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TUTTA L`ARTE DA VEDERE IN GENNAIO FEBBRAIO
SUPPLEMENTO A «IL GIORNALE DELL’ARTE» N. 338 GENNAIO 2014 L’opera di Giacomo Balla intitolata «Velocità d’automobile» del 1913 presentata dalla Galleria Cinquantasei di Bologna in occasione di Arte Fiera 2014 VEDERE A BOLOGNA IL GIORNALE DELL’ARTE N. 7 GENNAIO/FEBBRAIO 2014 UMBERTO ALLEMANDI & C. TUTTA L’ARTE DA VEDERE IN GENNAIO FEBBRAIO 3 TAPPETO ROSSO Per Luigi Ficacci «Il consuntivo artistico culturale 2013 è: regressione ma anche macroscopiche eccezioni» Tra le cose buone dell’anno: la Fondazione MAST, il centro polifunzionale fortemente voluto dall’imprenditrice Isabella Seràgnoli, e le belle iniziative, malgrado la crisi, di istituzioni pubbliche (MAMbo) e private (Palazzo Fava). Ma inquieta molto l’arretramento culturale provocato dai tagli che paralizzano i musei statali VEDERE A IL GIORNALE DELL’ARTE Società editrice Umberto Allemandi & C. spa, via Mancini 8, 10131 Torino, tel. 011.8199111 fax 011.8193090 [email protected] Direttore responsabile Umberto Allemandi Vicedirettore Franco Fanelli Caporedattore Barbara Antonetto Impaginazione Claudia Carello Pubblicità Cinzia Fattori 011.8199118 [email protected] Stampa Centro Stampa Quotidiani S.p.A. Erbusco (Bs) BOLOGNA è una testata edita dalla Società editrice Umberto Allemandi & C. nell’ambito della linea di periodici «Vedere a...» Editorialista ospite di questo numero Luigi Ficacci Hanno collaborato Stefano Luppi Sandro Parmiggiani, Giovanni Pellinghelli In redazione Impaginazione Lina Ocarino Elisa Bussi Referente commerciale a Bologna Valeria Riselli 335.6390119 [email protected] Sommario 4 6 6 6 8 8 8 10 10 10 11 12 12 12 13 13 SPECIALE FOTOGRAFIA 14 MIA Fair e Arte Fiera 14 La galleria P420 15 Artistocratic L’imprenditrice Isabella Seràgnoli all’esterno del MAST P remesso che l’immagine di una città dipende da quanto questa riesce a fare percepire di sé, più che dalla risultante di dati oggettivi, bisogna riconoscere che la percezione attuale di Bologna oscilla tra fattori contraddittori: una reputazione fortemente retrospettiva; una certa incapacità o assenza di interesse ad analizzare con continuità la propria evoluzione reale (come molte città d’Italia, d’altronde); una diffusa insoddisfazione e qualità autocritica, peraltro salutari, da parte dell’opinione pubblica locale, prevalentemente appartenente al ceto professionale e produttivo. Il MAST, ovvero una sintesi di tecnologia e umanesimo Il consuntivo artistico culturale dell’anno 2013 deve registrare per Bologna una situazione di regressione, con qualche macroscopica eccezione, che non produce però effetti strutturali di progresso complessivo della città. La circostanza è significativa e merita un’attenta analisi, di utilità piuttosto nazionale che locale. In ordine di rilevanza, ecco i fatti dell’anno passato. Il più importante è privato-imprenditoriale: l’azienda G.D. del Gruppo Coesia ha inaugurato MAST (sta per Manifattura di Arti, Sperimentazione e Tecnologia). È una riproposizione concreta, in piena fase storica di disillusione postindustriale, della sintesi di tecnologia e umanesimo, per una finalizzazione della tecnica al miglioramento della vita e del contesto sociale. È l’idea ricorrente del XX secolo; costantemente dispersa e inattuata. Voluto da Isabella Seràgnoli, imprenditrice nota per il suo impegno culturale e filantropico, MAST mira a estendere l’esperienza aziendale all’esterno, col fine di promuovere creatività e innovazione. Un nuovo edificio polivalente sostituisce strutture dismesse dell’area industriale dell’azienda. È molto ampio, come possibile in una zona esterna alle mura della città antica. È stato progettato per attuare la contiguità di attività aziendali, sociali e culturali, abolendo la distinzione architettonica tra funzioni interne all’impresa e quelle rivolte al pubblico esterno. Comprende spazi per mostre, un auditorium, e funzioni concepite per utilità Il soprintendente dei dipendenti quanto Luigi Ficacci della cittadinanza, del quartiere, La Società di Santa Cecilia Le mostre del MAMbo Omaggio a Rubbiani Jankowski e Favelli «do ut do 2014» Olandesi del ’600 a Palazzo Fava «Ex tempore» di Antonio Cesari La Fondazione Golinelli Le lune di Mario de Maria La Raccolta Lercaro Arte Fiera, 38ima edizione I curatori della Fiera Le gallerie partecipanti Le notte bianca delle gallerie Ascom «Art City» e «Art City White Night» «SetUp 2014» dei visitatori, quali un asilo nido d’avanguardia, una palestra, una mensa e spazi di gastronomia pubblica. È anche museo, perché nel corso degli anni l’azienda ha formato un’importante collezione di fotografia di soggetto industriale, storica e contemporanea, oltre alle opere originali di eguale tematica prodotte tramite tre successivi concorsi. Vuole essere accademia, in un senso classico, come dovrebbe essere nelle corde storiche di Bologna: cioè sede di elaborazione «universale» (come si diceva nel lessico barocco poi idealista) delle prassi di professioni e mestieri. In termini neolatini contemporanei, e purtroppo non più italiani: Academy. A ottobre scorso, G.D. ha fatto coincidere l’inaugurazione del MAST con l’avvio della prima biennale di fotografia industriale, affidata alla cura dalle «Rencontres de la Photographie» di Arles e al suo direttore artistico François Hébel: una ventina di mostre monografiche, allestite in vari luoghi dell’intera città. MAST e neoistituita Biennale della Fotografia d’Industria sono iniziative uniche in Italia. Finora non sembrano avere provocato un’attenzione nazionale all’altezza della loro eccezionalità, anche perché, essendo totalmente private, hanno i caratteri di riservatezza e perfino di dissimulazione propri di una antica civiltà del lavoro, ben radicata in Emilia e a Bologna. Effettivamente il promotore privato può astenersi dal magnificare le proprie iniziative, che in questo caso sono di elevato intento artistico generale, ma anche connotate da quella che definirei un’etica pragmatica del lavoro industriale-culturale che pare rifuggire dall’enfasi pubblicitaria. Credo che la Soprintendenza alle Belle Arti di Bologna, che dirigo, abbia fatto però ciò che ci si debba attendere dalle funzioni culturali dello Stato: tutte le manifestazioni che hanno preceduto l’apertura del MAST e l’istituzione della Biennale, negli ultimi anni, hanno ricevuto il più convinto appoggio di condivisione da parte della Pinacoteca Nazionale. Fino al 2011 la Pinacoteca è stata la sede espositiva dei concorsi di fotografia industriale del settore arte della G.D. Per contro, l’azienda ha assicurato il sostegno più rispettoso e costante alle altre iniziative della Pinacoteca, con una continuità di sponsorizzazione che in tempi di indigenza totale dell’ente culturale statale è ancora più preziosa. Certamente, ora che MAST esiste e funziona, si sapranno trovare i modi di prosecuzione di quello che finora, in attesa della sede propria, era stato un rapporto istituzionale privilegiato, di grande utilità per la sopravvivenza di un’attività culturale della Pinacoteca. Arturo Martini a Palazzo Fava e al Mic di Faenza e la bella stagione del MAMbo Altra iniziativa di livello nazionale, è stata, nel Palazzo Fava della Fondazione Carisbo e a Faenza, nel Museo Internazionale delle Ceramiche, la doppia mostra su Arturo Martini, indagato nel suo lavoro con la terracotta: materia primitiva, significativa di un rapporto 16 16 16 16 VisionQuest Bruno Cattani Sabrina Raffaghello Time Out e Photissima 17 17 17 18 18 18 20 20 Culturalia Salone del Restauro di Ferrara Il volume «Arte dal 1900» Fondantico Gregory’s casa d’aste Collegio Venturoli | Falstaf al TCBo Emil Banca | Spazio Labò | Spazia L’Ariete | Di Paolo Arte | Art Forum | De’ Foscherari | Spazio Testoni Forni | Stefano Forni | OltreDimore | Otto Gallery | Studio G7 La Galleria d’Arte Maggiore Galleria B4 La Galleria Cinquantasei Rosini Gutman Art Gallery 21 21 21 22 22 IL GIORNALE NON RISPONDE DELL’AUTENTICITÀ DELLE ATTRIBUZIONI DELLE OPERE RIPRODOTTE, IN PARTICOLARE DEL CONTENUTO DELLE INSERZIONI PUBBLICITARIE. LE OPINIONI ESPRESSE NEGLI ARTICOLI FIRMATI E LE DICHIARAZIONI RIFERITE DAL GIORNALE IMPEGNANO ESCLUSIVAMENTE I RISPETTIVI AUTORI. SI CONSIGLIA DI VERIFICARE TELEFONICAMENTE GLI ORARI DELLE MANIFESTAZIONI. www.allemandi.com elementare con la terra e di un accesso primordiale all’arte plastica, di un’autenticità sconvolgente. Sintomo della rilevanza di questa mostra, prodotta dal Genus Bononiae (l’istituzione artistico culturale della Fondazione Carisbo) e dal Museo faentino, per la cura di Claudia Casali e Nico Stringa, è l’eccezionalità dei prestiti ottenuti, da molti musei e collezioni italiani e dal Middelheim Museum di Anversa. Lucie Bausart, la direttrice di quest’ultimo, ha pubblicamente affermato di avere affrontato con convinzione i rischi dello spostamento delle opere prestate in considerazione del vantaggio che esse avrebbero tratto dalla loro esposizione in un contesto d’eccezione come quello di Bologna. Si riferiva non solo alle sculture presenti temporaneamente in mostra, ma anche al formidabile nucleo che Bologna possiede stabilmente, grazie agli acquisti della Fondazione Carisbo (le terrecotte «L’Odalisca» e «La Madre Folle» del 1929 sono un patrimonio capitale, cui si aggiungono sculture monumentali in pietra come «La Carità», «L’amplesso», «Dedalo» e Icaro» e il «Torso di giovinetto», in bronzo). La stagione espositiva di Palazzo Fava era iniziata con una manifestazione altrettanto imperdibile: tutto l’edificio, nell’interezza dei suoi spazi, era stato affidato a Nino Migliori per realizzarvi una retrospettiva d’autore che, nella sua originalità di selezione riflessiva sulla sterminata e poliedrica attività dell’artista, è stata in sé un’opera di sorprendente vitalità. Ha rivelato in pieno la dimensione, contemporaneamente storica e attuale, di questo gigante dell’arte fotografica italiana. Per contro, nel 2013, sono stati i musei pubblici ad avere risentito di una sempre più grave sottrazione di mezzi. Il MAMbo, comunale, è riuscito a compensare con una stagione espositiva di livello, con la bella e spettacolare mostra di Mario Ceroli, con quella di Bas Jan Ader alla Villa delle Rose e infine con la selezione delle collezioni d’arte dell’Unicredit tutt’ora in corso, fino a febbraio. Raffaello e Schoenberg: le grandi occasioni perdute della Pinacoteca Nazionale La Pinacoteca Nazionale, invece, che nel 2013 era ridotta allo stremo per gli sforzi sovrumani affrontati in occasione del terremoto e che ancora una volta aveva ricevuto finanziamenti che sarebbero a mala pena sufficienti a un privato cittadino per gestire un appartamento in buone condizioni, è stata costretta a collezionare rinunce. Si è dovuto rinunciare ad accogliere i due capolavori di Raffaello che Prado segue a pag. 4 VEDERE A BOLOGNA 2013: regressione e macroscopiche eccezioni continua da pag. 3 e Louvre volevano inviare per riconoscenza del prestito della «Santa Cecilia» alla mostra su Raffaello tardo (erano attese la «Madonna del pesce» e la «Sacra famiglia di Francesco I»). Né si è potuta realizzare la mostra dei dipinti di Arnold Schoenberg che doveva essere il culmine dell’impegnativo progetto «The Schoenberg Experience» che, tra esecuzioni musicali, mostre, convegni e laboratori, doveva coinvolgere, assieme alla Pinacoteca, anche Teatro Comunale, Università, MAMbo, Conservatorio e Accademia di Belle Arti. Nessuna delle due mostre erano dunque di iniziativa individuale. Nelle condizioni di indigenza strutturale in cui sono precipitati i musei statali (almeno quelli implicitamente declassati a second’ordine per conseguenza involontaria dell’attenzione prioritaria riservata dalle riforme di fine anni novanta ai siti con maggiore flusso di visitatori) non è più possibile una progettazione autonoma, come accadeva in passato per ogni museo, anche minore. Entrambe le manifestazioni dovevano essere l’effetto produttivo dell’attività istituzionale di base e delle relazioni scientifiche costruite nel tempo. Per Raffaello, ad esempio, il prestito era il risultato di cinque anni di collaborazione attiva assicurata agli organizzatori della mostra di Madrid e Parigi. Nel caso di Schoenberg, si trattava di partecipare a un programma comune e lavorare perciò in circostanze eccezionali, perché le opere figurative dell’artista si sarebbero trovate esposte nel contesto più adatto per essere capite, quello di un programma di esecuzioni musicali e di studi esteso per più di un anno di durata. Non che la Pinacoteca per queste due mostre si affidasse all’ipotesi di finanziamenti statali. I fondi necessari erano in gran parte stati reperiti localmente presso il capitale privato, in primo luogo la Fondazione Carisbo, ma erano anche conseguenze di condivisioni di proposte culturali promosse da imprese private, come G.D., con i suoi concorsi di fotografia, o la casa editrice Logos, grazie a cui si è realizzata una mostra molto bella di tavole inedite di Lorenzo Mattotti. È stata invece l’incidenza schiacciante delle difficoltà strutturali, accumulatesi in anni di sottrazioni di mezzi, a impedire l’attuazione di queste due opportunità. Sono le stesse difficoltà che da mesi inibiscono perfino l’apertura normale e il funzionamento ordinario della Pinacoteca: carenza di addetti alla vigilanza, impossibilità finanziaria di ricorrere al contributo di personale volontario, che ha comunque un costo, impossibilità di garantire manutenzioni. Insomma, è stata la struttura di base della Pinacoteca che ha iniziato a venire meno e a non garantire più il minimo indispensabile per produrre una mostra (che è la necessità primaria di qualunque museo, come l’Europa e i paesi esteri più avanzati dimostrano). E al soggetto privato non si può certo chiedere di compensare carenze strutturali: alcune fondazioni di origine bancaria hanno perfino ratificato questa impossibilità come preclusione statutaria, come sembra giusto. Così, a fronte della straordinaria enfasi attribuita dal Prado e dal Louvre al prestito della «Santa Cecilia», è stato inevitabile opporre il portone frequentemente chiuso della Pinacoteca Nazionale, per fare fronte con orari contratti alla carenza di personale di vigilanza. Alla straordinaria attenzione dedicata dai figli di Arnold Schoenberg all’esposizione 4 recuperare l’arretramento culturale così procurato e di compensare i costi ulteriori provocati dai tagli. Bologna e la sua Soprintendenza furono nei decenni centrali del secolo XX un luogo capitale della ricerca storico artistica e della sua divulgazione pubblica attraverso le mostre: un modello allora non così diffuso, al mondo, come oggi. Nessuno sa se, in un paese che storicamente non ha quasi mai propriamente conosciuto la condizione della provincia, la creazione di provincialità, in cui l’abbandono del sostegno statale fa sprofondare molte città italiane, sia reversibile. !"Luigi Ficacci Soprintendente per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici per le Province di Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini L’importanza di avere amici veri La mostra antologica di Mario Cerioli al MAMbo dei dipinti paterni negli spazi della Pinacoteca, l’esito è malauguratamente stato, alla fine e dopo tanto lavoro già definito, una inevitabile rinuncia. Ma questa soluzione non ha nulla di consono all’importanza dell’argomento e del contesto e meno che meno con la splendida e indimenticabile esperienza della conferenza sugli anni americani del padre che Nuria Schoenberg Nono aveva tenuto proprio nell’auditorium della negletta Pinacoteca che qualche mese dopo, secondo previsioni, avrebbe dovuto inaugurare la mostra. Si sta parlando di uno dei geni più cruciali e decisivi del XX secolo. E si sarà anche risparmiato, nel taglio di fondi strutturali, ma una perdita come quella citata è immensamente gravosa da recuperare, così come è immensamente doloroso che, per difficoltà analoghe, anche altri enti musicali abbiano dovuto rinunciare a una buona parte delle esecuzioni previste e la parte culminante e conclusiva del progetto «The Schoenberg experience» sia andata dispersa. I tagli statali alla cultura portano alla creazione di provincialità Ciò detto, tramite una continuità di iniziative minori, di aperture straordinarie serali (ma con chiusure negli orari normali), nel corso del 2013 i visitatori della Pinacoteca sono perfino aumentati: segno inequivocabile di una disponibilità di adesione del pubblico anche in carenza di offerte espositive particolarmente attraenti. E, almeno in un paese come il nostro, non vi è alcuna possibilità di progresso sistemico quando il settore pubblico regredisce. Perché il bilancio dell’anno concluso fosse sano, l’ordine di rilevanza delle attività culturali avrebbe dovuto essere opposto a quello che è effettivamente stato: al primo posto si sarebbe dovuto