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anno 1996 maggio - Parrocchia San Pietro Apostolo

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anno 1996 maggio - Parrocchia San Pietro Apostolo
dal campanile
di Azzano Decimo
BOLLETTINO PARROCCHIALE DI AZZANO DECIMO (PORDENONE) ITALIA
MAGGIO 1996 - Direttore responsabile: Mons. Domenico Cadore
Ai cari Emigranti delle varie città del Canada e di Detroit,
che in Settembre saranno ad Azzano Decimo,
un cordiale saluto di BENVENUTI
da parte di tutta la Comunità e dell'Arciprete.
MONS. MARIO PERESSIN ARCIVESCOVO
LE GIOIE
DI MARIA
La domenica 30 Giugno, nella solennità del Patrono S. Pietro Apostolo
Mons. Mario Peressin, Arcivescovo de L'Aquila, celebra nella nostra
Chiesa Arcipretale il 50° di Ordinazione Sacerdotale
«Sono la serva
del Signore»
f
\
fesa della vita (monumento ai non-nati de LAquila), profusione di energie
per il rinnovamento dell'Arcidiocesi,
del Seminario, questo ed altro sono
state e sono le caratteristiche manifestate dal nostro "Don Mario", a cui
di cuore, come preti, amici laici e paesani tutti, nel suo GIUBILEO sacerdotale, che solennemente festeggiamo il 30 giugno prossimo in parrocchia, auguriamo ancora tanto bene e
la benedizione di Dio: ad multos annos.
Don Ernesto
"DON MARIO"
Quando il 29 giugno 1983 Mons. Mario Peressin riceveva, qui in Azzano,
dalle mani del Cardinale Baggio la
consacrazione episcopale, circondato da vari Vescovi, da molti sacerdoti
e da una folta rappresentanza di laici, per quest'alta onorificenza di cui
veniva insignito a tanti laici amici venne questo pensiero: ora come lo chiameremo? Con quale titolo? Il problema fu risolto immediatamente dall'interessato: per i miei compaesani io
sono sempre "Don Mario". Lalto incarico a cui il Santo Padre lo chiamava, e che per diritto di successione all'Arcivescovo Mons. Martini,
avrebbe presto ricevuto, non era poca cosa: Arcivescovo e Metropolita de
LAquila. Per noi azzanesi pure non
era e non è poca cosa: un nostro concittadino, primo nella storia del paese, assurgeva a tanto còmpito: Arcivescovo, Successore degli Apostoli.
E ora un po' di biografia di "Don Mario" ci vuole: è semplice ma indicativa
del cammino che ha fatto: partendo
dalle "Banniate (zona agricola a lui
tanto cara e nostalgica) è assurto ai
gradi alti della gerarchia ecclesiastica. Nato in Azzano, appunto in via
Banniate, il17 maggio 1923, all'età di
11 anni entra in Seminario; il 30 giugno 1946 riceve la consacrazione sacerdotale; è subito destinato come
Coadiutore a Concordia, ma l'anno
dopo chiede ed ottiene di andare a
Roma per gli studi in Diritto Canonico. Dopo quattro anni consegue a pieni voti la laurea in "Utroque"; frequenta poi ancora per due anni l'Accademia Pontificia e da qui ha inizio la "carriera" diplomatica: Asia (Filippine), Africa (Burundi), Americhe del Sud, Cen-
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trale e del Nord e poi ancora Germania e infine a Vienna, dove lo raggiunge - dopo 30 anni di lavoro nelle varie Nunziature -la nomina ad Arcivescovo Coadiutore, con diritto di
successione, nella Arcidiocesi de LAquila. Alla fine del 1983 succederà a
Mons. Martini che si ritira a Roma per
ragioni di salute. Tredici anrii di episcopato, 50 anni di sacerdozio: un "girovago" per ordini superiori e per amore alla Chiesa. Più volte mi disse: "non
ho mai detto di no al Santo Padre e
agli altri Superiori quando mi hanno
chiesto di lasciare un posto, un lavoro e di trasferirmi altrove". Obbedienza alla Chiesa e scrupolosità nel compiere la propria missione: prima da
semplice prete e poi da Arcivescovo,
anche se talvolta mal compreso e giudicato in modo diverso. Fare il proprio
dovere oggi non è facile; ma farlo per
amore di Dio, attaccamento alla Chiesa, dedizione alle anime affidate, di-
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1(1 pf Elparazione del fausto ayvenimento il Consiglio . Pastorale ha disposto il programma di preparazione e quello di celebrazione.
Venerdì 28Giughd~Alle ore 20.30,
~olenne celebraziOne della Parola dr
S
ia nella stampa periodica come
nelle conversazioni sentiamo
parlare di un preoccupante, inarrestabile calo della fede. Si tratta di un
fenomeno generalizzato e d'immediata evidenza. Cosa rispondere?
Possiamo richiamare le parole di
Gesù, taglienti e pungenti: «Guai a
voi, perché avete già la vostra consolazione quaggiù».
