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Rapporto INDIA - infoMercatiEsteri
INDIA A cura di: Ambasciata d'Italia - INDIA Direzione Generale per la Promozione del Sistema Paese [email protected] Con la collaborazione di: Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane - ICE Camere di Commercio italiane all'estero www.infomercatiesteri.it INDICE PERCHE' Perchè INDIA Dati generali Dove investire Cosa vendere OUTLOOK POLITICO Politica interna Relazioni internazionali OUTLOOK ECONOMICO Quadro macroeconomico Politica economica Indicatori macroeconomici Tasso di cambio Bilancia commerciale Saldi e riserve internazionali Investimenti - Stock Investimenti - Flussi Materie prime Barriere tariffarie e non tariffarie COMPETITIVITA' E BUSINESS ENVIRONMENT Indici di Global Competitiveness e Libertà Economica Indici di Apertura al commercio internazionale Fattori maggiormente problematici per fare business Business Cost Indice Doing Business ACCESSO AL CREDITO Accesso al credito RISCHI Rischi politici Rischi economici Rischi operativi RAPPORTI CON L'ITALIA Overview Scambi commerciali Investimenti con l'Italia - Stock Investimenti con l'Italia - Flussi Flussi turistici INDIA PERCHE' PERCHÈ INDIA Sentiero di crescita potenziale Dimensione del mercato e crescita della domanda Disponibilita' e basso costo del fattore lavoro La disponibilita' di risorse qualificate e di ingegneri rendono l'India una destinazione privilegiata per l'apertura di centri di R&D Disponibilita' di materie prime La creazione di un ambiente favorevole agli investitori, il rilancio dell'industria e dell'occupazione rientrano tra le priorita' del Governo a guida BJP insediatosi nel maggio 2014. La maggioranza assoluta dei seggi alla camera bassa garantisce al Premier Modi una capacità di governo più forte dei suoi predecessori. Da lui si attende un maggiore impegno in tema di liberalizzazioni, sulla scia del modello economico che ha fatto del Gujarat, di cui e' ex Chief Minister, lo stato più ricco dell'India. Sentiero di crescita potenziale Mentre nella maggior parte delle economie di storica industrializzazione la domanda e' ormai stagnante, i consumi indiani continuano a crescere, trainati dal sensibile dinamismo della "aspiring middle class", che si allarga di anno in anno ed il cui reddito medio e' in costante aumento (il reddito pro-capite disponibile e' raddoppiato tra il 2005 ed il 2011).Tale trend positivo di consumo trova vantaggio nel dividendo demografico, con quasi la meta' della popolazione (603 milioni di persone) al di sotto dei 25 anni di eta'. Dimensione del mercato e crescita della domanda La disponibilita' di lavoro a costi competitivi rimane uno delle principali ragioni alla base degli investimenti in India nel settore manifatturiero. Grazie anche ad un tasso di alfabetizzazione del 74%, e' possibile reperire manodopera qualificata e che conosce la lingua inglese, motivo principale per cui in India si e' sviluppata una fiorente industria di outsourcing di servizi. Disponibilita' e basso costo del fattore lavoro La disponibilita' di risorse qualificate e di ingegneri rendono l'India una destinazione privilegiata per l'apertura di centri di R&D L'India ha una solido e ben radicato sistema formativo, con oltre 20.000 universita' ed istituti di formazione, con un focus sulle discipline scientifiche. Ogni hanno si laureano in India 2 milioni di ingegneri (mentre 2,5 milioni concludono gli studi post-laurea). Il numero di laureati nelle discipline tecniche e scientifiche e' raddoppiato negli ultimi 10 anni. La disponibilita' di risorse umane preparate in campo scientifico e tecnologico e' una delle ragioni per cui molte multinazionali decidono di aprire qui i propri certi di R&S (Chrysler-Fiat, Microsoft, GE, Nokia). L'India e' ricca in risorse naturali, specialmente carbone, ferro e bauxite. E' il secondo produttore al mondo di cemento, il terzo di acciaio ed il primo di ferro ridotto (direct reduced iron). E' inoltre tra i maggiori produttori al mondo di pellame. Le riserve indiane di terre rare sono stimate in 3,1 milioni di tonnellate, ovvero pari a circa il 3% delle riserve mondiali, di cui l'India sta aumentando le capacita' estrattive. L'India ha inoltre disponibilita' di cotone e grande varieta' di tessuti, che ne fanno una destinazione privilegiata per l'outsourcing delle aziende di abbigliamento Disponibilita' di materie prime Ultimo aggiornamento: 04/08/2015 ^Top^ DATI GENERALI Forma di stato Repubblica Federale, 29 Stati e 7 Unioni territoriali Superficie 3287263 Km. q. Lingua Hindi lingua nazionale, 14 lingue ufficiali, inglese seconda lingua Religione Hindu (80,5%), Musulmana (13,4%), Cristiana (2,3%), altre(3,8%) Moneta Rupia indiana Ultimo aggiornamento: 19/03/2014 ^Top^ INDIA 1 DOVE INVESTIRE Autoveicoli, rimorchi e semirimorchi Costruzioni Energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata (anche da fonti rinnovabili) Prodotti alimentari Mobili Autoveicoli, rimorchi e semirimorchi Gli investimenti stranieri nel settore automotive sono ammessi in India fino al 100% e sono stati prossimi o superiori al miliardo di dollari in ciascuno degli ultimi 4 anni fiscali. I dazi ancora relativamente alti, uniti al basso costo del lavoro, sono alla base degli ingenti investimenti produttivi in India da parte di tutte le case automobilistiche mondiali. Negli ultimi anni tutti i principali gruppi stranieri (Toyota, Ford, General Motors, Nissan-Renault, Volkswagen, Honda, Hyundai e Fiat) hanno avviato significative espansioni della loro capicita’ produttiva in India, in particolare nei segmenti delle automobili di piccola dimensione, che incidono per quasi i tre quarti della domanda interna. Nonstante un recente declino della domanda nazionale nell’ultimo anno, dovuto anche alla politica della Banca Centrale Indiana che ha mantenuto relativamente alti i tassi di interesse in funzione anti-inflattiva, il tasso di penetrazione delle automobili e’ ancora talmente basso (poco piu’ dell’1% della popolazione) che le prospettive di crescita del mercato sono enormi. Inoltre, anche in virtu’ dei sempre piu’ numerosi accordi commerciali regionali e con i paesi limitrofi, l’India si sta sempre piu' posizionando come un “hub” globale per la produzione dei mezzi di trasporto, con particolare attenzione al mercato asiatico (l’export di veicoli dall’India e’ aumentato del 25% negli ultimi 5 anni). Secondo un recente studio di Ernst&Young la produzione crescera’ a ritmi sostenuti fino al 2020 in tutti i segmenti: veicoli per passeggeri, veicoli commerciali, due e tre ruote, trattori. Il segmento automobili ha attualmente una dimensione di circa 2,6 milioni di veicoli commerciali all’anno. I due ruote venduti annualmente sono invece piu’ di 13 milioni. Il settore della componentistica auto - in forte espansione tanto che si stima possa triplicare entro il 2020, raggiungendo un valore pari a circa il 3,5% del Pil nazionale entro il 2020 - è caratterizzato da una vivace competizione tra aziende sempre piu’ conscie dell’importanza dell’aspetto “qualità”. Una vasta base produttiva a basso costo ed alta specializzazione ha attirato numerosi partner stranieri in questo settore, ma anche la produzione nazionale è ben sviluppata, con numerose aziende in grado di fornire prodotti di standard certificati. La produzione si estende su tutta la gamma di componenti richieste, cosi’ segmentata: 31% motori e loro parti, 19% trasmissioni, 12% sospensioni e freni, 9% parti elettriche, 10% equipaggiamenti. Il mercato della componentistica auto e’ in piena espansione: nell’anno fiscale 2009/2010 esso ha raggiunto i 22 miliardi di dollari (dal 9 miliardi di dollari del 2004/5); secondo un rapporto Ernst&Young nel prossimo decennio esso potrebbe quintuplicare arrivando a 110 miliardi di dollari. (Red. Ambasciata d'Italia, Ufficio Commerciale) Costruzioni L’India sta compiendo un imponente sforzo di adeguamento infrastrutturale: nel quinquennio 2012 – 2017 (12° piano quinquennale) il Governo indiano ha annunciato investimenti per 750 miliardi di Euro (circa mille miliardi di $, rispetto ai 500 miliardi di dollari dell’ 11° piano ed ai 220 miliardi di $ del 10°). Il Governo punta a coinvolgere il più possibile il settore privato, ivi compresi investitori stranieri, nella grande opera di modernizzazione delle infrastrutture (autostrade, ferrovie, porti e aeroporti) secondo la formula delle Private-Public Partnerships e con operazioni BOT (Build - Operate - Transfer). Tra le opere in programma figurano: Strade e autostrade Il National Highways Development Programme (NHDP), affidato per la sua attuazione ad un’agenzia ad hoc (la National Highway Authority of India - NHAI), ha l’ambizioso obiettivo di costruire, ampliare o riabilitare 54.000 km di autostrade, con un investimento stimato in 60 miliardi di $ , ad un tasso di 20 km di strada al giorno, pari a circa 7300 km all’anno. Tra i progetti piu’ significativi si segnala il cosidetto “Quadrilatero d’Oro”, che dovrebbe collegare le metropoli di Delhi, Mumbai, Kolkata, Chennai e Bangalore con una strada ad alto scorrimento a sei corsie. Complessivamente tra il 2011 ed il 2016 il settore strade/autostrade dovrebbe mobilizzare circa 150 miliardi di $ di investimento. Ciononostante, sinora, i risultati in termini di progetti assegnati sono stati piuttosto deludenti, se confrontati agli obiettivi (nell'anno fiscale in corso sarebbero