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Il recupero dell`isolato “Hedebygade” a Copenhagen
Tecnologia Giovanna Franco Il recupero dell’isolato “Hedebygade” a Copenhagen Con il recupero di un intero isolato nella città di Copenhagen, da poco concluso, si è concretizzato un programma di rinnovamento edilizio e urbano, basato su criteri “ecologici”, portato avanti dalla pubblica amministrazione. L’intervento, che ha visto la partecipazione attiva di diversi gruppi di professionisti e imprese specializzate, coordinati da un’unica regia, ha costituito anche occasione per avviare un processo di sensibilizzazione dell’opinione pubblica, e degli stessi abitanti del quartiere, nei confronti dei principi di sostenibilità ambientale e dell’uso di nuove tecnologie, soprattutto nel campo delle energie rinnovabili N el mese di novembre del 1994, il Centro di Ricerche e Progetti danese, SBS Byfornyelse, prese in seria considerazione una proposta avanzata dal Ministero danese dell’Edilizia e delle Politiche Urbane, denominata “Project Renovering Program”. La proposta consisteva nella realizzazione di un progetto dimostrativo a larga scala, supportato da criteri di riqualificazione “ecologica”, su un quartiere occidentale della città di Copenhagen, denominato Outer Vesterbro, caratterizzato da un consistente stato di degrado fisico e sociale. Scopo del progetto, oltre alla riqualificazione fisica dell’isolato, da destinare nuovamente a residenze, era quello di sensibilizzare opinione pubblica, tecnici, produttori ed esperti nel campo del recupero edilizio, verso criteri di sostenibilità ambientale , applicando progetti di spiccato approccio ecologico. L’obiettivo era anche quello di coordinare, sotto un’unica regia, diversi tecnici ed esperti, in grado di approfondire, in blocchi diversi dell’isolato, tematiche specifiche. Dopo aver ricevuto una risposta positiva da parte del Ministero dell’Edilizia e delle Politiche Urbane, del Ministero dell’Ambiente e dell’Energia, dell’Agenzia di Protezione Ambientale e degli abitanti dell’isolato prescelto all’interno del quartiere (denominato Hedebygade), il Centro avviò innanzitutto un processo di sensibilizzazione presso esperti di settore, gestori e produttori di impianti, al fine di ricevere suggerimenti per l’adozione di soluzioni di riqualificazione sperimentali e innovative. All’inizio di febbraio 1995, il Centro ricevette 16 contributi da esperti e produttori di componenti e impianti elettrici e idrici; tra questi, furono scelte 12 proposte, successivamente sviluppate 46 CIL 94 all’interno di specifici sottoprogetti, approfonditi fino al livello esecutivo. Nell’estate del 1995, il Governo stanziò circa 40 milioni di corone danesi per l’attuazione dell’intervento e, nell’autunno dello stesso anno, firmò l’accordo per la realizzazione dei dodici sottoprogetti. Il progetto dimostrativo, che intende porsi come modello di intervento a larga scala di riqualificazione urbana ed edilizia, ha inteso, prima di tutto, contribuire al successivo sviluppo, tecnico ed economico, di soluzioni di recupero basate su criteri ecologici, anche da realizzarsi su edilizia di tipo tradizionale (quali l’ottimizzazione dell’incidenza della luce naturale negli spazi abitativi, il recupero delle acque e del calore, l’uso del verde anche negli ambienti interni, l’impiego di risorse energetiche rinnovabili, impianti tecnologici ad alta efficienza energetica, ecc.). Il quartiere Outer Vesterbro a Copenhagen. Fronte su strada dell’isolato. Pianta di progetto dell’isolato, con indicazione dei dodici sottoprogetti (indicati con le lettere). Nella pagina a fianco: vista dell’isolato di Hedebygade durante i lavori di riqualificazione. I caratteri dell’isolato L’isolato di Hedebygade è localizzato in un quartiere tardo-ottocentesco della città di Copenhagen (circa 1884), fino al XIX secolo circoscritta al perimetro della sua cerchia muraria. In quel periodo, la città visse una fase di espansione urbana, con la costruzione di nuovi quartieri residenziali per i lavoratori. L’architettura del quartiere rispecchia dunque i caratteri tipici delle costruzioni danesi, e in particolar modo della capitale, ma nasce già come “prodotto” di edilizia a basso costo. L’isolato, delimitato da quattro strade urbane, chiude al suo interno una grande corte, ed è costituito da 19 blocchi, ciascuno servito da uno o più corpi scala. Tali blocchi, pur con alcune variazioni morfologiche, presentano tutte le medesime caratteristiche costruttive. Le strutture verticali sono in muratura portante di mattoni, con spessori che possono anche raggiun- gere