non c'e. E non avere un amore per abbandonarsi a
festeggiare davvero, con l'anima. Come nel ' 74, allora troppo giovane. Un velo
di lri slezza. da laL.iale "doc" che scompare alIa vista della speltacolo in campo.
Sognato da una vita, arrivato all 'i mprovviso, come un lemporalc.
~~~\~t
18
C
Pank
19
Radio Lazio
Nd lontano 1974, quando la Lazio vi nse il suo primo scudetlo, io avevo poco piil
,II lin anna. Nonostanle questa oggi so che cosa vuol dire soffrire dietro I' alto­
1,.Idante d.i una radiolina. Grazic ail e varie pay-tv, pay-per-view e affin i, credo
cIll' non ci sia slalo nessuno che il 14 maggio 2000 abbia perso Ie storiehe imma­
111 1 del secondo scudello della Lazio .. . nessuno a parte uno sparuto gruppeno di
Illlic i fra j qual i c' cro anch' io. D i colpo mi e sembralo di essere Sl3.ta sbalzata
IIIlhclro di venticinque anni c ho assaggialo il gusto di un'auesa antiea.
Snno circa Ie 15.30, la Lazio pareggia zero a zero e io mi godo tranquillarnente
101 partita in TV quando, all 'improvviso, un fulm ine [a sallare la corrente e noi
j Ifll"niamo a bocca aperla, tu tti in attesa del suo ritomo. I minuti passano e la luce
""" :.i fa viva. All' Enel ci assicurano che stanno provvedendo rna il tempo carre,
,. noi stiamo perdendo gli artimi pili importanti della squadra bianeoceJeste negli
IIlliml 25 ann i.
\lIa fine del pri mo tempo non ee la facciam o pill. E' trOppo irnportante sapere e
1,1 ~orrente ancora non LOrna . COS! eerchiamo una radio che vada a pile, ma njen­
I,; In fare, tutlC con un maledetto Iilo elettrico. A un eerto punto, sotto il dil uvio
1I'I\'crsale, ci preeipitiamo a((e macchine e comincia cosl il conto alia rovescia
1'111 lungo Ji tutti i tempi . Dopo aver acceso "autoradio scopriarno che i bianco­
II lazionetter Jester strings la mano a Calori, autore del gol del Peru gia
\ ' Icsti vineono a testa alta e che ce la stan no mcttendo tulia per eonquislare "'0
pareggio della vita" . Le squadre tomano in campo, ma la partita non corninela ...
I lisa suecedc'] A Perugia c' e un nubifragio: il pallone. dice Collina, non rimbal­
'a . . rna che soffcrenza non vedere Ie immagini di quel campo allagato che ha
,q!l1ato il destino del nostro scudetto. Bench6 viga la regola della contempora­
lIl'ita, la parti ta di Roma dopo un po' riprcnde, la Lazio vin ce e ora ... solo altcsa.
\ Perugi a la pioggia e dimin uita c Coll ina ha fischiato I'in izio del secondo
Ifmpo .. . la luce non e ancora [ornata.
II ~ijenzi o dCl1lro Ie macc hine ha un ehe di re li gioso, tutti raccolti ad ascoltarc la
luria, una staria the ness uno puo immaginarc, una storia nuova ed cmoz.ionanle.
1..1 pioggia non cade pill , ma la luce ancora non toma. 1ntanto 1a TV trasmetle
.IIIche il secondo tempo dl Perugia-Juventus e non poterla vedere e un dispetlo
Imppo grande . Bisogna continuare a soffrire can la radio Poi all'improvviso un
ccondo di silenzio c it boalo: il Pcrugia e in vantaggio. L'Olimpico esplode, rna
1\; immagini di quesla gioia noi non Ie conosciamo. Non possiamo vedere Ie laeri­
21
me, i pianli e Ie facce illcredule di un popolo biancoceleste in atlesa da troppi
anni. Cio cbe conosciamo bene e un'emozione detlala solo da una VOce e da un
sOllofondo d ' imrepido silenzio. I nostri euori battono al l'unisono con i m igi iai a
delJ'Olimpico, e I'emozione e s ieuramente quella d' altri tempi . Senza immagini,
senza eori , ma scn tendo solo col cuore qualcosa che vola con la fantasia, imma­
gini dell'anima.
Ci siamo tutti ormai, amici conoscenti e "gufi", tutti strelti intorno a una radio ad
ascoltarc i j silenzioso scorrere dei minuti attraverso la voce del lelccronista. A
quel pun to non ci accorgiamo neanche che la corrente e tornata. La tensione e
troppo forte c quelJa voce ci ha quasi ipnotizzati. Qualcuno acccnna aIJa paroJa
SCUdCIlO, rna nessuno ci crede veramente fino a quando non arriva un fisch io, quel
fi schio che ancora rimbomba nelle orecchie di migliaia di persone. Un fischio chc
hZl fatlo piangere tanti nquilotli e c he ha fatto vivere a tutti noi un'emozione inde­
scrivibile.
Ineredibile: la Lazio
e Campione d'Ilalia!
Le reazioni intorno a me sono Ie pili d iverse. Chi piange, chi ride, chi si dispera
e giura che non :.i fara pili vedere in giro per un mese, e io che non mi rendo aneo­
ra Conto di nulia, rimango basita e a1libita. Non rieseo a dire nulla, mi guardo
intomo come sc tutlO fosse avvolto dalla nebbia lontana di un sogno. E' vera­
mente finita , la Lazio ha vcramente sconfitto la grande potenza del calcio italia­
no. E' tu tto \lero, e quasi come un infinito calvario verso il successo.. . e fmila e
noi siamo i Campioni.
Cio che ci resta da fare ora e godcrci la merilala villoria e lasciarci finalmente
andare a ca roselli tli gioia , con un po ' di paura In me no e un pizzico d 'orgoglio in
piu.
Micky
La percentuale imprevista
IIvcva Leonid Leonov ne "La [orcsla russa" : «C i sono solo pochl giomi di vera
,pl.:rtenza nella vita. GIi altri sono un ripensarci sopra.» Uno di questi giorni
\.,\10 iI 14 Maggio del 2000 aRoma.
I
e
allo stadio. Ce n' erano alLri 80.000, tutti hanno provato Ie stesse emozioni,
pochi ei andavano come me da quasi sessant'anni e hanno vissuto un uguale
IIlImucchlarsi di ricordi . Lo stadio e una parentesi pazza in una vita normale. Ma
lIlIa vita per suo con to, chc comincia quando si esce da casa e finisce q uando
pL'1 l>trada non si incontrano pill bandiere.
HI)
111.1
r.I I ricordo tl i tanti anni fa, in tribuna Tevere. ( crano due ragazzini innamorali nel posto avanu al mio, che si abbracciavano IIl'neticameme a ogni gol della Lazio. Dopo qualche anna mi sono accorto chc ('"rtavano la fede aJ diLO. Poi a lei crebbe la pancia. Manco per un paio di partite I nprese a venire chc la pancia non I'aveva pili . Dopo una decina d'anni spuma­ IIlno con un ragazzino in braccio, tutto vesuto di blanco e celeste, che domanda­ \'.1 . «Qual' e la Lazio'?» Qualche anno ancora e ho visto il ragazzino cresciuto. '\"eva accanto una ragaLZina e si tencvano per mano, lutti e due colorall di bian-
Vlurro ... Po i h() cambialo POSLO
osso nffennare chc lin pomeriggio come quello del 14 maggio del 2000. per
Illtre mezzo seco\o, non I' ho ViSSULO mai oVe ntisci anni e due giomi prima avevo
vissUlO I' emozione di uno scudello e mi sembrava unica. Ma avevo il euore saldo
I' non era stata una sorpresa. Questa volta sembrava che una regia alia "Clouseau"
1 fosse presa l'incarieo di procurarmi un infarto, come nel film CoLe Diabolic".
I.nlfando nello sladio si racevano Ie previsioni: 65% per rimandare 10 scudetto al
2002, 30% per 10 sparcggio e 5% per 10 scudelto subito. Ma di quest'ultima era
IIlcglio non parlarne. Dopo il primo tempo Ie probabilila erano cambiate poco.
Vincevamo e la Juventus pareggiava. Diciamo 60%-30%-1 0%. Poi e arrivato I'u­
ragano a Perugia, Sembrava un segno divino. Avremmo dovulo prolungare la sof­
krcnza per chissa quanti giomi. Con enorrne ritardo ricominciava la partila a
Pcrugia e 1a nostra slava rincndo: 50%-35%- 15%.
Poi il gol di Calori . Poi la fine della partita con la villoria suUa Regina: 40%-30% ­
30%. lILCmpo non pas sava mai o Gli orologi s' erano quasi femlati . Ma inlanto gli
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in finili minUli di infinili secondi scorrevano e cambiavano Ie percenluali : 33%­
33%-33 %, 25%-50%-25%, 40%-30%-30% , 60%_30%_10%, 70%-30%-0%! La
parli la fini ta! 100%-0%-0%. Era un miraeolo. E pensare ehe l'ultimo scudctto
c' cra sfuggito ehe ave vamo un tale vantaggio da invertire Ie percentuali di pro­
babllita dell 'i nizio.
Dominando la valle
e
Dal lo stadio impazzito nessuno aveva voglia di andarsenc. M'cra rimasto solo un
ul tim o, m inimo timore. Di scntinn i svcgl iare da mia moglie: «Ma ehe fai ? aneo­
ra a riposare quando tra mezz'ora cominci a la partita!»
Papa Enrico
1)(/ qui me.Here si domilla la valle
( I t)
cite si vede e
Ala se I ' imago escama
ti l \'oSlro occhio
I/'/'lldiamo (( rimirarla
rill piu ill basso.
, plaTlerelllo in un ga/oppo alaro
,',,(ro i l cratere
/II'e gorgog lia ilrempo
<I3.M .S)
I'rimo tempo:
Da qui messe re si dominG la valle. cioche si vede
e
La giomata inizia con un sapore di polvere da sparo, M'affaecio. Si domina la
valle, messcre. Cicio terso. rna odore dl guerra attom"o. E un mal di testa da
umido, da prato madido. Tuttavia io sonO pragmalica. pratica fi no al ia noia, inca­
pacc di previsioni, di sentori . Cicio tersO. Significa che cio chc si vede e. Tuttavia
4uando cueino, se manca il sale nell'acqua della pasta. 10 avverto col naso, senLa
assaggiare. Tiro su I'aria, con Ie narici . Non ho llubbi , Mal di testa da fradicio. E
non e 'e una nubc . E I'aria puzza di cordite, come se qualcuno avesse premuto il
grilletto di un revolver. Non toma, non mi lOrna. Tuttavia .. ,
Sono Ie 9, domenica 14 maggio 2000, e vorrei gia cssere la o SugJi spalli. Ora la
conosco I 'arena. Dall a fila di macehinc sul Lungotevcre rieseo a stimare i pagan ­
Ii, dal numero di band icre che conto su Ponle Milvio posso immaginare it tipo di
cori , 10 slato d'animo dcll'Olimpico . Eccolo 10 stadia. Lc scale che portano su, il
manto verdissimo c quel fremilo. ogn i volta ugualc. simile a uno stordimento,
quando vedo curve e tribune . Lo stadio che per me e la Lazio. Lo stadio come un
!'alolto chc si riempic e si svuota. Mi riempie e mi SVUOLa. Quando tomo a casa,
dopo la partita, sono stanca come il piiJ stanco dei calciatori . Ho i crampi ai pol­
pacci , Ie giunture lirale . Slanchissi ma. com\! mai Illi
e slatu permesso di essen.~. «Sei femmina, al massi­
rno val in porta . Oppurc rai il tifo.» Faccio il ufo.
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Aile 13 da piazza del Popolo parte un corteo funebre. La salma e il calcio, ucci­
da tal signor De Santis. Paradossi ideologici. Vuoi mettere che uno con queJ
cognome si mette ad ammazzare il grande TOrino, Rivera, Garri ncha, Pele, e
Diego MaradoDa? TUllavia [accio il lifo, troppo bassa per stare in porta, e di
mesliere sarei cronista, per giunta della LaLio, quindi impiegata a commentare
possibili scontri che i colleghi della Roma sono in ferie gia da mesi, e da mesi
prOlettali verso gJi elzeviri degJi Europei. E quindi seguo la vittima del signor De
San tis. Aria pesante. Ragazzini ponano una bara di cartone. Se il calcio morto,
dopo J uve-Panna, viva l'aerobica, il rock'n'roll e la pasta all'amatriciana.
Ragazzini con bara e lapide, ragazzine con fiori secchi in mano c lacehi smisura­
Ii. Arrancano, sbuffano. Fa un ealdo da pioggia. «Piove, guarda come piove, guar­
ds come V!Cne gill.» [nvcee nieme, zero nubi. E' J'ullima di campionato e io ho
Ie traveggole mentIe aile vedove del caro estinto, in marcia, cola il trucco. Pare
un ciak venuto male di "Morte a Venezia". Ci starcbbe bene un Requiem, un
Adagio struggeme di MallIer. Non vedo Visconti in giro.
gli argini del Tevcre
somigliano al Lido. Bnmo film. Mi piacerebbe una scella sonora nobile e incon­
Sueta per ratificare l'omlcidio. Invece s'alzano i soliti corio «Juve merda, ale, ale»
e il signor De Samis, il hoia, ha 10 stesso sguardo di un capretto a Pasqua.
TUHavia faccio ij !tfo c soJidarizzo e annuso l'aria. Che ha un retrogusto impon­
derabile. Poi salgo Ie scale. Finalmente.
so
e
Nc
Da qui, l7Iessere, si domil/a fa valle.
Secondo tempo:
Ma se I'ifl/ago
e scama at vostro occhio,
scendiamo a rimirarla da pill in basso
Deve essen.:i una parllta in corso. LazlO contro lJualcuno. Non m'agito. II calcio
15 Trunuti come un Cristo terzino, Come un Gesu attaccante,
come un Ncsta capitano . Lo stadio-casa c afono. Talvolta s'agita. lalvolta s'azzit­
tisce. Poi mormora musone, riprende fiato. CIeaturina stizzosa. C'e una partita in
corso. Ed e I'ultima per Bob il Bello, come 10 chiarna Giuliano. Che sal uta. SilO
malgrado. Ombroso e accigliato sulle spalJe di Lombardo. I'unico socievole della
grande compagine degli Orsi. Bob Mancini con gli occhi di foglia e il taeco con ­
segnato alJa Storia, Bob il "caJciauore" di Jesi. gran consigliere del ciambellano Svcn, gU unici ai quali abbia mai ehiesto un autografo, COS! lanto per convincer-
mi che esislevano davvero. E insomma Bob saluta senza un sorriso rOJimpico in IUlLo. E I'imago e scarna, idcnli ca alle figurine Panioi . Pictina imago-immagine da sanLino al mio occh io da caJciatrice. E dire cbe avrei anche i polpacci .. . c gia risorto dopo
Un rigore. Balle Inzaghi. Due rigori . BaILe la Strega. Lo stadio-casa rilrova la
voce. I tifosi della squadra avvcrsaria, gemellati coi miei colleghi in ferie. pure.
Parrebbe una panita. Una vera e propria partita in corso. Tutlavia ... tUltavia non
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,(lsi. C'e odore di pioggia e polvere da sparo. Guardo la valle. Verde. Guardo il
1IJ'11l1nrio. Bianco-celeste . C' e una nebbia vaga tuU' aHomo. Pare afa, e delusio­
Ill: . Ma 10 amiamo per questo il pallone. Anehe noi ex-calciatrici. Lo amiamo per­
hI.' cinico e barD, come il destin~, come il capro pasquale De Santis, come la
lite che per una indecente hega anagrafica ci toglie dal campo Bob Mancini da
r,.... i, il bello del calcio morto e risorto.
c
S~cllderei volentieri a rimirare da pill in basso sia il prato che Ie paocbine. E vor­
toccnee con mana la rete, e se qualcuno mi tirasse s u anche la celebre traver­
,a, mesti1.ia e delizia del rnesticre del tifoso. Rimango al mio posto. Ad annusare
,nme un cane cia caccia I'odore di pioggia e fosforo che non so da dove anivi.
