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Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo
Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina III ALFIO BARDOLLA LORENZO AIT MILIONARI IN 2 ANNI E 7 MESI Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina IV Le fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun volume/fascicolo di periodico dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto dall’art. 68, commi 4 e 5, della legge 22 aprile 1941 n. 633. Le riproduzioni effettuate per finalità di carattere professionale, economico o commerciale o comunque per uso diverso da quello personale possono essere effettuate a seguito di specifica autorizzazione rilasciata da AIDRO, Corso di Porta Romana n. 108, Milano 20122, e-mail [email protected] e sito web www.aidro.org MILIONARI IN 2 ANNI E 7 MESI Proprietà Letteraria Riservata © 2010 Sperling & Kupfer Editori S.p.A. ISBN 978-88-200-4859-4 32-I-10 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina V Indice Introduzione 1 Primo Pilastro. Ambiente Secondo Pilastro. Abitudini Terzo Pilastro. Abilità Quarto Pilastro. Strumenti Quinto Pilastro. Spiritualità Conclusioni 7 39 101 177 255 273 Ringraziamenti Bibliografia Per proseguire il viaggio Gli autori 281 285 289 291 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina VII Attenzione! Questo non è un generico libro sulla ricchezza. Questo libro contiene una ricetta, una ricetta che, una volta applicata, può farvi diventare milionari entro 2 anni e 7 mesi. 2 anni e 7 mesi a partire da oggi. La domanda non è se ce la farete, la domanda è se vi applicherete oppure no. Se avete intenzione di applicarvi, se pensate che ne valga la pena leggete questo libro e mettetelo in pratica. Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 1 Introduzione Perché entro 2 anni e 7 mesi? Se state sfogliando questo libro, magari incuriositi dal titolo o dalla copertina, mentre siete ancora di fronte agli scaffali della libreria, potreste benissimo chiedervi: Domanda n. 1: «Come mai tutta questa ossessione sul diventare ricchi? Non posso semplicemente appartenere alla classe media e decidere di interessarmi alle cose davvero importanti della vita, quali per esempio l’amore, il divertimento, l’arte o la spiritualità?...» Domanda n. 2: «… e poi, come mai proprio entro 2 anni e 7 mesi?» La risposta* alla seconda domanda è che... veramente non esiste un tempo minimo né un tempo massimo per diventare ricchi. Da una piccola ricerca che abbiamo effettuato ci sono arrivati significativi riscontri sui tempi medi in cui diverse persone che si sono impegnate «sulla via della ricchezza» hanno raggiunto l’obiettivo del milione di euro. E il tempo è proprio * C’è anche un altro motivo, a dire il vero, che prevede l’attuazione di questo programma nei prossimi 2 anni, ma lo illustreremo a tempo debito, entro la fine del primo capitolo, dopo alcune doverose premesse. 1 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 2 vicino ai 3 anni! Abbiamo quindi concepito un programma che ha come standard minimo quello di eguagliare un record, perché vi abituiate fin da subito a porvi obiettivi sopra la media. La risposta alla prima domanda è: no. Purtroppo la cattiva notizia è che non potete. La verità è che viviamo in un’epoca particolare: un momento di passaggio che vedrà crescere il divario tra poveri e ricchi a livelli mai visti prima nell’epoca postindustriale. A oggi esistono tre classi sociali: i poveri, la classe media, i ricchi. Tuttavia la classe media si sta assottigliando sempre di più: le stime portano a pensare che sarà quasi sparita nel giro di un decennio. Non ci sarà più l’assistenza sociale e neppure potremo contare, come è stato per i nostri genitori, sulla certezza della pensione, che probabilmente sparirà o sarà sensibilmente ridotta a causa della mancanza di risorse. Rimarranno solo due classi: voi a quale delle due volete appartenere? Volete far parte di coloro che necessiteranno sempre più di aiuti economici o volete essere tra quelli che potranno aiutare i propri cari, amici e famigliari? Dovete decidere adesso, perché fra qualche anno sarà troppo tardi. La generazione degli attuali trentenni è la prima nella storia ad avere aspettative economiche inferiori a quelle della generazione che l’ha preceduta e prima o poi i Governi troveranno il coraggio di comunicare ufficialmente alle Nazioni che i sistemi pensionistici sono insostenibili e obsoleti. Dovete decidere ora e cominciare a giocare al gioco dei ricchi subito, perché la Cina ha già iniziato a muoversi, sostituendo i grattacieli alle biciclette, e il resto del mondo sta allungando il passo; ogni mese, in India, le università sfornano migliaia di nuovi laureati con un curriculum scolastico di prim’ordine e una padronanza perfetta della lingua inglese. Dovete decidere ora il vostro futuro, perché se non sceglie2 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 3 te subito quale sarà il vostro posto, qualcuno deciderà per voi e potrebbe non piacervi il ruolo che vi verrà assegnato. Decidete di decidere ora, affinché in futuro anche i vostri figli possano decidere per loro stessi. Scegliete di non scegliere adesso e priverete anche loro di quella scelta. Decidete ora. Non vi occorre altro tempo. I futuri milionari, a questo punto, hanno già deciso! P.S. Una caratteristica fondamentale dei milionari è saper decidere in fretta senza rimandare scelte importanti! Dalla scrivania di Alfio... Quali sono le abilità per diventare ricchi? Ogni anno migliaia di persone frequentano i miei corsi sulla libertà finanziaria e acquisiscono gli strumenti per investire in attività remunerative, creare rendite economiche o acquistare e rivendere immobili partendo da zero. Solo una parte di quei corsisti utilizza appieno gli insegnamenti diventando effettivamente ricca; il resto di loro si accontenta di ricavare qualche guadagno extra, magari per ripagarsi l’investimento del seminario con gli interessi, ma non si applica veramente per mettere in pratica le strategie apprese in aula. Eppure quelle strategie funzionano, e lo dimostrano le migliaia di partecipanti che nel corso degli anni sono passati dal lavorare per uno stipendio mensile al «non dover lavorare per vivere». Che cosa differenzia gli individui che ottengono risultati e raggiungono l’indipendenza finanziaria da quelli che si limitano a sapere tutto su come raggiungerla, ma la sognano solamente? Non certo le informazioni in loro possesso, dato che entrambi ricevono da me la stessa lezione. Non certo l’entusiasmo né la volontà, dal momento che, quelle stesse persone, hanno avuto entusiasmo e volontà a sufficienza per decidere di mi3 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 4 gliorare loro stessi, investendo il proprio tempo e il proprio denaro per frequentare un corso. Allora perché solo alcuni riescono? Se avessi a disposizione una sola giornata per insegnare a mia figlia tutto quello che so sul denaro e quali sono le caratteristiche principali per diventare ricco, non mi concentrerei sulle nozioni di economia finanziaria, anzi: le direi che non bastano le conoscenze e che dovrebbe lavorare ed eccellere imparando cinque specifiche abilità. Sono anni che le persone vengono da me e sperano di trovare la formula magica per diventare ricche. In realtà la formula esiste e consiste nel diventare abili nelle cinque caratteristiche che illustreremo in questo libro. Come usare questo libro Questo libro, scritto a due mani da Alfio e Lorenzo, si concentra sulle caratteristiche dei ricchi e, principalmente, sulle cinque abilità che separano gli «esperti della teoria», che sanno tutto su come diventare milionari, da coloro che lo diventano realmente. Abbiamo individuato i cinque fattori chiave, le cinque peculiarità in grado di trasformare le informazioni ricevute in azioni capaci di generare risultati tangibili, che vi permetteranno di diventare milionari partendo da zero o mantenere e incrementare la vostra situazione economica, se già lo siete. Abbiamo battezzato queste abilità i 5 Pilastri della Ricchezza. I Pilastri rappresentano le abilità che dovete avere: l’acquisizione o la mancanza di queste abilità determineranno a quale delle due categorie apparterrete, se a coloro che diventano milionari o a chi lo sogna solamente. Il nostro intento è mettere in condizione tanto chi ha già frequentato corsi sulla ricchezza quanto chi è digiuno di queste materie, di iniziare subito a ottenere risultati pratici, au4 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 5 mentando sia le proprie conoscenze sia il proprio conto in banca. In quanto lettori è vostro diritto saltare le pagine, ma vi consigliamo di non farlo. Considerate la cosa come una prova di carattere; alla stregua di un test. Conoscere le corrette informazioni non vi servirà a nulla, se prima non avrete imparato a padroneggiare le abilità che le precedono: ricordate che più avrete fretta di arricchirvi, più vi risulterà difficile farlo in fretta. Siamo convinti che diventare ricchi sia un’abitudine, un atteggiamento, un modo di pensare e di vedere il mondo: usate meglio che potete le informazioni di questo manuale e approfondite soprattutto quelle pagine che sfidano le vostre certezze e mettono in crisi il vostro sistema di credenze. Sappiate che alcune regole base del «corretto scrivere accademico» non verranno rispettate: ci interessa la concretezza e vogliamo che questo libro diventi per voi uno strumento pratico e non una dimostrazione della nostra bravura letteraria. Buona lettura, Alfio e Lorenzo 5 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 7 Primo Pilastro Ambiente Parliamo di cifre In Europa il 90% degli adulti vive con meno di 34.000 euro. Il 50% ha entrate pari o inferiori a 26.000 euro annui. Viene considerato ricco chi ha entrate annue oltre 91.000 euro. Statisticamente, su 100 individui che hanno iniziato a lavorare all’età di venticinque anni, il 29% non raggiungerà l’età della pensione, mentre il 63% di essi vivrà a carico dell’assistenza sociale, di amici o famigliari. Quindi, per assurdo, negli Stati più ricchi del mondo, il 92% della popolazione sarà morto entro i sessantacinque anni o vivrà una vecchiaia «da povero». Del restante 8%, il 3% starà ancora lavorando, solo il 4% avrà messo da parte un opportuno gruzzoletto per vivere agiatamente la terza età e appena l’1% sarà veramente «ricco». Riuscite a comprendere le conseguenze implicite di queste considerazioni? Viviamo in un ambiente dove il 96% delle persone è destinato a essere povero. Viviamo in una società retta dal presupposto che molti lavorino e pochi controllino il flusso di soldi e potere. Non appena comincerete a ragionare e comportarvi come 7 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 8 persone ricche, il 96% delle persone attorno a voi non vi capirà, vi contesterà, vi disapproverà o, semplicemente, la penserà diversamente da voi. Affinché il meccanismo funzioni occorre che gli «ingranaggi della società» (guarda caso, definiti in gergo dagli economisti «la massa senza soldi») non abbiano consapevolezza né della funzione che svolgono né della propria condizione: se continueranno a ignorare quale sia il gioco, continueranno a giocare (e a perdere) sprovvisti delle regole. Vi piacerebbe appartenere a quel 4% che guadagna più di 91.000 euro annui, cominciare a «lavorare veramente»,* invece di svolgere semplicemente una professione, e andare in pensione «da ricchi», magari dopo solo 5 anni? Siete disposti a fissarvi questo obiettivo? Siete pronti a impegnarvi? Siete convinti di essere pronti a cambiare? Lasciare i vecchi modelli «costa» tanta fatica, ma se avete risposto «sì» a tutte e tre le domande, per prima cosa dovete prendervi cura del vostro ambiente. PER PRIMA COSA CAMBIATE IL VOSTRO AMBIENTE Se volete cambiare la vostra vita, dovete cambiare la percezione che avete del mondo. * Capirete in seguito che cosa intendiamo con «lavorare veramente». 8 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 9 Gli uomini più ricchi di Babilonia Chi studia la filosofia del denaro si interessa alle strategie per diventare ricco o considera la libertà finanziaria un cammino di crescita verso l’automiglioramento, probabilmente ha già letto molto sull’argomento. Uno dei classici motivazionali sul benessere finanziario è il bestseller internazionale intitolato L’uomo più ricco di Babilonia, di George Clason. Tradizionalmente, l’antica città di Babilonia viene ricordata come il luogo in cui ebbero origine i fondamenti dell’economia: i Babilonesi vengono indicati come gli inventori della moneta e si può dire che l’utilizzo delle tavolette di argilla per incidere i loro documenti diede effettivamente vita alle prime cambiali e ai titoli scritti di proprietà. Ed è proprio a Babilonia che Clason, consulente finanziario e conoscitore dei meccanismi finanziari, ambienta il suo libro, basandone gli insegnamenti sugli antichi principi babilonesi, ritenuti fondamentali per impostare una corretta gestione finanziaria. Tali principi risultano attuali anche ai giorni nostri e possono essere riassunti in tre punti essenziali: • indipendentemente dall’entità delle entrate annuali, il 10% del proprio reddito va accantonato come risparmio; • il 70% del guadagno deve essere destinato al proprio mantenimento; • il 20% dovrà essere utilizzato per restituire ai propri creditori le somme dovute (se si hanno debiti) oppure investito in attività che creino profitto (in modo oculato). A questi «segreti», in verità regole semplici ma efficaci, il protagonista della storia aggiunge il suo ultimo consiglio: «ho appreso le leggi che governano lo sviluppo del denaro e le ho osservate». Nel libro di Clason, dunque, il segreto finale è l’esortazione ad applicare i principi letti, non limitandosi a conoscerli e comprenderli. Ovviamente, non possiamo che essere d’accordo. 9 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 10 Dalla scrivania di Alfio... Durante i miei corsi spesso mi informo su chi, tra i presenti, ha letto il libro di Clason e di solito, come è prevedibile, più della metà dei partecipanti alza la mano. Fiducioso, a quel punto domando quante persone in sala conoscono comunque i consigli del protagonista, e quasi tre quarti delle persone si ritrovano con il braccio alzato. Poi, cerco fra il mio pubblico chi è d’accordo con quei suggerimenti e li giudica ottimi accorgimenti finanziari: nessuna mano si abbassa e qualcuna si aggiunge alle altre; quasi la totalità dei corsisti a questo punto ha il braccio alzato. Come quesito finale chiedo chi ha l’abitudine di risparmiare regolarmente il 10% del proprio stipendio: quasi tutte le mani crollano in un sol colpo! Nella sala rimaniamo solo io, pochi corsisti e alcuni dei miei collaboratori, con il braccio ancora alzato: i pochi sopravvissuti alla domanda finale! Eppure avevamo appena constatato che si trattava di consigli semplici, conosciuti dalla maggior parte dei presenti e da tutti ritenuti validi e sensati. Come mai, allora, pur essendo condivisi da quasi tutti i partecipanti, non vengono seguiti? «Chi diventerà ricco, alzi la mano…» È molto semplice: tanto tempo fa, abbiamo imparato molto bene come non occuparci del nostro benessere finanziario. E abbiamo imparato a disprezzare chi se ne occupa: il pregiudizio ci porta a vedere come malandrini i grandi uomini d’affari e consideriamo volgare parlare di soldi in pubblico. Mai, nel corso della nostra vita, abbiamo appreso così a fondo una lezione. Devono avercela insegnata proprio molto bene… 10 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 11 Partiamo dall’inizio Tutti i bambini sono pieni di curiosità e voglia di sperimentare. Da zero a tre anni apprendiamo più cose che in tutto il resto della nostra vita. La curiosità ci guida, le novità ci rendono felici e consideriamo un nostro diritto chiedere e ottenere risposte e spiegazioni dagli adulti che ci stanno attorno. Poi, qualcosa dentro di noi si trasforma, e i cambiamenti iniziano a spaventarci: cominciamo ad aver paura di commettere errori e del giudizio degli altri, come se da questo dipendesse la nostra felicità o il nostro diritto a essere amati. Alcuni di noi, per non affrontare quei timori, hanno imparato a resistere al cambiamento, convivendo con situazioni poco soddisfacenti, senza tentare di cambiarle. Altri, al contrario, hanno imparato a compiere delle magie: si sono ricordati ciò che avevano imparato da bambini, cioè che ogni fallimento porta con sé l’opportunità di imparare qualcosa. Ma ci ricordiamo di quando abbiamo imparato ad andare in bicicletta? Non si perdeva il tempo a cercare giustificazioni, scuse o eventuali colpevoli delle nostre cadute, ma ostinatamente si risaliva in sella senza domande quali «come mai gli altri riescono a starci sopra?», «qual è il trucco?» e si provava, si provava e si provava ancora. Poi, a un certo punto, abbiamo iniziato a pedalare in perfetto equilibrio e si è aperto davanti ai nostri occhi un mondo nuovo di possibilità! Una magia. Fa lo stesso effetto imparare a leggere un rendiconto finanziario, oppure scoprire i segreti del mercato azionario o gestire e sfruttare l’OPM (Other People’s Money). Il problema delle persone povere e di ceto medio è la tendenza generale a evitare proprio quegli errori dai quali imparare qualcosa di nuovo. Limitano loro stesse nello sperimentare nuove conoscenze, acquisire nuove abilità, e tutto per paura di sbagliare. Solitamente c’è il terrore degli errori finanziari: ecco lo sbaglio. Si sente dire: «investi in modo sicuro», o «non assumerti i ri11 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 12 schi». In realtà seguire un consiglio del genere è esattamente il motivo per cui la stragrande maggioranza delle persone continua ad avere difficoltà finanziarie: il problema con gli investimenti non è quello di sceglierne uno più o meno rischioso, ma quello di essere in grado di gestire il rischio che ne potrebbe derivare. Bisogna solo imparare a conoscere e affrontare i rischi: quanta gente ha investito in Parmalat o in Cirio, senza sapere che il rischio connesso a quel tipo di operazione fosse di perdere tutto il capitale investito? Il primo modo per gestire il rischio è riconoscerlo! Evitando di commettere errori, non ci abituiamo ad affrontarli, non impariamo a riconoscerli e veniamo messi in crisi anche da quelli minori. E, allo stesso modo, diventa impossibile individuare le straordinarie opportunità che ci passano sotto il naso. Investire senza essere disposti a commettere errori è come voler imparare a pattinare senza voler rischiare di cadere: proprio perché sono caduto tante volte, sono un ottimo pattinatore! Alfio Bardolla, giocatore di hockey su ghiaccio Programmati per essere poveri La società, la religione e la nostra famiglia ci hanno abituati, nel corso degli anni, a pensare al denaro in un determinato modo. Chi proviene da un ambiente benestante ha, molto probabilmente, una concezione positiva del denaro, altri un po’ meno, altri ancora lo considerano «la radice di tutti i mali». Se siete abituati a pensare che avere soldi non sia una cosa positiva, ma un «un male necessario», a livello inconscio quella convinzione vi ostacolerà nel vostro tentativo di raggiungere la libertà finanziaria. 