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Parassiti e tossinfezioni alimentari 2
Centro di Riferimento Regionale sulle Tossinfezioni Alimentari (Ce.R.R.T.A.) PARASSITI E TOSSINFEZIONI ALIMENTARI INTRODUZIONE E GENERALITA’ GIARDIASI CRYPTOSPORIDIOSI TRICHINELLOSI INTRODUZIONE E GENERALITA’ Le parassitosi sono state per lungo tempo considerate un problema confinato nelle regioni tropicali o in luoghi con cattive abitudini igieniche e perciò di poco interesse per il mondo civilizzato. Al contrario però recenti epidemie di malattie da parassiti hanno dimostrato la non veridicità di tale assunto. Non tutti i parassiti vivono solo ai tropici ( vedi i focolai da Cryptosporidium ) inoltre i consumatori possono essere esposti a parassiti che provengono da tali zone a causa dell’aumento dei viaggi internazionali e della globalizzazione dei mercati alimentari. I parassiti sono organismi che vivono utilizzando come fonte di nutrimento un altro essere vivente. Un parassita ben adattato non uccide il proprio ospite poiché il rifornimento costante di nutrimento per lunghi periodi di tempo dipende proprio dall’ospite stesso. Le dimensioni dei parassiti trasmessi da acqua o alimenti variano da quelle di organismi monocellulari a quelle di vermi lunghi facilmente visibili ad occhio nudo. Molte infezioni da parassiti sono asintomatiche, altre causano sintomi acuti ma di breve durata mentre altre ancora persistono nell’organismo provocando effetti cronici. Qual è la dimensione del problema parassiti ? In tutto il mondo i parassiti infettano milioni di persone. In alcune regioni in via di sviluppo, essi sono la maggior causa di diarrea infantile e scarsa crescita dei bambini e causano significative perdite economiche sia per la salute umana che per l’agricoltura. Nei paesi sviluppati il numero di persone affette da parassiti è proporzionalmente più piccolo rispetto ai paesi in via di sviluppo, e virus e batteri sono le più frequenti cause di malattie veicolate da alimenti . Comunque, l’interesse verso le parassitosi come malattie veicolate da alimenti sta aumentando per le seguenti ragioni : 1) l’aumento dell’importazione di frutta, verdure, e prodotti etnici, alcuni dei quali provenienti da paesi senza moderne strutture sanitarie e sistemi di ispezione, può introdurre parassiti 2) gli immigranti da paesi in via di sviluppo possono essere infettati da parassiti che possono essere trasmessi soprattutto nella preparazione dei pasti 3) l’aumentato interesse al consumo di cibi crudi o poco cotti può far aumentare il rischio di parassitosi 4) l’aumento di popolazione con basse difese immunitarie può permettere la circolazione di parassiti che in tali persone provocano una sintomatologia particolarmente grave 5) alcuni parassiti,sebbene non molto frequenti, possono causare gravi effetti cronici ( es . problemi neurologici causati da parassiti come Toxoplasma gondii e cancro del fegato associato a Clonorchis ) 6) un’interessante problema posto da alcuni parassitologi è il potenziale aumento di parassitosi legato al progressivo riscaldamento del pianeta. Alcune parassitosi sono al momento confinate nelle aree tropicali e subtropicali perché le cisti e gli ospiti intermedi non tollerano il freddo. Ma se la temperatura delle acque si alzasse e gli inverni fossero più miti alcune malattie potrebbero presentarsi nelle aree temperate. Il controllo delle parassitosi Alcune strategie di base come la sanificazione e l’appropriata cottura dei cibi sono alla base della lotta alle parassitosi. Non tutti i mezzi sono appropriati per tutti i parassiti quindi considereremo anche l’uso di sistemi diversi per organismi diversi. Sanificazione e igiene • • • • L’uso di appropriati dispositivi per la raccolta delle scorie umane ed animali per evitare la contaminazione delle fonti di cibi ed acqua rappresenta un’eccellente strategia di base per prevenire molte malattie da parassiti trasmesse per via fecale-orale. Però, in molti paesi sviluppati, questi rifiuti rappresentano ancora una fonte di fertilizzanti per le colture. Il compostaggio di questi materiali potrebbe essere in grado di uccidere le uova di parassiti. Il controllo di mosche, scarafaggi ed altri insetti può prevenire l’inquinamento degli alimenti da parte di parassiti L’accurato lavaggio di verdure e frutta crude può allontanare le cisti, le oocisti e le uova di parassiti ma spesso risulta difficoltoso il lavaggio completo di alcuni vegetali in foglia e bacche. Sono ugualmente fondamentali per l’opera di prevenzione il frequente lavaggio delle mani, l’uso di utensili puliti e tutte le misure per prevenire la contaminazione crociata durante i processi di preparazione degli alimenti. Zootecnica animale e ispezioni • • • • L’applicazione di pratiche zootecniche che limitano l’esposizione dei suini a alimenti e feci contaminate hanno avuto successo nei paesi sviluppati nel ridurre drasticamente le infezioni umane da Trichinella e Tenia. Il controllo dei roditori è importante per impedire che i suini si infettino tramite il consumo di roditori veicolanti parassiti. Gli animali infetti possono essere trattati con farmaci che uccidono i parassiti. Sono stati inoltre sviluppati dei vaccini per prevenire infezioni di alcuni parassiti. Le ispezioni animali devono essere in grado di individuare i parassiti di suini, bovini e pesci. Questi sistemi assicurano che quasi tutta la carne che arriva al consumatore sia libera da parassiti. Cottura e trattamento a caldo di alimenti Tutti i generi di parassiti vengono uccisi da adeguata cottura dei cibi e bollitura dell’acqua. Non è comunque affidabile l’utilizzo del microonde perché la cottura è ineguale nell’alimento e nelle zone rimaste più fredde i parassiti possono sopravvivere. Si consiglia quindi di cucinare i suini e la selvaggina che può essere infettata da Trichinella, ad una temperatura interna di almeno 70°C. Congelamento Per quei cibi che vengono mangiati crudi, come alcuni pesci e carni, il congelamento per diversi giorni può inattivare o uccidere alcuni parassiti • Il pesce dovrebbe