un metro. Gli orizzontamenti sono a struttura lignea e le coperture sono generalmente a doppia falda; le unità abitative hanno un taglio molto piccolo, variabile tra i 50 e gli 80 m2. I vani scala spesso affacciano sulla corte interna e aggettano rispetto al filo della facciata. Tale variazione morfologica ha costituito occasione per inserire nuovi volumi , spesso sul filo del corpo scala, in corrispondenza dei vani interni adibiti a cucina. Da qualche anno il quartiere di Vesterbro, fino a poco tempo fa caratterizzato da un degrado sociale, oltre che fisico, è oggetto di un processo di rinnovamento e riqualificazione urbana, che ha indotto l’insediamento di nuove attività commerciali nella parte basamentale degli edifici. Il recupero dell’isolato in questione ha riguardato tutti gli edifici e la corte interna compresa tra essi, che è divenuta un grande giardino. Al centro è stato 47 TECNOLOGIA realizzato un edificio, parzialmente interrato, destinato ad attività comuni e utilizzato, grazie ai sistemi di raffrescamento naturale, sia nel periodo invernale che in quello estivo. Le principali innovazioni tecniche (inserimento di nuovi volumi in aggetto tipo “bow-window” con tecnologie a secco, sistemi di isolamento, pannelli e altri moduli di celle fotovoltaiche) sono ubicate sui fronti interni, prospicienti il giardino comune, mentre i fronti esterni hanno subìto interventi di manutenzione più conservativi dell’immagine, pur con attenzione a criteri di risparmio energetico. Anche i nuovi inserimenti, che esprimono chiaramente un linguaggio contemporaneo, dialogano con rispetto con le strutture preesistenti: i nuovi volumi in aggetto sono appoggiati a terra autonomamente, salvo rari casi in cui sono stati agganciati a sbalzo balconi metallici di piccole dimensioni; i Progetto B. Pianta del blocco edilizio: il colore indica l’ampliamento. Progetto B. Sezione di dettaglio del nuovo balcone e dello spazio verde. Progetto C. Vista dei nuovi volumi aggiunti “bow window” dalla corte interna. Progetto C. Dettagli della pianta del blocco, nei punti dove sono stati inseriti i nuovi volumi vetrati (in colore). Progetto C. Sezione verticale di dettaglio del nuovo “bow window”. 1 2 3 4 5 6 7 Legenda: 1. scossalina metallica 2. profilo a C in acciaio 3. telaio in acciaio a chiusura dell’infisso 4. vetrocamera 5. profilo IPE 180 6. infisso in alluminio, telaio mobile 7. apertura di ispezione del locale impianti Progetto D. Vista delle serre aggiunte allo spazio cucina dalla corte interna. I volumi sono incastrati e appesi alla struttura esistente. 48 CIL 94 Progetto G. Vista del blocco dalla corte interna. L’aggiunta dei nuovi volumi, il cui filo sporge rispetto a quello dei preesistenti vani scala, crea nuovi collegamenti vetrati a tutti i piani. Progetto G. Pianta del blocco con indicazione dei nuovi volumi aggiunti e dei pannelli in fotovoltaico inseriti sulle facciate dei vani scala (in colore). Progetto G. Dettaglio dell’infisso apribile in corrispondenza del vano scala, rivestito con moduli a celle fotovoltaiche. punti di connessione tra murature esterne in laterizio e nuovi volumi sono sempre stati realizzati in corrispondenza di aperture esistenti, se necessario allungate con la demolizione del parapetto, in modo da non alterare la distribuzione complessiva dei carichi e il comportamento strutturale. Il progetto di recupero del quartiere, il cui obiettivo fondamentale rimane la dimostrazione, alla cittadinanza e a un contesto più vasto, della possibilità di perseguire obiettivi ecologici nella riqualificazione edilizia e urbana, rappresenta anche un esempio molto felice di gestione di un intervento risolto, affidando i progetti edilizi a tecnici diversi. Il risultato è espressione di un dialogo proficuo tra architettura tradizionale e innovazione tecnologica, in cui i caratteri costruttivi originari non vengono snaturati, ma piuttosto ad essi sono aggiunti nuovi inserimenti, con materiali contemporanei e tecnologie leggere. Un’alta qualità progettuale, differente da blocco a blocco, coniuga sapientemente conservazione e innovazione. sul giardino tramite una struttura vetrata, sono contenute una cucina, la lavanderia, stanze di uso comune. Le strutture e gli spazi abitativi sono stati realizzati con criteri ecologici, tra cui si possono menzionare i principi di ventilazione naturale per il raffrescamento estivo e per il riscaldamento passivo, un sistema di recupero dell’acqua da utilizzare nella lavanderia e l’impiego di materiali naturali ed ecologici. I dodici sottoprogetti C. Sistema di soluzioni ecologiche, C.F. Moller Architects, Cenergia