stati assegnati poco piu' di 700 km di autostrade, contro un target di dieci volte maggiore) Ferrovie. Sono previsti interventi tra cui l’ammodernamento di 236 stazioni, la costruzione di nuovi terminal, lo sviluppo di una rete di alta velocità e la realizzazione di 25 mila km di ferrovie entro il 2020, per una spesa totale di oltre 70 miliardi di $ e 18 miliardi di € in stanziamenti pubblici. Forte enfasi sul rinnovamento delle grandi stazioni ferroviarie. Aeroporti: la Airport Authority prevede la modernizzazione di 35 aeroporti non metropolitani e 15 nuovi aeroporti (greenfield airports). Un investimento complessivo di 57 milioni di € e’ inoltre programmato per tre aeroporti del Nord Est. Porti: Nel quadro del National Maritime Development Program (NMDP) e’ prevista la realizzazione di 254 progetti miranti a potenziare le capacità portuali attraverso una maggiore dotazione di macchinari ed equipaggiamenti per la gestione dei cargo, delle connessioni INDIA 2 con le vie di trasporto terrestre e dell’informatizzazione delle operazioni. Sviluppo Urbano: nel prossimo decennio da 40 a 60 miliardi di $ all’anno dovranno essere mobilizzati per finanziare lo sviluppo urbano. Particolare attenzione viene posta ella costruzione di metropolitane in 8 tra i maggiori centri del Paese. L’accesso alle commesse pubbliche nel settore infrastrutturale non e’ tuttavia sempre trasparente e garantito su un piano di parità, anche tenuto conto del fatto che l’India non e’ tra i firmatari del General Procurement Acgreement (GPA) dell’OMC. In aggiunta, la problematica della risoluzione delle controversie rimane importate, considerati i tempi lunghi e dell’incertezza della tutela legale, nonche’ il fatto che l’India non e’ parte dell’ICSID (centro internazionale per la risoluzione delle controversie in materia di investimenti). Inoltre il criterio determinante nella selezione del vincitore della gara di appalto rimane quello del prezzo minimo, che premia enormemente i competitors locali e non tiene conto di altri fattori quali qualità, assistenza ecc. Ciò finisce per svantaggiare notevolmente le nostre imprese, che faticano ad aggiudicarsi commesse per grandi progetti infrastrutturali. Enormi sono gli spazi per l'industria dei materiali ed attrezzature da costruzioni, per i fornitori di servizi di progettazione, ecc. (Red. Ambasciata d'Italia, Ufficio Commerciale). Energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata (anche da fonti rinnovabili) Il settore energetico in India e’ stato quello che, a partire dal 2000, ha attratto maggiori volumi di investimenti diretti esteri. Gli IDE sono ammessi fino al 100%. Numerosi sono gli schemi e le politiche di incentivo che mirano a promuovere questo settore, nel tentativo di ridurre il deficit energetico del Paese. Il consumo pro-capite in India è ancora estremamente basso, pari a 13,2 KW al giorno, contro 234,6 KW giornalieri negli USA e 58,8 KW in Cina. La sola domanda di energia elettrica cresce annualmente dell’8%; al contempo il deficit del fabbisogno elettrico e’ stimato attorno al 10%-15%, con buona parte della popolazione rurale priva di accesso alla corrente elettrica e frequenti black out persino nella capitale. Con una capacità installata di circa 22 GW (su un totale di capacita’ elettrica del Paese pari a quasi 160 GW), ma un potenziale stimato in 88 GW entro il 2032, le energie rinnovabili sono la chiave per soddisfare i bisogni energetici attuali e futuri dell’India. Gli investimenti da qui al 2030 sono stimati in 800 miliardi di dollari, affiancati da un articolato piano di incentivi fiscali e finanziari messo a punto dal Governo Indiano L’eolico contribuisce per la fetta piu’ grande (circa 71%), seguono i piccoli impianti idroelettrici (15%), le biomasse (13%) e, con solamente lo 0,2%, il solare/fotovoltaico. Eppure proprio il solare e’ considerato il settore piu’ promettente e certamente quello su cui il governo indiano maggiormente insiste: l’attuale capacita’ installata e’ di soli 38MW; nel 2010 il Governo indiano ha lanciato la "Jawaharlal Nehru National Solar Mission" http://www.mnre.gov.in/solar-mission/jnnsm/introduction-2/ con l'ambizioso obiettivo di raggiungere il target di 20 GW di energia solare entro il 2020 (a tal fine E&Y ha stimato necessari investimenti cumulativi superiori ai 50 miliardi di $, che il Governo indiano intende sostenere con un programma mirato di incentivi ed agevolazioni fiscali e doganali). L’eolico si e’ sviluppato enormemente in India a partire dagli anni ‘90, soprattutto nella produzione di turbine, attirando colossi internazionali del settore specialmente negli Stati del Tamil Nadu (di gran lunga il più attivo), del Maharashtra e del Gujarat. Al marzo 2011 la capacita’ installata nel Paese era di 14.156 MW, il che fa dell’India il quinto maggiore produttore al mondo dopo USA, Germania, Cina e Spagna. Il potenziale tuttavia e’ stimato attorno ai 48GW, che potrebbero diventare 70-100 GW in considerazione dei recenti sviluppi tecnologici. Si tratta dunque di un settore sufficientemente maturo in India, che gode gia’ della fiducia del sistema bancario e riesce ad attirare buoni finanziamenti. Anche nel settore delle biomasse le potenzialita’ sono enormi: la capacita’ installata non raggiunge i 2 GW, mentre il potenziale sarebbe di quasi 20 GW. In India non esistono, invece, centrali geotermiche, tuttavia sarebbero state identificate piu’ di 300 sorgenti, pari a una capacita’ stimata in oltre 10 GW. Nel 2010 l’India si e’ posizionata all’ottavo posto al mondo per investimenti nel settore delle energie rinnovabili, per un valore che dovrebbe superare i 15 miliardi di dollari nel corso dell’undicesimo piano quinquennale (2007-2012). Ernst & Young ha elaborato un “indice di attrattivita’” degli investimenti nelle rinnovabili, sulla base del quale l’India si aggiudicherebbe complessivamente la terza posizione, dopo Cina ed Usa (l’Italia figura in quinta posizione, subito dopo la Germania), ma sarebbe seconda nel solare e quinta nell’eolico. (Red. Ambasciata d'Italia, Ufficio Commerciale) Prodotti alimentari Il settore agricolo indiano e' uno dei piu' grandi al mondo in termini di produzione e consumo: l'India e' il secondo produttore di frutta e verdura al mondo e la sua produzione agricola costuituisce l'8% di quella mondiale. L'agricoltura contribuisce al PIL indiano solo per il 16% (pur impiegando oltre la meta' della forza lavoro indiana). Le opportunita' sono considerevoli sia nel settore dei macchinari agricoli (forte apprezzamento dei marchi italiani che ben rispondono alla domanda locale di attrezzature di piccole dimensioni e adattabilita' alle necessita' locali) che in quello dei processi di conservazione e trasformazione agro-alimentare. Circa il 40% della produzione agricola indiana deperisce prima di arrivare al consumatore, proprio a causa delle mancanze ed inefficienze nella supply chain, nelle tecnologie di conservazione (la catena del freddo e' praticamente inesistente) e trasformazione alimentare. INDIA 3 Nel settore del food processing gli Investimenti Diretti Esteri sono ammessi al 100% con approvazione automatica. Il Governo indiano sta inoltre cercando di sviluppare un progetto di Food Mega Parks, zone speciali caratterizzate da incentivi ed agevolazioni amministrative, per attirare investitori stranieri. (Red. Ambasciata d'Italia, Ufficio Commerciale) Mobili Il settore dell'arredo e design e' particolarmente promettente in India alla luce del grande sviluppo dell'edizlizia residenziale e del segmento ospitalita'. Studi sulle abitudini del consumatore indiano, sempre piu' attento a tendenze di carattere internazionale, confermabno l'elevato potenziale del settore. Le importazioni italiane di prodotti d'arredo sono in crescita costante (oltre il 30% negli ultimi anni) ed i prodotti del Made in Italy sono generalmente apprezzati per ricchezza di materiali usati, alto contenuto di design, qualita' ed attenzione al dettaglio. Si puo' certamente parlare di un "pregiudizio positivo" nei confronti dei prodotti italiani in questo settore. Numerose case di design del segmento arredo (mobili, ma anche lampade ecomplementi luce, bagni, cucine, complementi d'arredo) sono ngeli ultimi anni entrati nel mercato indiano, aprendo in alcuni casi showroom esclusivi, direttamente o in Joint Venture con partners locali. Fondamentale per la penetrazine del mercato indiano in questo settore sono i contatti con i costruttori ed ancora piu' con gli architetti, che rappresentano la leva chiave per avere successo in un contesto dove il consumatore finale va ancora educato allo stile occidentale e alla qualita' (Red. Ambasciata d'Italia, Ufficio Commerciale) Ultimo aggiornamento: 21/02/2014 ^Top^ INDIA 4 COSA VENDERE Macchinari e apparecchiature Mobili Articoli di abbigliamento (anche in pelle e in pelliccia) Autoveicoli, rimorchi e semirimorchi Prodotti della metallurgia Macchinari e apparecchiature L’India importa gia’ tra il 65% ed il 75% del suo fabbisogno di macchinari. Anche il contenuto di componenti importate nelle limitate ma crescenti filiere indiane della meccanica si e’ espanso nel tempo ed equivale oggi al 30/40% dei macchinari “made in India”. Secondo le previsioni del 12° Piano Quinquennale (2012-2017), il settore manifatturiero dovrebbe crescere ad un tasso annuo del 14% fino a ragguagliarsi, nel 2025, al 25% del PIL nazionale, divenendo il nuovo motore