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Parassiti e tossinfezioni alimentari 2

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Parassiti e tossinfezioni alimentari 2
Centro di Riferimento Regionale sulle
Tossinfezioni Alimentari
(Ce.R.R.T.A.)
PARASSITI E TOSSINFEZIONI ALIMENTARI
INTRODUZIONE E GENERALITA’
GIARDIASI
CRYPTOSPORIDIOSI
TRICHINELLOSI
INTRODUZIONE E GENERALITA’
Le parassitosi sono state per lungo tempo considerate un problema confinato nelle
regioni tropicali o in luoghi con cattive abitudini igieniche e perciò di poco interesse per il
mondo civilizzato. Al contrario però recenti epidemie di malattie da parassiti hanno
dimostrato la non veridicità di tale assunto. Non tutti i parassiti vivono solo ai tropici
( vedi i focolai da Cryptosporidium ) inoltre i consumatori possono essere esposti a
parassiti che provengono da tali zone a causa dell’aumento dei viaggi internazionali e
della globalizzazione dei mercati alimentari.
I parassiti sono organismi che vivono utilizzando come fonte di nutrimento un altro
essere vivente. Un parassita ben adattato non uccide il proprio ospite poiché il
rifornimento costante di nutrimento per lunghi periodi di tempo dipende proprio
dall’ospite stesso.
Le dimensioni dei parassiti trasmessi da acqua o alimenti variano da quelle di organismi
monocellulari a quelle di vermi lunghi facilmente visibili ad occhio nudo.
Molte infezioni da parassiti sono asintomatiche, altre causano sintomi acuti ma di breve
durata mentre altre ancora persistono nell’organismo provocando effetti cronici.
Qual è la dimensione del problema parassiti ?
In tutto il mondo i parassiti infettano milioni di persone. In alcune regioni in via di
sviluppo, essi sono la maggior causa di diarrea infantile e scarsa crescita dei bambini e
causano significative perdite economiche sia per la salute umana che per l’agricoltura.
Nei paesi sviluppati il numero di persone affette da parassiti è proporzionalmente più
piccolo rispetto ai paesi in via di sviluppo, e virus e batteri sono le più frequenti cause di
malattie veicolate da alimenti .
Comunque, l’interesse verso le parassitosi come malattie veicolate da alimenti sta
aumentando per le seguenti ragioni :
1) l’aumento dell’importazione di frutta, verdure, e prodotti etnici, alcuni dei quali
provenienti da paesi senza moderne strutture sanitarie e sistemi di ispezione, può
introdurre parassiti
2) gli immigranti da paesi in via di sviluppo possono essere infettati da parassiti che
possono essere trasmessi soprattutto nella preparazione dei pasti
3) l’aumentato interesse al consumo di cibi crudi o poco cotti può far aumentare il
rischio di parassitosi
4) l’aumento di popolazione con basse difese immunitarie può permettere la
circolazione di parassiti che in tali persone provocano una sintomatologia
particolarmente grave
5) alcuni parassiti,sebbene non molto frequenti, possono causare gravi effetti cronici
( es . problemi neurologici causati da parassiti come Toxoplasma gondii e cancro
del fegato associato a Clonorchis )
6) un’interessante problema posto da alcuni parassitologi è il potenziale aumento di
parassitosi legato al progressivo riscaldamento del pianeta. Alcune parassitosi
sono al momento confinate nelle aree tropicali e subtropicali perché le cisti e gli
ospiti intermedi non tollerano il freddo. Ma se la temperatura delle acque si
alzasse e gli inverni fossero più miti alcune malattie potrebbero presentarsi nelle
aree temperate.
Il controllo delle parassitosi
Alcune strategie di base come la sanificazione e l’appropriata cottura dei cibi sono alla
base della lotta alle parassitosi. Non tutti i mezzi sono appropriati per tutti i parassiti
quindi considereremo anche l’uso di sistemi diversi per organismi diversi.
Sanificazione e igiene
•
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•
•
L’uso di appropriati dispositivi per la raccolta delle scorie umane ed animali per
evitare la contaminazione delle fonti di cibi ed acqua rappresenta un’eccellente
strategia di base per prevenire molte malattie da parassiti trasmesse per via
fecale-orale. Però, in molti paesi sviluppati, questi rifiuti rappresentano ancora
una fonte di fertilizzanti per le colture. Il compostaggio di questi materiali
potrebbe essere in grado di uccidere le uova di parassiti.
Il controllo di mosche, scarafaggi ed altri insetti può prevenire l’inquinamento
degli alimenti da parte di parassiti
L’accurato lavaggio di verdure e frutta crude può allontanare le cisti, le oocisti e
le uova di parassiti ma spesso risulta difficoltoso il lavaggio completo di alcuni
vegetali in foglia e bacche.
Sono ugualmente fondamentali per l’opera di prevenzione il frequente lavaggio
delle mani, l’uso di utensili puliti e tutte le misure per prevenire la contaminazione
crociata durante i processi di preparazione degli alimenti.
Zootecnica animale e ispezioni
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•
L’applicazione di pratiche zootecniche che limitano l’esposizione dei suini a
alimenti e feci contaminate hanno avuto successo nei paesi sviluppati nel ridurre
drasticamente le infezioni umane da Trichinella e Tenia.
Il controllo dei roditori è importante per impedire che i suini si infettino tramite il
consumo di roditori veicolanti parassiti.
Gli animali infetti possono essere trattati con farmaci che uccidono i parassiti.
Sono stati inoltre sviluppati dei vaccini per prevenire infezioni di alcuni parassiti.
Le ispezioni animali devono essere in grado di individuare i parassiti di suini,
bovini e pesci. Questi sistemi assicurano che quasi tutta la carne che arriva al
consumatore sia libera da parassiti.
Cottura e trattamento a caldo di alimenti
Tutti i generi di parassiti vengono uccisi da adeguata cottura dei cibi e bollitura
dell’acqua. Non è comunque affidabile l’utilizzo del
microonde perché la cottura è
ineguale nell’alimento e nelle zone rimaste più fredde i parassiti possono sopravvivere.
Si consiglia quindi di cucinare i suini e la selvaggina che può essere infettata da
Trichinella, ad una temperatura interna di almeno 70°C.
Congelamento
Per quei cibi che vengono mangiati crudi, come alcuni pesci e carni, il congelamento per
diversi giorni può inattivare o uccidere alcuni parassiti
• Il pesce dovrebbe essere congelato a -30°C per almeno 15 ore a livello
commerciale o a -20°C per almeno 7 giorni a livello domestico per uccidere
Anisakis. Altri parassiti richiedono tempi e temperature più alte o più basse.
• Il congelamento della carne a -17°C per 20 giorni, a -24°C per 10 giorni o a
30°C per 6 giorni distrugge Trichinella nel maiale, ma queste temperature
potrebbero non essere sufficienti negli animali selvaggi. Trichinelle infettanti
sono state ritrovare in orsi polari e in carne di orsi grizzly congelate da 24 mesi.
