Con le ruote non si scherza Con le ruote non si scherza
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Con le ruote non si scherza Con le ruote non si scherza
pneumatici sicurezza Con le ruote non si scherza BASTA UNA BUCA OPPURE UNA SALITA MALDESTRA SU UN MARCIAPIEDE. E IL DANNO È ASSICURATO. ECCO PERCHÉ, ALMENO UN PAIO DI VOLTE ALL’ANNO, È MEGLIO SOTTOPORRE LE GOMME A UN CONTROLLO. DALLA CONVERGENZA ALL’EQUILIBRATURA, ECCO CHE COSA È BENE FARE 52 AUTOMOBILE | GIUGNO 2011 di Valerio Boni P er molti automobilisti la figura del gommista è paragonabile a quella del dentista: utile in caso di necessità, ma dalla quale girare al largo il più possibile. Eppure, esattamente come avviene con i medici, controlli periodici e regolari sono una vera garanzia di serenità. E possono risolvere sul nascere danni che potrebbero rivelarsi in seguito più complessi e costosi da riparare. Ma quali sono le verifiche più importanti da non dimenticare e con quale frequenza vanno effettuate? Lo abbiamo chiesto a un professionista, Massimo Franchi, titolare della Boutique del Pneumatico di Milano. «Per un automobilista medio – dice Franchi – che percorre tra 20 e 30 mila chilometri l’anno e che effettua regolarmente il cambio gomme in autunno e primavera, non servono altri interventi ordinari. I due appuntamenti sono più che sufficienti per consentire a un professionista di valutare lo stato di salute di pneumatici e assetto». Quali verifiche vanno fatte ad ogni cambio di stagione? «Innanzitutto ogni ruota smontata è ispezionata da un occhio esperto, in grado di individuare danni anche minimi: per esempio tagli o ernie che il proprietario dell’auto non riuscirebbe a individuare. O ancora: un’usura irregolare del battistrada che ci permet- te di correggere il malfunzionamento prima di montare le quattro gomme per la nuova stagione, evitando così un consumo precoce. Senza dimenticare che, prima del montaggio, ogni ruota è equilibrata e portata alla pressione consigliata». E, invece, per chi non ha l’abitudine ai controlli periodici? «In questo caso è improbabile, anzi impossibile, che le condizioni delle quattro gomme possano rimanere costanti dal momento del montaggio fino alla loro completa usura. Per evitare spiacevoli sorprese è però importante fissare un appuntamento per un controllo dopo un contatto violento con una buca, un marciapiede o qualunque altro ostacolo». L’equilibratura è sempre sufficiente per garantire una guida in sicurezza? «In linea di massima le apparecchiature elettroniche consentono di effettuare una buona messa a punto, ma a volte è necessario intervenire sfruttando la nostra esperienza. Può infatti capitare che l’accoppiamento tra cerchio e pneumatico non risulti ottimale al 100%, al punto da rendere complessa l’equilibratura. Allora si procede manualmente, variando il posizionamento della ruota sul mozzo, o provvedendo a riposizionare la copertura, facendola Se possibile, meglio fuori stagione ino agli anni Ottanta la massima affluenza dai gommisti era concentrata alla fine di luglio, alla vigilia dell’esodo estivo per le vacanze. Oggi i periodi “caldi” sono più distribuiti sull’arco dell’anno, con la punta di maggiore intensità tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre (e in prossimità delle allerta meteo) per il montaggio di pneumatici invernali. Il successivo passaggio agli estivi è invece più diluito, tra marzo e aprile. Febbraio è poi il mese nel quale sono concentrati i lavori per rimediare ai danni causati a gomme e cerchi dalle buche nell’asfalto. Se si devono effettuare lavori di controllo, è quindi consigliabile scegliere i periodi di calma, durante i quali si può ottenere un’attenzione maggiore. Oltre che prezzi migliori. Non dimentichiamo che gli invernali per la nuova stagione saranno disponibili già ad agosto. In estate si può quindi contare su un ottimo assortimento e su sconti molto favorevoli. F 53 GIUGNO 2011 | AUTOMOBILE pneumatici sicurezza Quali altri servizi si possono richiedere a un gommista? Per quanto riguarda la convergenza, le regolazioni sono sempre quelle originali? «A quelli classici che abbiamo già citato – e che vanno dai controlli periodici al cambio stagionale tra gomme estive e invernali, con eventuale custodia in magazzino – si aggiungono l’eventuale riparazione e la scelta guidata nel momento in cui diventa necessario provvedere all’acquisto di nuovi pneumatici. Rispetto