Tecniche e strategie comunicative nei colloqui di lavoro
by user
Comments
Transcript
Tecniche e strategie comunicative nei colloqui di lavoro
Giovanna Dieli Crimì Tecniche e strategie comunicative nei colloqui di lavoro Indice Introduzione 3 Il colloquio di lavoro Tipologie e stili di colloqui Il colloquio di gruppo Come comportarsi prima del colloquio Cosa portare Come comportarsi durante il colloquio Le domande Strategie nelle risposte Come comportarsi dopo il colloquio La comunicazione verbale e il linguaggio del corpo Come usare le parole Quanto parlare Tono di voce e ritmo Come gestire la comunicazione non verbale Distanza o prossimità Uso dello spazio fisico e orientamento Gestualità e postura Le mani I piedi Camminare Sedersi Movimenti della testa Mimica ed espressione del volto Lo sguardo e il linguaggio degli occhi La bocca Il sorriso e la risata Calma e sangue freddo L’abbigliamento e l’aspetto 7 11 13 19 25 27 31 37 53 57 61 65 67 69 69 75 77 83 89 91 93 97 99 103 107 109 113 115 1 Simulazione del colloquio di lavoro Prima del colloquio Soluzioni Durante il colloquio Neolaureati Soluzioni Over 40 Soluzioni Dopo il colloquio Soluzioni 123 125 127 131 131 141 149 159 167 171 Bibliografia 173 2 Introduzione Ogni qual volta si è alla ricerca di un posto di lavoro prima o poi arriva il momento in cui ci si trova a tu per tu con un selezionatore. Discutendo così di un insieme di temi riguardanti il candidato da una parte (età, grado di istruzione, esperienza lavorativa, progetti futuri, ecc.) e l’azienda dall’altra (caratteristiche, prodotti, posizionamento sul mercato), si trascorre una quarantina di minuti densi di valenze affettive. In esse si bruciano energie e aspettative talora molto forti, sulle quali si concentra sia il desiderio di inserirsi a pieno titolo nel mondo del lavoro sia la volontà di trovare un’autentica realizzazione professionale. I ragazzi alla ricerca del primo lavoro hanno mille insicurezze, manifestano dubbi sul loro comportamento durante il colloquio, si chiedono se sia opportuno fare o non fare, dire o non dire questo o quello. Di solito i selezionatori abbuonano una percentuale di timidezza, sanno che è da mettere in conto, tuttavia non c’è niente di peggio di un candidato che risulta impacciato, perché è in dubbio su come comportarsi o perché tenta di ricordarsi una lezione imparata a memoria. Diventa quindi di fondamentale importanza per un giovane in cerca di occupazione conoscere i diversi elementi comunicativi che consentono di esprimere informazioni non solo verbalmente ma anche con il linguaggio del corpo. Ogni comunicazione infatti avviene contemporaneamente su due piani, quello del contenuto e quello della relazione: mediante le parole si trasmettono le informazioni e con i segnali del corpo si danno “informazioni alle informazioni”. Acquistano così importanza il tono della voce, la mimica, l’atteggiamento, la distanza, la gestualità, segnali che non 3 hanno significati univoci e che possono essere anche facilmente fraintesi (il sorriso è ironico o segnale di compiacimento? Il silenzio è insicurezza o scelta consapevole?). In queste pagine si cercherà pertanto di capire i vari meccanismi che possono determinare positivamente o negativamente l’andatura di un colloquio; conoscerli permetterà di usarli a proprio vantaggio. A tal proposito l’ultima parte del testo è dedicata all’aspetto pratico. Ci si potrà “allenare” a rispondere alle domande più frequenti (anche a quelle più insidiose) e a simulare un colloquio che può essere personalizzato a secondo della propria situazione (maggiore o minore esperienza lavorativa nel settore). Alla fine si potranno considerare le azioni e i comportamenti più adeguati da adottare una volta concluso il colloquio. L’obiettivo principale del testo è dunque quello di orientare i giovani a prepararsi al meglio al colloquio di lavoro, evitando così di sprecare energie preziose e di demoralizzarsi alla prima risposta negativa. Le considerazioni che seguono, pertanto, se messe in pratica, permetteranno non solo di affinare le proprie capacità comunicative attraverso l’uso consapevole del linguaggio verbale e del linguaggio del corpo, ma soprattutto permetteranno di poter valorizzare se stessi senza tuttavia rinunciare alla propria spontaneità. 