Ospiti indesiderati I vermi, che colpiscono soprattutto i più piccoli, si
by user
Comments
Transcript
Ospiti indesiderati I vermi, che colpiscono soprattutto i più piccoli, si
VERMI: COLPITI SOPRATTUTTO I PIÙ INDIFESI Ospiti indesiderati I vermi, che colpiscono soprattutto i più piccoli, si possono evitare adottando semplici regole di igiene. A partire dalla più banale: lavare sempre bene le mani, fare attenzione con gli animali domestici. Trovano una cuccia calda nel nostro intestino. Zitti, zitti si fanno ospitare senza chiedere nessun permesso: sono parassiti, cioè organismi che vivono a spese di un altro essere vivente provocando danni alla sua salute. Sono i poco simpatici “vermi”. Non è facile diagnosticarli, perché spesso non danno alcun sintomo oppure si confondono con altre malattie. I segnali di allarme più frequenti comunque sono: mal di pancia, diarrea, colite, anemia e perdita di peso. I più colpiti sono i bambini piccoli e le persone che hanno un sistema immunitario compromesso (malati di cancro, Aids...). Anche chi viaggia molto nelle zone dove le condizioni igieniche lasciano a desiderare (Africa, Asia e America Latina) è a rischio se mangia cibi poco cotti o anche semplicemente la frutta con la buccia o beve acqua contaminata. La regola d’oro del turista accorto che vuole evitare di incappare in fastidiosi ospiti è: “Cucinalo, bollilo, sbuccialo o non mangiarlo!” Al bando anche il ghiaccio: molti parassiti sopravvivono al congelamento, quindi i cubetti di ghiaccio fatti con acqua contaminata possono essere fonte di infezione. Nelle persone adulte sane le parassitosi sono spesso senza sintomi e regrediscono spontaneamente senza bisogno di alcuna cura. I più esposti a queste malattie restano i bambini, che giocando con gli animali (cani e gatti soprattutto) o con la terra, senza poi 28 SALUTEST n° 59 dicembre 2005 I VERMI DEI BAMBINI Ossiurasi o Enterobiasi Parassita: enterobius vermicularis (ossiuro) Come si prende. I più colpiti sono i bambini, che prendono questa malattia giocando con la terra, dove si annidano le uova degli ossiuri (i vermi che vanno ad annidarsi nell’intestino) e portando alla bocca le mani sporche. La contaminazione da bambino a bambino risulta facile negli asili e nei parchi giochi, per esempio attraverso lo scambio di giocattoli contaminati. È la parassitosi intestinale più diffusa nel nostro Paese. Sintomi e diagnosi. Spesso non ci sono sintomi. Il sintomo principale è il prurito notturno nella zona dell’ano (l’ossiuro deposita le uova di notte) per i maschietti, mentre per le bambine la manifestazione più comune è il prurito nella vulva; si può anche avere vaginite con piccole perdite. Altri sintomi sono: perdita di appetito e di peso, mal di pancia, irritabilità, insonnia. Lo scotch-test è il metodo più pratico ed efficace per diagnosticare questa malattia: si applica una piccola striscia di nastro adesivo all’ano del bimbo e poi si analizza la presenza di uova al microscopio. Talvolta sono visibili i vermi stessi, anche a occhio nudo: si presentano come sottili fili bianchi che si muovono. Come si cura. I farmaci più indicati sono, come prima scelta, il pirantel (Combantrin), quindi l’albendazolo (Zentel) e il mebendazolo (Vermox). Sono tutti rimborsati dal Ssn. La cura deve essere ripetuta a distanza di qualche tempo (due settimane circa) e, per prevenire eventuali contagi, andrebbe estesa anche agli altri membri della famiglia o comunque a coloro che sono a stretto contatto con il bambino. Per alleviare il prurito, si consiglia di lavare la regione perianale al mattino, applicando poi un leggero strato di crema con vaselina o lanolina o ossido di zinco. Prevenzione. Quando i bambini giocano al parco o comunque all’aperto, venendo a contatto con la terra che potrebbe essere contaminata dagli ossiuri, fate attenzione che non portino le mani alla bocca. Lavate sempre accuratamente le mani dei piccoli. Per evitare che il contagio si diffonda si possono adottare altre precauzioni: lavare gli oggetti contaminati con acqua calda, lavarsi frequentemente le mani, in particolare dopo essere andati in bagno e sempre prima di mangiare; lavare ogni giorno la biancheria intima e la biancheria da letto ad alta temperatura, tenere le unghie delle mani corte e pulite, avere una buona ventilazione e illuminazione