della economia indiana. Perche’ tale transizione dell’apparato produttivo indiano possa compiersi, le dotazioni di macchinari del paese dovrebbero espandersi ad un ritmo del 17-19%: cio’ dovrebbe tradursi in una crescita media annua del 20% delle importazioni (per un totale di oltre 32 miliardi di Euro) ed in un incremento del contenuto di input importati fino all’85% delle produzioni domestiche. In altre parole, sia che l’India continui a ricorrere alle importazioni per soddisfare le sue esigenze produttive, sia che essa riesca nel tempo a svincolarsi da tale dipendenza, compiendo un percorso analogo a quello della Cina, questo paese appare destinato ad essere uno dei principali acquirenti di tecnologie produttive su scala globale. L’FTA IndiaUE dovrebbe ampliare le opportunita’ derivanti da tali tendenze per l’industria dei macchinari europea. I macchinari rappresentano gia’ oltre il 40% del nostro export verso l’India ed il nostro paese, terzo esportatore mondiale di macchine utensili con una quota del 10% del mercato globale, intercetta circa il 5.5% della domanda di importazioni articolata dal Subcontinente in questo settore. Anticipando le prossime fasi di quella che si preannuncia come una mirabolante crescita di importanza dell’economia indiana negli scenari della globalizzazione, si evince pertanto come tale crescita, incentrata sullo sviluppo dell’industria manifatturiera, tendera’ “naturalmente” a premiare un ambito centrale di specializzazione settoriale del sistema produttivo italiano quale quello dei macchinari, verso il quale sia la “Corporate India” che l’influente settore pubblico indiano esprimono peraltro un apprezzamento gia’ elevato e tangibile. (Red: Ambasciata d'Italia, Ufficio Commerciale) Mobili Il settore dell'arredo e' particolarmente promettente in India alla luce del grande sviluppo dell'edizlizia residenziale e del segmento ospitalita'. Studi sulle abitudini del consumatore indiano, sempre piu' attento a tendenze di carattere internazionale, confermando l'elevato potenziale del settore. Le importazioni italiane di prodotti d'arredo sono in crescita costante (oltre il 30% negli ultimi anni) ed i prodotti del Made in Italy sono generalmente apprezzati per ricchezza di materiali usati, alto contenuto di design, qualita' ed attenzione al dettaglio. Si puo' certamente parlare di un "pregiudizio positivo" nei confronti dei prodotti italiani in questo settore. Numerose case di design del segmento arredo (mobili, ma anche lampade ecomplementi luce, bagni, cucine, complementi d'arredo) sono ngeli ultimi anni entrati nel mercato indiano, aprendo spesso showroom esclusivi in Joint Venture con partners locali. (Red: Ambasciata d'Italia, Ufficio Commerciale) Articoli di abbigliamento (anche in pelle e in pelliccia) Le potenzialità che l'India offre nel segmento dei prodotti di alta gamma sono estremamente significative, in particolare per quanto riguarda abbigliamento, accessori, gioielleria ed arredo, caratterizzati da un elevato contenuto in termini di design. L’India rappresenta oggi appena l’1% del mercato del lusso mondiale, corrispondente a stime vicine ai 5 miliardi di dollari, tuttavia le proiezioni di crescita di questo segmento di mercato sono qui estremamente positive, pari ad oltre il 20% all’anno. Secondo uno studio commissionato dalla Confederazione dell’Industria Indiana tale mercato sfiorerà i 15 miliardi di dollari nel 2015. Quasi il 50% delle vendite del segmento lusso sono concentrate nell’area di Delhi, mentre il 30% circa in quella di Mumbai. Tuttavia stanno gradualmente emergendo nuove piazze, quali Bangalore, Chennai, Hyderabad e Pune. La popolazione nella fascia alta del reddito – con una ricchezza sopra il milione di dollari – e’ stimata in circa 150.000 individui, che tuttavia si espandono a ritmi ben superiori rispetto a quelli cui siamo abituati in Europa. In generale, l’India oscilla tra il dodicesimo e il quattordicesimo posto per numero di milionari, quarto Paese in Asia dopo Giappone, Cina ed Australia. Salendo ulterioremente nella scala del benessere, la rivista Forbes ha inserito 48 miliardari indiani nella classifica 2012 degli uomini piu’ ricchi del mondo. Allo stesso tempo la classe media cresce ad un ritmo sostenuto e, secondo un rapporto del National Council for Applied Economic Research , noto “think tank” indiano, entro il 2015-2016 le famiglie classificabili nella fascia di reddito media saranno oltre 53 milioni, corrispondenti a circa 300 milioni di individui. Se a cio’ si aggiunge uno stile di vita e preferenze di consumo che gradualmente si stanno avvicinando a quelle occidentali, e’ facile comprendere quali siano le potenzialita’ di questo mercato per il lusso “Made in Italy”. Inoltre, poiche’ il consumatore e’ indiano e’ ancora relativamente “nuovo” a questo segmento, l’ “italianità” del prodotto gioca un ruolo particolarmente importante, dal momento che il nostro Paese e’ ancora automaticamente associato, nell’immaginario del consumatore indiano, a tutto ciò che e’ stile, design, qualità. INDIA 5 Tale scenario apparentemente assai positivo non spiega, e sembra anzi contrastare, con la realtà di una proiezione in India dei marchi del lusso, italiani ma non solo, ancora estremamente ridotta, limitata a pochi “flagship shops” nelle principali metropoli del Subcontinente, che non regge il confronto con la presenza massiccia e capillare dei brand di alta gamma in Cina. Le ragioni vanno ricercante nelle difficili condizioni di policy che le aziende del lusso si trovano ad affrontare in India: dazi elevati, nell’ordine del 3040%; carenze infrastrutturali che si traducono in pochi spazi commerciali adeguati, con costi di affitto esorbitanti; limitazioni agli investimenti esteri particolarmente gravose (nonostante la nuova normativa sul retail “mono-marca” abbia finalmente permesso ai marchi stranieri di acquisire il controllo esclusivo delle reti di vendita in India, si impone agli stessi di ricorrere a forniture locali per il 30% dei beni impiegati nei nuovi punti di distribuzione, una condizione impraticabile per i prodotti del lusso “Made in Italy”). Proprio per le ragioni di cui sopra l'Ambasciata, insieme agli altri attori del Sistema Italia in India ed in stretta collaborazione con Altagamma, ha avviato un’azione di “coscientizzazione” e di lobby nei confronti delle autorità indiane, per spronarle ad un miglioramento di tali condizioni, mettendo in particolare in luce il significativo apporto in termini di investimenti, opportunità occupazionali, trasferimento di formazione e conoscenze che la nostra industria del lusso e del design può dare all’economia indiana, in presenza di una maggiore apertura. (Red: Ambasciata d'Italia, Ufficio Commerciale) Autoveicoli, rimorchi e semirimorchi l'India e' il quinto mercato automobilistico al mondo, con una domanda ad una competizione vivace in particolare nei segmenti delle automobili di piccola dimensione, che incidono per quasi i tre quarti della domanda interna. Nonstante un recente declino della domanda nazionale nell’ultimo anno, dovuto anche alla politica della Banca Centrale Indiana che ha mantenuto relativamente alti i tassi di interesse in funzione anti-inflattiva, il tasso di penetrazione delle automobili e’ ancora talmente basso (poco piu’ dell’1% della popolazione) che le prospettive di crescita del mercato sono enormi. Comincia a crescere anche il segmento SUV ed auto di lusso: marchi come Ferrari, Maserati , Porsche, Bentley e Lamborghini hanno negli ultimi anni aperto show room esclusivi nelle principali metropoli del Paese. Il settore della componentistica auto - in forte espansione tanto che si stima possa triplicare entro il 2020, raggiungendo un valore pari a circa il 3,5% del Pil nazionale entro il 2020 - offre una frontiera particolarmente promettente per l'esportazione di componenti di qualita'. (Red: Ambasciata d'Italia, Ufficio Commerciale) Prodotti della metallurgia Guardando alla composizione merceologica del nostro export verso l'India , metalli e prodotti in metallo rappresentano tradizionalmente la nostra seconda voce di esportazione, con una quota attorno al 13% ( dopo i macchinari, prima voce, con una quota superiore al 40%). L'India e' il quinto produttore di acciaio al mondo ed il primo di ferro ridotto (direct reduced iron). I metalli e prodotti in metalli sono del resto anche la seconda voce di importazione dall'India (con una quota prossima al 12%). Le complementarieta' e le opportunita' per accrescere il flusso commerciale bidirezionale in questo segmento sono pertanto significative. (Red: Ambasciata d'Italia, Ufficio Commerciale) Ultimo aggiornamento: 27/02/2013 ^Top^ INDIA 6 OUTLOOK POLITICO POLITICA INTERNA L’India e’ uno Stato federale formato da 29 Stati e 7 territori, con Parlamenti e Governi locali. La Costituzione del 1950 definisce il Paese come una Repubblica sovrana, socialista, laica e democratica, con un Parlamento bicamerale e tripartizione dei poteri. Il Capo dello Stato ha compiti di rappresentanza, mentre il potere esecutivo è esercitato dal Governo, guidato dal Primo Ministro. Dopo due mandati al Governo del Primo ministro Singh, proveniente dalla fila del Partito del Congresso, le elezioni del 2014 hanno aperto una nuova fase politica in India, conferendo un’ampia maggioranza alla Camera Bassa al Partito BJP (mentre alla Camera Alta, espressione degli Stati, il BJP e’ ancora in