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Progetto “ Divento Grande”
Settore Servizi Sociale per Adulti Centro di Mediazione al Lavoro Progetto “ Divento Grande” Indice 1. La prospettiva europea della “seconda opportunità” p. 4 2. Il progetto “Divento grande” p. 6 3. La dimensione educativa del progetto p. 10 4. Precondizioni per attuare il dispositivo p. 13 5. Il dispositivo p. 15 Fase 1: Formazione e supervisione dell’équipe p. 17 Fase 2: Il pre - progetto p. 20 Fase 3: Il percorso formativo p. 23 A – Accoglienza e orientamento p. 26 B - Formazione p. 33 C – Stage p. 39 D – Cura della rete primaria e secondaria p. 48 E – Valutazione dell’azione p. 51 Fase 4: Accompagnamento alla realizzazione del progetto personale 6. Riferimenti bibliografici p. 56 p. 59 2 1. La prospettiva europea della “seconda opportunità” Il progetto “Divento grande” rappresenta un intervento di prevenzione, recupero e inserimento sociale/lavorativo di adolescenti e giovani in difficoltà. La sua natura è molto simile a ciò che in Unione europea viene definito intervento di “seconda opportunità”, ovvero “un insieme integrato e coerente di spazi di accoglienza, consulenza ed accompagnamento, di esperienze formative, di strumenti di intervento volti a favorire la crescita formativa di giovani ed adulti che non hanno potuto usufruire di una “prima opportunità” adeguata e corrispondente alle proprie necessità ed alla propria vocazione”. E’ evidente come tale impostazione non sorga dal nulla. Essa fa infatti riferimento alle elaborazioni in senso all’Unione europea in tema di diritti formativi. Come è specificato nel Libro bianco della Commissione europea “Insegnare ad apprendere - verso la società cognitiva”, di fronte alla crescente importanza dell’informazione, della mondializzazione e dei saperi tecnico-scientifici, è necessario intervenire sulla formazione per offrire ai cittadini condizioni adeguate di cittadinanza sociale. Infatti “la finalità ultima della formazione, che è quella di sviluppare l’autonomia della persona e la sua capacità professionale, ne fa l’elemento privilegiato dell’adattamento e dell’evoluzione”. Pertanto, le risposte principali suggerite consistono nelle seguenti: “innanzitutto permettere ad ogni individuo, uomo o donna, di accedere alla cultura generale e successivamente di svilupparne le attitudini al lavoro e all’attività”. Sono così delineati i due elementi fondanti la “missione” del sistema formativo integrato: 1. 2. consentire a tutti l’acquisizione della cultura generale consentire a tutti l’acquisizione di competenze professionali. Ciò significa che gli stati membri debbono intervenire nel rinnovamento dei propri sistemi formativi al fine di offrire a tutti una essenziale formazione di base e consentire ad ogni cittadino di accedere ad una qualificazione professionale. Per poter assumere una maggiore responsabilità nel processo di qualificazione, l’individuo deve infatti: - avere un’informazione più adeguata e utile sulle diverse opportunità formative essere in grado di inserirsi più agevolmente nei sistemi di formazione istituzionali ottenere il riconoscimento delle proprie competenze parziali mantenendone il livello qualitativo poter usufruire di nuove modalità di accesso all’istruzione ed alla formazione valorizzando al meglio le tecnologie dell’informazione. Tali obiettivi sono da concepire in modo integrativo, e non alternativo. Si scorge nelle elaborazioni di fonte comunitaria la persistenza di un principio di giustizia sociale che riflette sulla problematicità del rapporto tra popolazione e istruzione -formazione. In particolare “sussiste il rischio che la società europea si divida in coloro che sanno interpretare, coloro che sanno soltanto utilizzare e coloro che sono emarginati in una società che li assiste”. La consapevolezza del rapporto tra stratificazione sociale e livello culturale rimette in discussione le visioni troppo ottimistiche che hanno dato vita alla scolarità di massa, e delinea la necessità di un ripensamento dell’intera materia in modo da favorire realmente il diritto allo studio di ogni cittadino, offrendo cioè alle 3 persone le condizioni adeguate e opportune perché esse possano valorizzare il proprio potenziale, specie attraverso: - l’autonomia didattico - formativa l’adozione di una reale cultura progettuale l’innovazione delle metodologie e degli strumenti l’ampliamento del campo d’azione formativa la flessibilità e l’integrazione tra i sistemi di istruzione e formazione. Si afferma in particolare che “l’osservazione dei risultati, in particolare le difficoltà di reinserimento sociale dei giovani e adulti interessati, induce ora a ritenere che occorra favorire dispositivi di seconda opportunità che l’Unione europea può contribuire a sostenere”. Siamo quindi entro un approccio formativo assolutamente di impronta non scolastica. La prospettiva della “seconda chance” non allude unicamente alla possibilità di creare nuove strutture per popolazioni ben identificate, ma si radica all’interno di una modellistica orientativa che ha potuto usufruire di notevoli studi e sperimentazioni nel corso degli ultimi anni. Essa si colloca pertanto in una “filosofia” educativa intesa come possibilità di offrire a popolazioni differenziate per condizioni e caratteristiche delle proposte multiple, tra le quali esse possono scegliere la propria strada tramite la prova della “corrispondenza” tra esse e le loro attese. Tale filosofia si concretizza in quattro componenti, riferite al sistema educativo - formativo, alla gestione del curriculum, ai servizi per le transizioni, infine all’offerta di opportunità di recupero, sostegno ed accompagnamento di soggetti in difficoltà. 4 2. Il progetto “Divento grande” Il progetto “Divento grande” si propone di: - - avviare un modello d’intervento che raccordi centri di formazione, strutture comunali, mondo delle imprese per potenziare l’efficacia delle azioni rivolte a giovani in difficoltà d’inserimento positivo nelle responsabilità della vita adulta, ampliare l’esperienza fin qui fatta dalle strutture comunali nell’avviamento al lavoro dei giovani in difficoltà promuovendo nuove forme d’orientamento e sostegno di gruppo, sperimentare un approccio integrato al problema favorendo la condivisione di esperienze fra i soggetti che a diverso titolo operano nell’area del disagio, promuovere lo sviluppo di nuovi canali di reclutamento e di selezione dei destinatari del progetto, estendere l’intervento di sostegno e di orientamento ai giovani in difficoltà anche nella fase successiva alla conclusione del percorso formalizzato. L’intervento si caratterizza per le diverse competenze e per gli specifici contributi messi in campo dai soggetti promotori e attuatori, che consentono la progettazione di un percorso, ad un tempo educativo, di avviamento professionale e di concreta esperienza di lavoro nell’impresa. L’orientamento professionale fornito ai giovani, perseguito tramite l’esperienza lavorativa, si propone di: - far comprendere in cosa consiste il mondo del lavoro e che cosa richiede in termini di applicazione, attenzione, presa di coscienza di diritti e doveri, responsabilità, - “educare” al senso del “contratto” vincolante tra sé e il datore di lavoro, attraverso una o più esperienze lavorative, - favorire il raggiungimento della consapevolezza delle proprie attitudini, preferenze e potenzialità, anche in rapporto alle effettive opportunità offerte e alle caratteristiche dei diversi ambienti di lavoro. Il progetto si rivolge al seguente target: adolescenti di età compresa tra i 15 e i 18 anni che evidenziano percorsi evolutivi difficili, segnati da deprivazioni affettive e culturali. L’obiettivo è di accogliere nel progetto 28 adolescenti. Qualora si dovessero incontrare difficoltà nel reperimento degli adolescenti, resta inteso che il progetto decollerà al raggiungimento del numero minimo di 20 partecipanti. Il percorso formativo che coinvolge gli adolescenti per un totale di 800 ore è così strutturato: - 200 ore di orientamento, formazione e addestramento in atelier e laboratori - 600 ore di stage aziendali. L'intervento formativo nella sua complessità comprende inoltre: - 550 ore di tutor - 50 ore di coordinamento - 50 ore di account aziendale. Si segnala, inoltre, che le 200 ore di orientamento, formazione e addestramento in atelier e laboratori prevedono alcune co - docenze per un totale di 50 ore. La metodologia adottata corrisponde ad un dispositivo di intervento personalizzato e flessibile che sia in grado di: - progettare percorsi formativi individualizzati differenziando gli obiettivi programmare uscite dal progetto in qualunque momento dell’anno in base al raggiungimento degli obiettivi formativi - individualizzare metodiche formative ed educative secondo le esigenze di ciascun individuo. In particolare, il percorso si articola in due fasi: 1. Orientamento. L’integrazione dell’adolescente in un processo formativo si realizza attraverso l’inserimento in una realtà pronta ad accoglierlo e a aiutarlo nell’espressione delle sue aspirazioni, nei suoi bisogni e nelle potenzialità, sviluppando le capacità operative e di autonomia. il cui obiettivo principale è quello di sviluppare nei soggetti coinvolti le opportune capacità di analisi nei vari momenti di transizione al lavoro. Il primo periodo dell'orientamento crea le condizioni favorevoli affinché l'adolescente possa esteriorizzare liberamente le proprie aspirazioni. Le metodologie di riferimento per 5 raggiungere questo obiettivo sono di indagine e di raccolta di informazioni, attraverso esperienze diversificate, per offrire all’utente elementi tali da consentire il miglioramento delle conoscenze, delle opportunità e delle relative fonti informative. Successivamente l’équipe dei professionisti responsabili dell’erogazione del percorso riproporrà le informazioni in modo tale da incoraggiare l'adolescente alla rielaborazione, facendo scoprire il piacere di ricoprire un ruolo lavorativo, sviluppando consapevolezza rispetto alle sue acquisizioni. L’orientamento è strutturato in tre momenti: accoglienza. E' un momento particolarmente delicato; infatti l’utenza ha già sperimentato percorsi formativi spesso fallimentari e l’approccio a questa nuova situazione deve caratterizzarsi come positivo, pertanto il progetto prevede un’attenta pianificazione e gestione di tale momento. Obiettivi dell’orientamento sono: favorire la creazione di relazioni significative con i formatori (andando a modificare l’immagine spesso negativa che gli utenti hanno maturato nelle esperienze pregresse dell’insegnante) e con i coetanei; favorire esperienze di concreto successo, incrementando in tal modo l’autonomia, la motivazione, la responsabilità personale e il livello di autostima; con l’ausilio di adeguati strumenti di osservazione raccogliere elementi per la stesura del profilo personale di ciascuno. - - 2. bilancio di competenze, che permette all'utente di: identificare le proprie competenze e di valutarle criticamente. Tale elaborazione è oggetto di una restituzione che diviene non giudizio, ma “punto di vista” esterno all'adolescente stesso; acquisire la consapevolezza rispetto alle risorse personali impiegabili nel processo di formazione verso il lavoro nell'ottica dell’auto presa in carico. Si articola prevalentemente in incontri individuali tra tutor e utente. orientamento al ruolo professionale. E' il momento delle visite guidate nelle aziende, delle testimonianze di esperienze lavorative e, soprattutto, dello stage orientativo che presenta una durata più limitata rispetto allo stage professionale (inserito nella fase della formazione in situazione). L'obiettivo di questo momento è quello di orientare l'adolescente alla scelta di un ruolo professionale con una breve esperienza di "prova". Formazione in situazione. L’obiettivo di questa seconda fase consiste nell’acquisizione - attraverso uno stage professionale di alcune settimane in azienda - delle competenze specifiche del ruolo lavorativo scelto alla fine del percorso orientativo. L’interazione soggetto/lavoro attraverso la formazione in situazione diventa fondamentale per l’acquisizione di ciò che manca al raggiungimento di un’autonomia professionale mirata e capace di rispondere adeguatamente alle esigenze delle aziende. A completamento di questa seconda fase formativa sono previste alcune attività d'aula che coprono tre ambiti d’intervento: legislazione del lavoro con attenzione alle leggi e ai contratti che facilitano l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro. tecniche di ricerca attiva dell’occupazione. Nell’ottica dell’auto - presa in carico, si prevede l’apprendimento delle principali tecniche per inserirsi nel mondo del lavoro. sportello ex allievi. Si ipotizza la possibilità di fornire consulenza operativa agli ex allievi sulla ricerca attiva dell’occupazione e sugli strumenti di supporto (informatizzazione lettere e curricula, ecc.). La formazione all’interno del centro prevede attività organizzate in atelier e esperienze di laboratorio. Le attività organizzate in atelier mirano al mantenimento di abilità scolastiche e all’acquisizione di nozioni civiche e sociali (diritti e doveri dei cittadini). Oltre alle competenze professionali, il progetto prevede l’acquisizione di competenze socio - relazionali: comunicazione, tolleranza al confronto ed alla frustrazione, gestione dello stress; capacità progettuali e gestionali. Queste competenze risultano determinanti nel momento di transizione al lavoro, garantendo la tenuta rispetto agli impegni lavorativi e l’elasticità dell'adolescente nel rispondere alle richieste del contesto. Esigenza fondamentale dell’adolescente è il bisogno di potersi cimentare in situazioni da cui trarre convincimenti rispetto al proprio valore e alla coscienza dei propri limiti. E’ stato evidenziato, inoltre, che nei soggetti definiti “a rischio”, bassa autostima e bassi livelli di aspirazione sono spesso correlati. 