ICI
reno tempo:
F pLalleremo ill
1111
galoppo alalo, entro il cratere ove gorgoglia il tempo.
II tempo. II tempo che gorgoglia rna non si rnuove. Immobile e furibondo. Ah.. . i
Icmpi . 1 lempi del pallone. Anni, cinque lunghi anni, impiegati a compreodere il
ruorigioco. E ora che so non c'e pili Bob a giocare sulla linea impervia, e manca
pure De Santis - il super killer - a fischiare il passo in piii sulla striscia bianca. Se
fossi caiciatrice sarci come Nedved , rna con una treccia bionda. 10 non proietto,
mi identifieo. Lazio 3 l' altra squadra zero, graz.ie a Simeone che pare usc ito da un
romanzo di coltello di Borges. Ma altrove piove. Piove e piove, e alJaga e puli­
see, e smacchia. Quando ero Coccinella, 44csimo reparto Roma Est degli Scout,
sapevo Ic parole del canto indiano della pioggia: «Essa mini essa mini, ua, ua,
mOl essa. 111101 sloa» Cantavamo e l' aria si riempiva di fosforo e cordite. Poi ­
tniraeolo - seendeva l'acqua, benedetla, a far respirare Ie radici dcgll alberi . Un
campo memorabile a Bracciano, e questo, messere, ahrettanto indimentlcabile in
localita stadio Olimpico. «Piove, guarda come piove.» Non vedo, sento grazie a
una radiolina minuscola, a forma di penna. tanlO perche i desLini sono segnali e i
costruLlori giappone<;i san no, prevedonu, e a suo tempo hanno vaticinato la mia
assione per lapis e affini .
Calon, chi era cO~l ui? E guardo la valle, cercO immagini semprc pill scame al mio
occhio. Cereo dentro e conlO j secondi . il tempo dell'altesa mentre I'arena ritro­
a la voce, ceJcbra il calciu risono. sputa i tremori interni con un udo da vulca­
no . Parabola Icmporale ehe si dilata. Calori? E quanto manca? 24, 23, 22 minuLi . Rilcggo in testa i lilOIl , gli articuli : "Mai la Juve ha fallito", "Mai la Juve e erol­ lala" Qui c'e un omicidio, qui c'c il soli to folluto punLO di Martin che ci fece perdere 1<1 canpa. Qui c i sona proverbi, avverbi. dati, statistiche e lancette di orologio 27
incolJate sui quadrante, Qui c'e il mio mal di testa da pioggia, mi lioni su i cam po
a lnstsrc la traversa e io parali zzata a maledirli perche tutto questo ci portera Scor­
no e mala ventura.
I g c 04 min uti del 14 maggio 2000. Giornata imponderabi le. Di fosfora e miele.
Stc) planando. Come un coli brl. Ami no, come un usignuolo. Anzi, no . Come
un'aquila. Galoppo alato. Ogni tanto ci penso e mi viene da ridere. Nel frattem­
po ho sposato Bob il Bello. Mi aliena. Dice che il calcio e rinalo gnuie aUe mie
lriangolazioni. Di ce cos) e mi bacia i capelli, e mi meHe a donnire. E io sogno
ealci d'angolo e tuLine dJ spugna per i miei bimbi e un cucciolo di Foxtcrrier che
si chiama Dc Samis.
Da qui messere si domina la valle. Ed elin bel vedere.
DarkJady
Una bandiera con Ie ali
(lsi usclmmo di casa que I 14/0512000, scnza una vera eccitazione, tanto per
, !'.scrci come ci cravamo stati l'anno prima. Delusi e consapevo!j che Ie possibi­
Ilia fossero ridotte a un lumicin o, ma con la voglia di essere presenti all'epilogo
III un aJtro anna andalO cosL.
Ni~nte macchinetle fotografiche ques l' anno. Bastano Ie foto dell 'anno scorso, di
IIno stad io comunque festoso anche se privo di luce. Quella luce.
Ma que~ l' anno, tlfrivando all ' Olimpico, ci ha investito un'emozione piu lumino ­
!'.u, che ci ha spinto ad acquistare quello che, sempre voluro, non avevamo aneo­
ra: una bandiera, grande. dall e am pic bande bianco-al.zurre che subito iI vento ha ,li spiegato. E poi gJi amici, arresi, furiosi 0 ancora promi a crederci. Disculono, litigano qua$i, per cic che ag li occhi dei pi u sembra onnai gia conel uso. La Lazio c semprc n perc, sotto di noi, a fare cib che pub, come noi d 'alt.ra parle, di versi gli un i dagli altTi ma vici ni, oggi piu che mai . Ogni gol ci illum ina di una gioia ancora priva di una vera speranza, anche se i minut i passan o c gli altri sono aneora n, a portata di mano. Per noi e la line, In Lazio ha vinto aneora, ci ha creduto e tulli seendono a festeg­
~iarla, perche vuda coml: vada, e slata grande anche quest ' anno. All' Improvviso .. .Io stadio trema. L'imposslb ile scm bra prcvalere sui prababiJe, Ie certezze vaei li ano, fradice di una ioggia di maggio che lavera via la diffidenza verso eic che non puc cambiare e
che andra come e scm pre andato.
Un Davide generoso sta abbattendo un Golia stanco e I' Aquila ora vola in alto,
sospinta dall' urlo di 70.000 cuori che da allora in poi smelteran no di baltere fino
alia fine . Coml ncia cosl I' allesa, suI prato che per la prima volta ci accogli e, protagonisti di un frammen to di quella stori a bianco-celeste che ei sostiene, che guida Ie nosLIc el11ozioni mai cosl burrascose e alte assi eme. «11 tempo non passu mai quando Ii accorgi che hai paura» vienc in mente, quan­
do senti che ancora pOlrcbbc esserc tulla un 'i llusionc, talmente fragile da poter essere spczzatu in un solo i~tante . E di istanli ne m:lncano aneora tanti. 29
Rimaniamo a lungo irnmobili, accanto a noi iI popolo laziale e lravolto da mille
angosce, speranza e paura si leggono appruale su ogni viso, tirato in smortie di
lensione 0 rosso di lacrimc.
Come in un thriller
Manea poco oemru e solo ora 5i accende improvvisa la sensazione che ci siamo
davvero, siamo vicinissimi e che davvero sta succedendo, a noi, a quesla Lazio,
in questa momenta.
E allora non c 'e pill spazio per 10 scetlicismo, Ie ombre si dissolvono, la tensione
sale in una spirale quasi dolorosa, e un V()rtice oemru, i battili del tempo accelc­
rano. Nessuno respira pio, e una cadula libera, precipitiamo verso I'altimo fina­
le...
L'apoleosi e improvvisa e lOlale, esplosione di corpi ed emozioni trallenute
lungo, abbracci che liberano dalle paure e ci rendono fratelli nella gioia.
Saltiamo. corriamo forle per crederci davvero, per semire la vila che ci dice che
C vero. E successo, ci guardiamo negli occhi. ancora e ancora, fino a condividere
la felk ila di esscrci slati, in sieme. E cos] e ancora pi o bello, questo 14/05/2000. I fratelli Fischieno & Seamus
Jifc4/(J Ifo
I a sveglia e aile 9, sponlanca, nonostante la nottata in disco. Avverto una Jcgge­
101 lcnsione chc ancora non scntivo il giomo prima. II dele e di un azzurro terso e intenso, il sole e tiepido, la primavera si fa sentirc. ,'hiamo Simon, il mio amico londinese, chc e ancora perso nel mondo dei sogni: l' venuto apposta da Londra per non perdersi la festa. Sl, perche festa sarebbe ,Iota comunque, qualunque fosse stato il verdetto finale. Ci aspettava uno stadia pieno di colori e di gente felice, consapevole di esser stata protagonista fino alla
fine .
Simon si prepara: macchina fOlografica e zoom teleseopico. E' contento di veni­
re nel "mitieo" Olimpico a vedere la Lazio. E' la sua seeonda squadra dopo
l'ArsenaL
AII'una. appuntamenlo con i lazionctters alia palla. Ci si sal uta, si smadonna un
po ' sull'crrore d i De Santi s della domenica precedente. n calcio e morto 0 non e
morto? Gli Irriducibi li dicono di s1. ce lebrando il suo funerale.
Si cntra ali a stadio verso Ie 14.30: Ic tribune non sono pienissime rna si sente a
pelle I'atmosfera delle occasioni importanti. Forse it numero di bandiere c mag­
giore. 0 forse sana i cori della curva Maestrelli che si alzano pill spessot sovrap­
ponendosl a quelli della Nord, ancora orfana dei propri abbonati che entreranno a partlta iniLiata. La Lazio aspetla, la Reggina e viltima prcdestinata di una vitloria gia. annuncia­
ta ... gia perche in rcaltil la partila, quella vera. si dispulera a Perugia. n gioco dei biancocelesti in avvio e un po' timoroso, quasi una partila d'allena­
menlO, rna poi ingrana la marcia e alIa mezz'ora il risultato si sblocca! Lo stadio
esplode. La Juve ancora e sullo 0-0. Sarcbbe spareggio, rna nessuno si azzarda a
pronunciare qualcosa.
L' 1-0, inlanlo, va stretto alia Lazio, si raddoppia prima dell'inlervallo.
30
AI momento di ricominciare, gli uomini sono tutti in campo, rna I'arbilro non
fischia. Cosa succede?? Qualcuno dice che a Perugia il gioco e femlo per un
improvviso c straordinario fortunale. II primo pensiero e a Moggi: quell'uomo
riesce a intluenzare anehe gli eventi naturali III La partita non sta girando nel
verso giuSlO? Si invoca la pioggia e il match viene sospeso. Si rigiochera in con­
dizioni pill favorevo li . Chiaro e lampanle. No, non e possibile chI! dcbba scmpre
31
and ure COSI, aJ lora d itelo! 0 Dio
Vccchia Signora! e bianconero
0
e il
direuore generale della c una Slrana tensi one chc aleggia. Non si urla, non si canta, si chi acchiera a
voce, al massimo. Ci si siede per terra e si ascolta la voce gracchiante degli
.I\loparlanti. che nel frattempo sono stati sintonizzali su "TullO il calcio minuto
I'<! I min uto" . C'c una concentrazione to tale dei sessantami la dell ' Olim pico, in
, Iigioso silenzio. Aseoltiamo con terrore Ie discese di Zidane e Ie conclusioni di
IIw\ghi e Del Piero. Le mie dita, ind ici e mignoli sono orm ai incastrati nella stes­
.\ posizionc da mezz·ora. In torn o a me c'e gente in trance.
h.ISSU
Ncl francmpo l' OJjmpico non pub piu allendere ... al diavolo la contemporaneita delle panite vol uta per assicurare un finale di cam pionato regolare ... tanto. penso, s<1rebbe stata I'unica norma rispeuata, alia faccia dell ' ipocrisia! La Lazio ha il tempo di fare il teno gol. il pubblico applaude ammirato, mentre si ultcndono notilie. E' uffici ule! La partiLa al Curi e sospesa a tempo indeterminato. Si fa strada I'i­
potesi che l'incontro verra rimandaLo al mercoled! successivo. In izio a pensare all'esodo dei tifosi laziali verso Perugia: forse non sarebbe poi Lanto male, potremmo dare qualche chance in pi ll agli umbei ... Ma a un tratto, come nel migl iore dei th riller, arriva inaspeHalo il colpo di scena: a Perugia si r icomincia. Non era mai successo, come e possibile? L' unica spiega­
zione c che Coll ina abbia pensalO, come me , alI'esodo biancazzurro previsto, traendone conclusion i oppostc . Dopo qualche minuto un boa to. lancinanle e pOLcmissimo. si propaga a una velo­
CiLa ultraso nica daJla cueva nord verso di noi e ci avviluppa. Lo stadio scoppia ,
come ~e la Lazio sLessa avesse segnalO nello spareggio scudelto.
E' Perugia-Juve 1-0 ... 1 a 0 non il contrario ! Prima di credere alia notizia, ch iedo
almeno a dieci pcr~one intorno a me la conferma. Siamo esterrefatLi, con gli occhi
sbarrali e incredu li, tutti a urJarci in faccia e a chiederci «rna e vero?»
E' rea lla; Calori ha ponato in vanlaggio la squadra umbra e un brivido mi corre
lungo la schicna. Da Ii in poi ricordo solo I'allesa pill lunga di tutta la vila. non
m i era mai succe~S(l di l:ontare tino a 60 l' ripetermi ossessivamente «. e un altro
e andaIO .. »
....Lade il 45°. il Perugia resi ste stre nuamente e il quarto uomo che fa'??
/)vviamente dfl 5 minuti di rec upero, aitri 5 lunghissimi, interminabili minuti. Ma
1.1 .Iuve non riesce a sbloccare la SilUal.iene: meno 3 mi nut i, meno 2, c'e illempo
pcr una dcviazione del portiere su tiro di Inzaghi, e comer per 1.1 Juve, sto tre­
lIIanoo come una foglia . meno un minuto, la difesa respi nge, azione di contro­
plcde del Perugia, la palla si all ontana, tempo scadu to! ... Si continua ancora, la
p.l ll a e a centrocam po ... altri 30 sccondi e Collina fi schiaaaaaaaaaaa !! !! !!!!!! !
Mi gira la testa. ho Ie vertigini, sto per rcalizzare e inizio a urlarc «E ' SCUDET­
lUI E' SCUDETTO! E ' SCUDETTOOOOOO! !!» Mi butto per terra, cado SUI nuci amici e ci roLolia mo insieme, stringo Simon: e a bocea aperta e non pensa .ld alLro che a fare fo to . "'norno <1 noi scene da far accapponare la pelle : c' e un ragazzone che piange IJcrime vere Ira lc braccia della ragazza . Mi viene da piangere anche a me e da miere nello slesso tempo. Lo vadll ad ab braceiare anch'io e sottovoce, strappan­ dllgli un sorriso. gli dice: «Orm ai e nostro e nu n ce 10 toje pili nessuno.» Er Chlmico
Ma i colpi di scena non finisco no. Poco prima dell a fine della noS Lra pani ta, un
rn ighaio di tifosi , gii'l accalcato di etro i tabel loni p ubblicitari, inlerpreta un fischio corne fi nale c invade il campo. Molli g iocatori, 10 i\tesso Veron, rimangono in mUlandc e so no coslrelli a un a fuga
precipitosa negli spogliatoi T UllO 10 stadia ulula «scem i scemi». Cazzo r
Risch iamo d i vinccre 10 Scudo e magari perdiamo la partita a tavolino per colpa
di gualtro defic ient i' ! Per fortu na la situazione rientra (con i ti rosi), e anchc se
molti giocalori sona costrcll i a giocare con Ie maglic rovesciate dei panchinari.
gl i ul lirni min uti si concludono senza Scossoni.
Seconda invasione, dc fin itiva questa voIla. Anch' io e altri due amici, spin Ii da
Simon ... « { have never been on a pitch, in Eng land you'd be arrested !!»
Seendiamo suI manlO crnoso. gia gremito di genIe, per aspcltare la fine a Perugia.
