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Atto Costitutivo e Statuto Big Bang Sardegna

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Atto Costitutivo e Statuto Big Bang Sardegna
ATTO COSTITUTIVO
D’ASSOCIAZIONE SENZA FINI DI LUCRO “BIG BANG SARDEGNA”
Alle ore 18.00 del giorno 20 del mese di giugno anno 2013, in Cagliari (Via Emilia, 39), si sono riuniti per
costituire l’Associazione senza fini di lucro denominata “Big Bang Sardegna”, i seguenti cittadini:
1. Emanuele Armeni, nato a Cagliari il 17/06/1972 e ivi residente in …..omissis….;
CF: …..omissis….
2. Andrea Piani, nato a Cagliari il 02/01/1982 e residente a Quartu S. Elena (CA) in …..omissis….,
CF: …..omissis….
3. Gabriele Anedda nato a Cagliari il 24/03/1984 e ivi residente in …..omissis….
CF: …..omissis….
4. Francesca Fiorellino nata a Cagliari il 18/11/1986 e ivi residente in …..omissis….
CF: …..omissis….
5. Floris Manuel, nato a Cagliari il 27/05/1972 e residente a Nuoro in …..omissis….
CF: …..omissis….
6. Boi Paolo, nato a Lanusei il 09/03/1976 e residente a Ulassai in …..omissis…..
CF.: …..omissis….
6. Ferrante Antonio, nato a Palermo il 31/01/1976 e ivi residente. C.F.: …..omissis….
I presenti chiamano a presiedere la riunione Emanuele Armeni il quale nomina segretaria Francesca
Fiorellino.
Il Presidente illustra i motivi che hanno spinto i presenti a farsi promotori della costituzione
dell’Associazione..
La segretaria legge lo Statuto che, dopo essere stato discusso e posto in votazione, è approvato all’unanimità.
La disciplina dell’associazione è contenuta nello statuto allegato che costituisce parte integrante del presente
atto.
I presenti:
a) Deliberano che l’associazione sia denominata “Big Bang Sardegna” con sede presso “Via Molise, 6 –
09127, Cagliari”
b) Nominano i seguenti Signori quali componenti il primo Consiglio Direttivo:
1. Emanuele Armeni (Presidente)
2. Andrea Piani (Tesoriere)
3. Gabriele Anedda
4. Francesca Fiorellino
5. Floris Manuel
Nominano quale Socio onorario, che accetta, Davide Faraone nato a Palermo il 19/07/1975 e ivi residente.
c) Deliberano che il Consiglio rimanga in carica fino al 31 dicembre 2018.
d) Stabiliscono che l’adesione all’associazione è vincolata da quote associative, che il suo funzionamento è
basato sulla volontà democraticamente espressa dai soci e che è assolutamente escluso ogni scopo di lucro.
Sono, inoltre, stabilite le quote associative per l’anno 2013 come segue:
Socio ordinario (quota associativa pari a 20 euro/annui)
Socio ordinario under 25 (quota associativa pari a 10 euro/annui)
Socio fondatore (quota associativa pari a 50 euro/annui)
Socio onorario
Non essendovi altro da deliberare il Presidente scioglie l’Assemblea alle ore 20.00.
Il Presidente
Il Segretario
Allegato “A”
STATUTO DELL’ASSOCIAZIONE POLITICO-CULTURALE
“BIG BANG Sardegna”
Art. 1 - Costituzione - É costituita l’Associazione Politico-Culturale denominata ‘BIG BANG Sardegna’,
libera associazione senza scopo di lucro, ispirata ai valori fondamentali della Costituzione della Repubblica
Italiana e ai principi di libertà, uguaglianza, solidarietà e pace. Essa è regolata a norma del Titolo I Cap. III,
art. 36 e segg. del codice civile, nonché del presente Statuto.
Art. 2 - Sede e durata - L’associazione ha sede legale e amministrativa in Cagliari, Via Molise, 6. Tuttavia può
articolarsi in sezioni territoriali di ambito provinciale, comunale e/o tematiche, che nel rispetto delle finalità
del presente Statuto, possono svolgere attività autonome nell’ambito in cui esse operano. Le stesse saranno
disciplinate da appositi regolamenti interni allo scopo redatti e approvati dal Consiglio Direttivo.
L’Associazione ha durata illimitata.
Art. 3 - Finalità e scopi - L’associazione “Big Bang Sardegna” ispirandosi ai principi del riformismo
democratico e progressista intende essere strumento di riflessione pubblica sui principali nodi
dell’innovazione politica ed economica, sui passaggi necessari alla Sardegna per ridefinire i suoi fondamenti
politico-culturali. A tal fine promuove e realizza iniziative politico-culturali che si prefiggono l’obiettivo di
allargare e consolidare le basi della partecipazione popolare, rafforzare la cultura dei diritti e dello Stato di
diritto, della laicità dello Stato e delle Istituzioni pubbliche e di elaborare e indicare proposte per
l’allargamento di tali politiche riformistiche, promuove studi e approfondimenti capaci di alimentare la
produzione di idee all'altezza delle sfide di questo nuovo secolo con la prospettazione di soluzioni di governo
e di governance inclusivi e non esclusivi.