6 Nella progettazione non si possono dimenticare tali problematiche e, come punto di partenza nell’affrontarle, poniamo la convinzione che solo sperimentando il successo di un compito, il adolescente è messo nella condizione di affrontare situazioni più complesse. Bisogna mirare al recupero della motivazione offrendo la possibilità di sperimentare il successo attraverso azioni che il soggetto considera finalizzate e significative. In tal modo avviene il recupero dell’auto stima e si favorisce l’elaborazione di significati positivi. Nei laboratori trovano spazio progetti di apprendimento non tradizionalmente scolastici dove, attraverso il “fare concreto”, si creano esperienze sensoriali e motorie che rinforzano la motivazione all’apprendimento, sospendendo la tradizionale separazione tra teoria e pratica, ispirandosi al “bisogno di conoscenza” del gruppo. Nell’integrazione di competenze scolastiche e socio - relazionali, l’abilità didattica consiste nell’utilizzare campi diversi per raggiungere finalità di crescita. Le attività di laboratorio riguardano i seguenti settori: ristorazione, impiantistica elettrica, informatica, pelletteria, idraulica/meccanica. 7 3. La dimensione educativa del progetto Il progetto è rivolto ad adolescenti, maschi e femmine, italiani e stranieri, che per ragioni diverse non stanno compiendo un percorso formativo tradizionale, appaiono a rischio disadattamento sociale precisamente perché non dispongono del bagaglio culturale e della motivazione sufficiente per un inserimento lavorativo e sociale sufficientemente tempestivo. Per lo più questi adolescenti provengono da ambienti familiari e sociali che non sembrano in grado di sostenerli sul cammino di crescita cognitiva e affettiva, vuoi per disattenzione o disinteresse, vuoi per incompetenza o indisponibilità degli adulti a loro più vicini. L’esperienza scolastica legata all’istruzione obbligatoria è apparsa spesso ai loro occhi frustrante, non sufficientemente significativa fonte di penosi vissuti di inadeguatezza e di marginalità. Essi tendono quindi a guardare con diffidenza nuove proposte formative che ricalchino il tradizionale modello scolastico e, rispetto al mondo del lavoro presentano atteggiamenti opposti, ma altrettanto sfavorevoli per il raggiungimento di un esito positivo dell’esperienza impegnativa che li attende: o mostrano un ottimismo irrealistico o rinunciano ad avvicinarsi perché troppo timorosi di affrontare la prova o troppo sfiduciati riguardo ai propri mezzi e alla disponibilità del mondo adulto ad accoglierli. Hanno bisogno di non sentirsi soli in un passaggio evolutivo tanto delicato e importante per il loro presente e per il loro futuro. Un’opportunità come il Progetto “Divento grande” ha molte caratteristiche per rispondere alle loro esigenze: permette di incontrare adulti esperti e disponibili, coetanei simili a loro con i quali condividere il percorso, proposte formative agili e diversificate, un’impostazione complessiva volta più ad un obiettivo orientativo che a veri traguardi professionalizzanti, durata e assetto organizzativo tollerabili anche per i più insofferenti della scuola e dei suoi riti. Il corso si configura come un accompagnamento da parte degli insegnanti e dei tutor perché l’allievo esplori se stesso, le proprie attitudini, le proprie aspirazioni e scopra risorse e limiti che lo caratterizzano a al tempo stesso cominci ad esplorare il mondo del lavoro con le sue caratteristiche peculiari legate ai diversi settori produttivi, le competenze che richiede, le regole che impone, l’andamento del mercato, i diritti e i doveri del lavoratore. Il progetto inoltre si colloca nella storia di crescita in modo tale da poter essere un vero canale verso l’inserimento lavorativo, ma anche un’occasione per rientrare eventualmente nel percorso scolastico, talvolta con obiettivi mirati e ritrovata motivazione per procurarsi le competenze necessarie per intraprendere il lavoro desiderato. Gli adulti che operano nel Progetto lavorano in stretta relazione con l’esterno del Corso di formazione per facilitare il percorso ai ragazzi, preparare per loro tappe successive o alternative in caso di necessità, cercare di coinvolgere le famiglie, interagire con gli educatori di Comunità e con gli operatori sociali che seguono il caso, reperire, affiancare e sostenere i datori di lavoro, preparare per ogni ragazzo almeno l’ipotesi della tappa successiva, per dare ad ognuno il senso del percorso in atto. Come si vede il corso, che pure punta a far acquisire agli allievi almeno iniziali competenze tecniche specifiche, ha uno spiccato carattere educativo e un evidente significato preventivo di possibili esiti evolutivi negativi. E’ rivolto, come è già stato più volte ricordato, ad adolescenti in difficoltà personali e ambientali e vuol rappresentare per loro, nell’età magica dell’adolescenza, una significativa “seconda opportunità” per trovare un soddisfacente posto nel sociale, attraverso la conquista di un’adeguata collocazione professionale. Il gruppo di adulti responsabile della proposta deve sempre meglio mettere a punto il progetto perché raggiunga il massimo dell’efficacia possibile a favore dei destinatari, difficili, forse diffidenti, ma anche ricchi di potenzialità e di risorse. Ha il compito cioè di riconoscere i tre aspetti portanti del progetto: organizzativo, pedagogico e didattico e di dotarsi di criteri e di strumenti per valorizzarli al massimo singolarmente e per armonizzarli in modo da creare un ambiente di vita piacevole e stimolante tanto per gli allievi quanto per gli adulti impegnati nell’impresa. A titolo indicativo richiamiamo alcuni dei problemi aperti, relativi ai diversi aspetti che il gruppo dei docenti e dei tutor dovranno mettere a fuoco e cercare di risolvere per creare una struttura certamente flessibile e adattabile, ma sufficientemente definita e riconoscibile. 8 Dal punto di vista organizzativo sarà necessario prevedere un rapporto ragionevole tra tempo trascorso con gli allievi e tempo dedicato alla programmazione e verifica del lavoro, ai rapporti con l’esterno, alla formazione personale, alla supervisione di gruppo, alle relazioni con l’eventuale struttura scolastica di riferimento. Insegnanti e tutor dovranno definire il rapporto numerico ottimale rispetto al gruppo degli alunni e precisare i rispettivi ambiti e funzioni; formalizzare modi e tempi della comunicazione e della collegialità. Prevedere criteri e operazioni di ammissione degli alunni, di coinvolgimento dei genitori e/o degli operatori sociali di riferimento degli allievi, regole disciplinari, forme di dimissione nel caso che il corso non si riveli adatto a uno o più ragazzi ammessi e così via. Per quanto riguarda l’aspetto pedagogico del lavoro, bisognerà che “il collegio dei docenti” identifichi le competenze di base, cognitive e sociali, che l’adolescente deve possedere per essere ammesso al corso, cerchi di prefigurarsi la composizione del gruppo classe in modo che esso risulti gestibile per gli adulti e “vivibile” e arricchente per gli alunni che lo compongono. Trovi la misura giusta nella relazione con il singolo e con il gruppo tra disponibilità e persino cameratismo da un lato, ma anche riserbo e autorevolezza per non riuscire intrusivo o inattendibile a un “pubblico” sensibile ed esigente come una classe di adolescenti “difficili”. Ancora il singolo insegnante e il gruppo dovranno essere capaci di motivare gli alunni a dare il meglio di sé nella prova che hanno accettato di affrontare, ma anche di non comunicare aspettative sproporzionate e irrealistiche e, ancora, dovranno sostenere l’alunno perché faccia un corretto esame di realtà, senza tuttavia sentirsi mortificato da un eventuale insuccesso, ma diventando anzi capace di servirsene come un utile indicatore per passi successivi. L’attitudine dell’educatore nei confronti dell’errore o del fallimento della prova ha un significato di straordinario valore per adolescenti che spesso manifestano una spiccata intolleranza alla frustrazione e tendono a rinunciare ad affrontare un ostacolo per non esporsi al rischio dell’insuccesso. Uno dei requisiti del datore di lavoro che accoglie questi particolari apprendisti è proprio quello di prevedere l’errore, l’incostanza, l’approssimazione o la precipitosità di questi ragazzi e di considerarla una tappa quasi obbligatoria verso un fare più competente e di trasmettere anche a loro che bravi si diventa, attraverso l’applicazione tenace e fiduciosa. Il momento delicato della valutazione dei risultati chiama infatti in causa gli adulti che seguono il ragazzo, nel corso e sul posto di lavoro, e l’allievo stesso in un’operazione di autovalutazione dall’evidente significato formativo. Per fare qualche rapido accenno all’aspetto didattico, gli insegnanti devono trovare un equilibrato rapporto tra momenti “teorici” e momenti pratici ed essere attenti ad ogni possibile raccordo e rimando reciproco. Debbono essere consapevoli che il corso che essi propongono ai ragazzi è di breve durata, ma è impegnativo per loro dal punto di vista cognitivo ed emotivo. Inoltre presenta una situazione sociale particolare che per certi versi somiglia alla scuola (orari, regole, ritmi, classe) ma se ne differenzia anche per aspetti importanti: non dà i compiti, alterna l’apprendimento tradizionale con un “fare” che dà al processo di apprendimento stesso la concretezza e la verificabilità che ne facilitano l’approccio a questi ragazzi, ha un significato orientativo a lungo termine e anche sulla breve distanza, mette a disposizione insegnanti che per lo più fanno a loro volta insieme con gli allievi e che mostrano generalmente un aperto interesse verso le loro conquiste evolutive. Altro strumento a disposizione di adulti e ragazzi è l’alternanza tra momenti di relazione individuale e momenti di gruppo, entrambi particolarmente coinvolgenti per le parti e richiedenti addestramento e capacità introspettive. 9 4. Precondizioni per attuare il dispositivo La caratteristica peculiare del progetto “Divento grande” risiede nell’intreccio tra innovazione e trasferibilità. Per garantire ciò è necessario riferirsi agli obiettivi del progetto, che sono distinti in tre fuochi: 1. Apprendimenti e maturazioni dei destinatari: - Comprendere in cosa consiste il mondo del lavoro e che cosa richiede in termini di applicazione, attenzione, costanza, perseveranza - Raggiungere una consapevolezza sulle proprie capacità e potenzialità, anche in rapporto alla effettiva domanda del mondo del lavoro - Maturare il senso del “contratto” vincolante tra sé ed il datore di lavoro, attraverso una o più esperienze lavorative. 2. Metodologie: - Ampliare l’esperienza fin qui fatta nella formazione professionale ed avviare al lavoro dei giovani, estendendola anche agli adolescenti con livello scolastico fin qui ritenuto totalmente insufficiente - Sperimentare nuove forme d’orientamento e sostegno di gruppo per gli adolescenti sopra descritti. 