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Qui Seattle, a voi Olimpico
I ),Imenica 7 maggio. Penultima di campionato. Come al solito 1a mia sveglia
Ullna aile 5 del maltino, anzi non suona quasi mai perche nonnalmente dormo
I'"CO 0 male la notte prima delle partite, c quindi sono gia sveglio prima cbe suoni
II dassico dmrrrin! Mi accomodo nella mia poltrona e ml accingo a vedere Juve­
I',Irma e cOnlemporaneamente con un orecchio ascolto per radio Bologna-Lazlo.
!'I'nso che questa sia J'ultima possibilita che abbiamo di agganciare la Juve.
Imscorrono i minuti e si va verso la fine delle gare con la Lazio che sta vincen­
,.10 a Bologna e la Juve sta facendo altrettanto quando, all'improvviso, un urlo
IIT1Va da Bologna ! n Parma ha pareggiato! L' illusione dura pero brevi is tanti ,
I'llrbitro De Sanljs annuli a il gol di Cannavaro e piombo nella pill cupa dispera­
lime... Ricordo la stagione scorsa. Anche allora, alia penulLima giomata ci scu­
lIono proditoriamente 10 scudetto dalle maglie, ma non mi voglio arrendcre.
I\'nso cbe il prossimo e ultimo tumo pUO ancora riservare delle sorprese ed in
unr mio senlO che questa c piu che un'illusionc.
~
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Avrb davanti una settimana lunghissima. La trascorro in costante ansia con un
lInsumo smodatamenle alto di can10mille e sigaretle. Comunque ecco, ci siamo:
Oliva la domcnica C ]'ora della partila Dopo aver effeltualo lUlU i mlet soliti riti
lramnntici mi accomodo con un arnica di fede Laziale (unici due biancocelesti
111 questa lontana Lona degl! Stales). SislemiaJl10 IV e satelliti e finalmente inizia­
1111 Ie partile. Sono leso come Ie corde di un vioUno mcntre il mio amico per
l1\uscberare la lensione, 0 forse perche non seole quanta me la partila, parla di
11I1lt) ma io non J'ascolto. Verso la mezz'ora passiamo in vanlaggio c dopo pochi
Il1inuti arriva il raddoppio. Cera il secondo ngorc? Si, no, sinceramente non me
H~' importa piu dj lanto in quanta la mia mente si e trasferita in pianla stabile in
I~ rra umbra.
I lIIisce il primo tempo, Juvc e Perugia sono so1lo 0-0 cd io gia SIO pensando al
I'tlssibile spareggio e a come organizzare i.1 viaggio in ltalia per non mancare allo
,Innco appuntamento. Ma sento che ancora qualcosa deve succedere.
1~lcominciano i secondl tempi rna a Perugia non si puo giocarc.. L' ennesima beffa
tid destino l Ne sono sicuro! Se il gioco proseguira noi vinceremo 10 scudelto. Se,
d I:ontrario, si sospenderil la partita. a!lora pOlremo dare I'addio ai nostri sogni.
I\:r fortuna dllpO un'attesa esaspcranle e dopo essermi fumato il fumabilc, rico­
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l1l incia il match al Curio Sono rilassato, COSI rilassato, anche dopo il gol del
Perugia. Mi meraviglio di me stesso mentre iJ mio amico sbraita come un osses­
so. Rimango seduto e calmo anche se mentalmente cOnlo i minuti che mancano e
Ie dila delle mani slan no freneticamente facendo il lora ... Javoro.
E' iI 45°, e fi nita. Maccile, ci sono 5 min uti di recupero che poi diventano 6 (l 7
causa di un a mini in vasione dei tifos i perugini . Scandisco i secondi e fina lmen­
le l' arbitro Collina fischia mentre tUlia la mia apparente compostezza va a fars i
benedire: piango Come un idiota e sono fe lice come non mai! Ahbiamo vinle I
scudeuo, siamo Campion i d 'Ilalia, e questo titolo e aneora piu bello perc he cosl
SOfferlo e conquistalo contro tutto e tulti . Abbiamo aspettato 26 ann i cadenzati da
indicibili dolori, morti, tragedie, scand ali, retrocessioni e spareggi rna finalme n­
te, adesso, po~siamo dedicare queste gioie anche a ch i non c pi ll tTa noi rna, sono
sicuro, sta festeggiando da lasslI.
Pensieri che mi passano per la testa
mentre la Lazio vince 10 scudetto
it
Mllntre la Lazio vince 10 scudello mi passano per la testa queste cose.
I'l:nso ehe Ira un po ' ci sara un boato assurdo, circolare. e io abbraccerb mi a
III.Hlre c dopa (sono sicuro) avro I'i mpul so di SLrozzarla con la seiarpella che
hngo stretta tra Ie man i.
I'cn~o che mi rilrovcrO a buttare Ie braceia al coll o del m io vicino di posto, un tipo
evidentc ritardo mentalc con cui ho litigato alIa lerza giornata di campio1I;tIO perche am:he lui come tutti faceva bu h ai giocatori di colore delle squadre
Ivversaric (<<dovresti rarlo a te stesso, buh» gJi ho delto. e da quel giorno non ci
lamo pill guardati ne salutati).
'1111 Ull
da Seattle
ForeverLaLio
I'L'nso che mi o fralcllo si sci ogliera in laerime, se Ie spremera dagli ocehi fino a
,lntirsi prosc iugato (saranno tutte Ie paure sui suo futuro che si spremera. lutte Ie
Il'nsioni con i miei genilori , tUlti i pensieri flegalivi che ha av ulO, (utlo questo si
premera dagli occhi).
I'cnso che mio padre avra un dolore al centro del torace, che si irradiera alia parte
IIperiore dell ' addome, e poi si aceascera sulla sua pollroncina colpllo da infarto
Ikl miocardio (una voce dall'ahoparlante ha appena richlcsto, con urgenza,
un'amoulan/3 in Iriouna stampa) .
Penso che i1 giornalista Stefano De Grandis (che ha perso suo padre Mim mo una
sc ttimana fa per un'ischemia cerebrale) di col po comincera a piangere con il
microfono in mana mcntre intervista Crag notti, c dovranno interrompere il colle­
!lamento con 10 stadi o Olimpico.
Penso improvvisamcntt: che mia nonna morira entIo quest' anno (i vicini di casa
vcdranno Ie persiane chjuse e capiranno che si e spenta nel sonno, che quella mat­
tina non si c al1.ala).
Pe nso che io mi amm alerb di cancro e non arrivero a quest'estate (sen to gia la
prima cellula LUmorale che si assesta sui polmone sinisLro).
Pcnso che Ja casa dove andrb ad abitare dopo I' estate, a Monte Mario, sia invasa
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Cuore granata su sfondo biancoceleste
dal le onde e lettromagnetiche per via de l ripetitore deLIa Rai a pochi metri di
J isllllll.a. c che se un giomo faro un figlio si ammalera di leucemia hn foide acuta
c morira.
Penso al tizio che ho incroc iato poco fa davanti a uno dei telefoni delle stadio. Ho
notato che ha composto un numero e subilO dopo ha riattaccato. Poi ha recupera­
\0 la scheda e ha dello: "Oh, ogni voila che la Lazio vince 10 scudetlo non ce sta
mai a casa, questa!» e se n'c andato tullO ingrugnalo.
Penso chc la m ia fidan zata non e qUI con me, e per un attimo ho la chiara, nelta
sensazionc che stia con un altro e abbia spento il telefonino per non essere rag­
gi unta.
Penso che mi o fratello e sua moglie si lasceranno molto presto. Vedo lei, ex
juvenri na, troppo apatica c poco coinvolta dall'evento che sta per travolgerci;
sem bra dislante e pensierosa. Forse, penso, non e vero che e diventata laziale, sta
fin ge ndo e anche male, e tra un po' mio fratello se ne accorgeril e glielo dira, e
poi litighcranno qui all o stadio, davanti a lUlti, e tomali a casa, dopo nemmeno un
anno di matri monio, si lasceranno.
Penso che in questo stadio ci sonG piu di ottantamila persone e immagino che
siam o lutte vitti me di un regi me dittatoriale e che stiamo aspettando di essere pre­
levati uno a uno dai m iliLari e fucil ati.
Penso che i l cappucc io de ll o stadi o sopra Ie gradinate, "Ia corona di spine" come
10 chlamano i romani,
un momento all'altro croller~ c l'Olimpico si tramutcra
in Heysel (e m'immagino gio il viavai di medici e infermieri , persone che pian­
gona e si di sperano, che cereano Ira Ie macerie parenti e amici).
ua
Penso che il nostro capitan o, Alessand ro Nesta, si schiantera con la macchina al
ritomo clal ristorante dove la squadra si riun ira per festeggiare 10 scudelto (e mi
scm bra di vcderle Ie sciarpe e Ie magliette, i bigliettini e Ie poesie che i tifosi
laz ia li inconsolahili dcporra nn o suI guard-rail ammaccato) .
Penso che person al mente non ho mai festeggialo nienle in vita mi a, nernmeno la
vittoria del l'Italia al mondiale de ll '82.
Pe nso chc In L azio stn per vincere 10 scudetlo dopo venlisei ann i, che a settembre
uscira il mio nuovo libro, e che a ouobre andro a vivere nella mi a nuova casa:
penso che paghero per tulia questa feliclla . . .
Massimiliano G.
38 Prerisazione: Charfye 1111 tifoso del Torino. AlI'in;zio del Campion.l1to entro nel
jo /.um. di LazioNet preselltandosi con UTI messaggio che recitava: «Sono del Taro
e vel/go ill pace.» Da quel momenta il gemellaggio e divent.ato inossidabile e
Chari}, e davvero
U110
di lIoi.
Wow. Sono quasi Ie due di nolte, e mentre voi romanacci siete n a fare bagordi aJ
Circo Massimo (ho visto Ie scene in tv, commoventi: crussa se c'era ancbe qual­
che lazionetter tra quell i che rovesciavano 10 spumante in testa a Carlo Paris della
Domenica Sportiva .. . grandi!), provo a mettere assieme due parole in piu per rac­
contarvi da Torino la Lazio Campione d'Italia 1999-2000.
Stavo andando 31 Salone del Libro al Lingotto (no, oggi non ce la facevo proprio
a seguire il Toro ... ), convinto che la partita di Perugia fosse stata sospesa (nienle
autoradio, sigh). Passo vicino a Piazza S.Carlo: orde di juventini con Ie sciarpe
(dal che si capisce la natura Lroglodita del Gobbo: la tua squadra sta ancora gio­
cando, che cazzo ci fai in piazza??), bandieroni col 26° scudetto (ab ah), e via
cos1. Tiro drilto, mangiandom i il fegalo.
A un certo punto sento strombarlare I'auto di fianco. Gelo nel cuore e nei1e
mutandc . "No! Hanno npreso a giocare, e 'sti stronzi hanno segnato. Lo sapevo,
10 "apevo, 10 sapevo ... » L'auto c1acsonante mi supera, io lancio all'autista un ' oc­
chlala che "Hanntbalthe Cannibal" al confrontQ e un pastoreUo di Fatima, e poi .. .
sorpresa ! Ha il boll in o del Toro sulla targa. Cristo, a questo ci siamo ridotti? Va bene che abbiamo il presidente di area Fiat, periL
Entro al Salone, sm occolando come un lurco. A un certo pu nto trovO una mia
amica, granata hardcore, che appcna mi vede mi abbraccia. VuoIe farmi una pro­
posta? No, molto meglio. Balbettando mi dice: «La juve sta .. . la juve sta...
CALLO , CARLO, LA JUVE STA PERDENDO!! !»
Da quel momen to non cap isco pill niente. Telefono al cellulare a un mio amico.
«E' vero?» «Si ii!! » «Quanto manca?» «Dieci minuti, ti richiamo.» «Col cazzo, mi
fai la radiocronaca in direlta» (una scheda consumata, rna chissenefrega).
AI fi sch io di Collina, io e la mia arnica ci abbracciamo, saltando come due taran­
tolaLi . Qualche ju ventino equivoca, uno 5i avv icina e fa : «Abbiamo vinto?» Gli
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n tormento e l'estasi
f:J.t:l: io cenno di sl . lascio che esulti, per cinq ue secondi provo la piu sadica delle gioie interiori, e poi aggiu ngo: «Anche tu della Lazio?» Avete mai visto qualcu­
no sbiancare? E' uno spettacolo terrifi cante, ve 10 giuro. Cerco disperatame nte un computer, 10 lrOvo, mando il mio msg a LazioNet e poi vedo In scena pill bella: tre ragazzi che lavorano a un o stand di una casa editrice, cvidc ntemente romani e laziali. che si abbracciano e piangono come fo ntane . Qualcuno appende a una colonna un can ello scritto co) pennarello, con il risulta­
to della pan ita e sotto "LAZIO CAMPIONE D'ITALIA... ciao gobbi". E vai! Tcrno a casa, passo clal centro. N-E-S-S- U-N-O . II deserlo. Solo qualche lristissinm resto dell' ar mata Brancaleone pronta a fes teggiare jJ 26° scudello (ah all), che vaga per piazza Castello con jl suo bandjerone, come que i sol dati giap­
ponesi aLa fi ne de ll a guerra nel Pacifico. Dio, com'e bdla Torino stasera l 10 passo a ubriacarmi con gu amici, a vedere rivedere e rive­ dere anccra una volta il gol di Calori (Calori, ragazzi, Calori!!) . II pe nsiero lisso c a voi, ai mie i amici del net: penso a RobCouto , a Dixie, a M axEagle, a M apuche, a J ugovic, a Igor, a P icchioMontesacro, a Frantz, a tutl Ie parole c i sentimen ti forl i che ho assorbito in questi mesi . Ma so praltutto. penso a Cicalone . Sono sei ore che mi sto chicdendo: «COSA STARA' :=ACENDO, CICALONE, in questa momen ta?» Non riesco neppure a immaginannelo . II resto
d~l1a nOlle
Vorrei csserc da quaJchc alt ra parte . II Perugia ha appena faHo qualcosa chc, nella
nalura delle cose, non av rebbe dovuto fare. II mio coequipier che siede di fronte
saltato in picdi come fa da dice i anni ad ogni gol. azione. sU5SurrO (lui il for ­
lunato possessore dt una radioli na, cssere superiore ed irraggiungibile). annun­
eiando I'improbabile accad imenlo. Meglio aspeltare la conferma ufficiale. Non
ho piu un gran capitale di emozioni da invcstire. quest'anno. Gia sette giomi
prima sono arrivalo allimite dell'infurto, dopo una notizia del genere. an nuncia­
la e smcnt ita. Ora prclen do di avere notizie dal labeJl one. Tanto sara una bufala.
c
e
II fa tto che il tabellone abbi a dato la tanto altesa conferma ufIiciale non sposta di
una virgola i tenn ini de lla queslione. Intorno a me assislo a riti pagani, macum­
be, baciam enti di santini, inginocchiamenti precari (provate voi ad inginocchiar­
vi con fare devoto sulle tribune di uno stadio), religioni ritfovate, improbabili
esorcismi. Ma io non posso. La le nsionc e troppo per me. Res istere quaranta
min uti in que llo stalO e im presa superiore alle mie forze. Potessi fare qualcosa.
Almeno se Ii giocano davanti hai \,il\usione di poter fare qualcosa. Posso fumare
una sigaretta. No n c granc hc come soluzione, dubito che Ie sigarctte possano ren­
dere pi u solida la difesa del pcrugia, ma tullO a iula. E, soprattutto c indispensa­
bile che io mi muova. McgJio andare .
Vi vogliCl hene, raga77i Questo scudetlo l'ho ViSSUlO un po' anch'io, insieme a voi in qutSU Junghi , folli. belJissimi otto mesi. Non potete immaginare quanto sia felice. Oavvero . Charly
Abbandono il po~to sui quale il mio scderc ha lascialo 13 sua decennale impron­
ta e mi arrampICll sulle velie dc\l'Olimplco. LasslI, esposLO ad una benedeUa brez­
za, dec ido di ingannare I ' allesa . Noto con meZ7.1l de lusione di non esse re stato poi
cosl origi nal e. A ltri pas~eggiano nervosamcnte su q uel corridoio, aJcu ni (ma
come cauo fan no?) addiritt ura scherzano. Non c 'c traccia di radioline. Meglio.