naturale del bagno (le uova sono sensibili alla luce). MEGLIO EVITARE IL PESCE CRUDO Anisakiasi o Anisakidosi Parassita: anisakis simplex, parassita che si trova nell’intestino dei mammiferi marini (delfini, foche, balene) e si trasmette da questi agli altri pesci tramite la catena alimentare Come si prende. Mangiando il pesce crudo (sushi, sashimi...), poco cotto o marinato (alici, merluzzi, salmoni, naselli...). Le larve di questo parassita invadono solitamente lo stomaco, qualche volta l’intestino. È anche vero che ci sono modalità di conservazione del pesce crudo che consentono di evitare la contaminazione. Un buon ristoratore infatti sa che deve sventrare il pesce appena pescato e poi congelarlo. Sintomi e diagnosi. Nausea, vomito e dolore addominale (simile a quello di un’appendicite) compaiono poche ore dopo aver ingerito la larva. A volte ci sono anche reazioni allergiche (dall’orticaria allo shock anafilattico). Nei casi più gravi il medico può prescrivere una gastroscopia per vedere la larva nello stomaco e rimuoverla. Come si cura. Rimozione del verme attraverso una piccola operazione chirurgica o in laparoscopia (una piccola apertura che permette l’introduzione di un endoscopio). Prevenzione. Evitare di mangiare il pesce crudo o poco cotto e in particolare: merluzzi, sgombri, triglie, aringhe, alici. Attenzione: le larve di questo parassita muoiono a temperature superiori ai 60°C o tenendo il pesce nel congelatore per almeno 24 ore. Quindi il consiglio è cuocere bene (almeno 10 minuti a 60°C) il pesce oppure congelarlo a basse temperature (almeno 20°C) per qualche giorno. Attenzione perché l’affumicatura, la salatura e la marinatura in aceto e limone, a differenza di quanto si crede, non bastano sempre a uccidere le eventuali larve presenti. ATTENTI AL CANE Ecchinococcosi cistica (Idatosi o malattia Idatidea) Parassita: ecchinococcus granulosus, un verme che si fa ospitare dagli animali domestici (predilige i cani) Come si prende. Attenti al cane, è proprio il caso di dirlo per questa malattia, che si trasmette all’uomo soprattutto tramite il suo migliore amico. Il cane infatti si infetta mangiando carni e visceri infestati, non cotti, soprattutto di ovino. L’uomo si infetta ingerendo acqua o cibo contaminato con le feci del cane infetto. Nel nostro Paese è diffusa soprattutto in Sardegna, dove si allevano pecore. Sintomi e diagnosi. Nel 30% dei casi la malattia non dà sintomi anche per anni. Si formano cisti nel fegato, nei polmoni, nel cervello che possono restare dormienti. Quando però la ciste si ingrossa può compromettere il funzionamento dell’organo colpito. Nel 65% dei casi la ciste è localizzata nel fegato e provoca mal di pancia, febbre, ingrossamento del fegato. Se, invece, la ciste si trova nei polmoni (nel 25% dei casi) può provocare dolore al torace, tosse e difficoltà respiratorie. Per individuare la ciste sono necessari esami quali radiografia del torace, ecografia addominale... oppure si può fare una ricerca degli anticorpi nel sangue. Come si cura. Alcune cisti muoiono spontaneamente senza bisogno di intervenire, ma solo tenendo sotto controllo le dimensioni. Oltre a questo caso, a seconda del tipo di ciste, della localizzazione e della dimensione si possono seguire diverse strade: intervenire chirurgicamente, aspirare il liquido contenuto nella ciste o trattare farmacologicamente con l’albendazolo (Zentel) o con il mebendazolo (Vermox). Prevenzione. Evitare che il cane mangi frattaglie, cioè visceri di altri animali, se non ben cotte; evitare che il cane entri nei luoghi dove si macella la carne. Dopo ogni contatto con i cani, lavarsi bene le mani; lavare bene frutta e verdura prima di mangiarle. DONNE IN GRAVIDANZA PIÙ A RISCHIO Toxoplasmosi Parassita: toxoplasma condii, si fa ospitare dai gatti Come si prende. Si prende mangiando cibi contaminati (carne cruda o verdure crude) o portando alla bocca le mani sporche di terra contaminata da feci del gatto infetto. Sintomi e diagnosi. Nelle persone sane non dà sintomi, nei soggetti immunodepressi provoca danni cerebrali e oculari. A rischio soprattutto le donne in gravidanza, che se si contaminano possono trasmettere il parassita al feto causandogli seri problemi neurologici. Per diagnosticarla si fa un semplice esame del sangue, chiamato toxo test. Come si cura. Non