essere congelato a -30°C per almeno 15 ore a livello commerciale o a -20°C per almeno 7 giorni a livello domestico per uccidere Anisakis. Altri parassiti richiedono tempi e temperature più alte o più basse. • Il congelamento della carne a -17°C per 20 giorni, a -24°C per 10 giorni o a 30°C per 6 giorni distrugge Trichinella nel maiale, ma queste temperature potrebbero non essere sufficienti negli animali selvaggi. Trichinelle infettanti sono state ritrovare in orsi polari e in carne di orsi grizzly congelate da 24 mesi. Sistemi di disinfezione • • • • • • I sistemi di filtrazione possono rimuovere i le cisti di parassiti dall’acqua, Comunque, diverse epidemie da cryptosporidium associate ad acque superficiali filtrate indicano che questi sistemi non sono sempre efficaci. La clorazione elimina batteri ed alcuni parassiti dall’acqua ma cisti ed oocisti sono resistenti al cloro. L’ammollo delle verdure in una soluzione di varechina al 1,5 %, in aceto o permanganato di potassio ( 24mg/L) o il mantenimento sotto sale distruggono le larve infettanti di alcuni nematodi e trematodi. Comunque trematodi infettanti sono stati rinvenuti in pesci conservati per una settimana sotto sale ( 3 gr. di sale / 10 gr di pesce ) a 26 °C. Una soluzione al 10% di idrossido di ammonio uccide il 94% delle uova di Ascaris dopo 3 ore ma altri disinfettanti sono meno attivi. L’irradiamento può distruggere i parassiti su alcuni cibi crudi. Piccole dosi danneggiano le larve ed inibiscono l’infettività ma, per esempio, per uccidere le trichinelle nelle carni sono rischieste dosi alte. Nelle acque si è dimostrato che i raggi UV distruggono la Giardia, l’ozono è in grado di inattivare tutti i protozoi e gli ultrasuoni inattivano le oocisti di Cryprosporidium. ALIMENTI Carne bovina Carne suina Altre carni PROTOZOI NEMATODI TAENIAE Taenia saginata Tenia solium TREMATODI Toxoplasma Toxoplasma Cryptosporidium Trichinella Trichinella Diphyllobotrium Clonorchis Paragonimus Anisakis Angiostrongylus Ascaris Tenia solium echinococco Fasciola Fasciolopsis Ascaris Echinococco Fasciola Fasciolopsis (cavallo ) (agnello e montone) Latte Pesce Granchi, gamberetti Vongole, cozze, ostriche Calamari Frutta e verdure crude Acqua Cryptosporidium Anisakis Gnathostoma Cryptosporidium Toxoplasma Cyclospora Cryptosporidium Giardia Cyclospora Cryptosporidium Giardia Toxoplasma Tab 1 – Principali associazioni alimenti-parassiti PARASSITA Periodo di incubazione Sintomi Cryptosporidium 2-10 giorni Diarrea acquosa Crampi e dolori di stomaco lieve febbre Cyclospra cayetanensis 1-14 giorni Normalmente almeno 1 sett. Diarrea acquosa Scarso appetito Perdita di peso Crampi Nausea Vomito Affaticamento Giardia lamblia 1-2 settimane Diarrea Crampi flatulenza Trichinella spiralis 1-2 giorni per i sintomi iniziali Altri sintomi dopo 2-8 settimane dall’infezione Forma acuta : nausea diarrea affaticamento Febbre disagio addominale seguito da dolori muscolari Occasionali complicanze cardiache e neurologiche Durata Si possono avere remissioni e ricadute in settimane o mesi Si possono avere remissioni e ricadute in settimane o mesi Cibi associati Test di laboratorio Qualsiasi cibo Cibo manipolato da malati dopo la cottura Acqua potabile Esame microscopico delle feci Ricerca in alimenti e acqua Vari tipi di prodotti freschi prevalentemente verdura e frutta Esame microscopico delle feci Ricerca in alimenti e acqua Da pochi giorni a settimane Qualsiasi cibo Cibo manipolato da malati dopo la cottura Acqua potabile Vari mesi Carne contaminata consumata cruda o poco cotta, (maiali, cinghiali selvatici e non, cavalli) Ricerca microscopica di cisti e parassiti. La ricerca deve essere effettuata su almeno cinque campioni Indagini sierologiche per le infezioni croniche Esami sierologici Dimostrazione di larve nei muscoli attraverso biopsia Aumento di eosinofili Tab 2 – Principali parassitosi veicolate da alimenti. LINKS : FOOD BORNE PARASITES ( Food Research Institute – UW MADISON ) CDC- Parasitic Diseases – Water Parasitic Diseases ( Medline Plus ) CDC – Parasitic Diseases - Food MED – VET -NET GIARDIA LAMBLIA ( GIARDIA INTESTINALIS ) Caratteristiche dell’agente Il ciclo vitale La malattia Giardia intestinalis o Giardia lamblia è un protozoo flagellato, ospite dell’uomo e di altre 40 specie animali. La forma di resistenza ( ciste ) sopravvive ai trattamenti di clorazione delle acque potabili ma viene uccisa dai metodi usuali di cottura. Attraverso le feci di animali infetti il parassita viene espulso nell’ambiente sotto forma di CISTE (7-14 µ) . Dall’ambiente, la ciste infetta un ospite, nel cui intestino diviene TROFOZOITA, forma in grado di replicarsi e di generare la patologia tipica. L’individuo infetto a sua volta elimina con le feci sia i trofozoiti come tali, che non sopravvivono all’esterno, sia quelli trasformatisi in cisti nell’intestino. -Dose infettante 10 o più cisti -Sintomi : - nessun sintomo ( 36-86 % dei pazienti) - Forma acuta : dolori addominali diarrea grassa e giallastra perdita di peso disidratazione raramente vomito e febbre - Forma cronica : sintomi intermittenti ( 30- 50% dei casi ) -Comparsa dei sintomi 1-2 settimane dall’ingestione La malattia : Durata Diagnosi Clinica - Ambientale - Forma acuta : 2-6 settimane Forma cronica : molti mesi Esame microscopico delle feci dopo arricchimento. Per una diagnosi certa devono essere analizzati almeno 5 campioni di feci data l’emissione non continua di cisti Ricerca diretta dell’antigene sulle feci mediante metodo ELISA Estremamente difficoltosa la ricerca su alimenti e acqua Modalità di trasmissione • • • • • Persone a rischio • • • • • • Alimenti implicati • • bevendo acqua contaminata ingerendo acqua di ricreazione contaminata come può accadere nelle piscine, vasche di idromassaggio, fontane, laghi, fiumi, cascate contaminati con liquami o feci di fonte umana o animale mangiando cibi crudi o poco cotti contaminati da Giardia ( prevalentemente prodotti agricoli che sono stati direttamente ( feci di animali infetti ) o indirettamente ( acqua di irrigazione ) contaminati da