M i siedo per lerra, aecanto ad un al tro reli uo umano il quale, svuotato di ogni
dign tta, prega s0111messamente . Scopro di esscrmi seduto sopra l'unica bottigl ia
rOlla (per il m omento) d i lu tto 10 stadio, e 10 prendo come segno beneaugurante.
Cinque minul i passati ad estirpare rram menti di vetro d a un a mana sono pur sem­
pre cinque m in uti in cui facc io alLro. E se io faccio allro, di conseguenza, 1a
Ju ve ntus non pu b scgnare. ln fatti , non segna.
Non avendo l'orologio, oevo neeessariamente trovare un modo per misurare il
tempo . La miglior COS3 sarebbe andarmene . Me ne vado, mi chiudo in camera,
tapr i aile orecchie, droga 0 alcoo l a scelta, magari assicme, abbasso Ie tapparel­
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Ie. c ne riparliamo stasera. Ma tanto. in qualsiasi parte del mondo od oltre, fos­
s' aneo sul l' Enterprise. la tortura cinese della goccia. secondo dopo secondo. mi
imped irebb~ di pensare ad altro. Ventiseuc minuti e quarantadue secondi, venti­
seliC min uti e quarantuno secondi, ventisctte minu ti e quaranta secondi ... non
posso calcolare if tcmpo in questo modo. Una sigaretla dura circa otto minuti.
OltO per quatlro, Ira quattro sigareue e finila. Non me ne frega niente se vince la
Juve, pareggia 0 perde . Vogli o che fi nisca.
E purtroppo sono finite pure Ie sigaretle. E ancora pili purtroppo la mia stessa
idea. di ca!colare il tempo con una siga, e venuta ad altri. Mi farei violentare da
un venditore ambulante di sigarene comparso per mana celeste sulle tri bune, per
quei quattro stronzi bastoncini. Ma anche in questa evenienza, mi dovrei mettere
in coda. Mi avvicino a due ragazzotti ehe non si vergognano a manifestare Ie pro­
prie emozioni, in questa giomata dove viene messo a nudo tutto, dove si e soli,
incredi bilmente soli, tcrribilmente soli, dove pill nulla ha importanza, non gli
amici. non la fam iglia, i fig li , amore, lavora, successo, tulle stronzate. Ora siamo
io e I'orologio, quel bastardo di un orologio che mj regalarono aHa prima com u­
nione e che mi si ruppe dopa un anna riempiendosi di acqua nonostante fosse
stato garanLito waterproof, e per protesta da allora non ne ebbi pili, di orologi. Che
stupidaggine. Avessi saputo. allora.
no. non c' e piu tempo. B landisco i ragazzotti con profferte di prestazioni sessua­
Ii gratUlte c passive e rieseo a scroccare \'ultima paglia.
Ogni lirata e una palla buttala in tribuna a Perugia, 0 un fuorigioco contro la Juve,
una parala di Mauantini, un Iiscio di l nzagru . Sono Ie ruciotto e quattro minuli ,
la Lal.io e campione d'ltalia. Embe? Che sara mru successo? Sono venlisei anni
che 111i chiedo come sarebbe stato. E ora che e stato, non riesco a provare emo­
zion i. E' preoccupante. Abbraccio gl i altri perche devo, parrebbe bruuo, la gente
csulta, si agila in modo scomposto. me pare no scemi, vecchi piangono, giovani
copulano, sempliccmente non puo essere. Bah, vabbe ragazzi, e stato bellissimo,
siamo campioni eccetera eccetera, ora andiamocene a casa e pensiarno ad altro.
Mamma mia. saro guarito? Veramente, dopo averlo tanto invocato, il Dio del cal­
cio O1j ha fatlo la grazia e Don me ne frega pill niente? Per inciso: bello stronzo,
se rOSSC COSI. poteva farmi la grazia quando Cruodi sbaglio quel rigore, per dime
una.. . comu llque, emozi oni a zero . Vado a casa, facc io un po' di baldoria perche
si deve, mi trascino una gamba infortunata in una scomoda poslnzione al Circo
Massimo, dove l'assenza dei giocatori aHa festa mi sembra elemento quasi secon­
dari o. Ho sonno . Vado a letlo. Mru pill, mai piil. Finalmente libero dall a scimmia.
Mi preoccupO solo di come dirlo agli amici : a me non frega nuUa del calcio! Mi
addormenlo con un libro.
I due ragazzolti si tengono mana nella mano, con un gesto perfettamente nomla­
le in quel posto, dove l'assurdo c normale, e un comportamento nonnale sarebbe
quantomenD indice di insarnta mentale. Hanno un pacchetto che ha resistjto a ben
trentatrc minuti di Perugia-.Tuve. Mi dicono. sapevano che sarebbe slata una lunga
giornal<l. c si crano premuniti . Non cosllunga, in effetti, rna una Marlboro per me
Maned] 16 maggio, are 7,40. Mi svegli o. Realizzo, tullo d'un col po. Abbraccio
mia moglie e comi ncio a plangere. Siamo Campion i d'ltalia III
Alfa
c'c .
Perch~ non essere ahrove? Perchc non smettere di interessarmi al calcio? E' faci­
le, dopot utto . Basta smettere la mattina di aprire il quotidiano direttamente dalla
pagina dello sport. basla smcttere di camm inare per strada cercando di ricordare
iI calendario dell e ulLime tre giornate. opr ure impostare 10 sfondo de l desktop del
computer di ogni elicnte con I'aquila bi ancoceleste. 0 evitare di credere chc l'e­
ducazio ne dei fig Ii eonsista dopot utto in due concelli elementari : la Lazio e tutto,
la roma c merda. oppure ancora quando vado in vacanza rion meHere per pri ma
cosa in valigia la sciarpa della Lazio perch6 hai visto mai servisse. Ma esistono
case che si puo e eose che non si puo . Questa, non si puo. Ma ora vorrei tanto.
Non mi frega niente che stiamo per vincere uno se udetlo. Non voglio esscre qui .
Sana Ie dieiasselte e cinquantacinquc minuti, la tensione sta salcndo aneora. Oltre
al falto che e sicuro che la Juve ora glicne fa due . Data che 1:1 delusione sarebbe
troppa, all ora eviliamo. Se scappo adesso forse faccio aneora in tempo. Prendo il
vespone, che fa un casino tale da impedire quasi ogni contatlo con J' cstemo. Ma
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Sopra un riga di gesso
Sono un borderline. Non so neanche cosa vogUa dire, rna quando mi rinchiusero
qui, lan ti anni fa, un ti po con il caml ce bianco disse cbe era come stare sulla linea
del fallo lateralc, ne di qua ne di liL Semplicemente sopra una riga.
Le righe sui campi Ie facevano col gesso, quando ero piccolo c andavo alia sta­
dio. Mi ci portava m io padre negli anni ' 30, allo stadio. Si Jamentava sempre e
parlava male di suo padre, che poi sarebbc mio nonno. Anchc io sarei oonno oggi.
se foss i vissuto in mezzo a voi.
A volte vi guardo da quassu, dalla collina di Monte Mario, dalle grate rosse di
ruggine ; se vi dicon{) che e impossibile, che i manicomi non esistono pill , non
dalcgl i retta, mica !';ono malto. Sono un borderline. La mia testa e come quella di
un mago, si gonfia e si riduce quando vuole lei, mi sommerge di case da pensare
e a vol le mi senlo come sparilo. solto il peso dei ricorill.
Come quando min padre mi porto a vederc una partita speciale, ITa due squadrc
rivali . C'cra molta gente c papa url ava sempre, urlava contro una squadra e con­
tra mio nonno c io non ho mai capito iI percbe. Nessuno mi ha mai spiegato chi
fossero quei glOcalOri. ma se Ie davano di santa ragione. Che botte, come quelle
chI! mi dan no L1ua dentm quando faccio il cattivo, rna io non sono caltivo.
Sono un borderline . A volte mi si spegne la luce, (l me, anche se dalle grate si vede
il sale alto; IUllO svan isce e rni sembra di caJllminare su di un pralo, umido e sof­
ftcc . Se davvero mi trovassi sulla riga laterale dovrei sporcarmi di gesso e inve­
ce no, nienle, i miei piedi sono sempre puliti e lucidi come quell i di un bambino .
Ch issa come si gioca a pallone sulla ri ga latcrale, penso sia molto ditTicile, forse
hanno studialO delle regole speci ali per giocatori cosl strani . Chissa.
Anche io sonn 5trano, sono un borderline. Mi han no rinchiuso qui per evitare chc
succedano cose catlive a me e agh ahri . come quando mio padre se ne andb via
da qucSI() mon do, in cerca chissa di cosa e io non paTlai per 3 anni . Ma non 10 reci
mica pcrche ero mallO, mi venne COSI. spontanearnente. come quando inconlTi un
sasso londo per strada e senza pensarci 10 colpisci di puma e struSCI la scarpa sul­
"(lsfallo. Quando volo giu daJ tellO. mi o padre aveva 1a mia stessa eta, quella di
oggi oyv iamente, mica 'luella di quando ere piccolo e mi portava allo sladio.
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Era il '74 e c'era i] sale di primavera, ricordo che la cilta era in fesla perche una
squama ave va vinto qualcosa di imporlante: 10 lessi sui giomali . A me piace pcn ­
sure che papa e vola to via pcrchC era felice, quel giorno, ma Don 10 sapro mal. 10
ero in un 'altra stanza qui dentro, me I 'han no detto quelli col camice bianco che
lui era volalO via come un 'aq ui la. Mi hanno Jasciato un suo ricardo, 10 conservo
ua queJ giomo: una fOlo che leneva stretla in pugno quando e atterrato sull 'asfaJ­
to, una [oto gialla e rugosa COn me da piccolino, lui serio serio e mio nonno tutlo
sorridente nella sua uni forrne di gerarca. Ogni tanto la guardo e penso che sarcb­
be statu bello essere felici tutti assieme, la famiglia Foschi. Come oggi in citta:
c'c fesla grande, 10 sento dane urla e dalle trombe che suonano e pare che una
squadra abbia vinto qualcosa di impOrlanlC.
Mi piacerebbe uscire e arrampicarrni sui muro, a vedere Ie Juci del tramonto e
sentire megJio la feSLa che sale. Ma non posso, non me 10 perrnettono; dicono che
so no malto. Ma io non son a malto, sono un borderline. Forse I' anno prossimo
guarisco, e mi [aranno uscire a festeggiare, c potro salire sul muro come fece mio
padre. VOITei sapere l'effellO che fa.
Piersifal
Nota:
!talo Foschi. segretario della federa:.iol/e /vlJlal/a del parfito Jascista, /11 ideafo­
re /lei 1927 della Jusiol/e di tl/fte Ie realTa calcistiche di Rama (Lazio, Alba,
Fortitlldo e Roman) ill /I/la sola squat/ra. La S.s. Lazio riJJSci a SOltrar.fi ill extre.
mis a qllesta deC/siolle e dal/e tre squatire nmal1emi nacque I 'A.s. Rr)f1lll.
fJ
~AJK)
?
n destino e l'illusionista
Certamente quaJcuno di voi sa come ci senle quando "non ti fanno entrare".
Questa e la sensazione che mi ha accompagnalO per tu tta la !>euimana che ha pre­
ceduto l' incontro: tra me e me dicevo «Nun te ce avvelena, sara pe' startr'anno,
che ce voi fa ' .» Ho vissuto con questa pensiero fisso in menle e cercavo di seguir­
10. gioioso e gaio come il pill tranquillo degli uomini. non ho ascollato Ie vane
radio, non vislO Ie vane tv, ma pill ignoravo rultima partila del Carnpionalo e pili
dentro di me covavo rabbia. Rabbia da infamia, da ingiuslizia, pcr uno scudeuo
che pOleva essere e invecc ...
Domenica malLina vaUo a prendere mia madre, la porto con me in Tevere, mi sono perso l' abbonamento ai dislinti ovest, e per chi "credc ai gatu neri" come me e iI piulragico dei presagi. Seo male, sudo e furno, poi verso Ie tre realizzo. Dietro di mc un tifoso della Juve atlacca uno slriscione trasparente (corpo 2) con scritto su che sc vergognava e blablabla, I'ho mandato affanculo, je 10 volevo strappa' stri­
scionc ma poi manlma .. Inizia la panita e 10 stadio non canta. Inizia la partita, se gioca ma per me nun e come Ie arne vone. la parlita manco la guardo, poi ce danno du' rigori e do po la gioia me incauo ancora de pill. Intorno a me i soliti co la radiolina «cbe fa? che nun fa?» e chcppal1c ! Nun me rompete, nun vojo sape' nienle, nun so manco per­
che so' vcnutu allo ~ladi(). Penso alIa Lal.io mia de pndavini aeerhi!> carnolese c tUlli quelli n e nun penso a cragnotti almeyda veron. Vordl che so' proprio negativo e me dico «rna che voi?» . Pcn!'o chc c'avemo un destine che fa l'illusionista, prima ce fa crede e poi... No! in tinnie semo sempre slall sporchi e pochi, se vedc che neJ salone bello nun ce potcmo enlra. dovemo da rimane' fori ... Saluto. mancini llniscc la partna e me ne sarei voluto anna e invece mi madre: «e stamCl qui . e daje guarda si vedi cr tu fratello piccolo che scemo com'e quello ha falto inva<;ione ... )} Ce se mj!lte pure guido paglia a dimme cbe ce fanno vede' la partila su ~lfim .. . Poi de corpo I'apoteosi, I'artri aripijano a gioca e segna er Perugia. Nun c'ho pill visto, 0 meglio ho vi~to lutlo bianco. E come se se fosse apeno un portonc del pill bel palazzo reale dove noi lutti ballavamo e brindava­
mo . Il resto c stona , so' caroselli, handiere. stendardi, lrombe e feste. Professore
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Tre fiocchi tricolore
CerlO che era una bella mallina. Non avevo dubbi suI fatto che il 14 maggio sarebbe stata una giomata calda con un sole brillante, di quelli che ti abbronzano pure se stai all' ombra. TullO era pronto dalla sera prima: maglietta nuova, quella bianca del centenario. zainello. biglielli. macchina fotogralica. sciarpa (ricordo di Lazio-Parma del 1999) e basta. Basta" No. prendo anche 10 sciarpone di lana biancocelesle (colo­
ri originali). amorevolmente sferruzzato da mamma per pap~, I'oggetto che mi e piu caro e ricordo di colui che non c'e piu. Corol1ario di LUlIo l"equipaggiamenlO sono 3 piccoli fiocchi tricolori confeziona­
ti da mc . Perchc tre? Non ne ho idea. Mi avvio al IrenO. walkman nelle orecch ie a lutto vol ume con i Queen che mi ripetono ,(We are the Champions». Eh s1. siamo veramenlC dei campioni e nella mente ho un unico pensiero 0 meglio un'uniea sensazione: non andremo allo spa­
reggio. 0 si vince a si perde. Raggiungo il mio uomo. arriviamo all'Olimpico per I'incontro pre-partila con gJi am ici del nct. Oggi Cl sonG quasi tulli can Ie loro mag)ieue originali . lmmortalo Ie espressionI dipinte sui lora visi: amla. rassegnazione, speranza: c' e proprio di tutto. Andiamo che e ora. Sconfiggcremo la Reggina, non c'e dubbio ma con )a tcsta io !\onO al Curio J1 campo malcdello che c'e gla costato mollo. La partita va come deve undare. Dietro di me e'c un funzionario della S.S . Lazio con la sua brava ricetrasmiltenle: mi informa che una tempesta si e abbatt ula su Pcrugi a. LA PARTITA E' SOSPESA' Non e possibile! Che abbiamo fatto di male? E ancora una volta, I'ennesima, Ii senti vilt ima di qualcosa che pio grande di le oE allora invochi il verdetto della corte: giustiziatemi 0 asso)velemi ma fale in [retta. Si riprende a giocare all'Olimpico ma non a Perugia. 48
Ormai i miei occhi guardano senza vedcrc. Mi scuolo dal torpore solo quando un nUlrit(l gruppo di id ioli (ce ne sonG ~empre e dappcrtullO) invade i) campo. La nostra partita non e ancom finita . Pa!)sano ~olo pochi minuti. LUlto lOrna alia normalita e la Lnio vince il match. Ora dobbiamo aspellare. A Perugia la parlita e finalmenle ricominciala. Sembra che il cicIo, stanco di piangere. abhia concesso una lregua e che il campo sia stato giudicalo "praticabile" da Collina, un arbiu'o chc non ci c mai "lalo amico. 49
L'altesa e snervante, ognuno la vive in modo diverso. C'e chi va in giro sugli
s[lalti, chi tira fuori un li bro, chi scrive, chi commenta Ie nolizie del "fantacalcio­
mercato" e c'e chi, molti in verita, va sui campo a rOlolarsi fra I'erba.
