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Tecniche e strategie comunicative nei colloqui di lavoro

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Tecniche e strategie comunicative nei colloqui di lavoro
Giovanna Dieli Crimì
Tecniche e strategie
comunicative
nei colloqui di lavoro
Indice
Introduzione
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Il colloquio di lavoro
Tipologie e stili di colloqui
Il colloquio di gruppo
Come comportarsi prima del colloquio
Cosa portare
Come comportarsi durante il colloquio
Le domande
Strategie nelle risposte
Come comportarsi dopo il colloquio
La comunicazione verbale e il linguaggio del corpo
Come usare le parole
Quanto parlare
Tono di voce e ritmo
Come gestire la comunicazione non verbale
Distanza o prossimità
Uso dello spazio fisico e orientamento
Gestualità e postura
Le mani
I piedi
Camminare
Sedersi
Movimenti della testa
Mimica ed espressione del volto
Lo sguardo e il linguaggio degli occhi
La bocca
Il sorriso e la risata
Calma e sangue freddo
L’abbigliamento e l’aspetto
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Simulazione del colloquio di lavoro
Prima del colloquio
Soluzioni
Durante il colloquio
Neolaureati
Soluzioni
Over 40
Soluzioni
Dopo il colloquio
Soluzioni
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Bibliografia
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Introduzione
Ogni qual volta si è alla ricerca di un posto di lavoro prima o
poi arriva il momento in cui ci si trova a tu per tu con un
selezionatore. Discutendo così di un insieme di temi
riguardanti il candidato da una parte (età, grado di istruzione,
esperienza lavorativa, progetti futuri, ecc.) e l’azienda
dall’altra (caratteristiche, prodotti, posizionamento sul
mercato), si trascorre una quarantina di minuti densi di
valenze affettive. In esse si bruciano energie e aspettative
talora molto forti, sulle quali si concentra sia il desiderio di
inserirsi a pieno titolo nel mondo del lavoro sia la volontà di
trovare un’autentica realizzazione professionale.
I ragazzi alla ricerca del primo lavoro hanno mille
insicurezze, manifestano dubbi sul loro comportamento
durante il colloquio, si chiedono se sia opportuno fare o non
fare, dire o non dire questo o quello. Di solito i selezionatori
abbuonano una percentuale di timidezza, sanno che è da
mettere in conto, tuttavia non c’è niente di peggio di un
candidato che risulta impacciato, perché è in dubbio su come
comportarsi o perché tenta di ricordarsi una lezione imparata
a memoria.
Diventa quindi di fondamentale importanza per un giovane
in cerca di occupazione conoscere i diversi elementi
comunicativi che consentono di esprimere informazioni non
solo verbalmente ma anche con il linguaggio del corpo. Ogni
comunicazione infatti avviene contemporaneamente su due
piani, quello del contenuto e quello della relazione: mediante
le parole si trasmettono le informazioni e con i segnali del
corpo si danno “informazioni alle informazioni”. Acquistano
così importanza il tono della voce, la mimica,
l’atteggiamento, la distanza, la gestualità, segnali che non
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hanno significati univoci e che possono essere anche
facilmente fraintesi (il sorriso è ironico o segnale di
compiacimento? Il silenzio è insicurezza o scelta
consapevole?).
In queste pagine si cercherà pertanto di capire i vari
meccanismi che possono determinare positivamente o
negativamente l’andatura di un colloquio; conoscerli
permetterà di usarli a proprio vantaggio. A tal proposito
l’ultima parte del testo è dedicata all’aspetto pratico. Ci si
potrà “allenare” a rispondere alle domande più frequenti
(anche a quelle più insidiose) e a simulare un colloquio che
può essere personalizzato a secondo della propria situazione
(maggiore o minore esperienza lavorativa nel settore). Alla
fine si potranno considerare le azioni e i comportamenti più
adeguati da adottare una volta concluso il colloquio.
L’obiettivo principale del testo è dunque quello di orientare i
giovani a prepararsi al meglio al colloquio di lavoro,
evitando così di sprecare energie preziose e di
demoralizzarsi alla prima risposta negativa. Le
considerazioni che seguono, pertanto, se messe in pratica,
permetteranno non solo di affinare le proprie capacità
comunicative attraverso l’uso consapevole del linguaggio
verbale e del linguaggio del corpo, ma soprattutto
permetteranno di poter valorizzare se stessi senza tuttavia
rinunciare alla propria spontaneità.