minoranza). Nel giugno 2014 si e’ quindi insediato un Esecutivo guidato dal Primo Ministro Narendra Modi, gia’ Chief Minister dello Stato del Gujarat, che e’ sostenuto da una colazioni di partiti nazionali e locali denominata NDA. Il Governo Modi ha dato priorita’ ad un’agenda di riforme e investimenti infrastrutturali, con l’obiettivo di rilanciare la crescita economica ed attirare maggiori investimenti esteri, suscettibili di accrescere la capacita’ manifatturiera del Paese. In questa prospettiva, l’Esecutivo ha lanciato una campagna per favorire lo sviluppo industriale denominata “Make in India”. Nel corso del 2014 e 2015 si sono tenute una serie di elezioni locali che hanno confermato la fase positiva per il Partito BJP, rafforzando l’impressione di solidita’ del Governo, e la flessione del Partito del Congresso. In occasione delle elezioni nella municipalita’ di Delhi, a febbraio 2015, si e’ registrata invece l’ampia vittoria del Partito emergente AAP. Ultimo aggiornamento: 02/04/2015 ^Top^ RELAZIONI INTERNAZIONALI Tradizionalmente, a partire dall’indipendenza, l’India ha incentrato la sua politica estera sul Movimento dei Non Allineati e su una forte relazione con l’Unione Sovietica. Dal 1991 e’ iniziata una fase di apertura dell’economia e di maggiore vicinanza ai Paesi occidentali, nonche’ un’accentuata attenzione ai paesi dell’Est asiatico. Sul piano multilaterale, l’India e’ membro del G20 e delle organizzazioni ASEM, BRICS e IBSA. Aspira inoltre apertamente ad un seggio permanente nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Sin dall’inizio del suo mandato, nel 2014, il Primo Ministro Modi ha dato alla politica estera indiana una maggiore connotazione economica, rafforzando le iniziative per favorire l’attrazione degli investimenti esteri, sia da parte dei paesi asiatici (a partire da Giappone e Cina), che da altri partner (come tradizionalmente la Russia ma anche Canada, Australia e Paesi europei). A questa componente, si affianca una politica di forte attenzione alle dinamiche regionali (compreso nel quadro dell’organizzazione SAARC) e all’approfondimento delle relazioni con i Paesi vicini, alcune delle quali restano complesse. Il Primo Ministro Modi ha dato inoltre un forte personale impulso ai rapporti con gli Stati Uniti. Dal 2004, esiste inoltre una partnership strategica tra l’India e l’Unione Europea. In questo contesto, sono in corso i negoziati per la conclusione di un possibile Trattato di Libero Commercio (FTA). Ultimo aggiornamento: 02/04/2015 ^Top^ INDIA 7 OUTLOOK ECONOMICO QUADRO MACROECONOMICO Nel 2014, l'economia indiana e' entrata in una fase di transizione che dovrebbe,nelle intenzioni del Governo, riportare al ritmo di crescita pre-crisi. Il Primo Ministro Modi si propone di affrontare in toto i problemi strutturali dell'economia: debolezza degli investimenti, infrastrutture carenti, tassazione distorsiva, inadeguate leggi del lavoro, burocrazia inefficiente e penuria di personale qualificato. L'annunciato rilassamento dei criteri relativi agli investimenti esteri (IDE) e’ stato accolto con interesse dagli osservatori internazionali. Il clima di fiducia connesso all'avvio di tali riforme e al processo di rinnovamento dell'azione della Reserve Bank of India (RBI) fa ritenere che la crescita del PIL possa attestarsi attorno al 5,4% nell'anno fiscale 2014-15 (marzo-aprile) e al 6,4% nel 2015-16. Secondo statistiche preliminari, nel 2014 sarebbe stato il settore servizi (finanziari, immobiliari e di supporto al business) a trainare la crescita, mentre l'attivita' industriale sarebbe cresciuta solo dell'1%, scontando le carenze infrastrutturali e una tassazione inefficiente. Nell'ultimo quinquennio il governo ha varato diverse iniziative per il rilancio del settore produttivo. Dalla "National Manufactoring Policy" del 2011, che si proponeva di portare al 25% la quota del manifatturiero sul PIL entro il 2022 creando 100 milioni di nuovi posti di lavoro, si e' passati alla recente iniziativa "Make in India", incentrata sullo sviluppo infrastrutturale e sulla formazione delle risorse umane. A febbraio 2015 verra' discussa in Parlamento una proposta legislativa per l'introduzione, a partire dall'aprile 2016, di un'unica "good and service tax" (GST) nazionale sul valore aggiunto che rilancerebbe la competitivita' dell'industria, penalizzata dai numerosi dazi in essere tra uno Stato e l'altro dell'Unione. A fine anno, i mercati finanziari e valutari hanno risentito solo debolmente della volatilita' connessa alle attese di rialzo dei tassi d'interesse negli USA e alla crisi russa. Infatti, contrariamente alla fase di tensioni dell'estate 2013, da inizio anno la valuta indiana ha perso solamente il 2,5% nei confronti del dollaro USA (anche grazie a interventi discrezionali sul mercato forex da parte della RBI), a differenza di valute di altri Paesi emergenti, come Russia, Brasile e Turchia. Sulla scia delle turbolenze sui mercati russi e di timori di un ulteriore rallentamento della crescita globale, l'indice azionario Sensex ha ceduto il 7% nella prima meta' di dicembre, rimanendo ampiamente superiore ai livelli di inizio anno; nel primi tre trimestri 2014, i mercati indiani hanno registrato afflussi netti di portafoglio (azioni e obbligazioni) per circa 32 miliardi di dollari, in netto aumento rispetto al 2013. Nel 2014, l'indice Sensex e' salito del 30%, risultando top performer tra i maggiori Paesi emergenti. Per il 2015, i principali analisti privati continuano a raccomandare acquisti nel comparto azionario, favoriti da attese di consolidamento della crescita indiana e di rafforzamento della rupia. Alla luce della recente dinamica dei prezzi si attendono limitate riduzioni dei tassi d'interesse di riferimento (attualmente all'8%) nella prima meta' del 2015. Grazie alla caduta delle quotazioni energetiche sui mercati internazionali (l'India importa l'80% del fabbisogno annuale con esborso pari a circa il 6% del PIL) e al rallentamento dei prezzi alimentari, a novembre 2014 l'inflazione al consumo e' scesa al 4,4% (sui 12 mesi), dall'11,2% nello stesso periodo del 2014, ben sotto gli obiettivi fissati dalle stesse autorita' monetarie per il 2015 e 2016. Nel complesso, nel 2015 il proseguimento degli sforzi congiunti per il consolidamento fiscale e la riforma della governance, insieme alla prudenza monetaria della RBI e alla progressiva convergenza verso i nuovi obiettivi di vigilanza per il settore bancario dovrebbero garantire il complesso equilibrio su cui il governo basa il rilancio dell’economia. (red: Addetto Finanziario e Ufficio Commerciale, Ambasciata d’Italia) Ultimo aggiornamento: 05/02/2015 ^Top^ POLITICA ECONOMICA Nel giugno 2015, per la terza volta da inizio anno, la Reserve Bank of India (RBI) ha ridotto di 25 punti base (pb) il tasso di interesse di riferimento per il sistema bancario, portandolo al 7,25%. Ad oggi, il tasso base sui prestiti privati praticato dalle banche commerciali indiane continua a collocarsi tra il 9,5 e il 10%. Il settore bancario e' infatti afflitto da rilevanti sofferenze nel portafoglio dei prestiti che ne hanno negativamente influenzato la qualita' dell'attivo e la profittabilita': la riduzione del costo di provvista sarebbe quindi servita agli istituti commerciali per beneficiare di un differenziale positivo sui collocamenti piu' congruo, attirando al contempo depositi da parte dei risparmiatori. Le decisioni che riguardano la dinamica dei tassi di interesse fanno comunque emergere forti divergenze anche tra le stesse autorita' monetarie, con un ruolo sempre piu' indipendente del Governatore: la maggioranza del comitato tecnico che supporta le scelte di politica monetaria si sarebbe infatti espressa piu' volte per misure espansive piu' consistenti, scontrandosi tuttavia con l'approccio piu' cautoimposto da Raghuram Rajan. Nel piu' ampio quadro della conduzione della politica monetaria del Paese, il 20 febbraio scorso, la Banca centrale e il Ministero delle Finanze hanno sottoscritto un accordo, INDIA 8 i cui punti dovranno essere inseriti come emendamenti allo Statuto della Banca centrale. Tale accordo, per alcuni osservatori di portata storica, e' di grande rilevanza rilevante per tre motivi: 1) alla politica monetaria sara' ora attribuita formalmente la priorita' di garantire la stabilita' dei prezzi, pur tenendo in considerazione gli obiettivi di crescita, 2) il Governo riconosce la competenza esclusiva in materia alla Banca centrale, rinunciando ad avere un'influenza diretta sulla politica monetaria "per finalita' di pubblica utilita'", come sino ad ora consentito e 3) e' introdotto un regime di targeting dell'inflazione al consumo, con obiettivo esplicito tra il 2 e il 6% da conseguirsi nell'anno fiscale 2016-17. La fissazione di un obiettivo esplicito, numericamente definito come nelle best practices internazionali, e' peraltro elemento di estrema rilevanza per legare le aspettative del settore privato, specie in un Paese con una recente storia di inflazione elevata come l'India. Il targeting e' da considerarsi "flessibile" dato che saranno tollerate deviazioni dell'inflazione rispetto all'obiettivo stabilito per un periodo massimo di tre trimestri consecutivi. Con l'accordo in parola, l'India si allinea cosi' alle maggiori economie occidentali, adottando un sistema che, sia pure limitando fortemente le possibilita' di intervento diretto del Governo, rafforza