A un certo punto un luono scuote I'aria sopra l'Olimpico. Anzi no. Non c un
luono. e Ull boato. E' I'urlo delJ'Olimpieo. II Perugia, nella persona del n. 6
:alori, ba segnato. Resto pietrificata al rruo pOSlo. Non cj credo, fino a a quando
iI risu ltato non appare sui cartellone elettronie() non ci credo. Ho paura che s ia
I' ennesirna nolizia 1'al5a, I' ennesima impietosa presa in giro. Aspelto pochi secon­
di c poi urlo anche io. Urlo c piango di gioia, di rabbia, di malinconia.
Mi calmo. I minuti da giocare sono molti e la Juve pub ancora pareggiare. E' di
nuovo attesa. Interminabile. Ognuno di noi si ritrova solo con se stesso. E' stra­
no sentirsi soli in mezzo a migliaia di persone ed e impressionante ascoltare iI
silenzio che e calato sullo stadio. Eppure e COSl che deve essere, per poter ricor­
dare i momenti pill bell i sfogliando l' album fotografico della vita.
A un certo punto I' incantcsimo si rompe. Qualcuno attraverso l'a1toparlante dello
stadio diffonde la radiocronaca in dieelta della partita di Perugia.
Provo a tapparmi Ie orecchie con Ie mani, non voglio sen tire. La voce implacabi­
Ie continua a deserivere azioni, errori ed orrori. E' tutto irreale, mi sembra di esse­
re un personaggio di un raeconto dj Stephen King, rna la lerribile voce del radio­
cronista mi conferma che e tutto assurdamente reale. «Dovemo soffd fino all'uI­
tim~, serno proprio della Lazio» SUSsurra un vecchio signore dieteo di me. Ha gJi
occm di mio non no, orgoglioso laziale del 1911, dj mio zio e di mio padre. Sono
lutti e tre vicino a me. [losso percepire la loro presenza, mi regalano tutta la loro
energia. Alzo la testa: mancano poehissirni minuti alia fine del match perugino. Un morrnorio Cornincla a salire verso it cielo e si fa sempre pill intenso. Tre fischi. Bastano tre 1'ischi a far esplodere 10 stadio. Un boato rompe I'aria.
Sembra non finire mai. E' I'urlo, e il pianto, e la liberazione, C la certezza per
alcuni cbe Dio csiste, e la possibilita per chi non credeva di poter di nuovo cre­
dere. Io piango. Piango abbracciata alia sciarpa dl papa, quella con i colori bian­
cocelesli originalj, ritrovando per un attimo la carezza, il calore di quelle mani
che non ei so no pill. Mi sentO abbracclare, baciare e consolare da VOI Li antici c da
chi non coneseo. E mi accorgo che abbiamo tutti la stessa identica espressione
negli occhi : stuporc, incredulita, meraviglia. Abbiamo vinlo? SI, SIAMO NO!, SOLO NOl. r CAMPION! D 'ITALIA SIAMO NOI!
~
Signora Almeyda
"
La zampata di Gatto Silvestro
e
Precisazione: Pikkio UIlO dei personaggi piu divertellfi di LazioNet. Quattl'O sel­
timane prima del 14 maggio ha iniziato a inondare if sito con messaggi sul Gatto
Silvestro. A suo dire il simpatico e maldeslro feiino avrebbe sostenuto la Lazio e
cambiaro if desrino. A noi il rricolore. alia Juve Ie piume del canarino Tilti. Aveva
raR/olle.
Arri vo in curva Nord, tiro fuori I' abbonamen to, 10 mostro aJ carabiniere all'in ­
gresso e passo, mi avvicino al canccll o 48, ovviamente il solito, ed entro. n ragaz­
zo del servizio mi buca "ullima casella, la numero 17, e penso per la prima volta
a Gatto Silvestro. La solita perquisizione. poi mi avvicino al banco del Lazio­
point e chicdo la maglia del centenario, taglia XL. Pago , mi spogJio e me la infi­
10 subiLO, lamenlandomi sarcastieamentc del fatto che non ci sia eucito il lTian­
golino trieolore. Entrando in curva liugo subilO con uno ha senti to la mia lamen­
tela e ha fTaintcso . Allora gli dico che dobbiamo crcderci, lui ml guarda malissi­
mo e mi dice che lui al massimo ci spera rna poco. io gli ripeto che abbiamo il
dovcre di crederci fino in fondo, lui ribadisce che iI calcic e morto la settimana
prima a Torino ucciso da De Sanlis, io gli dico che De Santis e I' unica villima
accertata fino ad ora, lui ripete che e solo un pezzo di merda e io me ne vado
bestcmmiando. n lutlo con loni da processo di BIscardi. io sembro Melli e lui
Como. Guardo la mia maglia del cenlenario uguale alia sua e non capisco.
Ecco la partita. Lazio nervosissima, Jaziali anehe, io invece ostenlo un a strana,
falsa tranqui llita che non mi Ticonoseo c non e mai stata mia. Radio cueva diffon­
de la voce della mancata espulsione di Montero, la genie si incazza e urla. 10
rimango tranquillo e aspcno di andare in vantaggio: 10 so che sta per arrivare, solo
queslione di tempo. Entrano gli Irriducibili prima della fine degli an nunciati quin­
dici minuti di sciopero, mentec in eurva Nord una bara raffigurante il calcio ita­
liano vicnc [alta scivolare gill. Lo prendo come un segnale di resa e non mi piace,
non mi piace per niente. Ripenso aI gallo nero. «Dajc Silve» dico ad alta voce.
Un vicino mi guarda con aria interrogativa, fingo di 11011 sentinni i suoi occhi stra­
nili addosso, lu i 5i volta verso un suo amico e gli chicde: «A Cia' , rna chi e
Silve?», rna I'amico non risponde. Poi la Lazio va in vanlaggio, poi raddoppia.
Non penso a Perugia. La tranquillita e la mia ulti ma trovata scaramantiea; duran­
te Lazio-Parma della seorso anne ero teso come una "corda e' manduline": ha
ponato male.
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La Lazio invece e sempre molto nervosa: Veron non accetla Ie scuse di un reggi­
no dopa un £a1l0, poi Couto va in cerca di un' ammonizione trovandola e me ntre
S imeone e Veron imbruLtiscono congill ntamente. Cirillo , aurore di un brullo fallo,
va in cerca anche del secon do canellino giaJlo. L'arbitro Borriello capisce il
momenco e soprassiede. Meno male . AlI'Olimpico e'e un 'almosfera strana, stra­
nissima: vioJentissim i con urlali can rabbiil da tutto 10 stadio si alteman o a
m omenti di assolulO, irreaJe silenzi o .
Fine del prlmo tem po . L ' inlervaJlo 10 passo ostentando la mja previsione: «biso­
gna crederci, il Perugia ci fa il miracolo» ripeto, «segna Melli di anca.» «Franco
Melli» aggiungo. No n ride nessU IlO. Radio curva infonna che gJi spogliatoi di
Perugia S0l10 compleLamenre allagati e che quindi m olto probabilmente non si
riprendera. io c hiedo se g ia hallno dato la Ilotizia dell'avvistamenlo di Ull vecchio
call una lunga harba bi nnca che da l pon te della sua strana barca di legno, piena di
animali , ha chiesto a Collilla la slrada per il mOnte Ararat. Non ride neSSuno nean­
che stavo lta. Capisco che non aria . Guardo il cielo su Roma: un po' velato e
incrcdibilmente bianco e celcs te, Come forse non 10 era mai stato. Bastardo, anche
tu ti ci melli '?
e
I giocatori rientrano in campo c aspeuano il via da Perugia. Niente. a Perugia nOn
si gioca. S i ripal1C 10 stcsso . La Lazio si Iranq uillizza e gioca scnza piu I'ansia del
risultato del Curi , la Reggina non punge, segna Simeone, poi esce il Mancic cd
entra Concei~ao. Menlre 10 stadio intero regala aU'ultimo grande poeta ilaliano in
scarpe da calcio il giusto tributo, rcalizzo: «Ogn uno di noi, forse, ha un numero
fortunato, jJ mio e il sClle. Hallno segnato Inzaghi e Simeone, il ventuno ed il
quallordici : uue multlpll di selle. Ha segnalo anche Veron, il ventilre, altro numc­
ro fortunato. E" appena entraLO Coneei~ao, il sette. Oddio!»
I radiolinau dicono ehe a Perugia non si puo giocare, quasi tutti maledleono la
sone che concede a lIa Juve un tempo in pili, io penso che, forse, e meglio eos1
perche g ufero con una violenza invereconda. Prima invasi one di campo, poi I' a n­
nuncio: a Perugia si ricominci a, Slanno facendo riscaldamenlo. Guardo I'orolo­
gio: sono Ie uiciasselte e o tto m inuti. Diciasselte pili 'OIlO: venlicinq ue . Due p ill
cinq ue : sette. A neora sette. Guardo il cielo sempre pill ma ledeuame me biancoee­
lesle . Oramai sono qunsi convinto. Cereo una conferma, mi giro di seano e ch ie­
do a l mio vici no di dirm i un numero : selle. Cazzo, non possibile . Mi giro daWal­
Ira parte, chiedo a un altro chi secondo lui il migliore in campo . Mi dice Veron .
N umero: ve nlitre. CaLZo. Cazzo cazzo calLO. Basta, sto divcntando pili paranoi­
co del solito.
Riprende la partila. I radiolinati di eono che a Perugia s i e fina lmente iniziato.
Dopa un minuto il campionato della LaLio finisce , io ini zio a cercare Con 10
sguardo qualcuno con la radio e 10 individuo poco distante . Mi guardo in giro e
I'atmosfera e davvero s urreale : sonG ancora tutti dentro allo stadia, rna non e'c
neanc he J'ombra d i un ealciaLOre e non sono neanehe previsli. Metto il cervello
in play-rec, tengo gli ocehi apert..i rna non per vedere : per guardare e registrare.
Neanche illempo di iniziare a g ufare che I'aria e squarciata da un poderoso, disu­
mano, raccapri cciante urlo : il Grande Boato, queUo c he aspettavo da quasi un
anno, da que ll a m aledett a domenica di L azio-Parrna. Stavolta nOD mi fido e cerco
tremando per I'emozio ne l'uomo can la radio lina: e in piedi che ucla e nonostan­
lc una ragazza lcnti di abbracciarlo riesec a saltare come una cavallelta, come se
invcce di una ragazza avesse addosso uno zaino. AHara e vera, ha segnato il
Perugia davvero . Guardo I'orologio: sono Ie dieiassetle e diciasseue. Diciassetle
e dic iasselle : lrentaquallro, tre pill quattro: sette, ancora lui. Lo spirito di Tarzan
si impossessa dd mio corpo e urlo. II tabellone confenna: Perugia 1- J uven LU s 0,
e allo spirito d i Tarzan si unisce l' ugola di Luciano Pavarotti. Non credevo di
essere eapace di uri are COSI forte. e non riesco a smeltere. Eceola, la zampata di
Gatto Silvestro. E' Ii Gal, il Perugia ha segnalo suI serio, la Juve Sill perdendo suI
scrio. E' il Grande Boato. e il Popolo Lazialc chc sfoga tulIa la propria rabbia. La
forza d'urto non e quclla di un urlo da sessantamila, c infatti non siamo sessanla­
mila : ognuno di noi porta con se anche la rabbi a di chi e lontano 0 di chi non c'c
piu ma che c denlm dl noi. indi ~s()lubi le . Saremo nOn meno di seicentomila, e
sliamo urlando LUlli i nsieme verso iJ cicio biancoceleste, che capisee e Forse urla
con noi .
Mi giro: C LullO un liorin:: di giovani virgulti c he aiulano provati genitori a ripren­
dersi dallo chaco Una signora dietro dl me si scnle male, piange e chiede un po '
d·nequa, e pallidissUlla. Ie lacrime Ie solcano silenziosamenLc II VISO stravolto,
se nza ne un bment(l, ne un singhiozzo. Beve lentamentc e lentarncnte si ripren­
de. «E ' nnamo s igno', ma che proprio $ul piu bel lo'?»
Oramai sono un auLoma: ripeto solo una rarola. calma, piLI che altro a me slesso.
Ch icdo una gomma perche Ie ho fin ite, poi chiedo una sigarclta pcrche Ie ho fIni ­
te, poi un'ungh ia perche ho finito anehe queUe, anche se non me Ie ero mai man­
gialc fin o a cinque minuti prima . Un mio amico si alza e mi inviLa ad andare in
meLZO 31 campo ma io 10 fulmino: {(Se Ii muovi da dove sei ti gonfio.» Non si
scherza con la scaramanzia, lui mi guarda e si risiede. comprendendo.
Devo fare qualcosa: decido di provare a seguirc la radiocronaca guardando Ia fae­
cia del radiolinaLo . Dopo un minuto mi rendo COnlO che non posso: a ognj azione
offcnsi va della Juve i1 suo volta SI Lrasfigura per la sofferenza, e io devo cercare
di ~lare calmo . Facc io un ca1colo menlale c fisso il puntn X non prima delle orc
18. Sono ancora Ie 17 e 30, ancora mezz'ora. Silvestro non mi ha tradilo, ora c'e
solo da s lnngerc i denLi , SLare calmi e speraTe che iltempo passi piLI in frelta pos­
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sibile. Espulso Zambrotta , Juve in dieci . Penso al numero di Zambrona: il venti­
lre. Cano. efatta , nti dico, rna poi eancello questo pensiero: non e ancora finita .
