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Preghiera di adorazione

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Preghiera di adorazione
BEATI I MISERICORDIOSI,
PERCHÉ TROVERANNO MISERICORDIA
Canone
Dal Vangelo secondo Matteo (5,1-12)
Vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui
i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
“Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,perché saranno consolati.
Beati i miti, perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo,
diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così
infatti perseguitarono i profeti che furono prima di voi”.
Spunti di riflessione
La misericordia divina trabocca dal cuore del Padre al cuore del Figlio
e dal cuore di Gesù al cuore dei credenti.
1.
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Dio è misericordia, un cuore rivolto al misero.
La parola “misericordia”, nella sua accezione ebraica, richiama l’utero materno, ossia l’accoglienza assoluta, l’amore gratuito.
“Miseri-cor-dare” cioè dare, offrire il proprio cuore a chi è nel bisogno.
La misericordia è certamente un sentimento, che diventa però azione, aiuto, dono: fare quanto è necessario per il bene dell’altro.
“Il Signore, il Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà, che conserva il suo amore per mille
generazioni, che perdona la colpa, la trasgressione e il peccato” (Es 34,6-7).
“Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio del suo seno? Anche se ci fosse una donna
che si dimenticasse, io invece non ti dimenticherò mai. Ecco, ti ho disegnato sulle palme delle mie mani…” (Is 49,14-15);
“Ti ho amato di amore eterno, per questo continuo ad esserti fedele” (Ger 31,3)
“Pietà di me, o Dio, nel tuo amore, nella tua grande misericordia cancella la mia iniquità” (Sal 51,3);
Il vero amore misericordioso non chiude gli occhi sul male, ma sa pazientemente attendere l’ora della grazia.
2.
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Dal cuore del Padre
Al cuore del Figlio
La misericordia di Dio nella storia umana prende il volto di Gesù.
Gesù concretizza in maniera totale la misericordia di Dio: “Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite
come pecore che non hanno pastore” (Mt 9, 36).
Tutta la vita di Gesù è azione di misericordia. L’amore che sa arrivare fino alla fine ha il volto, i gesti e le parole di Gesù. Anche
al momento della crocifissione: “Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno” (Lc 23,34).
La misericordia è il mistero dell’amore folle, misericordioso, tenerissimo del Padre che trasale di gioia quando vede tornare a casa
il figlio più lontano e invita tutti a gioire con Lui.
Gesù è il nostro Fratello Maggiore che, a differenza di quello della parabola, si è fatto cuore accogliente, rigenerante per tutti noi
suoi fratelli più piccoli e spesso in cammino lontani da Lui, per invitarci alla festa della vita.
“Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei”, tutti i presenti se ne andarono uno per uno, cominciando
dagli anziani fino agli ultimi. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo” (cf Gv 8, 7-9).
Sant’ Agostino commenta: “Rimasero l’uno di fronte all’altro miseria e misericordia”. Gesù è la misericordia di Dio fatta carne e
la donna che gli sta di fronte rappresenta l’umanità, la Chiesa, ciascuno di noi.
3.
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Al nostro cuore
Gesù rivela la misericordia del Padre e ci invita ad imitarla: “Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso” (Lc
6,36).
Il discepolo di Gesù è chiamato a comunicare la tenerezza misericordiosa del Padre, a tendere la mano al fratello nel bisogno.
Il premio promesso ai misericordiosi è quello di trovare misericordia. La misericordia è Dio stesso. Di conseguenza, i
misericordiosi sono “beati” perché vivranno della vita stessa di Dio.
Un aspetto della misericordia è il perdono. Perdonare è un atto gratuito, è un dono che noi facciamo a chi ci ha fatto del male. È
un atto creativo che ci trasforma da prigionieri del passato in uomini liberi, perché il perdono non è una re-azione ma è un atto
nuovo.
Perdonare significa sgomberare il cuore da ogni ombra e rimettere l’altro nelle condizioni migliori, e secondo Gesù solo questa
scelta, di grande libertà e di grande generosità, può garantirci beatitudine.
Il perdono è un atto di fede nella bontà dell’altro.
Chi sperimenta la misericordia è beato, ma ancor di più lo è chi la offre.
ADORAZIONE EUCARISTICA
Canone
Preghiera di adorazione a Gesù Maestro
Gesù Maestro: che io pensi con la tua intelligenza e la tua sapienza.
Che io ami con il tuo cuore.
Che io veda in tutto con i tuoi occhi.
Che io parli con la tua lingua.
Che io oda soltanto con le tue orecchie.
Che io assapori quello che Tu gusti.
Che le mie mani siano tue.