segnalare il museo statale, a seguire le produzioni locali e private. Le scienze economiche hanno finora sufficientemente dimostrato di non possedere la soluzione sicuramente efficace per diminuire i costi e creare ricchezza, né la scienza amministrativa pare possedere la formula concreta per economizzare e eliminare definitivamente gli sprechi. Se anche risultasse vero che il risparmio a discapito della cultura e del patrimonio artistico possa essere risolutivo nell’abbattimento del debito pubblico nazionale, diversamente da quanto ritenuto dalla maggior parte dei paesi europei e da molti di quelli esteri, resta altamente incerta la possibilità di Felice Giani, «Allegoria della guerra» Continuano le attività a sostegno delle istituzioni e della cultura bolognesi svolte dalla «Società di Santa Cecilia. Amici della Pinacoteca Nazionale di Bologna», nata nel 1990 per iniziativa dell’ex soprintendente Andrea Emiliani. Fino al 23 marzo la Pinacoteca Nazionale ospita la rassegna «Disegni in collezione» relativa alle donazioni che tra il 2011 e il 2013 l’associazione ha effettuato al Gabinetto Disegni e Stampe del museo statale. Ordinati nelle sale sono un foglio a tempera con l’«Allegoria della Guerra», legato al cammeo realizzato nella volta della Sala della Pace e della Guerra a Palazzo Milzetti a Faenza, un disegno a matita rossa di Giuseppe Maria Mitelli preparatorio per l’acquaforte «Li cinque sentimenti alla moda» (1710) e un’altra matita rossa di Angela Teresa Muratori preparatorio per la pala raffigurante l’«Annunciazione» di inizio Settecento per la chiesa della Santissima Trinità di Bologna. Previste anche quattro conferenze a partire dal 18 gennaio di Maria Pace Marzocchi, Elena Rossoni, Angelo Mazza e Luigi Ficacci. La «Società» prende il nome dal capolavoro di Raffaello conservato in Pinacoteca e fin dagli inizi raccoglie intorno ad Andrea Emiliani un gruppo di partecipanti che hanno perfezionato giuridicamente nel 2002 l’associazione. Da allora la Società ha concorso a restauri, sostenuto ricerche e studi, donato alla Pinacoteca bolognese opere dei Carracci, Guercino, Reni, Cesi, Albani, Crescimbeni e pubblicato tutti i cataloghi generali della Pinacoteca, l’ultimo dei quali è quello, coordinato da Daniela Scaglietti, dedicato al patrimonio di Otto e Novecento. Il Consiglio direttivo 2012-15 della Società di Santa Cecilia è composto da Fabia Farneti (presidente), Maria Pace Marzocchi (vicepresidente), Silvia Camerini, Valentina Camorani Scarpa, Giorgio Forni, Vincenza Riccardi Scassellati Sforzolini e Andrea Santucci. ! Stefano Luppi Per informazioni: Società di Santa Cecilia, via delle Belle Arti 56, Bologna, tel. 3400902664, [email protected] 6 VEDERE A BOLOGNA Le stupefacenti magie del MAMbo L’ appuntamento clou dell’inverno al MAMbo è dedicato all’artista britannica Tacita Dean, una delle protagoniste più influenti della scena contemporanea messa a confronto con un nume tutelare dell’arte italiana del Novecento come il bolognese Giorgio Morandi (1890-1964). La mostra «The Studio of Giorgio Morandi», curata dal direttore del Museo d’Arte Moderna di Bologna Gianfranco Maraniello e visibile fino al 9 febbraio, presenta due film realizzati da Tacita Dean a Casa Morandi, in via Fondazza, prodotti dalla Fondazione Nicola Trussardi di Milano. Nel film «Still Life», girato in bianco e nero, appaiono linee che si intersecano fitte sui fogli di lavoro dell’artista bolognese, che tracciava a matita le esatte posizioni degli oggetti che avrebbe dipinto. Morandi infatti analizzava per giorni, minuziosamente, ogni possibile variazione della luce e delle ombre degli oggetti posizionati, annotando il tutto con segni e lettere sui grandi fogli di carta che avvolgevano il suo tavolo di lavoro. Una serie complessa di linee si intrecciava dando vita a un disegno complessivo tanto straordinario quanto involontario. Attraverso tali tracce, spesso trascurate e dimenticate dalla critica, Tacita Dean racconta l’opera di Morandi, ricostruendone la costanza e il rigore delle fasi preparatorie. La seconda pellicola proiettata, sempre in lingua originale con sottotitoli, è «Day for Night» del 2009: qui sono protagonisti proprio gli oggetti, vasi, contenitori, scatole, fiori di stoffa, che Morandi accumulava e conservava gelosamente nel suo piccolo studio. Nelle immagini di Tacita Dean si ritrovano alcune qualità degli oggetti che caratterizzano i dipinti di Morandi, come ad esempio l’opacità o la percezione della polvere che li ricopre. Entrambi i lavori dell’artista, che vive a Berlino ed è nata a Canterbury nel 1965, sono caratterizzati da uno sguardo minuzioso e da un tempo molto lento, scandito dalle pause, legato all’analisi degli spazi intimi dell’artista bolognese. Al MAMbo prosegue anche, fino al 16 febbraio e sempre con la cura di Gianfranco Maraniello, affiancato da Walter Guadagnini (presidente della Commissione scientifica UniCredit per l’Arte) e Bärbel Kopplin (curatrice della collezione HypoVereinsbank. UniCredit Bank AG), la COURTESY L’ARTISTA /FRITH STREET GALL. E MARIAN GOODMAN GALL. Il cartellone invernale del museo è ricco di mostre di rilievo internazionale, tra cui la raffinata rilettura di Tacita Dean dell’opera di Giorgio Morandi. E il 25 gennaio inaugura la personale di Rachel Whiteread rassegna «La Grande Magia. Opere scelte dalla Collezione UniCredit». Ordinati nei saloni del museo novanta lavori che, con l’introduzione di alcuni dipinti antichi, raccontano la magia come «trama» ricorrente nella storia dell’arte soprattutto contemporanea. Il percorso parte da «Psiche abbandonata da Amore» (1525) di Dosso Dossi e «Aracne tesse la tela» di Antonio Carneo posti in dialogo con una scelta di Tacita Dean, «Day for Night», 2009 libri antichi dedicati alla magia. Tra gli artisti del Novecento e della scena odierna ci sono Gustav Klimt, Giorgio de Chirico, Fernand Léger, Edward Weston, Kurt Schwitters, Yves Klein, Arnulf Reiner, Georg Baselitz, Gerhard Richter, Peter Blake, Christo, Günter Brus, Mimmo Jodice, Gilberto Zorio, Giulio Paolini, Richard Long, Candida Höfer, Giuseppe Penone, Fischli, Weiss e Shirin Neshat, Christian Marclay, Grazia Toderi, Markus Schinwald, Clare Strand, Elina Brotherus, Jeppe Hein, Beate Gütschow e Hans Op de Beeck. Fino al 16 febbraio è anche possibile integrare la visita alla mostra con il percorso «Percorsi del magico a Bologna» che raggruppa 13 istituzioni cittadine nelle quali sono state isolate opere che si integrano con il tema della rassegna al MAMbo. Gli enti aderenti sono: Museo Internazionale e Biblioteca della Musica, Palazzo Pepoli Museo della Storia di Bologna, Teatro Comunale, Biblioteca dell’Archiginnasio, Palazzo Magnani Unicredit, Museo Civico Medievale e Collezioni Comunali d’Arte, Museo Civico Archeologico, Museo Civico del Risorgimento, Cinema Lumière, Fondazione del Monte e Cimitero della Certosa. Presso gli spazi del Museo Morandi è prevista dal 25 gennaio al 4 maggio «Rachel Whiteread. Study for Magia: la colomba del Monte Doppio appuntamento per la Fondazione Del Monte di Bologna e Ravenna, presso le sale espositive della sua sede di via delle Donzelle e presso il vicino Oratorio di San Filippo Neri, di proprietà dell’ente ex bancario. In Fondazione, fino al 16 febbraio per la cura di Gianfranco Maraniello, direttore del MAMbo e Maura Pozzati, consigliere di amministrazione delegata alle attività culturali, è organizzata «Christian Jankowski. Magic Numbers». L’evento si lega, per quanto riguarda l’attenzione all’argomento, alla mostra «La Grande Magia» visibile al MAMbo e riunisce quattro lavori dell’artista tedesco (Gottinga, 1968) che è solito dirigere la sua produzione verso l’uso di diversi media. Tre delle opere presenti hanno infatti per soggetto proprio i maghi e il mondo dell’arte, con al centro come di consueto lo stesso creativo sotto diverse «vesti». Si tratta del video e delle fotografie che compongono «My Life as a Dove», dove l’artista diviene una colomba in occasione dell’inaugurazione di una sua mostra in una galleria belga. Il secondo video, «Director Poodle» del 1998, rappresenta un mago nell’atto di tramutare un direttore di museo in un barboncino. In «Flock» del 2002, infine, è protagonista l’assistente del noto mago David Copperfield che trasforma l’intero pubblico di una mostra in pecore. Ordinata lungo il percorso anche la videoinstallazione «Telemistica», prodotta per la Biennale internazione d’arte di Venezia del 1999: Jankowski telefonò ad alcuni cartomanti televisivi italiani chiedendo loro di leggere le carte per lui. Ma in occasione della mostra viene prodotto anche un nuovo filmato che unisce il mondo della magia e quello di un Christian Jankowski, «Magic ente di origine bancaria. Circle», 1999 All’Oratorio di San Filippo Neri è invece ospitata l’opera performance «La Vetrina dell’Ostensione VI. Ventisei minuti d’insostenibile bellezza» di Flavio Favelli. Il lavoro dell’artista fiorentino, che vive nel Bolognese, sarà visibile il 25 gennaio e fa parte di una serie iniziata nel 2001 nella quale Favelli si muove come si trovasse davanti a uno specchio. ! S.L. Per informazioni: Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, via delle Donzelle 2, tel. 051 2962511; Oratorio di San Filippo Neri, via Manzoni 5, Bologna Room», mostra dedicata ad alcuni lavori della celebre artista britannica. Questa è nota in particolare grazie a sculture realizzate in resina e gesso con le quali esplora l’architettura, lo spazio, l’assenza e la memoria, caratteri molto affini dunque alla poetica morandiana. L’artista presenta al MAMbo una selezione di lavori realizzati tra il 1991 e il 2006, oltre a due nuovi disegni realizzati per l’occasione. Le opere dialogano con una «Natura morta» del 1956 di Giorgio Morandi che Rachel Whiteread ha personalmente scelto tra quelle presenti nella collezione del museo bolognese. Infine, dal 24 gennaio al 9 marzo il museo propone «Sculture in tasca. L’esaltazione dell’insignificante» di Flavia Mastrella, una rassegna didattica con microsculture formate da giocattoli abbandonati. ! S.L. Il segno di Rubbiani Giuseppe De Col, «Veduta bolognese», 1888 (Collezioni Fondazione Carisbo) Alfonso Rubbiani (Bologna, 1848-1913) diviene tra XIX e XX secolo un punto centrale per l’arte bolognese, soprattutto per il restauro dei maggiori edifici di Piazza Maggiore e per la specialità d’epoca Art Nouveau di ricamo denominata «Aemilia Ars». Fino al 14 marzo la mostra «Sotto il segno di Alfonso Rubbiani. La salvaguardia del passato e le origini della collezione della Cassa di Risparmio in Bologna» ne racconta i caratteri presso due sedi di Genus Bononiae: la Biblioteca d’arte e storia di San Giorgio in Poggiale e Santa Maria della Vita. I curatori Angelo Mazza, Benedetta Basevi e Mirko Nottoli hanno riunito decine di lavori di Rubbiani tra fotografie, manifesti, disegni, medaglie oltre a un’ampia serie di tessuti che descrivono l’evolversi e la varietà dei suoi interessi. In Santa Maria della Vita si analizza l’Art Nouveau a Bologna anche attraverso la proiezione di due documentari che illustrano i mutamenti urbanistici della fine del XIX secolo e la nascita e lo sviluppo della Società Cooperativa Aemilia Ars. A San Giorgio in Poggiale si focalizza l’attenzione sull’influenza esercitata dal pensiero e dall’attività di Alfonso Rubbiani sulla formazione delle Collezioni della Cassa di Risparmio. Qui si analizza anche il ruolo di Alfredo Baruffi (1873-1948), importante illustratore del periodo Art Nouveau e «creatore» della collezione stessa. Genus Bononiae organizza inoltre, fino a maggio, una serie di 24 visite guidate sotto il titolo di «I giovedì a Palazzo Pepoli: viaggi nel museo della storia di Bologna», a cura di Cristina Francucci. Negli appuntamenti di gennaio si parlerà di dame e cavalieri, in febbraio di «Bologna in dialetto». ! S.L. Per informazioni, Biblioteca d’arte e di storia di San Giorgio in Poggiale, via Nazario Sauro 20/2; Santa Maria della Vita. Museo della Sanità e Assistenza, via Clavature 8-10, tel. 051 1993630, www.genusbononiae.it GALLERIE D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA 7 9 CONFCOMMERCIO ASCOM BOLOGNA 2 3 4 6 12 5 1 11 10 ART CITY BOLOGNA 2014 ART CITY WHITE NIGHT 2014 8 Art City Bologna venerdi 24 sabato 25 domenica 26 gennaio 2014 mostre aperte nelle Gallerie Confcommercio Ascom Bologna Art City White Night sabato 25 gennaio 2014 apertura straordinaria delle gallerie ore 20.30|24 1. ART FORUM CONTEMPORARY Via dei Bersaglieri 5 www.artforum.it FEDERICA GONNELLI/VIRGINIA PANICHI ‘Il corpo che abito’ 7. (GALLERIA +) OLTREDIMORE Via del Porto 48 a/b www.oltredimore.it MATTIA BARBIERI ‘Vedute. The New Fragrance’ 2. GALLERIA DE’ FOSCHERARI Via Castiglione 2b www.defoscherari.com NUNZIO 8. OTTO GALLERY Via D’Azeglio 55 www.otto-gallery.it FRANCO GUERZONI ‘Archeologie senza restauro’ 3. GALLERIA DI PAOLO ARTE Gall.Falcone Borsellino 4a/b www.dipaoloarte.it FRANCO TOSI ‘Synaesthesis’ 9. P420 Piazza dei martiri 5/2 www.p420.it GORAN TRBULJAK 4. GALLERIA FORNI Via Farini 26 www.galleriaforni.it NICOLA NANNINI ‘Passaggio a Krumau. Omaggio a Schiele’ 10. SPAZIO TESTONI LA 2000+45 Via D’Azeglio 50 www.spaziotestoni.it CAROLINE LE MéHAUTé ‘Silent’ 5. L’ARIETE ARTECONTEMPORANEA Via D’Azeglio 42 www.galleriaariete.it BETH MOON ‘Between Earth and Sky’ 11. GALLERIA STEFANO FORNI Piazza Cavour 2 www.galleriastefanoforni.com !"#$%"&&#%'()*"&&(+")),"-./012)345661)05)7-)89:; 6. GALLERIA D’ARTE MAGGIORE G.A.M. Via D’Azeglio 15 www.maggioregam.com ‘TERRA ITALIANA. Paladino, Leoncillo, Matta, Chia’ 12. GALLERIA STUDIO G7 Via Val D’Aposa 4a www.galleriastudiog7.it FRANCO GUERZONI ‘Archeologie senza restauro’ 8 VEDERE A BOLOGNA Una straordinaria collaborazione, la finalità è benefica «do ut do» è la manifestazione biennale promossa dall’Associazione Amici della Fondazione Hospice Seràgnoli che raccoglie fondi per l’assistenza ai malati terminali U n duo d’eccezione per il progetto internazionale «do ut do 2014: Design per Hospice», evento che coinvolge alcune eccellenze del mondo del design, con l’obiettivo di raccogliere fondi a favore della «Fondazione Hospice Seràgnoli Onlus» (la manifestazione è promossa dall’associazione degli Amici della Fondazione Hospice Seràgnoli). Si tratta di Art Defender e Arterìa che, insieme alla famiglia Seràgnoli e ai designer Emilio Ambasz, Odile Decq, Michele De Lucchi, Doriana e Massimiliano Fuksas, Massimo Iosa Ghini, Daniel Libeskind, Alessandro Mendini, Richard Meier, Mimmo Paladino, hanno realizzato una partnership per finalità benefiche. L’arte, dunque, «utilizzata» per raccogliere fondi da devolvere per l’assistenza dei malati nel loro percorso finale di vita terrena attraverso le cure palliative. L’assistenza, rigorosamente gratuita anche grazie alle donazioni private, è garantita da equipe multidisciplinari formate in seno alla «Accademia delle Scienze di Medicina Palliativa (ASMEPA)» istituita nel 2006 con l’obiettivo di diffondere la cultura delle cure palliative tramite programmi formativi e di ricerca. Questi artisti hanno espresso la loro adesione all’iniziativa donando un’opera e ognuna di esse secondo il tradizionale schema dell’estrazione a sorte verrà successivamente assegnata a chi «Look Beyond», il video dei Masbedo realizzato per «do ut do 2014» avrà sostenuto le attività della Fondazione con un contributo a partire da cinquemila euro (l’estrazione e la conseguente assegnazione delle opere in palio avverrà presso il neonato MAST, Manifattura di Arti, Sperimentazione e Tecnologia di Bologna, voluto da Isabella Seràgnoli). Il progetto nel 2014 prevede due momenti pubblici in primavera e autunno al MAMbo di Bologna e al MaXXI di Roma (dal 16 al 18 maggio 2014) che rappresenteranno un’occasione unica per ammirare le opere inedite. Il Quella ragazza con l’orecchino che viene dall’Aja Circa quaranta le opere riunite in Palazzo Fava nella mostra «Il mito della Golden Age. Da Vermeer a Rembrandt. Capolavori dal Mauritshuis», e tra queste la mitica «Ragazza con l’orecchino di perla» nell’unica tappa europea C resce la febbre per l’arrivo a Bologna della «Ragazza con l’orecchino di perla» che «alloggerà» a Palazzo Fava dall’8 febbraio al 25 maggio quale ospite d’onore di una mostra organizzata dalla società Linea d’Ombra di Marco Goldin, Genus Bononiae presieduto da Fabio Roversi Monaco e dalla Fondazione Carisbo. Naturalmente la «ragazza» non è una persona in carne e ossa, ma il notissimo soggetto dell’olio su tela realizzato dall’olandese Johannes Vermeer intorno al 1665-1666 e già al centro del romanzo omonimo di Tracy Chevalier, pubblicato nel 1999 e di un film diretto nel 2003 da Peter Webber. Un quadro «mito», dunque, al pari della «Gioconda» leonardesca o dell’«Urlo» di Munch, intorno al quale i curatori Emilie E.S. Gordenker, Quentin Buvelot, Ariane van Suchtelen, Lea van der Vinde e Marco Goldin hanno messo