Energy Il progetto intende dimostrare come un edificio esistente possa essere trasformato in un edificio a basso consumo energetico integrando l’impiego di diverse tecnologie, quali l’energia solare A. Casa ecologica comune, Domus Architects, COWI, Niels Peter Flint Design, Transform L’edificio è caratterizzato da diverse possibilità di utilizzo. Al suo interno, in parte interrato e in parte prospiciente B. Flora, C.F. Moller Architects, Transform, Carl Bro Il tema principale di questo progetto è l’impiego di piante verdi all’interno delle unità abitative, allo scopo di purificare il microclima. L’idea che supporta il progetto è quella di migliorare le condizioni microclimatiche interne ricorrendo all’uso della vegetazione, reimpiegando le acque grigie per l’irrigazione. L’obiettivo è stato raggiunto con l’inserimento, sul fronte verso la corte interna, di uno spazio filtro che alloggia il verde, chiuso da elementi vetrati e da balconi esterni a struttura metallica. 49 TECNOLOGIA per il sistema di riscaldamento e di acqua calda sanitaria, l’impiego di vetri basso-emissivi, sistemi di riscaldamento interni ad alto rendimento e a scambiamento di calore. In corrispondenza del volume del corpo scala, che sporge rispetto al filo della facciata, e dell’angolo dell’edificio, sono stati aggiunti, con sistemi prefabbricati, nuovi solai chiusi da pareti vetrate ad alta efficienza energetica. I “bow-window” così ottenuti, supportati a terra da coppie di pilastri in cemento armato dotati di propria fondazione, aumentano notevolmente lo spazio abitativo interno e il comfort dell’appartamento. D. La cucina verde, Byens Tegnestue, Wissenberg Engineers Un edificio all’interno dell’isolato è stato trasformato in una abitazione di stile “verde”, enfatizzando l’uso della cucina il cui spazio è esteso verso la corte interna tramite l’inserimento di una piccola “serra”, di poca profondità, ancorata alla muratura in laterizio sia a livello del solaio che tramite tiranti in acciaio. Anche in questo blocco è presente un sistema di riscaldamento solare passivo e di recupero dell’energia termica. Il consumo energetico del blocco, a progetto ultimato, corrisponde allo standard fissato per le nuove costruzioni. Progetto H. Pianta del blocco con indicazione delle verande aggiunte sulla corte interna e dello svuotamento centrale per creare un condotto luminoso. 1 2 3 4 5 Progetto H. Vista dalla corte interna: dettaglio delle verande e delle persiane in alluminio per l’aerazione della dispensa. 6 7 8 1 Progetto H. Dettaglio dello schermo solare in copertura. 9 2 Progetto H. Sezione di dettaglio della nuova veranda. Legenda: 1. gocciolatoio metallico a chiusura della scossalina 2. scossalina 3. scatolare in acciaio a sezione rettangolare 4. profilato metallico a chiusura dell’infisso 5. infisso in alluminio, telaio mobile 6. controtelaio 7. profilo in lamiera 8. telaio interno 9. braghettone in legno 10. terminale del profilo in lamiera curvato Progetto H. Sezione di dettaglio della nuova veranda. Legenda: 1. persiana in alluminio per l’aerazione naturale 2. mensole in legno per armadio dispensa 10 E. Controllo elettronico dei consumi giornalieri di elettricità, Torben Wormslev A/S e Brunata A/S All’interno di un certo numero di edifici dell’isolato è stato installato un sistema di controllo elettronico individuale dei consumi di acqua ed energia elettrica. Il sistema di contabilizzazione dei consumi prevede anche la possibilità di registrare, nel tempo, i risparmi ottenuti. K. Jorgensen A/S, Karsten Palsson Architects La soluzione architettonica prevede la costruzione di una nuova “torre”, aggiunta sul prospetto interno, che ospita lo spazio della cucina. Il nuovo volume è realizzato con sistemi tecnologici innovativi, con l’obiettivo di portare i consumi del blocco agli stessi livelli della nuova edificazione, in accordo con il protocollo danese “BR 95”. F. Integrazione verticale. Architettura, costruzione, energia e ambiente, Erik G. Sole e recupero. Riscaldamento solare attivo e passivo e incremento della 50 CIL 94 luce naturale, Erik K. Jorgensen A/S, Arkitektgruppen Il progetto, ricorrendo ai principi di addizione (un nuovo corpo leggero, appoggiato a terra) e di sovrapposizione (pannelli fotovoltaici sulla superficie esterna delle murature dei vani scala), dimostra come sia possibile utilizzare un elemento architettonico ad alta innovazione tecnologica (pannelli fotovoltaici) nel quale è migliorato l’ingresso della luce e dell’energia solare, al meglio delle sue potenzialità. Oltre a ciò, il progetto prevede l’impiego del riscaldamento solare attivo e