quegli elementi a presidio della stabilita' macroeconomica, che la rendono cosi' piu' competitiva sui mercati internazionali e ne rafforza la credibilita' di fornte ad analisti e policy makers. I dati macroeconomici pubblicati nel corso delle ultime settimane evidenzierebbero ancora incertezze sullo stato effettivo dell'economia reale: a fronte di una crescita della produzione industriale in aprile piu' alta delle attese (al 4,1% sui 12 mesi, da 2,5) e di una risalita dell'indice PMI manifatturiero in maggio a 52,6 (ampiamente sopra la soglia di espansione economica fissata a 50), le esportazioni del Paese continuano a flettere (-20% sui 12 mesi in maggio), registrando il sesto calo consecutivo. L'attivita' economica continuerebbe ad essere trainata dai consumi interni, mentre la debole domanda globale non starebbe dando supporto al saldo commerciale. Anche per queste ragioni, le autorita' monetarie attenderanno plausibilmente nuovi dati al fine di conoscere se i segnali positivi arrivati recentemente si tradurranno in un ritmo di espansione sostenibile. (Red: Ambasciata d'Italia, Addetto finanziario della Banca d'Italia -Ufficio Commerciale) Ultimo aggiornamento: 08/07/2015 ^Top^ INDIA 9 INDICATORI MACROECONOMICI PIL Nominale (mln €) 2011 2012 2013 2014 2015 2016 1.345.469 1.433.471 1.707.500 1.868.500 2.043.600 2.449.700 Variazione del PIL reale (%) 6,7 4,5 6,9 7,3 7,5 7,7 Popolazione (mln) 1.221 1.237 1.237,9 1.255,8 1,27 1.288,9 PIL pro-capite a parita di potere d'acquisto ( $) 3.640 3.910 5.480 5.878 6.228 6,74 3,6 6,8 8,9 8,7 8,6 67 66 52,1 51,3 51,4 47,9 8,9 9,3 10 7,2 6,2 30,3 32 -3,7 9,58 11,1 Disoccupazione (%) Debito pubblico (% PIL) Inflazione (%) Variazione del volume delle importazioni di beni e servizi (%) 6,86 Fonte: Elaborazioni Ambasciata d'Italia su dati EIU e IMF. Ultimo aggiornamento: 04/08/2015 ^Top^ TASSO DI CAMBIO Controlla il cambio giornaliero sul sito di Banca d'Italia INDIA 10 BILANCIA COMMERCIALE EXPORT Export Totale 2013 243.521,9 mln. € 2014 2015 nd mln. € nd mln. € Previsioni di crescita 2016 Previsioni di crescita 2017 nd % nd % Elaborazioni Ambasciata d'Italia su dati EIU per la parte previsionale e OnuComtrade elaborati dall'Agenzia ICE, per i dati settoriali e i totali, nonché per i dati relativi ai principali partner. INDIA 11 IMPORT Import Totale 2013 378.139,1 mln. € 2014 2015 nd mln. € nd mln. € Previsioni di crescita 2016 Previsioni di crescita 2017 nd % nd % Elaborazioni Ambasciata d'Italia su dati EIU per la parte previsionale e OnuComtrade elaborati dall'Agenzia ICE, per i dati settoriali e i totali, nonché per i dati relativi ai principali partner. OSSERVAZIONI INDIA 12 SALDI E RISERVE INTERNAZIONALI Saldo commerciale (Exp. - Imp.) (mln. €) 2012 2013 2014 -155.240 -134.617 130.352 Saldo dei Servizi (mln. €) 53.240 56.066 69.112,4 Saldo dei Redditi (mln. €) -16.222 -16.824 -23.509,8 Saldo delle partite correnti (mln. €) -71.194,5 -45.106 -25.000,8 Riserve internazionali (mln. €) 231.794,3 226.585 294.028,5 Saldo dei Trasferimenti correnti (mln. €) 59.748,7 Fonte: Elaborazioni Ambasciata d'Italia su dati EIU. Ultimo aggiornamento: 04/08/2015 ^Top^ INDIA 13 INVESTIMENTI - STOCK INDIA 14 OSSERVAZIONI INDIA 15 INVESTIMENTI - FLUSSI INDIA 16 OSSERVAZIONI INDIA 17 MATERIE PRIME MATERIE PRIME Materia Unità 2010 2011 2012 2013 Carbone milioni short tons 611,72 639,63 0 0 gas naturale miliardi piedi cubi 1848 1682 0 0 petrolio migliaia barili/giorno 911,7 934,41 0 0 INDIA 18 BARRIERE TARIFFARIE E NON TARIFFARIE Market Access Database della Commissione Europea Il mercato indiano presenta significative barriere di accesso, di tipo sia tariffario che non-tariffario. Nel segmento alimentare si segnalano le difficoltà create dalla normativa nazionale sanitaria e fitosanitaria, quando non in linea con gli standard internazionali e comunitari. A titolo esemplificativo: Non e’ possibile importare in India prodotti a base di carne suina processata (ma non cotta), quali ad esempio prosciutto crudo o altri prodotti stagionati. La legislazione che regolamenta l’acqua in bottiglia non prevede le acque minerali frizzanti, che dunque non sono formalmente ammesse. Inoltre la bottiglia deve essere trasparente. Continuano dal 2004 le restrizioni imposte dall’India all'importazione di pollame, maiali vivi e di carne di pollo dai paesi con influenza aviaria a bassa patogenicità, in contrasto con le norme dell'Organizzazione Mondiale per la Salute Animale. Dal settembre 2013 le autorità indiane hanno vietato l'affissione sui prodotti alimentari importati di adesivi contenenti le informazioni aggiuntive richieste dalla normativa nazionale, causando il blocco in dogana di numerosi container. I produttori stranieri dovrebbero dunque prevedere confezioni prestampate appositamente per il mercato indiano, con un aggravio significativo in termini di costi. I dazi doganali sui vini e liquori in India sono particolarmente elevati e possono arrivare al 150/200%, portando dunque il prezzo al consumo a cifre particolarmente elevate. Inoltre vini e liquori sono soggetti a legislazioni che variano da Stato a Stato, con diverse procedure amministrative, sistemi di licenza e tasse aggiuntive statali. Lo Stato di Delhi e’ uno di quelli con tassazione e normative piu’ pesanti. Complessa anche la situazione negli Stati in Maharashtra, Haryana e Tamil Nadu. I prodotti caseari devono essere trattati ad una termperatura che assicura la distruzione di determinati organismi. Processi alternativi (come lunghi periodo di stagionatura) non sono ammessi, impedendo dunque formalmente l’import di alcune tipologie di formaggi ottenuti dal latte fresco, quali il parmigiano. La normativa indiana specifica che il formaggio e' ottenuto tramite coagulazione del latte grazie a caglio non animale o altri agenti coagulanti, senza contemplare l'uso di caglio animale (“animal rennet”), abitualmente utilizzato per l'ottenimento di numerosi formaggi, anche italiani. Sinora questa norma e’ stata, tuttavia, parzialmente disattesa nella pratica, richiedendo semplicemente all’esportatore di dichiarare se il prodotto caseario sia o no vegetariano. Le disposizioni relative alle procedure di trattamento antiparassitario per frutta e vegetali risultano non chiare, lunghe ed onerose da un punto di vista burocratico. Inoltre si prevede, in alcuni casi, la fumigazione con bromuro di metile, bandita dalla Convenzione di Montreal e dalla normativa UE. Tra le barriere in altri settori si segnalato: 1) Tutti i prodotti confezionati e destinati al consumo debbono riportare, prima di essere immessi sul mercato indiano, il "Prezzo Massimo di Vendita", individuato sulla base di un coefficiente teorico calcolato secondo una metodologia complicata e non trasparente. Ciò appesantisce notevolmente le procedure burocratiche e i relativi costi, specie per le PMI esportatrici. 2) La legislazione indiana impone una serie di barriere per gli esportatori di blocchi, lastre e lavorati di pietre naturali, come marmo e granito, che sono un mix di elevati dazi doganali, quote e prezzi minimi di acquisito. Inoltre l’importazione e’ soggetta all’ottenimento di una licenza obbligatoria, la cui procedura di rilascio risulta onerosa e a volte discrezionaria. 3) Per alcuni prodotti (pneumatici, acciaio, telecomunicazioni) sono previsti requisiti di test e certificazione obbligatoria di conformita’ agli standard indiani, i quali vanno ben oltre gli quelli internazionali. Le procedure per l’ispezione e ottenimento delle licenze si sono rivelate poco trasparenti e particolarmente lunghe e gravose. 4) E’ possibile rilevare una nuova tendenza nella politica industriale indiana, che sempre piu’ frequentemente prevede requisiti di "local content" in specifici settori, tra cui quello dei sistemi di sicurezza per la segnalazione ferroviaria, quello degli apparati elettronici e per le telecomunicazioni ed in materia di energie rinnovabili (pannelli solari e turbine eoliche). (red. Ufficio Commerciale, Ambasciata d'Italia) Ultimo aggiornamento: 14/03/2014 ^Top^ INDIA 19 COMPETITIVITA' E BUSINESS ENVIRONMENT INDICI DI GLOBAL COMPETITIVENESS E LIBERTÀ ECONOMICA 2013 Val (0 - 100) GCI Pos. 148 paesi 2014 Val (0 - 100) Pos. 144 paesi 2015 Val (0 - 100) Pos. 140 paesi 4,3 60 4,2 71 4,3 55 Requisiti di base (60 %) 4,2 96 4,2 92 4,4 80 Istituzioni (25%) 3,9 72 3,8 70 4,1 60 Infrastrutture (25%) 3,7 85 3,6 87 3,7 81 Ambiente macroeconomico (25%) 4,1 110 4,2 101 4,4 91 Salute e Istruzione Primaria (25%) 5,3 102 5,4 98 5,5 84 Fattori stimolatori dell'efficienza (35 %) 4,4 42 4,2 61 4,2 58 Alta Istruzione e Formazione professionale (17%) 3,9 91 3,9 93 3,9 90 Efficienza del mercato dei beni (17%) 4,2 85 4,1 95 4,2 91 Efficienza del mercato del lavoro (17%) 4,1 99 3,8 112 3,9 103 Sviluppo del mercato finanziario (17%) 4,8 19 4,3 51 4,1 53 Diffusione delle tecnologie (17%) 3,2 98 2,7 121 2,7 120 Dimensione del mercato (17%) 6,3 3 6,3 3 6,4 3 4 41 3,9 52 3,9 46 Sviluppo del tessuto produttivo (50%) 4,4 42 4,2 57 4,2 52 Innovazione (50%) 3,6 41 3,5 49 3,6 42 Sub indici Fattori di innovazione e sofisticazione (5 %) Note: La percentuale tra parentesi indica il peso della voce nella composizione dell’indice / sub indice. Ultimo aggiornamento: 18/01/2016 ^Top^ 2013 Val (0 - 100) Indice di Liberta Economica Pos. 184 paesi 55,2 119 2014 Val (0 - 100) 55,7 Pos. 186 paesi 120 2015 Val (0 - 100) 54,6 Pos. 186 paesi 128 Ultimo aggiornamento: 