Sistemi di disinfezione
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I sistemi di filtrazione possono rimuovere i le cisti di parassiti dall’acqua,
Comunque, diverse epidemie da cryptosporidium associate ad acque superficiali
filtrate indicano che questi sistemi non sono sempre efficaci.
La clorazione elimina batteri ed alcuni parassiti dall’acqua ma cisti ed oocisti sono
resistenti al cloro.
L’ammollo delle verdure in una soluzione di varechina al 1,5 %, in aceto o
permanganato di potassio ( 24mg/L) o il mantenimento sotto sale distruggono le
larve infettanti di alcuni nematodi e trematodi. Comunque trematodi infettanti
sono stati rinvenuti in pesci conservati per una settimana sotto sale ( 3 gr. di sale
/ 10 gr di pesce ) a 26 °C.
Una soluzione al 10% di idrossido di ammonio uccide il 94% delle uova di Ascaris
dopo 3 ore ma altri disinfettanti sono meno attivi.
L’irradiamento può distruggere i parassiti su alcuni cibi crudi. Piccole dosi
danneggiano le larve ed inibiscono l’infettività ma, per esempio, per uccidere le
trichinelle nelle carni sono rischieste dosi alte.
Nelle acque si è dimostrato che i raggi UV distruggono la Giardia, l’ozono è in
grado di inattivare tutti i protozoi e gli ultrasuoni inattivano le oocisti di
Cryprosporidium.
ALIMENTI
Carne bovina
Carne suina
Altre carni
PROTOZOI
NEMATODI
TAENIAE
Taenia saginata
Tenia solium
TREMATODI
Toxoplasma
Toxoplasma
Cryptosporidium
Trichinella
Trichinella
Diphyllobotrium
Clonorchis
Paragonimus
Anisakis
Angiostrongylus
Ascaris
Tenia solium
echinococco
Fasciola
Fasciolopsis
Ascaris
Echinococco
Fasciola
Fasciolopsis
(cavallo )
(agnello e montone)
Latte
Pesce
Granchi,
gamberetti
Vongole, cozze,
ostriche
Calamari
Frutta e verdure
crude
Acqua
Cryptosporidium
Anisakis
Gnathostoma
Cryptosporidium
Toxoplasma
Cyclospora
Cryptosporidium
Giardia
Cyclospora
Cryptosporidium
Giardia
Toxoplasma
Tab 1 – Principali associazioni alimenti-parassiti
PARASSITA
Periodo di
incubazione
Sintomi
Cryptosporidium
2-10 giorni
Diarrea acquosa
Crampi e dolori di stomaco
lieve febbre
Cyclospra
cayetanensis
1-14 giorni
Normalmente
almeno 1 sett.
Diarrea acquosa
Scarso appetito
Perdita di peso
Crampi
Nausea
Vomito
Affaticamento
Giardia lamblia
1-2 settimane
Diarrea
Crampi flatulenza
Trichinella spiralis
1-2 giorni per i
sintomi iniziali
Altri sintomi
dopo 2-8
settimane
dall’infezione
Forma acuta :
nausea
diarrea
affaticamento
Febbre
disagio addominale seguito
da dolori muscolari
Occasionali complicanze
cardiache e neurologiche
Durata
Si possono
avere remissioni
e ricadute in
settimane o
mesi
Si possono
avere remissioni
e ricadute in
settimane o
mesi
Cibi associati
Test di laboratorio
Qualsiasi cibo
Cibo manipolato da
malati dopo la cottura
Acqua potabile
Esame microscopico delle feci
Ricerca in alimenti e acqua
Vari tipi di prodotti
freschi prevalentemente
verdura e frutta
Esame microscopico delle feci
Ricerca in alimenti e acqua
Da pochi giorni
a settimane
Qualsiasi cibo
Cibo manipolato da
malati dopo la cottura
Acqua potabile
Vari mesi
Carne contaminata
consumata cruda o poco
cotta, (maiali, cinghiali
selvatici e non, cavalli)
Ricerca microscopica di cisti e
parassiti. La ricerca deve essere
effettuata su almeno cinque
campioni
Indagini sierologiche per le infezioni
croniche
Esami sierologici
Dimostrazione di larve nei muscoli
attraverso biopsia
Aumento di eosinofili
Tab 2 – Principali parassitosi veicolate da alimenti.
LINKS :
FOOD BORNE PARASITES ( Food Research Institute – UW MADISON )
CDC- Parasitic Diseases – Water
Parasitic Diseases ( Medline Plus )
CDC – Parasitic Diseases - Food
MED – VET -NET
GIARDIA LAMBLIA ( GIARDIA INTESTINALIS )
Caratteristiche
dell’agente
Il ciclo vitale
La malattia
Giardia intestinalis o Giardia lamblia è un protozoo flagellato, ospite dell’uomo e di altre 40
specie animali. La forma di resistenza ( ciste ) sopravvive ai trattamenti di clorazione delle
acque potabili ma viene uccisa dai metodi usuali di cottura.
Attraverso le feci di animali infetti il parassita viene espulso nell’ambiente sotto forma di CISTE
(7-14 µ) . Dall’ambiente, la ciste infetta un ospite, nel cui intestino diviene TROFOZOITA,
forma in grado di replicarsi e di generare la patologia tipica. L’individuo infetto a sua volta
elimina con le feci sia i trofozoiti come tali, che non sopravvivono all’esterno, sia quelli
trasformatisi in cisti nell’intestino.
-Dose infettante
10 o più cisti
-Sintomi :
- nessun sintomo ( 36-86 % dei pazienti)
- Forma acuta : dolori addominali
diarrea grassa e giallastra
perdita di peso
disidratazione
raramente vomito e febbre
- Forma cronica : sintomi intermittenti ( 30- 50% dei casi )
-Comparsa dei sintomi
1-2 settimane dall’ingestione
La malattia :
Durata
Diagnosi
Clinica
-
Ambientale
-
Forma acuta : 2-6 settimane
Forma cronica : molti mesi
Esame microscopico delle feci dopo arricchimento. Per una
diagnosi certa devono essere analizzati almeno 5 campioni di
feci data l’emissione non continua di cisti
Ricerca diretta dell’antigene sulle feci mediante metodo ELISA
Estremamente difficoltosa la ricerca su alimenti e acqua
Modalità di
trasmissione
•
•
•
•
•
Persone a rischio
•
•
•
•
•
•
Alimenti implicati
•
•
bevendo acqua contaminata
ingerendo acqua di ricreazione contaminata come può accadere nelle piscine, vasche
di idromassaggio, fontane, laghi, fiumi, cascate contaminati con liquami o feci di fonte
umana o animale
mangiando cibi crudi o poco cotti contaminati da Giardia ( prevalentemente prodotti
agricoli che sono stati direttamente ( feci di animali infetti ) o indirettamente ( acqua di
irrigazione ) contaminati da materiale fecale )
Ingerendo accidentalmente cisti di Giardia da superfici contaminate, prevalentemente
attraverso il contatto con mani non lavate ( attrezzature di bagni, fasciatoi, secchi di
rifiuto dei pannolini, o giocattoli)
Consumando cibi cotti contaminati da portatori
Bambini che frequentano asili e persone che lavorano in centri di custodia e cura dei
bambini
Genitori di bambini infetti
Viaggiatori internazionali
Escursionisti, campeggiatori e qualsiasi altra persona che può trovarsi a bere acqua
non trattata
Frequentatori di luoghi di ricreazione e sport acquatici
Persone immunodepresse come malati di AIDS, trapiantati, o in trattamento con
chemioterapia
Prevalentemente acqua, anche potabile, data la grande resistenza delle cisti al cloro,
alle radiazioni UV e ozono.
