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Giochi, le montagne russe continuano
8 dicembre 2015 Attualità e politica del gioco 3 Totoguida Scommesse n. 90 IN PRIMO PIANO Bplus diventa Starnet: cambia il nome ma non i colori plus Giocolegale Ltd cambia nome, dal 26 novembre 2015 ha assunto la denominazione sociale di Global Starnet Limited. I poteri di amministrazione e rappresentanza sono stati conferiti anche per la stabile organizzazione italiana a Baljit Mike Chahal, attuale amministratore della casa madre. Sono stati inoltre nominati procuratori speciali per l’Italia Massimo Lipparoni e Adriano Tranquilli, direttori responsabili rispettivamente delle business unit awp e vlt. Con il cambio di B denominazione sociale e con la nomina del nuovo amministratore il concessionario avvia un ampio progetto di riorganizzazione della struttura organizzativa, volto a rafforzare l’identità del gruppo, sia sul territorio italiano sia in ambito internazionale, e a instaurare un modello di business, condiviso con i propri partner, in grado di supportare una crescita organica e selettiva nel settore dei giochi e in nuovi mercati. Il cambio di denominazione sociale non comporterà però il cambio del brand: i prodotti di gioco e i servizi della concessionaria degli apparecchi saranno sempre offerti con il marchio “Bplus gaming” presentato in occasione della recente fiera Enada di Roma. GR Giochi, le montagne russe continuano MERCATO di Gioel Rigido N el 2015 torna a crescere la raccolta, ma la spesa effettiva (le giocate al netto delle vincite) è nuovamente in contrazione. A fare i conti al mercato dei giochi ci ha pensato l’Agimeg, secondo cui la somma delle giocate nei 12 mesi raggiungerà gli 88 miliardi di euro (era a 84,2 nel 2014, l’aumento è quindi del 4,5%), mentre la spesa effettiva si attesterà a 16,8 miliardi registrando un calo del 3,6% rispetto ai 17,5 miliardi dell’anno precedente. E questo perché a crescere sono soprattutto i giochi che restituiscono percentuali più elevate di vincite, come i casinò games e le videolottery. Per quanto riguarda i singoli segmenti, la parte del leone la fanno ancora gli apparecchi da intrattenimento, newslot e vlt, che rappresentano oltre la metà del mercato. La raccolta complessiva è di 48,9 miliardi di euro (+4,7%), ma a fare da traino sono soprattutto le macchine di ultima generazione (23,2 mld, +8,4%), mentre le slot da La raccolta sale a 88 miliardi, ma la spesa effetiva cala del 3,6%. In positivo solo i giochi che distribuiscono le percentuali di vincite più elevate bar guadagnano l’1,5% (25,7 mld). In termini di spesa effettiva, il segmento vale 9,6 miliardi (-1,7%), e il ruolo dei due giochi si inverte: le slot sono in crescita del 3,7% (6,7 mld), le vlt calano del 12,8% (2,8 mld circa). In contrazione le lotterie – seg- mento quasi esclusivamente rappresentato dai Gratta e Vinci – che registrano un calo della raccolta del 9,4% (9 mld) e del 10,3% della spesa effettiva (2,3 mld). Cresce invece il Lotto, con la raccolta che sale a 7,1 miliardi (+7,5%) e la spesa ef- fettiva che tocca i 2,3 mld (+5,5%). I casinò games compensano il calo del poker on line e i due giochi, complessivamente, valgono una spesa effettiva di 400 milioni (+10%). In contrazione tutti gli altri prodotti: la spesa nel Bingo è calata del 5,5% a 548 milioni di euro, quella dei giochi a base ippica del 7,1% (184 milioni), quella dei giochi a base sportiva del 5,7% (768 milioni). Il Superenalotto perde il 3,2% (660 milioni). Calano anche gli skill games (-7,6%, 73 mln) e le scom- MERCATI ESTERI La Spagna torna in attivo dopo sei anni di