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Tecniche e strategie
comunicative
nei colloqui di lavoro
Il colloquio di lavoro
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Il colloquio di lavoro
La definizione del termine “colloquio”, così come è espressa
nel vocabolario Garzanti della lingua italiana 2010, fornisce
la seguente definizione:
Dal lat. colloquiu(m),
deriv. di colloqui ‘parlare
insieme’, comp. di cum
‘con’ e loqui ‘parlare’.
Conversazione tra due o
più persone, soprattutto su
fatti
di
una
certa
importanza: parliamo di
colloquio
amichevole,
Leggo nel suo curriculum un corso
ufficiale,
segreto,
di
scolastico approfondito.
lavoro; stare, intrattenersi
“La Poesia di Meccanica Quantica
nell’età del Wrestling Professionale”
a colloquio con qualcuno;
chiedere, concedere un
colloquio | (estens.) scambio di idee, di contatti; dialogo per
raggiungere un’intesa.
Tale definizione esprime
in modo immediato un
primo ed importante
concetto, ovvero che il
colloquio di lavoro è una
discussione in cui due
persone (selezionatore e
candidato) si scambiano
Uhm, laurea con lode. Molto
idee, parlano e si
impressionante! Ma che cosa
confrontano. In questa
esattamente è una Laurea in Lettere?
particolare condizione
comunicativa
ognuno
dei partecipanti è nello stesso tempo parte attiva e passiva,
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elemento che trasmette e che riceve informazioni, pur
avendo ognuno compiti differenti.
Il candidato cerca di presentare al meglio ciò che sa fare,
ciò che conosce e come, in funzione di una particolare
mansione.
Spesso i candidati alle prime esperienze si sentono esposti in
modo passivo alle domande del dell’intervistatore, hanno
paura della “classificazione” e del paragone con gli altri,
perché hanno l’idea del colloquio come un esame o luogo
dove il selezionatore
parla e fa domande ed il
candidato “sottomesso”
risponde a monosillabi.
Non è affatto così. In
realtà anche il candidato
cerca di scoprire le
intenzioni di chi ha di
fronte, cerca di raccoglie
informazioni, ne valuta
Qual è il livello minimo
di competenze qui?
l’affidabilità. È quindi
importante anche da parte
del candidato saper porre domande per meglio approfondire
determinati aspetti dell’opportunità lavorativa.
Il selezionatore, da
parte sua, ha il
delicato compito di
individuare sia le
capacità tecniche del
candidato
sia
le
peculiarità personali
Vedo che ha volato in tutto il mondo in
di chi ha di fronte,
deltaplano e regolate rivoluzioni in
verificandone così la
Spagna. Molto impressionante! Ma devo
coerenza con il tipo di
ammettere che siamo alla ricerca di
qualcuno con esperienza di marketing.
lavoro proposto, con
la posizione e con la
“cultura” e l’organizzazione aziendale.
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L’obiettivo del selezionatore non è quello di rifiutare i
candidati, ma quello di
analizzare attentamente
ogni aspirante per
verificare se esiste una
certa congruenza tra le
qualità personali del
singolo candidato e il
profilo ideale richiesto.
Così, lei non ha esperienze,
Insomma è anch’egli
non ha capacità e possiede una
scadente comprensione della realtà.
osservatore e parte
Ha considerato di fare il consulente?
attiva e per arrivare ad
identificare il candidato
più adatto, prende in considerazione molti elementi: le
attitudini, le motivazioni
e le aspettative; le
conoscenze professionali
acquisite nelle precedenti
esperienze lavorative; le
abilità specifiche richieste
dal lavoro in questione; il
livello di adattabilità
all’ambiente di lavoro
Speciali abilità? Bene, sono capace
aziendale e il grado di
di preparare un discreto Martini.
flessibilità; le potenzialità
di sviluppo.
Di solito gli strumenti di
selezione utilizzati sono
essenzialmente due: i test
e i colloqui.
Per mezzo dei test si
ottengono
rilevamenti
standardizzati delle varie
caratteristiche
di
un
individuo (attitudini e
Il quarto non è andato male, è stato
l’unico che ha posato il suo iPod
durante il colloquio.
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Fly UP