prodotti agricoli consumati crudi o poco cotti, contaminati e non adeguatamente
sanificati.
Da “ The First European Communicable Desease Epidemiological report”
ECDC European Centre for Disease Prevention and Control
da :CDC MMWR Surveillance Summaries September 7, 2007 / 56(SS07);11-18
EPISODI EPIDEMICI
Scand J Infect Dis. 1987;19(1):85-90.
Un episodio di giardiasi da acqua in Svezia
Neringer R, Andersson Y, Eitrem R.
A metà di Ottobre 1982 un gran numero di persone che viveva a Mjövik, una piccola comunità nel sud-est della
Svezia, si ammalò dopo aver bevuto acqua potabile contaminata con acqua di scarico. La curva epidemica
evidenziò un unico focolaio con casi secondari. Nessun agente patogeno potè essere isolato dall’acqua o dai malati.
In seguito furono analizzati campioni di persone che si ammalarono nuovamente o che non si erano
precedentemente ricoverate e Giardia lamblia fu rinvenuta in persone ancora sintomatiche o precedentemente
ammalate. Nessun parassita fu rinvenuto in persone asintomatiche. Il focolaio di Mjövik fu causato da almeno 2
agenti, uno non identificato, con tempo di incubazione corto e che ha coinvolti 557 persone, e l’altro Giardia
lamblia con un periodo di incubazione più lungo e che ha coinvolto 56 persone.
PMID: 3563429 [PubMed - indexed for MEDLINE]
Am J Public Health. 1990 Oct;80(10):1259-60.
Focolaio su base alimentare di Giardia lamblia
Porter JD, Gaffney C, Heymann D, Parkin W.
Division of Field Services, Centers for Disease Control, Atlanta, GA 30333.
Un focolaio di giardiasi si è verificato in seguito ad una festa familiare di 25 persone. Nove di coloro che avevano
mangiato insalata di frutta si ammalarono, rispetto ad uno che non aveva mangiato l’insalata. ( RR = 7,4 ) La
persona che aveva preparata l’insalata aveva a casa un neonato ed un coniglio domestico entrambi positivi per
Giardia. Questa epidemia evidenzia l’importanza delle buone pratiche d’igiene durante la preparazione dei cibi e la
possibilità di trasmissione di Giardia dagli animali domestici all’uomo.
PMID: 2400040 [PubMed - indexed for MEDLINE]
J Water Health. 2007 Mar;5(1):1-38.
Trasmissione attraverso acqua dei parassiti : una revisione globale dei focolai e gli
insegnamenti tratti.
Karanis P, Kourenti C, Smith H.
Molecular Epidemiology and Protozoan Pathogenetics, National Research Center for Protozoan Diseases, Obihiro
University for Agriculture and Veterinary Medicine, Inada-cho, Obihiro 080-8555, Japan.
Nell’articolo vengono studiate 325 epidemie associate ad acqua dovute a protozoi. Il 93% delle segnalazione
provengono da America del nord e Europa e circa 2/3 dei focolai provengono dal Nord America. Oltre il 30% di
tutte le epidemie provengono dall’Europa di cui il 24 % dal Regno Unito. Giardia lamblia ( 40,6 % ) e
Cryptosporidium parvum ( 50,8 % ) sono responsabili della maggioranza dei focolai. In nove focolai la responsabile
è risultata Entamoeba histolytica ( 2,8 %) ed in 6 Cyclospora caytanensis ( 1,8 %) mentre Toxoplasma gondii e
Isospora belli sono state responsabile di tre epidemie ( 0,9 % ) e Blasocystis hominis è stata rinvenuta in due casi
( 0,6 %). Responsabili ciascuno di un focolaio ( 0,3 %) sono risultati Balantidium coli, microsporidi, Acanthamoeba
e Naegleria fowleri. La presenza di questi parassiti negli ecosistemi acquatici rende imperativo lo sviluppo di
strategie di prevenzione per la sicurezza di acqua e alimenti. Lo studio dell’incidenza umana e gli studi basati sulla
prevalenza ci forniscono dei dati di base dai quali partire per identificare le modalità di trasmissione attraverso
acqua e alimenti. Si rendono necessari metodi standardizzati per massimizzare la sorveglianza in salute pubblica e
quanto imparato dallo studio dei focolai fornirà una maggiore conoscenza dell’impatto in salute pubblica delle
infezioni da protozoi veicolati da acqua.
PMID: 17402277 [PubMed - indexed for MEDLINE]
Tidsskr Nor Laegeforen. 2007 Jan 18;127(2):184-6.
Un focolai di Giardiasi in un asilo a Trondheim ( Norvegia )
Wahl E, Bevanger L.
La prevalenza di Giardia in Norvegia è considerata bassa ma probabilmente l’infezione è sotto-diagnosticata. In altri
paesi si è visto che gli asili sono i luoghi in cui più frequentemente si osservano contaminazioni da Giardia e focolai.
Si riporta il primo focolaio di Giardiasi registrato in Norvegia. Il focolaio si è verificato in un asilo a Trondheim nel
2004. Dei 12 casi sono diagnosticati microbiologicamente 9 presentavano gastroenterite. Sono state raccolte le
feci di tutti i bambini, degli operatori dell’asilo e di tutti i conviventi dei portatori identificati. Tutti i soggetti positivi
sono stati trattati con metronidazolo ed hanno risposto bene al trattamento. L’ambiente dell’asilo è stato esaminato
e tutti i conviventi coinvolti sono stati intervistati per telefono. Sono state messe in atto misure di prevenzione. Il
focolaio potrebbe essere iniziato nel Novembre 2003 ed è terminato nel Luglio 2004. ha coinvolto solo una delle
cinque sezioni dell’asilo di cui il 44% dei bambini è risultato infetto. L’origine dell’infezione non è stata identificata
ma sono state indicate varie possibilità : il personale che cambia i pannolini ed aiuta i bambini al bagno prepara e
serve anche il cibo. I rubinetti dei lavandini nella cucina e nelle stanza di cambio dei pannolini erano ad apertura
manuale. Le tazze utilizzate per bere erano esposte a potenziali rischi. Tutte queste condizioni sono state ritenute
situazioni a rischio per la diffusione dell’infezione.