3. Modello formativo/organizzativo: Definire una metodologia standard ed un approccio sistematico al problema, che sia applicabile da tutti gli addetti sia all’interno del Comune che nella rete allargata Ampliare in modo produttivo ed integrato i rapporti già esistenti tra i Servizi Sociali e la rete allargata all’interno della struttura comunale (Servizi Assistenza Famiglia, Servizi Tutoring, Centri Giovanili, Centro Educazione Permanente) che all’esterno (Comunità per Assistenza Giovanile, ecc.). - E’ pertanto necessario delineare un “modello formativo” che: - rispetti la natura peculiare dell’esperienza in atto - conduca all’evidenza di ciò che si fa, del come si fa e degli esiti che si perseguono (in relazione ai tre fuochi sopra indicati). Questo modello fa riferimento alla natura dell’intervento che viene definito come un percorso teso ad offrire ad un’utenza in difficoltà di inserimento sociale e lavorativo una serie di opportunità ed esperienze che consentano di conseguire obiettivi di formazione e di “occupabilità”. Il percorso personale rappresenta il punto di riferimento fondamentale del progetto. Esso si sviluppa lungo un cammino caratterizzato dalle seguenti tappe: - ricerca - contatto ed accoglienza - orientamento - proposta - percorso di formazione - lavoro - accompagnamento all’inserimento sociale e lavorativo. Le risorse umane rappresentano i mediatori, ma nello stesso tempo i gestori della proposta. Esse - presentano precisi requisiti di ingresso - si distinguono per ruoli/funzioni - mettono in atto una metodologia di intervento (formale o informale) predefinita - interagiscono secondo uno schema organizzativo - procedono mediante un cammino di continua riprogettazione in funzione dei problemi/opportunità incontrati. Le risorse di rete si distinguono in tre categorie: - imprese: si rendono disponibili per l’esperienza di stage ed eventualmente per l’assunzione dell’utente - rete sociale: consente di instaurare una relazione di cooperazione in riferimento all’utente rete istituzionale: rende possibile l’aggancio con i servizi inseriti in specifiche politiche sociali. Il progetto appare in tal modo come un percorso centrato sulla persona-destinatario rispetto alla quale vengono offerte due tipologie di risorse: - le risorse umane (e la metodologia di intervento) 10 - le opportunità (imprese, rete sociale e istituzionale). 11 5. Il dispositivo Il dispositivo che si presenta costituisce una sorta di traccia di lavoro, corredata da indicazioni e strumenti operativi, che riflette da un lato l’esperienza realizzata nel progetto “Divento grande” e dall’altra le riflessioni del gruppo di esperti e di operatori che lo hanno condiviso. Il dispositivo elaborato è costituito da quattro fasi, così schematizzate: Fase 1 Formazione e supervisione dell’équipe Fase 2 Il pre - progetto Fase 3 Il percorso formativo Fase 4 Accompagnamento alla realizzazione del progetto personale 12 Le fasi del dispositivo si specificano nel modo seguente: Fase 1 Formazione e supervisione dell’équipe E’ necessario innanzitutto delineare le caratteristiche dell’équipe che si assume in carico il progetto, curando in modo particolare la condivisione del progetto e l’intesa circa gli aspetti fondamentali dello stesso e la soluzione dei problemi organizzativi al fine di creare una struttura certamente flessibile e adattabile, ma sufficientemente definita e riconoscibile. Fase 2 Il pre - progetto Si tratta di una fase centrata sulle attività che consentono di promuovere la conoscenza del progetto da parte di realtà territoriali ed istituzionali che rappresentano i canali per raggiungere i destinatari dell’intervento. Questa fase necessita di particolare attenzione ai tempi e alle modalità di realizzazione, al fine di consentire margini adeguati alle realtà interessate, per poter proporre il progetto ad adolescenti con cui sono in contatto considerando i termini di avvio dello stesso. Fase 3 Il percorso formativo Tale percorso, inteso in senso stretto, prevede a sua volta una serie di passi non da intendere in modo rigido bensì come guida di riferimento dell’azione. Essi sono: A. accoglienza e orientamento B. formazione C. stage D. cura della rete primaria e secondaria E. valutazione dell’azione. Fase 4 Accompagnamento alla realizzazione del progetto personale La logica conclusione del progetto consiste nella realizzazione del progetto personale dell’adolescente interessato. Ciò comporta una particolare cura di tale processo, tramite un accompagnamento adeguato da parte degli operatori di percorsi di realizzazione che richiedono necessariamente un carattere fortemente personalizzato. 13 Fase 1 Formazione e supervisione dell’équipe La qualità e le competenze del corpo docente sono un elemento di base per la riuscita del Progetto. Abbiamo già ricordato che anche il rapporto numerico docenti allievi e una equilibrata distribuzione dei tempi tra attività di docenza e compiti di “gestione” del lavoro e di relazioni con l’esterno rappresentano requisiti qualificanti per l’esperienza. Nel dedicare ora una particolare attenzione alla figura dell’insegnante in quanto tale, non possiamo sorvolare sui requisiti personali e professionali che sono richiesti a coloro che si impegnano nel Progetto. Gli enti o le agenzie educative che si fanno promotori di iniziative di avviamento al lavoro di adolescenti in difficoltà devono prestare attenzione al reclutamento del personale, alle sue motivazioni e alle sue competenze pedagogiche e tecniche. Inoltre devono curarne la formazione di base e la formazione permanente, sia attraverso iniziative specifiche proprie, sia incentivandone la partecipazione a occasioni formative esterne. Per migliorare le competenze pedagogiche e didattiche delle diverse categorie di adulti che lavorano in Progetti di questa natura (docenti, tecnici e tutor) bisognerà curare la loro formazione alla relazione, individuale e di gruppo, con adolescenti in difficoltà, esercitarli ad interagire con le famiglie, gli operatori sociali e i rappresentanti delle aziende che accolgono gli allievi. Inoltre tali adulti dovranno ricevere un addestramento accurato a lavorare in gruppo e a riconoscersi collegialmente responsabili del processo formativo complessivo che attivano a favore degli allievi. Gli adulti che interagiscono con gli allievi infatti godono di pari dignità agli occhi dei ragazzi e delle famiglie e possono essere considerati relativamente interscambiabili nei rapporti con i ragazzi (e con l’esterno, in rappresentanza dei ragazzi), ma sono poi portatori di competenze tecniche specifiche e quindi distinti nei ruoli tecnici e responsabili di precisi settori ed operazioni. Un momento di particolare valore formativo previsto dal Progetto come essenziale supporto tecnico per le diverse figure di “docente” è quello della supervisione da parte di una figura professionale, esterna al gruppo e alla scuola, che sia in grado di produrre consapevolezze e prese di coscienza sull’aspetto relazionale intrinseco al lavoro stesso. La finalità educativa che caratterizza i cosiddetti progetti di “seconda opportunità” impone agli adulti che se ne fanno carico di affinare i propri strumenti di conoscenza degli adolescenti in difficoltà, come categoria sociologica specifica e come persone singole in condizioni di svantaggio personale e ambientale tali che possono pregiudicare l’esito del loro sviluppo. Deve infatti stabilirsi una comunicazione corretta tra adulto ed adolescente durante il percorso educativo, dalla condivisione degli obiettivi alla valutazione dei risultati. La supervisione non solo aiuta ad inquadrare le situazioni individuali degli allievi, ma deve permettere agli insegnanti di cogliere i movimenti evolutivi in atto in loro e di riconoscere progressi e stalli nel procedere del lavoro comune. E’ noto che i processi di apprendimento sono fortemente condizionati dalla dimensione emotiva: spesso in questi ragazzi in difficoltà non è facile riconoscere se l’ostacolo all’acquisizione di tecniche specifiche è rappresentato da un limite cognitivo e/o culturale oppure se dipende da fattori emotivi quali la sfiducia nei propri mezzi, la resistenza ad affrontare esperienze nuove, ansie relative all’individuazione e così via. Evidentemente gli accorgimenti pedagogici e didattici da applicare a favore di una data situazione saranno diversi a seconda dell’analisi dei bisogni che il singolo insegnante e il gruppo docente nel suo insieme avranno conseguito rispetto al caso individuale preso in esame. La supervisione, proprio perché portatrice di competenze diverse e specifiche rispetto a quelle degli insegnanti, può essere di grande aiuto agli insegnanti per trovare la distanza giusta nella relazione con gli allievi: i rischi nei quali può incorrere l’adulto che interagisce con adolescenti in difficoltà sono opposti, ma ugualmente pericolosi. L’adulto può cioè “avvicinarsi troppo” suscitando movimenti difensivi o, eventualmente, aspettative affettive sproporzionate da parte del ragazzo, oppure può arroccarsi nell’esercizio del ruolo docente, privilegiando 14 “formalità” e risultati a scapito dell’identificazione con il ragazzo e i suoi bisogni e perdendo in tal modo la possibilità di uno scambio autentico e costruttivo. Può accadere infatti che l’allievo non ottenga risultati positivi dalla sua esperienza di formazione e di lavoro, ma ricavi importanti vantaggi dal sentirsi appartenente ad un gruppo di pari ben guidato ed orientato ad un obiettivo positivo, dallo sperimentare un altrove “sano” rispetto all’ambiente familiare e sociale “inquinato”, dall’avere incontrato adulti propositivi e rispettosi. L’auspicio è che egli possa far fruttare anche in momenti successivi il buon seme che ha raccolto nel corso di questa esperienza. I docenti del progetto hanno identificato momenti particolarmente delicati e significativi nel loro lavoro con il singolo alunno e con il gruppo-classe e ricavano dalla supervisione indicazioni e stimoli per azioni pertinenti e adeguate. L’accompagnamento nel tempo da parte del supervisore inoltre permette ai docenti non solo di affrontare meglio le situazioni contingenti, ma di accumulare un sapere che corrobora la loro competenza professionale proprio sul versante della relazione (con gli allievi, le loro famiglie, gli operatori sociali, i datori di lavoro). Le cosiddette buone prassi derivano infatti da criteri di base che è necessario che l’educatore identifichi e possa utilizzare come riferimento nelle diverse situazioni particolari che si trova ad affrontare. Alcuni dei momenti nodali del percorso educativo del progetto sono: - - l’ammissione al corso del candidato presentato dalla famiglia e/o dagli operatori sociali il rapporto (iniziale e periodico) con i genitori del ragazzo e con chi ne fa le veci le verifiche intermedie e finali sia degli apprendimenti tecnici sia dei progressi personali e sociali del ragazzo, da compiere all’interno del gruppo dei docenti prima e poi insieme al ragazzo ed eventualmente con gli adulti che si prendono cura di lui la relazione individuale con ogni ragazzo e la gestione dei momenti di gruppo lungo tutto lo svolgimento del lavoro, con la massima attenzione all’evoluzione in atto nelle persone e nel gruppo e nell’accresciuta conoscenza dei docenti nei confronti dei ragazzi via via che il lavoro procede. Un aspetto delicato e tutt’altro che ovvio del lavoro educativo, che richiede un paziente apprendimento da parte degli insegnanti in genere, ma specialmente di quelli impegnati in un progetto particolarmente difficile è la capacità di tenere distinti i livelli (e quindi l’uso) tra ciò che essi comprendono del ragazzo, della sua storia, del suo rapporto con sé stesso e col mondo, e ciò che possono (o devono) comunicare a lui ed eventualmente ad altri destinatari, e quando e in quali modi. Spesso chi è direttamente coinvolto nella relazione con il ragazzo difficile non riesce a trovare il distacco sufficiente per farne una lettura obiettiva e progettare strategie efficaci: la possibilità sistematica di parlarne nel gruppo dei colleghi e con l’apporto del supervisore offre a tutti la possibilità di pervenire ad una visione più articolata del comportamento del singolo o della classe e di adottare forme di comunicazione adeguate alla situazione. Gli adolescenti sono molto sensibili alla qualità della relazione e, anche quando non lo danno a vedere esplicitamente, reagiscono intensamente ai segnali che ricevono da parte dell’adulto che incontrano sulla loro strada. Nei limiti del possibile quindi, è importante che gli insegnanti vengano addestrati a fare “la mossa giusta”, a tempo opportuno, senza risultare né invadenti, né giudicanti, né distratti… La principale condizione per evitare comportamenti superficiali o inopportuni nella relazione con l’altro è quella dell’ascolto e del riconoscimento dell’interlocutore. L’adolescente è difficile anche perché generalmente manda messaggi contraddittori e di non facile interpretazione; ma in genere accoglie e anzi sembra in attesa dei segnali di attenzione che riceve dagli altri, coetanei e adulti, che lo