12 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 13 Per iniziare a porre le basi della nostra libertà finanziaria e poter costruire «il tempio» della nostra ricchezza, è importante fare tabula rasa di tutte le cattive abitudini e le convinzioni negative che fin dall’infanzia ci vengono inculcate sui ricchi e la ricchezza. Affinché le fondamenta siano solide, infatti, occorrerà sgomberare l’area ove sorgeranno le mura. E la funzione di questo primo Pilastro consiste nel preparare il terreno ove erigeremo la costruzione. Quando abbiamo a che fare con delle convinzioni limitanti, ciò che è davvero pericoloso non è quello che abbiamo sperimentato nella nostra esistenza, ma quello che «crediamo di sapere», perché spesso questo ci incastra in una vita dove il cambiamento sembra impossibile e ci impedisce di avere una visione aperta e diversa della situazione che stiamo vivendo. Specialmente riguardo al denaro, quasi tutto quello che pensiamo è profondamente radicato in noi, perché ci è stato «inculcato» fin da piccoli. Sono cose che abbiamo sentito ripetere come un mantra, o abbiamo visto mettere in atto, oppure ci sono proprio state insegnate. Qui di seguito vi presentiamo alcuni tipici messaggi che ci vengono trasmessi e che, a nostra volta, trasmettiamo ai nostri cari, senza rendercene conto. Chi si accontenta gode! Spesso, ancora oggi, capita di ascoltare l’ammonimento: «Chi si accontenta gode». È un consiglio di quei genitori che dicono ai ragazzi di non mirare troppo in alto, di restare «con i piedi per terra» e raccomandano loro di non sognare cose impossibili. Presi singolarmente e nel contesto adatto, sono suggerimenti giusti e sensati, persino condivisibili; tuttavia, elargiti a dosi massicce rischiano di creare la mentalità tipica della «massa senza soldi», cioè di coloro che vivono la vita sulla difensiva, cercando di evitare di soffrire anziché ricercare i mo13 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 14 menti di piacere. Il rischio più grande, nell’ottica di ciò che definiamo «intelligenza finanziaria», è di trasmettere la visione di un mondo «a risorse limitate». Invece di insegnare ai propri figli come gestire gli errori, alcuni genitori insegnano a evitarli, rischiando di far commettere loro l’errore più grande: non rischiare (e non imparare) abbastanza. Il motivo per cui i ragazzi amano i campioni non è per la fama e il denaro. È perché non hanno rinunciato ai loro sogni. Il denaro è una cosa sporca! I bambini molto piccoli sperimentano le «cose del mondo» in modo fisico e, non potendo concettualizzare in astratto, le loro esperienze si limitano al tatto e agli altri sensi. Nei primi 18 mesi di vita i bambini attraversano uno stadio definito «fase orale», cioè mettono in bocca tutto quello con cui entrano in contatto. Avete mai sentito una mamma intimare al figlio che ha preso in mano delle monete o delle banconote di posarle subito, perché sono sporche? È comprensibile: il denaro, per sua natura, ha una funzione di scambio, se non passa di mano e resta fermo è inutile e perde di valore, quindi è normale che raccolga lo sporco delle mani con le quali entra in contatto. Tuttavia vi invitiamo a riflettere sul fatto che molti altri oggetti sono dei veri e propri ricettacoli di germi. Lasciamo giocare i nostri figli sul tappeto che calpestiamo con le stesse scarpe con cui camminiamo per strada, li facciamo gattonare per la casa, tenere in braccio da estranei (sono le stesse mani con le quali «sporcano» il denaro!) eppure in quel caso il livello di sporcizia sembra accettabile. Non ci sogneremmo mai di proibire a un bambino di toccare la mano che ha appena maneggiato dei soldi, mentre ci preoccupiamo di non fargli toccare il denaro, perché quello sì che è sporco! La verità è che i soldi non sono più sudici di molti altri oggetti e quello che trasmettiamo ai nostri bimbi (perché è stato trasmesso a noi) è 14 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 15 molto più di un’indicazione igienica, è un pregiudizio culturale che rischia di diventare giudizio morale. Il denaro è lo sterco del diavolo! Conoscete il passo della Bibbia che recita: «È più facile per un cammello passare nella cruna di un ago che per un ricco entrare nel regno dei cieli»? È un passo molto noto, la cui interpretazione più ovvia riguarda l’impossibilità che per un ricco si schiudano le porte del paradiso. Nulla da eccepire: un cammello è molto grande, la cruna di un ago è uno spazio piccolissimo, sembrerebbe inconcepibile per un cammello, pur con tutta la buona volontà e la fede che si possano avere, attraversare quella fessura. Ma sono in molti ad affermare che quella traduzione non sia corretta. Una delle possibili altre versioni dice che, in realtà, «cruna di un ago» si riferisse a delle strette porte tipiche delle città fortificate attraverso le quali potevano passare i cavalieri sui loro cavalli o cammelli, ma soltanto uno alla volta e rigorosamente in fila indiana, facendo attenzione a non sbattere fra le pareti e la volta e limitando la propria velocità. Insomma, per passare attraverso quelle porte a dorso di cammello occorreva fare molta attenzione, molta più di quanta non ne servisse a piedi. Quelle fessure erano infatti un sistema di difesa dagli attacchi improvvisi di una cavalleria organizzata o dalle incursioni di predoni a cavallo. Ecco che il significato del passo citato diventa: «un ricco deve fare più attenzione di un povero per poter avere accesso al regno dei cieli». Ovvio, perché il denaro amplifica le nostre inclinazioni. I ricchi sono cattive persone! Il denaro in sé non è né buono né cattivo, è neutro. Il denaro è soltanto uno strumento che rappresenta energia e che può essere usato per distruggere, ma anche per creare. È un amplificatore. Se siete generosi, con più denaro diventerete più generosi, se siete avidi diventerete più avidi, perché il denaro ha il 15 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 16 potere di amplificare la visibilità delle persone e la portata delle loro azioni, quindi il giudizio di altri su di loro: un automobilista che «sgomma» a bordo di una Ferrari non è più sbruffone di chi lo fa su una Fiat Panda, è solo più visibile. Il denaro non cambia le persone, amplifica solo pregi e difetti. Quali difetti avete che verrebbero amplificati diventando ricchi? I ricchi ostentano la loro ricchezza… Alcuni ricchi ostentano la propria ricchezza, è vero. I locali dove una pizza margherita dopo la mezzanotte costa intorno ai 100 euro basano il proprio marketing proprio su questo atteggiamento. Tuttavia esistono degli aspetti in questo tipo di comportamento che chi limita le proprie fonti di informazioni esclusivamente alle riviste di gossip e paparazzi (omettendo dai propri interessi il marketing relazionale e virale), non può notare. Per esempio, per la soubrette o il personaggio dello spettacolo, mangiare in quel locale in compagnia di determinate persone può rivelarsi un’accorta operazione di self marketing; così come per l’industriale emergente, l’artista di grido o l’investitore di turno. La verità è che i ricchi amano le buone trattorie e la cucina semplice tanto quanto la classe media e quella meno abbiente, ma spesso il loro lavoro consiste nell’incontrare persone in situazioni, contesti e ambienti diversi da quelli strettamente professionali e frequentemente il luogo di lavoro di un ricco coincide con il posto dove altri si divertono. Dalla scrivania di Alfio... Durante gli anni dell’università ho avuto diversi amici milionari. Si trattava di figli di famiglie ricche da generazioni, i cui nomi compaiono spesso nelle cronache finanziarie e che possiedono tuttora immense proprietà. Mi ha sempre stupito che quei ragazzi non avessero delle abitudini di spesa tanto differenti dalle mie: un semplice studente universitario che per di più, al16 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 17 l’epoca, si manteneva a fatica. La sensazione che i milionari non avessero uno stile di vita molto diverso dalle «persone comuni» mi fu confermata in seguito da uno studio americano, poi divenuto libro con il titolo The Millionaire Next Door (Il milionario della porta accanto). Si tratta di uno studio condotto su diversi soggetti con un patrimonio superiore a un milione di dollari. Alcuni erano riusciti ad accumularlo grazie al proprio lavoro, altri, invece, lo avevano ereditato. Sono state comparate le abitudini di acquisto di questi individui con quelle di un acquirente tipo e si è scoperto che un milionario non spende mediamente più di 399 dollari in abiti, 140 dollari per un paio di scarpe e 235 dollari per un orologio. Alla maggior parte dei ricchi non importava avere un vestito o un orologio particolarmente costosi, cose che invece caratterizzano gli acquisti dei non milionari. Solo il 10% del campione studiato si cimentava in «spese pazze». L’industria delle scarpe di lusso, del resto, ha sempre puntato «anche» sui milionari, ma per ognuno di essi che spendeva più di 300 dollari per un paio di scarpe, vi erano ben 8 «persone comuni» abituate a pagarle cifre maggiori. Per far soldi ci vogliono soldi! Parecchi anni fa negli Stati Uniti è stato pubblicato un volume intitolato Everything Men Know About Women (Tutto quello che gli uomini sanno delle donne), del dottor Alan Francis, lo pseudonimo dietro cui si nascondeva Cindy Cashman, un’abile imprenditrice. Si tratta di un libro di 128 pagine che costava 3 dollari e 95 centesimi. La cosa particolare è che quel libro era completamente bianco: non vi era una sola pagina scritta. Ha venduto milioni di copie. Tutte le donne lo compravano per regalarlo agli amici, ai fidanzati o ai colleghi. Una copia di quel «trattato» è sempre sulla scrivania di Alfio, a ricordargli che per far soldi non ci vogliono soldi! Conoscete Alex Tew? Lo studente americano che aveva bisogno di soldi per pagarsi l’università e si è inventato un sito, la «MillionDollarHomePage.com»? Un’unica pagina 1.000 x 1.000 pixel, dove ogni pixel era venduto a un dollaro cadauno. Dopo aver suscitato l’interesse dei giornali e della 17 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 18 tv alcune aziende e qualche privato hanno trovato «simpatico» investire nella pagina pochi dollari in cambio di un ritorno di immagine rilevante. Il risultato? Un milione di dollari in soli sei mesi. Niente in confronto alla storia di Kyle MacDonald: alla faccia di chi dice «per fare soldi, ci vogliono i soldi», è diventato celebre per essere riuscito, baratto dopo baratto, a scambiare una graffetta rossa con una casa e ora tenta di ripetere l’impresa con i profitti di One Red Paperclip, il libro in cui spiega come ha fatto (www.oneredpaperclip.com). Avete mai sentito la storiella secondo la quale i russi erano in vantaggio sul programma spaziale perché gli scienziati americani stavano lavorando a una penna che scrivesse in assenza di gravità? Ebbene il vantaggio consisteva in un unico, semplicissimo accorgimento: gli astronauti dell’Unione Sovietica usavano le matite! Questa storiella è una bufala, ma chi l’ha inventata ha poi effettivamente commercializzato la «matita ufficiale del programma spaziale sovietico», una normalissima matita venduta a dieci volte il suo prezzo in virtù della storia che raccontava. Esistono centinaia di episodi come questi, realmente accaduti e documentati. Basta un’idea semplice, associata a un buon marketing, per far soldi anche senza soldi. Dalla scrivania di Alfio... Ci sono migliaia di modi per generare un milione di euro. Nei miei corsi insegno a vendere opzioni su azioni che non si possiedono: una cosa del tutto normale per chi investe in Borsa; oppure insegno ad acquistare e rivendere immobili guadagnandoci, senza sborsare un soldo. Esattamente ciò che fa la maggior parte dei ricchi, che non acquista col proprio denaro ma sfrutta la leva finanziaria, concetto sconosciuto a chi non ha mai studiato come funziona il debito, letto un libro o frequentato un corso sulla 18 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 19 ricchezza. Al ricco basta trovare l’opportunità. Se è veramente buona e voi siete pronti, i soldi non sono mai un problema. Per diventare ricchi occorre tanta, tanta fortuna! Sono molte le persone che non studiano come funzionano il debito o il flusso di cassa, non si preoccupano di sapere che cosa sia un business plan e cambiano canale quando la tv comincia a parlare del Nasdaq o dell’indice Dow Jones. Eppure, quegli stessi individui, segretamente vivono la loro vita con la speranza di vincere una lotteria, anche se consapevoli che la probabilità è una su quattordici milioni... ma non importa! Spendono comunque i loro soldi tutte le settimane definendo quella spesa «investimento». Un investimento la cui aspettativa media di guadagno è una ogni 657.000 anni e le aspettative di perdere tutto quello che si è investito è più del 99,9999%. Chi studia le materie finanziarie, invece, rischia raramente più del 10% di quanto ha investito e, quando investe, dedica la maggior parte delle attenzioni a studiare le strategie più adatte a contenere le eventuali, possibili, perdite; inoltre, per queste persone, il rendimento medio di un buon investimento non è mai inferiore al 25% annuo. Ovviamente non stiamo parlando degli investimenti che vi propone la vostra banca, ma di quelli che la vostra banca fa coi soldi che voi le prestate. Chi nutre dei dubbi sul fatto che investendo si possa ottenere un rendimento simile, lo fa perché finora ha ascoltato solo i consigli di chi non è ricco e non è neppure sulla strada per diventarlo! Ricordate il consiglio che vi abbiamo già dato: cambiate il vostro ambiente! Iniziate a parlare con dei milionari, leggete libri scritti da milionari e cominciate a pensare come un milionario. Scoprirete, per esempio, che il parametro minimo di guadagno, per gli investimenti in campo immobiliare, è di almeno il 30%. Ma ritorniamo agli scommettitori. Poniamo il caso che invece di «investire» ogni settimana in biglietti della lotteria uno di loro decidesse di dedicare un 19 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 20 fine settimana a studiare come funzionano gli investimenti. Facciamo l’ipotesi che non si tratti proprio di uno studente modello e che, quindi, il nostro «ripetente» impari a far fruttare quello che investe solo al 10% annuo (che è comunque più di ciò che offre mediamente una banca). Se egli mettesse da parte 1 euro al giorno per 58 anni, accumulerebbe un milione di euro in contanti. Se gli euro fossero 2 gli basterebbero 51 anni, se ne risparmiasse 3 al giorno, di anni ne occorrerebbero solo 47. (Nella tabella alla pagina seguente vi illustriamo in dettaglio come ciò avvenga.) Insomma, risparmiando qualche euro al giorno per il resto della vita, con un po’ di disciplina e la magia degli interessi composti, il nostro investitore in erba arriverebbe senza fatica a possedere una bella cifra che, assieme alla pensione, gli permetterebbe di poter vivere serenamente. Ma quanti pensionati conoscete che hanno un milione di euro in contanti? Noi pochissimi. Conosciamo invece moltissime persone che dopo aver letto questo passaggio protestano dicendo che è impossibile far fruttare tanto i propri soldi. Diventar ricchi non è una fortuna, è un’abitudine. Un modo di vivere e di vedere il mondo, di investire i propri soldi e il proprio tempo. Certo, senza «intelligenza finanziaria» e conoscenza tecnica è impossibile… Importo Interesse Anni Risultato 1 euro al giorno 10% annuo 58 1.000.000 2 euro al giorno 10% annuo 51 1.000.000 3 euro al giorno 10% annuo 47 1.000.000 20 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 […] 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 Anni 10% 10% 10% 10% 10% 10% 10% 10% 10% 10% 10% 10% 10% 10% 10% 10% 10% 10% 10% 10% 10% 10% 10% 10% 10% 10% 10% 365 767 1.208 1.694 2.228 2.816 3.463 4.174 4.957 5.817 196.238 216.226 238.214 262.400 289.005 318.271 350.463 385.874 424.827 467.674 514.807 566.652 623.683 686.416 755.422 831.330 914.828 402 843 1.329 1.863 2.451 3.098 3.809 4.592 5.452 6.399 215.861 237.849 262.035 288.640 317.906 350.098 385.509 424.462 467.309 514.442 566.287 623.318 686.051 755.057 830.965 914.463 1.006.310 1 euro al giorno 392.475 432.453 476.428 524.801 578.011 636.542 700.926 771.748 849.653 935.349 730 1.533 2.416 3.388 4.457 5.632 6.926 8.348 9.913 11.634 10% 10% 10% 10% 10% 10% 10% 10% 10% 10% 10% 10% 10% 10% 10% 10% 10% 10% 10% 10% 431.723 475.698 524.071 577.281 635.812 700.196 771.018 848.923 934.619 1.028.883 803 1.686 2.658 3.727 4.902 6.196 7.618 9.183 10.904 12.798 2 euro al giorno 588.713 648.679 714.642 787.201 867.016 954.812 1.095 2.300 3.624 5.082 6.685 8.449 10.388 12.522 14.870 17.451 10% 10% 10% 10% 10% 10% 10% 10% 10% 10% 10% 10% 10% 10% 10% 10% 1.205 2.529 3.987 5.590 7.354 9.293 11.427 13.775 16.356 19.197 647.584 713.547 786.106 865.921 953.717 1.050.294 3 euro al giorno Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 21 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 22 Diventare ricchi è stressante! La verità è che diventare ricchi è molto più noioso di quanto non si possa pensare! C’è un libro interessante di James O’Shaughnessy intitolato What works on Wall Street - A guide to the Best-Performing Investment Strategies of All Time, che tratta degli investimenti alla Borsa di New York e compara le migliori strategie di investimento di ogni epoca. L’autore, studiando come gli speculatori prendono decisioni, ha distinto due metodi di investimento: 1. il metodo intuitivo, basato sulle conoscenze e sull’esperienza degli investitori; 2. il metodo quantitativo o attuariale, basato sulle analogie riscontrate tra un grande numero di esempi del passato e quelli odierni. L’autore ha scoperto che la maggior parte degli investimenti viene fatta su base intuitiva, perché chi gestisce i soldi, anche come professione, pensa di avere una conoscenza, un’intelligenza e un’abilità superiori agli altri per individuare le azioni più redditizie. La cosa curiosa è che ben l’80% dei sistemi che seguono una routine (ovvero sono «sistematici») ha delle performance superiori agli indici azionari basati sui ragionamenti e le valutazioni degli specialisti del settore. Da questo si evince che chi non conosce nulla del mercato azionario, ma segue un metodo meccanico, batte sistematicamente le schiere di professionisti dell’investimento! Volete capire la differenza tra un ragionamento intuitivo e uno analitico? Eccola: se acquisto un caffè e un cioccolatino pagando in tutto 1,10 euro e il caffè costa un euro in più del cioccolatino, quanto costa il cioccolatino? Non continuate a leggere, rispondete: 22 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 23 Costo del cioccolatino pari a ___ centesimi Se avete risposto 10 centesimi, l’approccio che avete utilizzato è di tipo intuitivo, ed è errato. Se invece vi siete basati sul metodo analitico, vi sarete resi conto che il prezzo del cioccolatino è pari a 5 centesimi (perché il caffè costa un euro in più del cioccolatino, quindi il cioccolatino costa 5 centesimi mentre il caffè costa 1,05 per un totale di 1,10 euro). La maggior parte delle persone che negli investimenti fa troppo affidamento all’intuito si dimentica spesso di fare i doverosi, seppur a volte noiosi, calcoli analitici (o, come diciamo nel gergo degli investitori, «i compiti a casa»). Non ho bisogno di investire perché sono un grande risparmiatore… Come ha scritto Alfio nel suo secondo libro, L’arte della ricchezza, risparmiare è un consiglio obsoleto. Dal 1971 in poi, da quando cioè l’allora presidente Usa Richard Nixon soppresse la parità aurea del dollaro (col conseguente decadimento del valore della moneta e la crescita dell’inflazione), limitarsi a risparmiare senza investire è un suicidio finanziario. In realtà, oggi, anche investire a un basso tasso di interesse non è più un valido suggerimento. Se l’inflazione è al 3%, infatti, un rendimento annuo del 2,5% contiene in parte l’erosione del vostro capitale, ma non la elimina. Il che vuol dire che, ogni anno, perdete parte dei soldi che avete in banca o sotto il materasso (questi ultimi più velocemente). Ovviamente, questo ragionamento è valido solo se ci limitiamo a considerare l’inflazione secondo il dato ufficiale che ci comunica lo Stato. In realtà sappiamo bene che a incidere sul nostro portafogli è la nostra inflazione, cioè l’aumento reale del costo dei beni di consumo che noi acquistiamo. Il potere d’acquisto di uno stipendio medio, per esempio, con il passaggio dalla lira all’euro, è quasi dimezzato; nonostante l’inflazione, secondo le stime ufficiali, incidesse, all’epoca del passaggio all’euro, meno del 5%. 