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IlcustodedellaGallinara trovatomortoinmare
36 VENERDÌ 26 GENNAIO 2007 albenga e riviera MISTERO SULL’ISOLA Il custode della Gallinara trovato morto in mare Era sparito da 24 ore. Il corpo sul fondale del porto, disposta l’autopsia ALBENGA. Tragedia all'isola Gallinara, con il custode africano trovato morto in fondo alle acque del porticciolo. Ad effettuare ieri mattina la macabra scoperta è stato un sommozzatore al termine di lunghe ore di ricerche, scattate dopo l'allarme lanciato da alcuni amici e dai proprietari dell'isola che avevano cercato inutilmente di mettersi in contatto con Robert Eynohou Comlan, il quarantatreenne originario del Benin che da poco più di un anno lavorava come guardiano dellaperladelmarediponente,mache secondo le prime ricostruzioni non sapeva nuotare. Una tragedia coperta da un sottile velo di mistero, che solo l'autopsia ordinata dal sostituto procuratore della Repubblica Alessandro Bogliolo potrà probabilmente cancellare. Un mistero legato alle oltre ventiquattro ore in cui Robert Eynohou Comlan non ha dato notizie di sé e non ha lasciato alcuna traccia. Secondounaprimaricostruzioneeffettuata dai carabinieri e dalla capitaneria di porto l'uomo sarebbe stato visto per l'ultima volta martedì sera. Attorno alle 17,30, cioè probabilmente dopo avere ultimato la sua giornata lavorativa, sarebbe arrivato in gommone al porto Luca Ferrari di Alassio e da qui avrebbe raggiunto il bar della stazione dove ha preso un caffè in compagnia di due muratori albanesi, due amici con cui aveva lavorato in precedenza durante la sua decennale permanenza alassina. Una bevuta in compagnia, poi Comlan sarebbe tornato in porto per riprendere il gommone ed attraversare il braccio di mare che separa la terraferma dall'isola e dalla sua casa. Ma sul tempo trascorso da quando è stato visto al bar e quando è rientrato nel porticciolo dell'isola gli inquirenti non sono ancora riusciti a farsi un'idea chiara degli spostamenti dell'uomo. Quel che è certo è che l'indomani mattina il gommone era nel portic- Marino Agnese, il subacqueo che ha recuperato il corpo del custode Robert Eynohou Comlan, 43 anni, era il guardiano dell’isola Gallinara ciolo della Gallinara. Non era attraccato come invece l'altra imbarcazione, la pilotina della Gallinaria Srl, ma alla deriva nel piccolo specchio d'acqua dell'approdo. Nessuna traccia invece di Robert che per tutta la giornata non ha risposto alle telefonate degli amici e non era sull'isola quando amici e proprietari della Gallinara sono andati a cercarlo. Il primo ad arrivare, verso le 15, è stato Daniele Basso, che dopo avere girato invano l'isola in lungo e in largo ha dato l'allarme. Attorno alle 17 sono scattate le ricerche in terra (ad Alassio e Albenga, ma anche nel resto della riviera, fino a Loano) e in mare con le motovedette delle capitanerie di porto di Albenga e Imperia e quella dei carabinieri che hanno ispezionato le acque circostanti l'isola fino a quando l'oscurità ha consigliato di sospendere le ricerche. Ieri mattina la battuta è ricominciata di buon'ora, con la luce che finalmente permetteva l'impiego anche dei sommozzatori. Ed è stato proprio uno di loro a trovare, attorno alle 10.30, il corpo senza vita del guardiano. «Ho visto che il gommone non era ormeggiato e ho pensato che a Robert doveva essere capitato qualcosa proprio lì, nell'approdo - ha detto Marino Agnese, sommozzatore e direttore della Marina di Alassio - Mi sono immerso e l'ho trovato vicino all'imboccatura, senza pantaloni e con le calze strappate». Forselosventuratocustodeècaduto in mare mentre si apprestava ad attraccare al rientro da Alassio martedì sera, oppure potrebbe essersi accorto ieri mattina che il gommone non era bene ormeggiato ed essere scivolato in acqua (forse per un malore) senza più riuscire a riguadagnare la banchina. Secondo il primo esame della salma da parte del medico legale non esisterebbero segni di urti o violenze, se non qualche escoriazione provocata probabilmente dallo sfregamento del corpo contro il pontile o il fondale. Quanto all'assenza dei pantaloni, si tratterebbediunfattoabbastanzanormale in situazioni di questo tipo, per effetto della risacca, degli sfregamenti ma anche dello stesso appesantimento dei panni durante la permanenza in acqua. Tutto farebbe pensare, quindi, ad una morte per cause naturali, anche se per stabilire se Robert Eynohou Comlan sia morto per annegamento, per un malore o per una combinazione delle due cose bisognerà attendere l'esito dell'autopsia ordinata dal magistrato, che sarà effettuata in queste ore nella camera mortuaria dell'ospedale Santa Corona di Pietra. >> CHI ERA IN RIVIERA DA