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TUTTA L`ARTE DA VEDERE IN GENNAIO FEBBRAIO

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TUTTA L`ARTE DA VEDERE IN GENNAIO FEBBRAIO
SUPPLEMENTO A «IL GIORNALE DELL’ARTE» N. 338 GENNAIO 2014
L’opera di Giacomo Balla intitolata «Velocità d’automobile» del 1913 presentata dalla Galleria Cinquantasei di Bologna in occasione di Arte Fiera 2014
VEDERE A
BOLOGNA
IL GIORNALE DELL’ARTE
N. 7 GENNAIO/FEBBRAIO 2014 UMBERTO ALLEMANDI & C.
TUTTA L’ARTE DA VEDERE IN GENNAIO FEBBRAIO
3
TAPPETO ROSSO
Per Luigi Ficacci «Il consuntivo artistico
culturale 2013 è: regressione ma anche
macroscopiche eccezioni»
Tra le cose buone dell’anno: la Fondazione MAST, il centro polifunzionale
fortemente voluto dall’imprenditrice Isabella Seràgnoli, e le belle
iniziative, malgrado la crisi, di istituzioni pubbliche (MAMbo) e private
(Palazzo Fava). Ma inquieta molto l’arretramento culturale provocato dai
tagli che paralizzano i musei statali
VEDERE A
IL GIORNALE DELL’ARTE
Società editrice
Umberto Allemandi & C. spa,
via Mancini 8, 10131 Torino,
tel. 011.8199111
fax 011.8193090
[email protected]
Direttore responsabile
Umberto Allemandi
Vicedirettore
Franco Fanelli
Caporedattore
Barbara Antonetto
Impaginazione
Claudia Carello
Pubblicità
Cinzia Fattori
011.8199118 [email protected]
Stampa
Centro Stampa Quotidiani S.p.A.
Erbusco (Bs)
BOLOGNA
è una testata edita
dalla Società editrice
Umberto Allemandi & C.
nell’ambito della linea di periodici
«Vedere a...»
Editorialista ospite
di questo numero
Luigi Ficacci
Hanno collaborato
Stefano Luppi
Sandro Parmiggiani, Giovanni Pellinghelli
In redazione
Impaginazione
Lina Ocarino
Elisa Bussi
Referente commerciale a Bologna
Valeria Riselli
335.6390119
[email protected]
Sommario
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6
6
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8
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10
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SPECIALE FOTOGRAFIA
14 MIA Fair e Arte Fiera
14 La galleria P420
15 Artistocratic
L’imprenditrice Isabella Seràgnoli all’esterno del MAST
P
remesso che l’immagine di una città dipende da
quanto questa riesce a fare percepire di sé, più che
dalla risultante di dati oggettivi, bisogna riconoscere
che la percezione attuale di Bologna oscilla tra fattori
contraddittori: una reputazione fortemente retrospettiva;
una certa incapacità o assenza di interesse ad analizzare
con continuità la propria evoluzione reale (come molte città
d’Italia, d’altronde); una diffusa insoddisfazione e qualità
autocritica, peraltro salutari, da parte dell’opinione pubblica
locale, prevalentemente appartenente al ceto professionale
e produttivo.
Il MAST, ovvero una sintesi di tecnologia e umanesimo
Il consuntivo artistico culturale dell’anno 2013 deve
registrare per Bologna una situazione di regressione,
con qualche macroscopica eccezione, che non produce
però effetti strutturali di progresso complessivo della
città. La circostanza è significativa e merita un’attenta
analisi, di utilità piuttosto nazionale che locale. In
ordine di rilevanza, ecco i fatti dell’anno passato. Il più
importante è privato-imprenditoriale: l’azienda G.D.
del Gruppo Coesia ha inaugurato MAST (sta per
Manifattura di Arti, Sperimentazione e Tecnologia). È una
riproposizione concreta, in piena fase storica di disillusione
postindustriale, della sintesi di tecnologia e umanesimo,
per una finalizzazione della tecnica al miglioramento
della vita e del contesto sociale. È l’idea ricorrente del
XX secolo; costantemente dispersa e inattuata. Voluto
da Isabella Seràgnoli, imprenditrice nota per il
suo impegno culturale e filantropico, MAST mira a
estendere l’esperienza aziendale all’esterno, col fine
di promuovere creatività e innovazione. Un nuovo
edificio polivalente sostituisce strutture dismesse dell’area
industriale dell’azienda. È molto ampio, come possibile
in una zona esterna alle mura della città antica. È stato
progettato per attuare la contiguità di attività aziendali,
sociali e culturali, abolendo la distinzione architettonica tra
funzioni interne all’impresa
e quelle rivolte al pubblico
esterno. Comprende
spazi per mostre, un
auditorium, e funzioni
concepite per utilità
Il soprintendente
dei dipendenti quanto
Luigi Ficacci
della cittadinanza, del
quartiere,
La Società di Santa Cecilia
Le mostre del MAMbo
Omaggio a Rubbiani
Jankowski e Favelli
«do ut do 2014»
Olandesi del ’600 a Palazzo Fava
«Ex tempore» di Antonio Cesari
La Fondazione Golinelli
Le lune di Mario de Maria
La Raccolta Lercaro
Arte Fiera, 38ima edizione
I curatori della Fiera
Le gallerie partecipanti
Le notte bianca delle gallerie Ascom
«Art City» e «Art City White Night»
«SetUp 2014»
dei visitatori, quali un asilo nido d’avanguardia, una
palestra, una mensa e spazi di gastronomia pubblica. È
anche museo, perché nel corso degli anni l’azienda
ha formato un’importante collezione di fotografia
di soggetto industriale, storica e contemporanea,
oltre alle opere originali di eguale tematica
prodotte tramite tre successivi concorsi. Vuole essere
accademia, in un senso classico, come dovrebbe essere
nelle corde storiche di Bologna: cioè sede di elaborazione
«universale» (come si diceva nel lessico barocco poi
idealista) delle prassi di professioni e mestieri. In termini
neolatini contemporanei, e purtroppo non più italiani:
Academy. A ottobre scorso, G.D. ha fatto coincidere
l’inaugurazione del MAST con l’avvio della prima
biennale di fotografia industriale, affidata alla cura
dalle «Rencontres de la Photographie» di Arles e al suo
direttore artistico François Hébel: una ventina di mostre
monografiche, allestite in vari luoghi dell’intera città.
MAST e neoistituita Biennale della Fotografia d’Industria
sono iniziative uniche in Italia. Finora non sembrano avere
provocato un’attenzione nazionale all’altezza della loro
eccezionalità, anche perché, essendo totalmente private,
hanno i caratteri di riservatezza e perfino di dissimulazione
propri di una antica civiltà del lavoro, ben radicata in
Emilia e a Bologna. Effettivamente il promotore privato può
astenersi dal magnificare le proprie iniziative, che in questo
caso sono di elevato intento artistico generale, ma anche
connotate da quella che definirei un’etica pragmatica del
lavoro industriale-culturale che pare rifuggire dall’enfasi
pubblicitaria. Credo che la Soprintendenza alle Belle Arti
di Bologna, che dirigo, abbia fatto però ciò che ci si debba
attendere dalle funzioni culturali dello Stato: tutte le
manifestazioni che hanno preceduto l’apertura del MAST
e l’istituzione della Biennale, negli ultimi anni, hanno
ricevuto il più convinto appoggio di condivisione da parte
della Pinacoteca Nazionale. Fino al 2011 la Pinacoteca è stata
la sede espositiva dei concorsi di fotografia industriale del
settore arte della G.D. Per contro, l’azienda ha assicurato
il sostegno più rispettoso e costante alle altre iniziative
della Pinacoteca, con una continuità di sponsorizzazione
che in tempi di indigenza totale dell’ente culturale statale
è ancora più preziosa. Certamente, ora che MAST esiste e
funziona, si sapranno trovare i modi di prosecuzione di
quello che finora, in attesa della sede propria, era stato un
rapporto istituzionale privilegiato, di grande utilità per la
sopravvivenza di un’attività culturale della Pinacoteca.
Arturo Martini a Palazzo Fava e al Mic di Faenza e la bella
stagione del MAMbo
Altra iniziativa di livello nazionale, è stata, nel
Palazzo Fava della Fondazione Carisbo e a Faenza,
nel Museo Internazionale delle Ceramiche, la doppia
mostra su Arturo Martini, indagato nel suo lavoro con la
terracotta: materia primitiva, significativa di un rapporto
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VisionQuest
Bruno Cattani
Sabrina Raffaghello
Time Out e Photissima
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Culturalia
Salone del Restauro di Ferrara
Il volume «Arte dal 1900»
Fondantico
Gregory’s casa d’aste
Collegio Venturoli | Falstaf al TCBo
Emil Banca | Spazio Labò | Spazia
L’Ariete | Di Paolo Arte | Art Forum |
De’ Foscherari | Spazio Testoni
Forni | Stefano Forni | OltreDimore |
Otto Gallery | Studio G7
La Galleria d’Arte Maggiore
Galleria B4
La Galleria Cinquantasei
Rosini Gutman Art Gallery
21
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21
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IL GIORNALE NON RISPONDE DELL’AUTENTICITÀ DELLE ATTRIBUZIONI DELLE OPERE RIPRODOTTE, IN
PARTICOLARE DEL CONTENUTO DELLE INSERZIONI PUBBLICITARIE. LE OPINIONI ESPRESSE NEGLI ARTICOLI
FIRMATI E LE DICHIARAZIONI RIFERITE DAL GIORNALE IMPEGNANO ESCLUSIVAMENTE I RISPETTIVI AUTORI.
SI CONSIGLIA DI VERIFICARE TELEFONICAMENTE GLI ORARI DELLE MANIFESTAZIONI.
www.allemandi.com
elementare con la terra e di un accesso primordiale all’arte
plastica, di un’autenticità sconvolgente. Sintomo della
rilevanza di questa mostra, prodotta dal Genus Bononiae
(l’istituzione artistico culturale della Fondazione Carisbo)
e dal Museo faentino, per la cura di Claudia Casali e Nico
Stringa, è l’eccezionalità dei prestiti ottenuti, da molti
musei e collezioni italiani e dal Middelheim Museum di
Anversa. Lucie Bausart, la direttrice di quest’ultimo,
ha pubblicamente affermato di avere affrontato con
convinzione i rischi dello spostamento delle opere prestate
in considerazione del vantaggio che esse avrebbero tratto
dalla loro esposizione in un contesto d’eccezione come
quello di Bologna. Si riferiva non solo alle sculture presenti
temporaneamente in mostra, ma anche al formidabile
nucleo che Bologna possiede stabilmente, grazie agli
acquisti della Fondazione Carisbo (le terrecotte «L’Odalisca»
e «La Madre Folle» del 1929 sono un patrimonio capitale,
cui si aggiungono sculture monumentali in pietra come
«La Carità», «L’amplesso», «Dedalo» e Icaro» e il «Torso di
giovinetto», in bronzo).
La stagione espositiva di Palazzo Fava era iniziata con una
manifestazione altrettanto imperdibile: tutto l’edificio,
nell’interezza dei suoi spazi, era stato affidato a Nino
Migliori per realizzarvi una retrospettiva d’autore che,
nella sua originalità di selezione riflessiva sulla sterminata
e poliedrica attività dell’artista, è stata in sé un’opera di
sorprendente vitalità. Ha rivelato in pieno la dimensione,
contemporaneamente storica e attuale, di questo gigante
dell’arte fotografica italiana. Per contro, nel 2013, sono
stati i musei pubblici ad avere risentito di una sempre
più grave sottrazione di mezzi. Il MAMbo, comunale,
è riuscito a compensare con una stagione espositiva di
livello, con la bella e spettacolare mostra di Mario Ceroli,
con quella di Bas Jan Ader alla Villa delle Rose e infine con
la selezione delle collezioni d’arte dell’Unicredit tutt’ora in
corso, fino a febbraio.
Raffaello e Schoenberg: le grandi occasioni perdute della
Pinacoteca Nazionale
La Pinacoteca Nazionale, invece, che nel 2013 era
ridotta allo stremo per gli sforzi sovrumani affrontati
in occasione del terremoto e che ancora una volta
aveva ricevuto finanziamenti che sarebbero a mala
pena sufficienti a un privato cittadino per gestire un
appartamento in buone condizioni, è stata costretta
a collezionare rinunce. Si è dovuto rinunciare ad
accogliere i due capolavori di Raffaello che Prado
segue a pag. 4
VEDERE A BOLOGNA
2013: regressione e macroscopiche eccezioni
continua da pag. 3
e Louvre volevano inviare per riconoscenza del
prestito della «Santa Cecilia» alla mostra su Raffaello
tardo (erano attese la «Madonna del pesce» e la «Sacra
famiglia di Francesco I»). Né si è potuta realizzare la
mostra dei dipinti di Arnold Schoenberg che doveva
essere il culmine dell’impegnativo progetto «The
Schoenberg Experience» che, tra esecuzioni musicali,
mostre, convegni e laboratori, doveva coinvolgere, assieme
alla Pinacoteca, anche Teatro Comunale, Università,
MAMbo, Conservatorio e Accademia di Belle Arti. Nessuna
delle due mostre erano dunque di iniziativa individuale.
Nelle condizioni di indigenza strutturale in cui sono
precipitati i musei statali (almeno quelli implicitamente
declassati a second’ordine per conseguenza involontaria
dell’attenzione prioritaria riservata dalle riforme di fine
anni novanta ai siti con maggiore flusso di visitatori)
non è più possibile una progettazione autonoma, come
accadeva in passato per ogni museo, anche minore.
Entrambe le manifestazioni dovevano essere l’effetto
produttivo dell’attività istituzionale di base e delle relazioni
scientifiche costruite nel tempo. Per Raffaello, ad esempio,
il prestito era il risultato di cinque anni di collaborazione
attiva assicurata agli organizzatori della mostra di Madrid
e Parigi. Nel caso di Schoenberg, si trattava di partecipare
a un programma comune e lavorare perciò in circostanze
eccezionali, perché le opere figurative dell’artista si
sarebbero trovate esposte nel contesto più adatto per essere
capite, quello di un programma di esecuzioni musicali
e di studi esteso per più di un anno di durata. Non che
la Pinacoteca per queste due mostre si affidasse
all’ipotesi di finanziamenti statali. I fondi necessari
erano in gran parte stati reperiti localmente presso
il capitale privato, in primo luogo la Fondazione
Carisbo, ma erano anche conseguenze di condivisioni
di proposte culturali promosse da imprese private, come
G.D., con i suoi concorsi di fotografia, o la casa editrice
Logos, grazie a cui si è realizzata una mostra molto bella
di tavole inedite di Lorenzo Mattotti. È stata invece
l’incidenza schiacciante delle difficoltà strutturali,
accumulatesi in anni di sottrazioni di mezzi, a
impedire l’attuazione di queste due opportunità.
Sono le stesse difficoltà che da mesi inibiscono
perfino l’apertura normale e il funzionamento
ordinario della Pinacoteca: carenza di addetti alla
vigilanza, impossibilità finanziaria di ricorrere al
contributo di personale volontario, che ha comunque
un costo, impossibilità di garantire manutenzioni.
Insomma, è stata la struttura di base della Pinacoteca che
ha iniziato a venire meno e a non garantire più il minimo
indispensabile per produrre una mostra (che è la necessità
primaria di qualunque museo, come l’Europa e i paesi
esteri più avanzati dimostrano). E al soggetto privato
non si può certo chiedere di compensare carenze
strutturali: alcune fondazioni di origine bancaria
hanno perfino ratificato questa impossibilità come
preclusione statutaria, come sembra giusto. Così, a
fronte della straordinaria enfasi attribuita dal Prado e dal
Louvre al prestito della «Santa Cecilia», è stato inevitabile
opporre il portone frequentemente chiuso della Pinacoteca
Nazionale, per fare fronte con orari contratti alla carenza
di personale di vigilanza. Alla straordinaria attenzione
dedicata dai figli di Arnold Schoenberg all’esposizione
4
recuperare l’arretramento culturale così procurato
e di compensare i costi ulteriori provocati dai tagli.
Bologna e la sua Soprintendenza furono nei decenni
centrali del secolo XX un luogo capitale della ricerca storico
artistica e della sua divulgazione pubblica attraverso le
mostre: un modello allora non così diffuso, al mondo, come
oggi. Nessuno sa se, in un paese che storicamente non ha
quasi mai propriamente conosciuto la condizione della
provincia, la creazione di provincialità, in cui l’abbandono
del sostegno statale fa sprofondare molte città italiane, sia
reversibile.
!"Luigi Ficacci
Soprintendente per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici per le
Province di Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini
L’importanza di avere amici veri
La mostra antologica di Mario Cerioli al MAMbo
dei dipinti paterni negli spazi della Pinacoteca, l’esito è
malauguratamente stato, alla fine e dopo tanto lavoro già
definito, una inevitabile rinuncia. Ma questa soluzione
non ha nulla di consono all’importanza dell’argomento
e del contesto e meno che meno con la splendida e
indimenticabile esperienza della conferenza sugli anni
americani del padre che Nuria Schoenberg Nono aveva
tenuto proprio nell’auditorium della negletta Pinacoteca
che qualche mese dopo, secondo previsioni, avrebbe dovuto
inaugurare la mostra. Si sta parlando di uno dei geni più
cruciali e decisivi del XX secolo. E si sarà anche risparmiato,
nel taglio di fondi strutturali, ma una perdita come quella
citata è immensamente gravosa da recuperare, così come
è immensamente doloroso che, per difficoltà analoghe,
anche altri enti musicali abbiano dovuto rinunciare a una
buona parte delle esecuzioni previste e la parte culminante
e conclusiva del progetto «The Schoenberg experience» sia
andata dispersa.
I tagli statali alla cultura portano alla creazione di
provincialità
Ciò detto, tramite una continuità di iniziative minori,
di aperture straordinarie serali (ma con chiusure
negli orari normali), nel corso del 2013 i visitatori
della Pinacoteca sono perfino aumentati: segno
inequivocabile di una disponibilità di adesione
del pubblico anche in carenza di offerte espositive
particolarmente attraenti. E, almeno in un paese come
il nostro, non vi è alcuna possibilità di progresso sistemico
quando il settore pubblico regredisce. Perché il bilancio
dell’anno concluso fosse sano, l’ordine di rilevanza delle
attività culturali avrebbe dovuto essere opposto a quello
che è effettivamente stato: al primo posto si sarebbe dovuto
segnalare il museo statale, a seguire le produzioni locali e
private.
Le scienze economiche hanno finora sufficientemente
dimostrato di non possedere la soluzione sicuramente
efficace per diminuire i costi e creare ricchezza, né
la scienza amministrativa pare possedere la formula
concreta per economizzare e eliminare definitivamente
gli sprechi. Se anche risultasse vero che il risparmio
a discapito della cultura e del patrimonio artistico
possa essere risolutivo nell’abbattimento del debito
pubblico nazionale, diversamente da quanto ritenuto
dalla maggior parte dei paesi europei e da molti di
quelli esteri, resta altamente incerta la possibilità di
Felice Giani, «Allegoria della guerra»
Continuano le attività a sostegno delle istituzioni e della
cultura bolognesi svolte dalla «Società di Santa Cecilia.