materiale fecale ) Ingerendo accidentalmente cisti di Giardia da superfici contaminate, prevalentemente attraverso il contatto con mani non lavate ( attrezzature di bagni, fasciatoi, secchi di rifiuto dei pannolini, o giocattoli) Consumando cibi cotti contaminati da portatori Bambini che frequentano asili e persone che lavorano in centri di custodia e cura dei bambini Genitori di bambini infetti Viaggiatori internazionali Escursionisti, campeggiatori e qualsiasi altra persona che può trovarsi a bere acqua non trattata Frequentatori di luoghi di ricreazione e sport acquatici Persone immunodepresse come malati di AIDS, trapiantati, o in trattamento con chemioterapia Prevalentemente acqua, anche potabile, data la grande resistenza delle cisti al cloro, alle radiazioni UV e ozono. prodotti agricoli consumati crudi o poco cotti, contaminati e non adeguatamente sanificati. Da “ The First European Communicable Desease Epidemiological report” ECDC European Centre for Disease Prevention and Control da :CDC MMWR Surveillance Summaries September 7, 2007 / 56(SS07);11-18 EPISODI EPIDEMICI Scand J Infect Dis. 1987;19(1):85-90. Un episodio di giardiasi da acqua in Svezia Neringer R, Andersson Y, Eitrem R. A metà di Ottobre 1982 un gran numero di persone che viveva a Mjövik, una piccola comunità nel sud-est della Svezia, si ammalò dopo aver bevuto acqua potabile contaminata con acqua di scarico. La curva epidemica evidenziò un unico focolaio con casi secondari. Nessun agente patogeno potè essere isolato dall’acqua o dai malati. In seguito furono analizzati campioni di persone che si ammalarono nuovamente o che non si erano precedentemente ricoverate e Giardia lamblia fu rinvenuta in persone ancora sintomatiche o precedentemente ammalate. Nessun parassita fu rinvenuto in persone asintomatiche. Il focolaio di Mjövik fu causato da almeno 2 agenti, uno non identificato, con tempo di incubazione corto e che ha coinvolti 557 persone, e l’altro Giardia lamblia con un periodo di incubazione più lungo e che ha coinvolto 56 persone. PMID: 3563429 [PubMed - indexed for MEDLINE] Am J Public Health. 1990 Oct;80(10):1259-60. Focolaio su base alimentare di Giardia lamblia Porter JD, Gaffney C, Heymann D, Parkin W. Division of Field Services, Centers for Disease Control, Atlanta, GA 30333. Un focolaio di giardiasi si è verificato in seguito ad una festa familiare di 25 persone. Nove di coloro che avevano mangiato insalata di frutta si ammalarono, rispetto ad uno che non aveva mangiato l’insalata. ( RR = 7,4 ) La persona che aveva preparata l’insalata aveva a casa un neonato ed un coniglio domestico entrambi positivi per Giardia. Questa epidemia evidenzia l’importanza delle buone pratiche d’igiene durante la preparazione dei cibi e la possibilità di trasmissione di Giardia dagli animali domestici all’uomo. PMID: 2400040 [PubMed - indexed for MEDLINE] J Water Health. 2007 Mar;5(1):1-38. Trasmissione attraverso acqua dei parassiti : una revisione globale dei focolai e gli insegnamenti tratti. Karanis P, Kourenti C, Smith H. Molecular Epidemiology and Protozoan Pathogenetics, National Research Center for Protozoan Diseases, Obihiro University for Agriculture and Veterinary Medicine, Inada-cho, Obihiro 080-8555, Japan. Nell’articolo vengono studiate 325 epidemie associate ad acqua dovute a protozoi. Il 93% delle segnalazione provengono da America del nord e Europa e circa 2/3 dei focolai provengono dal Nord America. Oltre il 30% di tutte le epidemie provengono dall’Europa di cui il 24 % dal Regno Unito. Giardia lamblia ( 40,6 % ) e Cryptosporidium parvum ( 50,8 % ) sono responsabili della maggioranza dei focolai. In nove focolai la responsabile è risultata Entamoeba histolytica ( 2,8 %) ed in 6 Cyclospora caytanensis ( 1,8 %) mentre Toxoplasma gondii e Isospora belli sono state responsabile di tre epidemie ( 0,9 % ) e Blasocystis hominis è stata rinvenuta in due casi ( 0,6 %). Responsabili ciascuno di un focolaio ( 0,3 %) sono risultati Balantidium coli, microsporidi, Acanthamoeba e Naegleria fowleri. La presenza di questi parassiti negli ecosistemi acquatici rende imperativo lo sviluppo di strategie di prevenzione per la sicurezza di acqua e alimenti. Lo studio dell’incidenza umana e gli studi basati sulla prevalenza ci forniscono dei dati di base dai quali partire per identificare le modalità di trasmissione attraverso acqua e alimenti. Si rendono necessari metodi standardizzati per massimizzare la sorveglianza in salute pubblica e quanto imparato dallo studio dei focolai fornirà una maggiore conoscenza dell’impatto in salute pubblica delle infezioni da protozoi veicolati da acqua. PMID: 17402277 [PubMed - indexed for MEDLINE] Tidsskr Nor Laegeforen. 2007 Jan 18;127(2):184-6. Un focolai di Giardiasi in un asilo a Trondheim ( Norvegia ) Wahl E, Bevanger L. La prevalenza di Giardia in Norvegia è considerata bassa ma probabilmente l’infezione è sotto-diagnosticata. In altri paesi si è visto che gli asili sono i luoghi in cui più frequentemente si osservano contaminazioni da Giardia e focolai. Si riporta il primo focolaio di Giardiasi registrato in Norvegia. Il focolaio si è verificato in un asilo a Trondheim nel 2004. Dei 12 casi sono diagnosticati microbiologicamente 9 presentavano gastroenterite. Sono state raccolte le feci di tutti i bambini, degli operatori dell’asilo e di tutti i conviventi dei portatori identificati. Tutti i soggetti positivi sono stati trattati con metronidazolo ed hanno risposto bene al trattamento. L’ambiente dell’asilo è stato esaminato e tutti i conviventi coinvolti sono stati intervistati per telefono. Sono state messe in atto misure di prevenzione. Il focolaio potrebbe essere iniziato nel Novembre 2003 ed è terminato nel Luglio 2004. ha coinvolto solo una delle cinque sezioni dell’asilo di cui il 44% dei bambini è risultato infetto. L’origine dell’infezione non è stata identificata ma sono state indicate varie possibilità : il personale che cambia i pannolini ed aiuta i bambini al bagno prepara e serve anche il cibo. I rubinetti dei lavandini nella cucina e nelle stanza di cambio dei pannolini erano ad apertura manuale. Le tazze utilizzate per bere erano esposte a potenziali rischi. Tutte queste condizioni sono state ritenute situazioni a rischio per la diffusione dell’infezione. PMID: 17237866 [PubMed - indexed for MEDLINE] J Infect Dis. 1992 Sep;166(3):673-6. Focolaio di giardiasi in un ristorante Quick R, Paugh K, Addiss D, Kobayashi J, Baron R. Division of Field Epidemiology, Centers for Disease Control, Atlanta, Georgia 30333. Un focolaio di giardiasi si è verificato in un ristorante ed ha coinvolto clienti che erano presenti per una cena di lavoro. 