insieme la mostra «Il mito della Golden Age. Da Vermeer a Rembrandt. Capolavori dal Mauritshuis» composta da una quarantina di opere anch’esse provenienti dal museo de L’Aja chiuso per restauro e ampliamento della sede fino all’estate prossima. «Da molto tempo il Mauritshuis, spiega la direttrice Gordenker, era consapevole delle proprie inadeguatezze, ma solo di recente ha trovato una soluzione: un edificio vuoto e la possibilità di creare un collegamento sotterraneo con il Museo. Durante l’esecuzione del progetto il Mauritshuis mantiene comunque la sua presenza nella città: le opere più importanti della collezione, fra cui la sublime “Veduta di Delft” di Vermeer e “La lezione di anatomia del dottor Tulp” di Rembrandt, rimarranno esposte al Gemeentemuseum». Altri capolavori invece hanno fatto il giro del mondo e dopo le mostre in Giappone e Stati Uniti arrivano a Bologna, unica tappa europea della «Ragazza con l’orecchino di perla», affiancata all’opera dello stesso pittore «Diana e le sue ninfe», oltre a quattro quadri di Rembrandt e altri di Frans Hals, Ter Borch, Claesz, Van Goyen, Van Honthorst, Hobbema, Van Ruisdael e Steen, ovvero i massimi protagonisti della Golden Age dell’arte olandese. Il Seicento naturalmente. In concomitanza anche la rassegna «Attorno a Vermeer. I volti, la luce, le cose» con opere di una quindicina di artisti italiani di oggi, tra cui Guccione, Sarnari, Olivieri, Verna, Iacchetti, Casiraghi e Lacasella. E Goldin «trascina» nel progetto anche Franco Battiato. Il 19 e 20 gennaio al Teatro Comunale va in scena il responsabile di Linea d’Ombra con un atto unico nel quale racconta, su musiche del cantautore siciliano, chi «è» la «Ragazza con l’orecchino» (i posti sono già esauriti). ! S.L. Per informazioni: Palazzo Fava. Genus Bononiae, via Alessandro Manzoni 2, Bologna, tel. 051 2754111, www. fondazionecarisbo.it e www.genusbononiae.it Carel Fabritius, «Il cardellino», c. 1654; Pieter de Hooch, «Uomo che fuma e donna che beve in un cortile», c. 1658-1660 progetto biennale, il cui nome è stato coniato da Alessandro Bergonzoni, è stato inaugurato nel 2012 da Yoko Ono che ha donato la sua opera «Wish Tree» e finora ha raccolto 240mila euro. Quest’anno, alla seconda edizione, il padrino artistico dell’iniziativa sarà il duo di videoartisti «Masbedo» che presentano il video inedito «Look Beyond» mostrato in anteprima a ottobre durante una serata presso la Collezione Peggy Guggenheim di Venezia. Il video, della durata di 7 minuti, è stato realizzato appositamente e in un’edizione unica per la Fondazione Hospice Seràgnoli nel 2013 da Nicolò Masazza (Milano, 1973) e Jacopo Bedogni (Sarzana, 1970) e unisce visivamente scienza, memoria, arte. Alterna immagini di carattere scientifico, provenienti da un istituto oftalmico di Milano, a immagini poetiche ed evocative di struggente bellezza rievocando visioni liriche della natura e degli sguardi in quanto veicolo di emozioni e di ricordi. Ecco infine le opinioni dei protagonisti. «Art Defender e Arterìa, spiegano gli uffici stampa delle due aziende, hanno riconosciuto nelle attività della Fondazione Hospice Seràgnoli un esempio di eccellenza nell’assistenza all’individuo e hanno, di conseguenza, scelto di condividerne la mission e di impegnarsi concretamente per la realizzazione di obiettivi importanti sostenendo per il secondo anno l’evento benefico». Alessandro Mendini: «Sono stato indirettamente coinvolto nella scelta dei colleghi designer che partecipano al progetto e penso che gli organizzatori abbiano contattato e parlato singolarmente con ogni artista. Tutti gli oggetti che abbiamo realizzato sono pezzi unici, o tirature particolari o straordinarie, o modifiche di oggetti di serie. Si tratta di un panorama originale e curioso». Infine Maurizio Marinelli, art director di Fondazione Hospice Seràgnoli e di Fondazione Isabella Seràgnoli: «La Fondazione Isabella Seràgnoli, come holding di attività no profit, e la Fondazione Hospice Seràgnoli Onlus, il suo braccio operativo nel settore delle cure palliative, tengono molto alla relazione con la nostra comunità di riferimento, ma parliamo di un concetto sociale e culturale, non geografico. Le attività stesse infatti si stanno allargando oltre Bologna e l’Emilia». ! S.L. Mirabili visioni da sotto in su Fotografia d’autore al Museo Civico Medievale fino al 2 marzo con le immagini monumentali del bolognese Antonio Cesari nella mostra «Ex tempore. Soffitti e volte». Sono collocate lungo il percorso delle sale dell’istituzione culturale 40 scatti realizzati dal fotografo in alcune chiese e palazzi cittadini. Il lungo lavoro è stato eseguito dall’agosto all’ottobre scorsi e gli La Basilica di San Domenico scatti sono eseguiti a luce naturale con una macchina digitale dall’ampio grandangolo, senza uso del cavalletto, all’interno di alcune fra le testimonianze architettoniche più rilevanti di Bologna. Il 16 gennaio, con una conferenza di Claudio Marra, docente di Storia della fotografia all’Università di Bologna, parte una lunga serie di incontri. ! S.L. Per informazioni: Museo Civico Medievale, via Manzoni 4, Bologna, tel. 051 2193916, www.comune.bologna.it/iperbole/MuseiCivici/ SPECIAL EXHIBITION ARTE FIERA COLLEZIONISMI IL PIEDISTALLO VUOTO FANTASMI DALL’ EST EUROPA a cura di / curated by Marco Scotini 24 Gennaio - 16 Marzo / 24 January - 16 March 2014 Museo Civico Archeologico Via dell’Archiginnasio 2, Bologna BOLOGNAFIERE SHANGHAI CONTEMPORARY 10 VEDERE A BOLOGNA Lavoriamo per il 2050 Le lune di Marius È lo slogan di Marino Golinelli la cui Fondazione compie 25 anni e annuncia per il 2015 «Open M», il nuovo Centro per la conoscenza e la cultura nell’area ex Sabiem L a nuova creatura battezzata «Open M» dell’imprenditore farmaceutico e filantropo Marino Golinelli (che vi ha immesso nel corso degli anni 40 milioni di euro del suo portafoglio personale) sarà una struttura di 4500 metri quadri, mille dedicati al Life Learning. Golinelli, molto schivo, durante i festeggiamenti del venticinquennale è stato piuttosto parco di dichiarazioni: «Puntiamo a un futuro consapevole, spiega l’industriale che si occupa da anni insieme alla moglie delle future generazioni, in vista del progresso che porterà a una società completamente globalizzata. Le persone di domani hanno dunque bisogno degli strumenti per vivere in questo tipo di società e in particolare è necessario insegnare alle nuove generazioni un’attitudine scientifica alla ricerca di sempre nuove modalità di interpretare e interagire con il mondo che ci circonda». Cosa sarà «Open M» lo spiega il direttore della Fondazione Golinelli Antonio Danieli: «Il luogo accoglierà 24mila studenti l’anno e dunque la struttura diventerà una cittadella della cultura con una nuova sezione, “Start”, dedicata ai più giovani, oltre a un auditorium necessario per la formazione degli insegnanti. Lo inauguriamo nella zona tra centro e periferia. Sarà prima avviato il progetto “Eureka Trust in Future”». Questi concetti li spiega bene anche Andrea Zanotti, vicepresidente della Fondazione Golinelli: «Le fondazioni, in generale, rappresentano un nerbo di forze crescenti e anticicliche e ormai non sono più presenti solo quelle di erogazione, perché è mutato il panorama e dunque cambiano le funzioni. La Fondazione Golinelli, ad esempio, è di tipo anglosassone e oggi per i 25 anni di attività non solo inauguriamo la mostra alla Triennale di Milano ma anche il trust “Eureka” utile in quanto acceleratore d’impresa. Le fondazioni debbono fare lobby tutte insieme per contribuire all’agenda politica sui temi del regime di Iva, delle donazioni, di una corsia preferenziale per aiutare i giovani ad entrare nel mondo del lavoro. In Italia la figura della fondazione privata aveva fino a qualche anno fa un ruolo molto marginale Marino Golinelli in occasione dei venticinque anni della sua Fondazione e oggi il modello giuridico è esploso in figure inedite nel nostro ordinamento in relazione all’importanza dell’apporto privato. La maggiore sensibilità alla sussidiarietà ha acceso l’attenzione sulle potenzialità dei privati e sull’innovazione e la cultura gode di un’attenzione privilegiata nella strategia degli enti che hanno abbandonato i lidi del puro filantropismo. Le fondazioni dunque sono sempre più operative e meno assistenziali». Mentre prosegue il lavoro, inaugurato nel 2000, al «Life Learning Center», un fiore all’occhiello per la formazione legata alle arti e alle scienze dal quale sono nate manifestazioni come «Scienza in Piazza» (8 edizioni, 450mila visitatori), «Start - Laboratorio di Culture Creative» (3 edizioni, 50mila visitatori di cui 40mila alunni), «Arte+Scienza» (4 edizioni, 70mila visitatori), arriva anche una mostra in Triennale a Milano. «Gola. Arte e scienza del gusto» (dal 31 gennaio al 12 marzo) è un appuntamento che propone una riflessione sul rapporto tra piacere e nutrizione, il cibo come legame con la nostra sfera emotiva. Il progetto è a cura di Giovanni Carrada per la parte scientifica e Cristiana Perrella per quella artistica, e consta di un percorso suddiviso in cinque sezioni dedicate a grandi artisti come Marina Abramovic, Sophie Calle, Christian Jankowski, Andrea Zittel, Ernesto Neto, Cheryl Donegan, Anri Sala, Boaz Arad, Jorgen Leth, Gabriella Ciancimino, Sharmila Samant, Martin Parr, Hannah Collins. ! S.L. Per informazioni: Fondazione Marino Golinelli, viale Amendola 12, Bologna, tel. 051 0251001, www.golinellifondazione.org Sala d’Ercole, Manica Lunga, Sala Farnese di Palazzo D’Accursio, sede del Comune in Piazza Maggiore, sono ormai luoghi riconosciuti per le mostre d’arte che indagano artisti e movimenti magari non di primissimo piano ma utilissime per comprendere l’arte emiliana degli ultimi due secoli. Per questo motivo l’Associazione Bologna per le Arti dopo avere proposto in Mario de Maria, «Una sera questi luoghi, lo scorso d’estate a Parigi (Luna-velata)», anno, la rassegna c. 1880-1890 dedicata al bolognese Alfredo Protti, che inanellò oltre 30mila visite, quest’anno organizza «Marius Pictor. Il pittore delle lune», una monografica dedicata al bolognese Mario de Maria (1852-1924). La rassegna prosegue fino al 9 febbraio e la curatrice Elena Di Raddo, ricercatore di storia dell’arte contemporanea presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, organizza per questa decima edizione dell’appuntamento annuale di Bologna per le Arti un’attenta disamina di ogni fase della carriera dell’artista, attraverso una cinquantina di lavori conservati presso l’Istituzione Gam di Bologna, la Galleria d’Arte moderna di Milano e numerose raccolte private. De Maria è un uomo e un artista particolarmente inserito nella sua epoca, grande viaggiatore tra Vienna e Parigi in particolare grazie alle condizioni economiche agiate della famiglia e amico di noti pittori dell’epoca quali Luigi Serra, Vittore Grubicy, Giulio Aristide Sartorio e intellettuali del calibro di Gabriele D’Annunzio, Ugo Ojetti e Angelo Conti. Caratteristiche che fanno di De Maria una figura «mitteluropea» di artista legato soprattutto all’arte del XVII secolo e a mille interessi e in particolare alle tematiche del notturno, come il titolo dell’appuntamento espositivo ben evidenzia. Spiega in catalogo la curatrice: «La mostra cerca di mettere in luce proprio questa molteplicità di interessi, che si traducono in un’arte complessa e articolata, certamente non riducibile alle categorie tradizionali di paesaggio o di veduta dal vero, sebbene il paesaggio costituisca il tema principale della sua indagine artistica». La mostra è suddivisa in sei sezioni di cui l’ultima fotografica. ! S.L. Per informazioni: Associazione Bologna per le Arti, tel. 3393546298 Una Raccolta donata da quattro artisti Continuano le donazioni alla «Raccolta Lercaro. Fondazione Cardinale Giacomo Lercaro», ente museale nato nel 1971, quando quattro artisti bolognesi, Aldo Borgonzoni, Pompilio Mandelli, Enzo Pasqualini, Ilario Rossi, donarono diverse loro opere al Cardinale Giacomo Lercaro (1891-1976) allora Arcivescovo Emerito di Bologna. Fino al 13 luglio è esposta una ventina di opere donate dagli artisti Marcello Mondazzi, William Xerra, Graziano Pompili, Giovanni Chiaramonte, cui si aggiungono lavori donati da collezionisti di Giovanni Boldini, Adolfo Wildt e Georges Rouault. Si tratta di sculture, installazioni, dipinti e disegni che si aggiungono alle opere già presenti nella collezione permanente della Raccolta Lercaro, a cui è anche andato di recente un’elargizione di Ettore Spalletti comprendente i bozzetti per l’«Evangeliario Ambrosiano» e una «Croce di colore» realizzata nel 2011 per la mostra «Alla luce della Croce». Alla Lercaro continua anche, fino al 12 gennaio, la mostra «Aldo Borgonzoni. Immagini e visioni dal Concilio Vaticano II» in occasione del centenario dalla nascita dell’artista (1913-2004). Fino al 13 luglio, infine, alla Lercaro viene esposto un tondo in gesso Un altorilevo raffigurante la «Madonna del latte» ritrovato a Bologna in Palazzo Tartagni Bianchetti, un altorilevo raffigurante la «Madonna del latte» che riproduce il tondo in marmo inserito nella lunetta del sepolcro Tartagni, monumento funebre realizzato in marmo nella basilica di San Domenico dallo scultore fiesolano Francesco di Simone Ferrucci (1437-1493). ! S.L. Per informazioni, Raccolta Lercaro, via Riva di Reno 57, Bologna, tel. 051 6566210, www. raccoltalercaro.it 11 VEDERE A BOLOGNA I nuovi assi di Arte Fiera: l’Est, l’Ottocento e la fotografia Diretta per il secondo anno da Claudio Spadoni e da Giorgio Verzotti, la 38ima fiera internazionale d’arte moderna e contemporanea si svolge dal 24 al 27 gennaio con la presenza di oltre 170 gallerie U n’Arte Fiera più ampia, con aperture al mercato dell’arte dell’Ottocento, dell’Est Europa e della fotografia contemporanea, è quella numero 38 immaginata dai direttori Claudio Spadoni e Giorgio Verzotti al quartiere fieristico di Bologna Fiere dal 24 al 27 gennaio. Spiega il presidente di Bologna Fiere Duccio Campagnoli: «Quest’anno intendiamo mettere in campo tante novità poiché Arte Fiera mantiene la leadership nazionale nel settore delle manifestazioni artistiche e continua ad essere una delle principali fiere Europee». Vediamo quali sono le principali caratteristiche della fiera di fine gennaio. Le gallerie partecipanti. Saranno presenti negli spazi fieristici oltre 170 gallerie internazionali e italiane, con aumento di circa il 27% rispetto al numero presente nel 2013. Del numero totale oltre cento sono state invitate direttamente dai direttori dopo almeno una visita agli spazi e dunque Arte Fiera quest’anno diventa maggiormente curatoriale rispetto all’edizione precedente. L’arte del secondo Ottocento. Spadoni e Verzotti aprono un segmento di mercato nuovo per Arte Fiera, quello della seconda metà dell’Ottocento, in una visione curatoriale che ha puntato l’attenzione sulla capacità di molti artisti del secolo precedente di anticipare le correnti artistiche del secolo scorso. Per questo ci sarà in mostra un’ampia serie di Macchiaioli, De Nittis e Boldini visti come gli antenati dei tanti artisti presenti negli stand di Arte Fiera dal Novecento storico alle ultime tendenze dell’arte. Il mercato dell’Est Europa. Altra novità rilevante della manifestazione: i responsabili della manifestazione hanno pensato a uno «Special Focus Section», uno spazio curato da Marco Scotini, curatore indipendente e direttore della Nuova Accademia di Belle Arti di Milano. Il mercato cinese. Il mercato del collezionismo dell’arte contemporanea cinese avrà una particolare attenzione all’interno di Arte Fiera che collaborerà alla nuova edizione in Cina di «Bologna Fiere Sh Contemporary Art», prevista Da sinistra, Gianfranco Maraniello, Claudio Spadoni, Duccio Campagnoli e Giorgio Verzotti. Un’opera di Iwajla Klinke presentata ad Arte Fiera dalla Galerie Voss di Düsseldorf a Shanghai dall’11 al 14 settembre 2014 con la cura di Guido Mologni che ricorda come «Shanghai viva un forte sviluppo culturale tanto che aprono nuovi musei, case d’asta e una nuova free-trade zone». Ad Arte Fiera è prevista una mostra dedicata alla pratica cinese dell’inchiostro su carta degli ultimi 50 anni. La sezione Fotografia. Per la prima volta ad Arte Fiera sarà presente una ricca sezione dedicata alle gallerie che propongono fotografia, stampe e multipli d’artista: le gallerie sono segnalate dal direttore di «MIA Milan Image Art» Fabio Castelli con cui Bologna Fiere ha siglato un accordo pluriennale. Nuove Proposte e Solo Show. Accanto alle sezioni dedicate all’arte moderna, curata da Spadoni, e contemporanea, curata da Verzotti, alla fiera è stata confermata anche la proposta «Solo Show», ovvero lo spazio dedicato alle gallerie che espongono «piccole» monografiche di grandi interpreti dell’arte del XX secolo. Infine la sezione «Nuove Proposte», riservata alle gallerie che presentano