Pi', stai calmo.
improvvisamcnle dagli altoparlanti viene djffusa la voce di C uccbi da Perugia. 10
non riesco a stare fermo, il seggiolino e diventato rovente e slo stravincendo i1
campionalo del mondo di mani sudate. Voglio sentire rna non voglio sen tire, non
so se m i spiego. Collina da cinque lunghissinti mi nuti di recupero, prendo un bel
re5piro, Cut:chi urla: <<lnzaghi, e solo, manea cJamorosamente il pareggio della
Juve.» Un altimo interminabi le di silenzio: alcune facce stravolte vicino a me mi
fanno sospettare, terrorizzato, di avere capito male, quindi guardo il radiolinato
che capisce e con la tes ta dice no. Davanti a me uno sfoga la tensione piangendo
e insultando Cucchi, reo di avere detto la frase "pareggio della Juve". Cerco di
calmarlo ma sono lesO com e lui, come lulti, C ovviamente non ci riesco. La voce
di C ucchi e I' unica cosa cbe spaeca il silenzio astrale cadulO sull'Olimpieo: qual­
cuno si tappa Ie orecchie perche non vuole senlire 1a radio, molti tengono incro­
ciatc da quasi un' ora Ie dita divcntate pratieamente viola, quasi tutti sono scduti
e s i tengono la testa fra Ie mani , concentrati e in silenzio assoluto. Qualcuno si
abbraccia per farsi coraggio, qualcuno non ce la fa e pinnge. molti chiedono q uan­
to caLlO ma nc hi ancora e perche quel bastardo di arbitro pelato non fischi anco­
ra.
conlemporancamente. II nicnte, adesso non senlo pili nienle, non vedo piu nien­
le, non capisco piu niente ma urlo, piango e abbraccio tutti. Non so neanche se
sto abbracciando uno dei solili amici, uno dei soh li rompicoglioni, la signora che
si e senlita male, quello con la radjolina, il suo zaino, Yuri degli Irriducibili 0 un
cclcrino. Non so pili neanche dove mi trovo: se a1 solito posto, se vic ino a
Rober1O Couto 0 vicino a Parione. se in Tevere con Cicalone 0 in Monte Mario
con Dixie. Forse non sono neanche a1l'Oliropico: forse sono a Perugia con
Cucchi. 0 a Toronto con Renato, 0 a Montecarlo con i1 mitico C ieeio, 0 a casa con
papa 0 in cielo con mia nonna . Forse sono dappenutto. St. 51. sono dappertutto.
Gauo Silvestro ha final mente preso quel maledetto canarino. Sono Ie diciotto e
quattro minuti del quatlorilici maggio duentila. Pikkio Mi chiedo come sia possibi lc che ci sia gente chc ancora riesce a dire chc questo,
in fondo. e solo un gioco fallo di ventidue miliardari in mutande che rincorrono
un pallone. Non capite un cazzo, non capite. Cucchi chiama I'ultimo minuto di
recupero cd il cemento dell'Olimpico sussulta per un attimo. Inizio mcntalmenle
un conto alia rovescia , mi alzo, il scggiolino e improvvisamcnte divenlalo troppo
piccolo per permellcrmi dl starc calmo e sedulO come mi ero prefissalO. Non
passa mai o Chi ha delto che un minuto dura sempre sessanta secondi? Cazzate,
emerite cazzate, een i minuti durano un'etem ita.
Dentro Ie orecchie la voce di Cucchi cerea di farsi strada, Ira il bum -bum di un
euore che batte in testa come un martcllo pneumalico impazzitO e il rumore deJ ­
I'adrenalina che scorre nelle vene come un torrenle in piena, menlTe il cielo sem ­
bra voler passare In copertura dell'Oltmpico ed enlrare nello stadio per quanto e
bianco c celeste . Daje Cucchi , da mme ' sta cazzo de nOlizia , dimme ehe e /jnila.
Mando gi ll un rospo enon ne che si era aggrappalO nella gola, alzo gli occhi al
cicio. oramai 10 lOCCO, chiudo gli occhi. faccio in tempo a sentire Cucchi dire: « . ..
chiuso pero dal difensore della formazionc perugina Materazzi menlre in queslO
istanle Collina dichlara concluso ...»
11 vuoto . Quakosa di molto simile al big bang. Un'implosione c un'esplosione
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Mia figlia si chiamedt Collina
n mio
14 Maggio 2000 comineia presto, verso Ie 6.30 e gia seopro che sara una
giornata partieo lare, non riesco a slare ferma, sono in preda a una smania interio­
re , sono furiosa, aneora di pili di sei giorni prima quando ci banno scueito uno
scudello dalla mag ha. Per me onnai non c'e pill speranza, ancbe se so che la
Lano fara il suo dovere fino in fondo. Imperativo: vinceTe.
La prima mallina se ne va cd il mio umore peggiora, non ll1i posso immaginare
aile 18, ho una rabbia dentro che devo assolutamente sbollire, decido eli andare a
paltinare, ovviamente allo Stadio dei Manni. Prendo il motorinG e vado, c'e poca
genIc. comineio a fare qualche giro, ma scoto che non baslera percio mi sposto
verso la Curva Nord dove trOVO i solili bagarini napoletani (queUi "doc"). Con 10
sguardo cerco qualche indlzio di presenza di lniducibili: questa storia della seio­
pero di 15 minuti non mi va giu e vorrei proprio "disculeme" can loro. Ma non
ce nc sono.
Torno a casa, pranzo e riesco quasi subilO per andare al falidico appuotamenlo (io
crede"'o che [osse can i miei amici, aneora non sapevo che sarcbbe stato col
Destino). Lo stadio e gia abbastanza pieno, il colpo d'occhio verso la Nord mi fa
capire che non sono poi cosllanli gli lrriducibili scioperanli. Inizia la parlila, sono
trangullla. so che vincererno, rna credo ehe anche la Juvc non si laseera sfugglre
I'occaslone. AHorno a me ci sono le solite care pcrsone che per tutlO il campio·
nato hanna ufatQ , brontolato, gridato a ogni gol, sperato ... e in fonda alloro cuore
biancazzurro conlinuano a sperare. Perche. nonostantc i meceanismi tarlati del
IUondo dcl calcio. lutto e am;ora possibile. Anch'io ho denlro di me un minusco­
10 angolino dove c'c riposla una minuscola speranza. ma non 10 dieo a nessuno.
sono solo cose mie che rieonosco. eomunque, negll ocehi di tanli .
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Nel primo tempo la partita e gia nostra, grazie ragazzi!! Lc radioline sono moiLe,
ccrco dl ignorarlc, rna come si fa? Sono zero a zero e solo a scriverlo rni vengo­
no i brivldi , piu avant) piangero di sicuro. A Perugia piovc e vabbe che ci frega ?
A Perugia di luvia: che gli prcndcsse una polmoniLe. A Perugia c'e un nubifragio,
negli "pogiiatoi acqua alta che nemmeno a Venezia s'e mai vista: affogassero
tulli . Non possono giocarc ') E che rinviano? E che alia Juve;! danno 3 tempi per
vincere uno ,cudwo? Comincia I' ansia, avevamo falto la bocca allo spareggio ed
ora l:i frega no di nuovo'l All'Olmpico <;i aspella che Colima passa riprendere. ma
non sc ne parla proprio e all ora, con 20 minuli di ntardo, noi scendiamo in canlpo.
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Non so minimamente come la Lazio abbia giocato il secondo tempo. La cronaca
dice che alJa fine abbiamo vinto 3 a 0, rna all'improvviso un' onda attraversa
I' Olirnpico: a Perugia si riparte! II Perugia segna! 11 Perugia e in vantaggio! La
Juve perde ! Thtte frasi di uguale significato, ma ognuna e una stilettata. Non so
se il mio euore reggera a tanto. Passano i minuli, e sempre vero: stanno perden­
do! Non ce la faccio a stare ferma, voglio uscire, voglio andare in curva sud , non
10 so perche, forse solo per tenennj occupala un po'. Rientro nello stadio che
manched an cora una mezz'ora, una mezza vita. Rimango appoggiata ad una
vetrata. neanche mi siedo, ci promellono un collegamento col Curio mi strapperei
i capelli. mi dieD che il Dio del calcio non puo farci questo. perch€ ucciderci cos]
lentamente'!
Ad un tratto una voce, 5i sente un'orribile voee graechiante che comincia iI su
rosario di gol mangiati, di Juve protesa all 'attacco, di puniLioni pericolose (per Ie
nostre coronarie), so no un bagno di sudore, la [ronte appoggiata al velro, con Ie
rnani faccio Ie coma, dopo 10 scongiuro ci sarebbe solo il suicidio. iJ sacrificio.
l"immolarmi denlro l'Olimpico. Quella voce mostruosa dice «Inzaghi manca il
pareggio» e non siamo sicuri di aver capito. Invece capisco benissimo quando
Collina (che io amero sempre, Ianto ehe se avro un'altra figlia la chiarnero
Collina) fi schia per tre volte: e finita!!!! Una entra in uno sladio da comune mor­
lale per dire grazie ai suoi beniamini e ne esce CAMPIONE D'lTALIA!!!!
Non so quante ore sono rimasla nello stadio, quella domenica 14 Maggio del ­
l'a nno 2000. Ogni tanto fipenso a quel momento. quando lutto si e materializza­
10, quando l'urlo e finalmenle uscito da noi che 10 tenevarno chiuso da trappo
tempo. Lui !>pmgeva e voleva volare su sessantarnila carpi troppo piccoli per una
fehcita co!>] grande. Quell ' urlo an cora mi accompagna: e un luogo interiore
ormal, dove mi rifugio in cerca di sensazioni forti. Poi il nostro vecchio, caro
inno, la mia sciarpa Ira Ie mani alzate, Ie mie lacrime mischiate a queUe di tanti
e la gloriosa Aquila che va, libera nei cieli d'jtalia con Ie sue ali immense, aper­
Ie: regina dei cieJi e d'JLalia.
n sole di maggio
11 sole. 11 mare. Un maggio ruffiano e invilante. Una radiolina. n pessi mismo della ragione e I'onimismo della volonta. Gelali che si sciolgono in bocca, qualche goccia di pioggia, un viavai di tedeschi, In tcrrazza che da sulla spiaggia, occhi chiusi , oreccbie lese come quelle di un cane da caccia. Pcnsieri. Speranze. Eceoci distese a carpire i raggi di sole ehe escono dalle nuvole. Eeeoei 11 gridare al gol di Simone Inzaghi , destando ]'interesse e t'orse 1a curiositA eol1 etliva. Eeeoei a rnaledire il temporale che si abbatte su Perugia. E poi a erederci ancora. II sole. II mare . Un maggio pazzo e ineredibile. Una radioli na. 11 gol di Calori. Sigarelte strette tra Ie labbra, dita inerociatc, l'a­
dre nalina ehe ci porta a canuninare su e giu. E in(ine, il grido che scuote la rranqui\la eittadi na toscana. Emozioni irripetibi ­
li.che non pensavamo di poter vivere . Una gioia che prende corpo e mente. La commcl7.Ione. L'increduhla. E il sole tli un maggio caldo e magnifico esee finalmcnte dalle nuvole Ie sore\line MegRyan
Belfagor
58
59 Ventisei anni dopo
14 maggio 2000 ore 8.00 circa. E' una giomata deeisiva per I'assegnazione dello
scudett0 ital iano. 10, Mapuche, mi sveglio con un pensiero rieorrenle. Ci risiarno
come per I'ann o passato. Questa volta e ancora piu dura, ci sono due punti da
recuperare sulla Juventus . La classifiea e Il triste e impietosa, a sancire I'impro­
babilita dell' impresa: Juvcntus punti 7 1 e Lazio 69. E' di nuovo il Perugia ad arbi­
trare Ie sOrli di questo titolo, il crudele e "imparziale" Perugia. C'e un preceden­
te storieD che mi conforta, il Perugia del 75-76 che stroncC) definilivamente i
sogni di gloria della Juvcntus a vantaggio del Torino cbe, all'u ltima giornata, si
laurco Campione d'Italia. Tn quell'oceas ione il Perugia batte 1a Juventus 1-0 sui
proprio terreno e il Torino pareggio In casa col Cesena per 1-1. Classifiea finale:
Torino punti 45 e Juvenlus 43.
.'
:./( 60
Sono onimista come non to sono mai stato. almeno per 10 spareggio. Per dimo­
strario portero con me due bandiere trieolori che conservo dall' u1tima vitloria
mondiale della naz.ionale aLZUITa (Coppa del Mondo in Spagna 1982). Una delle
duc bandiere la raccotsi a un concerto di Frank Zappa aRoma, nel gran clima
Mundial ehe si respiravO:l quell'anno. 1I1cggendario Frank ricevelte dal pubblico
un !ric.:olore ehe sventoli'l sut palco verso la fine del concerto e che poi lanci/) in
aria. Lo raccolsi e 10 con!>ervai come oggello di cullo. rna ora era giunto il
momentu di lirar fuori la bandlcra di Zappa, sebbene sforacchiata elisa dal
lempo. Prima di uscire da casa metto su it doppio cd di Jorge Ben, regisrrato dal
vivo a Rio De Janciro che uso come portafortuna nelle partite pili importanti,
come il derby e gli seontri decisivi. Serve ad infonderc una carica e un'energia
parli col arc a me e alia squadra. Mi piace pensare che questa musica mi sia stata
dona!a da una divin ita brasiliana come Janaina, dca del mare e dei naufraghi, e
che possieda quindi un pOlere soprannaluraJe.
Vado a fare il sol ito giro in bic icleua. Indosso divisa della Lazio perche tutti veda­
no quelJa maglia che ogg i si giochcra 10 scudetto per i1 secondo anna consecu ti­
vo . Appena a casa doccia rapida. pranzo leggero, un cafre e via. Binocolo e sciar­
pa sonn pron! i per ques t'ultima domenica di passionc. Un bacio alia Mapucha che
m i augura di tom are vinc ilore e di corsa allo stadio con I'amico Fiorini. Mi senlO
litraordinariamcnte bene. carico come un fucile a palletloni e sono sicuro che sc
incon!rero un gallo nero nel mio pereorso sara lui, stuvolta, a cambiar strada!
Sentn di meriturlo aneh ' io questo scudetto: ho segui to la squadra in quallro delle
trasrertc pi li impegnarivc di rine campionato, passando per Verona (1 -0 per gli
R1
scaligcri e Lazio a -9 dalla Ju ve) , per Torino propri o Con la Juve due giornate
dopo (0. I per noi e Lazio a -3), poi a Firenze con i viola (3-3 e Lazio Con 5 punti
da recuperare), concludendo Con Bologna (2-3 per noi e dislaeco che rimane inva­
riaLo di due punli). In vita mia non avevo mai ratIo tante trasferte e san'> unehe a
Milano, dove i miei campioni, comunque vada, si giocheranno ij ritorno della
finale di Coppa Italia con J'Inter di Vieri .
Comincia la parlita e mi seoro ancora slraordinariamente SiCUIO. Primo tempo :
Lazio 2 Rcggina 0 con 2 rigori di Simone Inzaghi e Veron . A Perugia accade I' im­
previsto la paItira e sospesa per impralicabilita del campo sullo 0-0, uniea citla
d'IlaIia in cui diluvia, e anzi sembra che piova solo nelJa zona ClfcOSlante 10 sta­
dio . Sembra che un Dio del Calcio sia sceso in campo per elargire una pi oggia
puriiicatrice suI Campionato corrotto e ingiusto. Ricornincia il nostro incontIO e
dopo Un 'intera partita dominata in lungo e in largo rinisce 3-0 per noi can il sigil­
10 finale di Simeone, nuovo idol0 dei tifosi .
TCmlina(o l'incontro, la gente biancoceleste decide in ogni caso per l'invasione
di campo, se non altro per saIutare i propri Campioni come i vincilori morali del
tomeo. Succede di tuno suI prato dell'Olimpico dove la foHa eccilalissima fa
scempio di IUllo quello che trova per portarsi a casa uno storico souvenir. Porte e
pancrune divelte, reli strappate e terreno di gioco che viene sradicato a zolle inle­
re e sebbene io abbia deciso di nOn unirmi a questo vandalismo generale, mi rilro­
vo anche io, alIa fine, con un pezzo di prato in mano, senza chiedermi il perche.