27 (75 % ) dei 36 intervenuti si sono ammalati ed 1 ( 3%) soltanto dei 31 membri dello staff non intervenuti. ( RR 23.3; CI 95% 3,4-161,4) Poiché la maggior parte dei presenti ha mangiato tutti gli alimenti presenti nel menu fisso non è stato possibili associare un alimento in particolare con la malattia. Lo studio delle circostanze ha però portato a sospettare che il veicolo di Giardia possa essere stato il ghiaccio contaminato da un operatore della cucina. Nel ristorante furono evidenziate molte violazioni alle norme di sicurezza alimentare e due operatori, uno asintomatico e positivo per Giardia e l’altro con un figlio piccolo anch’esso positivo hanno servito ghiaccio ai clienti. Il focolaio dimostra come anche nei ristoranti sia possibile che si verifichino epidemie da parassiti veicolati da acqua o alimenti. PMID: 1500757 [PubMed - indexed for MEDLINE] Presenza di cisti di Giardia in impianti di trattamento di acque reflue in Italia Simone M. Cacciò,1 Marzia De Giacomo,1 Francesca A. Aulicino,2 and Edoardo Pozio1* Laboratory of Parasitology,1 Laboratory of Environmental Hygiene, Istituto Superiore di Sanità, 00161 Rome, Italy2 La riduzione della quantità di acqua piovana in alcune regioni italiane e l’aumento del consumo umano ha causato globalmente una carenza di acqua. Il riciclo dell’acqua di scarico trattata è stato suggerito per alcune attività domestiche, industriali e agricole. E’ stata ripetutamente sottolineata l’importanza dell’analisi dei criteri microbiologici e parassitologici nell’acqua riciclata. Tra i patogeni veicolati da acqua, i protozoi del genere Giardia e Cryptosporidium sono noti per essere altamente resistenti alle procedure di disinfezione dell’acqua e come causa di focolai da consumo di cibi crudi e di acqua potabile. Abbiamo condotto un’indagine in quattro impianti di trattamento di acque reflue in Italia campionando acqua reflua ad ogni stadio del processo di trattamento nel periodo di un anno. La presenza dei parassiti è stata valutata mediante immunofluorescenza con anticorpi monoclonali. Mentre le oocisti di Cryptosporidium sono state osservate in rari casi, le cisti di Giardia sono state rinvenute in tutti i campioni durante l’anno con picchi in autunno ed inverno. L’efficienza complessiva di rimozione delle cisti negli impianti variava dall’ 87,0 % al 98,4 %. L’efficienza di rimozione del numero delle cisti è stata statisticamente più elevata quando il trattamento secondario consisteva nell’ossidazione attiva con O2 e sedimentazione invece che nei fanghi attivi e sedimentazione ( 94,5 % contro 72,1-88,0% P = 0.05, analisi della varianza ) Per caratterizzare le cisti a livello molecolare il gene ß-giardin è stato amplificato con PCR ed i prodotti sono stati sequenziali o analizzati con enzimi di restrizione. Le cisti sono state tipizzate come A o B, entrambe patogene per LINKS : CDC – Parasitic disease information - Giardiasis CRYPTOSPORIDIOSI Caratteristiche dell’agente Cryptosporidium parvum è la specie maggiormente responsabile di infezioni nell’uomo del genere cryptosporodium. E’ un protozoo presente in acqua, suolo, superfici e si presenta sotto forma di oocisti ( 6 x 4 µ ) che rappresentano una forma di resistenza del genere. Cryptosposridium resiste ai normali trattamenti con cloro effettuati sulle acqua potabili ( fino a 50 ppm Cl per 2 ore ) mentre è sensibile alle radiazioni UV. Le cisti resistono fino a 1 anno nelle acque marine, nei molluschi fino a 14 giorni dall’inizio della disinfezione, fino a 170 giorni in acque di fiume e potabili. Il ciclo vitale Le oocisti ingerite vanno incontro nell’intestino dell’ospite ad un ciclo asessuato e sessuato da cui hanno origine oocisti che vengono eliminate nell’ambiente attraverso le feci. La malattia -Dose infettante Meno di 10 oocisti, probabilmente anche una sola -Sintomi : -Incubazione diarrea acquosa vomito anoressia malessere diffuso crampi 3-11 giorni - Durata 3-11 giorni normalmente autolimitante in 2-4 giorni Diagnosi Clinica o Esame microscopico delle feci dopo arricchimento. o Ricerca diretta dell’antigene sulle feci mediante metodo ELISA Ambientale Su alimenti ed acqua mediante tecniche di immunofluorescenza. Metodi non routinari. Modalità di trasmissione Persone a rischio Alimenti implicati Disinfezione Note aggiuntive bevendo acqua contaminata ingerendo acqua di ricreazione contaminata come può accadere nelle piscine, vasche di idromassaggio, fontane, laghi, fiumi, cascate contaminati con liquami o feci di fonte umana o animale o mangiando cibi crudi o poco cotti contaminati o Ingerendo accidentalmente cisti da superfici contaminate, prevalentemente attraverso il contatto con mani non lavate ( attrezzature di bagni, fasciatoi, secchi di rifiuto dei pannolini, o giocattoli) o Consumando cibi cotti contaminati da portatori o Bambini che frequentano nidi e scuole materne, soprattutto se portatori di pannolini o Operatori di asili, nidi, ospedali. o Genitori di bambini infetti o Viaggiatori internazionali o Persone che consumano acqua non trattata e non filtrata o comunque contaminata ( anche acqua municipale ) o Persone che frequentano centri acquatici ricreazionali o Acqua contaminata sia di tipo ricreazionale che per uso alimentare o Frutta e verdura consumati crudi o Latte crudo non pastorizzato o Carne soprattutto di vitello, trippa e salsicce. o Calore : sensibili alla cottura dei cibi per almeno 6 minuti a 60°C ( a 59,7 °C per 5 minuti cisti ancora infettanti ) o