è necessaria nessuna terapia perché i sintomi se presenti scompaiono in poche settimane. Se, però, la malattia ha colpito una donna in gravidanza o un paziente che ha scarse difese immunologiche bisogna ricorrere ad antibiotici. Prevenzione. La donna in gravidanza deve mangiare solo carne ben cotta (70°C per 10 minuti) ed evitare di mangiare carne cruda (quindi anche prosciutto crudo, bresaola ...). Anche l’insalata deve essere lavata molto bene. Bisogna evitare il contatto con i gatti, in particolare le feci, e pulire la loro vaschetta usando i guanti. Se il primo toxo test fatto in gravidanza risulta positivo significa che la donna ha già avuto la toxoplasmosi e quindi queste precauzioni non servono. LA BISTECCA? MAI AL SANGUE Teniasi Parassita: tenia saginata, un verme che infesta l’intestino dell’uomo Come si prende. Mangiando carne cruda o poco cotta, che contiene le uova del parassita. Nel nostro Paese è diffusa soprattutto nelle regioni del Sud. Sintomi e diagnosi. Non ci sono sintomi nella maggior parte dei casi. Ma qualche volta si manifesta con nausea, vomito, diarrea, mal di pancia, stanchezza e dimagrimento. Il metodo più pratico ed efficace per diagnosticare la teniasi è lo scotch-test: al mattino si applica una striscia di nastro adesivo all’ano (dove il parassita deposita le uova) e poi si porta al medico che lo esamina al microscopio. Anche un’analisi delle feci consente di individuare le uova del parassita, ma è meno affidabile dello scotch test. Come si cura. Il farmaco da prendere è niclosamide (Yomesan) o in alternativa albendazolo (Zentel) e mebendazolo (Vermox). Tutti rimborsati dal Ssn. Prevenzione. I controlli dovrebbero essere fatti a monte, cioè nei luoghi di produzione della carne, visto che la tenia si trova nei bovini. È fondamentale individuare il corpo del reato (cioè la carne infetta) per risalire nella filiera alla catena dove si è verificato il problema ed evitare così l’ulteriore diffusione delle uova del parassita. Anche noi possiamo fare la nostra parte per non correre rischi: basta rinunciare alla bistecca al sangue e cuocere sempre la carne ad alta temperatura (sopra i 60°C) oppure congelarla a lungo (almeno una settimana). ▲ lavarsi bene le mani, possono essere contagiati facilmente, perché le uova dei parassiti si annidano nel terreno dove per esempio i cani fanno i loro bisogni. Queste malattie sono diffuse soprattutto nei Paesi poveri ad alta densità di popolazione, dove sono anche una causa di mortalità tra le più importanti. Purtroppo, per il fatto che queste malattie non colpiscono il mondo ricco e sviluppato, ma le aree più povere del pianeta, le aziende farmaceutiche non investono nella ricerca e nella terapia in questo settore. La ragione è evidente: il numero di malati è elevato, ma poco appetibile, perché privo dei mezzi economici necessari a pagare le medicine. La conseguenza è che i farmaci destinati alla cura di queste malattie sono pochi e sempre gli stessi da tanto tempo. Nel nostro Paese, così come nel resto del mondo occidentale, le parassitosi SALUTEST n° 59 dicembre 2005 29 LE PRECAUZIONI DA ADOTTARE PER NON PRENDERE I VERMI BAMBINI: LAVATE LE MANI DOPO IL GIOCO Cibo J lavare bene la frutta e la verdura; J sbucciare la frutta e mangiare solo verdure cotte se si è in zone a rischio; J cuocere bene carne, pesce e verdure; J se siete in un Paese a rischio prima di bere l’acqua del rubinetto fatela bollire per almeno 10 minuti oppure bevete solo acqua in bottiglia; J non bevete acqua o altre bevande con ghiaccio perché potrebbe venire da acqua contaminata dai parassiti; Animali J non date da mangiare agli animali domestici carne cruda o poco cotta; J non fate bere i cani dal water e non fateli frugare nell’immondizia; J non lasciate che il vostro cane o gatto mangi le feci di un altro animale; J non toccate le feci di nessun animale; J raccogliete le feci del cane dopo che ha fatto i suoi bisogni in strada. Altre precauzioni J lavate sempre le mani prima di mangiare o maneggiare cibo. J Lavate le mani dopo: – aver toccato un animale; – essere andati in bagno; – aver cambiato la terra del gatto o pulito la cuccia del cane. Toxocariasi ▲ Parassita: toxocara canis si fa ospitare dal cane Come si prende. I soggetti più a rischio sono i bambini da uno a tre anni: spesso infatti mettono