passione T orna a crescere il mercato spagnolo dei giochi e interrompe una striscia negativa iniziata nel 2008. La raccolta complessiva – secondo l’Annuario del gioco 2014/2015 presentato dalla fondazione Codere – raggiunge i 24 miliardi di euro (i dati sono quelli del 2014), l’1% in più dell’anno precedente. Ancora lontane tuttavia le performance del 2008 quando la raccolta raggiunse i 32,1 miliardi: in questi anni di crisi il mercato ha perso circa un quinto del proprio volume d’affari. In calo del 4,4% la spesa effettiva – le giocate al netto del vincite – che si attesta a 7.685 milioni di euro. Il settore vale comunque il 2,5% sul Pil spagnolo, e dà lavoro a 230mila persone tra dipendenti diretti (76 mila) e indotto (154 mila). I giochi hanno versato complessivamente un gettito di 1,7 miliardi di euro (+10,7%) e la fetta più consistente è andata alle Comunità autonome che hanno incassato un tesoretto di 1,1 miliardi di euro. La sola tassa sulla fortuna – ovvero quella che colpisce le vincite oltre i 2.500 euro con un’aliquota del 20% – ha contribuito con 459 milioni di euro; le slot, che si confermano il miglior contribuente, da sole hanno garantito 730 milioni. Per quanto riguarda i singoli giochi, il segmento che ha registrato la maggior crescita sono le scommesse sportive. Grazie al traino dei Mondiali di calcio raggiungono i 3,8 miliardi di euro, con un balzo del 49,6% rispetto al 2013. Gli spagnoli che hanno piazzato almeno una scommessa nel corso del 2014 sono 1,2 milioni, il giocatore tipo è uomo e ha un’età inferiore ai 35 anni. In questa fascia il 27,3% degli appassionati Ancora lontani i fasti del 2008, ma secondo l’Annuario Codere il mercato cresce dell’1% piazza almeno una scommessa a settimana. Il gioco on line raggiunge i 6,56 miliardi di euro (+17,2%) grazie a un bacino di 335mila clienti attivi (numero che ha registra un’ul- teriore crescita nei primi mesi del 2015), e al traino delle scommesse che da sole attraggono puntate per 2,9 miliardi, il 44% del totale. Gli apparecchi da intrattenimento guadagnano il 2% e toccano i 9,5 miliardi di euro; i casinò – grazie soprattutto all’apertura di nuove case da gioco a Madrid e Valencia – hanno raggiunto gli 1,5 miliardi di euro (+7%). Perdono circa l’1% le lotterie (8,4 miliardi) con la Lotteria Nazionale che ha totalizzato una raccolta di 4,6 miliardi, seguita dalla Lotteria Primitiva con 3,5 miliardi e dalla Quiniela con 261 milioni. GR messe virtuali (-3,8%, 179 mln). Capitolo a parte per il betting exchange, le scommesse tra giocatori lanciate un anno e mezzo fa: nel 2015, al primo anno completo, la raccolta è stata di 660 milioni, ma la spesa effettiva è stata di appena 3 milioni di euro. La spesa per i giochi è in calo in tutta Italia. La Regione in cui si investe di più per tentare la fortuna è ancora una volta la Lombardia, con una spesa effettiva di 3,1 miliardi di euro, una cifra che vale quasi un quinto di quella nazionale, ma che è in calo del 3,1% rispetto a un anno fa. Il Lazio è in seconda posizione con una spesa di 1,7 miliardi (-2,7%), seguito dalla Campania (1,6 miliardi, -2,4%). Queste tre regioni da sole coprono il 40% della spesa complessiva. Seguono Emilia Romagna e Veneto, rispettivamente con 1,31 miliardi (-2,4%) e 1,29 miliardi (-3,1%). Al di sopra del miliardo anche Piemonte (1,1 miliardi, -3%) e Toscana (1 miliardo, -2,2%), poco al di sotto Sicilia (958 milioni, -4,1) e Puglia (942 milioni, -2,4%). Il calo percentuale maggiore lo si registra in Valle d’Aosta (-8,6%, 32 milioni) e in Umbria (-8,1%, 227 milioni). n 8 dicembre 2015 Totoguida Scommesse n. 90 4 