Amici della Pinacoteca Nazionale di Bologna», nata
nel 1990 per iniziativa dell’ex soprintendente Andrea
Emiliani. Fino al 23 marzo la Pinacoteca Nazionale ospita
la rassegna «Disegni in collezione» relativa alle donazioni
che tra il 2011 e il 2013 l’associazione ha effettuato al
Gabinetto Disegni e Stampe del museo statale. Ordinati
nelle sale sono un foglio a tempera con l’«Allegoria
della Guerra», legato al cammeo realizzato nella volta
della Sala della Pace e della Guerra a Palazzo Milzetti a
Faenza, un disegno a matita rossa di Giuseppe Maria
Mitelli preparatorio per l’acquaforte «Li cinque sentimenti
alla moda» (1710) e un’altra matita rossa di Angela
Teresa Muratori preparatorio per la pala raffigurante
l’«Annunciazione» di inizio Settecento per la chiesa della
Santissima Trinità di Bologna. Previste anche quattro
conferenze a partire dal 18 gennaio di Maria Pace
Marzocchi, Elena Rossoni, Angelo Mazza e Luigi Ficacci.
La «Società» prende il nome dal capolavoro di Raffaello
conservato in Pinacoteca e fin dagli inizi raccoglie intorno
ad Andrea Emiliani un gruppo di partecipanti che hanno
perfezionato giuridicamente nel 2002 l’associazione.
Da allora la Società ha concorso a restauri, sostenuto
ricerche e studi, donato alla Pinacoteca bolognese opere
dei Carracci, Guercino, Reni, Cesi, Albani, Crescimbeni
e pubblicato tutti i cataloghi generali della Pinacoteca,
l’ultimo dei quali è quello, coordinato da Daniela
Scaglietti, dedicato al patrimonio di Otto e Novecento. Il
Consiglio direttivo 2012-15 della Società di Santa Cecilia
è composto da Fabia Farneti (presidente), Maria Pace
Marzocchi (vicepresidente), Silvia Camerini, Valentina
Camorani Scarpa, Giorgio Forni, Vincenza Riccardi
Scassellati Sforzolini e Andrea Santucci. ! Stefano Luppi
Per informazioni: Società di Santa Cecilia, via delle Belle Arti 56,
Bologna, tel. 3400902664, [email protected]
6
VEDERE A BOLOGNA
Le stupefacenti magie del MAMbo
L’
appuntamento clou dell’inverno al MAMbo
è dedicato all’artista britannica Tacita Dean,
una delle protagoniste più influenti della scena
contemporanea messa a confronto con un nume tutelare
dell’arte italiana del Novecento come il bolognese Giorgio
Morandi (1890-1964). La mostra «The Studio of Giorgio
Morandi», curata dal direttore del Museo d’Arte
Moderna di Bologna Gianfranco Maraniello e visibile
fino al 9 febbraio, presenta due film realizzati da
Tacita Dean a Casa Morandi, in via Fondazza, prodotti
dalla Fondazione Nicola Trussardi di Milano. Nel film
«Still Life», girato in bianco e nero, appaiono linee che si
intersecano fitte sui fogli di lavoro dell’artista bolognese,
che tracciava a matita le esatte posizioni degli oggetti che
avrebbe dipinto. Morandi infatti analizzava per giorni,
minuziosamente, ogni possibile variazione della luce e delle
ombre degli oggetti posizionati, annotando il tutto con segni
e lettere sui grandi fogli di carta che avvolgevano il suo
tavolo di lavoro. Una serie complessa di linee si intrecciava
dando vita a un disegno complessivo tanto straordinario
quanto involontario. Attraverso tali tracce, spesso trascurate
e dimenticate dalla critica, Tacita Dean racconta l’opera di
Morandi, ricostruendone la costanza e il rigore delle fasi
preparatorie. La seconda pellicola proiettata, sempre in
lingua originale con sottotitoli, è «Day for Night» del 2009:
qui sono protagonisti proprio gli oggetti, vasi, contenitori,
scatole, fiori di stoffa, che Morandi accumulava e conservava
gelosamente nel suo piccolo studio. Nelle immagini di
Tacita Dean si ritrovano alcune qualità degli oggetti
che caratterizzano i dipinti di Morandi, come ad
esempio l’opacità o la percezione della polvere che li
ricopre. Entrambi i lavori dell’artista, che vive a Berlino
ed è nata a Canterbury nel 1965, sono caratterizzati da uno
sguardo minuzioso e da un tempo molto lento, scandito
dalle pause, legato all’analisi degli spazi intimi dell’artista
bolognese.
Al MAMbo prosegue anche, fino al 16 febbraio e sempre
con la cura di Gianfranco Maraniello, affiancato da Walter
Guadagnini (presidente della Commissione scientifica
UniCredit per l’Arte) e Bärbel Kopplin (curatrice della
collezione HypoVereinsbank. UniCredit Bank AG), la
COURTESY L’ARTISTA /FRITH STREET GALL. E MARIAN GOODMAN GALL.
Il cartellone invernale del museo è ricco di mostre di rilievo internazionale, tra cui la raffinata rilettura
di Tacita Dean dell’opera di Giorgio Morandi. E il 25 gennaio inaugura la personale di Rachel Whiteread
rassegna «La Grande
Magia. Opere scelte dalla
Collezione UniCredit».
Ordinati nei saloni del
museo novanta lavori
che, con l’introduzione
di alcuni dipinti antichi,
raccontano la magia come
«trama» ricorrente nella
storia dell’arte soprattutto
contemporanea. Il
percorso parte da «Psiche
abbandonata da Amore»
(1525) di Dosso Dossi e
«Aracne tesse la tela» di
Antonio Carneo posti in
dialogo con una scelta di
Tacita Dean, «Day for Night», 2009
libri antichi dedicati alla
magia. Tra gli artisti del
Novecento e della scena odierna ci sono Gustav Klimt,
Giorgio de Chirico, Fernand Léger, Edward Weston,
Kurt Schwitters, Yves Klein, Arnulf Reiner, Georg
Baselitz, Gerhard Richter, Peter Blake, Christo, Günter
Brus, Mimmo Jodice, Gilberto Zorio, Giulio Paolini,
Richard Long, Candida Höfer, Giuseppe Penone,
Fischli, Weiss e Shirin Neshat, Christian Marclay,
Grazia Toderi, Markus Schinwald, Clare Strand, Elina
Brotherus, Jeppe Hein, Beate Gütschow e Hans Op
de Beeck. Fino al 16 febbraio è anche possibile integrare
la visita alla mostra con il percorso «Percorsi del magico
a Bologna» che raggruppa 13 istituzioni cittadine nelle
quali sono state isolate opere che si integrano con il tema
della rassegna al MAMbo. Gli enti aderenti sono: Museo
Internazionale e Biblioteca della Musica, Palazzo Pepoli
Museo della Storia di Bologna, Teatro Comunale, Biblioteca
dell’Archiginnasio, Palazzo Magnani Unicredit, Museo Civico
Medievale e Collezioni Comunali d’Arte, Museo Civico
Archeologico, Museo Civico del Risorgimento, Cinema
Lumière, Fondazione del Monte e Cimitero della Certosa.
Presso gli spazi del Museo Morandi è prevista dal 25
gennaio al 4 maggio «Rachel Whiteread. Study for
Magia: la colomba del Monte
Doppio appuntamento per la Fondazione Del Monte di
Bologna e Ravenna, presso le sale espositive della sua
sede di via delle Donzelle e presso il vicino Oratorio di
San Filippo Neri, di proprietà dell’ente ex bancario. In
Fondazione, fino al 16 febbraio per la cura di Gianfranco
Maraniello, direttore del MAMbo e Maura Pozzati,
consigliere di amministrazione delegata alle attività
culturali, è organizzata «Christian Jankowski. Magic
Numbers». L’evento si lega, per quanto riguarda l’attenzione
all’argomento, alla mostra «La Grande Magia» visibile
al MAMbo e riunisce quattro lavori dell’artista tedesco
(Gottinga, 1968) che è solito dirigere la sua produzione
verso l’uso di diversi media. Tre delle opere presenti hanno
infatti per soggetto proprio i maghi e il mondo dell’arte,
con al centro come di consueto lo stesso creativo sotto
diverse «vesti». Si tratta del video e delle fotografie che
compongono «My Life as a Dove», dove l’artista diviene
una colomba in occasione dell’inaugurazione di una sua
mostra in una galleria belga. Il secondo video, «Director
Poodle» del 1998, rappresenta un mago nell’atto di
tramutare un direttore di museo in un barboncino. In «Flock»
del 2002, infine, è protagonista l’assistente del noto
mago David Copperfield che trasforma l’intero pubblico di
una mostra in pecore. Ordinata lungo il percorso anche
la videoinstallazione
«Telemistica», prodotta per
la Biennale internazione
d’arte di Venezia del 1999:
Jankowski telefonò ad
alcuni cartomanti televisivi
italiani chiedendo loro di
leggere le carte per lui.
Ma in occasione della
mostra viene prodotto
anche un nuovo filmato
che unisce il mondo della
magia e quello di un
Christian Jankowski, «Magic
ente di origine bancaria.
Circle», 1999
All’Oratorio di San Filippo
Neri è invece ospitata l’opera performance «La Vetrina
dell’Ostensione VI. Ventisei minuti d’insostenibile bellezza»
di Flavio Favelli. Il lavoro dell’artista fiorentino, che vive
nel Bolognese, sarà visibile il 25 gennaio e fa parte di una
serie iniziata nel 2001 nella quale Favelli si muove come si
trovasse davanti a uno specchio. ! S.L.
Per informazioni: Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, via delle
Donzelle 2, tel. 051 2962511; Oratorio di San Filippo Neri, via Manzoni
5, Bologna
Room», mostra dedicata ad alcuni lavori della celebre
artista britannica. Questa è nota in particolare grazie a
sculture realizzate in resina e gesso con le quali esplora
l’architettura, lo spazio, l’assenza e la memoria, caratteri
molto affini dunque alla poetica morandiana. L’artista
presenta al MAMbo una selezione di lavori realizzati tra
il 1991 e il 2006, oltre a due nuovi disegni realizzati per
l’occasione. Le opere dialogano con una «Natura morta»
del 1956 di Giorgio Morandi che Rachel Whiteread ha
personalmente scelto tra quelle presenti nella collezione
del museo bolognese. Infine, dal 24 gennaio al 9 marzo
il museo propone «Sculture in tasca. L’esaltazione
dell’insignificante» di Flavia Mastrella, una rassegna
didattica con microsculture formate da giocattoli
abbandonati. ! S.L.
Il segno di Rubbiani
Giuseppe De Col, «Veduta bolognese», 1888 (Collezioni Fondazione
Carisbo)
Alfonso Rubbiani (Bologna, 1848-1913) diviene tra XIX
e XX secolo un punto centrale per l’arte bolognese,
soprattutto per il restauro dei maggiori edifici di Piazza
Maggiore e per la specialità d’epoca Art Nouveau di
ricamo denominata «Aemilia Ars». Fino al 14 marzo
la mostra «Sotto il segno di Alfonso Rubbiani. La
salvaguardia del passato e le origini della collezione
della Cassa di Risparmio in Bologna» ne racconta
i caratteri presso due sedi di Genus Bononiae: la
Biblioteca d’arte e storia di San Giorgio in Poggiale
e Santa Maria della Vita. I curatori Angelo Mazza,
Benedetta Basevi e Mirko Nottoli hanno riunito decine
di lavori di Rubbiani tra fotografie, manifesti, disegni,
medaglie oltre a un’ampia serie di tessuti che descrivono
l’evolversi e la varietà dei suoi interessi. In Santa Maria
della Vita si analizza l’Art Nouveau a Bologna anche
attraverso la proiezione di due documentari che illustrano
i mutamenti urbanistici della fine del XIX secolo e la
nascita e lo sviluppo della Società Cooperativa Aemilia
Ars. A San Giorgio in Poggiale si focalizza l’attenzione
sull’influenza esercitata dal pensiero e dall’attività di
Alfonso Rubbiani sulla formazione delle Collezioni della
Cassa di Risparmio. Qui si analizza anche il ruolo di
Alfredo Baruffi (1873-1948), importante illustratore del
periodo Art Nouveau e «creatore» della collezione stessa.
Genus Bononiae organizza inoltre, fino a maggio, una
serie di 24 visite guidate sotto il titolo di «I giovedì a
Palazzo Pepoli: viaggi nel museo della storia di Bologna»,
a cura di Cristina Francucci. Negli appuntamenti di
gennaio si parlerà di dame e cavalieri, in febbraio di
«Bologna in dialetto». ! S.L.
Per informazioni, Biblioteca d’arte e di storia di San Giorgio in
Poggiale, via Nazario Sauro 20/2; Santa Maria della Vita. Museo
della Sanità e Assistenza, via Clavature 8-10, tel. 051 1993630,
www.genusbononiae.it
GALLERIE D’ARTE MODERNA E
CONTEMPORANEA
7
9
CONFCOMMERCIO
ASCOM BOLOGNA
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6
12
5
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10
ART CITY BOLOGNA 2014
ART CITY WHITE NIGHT 2014
8
Art City Bologna venerdi 24 sabato 25 domenica 26 gennaio 2014
mostre aperte nelle Gallerie Confcommercio Ascom Bologna
Art City White Night sabato 25 gennaio 2014
apertura straordinaria delle gallerie ore 20.30|24
1. ART FORUM CONTEMPORARY
Via dei Bersaglieri 5 www.artforum.it
FEDERICA GONNELLI/VIRGINIA PANICHI ‘Il corpo che abito’
7. (GALLERIA +) OLTREDIMORE
Via del Porto 48 a/b www.oltredimore.it
MATTIA BARBIERI ‘Vedute. The New Fragrance’
2. GALLERIA DE’ FOSCHERARI
Via Castiglione 2b www.defoscherari.com
NUNZIO
8. OTTO GALLERY
Via D’Azeglio 55 www.otto-gallery.it
FRANCO GUERZONI ‘Archeologie senza restauro’
3. GALLERIA DI PAOLO ARTE
Gall.Falcone Borsellino 4a/b www.dipaoloarte.it
FRANCO TOSI ‘Synaesthesis’
9. P420
Piazza dei martiri 5/2 www.p420.it
GORAN TRBULJAK
4. GALLERIA FORNI
Via Farini 26 www.galleriaforni.it
NICOLA NANNINI ‘Passaggio a Krumau. Omaggio a Schiele’
10. SPAZIO TESTONI LA 2000+45
Via D’Azeglio 50 www.spaziotestoni.it
CAROLINE LE MéHAUTé ‘Silent’
5. L’ARIETE ARTECONTEMPORANEA
Via D’Azeglio 42 www.galleriaariete.it
BETH MOON ‘Between Earth and Sky’
11. GALLERIA STEFANO FORNI
Piazza Cavour 2 www.galleriastefanoforni.com
!"#$%"&&#%'()*"&&(+")),"-./012)345661)05)7-)89:;
6. GALLERIA D’ARTE MAGGIORE G.A.M.
Via D’Azeglio 15 www.maggioregam.com
‘TERRA ITALIANA. Paladino, Leoncillo, Matta, Chia’
12. GALLERIA STUDIO G7
Via Val D’Aposa 4a www.galleriastudiog7.it
FRANCO GUERZONI ‘Archeologie senza restauro’
8
VEDERE A BOLOGNA
Una straordinaria collaborazione, la finalità è benefica
«do ut do» è la manifestazione biennale promossa dall’Associazione Amici della Fondazione Hospice
Seràgnoli che raccoglie fondi per l’assistenza ai malati terminali
U
n duo d’eccezione per il progetto internazionale
«do ut do 2014: Design per Hospice», evento che
coinvolge alcune eccellenze del mondo del design, con
l’obiettivo di raccogliere fondi a favore della «Fondazione
Hospice Seràgnoli Onlus» (la manifestazione è promossa
dall’associazione degli Amici della Fondazione Hospice
Seràgnoli). Si tratta di Art Defender e Arterìa che,
insieme alla famiglia Seràgnoli e ai designer Emilio
Ambasz, Odile Decq, Michele De Lucchi, Doriana e
Massimiliano Fuksas, Massimo Iosa Ghini, Daniel
Libeskind, Alessandro Mendini, Richard Meier,
Mimmo Paladino, hanno realizzato una partnership
per finalità benefiche. L’arte, dunque, «utilizzata»
per raccogliere fondi da devolvere per l’assistenza dei
malati nel loro percorso finale di vita terrena attraverso
le cure palliative. L’assistenza, rigorosamente gratuita
anche grazie alle donazioni private, è garantita da equipe
multidisciplinari formate in seno alla «Accademia delle
Scienze di Medicina Palliativa (ASMEPA)» istituita nel
2006 con l’obiettivo di diffondere la cultura delle cure
palliative tramite programmi formativi e di ricerca. Questi
artisti hanno espresso la loro adesione all’iniziativa donando
un’opera e ognuna di esse secondo il tradizionale schema
dell’estrazione a sorte verrà successivamente assegnata a chi
«Look Beyond», il video dei Masbedo realizzato per «do ut do 2014»
avrà sostenuto le attività della Fondazione con un contributo
a partire da cinquemila euro (l’estrazione e la conseguente
assegnazione delle opere in palio avverrà presso il neonato
MAST, Manifattura di Arti, Sperimentazione e Tecnologia di
Bologna, voluto da Isabella Seràgnoli).
Il progetto nel 2014 prevede due momenti pubblici in
primavera e autunno al MAMbo di Bologna e al MaXXI
di Roma (dal 16 al 18 maggio 2014) che rappresenteranno
un’occasione unica per ammirare le opere inedite. Il
Quella ragazza con l’orecchino
che viene dall’Aja
Circa quaranta le opere riunite in Palazzo Fava nella mostra
«Il mito della Golden Age. Da Vermeer a Rembrandt. Capolavori dal
Mauritshuis», e tra queste la mitica «Ragazza con l’orecchino di perla»
nell’unica tappa europea
C
resce la febbre per l’arrivo a Bologna della «Ragazza
con l’orecchino di perla» che «alloggerà» a Palazzo
Fava dall’8 febbraio al 25 maggio quale ospite d’onore
di una mostra organizzata dalla società Linea d’Ombra
di Marco Goldin, Genus Bononiae presieduto da
Fabio Roversi Monaco e dalla Fondazione Carisbo.