Quando si sta bene, non si manca
di nulla, il pensiero è saturo delle
realtà materiali, non si ha tempo né
stimolo per pensare ad altro. Ma la
nostra riflessione deve portarsi anche su altre prospettive. Cioè, si tratta del declino di certe forme, ormai
logore, di fede.
Oggi, in occidente, c'è un forte senso critico, un insopprimibile bisogno
di razionalità nelle nostre adesioni
a qualunque movimento, di riformulare tante espressioni dottrinali.
Quindi, dobbiamo certo fare i conti
con un materialismo trionfante e ottundente, ma altresì con lo sforzo di
una incessante inculturazione del
cristianesimo.
Un'apparizione inattesa
E
Celebrazione
Domenica 30 Giugno. Alle ore 1Q.30,
solenne celebrazione Eucaristica
presieduta da Mon·s. Mario Peressln.
Segue in Oratorio l'incontro di "Don
Mario" con le Autorità e i buoni fedeli di Azzano Decimo.
cco, la nostra sensibilità attuale
rilutta davanti a un evento come
l'apparizione, la visione di esseri sovrumani. Dobbiamo cercare di capire che ogni comunicazione fra Dio
e le creature resta sempre un evento misterioso. Dobbiamo mettere briglie e morso all'eccessiva invadenza della razionalità; siamo in un
mondo non sperimentabile, non sensoriale.
Non è il mistero che deve piegarsi a
noi, ma noi chinarci al mistero; comsegue a pago 2
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Pag.2
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Le gioie di Maria
prendere che c'è una incolmabile
sproporzione fra la nostra mente e
l'intelligenza infinita.
Levangelista Luca ci riferisce di una
straordinaria visita goduta dalla Vergine nella sua casa di Nazareth.
La veggente è una ragazzina di
15/16 anni, ed è probabilmente assorta in preghiera, allorché scorge
la stanza illuminata da una luce sovrumana. Davanti a lei, certamente
in forma umana, sta un angelo, che
le rivolge un saluto emozionante:
«Salve, piena di grazia! Il Signore è
con te».
La ragazza rimane come interdetta.
Non ricambia il saluto, ma si mette
subito a riflettere, conturbata, sul
senso di tali parole. Vediamo emergere immediatamente due tratti del
temperamento di lei: uno spiccato
senso critico che la rende modesta
e un'attitudine a pensare, a non lasciarsi smuovere dagli impeti dell'emotività.
Molto diversa da noi, che troppo sovente siamo vittime della vanità, del
culto di noi stessi, intontiti dall'autostima. Essa, invece, trova che quei
complimenti sono esagerati, non si
addicono a una persona insignificante come lei.
È l'angelo a riprendere il dialogo.
Egli ha capito benissimo il silenzio
della Vergine. «Non restare sconvolta - le dice. - Dio ti ha prescelta
per il suo progetto di salvezza. Tu
sarai madre del Messia».
Rispetto della person a
l lettore avrà di certo notato che,
secondo l'angelo, il Messia è presentato secondo un modulo glorioso: «II Signore Dio gli darà il trono
di Davide, suo padre, e regnerà per
sempre sulla casa di Giacobbe e il
suo regno non avrà fine».
Non c'è nessun presentimento della croce, del Messia sofferente. Ne
era consapevole Maria? Non lo sappiamo. Il destino della morte redentrice viene a galla con la profezia di
Simeone, che definisce Gesù "segno di contraddizione", e predice alla Vergine la misteriosa "spada" che
le trafiggerà l'anima.
Torniamo all'argomento. Alle parole
di Gabriele la ragazza di Nazareth
aggiunge un interrogativo, che crea
un vuoto intorno a quel discorso
esaltante.
Ella adduce una difficoltà fondamentale: «Come è possibile questo?
lo non conosco uomo». Come dire:
«lo non ho rapporti coniugali né intendo averli». Sembra innegabile
supporre che Maria avesse formulato un voto di verginità.
«Nulla è impossibile a Dio» - controbatte l'araldo celeste. Maria non
deve tirarsi indietro, rinunciare alla
missione affidatale da Dio. Pur non
facendo uso dei diritti coniugali, diventerà ugualmente madre. Gesù
sarà concepito in maniera miracolosa, per opera dello Spirito Santo,
ossia per un intervento creatore dell'Altissimo.
A questo punto, la fanciulla dà tutto
intero il suo consenso: «Sono la serva del Signore. Avvenga di me quello che hai detto».
Sarà dunque una maternità verginale, la sua.
Vergilio Gamboso
I
BOLLETTINO PARROCCHIALE
Maggio 1996
MONS. ABRAMO FRESCHI
Nato a Pagnacco 1'8 Giugno 1913
è morto a Pordenone i/10 Febbraio 1996
previste, ma sempre finalizzate al bene superiore della nostra esistenza
consacrata a Dio; sentimenti di trepidazione e di rimpianto per il bene che
avrei potuto fare in modo più proficuo
nel servizio di questa Santa Chiesa di
Concordia-Pordenone ...
