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“La profondità deve essere nascosta. Dove? In
“La profondità deve essere nascosta. Dove? In superficie” (Hugo von Hofmannsthal) Incontriamo oggi un programma vario, trascolorante, tra le pieghe di un aspetto sfuggente, ineffabile del far musica, la leggerezza. Brevi accenni lasceranno spazio, come è nostra tradizione, ad un maggior racconto da parte del direttore, che ospitiamo con vero piacere, Antonio Ballista. Eine Musikalischer Spass, KV 522, noto anche come «Scherzo musicale» o con il titolo «I musicanti del villaggio», composizione unica nel suo genere, viene scritto da Mozart verso la metà di giugno del 1787, un paio di mesi prima della famosa Eine kleine Nachtmusik K. 525. Questo piccolo gioco musicale in quattro tempi, che segna un ritorno alla forme del Divertimento e della Serenata, in quel tempo abbandonate per una speciale attenzione alla sinfonia e al quartetto d'archi, è tradizionalmente considerato una scherzosa parodia delle esecuzioni di piccoli e modesti complessi orchestrali, una deliziosa caricatura delle composizioni artigiane in uso al tempo. La scrittura, qua e là punteggiata da “errori” e da asimmetrie, mette a nudo i lati deboli e le tipiche banalità sia dei compositori che degli esecutori da strapazzo, riservando all'ascoltatore smaliziato una piacevole sorpresa a ogni battuta, con bonomia ed effetti, a tratti, di irresistibile comicità. I quinze portraits d’enfance di J. Françaix, nella loro semplicità di scrittura, nati per pianoforte a 4 mani, quasi come stilizzazione di un archetipo d’ infanzia sospeso nel tempo, si direbbe in una semplificazione della portata emotiva della tradizione schumanniana e nel ricordo quasi astratto e pre-minimale dell’affettuosità di Dolly di G. Faurè, ci propongono un altro aspetto del processo di dissimulazione, e in ciò di trasformazione, dell’affettività, di cui ci parla Hofmanstahl, e che fin dalle indicazioni di F. Couperin all’esecutore ha caratterizzato sempre l’espressione e la comunicazione della cultura musicale francese. La scelta di oggi, dalla versione per orchestra, di rara esecuzione, ci propone la lievità ed il profumo delicato di miniature che vivono nella memoria di un “tempo ritrovato” e subito sfuggito, il tempo ideale dell’“innocenza” e della “spensieratezza”, l’infanzia appunto, vista qui, dichiaratamente, in relazione con il quieto recupero di un classicismo, mite e luminoso, dei più famosi “portraits” di riferimento di Auguste Renoir. Anche la Serenata di Čaikovskij, nata nell’autunno del 1880 in un periodo di grande crisi creativa e personale del maestro, ed il suo “accademismo”di quegli anni, (l’opera è anche dedicata a Kostantin Karlovic Albrecht, violoncellista e compositore, fondatore con N. Rubinstejn del Conservatorio di Mosca, e amico intimo del compositore), sembra parlarci di un nascondere la profondità, di un bisogno di acquietamento dell’ anima attraverso una distanza dall’espressione diretta di contenuti drammatici personali, nell’interesse per forme compositive legate al classicismo. Citando G. Moretti, nelle scelte compositive di quel periodo si esprime “il desiderio di Čaikovskij di non esporsi intimamente, e di mascherare dietro la ricerca di un’oggettività musicale il dolore di un'anima che deve ricostruire la sua identità”. Questa apparente “fuga” da un profondo troppo doloroso, questo distillare, e trasformare, il dolore e il dramma nell’ accoglienza dell’equilibrio e della bellezza della forma, è oggi, nella magnificenza del tessuto struggente di un lavoro non a caso sempre molto amato e ben conosciuto, l’elemento conclusivo del nostro viaggio, ad augurarci un percorso primaverile di rinnovamento e di risoluzione degli affanni quotidiani, “Sans souci!”