PMID: 17237866 [PubMed - indexed for MEDLINE]
J Infect Dis. 1992 Sep;166(3):673-6.
Focolaio di giardiasi in un ristorante
Quick R, Paugh K, Addiss D, Kobayashi J, Baron R.
Division of Field Epidemiology, Centers for Disease Control, Atlanta, Georgia 30333.
Un focolaio di giardiasi si è verificato in un ristorante ed ha coinvolto clienti che erano presenti per una cena di
lavoro. 27 (75 % ) dei 36 intervenuti si sono ammalati ed 1 ( 3%) soltanto dei 31 membri dello staff non
intervenuti. ( RR 23.3; CI 95% 3,4-161,4) Poiché la maggior parte dei presenti ha mangiato tutti gli alimenti
presenti nel menu fisso non è stato possibili associare un alimento in particolare con la malattia. Lo studio delle
circostanze ha però portato a sospettare che il veicolo di Giardia possa essere stato il ghiaccio contaminato da un
operatore della cucina. Nel ristorante furono evidenziate molte violazioni alle norme di sicurezza alimentare e due
operatori, uno asintomatico e positivo per Giardia e l’altro con un figlio piccolo anch’esso positivo hanno servito
ghiaccio ai clienti. Il focolaio dimostra come anche nei ristoranti sia possibile che si verifichino epidemie da parassiti
veicolati da acqua o alimenti.
PMID: 1500757 [PubMed - indexed for MEDLINE]
Presenza di cisti di Giardia in impianti di trattamento di
acque reflue in Italia
Simone M. Cacciò,1 Marzia De Giacomo,1 Francesca A. Aulicino,2 and Edoardo Pozio1*
Laboratory of Parasitology,1 Laboratory of Environmental Hygiene, Istituto Superiore di Sanità, 00161 Rome, Italy2
La riduzione della quantità di acqua piovana in alcune regioni italiane e l’aumento del consumo umano ha causato
globalmente una carenza di acqua. Il riciclo dell’acqua di scarico trattata è stato suggerito per alcune attività
domestiche, industriali e agricole. E’ stata ripetutamente
sottolineata l’importanza dell’analisi dei criteri
microbiologici e parassitologici nell’acqua riciclata. Tra i patogeni veicolati da acqua, i protozoi del genere Giardia e
Cryptosporidium sono noti per essere altamente resistenti alle procedure di disinfezione dell’acqua e come causa di
focolai da consumo di cibi crudi e di acqua potabile. Abbiamo condotto un’indagine in quattro impianti di
trattamento di acque reflue in Italia campionando acqua reflua ad ogni stadio del processo di trattamento nel
periodo di un anno. La presenza dei parassiti è stata valutata mediante immunofluorescenza con anticorpi
monoclonali. Mentre le oocisti di Cryptosporidium sono state osservate in rari casi, le cisti di Giardia sono state
rinvenute in tutti i campioni durante l’anno con picchi in autunno ed inverno. L’efficienza complessiva di rimozione
delle cisti negli impianti variava dall’ 87,0 % al 98,4 %. L’efficienza di rimozione del numero delle cisti è stata
statisticamente più elevata quando il trattamento secondario consisteva nell’ossidazione attiva con O2 e
sedimentazione invece che nei fanghi attivi e sedimentazione ( 94,5 % contro 72,1-88,0% P = 0.05, analisi della
varianza ) Per caratterizzare le cisti a livello molecolare il gene ß-giardin è stato amplificato con PCR ed i prodotti
sono stati sequenziali o analizzati con enzimi di restrizione. Le cisti sono state tipizzate come A o B, entrambe
patogene per
LINKS :
CDC – Parasitic disease information - Giardiasis
CRYPTOSPORIDIOSI
Caratteristiche
dell’agente
Cryptosporidium parvum è la specie maggiormente responsabile di infezioni nell’uomo del
genere cryptosporodium. E’ un protozoo presente in acqua, suolo, superfici e si presenta sotto
forma di oocisti ( 6 x 4 µ ) che rappresentano una forma di resistenza del genere.
Cryptosposridium resiste ai normali trattamenti con cloro effettuati sulle acqua potabili ( fino a
50 ppm Cl per 2 ore ) mentre è sensibile alle radiazioni UV. Le cisti resistono fino a 1 anno
nelle acque marine, nei molluschi fino a 14 giorni dall’inizio della disinfezione, fino a 170 giorni
in acque di fiume e potabili.
Il ciclo vitale
Le oocisti ingerite vanno incontro nell’intestino dell’ospite ad un ciclo asessuato e sessuato da
cui hanno origine oocisti che vengono eliminate nell’ambiente attraverso le feci.
La malattia
-Dose infettante
Meno di 10 oocisti, probabilmente anche una sola
-Sintomi :
-Incubazione
diarrea acquosa
vomito
anoressia
malessere diffuso
crampi
3-11 giorni
- Durata
3-11 giorni normalmente autolimitante in 2-4 giorni
Diagnosi
Clinica
o Esame microscopico delle feci dopo arricchimento.
o Ricerca diretta dell’antigene sulle feci mediante metodo ELISA
Ambientale
Su alimenti ed acqua mediante tecniche di immunofluorescenza.
Metodi non routinari.
Modalità di
trasmissione
Persone a rischio
Alimenti implicati
Disinfezione
Note aggiuntive
bevendo acqua contaminata
ingerendo acqua di ricreazione contaminata come può accadere nelle piscine, vasche
di idromassaggio, fontane, laghi, fiumi, cascate contaminati con liquami o feci di fonte
umana o animale
o mangiando cibi crudi o poco cotti contaminati
o Ingerendo accidentalmente cisti da superfici contaminate, prevalentemente attraverso
il contatto con mani non lavate ( attrezzature di bagni, fasciatoi, secchi di rifiuto dei
pannolini, o giocattoli)
o Consumando cibi cotti contaminati da portatori
o Bambini che frequentano nidi e scuole materne, soprattutto se portatori di pannolini
o Operatori di asili, nidi, ospedali.
o Genitori di bambini infetti
o Viaggiatori internazionali
o Persone che consumano acqua non trattata e non filtrata o comunque contaminata (
anche acqua municipale )
o Persone che frequentano centri acquatici ricreazionali
o Acqua contaminata sia di tipo ricreazionale che per uso alimentare
o Frutta e verdura consumati crudi
o Latte crudo non pastorizzato
o Carne soprattutto di vitello, trippa e salsicce.