18/01/2016 ^Top^ INDIA 20 INDICI DI APERTURA AL COMMERCIO INTERNAZIONALE 2010 Val (0 - 7) ETI Pos. 132 paesi 2012 Val (0 - 7) Pos. 132 paesi 3,8 84 3,6 100 Accesso al mercato (25%) 3,4 115 2,6 130 Accesso al mercato interno ed esterno (100%) 3,4 115 2,6 130 4 68 3,8 77 Efficienza dell'amministrazione doganale (33%) 4,2 62 4,1 70 Efficienza delle procedure di import e export (33%) 4,6 72 4,4 79 Trasparenza dell'amministrazione di frontiera (33%) 3,2 75 3 84 Infrastrutture di trasporto e di comunicazione (25%) 3,3 81 3,6 84 Disponibilita e qualita delle infrastrutture di trasporto (33%) 3,8 78 4 76 Disponibilita e qualita dei servizi di trasporto (33%) 3,9 59 3,8 59 Disponibilita ed utilizzo dell'ICT (33%) 2,3 93 3 97 Contesto business (25%) 4,5 58 4,2 74 Regolamentazione (50%) 4,1 47 3,9 50 Sicurezza (50%) 4,8 69 4,5 87 Sub indici Amministrazione doganale (25%) Fonte: Elaborazioni Ambasciata d'Italia su dati World Economic Forum – Enabling Trade Index. dati anno 2010: Pos. su 125 paesi Note: La percentuale tra parentesi indica il peso della voce nella composizione dell’indice / sub indice. Ultimo aggiornamento: 08/02/2013 ^Top^ 2010 Valore (%) Peso % del commercio sul PIL 2012 Valore (%) 15,03 17,61 Fonte: Elaborazione Ambasciata d'Italia su dati EIU. Ultimo aggiornamento: 08/02/2013 ^Top^ INDIA 21 FATTORI MAGGIORMENTE PROBLEMATICI PER FARE BUSINESS 2013 / 2014 2014 / 2015 2015 / 2016 Accesso al finanziamento 3,9 10,2 8,1 Aliquote fiscali 3,4 8,7 6,8 17,5 7,6 6,6 0,7 2,8 3,3 17,3 8 10,1 1,2 4,6 1,5 3 4,7 1,5 2,2 6,3 5,5 18,1 8,1 7,3 Inflazione 4,3 4,5 8,9 Instabilita delle politiche 6,6 4,8 9,6 Instabilita del governo/colpi di stato 2,8 6,4 7,3 Normative del lavoro restrittive 5,8 6,5 5,5 Normative fiscali 7,6 4,5 6,3 Regolamenti sulla valuta estera 2,9 8,4 5,7 Insufficiente capacita di innovare 2,8 3,8 6,1 Burocrazia statale inefficiente Scarsa salute pubblica Corruzione Crimine e Furti Scarsa etica del lavoro della forza lavoro locale Forza lavoro non adeguatamente istruita Inadeguatezza dell'offerta di infrastrutture Ultimo aggiornamento: 18/01/2016 ^Top^ INDIA 22 BUSINESS COST Unita 2012 2013 2014 Remunerazione totale media per Capi Funzione/Capi Divisione di una multinazionale o Chief Executive in organizzazioni medio-grandi. € per anno 120.633,12 100.754,12 107.560,62 Remunerazione totale media per manager al di sotto dei Capi Funzione nelle multinazionali, o che riportano al CEO nelle organizzazioni medio-grandi, o Chief Executive in organizzazioni piccole. € per anno 53.045,47 49.298,16 47.984,26 Remunerazione totale media per personale vendite senior con competenze gestionali o regionali. € per anno 27.517,43 28.878,6 57.761,21 Remunerazione totale media per posizioni di supervisione e junior management con predominanza della responsabilita di staff. € per anno 15.673,3 15.468,23 18.121,52 Remunerazione totale media per account manager e staff vendite senza competenze gestionali o regionali. € per anno 10.471,31 9.719,05 20.700,65 Remunerazione totale media per personale impiegatizio, amministrativo e di segreteria senza o con ridotte responsabilita di supervisione. € per anno 5.615,61 4.657,13 5.651,69 Affitto per ufficio centrale in uno dei principali distretti industriali. Prezzo medio per m2 per anno. € per m2 per anno 1.077,99 848,92 828,7 Affitto di un deposito. Prezzo medio per m2 per anno. € per m2 per anno 68,04 60,35 61,22 € per kwH 0,09 0,1 0,1 € per m3 1 0,88 0,93 1,73 1,73 33,99 Elettricita per uso industriale/intenso con consumo annuo di 2000MWh o più. Prezzo per KwH. Acqua per uso industriale /commerciale. Sottoscrizione telefonica standard mensile per uso commerciale di una linea telefonica. € per linea/mese Aliquota fiscale corporate media. % 32,45 33,99 IVA o equivalente. Media o tasso prevalente applicato su beni e servizi. % 12,5 15 14 Aliquota fiscale massima su persona fisica. % 30 33,99 33,99 Fonte: Elaborazioni Ambasciata d'Italia su dati EIU. Ultimo aggiornamento: 24/01/2016 ^Top^ INDIA 23 INDICE DOING BUSINESS 2015 Val (0 - 7) Pos. 189 paesi Posizione nel ranking complessivo 134 Avvio Attivita (Posizione nel ranking) 164 Procedure - numero (25%) 13,9 Tempo - giorni (25%) Costo - % reddito procapite (25%) Capitale minimo da versare per richiedere la registrazione di una attivita - % reddito procapite (25%) Tempo - giorni (33,3%) Costo - % reddito procapite (33,3%) Pos. 189 paesi 130 155 12,9 34 29 15,3 13,5 111,2 Permessi di costruzione (Posizione nel ranking) Procedure - numero (33,3%) 2016 Val (0 - 7) 184 183 33,6 33,6 191,5 191,5 28,5 Accesso all'elettricita (Posizione nel ranking) 26 99 Procedure - numero (33,3%) 7 70 5 Tempo - giorni (33,3%) 105,7 90,1 Costo - % reddito procapite (33,3%) 487,7 442,3 Registrazione della proprieta (Posizione nel ranking) 138 Procedure - numero (33,3%) 7 138 7 Tempo - giorni (33,3%) 47 47 Costo - % valore della proprieta (33,3%) 7,5 7,5 Accesso al credito (Posizione nel ranking) 36 Indice di completezza delle informazioni sul credito (0 min - 8 max) (37,5%) 6 Indice di forza dei diritti legali (0 min - 12 max) (62,5%) 7 Protezione degli investitori (Posizione nel ranking) 42 6 7 8 8 Indice di disclosure (0 min - 10 max) (33,3%) 7 7 Indice di responsabilita dell'amministratore (0 min - 10 max) (33,3%) 6 6 Indice dei poteri dello shareholder in caso di azione giudiziaria (0 min - 10 max) (33,3%) 7 7 Tasse (Posizione nel ranking) 156 Pagamenti annuali - numero (33,3%) Tempo - ore annuali per gestire le attivita connesse ai pagamenti (33,3%) 157 33 33 243 243 Procedure di commercio (Posizione nel ranking) 133 133 Adempimenti doganali per esportare - tempo (ore) 109 109 Adempimenti doganali per esportare - costo (USD) 413 413 Preparazione dei documenti neccessari per esportare - tempo (ore) 41 41 Preparazione dei documenti neccessari per esportare - costo (USD) 102 102 Adempimenti doganali per importare - tempo (ore) 287 287 Adempimenti doganali per importare - costo (USD) 574 574 63 63 145 145 Preparazione dei documenti neccessari per imporatare - tempo (ore) Preparazione dei documenti neccessari per importare - costo (USD) Rispetto dei contratti (Posizione nel ranking) Risolvere una controversia - giorni (33,3%) Costi - % del risarcimento (33,3%) 178 178 1.420 1.420 39,6 39,6 Indice di qualità dei processi giudiziari (0-18) (33,3%) 7,5 Soluzione delle insolvenze (Posizione nel ranking) 7,5 136 136 Fonte: Elaborazioni Ambasciata d'Italia su dati Banca Mondiale, indice Doing Business. Note: I dati riportati sono quelli pubblicati nell’anno di riferimento. Per ogni aspetto metodologico, consultare www.doingbusiness.org/methodology. Ultimo aggiornamento: 24/01/2016 ^Top^ INDIA 24 INDIA 25 ACCESSO AL CREDITO ACCESSO AL CREDITO Le principali agenzie internazionali di rating continuano a collocare l’India al livello più basso dello status investment grade: BBB-, Baa3 e BBB- sono le valutazioni di S&P’s, Moody’s e Fitch rispettivamente. S&P’s e Fitch mantengono un outlook stabile: nell’ultimo anno, il tono si è fatto meno negativo grazie ai progressi nel quadro macroeconomico esterno e all’avvio di importanti riforme, sebbene continuino ad essere segnalate fragilità sul fronte della finanza pubblica. Lo scorso aprile, Moody’s ha alzato l’outlook a positivo, premiando gli sforzi avviati dal Governo Modi. Sulla base delle più recenti stime, il risk rating creditizio assegnato al Paese da SACE è pari a 0,41 per il debito sovrano, 0,56 per l’esproprio o violazioni contrattuali e 0,55 per il mancato pagamento da controparti bancarie (dove 1 è il valore di rischio massimo). Il rischio di disordini civili si attesta a 0,55. Rispetto allo scenario precedente, si riscontra un miglioramento diffuso, ad eccezione del rischio di credito sovrano. Le valutazioni di SACE classificano l’India fra i Paesi assicurabili senza restrizioni, con riferimento al rischio sovrano, privato e bancario. La categoria di rischio elaborata dall’OCSE per l’India, che include i rischi relativi al trasferimento di proprietà e quelli finanziari, è stabile a 3 (su 7). Nell’ultimo anno, le autorità di vigilanza indiane e il FMI hanno segnalato il crescente rischio sui prestiti in valuta estera concessi a controparti corporate indiane, già fortemente esposte al rischio di cambio. (Red.: Addetto Finanziario) Ultimo aggiornamento: 12/08/2015 ^Top^ INDIA 26 RISCHI RISCHI POLITICI Federalismo e rischio instabilita' politica per effetto delle crescenti autonomie e poteri dei singoli Stati dell'Unione Rischio sicurezza e terrorismo Efficienza e corruzione Federalismo e rischio instabilita' politica per effetto delle crescenti autonomie e poteri dei singoli Stati dell'Unione Il decentramento di poteri dal Governo centrale alle autorita' dei ventinove Stati che compongono la Repubblica Federale indiana e' un fenomeno in crescita che va di pari passo con il rafforzamento dei partiti locali e rende piu' complessa l?attuazione delle politiche da parte del Governo centrale. I livelli di rischio nel Paese permangono significativi. Negli anni si sono verificati frequenti disordini interni, anche violenti, che possono acuirsi nelle fasi pre-elettorali e attacchi terroristici di diverse matrici (come i gruppi maoisti cd. naxaliti o le formazioni separatiste del Kashmir). Rischio sicurezza e terrorismo Efficienza e corruzione La corruzione e' un fenomeno diffuso nel Paese a diversi livelli e rimane nel medio termine uno dei fattori