. Per dirla con l’ormai abituale presenza del nostro amico versificatore, La leggerezza, ineffabilmente, ci eleva e ci conforta, e dà ristoro ad ogni affanno ch’oscuri la mente, Lasciare pesantezze, dure e oscure, ci può portare a respirar le altezze, sperimentando quell’energie pure e così giunge a meritar l’alloro che Musica la canti, o la presenti, in bei momenti che diventan d’oro! che son simili a grate, fresche brezze, che come il vento, inaspettate e lievi, ci ispirano a volare... son carezze, S’effonde in vari grati sentimenti, e varietà ne resta una virtute, per quegli ascoltatori, intelligenti, contatti con lo spirito, pur brevi.. ci guidan sulle strade della luce sì che dimenticarle, poi, non devi.... che cercan nelle musiche salute, e attivan quel discernimento acuto che solo sanno viver menti astute! Seguiamo allor la Musa, che conduce “senza preoccupazione”, a nuova vita, e in aura d’oro per ognun riluce! Allor sia un Mozart poco conosciuto, sia Jean Françaix con le sue miniature, sia ancor Tschaikowskji, genio sì evoluto! (e un filo d’oro per ognuno cuce!) MdC ANTONIO BALLISTA Pianista, clavicembalista e direttore d’orchestra, fin dall’inizio della carriera non ha posto restrizioni alla sua curiosità e si è dedicato all’approfondimento delle espressioni musicali più diverse. Da sempre convinto che il valore estetico sia indipendente dalla destinazione pratica e che le distinzioni di genere non debbano di per sé considerarsi discriminanti, ha effettuato personalissime escursioni nel campo del ragtime, della canzone italiana e americana, del rock e della musica da film, agendo spesso in una dimensione parallela tra la musica cosiddetta di consumo e quella di estrazione colta. Particolarissimi per invenzione originalità e rigore i suoi programmi, che sconfinano talvolta nel teatro ed ampliano spesso gli ambiti rituali del concerto. Dal 1953 suona in duo pianistico con Bruno Canino, una formazione d’ininterrotta attività la cui presenza è stata fondamentale per la diffusione della nuova musica e per la funzione catalizzatrice sui compositori. Ha suonato sotto la direzione di Abbado, Bertini, Boulez, Brüggen, Chailly, Maderna e Muti e con l’Orchestra della BBC, il Concertgebouw, La Filarmonica d’Israele, la Scala di Milano, i Wiener Philarmoniker, la London Symphony, l’Orchestre de Paris, le Orchestre di Philadelfia e Cleveland e la New York Philarmonic. È stato spesso invitato in prestigiosi festival tra cui Parigi, Edimburgo, Varsavia, Berlino, Strasburgo, Venezia, Maggio Musicale Fiorentino… Hanno scritto per lui Berio, Boccadoro, Bussotti, Castaldi, Castiglioni, Clementi, Corghi, De Pablo, Donatoni, Lucchetti, Morricone, Mosca, Panni, Picco, Sciarrino, Sollima, Togni e Ugoletti. Ha effettuato tournées con Berio, Dallapiccola e Stockhausen ed ha collaborato con Boulez, Cage e Ligeti in concerti. È fondatore e direttore dell’ensemble Novecento e Oltre, formazione stabile il cui repertorio va dal Novecento storico fino alle più recenti tendenze. La sua passione per la letteratura liederistica lo ha portato a collaborare con i cantanti Roberto Abbondanza, Magdalena Aparta, Anna Caterina Antonacci, Monica Bacelli, Gemma Bertagnolli,Marco Beasley, Cathy Berberian, Phillys Bryn-Julson, Alda Caiello, Luisa Castellani, Laura Cherici, Gloria Davy, Mirko Guadagnini, Kim Kriswell, Sarah Leonard , Anna Moffo, Marcello Nardis, Alide Maria Salvetta, Susanna Rigacci, Luciana Serra, Lucia Valentini Terrani, Lorna Windsor. Incide per La Bottega Discantica, Emi, Rca, Ricordi, Wergo. Ha