o Calore : sensibili alla cottura dei cibi per almeno 6 minuti a 60°C ( a 59,7 °C per 5
minuti cisti ancora infettanti )
o Congelamento : oltre – 20° per almeno 24-72 ore ( -20° C per 8 ore , -10 °C per 1
settimana cisti ancora infettanti )
o Raggi ultravioletti : sensibile
o Cloro : resistenti alle medie concentrazioni
La criptosporidiosi è particolarmente grave nei pazienti immunocompromessi soprattutto affetti
da AIDS nei quali provoca forme croniche serie con perdite abbondanti e continue di liquidi.
o
o
Cryptosporidiosi in Europa
Cryptosporidiosi in Italia
1. Cryptosporidiosi umana
Le informazioni sulla prevalenza delle infezioni da Cryptosporidium nella popolazione sono
molto limitate. Studi sui donatori di sangue hanno dimostrato una specifica immunità
cellulare contro antigeni di Cryptosporidium nella maggioranza dei soggetti
( 62-83%)
facendo così presupporre un alto numero di contatti tra uomo e parassita. Nel paese è stata
riportata una prevalenza nei bambini che va dal 1,9 al 7,2 %. Nei pazienti
immunocompromessi, prevalentemente malati di AIDS la prevalenza era del 21-33% prima
dell’introduzione dei farmaci antiretrovirali ma è drasticamente diminuita a partire dal 1996.
L’analisi molecolare degli isolati umani ha dimostrato almeno 3 specie responsabili di
patologie umane ( C. hominis, C. parvum, C. felis )
2. Cryptosporidiosi animale
Ci sono pochi studi per stimare la prevalenza dell’infezione negli animali . I dati disponibili
mostrano un’alta prevalenza ( oltre il 75 %) negli animali molto giovani ( vitelli e agnelli )
ma il parassita è stato isolato solo in allevamenti con livello igienico molto basso mentre sono
risultati esenti allevamenti più moderni. Non sono disponibili dati sui piccoli animali e animali
selvatici.
3. Presenza di Cryptosporidium in acqua e alimenti
Le oocisti di cryptosporodium sono state isolate raramente dai campioni di acqua esaminati.
Nelle acque di scarico le oocisti sono state isolate solamente in un impianto di trattamento
delle acque reflue nel Sud Italia anche se in numero molto ridotto ( circa 30 oocisti per litro ).
Acque superficiali,acque potabili e di piscina sono sempre risultate negative per la presenza
di Cryptosporodium. Indirette evidenze però provengono da studi su molluschi altamente
filtranti che sono stati usati come bioindicatori ambientali di contaminazione delle acque.
Molte specie di vongole ( Ruditapes philippinarum e Chamelea gallina ) hanno dimostrato di
veicolare le oocisti di Cryptosporodium.
4. Focolai epidemici da Cryptosporodium
In Italia è stata descritta un’unica epidemia che si è verificata nel 1995 in un centro di
recupero per tossicodipendenti nel Nord Italia. Dei 1731 membri della comunità il 19,6 % era
positivo per HIV. Il tasso di attacco era del 13,6 % nelle persone HIV-negative e del 30,7 %
nei positivi con valori variabili a seconda del livello di CD4 nel sangue. Le oocisti furono
rinvenute nei sedimenti dei depositi di acqua utilizzata nella comunità e identificate attraverso
flottazione e immunofluorescenza indiretta usando uno specifico anticorpo monoclonale.
( liberamente tradotto da Cryptnet – Cryptosporidiosis in Europe )
EPISODI EPIDEMICI
1988 – Ayrshire- Scozia
Il focolaio veicolato da acqua ha coinvolto con certezza 27 individui ma centinaia di persone ha
sofferto di diarrea. Le oocisti di Cryptosporodium sono state rinvenute nella fornitura d’acqua e
la contaminazione ha avuto origine da un serbatoio.
1991 – Copenaghen- Danimarca
Un’epidemia nosocomiale ha coinvolto 18 persone HIV-positive ricoverate in ospedale. L’origine
del focolaio è stata individuata nel ghiaccio proveniente da un distributore contaminato da un
paziente infetto che aveva prelevato il ghiaccio per raffreddare una bibita. Dei pazienti HIVpositivi 8 morirono dopo diarrea prolungata
1991 – Svezia
Una connessione con un corso d’acqua contaminato ha provocato la contaminazione della
fornitura d’acqua potabile causando 600 casi infettivi tra cui cryptosporidiosi
1993 – Milwaukee – USA
L’epidemia è stata provocata da acqua per uso umano inquinata con oocisti di Cryptosporidium
che avevano passato il sistema di filtraggio di uno degli impianti di fornitura di acqua potabile.
L’acqua proveniente dall’impianto aveva evidenziato nei giorni precedenti un marcato aumento
della torbidità. Le oocisti sono state isolate dal ghiaccio ottenuto dall’acqua contaminata e circa
285 persone hanno presentato positività al test di laboratorio sulle feci. Sulla base delle indagini
epidemiologiche è stato stabilito che circa 403.000 persone hanno avuto sintomi riconducibili ad
un’infezione da Cryptosporidium.
1993 – Inghilterra e Galles
Dopo un periodo di forti precipitazioni atmosferiche si è verificata un’epidemia che ha coinvolto
47 persone. Nell’occasione si scoprì che un attingimento di acqua municipale drenava anche
acqua direttamente proveniente da campi inquinati da feci di bestiame, by-passando così i
sistemi di filtrazione naturale. Uno studio caso-controllo evidenziò una significativa associazione
con il consumo di acqua di rubinetto non bollita e dopo il blocco della sorgente inquinata
l’epidemia si è rapidamente bloccata.
1998 – Guadarrama – Spagna
Il focolaio ha coinvolto 21 bambini. Le oocisti di Cryptosporidium sono state isolate in 8 casi.
Uno studio caso-controllo ha evidenziato una associazione statisticamente significativa tra il
consumo di acqua di rubinetto e gli episodi di gastroenterite. Sono state evidenziate grosse
deficienze negli impianti di trattamento ma non sono mai state isolate oocisti dall’acqua.
1998 – Washington DC – USA
Una epidemia di Cryptosporidiosi si è verificata in un campus universitario. In uno studio casocontrollo di 88 casi e 67 controlli si arrivati all’associazione significativa tra la frequentazione di
1 o 2 tavole calde e la comparsa di diarrea. ( P < 0.001 ) La comparsa della malattia è stata
associata ad un consumo di alimenti nella cena del 22 settembre, associazioni più deboli furono
trovate con altri 6 pasti. Cryptosporidium parvum fu rinvenuto nelle feci di 16 ( 70 %) dei 23
studenti malati ed in 2 dei 4 operatori malati. Un operatore affetto da Cryptosporidiosi
confermata aveva preparato prodotti crudi nei giorni 20-22 Settembre. Tutti gli stipiti isolati
compreso quello dell’operatore furono tipizzati e risultarono appartenenti al genotipo 1. Le
evidenze epidemiologiche e molecolari hanno riconosciuto nell’operatore ammalato la fonte del
focolaio.