In particolare si propone di:
a) promuovere ogni tipo di attività culturale, politica, ricreativa, sociale tendente alla partecipazione di cittadini
alle questioni legate in primo luogo alla vita politica regionale, nazionale e internazionale, nonché
all’amministrazione locale, in particolare valorizzando la specificità delle politiche autonomistiche della
Regione Sardegna;
b) promuovere attività di informazione, formazione e diffusioni su tutti i temi connessi alla Comunità
Europea e al bacino euromediterraneo, all’utilizzo dei fondi strutturali, nello spirito della solidarietà e
dell’interculturalità e con le intenzioni di rafforzare gli elementi di coesione sociale e culturale fra i popoli, le
regioni e le autonomie locali;
c) promuovere i temi connessi al rafforzamento dello sviluppo locale, dal basso, alla promozione dei territori,
concorrendo in tal senso alla divulgazione e alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica dei Paesi di ambo le
rive del Mediterraneo sugli obiettivi del Partenariato Euromediterraneo e battendosi perché sia riconosciuto
l’indispensabile ruolo dei poteri territoriali, delle loro Associazioni e delle libre espressioni organizzative dei
cittadini;
d) diffondere le conoscenze e le pratiche in materia di sostenibilità ambientale nonché di tutela e di
valorizzazione delle risorse naturali, agricole, forestali, ambientali e territoriali;
e) approfondire la ricerca sui valori di uguaglianza tra i cittadini, di collaborazione internazionale e di ripudio
della guerra, di libertà politica e religiosa, di democrazia economica presenti con tanto rilievo nella nostra
Carta Costituzionale;
f) promuovere movimenti, comitati e gruppi anche con altra sigla distintiva, miranti a realizzare gli scopi in
ambiti volta per volta determinabili;
g) cooperare con le associazioni, le organizzazioni e le istituzioni del territorio;
h) organizzare incontri, convegni, dibattiti, favorendo al massimo il protagonismo dei partecipanti e il
pluralismo delle voci che saranno messe a confronto;
i) stampare, distribuire, porre in vendita libri e pubblicazioni, produrre, acquistare, distribuire, proièttare
filmati, registrazioni ed ogni altro tipo di riproduzione visiva o sonora;
l) organizzare od offrire il patrocinio a iniziative promosse da altri enti o associazioni;
m) promuovere attività di ricerca e formazione (corsi di aggiornamento, corsi di perfezionamento, istituzione
di gruppi di studio e di ricerca);
n) promuovere attività editoriale (pubblicazione di un bollettino, di notiziari, di siti internet, di blog, di atti di
convegni, di mostre, di seminari, nonché degli studi e delle ricerche compiute);
o) gestire eventuali centri e spazi per il miglior raggiungimento delle proprie finalità;
p) stipulare convenzioni con Enti pubblici (Stato, Regione, province, Comuni, Enti vari), e/o privati per il
raggiungimento degli obiettivi fissati e/o per la gestione di servizi conformi al presente Statuto.
q) in generale esplicare ogni attività che possa contribuire al perseguimento degli scopi che si prefigge,
mettendo in atto tutte le iniziative idonee ai fini enunciati.
Art. 4 - Soci - All’Associazione “Big Bang Sardegna” possono partecipare tutti coloro che,
indipendentemente dalle condizioni personali (di sesso, età, religione, cultura, etnia, condizioni sociali e
cittadinanza), sono interessati alla realizzazione delle finalità istituzionali e ne condividono lo spirito e gli
ideali.
I soci si dividono in:
- soci fondatori, i sottoscrittori dell’atto costitutivo;
- soci ordinari, a seguito di accettazione della domanda di adesione;
- soci onorari, sono considerati tali coloro che vengono nominati dal Consiglio Direttivo dell'Associazione.
Tutti i soci devono versare la quota annuale determinata dal Consiglio Direttivo. In caso di dimissioni o
decadenza le quote sottoscritte non sono rimborsabili.
Art. 5 - Ammissione dei soci - L’ammissione dei soci ordinari è deliberata, su domanda scritta del
richiedente, dal Consiglio Direttivo, il quale può insindacabilmente ammettere entro 1 (uno) mese dalla
domanda il nuovo socio ovvero respingere la sua domanda.
Ogni socio, con la sottoscrizione della domanda, dichiara di avere i requisiti etico-morali di partecipazione alla
vita associativa impegnandosi a sottoscrivere il documento programmatico e valoriale cui si ispira
l’Associazione.
Art. 6 - Doveri dei soci, provvedimenti disciplinari e esclusione - Tutti i soci sono tenuti a rispettare le
norme del presente statuto, l’eventuale regolamento interno, le deliberazioni assunte dagli organi preposti e
ispirarsi al documento programmatico e valoriale di cui all’art. 5 sottoscritto al momento dell’avanzamento
della richiesta di ammissione a socio. In caso di comportamento difforme dalle finalità dell’associazione e/o
per gravi motivi di indegnità morale e politica anche per fatti estranei all’attività dell’associazione che possono
in ogni caso danneggiare l’immagine e l’irreprensibilità della stessa, e/o per fatti e condotte illecite contro la
pubblica amministrazione, il Consiglio Direttivo potrà intervenire ed applicare le seguenti sanzioni: richiamo
scritto, sospensione, espulsione dall’Associazione commisurata alla gravità della circostanza.