circondano e ricava dallo scambio informazioni su di sé che gli sono preziose. C’è forse ancora un’osservazione utile da fare: la capacità di un gruppo di adulti impegnati in un’impresa comune di lavorare insieme efficacemente non solo è una condizione per il successo dell’impresa stessa, ma è un segnale formativo importante per la generazione alla quale essa è destinata. I giovani infatti colgono e apprezzano le dimostrazioni concrete di maturità e di competenza dell’adulto col quale si trovano ad interagire e ne ricavano un importante insegnamento “civile”. Gli insegnanti devono costruire un vero gruppo di lavoro per operare meglio, ma anche per dimostrare ai giovani di essere capaci di correttezza e competenza 15 Fase 2 Il pre - progetto La fase di pre - progetto considera quelle attività rivolte a promuovere la conoscenza del progetto alle realtà territoriali ed istituzionali che rappresentano i canali per raggiungere i destinatari dell’intervento. Questa fase necessita di particolare attenzione ai tempi e alle modalità di realizzazione, al fine di consentire margini di tempo adeguati alle realtà segnalanti, per poter proporre il progetto agli adolescenti con cui sono in contatto entro i termini utili per l’accesso. Gli interlocutori privilegiati restano i Servizi Sociali del Comune nelle loro differenti articolazioni e le comunità alloggio per minori, si è potuto riscontrare che l’istituzione scolastica e il passaparola sono portatori di una consistente fascia di bisogno, a volte sconosciuta ai Servizi. La dimensione territoriale è spesso molto importante per gli adolescenti e lo è in modo particolare per i “clienti” di questo intervento; infatti è consueto riscontrare in questi adolescenti un forte senso di appartenenza al “loro” quartiere, e facilmente si identificano con i modelli sociali presenti e maggiormente riconosciuti all’interno dello stesso. Ci è quindi sembrato utile un capillare lavoro di raccordo tra il Centro di Formazione Professionale (Cfp) dove si svolge il progetto e le strutture presenti nel medesimo territorio, per facilitare la presa di contatto con minori che, oltre a porre delle resistenze alla proposta di un percorso formativo “tipico”, hanno molte riserve a valutare compatibili offerte “fuori dal loro raggio di azione”. Nella presentazione del progetto assumono particolare rilevanza le informazioni in merito ai criteri di accesso e alla proposta di percorso rivolta agli adolescenti. Un aspetto qualificante del progetto “Divento grande” e gradito agli stessi fruitori, è la possibilità di sostenere ulteriormente il progetto individuale sviluppato nel percorso formativo. La conclusione del periodo formativo non sempre segna la definitiva conclusione dell’esperienza; l’equipe di lavoro valutata ogni singola situazione può proporre l’inserimento del minore all’Ufficio Formazione Lavoro per il completamento del progetto professionale avviato. Questa opportunità offre agli occhi dell’adolescente una nuova prospettiva nella quale comprende di avere un’ulteriore possibilità; l’adolescente potrà valutare, insieme ai referenti del progetto, se considerare sufficiente il bagaglio di competenze acquisito per poter inserirsi autonomamente nel mondo del lavoro o accedere a una successiva fase “accompagnata” alla realizzazione del proprio progetto professionale. Dopo aver svolto una mappatura dei Servizi potenzialmente interessati al progetto viene predisposto e inviato il materiale illustrativo. Al fine di facilitare la conoscenza del progetto e il reperimento dei candidati sono previsti due incontri informativi con i potenziali Servizi invianti nei quali si forniscono ulteriori chiarimenti richiesti. Elenco dei servizi : - Servizi Sociali della Famiglia suddivisi per zone sia del Comune di Milano sia della Provincia di Milano Coordinamento dei Centri Giovani e di Aggregazione giovanile del Comune e di quelli convenzionati Centri di Aggregazione giovanile Comunità alloggio per minori Servizio Tutoring del Comune Scuole medie e superiori della zona Parrocchie e altre realtà presenti nella zona. Nel materiale illustrativo è allegata la scheda di segnalazione/presentazione minori che gli enti dovranno compilare e trasmettere all’Ufficio Formazione Lavoro; al fine di rafforzare i legami territoriali esistenti nella zona dove ha sede il Cfp nel quale si svolge il progetto, le segnalazioni pervenute dalle realtà territoriali di zona saranno valutate direttamente dall’equipe del Cfp; la valutazione considererà i criteri guida di accesso al progetto e valuterà un’adeguata composizione dei gruppi. 16 Le segnalazioni provenienti dai Servizi e dalle comunità saranno valutate dall’Ufficio Formazione Lavoro considerando le differenti offerte e strumenti a disposizione del Servizio, al fine di individuare la risposta più adeguata al bisogno del minore. La fase di pre – progetto si conclude con la fissazione dell’appuntamento presso il Cfp per il colloquio di inserimento nel progetto e la visita alla struttura. Successivamente il referente dell’ente inviante con il minore stabilirà appuntamento con il CFP per il colloquio di conoscenza e presentazione della struttura. Modalità di invio Servizi/Comunità Specificazione La segnalazione dei candidati al progetto è nella maggior parte dei casi seguita dagli operatori degli enti invianti; le comunità formulano il progetto educativo per i loro ospiti e affrontano con l’adolescente l’area dedicata alla formazione professionale o avviamento al lavoro. La segnalazione è il risultato di una scelta condivisa dal minore, è quindi presente un consistente lavoro svolto prima della segnalazione per l’inserimento nel progetto e un’attività di monitoraggio del percorso del minore e di raccordo con i referenti del CFP. Anche per i Servizi Sociali la preparazione all’invio al progetto, il monitoraggio del percorso del minore, il rapporto con la famiglia, rappresenta la metodologia di lavoro. Leve Il minore impegnato nel progetto è ben sostenuto anche fuori dal contesto di realizzazione dello stesso. I genitori dell’adolescente, se presenti, possono avvalersi di un buon supporto offerto da assistenti sociali e operatori di comunità. Criticità Un possibile elemento critico può essere rappresentato dalla difficoltà di condivisione delle prospettive di orientamento professionale maturate dai diversi soggetti che si occupano del minore. L’eccessivo carico di lavoro a cui sono sottoposti i Servizi diventa un elemento di rischio per un attento e costante monitoraggio da parte dell’operatore. Indicazioni In presenza di situazioni particolarmente problematiche è importante coinvolgere altri interlocutori (U.F.L.). 17 Modalità di invio Scuole e Centri Giovani Specificazione La segnalazione del candidato è generalmente sostenuta dalla conoscenza dello stato di bisogno e/o di difficoltà del ragazzo. Spesso l’operatore dell’ente inviante ha poche informazioni sul ragazzo con cui spesso ha intrattenuto una relazione occasionale o molto discontinua. Difficilmente dopo l’invio al progetto l’operatore che ha segnalato la situazione permane quale presenza significativa e di riferimento per gli operatori del CFP. E’ spesso assente una figura ponte verso la famiglia del ragazzo/a. Leve Il successo di questo invio resta molto affidato alla motivazione del ragazzo, alla sua capacità di utilizzare l’opportunità offertagli e all’aiuto che gli operatori del CFP riescono ad offrire sopperendo alla mancanza di supporti esterni. Criticità L’assenza di riferimenti esterni aumenta sensibilmente il rischio di fallimento del progetto individuale a favore del minore. Spesso la possibilità di aggancio della famiglia è molto problematica. La risposta del ragazzo in merito a una eventuale proposta degli operatori del CFP di richiedere l’aiuto dei Servizi Sociali è difficilmente accettata. Indicazioni Maggiore presidio del percorso del minore all’interno del progetto e rinforzo della relazione individuale tra tutor del progetto e ragazzo. Valutare la possibilità di un aggancio con i Servizi Sociali. Sostenere un’azione di conoscenza e coinvolgimento della famiglia. Valorizzare e stimolare il referente segnalante affinché mantenga un’azione di supporto al ragazzo. Modalità di invio Famiglia Specificazione Segnalazione generalmente aspecifica da parte della famiglia che considera il figlio fonte di problemi e con poche risorse personali. Spesso i genitori portano le loro difficoltà di relazione con il figlio e di comprensione degli agiti e degli atteggiamenti del medesimo. E’ presente la richiesta di aiuto e di affido agli operatori del CFP. Leve Conoscenza del progetto e condivisione della famiglia in merito al percorso e agli obiettivi per il ragazzo; relazione tra operatori CFP e famiglia. E’ possibile il supporto dei genitori al percorso del figlio. Criticità Adesione e motivazione del minore al progetto; assenza di reti di aiuto per il nucleo famigliare. Difficoltà genitoriali nell’essere adeguati al ruolo. Indicazioni Rinforzare la relazione con la famiglia sostenendo i genitori affinché offrano un adeguato supporto al figlio. Valutare la possibilità di aggancio del nucleo famigliare ai Servizi Sociali. Sostenere l’adesione e la motivazione dell’adolescente al progetto. 18 Fase 3 Il percorso formativo Il percorso formativo inteso in senso proprio segue un cammino idealtipico che prevede cinque tappe, così definite: A Accoglienza e orientamento E’ la fase di avvio di ogni cammino educativo - formativo. Essa consente di: - sviluppare una conoscenza reciproca - identificare i caratteri della “difficoltà” del soggetto, ma nel contempo anche le sue potenzialità - delineare una relazione significativa con gli operatori - educatori - giungere ad un patto condiviso circa gli obiettivi ed i metodi da adottare nel percorso. L’orientamento consente di stimolare la capacità di scelta e di decisione della persona, tramite iniziative informative, formative e di consulenza. B Formazione Il processo formativo tende a fornire alla persona, sulla base di un preciso bilancio di partenza, i saperi, le capacità e le competenze che gli consentano di poter assumere un ruolo positivo nel contesto sociale e lavorativo, in primo luogo sotto forma di stage e successivamente di avvio di un percorso di ingresso lavorativo. C Stage Rappresenta una modalità formativa realizzata in un contesto reale di impresa, specie artigianale, dove completare il processo di apprendimento ed acquisire le necessarie capacità di interazione sociale di fronte a ruoli e regole precisi. D Cura della rete primaria e secondaria Non si tratta tanto di una tappa intesa in senso cronologico, quanto di una cura ed un’attenzione che deve essere costantemente rivolta ai cosiddetti “soggetti della rete” sia in senso primario (famiglia, mondo amicale, ecc.), sia secondaria (organismi ed agenzie). E Valutazione dell’azione L’azione di promozione delle persone prese in carico viene valutata costantemente nei diversi momenti del percorso: - l’avvio - le fasi intermedie - la definizione del progetto personale e la sua attuazione - gli esiti differiti. Si presenta ora lo schema del percorso formativo: 19 SCHEMA DEL PERCORSO FORMATIVO ACCOGLIENZA E ORIENTAMENTO ORIENTAMENTO EEOORIENTAMENTO Ente Famiglia Primo colloquio Percorso di potenziamento Ha i requisiti? NO SI’ Accoglienza nel corso FORMAZIONE Analisi criteri di omogeneità Gruppo A Gruppo B Formazione Formazione Abbinamento allievo/azienda STAGE CURA DELLA RETE PRIMARIA E SECONDARIA Servizio Stage di orientamento Stage di orientamento VALUTAZIONE DELL’AZIONE Valutazione dell’azione Il percorso prevede i seguenti strumenti, distinti per fase di intervento: 20 Fasi Strumenti ACCOGLIENZA E ORIENTAMENTO (A) A1 - Criteri di idoneità al progetto A2 - Diario di bordo A3 - Scheda di presentazione A4 - Criteri di formazione dei gruppi FORMAZIONE (B) B1 - Contratto formativo B2 - Scheda osservazione B3 - Scheda confronto delle osservazioni B4 - Scheda di valutazione individuale STAGE (C) C1 - Lavoro nello stage C2 - Griglia di osservazione di un colloquio di lavoro C3 - Rilevazione presenze degli allievi in stage C4 - Schede di valutazione stage (a) C5 - Schede di valutazione stage (b) CURA DELLA RETE PRIMARIA E SECONDARIA D1 – Diario del rapporto con la famiglia VALUTAZIONE DELL’AZIONE (E) E1 - Scheda gestione utenti E2 - Scheda gestione risorse umane E3 - Scheda gestione risorse di rete E4 - Check list di valutazione finale dell’azione 21 Fase A Generalità ACCOGLIENZA E ORIENTAMENTO L’accoglienza è la fase che segna il primo impatto della persona con l’organizzazione formativa; si connota come una prassi pedagogica volta a mettere i soggetti, che entrano nel nuovo