2000 – Inghilterra e Galles
58 casi sono stati confermati dopo un periodo di forti precipitazioni con fenomeni alluvionali. Le
oocisti hanno colonizzato i serbatoi delle sorgenti e persistevano nell’acqua anche dopo che le
autorità hanno scelto di utilizzare una diversa fonte d’acqua. Questa persistenza può essere
dovuta a oocisti rimaste intrappolate nel biofilm presente sulle superfici dei condotti finali
dell’acqua.
2001 – Dracy Le Fort – Francia
563 dei 1100 abitanti del paese hanno sofferto di un episodio di gastroenterite. Cryptosporidium
hominis è stato ritrovato in 19 pazienti. Il consumo di acqua di rubinetto era l’unico fattore di
rischio associato con i casi e le oocisti sono state isolate dalla fornitura d’acqua.
2002 – Nord Irlanda
L’allerta è nata da un aumento dei casi di Cryptosporidiosi ( 29 casi tutti legati alla stessa fonte
di fornitura di acqua ) evidenziato dalla autorità sanitaria. Le oocisti sono state isolate da acqua
trattata e non e dall’ambiente che circondava il lago di drenaggio. Un’indagine epidemiologica,
ambientale e microbiologica ha individuato nelle pratiche di concimazione agricola la fonte di
inquinamento dell’acqua.
2006 – Sakai City – Giappone
Nell’ottobre 2006 l’Autorità Sanitaria ricevette la notifica di una gastroenterite acuta in tre
membri della stessa ditta che avevano mangiato un piatto di carne cruda chiamato Yukke ( simil
tartara di bovino ) e fegato crudo ad una rosticceria . Sulla base delle interviste il periodo medio
di incubazione risultò essere di circa 5,5 giorni (range 5-7) e la durata media della malattia 7
giorni ( range 4-10 ) La malattia era caratterizzata da un lungo periodo di incubazione, diarrea
senza sangue, vomito moderato e febbre bassa: tutti i sintomi facevano supporre un’infezione
enterica protozoaria. I campioni i feci ottenuti da 3 dei 4 pazienti erano positivi per oocisti di
Cryptosporidium. Tutti i campioni, unitamente a due provenienti da operatori della rosticceria,
risultarono negativi per batteri e Norovirus. Dal fatto in questione si deduce come sia necessaria
l’effettuazione di test per la ricerca di protozoi enterici per la diagnosi differenziale di sospetta
malattia veicolata da alimenti, specialmente quando la patologia è caratterizzata da un lungo
periodo di incubazione e da forte diarrea acquosa. Nel caso l’autorità è stata in grado di
diagnosticare la patologia come cryptosporidiosi senza attendere gli esiti delle indagini
batteriologice e virologiche e questo ha permesso di prevenire una infezione secondaria
veicolata da un paziente malato che lavorava presso la cucina della ditta da cui provenivano i
casi.
20 Settembre 2007 FDA pubblica un’allerta per Cryptosporidium
L’FDA Americana ha diramato un’allerta sul prodotto “ Baby’s Bliss gripe Water” una bevanda a
base di erbe destinata alla primissima infanzia con lo scopo di ridurre le patologie tipiche dei
primi mesi dovute alle coliche d’aria. Attraverso indagini di laboratorio, indotte dal caso di un
bambino di 6 settimane affetto da cryptosporidiosi, è stata evidenziata la presenza del protozoo
nel lotto investigato .
VASTO FOCOLAIO DI CRYPTOSPORIDIOSI NELL’IRLANDA DELL’OVEST LEGATO
ALLE PUBBLICHE FORNITURE D’ACQUA : RAPPORTO PRELIMINARE
A metà Febbraio 2007, rispetto al febbraio 2006, si è rilevato un piccolo aumento nel numero
di casi di cryptosporidiosi notificati dal laboratorio nella città e Regione di Galway, Irlanda.
La notifica della cryptosporidiosi da parte del laboratorio è obbligatoria in Irlanda dal gennaio
2004.
Un ulteriore aumento dei casi è stato quindi osservato nei primi di marzo e quindi è stata decisa
un’indagine per la quale è stata data la seguente definizione di caso “ una persona con
cryptosporidiosi confermata dal laboratorio dal 1 Gennaio 2007 e residente nella Contea di
Galway”
Figura 1 – Casi di Cryptosporidiosi nella contea di Galway, Irlanda, per settimana di notifica dal
1 Gennaio 2007.
L’analisi dei casi ha rilevato che tutti risiedevano nella contea di Galway e la maggior parte nella
città di Galway. Tutti i casi risiedevano in aree servite da acqua proveniente dal un grande lago
nell’ovest della regione sia da servizio pubblico che privato.
Le statistiche sulle precipitazioni indicarono che l’inverno 2006/2007 era stato uno dei più
piovosi e che il lago raggiunse il secondo maggior livello registrato in Gennaio. Questo può aver
contribuito alla contaminazione dell’acqua del lago dovuta allo spargimento di fanghiglia
proveniente dal terreno che i contadini concimavano nel periodo Gennaio-Febbraio
Per impedire un’ulteriore propagazione dell’infezione attraverso acqua potenzialmente
contaminata, il Direttore del Dipartimento di salute Pubblica delle regioni dell’Ovest ha costituito
un gruppo di gestione dell’emergenza nella settimana del 12 Marzo ed un avvivo di bollire
l’acqua è stato emanato il 14 Marzo. La notifica è stata applicata a tutti i quartieri del Galway
City ed alle aree della regione servire dalle acque del lago, incluse due forniture pubbliche e
l’avvivo è stato ampiamente diffuso attraverso i media locali e nazionali. I medici di base, gli
ospedali, i gruppi infermieristici, i farmacisti, i dentisti, le aziende alimentari, gli uffici pubblici e
gli asili e nidi sono stati direttamente contattati.
Il sistema di fornitura di acqua di Galway, che usava esclusivamente acqua proveniente dal
lago, aveva due impianti di trattamento : un impianto nuovo e moderno con sistema di
coagulazione e filtrazione rapida per gravità, ed un impianto più vecchio senza filtrazione.
L’acqua proveniente da entrambi gli impianti veniva mescolata prima della distribuzione ed era
soggetta alla ricerca batteriologica di Escherichia coli , enterococchi e clostridium perfringens
due volte la settimana. I risultati venivano riferiti alle autorità locali ma non notificate ala
Dipartimento di Sanità Pubblica.
I risultati indicavano che l’acqua trattata era costantemente negativa per E.coli e enterococchi,
ma cisono stati dei reperti di positività per C.perfringens nell’acqua trattata, con un livello
particolarmente elevato ( 54 UFC/100 ml ) riportato nei primi giorni di Marzo 2007.