DIECI ANNI, NON SAPEVA NUOTARE ••• ALBENGA. Era arrivato ad Alassio una decina d'anni fa, Robert Eynohou Comlan, il quarantatreenne guardiano e giardiniere della Gallinara trovato morto ieri mattina nelle acque del porticciolo dell'isola di cui era da poco più di un anno divenuto il primo ed unico residente. Nativo del Benin dove vivono tuttora i suoi parenti, Robert si era sposato in Nigeria con rito tribale, ma la ricerca di una vita migliore lo avevano portato dopo un lungo peregrinare a stabilirsi in riviera. Per campare aveva fatto un po' il muratore, un po' il giardiniere e per diversi anni si era occupato dei giardini e delle ville di alcune note famiglie alassine. Proprio in questo modo aveva conosciuto Guido Betti, uno dei soci della Gallinaria Srl (la società proprietaria dell'isola), e quando Peppino Schivo ha lasciato il suo lavoro di custode, Betti ha offerto a Comlan di prenderne il posto. Dal settembre del 2005, quindi, Robert Eynohou Comlan si è occupato della custodia dell'isola, dove aveva preso casa. Tornava a terra due o tre volte la settimana e spesso frequentava il bar della stazione, di cui aveva conosciuto il titolare Angelo Vinai durante le domeniche passate al seguito della squadra del cuore di entrambi, il Milan. «Una persona simpatica e di buona cultura - lo ricorda Vinai -, che spesso prendevamo in giro perché viveva su un'isola ma non sapeva nuotare». «È una cosa stupefacente - non si capacita Guido Betti Era una persona atletica e capace e sei mesi fa aveva preso la patente nautica. È stata una disgrazia: non ci sono altre spiegazioni possibili». LUCA REBAGLIATI CERIALE IL RACCONTO DI DIOMEDI «Una violenza che mi ha segnato per sempre» >> L’APPELLO Nell’assemblea pubblica sulla sicurezza rievocata la notte della rapina in casa con sequestro. «L’allarme? Il telefono era rotto» GARLENDA. «Non dimenticheremo mai quei momenti terribili. Ci porteremo dentro per tutta la vita i segni della violenza psicologica che abbiamo subito». Così Giulio Diomedi nel corso dell'assemblea pubblica sulla sicurezza di mercoledì sera ha ricordato gli attimi dell'aggressione e della rapina subite qualche giorno fa nella sua villa di Garlenda. «Mia moglie stava lavando i piatti ha detto Diomedi - e si è accorta che non c'era acqua calda. Sono uscito pervedereselacaldaiafossespentae mi sono trovato davanti quei tre ceffi che mi hanno spintonato. La cosa peggiore è stata la sensazione di impotenza, mentre loro giravano per la casa senza che noi potessimo fare nulla». Diomedi ne ha un po' per tutti. Anzitutto per la Telecom, a causa del telefono di casa che non funziona da diversi mesi. «Ho scritto diverse lettere - ha spiegato Diomedi -, ma il telefono non è stato riparato, così per dare l'allarme mi sono dovuto rivolgere a un vicino. Se avessi potuto chiamare subito i carabinieriforsesarebbestatopossibile catturare i malviventi. Farò un esposto alla Telecom». Ma ce n'è anche per l'indulto e chi lo ha approvato. «La maggior parte della gente che viene qui per delinquere è uscita proprio a causa dell'indulto. Siamo solidali con le forze dell'ordine che si danno tanto da fare per prendere i delinquenti e poi se li vedono rilasciare. Le istituzioni devono garantirci la sicurezza nelle nostre case». Altrettanto colpiti dall'ondata di furti anche molti altri tra il centinaio di presenti. «Bisognerebbecreareunfondotra La salma del custode è stata sbarcata al porto di Alassio «I CITTADINI AIUTINO LE FORZE DELL’ORDINE» Giulio Diomedi racconta la drammatica esperienza della rapina in casa Giuliano Miele, sindaco di Garlenda Tullio Neirotti, presidente del Golf noi cittadini per finanziare un servizio di vigilanza privata che sostenga e completi il lavoro delle forze dell'ordine», ha proposto Alessandro Betti. «È giusto e necessario essere molto attenti ai furti nelle case - ha detto Rosanna Canova - ma altrettanta attenzione deve essere riservata anche ai fenomeni di spaccio di stupefacenti, perché spesso gli autori di questi fatti sono da ricercare proprio nel mondo della droga». Poi la parola è passata agli amministratori comunali. «Faremo prima di tutto interventi sulla pubblica illuminazione per rendere la vita difficile a chi appro- fitta del buio per delinquere - ha annunciato Giuliano Miele, sindaco di Garlenda -, e se sarà necessario installeremo delle telecamere per monitorare il territorio». «La sorveglianza è importante - ha replicato il vicesindaco di Villanova, Pietro Balestra -, ma bisogna anche ritrovare un clima di maggiore solidarietà e comunicazione tra le persone. Un tempo quando ci si parlava di più e ci si conosceva tutti era più facile individuare un estraneo. Inoltre noi amministratori dobbiamo