critici per le aziende. Ultimo aggiornamento: 04/08/2015 ^Top^ INDIA 27 RISCHI ECONOMICI Rischi macroeconomici: inflazione Deprezzamento della rupia Corruzione Infrastrutture e trasporto merci Infrastrutture e trasporto merci L' inflazione dei prezzi al consumo è scesa dall'8 al 5% negli ultimi 12 mesi e ha portato all'avvio di un ciclo espansivo da parte della Banca Centrale. Le autorità indiane hanno inoltre recentemente sottoscritto un accordo relativo a nuove modalità di conduzione della politica monetaria da parte della RBI: con l'accordo viene introdotto un regime di inflation targeting flessibile avente un obiettivo per l' inflazione sull' indice dei prezzi al consumo (CPI) compreso tra il 2 e il 6%, da conseguirsi a partire dall' anno fiscale 2016-17. Rischi macroeconomici: inflazione Il forte e repentino deprezzamento della rupia nell'estate 2013, quando la moneta indiana ha toccato il suo minimo storico rispetto al dollaro, ha avuto un impatto negativo sulle importazioni (anche dall'Italia), mentre le esportazioni indiane hanno mostrato inizialmente una bassa elasticita' al tasso di cambio. Grazie a misure straordinarie della Banca Centrale indiana la rupia e' stata riportata su un terreno maggiormente stabile e di graduale apprezzamento. Deprezzamento della rupia Negli ultimi due anni hanno avuto grossa risonanza mediatica grossi scandali relativi a casi di corruzione che hanno visto coinvolti funzionari pubblici e politici. Si tratta di un problema diffuso, a prescindere dal partito politico al governo. Corruzione L'inadeguatezza della rete dei trasporti continua a rappresentare un rilevante costo. Ad essa si accompagnano tempistiche di sdoganamento delle merci piuttosto lunghi (quasi il doppio di quelli richiesti in altri Paesi dell'Asia meridionale come la Thailandia, e circa 3 o 4 volte piu' lunghi rispetto ai principali Paesi OCSE). Infrastrutture e trasporto merci L'inadeguatezza della rete dei trasporti continua a rappresentare un rilevante costo. Ad essa si accompagnano tempistiche di sdoganamento delle merci piuttosto lunghi (quasi il doppio di quelli richiesti in altri Paesi dell'Asia meridionale come la Thailandia, e circa 3 o 4 volte piu' lunghi rispetto ai principali Paesi OCSE). Infrastrutture e trasporto merci Ultimo aggiornamento: 12/08/2015 ^Top^ RISCHI OPERATIVI Infrastrutture: il carente sistema di trasporto incrementa i costi per le imprese Carenze nel sistema di distribuzione di energia elettrica Riforme fiscali Incertezza quadro normativo: retroattivita' imposte fiscali Eccessivo peso della burocrazia e lentezza dei processi legali La carente e limitata rete delle infrastrutture, in particolare quanto a forniture energetiche e trasporti (strade, ferrovie, porti), necessita di grandi investimenti in termini di ammodernamento e adeguamento. Il sistema portuale e' insufficiente a soddisfare le capacita' richieste dal mercato e i tempi per le operazioni di sdoganamento sono particolarmente lunghi. Nonostante i numerosi progetti in corso, nel medio termine le carenze infrastrutturali continueranno ad incidere significativamente sui costi delle aziende Infrastrutture: il carente sistema di trasporto incrementa i costi per le imprese La necessaria ristrutturazione del sistema di trasmissione e distribuzione di energia elettrica nel paese procede lentamente. Carenze nella sicurezza della fornitura, mancato adeguamento delle capacita' degli impianti di produzione di energia elettrica e frequenti "black-out" sono tra i fattori critici che le imprese che vogliono investire nel paese devono tenere in considerazione. Carenze nel sistema di distribuzione di energia elettrica INDIA 28 Al fine di semplificare l'attuale cumulo di tasse e dazi centrali e statali, e' in discussione l'introduzione un nuovo sistema d'imposta unica sui beni e servizi (GST) a livello nazionale a partire dal 1 aprile 2016. Nel lungo termine la razionalizzazione e semplificazione fiscale contribuiranno positivamente sulle attivita' delle imprese, tuttavia, nel breve termine, non va sottovalutato il rischio per la confusione e incertezza che potra' emergera' nella transizione verso il nuovo sistema. Riforme fiscali Con l'obiettivo di incremente le entrate di bilancio, causa il crescente deficit fiscale, il Governo aveva annunciato nel bilancio fiscale 2012/13 l'applicazione di imposte con effetto retroattivo (v." caso Vodafone") e l'introduzione di una "General Anti-avoidance Rule" (GAAR) diretta ad evitare possibili evasioni fiscali da parte di investitori e imprese che transitano per i cd "paradisi fiscali". Il calo degli investimenti da parte dei "Foreign Institutional Investors" ha succesivamente indotto il Governo ad assicurare la non retroattivita' della GAAR. Incertezza quadro normativo: retroattivita' imposte fiscali Ad una normativa spesso complessa e poco trasparente fa da corollario un sistema burocratico di autorizzazioni e licenze macchinoso e lento, non estraneo a fenomeni di corruzione. Trattasi di aspetti che possono incidere sensibilmente sulla redditivita' di un investimento estero. Ulteriori elementi problematici sono dati dalla lentezza della giustizia; alle aziende che intendono investire in India e' consigliabile prevedere nei contratti clausole di arbitrato internazionale. Eccessivo peso della burocrazia e lentezza dei processi legali Ultimo aggiornamento: 04/08/2015 ^Top^ INDIA 29 RAPPORTI CON L'ITALIA OVERVIEW L’India rappresenta un mercato dalle significative potenzialità, forse unico, a livello globale, per l’ampiezza dei margini di inserimento che esso offre, pur in presenza di importanti complessità. Ad un anno dall'insediamento del Governo Modi, l'architettura delle riforme e dei programmi di sviluppo economico avviati dall'Esecutivo si presenta articolata e in movimento. A sostegno del "Make in India", il programma per la trasformazione dell'India in un hub manufatturiero mondiale, e' stata presentata la nuova Foreign Trade Policy2015 2020 (FTP) composta di un documento di visione e uno tecnico, volta a rendere il Paese un player sempre piu' rilevante nel commercio globale di beni e servizi e ad aumentarne la quota mondiale di esportazioni dal 2% al 3,5% entro il 2020 per un valore di 900 mld di dollari. Tra i settori strategici per l’internazionalizzazione delle imprese italiane si segnalano le infrastrutture, la meccanica e meccatronica, le energie rinnovabili, il comparto automobilistico e il settore delle tecnologie agroalimentari. Nei venti anni dal 1991 al 2011 l’interscambio Italia-India e’ cresciuto di 12 volte, passando dal 708 mln di euro a 8,5 mld di Euro. A partire dal 2012 e’ tuttavia iniziato un trend decrescente, che ha portato il commercio bilaterale a 7,2 mld di € nel 2014, segnando comunque un aumento del 3,6% rispetto al 2013 (fonte Istat). L’Italia è il quarto partner commerciale dell’India tra i Paesi UE (dopo Germania, Regno Unito e Belgio). Nel complesso, l'export italiano verso l'India nel mese di aprile 2015 rispetto allo stesso mese del 2014 e' cresciuto del 24,9%. L'export italiano accumulato nel periodo gennaio-aprile 2015, rispetto allo stesso periodo (gennaio-aprile) del 2014, e' cresciuto del 12,7% ( superiore alla performance media verso gli altri paesi extra U.E. che e' stata di +12.2%). Le importazioni italiane dall'India nel mese di aprile 2015 sono cresciute del 13,9%; nel periodo gennaio-aprile 2015 del + 13% (fonte ICE New Delhi). Macchinari e apparecchi continuano a rappresentare la prima voce dell’export italiano in India, con una quota attorno al 40%; oltre un quarto delle importazioni italiane dall’India rientrano invece nella categoria tessile-abbigliamento-accessori in pelle. Quanto al flusso di investimenti diretti, le aziende italiane nel 2012 hanno investito in India oltre 1 mld di Euro nel 2012 (fonte Eurostat). A fine 2012 l’Italia aveva in India uno stock cumulato di IDE pari 3,75 mld €. Si puo’ stimare un numero totale di oltre 400 entità legali e stabilimenti italiani in India, presenti sotto tre forme principali: sussidiarie possedute al 100%, Joint Ventures (soluzione preferita dalle PMI e d’obbligo nei settori con tetti massimi agli investimenti stranieri) o uffici commerciali di rappresentanza. Le principali aree geografiche di insediamento delle imprese italiane in India sono i poli industriali di Delhi-Gurgaon-Noida (c.d. Capital Belt) e di Mumbai-Pune (Maharashtra). Il terzo e quarto polo di concentrazione sono rispettivamente attorno alle città di Chennai (Tamil Nadu) e Bangalore (Karnataka). Di rilievo minore Calcutta (Bengala Occidentale), mentre sempre piu’ interessanti risultano altri Stati quali Gujarat e Rajasthan, ove cominciano a registrarsi i primi stabilimenti italiani. Tra i grandi gruppi italiani presenti in India si segnalano: Fiat (oltre alla casa automobilistica, anche New Holland e Magneti Marelli), Carraro, Maschio Gaspardo, Piaggio, Prysmian, Maire Tecnimont, Techint, Luxottica, Danieli, Ansaldo Energia, Saipem, Brembo, StMicroelectronis, Salini Impregilo, CMC di Ravenna, Bonfiglioli, Mapei, Italcementi, Maccaferri, Ferrero, Bauli, Perfetti Van Melle, Tessitura Monti, Benetton, Gruppo Coin, etc. La presenza di grandi gruppi industriali italiani certamente funge da traino per le nostre PMI. Sono inoltre operative in India numerose case italiane del design d’interni, moda e segmento lusso (tra cui Artemide, Natuzzi, Zegna, Armani, Cavalli, Damiani, ecc.), se