SITUAZIONE EPIDEMIOLOGICA
Al 14 Aprile, erano stati notificati 182 casi. Di questi, 93 erano femmine, 85 maschi e per 4
mancavano le informazioni sul sesso. 90 casi erano residenti in città e 4 con altri indirizzi
avevano consumato l’acqua incriminata. 36 pazienti vivevano fuori città ma in zone servite
dall’acqua del lago ed i restanti casi avevano residenze al di fuori della regione. Tutte le classi di
età sono state infettate e 40 casi sono stati ospedalizzati (24 bambini e 16 adulti )
Age
Number of cases
< 3 years
40
3-14 years
64
15-19 years 4
20-39 years 44
40-64 years 20
>= 65 years 10
Total
182
Tabella 1 – Distribuzione per età di casi di cryptosporidiosi, Galway, Irlanda.
ANALISI DI LABORATORIO
Nel laboratorio di Galway soltanto le feci di ragazzi sotto i 15 anni vengono rutinariamente
esaminate per cryptosporidium in assenza di una storia clinica specifica. In seguito all’epidemia,
sono state esaminate le feci di tutte le classi di età. Le feci positive per cryptosporidium sono
state inviate all’Unità di Riferimento per Cryptosporidium , Servizio di Sanità Pubblica per il
Galles a Swansea per l’identificazione di specie mediante l’uso di PCR-RFLP COWP gene. Anche i
vetrini positivi per cryptosporidium da campioni di acqua sono stati inviati in Galles per la
tipizzazione biomolecolare di specie.
Dei 98 campioni umani tipizzati 71 erano di Cryptosporidium hominis e 14 di Cryptosporidium
parvum, i restanti da confermare. C.hominis e C. parvum sono stati identificati nei campioni di
acqua testati provenienti dal vecchio impianto cittadino e C. hominis da un misto di acqua
proveniente dall’impianto vecchio e da quello nuovo.
Una quantità di oocisti eccedente il valore delle Linee Guida (1 oocisti/10 litri) è stata rilevata
nell’acqua alla fine del trattamento nell’impianto vecchio di Galway City ( il valore massimo
rilevato è stato di 5,26 oocisti/10 litri il 20 Marzo 2007 ) Nella Regione di Galway un valore di
13,68 oocisti/10 litri è stato rilevato a Headford il 18 Marzo. Non è stato identificata un’origine
specifica della contaminazione.
CONCLUSIONI
Questo focolaio di Cryptosporidiosi mette in rilievo l’estrema vulnerabilità degli
approvvigionamenti d’acqua che attingono dalle acque superficiali con grosso
rischio di
contaminazione da Cryptosporidium e la necessità di un sistema efficace di trattamento delle
acque. La prevalenza di C. hominis tra i casi suggerisce la sorgente della contaminazione
come umana nonostante che la fonte non sia mai stata identificata.
L’episodio evidenzia l’importanza di una notifica del caso clinico sistematica e puntuale.
C’è un considerevole dibattito sul ruolo da attribuire all’isolamento di C. perfringens nell’acqua
potabile come indicatore del rischio di contaminazione da Cryptosporidium.
E’ sicuramente degno di nota il fatto che il più alto valore di C. perfringens riscontrato nell’acqua
negli ultimi due anni è stato ritrovato nei primi giorni di Marzo di quest’anno ed ha coinciso con
il periodo in cui la maggior parte dei pazienti ha evidenziato i sintomi. Sembrerebbe
appropriato quindi considerare la notifica al Dipartimento di Sanità Pubblica del riscontro
nell’acqua di elevati valori di C.perfringens
come un segnale di allerta di possibile
contaminazione.
Si continuano ad osservare dei casi con una frequenza più alta rispetto a quanto normalmente
rilevato in questo stesso periodo dell’anno. Si sta investigando sul rispetto dell’ordinanza di
bollire l’acqua e si stanno attualmente analizzando i dati ricavati da un questionario dettagliato.
Da : Eurosurveillance weekly releese 3 Maggio 2007
http://www.eurosurveillance.org/ew/2007/070503.asp#3
Links :
EUROSURVEILLANCE Cryptosporidiosis surveillance and water-borne outbreaks in Europe
CDC – Parasitic disease information – Cryptosporidium infection
TRICHINELLOSI
Caratteristiche
dell’agente
Il ciclo vitale
La malattia
Diagnosi
La trichinellosi è causata da nematodi del genere Trichinella. Oltre alla ben nota Trichinella spiralis si
conoscono adesso altre specie di trichinella come T. pseudosporalis, T. nativa, T. nel soni e T. britovi.
La trichinellosi si acquisisce ingerendo carne contenente larve incistate di Trichinella. Dopo l’esposizione ai
succhi gastrici e alla pepsina le larve fuoriescono dalle cisti ed invadono la mucosa intestinale dove
diventano individui adulti. Le trichinelle si riproducono sessualmente e dopo 1 settimana la femmina
rilascia larve che, attraverso il sistema linfatico e circolatorio migrano nei muscoli striati dell’ospite dove si
incistano, assumendo una tipica posizione spiralizzata. Le larve in questo stadio sono infestanti e possono
rimanere così per anni.
-Sintomi :
o Le infezioni lievi possono essere asintomatiche .
o L’invasione intestinale può essere accompagnata da sintomi
gastrointestinali ( diarrea, dolori addominali, vomito).
o La migrazione nei tessuti muscolari può causare edema periorbitale e
facciale, congiuntivite, febbre, mialgie, emorragie subungueali, eruzioni
cutanee ed eosinofilia.
o Occasionali complicazioni sono miocarditi, interessamento del sistema
nervoso centrale e polmoniti.
o L’incistamento nei tessuti muscolari provoca mialgia e debolezza seguite da
remissione dei sintomi.
-Incubazione
o I sintomi addominali : 1-2 giorni
o Sintomi da migrazione e incitamento : 2- 8 settimane
Clinica
Ambientale
o Ricerca anticorpi specifici ( IgG, IgM e IgE )
o Biopsia muscolare
Ricerca delle larve nel tessuto muscolare animale
Modalità di
trasmissione
L’uomo si infetta tramite il consumo di carni crude o poco cotte provenienti da animali infestati. A seconda
della regione climatica animali diversi fungono da serbatoi di trichinella umana ed il ciclo viene mantenuto
dai carnivori.
TRICHINELLA
OSPITE NATURALE PRINCIPALE
SPIRALIS
Suino, carnivori, ratti
NATIVA
Carnivori
BRITOVI
Carnivori, occasionalmente maiali domestici e cinghiali
PSEUDOSPIRALIS Carnivori e onnivori, ratti, marsupiali,uccelli selvatici
Persone a
rischio
Alimenti
implicati
Prevenzione
AREA DI
DISTRIBUZIONE
Zone temperate,
cosmopolita
Zone artiche e
subartiche
Zone temperate
dell’Eurasia
Cosmopolita
La trichinella si trasmette attraverso un ciclo selvatico, in cui sono interessati animali che vivono allo stato
selvatico e si infettano nutrendosi di carogne o comunque materiale infestato. Dagli animali selvatici il
parassita può passare all’animale domestico, prevalentemente ad animali che vivono allo stato brado o in
piccoli allevamenti non controllati e che si infettano nutrendosi di rifiuti o venendo in contatto con carogne
contenenti larve. In Italia l’animale selvatico coinvolto sembra sia la volpe che funge da serbatoio naturale
di Trichinella britovi.