esclusivamente artisti nati dopo il 1979. Agli artisti under 30, cioè nati dopo il 1983, è riservato inoltre il «Premio Euromobil under 30» giunto alla ottava edizione e promosso dal Gruppo Euromobil, main sponsor della manifestazione. Ad Arte Fiera è prevista anche una serie di tavole rotonde sul mercato dell’arte, con particolare attenzione al suo aspetto finanziario e sulla creazione artistica nei paesi dell’Europa Orientale, dell’Asia Centrale, della Cina e dell’Italia. Special Exhibition. Anche i collezionisti vengono coinvolti dalla Fiera con la mostra a cura di Marco Scotini «Il Piedistallo vuoto» che riunisce al Museo Civico Archeologico (dal 24 gennaio al 16 marzo) prestiti di note raccolte private come Sandretto Re Rebaudengo, Maramotti, Trussardi, Enea Righi, La Gaia di Torino, Unicredit, Delle Nogare, Gemma Testa, Agiverona di Giorgio Fasol, Cotroneo, assieme ad altre «brand collections» italiane. Si tratta di una quarantina di opere di artisti che hanno documentato l’arte dell’Europa dell’Est negli anni precedenti e successivi la caduta del Muro di Berlino. Tra questi: Marina Abramovic, Vyatscheslav Akhunov, Victor Alimpiev, Pawel Althamer, Janis Avotins, Said Atabekov, Miroslav Balka, Mircea Cantor, Gintaras Didziapetris, Thea Djordjadze, Yona Friedman, Dmitry Gutov, Ion Grigorescu, Ylia Kabakov, Julius Koller, Jiri Kovanda, Elena Kovylina, Robert Kuśmirowski, Armando Lulaj, David Maljkovic, Ivan Mikhailov, Deimantas Narkevicius, Paulina Olowska, Roman Ondak, Adrian Paci, Tobias Putrih, Mladen Stilinovic, Nedko Solokov, Anri Sala, Katerina Seda, Monika Sosnowska, Miroslav Tichy, Jaan Toomik, Victor Man, David Ter-Oganian, Bojan Sarcevic e Artur Zmjewski. ! S.L. 12 VEDERE A BOLOGNA Attenti a quei due: pensano in grande La notte bianca I due direttori artistici Verzotti e Spadoni confermano il ruolo di Arte Fiera come grande rassegna di migliori gallerie di arte moderna e contemporanea. Sotto sotto, però, coccolano stimoli nuovi P er il secondo anno Giorgio Verzotti, per la parte del contemporaneo e della fotografia e Claudio Spadoni, per il segmento ottocentesco e del Novecento storico, sono i direttori della manifestazione artistica. «Vedere a Bologna» ha rivolto tre domande ai curatori. Quest’anno Arte Fiera apre ai nuovi mercati artistici dell’Est Europa e alla fotografia, nonché al mercato dell’arte del secondo Ottocento italiano. Ci spiegate le motivazioni della scelta? Siamo convinti che Arte Fiera debba articolare la sua offerta al pubblico in modo da confermare la sua identità di grande rassegna di gallerie di arte moderna e contemporanea, ma allo stesso tempo debba anche proporre stimoli nuovi, nuove possibilità di lettura dell’opera d’arte. Il Focus dedicato all’Est Europa viene incontro a un desiderio di indagare lo stato del sistema dell’arte in zone geopolitiche non ancora del tutto conosciute dal pubblico occidentale, nonché di confermare l’aspirazione internazionale di Arte Fiera. L’apertura alla fotografia risponde invece alla necessità di riconoscere definitivamente a questo mezzo espressivo lo statuto di «artisticità» e inoltre alla domanda sempre più diffusa, attestata dal proliferare di fiere d’arte «affordeable», di beni artistici a prezzi relativamente moderati. Per quanto riguarda l’arte del secondo Ottocento, riteniamo che uno sguardo più attento agli anticipi di quella che definiamo arte moderna amplierà l’interesse del pubblico perché esiste una continuità ideale con il passato che ci aiuta a comprendere meglio il presente. E poi non siamo più al famoso «Buonanotte signor Fattori» di longhiana memoria. Come è nata la collaborazione con «MIA Milan Image Art Fair», diretta da Fabio Castelli, e con il curatore Marco Scotini per la mostra «Il Piedistallo vuoto» al Dodici delle quindici gallerie che compongono l’Associazione Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea, Ascom Bologna partecipano, con mostre organizzate presso i propri spazi, al programma ufficiale di «Art City Bologna 2014» di venerdì 24, sabato 25 e domenica 26 gennaio, nonché alla «Art City White Night» del 25 gennaio, durante la quale gli spazi saranno aperti fino a mezzanotte. Questo l’elenco delle gallerie di cui in altra parte del «Vedere a Bologna» analizziamo gli appuntamenti: Art Forum, De’ Foscherari, P420 Arte Contemporanea, Di Paolo Arte, Galleria Forni, l’Ariete artecontemporanea, Galleria d’Arte Maggiore, OltreDimore, Otto Gallery, Studio G7, Spazio Testoni La 2000+45 e Galleria Stefano Forni. L’associazione Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea, presieduta da Patrizia Raimondi titolare dell’Ariete, è una delegazione di spazi espositivi d’arte aderente ad Ascom Confcommercio Bologna. Riunite già da diversi anni, le gallerie si sono date uno statuto con precise regole sull’adesione di nuovi soci, sulla professionalità degli associati e sull’attività comune. L’Associazione promuove eventi in città come ad esempio le aperture straordinarie in autunno e primavera, il cartellone «Arte a Bologna, Città d’Arte» durante il quale le gallerie sono aperte per l’intero weekend. In collaborazione con la Direzione Regionale dei Beni Culturali dell’Emilia Romagna questi spazi partecipano anche alla «Settimana Nazionale della Cultura» e alle «Giornate Europee del Patrimonio» in aprile e settembre di ogni anno. L’associazione pubblica un calendario trimestrale, «Art Report». ! S.L. Museo Civico Archeologico? Immaginate ogni anno collaboratori «guest» differenti? La scelta di chiamare curatori esterni si è resa necessaria perché noi due direttori della manifestazione abbiamo ormai una nostra specializzazione, non siamo esperti del linguaggio fotografico né conosciamo esattamente quel che sta accadendo oggi nei paesi dell’Europa ex comunista. Marco Scotini invece è un apprezzato conoscitore, quindi abbiamo affidato a lui sia il Focus sia la cura della mostra che si terrà al Museo Archeologico. Con Fabio Castelli inoltre abbiamo poi tentato qualcosa che ci sembra inedito, la collaborazione fra una fiera specialistica come la sua «MIA» e una come Arte Fiera, da sempre aperta ai molteplici linguaggi delle arti visive. Crediamo in ogni caso che la scelta di affidarci a curatori esterni per questi settori particolari, nel limite del possibile, continuerà. Ci racconta qualche anticipazione degli artisti scelti per la parte «Solo Show» che vedremo ad Arte Fiera a fine gennaio? Abbiamo deciso di non fare anticipazioni. Possiamo però dirle che in generale Arte Fiera 2014 vedrà confermata la rivalutazione anche a livello di mercato di quelle tendenze astratto-razionaliste sorte negli anni Sessanta del Novecento, dopo la lezione di Fontana. Parliamo dunque della generazione dei Arte Moderna e Contemporanea Castellani e delle DadamaiAcqui terme Repetto; Altavilla Atlantica; no, fino alle tendenze cinetiAsti Eidos Immagini Contemporanee; Boloco-visive ben rappresentate gna L’Ariete; Art Forum; Enrico Astuni; Cinnel nostro Paese. quantasei; De’ Foscherari; Di Paolo Arte; ! S.L. Forni; Otto Gallery; P420; Spazio Testoni; Bolzano Antonella Cattani; Goethe; Brescia Colossi; Galleria dell’Incisione; Paci Contemporary; Canneto sull’Oglio Bonelli; Chiari L’Incontro; Düsseldorf Voss; Firenze Alessandro Bagnai; Eduardo Secci; Santo Ficara; Galleria Frediano Farsetti; Poggiali e Forconi; Tornabuoni Arte; Genova Artevalori; Guidi & Schoen; Gussago Arengario; Livorno Guastalla Centro Arte; Lucca Claudio Poleschi; Poleschi Arte; Lugano Allegra Ravizza; Cortesi Contemporary; Mainz Dorothea Van Der Koelen; Mantova Maurizio Corraini; Miami Diana Lowenstein; Milano A Arte Invernizzi; Artopia; Antonio Battaglia; Galleria Bianconi; Blu; Bycr; Ca’ di Fra’; Cardi; Antonio colombo; Paolo Curti/Annamaria Gambuzzi & Co.; Dep Art; Gariboldi; Studio Guastalla; Jerome Zodo contemporary; Matteo Lampertico; Laura Bulian Gallery; Lorenzelli Arte; Marcorossi Artecontemporanea; Primo Marella; Mediartrade (Il Mappamondo); Osart Gallery; Giuseppe Pero; Progetto Arte Elm; Mimmo Scognamiglio; Tega; Tonelli; Studio Giangaleazzo Visconti; Montecarlo Sapone - M.C.I.A.; Monza Montrasio Arte; Napoli Studio Trisorio; Padova Maab Gallery; Pescara Vistamare; Pietrasanta Flora Bigai; Prato Open Art; Reggio Emilia Bonioni Arte; De’ Bonis; 2000 & Novecento; Roma Alessandra Bonomo; Valentina Bonomo; Studio Campaiola; Deniarte; Editalia; Marie-Laure Fleisch; Giacomo Guidi; Galleria del Laocoonte; Montoro 12 Contemporary Art; Russo; Z2O Galleria | Sara Zanin; Sacile Studio d’Arte G.R.; Salerno Paola Verrengia; San Gimignano Continua; Saronno Il Chiostro; Sarzana Cardelli & Fontana; Seul Anni Gallery; Seregno Artesilva; Spello Artitalia - Luigi Proietti; Stoccarda Hollenbach; Tokyo Base Gallery; Torino Biasutti & Biasutti; In Arco; Giorgio Maffei: Mazzoleni Galleria d’Arte; Alberto Peola; Trento Studio d’Arte Raffaelli; Treviso L’Ele- Da dove vengono fante; Trieste Torbandena; Valenza Lara & Rino Costa; Venezia Contini Ottocento Bologna Bottegantica; Firenze Parronchi Dipinti ’800-’900; Livorno Studio d’Arte dell’800/900; Lugano Butterfly Institute Fine Art; Milano Enrico Gallerie d’Arte; Paul Nicholls Studio; Torino Umberto Benappi; Udine Copetti Antiquari; Viareggio Società di Belle Arti; Verona Boxart; Galleria dello Scudo; Vienna Kro Art Contemporary Focus Est Bratislava Zahorian; Budapest Erika Deak Gallery; Ekaterinburg Ural Vision; Milano Nina Due; Mosca Ragui Galeri; Open Gallery; Pop/Off/Art; Roza Azora; Riga Alma Gallery; Tallinn Temnikova & Kasela Fotografia Alessandria Sabrina Raffaghello Arte Contemporanea; Bologna Artistocratic; Catania Dietro le quinte; Genova VisionQuest; Latina Romberg; Lugano Photographica Fine Art; Milano Valeria Bella; Glauco Cavaciuti Arte; Dada East; Fabbrica Eos; Forma Galleria; Mc2 Gallery; Officine dell’Immagine; Pack; Rb Contemporary; Six Sebastiano dell’Arte; Parigi Little Birds; Piacenza Alquindici; Pietrasanta Ph Neutro; Roma Spazio Nuovo Solo Show Bergamo Traffic Gallery; Bologna galleria + oltredimore; Stefano Forni; Studio G7; Caserta Nicola Pedana; Kwur Tong-Kowloon Osage Gallery La Spezia Menhir Milano Antonia Jannone; Artra; Nuova Galleria Morone Modica Laveronica Torino Giampiero Biasutti Nuove proposte Brescia A+B Berlino Rolando Anselmi; Paolo Erbetta Palermo Bianca Trento Boccanera Bergamo Thomas Brambilla Monteriggioni Zak Project Space Elenchi e programmi aggiornati al 5 12 2013, ancora suscettibili di qualche modificazione 13 VEDERE A BOLOGNA «Art City» invade la città Fiera di essere indipendente In collaborazione con il Comune di Bologna, Assessorato alla Cultura, sarà riproposto «Art City», il corposo calendario collaterale di iniziative curato dal direttore del MAMbo Gianfranco Maraniello. La notte di sabato 25 gennaio sarà poi tradizionalmente dedicata alle proposte degli operatori commerciali e culturali bolognesi, con la «Art White Night» che ogni anno richiama decine di migliaia di persone a Bologna per la notte bianca dell’arte prevista nei principali luoghi monumentali del centro storico. Per gli spostamenti nei tre giorni di Arte Fiera è prevista la navetta gratuita «Art City Bus» oltre a l’«Art City Map» per guidare i visitatori nel ricco calendario di mostre, eventi, performance e specifiche attività per bambini. Questo è il programma della manifestazione collaterale di Arte Fiera nel momento in cui andiamo in stampa. Oltre alle rassegne del MAMbo c’è tanto altro in città, ecco una breve selezione di quanto non trattato in altra parte del «Vedere a Bologna». Museo Internazionale e Biblioteca della Musica (Strada Maggiore 34). Una nuova opera di Grazia Toderi (date e titolo sono in corso di definizione mentre stampiamo questa pubblicazione) dedicata al rapporto tra luce, cosmo, suono e strumento e scrittura musicale. Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna - Casa Saraceni (via Farini 15). Dal 15 gennaio al 30 giugno 2014 (date in corso di definizione) la rassegna «Antico e moderno» a cura di Angelo Mazza illustra le acquisizioni e le donazioni all’istituzione dal 2001 al 2013. Si tratta di opere di varia tipologia, dai dipinti alle sculture, alle Quella che lo scorso anno è stata definita una «anti Arte Fiera» ritorna con la seconda edizione e una serie di novità. «SetUp 2014», fiera d’arte contemporanea indipendente che si svolge dal 23 al 26 gennaio diretta da Simona Gavioli e Alice Zannoni, allarga e razionalizza i suoi spazi pur senza cambiare sede. Dopo il successo della prima edizione, visitata da oltre ottomila persone, la manifestazione riconferma la formula che vede la singola galleria presentare nella sede degli ex uffici dell’Autostazione un progetto curatoriale seguito da un critico under 35. Anche l’artista scelto deve avere meno di 35 anni; in questo modo la rassegna permette ad appassionati e cultori di visionare un ampio patrimonio che non sempre si riesce a vedere nelle fiere d’arte «ufficiali» che spesso puntano su nomi già riconosciuti. Il comitato scientifico di «SetUp» è composto quest’anno da Lorenzo Bruni, critico e curatore indipendente e direttore artistico della Fondazione olandese Binnenkant21, Daria Filardo, docente universitaria e curatrice indipendente, ed Helga Marsala, giornalista e membro dello staff di direzione del sito specializzato «Artribune». A fianco dell’esposizione è presente un programma culturale curato da Martina Cavallarin con Matteo Rudolf Di Gregorio e Alice Zannoni. Nella sede espositiva è anche presente «Il Ricreatorio», una spazio di interazione sociale arricchito da un’istallazione inedita di Nino Migliori, Andrea Bianconi e le carte da gioco degli Ori Editori. Un’immagine di Art City Children miniature, ai disegni e alle incisioni. Non mancano strumenti musicali, libri, disegni e ricami di Aemilia Ars. Museo per la Memoria di Ustica (via di Saliceto 3/22). Si possono visionare i resti del DC9 Itavia precipitato in mare nel 1980 durante il volo Bologna-Palermo e l’installazione permanente realizzata da Christian Boltanski in ricordo delle 81 vittime. Museo Civico Medievale (via Manzoni 6). Ospita il Musée de l’OHM, museo mobile fondato nel 2009 da Chiara Pergola all’interno di un comò del XIX secolo. Cappella Santa Maria dei Carcerati (Palazzo Re Enzo, Piazza Nettuno). David Tremlett ha qui realizzato il lavoro «A new light». Art City Children. È la speciale sezione dedicata a iniziative per famiglie, bambini e ragazzi fino ai 12 anni, con il MAMbo che offre uno spazio con laboratori, letture, giochi e visite animate, attività divertenti e creative per muovere i primi passi verso l’arte contemporanea e i suoi luoghi. ! S.L. Per informazioni: www.artefiera.bolognafiere.it e www.comune.bologna.it/cultura Foto Marvellini, «Bat che legge» La fiera è anche particolarmente «social» attraverso il progetto contest «P(in)g P(on)g»: sul social network «Instagram» verrà pubblicata una serie di immagini selezionata da una giuria composta dal grande fotografo Nino Migliori, Roberto Rossi, vicepresidente nazionale Fiaf e promotore del «Centro Italiano della Fotografia d’Autore» con Simone Bramante, Edoardo Lavagno e Davide Urani, tre dei più rinomati «global influencer» della community Instagram. Il regolamento del concorso a premio è sul sito su www.setupcontemporaryart.com/ instagram-contest. ! S.L. Per informazioni, Autostazione di Bologna, piazzale XX Settembre 6, Bologna, tel. 3929492881, www.setupcontemporaryart.com FOTOGRAFIA A BOLOGNA 14 Non solo MIA: la bella alleanza con Arte Fiera Per Fabio Castelli, ideatore e direttore di MIA, la collaborazione tra le due fiere conferma il ruolo sempre più importante della fotografia nell’arte contemporanea FOTO DI GIOVANNI GASTEL F abio Castelli, già imprenditore, collezionista ed ex socio della Galleria d’Arte Daverio di Milano, nel 2011 è ideatore e direttore artistico di «MIA. Milan Image Art Fair» (22-25 maggio) che da quest’anno avrà anche un’«appendice» a Singapore (23-26 ottobre). «MIA» da questa edizione di Arte Fiera ha stretto una collaborazione con la manifestazione che ha portato alla creazione di un apposito spazio per le gallerie di fotografia. Arte Fiera apre in modo deciso e specifico alla fotografia, come si potrà evolvere questo rapporto? Si tratta di un segnale forte che indica un ulteriore passo avanti verso l’accettazione, a tutti gli effetti, del linguaggio della fotografia da parte del mondo dell’arte moderna e contemporanea. Che Arte Fiera abbia chiesto a MIA Fair la curatela di questa sezione indica la capacità da parte di ambedue le strutture fieristiche di superare gli individualismi, tipico aspetto negativo della nostra mentalità, e in secondo luogo evidenzia l’apprezzamento che MIA Fair si è saputa conquistare, avendo organizzato con successo le tre edizioni milanesi. Il coinvolgimento di MIA è stato esplicitato in ottobre per cui le nostre possibilità operative sono state limitate dall’esiguità del tempo a