IL COMMIATO DEL VESCOVO ABRAMO
Alla Chiesa diocesana
e alla Comunità civile
Ai Sacerdoti
Sento poi l'obbligo, in questo momento, di ringraziare di tutto cuore:
- i Religiosi e le Suore che, pur in tempi difficili, offrono una testimonianza
della presenza di Dio in mezzo a noi;
- i tanti Operatori pastorali: catechisti,
membri di associazioni e movimenti cristianamente ispirati, tanto disponibili per operare il bene;
- le Autorità con cui ho cercato di avere sempre un rapporto di cordiale
collaborazione per lo sviluppo e il
progresso complessivo della società
È giunto il momento di salutarVi, di
esprimerVi tutto il mio riconoscente affetto ...
Fervono nel mio animo sentimenti di
viva riconoscenza a Dio, innanzitutto:
riconoscenza per i misteriosi disegni
del Signore che mi volle annoverare
nel Collegio Apostolico con la consacrazione episcopale; sentimenti di piena adesione alle disposizioni della
Provvidenza che ci guidano nelle varie vicende della vita per vie talora im-
civile, specialmente nei momenti difficili, illuminando il cammino dell'uomo con la luce del Vangelo;
- i tantissimi fedeli laici che sono impegnati, come fermento nella massa, per la crescita del Regno di Dio;
- i poveri e i sofferenti che sono la viva immagine di Cristo fra noi.
Vi porto tutti nel cuore con tanta riconoscenza e, anche se non potrò essere più in mezzo a Voi, con grande
affetto.
+
Ricordiamo con particolare affetto il
Vescovo Mons. Freschi per le ripetute visite che annualmente ha fatto alla nostra Parrocchia. Lo ricordiamo
specialmente per la Visita Pastorale
del 1982 conclusa con /'ordinaziolTe
sacerdotale di Don Claudio. Lo abbiamo ricordato con una solenne Eucaristia la domenica 18 Febbraio.
Requiescat in pace.
'\
Nei giorni scorsi è stato compiuto un
altro piccolo, ma fondamentale passo avanti nel contesto di quell'intricatissimo labirinto burocratico col quale in questi ultimi mesi il Comune di
Azzano Decimo si è ritrovato a dover
fare i conti al fine di poter evadere al
meglio e rapidamente tutte le estenuanti procedu re previste pe r dare
corso all'agognata realizzazione della casa di riposo per anziani non autosufficienti. Il sindaco Paolo Panontin ha fatto sapere, con legittima soddisfazione personale, di aver ricevuto conferma ufficiale da parte degli organismi regionali di controllo che tutte le delibere consiliari votate all'unanimità nelle scorse settimane dalle
quattro amministrazioni interessate
alla realizzazione dell'opera (Azzano
Decimo, Chions, Pravisdomini e Fiume Veneto), con le quali si sanciva
l'approvazione dello statuto costitutivo dell'lpab (Istituzione pubblica di assistenza e beneficenza) assieme al
Credito cooperativo pordenonese, sono state ufficialmente ratificate in sede di Coreco. Un atto formale necessario per procedere sollecitamente alle fasi successive dell'operazione che
vedranno nelle prossime settimane la
stesura ufficiale dell'atto notarile (Panontin ha già in mano una bozza dello scritto) di costituzione della società
mista che dovrà sovrintendere a tut-
te le fasi operative e finanziarie della
costruzione della casa di riposo. Nel
frattempo, il sito individuato come sede della struttura comincia a essere
predisposto per l'inizio dei lavori, una
data che a quanto pare non è più tanto lontana nel tempo: presso il centro
sociale, infatti, si è cominciato a lavorare per l'apertura di una strada di
accesso che dovrà facilitare la viabilità in una zona che accoglierà entro
breve anche la nuova sede del Centro d'igiene mentale (a opera della Usi
Pordenonese) e della nuova farmacia
comunale e che quindi assumerà i
connotati di una vera e propria città della sanitaria moderna, attrezzata e
funzionale.
Paolo Presta
53 ADOLESCENTI RICEVONO LA CRESIMA DOMENICA 2GIUGNO
«lo... chiedo di essere ammesso al sacramento della cresima e desidero impegnarmi a dare la mia testimonianza di appartenenza a Cristo»: con voce vibrante, i ragazzi che si preparano a ricevere la cresima, accompagnati dai rispettivi genitori, si sono presentati a uno a uno all'arciprete monsignor Cadore per rivolgergli una domanda maturata gradualmente nel
corso di sette anni di catechismo. Una
sessantina di adolescenti che hanno
approfondito il significato della loro
scelta cristiana, particolarmente du-
rante gli anni della scuola media, di
cui l'ultimo largamente aperto all'orizzonte della confermazione con la prospettiva di un sì libero e personale a
Cristo, hanno presentato questa loro
richiesta impegnativa e solenne. Nel
corso di alcuni incontri, organizzati per
gruppi, in cui la totalità dei genitori ha
espresso, con una presenza partecipe e compresa, piena condivisione
con la scelta dei figli, i ragazzi hanno
ringraziato le mamme e i papà per il
dono della vita e della fede. «Abbiamo
bisogno del vostro esempio e delle vo-
stre parole per continuare a camminare incontro a Cristo». Come hanno
sottolineato l'arciprete e i catechisti, la
ricerca e l'impegno dei ragazzi offrono ai genitori occasione stimolante di
riflessione e di ripensamento del loro
essere cristiani. Una crescita comune
alimentata dal mistero dello Spirito che
stabilisce legami e dialoghi profondi.