Chiunque consumi carne cruda o poco cotta di animali infestati.
A seconda della zona geografica le specie implicate sono diverse così come diverse solo le specie di
Trichinella coinvolte. In Italia le specie animali possibili fonti di infezione sono maiale, cinghiale e cavallo
o Cuocere i prodotti carnei finché il liquido di cottura diviene limpido o almeno fino ad una temperatura
interna di 70°C
o Congelare la carne di maiale in pezzi non più spessi di 15 centimetri a -15°C per uccidere tutte le
larve. Ma non tutte le specie di Trichinella hanno la stessa sensibilità al congelamento.
SPECIE
PATOGENICITA’ PER L’UOMO
RESISTENZA AL FREDDO
Spiralis
Alta
NO
Nativa
Alta
Alta
Britovi
Bassa
Bassa
Pseudospiralis
Alta
NO
o Non far mangiare a maiali di allevamento carne cruda di altri animali compresi i topi che possono
essere infettati con trichinella
o La salatura, l’essiccamento, l’affumicatura e la cottura a microonde non garantiscono l’eliminazione di
tutte le larve.
Numero di casi di trichinellosi in Europa
anni 1997-2006
12000
10563
10000
Casi
8000
6000
4109
4000
2640
2000
1242
1042
458
848
1557
1268
2005
2006
842
0
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
Anno
( nell’anno 2003 sono stati notificati 9572 casi dalla repubblica dell’ Azerbaijan )
Focolai di trichinellosi in Italia negli ultimi 20 anni
ANNO
1980
1984
1985
1985
1986
1986
1988
1990
1990
1991
1993
1995
1996
1996
1998
2000
2002
2005
2005
2006
Luogo in cui si è sviluppata
l’epidemia
Calabria - Sila
Lombardia – Varese
Puglia – Gravina di Puglia
Calabria – Cosenza
Basilicata – Irpinia
Emilia Romagna - Salsomaggiore
Umbria – Polino
Piemonte – Ovada
Puglia – Barletta
Basilicata – Grassano
Toscana – Montevarchi
Abruzzo – Castel di Sangro
Basilicata – Villa d’Angri
Abruzzo – Popoli
Emilia Romagna – Piacenza
Puglia - Bitonto
Lazio
Sardegna – Orgosolo
Lombardia – Mantova
Sardegna
Fonte : Istituto Superiore di Sanità
casi
Fonte d’infezione
3
13
80
2
20
300
48
11
500
6
4
23
3
10
92
36
8
11
6
7
Maiale
Cavallo
Cinghiale
Volpe
Cinghiale
Cavallo importato dall’ estero
Cinghiale
Cinghiale importato dall’estero
Cavallo importato da estero
Maiale
Maiale
Cinghiale
Maiale
Cinghiale
Cavallo importato dall’estero
Cavallo importato dall’estero
Maiale importato dall’estero
Maiale
Cavallo importato da estero
Maiale
Agente
responsabile
T.britovi
n.d.
T.britovi
T.britovi
T.britovi
T.britovi
T.britovi
T. spiralis
T.spiralis
T.britovi
T.britovi
T.britovi
T.britovi
T.britovi
T. spiralis
n.d.
T.britovi
n.d.
T.britovi
T.britovi
EPISODI EPIDEMICI
FEBBRAIO 2002 – SERBIA E MONTENEGRO
247 casi infettatisi con salsicce affumicate prodotte privatamente e distribuite
dal proprietario di un macello privato
DICEMBRE 2002 – FRANCOFORTE SUL MENO – GERMANIA
3 casi infettatisi con carne affumicata di cinghiale selvatico regalata da ospiti
provenienti dalla Romania
FEBBRAIO 2003 – POLONIA
70 casi e 124 esposti, 11 ospedalizzati infettatisi da carne non certificata di
animale selvatico non individuata aggiunta a carne certificata per
raggiungere il peso.
APRILE 2004 – DANIMARCA
7 casi da salsiccia comperata in Romania prodotta con carne di maiale
allevato in proprio.
DICEMBRE 2005 – MARZO 2006 - GERMANIA
17 casi da salsiccia affumicata prodotta da un maiale macellato privatamente
DICEMBRE 2005 – ITALIA – SARDEGNA
7 casi notificati infettatisi con carne suina e suoi derivati ( salsicce ) prodotti
sa un animale selvatico e macellato clandestinamente.
EPICENTRO – Un’epidemia di trichinellosi in Sardegna
GENNAIO 2007 – SPAGNA E SVEZIA
21 casi da salsiccia di cinghiale selvatico provenienti da una riserva di caccia
privata. La carne era stata esaminata dal veterinario locale e risultata
negativa all’esame trichinoscopico. Le salsicce sono state mangiate da uno
studente che quindi si è recato in Svezia dove le ha fatte consumare ad
alcuni amici.
http://www.eurosurveillance.org/ew/2007/070315.asp#1
GIUGNO – LUGLIO 2007 POLONIA
214 casi di cui 81 ospedalizzati da Trichinella spiralis. Da questa epidemia
sono stati esportati casi in tutta Europa.
Polonia
Irlanda
Germania
GENNAIO 2008 FOCOLAIO A VERONA DI TRICHINELLOSI IMPORTATA
Coinvolta una famiglia rumena residente da tempo in Italia ( 2 adulti e 2
bambini) ed un amico, tutti ricoverati in due Ospedali di Verona. Durante una
visita a parenti in Romania hanno consumato prosciutto proveniente da
maiali macellati senza controllo veterinario. Due persone in Romania hanno
sviluppato trichinellosi dalla stessa fonte di contagio
Eurosurveillance, Volume 13, Issue 22, 29 May 2008.
LEGISLAZIONE DI RIFERIMENTO
Regolamento CE 2075/2005 della Commissione del 05 /12/2005
Accordo Stato-Regioni del 10/05/2007
REGIONE TOSCANA - Linee di indirizzo per l’ applicazione del Regolamento (CE) 2075/2005 che definisce norme specifiche applicabili
ai controlli ufficiali relativi alla presenza di trichine nelle carni
LINKS
CDC – Parasitic disease information - Trichinellosi
ISTITUTO SUPERIORE DI SANITA’ – International Trichinella Reference Center
TRICHINET
XII International Conference on Trichinellosis – Book of abstracts
PD Book -Trichinella
Trichinella Scientific Report EFSA
Fly UP