Congelamento : oltre – 20° per almeno 24-72 ore ( -20° C per 8 ore , -10 °C per 1 settimana cisti ancora infettanti ) o Raggi ultravioletti : sensibile o Cloro : resistenti alle medie concentrazioni La criptosporidiosi è particolarmente grave nei pazienti immunocompromessi soprattutto affetti da AIDS nei quali provoca forme croniche serie con perdite abbondanti e continue di liquidi. o o Cryptosporidiosi in Europa Cryptosporidiosi in Italia 1. Cryptosporidiosi umana Le informazioni sulla prevalenza delle infezioni da Cryptosporidium nella popolazione sono molto limitate. Studi sui donatori di sangue hanno dimostrato una specifica immunità cellulare contro antigeni di Cryptosporidium nella maggioranza dei soggetti ( 62-83%) facendo così presupporre un alto numero di contatti tra uomo e parassita. Nel paese è stata riportata una prevalenza nei bambini che va dal 1,9 al 7,2 %. Nei pazienti immunocompromessi, prevalentemente malati di AIDS la prevalenza era del 21-33% prima dell’introduzione dei farmaci antiretrovirali ma è drasticamente diminuita a partire dal 1996. L’analisi molecolare degli isolati umani ha dimostrato almeno 3 specie responsabili di patologie umane ( C. hominis, C. parvum, C. felis ) 2. Cryptosporidiosi animale Ci sono pochi studi per stimare la prevalenza dell’infezione negli animali . I dati disponibili mostrano un’alta prevalenza ( oltre il 75 %) negli animali molto giovani ( vitelli e agnelli ) ma il parassita è stato isolato solo in allevamenti con livello igienico molto basso mentre sono risultati esenti allevamenti più moderni. Non sono disponibili dati sui piccoli animali e animali selvatici. 3. Presenza di Cryptosporidium in acqua e alimenti Le oocisti di cryptosporodium sono state isolate raramente dai campioni di acqua esaminati. Nelle acque di scarico le oocisti sono state isolate solamente in un impianto di trattamento delle acque reflue nel Sud Italia anche se in numero molto ridotto ( circa 30 oocisti per litro ). Acque superficiali,acque potabili e di piscina sono sempre risultate negative per la presenza di Cryptosporodium. Indirette evidenze però provengono da studi su molluschi altamente filtranti che sono stati usati come bioindicatori ambientali di contaminazione delle acque. Molte specie di vongole ( Ruditapes philippinarum e Chamelea gallina ) hanno dimostrato di veicolare le oocisti di Cryptosporodium. 4. Focolai epidemici da Cryptosporodium In Italia è stata descritta un’unica epidemia che si è verificata nel 1995 in un centro di recupero per tossicodipendenti nel Nord Italia. Dei 1731 membri della comunità il 19,6 % era positivo per HIV. Il tasso di attacco era del 13,6 % nelle persone HIV-negative e del 30,7 % nei positivi con valori variabili a seconda del livello di CD4 nel sangue. Le oocisti furono rinvenute nei sedimenti dei depositi di acqua utilizzata nella comunità e identificate attraverso flottazione e immunofluorescenza indiretta usando uno specifico anticorpo monoclonale. ( liberamente tradotto da Cryptnet – Cryptosporidiosis in Europe ) EPISODI EPIDEMICI 1988 – Ayrshire- Scozia Il focolaio veicolato da acqua ha coinvolto con certezza 27 individui ma centinaia di persone ha sofferto di diarrea. Le oocisti di Cryptosporodium sono state rinvenute nella fornitura d’acqua e la contaminazione ha avuto origine da un serbatoio. 1991 – Copenaghen- Danimarca Un’epidemia nosocomiale ha coinvolto 18 persone HIV-positive ricoverate in ospedale. L’origine del focolaio è stata individuata nel ghiaccio proveniente da un distributore contaminato da un paziente infetto che aveva prelevato il ghiaccio per raffreddare una bibita. Dei pazienti HIVpositivi 8 morirono dopo diarrea prolungata 1991 – Svezia Una connessione con un corso d’acqua contaminato ha provocato la contaminazione della fornitura d’acqua potabile causando 600 casi infettivi tra cui cryptosporidiosi 1993 – Milwaukee – USA L’epidemia è stata provocata da acqua per uso umano inquinata con oocisti di Cryptosporidium che avevano passato il sistema di filtraggio di uno degli impianti di fornitura di acqua potabile. L’acqua proveniente dall’impianto aveva evidenziato nei giorni precedenti un marcato aumento della torbidità. Le oocisti sono state isolate dal ghiaccio ottenuto dall’acqua contaminata e circa 285 persone hanno presentato positività al test di laboratorio sulle feci. Sulla base delle indagini epidemiologiche è stato stabilito che circa 403.000 persone hanno avuto sintomi riconducibili ad un’infezione da Cryptosporidium. 1993 – Inghilterra e Galles Dopo un periodo di forti precipitazioni atmosferiche si è verificata un’epidemia che ha coinvolto 47 persone. Nell’occasione si scoprì che un attingimento di acqua municipale drenava anche acqua direttamente proveniente da campi inquinati da feci di bestiame, by-passando così i sistemi di filtrazione naturale. Uno studio caso-controllo evidenziò una significativa associazione con il consumo di acqua di rubinetto non bollita e dopo il blocco della sorgente inquinata l’epidemia si è rapidamente bloccata. 1998 – Guadarrama – Spagna Il focolaio ha coinvolto 21 bambini. Le oocisti di Cryptosporidium sono state isolate in 8 casi. Uno studio caso-controllo ha evidenziato una associazione statisticamente significativa tra il consumo di acqua di rubinetto e gli episodi di gastroenterite. Sono state evidenziate grosse deficienze negli impianti di trattamento ma non sono mai state isolate oocisti dall’acqua. 1998 – Washington DC – USA Una epidemia di Cryptosporidiosi si è verificata in un campus universitario. In uno studio casocontrollo di 88 casi e 67 controlli si arrivati all’associazione significativa tra la frequentazione di 1 o 2 tavole calde e la comparsa di diarrea. ( P < 0.001 ) La comparsa della malattia è stata associata ad un consumo di alimenti nella cena del 22 settembre, associazioni più deboli furono trovate con altri 6 pasti. Cryptosporidium parvum fu rinvenuto nelle feci di 16 ( 70 %) dei 23 studenti malati ed in 2 dei 4 operatori malati. Un operatore affetto da Cryptosporidiosi confermata aveva preparato prodotti crudi nei giorni 20-22 Settembre. Tutti gli stipiti isolati compreso quello dell’operatore furono tipizzati e risultarono appartenenti al genotipo 1. Le evidenze epidemiologiche e molecolari hanno riconosciuto nell’operatore ammalato la fonte del focolaio. 