Le sanzioni indicate non potranno essere prese senza che il soggetto interessato sia stato sentito o abbia
dedotto per scritto a propria difesa, entro dieci giorni dalla formale comunicazione della contestazione a
mezzo raccomandata con avviso di ricevimento o altra forma equivalente.
Qualora il socio non rinnovi annualmente la propria iscrizione versando la quota associativa oppure non
provveda alla regolarizzazione del versamento entro trenta giorni dall’avviso che gli verrà inviato su iniziativa
del Consiglio direttivo, decade automaticamente da socio.
Inoltre, può essere escluso il socio:
a) che svolga attività in contrasto con quelle dell’Associazione;
b) che non osservi le deliberazioni prese dagli organi sociali competenti;
c) che senza giustificato motivo non adempia puntualmente agli obblighi assunti a qualsiasi titolo verso
l’Associazione;
d) che fomenta dissidi fra i soci e danneggia moralmente e/o materialmente l’Associazione.
L’esclusione viene deliberata dal Consiglio direttivo, previa acquisizione delle motivazioni a sua difesa che il
socio deve far pervenire entro e non oltre 30 giorni dalla richiesta con AR, al Collegio dei Garanti.
L’esclusione può essere temporanea o definitiva.
Art. 7 - Diritti dei soci - Tutti i soci, nelle forme e nei modi previsti dal presente Statuto, hanno diritto di
partecipare alla vita associativa, di essere informati sulla stessa. L’informazione avverrà nelle forme ritenute
più opportune e adeguate, sia in forma diretta o secondo le modalità fissate dall’art. 22.
I soci hanno il diritto di partecipare all’Assemblea, di concorrere nella composizione degli organi sociali
dell’Associazione, di partecipare alle attività promosse dal Consiglio Direttivo. Ogni socio può delegare la sua
partecipazione ad un solo altro socio che, in tal caso, lo rappresenta esprimendo anche il voto del socio
delegato.
Art. 8 - Risorse economiche - Le risorse economiche dell’Associazione sono costituite da:
- dalle quote associative;
- contributi da parte di Enti pubblici e/o privati;
- donazioni e lasciti;
- ogni altro tipo di entrate, purché di natura lecita.
I contributi degli aderenti sono costituiti dalle quote associative annuali e da eventuali contributi straordinari
stabiliti dal Consiglio Direttivo che ne determina l’ammontare.
Le elargizioni in danaro, le donazioni e i lasciti, sono accettate dal Consiglio Direttivo, che delibera sulla
utilizzazione di esse, in armonia con le finalità statutarie dell’organizzazione. E’ vietato distribuire, anche in
modo indiretto, utili o avanzi di gestione, nonché fondi, riserve o capitale durante la vita dell’Associazione,
salvo che la destinazione o la distribuzione non siano imposte dalla legge.
Art. 9 – Esercizio finanziario - L’anno finanziario inizia il 1° gennaio e termina il 31 dicembre di ogni anno.
Il Tesoriere redige il bilancio consuntivo (rendiconto della gestione), che deve essere approvato
dall’Assemblea ordinaria ogni anno entro il mese di marzo.
Deve altresì redigere il bilancio preventivo, da approvarsi entro l’approvazione del bilancio consuntivo.
Il bilancio preventivo ed il rendiconto della gestione devono essere depositati presso la sede
dell’Associazione, entro i 15 giorni precedenti l’indizione della seduta di approvazione, in modo da poter
essere consultati da ogni associato.
Art. 10 - Organi - Sono organi dell’Associazione:
- L’Assemblea generale dei soci;
- Il Presidente dell’Associazione;
- Il Consiglio Direttivo;
- Il Tesoriere;
- Il Collegio dei Garanti
- La Consulta degli Eletti;
- Comitato Scientifico.
Art. 11 - Assemblea dei soci - L’Assemblea generale dei soci è il momento fondamentale di confronto e di
partecipazione atto ad assicurare una più ampia discussione sulle finalità dell’Associazione, fissandone le linee
programmatiche di livello generale.
Essa è convocata dal Presidente dell’Associazione almeno una volta l’anno in via ordinaria (in occasione
dell’adozione del bilancio preventivo e dell’approvazione del rendiconto della gestione), entro il mese di
aprile; in via straordinaria ogni qualvolta sia ritenuto utile e quando sia richiesta da almeno un terzo degli
associati.
In prima convocazione l’assemblea ordinaria o straordinaria è valida se è presente la maggioranza dei soci
aventi diritto al voto e deliberano validamente con la maggioranza dei presenti; in seconda convocazione é
valida con la presenza dei soci regolarmente convenuti che deliberano sempre con la maggioranza dei
presenti.
Nel caso si debbano votare modifiche allo Statuto o lo scioglimento anticipato dell’associazione, l’assemblea
allo scopo convocata, è valida se, in prima convocazione, è presente un numero di soci pari a metà più 1 e
può deliberare con il voto della maggioranza assoluta dei presenti aventi diritto al voto.