Che i miei piedi siano sui tuoi passi.
Che io preghi come preghi Tu.
Che io mi doni come Tu ti sei donato.
Che io sia in Te e Tu in me.
(Beato Giacomo Alberione)
Silenzio
Da una testimonianza di Dietrich Bonhoeffer
Canone
Quando giudichiamo ci presentiamo all’altro con il distacco dell’osservazione, della riflessione. Ma l’amore non lascia né luogo né
tempo a tutto questo. Per colui che ama, l’altro non può mai diventare oggetto della considerazione distaccata propria dello
spettatore, ma è sempre una pretesa vivente al mio amore e al mio servizio … Giudicare rende ciechi,l’amore viventi. Quando
giudico sono cieco della mia propria malvagità e nei confronti della grazia che vale per l’altro. … L’amore vede l’altro ai piedi della
croce, e proprio per questo vede nella verità.
Che dovrebbero fare i discepoli di fronte ad un cuore chiuso? Là dove l'accesso all'altro non riesce? Devono riconoscere di non
possedere in alcun modo diritto o potere sugli altri, come pure di non avervi alcun accesso immediato… I discepoli sono guidati alla
preghiera. Si dice loro che l'unica via verso il prossimo è la preghiera rivolta a Dio. Giudizio e remissione restano nelle mani di Dio.
Egli apre e chiude.
L'amore per il nemico porta il discepolo sulla via della croce e alla comunione con il crocefisso. Ma quanto più sicuramente il
discepolo si trova spinto su questa via, tanto più sicura è l'invincibilità del suo amore, tanto più esso vince l'odio del nemico: infatti
non si tratta dell'amore suo proprio, ma esclusivamente dell'amore di Gesù Cristo, che è salito sulla croce per i suoi nemici e sulla
croce ha pregato per loro… L'amore apre gli occhi a chi è alla sequela di Gesù perché gli fa vedere anche il nemico incluso
nell'amore di Dio, facendogli vedere il nemico sotto la croce di Gesù Cristo.
Solo per mezzo di Gesù Cristo si è fratelli. … La nostra comunione consiste solo in ciò che Cristo ha compiuto in ambedue, in me e
nell’altro, e questo non vale solo per l’inizio, come se poi nel corso del tempo, si aggiungesse ancora qualcosa a questa nostra
comunione ma resta per sempre, nel futuro e nell'eternità. Solo per mezzo di Cristo c'e e ci sarà comunione tra me e l'altro. Via via
che la comunione si fa più autentica e più profonda, scompare tutto ciò che si frappone ad essa, e risulta con sempre maggior
chiarezza e purezza l'unica cosa che la rende viva tra di noi: Gesù Cristo, e la sua opera.
Nessuna miseria è troppo profonda, nessun peccato troppo terribile, perché non vi si applichi misericordia. Il misericordioso fa dono
del proprio onore a chi è caduto nell’ignominia e se ne fa carico.
Chi vuol praticare il vero servizio divino nella sequela di Gesù ha pertanto davanti a sé una sola via, quella della riconciliazione con
il fratello.
Segno: Nel luogo della preghiera si prepara una croce (di polistirolo) i cui contorni sono tracciati da chiodi e su ciascuno di essi vi è
attaccato un foglietto con la scritta: “Beati i misericordiosi”. Si è quindi invitati a togliere un chiodo, che ognuno porterà con sé. Il
nostro cuore è capace di ferire (conficcare il chiodo), ma è anche capace di amare (togliere il chiodo). Sulla croce rimane il segno del
chiodo, colorato di rosso, a rappresentare e a ricordarci sia le ferite che provochiamo e ci portiamo dentro quando non sappiamo
accogliere, vivere e donare misericordia, e sia il gesto grande d’amore di quando, vivendo tutto questo, togliamo dalla croce il
chiodo.
Preghiamo insieme
O Dio di misericordia e di fedeltà,
il tuo Santo Spirito ci insegni la misericordia, la mitezza, la pace.
Aiutaci a testimoniare la sovrabbondanza del tuo amore,
a perdonare, a guardare tutti con bontà,
a non ricercare il contraccambio, a non pretendere riconoscenza.
O Padre che ci hai creato e redento,
noi crediamo che nessuno mai ci separerà dal tuo amore.
Brilli in noi la luce della tua carità, rendici giusti della tua giustizia,
rendici miti e misericordiosi, forti della tua tenerezza, invisibili nel bene.
A Te ci affidiamo, o Padre santo e buono,
per Cristo nostro Signore. Amen.
Canone
Benedizione Eucaristica
Canto
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