ambiente, in una condizione di benessere psicosociale. Tale condizione permette di vincere le proprie resistenze, esprimere le proprie esigenze e le proprie potenzialità, avviare relazioni interpersonali, trovare la motivazione a intraprendere un percorso di orientamento/formazione. In particolare in un percorso collettivo, l'accoglienza è mirata a rendere possibile l’implicazione personale nel gruppo ed è finalizzata a definire un “patto formativo” consapevole e partecipato all’interno dell’azione formativa. Il momento di accoglienza ha come obiettivi: - conoscenza della persona - valorizzazione delle sue esperienze e relativi vissuti di tipo culturale e sociale - formazione del gruppo - classe e integrazione in esso - conoscenza del contesto formativo, dei suoi attori e delle sue regole - definizione o assunzione consapevole del progetto formativo - delineazione di un “patto formativo”. Orientamento significa supporto alla scelta. Nel delicato periodo dell'adolescenza, la persona è chiamata a costruire una buona immagine di sé attraverso il superamento dei compiti evolutivi tipici dell'età. Spesso essa è disorientata di fronte al vasto panorama di scelte possibili, un aiuto nell'individuazione del cammino formativo più adatto alla sua persona diventa quindi fondamentale per evitare o fronteggiare il disagio scolastico a cui molti andrebbero probabilmente incontro. I momenti formativi sono, pertanto, quelli privilegiati per l'attuazione di interventi orientativi per verificare le capacità della persona e trovare una conferma positiva alla sua autostima. E' fondamentale a questo punto ricordare che l'orientamento non implica una sostituzione nella scelta della persona, ma diventa uno strumento sempre più indispensabile per la sua crescita formativa e personale. La persona è, e rimane, l'unico vero protagonista e responsabile delle sue scelte; un buon orientamento, però, può facilitare queste scelte chiarendo i percorsi possibili, le risorse a disposizione e le reali motivazioni di tali scelte. Strumenti Indicazioni Operative A1 - Criteri di idoneità al progetto A2 - Diario di bordo A3 - Scheda di presentazione A4 - Criteri di formazione dei gruppi Si consiglia di attribuire molta importanza alla verifica dei criteri di idoneità al progetto, per realizzare il più possibile percorsi in grado di offrire effettivamente un vantaggio agli utenti stessi. Il diario di bordo rappresenta lo strumento privilegiato per accompagnare il percorso della persona nelle sue diverse fasi e nelle revisioni che si riterranno opportune. Esso ha un significato non solo documentativo, ma consente anche di svolgere una puntuale valutazione in itinere, specie nei momenti cruciali del cammino. Anche la formazione dei gruppi è un momento molto importante del percorso, poiché per questa tipologia di utenza è indispensabile che il gruppo non “remi contro” l’obiettivo, ma svolga un ruolo di sostegno e di stimolo in tale direzione. 22 A1 - CRITERI DI IDONEITA’ AL PROGETTO Adolescenti di età compresa tra i 15 e 18 anni Assolvimento dell’obbligo scolastico per conseguimento della Licenza Media o per il compimento del 15° anno di età - Possibile insuccesso scolastico nel biennio della scuola media superiore o nella formazione professionale - Situazioni di marginalità sociale e/o problematicità famigliare (presenza di patologie e elementi di problematicità nel nucleo famigliare che compromettono l’emancipazione sociale dell’individuo) - Strumenti d’adattamento sociale inadeguati dovuti ad una fragilità psicologica dell’individuo Difficoltà d’apprendimento legata all’evoluzione personale dell’individuo, all’impatto cognitivo con i contesti di formazione in seguito a situazioni di insuccesso scolastico (comunque non dovute a problemi di handicap) che hanno caratterizzato i percorsi precedenti. 23 A2 DIARIO DI BORDO Cognome _______________________________ Nome _________________________________ Nato a ___________________________________________ il ___________________________ Titolo di studio _________________________________________________________________ Fase di contatto Segnalazione Comunità Caratteristiche personali Atteggiamento nei confronti della proposta Note Fase di esperienza Attività svolta Modalità di coinvolgimento Esiti Note Fase di orientamento Attività Dal ___________________ Al ____________________ Per complessive ore _______ Interessi professionali Riconoscimento delle proprie capacità Atteggiamento Comunicazione Capacità relazionali Lavoro in gruppo Organizzazione Note 24 Progetto professionale Descrizione _____________________________________________________________________ Saperi da acquisire ________________________________________________________________ Capacità da potenziare _____________________________________________________________ Competenze da acquisire ___________________________________________________________ Condizioni / Priorità personali _______________________________________________________ Punti di forza ____________________________________________________________________ Punti di debolezza ________________________________________________________________ Percorso delle acquisizioni Descrizione Azione Esiti 25 Revisioni del progetto personale Prima revisione data, _________________ Annotazioni Seconda revisione data, _________________ Annotazioni Terza revisione data, _________________ Annotazioni Stage / tirocinio Azienda di svolgimento Tutor di impresa Attività Obiettivi Tempi Verifiche Annotazioni Acquisizioni certificate al termine del percorso Acquisizioni Descrizione Valutazione Saperi di base Competenze professionali Capacità personali Note 26 A3 SCHEDA DI PRESENTAZIONE Cognome __________________________________ Nome _______________________________ Indirizzo _______________________________________________ Tel ____________________ Presentato da _______________________________ Nome _____________________________ Tel. ________________________________ COMPOSIZIONE FAMIGLIA Grado di parentela Professione Anno di nascita Riferimento telefonico famiglia ____________________________________________________ Aspettative _____________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________ Esperienze scolastiche e lavorative _________________________________________________ _______________________________________________________________________________ Osservazioni Tutor ______________________________________________________________ _______________________________________________________________________________ Osservazioni Psicologa ___________________________________________________________ _______________________________________________________________________________ Obiettivi e Scadenze _____________________________________________________________ _______________________________________________________________________________ Data 1° colloquio ________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________ Tutor di riferimento _____________________________________________________________ _______________________________________________________________________________ 27 A4 CRITERI DI FORMAZIONE DEI GRUPPI - Essendo prevalenti i maschi, il primo criterio è quello di mettere le ragazze insieme - Dividiamo i ragazzi stranieri per non creare “il gruppo degli extra - comunitari” - Dividiamo per interesse di laboratori - Cerchiamo di equilibrare i gruppi rispetto al livello di motivazione espresso nel colloquio iniziale - Non mettiamo insieme ragazzi che si conoscono - Non mettiamo insieme ragazzi che mostrano di possedere capacità relazionali fortemente inadeguate 28 Fase B Generalità FORMAZIONE Fare formazione significa dare vita ad un’azione di natura relazionale, intenzionale e programmata, volta ad accrescere il valore sociale della risorsa - persona. In tale azione vi è un ambito formativo in senso stretto, al centro del quale si svolge una particolare relazione che coinvolge due soggetti in modo specifico: - servizio formativo - utenti. In qualche caso (progetti in alternanza) partecipano al campo della relazione formativa anche le imprese quando si fanno pienamente carico di uno o più moduli formativi. La logica d'azione formativa in senso stretto è di tipo didattico e punta alla trasformazione del quadro personale ed interpersonale degli utenti. Questi tendono non solo ad accrescere la propria cultura, ma ad acquisire competenze ed a proseguire nel proprio cammino di maturazione. Vi è poi un ambito sociale, nel quale agiscono i seguenti soggetti: - committenti o portatori di interessi (stakeholder) - servizio formativo - utenti diretti - utenti indiretti - agenzie detentrici del know-how - organismi culturali ed associativi. Strumenti B1 - Contratto formativo B2 - Scheda osservazione B3 - Scheda confronto delle osservazioni B4 - Scheda di valutazione individuale Indicazioni operative E’ necessario che il processo formativo sia effettivamente personalizzato di qualità. La personalizzazione consiste nel riferimento del percorso educativo - formativo alla specifica realtà personale dell’allievo. Personalizzare significa delineare differenti percorsi di trasferimento - acquisizione delle conoscenze, abilità e competenze, in base alle caratteristiche personali degli allievi: stili di apprendimento, metodi di studio, caratteristiche peculiari. La personalizzazione avviene comunque in un contesto - classe, dove il gruppo costituisce una delle leve dell’apprendimento. Una formazione è di qualità quando corrisponde agli standard richiesti. Essi solitamente fanno riferimento ai seguenti criteri: - efficacia (capacità di raggiungimento degli obiettivi) - efficienza (capacità di ottimizzare l’uso delle risorse) - congruenza (massima vicinanza al modello professionale di riferimento) - rispondenza (corrispondenza alle attese degli utenti diretti ed indiretti) - rilevanza (presenza di elementi che ne fanno una formazione di eccellenza rispetto a quelle presenti nello stesso ambito) - effetto moltiplicatore (capacità di mettere in moto un apprendimento diffuso). 29 B1 CONTRATTO FORMATIVO I formatori del Corso di Formazione al Lavoro si impegnano a: - Insegnare agli allievi le competenze necessarie per orientarsi nel mondo del lavoro e per intraprendere una professione o un corso professionale (secondo i modi e i tempi sotto descritti) - Affiancare e sostenere gli allievi/e nel loro percorso di crescita personale e professionale - Creare opportunità formative fuori dalla scuola (stage in azienda, altri corsi di professionalizzazione, ecc.) Gli allievi e le allieve del Corso di formazione al Lavoro si impegnano a: - Eseguire il lavoro proposto ai formatori nei laboratorio ed in aula - Seguire il metodo di lavoro proposto dai formatori Rispettare le regole sotto descritte e il regolamento della scuola. Firma Allievo/a ____________________________________ Firma Formatore di riferimento ____________________________________ Firma genitore o refernente ____________________________________ 30 Sede del corso Centro di Formazione professionale __________________________________________________ Obiettivi - Orientamento scolastico professionale - Laboratorio di elettricità Apprendimento di competenze scolastiche, professionali e personali Questi obiettivi vengono raggiunti attraverso la frequenza di: Laboratorio di pelletteria Laboratorio di idraulica Laboratorio di cucina Laboratorio di informatica Attività d’aula Metodo di lavoro L’attività formativa ha come obiettivo la scoperta di capacità e potenzialità personali di passione e interesse per una professione. L’attività è strutturata in: - Laboratori dove è possibile scoprire, migliorare ed affinare le proprie capacità Aula per acquisire conoscenze culturali, tecniche e scientifiche per sé e per il proprio lavoro Strumenti e materiale Ogni allievo/a è responsabile del buon funzionamento e della manutenzione dei materiali e dei macchinari della scuola utilizzati. Eventuali danni a macchine, strutture o la sottrazione dei materiali o strumenti saranno addebitati al singolo o al gruppo di lavoro presenti in classe. Pulizia La pulizia dei laboratori, dell’aula usata e delle strutture è competenza degli allievi che la eseguono prima del termine delle ore di laboratorio. La cura dei materiali e degli strumenti, e la pulizia dei locali sono momento formativo tanto quanto le lezioni teoriche e di laboratorio. Orario e frequenza L’orario stabilito va dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 13. La frequenza è obbligatoria. È compito dei formatori comunicare telefonicamente con la famiglia in caso di assenze prolungate, e ritardi nella consegna delle giustificazioni. In caso di assenza viene richiesto di avvisare la segreteria la mattina stessa telefonicamente. Affinché sia considerato valido l’anno svolto non è consentito effettuare un numero di ore di assenza superiore ad un quarto del totale previsto (Legge Regionale 95 del 7/6/80). Norme comportamentali Durante le ore di lezione non è permesso uscire dai laboratori e dalle aule se non per gravi motivi e con il permesso dell’insegnante. Nei locali non è consentito fumare. Il comportamento all’interno della scuola deve essere educato e di pieno rispetto verso le persone. Interventi disciplinari Gli interventi disciplinari sono quelli previsti dal regolamento della scuola Verifiche Oltre ai momenti di verifica che vengono abitualmente svolti durante gli incontri tra le famiglie e i fornitori, ciascun allievo/a riceverà una scheda di valutazione mensile comprensiva dei giudizi su ogni singola disciplina e delle quantità dei ritardi e delle assenze effettuate. Tale scheda andrà riconsegnata firmata dai genitori Stage Lo stage è attività formativa che non prevede nessun tipo di retribuzione e nessun impegno di futura assunzione da parte dell’azienda: esso è parte integrante del percorso scolastico. Per qualsiasi problema durante il periodo di stage gli allievi sono tenuti a mettersi in contatto immediatamente con il formatore di riferimento a scuola. In caso di assenza o ritardo è necessario comunicare tempestivamente sia con l’azienda a cui si è assegnati, sia con la scuola. 