2000 – Inghilterra e Galles 58 casi sono stati confermati dopo un periodo di forti precipitazioni con fenomeni alluvionali. Le oocisti hanno colonizzato i serbatoi delle sorgenti e persistevano nell’acqua anche dopo che le autorità hanno scelto di utilizzare una diversa fonte d’acqua. Questa persistenza può essere dovuta a oocisti rimaste intrappolate nel biofilm presente sulle superfici dei condotti finali dell’acqua. 2001 – Dracy Le Fort – Francia 563 dei 1100 abitanti del paese hanno sofferto di un episodio di gastroenterite. Cryptosporidium hominis è stato ritrovato in 19 pazienti. Il consumo di acqua di rubinetto era l’unico fattore di rischio associato con i casi e le oocisti sono state isolate dalla fornitura d’acqua. 2002 – Nord Irlanda L’allerta è nata da un aumento dei casi di Cryptosporidiosi ( 29 casi tutti legati alla stessa fonte di fornitura di acqua ) evidenziato dalla autorità sanitaria. Le oocisti sono state isolate da acqua trattata e non e dall’ambiente che circondava il lago di drenaggio. Un’indagine epidemiologica, ambientale e microbiologica ha individuato nelle pratiche di concimazione agricola la fonte di inquinamento dell’acqua. 2006 – Sakai City – Giappone Nell’ottobre 2006 l’Autorità Sanitaria ricevette la notifica di una gastroenterite acuta in tre membri della stessa ditta che avevano mangiato un piatto di carne cruda chiamato Yukke ( simil tartara di bovino ) e fegato crudo ad una rosticceria . Sulla base delle interviste il periodo medio di incubazione risultò essere di circa 5,5 giorni (range 5-7) e la durata media della malattia 7 giorni ( range 4-10 ) La malattia era caratterizzata da un lungo periodo di incubazione, diarrea senza sangue, vomito moderato e febbre bassa: tutti i sintomi facevano supporre un’infezione enterica protozoaria. I campioni i feci ottenuti da 3 dei 4 pazienti erano positivi per oocisti di Cryptosporidium. Tutti i campioni, unitamente a due provenienti da operatori della rosticceria, risultarono negativi per batteri e Norovirus. Dal fatto in questione si deduce come sia necessaria l’effettuazione di test per la ricerca di protozoi enterici per la diagnosi differenziale di sospetta malattia veicolata da alimenti, specialmente quando la patologia è caratterizzata da un lungo periodo di incubazione e da forte diarrea acquosa. Nel caso l’autorità è stata in grado di diagnosticare la patologia come cryptosporidiosi senza attendere gli esiti delle indagini batteriologice e virologiche e questo ha permesso di prevenire una infezione secondaria veicolata da un paziente malato che lavorava presso la cucina della ditta da cui provenivano i casi. 20 Settembre 2007 FDA pubblica un’allerta per Cryptosporidium L’FDA Americana ha diramato un’allerta sul prodotto “ Baby’s Bliss gripe Water” una bevanda a base di erbe destinata alla primissima infanzia con lo scopo di ridurre le patologie tipiche dei primi mesi dovute alle coliche d’aria. Attraverso indagini di laboratorio, indotte dal caso di un bambino di 6 settimane affetto da cryptosporidiosi, è stata evidenziata la presenza del protozoo nel lotto investigato . VASTO FOCOLAIO DI CRYPTOSPORIDIOSI NELL’IRLANDA DELL’OVEST LEGATO ALLE PUBBLICHE FORNITURE D’ACQUA : RAPPORTO PRELIMINARE A metà Febbraio 2007, rispetto al febbraio 2006, si è rilevato un piccolo aumento nel numero di casi di cryptosporidiosi notificati dal laboratorio nella città e Regione di Galway, Irlanda. La notifica della cryptosporidiosi da parte del laboratorio è obbligatoria in Irlanda dal gennaio 2004. Un ulteriore aumento dei casi è stato quindi osservato nei primi di marzo e quindi è stata decisa un’indagine per la quale è stata data la seguente definizione di caso “ una persona con cryptosporidiosi confermata dal laboratorio dal 1 Gennaio 2007 e residente nella Contea di Galway” Figura 1 – Casi di Cryptosporidiosi nella contea di Galway, Irlanda, per settimana di notifica dal 1 Gennaio 2007. L’analisi dei casi ha rilevato che tutti risiedevano nella contea di Galway e la maggior parte nella città di Galway. Tutti i casi risiedevano in aree servite da acqua proveniente dal un grande lago nell’ovest della regione sia da servizio pubblico che privato. Le statistiche sulle precipitazioni indicarono che l’inverno 2006/2007 era stato uno dei più piovosi e che il lago raggiunse il secondo maggior livello registrato in Gennaio. Questo può aver contribuito alla contaminazione dell’acqua del lago dovuta allo spargimento di fanghiglia proveniente dal terreno che i contadini concimavano nel periodo Gennaio-Febbraio Per impedire un’ulteriore propagazione dell’infezione attraverso acqua potenzialmente contaminata, il Direttore del Dipartimento di salute Pubblica delle regioni dell’Ovest ha costituito un gruppo di gestione dell’emergenza nella settimana del 12 Marzo ed un avvivo di bollire l’acqua è stato emanato il 14 Marzo. La notifica è stata applicata a tutti i quartieri del Galway City ed alle aree della regione servire dalle acque del lago, incluse due forniture pubbliche e l’avvivo è stato ampiamente diffuso attraverso i media locali e nazionali. I medici di base, gli ospedali, i gruppi infermieristici, i farmacisti, i dentisti, le aziende alimentari, gli uffici pubblici e gli asili e nidi sono stati direttamente contattati. Il sistema di fornitura di acqua di Galway, che usava esclusivamente acqua proveniente dal lago, aveva due impianti di trattamento : un impianto nuovo e moderno con sistema di coagulazione e filtrazione rapida per gravità, ed un impianto più vecchio senza filtrazione. L’acqua proveniente da entrambi gli impianti veniva mescolata prima della distribuzione ed era soggetta alla ricerca batteriologica di Escherichia coli , enterococchi e clostridium perfringens due volte la settimana. I risultati venivano riferiti alle autorità locali ma non notificate ala Dipartimento di Sanità Pubblica. I risultati indicavano che l’acqua trattata era costantemente negativa per E.coli e enterococchi, ma cisono stati dei reperti di positività per C.perfringens nell’acqua trattata, con un livello particolarmente elevato ( 54 UFC/100 ml ) riportato nei primi giorni di Marzo 2007. SITUAZIONE EPIDEMIOLOGICA Al 14 Aprile, erano stati notificati 182 casi. Di questi, 93 erano femmine, 85 maschi e per 4 mancavano le informazioni sul sesso. 