Naturalmente la «ragazza» non è una persona in carne e
ossa, ma il notissimo soggetto dell’olio su tela realizzato
dall’olandese Johannes Vermeer intorno al 1665-1666 e
già al centro del romanzo omonimo di Tracy Chevalier,
pubblicato nel 1999 e di un film diretto nel 2003 da
Peter Webber. Un quadro «mito», dunque, al pari della
«Gioconda» leonardesca o dell’«Urlo» di Munch, intorno
al quale i curatori Emilie E.S. Gordenker, Quentin
Buvelot, Ariane van Suchtelen, Lea van der Vinde e
Marco Goldin hanno messo insieme la mostra «Il mito
della Golden Age. Da Vermeer a Rembrandt. Capolavori
dal Mauritshuis» composta da una quarantina di opere
anch’esse provenienti dal museo de L’Aja chiuso per
restauro e ampliamento della sede fino all’estate prossima.
«Da molto tempo il Mauritshuis, spiega la direttrice Gordenker,
era consapevole delle proprie inadeguatezze, ma solo di recente ha
trovato una soluzione: un edificio vuoto e la possibilità di creare
un collegamento sotterraneo con il Museo. Durante l’esecuzione del
progetto il Mauritshuis mantiene comunque la sua presenza nella
città: le opere più importanti della collezione, fra cui la sublime
“Veduta di Delft” di Vermeer e “La lezione di anatomia del dottor
Tulp” di Rembrandt, rimarranno esposte al Gemeentemuseum».
Altri capolavori invece hanno fatto il giro del mondo e dopo
le mostre in Giappone e Stati Uniti arrivano a Bologna,
unica tappa europea della «Ragazza con l’orecchino
di perla», affiancata all’opera dello stesso pittore «Diana
e le sue ninfe», oltre a quattro quadri di Rembrandt e
altri di Frans Hals, Ter Borch, Claesz, Van Goyen, Van
Honthorst, Hobbema, Van Ruisdael e Steen, ovvero i
massimi protagonisti della Golden Age dell’arte olandese.
Il Seicento naturalmente. In concomitanza anche la
rassegna «Attorno a Vermeer. I volti, la luce, le cose»
con opere di una quindicina di
artisti italiani di oggi, tra cui
Guccione, Sarnari, Olivieri,
Verna, Iacchetti, Casiraghi e
Lacasella. E Goldin «trascina»
nel progetto anche Franco
Battiato. Il 19 e 20 gennaio al
Teatro Comunale va in scena il
responsabile di Linea d’Ombra con
un atto unico nel quale racconta, su
musiche del cantautore siciliano,
chi «è» la «Ragazza con l’orecchino»
(i posti sono già esauriti). ! S.L.
Per informazioni: Palazzo Fava. Genus
Bononiae, via Alessandro Manzoni
2, Bologna, tel. 051 2754111, www.
fondazionecarisbo.it e www.genusbononiae.it
Carel Fabritius, «Il cardellino», c. 1654;
Pieter de Hooch, «Uomo che fuma e donna
che beve in un cortile», c. 1658-1660
progetto biennale, il cui nome è stato coniato da Alessandro
Bergonzoni, è stato inaugurato nel 2012 da Yoko Ono che ha
donato la sua opera «Wish Tree» e finora ha raccolto 240mila
euro. Quest’anno, alla seconda edizione, il padrino
artistico dell’iniziativa sarà il duo di videoartisti
«Masbedo» che presentano il video inedito «Look Beyond»
mostrato in anteprima a ottobre durante una serata presso
la Collezione Peggy Guggenheim di Venezia. Il video, della
durata di 7 minuti, è stato realizzato appositamente e in
un’edizione unica per la Fondazione Hospice Seràgnoli nel
2013 da Nicolò Masazza (Milano, 1973) e Jacopo Bedogni
(Sarzana, 1970) e unisce visivamente scienza, memoria,
arte. Alterna immagini di carattere scientifico, provenienti
da un istituto oftalmico di Milano, a immagini poetiche ed
evocative di struggente bellezza rievocando visioni liriche
della natura e degli sguardi in quanto veicolo di emozioni e
di ricordi.
Ecco infine le opinioni dei protagonisti. «Art Defender e
Arterìa, spiegano gli uffici stampa delle due aziende, hanno
riconosciuto nelle attività della Fondazione Hospice Seràgnoli
un esempio di eccellenza nell’assistenza all’individuo e hanno, di
conseguenza, scelto di condividerne la mission e di impegnarsi
concretamente per la realizzazione di obiettivi importanti sostenendo
per il secondo anno l’evento benefico». Alessandro Mendini:
«Sono stato indirettamente coinvolto nella scelta dei colleghi designer
che partecipano al progetto e penso che gli organizzatori abbiano
contattato e parlato singolarmente con ogni artista. Tutti gli oggetti
che abbiamo realizzato sono pezzi unici, o tirature particolari
o straordinarie, o modifiche di oggetti di serie. Si tratta di un
panorama originale e curioso». Infine Maurizio Marinelli, art
director di Fondazione Hospice Seràgnoli e di Fondazione
Isabella Seràgnoli: «La Fondazione Isabella Seràgnoli, come holding
di attività no profit, e la Fondazione Hospice Seràgnoli Onlus, il suo
braccio operativo nel settore delle cure palliative, tengono molto alla
relazione con la nostra comunità di riferimento, ma parliamo di un
concetto sociale e culturale, non geografico. Le attività stesse infatti si
stanno allargando oltre Bologna e l’Emilia». ! S.L.
Mirabili visioni da sotto in su
Fotografia d’autore al
Museo Civico Medievale
fino al 2 marzo con le
immagini monumentali del
bolognese Antonio Cesari
nella mostra «Ex tempore.
Soffitti e volte». Sono
collocate lungo il percorso
delle sale dell’istituzione
culturale 40 scatti
realizzati dal fotografo in
alcune chiese e palazzi
cittadini. Il lungo lavoro è
stato eseguito dall’agosto
all’ottobre scorsi e gli
La Basilica di San Domenico
scatti sono eseguiti a
luce naturale con una macchina digitale dall’ampio
grandangolo, senza uso del cavalletto, all’interno di
alcune fra le testimonianze architettoniche più rilevanti
di Bologna. Il 16 gennaio, con una conferenza di Claudio
Marra, docente di Storia della fotografia all’Università di
Bologna, parte una lunga serie di incontri. ! S.L.
Per informazioni: Museo Civico Medievale, via Manzoni 4, Bologna, tel.
051 2193916, www.comune.bologna.it/iperbole/MuseiCivici/
SPECIAL EXHIBITION
ARTE FIERA COLLEZIONISMI
IL PIEDISTALLO
VUOTO
FANTASMI DALL’ EST EUROPA
a cura di / curated by
Marco Scotini
24 Gennaio - 16 Marzo / 24 January - 16 March 2014
Museo Civico Archeologico
Via dell’Archiginnasio 2, Bologna
BOLOGNAFIERE SHANGHAI
CONTEMPORARY
10
VEDERE A BOLOGNA
Lavoriamo per il 2050
Le lune di Marius
È lo slogan di Marino Golinelli la cui Fondazione compie 25 anni
e annuncia per il 2015 «Open M», il nuovo Centro per la conoscenza
e la cultura nell’area ex Sabiem
L
a nuova creatura battezzata «Open M»
dell’imprenditore farmaceutico e filantropo
Marino Golinelli (che vi ha immesso nel corso degli
anni 40 milioni di euro del suo portafoglio personale) sarà
una struttura di 4500 metri quadri, mille dedicati al Life
Learning. Golinelli, molto schivo, durante i festeggiamenti
del venticinquennale è stato piuttosto parco di dichiarazioni:
«Puntiamo a un futuro consapevole, spiega l’industriale che si
occupa da anni insieme alla moglie delle future generazioni,
in vista del progresso che porterà a una società completamente
globalizzata. Le persone di domani hanno dunque bisogno degli
strumenti per vivere in questo tipo di società e in particolare è
necessario insegnare alle nuove generazioni un’attitudine scientifica
alla ricerca di sempre nuove modalità di interpretare e interagire
con il mondo che ci circonda». Cosa sarà «Open M» lo spiega il
direttore della Fondazione Golinelli Antonio Danieli:
«Il luogo accoglierà 24mila studenti l’anno e dunque la struttura
diventerà una cittadella della cultura con una nuova sezione,
“Start”, dedicata ai più giovani, oltre a un auditorium necessario
per la formazione degli insegnanti. Lo inauguriamo nella zona tra
centro e periferia. Sarà prima avviato il progetto “Eureka Trust
in Future”». Questi concetti li spiega bene anche Andrea
Zanotti, vicepresidente della Fondazione Golinelli: «Le
fondazioni, in generale, rappresentano un nerbo di forze crescenti e
anticicliche e ormai non sono più presenti solo quelle di erogazione,
perché è mutato il panorama e dunque cambiano le funzioni. La
Fondazione Golinelli, ad esempio, è di tipo anglosassone e oggi per
i 25 anni di attività non solo inauguriamo la mostra alla Triennale
di Milano ma anche il trust “Eureka” utile in quanto acceleratore
d’impresa. Le fondazioni debbono fare lobby tutte insieme per
contribuire all’agenda politica sui temi del regime di Iva, delle
donazioni, di una corsia preferenziale per aiutare i giovani ad
entrare nel mondo del lavoro. In Italia la figura della fondazione
privata aveva fino a qualche anno fa un ruolo molto marginale
Marino Golinelli in occasione dei venticinque anni della sua Fondazione
e oggi il modello giuridico è esploso in figure inedite nel nostro
ordinamento in relazione all’importanza dell’apporto privato.
La maggiore sensibilità alla sussidiarietà ha acceso l’attenzione
sulle potenzialità dei privati e sull’innovazione e la cultura gode
di un’attenzione privilegiata nella strategia degli enti che hanno
abbandonato i lidi del puro filantropismo. Le fondazioni dunque
sono sempre più operative e meno assistenziali». Mentre prosegue
il lavoro, inaugurato nel 2000, al «Life Learning Center», un
fiore all’occhiello per la formazione legata alle arti e alle
scienze dal quale sono nate manifestazioni come «Scienza
in Piazza» (8 edizioni, 450mila visitatori), «Start - Laboratorio
di Culture Creative» (3 edizioni, 50mila visitatori di cui
40mila alunni), «Arte+Scienza» (4 edizioni, 70mila visitatori),
arriva anche una mostra in Triennale a Milano. «Gola.
Arte e scienza del gusto» (dal 31 gennaio al 12 marzo)
è un appuntamento che propone una riflessione sul
rapporto tra piacere e nutrizione, il cibo come legame con
la nostra sfera emotiva. Il progetto è a cura di Giovanni
Carrada per la parte scientifica e Cristiana Perrella
per quella artistica, e consta di un percorso suddiviso
in cinque sezioni dedicate a grandi artisti come
Marina Abramovic, Sophie Calle, Christian Jankowski,
Andrea Zittel, Ernesto
Neto, Cheryl Donegan,
Anri Sala, Boaz Arad,
Jorgen Leth, Gabriella
Ciancimino, Sharmila
Samant, Martin Parr,
Hannah Collins. ! S.L.
Per informazioni: Fondazione
Marino Golinelli, viale Amendola
12, Bologna, tel. 051 0251001,
www.golinellifondazione.org
Sala d’Ercole, Manica
Lunga, Sala Farnese
di Palazzo D’Accursio,
sede del Comune in
Piazza Maggiore, sono
ormai luoghi riconosciuti
per le mostre d’arte
che indagano artisti
e movimenti magari
non di primissimo
piano ma utilissime
per comprendere l’arte
emiliana degli ultimi
due secoli. Per questo
motivo l’Associazione
Bologna per le Arti
dopo avere proposto in
Mario de Maria, «Una sera
questi luoghi, lo scorso
d’estate a Parigi (Luna-velata)»,
anno, la rassegna
c. 1880-1890
dedicata al bolognese
Alfredo Protti, che inanellò oltre 30mila visite,
quest’anno organizza «Marius Pictor. Il pittore delle
lune», una monografica dedicata al bolognese Mario
de Maria (1852-1924). La rassegna prosegue fino al
9 febbraio e la curatrice Elena Di Raddo, ricercatore
di storia dell’arte contemporanea presso l’Università
Cattolica del Sacro Cuore di Milano, organizza per
questa decima edizione dell’appuntamento annuale
di Bologna per le Arti un’attenta disamina di ogni fase
della carriera dell’artista, attraverso una cinquantina di
lavori conservati presso l’Istituzione Gam di Bologna, la
Galleria d’Arte moderna di Milano e numerose raccolte
private. De Maria è un uomo e un artista particolarmente
inserito nella sua epoca, grande viaggiatore tra Vienna
e Parigi in particolare grazie alle condizioni economiche
agiate della famiglia e amico di noti pittori dell’epoca
quali Luigi Serra, Vittore Grubicy, Giulio Aristide Sartorio
e intellettuali del calibro di Gabriele D’Annunzio, Ugo
Ojetti e Angelo Conti. Caratteristiche che fanno di
De Maria una figura «mitteluropea» di artista legato
soprattutto all’arte del XVII secolo e a mille interessi e
in particolare alle tematiche del notturno, come il titolo
dell’appuntamento espositivo ben evidenzia. Spiega
in catalogo la curatrice: «La mostra cerca di mettere
in luce proprio questa molteplicità di interessi, che si
traducono in un’arte complessa e articolata, certamente
non riducibile alle categorie tradizionali di paesaggio o
di veduta dal vero, sebbene il paesaggio costituisca il
tema principale della sua indagine artistica». La mostra è
suddivisa in sei sezioni di cui l’ultima fotografica. ! S.L.
Per informazioni: Associazione Bologna per le Arti, tel. 3393546298
Una Raccolta donata da quattro artisti
Continuano le donazioni alla «Raccolta
Lercaro. Fondazione Cardinale Giacomo
Lercaro», ente museale nato nel 1971,
quando quattro artisti bolognesi, Aldo
Borgonzoni, Pompilio Mandelli, Enzo
Pasqualini, Ilario Rossi, donarono diverse
loro opere al Cardinale Giacomo Lercaro
(1891-1976) allora Arcivescovo Emerito
di Bologna. Fino al 13 luglio è esposta
una ventina di opere donate dagli artisti
Marcello Mondazzi, William Xerra, Graziano
Pompili, Giovanni Chiaramonte, cui si
aggiungono lavori donati da collezionisti di
Giovanni Boldini, Adolfo Wildt e Georges
Rouault. Si tratta di sculture, installazioni,
dipinti e disegni che si aggiungono
alle opere già presenti nella collezione
permanente della Raccolta Lercaro, a cui
è anche andato di recente un’elargizione
di Ettore Spalletti comprendente i bozzetti
per l’«Evangeliario Ambrosiano» e una
«Croce di colore» realizzata nel 2011 per
la mostra «Alla luce della Croce». Alla
Lercaro continua anche, fino al 12 gennaio,
la mostra «Aldo Borgonzoni. Immagini e
visioni dal Concilio Vaticano II» in occasione
del centenario dalla nascita dell’artista
(1913-2004). Fino al 13 luglio, infine, alla
Lercaro viene esposto un tondo in gesso
Un altorilevo raffigurante la «Madonna
del latte»
ritrovato a Bologna in Palazzo Tartagni
Bianchetti, un altorilevo raffigurante la
«Madonna del latte» che riproduce il tondo
in marmo inserito nella lunetta del sepolcro
Tartagni, monumento funebre realizzato in
marmo nella basilica di San Domenico dallo
scultore fiesolano Francesco di Simone
Ferrucci (1437-1493). ! S.L. Per informazioni, Raccolta Lercaro, via Riva di
Reno 57, Bologna, tel. 051 6566210, www.
raccoltalercaro.it
11
VEDERE A BOLOGNA
I nuovi assi di Arte Fiera: l’Est, l’Ottocento e la fotografia
Diretta per il secondo anno da Claudio Spadoni e da Giorgio Verzotti, la 38ima fiera internazionale d’arte
moderna e contemporanea si svolge dal 24 al 27 gennaio con la presenza di oltre 170 gallerie
U
n’Arte Fiera più ampia, con aperture al mercato
dell’arte dell’Ottocento, dell’Est Europa e della
fotografia contemporanea, è quella numero 38
immaginata dai direttori Claudio Spadoni e Giorgio
Verzotti al quartiere fieristico di Bologna Fiere dal 24 al
27 gennaio. Spiega il presidente di Bologna Fiere Duccio
Campagnoli: «Quest’anno intendiamo mettere in campo tante
novità poiché Arte Fiera mantiene la leadership nazionale nel
settore delle manifestazioni artistiche e continua ad essere una delle
principali fiere Europee». Vediamo quali sono le principali
caratteristiche della fiera di fine gennaio.
Le gallerie partecipanti. Saranno presenti negli spazi
fieristici oltre 170 gallerie internazionali e italiane, con
aumento di circa il 27% rispetto al numero presente nel
2013. Del numero totale oltre cento sono state invitate
direttamente dai direttori dopo almeno una visita agli spazi
e dunque Arte Fiera quest’anno diventa maggiormente
curatoriale rispetto all’edizione precedente.
L’arte del secondo Ottocento. Spadoni e Verzotti aprono
un segmento di mercato nuovo per Arte Fiera, quello della
seconda metà dell’Ottocento, in una visione curatoriale che
ha puntato l’attenzione sulla capacità di molti artisti del
secolo precedente di anticipare le correnti artistiche del
secolo scorso. Per questo ci sarà in mostra un’ampia serie di
Macchiaioli, De Nittis e Boldini visti come gli antenati dei
tanti artisti presenti negli stand di Arte Fiera dal Novecento
storico alle ultime tendenze dell’arte.
Il mercato dell’Est Europa. Altra novità rilevante della
manifestazione: i responsabili della manifestazione hanno
pensato a uno «Special Focus Section», uno spazio curato
da Marco Scotini, curatore indipendente e direttore della
Nuova Accademia di Belle Arti di Milano.
Il mercato cinese. Il mercato del collezionismo dell’arte
contemporanea cinese avrà una particolare attenzione
all’interno di Arte Fiera che collaborerà alla nuova edizione
in Cina di «Bologna Fiere Sh Contemporary Art», prevista
Da sinistra, Gianfranco
Maraniello, Claudio Spadoni,
Duccio Campagnoli e Giorgio
Verzotti.
Un’opera di Iwajla Klinke
presentata ad Arte Fiera dalla
Galerie Voss di Düsseldorf
a Shanghai dall’11 al 14
settembre 2014 con la
cura di Guido Mologni che
ricorda come «Shanghai
viva un forte sviluppo
culturale tanto che
aprono nuovi musei,
case d’asta e una nuova
free-trade zone». Ad Arte
Fiera è prevista una mostra dedicata alla pratica cinese
dell’inchiostro su carta degli ultimi 50 anni.
La sezione Fotografia. Per la prima volta ad Arte Fiera
sarà presente una ricca sezione dedicata alle gallerie che
propongono fotografia, stampe e multipli d’artista: le
gallerie sono segnalate dal direttore di «MIA Milan Image
Art» Fabio Castelli con cui Bologna Fiere ha siglato un
accordo pluriennale.