Attualità e politica del gioco Il destino della Stabilità 2016 tra politica e interventi dei magistrati LEGISLAZIONE di Stefano Sbordoni Il presidente del Consiglio Matteo Renzi e il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan I n queste ultime settimane sono ancora le Magistrature supeStefano Sbordoni è avvocato del Foro riori a dettare di Roma esperto di le regole del normativa italiana gambling. Ed e internazionale in materia di giochi infatti con ale scommesse. cune ordinanze del 17 novembre 2015 il Tar del Lazio, sez. II, ha rimesso gli atti alla Corte Costituzionale ritenendo che la questione di legittimità costituzionale dell’art. 1, comma 649, della Legge di Stabilità 2015 fosse fondata. Come è noto però il Tar, sebbene quale giudice a quo abbia in qualche modo condiviso le censure di incostituzionalità proposte da tutti i ricorrenti (concessionari, associazioni di categoria, gestori ecc.) non ha sospeso la determina di Adm e quindi la Legge di Stabilità 2015. Certamente degni di rilievo alcuni passaggi dell’ordinanza richiamata: il «Collegio, [...] ritiene che la norma di cui all’art. 1, comma 649, della Legge di Stabilità per il 2015 presenti altri profili che rendono la questione di legittimità costituzionale non manifestamente infondata in relazione agli artt. 3 e 41, comma 1, Cost.», e cioè si «ritiene che la norma contestata presenti dubbi di compatibilità costituzionale con riferimento sia al profilo della disparità di trattamento sia al profilo della ragionevolezza. Con riguardo alla ragionevolezza, va in primo luogo considerato che l’intervento legislativo è avvenuto in dichiarata anticipazione del più organico rior- dino della misura degli aggi e dei compensi spettanti ai concessionari e agli altri operatori di filiera nell’ambito delle reti di raccolta del gioco per conto dello Stato, in attuazione dell’art. 14, comma 2, lett. g), della legge n. 23 del 2014». Senonché, mentre il criterio per il riordino previsto dall’art. 14, comma 2, lett. g), della legge n. 23 del 2014 prevede la revisione degli aggi e compensi spettanti ai concessionari e agli altri operatori «secondo un criterio di progressività legata ai volumi di raccolta delle giocate», la norma in contestazione ha previsto la riduzione dei compensi in «quota proporzionale al numero di apparecchi riferibili ai concessionari alla data del 31 dicembre 2014», ed ancora «il criterio introdotto per ripartire tra i concessionari l’importo totale di euro 500 milioni è legato non ad un dato di flusso, quale i volumi di raccolta delle giocate, ma ad un dato fisso, quale il numero di apparecchi esistenti e riferibili a ciascun concessionario al 31 dicembre 2014», tale contraddizione «è di per sé idonea ad indurre il sospetto che la norma di cui all’art. 1, comma 649, della Legge di Stabilità per il 2015 abbia violato sia il principio di ragionevolezza che quello di uguaglianza». Il Tar Lazio ritiene poi che la questione di legittimità costituzionale della norma di cui all’art. 1, comma 649, della legge n. 190 del 2014 non appaia manifestamente infondata anche con riferimento alla violazione dell’art. 41, comma 1, Cost. che sancisce il principio di libertà dell’iniziativa economica privata. Si rileva a tal proposito che, qualora si tratti di soggetti privati che nell’intraprendere attività d’impresa sostengano consistenti investimenti, la legittima aspettativa ad una certa stabilità nel tempo del rapporto concessorio gode di una particolare tutela costituzionale, riconducibile non solo all’art. 3 Cost., ma anche all’art. 41 Cost. Parimenti irragionevoli e lesive della libertà