verificare con la massima attenzione tutte le richieste di nuove residenze». L. REB. ••• GARLENDA. «I cittadini collaborino con le forze dell'ordine per garantire la sicurezza». L'appello arriva dai carabinieri per bocca del comandante della Compagnia alassina, Geremia Lugibello. «Il nostro impegno è totale - ha spiegato Lugibello - Facciamo attività di prevenzione in borghese e in divisa e ogni notte abbiamo almeno due pattuglie sul territorio, oltre al personale in caserma e quello reperibile. Ma per un'azione preventiva efficace abbiamo bisogno di conoscere eventuali problematiche o presenze sospette. Ladri e rapinatori spesso effettuano sopralluoghi prima di mettere a segno un colpo, e se vengono notate persone sconosciute attorno alle proprie case è bene avvisarci. Spesso c'è il timore di disturbare, ma è ingiustificato: chi risponde al telefono è lì per farlo, ed è preparato a raccogliere questo tipo di segnalazioni. Comunque possono essere anche i sindaci e i pubblici amministratori a raccogliere eventuali indicazioni su queste problematiche e a trasmettercele». «La situazione non è particolarmente grave se si considera il numero di furti, che non è superiore a sette o otto - ha aggiunto il comandante della stazione di Villanova, Massimo Rufini - ma colpisce il fatto che siano stati commessi nell'arco di poche settimane. Proprio questo rende ancora più importante la collaborazione dei cittadini». Un invito subito raccolto da Tullio Neirotti, presidente del Golf club, nella cui zona sono avvenuti diversi furti. «Sensibilizzeremo tutti i soci, non solo ad una maggiore collaborazione, ma anche all'installazione di sbarre, telecamere e sistemi antifurto che garantiscano la maggiore sicurezza possibile». Edilizia nel mirino dei ladri colpi in cantiere e in negozio CERIALE. Cantieri edili e rivendite di materiali ed attrezzature da costruzione nel mirino dei ladri, con diverse visite notturne tanto inattese quanto indesiderate. Un fenomeno che sembra in espansione da qualche mese a questa parte, e gli ultimi della lista sono stati un paio di notti fa il cantiere per la costruzione di una palazzina in via Orti del Largo da parte di una nota impresa edile rivierasca ed una rivendita all’ingrosso sull’Aurelia. I ladri avrebbero fatto saltare i lucchetti del cantiere ed una volta all’interno si sarebbero appropriati di trapani, demolitori e materiale elettrico per un valore complessivo di oltre quindicimila euro. Poi avrebbero ripetuto l’impresa anche nel grosso magazzino ALBENGA lungo la provinciale, impadronendosi anche in questo caso di costose attrezzature da lavoro per poi dileguarsi senza lasciare traccia. Dell’accaduto si stanno ora occupando i carabinieri, cui si sono rivolte le aziende derubate. Il tipo di refurtiva, la frequenza dei colpi e la quantità di materiale “prelevato”dai cantieri farebbe pensare ad una banda specializzata nel settore, che potrebbe avere legami con organizzazioni di altre parti d’Italia che si occuperebbero di piazzare sul mercato le attrezzature rubate, rivendendole sottocosto ad artigiani e piccole imprese edili o riciclandole in ambienti malavitosi. L. R. LAIGUEGLIA Ricettazione, condanna per un sessantenne «Il Comune faccia chiarezza sui servizi» ALBENGA. È stato condannato a dieci mesi di reclusione ed un’ammenda di 200 euro Vincenzo Oliva, sessantenne pregiudicato di origine calabrese arrestato con l’accusa di ricettazione dai carabinieri: lo avevano sorpreso ad Albenga con un ciclomotore rubato. Oliva ha confessato di avere rubato lui stesso il ciclomotore ed avrebbe ottenuto gli arresti domiciliari che il giudice non gli ha concessoi in quanto l’uomo risulta senza fissa dimora. LAIGUEGLIA. «L’amministrazione spieghi perché commissiona nuovi servizi di dubbia utilità alla concessionaria per la raccolta dei rifiuti proprio quando si dice costretta ad aumentare la tassa». L’attacco arriva dal consigliere di opposizione ed ex assessore Luigi Tezel, all’indomani dell’audizione davanti ai magistrati proprio per l’esposto sullla proroga dell’appalto alla Dusty. ALASSIO CERIALE Raccolta di firme per l’uso dell’acqua “Un autore per l’Europa” patrocinio del Ministero ALASSIO. C’è anche il patrocinio del CERIALE. Una raccolta di firme per una legge che regoli l’uso dell’acqua e che ne garantisca la gestione pubblica. È quella varata dal comitato per il contratto mondiale sull’acqua. Appuntamento a Ceriale domenica (ore 10- 12) in lungomare Diaz. ministero degli Esteri per il concorso letterario “Un autore per l’Europa”, organizzato dall’amministrazione e dalla biblioteca civica di Alassio. Gli organizzatori hanno ricevuto ieri il telegramma della segreteria del ministro Massimo D’Alema.