La convocazione è effettuata con le modalità previste dall’articolo 26 con almeno 15 giorni di preavviso dalla
data dell’assemblea. E’ consentita la delega. In seconda convocazione l’Assemblea è valida indipendentemente
dal numero di soci presenti.
Art. 12 - Compiti dell’Assemblea - L’Assemblea generale dei soci di livello regionale ha i seguenti compiti:
- eleggere il Consiglio Direttivo;
- eleggere il Tesoriere;
- adottare il bilancio preventivo;
- approvare il rendiconto della gestione;
- discutere le linee programmatiche e politico-culturali strategiche dell’Associazione determinandone le
conseguenti scelte;
- deliberare sulle modifiche dello statuto e sull’eventuale scioglimento dell’Associazione.
Art. 13 - Il Presidente - Il Presidente è, a tutti gli effetti, il legale rappresentante dell’Associazione e ne
rappresenta la linea politico-programmatica e culturale elaborata e deliberata dagli organismi sociali.
Il Presidente, oltre a rappresentare l’Associazione:
a) convoca e presiede l’Assemblea generale dei soci, il Consiglio direttivo proponendo le materie da
trattare nelle rispettive adunanze e ne assicura il regolare funzionamento;
b)
c)
d)
e)
firma gli atti e quanto occorra per l’esplicazione di tutti gli affari che vengono deliberati;
cura l’osservanza dello Statuto e ne promuove la riforma qualora si renda necessario;
provvede all’esecuzione delle deliberazioni dell’Assemblea generale e del Consiglio direttivo;
adotta in caso di urgenza ogni provvedimento opportuno riferendo nel più breve tempo al
Consiglio direttivo.
Il Presidente può delegare le sue attribuzioni, in via permanente o temporanea, o, a seconda dei casi, di volta
in volta, con proprio atto, al Vicepresidente. In tal caso, il Vicepresidente, assume tutti i relativi poteri ivi
compreso quelli relativi alla rappresentanza legale dell’Associazione.
Il Presidente, può anche delegare al Vicepresidente compiti di rappresentanza dell’Associazione in sede di
iniziative politico-culturale.
Il Presidente può nominare un Coordinatore che lo coadiuva.
Art. 14 - Consiglio Direttivo - Il Consiglio Direttivo è l’organo esecutivo dell’Associazione ed è composto
da un minimo di tre membri. E’ eletto dai soci dell’Associazione.
Il consiglio direttivo ha tutti i poteri di ordinaria e straordinaria amministrazione.
Sono compiti del Consiglio direttivo:
a) eleggere il Presidente dell’Associazione;
b) eleggere il VicePresidente dell’Associazione;
c) dare esecuzione ed operatività agli indirizzi programmatici deliberati dall’Assemblea;
d) predisporre gli atti da sottoporre all’Assemblea;
e) analizzare e discutere le proposte per la gestione dell’Associazione;
f) stabilire gli importi delle quote annuali dei soci e di eventuali contributi straordinari;
g) fissare l’importo della quota associativa e dei contributi annuali e di quelli straordinari, o di altre
eventuali entrate;
h) assumere gli eventuali provvedimenti disciplinari di cui all’art. 6);
i) approvare i regolamenti interni;
j) ogni più utile iniziativa per il buon funzionamento dell’Associazione.
Il Consiglio Direttivo si riunisce anche in sede diversa dalla sede legale dell’Associazione, su convocazione del
Presidente ogni qual volta egli lo giudichi necessario con invito scritto diramato almeno cinque giorni prima,
l’indicazione dell’ordine del giorno, salvi i casi d’urgenza, nei quali potrà essere convocato con qualsiasi mezzo
idoneo.
Le adunanze del Consiglio direttivo sono legalmente costituite, in prima convocazione, quando vi è presente
la metà più uno dei componenti.
Mentre, in seconda convocazione, a fissarsi con stesso avviso, ma da tenersi un’ora dopo la prima, con la
presenza dei componenti regolarmente convenuti. Le deliberazioni sono prese con il voto favorevole della
maggioranza dei presenti espresso in modo palese. In caso di parità di voti prevale il voto del Presidente o di
chi ne fa le veci.
I verbali delle deliberazioni del Consiglio sono raccolti in ordine cronologico e sono sottoscritti dal Presidente
e dal verbalizzante nominato dal Consiglio a voto palese.
Art. 15 – Tesoriere - Il Tesoriere è eletto dal Consiglio Direttivo su proposta del Presidente
dell’Associazione. Il Tesoriere è responsabile degli aspetti amministrativi e finanziari dell’Associazione, cura e
gestisce ogni relativo adempimento sia in entrata che in uscita. Predispone il bilancio preventivo ed il
rendiconto della gestione che deve contenere le singole voci di spesa e di entrata relative all’esercizio
finanziario.
Al fine di garantire una necessaria trasparenza nella gestione delle risorse, si potrà disporre di un apposito
conto corrente. I relativi poteri firma sul conto sono affidati al Tesoriere e al Presidente dell’Associazione o
suo delegato.
Art. 16 - Collegio dei Garanti - Il Collegio dei Garanti è eletto dall’Assemblea dei soci. Al suo interno elegge
un presidente, e, qualora ritenuto opportuno, si dota di un regolamento al fine di garantire il rispetto del
presente Statuto.