le mani sporche di terra in bocca dopo aver giocato su un terreno dove sostano le uova del parassita lasciate dal cane tramite le feci. Le uova così ingerite si aprono e le larve penetrano nell’intestino. Sintomi e diagnosi. Molto spesso la malattia è asintomatica, cioè le persone infettate non presentano sintomi e, in generale, non c’è da preoccuparsi. Una delle possibili complicazioni di questa malattia è però la “sindrome da larva migrans viscerale” (VLM), in cui la larva invade diversi tessuti (fegato, cuore, polmoni, muscoli, cervello). Nella VLM i sintomi sono diversi, a seconda del tessuto infettato: febbre, anoressia, perdita di peso, tosse, difficoltà respiratoria, ingrossamento del fegato, mal di testa, disturbi del comportamento. C’è anche una forma oculare (OLM) della malattia: la larva provoca lesioni agli occhi (in particolare alla retina, con conseguenti disturbi della vista, e lesioni gravi fino alla cecità), spesso difficili da diagnosticare. In generale, la diagnosi si basa sulla valutazione dell’eventuale esposizione ai cani (più a rischio i possessori di cani) e poi sulla ricerca di anticorpi antitoxocara nel sangue. Come si cura. Farmaci antiparassitari, albendazolo (Zentel) e mebendazolo (Vermox) uniti ad antinfiammatori sono sufficienti per curare la versione viscerale della malattia (VLM). Per la versione oculare della malattia (OLM) è invece necessaria una terapia più complessa da concordare con il medico. Prevenzione. A partire dalle prime settimane di vita i cani devono essere liberati dai vermi con regolarità. sono poco frequenti, grazie alle elevate condizioni igieniche medie della popolazione; ma sono destinate ad aumentare per il fatto che gli italiani sono un popolo di grandi viaggiatori e l’Italia a sua volta è una delle mete di milioni di immigrati provenienti dai Paesi poveri, dove queste malattie sono molto diffuse. Non ci sono dati precisi sulla diffusione delle parassitosi in Italia. Qui trattiamo alcune patologie scelte tra le più frequenti o di cui si cominciano a registrare casi nel nostro Paese o che hanno rilevanza per la salute pubblica: teniasi, ossiuriasi, anisakiasi, echinococcosi cistica, toxoplasmosi e toxocariasi. Nelle schede di queste pagine trovate per ciascuna di queste malattie le misure di prevenzione da adottare, quali sono i sintomi, come avviene la diagnosi, come ci si contamina e quali sono le cure da intraprendere. In realtà, per evitare di ricevere la visita di questi ospiti sgraditi spesso basta seguire poche e semplici regole di igiene che trovate riassunte nella tabella qui sopra (Le precauzioni da adottare per non prendere i vermi). ■ Prevenire, prevenire, prevenire Turismo e flussi migratori stanno riportando alla ribalta le parassitosi. Per frenare quelle trasmesse dagli animali, dette zoonosi, l’Unione europea ha emesso una direttiva (2003/99/CE) che introduce importanti misure di sorveglianza, soprattutto nelle fasi della catena alimentare relative alla sicurezza dei cibi. Infatti alcune malattie (per esempio toxoplasmosi e teniasi) si trasmettono dagli animali all’uomo non direttamente, ma tramite cibi contaminati. Al di là delle misure adottate a livello pubblico, ciascuno di noi può adottare 30 SALUTEST n° 59 dicembre 2005 semplici precauzioni per non correre rischi (vedi tabella qui sopra). Naturalmente queste precauzioni sono un must soprattutto per le categorie più a rischio, cioè bambini e persone immunodepresse. Ma valgono anche per le persone sane, che possono essere portatrici della malattia pur senza averne i sintomi. Le zoonosi sono un’importante questione di salute pubblica. Purtroppo, in Europa la ricerca sulle zoonosi è frammentata a causa della scarsa integrazione tra medici e veterinari. Per ovviare a questo problema, l’Unione Europea ha istituito nel settembre 2004 e finanzierà per 5 anni un organismo che ha proprio il compito di ovviare a questa mancanza di comunicazione: il Med-vet-net, che riunisce le competenze di medici, veterinari ed esperti alimentari. Dieci i Paesi coinvolti: Gran Bretagna, Danimarca, Francia, Germania, Olanda, Svezia, Polonia, Ungheria, Spagna e Italia. Per chi legge l’inglese una buona fonte da consultare per avere informazioni aggiornate su queste malattie e sulla ricerca è il sito Internet dell’organismo Ue: www.medvetnet.org.