31 B2 SCHEDA DI OSSERVAZIONE Data compilazione _______________________ Laboratorio ____________________________ Allievo/a _______________________________ Formatore _____________________________ Area comunicativa e relazionale Interazione verbale con formatori Interazione verbale con compagni Interazione non verbale con formatori Interazione non verbale con compagni Cooperazione Esprime curiosità Esprime bisogni Esprime desideri Coglie - parla dei suoi limiti Parla dei suoi limiti Contatto oculare Volume della voce 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 3 3 3 3 3 3 4 4 4 4 4 4 5 5 5 5 5 5 Comportamento lavorativo Uso degli strumenti Cura degli strumenti/macchinari Interesse Comprensione delle consegne Capacità d’iniziativa Capacità organizzativa Autocorrezione Capacità di individuare l’errore Autovalutazione Ricerca di conferma o guida Comportamento adeguato di fronte all’errore Autonomia nell’esecuzione Coordinazione Precisione Riflessività Comportamento generale Puntualità Cura igiene personale Cura immagine Cura dei propri materiali a scuola Richiesta pause Capacità di adeguamento a norme di gruppo Nota: 1 = non adeguato, 5 = adeguato 32 B3 SCHEDA CONFRONTO DELLE OSSERVAZIONI Nome :_________________________________________________________________________ ITEMS osservazione osservazione osservazione osservazione Interazione verbale con formatori Interazione verbale con compagni Interazione non verbale con formatori Interazione non verbale con compagni Cooperazione Esprime curiosità Esprime desideri e bisogni Coglie - parla dei suoi limiti Contatto oculare Volume della voce Uso degli strumenti Cura degli strumenti/macchinari Interesse Comprensione delle consegne Capacità d’iniziativa Capacità organizzativa Autocorrezione Autovalutazione Ricerca di conferma o guida Comportamento adeguato di fronte all’errore Autonomia nell’esecuzione Coordinazione Precisione Puntualità Cura igiene personale Cura immagine Cura dei propri materiali a scuola Richiesta/Durata pause 33 B4 SCHEDA DI VALUTAZIONE INDIVIDUALE Periodo _______________________________________________________________________ Allievo/a ______________________________________________________________________ (La scheda deve essere riconsegnata ai formatori, firmata dai genitori entro il ______________ ). Laboratorio pelletteria Laboratorio idraulica Laboratorio cucina Laboratorio informatica Laboratorio elettrico Italiano Logica / matematica Diritto del lavoro Cultura civica Lavoro di gruppo Rispetto contratto formativo Firma Formatori Firma dei Genitori (o chi ne fa le veci) 34 Fase C Generalità STAGE Lo stage rappresenta uno strumento centrale della strategia dell’alternanza. Questa permette di sviluppare un rapporto di collaborazione e cooperazione reciproca tra Centri di formazione e Imprese, in modo da concorrere, ognuno con le proprie competenze, a definire un risultato formativo conforme al progetto di riferimento ed apprezzabile concretamente. Inoltre tale strategia è in grado di sviluppare un effetto moltiplicatore in grado di suscitare interazioni e scambi rilevanti tra formazione iniziale, formazione continua e politiche del lavoro specie in rapporto a coloro che si trovano in difficoltà di ingresso o di permanenza nel mercato del lavoro. L’alternanza formativa intesa in senso sostanziale indica una metodologia secondo cui le diverse modalità formative che “si alternano” vengono a comporre un percorso unico e continuo avente al centro la persona in formazione in riferimento al contesto in cui opera la figura professionale di riferimento. Tale percorso è basato su un apporto reciproco di attenzioni, sensibilità, contenuti e metodologie; esso trae inizio da un progetto formativo definito congiuntamente dai due attori in gioco (la scuola/il centro di formazione e l’impresa) e si sviluppa attraverso una cura continua che prevede monitoraggio, verifica ed eventualmente correzione e miglioramento lungo tutto il percorso formativo. Occorre distinguere tra: stage orientativo stage formativo tirocinio di inserimento lavorativo. Strumenti C1 – Lavoro nello stage C2 – Griglia di osservazione di un colloquio di lavoro C3 – Rilevazione presenze degli allievi in stage C4 – Schede di valutazione stage (a) C5 – Schede di valutazione stage (b) Indicazioni operative Il comportamento di un allievo in un Centro è differente, in modo più o meno significativo, da quello in presenza di un'organizzazione lavorativa concreta. Si tratta di differenze che vanno colte e opportunamente valorizzate nel percorso formativo. Lo snodo fondamentale della progettazione formativa sta nel rapporto tra profilo professionale e programmazione didattica. Il primo spesso è definito "a tavolino": occorre pertanto metterlo a verifica di fronte a concrete organizzazioni di lavoro. Occorre raggiungere un’intesa tra formatori e tutor d'impresa su ciò che è necessario che l'allievo sappia fare e sul modo in cui gli viene insegnato. Lo stage costituisce un riscontro su ciò che davvero l'allievo ha appreso, attraverso il confronto con la realtà concreta dell'ambiente di lavoro. Allo stesso tempo è occasione per nuovi apprendimenti, quelli che avvengono “in situazione” lavorativa. 35 1. Considerazioni di premessa Lo stage orientativo è un elemento fondante del progetto “ Divento Grande” nel quale sono riposti diversi obbiettivi: - Dare l’opportunità all’adolescente di prefigurare una o più ipotesi strutturate di sbocchi lavorativi - Valutare il grado di interesse reale nella scelta professionale ipotizzata Avere la possibilità di verificare la validità delle diverse ipotesi che con l’adolescente si vanno formulando nel progetto orientativo personale Misurare la tenuta delle motivazioni alla scelta professionale ipotizzata Misurare la tenuta comportamentale e le proprie reazioni nell’ambito di un ambiente lavorativo fortemente finalizzato. Sono previsti tre momenti di stage orientativo, cioè momenti nei quali l’adolescente, in azienda, viene coinvolto in un ambiente lavorativo significativo, con le mansioni che gli competono, al fine di raggiungere degli obiettivi prefissati. A volte l’adolescente non è in grado di rincorrere le opportunità che gli si offrono perché non le riconosce come tali o perché in quel particolare momento la sua attenzione è rivolta ad altri problemi; gli si deve consentire quindi di poter avere la possibilità di verificare percorsi alternativi o anche lo stesso percorso ma in momenti diversi. Il punto di forza dello stage orientativo sta nel porre l’adolescente in relazione diretta col mondo del lavoro, in un ambito lavorativo nel quale possa riconoscersi o del quale ne abbia espressamente fatto richiesta, avendo l’opportunità di sperimentare la tenuta di una propria ipotesi professionale pur non avendo le competenze specifiche normalmente richieste e senza avere i vincoli derivanti dalla produttività. In altre parole che si possa sperimentare in ambiente protetto. A tale proposito nella scelta delle aziende con le quali svolgere gli stage si dovranno tenere in considerazione le seguenti caratteristiche: - Disponibilità: data la particolarità dello stage che si propone, si deve riscontrare la disponibilità da parte dell’azienda, di aderire al progetto formativo “Divento grande” nel suo insieme e di condividerne la filosofia. - Corrispondenza: le aziende selezionate dovranno corrispondere ai criteri di selezione ed alle esigenze espresse dall’adolescente o quantomeno alle indicazioni del suo percorso individuale. - Inesigibilità: le aziende selezionate rinunciano ad esigere alcun tipo di produttività che non sia espressamente descritta nel contratto formativo, gli eventuali danni che dovessero essere provocati dall’adolescente in stage saranno coperti da polizze assicurative espressamente stipulate dal Cfp. 36 2. Criteri di idoneità delle aziende Legislativi le aziende dovranno avere i requisiti di legge previsti ( L.196/97 D.M. 142/98). Condivisione dichiarazione di disponibilità allo stage accettando le considerazioni di premessa. Disponibilità dovranno essere rese disponibili postazioni di lavoro adeguate allo stage che dovranno essere definite e concordate in un progetto steso contestualmente alla stipula della convenzione. Curriculum le aziende dovranno compilare un curriculum di presentazione dal quale poter desumere: Tutor La ragione sociale, indirizzo e telefono. Numero di dipendenti. Data di inizio attività. Nominativo del tutor aziendale. le aziende dovranno indicare un tutor aziendale che: Borse lavoro Faccia da tramite tra l’adolescente e la struttura lavorativa. Faccia da tramite tra la struttura lavorativa e il Cfp. disponibilità ad una eventuale stipula di contratti di lavoro governati con borse lavoro per la formulazione di crediti formativi. 3. Dinamica delle relazioni e formalizzazione dei rapporti Rapporto i rapporti sono formalizzati in apposita convenzione e descritti in un progetto di stage. Notizie le notizie, in possesso del CFP relative agli adolescenti sono assolutamente riservate, il tutor referente di centro si riserva di fornire al tutor aziendale le notizie che ritiene opportune e che dovranno comunque mantenere carattere di assoluta riservatezza. Tutor di Cfp i rapporti formativi in senso generale sono mediati dal tutor di CFP, il quale dovrà: Tutor aziendale - presentare all’adolescente l’azienda dove svolgerà lo stage ed istruirlo in modo adeguato sui mezzi per raggiungere il posto di lavoro - sovrintendere l’intero rapporto di stage tra adolescente ed azienda con visite mirate assistere l’adolescente nei momenti di difficoltà relazionali richiamare l’adolescente al rispetto del contratto formativo. i rapporti formativi all’interno dell’azienda sono mediati dal tutor aziendale il quale dovrà: - accompagnare l’adolescente all’interno dell’azienda essere referente nei rapporti interni tra azienda ed adolescente sovrintendere alle attività dell’adolescente nello svolgimento dello stage registrare le presenze giornaliere e far firmare le schede di rilevazione segnalare al tutor di centro le eventuali difformità comportamentali. 