disposizione, influendo su alcuni aspetti importanti: ci auguriamo che non influiscano sulla riuscita dell’operazione. Mi riferisco per esempio al veloce adeguamento a una struttura preesistente, con i propri regolamenti e abitudini. È noto che in una manifestazione del genere il posizionamento e i criteri con cui i vari stand sono inseriti rivestono una certa importanza, per cui questo aspetto della collocazione logistica viene curato personalmente dal sottoscritto. La collocazione degli stand deriva dall’impostazione generale da parte di direttori artistici che, nell’esporre le opere, hanno seguito un criterio cronologico. D’altra parte la grande esperienza e professionalità di una struttura come Arte Fiera mi consente di essere tranquillo sulla riuscita dell’operazione e sui relativi futuri sviluppi. Ha invitato lei le gallerie? Le abbiamo invitate sia noi sia Arte Fiera. Quali sono i criteri di scelta delle gallerie di foto ad Arte Fiera? La difficoltà di comprensione della fotografia come protagonista dell’arte contemporanea è Fabio Castelli MIA anche a Singapore «MIA», la prima fiera d’arte internazionale in Italia dedicata alla fotografia, al libro e al video, quest’anno propone due appuntamenti: a quello consueto a Milano se ne aggiunge infatti uno a Singapore in occasione della prima edizione in Oriente con il fine di supportare un collezionismo consolidato ed emergente. «MIA Fair MILANO» si svolge dal 23 al 25 maggio, con il format originale caratterizzato da «uno stand per ogni artista, ad ogni artista il suo catalogo», con la presenza di 170 espositori tra gallerie, artisti indipendenti, editori internazionali. «MIA Fair SINGAPORE» si svolge dal 24 al 26 ottobre in concomitanza con la quarta edizione del «Singapore International Photography Festival» e presenta cento espositori provenienti da tutto il mondo, la metà dall’Asia e la metà dai restanti continenti. ! S.L. G. Gambarini C. Cavedoni rappresentata dalle numerose e diverse possibilità di declinazione dell’opera fotografica stessa. Questa poliedricità ne rappresenta anche il fascino. Ne scaturisce che il denominatore comune delle scelte sia per MIA Fair che per Arte Fiera è il reperimento di gallerie che diano la possibilità di presentare il maggior numero di tipologie diverse, fermo restando che le opere esposte sottostiano tutte alle caratteristiche fondamentali per poter essere accettate dal mercato. Mi riferisco al rispetto delle regole sull’edizione, sulla definizione di vintage e di prova d’artista, di print later o di tiratura aperta e sulle modalità di stampa che ha importanti ricadute anche sulla conservazione delle opere stesse. Com’è al momento il mercato della fotografia in Italia? E nel mondo? Il mercato della fotografia nel mondo è in continua ascesa. È proprio la fotografia che induce moltissime persone a iniziare il percorso nel mondo dell’arte sviluppando poi il proprio interesse anche verso altri mezzi espressivi. Ormai non c’è collezionista d’arte contemporanea che non sia interessato alle opere di fotografia, e il fatto che questo mezzo di ricerca artistica negli ultimi anni sia approdato al procedimento digitale contribuisce a rafforzarne la contemporaneità di espressione, facendolo percepire come un «must» da possedere. In Italia stiamo ancora scontando ritardi storici, ma si può ragionevolmente affermare che con l’inizio del nuovo secolo il mercato della fotografia d’arte, nel nostro Paese, si è incrementato sempre più. Bologna non ha un ente di rilievo per la fotografia e il video, come ad esempio hanno Modena (Fondazione Fotografia) e Reggio Emilia (Festival Foto europea). È una domanda che andrebbe rivolta ai responsabili, pubblici e privati, della gestione della cultura e dell’arte di Bologna che in questo campo resta comunque una città molto attenta e propositiva. Probabilmente la presenza della fotografia in questo ambito è destinata a crescere, anche perché Bologna è capoluogo di una macroregione che alla fotografia ha dato tanto dal dopoguerra a oggi. Può segnalare «giovani» artisti italiani su cui scommettere? È una domanda difficile e la risposta è problematica perché, con il mio lavoro nel campo fotografico, così variegato e declinato su vari fronti, mi capita costantemente di incontrare e conoscere nuovi autori. In questi ultimi decenni tanti di loro, conosciuti agli esordi, si sono affermati, a volte, devo dire con una punta di orgoglio, anche grazie alla partecipazione a mie iniziative. Non trovo opportuno fare dei nomi di giovani, ma anche meno giovani, fotografi il cui lavoro giudico destinato a un’affermazione consistente e duratura. ! S.L. Già quattro anni della galleria P420 Fabrizio Padovani e Alessandro Pasotti raccolgono i frutti di una linea espositiva innovativa, condotta con grande passione Q uando, quattro anni fa, nel gennaio 2010, Fabrizio Padovani e Alessandro Pasotti, due giovani ingegneri con la passione per le avanguardie degli anni Sessanta e Settanta, aprirono la Galleria P420, a poche centinaia di metri dal MAMbo, forse non si aspettavano che l’ardua strada su cui si erano incamminati potesse produrre gli apprezzamenti e i riconoscimenti diffusi di cui hanno goduto in un tempo relativamente breve. Erano animati da passione e competenza, e dalla convinzione di puntare a valorizzare artisti italiani, e stranieri, che, nonostante la qualità del loro lavoro, abbiano bisogno di essere collocati in un contesto storicamente definito. Sono così nate mostre significative, sempre caratterizzate da rigore degli allestimenti e da cataloghi di spessore culturale, che hanno generato attenzione e interesse su protagonisti dell’arte su cui era sceso una sorta di oscuramento. Prendiamo il caso di Irma Blank (Celle, 1934), l’artista di origine tedesca di cui la P420 ha presentato, un anno fa, una mostra a cura di Luca Cerizza, con alcuni dei lavori più significativi dal 1968 ad oggi. Lo scorso ottobre, alla Frieze Masters di Londra, Irma Blank è stata inserita in «Spotlight», un’esposizione di venti artisti concettuali operanti negli anni Settanta, curata da Adriano Pedrosa, e la P420 ha presentato uno stand monografico dedicato all’artista. Da gennaio a febbraio 2014, la Blank partecipa alla mostra di gruppo «Matter & Memory», che si tiene alla Alison Jacques Gallery di Londra, mentre un suo lavoro è entrato nella collezione permanente del Centre Pompidou. Altrettanto degne di interesse, e innovative, sono le altre esposizioni presentate nel corso del 2013: a maggio-luglio, «Lumpenfotografie» (termine coniato da Franco Vaccari, rifacendosi alla definizione di Marx del Lumpenproletariat), mostra di gruppo curata da Simone Menegoi, dedicata alle fotografie che nascono in un ambiente quotidiano, senza alcuna pretesa e «vanagloria», e Fondantico di Tiziana Sassoli Galleria d’arte e antiquariato Via de’ Pepoli 6/E Bologna Orari 10.00/13.00 - 16.00/19.00 Tel. e fax 051 265980 www. seleart.com/fondantico [email protected] che l’artista demiurgo eleva ad opera d’arte; a settembreottobre, «Dorothy Miller: Americans, 2063. The new American Painting», dipinti della Collection of the Museum of American Art di Berlino che, in una mostra dedicata all’ex curatrice del MoMa, ripropongono i manifesti delle esposizioni che affermarono l’arte americana nel mondo; a novembre, «Antonio Goran Trbuljak, «I do not wish to Calderara / Helene show anything new and original», Appel. Luce, giorno», 1971 a cura di Davide Ferri, mostra in cui dialogano la luminosa essenzialità dell’artista approdato all’astrazione geometrica e le minuscole, precise raffigurazioni della Appel. La mostra sarà in galleria fino a metà gennaio, e verrà poi presentata ad Arte Fiera. Il 25 gennaio, in occasione della manifestazione bolognese, la P420 inaugura la mostra di Goran Trbuljak (Croazia, 1948), presente anche nella collettiva, «Il piedistallo vuoto», che è al Museo Civico Archeologico di Bologna, a cura di Marco Scotini, con opere delle avanguardie dell’Europa dell’Est provenienti da collezioni italiane. E, infine, ci sono le importanti fiere dell’arte cui P420 parteciperà nel 2014: Padovani e Pasotti hanno tanti progetti da realizzare, e gli appassionati d’arte tante scoperte da fare alla P420. ! Sandro Parmiggiani Per informazioni: P420, Piazza dei Martiri 5/2, Bologna, tel. 051 4847957, 393205635213, www.p420.it 15 FOTOGRAFIA A BOLOGNA Artistocratici nella casa della fotografia d’autore Tommaso Stefani, fondatore di Artistocratic, in occasione di Arte Fiera propone un viaggio nella fotografia d’autore con tre artisti eccezionali come Galimberti, Giacomelli e Barbieri I n occasione di Arte Fiera, la Galleria Artistocratic raddoppia: nel proprio stand nel Padiglione della Fotografia presenta immagini di Maurizio Galimberti, Mario Giacomelli e Gian Paolo Barbieri; nello spazio di Frassinagodiciotto (via Frassinago n. 18/2) dà appuntamento agli appassionati di fotografia, dal 23 gennaio al 2 febbraio, con la mostra «Italyscapes» di Maurizio Galimberti. Si tratta dell’esposizione che ha debuttato a Venezia a Palazzo Franchetti nel febbraio 2013: 150 immagini che sono una sorta di compendio dei paesaggi d’Italia amati e fotografati da Galimberti nel corso di vent’anni (la mostra era accompagnata da un catalogo, che ora viene riproposto, edito da Marsilio, con oltre 300 immagini e testi della curatrice, Benedetta Donato, di Denis Curti, Nicola Piovani, Michele De Lucchi e Giuseppe Mastromatteo). Seduti attorno a un tavolo, svolgiamo, su questo doppio evento, un’intervista a due voci a Tommaso Stefani, fondatore di Artistocratic, e a Maurizio Galimberti. S.P. Stefani, quando, in una mostra, si propongono più artisti contemporaneamente, c’è un filo conduttore che li lega (sia esso di affinità stilistiche o di motivi indagati o di periodo storico) o, talvolta, un mettere assieme isole che, pur vivendo di assoluta autonomia, possono, collegate tra di loro, dare vita a un arcipelago. Nel caso di Galimberti, Giacomelli e Barbieri, qual è l’idea che ha fatto scattare il progetto per Arte Fiera? T.S. Il progetto di Artistocratic per Arte Fiera 2014 è un viaggio nella fotografia d’autore attraverso lo sguardo di tre artisti, diversi tra loro per linguaggio, tecniche, background e periodo storico, ma anche ugualmente attratti dall’andare oltre la realtà rielaborandola a loro modo per riconsegnarcela con un significato nuovo e Maurizio Galimberti, «Carro siciliano», 2012 originale. A differenza dello scatto unico e irripetibile di Cartier-Bresson e Scianna, l’immagine è il risultato di un lavoro di esplorazione della realtà, meditata, costruita, trasfigurata. Non solo prima dello scatto (la maniacale costruzione dei set di Barbieri, le performance di Giacomelli e di Galimberti), ma anche in sede di stampa (l’esasperazione dei contrasti nella camera oscura di Giacomelli) e post-produzione (le incisioni di Galimberti sulle Polaroid mentre affiora l’immagine). Nella selezione delle opere in fiera (pezzi unici di Maurizio Galimberti, vintage di Giacomelli e Barbieri), ci sono poi rimandi e collegamenti tematici, dalla serie di Giacomelli «Motivo suggerito dal taglio dell’albero» allo studio sull’olivo di Galimberti «Ulivo yellow shadowself...», dai ritratti di Galimberti fatti di mosaici di Polaroid ai ritratti artificiosamente perfetti di Barbieri. S.P. Stefani, lei parla con entusiasmo della mostra personale di Galimberti che presenta nel suo spazio di Frassinagodiciotto; che cosa la affascina in questi «Italyscapes»? «Landscape» è «paesaggio», ma «scape» è «fuga» («escape» è «fuggire, fuoriuscire»), quindi, suggestionati dall’opera di Galimberti, potremmo parlare di «fuga dalla terra». T.S. «Italyscapes» è un Grand Tour d’Italia fotografato dai primi anni ’90 a oggi, dall’intimità degli scatti singoli, Maurizio Galimberti, «Alzate Brianza», 1994 delle composizioni a mosaico e dei ready-made, fino alle manipolazioni delle singole Polaroid. Il nome della mostra è una torsione della parola «Landscapes» ed è anche il titolo dell’edizione inglese del suo ultimo libro, «Paesaggio Italia» (2013, Marsilio). Devo riconoscere che mi piace il concetto di fuga che suggerisce e che è assolutamente presente nelle opere di Maurizio. L’occhio, più che fuggire, sfugge muovendosi tra le Polaroid, cercandone il percorso per poi fermarsi sul mosaico nel suo complesso e trovare qualcos’altro. Una delle cose che mi affascina maggiormente del lavoro di Maurizio è proprio il saper trovare sempre una lettura non convenzionale dello spazio (e dei ritratti delle persone), addestrandoci a guardare la realtà con prospettive diverse. S.P. Galimberti, davanti alle sue composizioni di Polaroid accostate, l’occhio è costretto PALADINO dapprima a una ginnastica a 360 gradi e poi a ricercare echi e rimandi, assonanze e opposizioni dentro il corpo dell’immagine complessiva, in cui ritrovo echi cubisti. La composizione finale nasce abbastanza in fretta o per tentativi e prove successive? M.G. Le mie opere nascono dirette, in fretta; non esistono tentativi prima della realizzazione finale. La composizione è già presente nella mia testa e so già quale sarà il corpo dell’immagine. La realizzazione finale è il risultato di ogni scatto, senza alcuna prova precedente. S.P. Nel catalogo, c’è un bel testo di Nicola Piovani in cui mi piace molto il riferimento al montaggio, «musicale» nel caso specifico. Il montaggio è anche un elemento fondamentale del cinema, la fase finale in cui, selezionando e mettendo in fila le immagini, si costruisce il ritmo del film. In «Film: ritorno alla realtà fisica», Siegfried Kracauer sostiene che la fotografia e il cinema sono uno straordinario mezzo cognitivo, capace di costruire la realtà, strutturando in una trama frammenti dispersi. Galimberti, che importanza hanno per lei il ritmo e la trama, e il linguaggio del cinema? M.G. Mi piace il cinema e adoro le atmosfere che una buona fotografia può creare in un film. Il direttore della fotografia scrive, infatti, con la luce giusta la trama voluta dal regista. Nella mia fotografia non mi ispiro al cinema, ma trovo più una corrispondenza, una intesa con la musica e il ritmo. Mi interessa cogliere l’attimo emozionante che rende magica e fluida la mia opera, anche se rimango fedele alla sua composizione e all’ordine. Da sinistra verso destra, dall’alto verso il basso compongo le architetture, i volti, i paesaggi. Ordine e creatività emotiva donano ritmo alla composizione. Sono come un musicista che dà armonia, equilibrio ed emozione. Il soggetto rimane fermo, sono io che gli conferisco il movimento. S.P. Infatti, nei lavori più complessi di «Italyscapes», quelli costituiti da 120 Polaroid accostate, c’è una sorta di onda ritmica che pare propagarsi nello spazio. C’è un progetto che determina e guida la realizzazione delle inquadrature che serviranno per arrivare a quella peculiare composizione? M.G. Non esiste una progettualità pensata, scritta su uno storyboard, ragionata prima. esiste la mia creatività guidata dal pensiero e dall’emozione che si trasforma in immagine. L’opera è il risultato del mio scatto, dell’«odore» che percepisco nel momento. La foto che realizzo è così un percorso che si sviluppa dalle mie percezioni, dal mio modo di osservare. La mia è fotografia di ricerca, dove sono guidato dall’istinto, da uno stato d’animo, da un pensiero, da una sensazione provata in quel momento. ! S.P. Per informazioni: Artistocratic, via San Vitale 27, Bologna, tel. 051 222837, www.artistocratic.com – LENONCILLO – MATTA – CHIA Terra Italiana dal 18 gennaio Via D’Azeglio 15 40123, Bologna www.maggioregam.com FOTOGRAFIA A BOLOGNA 16 Tempo sospeso in Iran e in Australia Bruno Cattani ha memorie da salvare «VisionQuest gallery Contemporary Photography» di Genova, diretta da Clelia Belgrado, porta allo «Spazio Fotografia» di Arte Fiera le opere di quattro noti artisti: Kiarostami, Kozka, Cattani e Ghiglione. Di ognuno la galleria espone edizioni limitate o pezzi unici, com’è il caso di Mauro Ghiglione presente con l’opera «Il Sale della Vita», una stampa su lastre di sale rosa dell’Himalaya e supporti di ferro. L’artista presenta in mostra immagini stampate, incredibilmente, sul sale che riproducono quattro frame tratti dal «Film Bianco» del 1994 di Krzysztof Kieslowski: tra qualche tempo il sale corroderà i frammenti visivi fino alla completa perdita e l’operazione concettuale sarà conclusa con un «riavvolgimento del nastro». Abbas Kiarostami propone «The Wall», una serie di fotografie scattate sulle pareti di abitazioni iraniane. Il cineasta iraniano si avvicina alla fotografia alla fine degli anni Settanta, quando in Iran a causa della rivoluzione degli Ayatollah vengono proibite tutte le attività cinematografiche. Bruno Cattani (Reggio Emilia, 1964) vive un momento di particolare fervore, sia creativo che espositivo. Gli abbiamo rivolto alcune domande. Nel 2011 è stato invitato alla