Nuove Proposte e Solo Show. Accanto alle sezioni dedicate
all’arte moderna, curata da Spadoni, e contemporanea,
curata da Verzotti, alla fiera è stata confermata anche la
proposta «Solo Show», ovvero lo spazio dedicato alle gallerie
che espongono «piccole» monografiche di grandi interpreti
dell’arte del XX secolo. Infine la sezione «Nuove Proposte»,
riservata alle gallerie che presentano esclusivamente
artisti nati dopo il 1979. Agli artisti under 30, cioè nati dopo
il 1983, è riservato inoltre il «Premio Euromobil under
30» giunto alla ottava edizione e promosso dal Gruppo
Euromobil, main sponsor della manifestazione. Ad Arte
Fiera è prevista anche una serie di tavole rotonde sul
mercato dell’arte, con particolare attenzione al suo aspetto
finanziario e sulla creazione artistica nei paesi dell’Europa
Orientale, dell’Asia Centrale, della Cina e dell’Italia.
Special Exhibition. Anche i collezionisti vengono
coinvolti dalla Fiera con la mostra a cura di Marco
Scotini «Il Piedistallo vuoto» che riunisce al Museo Civico
Archeologico (dal 24 gennaio al 16 marzo) prestiti di
note raccolte private come Sandretto Re Rebaudengo,
Maramotti, Trussardi, Enea Righi, La Gaia di Torino,
Unicredit, Delle Nogare, Gemma Testa, Agiverona
di Giorgio Fasol, Cotroneo, assieme ad altre «brand
collections» italiane. Si tratta di una quarantina di opere di
artisti che hanno documentato l’arte dell’Europa dell’Est
negli anni precedenti e successivi la caduta del Muro
di Berlino. Tra questi: Marina Abramovic, Vyatscheslav
Akhunov, Victor Alimpiev, Pawel Althamer, Janis Avotins,
Said Atabekov, Miroslav Balka, Mircea Cantor, Gintaras
Didziapetris, Thea Djordjadze, Yona Friedman, Dmitry
Gutov, Ion Grigorescu, Ylia Kabakov, Julius Koller, Jiri
Kovanda, Elena Kovylina, Robert Kuśmirowski, Armando
Lulaj, David Maljkovic, Ivan Mikhailov, Deimantas
Narkevicius, Paulina Olowska, Roman Ondak, Adrian Paci,
Tobias Putrih, Mladen Stilinovic, Nedko Solokov, Anri Sala,
Katerina Seda, Monika Sosnowska, Miroslav Tichy, Jaan
Toomik, Victor Man, David Ter-Oganian, Bojan Sarcevic e
Artur Zmjewski. ! S.L.
12
VEDERE A BOLOGNA
Attenti a quei due: pensano
in grande
La notte bianca
I due direttori artistici Verzotti e Spadoni confermano il ruolo
di Arte Fiera come grande rassegna di migliori gallerie di arte moderna
e contemporanea. Sotto sotto, però, coccolano stimoli nuovi
P
er il secondo anno Giorgio Verzotti, per la parte del
contemporaneo e della fotografia e Claudio Spadoni,
per il segmento ottocentesco e del Novecento storico,
sono i direttori della manifestazione artistica. «Vedere a
Bologna» ha rivolto tre domande ai curatori.
Quest’anno Arte Fiera apre ai nuovi mercati artistici
dell’Est Europa e alla fotografia, nonché al mercato
dell’arte del secondo Ottocento italiano. Ci spiegate le
motivazioni della scelta?
Siamo convinti che Arte Fiera debba articolare la sua offerta
al pubblico in modo da confermare la sua identità di grande
rassegna di gallerie di arte moderna e contemporanea, ma
allo stesso tempo debba anche proporre stimoli nuovi, nuove
possibilità di lettura dell’opera d’arte. Il Focus dedicato
all’Est Europa viene incontro a un desiderio di indagare lo
stato del sistema dell’arte in zone geopolitiche non ancora
del tutto conosciute dal pubblico occidentale, nonché di
confermare l’aspirazione internazionale di Arte Fiera.
L’apertura alla fotografia risponde invece alla necessità di
riconoscere definitivamente a questo mezzo espressivo lo
statuto di «artisticità» e inoltre alla domanda sempre più
diffusa, attestata dal proliferare di fiere d’arte «affordeable»,
di beni artistici a prezzi relativamente moderati. Per quanto
riguarda l’arte del secondo Ottocento, riteniamo che uno
sguardo più attento agli anticipi di quella che definiamo arte
moderna amplierà l’interesse del pubblico perché esiste una
continuità ideale con il passato che ci aiuta a comprendere
meglio il presente. E poi non siamo più al famoso
«Buonanotte signor Fattori» di longhiana memoria.
Come è nata la collaborazione con «MIA Milan Image
Art Fair», diretta da Fabio Castelli, e con il curatore
Marco Scotini per la mostra «Il Piedistallo vuoto» al
Dodici delle quindici gallerie che compongono
l’Associazione Gallerie d’Arte Moderna e
Contemporanea, Ascom Bologna partecipano, con
mostre organizzate presso i propri spazi, al programma
ufficiale di «Art City Bologna 2014» di venerdì 24, sabato
25 e domenica 26 gennaio, nonché alla «Art City White
Night» del 25 gennaio, durante la quale gli spazi saranno
aperti fino a mezzanotte. Questo l’elenco delle gallerie
di cui in altra parte del «Vedere a Bologna» analizziamo
gli appuntamenti: Art Forum, De’ Foscherari, P420
Arte Contemporanea, Di Paolo Arte, Galleria Forni,
l’Ariete artecontemporanea, Galleria d’Arte Maggiore,
OltreDimore, Otto Gallery, Studio G7, Spazio Testoni
La 2000+45 e Galleria Stefano Forni. L’associazione
Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea, presieduta
da Patrizia Raimondi titolare dell’Ariete, è una
delegazione di spazi espositivi d’arte aderente ad Ascom
Confcommercio Bologna.
Riunite già da diversi anni, le gallerie si sono date
uno statuto con precise regole sull’adesione di nuovi
soci, sulla professionalità degli associati e sull’attività
comune. L’Associazione promuove eventi in città come ad
esempio le aperture straordinarie in autunno e primavera,
il cartellone «Arte a Bologna, Città d’Arte» durante il quale
le gallerie sono aperte per l’intero weekend.
In collaborazione con la Direzione Regionale dei Beni
Culturali dell’Emilia Romagna questi spazi partecipano
anche alla «Settimana Nazionale della Cultura» e alle
«Giornate Europee del Patrimonio» in aprile e settembre
di ogni anno. L’associazione pubblica un calendario
trimestrale, «Art Report». ! S.L.
Museo Civico Archeologico? Immaginate ogni anno
collaboratori «guest» differenti?
La scelta di chiamare curatori esterni si è resa necessaria
perché noi due direttori della manifestazione abbiamo
ormai una nostra specializzazione, non siamo esperti del
linguaggio fotografico né conosciamo esattamente quel
che sta accadendo oggi nei paesi dell’Europa ex comunista.
Marco Scotini invece è un apprezzato conoscitore, quindi
abbiamo affidato a lui sia il Focus sia la cura della mostra
che si terrà al Museo Archeologico. Con Fabio Castelli
inoltre abbiamo poi tentato qualcosa che ci sembra inedito,
la collaborazione fra una fiera specialistica come la sua
«MIA» e una come Arte Fiera, da sempre aperta ai molteplici
linguaggi delle arti visive. Crediamo in ogni caso che la scelta
di affidarci a curatori esterni per questi settori particolari,
nel limite del possibile, continuerà.
Ci racconta qualche anticipazione degli artisti scelti
per la parte «Solo Show» che vedremo ad Arte Fiera a
fine gennaio?
Abbiamo deciso di non fare anticipazioni. Possiamo però
dirle che in generale Arte Fiera 2014 vedrà confermata la
rivalutazione anche a livello di mercato di quelle tendenze
astratto-razionaliste sorte
negli anni Sessanta del
Novecento, dopo la lezione
di Fontana. Parliamo dunque della generazione dei
Arte Moderna e Contemporanea
Castellani e delle DadamaiAcqui terme Repetto; Altavilla
Atlantica;
no, fino alle tendenze cinetiAsti Eidos Immagini Contemporanee; Boloco-visive ben rappresentate
gna L’Ariete; Art Forum; Enrico Astuni; Cinnel nostro Paese.
quantasei; De’ Foscherari; Di Paolo Arte;
! S.L.
Forni; Otto Gallery; P420; Spazio Testoni;
Bolzano Antonella Cattani; Goethe; Brescia Colossi; Galleria dell’Incisione; Paci
Contemporary; Canneto sull’Oglio Bonelli;
Chiari L’Incontro; Düsseldorf Voss; Firenze
Alessandro Bagnai; Eduardo Secci; Santo
Ficara; Galleria Frediano Farsetti; Poggiali
e Forconi; Tornabuoni Arte; Genova Artevalori; Guidi & Schoen; Gussago Arengario;
Livorno Guastalla Centro Arte; Lucca Claudio Poleschi; Poleschi Arte; Lugano Allegra
Ravizza; Cortesi Contemporary; Mainz Dorothea Van Der Koelen; Mantova Maurizio
Corraini; Miami Diana Lowenstein; Milano
A Arte Invernizzi; Artopia; Antonio Battaglia;
Galleria Bianconi; Blu; Bycr; Ca’ di Fra’; Cardi; Antonio colombo; Paolo Curti/Annamaria Gambuzzi & Co.; Dep Art; Gariboldi; Studio Guastalla; Jerome Zodo contemporary;
Matteo Lampertico; Laura Bulian Gallery;
Lorenzelli Arte; Marcorossi Artecontemporanea; Primo Marella; Mediartrade (Il Mappamondo); Osart Gallery; Giuseppe Pero;
Progetto Arte Elm; Mimmo Scognamiglio;
Tega; Tonelli; Studio Giangaleazzo Visconti;
Montecarlo Sapone - M.C.I.A.; Monza Montrasio Arte; Napoli Studio Trisorio; Padova
Maab Gallery; Pescara Vistamare; Pietrasanta Flora Bigai; Prato Open Art; Reggio
Emilia Bonioni Arte; De’ Bonis; 2000 & Novecento; Roma Alessandra Bonomo; Valentina Bonomo; Studio Campaiola; Deniarte;
Editalia; Marie-Laure Fleisch; Giacomo Guidi; Galleria del Laocoonte; Montoro 12 Contemporary Art; Russo; Z2O Galleria | Sara
Zanin; Sacile Studio d’Arte G.R.; Salerno
Paola Verrengia; San Gimignano Continua;
Saronno Il Chiostro; Sarzana Cardelli & Fontana; Seul Anni Gallery; Seregno Artesilva;
Spello Artitalia - Luigi Proietti; Stoccarda
Hollenbach; Tokyo Base Gallery; Torino
Biasutti & Biasutti; In Arco; Giorgio Maffei:
Mazzoleni Galleria d’Arte; Alberto Peola;
Trento Studio d’Arte Raffaelli; Treviso L’Ele-
Da dove vengono
fante; Trieste Torbandena; Valenza Lara &
Rino Costa; Venezia Contini
Ottocento
Bologna Bottegantica; Firenze Parronchi
Dipinti ’800-’900; Livorno Studio d’Arte
dell’800/900; Lugano Butterfly Institute
Fine Art; Milano Enrico Gallerie d’Arte; Paul
Nicholls Studio; Torino Umberto Benappi;
Udine Copetti Antiquari; Viareggio Società
di Belle Arti; Verona Boxart; Galleria dello
Scudo; Vienna Kro Art Contemporary
Focus Est
Bratislava Zahorian; Budapest Erika Deak
Gallery; Ekaterinburg Ural Vision; Milano
Nina Due; Mosca Ragui Galeri; Open Gallery; Pop/Off/Art; Roza Azora; Riga Alma Gallery; Tallinn Temnikova & Kasela
Fotografia
Alessandria Sabrina Raffaghello Arte Contemporanea; Bologna Artistocratic; Catania
Dietro le quinte; Genova VisionQuest; Latina Romberg; Lugano Photographica Fine
Art; Milano Valeria Bella; Glauco Cavaciuti
Arte; Dada East; Fabbrica Eos; Forma Galleria; Mc2 Gallery; Officine dell’Immagine;
Pack; Rb Contemporary; Six Sebastiano
dell’Arte; Parigi Little Birds; Piacenza Alquindici; Pietrasanta Ph Neutro; Roma
Spazio Nuovo
Solo Show
Bergamo Traffic Gallery; Bologna galleria +
oltredimore; Stefano Forni; Studio G7; Caserta Nicola Pedana; Kwur Tong-Kowloon
Osage Gallery
La Spezia Menhir
Milano Antonia Jannone; Artra; Nuova Galleria Morone
Modica Laveronica
Torino Giampiero Biasutti
Nuove proposte
Brescia A+B
Berlino Rolando Anselmi; Paolo Erbetta
Palermo Bianca
Trento Boccanera
Bergamo Thomas Brambilla
Monteriggioni Zak Project Space
Elenchi e programmi aggiornati al 5 12 2013,
ancora suscettibili di qualche modificazione
13
VEDERE A BOLOGNA
«Art City» invade la città
Fiera di essere indipendente
In collaborazione con il Comune di
Bologna, Assessorato alla Cultura, sarà
riproposto «Art City», il corposo calendario
collaterale di iniziative curato dal direttore
del MAMbo Gianfranco Maraniello. La
notte di sabato 25 gennaio sarà poi
tradizionalmente dedicata alle proposte
degli operatori commerciali e culturali
bolognesi, con la «Art White Night» che
ogni anno richiama decine di migliaia di
persone a Bologna per la notte bianca
dell’arte prevista nei principali luoghi
monumentali del centro storico. Per gli
spostamenti nei tre giorni di Arte Fiera
è prevista la navetta gratuita «Art City
Bus» oltre a l’«Art City Map» per guidare
i visitatori nel ricco calendario di mostre,
eventi, performance e specifiche attività
per bambini. Questo è il programma della
manifestazione collaterale di Arte Fiera nel
momento in cui andiamo in stampa. Oltre
alle rassegne del MAMbo c’è tanto altro in
città, ecco una breve selezione di quanto
non trattato in altra parte del «Vedere a
Bologna».
Museo Internazionale e Biblioteca della
Musica (Strada Maggiore 34). Una nuova
opera di Grazia Toderi (date e titolo sono
in corso di definizione mentre stampiamo
questa pubblicazione) dedicata al rapporto
tra luce, cosmo, suono e strumento e
scrittura musicale.
Fondazione Cassa di Risparmio in
Bologna - Casa Saraceni (via Farini 15).
Dal 15 gennaio al 30 giugno 2014 (date in
corso di definizione) la rassegna «Antico e
moderno» a cura di Angelo Mazza illustra
le acquisizioni e le donazioni all’istituzione
dal 2001 al 2013. Si tratta di opere di
varia tipologia, dai dipinti alle sculture, alle
Quella che lo scorso anno è stata
definita una «anti Arte Fiera» ritorna
con la seconda edizione e una serie
di novità. «SetUp 2014», fiera d’arte
contemporanea indipendente che si
svolge dal 23 al 26 gennaio diretta da
Simona Gavioli e Alice Zannoni, allarga
e razionalizza i suoi spazi pur senza
cambiare sede. Dopo il successo della
prima edizione, visitata da oltre ottomila
persone, la manifestazione riconferma
la formula che vede la singola galleria
presentare nella sede degli ex uffici
dell’Autostazione un progetto curatoriale
seguito da un critico under 35. Anche
l’artista scelto deve avere meno di
35 anni; in questo modo la rassegna
permette ad appassionati e cultori di
visionare un ampio patrimonio che non
sempre si riesce a vedere nelle fiere
d’arte «ufficiali» che spesso puntano
su nomi già riconosciuti. Il comitato
scientifico di «SetUp» è composto
quest’anno da Lorenzo Bruni, critico e
curatore indipendente e direttore artistico
della Fondazione olandese Binnenkant21,
Daria Filardo, docente universitaria
e curatrice indipendente, ed Helga
Marsala, giornalista e membro dello
staff di direzione del sito specializzato
«Artribune».
A fianco dell’esposizione è presente un
programma culturale curato da Martina
Cavallarin con Matteo Rudolf Di Gregorio
e Alice Zannoni. Nella sede espositiva
è anche presente «Il Ricreatorio», una
spazio di interazione sociale arricchito da
un’istallazione inedita di Nino Migliori,
Andrea Bianconi e le carte da gioco degli
Ori Editori.
Un’immagine di Art City Children
miniature, ai disegni e alle incisioni. Non
mancano strumenti musicali, libri, disegni
e ricami di Aemilia Ars.
Museo per la Memoria di Ustica (via di
Saliceto 3/22). Si possono visionare i
resti del DC9 Itavia precipitato in mare
nel 1980 durante il volo Bologna-Palermo
e l’installazione permanente realizzata
da Christian Boltanski in ricordo delle 81
vittime.
Museo Civico Medievale (via Manzoni 6).
Ospita il Musée de l’OHM, museo mobile
fondato nel 2009 da Chiara Pergola
all’interno di un comò del XIX secolo.
Cappella Santa Maria dei Carcerati
(Palazzo Re Enzo, Piazza Nettuno). David
Tremlett ha qui realizzato il lavoro «A new
light».
Art City Children. È la speciale sezione
dedicata a iniziative per famiglie, bambini
e ragazzi fino ai 12 anni, con il MAMbo
che offre uno spazio con laboratori, letture,
giochi e visite animate, attività divertenti
e creative per muovere i primi passi verso
l’arte contemporanea e i suoi luoghi.
! S.L.
Per informazioni: www.artefiera.bolognafiere.it
e www.comune.bologna.it/cultura
Foto Marvellini, «Bat che legge»
La fiera è anche particolarmente
«social» attraverso il progetto contest
«P(in)g P(on)g»: sul social network
«Instagram» verrà pubblicata una serie
di immagini selezionata da una giuria
composta dal grande fotografo Nino
Migliori, Roberto Rossi, vicepresidente
nazionale Fiaf e promotore del «Centro
Italiano della Fotografia d’Autore» con
Simone Bramante, Edoardo Lavagno e
Davide Urani, tre dei più rinomati «global
influencer» della community Instagram. Il
regolamento del concorso a premio è sul
sito su www.setupcontemporaryart.com/
instagram-contest. ! S.L.
Per informazioni, Autostazione di Bologna, piazzale XX Settembre 6, Bologna, tel. 3929492881,
www.setupcontemporaryart.com
FOTOGRAFIA A BOLOGNA
14
Non solo MIA: la bella alleanza con Arte Fiera
Per Fabio Castelli, ideatore e direttore di MIA, la collaborazione tra le due fiere conferma il ruolo
sempre più importante della fotografia nell’arte contemporanea
FOTO DI GIOVANNI GASTEL
F
abio Castelli, già imprenditore, collezionista ed ex
socio della Galleria d’Arte Daverio di Milano, nel 2011
è ideatore e direttore artistico di «MIA. Milan Image
Art Fair» (22-25 maggio) che da quest’anno avrà anche
un’«appendice» a Singapore (23-26 ottobre). «MIA» da questa
edizione di Arte Fiera ha stretto una collaborazione con la
manifestazione che ha portato alla creazione di un apposito
spazio per le gallerie di fotografia.