23 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 24 Imparare a investire non è la mia priorità in questo momento… La maggior parte degli aspetti della nostra vita può cambiare in un istante: ci vuole un attimo per incontrare la persona che ameremo tutta la vita, possiamo decidere di darci nuove regole di comportamento, di cambiare vecchie abitudini, di frequentare persone diverse, di modificare la nostra alimentazione e il nostro sistema di allenamento. Diventare ricchi è diverso: occorre tempo, oltre che disciplina. Quindi, a prescindere da quali sono le priorità della vostra vita, se fra queste c’è il diventare ricco, mettetela ai primi posti. Sapete come ce l’hanno fatta tutti coloro che hanno avuto successo? Non hanno rimandato! La procrastinazione è nemica della ricchezza. Supponiamo che riusciate con costanza a risparmiare 200 euro al mese per i prossimi 20 anni. Con 200 euro al mese per 20 anni e un rendimento annuo del 20% otterrete 540.000 euro. Cioè circa un miliardo di vecchie lire. Ma supponiamo che iniziate con un anno di ritardo: rifacendo i conti, per 19 anni al posto di 20, vi ritrovereste con circa 440.000 euro al posto di 540.000 euro, cioè circa 100.000 euro in meno! Ecco il costo della procrastinazione: 100.000 euro in un anno, se non iniziate oggi. Ma c’è di più: ritardare gli investimenti costa carissimo. Ogni giorno di ritardo vi costerebbe quasi 300 euro. Infatti, dividendo 100.000 euro per 365 vi ritroverete con un mancato guadagno superiore a 273 euro per ogni giorno di ritardo (cioè circa 12 euro all’ora nell’arco delle 24 ore e ben 34 euro all’ora contando una giornata lavorativa di 8 ore!). La procrastinazione può far la differenza tra una vita misera e una vita eccezionale, mentre per una persona della classe media risparmiare o spendere il 15% del reddito cambia ben poco il suo stile di vita. Ricordate: soprattutto se avete un reddito medio basso, risparmiare modeste somme per investire sul vostro futuro equivale alla rinuncia di piccole cose, che non cambiano sostanzialmente la qualità della vita, ma che invece vi consentirebbero di avere un beneficio enorme nel futuro! 24 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 25 Per diventare ricchi in modo onesto, occorre lavorare troppo duramente Pensate che i milionari lavorino cento volte più duramente degli altri? NO Pensate che lavorino cento volte più intelligentemente degli altri? Assolutamente NO I ricchi giocano conoscendo bene le regole del gioco. E si tratta dello stesso gioco al quale giochiamo tutti. Fare soldi è un gioco. Un gioco molto importante. In questo gioco la ricchezza viene quando, con poco sforzo, si creano grandi risultati; mentre la povertà viene quando, con grandi sforzi, si producono scarsi risultati. Ovviamente, se non si conoscono le regole non si potrà mai vincere la partita e conoscere le regole dei ricchi equivale a poter scegliere di percorrere la strada che vogliamo, in qualunque momento, a prescindere dalla nostra condizione economica. Quali sono queste regole? La prima, come abbiamo già detto, è fare tabula rasa di tutte le convinzioni limitanti con questo primo Pilastro, per le altre, vi esortiamo ad allenare la virtù della pazienza procedendo con ordine. È il sistema economico che non va… Forse è vero: il sistema economico basato sulla moneta potrebbe non essere il più giusto; tuttavia è in questo sistema che dobbiamo vivere: o ci diamo da fare per cambiarlo o impariamo a farci i conti. Ciò non toglie che, in qualunque altro sistema, i ricchi sarebbero comunque ricchi e i poveri altrettanto. Chi è ricco non lo è per condizione (o non resterebbe 25 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 26 tale), ma per conseguenza. Avete mai sentito qualcuno lamentarsi di come va il mondo, dare tutta la colpa all’economia e auspicare una redistribuzione delle risorse? Una teoria della fine dell’Ottocento recita: «Distribuite equamente la ricchezza a tutti gli abitanti della Terra e ben presto questa ricchezza ritornerà nelle mani di chi l’ha sempre posseduta». La maggior parte di chi ha vinto somme astronomiche alla lotteria si trova d’accordo con questa affermazione: statisticamente, infatti, chi diventa «Paperon de’ Paperoni» grazie al biglietto fortunato si ritrova solo con il ricordo della vincita nell’arco di una manciata di anni. Secondo voi, perché? Perché se non si è capaci di gestire prima i centesimi, non si riescono poi a gestire i milioni! Vi diamo una buona notizia e una cattiva. La buona è che più di un milione di euro passa tra le mani di una persona media nel corso della sua vita. Quella brutta è che il 97% delle persone, dopo una vita di lavoro, non ha accumulato abbastanza ricchezza per vivere senza il supporto della pensione. Pur avendo lavorato duramente tutta la vita, non hanno praticamente niente. Eppure il 3% dei lavoratori con uno stipendio medio ha accumulato fortune per più di quel milione di euro. Come hanno fatto? Sono entrati in contatto con le giuste informazioni (come sta capitando a voi leggendo questo libro) e poi hanno agito! Hanno deciso di seguire la strada che porta alla ricchezza. Una strada, lenta ma sicura, che richiede di fissare degli obiettivi e pagarne il prezzo. È necessario avere una specializzazione, un’area in cui si eccelle, una missione. Bisogna essere creativi, sviluppare una strategia vincente di business, utilizzare un marketing efficace, essere venditori straordinari, negoziatori e leader eccellenti, conoscere il mondo finanziario, gestire il proprio tempo e la propria vita in modo assolutamente efficace. Mettete in pratica i consigli di questi capitoli, non limitatevi a leggerli solamente! 26 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 27 Ma se è così semplice, perché non siamo tutti milionari? Purtroppo esiste una seconda strada, più facile. Viene scelta da milioni di persone che dalla loro vita otterranno il nulla, i milioni di persone per cui la vita è semplicemente un altro giorno o un altro euro, i milioni di individui che accettano di essere nati in un mondo di basse aspettative e di risultati mediocri. Persone che lasciano la scuola, l’università; qualcuno ottiene un lavoro, fortunato abbastanza da avere un paio di promozioni per poi ritirarsi con una pensione che gli permette di arrivare appena a fine mese e lasciare ai figli solo il denaro per pagare il conto del funerale. Si tratta di individui rispettabili, capaci, intelligenti e tuttavia queste persone hanno utilizzato solo il 2% delle loro capacità intellettive per quel che riguarda il denaro. Sapete perché? Perché è quello che gli è stato insegnato! O meglio, perché nessuno ha insegnato loro null’altro che lavorare tutta la vita, sognare in piccolo, difendersi per evitare delusione e frustrazione. Crescendo hanno ritenuto che lavorare per vivere fosse l’unica strada percorribile e che fosse impossibile diventare ricchi se non trasformandosi in individui cinici, egoisti o, peggio, disonesti. Insomma, è come se queste persone avessero frequentato – a cura di genitori e conoscenti – un corso di studi per «classe media». La maggior parte delle persone intraprende la strada «della rinuncia» perché è apparentemente la più semplice: non ci sono obiettivi da raggiungere, prezzi da pagare, studi da compiere, non c’è competizione né fatica per sviluppare conoscenze di marketing. Questo percorso non richiede creatività, strategia, abilità di vendita, di negoziazione o di leadership, e neppure conoscenze finanziarie, gestione del tempo o della propria vita. Chiunque segua questa strada potrà permettersi di essere pigro, male informato, egoista, avaro, impaziente, irresponsabile, inaffidabile e perditempo. (Ci perdoni chi, per errore, ha aperto questo libro e si è ritrovato in questa descrizione.) 27 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 28 Sulla strada del «nulla» non ci sono corsi da seguire né informazioni da cercare, nessun libro da leggere né azioni da intraprendere, niente sfide né successi. Siete sicuri di volere questa vita? Sì ma… c’è la crisi economica! L’ideogramma giapponese che indica la parola crisi è lo stesso utilizzato per significare opportunità. Siamo pronti a scommettere che, se leggete spesso libri di formazione, avete già sentito questa frase! Sapevate che non è vera?! È una bufala: l’ideogramma di crisi e quello di opportunità non sono proprio lo stesso. Tuttavia non è che si tratti esattamente di una bugia, è piuttosto una «verità approssimativa», un po’ forzata, in modo che risulti «di effetto» per la maggior parte delle persone. Sapete: a volte la verità dei fatti dipende da cosa vuole evidenziare chi riporta le notizie. Ecco, per esempio, un’altra bufala: in questo periodo si fa un gran parlare della «crisi» economica, il nostro consiglio finanziario, a questo proposito, è: Non date retta ai giornali! O almeno fatelo con cognizione di causa. Purtroppo i media sono orientati alle brutte notizie: attirano più audience; dei buoni investimenti non si parla, quelli cattivi fanno più notizia. Qualche anno fa è andata in onda una trasmissione, si intitolava Scappati con la cassa, e si occupava di persone truffate da sedicenti affaristi i quali proponevano investimenti, amministravano denaro o si occupavano di affari in genere. Il programma era ben fatto e molto curato, così come lo sono successi quali Mi manda Rai Tre e il suo antesignano Mi manda Lubrano. Programmi come questi forniscono un utile servizio di informazione e indagine giornalistica, tuttavia contribuiscono a creare diffidenza nei confronti di investimenti privati. Non 28 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 29 esistono infatti trasmissioni in cui si raccontano storie di investimenti di successo che farebbero probabilmente meno audience, forse perché il telespettatore medio preferisce sentirsi «più intelligente» dell’uomo comune, o forse perché non vediamo di buon occhio gli imprenditori che spiegano i propri successi. Ci è capitato spesso di intervenire, in qualità di «esperti», in trasmissioni televisive e radiofoniche o di rilasciare interviste ai giornali: quasi sempre le tematiche di carattere finanziario venivano trattate in chiave di «emergenza». Eravamo chiamati a dispensare consigli a chi si trovava in difficoltà; non c’è nulla di male in questo, il problema è l’equità di una controparte: sono molto rari i servizi giornalistici in cui ci chiedono come far stare meglio chi già se la passa bene. Intendiamoci: ci fa piacere spiegare come affrontare la crisi, ma preferiremmo insegnare come prevenirla o, meglio ancora, come sfruttarla a proprio vantaggio. Vorremmo fare con voi un gioco, sotto forma di test a risposta multipla: segnate con una crocetta le affermazioni che in quest’ultimo periodo avete sentito reiterare dai mass media: q q q q q L’economia è malata. I politici discutono su una linea comune per affrontare la crisi. Il prezzo del petrolio oscilla. La situazione mediorientale minaccia la nostra sicurezza. Per i laureati odierni non c’è lavoro. Tutte queste affermazioni sono tratte da testate giornalistiche rinomate e stimate. Gli articoli ai quali facciamo riferimento risalgono tuttavia agli anni Settanta, Ottanta e Novanta. Non sembrano argomentazioni e notizie più che attuali oggi? Si continua a parlare a rotazione degli stessi argomenti da decenni, ecco la bufala! Ed ecco il punto: se ne parla a ro29 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 30 tazione perché in economia la crisi è ciclica, prevedibile e passeggera, sono i media che amano il sensazionalismo. I giornali hanno bisogno di vendere e un buon modo di farlo è far sembrare che il mondo stia crollando. È un gioco basato sulla paura e ci siamo cascati di nuovo come polli! Volete conoscere il «segreto dei ricchi» su questo argomento? Ecco come la pensano milionari o futuri tali in proposito: non esiste «l’economia», esiste solo «la vostra economia». Lo ripetiamo e, questa volta, separeremo il concetto dal resto, per sicurezza: Non esiste «l’economia», esiste solo «la vostra economia» Il gioco dei media (altra bufala) è farci credere che siamo «tutti sulla stessa barca» durante i periodi di crisi: ma allora come si spiega che dalla Grande Depressione del 1929 siano usciti più milionari che in qualsiasi altro momento della storia americana? Personaggi come Sir John Templeton, che nacque povero e divenne miliardario come pioniere dei fondi globali di investimento; Sam Walton, considerato il più grande businessman della storia, che creò da zero il suo impero proprio durante la Depressione; Benjamin Graham, che nel 1931 creò l’idea di value investing diventando milionario. Non solo: nello stesso periodo insegnarono anche a molte altre persone come diventare milionari: tanti altri gettarono le fondamenta della propria ricchezza e prosperarono durante la Grande Depressione. Qual è stato il loro segreto? La risposta è semplice. Non hanno lasciato che i media dicessero loro come ragionare. Hanno rifiutato il comune modo di pensare. Hanno compreso le semplici e potenti verità dei soldi: hanno capito l’importanza di avere una forma mentale orientata alla loro «economia interna». Ricordate che esiste solo «la vostra economia». E se non sta andando bene è perché non sapete come 30 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 31 reagire bene a ciò che succede ciclicamente nell’economia. I prossimi 2 anni* determineranno il vostro futuro finanziario. Quando affrontarono la Grande Depressione, Sir Templeton, Sam Walton e «Ben» Graham sapevano una cosa sola: il loro comportamento negli anni a venire avrebbe determinato il resto della loro vita dal punto di vista finanziario. Era questione di farcela o affogare! E adesso voi state affrontando la stessa situazione. Nei prossimi 2 anni si decide il vostro futuro finanziario: potete farcela o affogare! Non vogliamo spaventarvi, ma le cose andranno molto peggio di quanto non vadano ora. Storicamente i media annunciano la fine di una crisi finanziaria e la ripresa del sistema economico dopo il suo primo picco: nel 1929 è successo questo, e siamo pronti a scommettere che si ripeterà anche adesso. Così come è stato per gli anni successivi alla Grande Depressione, che cominciò con la crisi del 1929, ma gli anni successivi, il 1930 e 1931, furono il periodo peggiore, enormi fortune si distruggeranno nei prossimi 2 anni. Altre si creeranno. Ricordate: ciò che per qualcuno è una pietra senza valore, per chi la sa riconoscere è un diamante Osservate il grafico dei primi anni dopo la Grande Depressione: non sembrava esserci molta speranza per l’economia mondiale. * Questa è la seconda motivazione che ci ha spinto a concepire un programma per la ricchezza da sviluppare in 2 anni e 7 mesi. 31 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 32 PIL USA dimezzato all’inizio della Grande Depressione 120,0 PIL USA in miliardi di dollari 100,0 80,0 60,0 40,0 20,0 0,0 1929 1930 1931 1932 1933 anni Rielaborazione privata su dati ufficiali Ma se spostiamo lo sguardo qualche altro anno avanti, è evidente che la Grande Depressione è stata terreno fertile per nuove opportunità di crescita. PIL USA - Opportunità di crescita dalla Grande Depressione 120,0 PIL USA in miliardi di dollari 100,0 80,0 60,0 40,0 20,0 0,0 1929 1930 1931 1932 1933 1934 1935 1936 1937 1938 1939 anni Rielaborazione privata su dati ufficiali Le opportunità nate dalla Grande Depressione si svilupparono immensamente nei decenni successivi per arrivare fino a oggi. 32 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 33 PIL USA dopo la Grande Depressione 16.000 PIL USA in miliardi di dollari 14.000 12.000 10.000 8.000 6.000 4.000 2.000 1929 1932 1935 1938 1941 1944 1947 1950 1953 1956 1959 1962 1965 1968 1971 1974 1977 1980 1983 1986 1989 1992 1995 1998 2001 2004 2007 0,0 anni Rielaborazione privata su dati ufficiali Oggi viviamo sulla nostra pelle una caduta dell’economia: una caduta simile a quella del 1929 quando il PIL delle Nazioni si dimezzò quasi dal giorno alla notte. Ma la storia si ripeterà: oggi c’è il terreno fertile per la costruzione della vostra fortuna, per ricavare il vostro posto nella nuova economia che si creerà. Un’infinità di persone sta per sperimentare una ricchezza senza precedenti. L’uso dei cinque Pilastri descritti in questo libro, nei prossimi 2 anni vi permetterà di sfruttare questo momento unico per creare ricchezza e libertà finanziaria. Sono attività semplici che chiunque può mettere in pratica: non servono abilità fuori dell’ordinario, ma applicandole otterrete risultati straordinari. Peccato, perché in molti non prenderanno realmente in considerazione i nostri consigli e non si metteranno davvero in gioco! Il primo consiglio, ve lo ripetiamo, consiste semplicemente in questo accorgimento: Assumetevi la responsabilità dell’ambiente in cui vivete! 33 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 34 Un principio della sociologia applicata recita: «Difficilmente un individuo otterrà risultati molto diversi dall’aspettativa che ha su di lui il suo gruppo dei pari». Per «gruppo dei pari» nel nostro caso si intende «adulti significativi», cioè persone il cui parere conta per noi, che riconosciamo come nostri riferimenti e che stimiamo al nostro livello, vale a dire la maggior parte (si spera) dei nostri cari, amici e famigliari. Ciò significa che sarà molto difficile ottenere un risultato diverso da quello che l’ambiente circostante si aspetta da noi e che tenderemo a diventare come le persone che frequentiamo. Quanti milionari conoscete? Quanti milionari frequentano abitualmente il vostro ambiente? Quanto spesso frequentate, alla pari, ambienti in cui ci sono dei milionari? Ogni luogo della Terra ha la sua cultura: per un egiziano è del tutto normale pensare che un uomo possa avere più di una moglie, mentre per un italiano è un’idea inconcepibile. È del tutto normale sentirsi tristi per la morte di una persona cara, ma se fossimo nati nell’isola di Bali ci sentiremmo al contrario felici e festeggeremmo il trapasso con una festa tra amici: qual è la prima cosa che pensereste se una giovane vedova organizzasse un festino per il decesso dell’anziano, ricchissimo consorte? Analogamente, ogni gruppo sociale ha le proprie dinamiche, la propria cultura e i propri modelli di pensiero: con i ricchi è lo stesso. Non stiamo consigliandovi di frequentare locali esclusivi e alla moda (neanche di non farlo, se potete permettervelo e vi va: non c’è nulla di male), stiamo dicendo che vi sarà quasi impossibile diventare ricchi, se il vostro ambiente è contornato da persone con una mentalità da poveri! I ricchi tra loro conversano di tutto (non solo di denaro, affari e finanza), ma lo fanno con un linguaggio, un’energia e una mentalità di abbondanza. 34 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 35 Al contrario, i poveri ragionano sulle stesse questioni in un’ottica di scarsità. Sappiamo che può sembrare un discorso snob, classista e molto approssimativo e forse è così: ma quello che ci interessa è che ne cogliate il succo! Qual è la prima cosa che pensate quando vi viene in mente un progetto? Usate espressioni come «sarebbe bello», «se solo…» («… avessi i soldi» «… fosse possibile» «… me lo lasciassero fare» eccetera). Se lo fate state utilizzando un linguaggio da poveri! Se attorno a voi ci sono persone che rinunciano ai loro progetti, obiettivi e a cose importanti per mancanza di risorse, vivete in un ambiente povero! E se adesso state pensando che la facciamo «troppo facile», che «è facile pensare da ricchi quando si hanno i soldi», che «il denaro non cresce sugli alberi» e che «alcuni sogni costano troppo», vi sbagliate di grosso! E l’errore più grave che fate è non rendervi conto che state ragionando da poveri. I ricchi non calcolano le loro possibilità in base ai soldi, semmai in base al tempo! E, qualora mancasse, troverebbero il modo di recuperare altrove anche quello! (Magari pagando qualcuno che svolga i compiti noiosi e ripetitivi al loro posto: è uno dei vantaggi del denaro.) Se qualcosa vale la pena di essere fatto, se un progetto è valido, se un business sta in piedi, allora i soldi si trovano e questo è un modo di ragionare da ricchi! Obiettare che non è possibile realizzare un progetto significa essere destinati a rimanere poveri. Forza, ora è importante, anzi fondamentale, che abbandoniate i modelli di pensiero che vi rendono poveri! E lo faremo iniziando da voi, dal vostro ambiente, da ciò che vi riguarda personalmente! 