Biennale Internazionale d’Arte di Venezia, nella sezione curata da Italo Zannier. Questa partecipazione ha rappresentato una svolta nell’apprezzamento del suo lavoro? Sicuramente sì, perché essere nella sezione di Zannier, da tutti lodata per il rigore delle scelte, ha aumentato molto la visibilità del mio lavoro, producendo nuovi contatti, relazioni con gallerie e partecipazioni a fiere nazionali («MIA» di Milano) e internazionali («OFF Art Fair Brussels» e «Fotofever» di Parigi). Mi piace ricordare che quattro delle sei fotografie esposte alla Biennale sono entrate in importanti collezioni; ultima, in ordine di tempo, quella di Bernard Arnault, titolare del gruppo LVMH. Ad Arte Fiera di Bologna è presente nello stand di VisionQuest di Clelia Belgrado. Con quali opere? Con fotografie di due dei miei ultimi cicli: «Memoria», cui sono state dedicate una mostra e un catalogo (Allemandi) nel 2010, e quello recente, «Sognare Giocando», con le immagini a colori dei giocattoli dell’infanzia. Queste ultime fotografie sono ora esposte alla VisionQuest di Genova e saranno poi presentate nella nuova galleria che Sabrina Raffaghello ha aperto ad Amsterdam. Bronek Kozka, «The Sunshine House» Il regista fissa «attimi di silenzio» e le sue foto sono un meditato racconto dei suoi viaggi e delle sue visioni. Bronek Kozka, noto fotografo australiano, attraverso i suoi scatti attenti e tecnicamente perfetti ricostruisce narrazioni di ricordi personali. Infine, il reggiano Bruno Cattani presenta con «The Memory Box» una serie di immagini che fissano e al tempo stesso riflettono sul concetto di memoria. ! S.L. Per informazioni, VisionQuest, Piazza Invrea 4r, Genova, tel. 010 2468771, 3397534993 www.visionquest.it Fontana, Fossati e Zanotto da Sabrina Può parlarci di qualche nuovo progetto cui si sta dedicando e di future occasioni espositive? Sarò di nuovo al «MIA» di Milano e poi a Singapore; si sono nel frattempo aperte collaborazioni con gallerie importanti di cui preferisco non parlare ancora. Sto lavorando intensamente a un nuovo ciclo sul paesaggio, sia urbano che rurale, colto dal treno, su cui viaggio spesso; mi interessa ciò che sta ai lati di questa sorta di spina dorsale che attraversa il Paese, la linea ferroviaria che va da Milano a Napoli. ! S.P. «Time Out» anticipa la torinese Photissima Vittore Fossati, «Belle Arti», 1993-98 al Museo di Fotografia di Modena, il Museo di Fotografia di Cinsello Balsamo, il MaXXI di Roma. Infine, la gallerista Sabrina Raffaghello sarà presente a Bologna anche con la collaborazione della galleria di Amsterdam Red Stamp Art Gallery: qui presenta un progetto dell’artista Christian Zanotto, dedicato alla ricerca sull’ologramma, «GATE n.9#», recentemente esposta a Parigi al Carrousel du Louvre. Le «oloteche» di Christian Zanotto sono costituite da sculture virtuali animate, realizzate per mezzo di software tridimensionale e sono visibili all’interno di strutture dal design minimale che contengono sistemi di proiezione e riflessione risultanti in visioni multiple e diversi tipi di fruizione olografica del soggetto tridimensionale virtuale. ! S.L. Per informazioni: Sabrina Raffaghello, via Treviso 17, Alessandria, tel. 0131 240375, www.sabrinaraffaghello.com La fotografia non solo «invade» Arte Fiera in questo inizio del 2014, perché la forma artistica, che sta avendo l’occasione di un nuovo boom dettato anche da una maggior attenzione da parte dei giovani collezionisti, si sviluppa anche in attesi appuntamenti in centro storico. È il caso di «Time Out», una giornata di studi che si terrà sabato 25 gennaio, in occasione di «Art City White Night», dalle 10 alle 12 e dalle 14 alle 19, e coinciderà con la visita all’atelier di Maurizio Osti di via Castiglione 66. A Osti la manifestazione «Time Out» dedicherà un focus nel prossimo autunno all’interno di «Photissima Art Fair 2014», manifestazione ideata e voluta da Telemaco Rendine (nella foto) che vedrà celebrare la terza edizione nell’ex Manifattura Tabacchi di Torino dal 6 al 9 novembre prossimo. «Photissima 2014», appuntamento completamente dedicato alla fotografia, ha debuttato nel 2012 come piattaforma di incontro e di presentazione per tutto ciò che concerne la fotografia e il video. L’obiettivo è diventare punto di riferimento nel panorama nazionale e per questo la manifestazione si occupa dell’immagine nelle sue molteplici forme, dal fotoreportage alla fotografia storica, dalla street photography alla fotografia artistica contemporanea. «Time Out» è il titolo scelto quest’anno per la rassegna COURTESY S. RAFFAGHELLO (AL) Sabrina Raffaghello Arte Contemporanea, tra le più note gallerie italiane dedicate alla fotografia, presenta nell’apposita sezione di Arte Fiera una doppia personale dedicata a Franco Fontana e a Vittore Fossati. Per celebrare gli ottant’anni del modenese Fontana la galleria espone una selezione di vintage, «Urban landscapes» e «Seaside», tra cui gli scatti della serie «Praga» realizzata nel 1967. Fontana è l’indiscusso maestro della fotografia italiana a colori e le sue opere sono esposte nei principali musei del mondo, tra cui il MoMa di New York, il Ludwig art Museum di Colonia, la Gam di Torino e il Musée d’Art Moderne di Parigi. Il modenese si avvicina alla fotografia negli anni ’60 frequentando i locali circoli amatoriali, ma ben presto inizia a esporre in luoghi «istituzionali»: nel 1963 alla Biennale del Colore di Vienna e nel 1968 alla prima rassegna personale a Modena. Fin dagli inizi gli scatti di Fontana hanno come soggetto unico il paesaggio di cui esalta cromatismi e strutture geometriche con finalità e vicinanze alla pittura dell’astrattismo, del realismo americano e della Pop Art. Vittore Fossati, nato nel 1954 ad Alessandria, reduce dalla presenza alla passata edizione della Biennale di Venezia nel Padiglione Italia all’interno della mostra «Viaggio In Italia», espone a Bologna i lavori della serie «Belle Arti» del 1993-98, un ciclo dedicato alla memoria delle piccole cose. Fossati si distingue presto tra gli artisti della scuola di Reggio Emilia (pur non essendo emiliano) e avvicina sin dagli inizi la sua ricerca ad artisti quali Luigi Ghirri e Olivo Barbieri. Le sue opere sono in collezione Un’immagine del ciclo «Sognare Giocando» di Bruno Cattani Franco Fontana «Seascape. Ibiza», 1972 e «Arizona, Phoenix», 1979 che coinvolgerà numerosi artisti e istituzioni culturali specialistiche tra cui Franco Fontana, presente a Bologna con una sua personale ad Arte Fiera nello stand di Sabrina Raffaghello, gli allievi dell’Istituto Italiano di Fotografia di Milano, lo IED di Milano, l’Accademia di Belle Arti di Venezia. ! S.L. Per informazioni: Sabrina Raffaghello, via Treviso 17, Alessandria, tel. 0131 240375, www.sabrinaraffaghello.com e Atelier Maurizio Osti, via Castiglione 66, Bologna 17 VEDERE A BOLOGNA Ferrara capitale L’olandese comunicante Norma Waltmann ha fondato Culturalia, un’agenzia di comunicazione del restauro per la d’arte e di organizzazione di eventi culturali, e applica una ricetta vecchia ventunesima volta ma sempre vincente: «dare qualità» C ulturalia, agenzia di comunicazione d’arte e di organizzazione di eventi culturali, è stata fondata a Bologna alla fine del 2004 da Norma Waltmann, che ne è tuttora titolare e responsabile. Nata a Rotterdam nel 1969, e residente in Italia dal 1990, Norma si è laureata in Storia dell’arte in Olanda, e ha poi svolto l’attività di operatrice per la tutela dei beni culturali, di giornalista e addetta stampa; da oltre vent’anni opera nel settore culturale occupandosi di comunicazione, promozione e ufficio stampa di mostre d’arte e di eventi culturali, e organizzazione di rassegne e manifestazioni a livello internazionale, restauro, catalogazione e schedatura di reperti storico-artistici, consulenza per case d’asta, giornalismo culturale. Prima di fondare Culturalia, la Waltmann vanta una decennale esperienza, dal 1994 al 2004, all’interno di uno studio di comunicazione, di capo ufficio stampa, coordinamento generale e del personale. Norma, poliglotta (parla fluentemente cinque lingue), esprime immediatamente, nella simpatia umana che la caratterizza, un innato ottimismo, una passione e un desiderio di fare, che non derivano certo dalla sottovalutazione dei problemi esistenti, ma piuttosto dal desiderio comunque di impegnarsi, di «buttare il cuore oltre l’ostacolo», per ottenere il meglio anche con risorse limitate. Le abbiamo rivolto alcune domande sulla storia di Culturalia e sulle prospettive future. Quando e perché ha deciso di dare vita a Culturalia? Con quale spirito l’ha creata? Culturalia nasce a Bologna nel 2004, dopo una lunga maturazione nell’ambito della comunicazione specializzata in arte e cultura che ha creato le condizioni per iniziare una vita professionale in autonomia. Lo spirito con il quale è nata era ed è tutt’ora una grande passione per il mio lavoro: mi dedico totalmente, e con grande impegno e originalità, ad ogni progetto che mi convince mettendone in risalto tutte le potenzialità e tenendo sempre presente le aspettative del cliente. C’erano innovazioni che lei sentiva utile introdurre nel settore della comunicazione culturale? Sì, già allora si capiva che solo il servizio di ufficio stampa era troppo limitante e che occorreva offrire un servizio più completo che affiancasse tutto quello che rientra nelle varie fasi della realizzazione di un progetto. Inoltre, come ulteriore valore aggiunto, ho applicato fin dall’inizio le condizioni per fornire ai committenti nuovi contatti e una rete di pertinenza. Può ricordare alcune delle iniziative che hanno segnato la vita di Culturalia e delle quali lei è particolarmente fiera? Per me ogni iniziativa ha valore, ma alcune highlight di cui vado fiera sono per esempio l’evento con Marina Abramovic «Lady Performance» a Bologna in collaborazione con l’Università di Bologna e Artefiera, così come la prima edizione di «SetUp», l’evento «Cromotour» con Simonetta Scala, il grande happening di Gerard Depardieu e Umberto Eco che leggono le confessioni di Sant’Agostino e la magnifica mostra fotografica di Gianfranco Salis dedicata a Moana Pozzi. Norma Waltmann è la fondatrice di Culturalia Quali sono gli eventi di cui si sta occupando e quali considera davvero speciali? Cito alcuni progetti di grande eccellenza: «do ut do 2014: Design per Hospice», promosso dalla Fondazione Hospice Seràgnoli Onlus, che prevede diversi momenti espositivi e pubblici al MaXXI, al MAMbo e al MAST, il Salone dell’Arte e del Restauro che si terrà a marzo a Ferrara e, come tutti potranno vedere in questi giorni, la seconda edizione di «SetUp». Quello più speciale e stimolante è «do ut do 2014: Design per Hospice», che sicuramente farà parlare di sé perché non ha precedenti e creerà nuove tendenze a livello internazionale. La crisi economica, in particolare della finanza pubblica, segna anche il vostro lavoro, nel senso che si tende spesso a ridurre la comunicazione o ad affidare a chi comunica un budget del tutto insufficiente. Sulla base della sua esperienza, ci sono limiti nella comunicazione degli eventi culturali che andrebbero superati? Quali innovazioni o sviluppi lei vorrebbe portare alla sua attività? Devo dire che da quando la crisi è iniziata il mio lavoro è aumentato sia per la qualità dei progetti offertimi sia per la quantità; dunque, mi ritengo fortunata e grata per la fiducia che ho ottenuto. Comunque, i limiti nella attività di comunicazione vengono imposti più da fattori esterni; basta pensare all’editoria che sta passando un momento difficile, e ai budget ridotti, o quasi cancellati, per fare cultura, e questo incide sul nostro lavoro. Occorre stare molto attenti ai cambiamenti rapidi dell’editoria e occorre trovare soluzioni originali, puntando comunque e sempre al massimo, anche con budget e tempi ridotti, applicando inventiva, strategie alternative e una gran voglia di fare. La mia innovazione è in Il volume «Arte dal 1900» della indispensabile compagno di studi anche controtendenza: applico Zanichelli, redatto sotto la cura di per la rete di riferimenti incrociati che la vecchia ma sempre Elio Grazioli da Hal Foster, Rosalind permette percorsi di lettura personali e vincente ricetta del «dare Krauss, Yve-Alain Bois, Benjamin H. per gli accurati box di approfondimento qualità». ! S.P. D. Buchloh e David Joselit, ormai lo su personaggi, movimenti ed eventi. conoscono tutti gli studenti e studiosi Nuovi ad esempio sono i saggi dedicati al di arte contemporanea. La casa movimento De Stijl, all’uso dei manichini editrice bolognese ne e delle bambole ha appena pubblicato nel Dadaismo, alla l’aggiornamento dedicato grafica modernista ai movimenti artistici fino tra le due guerre, alla al 2010 e la revisione diffusione dell’arte di tutto il materiale cinese negli ultimi recente nonché delle anni, all’influenza singole introduzioni degli dei giochi e delle autori alle principali tecnologie dei social metodologie di cui oggi la network e all’impatto storia dell’arte si serve. del mercato nelle Una scansione anno per pratiche artistiche più anno degli argomenti, recenti. Preziose sono scelti tra gli eventi cruciali anche le due «tavole dell’arte del XX secolo rotonde» scritte tra che fanno di questo gli autori, a metà e al volume, di 816 pagine termine del corposo La copertina del volume «Arte dal 1900» e 700 illustrazioni, un volume. ! S.L. edito da Zanichelli La summa dell’arte dal 1900 ad oggi Il Salone dell’arte del Restauro e della Conservazione dei Beni Culturali e Ambientali di Ferrara organizzato da «Acropoli Srl», in programma dal 26 al 29 marzo L a società bolognese «Acropoli Srl», fondata da Carlo Amadori nel 1990 e specializzata nell’organizzazione di eventi fieristici, non organizza solamente «Il Salone dell’arte del Restauro e della Conservazione dei Beni Culturali ed Ambientali» di Ferrara che quest’anno si svolge dal 26 al 29 marzo. Per conto della Fiera di Verona ha ideato e organizzato per 25 edizioni «Abitare il tempo. Giornate Internazionali dell’Arredo» e sei edizioni della biennale antiquaria «Tesori dal tempo». Per conto della Fiera di Milano ha inoltre ideato e organizzato nel settembre 2011 «Abitami», Un’immagine della scorsa edizione del Salone a gennaio e del Restauro di Ferrara settembre 2012 «L’opera Italiana» nell’ambito di «Macef. International Home Show». Tutt’ora collabora con la Fiera di Milano alla realizzazione di edizione di «Homi». Nel 1991 ha ideato, per conto della Fiera di Ferrara (gruppo BolognaFiere), il «Salone del restauro», giunto quest’anno alla XXI edizione. «La Manifestazione, spiega l’ideatore Carlo Amadori, ha intrapreso e incrementato negli ultimi anni un’importante opera di rinnovamento dell’immagine, dei contenuti e dell’approccio metodologico ed operativo. Una nuova impostazione resa possibile grazie alla importante collaborazione avviata con il TekneHub/ DIAPReM, l’Università di Ferrara, la Piattaforma Costruzioni, Rete Alta Tecnologia Emilia-Romagna che ha peraltro permesso un maggiore aggregamento di professionalità finora meno coinvolte: architetti, ingegneri, tecnici e relativi ordini professionali nonché il sistema delle imprese ad essi collegate». Nella passata edizione il salone ha saputo affrontare con autorevolezza e rigore scientifico il difficile percorso della ricostruzione post-sisma che ha duramente colpito diversi Comuni di Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto nel maggio 2012: «Per l’edizione di marzo, termina il curatore, l’obiettivo del Salone sarà quello di dimostrare ulteriormente quanto sia stretto il legame tra restauro e ricerca, quanto il restauro sia un reale e potente fattore di innovazione, quanto la metodologia e gli strumenti del restauro possano essere veicoli di diffusione dell’eccellenza italiana nel mondo. Crediamo sia anche importante l’esempio virtuoso di collaborazione pubblico privato in grado di favorire co-progettazioni culturali al fine di irrobustire all’interno del Paese la filiera di produzione tecnicoscientifica e imprenditoriale legata al restauro». ! S.L. 18 VEDERE A BOLOGNA Fondantico ha vinto la scommessa: far convivere antico e moderno «Gregory’s», una nuova casa per gli incanti Per la gallerista Tiziana Sassòli il mercato dell’antico non conosce crisi purché le opere siano realmente importanti anche in ambito internazionale. E in stato di conservazione ottimo D ue anni fa, Tiziana Sassòli, animatrice della storica Galleria Fondantico, aprì una nuova sede, in Palazzo Pepoli Bentivoglio, nella quale fare convivere, o alternare, in un ampio spazio espositivo distribuito su tre piani, mostre d’arte antica, moderna e contemporanea. L’ardua scommessa è stata vinta: l’esperienza di far interagire dipinti antichi con opere di maestri del Novecento storico e di artisti contemporanei ha riscosso un significativo successo di pubblico, e ha fatto sì che la