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Con le ruote non si scherza Con le ruote non si scherza

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Con le ruote non si scherza Con le ruote non si scherza
pneumatici
sicurezza
Con le ruote
non si scherza
BASTA UNA BUCA OPPURE UNA SALITA
MALDESTRA SU UN MARCIAPIEDE.
E IL DANNO È ASSICURATO. ECCO PERCHÉ,
ALMENO UN PAIO DI VOLTE
ALL’ANNO, È MEGLIO SOTTOPORRE
LE GOMME A UN CONTROLLO.
DALLA CONVERGENZA ALL’EQUILIBRATURA,
ECCO CHE COSA È BENE FARE
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AUTOMOBILE
| GIUGNO 2011
di Valerio Boni
P
er molti automobilisti la figura del gommista è paragonabile a quella del dentista: utile in caso di necessità, ma
dalla quale girare al largo il più
possibile. Eppure, esattamente come avviene con i medici, controlli periodici e regolari sono una vera garanzia di serenità. E possono risolvere sul nascere danni che
potrebbero rivelarsi in seguito più
complessi e costosi da riparare.
Ma quali sono le verifiche più importanti da non dimenticare e con
quale frequenza vanno effettuate?
Lo abbiamo chiesto a un professionista, Massimo Franchi, titolare della Boutique del Pneumatico di Milano.
«Per un automobilista medio – dice Franchi – che percorre tra 20 e
30 mila chilometri l’anno e che effettua regolarmente il cambio
gomme in autunno e primavera,
non servono altri interventi ordinari. I due appuntamenti sono più
che sufficienti per consentire a un
professionista di valutare lo stato
di salute di pneumatici e assetto».
Quali verifiche vanno
fatte ad ogni
cambio di stagione?
«Innanzitutto ogni ruota smontata è ispezionata da un occhio
esperto, in grado di individuare
danni anche minimi: per esempio
tagli o ernie che il proprietario dell’auto non riuscirebbe a individuare. O ancora: un’usura irregolare del battistrada che ci permet-
te di correggere il malfunzionamento prima di montare le quattro gomme per la nuova stagione,
evitando così un consumo precoce. Senza dimenticare che, prima
del montaggio, ogni ruota è equilibrata e portata alla pressione consigliata».
E, invece, per chi
non ha l’abitudine
ai controlli periodici?
«In questo caso è improbabile, anzi impossibile, che le condizioni
delle quattro gomme possano rimanere costanti dal momento del
montaggio fino alla loro completa usura. Per evitare spiacevoli sorprese è però importante fissare un
appuntamento per un controllo
dopo un contatto violento con una
buca, un marciapiede o qualunque altro ostacolo».
L’equilibratura è sempre
sufficiente per garantire
una guida in sicurezza?
«In linea di massima le apparecchiature elettroniche consentono
di effettuare una buona messa a
punto, ma a volte è necessario intervenire sfruttando la nostra
esperienza. Può infatti capitare
che l’accoppiamento tra cerchio e
pneumatico non risulti ottimale
al 100%, al punto da rendere complessa l’equilibratura. Allora si
procede manualmente, variando
il posizionamento della ruota sul
mozzo, o provvedendo a riposizionare la copertura, facendola
Se possibile, meglio
fuori stagione
ino agli anni Ottanta la massima affluenza dai gommisti era
concentrata alla fine di luglio, alla vigilia dell’esodo estivo per le
vacanze. Oggi i periodi “caldi” sono più distribuiti sull’arco dell’anno,
con la punta di maggiore intensità tra la fine di ottobre e l’inizio di
novembre (e in prossimità delle allerta meteo) per il montaggio di
pneumatici invernali. Il successivo passaggio agli estivi è invece più
diluito, tra marzo e aprile. Febbraio è poi il mese nel quale sono
concentrati i lavori per rimediare ai danni causati a gomme e cerchi
dalle buche nell’asfalto. Se si devono effettuare lavori di controllo, è
quindi consigliabile scegliere i periodi di calma, durante i quali si può
ottenere un’attenzione maggiore. Oltre che prezzi migliori. Non
dimentichiamo che gli invernali per la nuova stagione saranno
disponibili già ad agosto. In estate si può quindi contare su un ottimo
assortimento e su sconti molto favorevoli.
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GIUGNO
2011 | AUTOMOBILE
pneumatici
sicurezza
Quali altri servizi
si possono richiedere
a un gommista?
Per quanto riguarda
la convergenza,
le regolazioni sono
sempre quelle originali?