Dopo poco pill di un' ora d'attesa. a Perugia ricornincia la partila. Passano 4 mmu­
li e la squadIa di Mazzone passa in vanlaggio col 10llalore Calori . Scene da bri­
vido, con la genre che impazzisce di gioia. Ma c'e ancora tanto da soffrirc in un
cllma palpiLante e fehhricitanle come nOn maio
Non mi lascio pef() con!.af,tiarc dalla pauIa, m i senlo slraordinariamente sicuro.
SicuIezza che vacilla soltanto negli iSlanti finali quando j' Olimpico si collega Con
Perugia, dove un'occasione [al lila dalI'Inzaghi di parte j uvcntina viene interpre­
la da molti come il pareggio. La notizia viene presto smentila e si aniva al fischio
finale con la fOlla pronla ad espiodere in un entusiasmo colJettivo. E' J'apoleosi
Iota Ie. J'immaginabiic deliria collcttivo. Tulti che si si baciano e piangono dl feli ­
cila. Abbraccio Fiorini e ho vog/ia di abbracciare anche il mio "angelo custodc",
ossia j'abbonalo nostro vicino chc per lUllO il campionaro si e prodigato a criti­
arc vicendevolmenle i nosLri beniamini. A me Ie lacrime non escono perche Sono
lroppo ielice, pianger6 poi rivedendo Ie immagini dei festeggiame nri nei giorni
Successivi. Un Iripudio dj band;cre Iricolor; e colori biancocelesli come non s'era
mai visto.
"SlAMO NOl, SIAMO NOl, J CAMPIONl DELL'ITALIA SIAMO NOI!" : la
finale di rilomo con I'lnter a Milano. 10, Mapuche, sono n. Passiamo indenni 10
0-0 e grazie al vanlaggio conseguito a11'andata, i giocalori laziali quasi tutti linti
di biondo, sollevan o la Coppa halia . E' illerzo trofeo vinlO neil'intera stagione e
non era mai SlICCCSSO nella nostra sloria.
La domenica seguenlc c'e la fes ta ufficiale della Lazio con programma che pre­
vede: presenlazione de ll a squadra Campione, amichevole col Bologna, sfilala dei
giocarori, fuochi d 'arlificio e fiaccolata finale. Durante i giochi pirotecnici, un
lapillo proveniente dal cielo colpisce la mia maglia wiale. Bilancio: un forelli­
no in pieno petto. Mi cade anche 1a macchina fotografica e prima cbe riesca a fini­
re il rollino. Mil consolo pensando che tutto questo sia il gillstO tribu to da paga­
re al Dio del caleio.
Ho avuto spesso negh anni passati un sogno ricorrente in cui la mia squadra veni ­
va intervisLala da tulle Ie trasmissioni sportive cbe la ospitavano come squadra
Campione t1'JLalia cora q uel sogno s'era fina/mente avveraLO. Oraz.ie, eterna­
mente grazie, CAMPTONI !
Un'equipe formidabile trapasso un diluvio di giochi sporchi e begbe di palazzo,
superando un fiume di mellTIa e subdole insidie. Ma ne uscl vincitrice nel primo
campionalo del Duerni la mUlando la propria storia e cambiando radicalmente Ie
nOSlre vile.
Mapuche
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Soltanlo dopo 4 giomi abbiamo un'ultra occasione per gridare al mondo intero
62
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14 maggio der 2000
Che giorno quer quatlordici de maggio ! S'anno a 10 sladio co' Ie teste chine. rassegnati a soffrl, rna cor coraggio de diggerisse I' urtime tossine. VinlO, co' la Rcggina, I'arrembaggio,
tutti a buttasse su Ie radioIine. Chc fa la Juve? E' pari ! Sla in svantaggio! Mo segna! Er tempo passa . Oddio. e Ia fi ne ! E c ·cscl un urlo da spaccaccc er petto: N un so quanto duro la paranoia. C eravamo portal i er fazzoletto p' asc iuga cr pianto de la sorte boia. Miracolo! Arno vinlO 10 scudelto! e s'asciugamo lacrime de gioia. Ser Monli
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n Canto della biglia
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La matt ina del 14 maggio G igi Polenles si alzo presto chc il sole ancora non sor­
geva . II chiarore dell 'al ba dipingeva I'immobilc campagna. L'ori7.7.onte di alberi
giganLi , filar i di vile \! colline sfuggenti serobrava un quadro a olio. Un quadro
simile a quello che Gigi aveva in sala da pranzo e che In signora Polentes aveva
compralo lanti anni prima per via dci colori, diceva, oosl lcnui e nebbiosi chc sta­
vano hene con la tappeueria della sal a c con Ie pollroncine azzurrinc. Gigi polenles guardb il dipinlo della sua campagna i:romersa nel silenzio celesti­
nO. Rcspiro a picni polmoni \' oc\ore del ficno umido clella matlina. Prese gli scar­
pin i ciulla sca\ola che lcncva SOllO il lelto e si mise seduto davanti all' infinilo del orinontc a ingrassare 1e $carpe da gioco. Con cura. Con una pezzella careuo la pelle abrasa e antica di que\le scarpettc con Ie ljuali aveva corso sui campi cli mezza llalia. Con Ie quali aveva vinto 10 scu­
dctto venlisei nnni prima. In un anno di rollia e gloria, in cui la sorte aveva presQ per Olano quei santi -gucrrieri e Ii aveva condolti alia luce della grazia divina. polcnles Jucidb Ie scarpe e sc Ic mise ai piedi sgambettandO sui terrazzino, poi se SUO
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Ie lolse e Ie nmisc nella scatola.
11 sole aveva spcu.aLO la sua assenza con un hraceio oi luce che scaJava Ie nuvOIe e il vento. II vecchio gi(lcatore annuso \' aria c quei raggi di sole. «Oggi vicnc
giu I' iraJiJdio. \' aria I! deltrica .,. Lo dissc a se slCSSO e non capl perche quel pen­
......
~]~"
La matlina del 14 maggio Roberto Mancini si sveglib con in lesla un sogno che
Ie luci del\' alba non avcvano fugato. Spalancb Ie persiane e vide il solc lra i nuvo­
loni neri . II vento piegava i sahei e si senliva, distantc . un canlO di ragaJ.Ze che
saliva Ieggero al cicio. Comc [umo si disperdeva in rivoli e cresceva delicalo a
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sussurrare nelle orecchie di Oio .
«Sembra un canlo di sirene. sembrano voci nrahe, sembra una nenia da porli feni­
ci Jimentlcali.» Se 10 disse . Ripescando dallc immagini di una vila , un canto che
ave sse 10 sleSS0 sapore. Una lucc che potessc somigliare a qucl frammenlo di
tempo chc stava percorrcndo. La lesla viaggiava come una furia alia ricerea dello
sles~;o Irammcnto gi1.'l vissUlO.
Lcntamcnl prcse clalla horsa gil scarpini c secondo un anlico riLo che mai aveva
c
abbnnLlonalo il vecchio campione, si mise a lucidarli con una peZLcua e il grassO.
«Oggi C \' ultima valla') disse con un sOITiso ehe al vento parve befrardo. Perche
c
solo il venlo chc porla va in braccio il can lO sublime dellc ragaZl. fu teslimone
dell:l luri" che viaggiava c\ellrica Ira \'aria e il cuorc del vecchio-bambino
67.
Gigi POlcnles si fece la barba e in canottiera e stivali sail in soffitta. Aprl la luce
noca c si mise a guardare nel sacrario del suo passato di caJciatore di serie A.
Anche di serie B, certo. Apr! i l baule e comincio a rovistare tra Ie magliette che
aveva messo da parte neg!i anni d'oro, quando 10 stadio gJi ur/ava con amore:
«Aho Polentes, fa' un passo indietro che c'bai er naso in fu origiocob>
Quando amava Ie camicette a fiori atLillatc con il colletto a qUaltro ante e girava
per Tor di Quinto con il Mercedes vecchio madello e Ie veccbie baldracche 10
SaJutavano al passaggi o con amorc di madri e Ie giovani mignotte che ronzavano
intorno al campo g/i liravano petali di rose bianche.E lui salutava tutte e andava
a gioeare in allenamcnto eontro Giorgione Chinaglia, un grido di baltagJia.
Cereo e sce/sc. Tiro fuori dal baule una maglia sguaJcita rossiccia, quelJa che
aveva quando giocava nel Perugia. La prese, se la mise addosso e seese nei
campi, Come ogni giorno a lavorare la Sua terra benedetla. Benedetta dal vento e
daJla mano del Signore. Benedelta da l vento che quella mattina soffiava leggero
come portasse in animo Un brivido di cose che SOlamenle dopo, si venne a sape­
re, rapprescntavano gli elemen ti inconsueLi e semplici della magia. Oi come fun­
zionano Ie cose nell' invisibile ordine del/'universo.
Mise in moto il trattore e la sua figura si stag/ie contro Ie colline tagliate dai fila­
ri,
nella polvcrc che si alzava dalla terra al cielo dipinlo dai primi raggi dJ un sole
nobile.
Dalla strada videro Gig i Polentes che percorreva la sua terra Con addosso Ja
maglia del Perugia, con il grifone al petto c il numero sei stampato sulle spalJe.
11 grifone c un animale mitologico con jJ corpo del leone c Ie ali e i1 becco del­
I' aquila. Mancini 10 disse a BalloHa e il portierone sorrise. «AlIora?» dissc.
«AHora niente» rispose il Mancio. Non ci avevo rnai pcnsato. «Non J'avevo mai
.~apulo» disse aneara Bal/otta e lascio solo il vecchio-bambino cbe pensava all 'es­
sere e aI/a nalura magica delle cose. 01tre che alia possibilita remota che il
Perugia pOlesse fermare la Juventus e riaprire per la Lazio il discorso seudetto.
«Se ho deciso di smeltere proprio oggi, senza un motivo, e non I'anno passalo e
non il prossimo, un motivo ci sara. Lo senlo neil'aria., in quest'aria chc non so dire . La Slessa aria ehe mi si infila nel naso, come un odore aspro e micidiale, quando SIO per fare una cosa che mi logl iera jl fia to, che 10 tog lie ai tifosi . Un gol di lacco, un assist perfellO. Un gesto che rasen£a la meraviglia divjna.» COSI pen­
sava. «Non so perche accadono certe casco Viaggiano su un mondo che sembra esscre il mondo che viviamo a ogni passo e invece no. E' una cosa che non affer­
rianlO, che traccia l'aHOnita bellezza del pensiero del geslO, dCll'azione. E' n, in
queJ luogo, che accadono i mici miracoli. Che accadono quelli che la gente chia­
rna TIlIracol i e invece sono I'esprcssione pill vera della lrama indistricabile, per i
nostri occhi miopi, dell 'universo.» Mise Ie scarpc lucidc nella borsa e usc] dalla
stanza.
68
«Mi sa che ogg i gioco» disse a Lombardo che ciondolava nel corridoio. «Mi sa. Ma se la fai tu 1a squadra... » e sghi gnazze. II Mancio 10 guarde con quel suo fare torvo pronto a trasformare il "fare lOrvo" in un'in cazzatura. «Scherzo>) aggiunse Lombardo, «Ia fa i1 mister, e lui it nostro Dio.» Nomine Dio e si chiese perche per il resto della giornata. II sole picchiava dritto sui campo . A Gigi Polentes piaceva it sole che veniva gi l! forte. «Per I'anima umida che ho» spiegava la sera al bar bevendo biancbetto mosso. «Troppo fred do ho preso da bambino in fabbrica, ora voglio rifarmi col caldo.» E tirava gill un allro gotto. Con un cappelletto di pagli a in testa percorreva i filari a pas so lungo. Fischiettava una vecchia canzone che non conosceva, che forse non aveva mai conosciuto, rna che gli arrivava al cuore da un luogo sconosciuto. Mentre la cantava cercava di ri cordare dove avesse senlito quella musica che si scioglieva neU'anima. <d.'aria ee lettrica» si disse, «aria di temporate.» Si guarde intomo, non c'em neanche una nuvola. II Mancio gioco. E quando Sven Ooran disse che giocava, Lombardo si avvicino e gli regale una biglia di velfo coloralo. «Tieni, mago, anche se a te non serve la pall a di crisLaJ1 0 per vedere il funlro.» Ese ne ando ridaccbiando. Roberto Mancini, quel pomeriggio del 14 maggio, prima di scendere in campo, rimase immobile, seduLO a lungo sulla pane a degli spogtiatoi con gti scarpini luci ­
di slacciati e quella biglia in mano. Come rincorrendo un pensiero !roppo distan­
te, un frammentarsi di immagini che non si riuscivano a comporre in un disegno compiuto. Che 10 cercavano e 10 eludevano. Mise la biglia nella borsa, si lego Ie scarpe e sail gli scalini dell'Olimpico cantic­
chiando una mclodia sconosciuta. Per lutti gli anm a seguire avrebbe ricordato que\l' alLimo preciso in cui sativa verso il prato e Ie bandiere biancocelesti dipin­
gevano 10 stadio e salivano i cori dei Lifosi e lui continuava a rincorrere Ie note fen ice di una canzone che risuonava nella testa. Quando I' arbitro fisc hio I'inizio pensava aUa biglia che aveva in borsa. Tocco iJ primo pallone e il cuore gli suggerl che era la storia che si stava compiendo nel­
l' universo paralJelo in cui I'impossibile e impossibile che esista. Tocco il secon­
do pallone e si chiese dove aveva sen liLO queUa musica COS) melodiosa. Fecero gol che la sone aveva voluto il suo piede necessario, decisivo. Festeggiarono, vinsero la partita decisiva con la Reggin a. Poi tutti insieme, sedu­
Ii nello spoglialoio si misero ad aspettare che finisse a Perugia. Cene volle gJi universi paral lcli si scindono e una storia viaggia indipendenle rispe uo all'allra. ~ la storia magica si sovrappone a quella della vita d'ogni gior­
no. E la scava1ca, la sosLituisce. 69
Cos) capita che EUore sconfigga Achille troppo caro agJi dei. C he Aslianaue
d i ve nti un gigante biondo COn i riccioli al vento e quando Andromaca e anziana
la accompagnj in riva al mare tencndola per il braccio cosl come i giovani accom­
pagnano Ie persone anziane, tenendole per il braecio. In silenzio. Perche Ie paro­
le no n scrvono. La vita e un m iracolo. E Astianallc 10 ripete sempre; «Me 10 dice
:1ncora mio padre, eerie volte un bagliore di luce, un canto, Un qualche cosa che
ignori Ii cambia la sone. Ti ferm i a setl tire una VOCe Dautata che canta e perdi
I'
appusentamento
tu .. ,)} Con la mone oppure trovi quell'appUntame nto che nOn sare bbe
Stato
Polentcs a una cena Ora del pomeriggio aveva scelto un albero, in cima al colle,
per riposarsi un po ' al/'ombra. Guardava j campi tracciati dalla Sua mano, d ipin­
Ii di vigne e siepi fino al fi ume. Guardava distante slrizzando gJj occhi corne solo
i conladi ni e i montanari sanno fare, abilUati a geltare Ie reli dello sguardo lonta­
no, scnz,) os taco)i a serrare I ' oriZlonte.
Vi de sc intillare il sole su qualche COsa in mezzo aile zol/e. S i alzo e raccolse una
bigl
ia nUnel
Ovasuo
di campo
zecca,. colorata e trasparente che qualCuno, chissa chi. aveva
lasciato
" E' un piccolo globo scinlillanle» si disse e di colpo gli venne alia testa la can­
/.One chc anduva can licchiando prima.
«Ecco, ecco chc ricordo dave I'ho senrila. In un ci rco ; no, in una fi era di campa­
gna 0 forse no, era Una piazza di un paesino antico. I ragazzini giocavano a biglie
marciapiede davanti a una chiesa; S1, e'era una chiesa can un ingresso antico.