gallerista sia riuscita nel suo intento di fare avvicinare al moderno i cultori dell’antico e viceversa. Così, dal 2011 ad oggi, nella nuova sede hanno convissuto: le mostre d’arte antica, a partire da quelle tradizionalmente presentate prima di Natale, e attese dagli appassionati, accompagnate da importanti cataloghi; i pittori emiliani dell’Ottocento e del primo Novecento (Bertelli, Protti, Faccioli, Fioresi, Vighi); i maestri del secolo scorso (De Chirico, Carrà, Campigli, Saetti, Vuillard, Dix, Chagall, Casorati, De Pisis, tra gli altri); la fotografia internazionale (David LaChapelle); un grande pittore come Vasco Bendini, un intrigante scultore, Bruno Raspanti e un illustratore (e pittore), Wolfango, entrambi bolognesi; giovani autori contemporanei quali Luciano Ghedini, Daniele Miglietta, Giovanni Lunardi, Stefano Benazzo. A testimoniare questa convivenza, e questa continua staffetta, fino al 18 gennaio Fondantico presenta l’annuale esposizione di «Incontro con la pittura» (giunta al ventunesimo appuntamento), con trenta dipinti di maestri bolognesi ed emiliani, attivi dal Trecento all’Ottocento, documentati nel ricco catalogo di mostra, a cura di Daniele Benati, nel quale ciascun dipinto è corredato da una scheda e da un saggio critico (ricordiamo, tra le altre opere, i «Due baccanti» di Guido Reni, gli intensi ritratti di due artisti di cui è tuttora ignota l’identità anagrafica, il Maestro dei dodici Apostoli e l’Amico Friulano del Dosso, «La deposizione dalla croce» di Francesco Cavazzoni). Dal 18 al 28 gennaio, in occasione di Arte Fiera, la Galleria ospita una mostra di Emanuela Vanelli, con sculture in rilievo, in cartone pressato, raffiguranti animali e creazioni decorative. C’è, infine, in programma una mostra del pittore imolese Tonino Gottarelli (1920-2007) e la Sassòli si propone anche di ospitare nella sua Galleria mostre provenienti da altre città. Tiziana Sassòli ha concepito la sua Galleria come strumento di servizio per la promozione dell’arte, nell’intento di rendere più viva la città e di essere punto di attrazione e di interesse per i turisti che approdano a Bologna: vi si sono tenuti incontri, presentazioni di libri, conferenze di docenti universitari Guido Reni, «Due baccanti» sull’economia dell’arte; la galleria è frequentata da classi di studenti delle scuole medie superiori e dell’Università, e da associazioni culturali, e ha ospitato stage di studenti universitari; il Centro perizie, valutazioni e stime che vi ha sede ha attivamente funzionato. Alla domanda circa gli effetti della crisi sulla sua attività, Sassòli risponde: «Non posso negare che la crisi ci sia, ma, per quanto riguarda l’antico, se le opere sono davvero importanti, sono in un ottimo stato di conservazione, hanno un interesse internazionale, i compratori ci sono. I collezionisti esistono ancora, mentre si sono rarefatti gli acquisti delle Fondazioni bancarie e degli Enti pubblici. Purtroppo lo Stato promuove poco l’arte, con le leggi severe in vigore riguardanti l’esportazione di opere; così, importanti case d’asta internazionali hanno chiuso le loro sedi italiane. Come avviene in tanti altri Paesi, a partire dagli Stati Uniti, ci dovrebbero essere incentivi, deduzioni fiscali per chi acquista opere d’arte e mette assieme una collezione». ! S.P. Per informazioni: Fondantico di Tiziana Sassoli, via de’ Pepoli 6e, Bologna, tel. 051 265980, www.seleart.com/fondantico La Gregory’s Casa d’Aste in Strada Maggiore Una nuova casa d’aste a Bologna, organizzata proprio sotto le Due Torri da Francesca Samarro e Glauco Casagrande, i proprietari della storica galleria antiquaria Dal Luzzo che ha sede poco lontano. Si tratta di «Gregory’s» (dal nome del figlio dei fondatori Gregorio) che ha inaugurato i suoi locali il 12 dicembre scorso con un incanto dedicato a dipinti antichi e antiquariato oltre a dipinti e sculture del XIX e XX secolo. In occasione dei giorni di Arte Fiera la casa propone invece un «regalo» ai bolognesi e ai turisti: l’esposizione dell’opera in legno dello scultore bolognese Luciano Minguzzi (19112004) «Fiori della notte (“Le tre parche”)». «Si tratta di un lavoro del 1982, spiegano Francesca Samarro e Glauco Casagrande, nel quale Minguzzi ha modellato le figure come verginali presenze rinsecchite dal tempo, solennemente incombenti e ieratiche, ma prive di libero arbitrio e di autonoma volontà, per cui esse appaiono nell’ossimoro di un dramma grottesco che gioca, inconsciamente, sull’esistenza umana. La tensione polisemica di Minguzzi si traduce pure in una formulazione in cui la triade figurale subisce l’ammiccante e fantasiosa metamorfosi in Fiori della notte, ad alimentare, in fondo, l’imponderabilità maliziosa e ironica del fato. Siamo dunque all’ultimo periodo dell’attività di Minguzzi: un periodo fervido di opere, segnato da un riesame del proprio lavoro e da risorgenti inquietudini: e come se oggi, fuori di ogni altra suggestione, egli si ritrovasse a tu per tu con la sostanza primaria della propria storia e della propria natura e si interrogasse da capo sulle ragioni del suo operare». La prossima asta di Gregory’s, si terrà in primavera e si potrà partecipare anche online all’incanto. ! S.L. Per informazioni: Gregory’s Casa d’Aste, Strada Maggiore 14a/b, Bologna, tel. 051 2960945, www.gregorysaste.it Il dono lungimirante di Venturoli Finalmente «Parsifal» Il Collegio Venturoli venne fondato nel 1825 con il lascito e secondo il volere del prestigioso architetto Angelo Venturoli. Da allora svolge il compito di sostenere giovani artisti bolognesi ritenuti meritevoli per le loro capacità artistiche con borse di studio e con la possibilità di utilizzare gli spazi del Collegio adibiti a studi. Sopravvissuto alle vicende storiche e trasformato in Fondazione nel 1993, il Collegio tuttora indice periodicamente un bando di concorso per selezionare giovani artisti e architetti ai quali affida i propri spazi a uso studio-atelier fino al trentesimo anno d’età. Da quasi due secoli è quindi un importante luogo di mecenatismo e di cultura per la città di Bologna. Dopo un periodo di chiusura al pubblico, gli spazi della Fondazione Artistica Collegio Venturoli vengono riaperti nel periodo di Arte Fiera 2014, dal 24 al 27 gennaio, ospitando una mostra che accoglie le opere del nuovo gruppo di borsisti. L’esposizione si snoderà negli spazi cortilivi del Collegio Venturoli, in alcuni atelier dei borsisti e nella gipsoteca, che per l’occasione sarà risistemata e restaurata. Dopo la mostra tenutasi nel 2012 a Crespellano, su iniziativa di Alberto Rodella della Galleria Artifigurative e Silvia Rubini Assessore alla Cultura del Comune di Crespellano, dal titolo «Angelo Venturoli. Tra l’opera, il Collegio e la sua eredità», è nata la volontà di istituire un’associazione culturale senza scopo di lucro al fine di valorizzare il Collegio stesso. Un altro centenario per il Teatro Comunale di Bologna. Dopo i 250 anni della inaugurazione del teatro disegnato da Antonio Bibiena nel 1763, apertosi il 14 maggio di quell’anno con «Il Trionfo di Clelia», con musica di Christoph-Willibald Gluck e testo di Pietro Metastasio, che vide le tre superstar dell’opera settecentesca riunite a Bologna, celebrati il 14 maggio 2013 con la prima ripresa da allora della stessa opera, il 2014 si apre col nome di Wagner. Bologna è stata per tradizione la città più wagneriana del mondo e fu infatti proprio a Bologna che il primo gennaio 2014 si tenne la prima rappresentazione mondiale fuori dalla Germania del «Parsifal» di Richard Wagner, terminato l’embargo che Wagner aveva posto per testamento fino al 31 dicembre 2013 alle rappresentazioni della sua ultima opera fuori dal «suo» teatro di Bayreuth. Il Teatro Comunale di Bologna inaugura quindi la Stagione 2014 il 14 gennaio con il «Parsifal», a riprender e celebrare la tradizione wagneriana della città. Sul podio dell’Orchestra e del Coro del Teatro Comunale debutta in questo titolo Roberto Abbado, mentre regia, scene, costumi e luci sono di Romeo Castellucci, nella versione del Thèâtre de la Monnaie di Bruxelles (gennaio del 2011) alla sua prima rappresentazione italiana in cui l’essenza religiosa e trascendente dell’opera è esaltata da scene visionarie e ricercati effetti ottici tridimensionali. ! Giovanni Pellinghelli Per informazioni: Fondazione Collegio Artistico Venturoli, via Centotrecento 4, Bologna, tel. 051234866, www.collegioventuroli.it Per informazioni: Teatro Comunale di Bologna, Largo Respighi 1, Bologna, www.tcbo.it 20 VEDERE A BOLOGNA La Creazione secondo Gotti L’Europa tra Narvik e Pozzallo Tappeti di guerra Lo spazio espositivo di Emil Banca sino al 28 febbraio propone due nuovi progetti artistici del bolognese Paolo Gotti in collaborazione con l’attore e regista teatrale Gabriele Marchesini. Si tratta di una serie fotografica intitolata «Alle origini della terra», nella quale si racconta di un viaggio dell’artista (che in quarant’anni «on the road» ha scattato 10mila fotografie in oltre 70 paesi nei cinque continenti) alla ricerca di territori ancora incontaminati. Le 13 foto di Gotti si ispirano alla «Creazione» descritta nell’Antico Testamento e raffigurano vulcani, acque che ribollono, scene di vita vegetale di boschi e foreste del Cile, di deserti sudamericani, di fiumi islandesi e cascate venezuelane, del Rio delle Amazzoni. La seconda serie si intitola «Crossing over. Attraverso l’immagine» e riunisce 13 scatti realizzati nell’attimo esatto in cui le figure umane attraversano il paesaggio. ! S.L. Lo Spazio Labò propone sino al 17 gennaio «Almost Europe», una personale di Luca Nizzoli Toetti costituita da due serie di fotografie affiancate da contributi multimediali. La prima di esse, composta da 24 immagini tratte dalla pubblicazione «Almost Europe» (Postcart editore, con testi di Sergio Romano e Mario Dondero), è un’esplorazione dei «confini» dell’Europa tra Kaliningrad e Istanbul, attraverso Minsk, Kiev, Chisinau e Odessa. La seconda serie, «L’Italia dal treno», riunisce 27 fotografie in formato cartolina che raccontano il panorama italiano, tratte da «TransEurope Express», un viaggio ferroviario compiuto dall’autore sulla direttrice europea Nord-Sud da Narvik (Norvegia), la stazione ferroviaria più a nord d’Europa, a Pozzallo (Italia). Luca Nizzoli Toetti pubblica sul «Corriere della Sera» e altre testate. ! S.L. I tappeti contemporanei stanno divenendo di «moda» anche in Italia e alcune gallerie tra cui, ad esempio, Verolino di Modena oppure la bolognese Spazia, puntano su questo segmento del mercato. Proprio da Spazia la mostra «Tappeti di guerra. Arte contemporanea dell’Asia Centrale», a cura di Enrico Mascelloni, racconta fino al 5 febbraio dei tappeti di guerra realizzati in Afghanistan e nella Frontiera di Nord-Ovest del Pakistan tra gli anni Un «tappeto di guerra» degli Settanta e oggi. Vi sono anni Ottanta esposti grandi mappe del mondo circondate dalle bandiere dei rispettivi Paesi e da sequenze di veicoli militari e sono anche presenti manufatti recenti come il «Tappeto con il Dollaro» e altri che rappresentano paesaggi urbani o sono arrivati in Asia attraverso spostamenti con i giovani «frikkettoni» in viaggio verso l’India». ! S.L. Per informazioni: Emil Banca, via Giuseppe Mazzini 152, Bologna, www. emilarte.it, www.paologotti.com Per informazioni, Spazio Labò, via Frassinago 43/2, Bologna, tel. 3283383634, www.spaziolabo.it Per informazioni: Galleria Spazia, via Dell’Inferno 5, Bologna, tel. 051 220184, www.galleriaspazia.com Paolo Gotti, «Alle origini della terra. Bolivia, ai piedi del vulcano Licancabur» Beth Moon all’Ariete Dal 18 gennaio al 25 marzo L’Ariete Artecontemporanea presenta «Beth Moon. Between Earth and Sky», la prima personale a Bologna di Beth Moon (Neenah, Wisconsin, 1956, nella foto «Last Comes the Raven»), artista americana nota a livello internazionale per le fotografie realizzate con la complessa tecnica del platino palladio. Tempo, memoria e natura sono i temi centrali della sua ricerca. Sia che immortali maestosi alberi di baobab per la serie «Portraits of Time», sia che catturi il delicato equilibrio tra l’innocenza dell’infanzia e le ombre oscure della natura in «Thy Kingdom Come», Beth Moon rivela un’attenzione magica e istintuale per il modo in cui il tempo, la memoria e la natura concorrono nel far comprendere all’uomo il proprio posto nell’universo. Insoddisfatta delle tonalità della stampa a getto d’inchiostro, Moon ha iniziato presto a stampare le proprie fotografie sperimentando processi alternativi e approdando all’antica tecnica al platino palladio. ! S.L. Per informazioni: L’Ariete Artecontemporanea, via D’Azeglio 42, Bologna, www.galleriaariete.it Tosi da Di Paolo Dal 18 gennaio al 20 febbraio è a cura di Ivan Quaroni la mostra «Synaesthesis» del pittore bolognese Franco Tosi (nella foto, un’opera del 2012), l’appuntamento mette in evidenza la ricerca dell’artista incentrata sulla rivisitazione di particolari anatomici nella loro dimensione microscopica, quasi una visione introspettiva di frammenti di noi stessi. «Synaes- Un’immagine di Luca Nizzoli Toetti thesis» rivela dunque questo paradosso tra realtà ispiratrice e illusione dove cellule e filamenti si materializzano su fluidi paesaggi interni dandoci la percezione del nostro essere. ! S.L. Per informazioni: Galleria Di Paolo Arte, Galleria Falcone Borsellino 4a/b, Bologna, www.dipaoloarte.it. Gonnelli e Panichi da Art Forum «Il corpo che abito» riunisce dal 18 gennaio al 15 febbraio le rassegne personali di Federica Gonnelli e Virginia Panichi. La produzione di Gonnelli e Panichi, già presentata dalla Galleria Art Forum nella mostra «Think Pink», vuole essere un approfondimento della loro ricerca artistica recente. Entrambe le artiste lavorano a Firenze, pertanto il loro lavoro, pur incentrato sulla rappresentazione del corpo quale «contenuto», non può prescindere dal «contenitore». Federica Gonnelli realizza opere con materiali quali velature, elementi vegetali e organza spesso inseriti in scatole di legno, mentre Virginia Panichi fotografa figure femminili in pose improbabili a cui fanno da sfondo scenografie molto dettagliate realizzate dall’artista. Nella foto, Federica Gonnelli, «Ricam-IO». ! S.L. Per informazioni: Galleria Art Forum, via dei Bersaglieri 5, Bologna, www.artforum.it. Nunzio da De’ Foscherari La scena espositiva bolognese s’arricchisce, fino al 14 marzo, di una presenza di particolare interesse. La Galleria De’ Foscherari propone un’ampia mostra di opere recenti di Nunzio (Di Stefano) (Cagnano Amiterno, L’Aquila, 1954), artista ormai affermato a livello internazionale per il rigore severo delle sue opere e l’essenzialità di una ricerca che s’innesta sulla tradizione del linguaggio scultoreo. Formatosi all’Accademia di Belle Arti di Roma, Nunzio espone sculture in gesso nella mostra personale d’esordio alla Galleria Spazia di Bolzano nel 1981; la presentazio- ne è di Gabriella Drudi, che nel 1987 firmerà il testo in catalogo della mostra alla Galleria Civica di Modena, in cui l’artista propone le sue prime sculture in legno combusto, trattato con la fiamma ossidrica. L’anno precedente lavori in legno e piombo di Nunzio erano stati presentati alla Galleria l’Attico di Roma, con testo in catalogo di Achille Bonito Oliva. Nell’ambito di una intensa attività espositiva, vanno menzionate le presenze alla Biennale di Venezia, nel 1986, 1993, 1995; in quest’ultimo anno, Nunzio tiene a Bologna una mostra personale a Villa delle Rose, con testi in catalogo di Pier Giovanni Castagnoli, Bruno Corà e Maurizio Fagiolo dell’Arco. Nel 1997 espone per la prima volta lavori in bronzo; nel 2005 è il Macro di Roma a rivisitare il suo intero percorso, in una mostra antologica curata da Danilo Eccher. ! S.P. Per informazioni: Galleria De’ Foscherari, via Castiglione 2, Bologna, tel. 051 221308, [email protected], www. defoscherari.com Le Méhauté da Spazio Testoni Fino al primo febbraio la galleria Spazio Testoni La 2000+45 presenta la prima personale italiana dell’artista francese Caroline Le Méhauté. «Silent» è il titolo che il curatore Alberto Mattia Martini ha deciso di attribuire al corpus di opere che vengono presentate negli spazi della galleria, come sintesi tematica di questa esposizione, che indaga la correlazione che intercorre tra «natura, umano, aria, spazio e terra». Caroline Le Méhauté vive e lavora tra Marsiglia e Bruxelles e ha già al suo attivo numerose esposizioni e residenze artistiche internazionali. Nella foto, Caroline Le Méhauté, «Négociation 31. Prendre l’air». ! S.L. Per informazioni: Spazio Testoni La 2000+45, via D’Azeglio 50, Bologna, tel. 051 371272, www.spaziotestoni.it. 21 VEDERE A BOLOGNA Le tante vite della Galleria Maggiore I titolari della galleria Franco e Roberta Calarota sono sempre più impegnati con la progettazione e la realizzazione di importanti esposizioni pubbliche in tutto