35 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 36 Non ha senso continuare a parlarne in modo generico, a voi interessano i vostri risultati, siete voi che volete diventare milionari: Alfio lo ha già fatto e Lorenzo si sta dando da fare per imitarlo! Veniamo a noi, anzi, a voi! Fin qui è stato facile! Se avete già letto i nostri libri, non abbiamo detto nulla di troppo rivoluzionario: sapevate già che essere ricchi è una predisposizione mentale piuttosto che una cifra su un conto in banca, e che non è neppure una questione di coincidenze, astrologia o casi fortuiti: la fortuna, quando c’è, aiuta le menti preparate che la sanno riconoscere. Probabilmente avete annuito leggendo qualche pagina e avete riconosciuto concetti a voi familiari. Ma allora perché non siete (ancora) ricchi? Come abbiamo detto, questo libro è diverso: non si basa sulla teoria, ma sulla pratica. Per cui, adesso tocca a voi mettere il primo ingrediente! Alla fine di ogni capitolo troverete una serie di consigli per compiere un «check» della vostra situazione e una lista di azioni da compiere velocemente. Eccovi la prima. 36 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 37 Piano d’azione Pilastro n. 1 - Ambiente Andate sul sito www.2Anni7Mesi.com e scaricate l’esercizio sulle convinzioni sul denaro. Check point 3 3 3 3 Fate un elenco di tutte le vostre credenze sul denaro, sia quelle limitanti sia quelle potenzianti. Esaminate i problemi più frequenti che avete in relazione al denaro e confrontateli con la lista che avete appena stilato: riuscite a individuare delle relazioni significative? Ora analizzate i vostri punti di forza sul denaro: possono essere messi in relazione con le vostre convinzioni? Ora studiate il vostro gruppo dei pari: conoscete persone che guadagnano più o meno di voi? E quanti di questi sono milionari? «To do» list… 3 3 3 Leggete almeno un classico sul benessere finanziario (a parte questo!). Scegliete tre milionari famosi e leggetene le biografie, se ne esistono, reperite informazioni su Internet e curiosità sul loro modo di pensare. Invitate a cena un milionario e fategli domande: cercate di capire le sue credenze sul denaro, come è diventato ciò che è e che cosa pensa in merito a lavoro e ricchezza. Ricordate che l’obiettivo di questo manuale è quello di fornirvi una ricetta precisa: come per un libro di cucina, non lamentatevi delle difficoltà che incontrerete nel «reperire alcuni ingredienti», preoccupatevi di «rispettare le dosi consigliate» e i «tempi di cottura»! 37 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 39 Secondo Pilastro Abitudini Le cattive abitudini dei poveri La conoscenza è importante. La conoscenza è un veicolo di cambiamento ed è il potente motore delle nostre azioni, tuttavia l’essere umano al potere di cambiare antepone l’abitudine. E davanti alla forza di un’abitudine, la conoscenza può rivelarsi inutile, inutile come spiegare a un fumatore incallito i danni provocati dal tabacco: non sono le informazioni che gli mancano, ma è l’abitudine a rivelarsi più forte e ad alimentare finte giustificazioni. La nostra vita è guidata per il 95% dalle abitudini. Ma che cos’è un’abitudine? L’abitudine può essere definita una «risposta automatica» a diversi stimoli. E la cosa peggiore di queste «risposte» è che le conseguenze tendono a manifestarsi con un certo ritardo nella vita. Il fumo è un esempio perfetto: l’abitudine di fumare è negativa e tutti lo sanno perché aumenta il rischio di cancro di almeno il 30%; tuttavia, questo effetto negativo tende a manifestarsi molto lentamente: tanto in ritardo da permettere a chi si gusta «una bionda» di associare piacere a quell’assunzione di veleno. Un altro ottimo esempio è l’attività fisica, o meglio, la sua assenza. Anche in questo caso è l’illusione di un piccolo beneficio immediato, per esem39 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 40 pio il non stancarsi per andare a correre, che ci impedirà di godere di un beneficio più grande in seguito. Riportando questo concetto alla psicologia della ricchezza, non risparmiare una piccola parte delle proprie entrate è un’abitudine che avrà ripercussioni negative sul nostro futuro. Nei libri che si occupano di motivazione, di psicologia del cambiamento o del raggiungimento degli obiettivi, si trova spesso citata la frase: «Le persone di successo hanno abitudini di successo». A nostro avviso si tratta di un’espressione corretta, tuttavia riduttiva: la qualità di ogni singolo aspetto della nostra vita dipende dalle nostre abitudini, non solo il successo. Un’altra frase assai gettonata nel repertorio dei buoni consigli che tutti conoscono, ma pochi mettono in pratica, è: «Se continui a fare quello che hai sempre fatto, otterrai ciò che hai sempre ottenuto». Questa frase ci dà lo spunto per due considerazioni. La prima è che non possiamo ottenere risultati differenti continuando a fare le stesse cose: quindi se i vostri risultati non vi soddisfano, dovete accettare di cambiare tanto le azioni quanto il modo di pensare. La seconda è che quando qualcosa funziona non basta comprenderla o metterla in pratica sporadicamente: va reiterata nel tempo. Dagli appunti di Lorenzo… Se metterete in pratica questo suggerimento, scoprirete quanto sia facile cedere alla tentazione di uscire dalla routine per «vivere un brivido»: chiedetelo a tutti quelli che investono in Borsa applicando un metodo e vengono improvvisamente colti dall’impulso irrefrenabile di seguire «la dritta dell’amico» o «un buon presentimento». Anche il gettare tutto alle ortiche può diventare un’abitudine: conoscete persone con straordinarie capacità che nella vita smuovono molto, ma alla fine non «stringono» un granché? Io sì. Gli «iniziatori», che non raggiungono mai i risultati prefissi perché non portano a termine il proprio lavoro, persone che, qualunque cosa acca40 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 41 da loro, si sentono costantemente infelici o poveri: questi individui hanno precise abitudini che li portano a essere quello che sono. Una volta anch’io ero così. Ma ho conosciuto anche individui che sono partiti in condizioni svantaggiose e hanno raggiunto, con costanza e passione, risultati straordinari. Alfio è uno di questi: chi lo conosce sa che la sua storia finanziaria è cominciata con centinaia di migliaia di euro di debiti. Buona o cattiva, un’abitudine è un’azione che mettiamo in atto semplicemente, naturalmente e senza sforzo. Un’abitudine radicata controlla i comportamenti e le risposte agli eventi quotidiani e i ricchi sono coloro che hanno imparato a formare le proprie abitudini, perché consapevoli che quelle abitudini, una volta formate, avrebbero formato loro. C’è un solo modo per acquisire una nuova abitudine: condizionarsi; ripeterla e ripeterla all’infinito, fino a che diverrà un comportamento naturale. In questo capitolo ne elencheremo sette. Le sette abitudini che vi permetteranno di diventare milionari. Ricordate il nostro patto: non basta comprenderle, occorre condizionarle: la conoscenza è potere soltanto se viene messa in pratica! Vi esortiamo quindi a mettere subito in pratica i nostri insegnamenti. Non c’è nulla di più inutile di una conoscenza senza pratica, che ha il solo risultato di bloccarci. Ricordate quando si impara a guidare un’auto? Inizialmente ci si sente impacciati ogni volta che si deve scalare la marcia, poi, man mano che l’abitudine crea gli automatismi, tutto diventa semplice e le abilità apprese diventano un vantaggio. Se non aveste praticato, sareste rimasti al livello di «autista principiante» e ciò avrebbe reso le strade meno sicure... Per tutto ciò che vedremo in questo capitolo, vogliamo spingervi a comportarvi nello stesso modo: dovrete trasformare le abitudini in automatismi, in forma mentis, in «modelli di pensiero da milionari», per servirvene efficacemente. 41 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 42 Abitudine n. 1 Redigere il proprio cash flow mensile Iniziamo questa sezione ricordandovi che: Per diventare ricchi bisogna possedere delle attività! No, non stiamo scherzando. Troppo spesso le persone non prestano attenzione alle proprie «attività», cioè a tutto ciò che porta soldi nelle tasche e alle «passività», cioè a tutto quello che i soldi li fa uscire. E fin qui è tutto facile. Se non si identificano le attività e le passività, ci si ritrova a lavorare tutta la vita per poi sopravvivere con la sola pensione. Per diventare ricchi, occorre imparare a capire i numeri (e a ragionare con essi); immaginatevi come foste un’azienda: con delle entrate e delle uscite. Io Srl, tu Spa Le aziende sono obbligate a stilare un bilancio, ma voi avete mai redatto un conto economico e uno stato patrimoniale di voi stessi? Conosciamo commercialisti che tengono la contabilità e redigono bilanci per i loro clienti e non hanno mai pensato di farlo per loro stessi! È questa mancanza a impedirci di capire dove siamo e dove stiamo andando (… e, soprattutto, dove vogliamo arrivare!) finanziariamente parlando. Come potete valutare la vostra ricchezza? Semplice, facendo dei conti! Il primo indicatore da valutare è il «patrimonio netto» che è dato dalla differenza fra l’attivo, i beni che possediamo, e il passivo, i nostri debiti. 42 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 43 Dunque, le attività della nostra «azienda personale» rappresentano, come per le vere aziende, i beni che fanno parte del nostro patrimonio; per esempio i soldi in banca, i titoli di stato, gli investimenti, gli immobili, le aziende possedute e tutto quanto può essere venduto sul mercato. Le passività rappresentano i debiti, per esempio il mutuo o altri debiti contratti per acquistare altri beni: l’automobile, l’arredamento, il cellulare. Compilate il vostro bilancio personale iniziando dallo stato patrimoniale e calcolate la differenza tra attività e passività: il risultato sarà il vostro patrimonio netto. Non spaventatevi se è negativo: lo era anche il nostro! Il flusso di cassa Passiamo ora a considerare il conto economico, l’altra «faccia» del nostro bilancio e analizziamo la composizione delle entrate e delle uscite che andremo a segnalare al suo interno. Le entrate sono rappresentate principalmente da due voci: 43 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 44 1. entrate automatiche, ovvero entrate che non dipendono da attività lavorativa: affitti, interessi attivi, dividendi o utili da società; 2. entrate attive, che rappresentano tutte quelle entrate provenienti da attività che svolgiamo in modo costante, per esempio il nostro lavoro. Le uscite sono tipicamente di due tipi: 1. uscite ricorrenti: il cibo, gli abiti, le spese per la casa e tutte quelle con scadenze fisse e programmate; 2. uscite una tantum: cioè spese occasionali come un viaggio, una nuova automobile, un nuovo cellulare. La differenza tra le entrate e le uscite costituisce ciò che chiameremo «flusso di cassa». Per far comprendere quanto è importante saper compilare e gestire il cash flow, Alfio ha creato il gioco da tavolo Y€$, di cui vi proponiamo uno schema compilato a pagina 49. A fine capitolo troverete invece due modelli in bianco di conto economico e stato patrimoniale che vi serviranno per monitorare il vostro cash flow. I ricchi, come abbiamo detto, acquistano attività. I poveri e la classe media acquistano debiti, pensando che siano attività. Sapete come mai? Il motivo è che nessuno gli ha mai spiegato il funzionamento (e l’importanza) del «flusso di cassa». Non ci stancheremo mai di ripetervelo: i gioielli, l’arredamento o l’automobile non costituiscono delle attività, a meno che non compriate questi beni per rivenderli. Tutto ciò che vi costa, ovvero «toglie soldi dalle vostre tasche», è un debito. Il flusso di cassa è l’unica vera concezione di ricchezza che vi permetterà di generare denaro aggiuntivo; il nostro consiglio è di prestare particolare attenzione al cash flow compilando frequentemente lo schema del conto economico che vi proponiamo. 44 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 45 D’ora in poi misurerete la vostra ricchezza con la capacità di generare flusso di cassa!... e farete vostra una nuova definizione di ricchezza: Si è ricchi quando le entrate automatiche sono maggiori delle spese correnti Nel momento in cui avete delle entrate automatiche (ovvero entrate che non dipendono dal vostro lavoro) che superano le vostre spese correnti, potrete definirvi ricchi e non avrete bisogno di dover lavorare per poter vivere. Questo è un concetto fondamentale per cambiare la vostra situazione economica e deve tener conto di due aspetti: 45 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 46 1. focalizzatevi sull’incremento delle vostre entrate automatiche; 2. trasformate il vostro lavoro in una fonte di attività che generi ulteriori entrate. Per iniziare, calcolate le vostre entrate automatiche, ovvero gli affitti che ricevete al netto di tutte le spese, le entrate che ricevete al netto di tutti i vostri investimenti e tutte le attività che non richiedono il vostro tempo. Sommatele per ricavare il valore totale del vostro reddito automatico. Se non avete entrate automatiche, compilate ugualmente lo schema segnando uno «zero» alla voce «entrate automatiche». Non vi aiuterà a fare i calcoli, ma il disagio che sentirete, forse, vi servirà da sprone! Ora elencate tutte le spese correnti e sommatele. Poi dividete le vostre entrate automatiche per le spese correnti. Esempio: Entrate automatiche = 10.000 € Spese correnti = 50.000 € Risultato = 10.000/50.000 = 0,2 Mio risultato: __________ Qual è il vostro risultato? Se, come nell’esempio, è 0,2, vuol dire che le vostre entrate automatiche coprono solo il 20% delle vostre spese correnti. E adesso? Il nostro obiettivo, se preferite il nostro lavoro d’ora in poi, sarà fare in modo che questo indicatore sia superiore a 1. 46 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 47 Quando avrete raggiunto questo valore, avrete raggiunto anche la libertà finanziaria, ovvero la libertà di decidere di lavorare, perché vi piace. Questo vuol dire essere ricchi: avere entrate automatiche superiori alle spese correnti. Se volete aumentare le vostre spese, cambiando auto o casa o stile di vita, dovete prima cercare entrate automatiche che coprano quelle spese. Abitudine n. 2 Vivere in affitto! Alla luce di quanto abbiamo appena discusso, rispondete a questa domanda: la casa è un’attività o una passività? Oppure, affrontiamo la domanda in un altro modo: conviene comprare casa o prenderla in affitto? q q Conviene comprare una casa. Conviene pagare l’affitto. La risposta della maggior parte degli italiani è che conviene comprare casa, magari accendendo un mutuo trentennale, invece di «buttare i soldi tutti i mesi» in un affitto! Il motivo per cui la maggior parte degli italiani ha problemi finanziari è proprio che considera l’acquisto di un immobile di proprietà un investimento per il futuro. La casa è una passività: non solo costa molto ma bisogna provvedere alla sua manutenzione e, inoltre, sostenere tutte le spese a essa collegate. Un altro luogo comune da sfatare è il fatto che la casa acquistata per mezzo di un mutuo sia «di proprietà»; questa è un’illusione facilmente smentibile: cosa succederebbe alla vo47 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 48 stra «proprietà» se smetteste di pagare la rata del mutuo? A chi «passerebbe» la proprietà? Gli italiani hanno una certa diffidenza verso questo tipo di ragionamenti, poiché sono condizionati da una cultura profondamente orientata alla proprietà (ovvero possedere dei beni intestati a proprio nome) e non al possesso (ovvero poter disporre liberamente di beni, anche non di proprietà). Possiamo dire che questa mentalità presenta anche degli aspetti positivi: infatti, se non si ha una adeguata cultura finanziaria e non si fa nulla per far fruttare il proprio denaro in modo significativo, l’acquisto di una casa consiste in un «bene rifugio» che permette, se non altro, di non perdere eccessivo denaro in operazioni finanziariamente insensate. Ciò che vi proponiamo è di seguire fino in fondo questo nostro ragionamento «per assurdo», in cui abbiamo la bizzarra idea di presentarvi l’acquisto di una casa non come un’attività, ma come l’acquisto di un debito. Poi, se deciderete di comprarne una invece di pagare un affitto, questa resterà una vostra legittima scelta consapevole. Come abbiamo detto, la casa può essere considerata un’attività o una passività e questa differenza di visione può radicalmente cambiare la vostra vita finanziaria. Probabilmente chi ritiene la casa un’attività, penserà che lo siano anche i gioielli, la macchina o i vestiti. A questo punto potreste obiettare che quando non si ha un mutuo da pagare, la casa smette di essere una passività. Ma ricordate che un’attività è qualcosa che riempie di denaro le vostre tasche, mentre una passività è qualcosa che ve lo toglie: finché la vostra casa non è in vendita o in affitto (con un affitto superiore alle spese per mantenerla), rappresenta una passività. Qualcuno vi dirà che se il valore dell’abitazione cresce nel tempo e continua a crescere, quell’investimento diventa un’attività, ma non è così. Anche se il suo valore raddoppiasse di anno in anno, infatti, si tratterebbe in ogni caso 48 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 49 di un valore potenziale: sono soldi ipotetici! Quindi, se comprate casa per andarci a vivere, sostanzialmente comprate un debito. Chiedetevi semplicemente: se acquistata con un mutuo, in quale direzione va il cash flow di casa vostra? Controllate la situazione di Massimo, uno dei personaggi del gioco Y€$, nella scheda qui riportata: il denaro, in questo schema, entra o esce dalle sue tasche? 49 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 50 Non vi stiamo dicendo di non comprar casa, ma sappiate che se lo fate e non siete sufficientemente forti dal punto di vista finanziario, fate una scelta sbagliata! Dalla scrivania di Alfio... Ricordatevelo, comprando casa state acquistando un capriccio. Perché quel debito può essere usato per produrre altre entrate. Per esempio io al momento vivo in una casa per cui pago un affitto di 70.000 euro annuali. Soldi buttati? Considerate che quella casa vale circa 3.000.000 di euro. E se usassi quei soldi per indebitarmi e comprare una casa o una intera palazzina, ristrutturarla e rivenderla? Con un margine del 30%, otterrei un ottimo guadagno, ovvero circa 1.000.000 di euro contro 70.000 euro di affitto... Comprare casa è letteralmente ignoranza finanziaria, ma lo è anche non alienare una casa ricevuta in eredità che è meglio vendere per poi, eventualmente, entrarci in affitto. Attenzione: stiamo parlando di scelta sbagliata esclusivamente da un punto di vista finanziario, non da un punto di vista emozionale, questa valutazione spetta a voi: se nel comprare casa per abitarci realizzate un desiderio o appagate un bisogno, compratela pure… … magari procuratevi prima delle entrate automatiche aggiuntive, in modo che il mutuo si ripaghi da solo… … ovvero create delle entrate che non dipendano dalla vostra professione! Come? Lavorando, è ovvio! (Cosa che la maggior parte dei lettori non ha mai fatto!) 50 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 51 Abitudine n. 3 Svolgere un lavoro, non una professione Forse state pensando che ora vi consiglieremo di cominciare, vista la crisi di impieghi, col redigere un buon curriculum, che metta in evidenza le vostre ottime qualità per spedirlo poi a qualche destinatario mirato, secondo chissà quale bizzarro e originale criterio. Oppure, più semplicemente, è probabile che abbiate pensato intendessimo consigliarvi di svolgere la vostra professione in modo umile e serio: qualcosa come «il lavoro nobilita l’uomo». No, parleremo di altro, soprattutto di come lavorare. Perché, sappiatelo, svolgere una professione non significa lavorare. Dagli appunti di Lorenzo… Spesso mi piace ripetere che «svolgo una professione che farei anche gratis», ed è vero; e questa affermazione è valida anche (e in particolar modo) per Alfio. Lui più di me ama il suo lavoro, perché non ha più bisogno di lavorare per vivere una vita agiata nel lusso: se lo volesse, potrebbe smettere di farlo ora e passare il resto dei suoi giorni in vacanza, sorseggiando latte di cocco sotto una palma! Perché non lo fa? Semplice! Perché… … gli piace la sua professione! … e adora il suo lavoro! No, non è una ripetizione. Se non cogliete la differenza tra queste due affermazioni è probabile che svolgiate la vostra professione principalmente per mantenervi e, forse, tra qualche pagina penserete (… come è successo a me …) di non aver mai lavorato! (… fino a ora!). 