«A quelli classici che abbiamo già
citato – e che vanno dai controlli
periodici al cambio stagionale tra
gomme estive e invernali, con
eventuale custodia in magazzino
– si aggiungono l’eventuale riparazione e la scelta guidata nel momento in cui diventa necessario
provvedere all’acquisto di nuovi
pneumatici. Rispetto al passato,
si sono poi aggiunti altri lavori che
possono essere effettuati in un
centro specializzato: dal controllo e sostituzione del liquido dei
freni, fino alla rigenerazione dei
cerchi in lega».
«L’impiego di componenti sempre più resistenti e i collaudi effettuati attualmente dai costruttori di auto hanno portato ad avere assetti decisamente più efficaci e stabili rispetto al passato. Come abbiamo già detto, oggi il controllo della convergenza diventa
opportuno solo dopo che l’auto
ha subito un colpo tale da alterare la geometria. E comunque si ripristinano sempre i valori forniti
dalla casa costruttrice».
In passato, invece,
al gommista spettava
anche il compito
di correggere gli errori?
«Sì, fino agli anni Settanta erano
piuttosto frequenti i casi di vetture che tendevano a tirare su un
lato della strada e a evidenziare
consumi irregolari delle gomme,
perché uscivano dalle linee di
montaggio non a posto. Ed era nostro compito intervenire per rimettere in ordine il tutto. In tempi recenti si sono verificati rari
esempi su auto ad alte prestazioni, ma sono stati prontamente corretti fornendo agli acquirenti di
quei modelli le indicazioni per ripristinare l’assetto migliore. Diverso è invece il discorso dell’automobilista che chiede di modificare la convergenza per ottenere
risposte più sportive. Questi lavori si possono fare, ma si avverte il cliente che la variazione porta inevitabilmente a un maggiore
consumo del battistrada».
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FOTO AGENZIA CONTRASTO
“slittare” di qualche grado, fino a
trovare la soluzione ottimale».
In che cosa consiste la
rigenerazione dei cerchi?
«Si tratta di un intervento che ha
lo scopo di eliminare botte e graffi dai cerchi, riportandoli all’aspetto originale. Questo può avvenire
in due modi: con un procedimento che si effettua in officina, oppure con un intervento più radicale, che prevede anche la tornitura e una nuova verniciatura. Nel
primo caso l’operazione è relativamente rapida, con lavori di carteggiatura e lucidatura che si effettuano nell’arco di una giornata e costano circa 35 euro. La rigenerazione completa richiede invece un fermo auto di circa una
settimana, con prezzi che partono da 80 euro».
A proposito di prezzi,
facciamo due conti veri?
«Lo smontaggio e rimontaggio con
equilibratura costa in media 70
euro, un controllo convergenza 30
euro, e la riparazione di una foratura 20 euro».
Se si fora, la pezza
è meglio della stringa
Per riparare un tubeless bucato ci sono due alternative.
Ma solo una è veramente affidabile
uando si porta una ruota forata a riparare, solitamente il buco viene
sigillato con la cosiddetta stringa, una striscia di gomma che è fatta
passare attraverso la parte danneggiata e blocca la perdita d’aria. Questo è
indubbiamente il sistema più economico, ma soprattutto il più rapido, dato
che non richiede lo smontaggio della copertura dal cerchio. Proprio la
facilità di impiego lo rende un pratico sistema antiforatura in dotazione su
alcune moto, di sicuro più efficace della classica bomboletta gonfia e ripara.
Tuttavia la stringa dovrebbe essere considerata la soluzione giusta solo per
riparazioni provvisorie. Il suo impiego dovrebbe essere ristretto a quei casi
che richiedono la necessità di proseguire un viaggio, prima di provvedere a
sostituire lo pneumatico con uno nuovo. In tutte le altre situazioni, sarebbe
preferibile usare il procedimento che prevede l’applicazione di una pezza,
un’operazione che si effettua dall’interno e non passando dal battistrada.
Per fare ciò non basta quindi rimuovere la ruota dal mozzo, ma bisogna
separare anche la gomma dal cerchio. A questo punto si può procedere a
sigillare il foro vulcanizzando la pezza e ottenendo una tenuta garantita nel
tempo. Non bisogna però dimenticare che la riparazione è sempre
subordinata al tipo di danno, e soprattutto alla sua posizione. Si può di
norma rimediare ai fori provocati da chiodi e oggetti comunque con forma
regolare che danneggino il battistrada. È possibile intervenire su tutta la
parte che durante il rotolamento si trova a contatto con l’asfalto, fino al
limite della spalla. Risulta invece assolutamente controindicato riparare fori,
anche di piccolo diametro, presenti sul fianco. La ridotta quantità di
materiale e gli elevati carichi concentrati in questa zona non consentono di
ottenere sigillature tali da assicurare un livello di sicurezza accettabile. V.B.
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