Art. 17 - Consulta degli Eletti - La Consulta degli eletti è un organismo consultivo dell’Associazione che
racchiude i soci dell’Associazione che svolgono un mandato di rappresentanza presso gli organismi elettivi
(Parlamento nazionale, parlamento regionale, Province, Comuni, Circoscrizioni) o presso altri Enti.
Esso si riunisce, su convocazione del Presidente dell’Associazione, per esaminare temi e argomenti di
carattere amministrativo e stabilire una comune linea d’azione. La Consulta, può stabilire di nominare un
proprio coordinatore.
Art. 18 - Comitato Scientifico - II Comitato Scientifico è organo di consultazione dell’Assemblea e del
Consiglio Direttivo. Esso contribuisce all’elaborazione delle linee fondamentali e agli indirizzi politicoculturali dell’Associazione assicurandone il relativo supporto.
Il Comitato Scientifico, nominato dal Consiglio direttivo è composto da membri scelti fra i soci
dell’Associazione o anche all’esterno di essa fra personalità di particolare rilievo scientifico, tecnico, culturale
che per esperienza personale, professione o attitudine, siano in grado, con adeguate analisi e prospettazione di
contenuti, di supportare e programmare le iniziative tematiche dell’Associazione.
Il Presidente del Comitato Scientifico è nominato dal Presidente dell’Associazione, sentito il Consiglio
direttivo della stessa. Egli presiede e dirige il Comitato Scientifico.
Il Comitato Scientifico si riunisce, su convocazione del suo Presidente o su richiesta del Presidente
dell’Associazione, presso la sede dell’Associazione o anche in sede diversa. L’invito deve essere diramato in
tempo utile per consentirne l’informazione e la partecipazione, con l'indicazione dell'ordine del giorno, salvi i
casi d'urgenza, nei quali potrà essere convocato con qualsiasi mezzo idoneo, e comunque almeno tre giorni
prima.
Il Comitato Scientifico, oltre ad esprimersi sulle questioni sottoposte dal Consiglio direttivo, può
autonomamente elaborare proposte da sottoporre allo stesso Consiglio direttivo riguardanti le linee
fondamentali e gli indirizzi politico culturali dell’Associazione in attuazione degli scopi fissati dall'art. 3 dello
Statuto.
Il Presidente dell’Associazione partecipa alle sedute del Comitato Scientifico.
Le riunioni del Comitato Scientifico sono legalmente costituite con la presenza dei componenti convenuti. Le
decisioni, vincolanti per il Comitato stesso, sono prese con il voto favorevole, espresso in modo palese, della
metà più uno dei presenti. In caso di parità di voti prevale quello del Presidente del Comitato Scientifico.
Della riunione è redatto apposito verbale dal Segretario designato dal Presidente del Comitato Scientifico nel
suo seno. I verbali delle deliberazioni del Comitato Scientifico devono essere raccolti in ordine cronologico e
devono essere sottoscritti dal Presidente del Comitato e dal Segretario della seduta.
Il Comitato Scientifico, al fine di snellire le proprie attività, può deliberare l’istituzione di una giunta esecutiva,
o comitati ristretti, con il compito di coordinare l’attività politico culturale da realizzare, anche in relazione alla
specifica tematica oggetto della propria analisi e può delegare ad uno dei suoi componenti competente per
materia, il compito del coordinamento del gruppo di lavoro tematico costituito.
Art. 19 - Articolazione territoriale e tematica – Al fine di radicarsi nel territorio regionale l’Associazione
può articolarsi, ove possibile, su base provinciale e, nell’ambito provinciale, su base comunale e
sovracomunale. L’Associazione, inoltre, può articolarsi per ogni Comune della provincia, anche in più circoli
con un numero minimo di iscritti autorizzati dal Consiglio Direttivo. Qualora vi fossero piccoli comuni
limitrofi, sarà possibile istituire un circolo intercomunale.
Per quanto riguarda le Città capoluogo, ove ritenuto, l’Associazione si articola in riferimento alle
Circoscrizione e/o Quartiere. Infine, l’associazione può articolarsi anche in aree tematiche con circoli
costituiti allo scopo.
In riferimento al livello sovracomunale, è nominato, su proposta del Presidente dell’Associazione, da parte dei
coordinatori dei Comuni ricompresi nell’area territoriale di riferimento, un coordinatore.
In riferimento ad ognuno dei singoli Comuni, sulla base degli associati in quella singola realtà comunale, è
eletto su proposta del Presidente dell’Associazione, un coordinatore del Comune. Nel caso nel Comune vi
siano più circoli, tra i referenti di ogni singolo circolo viene individuato d’intesa tra i coordinatori degli stessi e
il Presidente dell’Associazione, il referente cittadino.
In riferimento ad ognuna Circoscrizione e/o Quartieri delle Città capoluogo, sulla base degli associati in
quella singola realtà cittadina, è eletto, su proposta del Presidente dell’Associazione, un coordinatore.
In ogni singolo Collegio, formano il Comitato del Collegio i coordinatori di ogni Comune ricompreso in
quell’area territoriale.
Su base Comunale, formano il Comitato comunale gli associati presenti in quest’ambito territoriale.