Tornavarno da un 'amichevole dopo 10 Scudetto, sara Slato I'inizio giugno del
1974. Maes trcJl i mi prende Sotto braccio e mi d ice; arno la Iirica, la bella musicu
Gigi, solo che sono condannalo al calcio, che e ancho unn musica se ci pensi hene,
e armonia delle forme . melT/ea esatta del pensiero e dell'azione. 10 canlmino e
dico di
I ragav:ini ridono giocando per COni a loro. Una biglin rOloln fuori dal
Olureiapicde sulla strada, Macslrelli si renna, la raccogue e la cia ai ragazzino
accrglialO (:he la rincorre. Gigi abb iamo vinro uno Scudelto. ti rendi COnto. Noi due ab biamo vinto un o sc udelto ... Sssu r Senti che voce, che meraviglia d i armo­
nia . Una dea sta can lando Pergolesi per noi. Chi? Dico. Maeslrel li smelle di Sor­
ri dere. si meUe Ie man i in tasca e se ne va . Cammina avanti a me, da solo. Chissa ache pensa adesso. Ab biamo Vinlo 10 Scudetlo. Cammina verso il p ullman che ci aspe tta, gli alr ri Son o andali a sgranchirsi Ie gambe al bar. I ragazzini adesso gio­
cann a !irare j rigori. Chi vince c campione d'Italia.» ~ul
~i.
II canto si alJ Ontana leggero e sale Corne fu mo da lla terra meravigliosa af cielo di quando
C notte e anche quando egiorno e Ie stellc sono invisibili agli occhi che non
sognano.
St~lle,
RO berto Mancini gira e rigira la biglia lra Ie dita. I minuli passano leOli. II lemp
si d ilata ne/l'attesa. Alessandro Calori, uno con la faccia dura, abituato a com­
70
ballere per la suu squadra., dopo quatrro minuti del secondo tempo squarcia il cielo di nubi con un gol simile a un fu lmine. Sug/i l> palt i della stadio Olimpico la genIe canta, sogna, soffre. Vrla e aspetta la gloria che si va cosu'uendo comc un mosaico sotto gli occhi di ognuno. Balla ghe­
rappa-chirulle, gherappa-chi rullc. La ragazza dai capell i ricc i e neri piangc, ride . II ragano la tiene per mano. Tira fuori dal portafoglio una foto di Maestrel li e la mostra ali a ragazza dai capelli ri cci e all ' am ico allo che sembra un uccell o con la testa dJ nuvole piantara nel cicio. G/i occhi de i campi oni scin till ano. La sorte, Lalvo)ta, arriva talmente improvvisa che nOll hai neanchc il tem po di capire. E allora alzi gJi occhi al cielo e sorridi a1 demiurgo che muove i deslini e inlreccia gioie e dolori, infem i e gloria. Gig i Polentcs a un ceno pu nto, tra if pomeriggio e la sera, decide di La m are a casa Sale sui trmlore e can tando scende il viotrolo di terra. Alza la tesla e da lon tano vede la signora ehe sventola nell'ai a unn grande ban­
diCTa biancoce leste. Accanto a lei Lre ragau ini corrono, giocano a nascondino. Gig i sorride: «buon segno» di ce e ringrazia la mag lia che indossa. E siccome ama la len a e conosee i segreti della te rra, ringrazia la biglia che e venula ai suoi occh i per buona sorte. «Campioni , campioni, campioni » urla la si gnora. La bandiera si muove con la sua da nza di ontle nel vento. I vic ini sorridono e raccontano la giom ata di allesa e glo­
ria. Pole ntes: «S rappiamo » A lza il calice e brinda al secondo scudetto, raecon ta '
che c ' e un clu b a nome suo e ehe dedica questa magia, il lcmporale, I' acqua che lava i peccati e I' utopia a Giampiero Ghio e a Tom maso Maeslrelli, il maestro. Alla salute. Mancini alia il cal ice al cielo e brinda a LUHO il mondo blancocelcsle, a chi ci ha
credulo sempre e a chi ci crede solo ora. Brinda ai fi gl i e can la Olano in tasca
gioca mcccanicam enle con la bigli a. Brinda a Lombardo e al suo Dio, a Balloua
e al gri/"onc meta leone di terra e meta aq ui la dei cieli . Poi si inlerrom pe e tace
lungo il fil o di un suo pensiero rem oto. «Mi Sono svegli ato con questo pensiero
indccifrab il e nella testa, non me 10 sono tolto per tutto iJ giorno. Poi il canto di
qua/C he si ren a di me nticata che sal iva dal euore della terra. Poi iJ globo m inusco­
10 che ruota in questa biglia.» Pensa. il Mancio, emelle ordine nel caos dell ' uni ­
verso. «Non c'c una spiegazione per ogn i Cosa ehe accade. Non sappiamo se per
una cosa che aecade al tre mille non ne accadono e mante ngono la possibilita
ch i usa in q ucslO non accadere ai nostri occhi . Ma nell ' altrove infinito Ie cose con­
tinuano ad accaderc a mutare il no n-essere nell ' esserc .»
Sicde ali a ta vo la mentre tutti urlan o il campione. D ' improvviso una immagine SI
cos tru isce ne lla testa a seguire il filo del canto an tico. J bambini giocano can Ie
bigli c colorate. Sono i suo i amici d ' infanzia.
«Tra i bambini ci sono io» pcnsa. «1 0 con la maglictta a mezze mani chc a slrisce
71
hlaIlche crosse. Litigo Con un altro ragazzino e lu i mi lira la biglia lomano. Cerco
eli co lpirlo can un calcio, rna lui e piu grande 10 evita e Illi spinge a terra. Caelo e
rni ferisco i) gomito. Brucia, esce il sangue. La paHina carre lantana. La musica
d i una donna mj entra nella testa. Carro e mi cadono Ie lacrime, rna non voglio
piangere. Un uomo anziano, con j capeW brizzolati, ferma la pallina di vetro can
un piede. La raccoglie e me La porge sorridente. Non I'ho mai visto a lesi . Dieo
grazie e scappo indielro. Mi fa male il gOmi to. Hanna cambiato gioeo. ora si tira­
na i rigori . Chi vince e campione d'Jtalia. Non posso mancare, can un fazzoletto
nti fasc ia il gomi ro e vado a tirare.»
Roberlo Mancini si tocca il gomito. Ha an cora la pelle liscia della cicatrice e Sono
passali vemisei anni da quel giomo. Le scuole erano appena finite, doveva esse­
re giugno. Resla perplesso. «Che giomata strana» pensa. «Che pensieri magici
che mi atlraversan o. L'aria e elcttri ca, cume se oggi si fosse compiuto un giro
complelo di una storia che non Conosco.»
La mattina del 15 maggio G igi PoJentes si alzo presto come sempre. Piego bene
la maglietta del Perugia, ci infilo denlro la biglia che aveva Irovato neJ campo e
rimisc [utto nul ba ule. Poi prese iI traltore e sali verso la collina, come ogni mal­
Lina.
Appendice
Anroine
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72
73 I numeri dello scudetto
74
L804: quattro numcri che rcsteran no incisi nella storia biancoceleste . Ora e minu­
to csatli del [i schia fi nale finale di Callina a Perugia. E del tricolore.
100: gli anni che la Lazio ha festeggiato il 9 gennaio del 2UOO.
72: i punti compJessivi conq uistati . Record dalla Lazio ncl campionato di serie A
a 18 squadrc. II precedente era di 69 pun ti, raggiunto nella stagione 98-99. La
Lazio ha chiuso il girone di andata con 35 punti. mentre in queUo di ritomo ha
totalizzato 37 punti .
67: Ie ammonizio ni raccoite nell a stagione. n record dei cartelli ni gi alli spelta ad
Almeyda con 8.
64: Ie reti segnatc (40 aJ l' OHmpico, 24 [uori casa). 33 j gol messi a segno nel­
l' andala, 31 nel ritomo . 34 i gol reali zzati nel primo tempo, 30 nella ripresa.
Periodo mig li ore per i reali zzatori tra il 31 ' e il 45' : l7 reti.
33: Ie reti che la squadra di Eriksson ha incassato in tutto I'anno.
17: i gol incassati ne l primo tempo, 16 nella ripresa. Per il terzo anna consecuti­
vo la squadra con la Tnlglior difesa arriva seconda: due anni fa l' Inter, J'anno pas­
salO la Lalio, quest' anno la Juvemus.
26: gli anni di allesa dopo il primo scudetto vinto nella stagione 73-74.
21 ' Ie vittorie complessive ottenule dai biancoce lesti in campionato. Un record:
una viltona in piu nspetlo all' anno precedenle. 13 Ie vittoric in casa, 8 quel1e
fuori casa.
15: i punti oltenuti con i gal decisivi di Veron. Quelli decisivi di Simeone han no
frunato 12 punti . 15 anche Ie giomate d i squali fica che i laziab hanno inanelJato
e sempre 15 sono i gi ocatori che hanno realiuato almena un gol.
13: Ie volte che Diego Simeone detto EI Cholo e entrato in campo a partita ini­
ziata . It calc iato re pili sostituito invcce e stato Conceicrao, 12 volte richiarnato in
panchina. Compiessivamcntc il mister ha effcttuato l UO sostituz.i oni. 13 e anche
i1 numero dei campi on ati di serie A disputati dal mi ster Sven Goran Eriksson.
11 : Ie reli rC3lizzate daJ mi glior cannoniere dell a Lazio. Marcelo Salas. Invece la
media-gol migliore in relazione ai minuti giocati cc I' ha avuta Simone lnzaghi: 7
gol in 869 minuti . Un gol ogni 124 mi nu ti .
9: gl i ann i dell o strapotere Juventus-Milan. In quesLi ultimi nove anni 10 scudet­
to era andalO solo aile due superpotenze del calcio. La Lazio ha spezzato questa
egemoniu. L' ul tima squadra a vincerc prima del dom.inio Juve- Milan era stata
nella stagione 1990-91 la Sampdoria . Meravigliosa coincidenza: in quella
Sampdoria e nell a Lazio tricolore con la maglia del centcnario era in campo
Roberto Ma nc in i.
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6 : i punti che la Lazio, ottenendo bottino pieno. ha portato via a Perugia,
Piacenza, Torino, Bologna, Udinese e Leece. 4 i punti pres; a Parma, Reggina,
Bari,
Cagtiari. Juventus e Fiorenlina; 3 a Venezia, Verona e Roma; 2 aJJ'Inter e I
al
Mi lan.
5: gli scUdetli vinti daJ "mister perdente" Sven Goran Eriksson: 80-81 con il
Gorcborg; 82-83, 83-84 e 90-91 con il Benfica; 1999-2000 con la Lazio.
3: Ie Coppa llalia che ci siamo portati a casa; I' ultima strappata all'Inter pochi
giomi dopo il tric%re.
2: gli sCUdetti della Lazio.
1: la Lazio.
Flash d' agenzia
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SCUDETTO LAZIO: MINUTO PER MINUTO IT.. FINALE TIrRn..LING
(ANSA) - ROMA. ] 4 MAG - Questo iI film dell'ultima giomara di cam­
pionato con Lazio e Juve in vanlaggio di due punti sulla Lazio (7 1 a 69).
15,36 : 33 ' p.t.. la Lazio sblocca il risultato contro la Reggina con Simone
[nzaghi su rigore mentre a Perugia 1a Juve e fenna sullo 0-0. 1 biancazzurri
agguan tano i bianconen in testa alia c1assifica, 10 scudetto si assegnera con 10
spareggio.
[5,39: 37' p.l. , raddopp ia 1a Lazio, sempre su rigore, con Veron . A
Perugia il risul tato non si sblocca.
14,52 : finiscono i primi tempi . Juve e Lazio sono appaiate in c1assifica a
quota
16.08: piove a dirotto su Perugia, I'arbitro Collina ritarcia ]'inizio de l
secondo tempo. Anche aRoma \'arbitro Borriello aspetta che nprenda la gara di
Perugia per dare l' inizio dei secondi 45' .
16,1 7 : Coll ina entra in campo per testare il terreno dj gioco. Prova a far
rimbalzare i\ pallone rna non ci nesce, decidendo di attendere ancora.
16,20: Borriello fischia I'inizio del secondo tempo all'Olimpico. A
Perugla la gara e ancora sospesa.
16,30: Col tina prova ancora una voIla a far rimba17.are il pallone e rinvia
ancora una volta I' inizio del secondo tempo di Perugia-Juve .
16,33 : 14' S. l. , S imeone segna ilterzo gol per 1a Lazio.
17,03: 41 ' 5.1., j tifosi della Lazio invadono pacificarnente il campo, spo­
gliando i giocatori biancazzurri. Bomello sospende la partita.
17,08: 41 ' s.t., Borrie110 fa riprendere la partita all'Olimpico per gJi ulti­
mi 4'
17, II : I'arbitro Collina fischia I'inizio del secondo tempo di Perugia­
Juventus con un ritardo di un ' ora e dieci min uti sull ' orario previsto.
17.12: 45' s .t.. finisce la partita dell ' OJimpico. La Lazio batte la Reggina
per 3-0 e attende il risultato dj' Perugia.
17.17: 4' s.t., Cal or.i porta il Perugia in vantaggio . L'Olimpico, dove lifo­
si e giocalori so no rimasti ad attendcre la fine dell' inconlro di Perugia, esplode di
gi oia. La L azio scavalca la Juve in classjrica portandosi a 72 punli mentre i bian­
coneri rimangono a 71 .
n.
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77
18,03 . dopo oltre sei mi nu ti d..i recu pero, Collina fisch ia la fine di
Perugia-Juventus : la Lazio, nell' anno in cui compie cenlo anni,
campione
d'Jtalia per la second a volta nella sua storia. (ANSA)
e
ZCZC0364 WRS 702 10 F SPR SOA SOB S04 NlE R64 QBX ROME, May 14 (Reuters) - Lazio won the Italian league title on Sunday when they beat Reggina 3-0 in their final match and Juventus lost 1-0 at Perugia in theirs . Lazio finished the season on 72 points, one more Ihan Juventus . ZCZCGLGL EUA0289 3 SPOINT 0208 ITAlAFP-VG6R Foot-ITA-LEAD [talie:' deuxieme litre de champion pour la Lazio Rome. ROME, 14 mill (AFP) - La Lazio Rome a rem porte dimanche, pour la deuxicme fois de son histoire, Ie Championnat d ' Italie de football grace a sa victoire 3-0 sur Reggina el it la dcfaite de la Juventus Turin J-0 it Pcrouse, lors de )a 34e ct der­
niere journee du Calcio. La formation romaine, qui occupail 1a deuxiemc place avec 2 points de retard sur I'equipc tourinoise, est ainsl sacree pour la secnnde fois de son histoire apre~ sa premiere con~et:ralir)n en 1974. Lors de cellI! dcrnicrc journee, e lla n' a laisse aucune chance a Reggina el LI 11n~ profit du nlluveau faux-pas de In luventus qui a subi la loi de Perouse 1 a0 , ter­
mmant Ie championnat a I point des Romain~ . Le match de Perouse it ele toutefois retarde de plus d ' une heure a la mi -temps en raison d' un violent orage qUI a inonde Ie terrain elles vestiaires, L'arbitre a longtem ps 8tlendu avant de decider de faire reprendre Ie jcu en accord avec Ic~ deux capilaines Antonio Conte (Juventus) et Renato Olive (pcrousc). Qualre mInutes apres Ie debut de cette scconde mi-temps, Aless3ndro Calori a in scrit Ie but victorieux, ofrrant Ie scudetto (titre de champion) a la Lal.io. finrl() di srampare nelmese eli Allos/I> 2000 presso la Ill'ograjill Cflll'p/llle.lcl,i Massimo Bracci(lno (Rm) Via G. Volpi, 33 Tel 06 99.80.3006 79
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