Arte Fiera apre in modo deciso e specifico alla
fotografia, come si potrà evolvere questo rapporto?
Si tratta di un segnale forte che indica un ulteriore passo
avanti verso l’accettazione, a tutti gli effetti, del linguaggio
della fotografia da parte del mondo dell’arte moderna
e contemporanea. Che Arte Fiera abbia chiesto a MIA
Fair la curatela di questa sezione indica la capacità da
parte di ambedue le strutture fieristiche di superare gli
individualismi, tipico aspetto negativo della nostra mentalità,
e in secondo luogo evidenzia l’apprezzamento che MIA Fair
si è saputa conquistare, avendo organizzato con successo
le tre edizioni milanesi. Il coinvolgimento di MIA è stato
esplicitato in ottobre per cui le nostre possibilità operative
sono state limitate dall’esiguità del tempo a disposizione,
influendo su alcuni aspetti importanti: ci auguriamo che
non influiscano sulla riuscita dell’operazione. Mi riferisco per
esempio al veloce adeguamento a una struttura preesistente,
con i propri regolamenti e abitudini. È noto che in una
manifestazione del genere il posizionamento e i criteri con
cui i vari stand sono inseriti rivestono una certa importanza,
per cui questo aspetto della collocazione logistica viene
curato personalmente dal sottoscritto. La collocazione
degli stand deriva dall’impostazione generale da parte di
direttori artistici che, nell’esporre le opere, hanno seguito
un criterio cronologico. D’altra parte la grande esperienza
e professionalità di una struttura
come Arte Fiera mi consente di
essere tranquillo sulla riuscita
dell’operazione e sui relativi
futuri sviluppi.
Ha invitato lei le gallerie?
Le abbiamo invitate sia noi sia
Arte Fiera.
Quali sono i criteri di scelta
delle gallerie di foto ad Arte
Fiera?
La difficoltà di comprensione
della fotografia come
protagonista dell’arte
contemporanea è
Fabio Castelli
MIA anche a Singapore
«MIA», la prima fiera d’arte internazionale in Italia
dedicata alla fotografia, al libro e al video, quest’anno
propone due appuntamenti: a quello consueto a Milano
se ne aggiunge infatti uno a Singapore in occasione
della prima edizione in Oriente con il fine di supportare
un collezionismo consolidato ed emergente. «MIA Fair
MILANO» si svolge dal 23 al 25 maggio, con il format
originale caratterizzato da «uno stand per ogni artista,
ad ogni artista il suo catalogo», con la presenza di
170 espositori tra gallerie, artisti indipendenti, editori
internazionali. «MIA Fair SINGAPORE» si svolge dal 24 al
26 ottobre in concomitanza con la quarta edizione del
«Singapore International Photography Festival» e presenta
cento espositori provenienti da tutto il mondo, la metà
dall’Asia e la metà dai restanti continenti. ! S.L.
G. Gambarini
C. Cavedoni
rappresentata dalle numerose e diverse possibilità di
declinazione dell’opera fotografica stessa. Questa poliedricità
ne rappresenta anche il fascino. Ne scaturisce che il
denominatore comune delle scelte sia per MIA Fair che per
Arte Fiera è il reperimento di gallerie che diano la possibilità
di presentare il maggior numero di tipologie diverse,
fermo restando che le opere esposte sottostiano tutte alle
caratteristiche fondamentali per poter essere accettate dal
mercato. Mi riferisco al rispetto delle regole sull’edizione,
sulla definizione di vintage e di prova d’artista, di print
later o di tiratura aperta e sulle modalità di stampa che ha
importanti ricadute anche sulla conservazione delle opere
stesse.
Com’è al momento il mercato della fotografia in Italia?
E nel mondo?
Il mercato della fotografia nel mondo è in continua ascesa. È
proprio la fotografia che induce moltissime persone a iniziare
il percorso nel mondo dell’arte sviluppando poi il proprio
interesse anche verso altri mezzi espressivi. Ormai non c’è
collezionista d’arte contemporanea che non sia interessato
alle opere di fotografia, e il fatto che questo mezzo di ricerca
artistica negli ultimi anni sia approdato al procedimento
digitale contribuisce a rafforzarne la contemporaneità
di espressione, facendolo percepire come un «must» da
possedere. In Italia stiamo ancora scontando ritardi storici,
ma si può ragionevolmente affermare che con l’inizio del
nuovo secolo il mercato della fotografia d’arte, nel nostro
Paese, si è incrementato sempre più.
Bologna non ha un ente di rilievo per la fotografia e il
video, come ad esempio hanno Modena (Fondazione
Fotografia) e Reggio Emilia (Festival Foto europea).
È una domanda che andrebbe rivolta ai responsabili, pubblici
e privati, della gestione della cultura e dell’arte di Bologna
che in questo campo resta comunque una città molto attenta
e propositiva. Probabilmente la presenza della fotografia in
questo ambito è destinata a crescere, anche perché Bologna
è capoluogo di una macroregione che alla fotografia ha dato
tanto dal dopoguerra a oggi.
Può segnalare «giovani» artisti italiani su cui
scommettere?
È una domanda difficile e la risposta è problematica perché,
con il mio lavoro nel campo fotografico, così variegato
e declinato su vari fronti, mi capita costantemente di
incontrare e conoscere nuovi autori. In questi ultimi decenni
tanti di loro, conosciuti agli esordi, si sono affermati, a
volte, devo dire con una punta di orgoglio, anche grazie alla
partecipazione a mie iniziative. Non trovo opportuno fare
dei nomi di giovani, ma anche meno giovani, fotografi il cui
lavoro giudico destinato a un’affermazione consistente e
duratura. ! S.L.
Già quattro anni della galleria P420
Fabrizio Padovani e Alessandro Pasotti raccolgono i frutti di una linea
espositiva innovativa, condotta con grande passione
Q
uando, quattro anni fa, nel gennaio 2010, Fabrizio
Padovani e Alessandro Pasotti, due giovani
ingegneri con la passione per le avanguardie degli
anni Sessanta e Settanta, aprirono la Galleria P420, a poche
centinaia di metri dal MAMbo, forse non si aspettavano che
l’ardua strada su cui si erano incamminati potesse produrre
gli apprezzamenti e i riconoscimenti diffusi di cui hanno
goduto in un tempo relativamente breve. Erano animati
da passione e competenza, e dalla convinzione di puntare
a valorizzare artisti italiani, e stranieri, che, nonostante la
qualità del loro lavoro, abbiano bisogno di essere collocati
in un contesto storicamente definito. Sono così nate
mostre significative, sempre caratterizzate da rigore degli
allestimenti e da cataloghi di spessore culturale, che hanno
generato attenzione e interesse su protagonisti dell’arte su
cui era sceso una sorta di oscuramento.
Prendiamo il caso di Irma Blank (Celle, 1934), l’artista di
origine tedesca di cui la P420 ha presentato, un anno fa,
una mostra a cura di Luca Cerizza, con alcuni dei lavori
più significativi dal 1968 ad oggi. Lo scorso ottobre, alla
Frieze Masters di Londra, Irma Blank è stata inserita
in «Spotlight», un’esposizione di venti artisti concettuali
operanti negli anni Settanta, curata da Adriano Pedrosa,
e la P420 ha presentato uno stand monografico dedicato
all’artista. Da gennaio a febbraio 2014, la Blank partecipa alla
mostra di gruppo «Matter & Memory», che si tiene alla Alison
Jacques Gallery di Londra, mentre un suo lavoro è entrato
nella collezione permanente del Centre Pompidou.
Altrettanto degne di interesse, e innovative, sono le altre
esposizioni presentate nel corso del 2013: a maggio-luglio,
«Lumpenfotografie» (termine coniato da Franco
Vaccari, rifacendosi alla definizione di Marx del
Lumpenproletariat), mostra di gruppo curata da Simone
Menegoi, dedicata alle fotografie che nascono in un
ambiente quotidiano, senza alcuna pretesa e «vanagloria», e
Fondantico
di Tiziana Sassoli
Galleria d’arte e antiquariato
Via de’ Pepoli 6/E Bologna
Orari 10.00/13.00 - 16.00/19.00
Tel. e fax 051 265980
www. seleart.com/fondantico
[email protected]
che l’artista demiurgo eleva
ad opera d’arte; a settembreottobre, «Dorothy Miller:
Americans, 2063. The new
American Painting»,
dipinti della Collection of
the Museum of American
Art di Berlino che, in
una mostra dedicata
all’ex curatrice del
MoMa, ripropongono i
manifesti delle esposizioni
che affermarono l’arte
americana nel mondo;
a novembre, «Antonio
Goran Trbuljak, «I do not wish to
Calderara / Helene
show anything new and original»,
Appel. Luce, giorno»,
1971
a cura di Davide Ferri,
mostra in cui dialogano la luminosa essenzialità dell’artista
approdato all’astrazione geometrica e le minuscole, precise
raffigurazioni della Appel. La mostra sarà in galleria fino
a metà gennaio, e verrà poi presentata ad Arte Fiera. Il 25
gennaio, in occasione della manifestazione bolognese,
la P420 inaugura la mostra di Goran Trbuljak (Croazia,
1948), presente anche nella collettiva, «Il piedistallo
vuoto», che è al Museo Civico Archeologico di Bologna,
a cura di Marco Scotini, con opere delle avanguardie
dell’Europa dell’Est provenienti da collezioni italiane.
E, infine, ci sono le importanti fiere dell’arte cui P420
parteciperà nel 2014: Padovani e Pasotti hanno tanti progetti
da realizzare, e gli appassionati d’arte tante scoperte da fare
alla P420. ! Sandro Parmiggiani
Per informazioni: P420, Piazza dei Martiri 5/2, Bologna, tel. 051 4847957,
393205635213, www.p420.it
15
FOTOGRAFIA A BOLOGNA
Artistocratici nella casa della fotografia d’autore
Tommaso Stefani, fondatore di Artistocratic, in occasione di Arte Fiera propone un viaggio
nella fotografia d’autore con tre artisti eccezionali come Galimberti, Giacomelli e Barbieri
I
n occasione di Arte Fiera, la Galleria Artistocratic
raddoppia: nel proprio stand nel Padiglione
della Fotografia presenta immagini di Maurizio
Galimberti, Mario Giacomelli e Gian Paolo Barbieri;
nello spazio di Frassinagodiciotto (via Frassinago n.
18/2) dà appuntamento agli appassionati di fotografia, dal
23 gennaio al 2 febbraio, con la mostra «Italyscapes»
di Maurizio Galimberti. Si tratta dell’esposizione che
ha debuttato a Venezia a Palazzo Franchetti nel febbraio
2013: 150 immagini che sono una sorta di compendio
dei paesaggi d’Italia amati e fotografati da Galimberti
nel corso di vent’anni (la mostra era accompagnata da
un catalogo, che ora viene riproposto, edito da Marsilio,
con oltre 300 immagini e testi della curatrice, Benedetta
Donato, di Denis Curti, Nicola Piovani, Michele De Lucchi e
Giuseppe Mastromatteo).
Seduti attorno a un tavolo, svolgiamo, su questo doppio
evento, un’intervista a due voci a Tommaso Stefani,
fondatore di Artistocratic, e a Maurizio Galimberti.
S.P. Stefani, quando, in una mostra, si propongono
più artisti contemporaneamente, c’è un filo
conduttore che li lega (sia esso di affinità stilistiche
o di motivi indagati o di periodo storico) o, talvolta,
un mettere assieme isole che, pur vivendo di assoluta
autonomia, possono, collegate tra di loro, dare vita
a un arcipelago. Nel caso di Galimberti, Giacomelli e
Barbieri, qual è l’idea che ha fatto scattare il progetto
per Arte Fiera?
T.S. Il progetto di Artistocratic per Arte Fiera 2014 è un
viaggio nella fotografia d’autore attraverso lo sguardo
di tre artisti, diversi tra loro per linguaggio, tecniche,
background e periodo storico, ma anche ugualmente
attratti dall’andare oltre la realtà rielaborandola a loro
modo per riconsegnarcela con un significato nuovo e
Maurizio Galimberti, «Carro siciliano», 2012
originale. A differenza dello scatto unico e irripetibile di
Cartier-Bresson e Scianna, l’immagine è il risultato di un
lavoro di esplorazione della realtà, meditata, costruita,
trasfigurata. Non solo prima dello scatto (la maniacale
costruzione dei set di Barbieri, le performance di
Giacomelli e di Galimberti), ma anche in sede di stampa
(l’esasperazione dei contrasti nella camera oscura di
Giacomelli) e post-produzione (le incisioni di Galimberti
sulle Polaroid mentre affiora l’immagine). Nella selezione
delle opere in fiera (pezzi unici di Maurizio Galimberti,
vintage di Giacomelli e Barbieri), ci sono poi rimandi e
collegamenti tematici, dalla serie di Giacomelli «Motivo
suggerito dal taglio dell’albero» allo studio sull’olivo
di Galimberti «Ulivo yellow shadowself...», dai ritratti
di Galimberti fatti di mosaici di Polaroid ai ritratti
artificiosamente perfetti di Barbieri.
S.P. Stefani, lei parla con entusiasmo della mostra
personale di Galimberti che presenta nel suo spazio
di Frassinagodiciotto; che cosa la affascina in questi
«Italyscapes»? «Landscape» è «paesaggio», ma «scape»
è «fuga» («escape» è «fuggire, fuoriuscire»), quindi,
suggestionati dall’opera di Galimberti, potremmo
parlare di «fuga dalla terra».
T.S. «Italyscapes» è un Grand Tour d’Italia fotografato dai
primi anni ’90 a oggi, dall’intimità degli scatti singoli,
Maurizio Galimberti, «Alzate Brianza», 1994
delle composizioni a mosaico e dei ready-made, fino alle
manipolazioni delle singole Polaroid. Il nome della mostra
è una torsione della parola «Landscapes» ed è anche il
titolo dell’edizione inglese del suo ultimo libro, «Paesaggio
Italia» (2013, Marsilio). Devo riconoscere che mi piace il
concetto di fuga che suggerisce e che è assolutamente
presente nelle opere di Maurizio. L’occhio, più che
fuggire, sfugge muovendosi tra le Polaroid, cercandone il
percorso per poi fermarsi sul mosaico nel suo complesso
e trovare qualcos’altro. Una delle cose che mi affascina
maggiormente del lavoro di Maurizio è proprio il saper
trovare sempre una lettura non convenzionale dello spazio
(e dei ritratti delle persone), addestrandoci a guardare la
realtà con prospettive diverse. S.P. Galimberti, davanti
alle sue composizioni
di Polaroid accostate,
l’occhio è costretto
PALADINO
dapprima a una
ginnastica a 360 gradi
e poi a ricercare echi e
rimandi, assonanze e
opposizioni dentro il
corpo dell’immagine
complessiva, in cui
ritrovo echi cubisti. La
composizione finale
nasce abbastanza in
fretta o per tentativi e
prove successive?
M.G. Le mie opere nascono
dirette, in fretta; non
esistono tentativi prima
della realizzazione finale.
La composizione è già
presente nella mia testa
e so già quale sarà il
corpo dell’immagine. La
realizzazione finale è il
risultato di ogni scatto,
senza alcuna prova
precedente.
S.P. Nel catalogo, c’è
un bel testo di Nicola
Piovani in cui mi piace
molto il riferimento al
montaggio, «musicale»
nel caso specifico. Il
montaggio è anche un
elemento fondamentale
del cinema, la fase finale
in cui, selezionando
e mettendo in fila le
immagini, si costruisce il
ritmo del film. In «Film:
ritorno alla realtà fisica»,
Siegfried Kracauer
sostiene che la fotografia
e il cinema sono uno
straordinario mezzo
cognitivo, capace di costruire la realtà, strutturando
in una trama frammenti dispersi. Galimberti, che
importanza hanno per lei il ritmo e la trama, e il
linguaggio del cinema?
M.G. Mi piace il cinema e adoro le atmosfere che una
buona fotografia può creare in un film. Il direttore della
fotografia scrive, infatti, con la luce giusta la trama voluta
dal regista. Nella mia fotografia non mi ispiro al cinema,
ma trovo più una corrispondenza, una intesa con la musica
e il ritmo. Mi interessa cogliere l’attimo emozionante che
rende magica e fluida la mia opera, anche se rimango
fedele alla sua composizione e all’ordine. Da sinistra verso
destra, dall’alto verso il basso compongo le architetture,
i volti, i paesaggi. Ordine e creatività emotiva donano
ritmo alla composizione. Sono come un musicista che
dà armonia, equilibrio ed emozione. Il soggetto rimane
fermo, sono io che gli conferisco il movimento.
S.P. Infatti, nei lavori più complessi di «Italyscapes»,
quelli costituiti da 120 Polaroid accostate, c’è una
sorta di onda ritmica che pare propagarsi nello
spazio. C’è un progetto che determina e guida la
realizzazione delle inquadrature che serviranno per
arrivare a quella peculiare composizione?
M.G. Non esiste una progettualità pensata, scritta su
uno storyboard, ragionata prima. esiste la mia creatività
guidata dal pensiero e dall’emozione che si trasforma in
immagine. L’opera è il risultato del mio scatto, dell’«odore»
che percepisco nel momento. La foto che realizzo è così
un percorso che si sviluppa dalle mie percezioni, dal mio
modo di osservare. La mia è fotografia di ricerca, dove sono
guidato dall’istinto, da uno stato d’animo, da un pensiero,
da una sensazione provata in quel momento.
! S.P.
Per informazioni: Artistocratic, via San Vitale 27, Bologna, tel. 051
222837, www.artistocratic.com
– LENONCILLO – MATTA – CHIA
Terra
Italiana
dal 18 gennaio
Via D’Azeglio 15
40123, Bologna
www.maggioregam.com
FOTOGRAFIA A BOLOGNA
16
Tempo sospeso in Iran e in Australia
Bruno Cattani ha memorie da salvare
«VisionQuest gallery Contemporary
Photography» di Genova, diretta da
Clelia Belgrado, porta allo «Spazio
Fotografia» di Arte Fiera le opere di
quattro noti artisti: Kiarostami, Kozka,
Cattani e Ghiglione. Di ognuno la
galleria espone edizioni limitate o pezzi
unici, com’è il caso di Mauro Ghiglione
presente con l’opera «Il Sale della
Vita», una stampa su lastre di sale
rosa dell’Himalaya e supporti di ferro.
L’artista presenta in mostra immagini
stampate, incredibilmente, sul sale che
riproducono quattro frame tratti dal «Film
Bianco» del 1994 di Krzysztof Kieslowski:
tra qualche tempo il sale corroderà i
frammenti visivi fino alla completa perdita
e l’operazione concettuale sarà conclusa
con un «riavvolgimento del nastro». Abbas
Kiarostami propone «The Wall», una
serie di fotografie scattate sulle pareti di
abitazioni iraniane. Il cineasta iraniano
si avvicina alla fotografia alla fine degli
anni Settanta, quando in Iran a causa
della rivoluzione degli Ayatollah vengono
proibite tutte le attività cinematografiche.