51 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 52 Che lavoro fate? «Qual è il vostro lavoro?» Scrivete la risposta qui sotto: _____________________________________________ Solitamente, a questa domanda siamo abituati a rispondere «avvocato», «notaio», «commercialista», «impiegato» e così via, ma quello non è il nostro lavoro: è la nostra professione. Il nostro lavoro è di generare attività e creare ricchezza per noi stessi! Per esempio, a che scopo sta correndo la coppia di «giovani criceti» della storia che vi raccontiamo adesso? La ruota del criceto Immaginate un criceto in gabbia: entra nella sua ruota e incomincia a girare. Quel criceto nella ruota corre e corre senza una meta precisa. Per quanto continui a correre, non si ferma mai e non arriva da nessuna parte. Corre, si stanca, ma rimane nella ruota. Immaginate un ragazzo appena laureato che abbia trovato un buon lavoro grazie al quale essere finanziariamente indipendente: lasciare casa dei genitori e trovare un appartamento. È giovane e a fine mese non mette da parte quasi nulla: ci troviamo nella classica situazione di un individuo finanziariamente povero; non proprio sul lastrico: ha di che vivere, ma le uscite sono pari alle entrate, quindi a fine mese in tasca non gli rimane nulla. Dopo un po’ il ragazzo conosce una ragazza e le chiede di andare a vivere insieme. Dal punto di vista finanziario, risparmiano in due quel tanto che basta per il vitto e il costo di un affitto. La casa non è né bella né grande, i due vorrebbero sposarsi, ma decido52 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 53 no di aspettare: contando su due entrate, non troppo alte, preferiscono focalizzarsi sulle proprie carriere. Il tempo passa, i due fanno carriera e ottengono promozioni: le entrate crescono così come le spese; con la differenza che ora si trovano con un bilancio di fine mese positivo: risparmiano mensilmente una cifra significativa. Producono una ricchezza aggiuntiva che possono accantonare, quindi cominciano ad avere quello che in economia si definisce un attivo. Avendo ricevuto entrambi un aumento di stipendio, si sposano, e accendono presso la loro banca di fiducia un mutuo a 30 anni per comprare una casa con una stanza in più: la coppia aspetta un bambino! Ed eccoli lì, rinchiusi nella trappola dei criceti che corrono nella ruota: ora che è nato il bambino, servono ancora più soldi per pagare l’asilo, il cibo, i pannolini e coprire le spese correlate. I due non possono più fermarsi: ci sono spese tutti i mesi e in più la rata del mutuo incombe. Sono entrati a far parte di quella schiera di onesti lavoratori che, tutte le mattine, si svegliano e corrono come dei criceti senza avere una meta finanziaria precisa e senza potersi fermare, altrimenti muoiono di fame. Se fate un bilancio, vedrete che i due ragazzi stanno lavorando per ripagare le banche e non per loro stessi: corrono per pagare i prestiti, il mutuo, le rate. A suo tempo si sono «dimenticati» di pagare loro stessi: illudendosi di investire quando in realtà compravano debiti. Perché non si accorgono di correre in una ruota per criceti? Perché non conoscono la differenza tra lavoro e professione! Dalla scrivania di Alfio… A volte i corsisti mi chiedono: «Alfio, entrambi lavoriamo e ti assicuro che io mi do da fare diciotto ore al giorno spaccandomi la schiena anche nei week end, come mai tu ti arricchisci e io no?» Allora li guardo con aria provocatoria e li scuoto con questa affermazione: «Vedi, è semplice: tu ti 53 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 54 ammazzi di fatica da 30 anni, ma la verità è che non hai mai lavorato!» Alcuni replicano con proteste rabbiose, altri, invece, drizzano le antenne, desiderosi di capire cosa intenda. Certe persone hanno una vasta cultura e sono anche professionalmente di successo, ma dal punto di vista finanziario sono totalmente incompetenti. Lavorano sodo perché hanno imparato a fare così. Ma non hanno appreso come far lavorare il denaro per loro. Una persona inizia a diventare ricca quando esce dalla cosiddetta «ruota dei criceti». Che lavoro fanno i vostri soldi? Anche i vostri soldi devono lavorare per produrre ricchezza come fate voi stessi. Che lavoro fanno? Quanto stanno producendo? Che lavoro fanno i vostri soldi? Chi sta lavorando più duramente, voi o il vostro denaro? Ricordate che, per diventare ricchi, non serve lavorare sodo, ma lavorare in modo intelligente. Ci sono persone che lavorano duramente «dal collo in giù». Altre che lavorano «dal collo in su». Altre ancora fanno entrambe le cose. Non è nostra intenzione dare giudizi su che cosa sia più nobile e lodevole, sappiate solo che i più ricchi appartengono alla categoria di chi lavora molto di testa e meno fisicamente. Dalla scrivania di Alfio… Durante i miei corsi di Wellness Finanziario tanti mi chiedono: «Ci insegni a fare più soldi?» In realtà, anche se aumentassi le loro entrate, si troverebbero comunque in difficoltà economiche: ciò che davvero dovrebbero fare è modificare le loro abitudini finanziarie. Spesso mi trovo in contatto con per54 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 55 sone di grande successo nel loro lavoro, che però sono deboli finanziariamente. Ho clienti che guadagnano centinaia di migliaia di euro l’anno e ciononostante sono poveri: sono persone con uno stile di vita elevatissimo, che lavorano sodo, ma sono costantemente a pochi mesi dal totale tracollo finanziario. Che cosa succederebbe a un capofamiglia con uno stipendio di 100.000 euro l’anno se, per qualche motivo, non potesse più svolgere la propria professione? Non dovete permettervi di trovarvi in questa situazione! Dove vi trovate? Esistono essenzialmente quattro modi di guadagnarsi da vivere nella nostra società: dipendente, libero professionista, imprenditore, investitore. Segnate con una crocetta l’attività, o le attività, che portano attualmente soldi nelle vostre tasche: q q q q Dipendente Libero professionista Imprenditore Investitore Se avete spuntato una sola voce, non potete definirvi ricchi: infatti è quasi impossibile arricchirsi grazie a entrate derivanti esclusivamente dalla vostra professione. Se avete spuntato solo una delle prime due voci, sarà altrettanto difficile per voi raggiungere la libertà finanziaria: i ricchi sono imprenditori o investitori. Qualunque altra entrata attiva infatti non rende finanziariamente indipendenti, perché occorre continuare a svolgerla per percepire denaro: ogni volta che smettiamo di correre, la ruota smette di girare! 55 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 56 Perché scegliere un lavoro da poveri? Per quale motivo le persone scelgono di rimanere dipendenti o piccoli professionisti piuttosto che diventare imprenditori o investitori? Vediamo in dettaglio i profili delle quattro diverse professionalità. Profilo del dipendente. Chi sceglie di fare il dipendente lo fa per non dover pensare a come procurarsi lo stipendio per il mese successivo: preferisce guadagnare meno, ma una cifra sicura tutti i mesi; sa di dover lavorare ogni giorno un determinato numero di ore e poter contare su avanzamenti di carriera più o meno cadenzati nel tempo rispetto alla propria anzianità e al proprio curriculum. È attirato dall’illusione della sicurezza (e dalla dipendenza fisica) del 27 del mese che come una droga dà sollievo al conto corrente, quando arrivano la pensione o lo stipendio. Profilo del libero professionista. Chi preferisce diventare un libero professionista lo fa per gestire i propri impegni con relativa libertà: probabilmente ama quel pizzico di adrenalina che si prova nel gestire impegni e scadenze a breve termine. A volte si tratta di persone che hanno scelto il proprio lavoro come ripiego e che scambierebbero volentieri la propria condizione con uno stipendio fisso e certo, soprattutto se un po’ più alto del livello del loro guadagno mensile medio. Sono persone che hanno comunque imparato ad amare il proprio mestiere. Alcuni di loro hanno aperto una società e quindi si considerano imprenditori pur essendolo solo sulla carta: la maggior parte del loro lavoro consiste infatti nell’essere «dipendenti di loro stessi», perché ricoprono i ruoli di maggior responsabilità e non possono lasciare la propria azienda per qualche mese e ritrovarla più florida di prima. Sono essenzialmente degli «artigiani con partita Iva» con qualche dipendente e al massimo un piccolo studio di professio56 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 57 nisti. Sono catturati dall’illusione del «come lo faccio io non lo fa nessuno». Non sono veri imprenditori, ma piccoli professionisti. Profilo dell’imprenditore. Chi percorre questa strada sa che un ricco non viene pagato in base al tempo, ma in base ai risultati: passa la maggior parte della giornata lavorativa (a volte poche ore, altre tutta la giornata e buona parte della notte) a risolvere «indovinelli», che altri definiscono «problemi», delegando quasi sempre la gestione della risoluzione pratica a persone di sua fiducia o che sta addestrando per divenire tali. Non è eccessivamente competente della materia del suo business, ma ha dipendenti fidati che lo sono più di lui. Il suo lavoro principale è motivare le persone, farle sognare, delegare e supervisionare in modo che tutto venga svolto per il meglio. La sua giornata lavorativa non finisce mai: spesso i migliori affari li conclude in un momento rilassato, al tavolo di un ristorante o magari sul campo da golf, altre volte ha inviato email dal suo ufficio ai suoi collaboratori tra le due e le quattro del mattino. Si definisce imprenditore chi ha almeno 50 dipendenti o 20 milioni di euro di fatturato. L’obiettivo dell’imprenditore è rendersi inutile al business. Così Alfio ha creato una sua azienda. Profilo dell’investitore. Un investitore, invece di lavorare come gli altri, preferisce «stampare moneta». Lo fa affrontando ciò che terrorizza o in generale crea disagio alle altre persone: studia gli investimenti, evita di innamorarsi delle idee preferendo ragionare sui numeri, legge i business plan e punta sulle persone sfruttando la sua conoscenza dell’animo umano, abilità anch’essa appresa. Gestisce le proprie emozioni, soprattutto paura e frustrazione, e si prende la responsabilità dei propri fallimenti, che reputa inevitabili come i successi. Nessuna di queste scelte è migliore o peggiore: tutte queste soluzioni di reddito sono valide allo stesso modo dal pun57 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 58 to di vista etico e morale. Anzi, frequentemente un ricco si trova a lavorare in tutti e quattro i ruoli, in attività differenti o nella stessa. Falsa sicurezza del lavoro da dipendente: soldi ogni mese, ore di lavoro prestabilite, avanzamento di carriera più o meno calendarizzato. Reale insicurezza del lavoro dipendente: possibilità di tagli aziendali, fallimento dell’azienda, cassa integrazione; lavoro fatto per anni e zero esperienza del mondo reale, delle vendite e del marketing. Quanti dipendenti si trovano oggi in cattive acque perché illusi dal mito del posto fisso come sinonimo di sicurezza e stabilità per la vita? Falsa sicurezza del libero professionista: «decido io quanto (e quando) lavorare e quanto (e quando) guadagnare». Reale insicurezza del libero professionista: soldi variabili a seconda della propria capacità di marketing e della qualità effettiva del proprio servizio, incassi e cash flow legati a pagamenti e fatturazioni, attività dipendente dalla propria presenza e dal proprio stato di salute. Molti liberi professionisti, che non hanno oculatamente stipulato una assicurazione contro gli infortuni, si trovano a dover «stringere la cinghia» nei periodi in cui sono forzatamente costretti a non lavorare. Inoltre, quanti di loro si lamentano degli inevitabili «periodi di crisi» legati al proprio settore o ai crediti per mancati pagamenti? La vera sicurezza appartiene a imprenditori e investitori, perché la loro scelta si orienta sulla libertà: sono coscienti de58 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 59 gli imprevisti e si preparano ad affrontarli prima che accadano. Non è necessaria la loro presenza in azienda, si avvalgono di collaboratori indipendenti e capaci, che hanno addestrato; diversificano le entrate, si «sporcano le mani» ma non per svolgere attività che richiedano la loro presenza stabile così da poter continuare a guadagnare anche quando non possono lavorare perché malati o non vogliono farlo perché sono in vacanza. Dalla scrivania di Alfio… Produrre attività che generano cash flow. Solo questo è lavoro. Mio padre, pur svolgendo la sua professione, anche duramente, per 14 ore al giorno, non ha mai lavorato nella sua vita. Abitudine n. 4 Investire il 30% dello stipendio Come abbiamo visto, l’attenzione dei ricchi (e la vostra se volete diventarlo!) è sul cash flow: se non avete un flusso di cassa positivo, il modo più semplice e immediato per ottenerlo consiste nel risparmiare parte delle entrate derivanti dallo stipendio. Non affidatevi al caso: quanto denaro mettete da parte? A meno che non vi troviate sulla soglia minima della povertà, il 30%. Vi renderete infatti conto, calcoli alla mano, che anche per chi ha uno stipendio medio-basso risparmiare il 30% delle proprie entrate significa operare delle piccole rinunce non sostanziali: si tratta di privazioni che non limitano in modo sensibile la qualità della nostra vita, ma che aumentano considerevolmente le nostre chance di raggiungere la libertà finanziaria. 59 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 60 Dalla scrivania di Alfio… Voglio condividere con voi una storia vera divenuta ormai un classico del corso «investire in immobili». I protagonisti di questa storia sono due ragazzi impiegati alla IBM. Siamo agli inizi degli anni Settanta. Il primo spende mediamente tutto ciò che guadagna, risparmiando di tanto in tanto, quando capita, e «rompendo il salvadanaio» per le «emergenze». L’altro nostro amico ha l’abitudine di mettere da parte, prima ancora di decidere come spendere lo stipendio, il 15% di quanto percepito. C’è differenza tra il loro stile di vita? Assolutamente no, è praticamente identico: al massimo, qualche volta, una birra in meno al pub o una colazione in meno al bar. Tuttavia, dopo circa 2 anni, nonostante abitino insieme nella stessa casa e frequentino gli stessi posti (sono anche amici), uno dei due si trova da parte un piccolo gruzzoletto. Un giorno vengono a sapere che la vicina di casa, che voleva tornare al suo paese d’origine per stare vicino alla madre ormai anziana, aveva fretta di vendere la propria abitazione. La comprò a un prezzo vantaggioso il ragazzo che stava risparmiando da tempo: bloccò l’immobile con una parte della sua liquidità e accese un finanziamento che coprì affittando l’immobile ad alcuni studenti. La rata dell’affitto copriva le spese del mutuo e in più avanzava anche qualcosa: le sue prime «entrate automatiche». A questo punto della storia i due amici non sono più allo stesso livello finanziario. Gli anni passano: i due fanno entrambi carriera, trovano una fidanzata e si sposano. Tuttavia, mentre l’amico (ricordate il criceto nella ruota?) fa un mutuo e si indebita per comprare una bella casa, l’altro va in affitto in un piccolo appartamento, sicuro che un giorno potrà comprare un’abitazione più grande. Nel frattempo però ha trovato un altro buon affare e la banca, considerandolo un buon cliente (visto che già possiede un appartamento di proprietà di cui ha pagato regolarmente tutte le rate del mutuo), gli presta i soldi per comprare una seconda casa, che affitta ad altri studenti. Ora, la differenza tra i due amici è notevole, le entrate di uno sono il doppio di quelle dell’altro e, quel che più conta, la differenza tra i due deriva da rendite automatiche: se smettesse ora di lavorare percepirebbe la stessa cifra per la quale l’amico corre come un criceto nella ruota. Sono partiti dallo stesso livello, ma le piccole rinunce dei primi anni di lavoro permette60 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 61 rebbero ora al giovane uomo di lavorare solo per il gusto di farlo. Nel frattempo, gli immobili hanno acquisito più valore, e data l’alta inflazione i mutui sono diventati ormai poca cosa. Lui si è impegnato ad accrescere la sua conoscenza sugli investimenti immobiliari, con tutto ciò che ne concerne: prestiti bancari, notai, tassi di interesse, valore di mercato. Trent’anni dopo, entrambi sono diventati dirigenti e hanno un buon tenore di vita. Al momento di andare in pensione, però, il primo possiede 46 appartamenti che gli procurano ingenti entrate automatiche. Il secondo, se non avesse la pensione, non riuscirebbe a sopravvivere decentemente. Eppure avevano avuto lo stesso inquadramento e un identico stipendio per tutta la loro storia lavorativa. E, ricordate, si tratta di una storia vera. L’investitore «quasi» medio… Tempo fa una giornalista chiese ad Alfio: «Mi dia un consiglio per un investitore medio». La risposta, molto semplicemente, fu: «Non essere un investitore medio». A voi daremo lo stesso consiglio, leggermente più articolato: vi esortiamo a «risparmiare» (cioè a investire nei vecchi canoni dell’«investitore medio», non a «mettere i soldi sotto il materasso») solo una cifra che vi permetta di sopravvivere agilmente per 6-12 mesi, al vostro attuale tenore di vita, e di indirizzare il resto in operazioni che possano garantirvi un rendimento annuo pari almeno al 10%. Come? Imparando a investire in prima persona e non solo delegando questo compito alla vostra banca (che lo fa coi vostri soldi, accollandosene il rischio ma lasciandovi le briciole). Dove investire il 10% ovvero PIP, PAC, BOT, CCT, BTP eccetera Un metodo oculato di risparmiare consiste nel dedicare parte dei propri risparmi a piani di accumulo o pensioni inte61 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 62 grative. Questa tipologia di economia non deve interessare la totalità dei vostri risparmi, ma come abbiamo detto solo il 10% di essi fino a raggiungere (vi consigliamo) quel tanto che basta a riempire la vostra «cassaforte della sicurezza», cioè una cifra che vi permetta di vivere, per un periodo minimo di sei mesi, fino a un massimo di un anno, al vostro attuale tenore di vita. In modo che, anche ritrovandovi senza entrate, quell’unica risorsa vi permetterà di avere tutto il tempo a disposizione per risollevarvi da un eventuale momento difficile, potendo continuare a provvedere a voi stessi e alla vostra famiglia. Potete integrare i vostri risparmi anche con certificati di deposito, BOT, CCT, BTP: sono anch’essi attivi che generano interessi «mentre si dorme» e sono relativamente sicuri. Tuttavia, si tratta sempre di investire in totale il 10% degli utili per PIP (Piani individuali di previdenza) e PAC (Piani di accumulo di capitale): non fate convergere la totalità dei vostri risparmi in questi investimenti, la loro redditività non è quasi mai sufficiente a garantirvi la libertà finanziaria in tempi accettabili, neppure grazie al miracolo degli interessi composti. L’uso di piani di accumulo, pensioni integrative e prodotti bancari in genere, va comunque necessariamente pianificato con un promotore finanziario professionista. Ve ne sono molti capaci e degni di fiducia, scegliete quello che più fa al caso vostro. Tenete però presente che spesso il consulente è «un venditore di prodotti bancari»: studiate i meccanismi finanziari e il mercato dei titoli e siate voi a decidere, dopo aver ricevuto il consiglio, su quale prodotto investire. Anche nel medio mercato. L’investitore «quasi» medio evolve… Come decidete i vostri investimenti? Come ne calcolate il rischio? E il rendimento? Sapete utilizzare a vostro vantaggio il rapporto fra questi due elementi? 