4 Tecniche e strategie comunicative nei colloqui di lavoro Il colloquio di lavoro 5 6 Il colloquio di lavoro La definizione del termine “colloquio”, così come è espressa nel vocabolario Garzanti della lingua italiana 2010, fornisce la seguente definizione: Dal lat. colloquiu(m), deriv. di colloqui ‘parlare insieme’, comp. di cum ‘con’ e loqui ‘parlare’. Conversazione tra due o più persone, soprattutto su fatti di una certa importanza: parliamo di colloquio amichevole, Leggo nel suo curriculum un corso ufficiale, segreto, di scolastico approfondito. lavoro; stare, intrattenersi “La Poesia di Meccanica Quantica nell’età del Wrestling Professionale” a colloquio con qualcuno; chiedere, concedere un colloquio | (estens.) scambio di idee, di contatti; dialogo per raggiungere un’intesa. Tale definizione esprime in modo immediato un primo ed importante concetto, ovvero che il colloquio di lavoro è una discussione in cui due persone (selezionatore e candidato) si scambiano Uhm, laurea con lode. Molto idee, parlano e si impressionante! Ma che cosa confrontano. In questa esattamente è una Laurea in Lettere? particolare condizione comunicativa ognuno dei partecipanti è nello stesso tempo parte attiva e passiva, 7 elemento che trasmette e che riceve informazioni, pur avendo ognuno compiti differenti. Il candidato cerca di presentare al meglio ciò che sa fare, ciò che conosce e come, in funzione di una particolare mansione. Spesso i candidati alle prime esperienze si sentono esposti in modo passivo alle domande del dell’intervistatore, hanno paura della “classificazione” e del paragone con gli altri, perché hanno l’idea del colloquio come un esame o luogo dove il selezionatore parla e fa domande ed il candidato “sottomesso” risponde a monosillabi. Non è affatto così. In realtà anche il candidato cerca di scoprire le intenzioni di chi ha di fronte, cerca di raccoglie informazioni, ne valuta Qual è il livello minimo di competenze qui? l’affidabilità. È quindi importante anche da parte del candidato saper porre domande per meglio approfondire determinati aspetti dell’opportunità lavorativa. Il selezionatore, da parte sua, ha il delicato compito di individuare sia le capacità tecniche del candidato sia le peculiarità personali Vedo che ha volato in tutto il mondo in di chi ha di fronte, deltaplano e regolate rivoluzioni in verificandone così la Spagna. Molto impressionante! Ma devo coerenza con il tipo di ammettere che siamo alla ricerca di qualcuno con esperienza di marketing. lavoro proposto, con la posizione e con la “cultura” e l’organizzazione aziendale. 8 L’obiettivo del selezionatore non è quello di rifiutare i candidati, ma quello di analizzare attentamente ogni aspirante per verificare se esiste una certa congruenza tra le qualità personali del singolo candidato e il profilo ideale richiesto. Così, lei non ha esperienze, Insomma è anch’egli non ha capacità e possiede una scadente comprensione della realtà. osservatore e parte Ha considerato di fare il consulente? attiva e per arrivare ad identificare il candidato più adatto, prende in considerazione molti elementi: le attitudini, le motivazioni e le aspettative; le conoscenze professionali acquisite nelle precedenti esperienze lavorative; le abilità specifiche richieste dal lavoro in questione; il livello di adattabilità all’ambiente di lavoro Speciali abilità? Bene, sono capace aziendale e il grado di di preparare un discreto Martini. flessibilità; le potenzialità di sviluppo. Di solito gli strumenti di selezione utilizzati sono essenzialmente due: i test e i colloqui. Per mezzo dei test si ottengono rilevamenti standardizzati delle varie caratteristiche di un individuo (attitudini e Il quarto non è andato male, è stato l’unico che ha posato il suo iPod durante il colloquio. 9