4. Modalità di contatto Primo contatto Le modalità di primo contatto con le aziende sono normalmente gestite a livello del 37 singolo operatore che in base alle necessità organizzative dello stage: Colloquio Presentazione - Fa riferimento all’archivio delle aziende del centro, nel quale vengono registrate le aziende con le quali il centro ha svolto, o potenzialmente potrebbe svolgere, attività di stage - Contatta nuove aziende che seleziona con criteri di conoscenza diretta Svolge direttamente una ricerca settoriale mirata. il colloquio con l’azienda contattata serve a: - proporre e verificare la disponibilità della azienda ad affrontare una o più esperienze di stage - valutare la concretezza aziendale - definire gli impegni ed i tempi. individuare la disponibilità anche alla prosecuzione dello stage con un rapporto di borsa lavoro durante il colloquio l’operatore dovrà: - presentare il centro e tutte le sue attività presentare il progetto “Divento grande” come una “normale” attività svolta nel centro, con utenza normodotata che ha solo avuto disagi derivanti da particolari problematiche personali o dagli insuccessi accumulati nel proprio percorso scolastico. Progetto definizione delle relative competenze e della calendarizzazione di tempi e scadenze. Archiviazione Archiviazione dei nominativi e dei dati aziendali anche in mancanza di un accordo con una breve relazione del colloquio 38 C1 LAVORO NELLO STAGE PENSO CHE IL LAVORO VISTO NELLO STAGE RICHIEDA LE SEGUENTI CAPACITA’ N. Capacità 1 Essere concentrati 2 Lavorare in gruppo 3 Lavorare con le mani 4 Essere precisi 5 Essere responsabili 6 Essere autonomi 7 Rispettare i superiori 8 Rispettare i colleghi 9 Rispettare il lavoro dei colleghi 10 Lavorare in modo costante 11 Rispettare i tempi di esecuzione 12 Essere creativi 13 Essere puntuali 14 Essere pazienti Capacità che ho Capacità richieste 39 C2 GRIGLIA PER L’OSSERVAZIONE DI UN COLLOQUIO DI LAVORO Comportamenti osservabili Aspetta che dicono di sedersi Sta seduto in modo normale Controlla i nervosismi Guarda in faccia il datore Come tiene le braccia/mani Si presenta correttamente Ha un tono di voce adeguato Interrompe il datore per rispondere Usa spesso “cioè ecco dunque emh” Risponde a monosillabi 40 C3 RILEVAZIONE PRESENZE DEGLI ALLIEVI IN STAGE MATTINO GIORNO ORARIO ENTRATA USCITA POMERIGGIO FIRMA ORARIO ENTRATA USCITA FIRMA ALLIEVO/A: _______________________ AZIENDA: ____________________________ Eventuali Osservazioni _______________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________ Referente/Tutor Aziendale ________________________ Tutor del corso _______________________ 41 C4 SCHEDA DI VALUTAZIONE STAGE (A) Azienda _______________________________________________________________________ Nome e Cognome Allievo/a _______________________________________________________ Competenza sociale e requisito relazionale Competenza rilevata SI’ NO Valutazione Insuff. scarsa Suff. discreta buona Rispetto dell’orario di lavoro Capacità di integrazione nell’organizzazione del lavoro dell’azienda Comprensione del compito/consegna da svolgere Capacità di tenuta sul compito/mansione affidata Capacità di collaborazione con il gruppo di colleghi Capacità di organizzare autonomamente il proprio lavoro Capacità di relazione coi colleghi Capacità di relazione con i clienti Capacità di relazione con i capi Capacità di far fronte ai problemi operativi 42 C5 SCHEDA DI VALUTAZIONE STAGE (B) Azienda _______________________________________________________________________ Nome e Cognome Allievo/a _______________________________________________________ La preghiamo di indicare una sintetica valutazione dell’allievo/a che ha effettuato il tirocinio orientativo presso la Sua azienda segnalando con una X il punteggio da Lei assegnato a ciascuna domanda e tenendo conto che 1 corrisponde al minimo e 10 corrisponde al massimo. La Sua collaborazione ci sarà preziosa per impostare il percorso formativo futuro delle allieve e degli allievi. Impegno - interesse 1 2 3 4 56 7 8 9 10 Presenza e puntualità 1 2 3 4 56 7 8 9 10 Capacità di concentrazione 1 2 3 4 56 7 8 9 10 Qualità del lavoro 1 2 3 4 56 7 8 9 10 Operatività manuale 1 2 3 4 56 7 8 9 10 Capacità di relazione positive con i colleghi 1 2 3 4 56 7 8 9 10 Capacità di riconoscimento dei ruoli 1 2 3 4 56 7 8 9 10 (rapporto con i superiori gestito in modo adeguato) Secondo Lei l’allievo/a ha le potenzialità per intraprendere questa SI NO professione? Eventuali osservazioni ______________________________________________________________________________________ __________________________________________________________ Data _____________________________________ Firma _____________________________________ 43 Fase D Generalità CURA DELLA RETE PRIMARIA E SECONDARIA E’ noto che nello sviluppo di un lavoro educativo e formativo a favore degli adolescenti un interlocutore che assume fondamentale importanza è la famiglia e le persone significative per l’adolescente. Altro importante riferimento è rappresentato dal gruppo dei pari. La cura delle reti primarie e secondarie in un progetto che intende sostenere la crescita personale e professionale dell’adolescente, diventa un elemento irrinunciabile a cui dedicarsi per garantire il buon esito dell’opportunità educativo/formativa offerta all’adolescente. Le figure di riferimento che lo stesso riconosce sono i naturali interlocutori a cui il ragazzo si rivolge per verificare la legittimità del percorso che si appresta a compiere, per ricevere conferme e sostegno nei momenti di difficoltà e per vedere valorizzata e riconosciuta la prospettiva sociale che si appresta a costruire per se stesso. I rimandi che l’adolescente riceve dal contesto familiare e sociale in cui vive sono in buona misura determinanti per la tenuta e conclusione del percorso. L’attenzione che gli operatori impegnati a sostenere i ragazzi dedicano ai loro naturali interlocutori richiede molta costanza e capacità di comprendere quale significato gli adulti attribuiscono al progetto a favore del ragazzo. Il coinvolgimento dei familiari assume un’efficacia preventiva dei possibili movimenti svalutativi che gli stessi possono avere nei confronti del figlio/a per differenti motivi: alcuni genitori possono considerare una perdita di tempo il percorso in atto, pressati da necessità economiche che prevalgono sulla tutela del progetto che il ragazzo svolge; oppure si riscontrano posizioni che denunciano un’azione di sfruttamento nei confronti del figlio in merito al riconoscimento economico che l’intervento prevede durante la collocazione in azienda; o ancora è possibile riscontrare l’indifferenza dei genitori verso gli sforzi che il ragazzo compie nel suo percorso; o ancora un atteggiamento di totale delega agli operatori del Cfp con la speranza che siano loro a poter “ricavare” qualcosa di buono dove tutti hanno sempre fallito. Tutelare i ragazzi e il loro progetto richiede pertanto di riconoscere il ruolo e l’importanza della famiglia e gestire con accortezza e attenzione la relazione con i genitori; in questo compito assume particolare rilevanza il lavoro di squadra tra operatori appartenenti anche a enti diversi che a vario titolo si occupano del minore inserito nel progetto. Strumenti D1 – Diario del rapporto con la famiglia Indicazioni operative L’assistente sociale che segue il minore e la sua famiglia ha un ruolo di primaria importanza nel costruire le basi affinché la proposta del progetto venga considerata e riconosciuta da entrambi quale opportunità per creare nuove prospettive personali e sociali a favore del ragazzo. Il sostegno che l’assistente sociale offre alla famiglia si sviluppa per tutta la durata del progetto e aiuta i genitori a comprendere e condividere il percorso in cui il loro 44 figlio è impegnato, a valorizzare l’importanza degli apprendimenti che sta maturando, a sostenere il giovane nei momenti di difficoltà. Proprio per assolvere tale compito il lavoro degli operatori che hanno in “cura” il ragazzo deve essere il più integrato possibile. Nel lavoro comune si considera la storia pregressa del ragazzo e quella della sua famiglia ma anche quanto il minore esprime e dimostra nella partecipazione al progetto; questo permette di formulare e rivedere in itinere il progetto personale alla luce delle evoluzioni che il ragazzo evidenzia; lavorare in rete offre la possibilità agli operatori di agire su fronti diversi in modo sinergico proponendo messaggi coerenti e soprattutto tempestivi. Nelle situazioni in cui i ragazzi sono collocati in Comunità o Istituto il lavoro di rete si presenta ancora maggiormente prezioso, proprio per riuscire a restituire al ragazzo il senso di un processo di coesione e di continuità pur nella differenziazione di ambiti e contesti. Il lavoro di rete mette a confronto diverse realtà con culture, stili di lavoro, metodologie operative differenti e pone le condizioni affinchè il lavoro comune, diventi fonte di ricchezza per il progetto, per gli attori coinvolti e per i destinatari dell’intervento. La costruzione di una rete permette di aumentare la capacità di reperimento dei candidati e consente a coloro si occupano di questi adolescenti, di poter segnalare agli stessi la possibilità di conoscere e accedere a “un’altra opportunità”, per costruirsi una prospettiva futura; inoltre una rete allargata potenzia la possibilità di raggiungere i minori meno “visibili” ma per questo non meno bisognosi di una proposta promozionale e vivificante su cui investire. Anche sul fronte del reperimento delle risorse aziendali la rete può offrire un contributo importante; infatti la ricerca dei datori di lavoro si presenta complessa, proprio per le caratteristiche che gli stessi devono possedere, per essere un terreno fertile per la realizzazione di una buona esperienza per questi adolescenti. 45 D1 DIARIO DEL RAPPORTO CON LA FAMIGLIA Utente ________________________________________________________________________ Data Tipo di Persone/ruoli contatto/incontro coinvolti Azioni svolte Note Operatore _____________________________________________________________________ Servizio _______________________________________________________________________ 46 Fase E Generalità VALUTAZIONE DELL’AZIONE La valutazione rappresenta un’azione tesa a rilevare la corrispondenza del progetto ai requisiti previsti. Non si tratta solo di comparazione, bensì di una riflessione che concorre al miglioramento continuo del progetto stesso. Inoltre non è una verifica di adeguamento della persona allo schema prestabilito, quanto una riflessione sulla capacità del progetto di aver messo in moto le risorse e le potenzialità personali lungo un percorso che può prevedere diverse direzioni e differenti sbocchi. In particolare, si intende per verifica orientativa la capacità di mettere a fuoco la corrispondenza tra le esperienze previste dal progetto e la personalità dell’individuo interessato. La verifica circa la componente orientativa del progetto personale non si esaurisce con la raccolta dei risultati dell’apprendimento, poiché vi sono casi di persone che presentano buone predisposizioni ad apprendere, anche in forma operativa, mentre si trovano in difficoltà ad assumersi responsabilità lavorative e professionali nei concreti luoghi di attività. Tale verifica richiede l’osservazione dei tre elementi che compongono la professionalità, ovvero: 1. la motivazione e la disposizione positiva al lavoro/alla professione 2. la presenza dei requisiti cognitivi e di competenza 3. il completamento (perlomeno ad un livello accettabile) del percorso di identificazione in una cerchia lavorativa - professionale. Quest’ultimo elemento è molto importante poiché segnala l’insufficienza di un percorso puramente cognitivo ed operativo, mentre esige il coinvolgimento diretto della persona in formazione in un contesto lavorativo reale. Il segnale della corrispondenza tra lavoro/professione e personalità non è dato solo dalla soddisfazione dell’individuo, ma risulta dalla valorizzazione reale dello stesso da parte del gruppo lavorativo - professionale che lo ha visto all’opera ed ha validato così in concreto la sua preparazione. Strumenti E1 – Scheda gestione utenti E2 – Scheda gestione risorse umane E3 – Scheda gestione risorse di rete E4 – Check list di valutazione finale dell’azione Indicazioni operative Oltre che sull’utenza, la metodologia di valutazione proposta si concentra sulle risorse umane e di rete che il progetto ha saputo mobilitare, coerentemente con l’assunto secondo cui gran parte dell’efficacia del progetto deriva dalla natura delle persone coinvolte e dalla loro intesa, oltre che dalla natura e qualità dei soggetti coinvolti nella rete e dal contributo che da questi ne deriva per il buon esito del progetto. Molto importante è la cura della valutazione complessiva finale dell’azione, che si realizza tramite una check list che va gestita come occasione preziosa per: - ricostruire il percorso effettivo del progetto - rilevare il rapporto tra intenzioni e attualità, obiettivi e risorse - individuare la capacità di guida messa in atto, dimostrabile innanzitutto nella percezione dei momenti critici e nella positiva replica agli stessi. 