il mondo O ultimi anni di vita, una casa e uno studio gni incontro con Franco e Roberta estivi. Dal 27 marzo al 2 settembre si è Calarota, titolari della Galleria tenuta, al Museo Archeologico Regionale Maggiore, riserva novità e conferma che di Aosta, la mostra «Renato Guttuso. Il la galleria vive una fase di particolare fervore, Realismo e l’attualità dell’immagine», con progetti e impegni che s’intrecciano e che si con dipinti a olio su tela, tecniche miste e sovrappongono, tanto che ci si potrebbe chiedere disegni su carta, a cura di Flaminio Gualdoni. se una sola vita sia sufficiente per realizzarli La Galleria Maggiore ha collaborato alla tutti. Non si tratta solo delle mostre nella sede realizzazione della mostra «Giorgio de Chirico. bolognese della galleria, o della partecipazione Myth and Archaeology», svoltasi dal 13 aprile al ad alcune grandi fiere internazionali, ma delle 15 giugno alla Phillips Collection di Washington, esposizioni pubbliche cui la Maggiore collabora in per la cura di Franco Miracco: sculture, disegni prima persona, eventi seguiti direttamente dalla e tecniche miste su carta. Sempre di De Chirico fase della progettazione a quella della realizzazione la Maggiore ha organizzato, dall’8 giugno della mostra e del catalogo. Basta citare le mostre in cui la Galleria Maggiore è stata direttamente al 29 settembre, una mostra al Castello impegnata nel corso del 2013: dal 16 gennaio al Aragonese di Otranto: dipinti, disegni, 7 aprile, l’esposizione di incisioni e acquerelli tecniche miste ed opere grafiche. Infine, dal «Giorgio Morandi: Lines of Poetry», alla 29 maggio al 18 giugno, in occasione della Estorick Collection of Modern Italian Art Biennale Internazionale d’Arte di Venezia, si è di Londra, e in contemporanea, «Paesaggi tenuta, alla Fondazione Querini Stampalia, la Leoncillo, «Taglio rosso», immaginati. I luoghi di Morandi», le mostra «MATTA: Roberto Sebastian Matta, 1963 fotografie che Nino Migliori (Bologna, 1929) Gordon Matta-Clark, Pablo Echaurren» (la ha realizzato alla metà degli anni Ottanta, nelle quali famiglia Matta: il padre e due dei figli), a cura di Danilo rivisita il paesaggio di Grizzana, dove Morandi aveva, negli Eccher. Il 2014 s’annuncia, fin dai primi mesi dell’anno, Nannini da Galleria Forni Nicola Nannini (Bologna, 1972), nella rassegna «Passaggio a Krumau. Omaggio a Schiele» (nella foto), dal 18 gennaio al 27 febbraio presenta un progetto a lungo meditato ed eseguito con la passione di un artista che ha scelto come riferimento, sin dai primi anni di Accademia di Belle Arti, uno dei maggiori artisti figurativi del secolo scorso, Egon Schiele. Una trentina di opere, realizzate nel corso degli ultimi due anni, hanno per tema il paesaggio mitteleuropeo richiamando alla memoria proprio quelle rare vedute che Schiele realizzò a cavallo tra il 1910 e il 1913. ! S.L. Per informazioni: Galleria Forni, via Farini 26, tel. 051 268090, Bologna, www.galleriaforni.it gennaio. Piccoli (nella foto un’opera del 2013) realizza le sue opere sovrapponendo sulla tela garze e acetati, utilizzando anche colori industriali, oltre ai più tradizionali olio e tempera, dando vita a immagini di grande impatto visivo, ma anche di imprevedibile leggerezza come le fragili sculture in filo di ferro: dei teatrini che declinano in pure linee la varietà delle ossessioni figurative del momento. «Lentamente, scrive lo storico dell’arte Fabrizio D’Amico, l’immagine delle sue opere affiora a una superficie che è individuata come suo unico traguardo. In Piccoli pittura e disegno si saldano in un’unità non programmaticamente cercata, ma infine spontaneamente raggiunta». ! S.L. Per informazioni: Galleria Stefano Forni, Piazza Cavour 2, Bologna, tel. 051 225679, www.galleriastefanoforni.com Barbieri da OltreDimore Piccoli da Stefano Forni Gianriccardo Piccoli è il protagonista della mostra «Inside. Tracce da un filo» aperta in galleria fino al 26 La mostra alla (Galleria +) oltredimore di «Mattia Barbieri. Vedute. The New Fragrance», dal 17 gennaio al 14 marzo, a cura di Maura Pozzati, racconta l’evolversi della produzione dell’arti- sta. La pittura del bresciano Barbieri (1985) è caratterizzata da una serie di stratificazioni e cancellazioni a cui si associano le immagini, natura morta, paesaggi, figure sacre e squarci di cielo con scritte digitali. Laureato all’Accademia di Brera, Barbieri ha vinto il Premio Lissone nel 2013. Nella foto, Mattia Barbieri, «Madonna tutti i frutti». ! S.L. Informazioni: Galleria + oltredimore, via del Porto 48a/b, Bologna, tel. 051 6449537, www.oltredimore.it Guerzoni da Otto e G7 Franco Guerzoni, nato a Modena nel 1948, è un pittore della memoria poiché fino dai primi anni Settanta si dedica alla ricerca dei sistemi di rappresentazione dell’immagine attraverso l’uso del mezzo fotografico e successivamente pittorico al fianco di altri artisti noti quali Franco Vaccari, Claudio Parmiggiani, Giuliano Della Casa, Luigi Ghirri. L’artista presta grande attenzione anche al mondo archeologico e negli anni Ottanta svolta in direzione della realizzazione di grandi carte parietali gessose prima di approdare a una ricerca sulla superficie intesa come profondità. Ora, dopo quarant’anni dalla prima mostra personale tenuta da Guerzoni a Bologna, la Galleria Studio G7, che quella esposizione organizzò, e la Otto Gallery presentano la rassegna «Franco Guerzoni. Archeologie senza restauro» che ha il proposito di rivisitarne decenni di carriera e produzione con opere giovanili e altre degli ultimi anni. La rassegna si svolge, fino al 28 febbraio, alla Otto Gallery dov’è già aperta mentre alla Galleria Studio G7 è dal 18 gennaio fino al 15 marzo. In quest’ultimo spazio è in mostra il confronto tra un intervento dell’artista eseguito direttamente su parete, «Impossibili restauri», e un piccolo gruppo di opere intitolate «Spia» del 19801982. In primavera un’altra mostra su Guerzoni sarà al MAMbo. Fino al 10 gennaio allo Studio G7 resta inoltre allestita la personale di Ulrich Erben «Luci e ombre (costruzione/decostruzione)». Nelle foto, Franco Guerzoni, «Opere degli anni Settanta allo studio. Still life» (Courtesy Otto Gallery) e «Spia», 1981 (Courtesy Studio G7). ! S.L. Per informazioni, Otto Gallery, via D’Azeglio 55, tel. 051 6449845, www.otto-gallery.it e Galleria Studio G7, via Val D’Aposa 4a, Bologna, tel. 051 2960371, www.galleriastudiog7.it altrettanto intenso. Il 14 gennaio s’apre alla Estorick Collection di Londra una mostra dedicata a De Chirico, con dipinti, sculture, tempere e disegni. Il 18 marzo, sempre alla Estorick, s’inaugura una mostra di Pablo Echaurren, che presenta i suoi collage «futuristi», con frammenti di riviste e manifesti dell’epoca. L’arrivo della primavera viene celebrato con la collocazione di una scultura monumentale di Mimmo Paladino, «Porta d’Oriente», nel giardino dell’Ambasciata d’Italia a Washington. Ci sono poi le partecipazioni all’Armory Show di New York a marzo e ad Art Basel Hong Kong a maggio. Il fronte della Galleria non resta sguarnito: dal 18 gennaio a fine maggio, ecco la mostra «Terra italiana», con opere di Leoncillo, Matta, Chia e Paladino, che presenta non solo terrecotte e ceramiche, ma anche dipinti con l’utilizzo di terre colorate. ! S.P. Per informazioni: Galleria d’Arte Maggiore, via D’Azeglio 15, Bologna, tel. 051 235843, www.maggioregam.com La foresta di simboli di Tobia Ravà La galleria B4 propone fino al 29 gennaio, a cura di Maria Luisa Trevisan, «Codici trascendentali», dedicata a Tobia Ravà che torna nella città di formazione dopo alcuni anni di assenza. Esposte lungo il percorso opere con soggetti architettonici mediterranei, lavori su alluminio specchiante con boschi, sculture in bronzo e terracotta raffiguranti vegetali e animali anche assemblati a oggetti, secondo logiche Tobia Ravà, «Fiboradicchio e percorsi storico-filosofici tardivo. Rosa d’inverno», 2011 oppure per semplici associazioni mentali. La ricerca di Ravà non è legata tanto all’esoterico quanto alla mistica intesa, secondo la definizione di Platone, come «esercizio di vita» alla ricerca della saggezza dell’umano. ! S.L. Per informazioni, Galleria B4, via Vinazzetti 4b, Bologna, tel. 3285936214, www.galleriab4.it 22 VEDERE A BOLOGNA Lo studio per l’automobile in corsa di Balla tra le opere della Galleria Cinquantasei ad Arte Fiera Si tratta dello studio preparatorio dell’«Automobile in corsa» venduta nell’asta Sotheby’s di New York il 6 novembre scorso battendo un nuovo record per l’artista: 8,5 milioni di euro L a Galleria Cinquantasei, condotta da Estemio Serri e dal figlio Alan, presenta ad Arte Fiera un’opera importante di Giacomo Balla, «Velocità d’automobile», 1913, biacca e carboncino su carta da spolvero di cm 44,4 x 59,5, firmato in basso a sinistra (vedi la copertina del «Vedere a Bologna»). Sul retro, in alto a destra, compare, in caratteri maiuscoli, la scritta «Futur Balla Velocità d’Automobile», la data 1913 e il timbro «Pugno di Boccioni»; al centro, su carta incollata, l’autentica e la firma «Luce Balla». Del tutto documentata è la storia dell’opera: dedicata congiuntamente a Virgilio Guidi (1891-1984) e a Bruno Saetti (1902-1984), nel trentennale della loro morte. Entrambi insegnanti alle Accademie di Venezia e di Bologna, Guidi e Saetti formarono intere generazioni di artisti. La loro assidua presenza alle Biennali Internazionali d’Arte di Venezia e l’intensa attività espositiva in mostre pubbliche e private determinarono un largo interesse per la loro opera, in parte offuscatosi negli ultimi decenni. L’esposizione alla Galleria Cinquantasei si pone proprio l’obiettivo di documentare, attraverso la parola data alle opere, alcune di assoluto valore storico, la vitalità di queste due esperienze pittoriche, indagate nell’intero corso del loro svolgersi: le opere di Guidi in mostra vanno dal 1915 al 1980, mentre quelle di Saetti sono ricomprese tra il 1924 e il 1983. L’esposizione è accompagnata da un catalogo con testi di Toni Toniato e Claudio Spadoni (per Guidi) e di Mariastella Margozzi ed Estemio Serri (per Saetti), con una vasta antologia critica per ciascuno dei due artisti. La Galleria Cinquantasei nei giorni di Arte Fiera osserverà i seguenti orari: giovedì 23, venerdì 24 e domenica 26 gennaio dalle 9.30 alle 13 e dalle 16 alle 19.30; sabato 25 dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 24. ! S.P. Per informazioni: Galleria d’Arte Cinquantasei, via Mascarella 59b, Bologna, tel. 051 250885, www.galleria56.it Rane benefiche invadono i portici di Bologna Carlo Carrà, «Marina di Carrara», 1933 proveniente da Casa Balla, Roma, e dalla Galleria Sianesi Milano (1969), di cui reca il timbro nel retro; fu esposta nella mostra «Maestri Moderni», alla Galleria Sianesi di Milano, nel gennaio-febbraio 1969, e pubblicata nel catalogo della mostra (tav. n. 1) ed è corredata dall’autentica di Elena Gigli, datata «Roma, 30 maggio 2013». Si tratta, con tutta evidenza, dello studio preparatorio del dipinto «Automobile in corsa», 1913, di cm 74 x 104, firmato «Futur Balla» in basso a sinistra, e aggiudicato nell’asta Sotheby’s di New York il 6 novembre 2013 al prezzo di 8.506.752 euro, comprensivo delle spese (l’opera era stata esposta nella mostra personale di Balla del 1963 alla Galleria Civica d’Arte Moderna di Torino, riprodotta al n. 71 del catalogo, a cura di Enrico Crispolti e Maria Drudi Gambillo). Fanno corona a questo Balla, così rappresentativo di uno dei periodi fondamentali nell’opera dell’artista, quello futurista (ricordiamo solo la celeberrima icona di «Dinamismo di un cane al guinzaglio» del 1912), altri dipinti di Balla, realizzati in anni successivi, e opere di Sironi (negli ultimi tre anni la Galleria Cinquantasei ha dedicato molte energie al «Progetto Mario Sironi», in collaborazione con il nipote dell’artista, Andrea SironiStrausswald: dopo una mostra itinerante in otto sedi, si lavora alla pubblicazione, in più volumi, del catalogo generale dell’opera dell’artista), Campigli, Carrà, Rosai, Morandi, De Pisis, Corsi, Mandelli, tre dipinti di Guidi e tre di Saetti. Quest’ultima presenza si ricollega alla mostra, in corso fino all’8 marzo 2014 nella sede della Galleria, Gianfranco Rosini, titolare La Galleria Rosini Gutman (www. della Galleria Rosini Gutman rosinigutman.com), che vanta una di Riccione, sarà presente collaborazione ventennale con il a Bologna, nel quadro delle Cracking Art Group, coordinerà le manifestazioni di Arte Fiera, con installazioni delle “Rane benefiche” un’iniziativa particolare, che gli che invaderanno gli Art Hotels chiediamo di illustrarci. «Il nostro (www.bolognarthotels.it), le piazze progetto dedicato al Cracking e i portici di Bologna. Orea Malià Art Group è stato inserito ospiterà nel suo storico Spazio OreArt, in via Ugo Bassi, una grande all’interno di Bologna Arte Fiera esposizione antologica dei Cracking. 2014 “Art City White Night”. Le «Rane Cracking Art» che invadono Bologna a scopo Tutti i bolognesi e coloro che amano In verità, l’iniziativa si dispiega benefico questa meravigliosa città sono su un periodo di tempo molto più invitati a partecipare, anche tramite il web sostenuto dal ampio dei soli giorni della manifestazione di Arte Fiera, Crowdfounding di GINGER (www.unpassopersanluca.it), che avendo avuto inizio il 28 ottobre 2013 e protraendosi sino coordinerà l’organizzazione della raccolta fondi, finalizzata al 30 marzo 2014: si tratta di un’idea che coinvolge l’intera al restauro dei Portici di San Luca. La vendita delle “Rane città di Bologna e che ha come specifico obiettivo quello benefiche” è iniziata il 29 ottobre sulla piattaforma del di una charity, di una raccolta di fondi per il restauro del sito “un passo per San Luca”, e continuerà con la mostra Porticato di San Luca, uno dei simboli di Bologna, peraltro antologica della Collezione Rosini Gutman dei Cracking Art assai amato dai suoi cittadini. La prima comunicazione alla allestita nello Spazio OreArt di Orea Malià (www.oreamalia.it), stampa è avvenuta lunedì 28 ottobre, alla presenza del che si inaugurerà il 25 gennaio, per spostarsi poi a Riccione, Sindaco di Bologna che, a nome della città, ha affrontato sino in primavera, negli spazi della Galleria Rosini Gutman “il primo passo per San Luca”, con una donazione di di viale Ceccarini 35/g e viale Dante 4. In conclusione, 100mila euro, e con l’annuncio dell’invasione pacifica delle debbo esprimere il mio rammarico per la mancata “benefiche” Rane Cracking, che hanno “circondato” con una partecipazione della Galleria Rosini Gutman ad Arte Fiera prima installazione la statua di Luigi Galvani, nell’omonima 2014. Avevamo presentato un progetto espositivo con una piazza bolognese, dietro il Duomo. Oltre alle piazze e ai parte della nostra Collezione di Andy Warhol e una parte portici della città di Bologna l’evento continuerà all’interno della Collezione dei Maestri del Novecento, ma non è stato di Arte Fiera Bologna “Art City White Night” da Orea accettato dalla Commissione preposta alla selezione. Ce Malià, fino al 30 marzo. La manifestazione verrà filmata e ne dispiace molto, anche perché abbiamo alle spalle oltre trasmessa, a partire dalla produzione delle Rane sino alla cinquant’anni di apprezzata attività della famiglia Rosini, loro installazione nei vari luoghi, dalla Televisione della e possiamo vantare mostre nazionali e internazionali, in Svizzera Italiana; media partner dell’evento sarà Sky TV musei in Europa e in Cina, con una delle più vaste collezioni Art Channel. Le “Rane benefiche” sono disponibili in vari di Andy Warhol esistenti. Al di là di questa vicenda, posso formati, con diversi prezzi corrispondenti: un primo, piccolo assicurare il pubblico dei collezionisti e degli amanti formato, di 30x23x9 cm circa, a 20 euro; un formato sempre dell’arte, che tanto numerosi interverranno ad Arte Fiera, piccolo, ma firmate e numerate a 99 esemplari, al prezzo di che avranno comunque occasione di vedere la nostra 99 euro; infine, le Rane grandi (98x77x33 cm circa), sempre Collezione di Andy Warhol esposta a Bologna». S.P. firmate e numerate a 99 esemplari, al prezzo di 999 euro. Nessuno sa di arte tutto quello che sanno i lettori di IL GIORNALE DELL’ARTE È il mensile d’informazione di riferimento per il mondo dell’arte concepito come un quotidiano. Seleziona e riferisce con criteri giornalistici i fatti rilevanti dell’arte che avvengono in tutto il mondo. Ogni anno, 11 numeri, oltre 1.000 pagine. Ogni numero comprende: ■ ■ ■ Come abbonarsi VIA INTERNET www.allemandi.com VIA MAIL [email protected] «Vernissage», la fotorivista che ci porta dentro gli avvenimenti «Il Giornale delle Mostre» la guida commentata delle mostre da vedere ogni mese in tutta l’Italia, in tutto il mondo e periodicamente il «Rapporto Annuale» su un tema specialistico VIA POSTA via Mancini 8, 10131 Torino VIA FAX 011 8193090 VIA TELEFONO 011 8199157