Questi adolescenti radiosi, sensibili al
fascino dell'Invisibile, chiedono silenziosamente di essere accompagnati
dal pensiero di tutta la comunità per
continuare a crescere e a fiorire.
Maggio 1996
BOllETTI NO PARROCCH IAlE
SCOPERTO UN AFFRESCO
DI EPOCA ROMANICA
È recentissima la scoperta, avvenuta nella piccola chiesa campestre di
Santa Lucia in Colle (in comune di
Azzano Decimo), di un'importante testimonianza pittorica di epoca romanica, messa in luce dai restauratori Giancarlo e Giovanni Magri sulla facciata dell'edificio religioso, che
sorge su un'altura in suggestivo isolamento.
I restauratori Magri (alla cortesia dei
quali devo la segnalazione dell'inedito affresco) già due o tre anni orsono avevano operato dei sondaggi,
limitatamente a piccole porzioni di affresco apparse al di sotto di un sottile strato di intonaco chiaro, che lasciavano supporre l'esistenza di una
più estesa zona di superficie dipinta;
ma solo con il prosieguo dei lavori,
in queste ultime settimane, hanno
potuto evidenziare tutto l'esistente,
con la messa in luce di un'immagine
di San Cristoforo, presumibilmente
databile tra la fine del XII e la prima
metà del XIII secolo.
Negli anni scorsi, le operazioni di restauro avevano infatti interessato soprattutto gli affreschi dell'interno, dipinti sulla parete sinistra (tra cui un
San Giacomo, attribuito a Pietro da
Gorizia, i Santi Valentino e Giacomo,
opera di anonimo datata 1516, e altro ancora).
Per interessamento del locale Comi···
tato del Colle di Azzano Decimo, grazie al contributo della Cassa rurale
e artigiana di Azzano e San Quirino
e sotto la direzione della Soprintendenza del Friuli-Venezia Giulia, i lavori nella chiesetta (di proprietà privata) sono ora ripresi e tra l'altro hanno permesso di evidenziare sul fianco destro dell'aula le piccole monofore appartenenti alla primitiva facies architettonica, che subì dei rimaneggiamenti in epoca successiva
(si veda per esempio il più tardo campaniletto a vela sulla facciata). la
struttura architettonica in laterizio è
piuttosto semplice, del tutto consona ai canoni dell'epoca; è costituita
da un'aula unica, con pianta rettangolare e copertura a doppio spiovente, desinente in un'unica abside
semicircolare, mentre due piatte lesene (probabilmente originali sino all'altezza del tetto) tripartiscono la facciata, isolando un corpo centrale (sul
quale si aprono il portale e l'oculo)
dalle due ali laterali.
Laffresco che qui interessa particolarmente trova posto sul lato sinistro
della facciata e in origine doveva essere molto più vasto rispetto al lacerto giunto sino a noi; se la parte inferiore è andata purtroppo irrimediabilmente perduta, tuttavia quanto ci
rimane della parte superiore della figura ci permette di riconoscervi
senz'ombra di dubbio il busto di un
San Cristoforo, che porta sulla spalla sinistra il Bambino e regge con la
destra il bastone (un palmizio rigogliosamente fiorito, secondo la consueta iconografia) col quale si aiuta
nell'incedere (tracce del bastone si
notano anche verso il basso, dove il
resto della decorazione pittorica è
andato perduto). San Cristoforo - si
sa - è un santo particolarmente venerato nel medioevo, invocato soprattutto quale protettore dei viandanti, specie in prossimità dei guadi; anche la sua ubicazione in facciata è del tutto canonica (direi quasi obbligata in Friuli, durante l'età medioevale e rinascimentale).
Benché frammentario e di dimensioni ridotte (cm 115x195 circa; altezza
dal suolo cm 135), l'affresco merita
nondimeno un'attenta considerazione, trattandosi sicuramente di una
delle più antiche testimonianze di pittura murale di epoca medioevale tra
quelle pervenute sino a noi nel Friuli occidentale.
Si riesce a vedere piuttosto chiaramente il volto del Santo, colto in posizione rigidamente frontale, nonché
il volto più minuto del Bambino; pochi i colori usati, che si limitano alle
gradazioni delle terre (ocra gialla,
rosso mattone e il nero, cui è affidato il compito di rendere i tratti fisionomici o di modellare le pieghe delle vesti, arginando le campiture con
effetto di piatta bidimensionalità).