62 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 63 Dalla scrivania di Alfio… Alcuni dicono che investire è rischioso e mettono i loro soldi in titoli di stato, ritenendo che siano senza rischio. Questa è la loro realtà. La mia è che c’è sempre un rischio in tutto, anche investendo in titoli di stato. E, come abbiamo già discusso, abbiamo avuto gli spiacevoli casi dei titoli argentini o Parmalat. Al contrario, ho l’esempio di un amico che investe il 5% del suo patrimonio in una strategia che mediamente lo vede uscire perdente sette volte su dieci. È un folle? Niente affatto. Il suo rendimento medio, da ben oltre 4 anni, va al di là di qualsiasi fondo di investimento tradizionale, anzi sono rendimenti sempre a tre cifre. Non gli interessa il rischio. A lui interessa il rapporto rischio/rendimento dell’operazione. Proporzione rischio/rendimento Bisogna quindi imparare a pensare in termini di rischio/ rendimento e non solo di «rischio». Se le poche operazioni finanziarie che si concludono bene hanno un ritorno con un margine tanto alto da coprire le perdite delle altre operazioni, il rapporto rischio/rendimento è positivo. In economia, le persone che non vogliono perdere o che vogliono guadagnare ogni volta hanno una strategia fallimentare a priori: Una strategia vincente include le perdite! Una strategia vincente include le perdite, ed è proprio la capacità di gestire le perdite (o le potenziali perdite) che fa diventare ricchi. I veri perdenti in economia sono coloro per i quali perdere costituisce un’opzione inaccettabile. Sono quelli che non possono permetterselo e cercano di evitarlo a ogni costo e scommettono solo sulle cose sicure: su uno stipendio sicuro, su una pensione garantita, sugli interessi in banca pra63 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 64 ticamente inesistenti. I perdenti continuano a perdere e i vincenti continuano a vincere, semplicemente perché i vincitori sanno che perdere, paradossalmente, fa parte del vincere. L’investitore evoluto: la Borsa e i mercati finanziari Investire in Borsa e nei mercati finanziari può essere un sistema straordinario per creare entrate aggiuntive extrastipendio. È relativamente facile, veloce ed economico aprire un conto via Internet e cominciare a operare in qualunque mercato: in Italia o all’estero. Esistono molti sistemi per guadagnare: se il mercato sale, se il mercato scende o se il mercato è piatto. Potete investire in azioni oppure in opzioni (che è un metodo più evoluto di acquistare o rivendere strumenti finanziari). Le opzioni sono uno strumento veramente versatile e flessibile: occorre però utilizzarle con cognizione di causa e conoscendo le leggi del mercato; è fondamentale, dunque, investire anzitutto su se stessi e sulla propria cultura finanziaria. Evitate un approccio basato sullo stile: «buy and pray», ovvero «compra e prega», che ricorda più il gioco d’azzardo. Avvicinatevi invece al mercato azionario con operazioni semplici, possibilmente sotto la guida di una persona più esperta di voi e non dimenticate mai di avere una chiara strategia di uscita. L’investitore evoluto diversifica: gli immobili Se riuscite a risparmiare abbastanza da permettervi l’acquisto di una casa, invece di utilizzarla come abitazione, potete diventare investitori immobiliari. Gli immobili si rivelano spesso non solo un buon investimento, ma il miglior tipo di investimento in assoluto. Vediamone alcuni aspetti peculiari. 64 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 65 Acquistare per affittare. Acquistare un immobile per metterlo a reddito affittandolo è un metodo lineare per creare un’entrata automatica. Potete farlo in due modi: • Denaro contante: oltre a richiedere una liquidità importante, questo metodo d’acquisto immobilizza una cifra ingente del vostro patrimonio, e vi porta un reddito mensile pari a meno del 10% annuo. Sono pertanto preferibili, in termini di redditività, altre tipologie di investimento. È difficile che l’immobile renda almeno il 10%? Sì. È fattibile trovare un investimento di questo tipo? Assolutamente sì. Bastano denaro e conoscenze tecniche per ottenere il risultato (magari aggiungendo valore a un immobile che ne ha meno o frazionandolo). • Finanziato: è l’acquisto tramite mutuo. La banca finanzia una parte dell’acquisto e l’affitto dell’immobile ripaga la rata di mutuo. Questo investimento è consigliabile solo nel caso in cui la rata di affitto sia superiore a quella di mutuo poiché, come abbiamo specificato, si tratta realmente di un attivo solo se il flusso di cassa è positivo. Acquistare per rivendere. L’attività per un investitore immobiliare evoluto consiste nell’acquistare per poi rivendere a una cifra ben superiore rispetto a quella investita. Trovare un buon affare segue la regola del 100-10-1. Ovvero: vedo 100 proprietà, faccio 10 offerte, ne acquisto una. È un tipo di investimento che richiede perseveranza, ma che si può fare nel tempo libero. Orientatevi su immobili in zone che conoscete bene e, inizialmente, state alla larga da terreni e immobili non abitativi. Diventate «esperti di zona»: sfogliate le riviste di annunci, verificate i prezzi al metro quadro, parlate con agenti immobiliari, aguzzate la vista alla ricerca di cartelli di vendita. Ricordate la regola numero uno sugli immobili: «I soldi si fanno quando si compra e non quando si vende». Il parametro at65 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 66 traverso cui muoversi è un minimo del 30% di sconto, ovvero la cifra alla quale acquistate deve essere inferiore del 30% al valore di mercato. È il 42% di ricarico (se vendo a 100.000 compro al massimo tutto compreso a 70.000. Ma 70.000 + 30% fa 91.000, non 100.000, per cui il ricarico minimo è il 42%). Ecco dove potrete trovare affari di questo tipo. • «Don’t wanters»: è il termine americano che identifica chi, per i più svariati motivi, deve vendere al più presto o non vuole più l’immobile. Tipicamente sono persone che hanno problemi di liquidità, o con la necessità di trasferirsi rapidamente in un’altra città, oppure coppie che stanno divorziando o soci che dividono una società. In alcuni casi si tratta di proprietari incorsi in problemi legali: non scoraggiatevi ma fatevi consigliare da un buon avvocato; potreste infatti imbattervi in grossi affari, proprio per la presenza di quei rischi aggiuntivi, da gestire con competenze specifiche. A volte può essere interessante considerare le offerte di vendita per immobili fatiscenti. • Aste immobiliari: il mercato delle aste è, contrariamente all’immaginario collettivo, accessibile e immediato. Occorre però immobilizzare una cifra che oscilla dal 10 al 15% della base d’asta, per partecipare alla vendita. Il deposito va effettuato il giorno prima dell’asta e viene restituito il giorno stesso, se non ci si aggiudica l’immobile. Investire in immobili è un po’ come quando da bambini giocavamo a Monopoli: compravate quattro casette verdi e poi le cambiavate con un hotel rosso. Ci vuole pazienza e costanza ma è il metodo più veloce per accumulare ricchezza. 66 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 67 Dalla scrivania di Alfio… Spesso mi chiedono: «Ho 50.000 euro, come posso investirli? Posso darli a te? Quanto sarà il mio ritorno?» La mia risposta standard a questa domanda è: «Hai un piano?» Al che seguono le proteste: «Non ho bisogno di un piano, dimmi solo dove devo mettere questi soldi!» Questo non è investire. Per investire ci vuole un piano finanziario e una coscienza ben precisa, altrimenti non state investendo: state «puntando» i vostri soldi su un business e sulla credibilità della persona che ve lo propone. Occorre conoscere gli strumenti finanziari, e saperli utilizzare per fissare dei corretti parametri di valutazione dei vostri investimenti. La prima cosa che chiedo a una persona che mi propone un investimento è quanto è il ROE e quanto il ROI. Se la risposta è stralunata, come spesso accade, vuol dire che quella persona non ha nessuna idea di quanto mi renderanno i miei soldi e quindi lascio perdere. Come valutare gli investimenti: ROI e ROE In un investimento «l’idea» pesa per il 3%. Il 97% è «sistema». Un prodotto scarso con un sistema vincente funziona; prendete, per esempio, il sistema di McDonald’s per vendere panini: non è forse vero che chiunque sarebbe in grado di cucinare un hamburger migliore? Eppure il prodotto (o l’idea) non è ciò che fa la differenza. Per poter valutare un investimento sono necessari degli indicatori e noi possiamo avvalerci del ROI e del ROE. La redditività di un investimento viene espressa dal ROI, che si ottiene calcolando il quoziente tra il risultato operativo e il capitale investito. «Return On Investment», o ritorno dell’investimento, significa infatti «quanti soldi ti tornano rispetto a quelli investiti»: il ROI esprime la percentuale del rendimento offerto dal capitale investito nell’attività di compravendita degli immobili. Il ROI è calcolato come rapporto tra l’utile e l’in67 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 68 vestimento totale. Per esempio, se investite 120.000 euro in un immobile e lo rivendete a 160.000, il ROI dell’operazione è: 160.000 – 120.000 = 40.000 (utile) (40.000 / 120.000) x 100 = 30% (ROI) Il calcolo del ROI è particolarmente utile nelle situazioni in cui è utile valutare l’opportunità di effettuare investimenti aggiuntivi, che richiedono l’accensione di nuovi debiti. Se il tasso effettivo dei nuovi prestiti è inferiore alla misura che si ritiene assumerà il ROI in seguito ai nuovi investimenti effettuati, l’operazione darà risultati positivi in termini di redditività globale (ROE). Qual è, per un ricco, un ROI soddisfacente? Beh, è essenziale calcolare il fattore tempo. Se per esempio un’operazione immobiliare viene completata in 6 mesi, il ROI sull’anno è del 50%: 30% / 6 mesi = X / 12 mesi = 60% (non composto) Avete guadagnato un 60% annuo: niente male. (In questo caso, semplificato, si tratta di un guadagno lordo: ipotizzando una tassa del 30% resterebbe comunque un discreto 42% netto all’anno.) Vi sembrano tanti? Beh, se confrontati con i rendimenti che le banche offrono al dettaglio alla «gente comune» (per esempio il 3% lordo), sono effettivamente molti soldi. Ma le persone ricche considerano il ROI almeno a due cifre! Ma non è questo quello che interessa a loro. La sigla ROE è l’acronimo di «Return On Equity» e indica il quoziente di massima sintesi dei propri soldi investiti. La formula è: 68 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 69 ROE = reddito netto / mezzi propri utilizzati x 100 Serve a segnalare, in percentuale, il grado di redditività del capitale proprio. Se, per esempio, avete un utile pari a 30.000 euro su un investimento di 60.000 euro, allora il vostro ROE è del 50%. Per evidenziare l’effetto leva dell’indebitamento finanziario, è opportuno esprimere il ROE secondo la formula: ROE = [ROI + (ROI – i) x (D/PN)] • • • • • ROI = ritorno dell’investimento I = costo del capitale D = debiti PN = soldi propri D/PN = debiti/soldi propri Se il ROI è superiore al costo del capitale, all’aumentare dell’indebitamento aumenta anche la redditività del capitale proprio. Il ROE è il cugino meno noto del ROI, ma è il più importante per un ricco in quanto consente di calcolare il guadagno di operazioni che permettono di rischiare soldi propri il meno possibile. Confusi? Ecco un esempio: Prendiamo l’operazione già proposta, solo che questa volta consideriamo che, dei 120.000 euro spesi, solo 10.000 siano vostri, mentre gli altri 110.000 sono della banca. In questo caso i costi saranno maggiori per via delle spese del mutuo: diciamo 5.500 euro, che sottrarremo all’utile finale. Ecco quindi i nuovi conti: 160.000 – 120.000 = 40.000 69 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 70 40.000 – 5.500 = 34.500 (34.500 / 120.000) x 100 = 28,75%* (*Ovvero, il ROI peggiore per l’aumento dei costi) È una cifra minore: sembrerebbe che fare un mutuo non convenga ma… ecco calcolato il ROE: Profitto / Soldi propri = 34.500 / 10.000 x 100 = 345% Avete investito solo 10.000 euro e ne avete guadagnati 34.500, cioè avete avuto un rendimento pari al 345%. Ecco come diventa possibile ottenere ritorni a due, tre, quattro cifre! In caso di mutuo al 100%, l’investimento in termini di soldi «propri» è pari a zero: e quando il denominatore di quella equazione scende a zero, il ROE diventa infinito. Questi sono i conti che fanno i ricchi: questi sono i conti che anche voi dovete iniziare a fare per occuparvi della vostra libertà finanziaria. Ecco perché non bisognerebbe mai usare i propri soldi anche se se ne hanno! Abitudine n. 5 Creare entrate multiple Il tempo dei ricchi Avete mai visto un milionario che viene pagato per il tempo che passa in ufficio? L’abilità di generare denaro è legata all’abilità di creare o aggiungere valore a se stessi, per poi realizzare un progetto o creare un’impresa. Il denaro non è la ricompensa del tempo che impiegate, ma è il valore per quello che sapete offrire. Ricordate: 70 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 71 Barattare tempo per denaro è la strada per la povertà Le persone che si arricchiscono hanno due caratteristiche in comune: • hanno un piano; • hanno entrate multiple, ovvero più entrate diversificate. Fino alla fine del paragrafo lo ripeteremo fino alla nausea: quante entrate diverse avete oltre allo stipendio? Se non ne avete, dovete cominciare a pianificarne alcune! Quante volte venite pagati per ogni ora di lavoro? Se la risposta è una sola, le vostre entrate sono «lineari». Un dentista, un medico guadagnano molto, ma in modo lineare, cioè non possono prestare il loro servizio a più pazienti contemporaneamente. Un ricco, al contrario, viene pagato più volte per la stessa unità di tempo. In altre parole, mentre svolge il proprio lavoro ha ulteriori entrate che gli fruttano. Se ha due aziende, riceve i soldi da due fonti diverse contemporaneamente e se affitta delle proprietà riceve delle entrate automatiche. Se ha investimenti, quelli fruttano a prescindere da ciò che sta facendo. Impiegate il tempo come fanno i ricchi: cominciate a costruirvi entrate residue. Quante? Almeno una all’anno, in modo che in pochi anni sarete liberi di decidere se continuare a lavorare. Per essere ricchi dovete poter contare almeno su tre entrate differenti. Le vostre entrate aggiuntive: il primo posto dove cercarle Per creare nuove entrate vi abbiamo suggerito di accumulare e investire i vostri risparmi, ma ci sono altre risorse che po71 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 72 tete decidere di investire. La soluzione più ovvia che possa venire in mente è di impiegare il proprio tempo libero in una seconda attività lavorativa. Dal momento che già lavorate (e il vostro primo lavoro occupa buona parte del vostro tempo), è consigliabile che i guadagni derivanti da un secondo lavoro non dipendano dal tempo dedicato, bensì dai risultati prodotti. In un secondo lavoro ideale, inoltre, i vostri risultati non dovrebbero dipendere da azioni dirette, ma dalla gestione di azioni di terzi. La migliore attività, da questo punto di vista, è il network marketing. Come avere un secondo lavoro, anche quando si ha poco tempo libero Anche se in Italia non gode delle giusta considerazione (genera diffidenza perché poco conosciuto e spesso scambiato per ciò che non è), il network marketing è un sistema eccellente per diventare imprenditori part-time. Inoltre, per chi è sprovvisto di basi, è anche un’ottima scuola di vendita e management. Si tratta di un sistema distributivo incentrato sulla vendita di prodotti o di servizi a dei clienti che in seguito possono diventare distributori dei prodotti acquistati, a fronte di una commissione. L’attività di networker consiste quindi nel coinvolgere persone che, a loro volta, possono coinvolgerne altre, affinché si creino delle strutture di distributori e voi possiate guadagnare entrate automatiche con le vendite effettuate dalle vostre «down-line» (cioè dalle persone gestite da voi e dalle persone gestite da chi si trova sotto di voi). È un sistema molto remunerativo: sia in Italia sia, soprattutto, negli Stati Uniti si possono trovare moltissimi milionari che lo sono diventati attraverso di esso. 72 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 73 Entrate automatiche Schema network marketing Io sponsorizzo e guadagno X% Lui sponsorizza e guadagno X% Distributore/ consumatore Distributore/ consumatore Distributore/ consumatore IO Distributore/ consumatore Distributore/ consumatore Distributore/ consumatore Un sistema semplice: ci si associa tramite un distributore/consumatore, si trovano altri che si associano e consumano i prodotti commercializzati. Questi a loro volta vendono e consumano prodotti e si guadagna una percentuale da ognuno, di solito per sempre. Per identificare la società giusta, orientatevi su ottimi prodotti, con un track record di successo (nel mercato italiano) e un business consolidato da anni: non avrete molte difficoltà a trovarne. Poiché dovrete sia gestire persone sia vendere, la società di network marketing per la quale lavorerete vi fornirà una formazione ai massimi livelli, sia di tipo manageriale sia sulla vendita e la gestione del tempo. Quindi l’ulteriore vantaggio di questo sistema è che vi consente di accedere a un know how di valore in cambio di un basso investimento; ciò vi consentirà di acquisire abilità di marketing e management, indispensabili e applicabili poi in qualunque tipologia di azienda, anche quelle che creerete voi stessi. Il network marketing è un vero lavoro nella parte di reclutamento perché, una volta formate, le persone poi producono reddito indipendentemente da voi. Non siate ottusi, non confondete il network marketing con 73 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 74 le catene di sant’Antonio. La gran parte delle società di network marketing hanno dimensioni maggiori delle più grandi aziende italiane e hanno milioni di consumatori in tutto il mondo, con un fatturato di miliardi di euro, e sono quotate alle Borse mondiali. Al momento una parte delle entrate automatiche di Alfio deriva proprio dalle attività di network marketing. Royalties Un sistema «vecchio stile» consiste nel diritto di autore o nei diritti percepiti per un brevetto. Avete qualcosa in casa che funziona a batterie? Se possedete un oggetto di questo tipo, è possibile che abbiate finanziato indirettamente l’inventore che ha brevettato l’indicatore di carica: questa persona guadagna solo pochi centesimi su ogni pila venduta (ma poiché vengono venduti milioni di pile, tutti i giorni, in ogni parte del mondo, potete facilmente immaginare l’entità delle sue entrate quotidiane). Tempo fa è comparsa su un noto settimanale un’intervista a Gianni Boncompagni: l’autore dichiarava che le maggiori entrate del suo patrimonio erano dovute ancora oggi a diritti di diffusione per alcune sue canzoni, composte anni fa, che continuavano a generare entrate continue, senza alcun intervento ulteriore da parte sua. Se avete delle competenze particolari, scrivere un libro o produrre del materiale artistico-culturale può costituire un’ottima fonte di entrate automatiche. Tuttavia, come abbiamo detto, si tratta di un sistema vecchio stile e potrebbe risultare assai lento o poco remunerativo nella società attuale, come sistema di guadagno: il guadagno per i diritti di questo libro potrebbe essere decisamente maggiore se decidessimo di commercializzarlo via Internet. Inoltre ciò ci esenterebbe 74 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 75 dall’affrontare le lungaggini burocratiche tipiche dell’editoria tradizionale.