90 casi erano residenti in città e 4 con altri indirizzi avevano consumato l’acqua incriminata. 36 pazienti vivevano fuori città ma in zone servite dall’acqua del lago ed i restanti casi avevano residenze al di fuori della regione. Tutte le classi di età sono state infettate e 40 casi sono stati ospedalizzati (24 bambini e 16 adulti ) Age Number of cases < 3 years 40 3-14 years 64 15-19 years 4 20-39 years 44 40-64 years 20 >= 65 years 10 Total 182 Tabella 1 – Distribuzione per età di casi di cryptosporidiosi, Galway, Irlanda. ANALISI DI LABORATORIO Nel laboratorio di Galway soltanto le feci di ragazzi sotto i 15 anni vengono rutinariamente esaminate per cryptosporidium in assenza di una storia clinica specifica. In seguito all’epidemia, sono state esaminate le feci di tutte le classi di età. Le feci positive per cryptosporidium sono state inviate all’Unità di Riferimento per Cryptosporidium , Servizio di Sanità Pubblica per il Galles a Swansea per l’identificazione di specie mediante l’uso di PCR-RFLP COWP gene. Anche i vetrini positivi per cryptosporidium da campioni di acqua sono stati inviati in Galles per la tipizzazione biomolecolare di specie. Dei 98 campioni umani tipizzati 71 erano di Cryptosporidium hominis e 14 di Cryptosporidium parvum, i restanti da confermare. C.hominis e C. parvum sono stati identificati nei campioni di acqua testati provenienti dal vecchio impianto cittadino e C. hominis da un misto di acqua proveniente dall’impianto vecchio e da quello nuovo. Una quantità di oocisti eccedente il valore delle Linee Guida (1 oocisti/10 litri) è stata rilevata nell’acqua alla fine del trattamento nell’impianto vecchio di Galway City ( il valore massimo rilevato è stato di 5,26 oocisti/10 litri il 20 Marzo 2007 ) Nella Regione di Galway un valore di 13,68 oocisti/10 litri è stato rilevato a Headford il 18 Marzo. Non è stato identificata un’origine specifica della contaminazione. CONCLUSIONI Questo focolaio di Cryptosporidiosi mette in rilievo l’estrema vulnerabilità degli approvvigionamenti d’acqua che attingono dalle acque superficiali con grosso rischio di contaminazione da Cryptosporidium e la necessità di un sistema efficace di trattamento delle acque. La prevalenza di C. hominis tra i casi suggerisce la sorgente della contaminazione come umana nonostante che la fonte non sia mai stata identificata. L’episodio evidenzia l’importanza di una notifica del caso clinico sistematica e puntuale. C’è un considerevole dibattito sul ruolo da attribuire all’isolamento di C. perfringens nell’acqua potabile come indicatore del rischio di contaminazione da Cryptosporidium. E’ sicuramente degno di nota il fatto che il più alto valore di C. perfringens riscontrato nell’acqua negli ultimi due anni è stato ritrovato nei primi giorni di Marzo di quest’anno ed ha coinciso con il periodo in cui la maggior parte dei pazienti ha evidenziato i sintomi. Sembrerebbe appropriato quindi considerare la notifica al Dipartimento di Sanità Pubblica del riscontro nell’acqua di elevati valori di C.perfringens come un segnale di allerta di possibile contaminazione. Si continuano ad osservare dei casi con una frequenza più alta rispetto a quanto normalmente rilevato in questo stesso periodo dell’anno. Si sta investigando sul rispetto dell’ordinanza di bollire l’acqua e si stanno attualmente analizzando i dati ricavati da un questionario dettagliato. Da : Eurosurveillance weekly releese 3 Maggio 2007 http://www.eurosurveillance.org/ew/2007/070503.asp#3 Links : EUROSURVEILLANCE Cryptosporidiosis surveillance and water-borne outbreaks in Europe CDC – Parasitic disease information – Cryptosporidium infection TRICHINELLOSI Caratteristiche dell’agente Il ciclo vitale La malattia Diagnosi La trichinellosi è causata da nematodi del genere Trichinella. Oltre alla ben nota Trichinella spiralis si conoscono adesso altre specie di trichinella come T. pseudosporalis, T. nativa, T. nel soni e T. britovi. La trichinellosi si acquisisce ingerendo carne contenente larve incistate di Trichinella. Dopo l’esposizione ai succhi gastrici e alla pepsina le larve fuoriescono dalle cisti ed invadono la mucosa intestinale dove diventano individui adulti. Le trichinelle si riproducono sessualmente e dopo 1 settimana la femmina rilascia larve che, attraverso il sistema linfatico e circolatorio migrano nei muscoli striati dell’ospite dove si incistano, assumendo una tipica posizione spiralizzata. Le larve in questo stadio sono infestanti e possono rimanere così per anni. -Sintomi : o Le infezioni lievi possono essere asintomatiche . o L’invasione intestinale può essere accompagnata da sintomi gastrointestinali ( diarrea, dolori addominali, vomito). o La migrazione nei tessuti muscolari può causare edema periorbitale e facciale, congiuntivite, febbre, mialgie, emorragie subungueali, eruzioni cutanee ed eosinofilia. o Occasionali complicazioni sono miocarditi, interessamento del sistema nervoso centrale e polmoniti. o L’incistamento nei tessuti muscolari provoca mialgia e debolezza seguite da remissione dei sintomi. -Incubazione o I sintomi addominali : 1-2 giorni o Sintomi da migrazione e incitamento : 2- 8 settimane Clinica Ambientale o Ricerca anticorpi specifici ( IgG, IgM e IgE ) o Biopsia muscolare Ricerca delle larve nel tessuto muscolare animale Modalità di trasmissione L’uomo si infetta tramite il consumo di carni crude o poco cotte provenienti da animali infestati. A seconda della regione climatica animali diversi fungono da serbatoi di trichinella umana ed il ciclo viene mantenuto dai carnivori. TRICHINELLA