Solo a restauro ultimato sarà possibile esprimere un giudizio più sicuro
e articolato, atto a qualificare più puntualmente i caratteri stilistici esibiti
da tale pittura murale, la cui lettura è
ogg i ancora offuscata dallo scialbo.\
Tutt2via fin da ora ci sent!amo di ri J
conoscere nel San Cristoforo di Santa Lucia di Colle un'opera che, dal
punto di vista sia stilistico che cronologico, appartiene al romanico.
Con felice intuizione, Giancarlo Magri ha accostato questo affresco a un
frammentario San Cristoforo dipinto
su un pilastro dell'atrio dell'abbazia
di Sesto al Reghena, e in effetti, al
di là dell'ovvia analogia di tipo iconografico, affinità piuttosto strette
sembra di poter rilevare anche nei
caratteri formali e nel ductus pittorico. Pur nella fissità iconica dell'immagine, il linguaggio stilistico dell'anonimo frescante è di tipo occidentale, solo sfiorato da quegli influssi
bizantineggianti che, a più riprese e
con inflessioni diverse, hanno informato di sé gran parte della produzione pittorica dell'intera area italiana nord-orientale lungo i secoli del
medioevo.
Linedita pittura murale merita sicuramente un attento e approfondito
esame, da condursi in altra sede. Fin
da ora, comunque, non ci si può che
rallegrare per il fortunato rinvenimento, perché anche un lacerto di
affresco, seppure di superficie ridotta come questo di Azzano, risulta
prezioso al fine di ritessere le maglie
di una produzione pittorica di epoca
romanica che nel Friuli occidentale
(e più latamente nell'intera area del
Patriarcato di Aquileia) fino a poco
tempo fa si riteneva in gran parte perduta, ma che viceversa - grazie anche ad altre importanti scoperte - sta
assumendo una notevolissima consistenza, ampliando in modo insperato le nostre conoscenze sulla cultura figurativa di un'epoca così lontana.
Enrica Cozzi
Pag.3
RIUSCITA
GITA-PELLEGRINAGGIO
Un folto gruppo di persone della nostra parrocchia tra sabato 16 e domenica 17 marzo ha potuto realizzare un sogno da tempo pensato. Già
un anno fa dal ritorno da LAquila e
Loreto era stata lanciata l'idea di poter quest'anno visitare i luoghi che
diedero i natali a S. Giovanni Bosco
e le principali realtà della grande città
di Torino. Ed ecco che questo sogno
si è realizzato: sabato, dopo le doverose tappe in autostrada, prima tappa visita alla Basilica di Superga con
annesse tombe reali di casa Savoia;
nel pomeriggio, dopo il pranzo, visita
ai "Becchi" a Colle don Bosco e ai luoghi nativi de! Santo omonimo, con tutte le realtà salesiane, celebrando la
S. Messa nella Basilica sotterranea.
Domenica mattina, prima tappa visita esterna alla villa di caccia di "Stupinigi" e poi all'immensa realtà racchiusa tra le mura del Cottolengo.
Quindi visita alla Basilica di Maria Ausiliatrice dove sulle "Camerette" in cui
morì S. Giovanni Bosco abbiamo potuto celebrare intimamente la S. Messa, presieduta dal nostro Arciprete.
Dopo il pranzo breve visita alla Consolata e al Duomo in cui si trova la S.
Sindone. Abbiamo vissuto queste due
grandi giornate concentrando tutto
quanto potevamo vedere, ammirare
e gustare, all'insegna della fede. Non
abbiamo tralasciato niente, sebbene
velocemente abbiamo ammirato il palazzo reale, il castello, la mole Antoneliana e le principali piazze del centro. Questi grandi Santi, come S. Giovanni Bosco, S. Domenico Savio, S.
Giuseppe Cafasso, il Cottolengo, ci
hanno tutti fatto riflettere, pur vivendo tutti in realtà diverse ci hanno arricchiti di un grande amore verso Dio
Padre che in ogni tempo sa dare al
mondo delle grandi figure per illuminare il cammino del cristianesimo, e
risvegliandoci tutti perché ognuno nel
proprio posto può portare tanto amore 2.i fratelli per la gloria di Dio. Nella
preghiera abbiamo ricordato tutte le
realtà della parrocchia, mentre l'Arciprete ci ha incoraggiati a prendere
coscienza delle grandi responsabilità
che ognuno di noi ha nel mondo
odierno dove ognuno deve essere testimone con coraggio e fede proprio
come abbiamo potuto constatare dall'insegnamento di questi grandi Santi. Siamo certi che momenti di grazia
come questi possono essere dei semi per una comunità come la nostra,
certi che il Signore si serve di tutti,
per far sì che questi semi morendo
diano un giorno il loro frutto.