Bruno Cattani (Reggio Emilia, 1964) vive un
momento di particolare fervore, sia creativo
che espositivo. Gli abbiamo rivolto alcune
domande.
Nel 2011 è stato invitato alla Biennale
Internazionale d’Arte di Venezia, nella
sezione curata da Italo Zannier. Questa
partecipazione ha rappresentato una
svolta nell’apprezzamento del suo lavoro?
Sicuramente sì, perché essere nella sezione
di Zannier, da tutti lodata per il rigore delle
scelte, ha aumentato molto la visibilità
del mio lavoro, producendo nuovi contatti,
relazioni con gallerie e partecipazioni a fiere
nazionali («MIA» di Milano) e internazionali
(«OFF Art Fair Brussels» e «Fotofever» di
Parigi). Mi piace ricordare che quattro delle
sei fotografie esposte alla Biennale sono
entrate in importanti collezioni; ultima, in
ordine di tempo, quella di Bernard Arnault,
titolare del gruppo LVMH.
Ad Arte Fiera di Bologna è presente nello
stand di VisionQuest di Clelia Belgrado.
Con quali opere?
Con fotografie di due dei miei ultimi
cicli: «Memoria», cui sono state dedicate
una mostra e un catalogo (Allemandi)
nel 2010, e quello recente, «Sognare
Giocando», con le immagini a colori
dei giocattoli dell’infanzia. Queste
ultime fotografie sono ora esposte alla
VisionQuest di Genova e saranno poi
presentate nella nuova galleria che Sabrina
Raffaghello ha aperto ad Amsterdam.
Bronek Kozka, «The Sunshine House»
Il regista fissa «attimi di silenzio» e le sue
foto sono un meditato racconto dei suoi
viaggi e delle sue visioni. Bronek Kozka,
noto fotografo australiano, attraverso i
suoi scatti attenti e tecnicamente perfetti
ricostruisce narrazioni di ricordi personali.
Infine, il reggiano Bruno Cattani presenta
con «The Memory Box» una serie di
immagini che fissano e al tempo stesso
riflettono sul concetto di memoria. ! S.L.
Per informazioni, VisionQuest, Piazza Invrea 4r, Genova, tel. 010 2468771, 3397534993 www.visionquest.it
Fontana, Fossati e Zanotto da Sabrina
Può parlarci di qualche nuovo progetto
cui si sta dedicando e di future occasioni
espositive?
Sarò di nuovo al «MIA» di Milano e poi a
Singapore; si sono nel frattempo aperte
collaborazioni con gallerie importanti di
cui preferisco non parlare ancora. Sto
lavorando intensamente a un nuovo ciclo
sul paesaggio, sia urbano che rurale,
colto dal treno, su cui viaggio spesso; mi
interessa ciò che sta ai lati di questa sorta
di spina dorsale che attraversa il Paese, la
linea ferroviaria che va da Milano a Napoli.
! S.P.
«Time Out» anticipa la torinese Photissima
Vittore Fossati, «Belle Arti», 1993-98
al Museo di Fotografia di Modena, il
Museo di Fotografia di Cinsello Balsamo,
il MaXXI di Roma. Infine, la gallerista
Sabrina Raffaghello sarà presente a
Bologna anche con la collaborazione
della galleria di Amsterdam Red Stamp
Art Gallery: qui presenta un progetto
dell’artista Christian Zanotto, dedicato
alla ricerca sull’ologramma, «GATE
n.9#», recentemente esposta a Parigi
al Carrousel du Louvre. Le «oloteche»
di Christian Zanotto sono costituite da
sculture virtuali animate, realizzate per
mezzo di software tridimensionale e
sono visibili all’interno di strutture dal
design minimale che contengono sistemi
di proiezione e riflessione risultanti in
visioni multiple e diversi tipi di fruizione
olografica del soggetto tridimensionale
virtuale. ! S.L.
Per informazioni: Sabrina Raffaghello, via Treviso
17, Alessandria, tel. 0131 240375,
www.sabrinaraffaghello.com
La fotografia non solo
«invade» Arte Fiera
in questo inizio del
2014, perché la forma
artistica, che sta avendo
l’occasione di un nuovo
boom dettato anche da
una maggior attenzione
da parte dei giovani
collezionisti, si sviluppa anche in attesi
appuntamenti in centro storico. È il caso di
«Time Out», una giornata di studi che si terrà
sabato 25 gennaio, in occasione di «Art City
White Night», dalle 10 alle 12 e dalle 14
alle 19, e coinciderà con la visita all’atelier
di Maurizio Osti di via Castiglione 66. A
Osti la manifestazione «Time Out» dedicherà
un focus nel prossimo autunno all’interno di
«Photissima Art Fair 2014», manifestazione
ideata e voluta da Telemaco Rendine (nella
foto) che vedrà celebrare la terza edizione
nell’ex Manifattura Tabacchi di Torino dal
6 al 9 novembre prossimo. «Photissima
2014», appuntamento completamente
dedicato alla fotografia, ha debuttato nel
2012 come piattaforma di incontro e di
presentazione per tutto ciò che concerne la
fotografia e il video. L’obiettivo è diventare
punto di riferimento nel panorama nazionale
e per questo la manifestazione si occupa
dell’immagine nelle sue molteplici forme,
dal fotoreportage alla fotografia storica,
dalla street photography alla fotografia
artistica contemporanea. «Time Out» è il
titolo scelto quest’anno per la rassegna
COURTESY S. RAFFAGHELLO (AL)
Sabrina Raffaghello Arte Contemporanea,
tra le più note gallerie italiane dedicate
alla fotografia, presenta nell’apposita
sezione di Arte Fiera una doppia
personale dedicata a Franco
Fontana e a Vittore Fossati. Per
celebrare gli ottant’anni del
modenese Fontana la galleria
espone una selezione di vintage,
«Urban landscapes» e «Seaside»,
tra cui gli scatti della serie
«Praga» realizzata nel 1967.
Fontana è l’indiscusso maestro
della fotografia italiana a colori e le
sue opere sono esposte nei principali
musei del mondo, tra cui il MoMa
di New York, il Ludwig art Museum di
Colonia, la Gam di Torino e il Musée d’Art
Moderne di Parigi. Il modenese si avvicina
alla fotografia negli anni ’60 frequentando
i locali circoli amatoriali, ma ben presto
inizia a esporre in luoghi «istituzionali»:
nel 1963 alla Biennale del Colore di
Vienna e nel 1968 alla prima rassegna
personale a Modena. Fin dagli inizi gli
scatti di Fontana hanno come soggetto
unico il paesaggio di cui esalta cromatismi
e strutture geometriche con finalità e
vicinanze alla pittura dell’astrattismo,
del realismo americano e della Pop
Art. Vittore Fossati, nato nel 1954 ad
Alessandria, reduce dalla presenza
alla passata edizione della Biennale di
Venezia nel Padiglione Italia all’interno
della mostra «Viaggio In Italia», espone
a Bologna i lavori della serie «Belle
Arti» del 1993-98, un ciclo dedicato
alla memoria delle piccole cose. Fossati
si distingue presto tra gli artisti della
scuola di Reggio Emilia (pur non essendo
emiliano) e avvicina sin dagli inizi la sua
ricerca ad artisti quali Luigi Ghirri e Olivo
Barbieri. Le sue opere sono in collezione
Un’immagine del ciclo «Sognare Giocando» di
Bruno Cattani
Franco Fontana «Seascape. Ibiza», 1972 e
«Arizona, Phoenix», 1979
che coinvolgerà numerosi artisti e
istituzioni culturali specialistiche tra cui
Franco Fontana, presente a Bologna con
una sua personale ad Arte Fiera nello
stand di Sabrina Raffaghello, gli allievi
dell’Istituto Italiano di Fotografia di Milano,
lo IED di Milano, l’Accademia di Belle Arti
di Venezia. ! S.L.
Per informazioni: Sabrina Raffaghello,
via Treviso 17, Alessandria, tel. 0131 240375,
www.sabrinaraffaghello.com e Atelier Maurizio Osti,
via Castiglione 66, Bologna
17
VEDERE A BOLOGNA
Ferrara capitale
L’olandese comunicante
Norma Waltmann ha fondato Culturalia, un’agenzia di comunicazione del restauro per la
d’arte e di organizzazione di eventi culturali, e applica una ricetta vecchia
ventunesima volta
ma sempre vincente: «dare qualità»
C
ulturalia, agenzia di comunicazione d’arte e di
organizzazione di eventi culturali, è stata fondata a
Bologna alla fine del 2004 da Norma Waltmann,
che ne è tuttora titolare e responsabile. Nata a Rotterdam
nel 1969, e residente in Italia dal 1990, Norma si è laureata
in Storia dell’arte in Olanda, e ha poi svolto l’attività di
operatrice per la tutela dei beni culturali, di giornalista
e addetta stampa; da oltre vent’anni opera nel settore
culturale occupandosi di comunicazione, promozione
e ufficio stampa di mostre d’arte e di eventi culturali,
e organizzazione di rassegne e manifestazioni a livello
internazionale, restauro, catalogazione e schedatura
di reperti storico-artistici, consulenza per case d’asta,
giornalismo culturale. Prima di fondare Culturalia, la
Waltmann vanta una decennale esperienza, dal 1994 al
2004, all’interno di uno studio di comunicazione, di capo
ufficio stampa, coordinamento generale e del personale.
Norma, poliglotta (parla fluentemente cinque lingue),
esprime immediatamente, nella simpatia umana che
la caratterizza, un innato ottimismo, una passione
e un desiderio di fare, che non derivano certo dalla
sottovalutazione dei problemi esistenti, ma piuttosto dal
desiderio comunque di impegnarsi, di «buttare il cuore
oltre l’ostacolo», per ottenere il meglio anche con risorse
limitate. Le abbiamo rivolto alcune domande sulla storia
di Culturalia e sulle prospettive future.
Quando e perché ha deciso di dare vita a Culturalia?
Con quale spirito l’ha creata? Culturalia nasce a Bologna nel 2004, dopo una
lunga maturazione nell’ambito della comunicazione
specializzata in arte e cultura che ha creato le condizioni
per iniziare una vita professionale in autonomia. Lo
spirito con il quale è nata era ed è tutt’ora una grande
passione per il mio lavoro: mi dedico totalmente, e con
grande impegno e originalità, ad ogni progetto che mi
convince mettendone in risalto tutte le potenzialità e
tenendo sempre presente le aspettative del cliente.
C’erano innovazioni che lei sentiva utile introdurre
nel settore della comunicazione culturale?
Sì, già allora si capiva che solo il servizio di ufficio stampa
era troppo limitante e che occorreva offrire un servizio
più completo che affiancasse tutto quello che rientra nelle
varie fasi della realizzazione di un progetto. Inoltre, come
ulteriore valore aggiunto, ho applicato fin dall’inizio le
condizioni per fornire ai committenti nuovi contatti e una
rete di pertinenza. Può ricordare alcune delle iniziative che hanno
segnato la vita di Culturalia e delle quali lei è
particolarmente fiera?
Per me ogni iniziativa ha
valore, ma alcune highlight
di cui vado fiera sono per
esempio l’evento con Marina
Abramovic «Lady Performance»
a Bologna in collaborazione
con l’Università di Bologna e
Artefiera, così come la prima
edizione di «SetUp», l’evento
«Cromotour» con Simonetta
Scala, il grande happening di
Gerard Depardieu e Umberto
Eco che leggono le confessioni
di Sant’Agostino e la magnifica
mostra fotografica di
Gianfranco Salis dedicata a
Moana Pozzi.
Norma Waltmann è la
fondatrice di Culturalia
Quali sono gli eventi di cui
si sta occupando e quali
considera davvero speciali?
Cito alcuni progetti di grande eccellenza: «do ut do 2014:
Design per Hospice», promosso dalla Fondazione Hospice
Seràgnoli Onlus, che prevede diversi momenti espositivi e
pubblici al MaXXI, al MAMbo e al MAST, il Salone dell’Arte
e del Restauro che si terrà a marzo a Ferrara e, come tutti
potranno vedere in questi giorni, la seconda edizione
di «SetUp». Quello più speciale e stimolante è «do ut do
2014: Design per Hospice», che sicuramente farà parlare
di sé perché non ha precedenti e creerà nuove tendenze a
livello internazionale.
La crisi economica, in particolare della finanza
pubblica, segna anche il vostro lavoro, nel senso
che si tende spesso a ridurre la comunicazione o
ad affidare a chi comunica un budget del tutto
insufficiente. Sulla base della sua esperienza, ci sono
limiti nella comunicazione degli eventi culturali che
andrebbero superati? Quali innovazioni o sviluppi
lei vorrebbe portare alla sua attività? Devo dire che da quando la crisi è iniziata il mio lavoro
è aumentato sia per la qualità dei progetti offertimi sia
per la quantità; dunque, mi ritengo fortunata e grata
per la fiducia che ho ottenuto. Comunque, i limiti nella
attività di comunicazione vengono imposti più da fattori
esterni; basta pensare all’editoria che sta passando un
momento difficile, e ai budget ridotti, o quasi cancellati,
per fare cultura, e questo incide sul nostro lavoro. Occorre
stare molto attenti ai cambiamenti rapidi dell’editoria e
occorre trovare soluzioni originali, puntando comunque
e sempre al massimo, anche con budget e tempi ridotti,
applicando inventiva,
strategie alternative e
una gran voglia di fare.
La mia innovazione è in
Il volume «Arte dal 1900» della
indispensabile compagno di studi anche
controtendenza: applico
Zanichelli, redatto sotto la cura di
per la rete di riferimenti incrociati che
la vecchia ma sempre
Elio Grazioli da Hal Foster, Rosalind
permette percorsi di lettura personali e
vincente ricetta del «dare
Krauss, Yve-Alain Bois, Benjamin H.
per gli accurati box di approfondimento
qualità». ! S.P.
D. Buchloh e David Joselit, ormai lo
su personaggi, movimenti ed eventi.
conoscono tutti gli studenti e studiosi
Nuovi ad esempio sono i saggi dedicati al
di arte contemporanea. La casa
movimento De Stijl, all’uso dei manichini
editrice bolognese ne
e delle bambole
ha appena pubblicato
nel Dadaismo, alla
l’aggiornamento dedicato
grafica modernista
ai movimenti artistici fino
tra le due guerre, alla
al 2010 e la revisione
diffusione dell’arte
di tutto il materiale
cinese negli ultimi
recente nonché delle
anni, all’influenza
singole introduzioni degli
dei giochi e delle
autori alle principali
tecnologie dei social
metodologie di cui oggi la
network e all’impatto
storia dell’arte si serve.
del mercato nelle
Una scansione anno per
pratiche artistiche più
anno degli argomenti,
recenti. Preziose sono
scelti tra gli eventi cruciali
anche le due «tavole
dell’arte del XX secolo
rotonde» scritte tra
che fanno di questo
gli autori, a metà e al
volume, di 816 pagine
termine del corposo
La copertina del volume «Arte dal 1900»
e 700 illustrazioni, un
volume. ! S.L.
edito da Zanichelli
La summa dell’arte dal 1900 ad oggi
Il Salone dell’arte del Restauro
e della Conservazione dei Beni
Culturali e Ambientali di Ferrara
organizzato da «Acropoli Srl»,
in programma dal 26 al 29 marzo
L
a società bolognese «Acropoli Srl», fondata
da Carlo Amadori nel 1990 e specializzata
nell’organizzazione di eventi fieristici, non
organizza solamente «Il Salone dell’arte del Restauro e
della Conservazione dei Beni Culturali ed Ambientali»
di Ferrara che quest’anno si svolge dal 26 al 29 marzo.
Per conto della Fiera di Verona ha ideato e organizzato per
25 edizioni «Abitare il tempo. Giornate Internazionali
dell’Arredo»
e sei edizioni
della biennale
antiquaria «Tesori
dal tempo».
Per conto della
Fiera di Milano
ha inoltre ideato
e organizzato
nel settembre
2011 «Abitami»,
Un’immagine della scorsa edizione del Salone
a gennaio e
del Restauro di Ferrara
settembre 2012
«L’opera Italiana» nell’ambito di «Macef. International
Home Show». Tutt’ora collabora con la Fiera di Milano alla
realizzazione di edizione di «Homi». Nel 1991 ha ideato,
per conto della Fiera di Ferrara (gruppo BolognaFiere), il
«Salone del restauro», giunto quest’anno alla XXI edizione.
«La Manifestazione, spiega l’ideatore Carlo Amadori, ha
intrapreso e incrementato negli ultimi anni un’importante opera
di rinnovamento dell’immagine, dei contenuti e dell’approccio
metodologico ed operativo. Una nuova impostazione resa possibile
grazie alla importante collaborazione avviata con il TekneHub/
DIAPReM, l’Università di Ferrara, la Piattaforma Costruzioni,
Rete Alta Tecnologia Emilia-Romagna che ha peraltro permesso
un maggiore aggregamento di professionalità finora meno
coinvolte: architetti, ingegneri, tecnici e relativi ordini professionali
nonché il sistema delle imprese ad essi collegate». Nella passata
edizione il salone ha saputo affrontare con autorevolezza
e rigore scientifico il difficile percorso della ricostruzione
post-sisma che ha duramente colpito diversi Comuni di
Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto nel maggio 2012: «Per
l’edizione di marzo, termina il curatore, l’obiettivo del Salone sarà
quello di dimostrare ulteriormente quanto sia stretto il legame tra
restauro e ricerca, quanto il restauro sia un reale e potente fattore
di innovazione, quanto la metodologia e gli strumenti del restauro
possano essere veicoli di diffusione dell’eccellenza italiana nel mondo.
Crediamo sia anche importante l’esempio virtuoso di collaborazione
pubblico privato in grado di favorire co-progettazioni culturali al fine
di irrobustire all’interno del Paese la filiera di produzione tecnicoscientifica e imprenditoriale legata al restauro». ! S.L.
18
VEDERE A BOLOGNA
Fondantico ha vinto la scommessa:
far convivere antico e moderno
«Gregory’s», una nuova casa
per gli incanti
Per la gallerista Tiziana Sassòli il mercato dell’antico non conosce crisi
purché le opere siano realmente importanti anche in ambito internazionale.
E in stato di conservazione ottimo
D
ue anni fa, Tiziana Sassòli, animatrice della storica
Galleria Fondantico, aprì una nuova sede, in Palazzo
Pepoli Bentivoglio, nella quale fare convivere, o
alternare, in un ampio spazio espositivo distribuito su tre
piani, mostre d’arte antica, moderna e contemporanea.