Su base di Circoscrizione o Quartiere, formano il Comitato di riferimento gli associati presenti in
quest’ambito territoriale.
Su base tematica, ogni circolo tematico individua, d’intesa con il Presidente, un coordinatore dell’area
tematica.
Ogni livello organizzativo, ove lo ritenga, per affiancare l’azione del coordinatore, individua appositi organi
esecutivi.
Per ogni livello di articolazione territoriale il Coordinatore individuato, insieme ai soci presenti, svolge attività
politico-culturale coerente con le finalità dell’Associazione con riferimento particolare alla propria area di
competenza, assumendo tutte le iniziative ritenute utili alla migliore promozione di una più credibile azione
politico-culturale per il proprio territorio.
I singoli coordinamenti così costituiti su base sovracomunale, comunale, di circoscrizione o quartiere e
tematica, sono a qualsiasi titolo direttamente responsabili delle scelte e delle iniziative dell’Associazione
intraprese nei rispettivi territori.
Art. 20 - Norme di riferimento regionale - L’Associazione può articolarsi in ciascuna provincia.
Art. 21 - Ufficio di Staff - Al fine di supportare l’azione del Presidente e degli organi dell’Associazione nei
compiti discendenti dal presente Statuto, può essere istituito, su proposta del Consiglio direttivo un Ufficio di
Staff. A tale Ufficio sono chiamati a farvi parte persone che, per competenze personali e affidabilità, godono
della piena fiducia personale del Presidente.
Art. 22 - Durata degli organi - Gli Organi elettivi dell’Associazione, e/o da questi nominati, durano in
carica 5 anni dalla loro nomina e, alla loro scadenza, per prorogatio, fino alla costituzione dei nuovi Organi.
In caso di dimissioni degli organi, l’Assemblea procede a nuova nomina. I nuovi nominati espletano l’incarico
fino a completamento del mandato del predecessori.
Tutte le cariche sono gratuite. Tuttavia, ai componenti degli organi, se deliberato dal Consiglio Direttivo,
compete solo il rimborso delle spese regolarmente documentate sostenute in ragione dell’incarico di missione
autorizzato dal Presidente.
Art. 23 – Sistema di comunicazione e informazione - L’Associazione adotta sistemi di comunicazione e
informazione che siano quanti più diretti e immediati possibili, sia per veicolare le informazioni al suo interno
sia per comunicare la propria attività all’esterno sia per la convocazione degli organismi dirigenti.
Di conseguenza, gli avvisi di convocazione degli organismi avverranno esclusivamente per via telematica e per
via telefonica.
Art. 24 - Norme Transitorie - Il patrimonio residuo dell’ente in seguito a scioglimento deve essere devoluto
ad associazione con finalità analoghe o per fini di pubblica utilità. Per quanto non previsto dal presente
statuto valgono le norme di legge vigenti in materia.
Cagliari, lì 20 giugno 2013
Allegato “B”
Perché Big Bang Sardegna.
Documento programmatico e valoriale
Viviamo tempi di crisi. E in Sardegna, nel meridione d’Italia, la crisi produce i suoi più devastanti effetti:
ritarda e aggrava le condizioni dello sviluppo, peggiora la già bassa qualità della vita, azzera le già scarse
possibilità di futuro per le nuove generazioni, disarticola il già precario stato sociale, crea la già grave
dipendenza dal sistema pubblico, facilita la sempre intollerabile e opprimente infiltrazione e presenza della
criminalità.
In uno mondo globalizzato in cui imperversano le facce più severe dell’antico homo homini lupus, dettate dagli
interessi finanziari, l’economia reale soccombe e non è più quello che dovrebbe essere, un’opportunità per
tutti, bensì un interesse di pochi.
In questi scenari di crisi, la politica, che è l’arte del governo ed il luogo delle mediazioni e delle convivenze
civiche possibili, quale idea di partecipazione, rappresentanza e compensazione degli interessi generali,
anziché prefigurare soluzioni, è invece causa dello stesso problema.
In assenza di risposte certe e adeguate che non è in grado di fornire, la politica è screditata. Non riscuote più
la necessaria fiducia, né le Istituzioni democratiche stesse, sono considerate più baluardi del vivere civile.
Il tempo di crisi è però un tempo di grande opportunità verso il cambiamento. Dalla crisi, che tutto annienta e
tutto ributta indietro (dalle stesse conquiste sociali ai diritti di cittadinanza, frutto di lunghe e a volte
sanguinose lotte di riscatto), è possibile che emergano nuovi orizzonti. Possono essere tragici, oppure
possono disegnare un fronte avanzato di nuove conquiste sociali e nuovi assetti politici, istituzionali,
economici più adeguati alle esigenze dei nuovi tempi.