Mario Del Bel Belluz
CORALE FRANCESE
APPLAUDITA IN PAESE
"le bonheur est dans le chant": la felicità sta nel canto. È un messaggio
semplice e intenso che un gruppo corale francese, con tale denominazione, ci ha portato da un piccolo paese di montagna. Forse le sue note
sono rimaste nell'aria per la passione e l'allegria che ha desiderato trasmettere cantando per noi.
«Incontrarci con cori di altri Paesi e
di altre Nazioni è un fatto che offre la
possibilità di un arricchimento reciproco. Gli amici francesi, se pur non
molto curati vocalmente, ci hanno
portato un notevole contributo con il
loro amore per il canto e la grande
voglia di cantare. Nelle loro esecuzioni hanno messo proprio il cuore; e
ciò anche nella notevole apertura e
simpatia che hanno caratterizzato
ogni loro espressione»: così Ema-
nuele Nadalon, giovane universitario
e vicepresidente della corale azzanese, rievoca l'incontro con il gruppo
d'Oltralpe come pure con altri gruppi
che ci hanno recentemente allietato
con la loro partecipazione a serate
dedicate a concerti vocali o a qualche liturgia festiva. In questo scambio di voci anche le nostre due corali "Quattro molini" e "Corale Azzanese" si producono nel Triveneto e oltre: uno stimolo ad affinarsi, ma anche un'occasione per incontrarsi con
modalità tecniche esecutive diverse
e anche con realtà umane di altre zone. Intanto Nadalon spera e auspica
che possa costituirsi presto un gruppo di giovani amici della musica: una
passione da mettere in comune perché si rafforzi il sentimento della pieF.S.
nezza espressiva vocale.
Pag.4
BOLLETTINO PARROCCHIALE
STRUGGENTE NOSTALGIA
"
PER IL PAESE NATIO
Maggio 1996
VOCE
DELL: EMIGRAZIONE
Vanilia Marcuz Moretti è una vivace
ottantenne che dalla terra francese,
che l'ha accolta negli anni giovanili, ci
fa pervenire un messaggio carico di
nostalgia. La rievocazione dell'infanzia, vissuta in Cesena in una famiglia
di mezzadri dei conti Porcia, e degli
anni di scuola, trascorsi con l'indimenticata maestra Marialina Bellavitis di Tiezzo, costituisce il riferimento
più significativo di un legame non
spezzato con il paese d'origine. Quegli anni felici si chiamano Cesena Azzano Decimo - Italia. Felici nonostante la povertà e le ristrettezze allora comuni ai più. Poi la necessità di
uno strappo che si è rivelato sempre
più definitivo e irreversibile. Partire con
la speranza di ritornare e poi ... non
tornare più. Quanti dei nostri hanno
vissuto questo distacco, queste lacrime? E forse anche la ribellione per
aver dovuto prendere, senza possibilità di scelte alternative, la via dell'emarginazione e dell'ignoto. Nelle
espressioni di Vanilia risuona l'eco di
questo dramma che anche lei ha vissuto in prima persona e che ora richiama ai suoi conterranei, anche per
chiudere un pensiero che l'aiuti a sentirsi ricordata e ancora parte viva del
paese mai dimenticato. «Cara Italia,
cosa hai fatto / per fare i tuoi figli contenti? / Li hai spediti nei quattro continenti / per guadagnare un gruzzolo
d'or. / Dall'America all'Australia / dalIa Russia al Brasile, / ma il nostro campanile / lo abbiamo sempre nel cuore.
/ Quello è stato il primo amore. / Abbiamo lavorato e avuto gli onori, / ora
abbiamo la nostra casetta / e la vita
passa discreta ... / Ma Azzano è sempre nel cuore. / Quello è stato il primo
amore. / Abbiamo imparato la lingua
straniera / abbiamo imparato tante cose / e mai dimenticate le più preziose
/ il nostro caro Azzano. / Ora siamo
molto lontani / e troppo vecchi per
viaggiare / così la cenere di noi italiani / nel Mondo intero va a volare».
Bertolo Antonio Lire 60.000 per Messe a suffragio del nipote Moretton
Sante; tramite Vittorio Cal Sponga
Maria Lire 22.900 per Bollettino; Lovisa Roma Lire 28.500 per due Messe; Candido Clemente e Antonietta
Lire 22.500 per il Bollettino; P. Piva
Lire 11.500 per il Bollettino; Francis
Veneruz Lire 28.370 per il Bollettino;
Silvio Zucchet Lire 33.500 anche per
Messa e Bollettino; Carmela Marcuzzi Lire 34.500 per Bollettino e
Messa; Danilo Stradiotto Lire 45.600
per Bollettino; Giuseppe Favot Lire
22.140 per Bollettino; Aramini Maria
Lire 57.850 per Bollettino; Chiarot Licia per Bollettino Lire 20.000; Facca
Adelia Lire 50.000 per Bollettino; Moretti Giannina per Bollettino Lire
50.000; Pasut Bruna e Giacomo per
Bollettino Lire 30.000; Piccinato Ennio per Bollettino 50.000; Valvasori
Angelina per Bollettino con Messa
Lire 100.000; Belluz Lepido per Bollettino e Messa Lire 100.000; Ram-
baldini Achille per Bollettino Lire
25.000; altra offerta da Aramini Maria per Bollettino Lire 56.000.