L’ardua scommessa è stata vinta: l’esperienza di far
interagire dipinti antichi con opere di maestri del
Novecento storico e di artisti contemporanei ha riscosso
un significativo successo di pubblico, e ha fatto sì che la
gallerista sia riuscita nel suo intento di fare avvicinare al
moderno i cultori dell’antico e viceversa.
Così, dal 2011 ad oggi, nella nuova sede hanno
convissuto: le mostre d’arte antica, a partire da quelle
tradizionalmente presentate prima di Natale, e attese
dagli appassionati, accompagnate da importanti cataloghi;
i pittori emiliani dell’Ottocento e del primo Novecento
(Bertelli, Protti, Faccioli, Fioresi, Vighi); i maestri
del secolo scorso (De Chirico, Carrà, Campigli, Saetti,
Vuillard, Dix, Chagall, Casorati, De Pisis, tra gli altri); la
fotografia internazionale (David LaChapelle); un grande
pittore come Vasco Bendini, un intrigante scultore,
Bruno Raspanti e un illustratore (e pittore), Wolfango,
entrambi bolognesi; giovani autori contemporanei
quali Luciano Ghedini, Daniele Miglietta, Giovanni
Lunardi, Stefano Benazzo.
A testimoniare questa convivenza, e questa continua
staffetta, fino al 18 gennaio Fondantico presenta
l’annuale esposizione di «Incontro con la pittura»
(giunta al ventunesimo appuntamento), con trenta
dipinti di maestri bolognesi ed emiliani, attivi
dal Trecento all’Ottocento, documentati nel ricco
catalogo di mostra, a cura di Daniele Benati, nel quale
ciascun dipinto è corredato da una scheda e da un saggio
critico (ricordiamo, tra le altre opere, i «Due baccanti»
di Guido Reni, gli intensi ritratti di due artisti di cui è
tuttora ignota l’identità anagrafica, il Maestro dei dodici
Apostoli e l’Amico Friulano del Dosso, «La deposizione
dalla croce» di Francesco Cavazzoni). Dal 18 al 28 gennaio,
in occasione di Arte Fiera, la Galleria ospita una
mostra di Emanuela Vanelli, con sculture in rilievo,
in cartone pressato, raffiguranti animali e creazioni
decorative. C’è, infine, in programma una mostra del
pittore imolese Tonino
Gottarelli (1920-2007)
e la Sassòli si propone
anche di ospitare nella
sua Galleria mostre
provenienti da altre
città.
Tiziana Sassòli
ha concepito la
sua Galleria come
strumento di servizio
per la promozione
dell’arte, nell’intento
di rendere più viva la
città e di essere punto di
attrazione e di interesse
per i turisti che
approdano a Bologna:
vi si sono tenuti
incontri, presentazioni
di libri, conferenze di
docenti universitari
Guido Reni, «Due baccanti»
sull’economia dell’arte;
la galleria è frequentata da classi di studenti delle scuole
medie superiori e dell’Università, e da associazioni
culturali, e ha ospitato stage di studenti universitari;
il Centro perizie, valutazioni e stime che vi ha sede ha
attivamente funzionato.
Alla domanda circa gli effetti della crisi sulla sua attività,
Sassòli risponde: «Non posso negare che la crisi ci sia, ma, per
quanto riguarda l’antico, se le opere sono davvero importanti,
sono in un ottimo stato di conservazione, hanno un interesse
internazionale, i compratori ci sono. I collezionisti esistono ancora,
mentre si sono rarefatti gli acquisti delle Fondazioni bancarie e
degli Enti pubblici. Purtroppo lo Stato promuove poco l’arte, con
le leggi severe in vigore riguardanti l’esportazione di opere; così,
importanti case d’asta internazionali hanno chiuso le loro sedi
italiane. Come avviene in tanti altri Paesi, a partire dagli Stati
Uniti, ci dovrebbero essere incentivi, deduzioni fiscali per chi
acquista opere d’arte e mette assieme una collezione». ! S.P.
Per informazioni: Fondantico di Tiziana Sassoli, via de’ Pepoli 6e,
Bologna, tel. 051 265980, www.seleart.com/fondantico
La Gregory’s Casa d’Aste in Strada Maggiore
Una nuova casa d’aste a Bologna, organizzata proprio
sotto le Due Torri da Francesca Samarro e Glauco
Casagrande, i proprietari della storica galleria antiquaria
Dal Luzzo che ha sede poco lontano. Si tratta di
«Gregory’s» (dal nome del figlio dei fondatori Gregorio) che
ha inaugurato i suoi locali il 12 dicembre scorso con un
incanto dedicato a dipinti antichi e antiquariato oltre a
dipinti e sculture del XIX e XX secolo. In occasione dei
giorni di Arte Fiera la casa propone invece un «regalo»
ai bolognesi e ai turisti: l’esposizione dell’opera in
legno dello scultore bolognese Luciano Minguzzi (19112004) «Fiori della notte (“Le tre parche”)». «Si tratta
di un lavoro del 1982, spiegano Francesca Samarro e
Glauco Casagrande, nel quale Minguzzi ha modellato le
figure come verginali presenze rinsecchite dal tempo,
solennemente incombenti e ieratiche, ma prive di libero
arbitrio e di autonoma volontà, per cui esse appaiono
nell’ossimoro di un dramma grottesco che gioca,
inconsciamente, sull’esistenza umana. La tensione
polisemica di Minguzzi si traduce pure in una formulazione
in cui la triade figurale subisce l’ammiccante e fantasiosa
metamorfosi in Fiori della notte, ad alimentare, in fondo,
l’imponderabilità maliziosa e ironica del fato. Siamo
dunque all’ultimo periodo dell’attività di Minguzzi: un
periodo fervido di opere, segnato da un riesame del proprio
lavoro e da risorgenti inquietudini: e come se oggi, fuori di
ogni altra suggestione, egli si ritrovasse a tu per tu con la
sostanza primaria della propria storia e della propria natura
e si interrogasse da capo sulle ragioni del suo operare». La
prossima asta di Gregory’s, si terrà in primavera e si potrà
partecipare anche online all’incanto. ! S.L.
Per informazioni: Gregory’s Casa d’Aste, Strada Maggiore 14a/b,
Bologna, tel. 051 2960945, www.gregorysaste.it
Il dono lungimirante di Venturoli
Finalmente «Parsifal»
Il Collegio Venturoli venne fondato nel 1825 con il
lascito e secondo il volere del prestigioso architetto
Angelo Venturoli. Da allora svolge il compito di
sostenere giovani artisti bolognesi ritenuti meritevoli
per le loro capacità artistiche con borse di studio e con
la possibilità di utilizzare gli spazi del Collegio adibiti a
studi. Sopravvissuto alle vicende storiche e trasformato
in Fondazione nel 1993, il Collegio tuttora indice
periodicamente un bando di concorso per selezionare
giovani artisti e architetti ai quali affida i propri spazi a uso
studio-atelier fino al trentesimo anno d’età.
Da quasi due secoli è quindi un importante luogo di
mecenatismo e di cultura per la città di Bologna.
Dopo un periodo di chiusura al pubblico, gli spazi della
Fondazione Artistica Collegio Venturoli vengono riaperti
nel periodo di Arte Fiera 2014, dal 24 al 27 gennaio,
ospitando una mostra che accoglie le opere del nuovo
gruppo di borsisti. L’esposizione si snoderà negli spazi
cortilivi del Collegio Venturoli, in alcuni atelier dei borsisti
e nella gipsoteca, che per l’occasione sarà risistemata
e restaurata. Dopo la mostra tenutasi nel 2012 a
Crespellano, su iniziativa di Alberto Rodella della Galleria
Artifigurative e Silvia Rubini Assessore alla Cultura del
Comune di Crespellano, dal titolo «Angelo Venturoli. Tra
l’opera, il Collegio e la sua eredità», è nata la volontà di
istituire un’associazione culturale senza scopo di lucro al
fine di valorizzare il Collegio stesso.
Un altro centenario per il Teatro Comunale di Bologna.
Dopo i 250 anni della inaugurazione del teatro disegnato
da Antonio Bibiena nel 1763, apertosi il 14 maggio
di quell’anno con «Il Trionfo di Clelia», con musica di
Christoph-Willibald Gluck e testo di Pietro Metastasio,
che vide le tre superstar dell’opera settecentesca riunite
a Bologna, celebrati il 14 maggio 2013 con la prima
ripresa da allora della stessa opera, il 2014 si apre
col nome di Wagner. Bologna è stata per tradizione la
città più wagneriana del mondo e fu infatti proprio a
Bologna che il primo gennaio 2014 si tenne la prima
rappresentazione mondiale fuori dalla Germania del
«Parsifal» di Richard Wagner, terminato l’embargo che
Wagner aveva posto per testamento fino al 31 dicembre
2013 alle rappresentazioni della sua ultima opera fuori
dal «suo» teatro di Bayreuth. Il Teatro Comunale di
Bologna inaugura quindi la Stagione 2014 il 14 gennaio
con il «Parsifal», a riprender e celebrare la tradizione
wagneriana della città. Sul podio dell’Orchestra e del
Coro del Teatro Comunale debutta in questo titolo
Roberto Abbado, mentre regia, scene, costumi e luci
sono di Romeo Castellucci, nella versione del Thèâtre
de la Monnaie di Bruxelles (gennaio del 2011) alla sua
prima rappresentazione italiana in cui l’essenza religiosa
e trascendente dell’opera è esaltata da scene visionarie
e ricercati effetti ottici tridimensionali. ! Giovanni
Pellinghelli
Per informazioni: Fondazione Collegio Artistico Venturoli,
via Centotrecento 4, Bologna, tel. 051234866, www.collegioventuroli.it
Per informazioni: Teatro Comunale di Bologna, Largo Respighi 1,
Bologna, www.tcbo.it
20
VEDERE A BOLOGNA
La Creazione secondo Gotti
L’Europa tra Narvik e Pozzallo
Tappeti di guerra
Lo spazio espositivo di Emil Banca sino al 28 febbraio
propone due nuovi progetti artistici del bolognese Paolo
Gotti in collaborazione con l’attore e regista teatrale
Gabriele Marchesini. Si tratta di una serie fotografica
intitolata «Alle origini della terra», nella quale si racconta
di un viaggio dell’artista (che in quarant’anni «on the road»
ha scattato 10mila fotografie in oltre 70 paesi nei cinque
continenti) alla ricerca di territori ancora incontaminati.
Le 13 foto di Gotti si ispirano alla «Creazione» descritta
nell’Antico Testamento e raffigurano vulcani, acque che
ribollono, scene di vita vegetale di boschi e foreste del
Cile, di deserti sudamericani, di fiumi islandesi e cascate
venezuelane, del Rio delle Amazzoni. La seconda serie si
intitola «Crossing over. Attraverso l’immagine» e riunisce
13 scatti realizzati nell’attimo esatto in cui le figure umane
attraversano il paesaggio. ! S.L.
Lo Spazio Labò propone sino al 17 gennaio «Almost
Europe», una personale di Luca Nizzoli Toetti costituita
da due serie di fotografie affiancate da contributi
multimediali. La prima di esse, composta da 24 immagini
tratte dalla pubblicazione «Almost Europe» (Postcart
editore, con testi di Sergio Romano e Mario Dondero), è
un’esplorazione dei «confini» dell’Europa tra Kaliningrad
e Istanbul, attraverso Minsk, Kiev, Chisinau e Odessa. La
seconda serie, «L’Italia dal treno», riunisce 27 fotografie
in formato cartolina che raccontano il panorama italiano,
tratte da «TransEurope Express», un viaggio ferroviario
compiuto dall’autore sulla direttrice europea Nord-Sud
da Narvik (Norvegia), la stazione ferroviaria più a nord
d’Europa, a Pozzallo (Italia). Luca Nizzoli Toetti pubblica sul
«Corriere della Sera» e altre testate. ! S.L.
I tappeti contemporanei
stanno divenendo di «moda»
anche in Italia e alcune
gallerie tra cui, ad esempio,
Verolino di Modena
oppure la bolognese
Spazia, puntano su questo
segmento del mercato.
Proprio da Spazia la mostra
«Tappeti di guerra. Arte
contemporanea dell’Asia
Centrale», a cura di Enrico
Mascelloni, racconta
fino al 5 febbraio dei
tappeti di guerra realizzati
in Afghanistan e nella
Frontiera di Nord-Ovest
del Pakistan tra gli anni
Un «tappeto di guerra» degli
Settanta e oggi. Vi sono
anni Ottanta
esposti grandi mappe del
mondo circondate dalle bandiere dei rispettivi Paesi e
da sequenze di veicoli militari e sono anche presenti
manufatti recenti come il «Tappeto con il Dollaro» e altri
che rappresentano paesaggi urbani o sono arrivati in
Asia attraverso spostamenti con i giovani «frikkettoni» in
viaggio verso l’India». ! S.L.
Per informazioni: Emil Banca, via Giuseppe Mazzini 152, Bologna, www.
emilarte.it, www.paologotti.com
Per informazioni, Spazio Labò, via Frassinago 43/2, Bologna, tel.
3283383634, www.spaziolabo.it
Per informazioni: Galleria Spazia, via Dell’Inferno 5, Bologna, tel. 051
220184, www.galleriaspazia.com
Paolo Gotti, «Alle origini della terra. Bolivia, ai piedi del vulcano
Licancabur»
Beth Moon
all’Ariete
Dal 18 gennaio al 25 marzo
L’Ariete
Artecontemporanea presenta «Beth Moon.
Between Earth and Sky»,
la prima personale a Bologna di Beth Moon (Neenah,
Wisconsin, 1956, nella foto
«Last Comes the Raven»),
artista americana nota a livello internazionale per le
fotografie realizzate con la
complessa tecnica del platino palladio. Tempo, memoria
e natura sono i temi centrali
della sua ricerca. Sia che immortali maestosi alberi di baobab per la serie «Portraits
of Time», sia che catturi il delicato equilibrio tra l’innocenza dell’infanzia e le ombre
oscure della natura in «Thy
Kingdom Come», Beth Moon
rivela un’attenzione magica e
istintuale per il modo in cui
il tempo, la memoria e la natura concorrono nel far comprendere all’uomo il proprio
posto nell’universo. Insoddisfatta delle tonalità della
stampa a getto d’inchiostro,
Moon ha iniziato presto a
stampare le proprie fotografie sperimentando processi alternativi e approdando
all’antica tecnica al platino
palladio. ! S.L.
Per informazioni: L’Ariete Artecontemporanea, via D’Azeglio 42, Bologna, www.galleriaariete.it
Tosi da
Di Paolo
Dal 18 gennaio al 20 febbraio è a cura di Ivan Quaroni
la mostra «Synaesthesis»
del pittore bolognese Franco Tosi (nella foto, un’opera
del 2012), l’appuntamento
mette in evidenza la ricerca
dell’artista incentrata sulla rivisitazione di particolari anatomici nella loro dimensione
microscopica, quasi una visione introspettiva di frammenti di noi stessi. «Synaes-
Un’immagine di Luca Nizzoli Toetti
thesis» rivela dunque questo
paradosso tra realtà ispiratrice e illusione dove cellule
e filamenti si materializzano
su fluidi paesaggi interni dandoci la percezione del nostro
essere. ! S.L.
Per informazioni: Galleria Di Paolo
Arte, Galleria Falcone Borsellino
4a/b, Bologna, www.dipaoloarte.it.
Gonnelli e
Panichi da Art
Forum
«Il corpo che abito» riunisce dal 18 gennaio al 15
febbraio le rassegne personali di Federica Gonnelli e
Virginia Panichi. La produzione di Gonnelli e Panichi,
già presentata dalla Galleria Art Forum nella mostra
«Think Pink», vuole essere
un approfondimento della
loro ricerca artistica recente.
Entrambe le artiste lavorano a Firenze, pertanto il loro
lavoro, pur incentrato sulla
rappresentazione del corpo
quale «contenuto», non può
prescindere dal «contenitore». Federica Gonnelli realizza opere con materiali quali
velature, elementi vegetali
e organza spesso inseriti in
scatole di legno, mentre Virginia Panichi fotografa figure
femminili in pose improbabili
a cui fanno da sfondo scenografie molto dettagliate
realizzate dall’artista. Nella
foto, Federica Gonnelli, «Ricam-IO». ! S.L.
Per informazioni: Galleria Art Forum, via dei Bersaglieri 5, Bologna,
www.artforum.it.
Nunzio da
De’ Foscherari
La scena espositiva bolognese s’arricchisce, fino al
14 marzo, di una presenza
di particolare interesse. La
Galleria De’ Foscherari propone un’ampia mostra di
opere recenti di Nunzio (Di
Stefano) (Cagnano Amiterno, L’Aquila, 1954), artista
ormai affermato a livello internazionale per il rigore severo delle sue opere e l’essenzialità di una ricerca che
s’innesta sulla tradizione
del linguaggio scultoreo. Formatosi all’Accademia di Belle Arti di Roma, Nunzio espone sculture in gesso nella
mostra personale d’esordio
alla Galleria Spazia di Bolzano nel 1981; la presentazio-
ne è di Gabriella Drudi, che
nel 1987 firmerà il testo in
catalogo della mostra alla
Galleria Civica di Modena,
in cui l’artista propone le
sue prime sculture in legno
combusto, trattato con la
fiamma ossidrica. L’anno
precedente lavori in legno
e piombo di Nunzio erano
stati presentati alla Galleria
l’Attico di Roma, con testo
in catalogo di Achille Bonito Oliva. Nell’ambito di una
intensa attività espositiva,
vanno menzionate le presenze alla Biennale di Venezia, nel 1986, 1993, 1995;
in quest’ultimo anno, Nunzio
tiene a Bologna una mostra personale a Villa delle
Rose, con testi in catalogo
di Pier Giovanni Castagnoli,
Bruno Corà e Maurizio Fagiolo dell’Arco. Nel 1997
espone per la prima volta lavori in bronzo; nel 2005 è il
Macro di Roma a rivisitare il
suo intero percorso, in una
mostra antologica curata da
Danilo Eccher. ! S.P.
Per informazioni: Galleria De’
Foscherari, via Castiglione 2,
Bologna, tel.
051
221308,
[email protected], www.
defoscherari.com
Le Méhauté da
Spazio Testoni
Fino al primo febbraio la
galleria Spazio Testoni La
2000+45 presenta la prima
personale italiana dell’artista francese Caroline Le
Méhauté. «Silent» è il titolo che il curatore Alberto
Mattia Martini ha deciso di
attribuire al corpus di opere
che vengono presentate negli spazi della galleria, come
sintesi tematica di questa
esposizione, che indaga la
correlazione che intercorre tra «natura, umano, aria,
spazio e terra». Caroline Le
Méhauté vive e lavora tra
Marsiglia e Bruxelles e ha già
al suo attivo numerose esposizioni e residenze artistiche
internazionali. Nella foto, Caroline Le Méhauté, «Négociation 31. Prendre l’air». ! S.L.
Per informazioni: Spazio Testoni
La 2000+45, via D’Azeglio 50, Bologna, tel. 051 371272, www.spaziotestoni.it.