* Una valida alternativa ai vecchi sistemi è la rete web: tutto ciò di cui avete bisogno è del materiale informativo di qualità e una piattaforma attraverso la quale distribuirlo. Web-imprenditoria Internet è un mezzo formidabile, che vi permette di vendere prodotti in tutto il mondo in tempo reale. È semplice da creare, facile da testare, economico da produrre, veloce da inventare. In più possono essere commercializzati anche prodotti di terzi o vecchi oggetti di uso comune che non utilizziamo più. Il costo di partenza non varia molto se si ha una grande azienda o una piccola impresa: in partenza è basso, in mantenimento bassissimo. Avete degli hobby? Coltivate interessi di nicchia? Siete esperti in un argomento particolare? Molti passano il tempo libero a guardare la tv, in altri casi invece il tempo libero è stato il biglietto di ingresso nel business per molti imprenditori. Se possedete informazioni specifiche e particolari, potete diventare un «info-imprenditore»: si tratta del principale mercato sviluppabile in rete. Può trattarsi di materiale video, audio o formato e-book (che in questo periodo vanno per la maggiore). Ha un valore percepito altissimo, si trasporta facilmente, può essere «linkato» attraverso delle semplici email in pochi minuti e raggiunge chiunque, in qualsiasi parte del mondo, in modo automatico e a costo zero. Una volta che la pubblicità del vostro «infoprodotto» arriva al cliente (attraverso campagne specifiche di semplice ideazione), questi decide se acquistarlo o meno, * Naturalmente, stiamo analizzando la remuneratività lineare diretta: i vantaggi in visibilità e prestigio, nel pubblicare con una casa editrice rinomata, ripagano enormemente gli sforzi e il mancato guadagno di una commercializzazione diretta tramite web. 75 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 76 versando direttamente sul vostro conto corrente la cifra stabilita. A questo punto il vostro sito Internet non fa altro che inviare automaticamente una email o il link attraverso cui scaricare dei file. Si tratta di un’attività che, una volta impostata, genera utili a qualsiasi ora del giorno o della notte e senza impegno di tempo da parte vostra. Un’altra nuova frontiera della web-imprenditoria consiste nello sviluppare applicazioni per prodotti come iPhone, iPad o simili. Non è necessario essere dei «geni» del computer: moltissime aziende sono disponibili a investire nello sviluppo di applicazioni, ideate da chi ha interessi particolari o competenze di nicchia. A seconda del contratto stabilito, si percepiscono poi degli utili, ogni volta che viene scaricata l’applicazione. Nel caso dell’iPhone, inoltre, sono gli stessi Apple Store che si occupano di distribuire il prodotto. Non fatevi assumere da un’azienda: assumetela voi! Se non avete talenti particolari o inclinazioni artistiche di qualche genere, un altro passaggio consiste nell’investire il denaro risparmiato per acquistare attivi che generino interessi sul mercato finanziario, ovvero investire in aziende che generino utili distribuendo i propri dividendi. Pensate come sarebbe bello poter tornare indietro nel tempo e comprare quote di colossi come Microsoft, quando ancora si trattava di piccole aziende con sede in uffici striminziti! Esistono investitori che l’hanno fatto e ora sono miliardari. L’episodio più famoso riguarda un manager di Intel che diede un po’ di liquidità e qualche garanzia personale alla banca, per far partire una società dall’interno di un garage. Quella società si chiamava Apple Computer. Potete trovare questo tipo di investimenti, ad alto rischio ma altissimo rendimento (cioè con un buon rapporto rischio/rendimento), attraverso contatti personali o studi professionali, come quelli di 76 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 77 un commercialista o di un buon avvocato. Nel prossimo Pilastro ci dedicheremo a questo tipo di attività; tuttavia, invece di esserne la parte investitrice, saremo coloro che propongono l’investimento: ci impegneremo a trovare denaro per le nostre iniziative, quando non disponiamo di risorse economiche. I «giocattoli» dei grandi Come abbiamo visto, la differenza tra un ricco e un povero molto spesso non è nel sapere generare denaro, ma nella capacità di spenderlo correttamente e saperlo investire. La classe media spende mediamente tutto quello che guadagna e, quando le entrate aumentano, aumentano in proporzione anche le spese, talvolta i risparmi, raramente gli investimenti. Solitamente, all’aumentare dello stipendio, per la classe media crescono in proporzione anche i debiti perché aumentano i loro standard: vogliono (a buon diritto) comprare una casa più grande (come abbiamo già visto, ai ricchi al più interessa «possederla», che è ben diverso) e una macchina più potente, perché considerano queste cose uno status symbol. I ricchi, invece, definiscono case e macchine un «giocattolo da grandi». Vestiti e beni di lusso aumentano le spese, lasciando sempre meno possibilità e tempo per programmare investimenti redditizi. I ricchi hanno un «focus» totalmente diverso: concentrano i loro sforzi non sul lavoro, ma su come avere, acquistare, fondare attività che portano denaro nelle loro tasche. E non sono interessati ad acquistare «giocattoli», preferiscono «possederli» (non ci stancheremo mai di ripeterlo). Per un ricco non è importante essere proprietario di auto, beni di lusso o in generale di ciò che rende più piacevole e divertente la vita: in gergo si chiamano appunto «giocattoli da grandi» proprio perché sono l’equivalente dei balocchi dei bambini e ai ricchi interessa solo la facoltà di disporne liberamente. 77 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 78 I poveri acquistano, i ricchi possiedono! Avete presente quelle splendide imbarcazioni che si vedono ormeggiate nei moli delle più esclusive località marittime, con a bordo persone sorridenti? Vi siete mai chiesti come possano permettersi un tale bene di lusso?* Nove volte su dieci la risposta è che non possono! Sapete chi può acquistarle per loro? La società che possiedono! E se la società che possedete diventa proprietaria di una bella barca a vela, voi possedete la barca, cioè ve la godete, senza esserne i proprietari. Troppo veloce? Proviamo in questo modo. Anche se l’abbiamo già anticipata, l’obiezione più comune che potete aver espresso è: Ok, ma se non ho soldi, non posso creare entrate automatiche! Ecco la credenza limitante vista nel primo capitolo! Ricordate? «Non servono soldi per far soldi!» Per spiegarvi il concetto, evidenziamo un passaggio di poco fa: «(I ricchi) non sono interessati ad acquistare giocattoli» ma «preferiscono possederli» * Per dovere di precisione occorre specificare che in molti casi non si tratta di beni di lusso; tali oggetti del desiderio sono infatti talmente elitari da superare questa definizione e rientrare in una categoria superiore: i «beni inaccessibili». Cioè impossibili da possedere per le persone comuni. 78 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 79 Mentre leggete il prossimo brano, ricordatevi di queste parole... Dagli appunti di Lorenzo… «I giocattoli di Alfio» (Caro Diario) Poco tempo fa Alfio ha creato un’attività molto divertente: comperare auto da sogno e noleggiarle ad aziende e privati. Come sua abitudine ha stilato un business plan e ha proposto ad alcuni amici e conoscenti di investire nella società comprando alcune quote. Ovviamente lo ha proposto anche a me. L’aspetto divertente dell’affare era che, contemporaneamente all’investimento per creare la società, si possedevano anche «quote tempo» delle autovetture. E così potevi ritrovarti al volante di costosissime auto da sogno: Ferrari, Porsche, Maserati, Lamborghini, Aston Martin, Bentley, le quali però, in linea con gli insegnamenti dei corsi di Alfio, non erano costate un euro (l’esborso economico è in realtà un investimento) e invece di sottrarre denaro dalle tue tasche lo aggiungevano. Dal momento che questo tipo di «giocattoli» non è nei miei interessi in questa fase della mia vita (mi piace descrivermi come uno che «passa sotto il livello dei radar»), decisi di investire lo stesso denaro in un altro ramo a me più affine: l’immobiliare, in cui misi i proventi di alcune operazioni derivate da aste giudiziarie. A tutt’oggi non mi fa molto effetto, quando passo a trovare Alfio a Milano, scendere nel parcheggio sotto i suoi uffici e vederlo scegliere tra auto da sogno. Mi fa, al contrario, molto più effetto constatare che spesso, per motivi pratici, prendiamo la mia auto, che è una semplice (ma adorabile!) Fiat 500. Confesso tuttavia che veder arrivare i miei amici, alcuni dei quali guadagnano meno di me, al volante di una Bentley o di una Ferrari, mi dà una strana sensazione. Questo piccolo «gioco letterario» (non si tratta ovviamente della pagina di un diario!) è fatto per spiegare in modo sem79 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 80 plice il concetto di «attività» creata «in leva finanziaria» (spiegheremo più avanti il significato di questa espressione). L’aspetto più importante di questa vicenda è che Alfio può tranquillamente acquistare per sé qualunque tipo di auto o bene di lusso; il motivo per cui non lo fa è lo stesso che gli permette di farlo: invece di spendere soldi per acquistare giocattoli, preferisce utilizzare il denaro di terzi per possedere giocattoli, creando un’attività che generi ulteriori utili, che vanno ad aggiungersi a quelli correnti. Questo esempio evidenzia come «possedere» qualcosa, cioè godersela, sia ben diverso dall’acquistarla, cioè pagarla. Voi siete già ricchi Tutto parte dal niente. Arriviamo al mondo nudi e ignoranti. E anche quando i ricchi creano un nuovo progetto lo fanno partendo da zero, nel senso che puntano a crearlo senza intaccare le proprie finanze. Questo capitolo prevede due check: uno ha a che vedere con un bilancio delle vostre risorse materiali, l’altro con quelle immateriali. Sono entrambi importanti anche se, forse, il secondo lo è anche più del primo. Cominciamo con ordine. Se avete seguito le istruzioni di questo capitolo, vi siete trovati a fare un bilancio delle vostre attività e delle passività. Consideratelo il check materiale. Proprio come in un’azienda, le vostre attività sono costituite dalla cassa, dagli investimenti liquidi, dagli immobili e da tutti i beni strumentali che per un’azienda sono i macchinari. Le passività sono i debiti e i mutui. Quando sottraiamo i debiti dalle attività, abbiamo la vostra ricchezza reale (come quella della società). 80 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 81 Quel valore è il vostro bilancio materiale. Ma esiste anche un bilancio di attività che non sono visibili e che costituiscono la vera sorgente della ricchezza. A quali attività ci riferiamo? Nel caso specifico di una «persona/azienda» sono la creatività, l’immaginazione, la generosità, il coraggio, la costanza, l’integrità, la capacità di vendita e di persuasione, il marketing, le relazioni e la gestione del tempo. Purtroppo abbiamo anche le passività non visibili: come la paura, la rabbia, l’ansia, le esitazioni, la pigrizia, una cattiva reputazione, una scarsa organizzazione. In aggiunta, tutte le ulteriori risorse di cui abbiamo necessità, tangibili o intangibili, sono possedute da qualcuno, in qualche posto, in questo momento. Sono ciò che chiamiamo gli asset immateriali. Dopo aver valutato le vostre risorse materiali, incominciate a valutare anche i vostri asset immateriali, perché nel prossimo Pilastro impareremo come utilizzarli per «sollevare» il denaro che ci occorre. Abitudine n. 6 Investire in formazione In molti si lamentano perché, pur avendo 10 anni di esperienza in un determinato settore, non vengono retribuiti di conseguenza. La verità è che spesso, pur lavorando effettivamente da una decina d’anni, non hanno realmente «10 anni di esperienza», ma solo l’esperienza di un anno ripetuta dieci volte. Non hanno mai frequentato un singolo corso per migliorare la loro situazione e non hanno mai letto spontaneamente più di un libro sul loro lavoro; spesso, pur volendo guadagnare di più, non hanno mai pensato di partecipare a un seminario specifico sul denaro o la ricchezza. Il segreto è: 81 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 82 Non si vale di più con il passare del tempo, si vale di più solo se abbiamo incrementato il nostro valore! Le nostre entrate difficilmente superano il livello del nostro sviluppo personale. Per valere di più, ottenere di più e fare di più, dobbiamo cambiare. Se rimaniamo come siamo oggi, rimarremo fermi per sempre. Continuare a imparare è il requisito minimo per aver successo in ogni settore della vita. Se non cambiamo noi stessi, se non miglioriamo, avremo soltanto quello che abbiamo sempre ottenuto. È il valore che fa la differenza: non possiamo creare più tempo, ma possiamo aumentare il valore per unità dello stesso tempo ed essere pagati per questo nostro valore. Non rientrate nella media! Il mercato paga in modo straordinario per performance straordinarie. Il vostro obiettivo non può essere quello di diventare una persona «media» o «appena al di sopra della media». Il vostro obiettivo deve essere quello di diventare un esperto nel vostro settore, qualunque esso sia. Pensate ai migliori sportivi: che cosa fanno per essere ai massimi livelli? Semplice: si allenano più e meglio di altri, con costanza e abnegazione. Il vostro allenamento si chiama studio, la vostra palestra, formazione. Se siete dei manager, impegnatevi a diventare dei manager eccezionali! Se siete un imprenditore, studiate gli imprenditori di successo e le strategie che hanno usato; se siete dei commerciali, continuate per tutta la vita a essere studenti del processo di vendita: il 20% dei migliori venditori guadagna in media ben 16 volte in più dell’80% degli altri (e il 10% di quel 20%, anche molto di più!). Siate proattivi e propo82 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 83 sitivi: sforzatevi di creare una nuova idea al giorno su come potreste fare per migliorare ogni aspetto del vostro business. La mente è come un muscolo che si sviluppa se lo si utilizza e l’apprendimento continuo è uno dei requisiti base del ventunesimo secolo. Nella vita ci sono due modi per imparare: • apprendere dalle proprie esperienze; • apprendere dalle esperienze degli altri. Gli eventi della vostra vita sono la miglior fonte di informazione: non fate che scorrano senza lasciare traccia! Alla fine della giornata prendetevi qualche minuto di riflessione per rivedere ciò che vi è successo, cosa avete fatto durante la giornata, in che direzione vi siete mossi, chi avete incontrato. Valutate le decisioni prese e quelle che avete evitato di prendere. Riflettete su ciò che avete o non avete realizzato e su quello che avreste dovuto o voluto fare. Alla fine della settimana, prendetevi un paio d’ore per riflettere su come è andata e progettate la settimana successiva. Alla fine di ogni mese prendetevi mezza giornata per riflettere sul mese trascorso e pianificare dettagliatamente il prossimo. Fate lo stesso a fine anno, ma dedicate un’intera giornata a esaminare l’anno che è appena trascorso e a programmare l’anno che verrà. Imparare dal nostro passato è il modo più veloce per decidere la strada migliore da imboccare nel nostro futuro. Un altro modo per imparare è studiare l’esempio di altri: Jim Rohn afferma che tutti i leader sono dei lettori, cioè persone che studiano e si informano in continuazione in campi anche diversi da quello in cui sono specializzati. Leggete le biografie di coloro che hanno ottenuto ciò che volevano, ne trarrete suggerimenti su come hanno ottenuto risultati straordinari e scoprirete gli errori che hanno commesso e quali insegnamenti ne hanno tratto. George Fontanills, uno dei maggiori trader al mondo, ha letto tutto sui top trader esistenti e sa 83 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 84 citare a memoria tutti i libri scritti sull’argomento (ha letto anche i libri di Alfio: un suo commento in proposito è riportato sulla quarta di copertina de I soldi fanno la felicità). Che cosa potrebbe accadere se leggeste un nuovo libro a settimana, riguardante il vostro settore? In un anno avreste letto ben 52 libri sull’argomento e apparterreste a quella fascia di individui che possiedono conoscenze specifiche sopra la media! Pensateci: questa piccola, piacevole abitudine, da sola, aggiungerebbe un valore incredibile alle vostre competenze! Ma non basta: «Rubate» con occhi e orecchi! Se volete aver successo nella vita, dovrete essere più di un buon lavoratore/lettore: dovrete diventare un buon ascoltatore e osservatore. Notate quello che fanno le persone di successo. Perché? Perché il successo lascia traccia! Informatevi su come organizzano il loro tempo: quali sono le loro abitudini. Vi accorgerete che per aver successo, ognuno di noi crea degli schemi di comportamento che si ripetono giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, mese dopo mese. Osservate quello che fanno le persone ricche: seguite seminari tenuti da persone di successo, notate il loro linguaggio del corpo e chiedetevi quali sono le loro convinzioni. La ricerca della conoscenza è la strategia primaria per diventare ricchi nella propria vita. Ricordate: Una educazione nella media ha l’obiettivo di farvi ottenere risultati nella media, una educazione fuori dall’ordinario ha lo scopo di farvi ottenere risultati straordinari 84 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 85 Dalla scrivania di Alfio… Abbiamo assistito tutti al decollo del mercato finanziario e al suo tracollo. All’inizio dell’era Internet tutti erano diventati investitori. La verità è che queste persone hanno giocato a un gioco senza conoscerne le regole. E hanno perso. Ho dei clienti che nell’era Internet hanno perso oltre l’80% del loro patrimonio. Persone che erano abituate ad avere milioni di euro in banca si sono ritrovate col loro patrimonio distrutto. Mentre il mercato crollava, io non ho mai guadagnato così tanto. Come mai? Perché mi sono preso la responsabilità dei miei soldi e li ho investiti con oculatezza, conoscendo gli strumenti e investendo molto denaro in corsi di formazione. Sono appena tornato da Orlando, in Florida, dove ho frequentato un corso avanzato di opzioni con i migliori trader al mondo. E indovinate un po’ quanti italiani c’erano? Solo io! Effettivamente il corso era un po’ costoso, circa 5.000 dollari, escludendo le spese di viaggio e soggiorno. Però, prima di partire un mio amico era venuto da me a chiedermi dei consigli sulla sua situazione finanziaria. Aveva perso circa 160.000 euro in Borsa e gliene rimanevano solo 40.000. Gli dissi che il migliore investimento che poteva fare era venire con me a frequentare quel corso e imparare dai migliori investitori al mondo. Sapete cosa mi ha risposto? Troppo costoso! Io invece credo che non conoscere le regole del gioco per lui sia stato molto più costoso. Frequentate corsi di valore! Lo so, siamo gli autori di questo libro, teniamo corsi di formazione e ora vi stiamo consigliando di frequentare dei corsi: sembra una televendita a metà del film! Siete liberi di pensarlo, se lo volete: la verità è che non mostreremmo il fianco a una critica così facile, se non credessimo tanto nella formazione. I corsi costano. I corsi di valore, dal vivo, tenuti da formatori d’eccellenza, costano ancora di più. 85 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 86 Sommando gli studi di entrambi, abbiamo speso per la nostra formazione personale centinaia di migliaia di euro: abbiamo frequentato corsi e studiato con i più grandi trainer del mondo; nomi come Robert Kiyosaki, Brian Tracy, Robert Allen, George Fontanills, Donald Trump, Harv Eker, Jack Canfield, Jay Abraham, Bob Circosta, Richard Bandler, John Grinder, Anthony Robbins, Robert Dilts, John La Valle, David Gordon. Eppure non si tratta di una spesa, ma di un investimento. Chi ci chiede quanto abbiamo speso per frequentare un corso ci fa una domanda sbagliata. La domanda corretta che tutti dovrebbero porsi non è «quanto costa quel corso», bensì «quanto vale quel corso». Investire in formazione è come assumere nuove persone: bisognerebbe considerarle non per quanto costano, ma per quanto valgono come collaboratori. Se partecipare a un seminario costa 6.000 euro, ma impariamo a investire guadagnando un altissimo tasso di rendimento, quanto vale quell’investimento? Tuttavia, alcuni sono diffidenti a priori con questo tipo di consigli, specie se arrivano da chi, come noi, di mestiere tiene proprio quei corsi. A volte, nella vita, bisogna rischiare. Specie quando si tratta di investire su noi stessi. Frequentate corsi di valore: non necessariamente i nostri. Abitudine n. 7 Gestire il tempo pianificando obiettivi Indovinate quali sono i corsi più richiesti nelle aziende. Sono «time management» e «goal setting». È un dato, questo, che ci dà molto da pensare: come mai le aziende che investono su professionisti in carriera si concentrano proprio su questi due aspetti? Stiamo parlando di quadri aziendali che ricoprono qualifiche dirigenziali o manageriali e che «dovrebbero» 86 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 87 aver già dimostrato di saper pianificare tempo e obiettivi in modo da conseguire i secondi ottimizzando il primo. Come mai, allora, avvertono l’esigenza di continuare a studiare? Riteniamo che la ragione sia da ricercare nell’argomento di cui abbiamo parlato nel primo Pilastro della ricchezza: l’ambiente. Viviamo in un ambiente culturalmente poco propenso alla pianificazione degli obiettivi. Neppure il sistema scolastico ci prepara adeguatamente al loro raggiungimento: dalle elementari al diploma apprendiamo da un «controllore» che ci assegna «compiti a casa» (l’equivalente lavorativo delle procedure da svolgere) e ci esamina con dei «compiti in classe» (che, rapportati al mondo aziendale, assomigliano a «verifiche di produttività»). Siamo molto preparati sulla teoria: sappiamo tutti quanto sia importante pianificare gli impegni ma, nella pratica, gestiamo al meglio quasi esclusivamente le scadenze: mai i desideri. Urgenza o importanza? Nella gestione del tempo, ogni nostra azione può essere vagliata secondo parametri di urgenza e importanza e rientrare in una di queste quattro aree: • • • • area della dispersione; area della distrazione; area della pressione; area della proattività. L’urgenza è riferita a cosa è importante «per noi» (non «in generale»), secondo i nostri valori personali: il sistema di riferimento è soggettivo. L’importanza fa riferimento al tempo: tutte le scadenze e gli impegni con limiti temporali. 