OSPITE NATURALE PRINCIPALE SPIRALIS Suino, carnivori, ratti NATIVA Carnivori BRITOVI Carnivori, occasionalmente maiali domestici e cinghiali PSEUDOSPIRALIS Carnivori e onnivori, ratti, marsupiali,uccelli selvatici Persone a rischio Alimenti implicati Prevenzione AREA DI DISTRIBUZIONE Zone temperate, cosmopolita Zone artiche e subartiche Zone temperate dell’Eurasia Cosmopolita La trichinella si trasmette attraverso un ciclo selvatico, in cui sono interessati animali che vivono allo stato selvatico e si infettano nutrendosi di carogne o comunque materiale infestato. Dagli animali selvatici il parassita può passare all’animale domestico, prevalentemente ad animali che vivono allo stato brado o in piccoli allevamenti non controllati e che si infettano nutrendosi di rifiuti o venendo in contatto con carogne contenenti larve. In Italia l’animale selvatico coinvolto sembra sia la volpe che funge da serbatoio naturale di Trichinella britovi. Chiunque consumi carne cruda o poco cotta di animali infestati. A seconda della zona geografica le specie implicate sono diverse così come diverse solo le specie di Trichinella coinvolte. In Italia le specie animali possibili fonti di infezione sono maiale, cinghiale e cavallo o Cuocere i prodotti carnei finché il liquido di cottura diviene limpido o almeno fino ad una temperatura interna di 70°C o Congelare la carne di maiale in pezzi non più spessi di 15 centimetri a -15°C per uccidere tutte le larve. Ma non tutte le specie di Trichinella hanno la stessa sensibilità al congelamento. SPECIE PATOGENICITA’ PER L’UOMO RESISTENZA AL FREDDO Spiralis Alta NO Nativa Alta Alta Britovi Bassa Bassa Pseudospiralis Alta NO o Non far mangiare a maiali di allevamento carne cruda di altri animali compresi i topi che possono essere infettati con trichinella o La salatura, l’essiccamento, l’affumicatura e la cottura a microonde non garantiscono l’eliminazione di tutte le larve. Numero di casi di trichinellosi in Europa anni 1997-2006 12000 10563 10000 Casi 8000 6000 4109 4000 2640 2000 1242 1042 458 848 1557 1268 2005 2006 842 0 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 Anno ( nell’anno 2003 sono stati notificati 9572 casi dalla repubblica dell’ Azerbaijan ) Focolai di trichinellosi in Italia negli ultimi 20 anni ANNO 1980 1984 1985 1985 1986 1986 1988 1990 1990 1991 1993 1995 1996 1996 1998 2000 2002 2005 2005 2006 Luogo in cui si è sviluppata l’epidemia Calabria - Sila Lombardia – Varese Puglia – Gravina di Puglia Calabria – Cosenza Basilicata – Irpinia Emilia Romagna - Salsomaggiore Umbria – Polino Piemonte – Ovada Puglia – Barletta Basilicata – Grassano Toscana – Montevarchi Abruzzo – Castel di Sangro Basilicata – Villa d’Angri Abruzzo – Popoli Emilia Romagna – Piacenza Puglia - Bitonto Lazio Sardegna – Orgosolo Lombardia – Mantova Sardegna Fonte : Istituto Superiore di Sanità casi Fonte d’infezione 3 13 80 2 20 300 48 11 500 6 4 23 3 10 92 36 8 11 6 7 Maiale Cavallo Cinghiale Volpe Cinghiale Cavallo importato dall’ estero Cinghiale Cinghiale importato dall’estero Cavallo importato da estero Maiale Maiale Cinghiale Maiale Cinghiale Cavallo importato dall’estero Cavallo importato dall’estero Maiale importato dall’estero Maiale Cavallo importato da estero Maiale Agente responsabile T.britovi n.d. T.britovi T.britovi T.britovi T.britovi T.britovi T. spiralis T.spiralis T.britovi T.britovi T.britovi T.britovi T.britovi T. spiralis n.d. T.britovi n.d. T.britovi T.britovi EPISODI EPIDEMICI FEBBRAIO 2002 – SERBIA E MONTENEGRO 247 casi infettatisi con salsicce affumicate prodotte privatamente e distribuite dal proprietario di un macello privato DICEMBRE 2002 – FRANCOFORTE SUL MENO – GERMANIA 3 casi infettatisi con carne affumicata di cinghiale selvatico regalata da ospiti provenienti dalla Romania FEBBRAIO 2003 – POLONIA 70 casi e 124 esposti, 11 ospedalizzati infettatisi da carne non certificata di animale selvatico non individuata aggiunta a carne certificata per raggiungere il peso. APRILE 2004 – DANIMARCA 7 casi da salsiccia comperata in Romania prodotta con carne di maiale allevato in proprio. DICEMBRE 2005 – MARZO 2006 - GERMANIA 17 casi da salsiccia affumicata prodotta da un maiale macellato privatamente DICEMBRE 2005 – ITALIA – SARDEGNA 7 casi notificati infettatisi con carne suina e suoi derivati ( salsicce ) prodotti sa un animale selvatico e macellato clandestinamente. EPICENTRO – Un’epidemia di trichinellosi in Sardegna GENNAIO 2007 – SPAGNA E SVEZIA 21 casi da salsiccia di cinghiale selvatico provenienti da una riserva di caccia privata. La carne era stata esaminata dal veterinario locale e risultata negativa all’esame trichinoscopico. Le salsicce sono state mangiate da uno studente che quindi si è recato in Svezia dove le ha fatte consumare ad alcuni amici. http://www.eurosurveillance.org/ew/2007/070315.asp#1 GIUGNO – LUGLIO 2007 POLONIA 214 casi di cui 81 ospedalizzati da Trichinella spiralis. Da questa epidemia sono stati esportati casi in tutta Europa. Polonia Irlanda Germania GENNAIO 2008 FOCOLAIO A VERONA DI TRICHINELLOSI IMPORTATA Coinvolta una famiglia rumena residente da tempo in Italia ( 2 adulti e 2 bambini) ed un amico, tutti ricoverati in due Ospedali di Verona. Durante una visita a parenti in Romania hanno consumato prosciutto proveniente da maiali macellati senza controllo veterinario. Due persone in Romania hanno sviluppato trichinellosi dalla stessa fonte di contagio Eurosurveillance, Volume 13, Issue 22, 29 May 2008. LEGISLAZIONE DI RIFERIMENTO Regolamento CE 2075/2005 della Commissione del 05 /12/2005 Accordo Stato-Regioni del 10/05/2007 REGIONE TOSCANA - Linee di indirizzo per l’ applicazione del Regolamento (CE) 2075/2005 che definisce norme specifiche applicabili ai controlli ufficiali relativi alla presenza di trichine nelle carni LINKS CDC – Parasitic disease information - Trichinellosi ISTITUTO SUPERIORE DI SANITA’ – International Trichinella Reference Center TRICHINET XII International Conference on Trichinellosis – Book of abstracts PD Book -Trichinella Trichinella Scientific Report EFSA