IL BUON CUORE
zioni delle case 34.900.000, in morte di
Spada Maria figlia Sandra e fam. 200.000,
Moretti Giuseppe a ricordo del fratello Vittorio 50.000, Sposi Francescon Giorgio e
Del Rizzo Eddi 150.000, battesimi di Maggio 380.000, sposi Furlanis Giorgio e Valvasori Lia 300.000, sposi Sellitto Andrea
e Viotto Ketty 100.000, 25° di Trevisan
Paolo e Casagrande Rita 100.000, fam.
in morte di Facca Bruno 150.000.
la, Velludo Alessandra di Ivan e Sonia,
Franzin Veronica di Andrea e Serenella,
Kahrimanovic Aleksander di Safet e Lylyana, Greco Gambino Denis di Amedeo e
Laura, Biasin Andrea di Denis e Nadia,
Momesso Michele di Tiziano e Giovanna,
Pavan Anna di Nevio e Lorena.
van Rita di anni 64 vedova di Grandini
Egidio, Moretton Sante di anni 54 marito
di Zanette Anna Maria, Vaccher Maria Luigia di anni 75 vedova di Peschiutta Luigi,
Piccolo Luigia di anni 83 vedova di Miot
Olivo, Pascot Gino di anni 64 celibe, Pasut Maria di anni 82 vedova di Spada
GU9rrino, Bigaran Caterina di '3.nni 63 moglie di Boraso Sergio, Facca Bruno di anni 84 marito di Diana Maria.
(Dicembre-Maggio)
Fam . in morte di Panontin Franco 100.000,
figli in morte di Valvasori Lino 100.000,
battesimi di Dicembre 100.000, fam. in
morte di Del Bianco Rino 100.000, N.N.
400.000, circolo culturale c:i Capo di Sotto 100.000, fam. Bidoggia Vittorio 100.000,
fam. Antonini 100.000, fam. in morte di
Facca Mario 200.000, fam. in morte di De
Luca Maria 150.000, Rosset Italo 50.000,
Società "Azzano in Festa" 1.500.000, nipoti in morte di Mascherin Luigi (Nino)
200.000, centro culturale di Cesena
100.000, N.N. in morte di Lazzari Egidio
200.000, sposi Quattrin Diego e Zanette
Michela 100.000, battesimi di Aprile
500.000, fam. in morte di Moretton Sante 200.000, fam. Lovisotto Carlo in morte
di Moretton Sante 100.000, sposi Tubaro
Franco e Gasparotto Laura 250.000, fam.
in morte di Miot Luigia 100.000, sposi Perin Egidio e Foti Adele 200.000, sposi Lorenzon Ivan e Pase Nives 200.000, sposi
lacuzzi Daniele e Longo Michela 200.000,
moglie in morte di Pizzinato Antigio
250.000, battesimi di Febbraio 150.000,
fam. a ricordo di Boschiero Ennio 100.000,
fam. in morte di Mattellone Giuseppe
100.000, moglie a ricordo di Paolon Mario 50.000, fam. in morte di Burola Rina
250.000, fam. Mercante 100.000, fam. in
morte di Gaspardis Dino 100.000, familiari in morte di Basso Anna 500.000, fam.
in morte di Panigai Claudio 100.000, figlie
in morte di Piva Antonietta 50.000, figli in
morte di Del Bel Belluz Nella 100.000, nipote Eugenio in morte di Dolcetti Elisa
200.000, figlie in morte di Billuz Guido
200.000, sposi Nigro Mauro e Pasquariello Anna 150.000, fam. in morte di Tomasi Amelia 100.000, fam. in morte di Del
Bel Belluz Ambrogio 200.000, fam. in morte di Pighin Lucio 150.000, fam. in morte
di Torresan Mario 100.000, battesimi di
Marzo 350.000, gruppo culturale di Cesena 100.000, figli e figlie a ricordo di Pignat Matilde 200.000, fam. in morte di
Pantarotto Natalia 150.000, figli in morte
di Grandini Rita 100.000, moglie in memoria di Manias Leobrando 100.000, offerte raccolte in occasione delle benedi-
Scuola Materna
Basso Angelo 50.000, famiglie De Luca
a ricordo di mamma Paschetto Maria
100.000, i commercianti di Azzano
645.000, gruppo culturale del Sile
300.000, N.N. 200.000, moglie a ricordo
di Pizzi nato Antigio 250.000, in morte di
Basso Anna le famiglie Colin, Santin , Del
Bel Belluz, Manias 200.000, familiari in
morte di Basso Anna 500.000, in memoria di Burola Rina la figlia Nina e il genero Marcuz Attilio 300.000, giornata della
scuola Materna in Chiesa 3.650.000, moglie a ricordo del marito Da Ros Antonio
50.000, Maria Brun a ricordo del padre Attilio 100.000, a ricordo della zia Amabile
Del Rizzo i nipoti Augusto, Bruno, Bruna,
Francesco e Celso 150.000, in memoria
di Lazzari Egidio N.N. 200.000, famiglia a
ricordo di Cogo Anna 250.000, zie Facca
a ricordo di Filippi Vittorio 80.000.