insegnato nei Conservatori di Parma e Milano e all’Accademia Pianistica “Incontri col Maestro” di Imola. Orchestra da Camera Milano Classica corni: Brunello Gorla, Fabio Fontana violini primi: Gabriele Bellu, Roberto Zara, Benedicta Manfredi, Andon Manushi, Steven Slade violini secondi: Laura Cavazzuti, Alessandro Vescovi, Silvana Pomarico, Daga Ilaria viole: Alice Bisanti, Claudia Brancaccio, Lucia Colonna violoncelli: Alexander Ziumbrowsky, Daniela Vescovi, Elena Denni contrabbasso: Federico Bagnasco Associazione “Amici di Milano Classica” XXIII STAGIONE CONCERTISTICA 2014-2015 ________________________________________________________________________ Consiglio direttivo Maria Candida Morosini presidente Sandro Boccardi, Stefano Caldi, Sergio Giuli, Roberto Turriani Palazzina Liberty – Largo Marinai d’Italia, Milano domenica 12 aprile ore 10.45 Soci promotori Laura Bianco, Maria Candida Morosini, Vincenzo Sironi SANS SOUCI Soci sostenitori Paolo Beltrame, Angelo Binda e Giancarla Salmaso, John W. Buss, Stefano Filippo Caldi, Chiara Buss Fumagalli, Giuseppe e Mariangela Cappelletti, Nico Cerana, Massimo De Giuli, Faustina Bassani, Franca Sironi, Maria Angela Visentini Soci ordinari B Martha Barzano-Waser, Antonio Cao, Maria Ceppellini, Emanuela Crescentini, Anna Feltri, Carla Ferrari Aggradi, Sergio Giuli, Miranda Mambelli, Lia Mangolini, Arnaldo Masserini, Ada Mauri, Liliana Nicodano Mutti, Maria Simonetta Pavan, Marisa Pogliago, Nerina Porta, Franco Salucci, Franco Schönheit, Ada Somazzi Mellace, Luciana Tomelleri, Paola Valagussa, Anne Marie Wille, Brigitte Zanetti Soci ordinari A Antonia Ausenda Fattori, Mario Bazzini, Giovannella Bazzini Salvadori, Enrico Bigliardi, Donatella Bisutti, Fabrizio Brambilla, Claudio Buzzi, Piera Caramellino, Carlo Cattaneo, Paolo Clerici, Nicoletta Contardi, Alfredo Cristanini, Sig.ra Dallera, Maria Grazia Dominici Inzaghi, Isabella Dominici Inzaghi, Maria Elisa Ettorre, Reldo Ferraro, Modesta Ferretti, Pietro Fornari, Enrica Garcia Bonelli, Matilde Garelli, Giuliana Giardini Clerici, Alessandro Grazzi, Franco Groppi, Vittoria Groppi Civardi, Maria Luisa Guatteri Vismara, Maria Laura Locati, Marisa Malerba, Elena Manzoni Di Chiosca, Francesca Montanari, Maria Elisa Massagrande, Lilli Nardella, Rosanna Pagnini, Letizia Pederzini, Roberta Podestà, Anna Maria Prearo Chiolini, Marina Presti, Pierina Ranica, Roberta Rossi, Anna Rosso, Noris Sanchini, Maria Luisa Sangalli, Nadia Scarci, Annamaria Spagna, Giuliana Tongiorgi, Maria Teresa Traversi, Roberto Turriani, Ernesto Vismara Il fascino discreto della leggerezza “La profondità deve essere nascosta. Dove? In superficie” (Hugo von Hofmannsthal) WOLFGANG AMADEUS MOZART (1756-1791) Ein Musikalischer Spass KV 522 allegro – menuetto (maestoso) – adagio cantabile – presto JEAN FRANÇAIX (1912-1997) da Quinze portraits d’enfants d’Auguste Renoir: Le bébé à la cuiller (andantino), Jeune bretonne (moderato), Le deux soeurs (allegro), Au jardin du Luxembourg (tempo di marcia), Fillette au chapeau bleu (andantino), Fillette à la gerbe (presto), La petite pêcheuse (vivo assai), Au piano (moderato di Valse), Les enfants de Madame Charpentier (allegretto simplice), Le petit collégien de Renoir (vivacissimo) PËTR IL’IČ ČAIKOVSKIJ (1840-1893) Serenata in do maggiore per archi op. 48 Pezzo in forma di sonata (andante non troppo.allegro moderato) Walzer (moderato.tempo di valse) Élégie (larghetto elegiaco) Finale (tema russo: andante.allegro con spirito) Orchestra da Camera Milano Classica Antonio Ballista direttore ____________________________________________________________________________________________________