21
VEDERE A BOLOGNA
Le tante vite della Galleria Maggiore
I titolari della galleria Franco e Roberta Calarota sono sempre più impegnati con la progettazione
e la realizzazione di importanti esposizioni pubbliche in tutto il mondo
O
ultimi anni di vita, una casa e uno studio
gni incontro con Franco e Roberta
estivi. Dal 27 marzo al 2 settembre si è
Calarota, titolari della Galleria
tenuta, al Museo Archeologico Regionale
Maggiore, riserva novità e conferma che
di Aosta, la mostra «Renato Guttuso. Il
la galleria vive una fase di particolare fervore,
Realismo e l’attualità dell’immagine»,
con progetti e impegni che s’intrecciano e che si
con dipinti a olio su tela, tecniche miste e
sovrappongono, tanto che ci si potrebbe chiedere
disegni su carta, a cura di Flaminio Gualdoni.
se una sola vita sia sufficiente per realizzarli
La Galleria Maggiore ha collaborato alla
tutti. Non si tratta solo delle mostre nella sede
realizzazione della mostra «Giorgio de Chirico.
bolognese della galleria, o della partecipazione
Myth and Archaeology», svoltasi dal 13 aprile al
ad alcune grandi fiere internazionali, ma delle
15 giugno alla Phillips Collection di Washington,
esposizioni pubbliche cui la Maggiore collabora in
per la cura di Franco Miracco: sculture, disegni
prima persona, eventi seguiti direttamente dalla
e tecniche miste su carta. Sempre di De Chirico
fase della progettazione a quella della realizzazione
la Maggiore ha organizzato, dall’8 giugno
della mostra e del catalogo. Basta citare le mostre
in cui la Galleria Maggiore è stata direttamente
al 29 settembre, una mostra al Castello
impegnata nel corso del 2013: dal 16 gennaio al
Aragonese di Otranto: dipinti, disegni,
7 aprile, l’esposizione di incisioni e acquerelli
tecniche miste ed opere grafiche. Infine, dal
«Giorgio Morandi: Lines of Poetry», alla
29 maggio al 18 giugno, in occasione della
Estorick Collection of Modern Italian Art
Biennale Internazionale d’Arte di Venezia, si è
di Londra, e in contemporanea, «Paesaggi
tenuta, alla Fondazione Querini Stampalia, la
Leoncillo, «Taglio rosso»,
immaginati. I luoghi di Morandi», le
mostra «MATTA: Roberto Sebastian Matta,
1963
fotografie che Nino Migliori (Bologna, 1929)
Gordon Matta-Clark, Pablo Echaurren» (la
ha realizzato alla metà degli anni Ottanta, nelle quali
famiglia Matta: il padre e due dei figli), a cura di Danilo
rivisita il paesaggio di Grizzana, dove Morandi aveva, negli
Eccher. Il 2014 s’annuncia, fin dai primi mesi dell’anno,
Nannini da
Galleria Forni
Nicola Nannini (Bologna,
1972), nella rassegna «Passaggio a Krumau. Omaggio
a Schiele» (nella foto), dal
18 gennaio al 27 febbraio
presenta un progetto a lungo meditato ed eseguito con
la passione di un artista che
ha scelto come riferimento,
sin dai primi anni di Accademia di Belle Arti, uno dei
maggiori artisti figurativi del
secolo scorso, Egon Schiele. Una trentina di opere, realizzate nel corso degli ultimi
due anni, hanno per tema
il paesaggio mitteleuropeo
richiamando alla memoria
proprio quelle rare vedute
che Schiele realizzò a cavallo
tra il 1910 e il 1913. ! S.L.
Per informazioni: Galleria Forni, via
Farini 26, tel. 051 268090, Bologna, www.galleriaforni.it
gennaio. Piccoli (nella foto
un’opera del 2013) realizza
le sue opere sovrapponendo sulla tela garze e acetati, utilizzando anche colori
industriali, oltre ai più tradizionali olio e tempera, dando vita a immagini di grande
impatto visivo, ma anche di
imprevedibile
leggerezza
come le fragili sculture in
filo di ferro: dei teatrini che
declinano in pure linee la
varietà delle ossessioni figurative del momento. «Lentamente, scrive lo storico
dell’arte Fabrizio D’Amico,
l’immagine delle sue opere
affiora a una superficie che
è individuata come suo unico traguardo. In Piccoli pittura e disegno si saldano in
un’unità non programmaticamente cercata, ma infine
spontaneamente raggiunta». ! S.L.
Per informazioni: Galleria Stefano
Forni, Piazza Cavour 2, Bologna,
tel. 051 225679, www.galleriastefanoforni.com
Barbieri da
OltreDimore
Piccoli da
Stefano Forni
Gianriccardo Piccoli è il
protagonista della mostra
«Inside. Tracce da un filo»
aperta in galleria fino al 26
La mostra alla (Galleria +)
oltredimore di «Mattia Barbieri. Vedute. The New Fragrance», dal 17 gennaio al
14 marzo, a cura di Maura
Pozzati, racconta l’evolversi
della produzione dell’arti-
sta. La pittura del bresciano
Barbieri (1985) è caratterizzata da una serie di stratificazioni e cancellazioni a cui
si associano le immagini,
natura morta, paesaggi, figure sacre e squarci di cielo
con scritte digitali. Laureato
all’Accademia di Brera, Barbieri ha vinto il Premio Lissone nel 2013. Nella foto,
Mattia Barbieri, «Madonna
tutti i frutti». ! S.L.
Informazioni: Galleria + oltredimore, via del Porto 48a/b, Bologna,
tel. 051 6449537, www.oltredimore.it
Guerzoni da
Otto e G7
Franco Guerzoni, nato a Modena nel 1948, è un pittore
della memoria poiché fino
dai primi anni Settanta si
dedica alla ricerca dei sistemi di rappresentazione
dell’immagine
attraverso
l’uso del mezzo fotografico
e successivamente pittorico al fianco di altri artisti
noti quali Franco Vaccari,
Claudio Parmiggiani, Giuliano Della Casa, Luigi Ghirri. L’artista presta grande
attenzione anche al mondo
archeologico e negli anni
Ottanta svolta in direzione
della realizzazione di grandi carte parietali gessose
prima di approdare a una
ricerca sulla superficie intesa come profondità. Ora,
dopo quarant’anni dalla prima mostra personale tenuta da Guerzoni a Bologna,
la Galleria Studio G7, che
quella esposizione organizzò, e la Otto Gallery presentano la rassegna «Franco
Guerzoni. Archeologie senza restauro» che ha il proposito di rivisitarne decenni
di carriera e produzione con
opere giovanili e altre degli
ultimi anni. La rassegna si
svolge, fino al 28 febbraio, alla Otto Gallery dov’è
già aperta mentre alla Galleria Studio G7 è dal 18
gennaio fino al 15 marzo.
In quest’ultimo spazio è in
mostra il confronto tra un
intervento dell’artista eseguito direttamente su parete, «Impossibili restauri», e
un piccolo gruppo di opere
intitolate «Spia» del 19801982. In primavera un’altra
mostra su Guerzoni sarà al
MAMbo. Fino al 10 gennaio allo Studio G7 resta inoltre allestita la personale
di Ulrich Erben «Luci e ombre (costruzione/decostruzione)». Nelle foto, Franco
Guerzoni, «Opere degli anni
Settanta allo studio. Still
life» (Courtesy Otto Gallery)
e «Spia», 1981 (Courtesy
Studio G7). ! S.L.
Per informazioni, Otto Gallery, via
D’Azeglio 55, tel. 051 6449845,
www.otto-gallery.it e Galleria Studio G7, via Val D’Aposa 4a, Bologna, tel. 051 2960371, www.galleriastudiog7.it
altrettanto intenso. Il 14 gennaio s’apre alla Estorick
Collection di Londra una mostra dedicata a De Chirico,
con dipinti, sculture, tempere e disegni. Il 18 marzo,
sempre alla Estorick, s’inaugura una mostra di Pablo
Echaurren, che presenta i suoi collage «futuristi», con
frammenti di riviste e manifesti dell’epoca. L’arrivo della
primavera viene celebrato con la collocazione di una
scultura monumentale di Mimmo Paladino, «Porta
d’Oriente», nel giardino dell’Ambasciata d’Italia a
Washington. Ci sono poi le partecipazioni all’Armory Show
di New York a marzo e ad Art Basel Hong Kong a maggio.
Il fronte della Galleria non resta sguarnito: dal 18 gennaio
a fine maggio, ecco la mostra «Terra italiana», con opere
di Leoncillo, Matta, Chia e Paladino, che presenta non
solo terrecotte e ceramiche, ma anche dipinti con l’utilizzo
di terre colorate. ! S.P.
Per informazioni: Galleria d’Arte Maggiore, via D’Azeglio 15, Bologna, tel.
051 235843, www.maggioregam.com
La foresta di simboli
di Tobia Ravà
La galleria B4 propone fino
al 29 gennaio, a cura di
Maria Luisa Trevisan, «Codici
trascendentali», dedicata a
Tobia Ravà che torna nella
città di formazione dopo alcuni
anni di assenza. Esposte
lungo il percorso opere
con soggetti architettonici
mediterranei, lavori su
alluminio specchiante con
boschi, sculture in bronzo e
terracotta raffiguranti vegetali
e animali anche assemblati
a oggetti, secondo logiche
Tobia Ravà, «Fiboradicchio
e percorsi storico-filosofici
tardivo. Rosa d’inverno», 2011
oppure per semplici associazioni mentali. La ricerca di Ravà
non è legata tanto all’esoterico quanto alla mistica intesa,
secondo la definizione di Platone, come «esercizio di vita»
alla ricerca della saggezza dell’umano. ! S.L.
Per informazioni, Galleria B4, via Vinazzetti 4b, Bologna, tel.
3285936214, www.galleriab4.it
22
VEDERE A BOLOGNA
Lo studio per l’automobile in corsa di Balla
tra le opere della Galleria Cinquantasei ad Arte Fiera
Si tratta dello studio preparatorio dell’«Automobile in corsa» venduta nell’asta Sotheby’s di New York
il 6 novembre scorso battendo un nuovo record per l’artista: 8,5 milioni di euro
L
a Galleria Cinquantasei, condotta da Estemio
Serri e dal figlio Alan, presenta ad Arte Fiera
un’opera importante di Giacomo Balla, «Velocità
d’automobile», 1913, biacca e carboncino su carta da
spolvero di cm 44,4 x 59,5, firmato in basso a sinistra (vedi
la copertina del «Vedere a Bologna»). Sul retro, in alto a
destra, compare, in caratteri maiuscoli, la scritta «Futur Balla
Velocità d’Automobile», la data 1913 e il timbro «Pugno di
Boccioni»; al centro, su carta incollata, l’autentica e la firma
«Luce Balla». Del tutto documentata è la storia dell’opera:
dedicata congiuntamente a Virgilio Guidi (1891-1984)
e a Bruno Saetti (1902-1984), nel trentennale della loro
morte. Entrambi insegnanti alle Accademie di Venezia e
di Bologna, Guidi e Saetti formarono intere generazioni di
artisti. La loro assidua presenza alle Biennali Internazionali
d’Arte di Venezia e l’intensa attività espositiva in mostre
pubbliche e private determinarono un largo interesse per
la loro opera, in parte offuscatosi negli ultimi decenni.
L’esposizione alla Galleria Cinquantasei si pone proprio
l’obiettivo di documentare, attraverso la parola data alle
opere, alcune di assoluto valore storico, la vitalità di queste
due esperienze pittoriche, indagate nell’intero corso del
loro svolgersi: le opere di Guidi in mostra vanno dal 1915 al
1980, mentre quelle di Saetti sono ricomprese tra il 1924 e il
1983. L’esposizione è accompagnata da un catalogo con
testi di Toni Toniato e Claudio Spadoni (per Guidi) e di
Mariastella Margozzi ed Estemio Serri (per Saetti), con
una vasta antologia critica per ciascuno dei due artisti.
La Galleria Cinquantasei nei giorni di Arte Fiera osserverà i
seguenti orari: giovedì 23, venerdì 24 e domenica 26 gennaio
dalle 9.30 alle 13 e dalle 16 alle 19.30; sabato 25 dalle 10 alle 13
e dalle 16 alle 24. ! S.P.
Per informazioni: Galleria d’Arte Cinquantasei, via Mascarella 59b, Bologna,
tel. 051 250885, www.galleria56.it
Rane benefiche invadono i portici di Bologna
Carlo Carrà, «Marina di Carrara», 1933
proveniente da Casa Balla, Roma, e dalla Galleria Sianesi
Milano (1969), di cui reca il timbro nel retro; fu esposta nella
mostra «Maestri Moderni», alla Galleria Sianesi di Milano, nel
gennaio-febbraio 1969, e pubblicata nel catalogo della mostra
(tav. n. 1) ed è corredata dall’autentica di Elena Gigli, datata
«Roma, 30 maggio 2013». Si tratta, con tutta evidenza,
dello studio preparatorio del dipinto «Automobile in
corsa», 1913, di cm 74 x 104, firmato «Futur Balla» in basso
a sinistra, e aggiudicato nell’asta Sotheby’s di New York il
6 novembre 2013 al prezzo di 8.506.752 euro, comprensivo
delle spese (l’opera era stata esposta nella mostra personale
di Balla del 1963 alla Galleria Civica d’Arte Moderna di
Torino, riprodotta al n. 71 del catalogo, a cura di Enrico
Crispolti e Maria Drudi Gambillo).
Fanno corona a questo Balla, così rappresentativo
di uno dei periodi fondamentali nell’opera dell’artista,
quello futurista (ricordiamo solo la celeberrima icona di
«Dinamismo di un cane al guinzaglio» del 1912), altri dipinti
di Balla, realizzati in anni successivi, e opere di Sironi
(negli ultimi tre anni la Galleria Cinquantasei ha
dedicato molte energie al «Progetto Mario Sironi», in
collaborazione con il nipote dell’artista, Andrea SironiStrausswald: dopo una mostra itinerante in otto sedi,
si lavora alla pubblicazione, in più volumi, del catalogo
generale dell’opera dell’artista), Campigli, Carrà, Rosai,
Morandi, De Pisis, Corsi, Mandelli, tre dipinti di Guidi e tre
di Saetti. Quest’ultima presenza si ricollega alla mostra, in
corso fino all’8 marzo 2014 nella sede della Galleria,
Gianfranco Rosini, titolare
La Galleria Rosini Gutman (www.
della Galleria Rosini Gutman
rosinigutman.com), che vanta una
di Riccione, sarà presente
collaborazione ventennale con il
a Bologna, nel quadro delle
Cracking Art Group, coordinerà le
manifestazioni di Arte Fiera, con
installazioni delle “Rane benefiche”
un’iniziativa particolare, che gli
che invaderanno gli Art Hotels
chiediamo di illustrarci. «Il nostro
(www.bolognarthotels.it), le piazze
progetto dedicato al Cracking
e i portici di Bologna. Orea Malià
Art Group è stato inserito
ospiterà nel suo storico Spazio
OreArt, in via Ugo Bassi, una grande
all’interno di Bologna Arte Fiera
esposizione antologica dei Cracking.
2014 “Art City White Night”.
Le «Rane Cracking Art» che invadono Bologna a scopo
Tutti i bolognesi e coloro che amano
In verità, l’iniziativa si dispiega
benefico
questa meravigliosa città sono
su un periodo di tempo molto più
invitati a partecipare, anche tramite il web sostenuto dal
ampio dei soli giorni della manifestazione di Arte Fiera,
Crowdfounding di GINGER (www.unpassopersanluca.it), che
avendo avuto inizio il 28 ottobre 2013 e protraendosi sino
coordinerà l’organizzazione della raccolta fondi, finalizzata
al 30 marzo 2014: si tratta di un’idea che coinvolge l’intera
al restauro dei Portici di San Luca. La vendita delle “Rane
città di Bologna e che ha come specifico obiettivo quello
benefiche” è iniziata il 29 ottobre sulla piattaforma del
di una charity, di una raccolta di fondi per il restauro del
sito “un passo per San Luca”, e continuerà con la mostra
Porticato di San Luca, uno dei simboli di Bologna, peraltro
antologica della Collezione Rosini Gutman dei Cracking Art
assai amato dai suoi cittadini. La prima comunicazione alla
allestita nello Spazio OreArt di Orea Malià (www.oreamalia.it),
stampa è avvenuta lunedì 28 ottobre, alla presenza del
che si inaugurerà il 25 gennaio, per spostarsi poi a Riccione,
Sindaco di Bologna che, a nome della città, ha affrontato
sino in primavera, negli spazi della Galleria Rosini Gutman
“il primo passo per San Luca”, con una donazione di
di viale Ceccarini 35/g e viale Dante 4. In conclusione,
100mila euro, e con l’annuncio dell’invasione pacifica delle
debbo esprimere il mio rammarico per la mancata
“benefiche” Rane Cracking, che hanno “circondato” con una
partecipazione della Galleria Rosini Gutman ad Arte Fiera
prima installazione la statua di Luigi Galvani, nell’omonima
2014. Avevamo presentato un progetto espositivo con una
piazza bolognese, dietro il Duomo. Oltre alle piazze e ai
parte della nostra Collezione di Andy Warhol e una parte
portici della città di Bologna l’evento continuerà all’interno
della Collezione dei Maestri del Novecento, ma non è stato
di Arte Fiera Bologna “Art City White Night” da Orea
accettato dalla Commissione preposta alla selezione. Ce
Malià, fino al 30 marzo. La manifestazione verrà filmata e
ne dispiace molto, anche perché abbiamo alle spalle oltre
trasmessa, a partire dalla produzione delle Rane sino alla
cinquant’anni di apprezzata attività della famiglia Rosini,
loro installazione nei vari luoghi, dalla Televisione della
e possiamo vantare mostre nazionali e internazionali, in
Svizzera Italiana; media partner dell’evento sarà Sky TV
musei in Europa e in Cina, con una delle più vaste collezioni
Art Channel. Le “Rane benefiche” sono disponibili in vari
di Andy Warhol esistenti. Al di là di questa vicenda, posso
formati, con diversi prezzi corrispondenti: un primo, piccolo
assicurare il pubblico dei collezionisti e degli amanti
formato, di 30x23x9 cm circa, a 20 euro; un formato sempre
dell’arte, che tanto numerosi interverranno ad Arte Fiera,
piccolo, ma firmate e numerate a 99 esemplari, al prezzo di
che avranno comunque occasione di vedere la nostra
99 euro; infine, le Rane grandi (98x77x33 cm circa), sempre
Collezione di Andy Warhol esposta a Bologna». S.P.
firmate e numerate a 99 esemplari, al prezzo di 999 euro.
Nessuno sa di arte tutto quello che sanno i lettori di
IL GIORNALE DELL’ARTE
È il mensile d’informazione di riferimento per il mondo dell’arte concepito come
un quotidiano. Seleziona e riferisce con criteri giornalistici i fatti rilevanti dell’arte
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