87 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 88 L’area della dispersione è costituita da tutte quelle faccende non urgenti e non importanti che svolgiamo nella vita. Sono tutte quelle attività che ci «anestetizzano»: guardare la tv per ore, mangiare quando non abbiamo fame, rimbambirci davanti ai videogiochi. Sono tutte occupazioni utili, se svolte per poco tempo e con lo scopo di rilassarci, ma diventano deleterie se protratte nel lungo periodo. Ovviamente, nessuna di queste attività era urgente e, dopo averle fatte, non provate soddisfazione: è tempo buttato. Lo stato d’animo provato più frequentemente da chi passa molto tempo in quest’area è l’insoddisfazione. L’area della distrazione è composta da attività urgenti che non sono importanti per noi: tutte le scadenze, le bollette, gli impegni che svolgiamo al posto di altri. Gli impegni di quest’area spesso, per il loro carattere di urgenza, vengono anteposti alle attività davvero importanti. A volte lo facciamo per convenienza: sentirci «affaccendati» in mille occupazioni, infatti, ci evita di essere «impegnati» in cose che ci costerebbero uno sforzo mentale più grande. È il caso tipico di chi non affronta i propri problemi, pur avendone la soluzione, anteponendo come scusa la mancanza di tempo. Lo stato d’animo prevalente in quest’area è il senso di delusione. L’area della pressione comprende impegni per noi importanti, che svolgiamo in urgenza. È la dimensione dello stress: a fine giornata ci sentiamo stanchi ma appagati. Spesso in quest’area «vivono» i piccoli imprenditori, alle prese con la loro azienda. L’area della proattività è quella di chi delega, ha alleati, anticipa i problemi. Lo stato d’animo di quest’area è la soddisfazione. Vivere in quest’area permette di controllare più attività contemporaneamente, gestire più aziende e controllare più investimenti. Ora che avete preso visione delle differenti aree, controllate l’agenda e passate in rassegna i vostri impegni stabilendo a quali categorie appartengono. In quale area vivete più spesso? 88 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 89 Vi appuntate solo impegni con una scadenza? In questo caso vi sarà molto difficile vivere nell’area della proattività: segnate i risultati che volete raggiungere per voi stessi e date loro una scadenza decisa da voi! In questo modo sarete in grado di scegliere a quali impegni lavorare e potrete portarvi avanti nella realizzazione di cose che generano soddisfazione a voi stessi, non agli altri. Se scoprite di vivere la maggior parte del tempo nell’area della proattività, non rallegratevi troppo: è possibile che stiate chiedendo troppo poco a voi stessi e che abbiate abbassato i vostri standard. L’equilibrio ideale consiste nel bilanciare l’area della pressione e quella della proattività, indugiando il meno possibile in quella della distrazione e senza scivolare mai in quella della dispersione. Dalla scrivania di Alfio… Una sera, mentre mi trovavo in Messico per frequentare un corso, incontrai nella veranda dell’albergo John, il mio trainer. Avevamo appena cominciato a chiacchierare quando, a un certo punto, John mi interruppe e mi disse: «Alfio, la cosa migliore che io posso fare per te non è darti più informazioni, ma lavorare un po’ sulla lista dei tuoi obiettivi. Vai a prenderla!» Io gli risposi: «No… ma non ce l’ho...» «Allora vai a prenderla in camera», mi disse. «No, non ce l’ho neanche in camera.» «Allora vai a prenderla in macchina.» A quel punto confessai: «Sai, veramente non l’ho mai scritta». Mi guardò dritto negli occhi e disse: «Capisco! Scommetto che ti sono rimasti pochi dollari sul conto corrente, o che tu sia pieno di debiti. Vero?» Ma come faceva John a sapere che non avevo soldi? Anzi, che ero proprio in bolletta e avevo usato gli ultimi soldi rimasti sulla mia carta di credito per iscrivermi a quel corso? John aggiunse: «Come fai a essere finanziariamente libero se non l’hai progettato? Come fai a sapere a che punto sei finanziariamente se non lo controlli?» È da quel giorno che ho cominciato a capire che se avessi voluto diventare finanziariamente libero e ottenere qualcosa nella vita, avrei dovuto avere un buon piano. 89 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 90 Si è leader se si ha una meta! Che cosa significa essere leader o avere leadership? È importante capirlo, perché coloro che sono diventati ricchi, e la maggior parte di chi ha conservato il patrimonio di famiglia, hanno fatto leva sull’ingrediente fondamentale e imprescindibile della leadership. Ma per guidare qualcuno o voi stessi verso una meta, bisogna avere prima di tutto una chiara idea di quale sia il punto d’arrivo. Un leader è tale in quanto ha una direzione, una destinazione, un obiettivo: non sempre conosce la strada, a volte non sa come raggiungerla, ma un leader ha sempre una meta! La prima cosa da fare per acquisire leadership è confrontarsi con un risultato, un obiettivo da raggiungere. Fissate subito il vostro o rischierete di ritrovarvi a correre senza una meta precisa. Dalla scrivania di Alfio… Tra le lezioni impartitemi da John quella sera, ci fu una frase che non dimenticherò mai: «Se non hai un progetto e degli obiettivi per la tua vita, qualcun altro li avrà per te». Ho frequentato centinaia di corsi da allora, ma questa resta una delle frasi che più mi hanno colpito. Inorridisco all’idea che qualcun altro abbia un progetto per la mia vita: voglio essere io a progettarla e a viverla! Quello che ho appreso, nel mio percorso da uomo pieno di debiti a multimilionario, è che non è importante da dove vieni, ciò che conta davvero è sapere dove vuoi andare. Senza obiettivi, la vita è come se ci scorresse addosso. Vivere senza obiettivi precisi è come tendere l’arco e accorgersi solo dopo aver scagliato la freccia di non avere un bersaglio al quale puntare. 90 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 91 Questione di S.A.R. S.A.R. è l’acronimo di «sistema di attivazione reticolare». Durante questo processo la mente si attiva alla ricerca di opportunità utili, permettendo al cervello di porre l’attenzione su determinati aspetti, tralasciandone altri. Un po’ come quando decidiamo di acquistare un certo modello di automobile e cominciamo a vederla dovunque: abbiamo dato al nostro cervello l’istruzione di tararsi su ciò che cerchiamo e incominciamo a notare quell’autovettura dappertutto. Se sono orientato a cercare una cosa, prima o poi la troverò; allo stesso modo, se ci immaginiamo già ricchi, faremo caso automaticamente a tutte le nuove possibilità e si apriranno nuove strade che magari, semplicemente, prima non vedevamo. Immaginate quanto possa incidere nella nostra vita attivare il nostro «sistema di attivazione reticolare» sulle opportunità o sui limiti che si presentano attorno a noi. Ci sono persone che si domandano: «Come faccio ad arrivare a fine mese?» «Come mai ho così pochi soldi da parte?» Continuando a porsi questo tipo di domande, molto difficilmente si noteranno delle opportunità redditizie. Al contrario domande del tipo: «Come posso aggiungere un’entrata automatica al mio reddito?» oppure: «Come posso guadagnare tale cifra in tale tempo?» o ancora: «Come posso diventare finanziariamente libero entro questa data?» spostano totalmente la nostra attenzione e ci mettono in uno stato mentale totalmente diverso. Le 4 fasi chiave di un obiettivo Scegliere l’obiettivo è fondamentale, ma si tratta della parte più facile o, per dirla in un modo più affascinante, una cosa è conoscere la via, un’altra imboccarla. Che cosa implica darsi un obiettivo? 91 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 92 1. Osservatevi onestamente allo specchio. Siate onesti sulla vostra attuale condizione. Non mentite a voi stessi. Prendersi la responsabilità di formulare consapevolmente i propri obiettivi significa in primo luogo preoccuparsi di vedere «dove siamo» rispetto ai nostri progetti (personali e professionali), per capire davvero se siamo disposti a pagare il prezzo necessario per raggiungerli. Se vogliamo avere il controllo della nostra vita, dobbiamo sapere che cosa vogliamo e dove intendiamo arrivare. Ponetevi domande dirette: «Che cosa voglio essere tra cinque, dieci, vent’anni? Che significato voglio dare alla mia vita? Dove voglio arrivare professionalmente? Che cosa voglio diventare in quanto persona?» 2. Datevi una scadenza. Sapete qual è la differenza tra un sogno e un obiettivo? Il sogno non ha scadenza, l’obiettivo sì. Per cui, ciò che dovete fare per realizzare i vostri sogni è dare loro una data entro la quale li avrete raggiunti o li metterete da parte: per esperienza vi garantiamo che la maggior parte di voi resterà sorpresa da quanti sogni tenuti fino a ora nel cassetto si avvereranno; o, nel caso peggiore, almeno smetterete di vivere un presente reso sopportabile solo da un carico di illusioni su un improbabile futuro. 3. Impostate il percorso. Avete un piano d’azione o sperate semplicemente che, in qualche modo, le cose migliorino da sole? Preoccupatevi di identificare le azioni necessarie per raggiungere i vostri obiettivi! Domandatevi semplicemente: «Sono più vicino al mio scopo, rispetto a un mese fa? Sto lavorando concretamente affinché si realizzi? L’anno prossimo sarò più vicino alla meta rispetto ad adesso? In che modo?» Perché i nostri obiettivi possano divenire reali e non rimanere castelli in aria, dobbiamo crederci e assumerci la responsabilità di delineare passo per passo questo cammino! Il successo in questo mondo è di chi compie questo 92 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 93 sforzo. Si tratta di stabilire il prezzo e pagarlo; senza la seconda parte della frase, la prima è mera conversazione. 4. Continuate a muovervi. Winston Churchill fu invitato a tenere un discorso ad alcuni neodiplomati. Gli studenti aspettavano con impazienza, ansiosi di apprendere da quel grande statista che cosa lo rendesse tanto straordinario. Churchill guardò i ragazzi e tuonò: «Mai, mai, mai, mai, mai, mai, mai, mai, rinunciare!» Poi tornò a sedersi senza dire altro. Dalla scrivania di Alfio… Spesso mi dicono che io ho il pregio di «partire» non appena mi viene in mente un’idea. Io sono della «filosofia Microsoft», faccio e poi correggo strada facendo. Di solito quando ho un’idea inizio raccontando il progetto a tutti e piano piano trovo alleati che mi aiutano a raggiungere i miei obiettivi. È stato così con la catena di caffetterie americane Arnold Coffee. È così in questo momento con la mia nuova società di acqua minerale. In pochi sperimentano l’ebbrezza che si prova nel fissare i propri obiettivi: averli davanti agli occhi ogni mattina al risveglio e la sera prima di addormentarsi. Al contrario i più, leggendo queste parole, avranno avvertito un senso di pesantezza allo stomaco. Lo ripetiamo: È inebriante fissarsi nuovi obiettivi! Vi siete mai svegliati con una «magnifica ossessione» davanti agli occhi? 93 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 94 A che livello gestite il tempo? Spesso si sente dire (da persone che milionarie non sono): «Ci vuole tutta una vita per diventare milionari». Anthony Robbins, il famoso formatore statunitense, considerato uno dei cento intellettuali più ricchi e influenti del pianeta, afferma: «La maggior parte delle persone sopravvaluta quello che può fare in un anno e sottovaluta enormemente ciò che si può compiere in dieci anni». Siamo assolutamente d’accordo con lui: avete mai conosciuto persone che all’inizio dell’anno stilano una lista di buone intenzioni? Leggendo quella lista la loro vita dovrebbe cambiare nel giro di 12 mesi eppure ogni anno le voci su quell’elenco restano sempre le stesse: come mai? Perché pretendono di cambiare tutto nel giro di poco tempo e non riuscendo a passare da zero a cento in qualche mese perdono di entusiasmo e rinunciano! A questo proposito vogliamo condividere con voi uno schema di autovalutazione molto interessante sui «6 livelli di gestione del tempo» appreso da Lorenzo nel periodo in cui collaborava con il nostro collega Roberto Re: q q q q 94 1° Livello - Abilità di gestire l’area delle azioni singole: per esempio fare la spesa, pagare le bollette, passare alla posta, fare una telefonata. 2° Livello - Abilità di gestire un obiettivo articolato: stilare un piano d’azione, iniziarlo e portarlo a termine. Per esempio seguire una dieta, pagare le rate di un mutuo o accumulare un piano pensionistico. 3° Livello - Abilità di gestire un progetto: un progetto è definito come una serie di obiettivi i cui risultati, sommati, conducono verso un risultato finale più grande, verso una meta precisa. Per esempio l’analisi di un investimento, il reperimento di mezzi e risorse per realizzarlo e la sua attuazione. 4° Livello - Abilità di gestire una categoria di miglioramento: a livello personale queste categorie sono: salute, finanze, Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo q q 20-04-2010 14:08 Pagina 95 emozioni, relazioni. A livello professionale sono: vendita, amministrazione, marketing, contabilità. Sapercene occupare significa avere più progetti per ciascuna area e saperli gestire contemporaneamente. 5° Livello - Abilità di gestire un’area manageriale: personale, professionale o imprenditoriale, ognuna composta da varie categorie di miglioramento. Chi opera una gestione del tempo a questo livello è in grado di gestire efficacemente un’area e le categorie che la compongono. 6° Livello - Abilità di gestire aree multiple di management: cioè saper gestire le aree precedenti, quando sono più di una e i cui progetti, obiettivi e sotto-obiettivi si intersecano fra loro. Come avrete notato, i livelli sono 6: dal più improvvisato e privo di organizzazione a quello più evoluto: a quale livello siete in grado di vivere? Dove spendete le vostre energie? Segnate con una «X» la vostra posizione. Fissate la meta, assicuratevi che quella che state percorrendo sia la VOSTRA strada e, se così non fosse, date una svolta decisiva alla vostra vita. Adesso. E non fermatevi più! Non date la caccia ai topi, ma neppure ai dinosauri! James Carville e Paul Begala, autori del libro Buck Up, Suck Up and Come Back When You Foul Up, usano la seguente analogia per illustrare la ragione per la quale la maggior parte delle persone fallisce nel raggiungere il livello di successo che vorrebbe ottenere: Immaginate un leone in cerca di cibo nella savana africana. Se rincorresse un topo di campagna, le energie che utilizzerebbe per catturare la preda sarebbero maggiori di quelle che ne ricaverebbe mangiandola. Se dovesse rincorrere un’antilope, anche impiegando molte più energie per la cac95 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 96 cia, sarebbe poi in grado di vivere bene per molte settimane, grazie ai frutti del proprio successo. Il significato di questa metafora è il seguente: considerando che inevitabilmente dovrete impiegare una parte del vostro tempo alla conquista di qualcosa, dovreste quantomeno cercare di ottenere «un premio» per cui valga la pena investire del tempo, invece che qualcosa di insignificante. Vogliamo aggiungere qualcosa a questa metafora: nel corso degli anni abbiamo avuto modo di constatare che alcuni individui mirano troppo in basso con i propri sogni, progetti e obiettivi, mentre altri si sbilanciano eccessivamente pensando: Bene, se un’antilope è più soddisfacente di un topo di campagna, perché non utilizzare le mie energie per inseguire il mostro di Loch Ness? Dopotutto, devo solo catturarlo una volta e non dovrò andare a caccia mai più! Sono le persone che tentano di guadagnare un milione di euro in 30 giorni, anche se non hanno mai guadagnato più di 10.000 euro in un anno, oppure si aspettano di diventare una star del cinema dopo una settimana a Hollywood. A questi lettori vorremmo consigliare di procedere gradatamente: iniziate per esempio a porvi l’obiettivo di raddoppiare le vostre attuali rendite e, dopo averlo fatto, provate a duplicarle nuovamente. In economia si possono coprire in poco tempo lunghe distanze, a patto che siate disposti a compiere un passo alla volta. Una dieta a base di un topo di campagna o del mostro di Loch Ness potrebbe condurre a un decesso prematuro del vostro business, della vostra carriera o del vostro progetto. Al contrario, una dieta «a base di antilope» vi potrà far raggiungere la libertà finanziaria molto più velocemente. Fare il dipendente è un progetto da «topo», non a caso gli americani la definiscono rat race: la corsa del topo. Creare una propria azienda, partecipare a un network marketing, imparare 96 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:33 Pagina 97 l’Internet marketing è un obiettivo A (Antilope). Cercare di vendere un castello da 30.000.000 di euro senza avere capacità ed esperienza è un progetto MDL (Mostro di Loch Ness). Piano d’azione Pilastro n. 2 - Abitudini Check point 3 3 3 3 3 Fate un bilancio mensile, con tanto di calcolo del flusso di cassa: fatelo ora! Calcolate la vostra «cassaforte della sicurezza», cioè la cifra con la quale potrete vivere agevolmente mantenendo il vostro attuale tenore di vita per un periodo da 6 a 12 mesi. Individuate a che «livello di gestione del tempo» operate. Stilate un piano d’azione annuale, mensile, settimanale e giornaliero; utilizzate un’agenda. Elencate tutti i progetti sui quali state lavorando attualmente. Accanto a ogni voce dell’elenco, scrivete una A se si riferisce a un progetto Antilope (qualcosa con una ricompensa sostanziale), una T se si riferisce a un progetto Topo di campagna (qualcosa che richiede un grande sforzo in cambio di una piccola ricompensa), oppure una MDL se è relativo a un progetto Mostro di Loch Ness (per esempio «non dover lavorare per vivere entro le prossime 2 settimane» se attualmente non avete entrate). «To do» list… 3 3 3 Leggete 4 libri al mese sulla vostra crescita personale. Frequentate 4 corsi l’anno sul denaro, la ricchezza e la crescita personale in genere. Seguite il vostro piano di obiettivi quinquennale - annuasegue 97 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 3 3 3 98 20-04-2010 14:08 Pagina 98 le - mensile - settimanale - giornaliero cominciando dagli impegni che avete contrassegnato con la lettera «A». Se vivete in una casa di proprietà, affittatela o mettetela in vendita. Accantonate il 30% delle vostre entrate mensili: il 10% investitelo da «investitori medi» fino a riempire la vostra «cassaforte della sicurezza»; il 20% investitelo in modo «evoluto». Create un’entrata multipla al semestre e/o incrementate in modo sensibile quelle già in essere. Dovete arrivare ad avere minimo 3 entrate multiple. Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 99 Milionari in 2 anni e 7 mesi_testo 20-04-2010 14:08 Pagina 100