ANAGRAFE
(Dicembre-Maggio)
Battesimi
Bellotto Paolo di Claudio e Claudia, Guin
Enrico di Aurelio e ariana, Cal Beatrice
di Renzo e Patrizia, De Val Eleonora di
Francesco e Anna, Borlina Beatrice di Fabrizio e Claudia, Presta Alberto di Paolo
e Maria Elena, Ardizzone Orazio di Massimo e Angela, Tonel Nico di Paolo e Tatiana, Liut Veronica di Andrea e Paola,
Targa Denise di Mauro e Maria Rosa,
Facca Giorgio di Mario e Marisa, Boz Matteo di Michele e Nadia, Facca Veronica
di Michele e Barbara, Paludetto Miriana
di Christian e Pia, Guerra Andrea di Pierluigi e Nadia, Peschiutta Mauro di Evio e
Maria Grazia, Durofil Diletta di Edy e Lorella, Manias Emily di Giorgio e Antonel-
Matrimoni
Nigro Mauro e Pasquariello Anna Rita,
Quattrin Diego e Zanette Michela, Rorato Marvi e Cal Cristina, Tubaro Franco e
Gasparotto Laura, Francescon Giorgio e
Del Rizzo Eddi, Lorenzon Ivan e Pase Nives, lacuzzi Daniele e Longo Michela, Perin Egidio e Foti Adele, Furlanis Giorgio
e Valvasori Lia, Sellitto Andrea e Viotto
Chetty, Manzatto Giancarlo e Misale Patrizia.
Ringrazio cordialmente tutti per le
vostre offerte.
Ricambio cari saluti a quanti hanno
mandato gli auguri per le sante Feste:
Angelo e Italia Mucignat, Severino e
Giovanna Mascarin, fam. Del Rizzo
Francesco e Teresa e figli, Del Rizzo Luigia, Pierantonio Bassan e Sandra e figli, Wade Veronica, Arduino
e Vittoria Piccinato, Antonio Tondato e famiglia.
Le suore:
Suor Nives dalla Bolivia, Suor Bernarda, Suor Teresa, Suor Giovanna,
Suor Geltrude, Madre Noris, Suor
Sofia.
I VOSTRI CARI VI RICORDANO
CON AFFETTO
Funerali
Facca Mario di anni 60 marito di Dalla
Pozza Maria Rosanna, Paschetto Maria
di anni 86 vedova di De Luca Guglielmo,
Pascot Aldo di anni 89 marito di Pascot
alga Gelse, Del Bel Belluz Sante di anni
57 celibe, Gobbo Elda di anni 73 vedova
di Pigat Onorio, Pizzi nato Antigio di anni
82 marito di Lazzarini Firminia, Milanese
Lea di anni 90 nubile, Mattellone Giuseppe di anni 73 marito di Visentin Debora, Burolla Maria Enrica di anni 83 nubile, Marson Antonietta di anni 92 vedova di Piva Guerrino, Gaspardis Dino di
anni 72 marito di Bellon Santa, Panigai
Claudio di anni 40 marito di Bagnariol Maria Luisa, Biasotto Anna di anni 88 vedova di Basso Antonio, Sist Nella Maria di
anni 70 vedova di Del Bel Belluz Agostino, Stefanin Amelia di anni 81 vedova di
Tomasi Angelo, Dolcetti Elisabetta di anni 94 nubile, Billuz Guido di anni 73 marito di Facca Anna, Del Bel Belluz Ambrogio di anni 76 vedovo di So nego Nives, Pighin Lucio di anni 71 marito di Pighin Caterina, Primon Natalia di anni 85
vedova di Pantarotto Enrico, Angeli Matilde di anni 94 vedova di Pignat Gildo,
Torresan Mario di anni 70 marito di Toffolon Caterina, brun Attilio di anni 94 vedovo di Crozzoli Amelia, Mascherin Luigi (Nino) di anni 78 celibe, Lazzari Egidio
di anni' 60 marito di Tubiana Mirella, Pa-
Angeli Matilde
ved o Pignat
m.17-3-1966
Bergamo Amelio
m. 16-2-1986
Burola Rina
m.30-1-1996
Battiston Elisa
ved oBelluz
m.16-5-1994
Pascot Elisa
in Tesolin
m. 15-5-1995
Dall'Oglio Ferruccio
m.9-10-1966
Furlan Gino
m.8-4-1995
Moretton Sante
m. 24-4-1996
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