Per prefigurare e attuare tali nuovi assetti è necessario che una classe dirigente nuova si affermi con una
nuova visione della società che, senza rinunciare all’idea di fondo di giustizia sociale, di solidarietà (che è
anche solidarietà tra generazioni e solidarietà tra passato e futuro e solidarietà verso la terra e l’ambiente), di
lavoro, sappia inaugurare un nuovo rinascimento, necessario e moderno, in cui un insieme di regole
istituzionali e democratiche siano in grado di tutelare, difendere e allargare la sfera dei diritti individuali e
collettivi, tutelare e difendere la dignità del lavoro, la funzione sociale dell’impresa, consentire una più ampia
mobilità sociale, valorizzare il merito (nelle arti, nelle professioni, nel mondo del lavoro, nella vita sociale),
garantire più efficaci forme di solidarietà tra chi rimane indietro o è in difficoltà, tutelare le libertà da ogni
forma di condizionamento e oppressione e le libertà di pensiero, di espressione, di vita, dentro un quadro di
solidarietà democratiche di un riaffermato e autorevole Stato laico.
Insomma, in tempi di crisi s’impone con sempre più urgenza, la necessità di una politica nuova e rinnovata
che sia fondata su solide fondamenta etiche in grado di dare soluzioni ai problemi, del tutto inediti, del tempo
attuale.
Una politica che metta al centro della propria azione il bene comune a partire dall’insieme dei beni comuni
indisponibili e indivisibili, oggi sempre più aggrediti e ridotti.
Una politica che sappia realmente parlare al cuore dei problemi e sappia porsi in grado di offrire una sintesi
possibile e positiva per la loro risoluzione.
Per lo schieramento riformista e democratico, europeista e costituzionalista, si tratta di riconsiderare la
propria tradizione storica apportando quelle necessarie innovazioni dettate dall’urgenza dei tempi nuovi nei
quali viviamo. Non per soffocare le radici ma per continuare a farle vivificare dentro il solco tracciato dalle
grandi tradizioni repubblicane che hanno dato vita alla nostra Costituzione.
Una politica che si nutre di visioni, per la quale cioè «non sia delitto pensare e dire che tra i fini prossimi della
storia è, o è necessario che sia, la libera unione degli Stati d’Europa» (Borgese), sogno non ancora realizzato
ma traguardo possibile e necessario in un mondo sempre globale e globalizzato, il solo traguardo politico
sovranazionale in grado di garantire e difendere la migliore tradizione culturale e storico-politica delle singole
nazioni europee.
Ma di un’Europa dei popoli, del lavoro, del sociale, dell’integrazione culturale, dell’armonia e della bellezza e
non certamente della finanza, delle banche e dei centri di direzione del potere imperniato sulle politiche
restrittive di bilancio. Pur essendo coscienti che banche e finanza servano, ma nel loro valore strumentale,
non finale.
Per la Sardegna e il meridione, gli Stati Uniti d’Europa, devono essere la stella polare, uno degli approdi di
questa politica nuova e coraggiosa, l’orizzonte necessario e possibile per avviare trasformazioni profonde in
grado di modernizzare questa grande area del Paese, senza le quali quest’area geografica precipiterebbe
sempre più nel girone infernale dell’emarginazione e dell’irrilevanza politica ed economica, dove di fatto è
stata confinata.
Allo stesso tempo, insieme ad una forte visione europeista è bene affermare una piena e strategica
rivendicazione di una politica autenticamente meridionalista, aperta a cogliere dai fermenti in atto nel bacino
del Mediterraneo, aperti a imprevedibile, estreme e contrapposte soluzioni, uno sbocco positivo.
La vera autonomia, non vive nel suo rinchiudersi ma nell’aprirsi verso orizzonti più vasti, vive e si esprime
solo all’interno di una visione organica del contesto storico, geografico, politico e culturale, di cui, anzi si
nutre e che, per noi italiani, per noi Sardi, per noi meridionali, è l’Europa, non il suo contrario; diversamente
l’autonomismo senza orizzonte è solo la riaffermazione e l’autoreferenzialità di potentati localistici e di visioni
miope di corto respiro che escludono dalla storia i territori e i popoli che essi, impropriamente, hanno la
presunzione di rappresentare.
Una dimensione meridionale, nella quale fare svolgere all’Italia e alla Sardegna in particolare, posta com’è al
centro di questo bacino, tra l’Europa e l’Africa, tra questi due continenti, il ruolo strategico di collegamento,
di ponte armonioso, portando con se “una corrente alternata di pensiero: una europea raffinata, in discesa;
un’altra africana, in salita. Talora gli effetti di queste due correnti si sono cancellati a vicenda. Ma spesso si
sono integrati e illuminati l’uno l’altro”.
Una nuova visione politica che, a partire da questa splendida terra di Sardegna, sappia parlare al Paese e sappia
parlare ai Sardi a partire dalla consapevolezza storica che sovrasta l’impegno politico e le sfide che esso pone
– ha sempre posto – alle classi dirigenti che seriamente hanno tentato di ancorare questa terra alle punte più
avanzate dell’Italia, dell’Europa, di un’Italia e di un’Europa moderne, progredite, del benessere e dei diritti.
Una politica che sappia decifrare e interpretare la composita e complessa identità della Sardegna, “la sua
contraddizione storica”, che è poi la “sua sostanza vitale” e la sappia far diventare, “non un frammento
d’Italia, ma sua integrazione ed aumento”.