al passato, si sono poi aggiunti altri lavori che possono essere effettuati in un centro specializzato: dal controllo e sostituzione del liquido dei freni, fino alla rigenerazione dei cerchi in lega». «L’impiego di componenti sempre più resistenti e i collaudi effettuati attualmente dai costruttori di auto hanno portato ad avere assetti decisamente più efficaci e stabili rispetto al passato. Come abbiamo già detto, oggi il controllo della convergenza diventa opportuno solo dopo che l’auto ha subito un colpo tale da alterare la geometria. E comunque si ripristinano sempre i valori forniti dalla casa costruttrice». In passato, invece, al gommista spettava anche il compito di correggere gli errori? «Sì, fino agli anni Settanta erano piuttosto frequenti i casi di vetture che tendevano a tirare su un lato della strada e a evidenziare consumi irregolari delle gomme, perché uscivano dalle linee di montaggio non a posto. Ed era nostro compito intervenire per rimettere in ordine il tutto. In tempi recenti si sono verificati rari esempi su auto ad alte prestazioni, ma sono stati prontamente corretti fornendo agli acquirenti di quei modelli le indicazioni per ripristinare l’assetto migliore. Diverso è invece il discorso dell’automobilista che chiede di modificare la convergenza per ottenere risposte più sportive. Questi lavori si possono fare, ma si avverte il cliente che la variazione porta inevitabilmente a un maggiore consumo del battistrada». 54 AUTOMOBILE | GIUGNO 2011 FOTO AGENZIA CONTRASTO “slittare” di qualche grado, fino a trovare la soluzione ottimale». In che cosa consiste la rigenerazione dei cerchi? «Si tratta di un intervento che ha lo scopo di eliminare botte e graffi dai cerchi, riportandoli all’aspetto originale. Questo può avvenire in due modi: con un procedimento che si effettua in officina, oppure con un intervento più radicale, che prevede anche la tornitura e una nuova verniciatura. Nel primo caso l’operazione è relativamente rapida, con lavori di carteggiatura e lucidatura che si effettuano nell’arco di una giornata e costano circa 35 euro. La rigenerazione completa richiede invece un fermo auto di circa una settimana, con prezzi che partono da 80 euro». A proposito di prezzi, facciamo due conti veri? «Lo smontaggio e rimontaggio con equilibratura costa in media 70 euro, un controllo convergenza 30 euro, e la riparazione di una foratura 20 euro». Se si fora, la pezza è meglio della stringa Per riparare un tubeless bucato ci sono due alternative. Ma solo una è veramente affidabile uando si porta una ruota forata a riparare, solitamente il buco viene sigillato con la cosiddetta stringa, una striscia di gomma che è fatta passare attraverso la parte danneggiata e blocca la perdita d’aria. Questo è indubbiamente il sistema più economico, ma soprattutto il più rapido, dato che non richiede lo smontaggio della copertura dal cerchio. Proprio la facilità di impiego lo rende un pratico sistema antiforatura in dotazione su alcune moto, di sicuro più efficace della classica bomboletta gonfia e ripara. Tuttavia la stringa dovrebbe essere considerata la soluzione giusta solo per riparazioni provvisorie. Il suo impiego dovrebbe essere ristretto a quei casi che richiedono la necessità di proseguire un viaggio, prima di provvedere a sostituire lo pneumatico con uno nuovo. In tutte le altre situazioni, sarebbe preferibile usare il procedimento che prevede l’applicazione di una pezza, un’operazione che si effettua dall’interno e non passando dal battistrada. Per fare ciò non basta quindi rimuovere la ruota dal mozzo, ma bisogna separare anche la gomma dal cerchio. A questo punto si può procedere a sigillare il foro vulcanizzando la pezza e ottenendo una tenuta garantita nel tempo. Non bisogna però dimenticare che la riparazione è sempre subordinata al tipo di danno, e soprattutto alla sua posizione. Si può di norma rimediare ai fori provocati da chiodi e oggetti comunque con forma regolare che danneggino il battistrada. È possibile intervenire su tutta la parte che durante il rotolamento si trova a contatto con l’asfalto, fino al limite della spalla. Risulta invece assolutamente controindicato riparare fori, anche di piccolo diametro, presenti sul fianco. La ridotta quantità di materiale e gli elevati carichi concentrati in questa zona non consentono di ottenere sigillature tali da assicurare un livello di sicurezza accettabile. V.B. Q