47 E1 SCHEDA GESTIONE UTENTI Numero di utenti segnalati Numero di utenti contattati Numero di utenti presenti nella fase 1 _________________________________ Numero di utenti presenti nella fase 2 _________________________________ Numero di utenti presenti nella fase 3 _________________________________ Numero di utenti presenti nella fase 4 _________________________________ Numero di utenti presenti nella fase 5 _________________________________ Numero di utenti che concludono il percorso Numero di utenti che raggiungono gli obiettivi attesi E2 SCHEDA GESTIONE RISORSE UMANE Nome, Cognome Titolo di studio Esperienze precedenti Ruolo/funzione Note Organigramma Organizzazione di lavoro Modalità verifica di supervisione e Annotazioni 48 E3 SCHEDA GESTIONE RISORSE DI RETE IMPRESE Denominazione Attività Tutor Ruolo /funzione di stage/tirocinio Eventuale interesse all’assunzione Modalità di cooperazione RETE SOCIALE Denominazione Attività Tutor Ruolo /funzione di stage/tirocinio Eventuale interesse all’assunzione Modalità di cooperazione RETE ISTITUZIONALE Denominazione Attività Tutor Ruolo /funzione di stage/tirocinio Eventuale interesse all’assunzione Modalità di cooperazione 49 E4 CHECK-LIST DI VALUTAZIONE FINALE DELL’AZIONE Denominazione azione: Ente: Sede: Numero allievi: Compilatore: Ruolo: Data di compilazione: N Indicatori orientativi 1 Orientamento agli allievi/utenti Riferimento dell’azione alle caratteristiche peculiari dell’utenza N Domande-chiave Valutazione 1- 5 1.1 E’ stato realizzato un sistema informativo di base sugli utenti? 1.2 E’ stato elaborato e somministrato un “bilancio di competenze” peculiare per ogni figura professionale? 1.3 E’ stato prodotto un documento circa la situazione di partenza degli utenti? 1.4 E’ stato fornito materiale adeguato per l’autoformazione? 1.5 E’ stata coinvolta l’utenza nella valutazione? 2 Rispondenza del referenziale Cura dell’elaborazione delle figure professionali 2.1 E’ stata svolta una ricerca preliminare circa il referenziale formativo? 2.2 Sono stati coinvolti i referenti organizzativi presso cui operano gli utenti della formazione? 2.3 I profili professionali e le relative competenze sono stati elaborati in accordo con partner e committenti? 2.4 Si è riscontrata corrispondenza tra referenziali e progettazione formativa? 3 Qualità della progettazione In rapporto ai criteri di coerenza, congruenza, efficacia, efficienza, effetto moltiplicatore 3.1 Gli obiettivi del progetto sono risultati realistici e definiti in modo operativo? 3.2 I contenuti ed i moduli hanno rispecchiato le caratteristiche del contesto territoriale ed organizzativo degli utenti? 3.3 Le metodologie di insegnamento/apprendimento sono state differenziate in relazione alla natura degli esiti da perseguire? 3.4 E’ stata attivata una metodologia didattica di autoformazione? 3.5 Sono state valorizzate tutte le risorse didattiche previste? 50 4.1 Sono stati raggiunti gli obiettivi di apprendimento e di 4 Valutazione Perseguimento degli maturazione previsti? obiettivi posti dal progetto 4.2 E’ soddisfacente la relazione tra gli obiettivi di apprendimento/maturazione e le esigenze dell’organizzazione in cui gli allievi sono stati coinvolti in stage/tirocinio? 4.3 Gli utenti hanno espresso un positivo gradimento dell’attività formativa? 4.4 I partner e committenti hanno apprezzato gli esiti dell’attività formativa? 4.5 Gli elementi valutativi in itinere hanno portato a correzioni/miglioramenti del percorso? 4.6 E’ stata realizzata una valutazione congiunta da parte di partner e committenti? 4.7 E’ stata elaborata una documentazione idonea a dimostrare il perseguimento degli obiettivi posti? 5.1 Sono stati rilasciati certificati attestanti le competenze 5 Certificazione Presenza di un dispositivo acquisite? di certificazione degli esiti adeguato al contesto professionale 5.2 Tali certificati hanno valore di credito formativolavorativo per i vari soggetti coinvolti nella rete locale (imprese, scuole, università, agenzie formative…)? 5.3 E’ stato elaborato un portfolio personale per ciascun utente? 6 Restituzione e follow-up 6.1 E’ stata fatta una restituzione presso i vari attori (allievi, partner, committenti...) circa gli esiti dell’azione formativa? 6.2 Nelle attività di valutazione finale e di restituzione sono emerse con chiarezza le linee di continuità per il futuro (in rapporto agli utenti, ai partner - committenti, all’agenzia formativa…)? Note valutative _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _____________________________________________ 51 Fase 4 Accompagnamento alla realizzazione del progetto personale Il progetto orientativo rappresenta lo strumento attraverso il quale la persona, dopo aver assunto una decisione precisa circa l’attività lavorativo - professionale corrispondente alla propria vocazione, ne delinea la realizzabilità articolando i passi e le risorse necessarie (e disponibili) al fine del suo effettivo perseguimento. Il progetto, al contrario di quanto da più parti si sostiene, non è un modello di azione bell’è fatto, ma una guida per orientare la stessa. Soprattutto in un contesto di complessità, dove le variabili in gioco sono notevoli e difficilmente riducibili, occorre disporre di una rappresentazione della realtà che consenta di perseguire l’obiettivo desiderato verificando in partenza l’esistenza delle precondizioni necessarie, predisponendo le risorse, delineando le relazioni, prefigurando le difficoltà e gli ostacoli. Il progetto non può pretendere di rappresentare la realtà e di vincolare rigidamente il comportamento umano; esso infatti non è abilitato a prevedere gli esiti inattesi - elementi fondamentali nella vicenda sociale - e neppure a volgere in positivo gli aspetti critici incontrati lungo il percorso. Il progetto orientativo viene elaborato dopo che la persona, avendo potuto trarre vantaggio dalle attività svolte (accoglienza, bilancio, esperienza), è in grado di esplicitare: - la figura lavorativo - professionale su cui si intende formare le risorse che intende mettere in campo il “patto formativo” con l’organismo che eroga la formazione necessaria. Occorre porre attenzione soprattutto al carattere di reciprocità del progetto formativo: esso è l’occasione in cui si definisce l’impegno dell’allievo, ma nel contempo ciò stabilisce le responsabilità e gli obblighi dell’organismo formativo. Il progetto conclude pertanto la fase prettamente di indagine del percorso orientativo; esprime una decisione ed un impegno e dà vita alla fase “implicita” del percorso orientativo, ovvero quella che si svolge in forma mimetica o contestuale all’attività formativa. La presenza di un progetto professionale sarà guida preziosa per affrontare tutte le fasi di transizione e cioè sia nella ricerca di una prima occupazione, sia nel passaggio ad una nuova collocazione nel mercato del lavoro. La consapevolezza delle varie fasi del percorso, infatti, permetterà di fare sempre un’analisi corretta e puntuale della situazione e di prevedere una serie di azioni e/o di eventuali correttivi per poterla gestire nel modo più appropriato. Inoltre, più che il livello di strutturazione con cui si definisce il progetto professionale, l’importante è non porsi sul mercato del lavoro con la richiesta di un “lavoro qualunque”. Tale richiesta, infatti, se ad un primo apparire potrebbe confondersi con una dichiarazione di massima disponibilità ed adattabilità alle offerte del mercato, in realtà - almeno per due aspetti - potrebbe gravemente inficiare il successo di tale ricerca. La disponibilità, infatti ad accettare un lavoro qualunque vuol dire, dal punto di vista di colui che si pone sul mercato del lavoro non interrogarsi sulle proprie reali aspirazioni e possibilità, trascurando titolo di studio esperienze professionali precedenti esigenze personali. Si corre inoltre, il rischio di allungare notevolmente i tempi della ricerca e di creare a lungo andare, un mismatching tra domanda ed offerta di lavoro. - Considerando poi questo elemento da un punto di vista meramente pratico, ci si renderà facilmente conto di quale dispendio di energie richieda il reperimento delle 52 informazioni e la gestione di una domanda di lavoro che non sia riferibile ad un solo settore ben definito e circoscritto. È evidente, quindi, l’importanza di ridurre il raggio della ricerca ad uno specifico ambito professionale. Per l'elaborazione di un progetto professionale vincente si dovrà tenere conto di una serie di variabili. In particolare: - Interessi Attitudini Formazione scolastica e/o universitaria Esperienze di lavoro Esigenze e bisogni (livello di reddito, condizioni di contratto, aspettative lavorative, disponibilità a trasferimenti). Soltanto sulla base di tutti questi elementi, il soggetto potrà individuare delle priorità che rappresenteranno il proprio Progetto professionale. Ma l’accompagnamento di ragazzi che abbiano svolto positivamente il percorso previsto nel presente progetto non prevede soltanto l’inserimento lavorativo. E’ infatti possibile articolare il cammino in diverse direzioni: - percorso di formazione professionale mirato all’acquisizione di una qualifica - passaggio presso i servizi di Formazione Lavoro del Comune di Milano per sviluppare ulteriormente il percorso avviato, in particolare in direzione del preinserimento lavorativo - rientro scolastico per acquisire un titolo di diploma. In particolare, i servizi di Formazione Lavoro offrono all’adolescente un’ulteriore possibilità: egli potrà valutare, insieme ai referenti del progetto, se considerare sufficiente il bagaglio di competenze acquisito per poter inserirsi autonomamente nel mondo del lavoro o accedere a una successiva fase “accompagnata” alla realizzazione del proprio progetto professionale. Tutto ciò pone in gioco la questione dei crediti formativi. Infatti, per le caratteristiche della nuova legislazione (vedi nuovo obbligo formativo), è possibile delineare passaggi verso il sistema della formazione professionale, l’istruzione scolastica e l’esercizio dell’apprendistato. “Credito formativo: è un valore assegnato ad un segmento di formazione (modulo, unità capitalizzabile, annualità accademica, ecc.) o ad un’esperienza individuale (lavorativa, di volontariato, ecc.) spendibile in un sistema o in un percorso come competenza individualmente già acquisita”. “Certificare un credito a una persona, significa che un soggetto a ciò abilitato riconosce “legalmente” il possesso di una competenza, spendibile per il proseguimento di un percorso formativo”. “Validare un credito attraverso il bilancio delle competenze, significa dare un riconoscimento sociale alle competenze e garantirne la spendibilità in un ambito più ristretto e identificato, sulla base di protocolli reciprocamente definiti tra sistemi”. La modalità tramite la quale praticare tale disegno di riconoscimento dei crediti formativi è basata su due passaggi: 1. la definizione di un accordo metodologico di ordine generale che chiarisca i termini della questione, i limiti del riconoscimento, i criteri delle intese tra i soggetti; 2. la definizione di intese locali tra agenzie formative sotto forma di rete (network) che prevedano l’adozione di dispositivi di certificazione e riconoscimento dei crediti formativi, dando vita in altri termini a modalità di “reciproco accreditamento” tra soggetti posti su territori circoscritti. 53 Inoltre sono possibili “passerelle” per accompagnare il giovane verso il nuovo inserimento nel: mondo del lavoro (apprendistato) mondo della scuola mondo della formazione (nel caso di cambiamento di settore). Tenendo presente che l’accesso alla “passerella” avviene dopo che il giovane ha maturato la scelta di uscire dal sistema della formazione, ed ha quindi già percorso itinerari di riflessione e approfondimento su ciò che comporta tale scelta, l’obiettivo delle passerelle è quello di facilitare il “salto” legato all’uscita da questo sistema, per entrare in quello scolastico o in quello lavorativo. È quindi importante predisporre e utilizzare strumenti di “accompagnamento” nella pianificazione delle azioni e delle attività concretamente necessarie alla gestione del momento di transizione. La modalità proposta prevede un primo momento dedicato alla definizione del “Piano di azione” in termini di obiettivi, informazioni e impegni necessari, per passare poi alla pianificazione delle vere e proprie attività (visite, interviste, ecc.). Nel caso di cambiamento di settore o corso all’interno della F.P., la discontinuità rispetto all’esperienza precedente risulta ovviamente di portata inferiore; anche in questo caso risulta utile pianificare un percorso attraverso l’utilizzo degli strumenti proposti. In definitiva, accompagnare significa offrire alla persona un punto di riferimento (ed anche di ausilio) nel percorso di istruzione/formazione e/o di inserimento lavorativo. L’accompagnamento nasce come risposta alla crisi della concezione fatalistica secondo cui se l’alunno riesce, significa che è dotato, viceversa l’insuccesso sarebbe segno di una sua inadeguatezza. Da qui la necessità di forme di aiuto e mediazione che, dal momento che si collocano lungo il percorso della persona (e non solo all’inizio o alla fine), prendono il nome appunto di accompagnamento. 54 6. 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