passivo (collettori in copertura per il riscaldamento dell’acqua, finestre basso-emissive). L’edificio, uno dei più marcatamente innovativi per immagine architettonica, costituisce forse l’unico caso in cui è stato realizzato un intervento strutturale consistente, con il taglio di intere porzioni di muratura perimetrale portante, rinforzato con l’inserimento di un telaio metallico. H. Prisma, Box 25 Arkitekter, Peter Holst Tegnestue Il progetto intende dimostrare come la luce naturale e il calore del sole possano essere portati attraverso l’edificio, fino ai vani interni e bui di ciascuna unità immobiliare. Caratteristica dell’intervento è infatti l’installazione di uno specchio solare in copertura, in grado di muoversi secondo l’inclinazione dei raggi solari, collocato alla sommità di un condotto interno, anch’esso dotato di specchi, ottenuto con il taglio parziale dei solai lignei. Ad ogni piano, tali specchi sono in grado di portare la luce naturale nei bagni ciechi e nella parte di cucina non direttamente illuminata dal sole, attraverso apposite aperture. Altri aspetti ecologici di questo progetto sono il recupero di energia solare passiva (calore) dal nuovo sistema di verande vetrate aggiunto alle cucine sui prospetti interni, finestre basso emissive e il recupero di acqua per gli scarichi dei bagni. Le nuove verande vetrate, realizzate con tecnologie a secco, contengono anche armadi a muro attrezzati, impiegati come dispense e naturalmente raffrescati tramite griglie metalliche, a costituire anche elementi architettonici. Anche in questo caso l’intervento di modificazione delle strutture portanti è stato ridotto al minimo: l’acceso alla veranda sfrutta aperture che già esistevano, allungate della dimensione necessaria per il passaggio con la demolizione del parapetto, senza alterare la distribuzione dei carichi strutturali. I. Riciclo dei materiali, Domus Architects, R89 Il progetto intende dimostrare come lo stoccaggio dei rifiuti, sia negli appartamenti che nello spazio esterno del giardino, possa essere facilmente equipaggiato. vana, l’impiego di materiali drenanti e porosi per la pavimentazione, l’uso di materiali ecologici, la predisposizione di spazi per la raccolta differenziata. J. Fotovoltaico in un timpano murario, Domus Architects,e Wissenberg Engineers Il timpano cieco dell’edificio, che chiude l’isolato sul lato sud, è dotato di un sistema fotovoltaico in grado di accumulare energia elettrica per l’illuminazione Monitoraggio e valutazione Una Progetto J. Pannelli fotovoltaici a chiusura dell’isolato sul lato sud. Sistemi di schermature di nuovi balconi inseriti sul lato della corte interna. della parte di giardino limitrofa all’immobile. Il timpano è inoltre isolato termicamente. registrazione dei dati concernenti i consumi in tutti gli appartamenti, mentre la valutazione complessiva riguarda, più in generale, anche l’opinione degli abitanti, dedotta attraverso un questionario distribuito a tutti gli occupanti (140 persone). Dal questionario è emerso soprattutto come gli abitanti, che prima di insediarsi non si interessavano di ecologia urbana, ora si dimostrino più attenti al problema, anche grazie alla pressante campagna di sensibilizzazione avviata nel corso del processo di riqualificazione. ¶ K. Sistemi modulari per “facciate flessibili”, Architects Plan 1 e Esbensen Engineers Il progetto prevede l’inserimento, sulle facciate su strada e su corte interna di un blocco, di balconi a sistemi modulari in acciaio e vetro, come estensione dello spazio interno. Il sistema costituisce anche un dispositivo di guadagno solare passivo, coadiuvando i sistemi impiantistici grazie a celle fotovoltaiche integrate nei parapetti. L. Una corte interna ecologica, Domus Architects,Gruppen for BY Il progetto intende dimostrare come un giardino interno possa essere sistemato con attenzione a principi e sistemi ecologici quali i bacini di raccolta di acqua pio- 51 TECNOLOGIA volta realizzato l’intervento, l’isolato è stato oggetto di un programma di monitoraggio e di valutazione dei risultati, riferiti soprattutto ai consumi energetici, tuttora in corso. Il monitoraggio è rivolto alla Byfornyelse s.m.b.a. è una società, autorizzata dal governo danese, di proprietà del “Landowners’ Investment Fund”, una fondazione non-profit che si occupa di riqualificazione edilizia e urbana. Il materiale grafico e documentario è stato gentilmente fornito dall’arch. Elsebeth Eterkelsen, SBS Byfornyelse, Copenhagen, che ha coordinato l’intervento di riqualificazione. Le sezioni di dettaglio sono a cura di Alex Riolfo. Le fotografie sono dell’autore.