E questa “contraddizione storica” della Sardegna, questa “sua sostanza vitale”, questo suo essere “non un
frammento d’Italia, ma sua integrazione ed aumento”, “un’isola ma non abbastanza” deve essere il
frammento vitale di una politica nuova, convintamente progressista, riformista, democratica ed europeista,
aperta a superare steccati di vecchio ideologismo, in grado di contaminarsi di originali apporti e storie diverse
tutte confluenti e finalizzate verso un unico obiettivo. Una politica che sappia e possa sviscerare e far
emergere l’identità più profonda e originale di questa terra mai del tutto compresa abbastanza e mai realmente
governata nel segno, vero, del cambiamento.
Nell’ottica di tale consapevolezza del momento storico attuale, un’associazione politico-culturale nuova deve
essere convinta che la sua missione principale sia quella di animare la riflessione pubblica, demistificare le
finte rivoluzioni, smascherare i sempre soliti gattopardi, alimentare la discussione sui principali nodi
dell’innovazione politica ed economica, formare nuovi quadri dirigenti necessari a questa Sardegna, ultima in
tutta le classifiche di ogni grado e livello, per supportare i passaggi necessari ad uscire dallo stato di profonda
crisi nella quale è stata ridotta da classi dirigenti inadatte, impreparate e spesso in malafede che si sono
susseguite negli anni in assoluta quasi disinvolta continuità e sempre in collusione e contiguità con la mafia.
Un’associazione di donne e di uomini, di giovani e di meno giovani che fa del tema del futuro, della qualità,
del merito, dell’etica nella politica, della formazione culturale e politica e della partecipazione il perno della sua
azione, l’orizzonte culturale e politico verso il quale muoversi il solo che può garantire classi dirigenti
all’altezza delle sfide.
Un’associazione che abbia il coraggio delle sfide impossibili: disarticolare il precario quadro politico esistente
per ambire a giocare al rialzo, dopo anni di giochi al ribasso, su tutti i temi che animano la contraddizione di
questo tempo di crisi che sembrano irrisolvibili. In modo ottimista ma reale.
Un’associazione che parli, qui in Sardegna, degli Stati Uniti d’Europa, di un’Europa dei diritti, del progresso
e della solidarietà, una meta necessaria e possibile da raggiungere, perché sa che là è la chiave di tutto; che
guardi al Mediterraneo come un mare di incontro interculturale e una frontiera di pace e si attrezza con
adeguate strategiche politiche di sviluppo per far diventare la Sardegna un grande hub al centro di questo mare
nostrum in grado di intercettare merci e uomini sempre in più in movimento dal Sud al Nord del mondo; che
sappia offrire del Mezzogiorno d’Italia, del Sud della penisola, una nuova visione dinamica, perno sociale,
culturale ed economico, insostituibile per una sfida aperta di opportunità e di riforme dove protagonisti siano
le nuove generazioni in lotta per affrancarsi dalla marginalità cui sono costretti in alternativa all’emigrazione
perenne, alla fuga infinita.
Un’associazione che sappia parlare della Sardegna, dei suoi diversi e ricchi territori, che sappia dar loro voce,
speranza, proposte e prospettive, sapendo accogliere le sfide, le difficoltà, i germi di cambiamento che lottano
per affrancarsi dalla crisi che soffoca e chiude imprese, espelle lavoratori dal mondo del lavoro, emargina i
giovani, annulla la centralità dei Comuni esponendoli senza sostegni al loro ruolo di front-office sempre più
difficile da espletare.
Un’associazione, Big Bang Sardegna, per ridiscutere i fondamenti politico-culturali della Regione Sardegna,
per ridisegnare il suo Statuto speciale, per agevolare e rafforzare la partecipazione dal basso, accrescere la
cultura dei diritti e dello Stato di Diritto, della laicità dello Stato e delle Istituzioni pubbliche.
Un’associazione che sappia animare la politica, in mobilitazione e impegni con adeguati, indispensabili,
insopprimibili, strumenti culturali: incontri, dibattiti, giornate di studio, elaborazioni di proposte di legge e
programmatiche in grado di rompere il velo della diffidenza, della paura e dell’individualismo tipiche di questa
terra e che si pone il serio obiettivo del Governo, dei processi di decisione e della direzione da imprimere al
cambiamento.
Per dare un sogno di libertà e di concretezza entro la cornice della responsabilità sociale.
Un’associazione che, senza arroganza né presunzione, ma convintamente, si ponga l’obiettivo di essere una
componente di progettualità e di animazione politica in grado di sostenere una vera e profonda stagione
riformista nell’azione del Governo della Regione, perché del tema del cambiamento culturale e politico ne
faccia terreno di elaborazione fecondo di analisi, di proposte, di impegni per affermare la cultura del lavoro,
del merito, della solidarietà rompendo con il manto del protezionismo assistenziale e clientelare solo
funzionali agli apparati, ai ceti dirigenti e alle logiche partitiche che hanno caratterizzato la nostra Autonomia
regionale, liberando così questa terra alle sue infinite risorse e offrendole i diritti che la gente di qui, i Sardi,
rivendicano al pari di tutti gli altri.
Un’associazione che si pone l’obiettivo della ‘Bella Politica’. Di una politica partecipata. Quella che è
entusiasmo e servizio, per visioni ampie e utili a tutti non solo a qualcuno.
Insomma, Big Bang Sardegna, adesso!
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