di iniziativa economica dell’impresa si rivelano le previsioni, contenute nelle lett. a) e c) del secondo comma dell’art. 1, comma 649 della Legge di Stabilità 2015, secondo cui «ai concessionari è versato dagli operatori di filiera l’intero ammontare della raccolta del gioco praticato mediante i predetti apparecchi, al netto delle vincite pagate» ed anche «i concessionari, nell’esercizio delle funzioni pubbliche loro attribuite, ripartiscono con gli altri operatori di filiera le somme residue, disponibili per aggi e compensi, rinegoziando i relativi contratti e versando gli aggi e compensi dovuti esclusivamente a fronte della sottoscrizione dei contratti rinegoziati». Tali disposizioni, secondo il Collegio, appaiono idonee a riflettersi sulla libertà contrattuale di concessionari e terzi. L’imposizione di una rinegoziazione dei contratti appare incompatibile con la incomprimibile autonomia delle parti di pervenire solo eventualmente ad un nuovo e diverso accordo negoziale, laddove è verosimile ritenere che per realizzare lo stesso obiettivo sarebbe stato sufficiente stabilire una riduzione “pro quota” ed “a cascata” dei compensi spettanti a tutti gli operatori di filiera senza imporre una rinegoziazione in via autoritativa. Il Consiglio di Stato, evocato avverso il diniego del Tar del Lazio alla richiesta di sospendere il pagamento della seconda rata del 30 ottobre, non ha accolto le richieste degli appellanti; il Collegio di Palazzo Spada, sebbene fosse consapevole della rimessione agli atti della Corte Costituzionale da parte del Tar Lazio, ha ritenuto invece che la domanda cautelare non dovesse venire accolta. Per il Consiglio di Stato, nell’ordinanza emessa in data 2 dicembre u.s. non ricorre «il lamentato pericolo di danno grave ed irreparabile per i concessionari ricorrenti e per la filiera del gioco pubblico dal pagamento dell’addizionale dei 500 mln [...]»; osserva il Collegio giudicante, andando secondo l’avviso di chi scrive ultra petita, «che (come sottolineato dalla difesa erariale nelle memorie di primo grado) gli artt. 18 lett. H e 19 lett. O dello schema-tipo di convenzione oneravano il concessionario a prevedere che gestori ed esercenti prestassero cauzione in favore del concessionario medesimo, nella misura di euro 1.500 ad apparecchio detenuto o posseduto; rilevato pertanto, con portata assorbente, che non sembra ricorrere il lamentato pericolo di danno grave ed irreparabile». È verosimile aspettarsi che il Governo, come già è successo in passato, proponga poi un maxiemendamento che, in caso di mancato accordo politico, blinderà con la fiducia. I giochi dunque si faranno dietro le quinte, non sul palcoscenico A seguito di quest’ennesima vicenda giudiziaria che ci lascia tutti quantomeno perplessi, l’esigenza che la Legge di Stabilità 2016 individui delle certezze e delle linee guida si fa ancora più pressante. La Legge di Stabilità dovrebbe andare in aula alla Camera martedì 15 dicembre pv. Per il momento è all’esame della Commissione Bilancio, che inizierà la votazione degli emendamenti presentati in questi giorni. È verosimile aspettarsi che il governo, come già è successo in passato, proponga poi un maxiemandamento che in caso di mancato accordo politico, blinderà con la fiducia. I giochi dunque si faranno dietro le quinte, non sul palcoscenico. Lì continuerà ad andare in scena la solita pantomima alla quale assistiamo oramai da troppo tempo. Sarebbe anche ora di far vedere con i fatti quanto sia effimero in termini di voti quel facile consenso che si ottiene solo mediaticamente delegittimando il sistema pubblico del gioco. n