pure con un numero di punti vendita ancora limitato. Particolarmente attente al mercato indiano sono le aziende del settore difesa, tra cui certamente il Gruppo Finmeccanica, Beretta, Elettronica, Fincantieri. Quanto al segmento finanziario, oltre al Gruppo Assicurazioni Generali, sono presenti in India con uffici di rappresentanza una dozzina di banche italiane. (Red: Ambasciata d'Italia, Ufficio Commerciale) Ultimo aggiornamento: 04/08/2015 ^Top^ INDIA 30 SCAMBI COMMERCIALI EXPORT ITALIANO VERSO IL PAESE: INDIA Export italiano verso il paese: INDIA 2013 Totale 2.975 mln. € 2014 3.081,9 mln. € 2015 3.402,37 mln. € gen-feb 2015 gen-feb 2016 457,52 mln. € Merci (mln. €) 2013 435,01 mln. € 2014 2015 Prodotti dell'agricoltura, pesca e silvicoltura 12,8 21,03 36,85 Prodotti delle miniere e delle cave 70,6 64,3 84,12 42 44,3 43,02 4 3,1 2,81 Prodotti tessili 37 39,7 40,65 Articoli di abbigliamento (anche in pelle e in pelliccia) 18 19,9 18,11 Articoli in pelle (escluso abbigliamento) e simili 73 74,4 83,25 Legno e prodotti in legno e sugheri (esclusi i mobili); articoli in paglia e materiali da intreccio 11 9,8 11,15 Carta e prodotti in carta 68 104,2 100,12 Prodotti alimentari Bevande Coke e prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio 13 17,7 7,84 Prodotti chimici 317 330,3 381,45 Prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici 101 118,8 118,42 Articoli in gomma e materie plastiche 83 88,2 88,82 Altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi 53 49,4 63,53 Prodotti della metallurgia 155 158 196,85 Prodotti in metallo, esclusi macchinari e attrezzature 154 138,1 172,09 Computer e prodotti di elettronica e ottica; apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e orologi 106 116,5 115,05 Apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche 140 122,7 131,13 1.198 1.173,8 1.288,42 Macchinari e apparecchiature Autoveicoli, rimorchi e semirimorchi 131 152 172,1 Altri mezzi di trasporto (navi e imbarcazioni, locomotive e materiale rotabile, aeromobili e veicoli spaziali, mezzi militari) 29 21,4 31,97 Mobili 51 45,7 48,69 Prodotti delle altre industrie manufatturiere 60 80 72,96 46,8 43,91 Altri prodotti e attività Elaborazioni Ambasciata d’Italia su dati Agenzia ICE di fonte ISTAT. Elaborazioni Ambasciata d’Italia su dati Agenzia ICE di fonte ISTAT. INDIA 31 IMPORT ITALIANO DAL PAESE: INDIA Import italiano dal paese: INDIA 2013 Totale 2014 3.975 mln. € 4.159,7 mln. € 2015 gen-feb 2015 4.002,28 mln. € gen-feb 2016 716,23 mln. € Merci (mln. €) Prodotti dell'agricoltura, pesca e silvicoltura Prodotti delle miniere e delle cave 726,9 mln. € 2013 2014 2015 177 175,6 198,19 40 45,4 37,68 Prodotti alimentari 206 224,8 216,48 Prodotti tessili 279 300,9 319,74 Articoli di abbigliamento (anche in pelle e in pelliccia) 356 377,4 392,36 Articoli in pelle (escluso abbigliamento) e simili 314 330,8 339,15 Legno e prodotti in legno e sugheri (esclusi i mobili); articoli in paglia e materiali da intreccio 4 3,7 4,06 Carta e prodotti in carta 4 6,7 6,25 Coke e prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio 493 479,3 154,93 Prodotti chimici 502 509,8 526,48 64 78,4 90,96 100 114,3 121,84 Prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici Articoli in gomma e materie plastiche Altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi 43 45,7 47,24 Prodotti della metallurgia 458 521,5 535,33 Prodotti in metallo, esclusi macchinari e attrezzature 106 116,6 127,16 Computer e prodotti di elettronica e ottica; apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e orologi 30 26,2 26,32 Apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche 60 53,5 68,62 Macchinari e apparecchiature 258 295,8 308,76 Autoveicoli, rimorchi e semirimorchi 272 223,4 242,39 19 23,4 28,97 4 5,3 5,79 156 180,7 181,75 19,1 20,38 Altri mezzi di trasporto (navi e imbarcazioni, locomotive e materiale rotabile, aeromobili e veicoli spaziali, mezzi militari) Mobili Prodotti delle altre industrie manufatturiere Altri prodotti e attività Elaborazioni Ambasciata d’Italia su dati Agenzia ICE di fonte ISTAT. Elaborazioni Ambasciata d’Italia su dati Agenzia ICE di fonte ISTAT. OSSERVAZIONI Nei venti anni dal 1991 al 2011 l’interscambio Italia-India e’ cresciuto di 12 volte, passando dal 708 mio di euro a 8,5 mld di Euro. A partire dal 2012 e’ tuttavia iniziato un trend decrescente, che ha portato il commercio bilaterale a 7,1 mld di € nel 2012 (-16,6%) e a 6,95 mld di € nel 2013 (-2%) (fonte Eurostat). Tale decrescita e’ in linea con l’andamento complessivo del commercio tra India ed UE, che nel 2013 si e’ contratto del 4,3%, assestandosi sui 72,7 mld di €, dagli 80,6 miliardi del 2012. Le esportazioni europee in India sono diminuite del 6,9% nel 2013, portando per la prima volta la bilancia commerciale in rosso per l'UE, a fronte di un declino delle importazioni dall'India meno pronunciato, pari all'1,7%. La performance commerciale italiana con l’India nel 2013 (-2%) e’ dunque stata migliore di quella dell'UE nel suo complesso (-4,3%) e degli altri principali partner europei quali Germania (-8,5%), Francia (-11,3%), Paesi Bassi (-8,3%). Unica eccezione positiva il Regno Unito, con una crescita dei commerci con l'India pari al 3,2%, forse anche in ragione dei piu' marcati segnali di ripresa dell'economia britannica. Nel complesso l'Italia si conferma il quarto partner commerciale dell'India tra i Paesi Ue, dopo Germania, Gran Bretagna e Belgio, seguita a breve distanza da Francia e Paesi Bassi. Il minore decremento registrato dall'Italia nell'interscambio con l'India - rispetto agli altri partner UE - si spiega tuttavia unicamente grazie ad una buona performance delle esportazioni indiane verso l'Italia (+6%), mentre le nostre esportazioni in India continuano a decrescere (-11,1%). Ugualmente sofferente l'export tedesco verso l'India(che in valore assoluto ha perso quasi un miliardo di euro), come anche quelli francese ed olandese. Le esportazioni tedesche in India continuano in ogni caso ad essere circa il triplo di quelle italiane. Secondo Paese esportatore e' il Belgio, le cui statistiche sono tuttavia fortemente influenzate dal prevalente commercio di diamanti e preziosi. La Gran Bretagna esporta prodotti per quasi il doppio dell'Italia, ed ha realizzato nel 2013 una crescita superiore all'8%. Nel 2013 si è ampliato a circa 1 mld di Euro il deficit commerciale per l’Italia, anche a fronte di un declino dell’11,1% delle esportazioni italiane in India, contro un aumento del 6% delle importazioni dall’India. Quanto ai dati settoriali 2013, le statistiche ISTAT confermano i macchinari quale principale voce del nostro export verso l'India, con una quota poco sopra al 40%, se pure in declino. Seguono prodotti chimici e metalli, rispettivamente pari al 10,7% e 10,4% del nostro export in India. Continuano a decrescere le esportazioni italiane in India di mezzi di trasporto, la cui quota si e' quansi dimezzata dal 9% del 2011 al 5% attuale. INDIA 32 Dal lato importazioni, prodotti tessili, in pelle e per l'abbigliamento continuano a rappresentare quasi un quarto dell'import italiano dall'India (24%). Seguono metalli (14,2%), sostanze e prodotti chimici (12,6%), coke e prodotti petroliferi raffinati (12,4%). Nel complesso l'Italia ha un peso dell'1,15% sul totale del commercio indiano (fonte Dipartimento indiano del Commercio). Tale valore era dell'1,7% nel 2008-2009 ed e' da allora in lieve diminuzione. L'India invece cattura lo 0,9% del commercio totale dell'Italia con il resto del mondo (fonte Istat), valore piu' o meno costante dal 2008, se si esclude un picco dell'1,1% nel 2011. INDIA 33 INVESTIMENTI CON L'ITALIA - STOCK INDIA 34 OSSERVAZIONI INDIA 35 INVESTIMENTI CON L'ITALIA - FLUSSI INDIA 36 OSSERVAZIONI INDIA 37 FLUSSI TURISTICI Il flusso turistico outbound indiano continua a svilupparsi di pari passo con la crescita economica del Paese, con stime di 50 milioni di viaggiatori indiani all'estero entro il 2020. La spesa media prevista nel 2015 per le vacanze all'estero raggiungera' i 3.575 euro, registrando un incremento del 18% rispetto al 2014. Nel complesso, l'Asia (Medio Oriente incluso) continua ad accogliere oltre il 68% del totale dei turisti indiani , l'Europa circa il 17,5%, le Americhe il 7,5% . In Europa, la Gran Bretagna, con circa 400.000 ingressi, continua a primeggiare come destinazione dei viaggiatori indiani (per motivi di lavoro, studio e visita a parenti oltre che per turismo). Seguono la Francia, l'Italia (con 279.232) e la Svizzera. Le destinazioni preferite risultano essere il Veneto (35% degli arrivi dall'India), la Toscana (26%), la Lombardia (14%) e il Lazio (8.9%). I viaggiatori indiani prediligono strutture di lusso (il 65% di essi, dal 2010 al 2014 ha scelto alberghi a 4-5 stelle e solo lo 0,8% campeggi, villaggi turistici e alloggi agro-turistici) e decidono di affidarsi ad agenzie di viaggio e tour operators piuttosto che effettuare prenotazioni autonomamente. Gli arrivi in Italia sono concentrati prevalentementetra aprile e luglio, quando le temperature in India sonopiu' elevate. Il flusso turistico bi-direzionale rimane tuttavia ancora fortemente condizionato, nelle sue potenzialità inespresse, dalla scarsa offerta di collegamenti aerei diretti Italia-India. (Red: Ambasciata d'Italia, Ufficio Commerciale ed ENIT- Direzione d'Area Tokyo) Ultimo aggiornamento: 08/07/2015 ^Top^ INDIA 38