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Le politiche di promozione della lettura in Italia: il ruolo del “Centro

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Le politiche di promozione della lettura in Italia: il ruolo del “Centro
Scuola speciale per Archivisti e Bibliotecari
Corso di diploma per bibliotecari
Le politiche di promozione della lettura in Italia:
il ruolo del “Centro per il libro” tra aspettative e
confronti con l’estero
Relatore: prof. Maurizio Caminito
Correlatori : prof. Alberto Petrucciani, dott.ssa Flavia Cristiano
Laureanda: Giovanna Frigimelica (matr. 1220353)
ANNO ACCADEMICO 2009/10
INDICE
INTRODUZIONE
3
1. LA LETTURA IN ITALIA: COMPORTAMENTI E TENDENZE
8
1.1 Chi legge e quanto legge
1.2 I fattori che influenzano la lettura
1.3 Il profilo del “non-lettore” e del lettore “debole”
1.4 Un paragone con l’estero
8
15
27
33
2. LA PROMOZIONE DELLA LETTURA
46
2.1 Perché si deve promuove la lettura
2.2 Le politiche a favore della lettura
2.3 Il ruolo delle biblioteche
46
56
75
3. IL CENTRO PER IL LIBRO E LA LETTURA
87
3.1 Dall’Istituto per il libro al Centro
3.2 Organizzazione, funzionamento e sviluppi recenti
3.3 Gli istituti nazionali per la promozione della lettura all’estero
87
96
105
4. “IN VITRO”: UNA PROPOSTA METODOLOGICA
117
APPENDICE 1 – BOZZA PROGETTO “IN VITRO”
144
APPENDICE 2 – SCHEMA CAMPIONE PROVINCE
154
APPENDICE 3 - PATTO EXTREMEÑO PER LA LETTURA
161
BIBLIOGRAFIA
165
1
Non una dedica, o un ringraziamento,
ma un pensiero particolare ai miei genitori: mi mancate.
Questo lavoro è dedicato a (rigorosamente in ordine alfabetico):
Andrea: perché sei mio fratello, e detto papale papale senza di te cosa farei
Claudio: perché sei il mio papà putativo, e hai sempre creduto in me
Elisa: perché siamo diventate grandi e ci siamo ritrovate (faraway, so close)
Sorelle: perché siete le mie sorelle ;-) e chissà che non sia la volta buona che capite
cosa faccio nella vita
Valeria: perché sei la mia persona, Vally Pat
Un grazie sentito e riconoscente va a Palmira (P_ _ _ _ _ _ _ _ A) perché mi sopporti
quando ho le crisi isteriche, e mi hai aiutato in un momento difficile, non ti sarò mai grata
abbastanza. Per la sopportazione delle crisi, degli sfoghi privati inopportuni, e del mobbing
che le viene quotidianamente imposto ringrazio anche la mia dipendente Cargini.
Grazie a Ilaria, per avere fatto da cavia e per essere paziente con me quando faccio la
cognata inopportuna.
Last but not least, grazie a Fabio, perché se sono far from what I once was, but not yet what I’m
going to be lo devo a te (nonostante tutto) in modo particolare.
Tutti voi siete la mia famiglia.
Grazie a Cri La Chi per avermi chiarito alcune questioni economiche, hai sempre tutta la
mia stima per esserti laureata in questa materia nonostante la Bettiol.
Grazie a Michele, per le domande e per aver letto l’introduzione.
Grazie ai vari XdY (IdS, SdS, IdA, SdM, FdA, etc.): perché senza di voi l’ultimo periodo
della mia vita non sarebbe stato così "divertente".
Un grazie va anche agli artisti che hanno fatto da colonna sonora a questo lavoro:
Subsonica (sempre e comunque), Franz Ferdinand, Florence + the Machine, Cowboy
Junkies, Kings of convenience, Madonna, Jens Lekman, Bach/Glenn Gould.
Grazie infine anche agli amici che mi stanno sempre vicino, non prendetevela se non ci
siete tutti per nome e cognome, non potevo fare tutta la tesi di dediche!
Il progetto grafico della copertina si deve ad Angelo Rigo, che ringrazio. L'idea è nata a fine ottobre.
L'annuncio che il rosa caprifoglio è stato scelto come colore del 2011 viene diramato da Pantone il 9
dicembre.
2
Introduzione
Se uno volesse confrontarsi seriamente ogni volta con le persone senza immaginazione,
non gli basterebbero molte vite (Kafka sulla spiaggia / Murakami Haruki)
L’Istat definisce con il termine lettori le persone che hanno letto almeno un libro per
svago nei 12 mesi precedenti la rilevazione. Le indagini che l'Istituto compie
regolarmente ci dicono che i "lettori" negli ultimi anni sono in lieve aumento e sono
pari a circa il 45% della popolazione. Quindi un italiano su due non ha alcun
rapporto con la lettura nel tempo libero. Vivisezionando le accurate indagini
scopriamo che i lettori per metà sono composti da persone che leggono un paio di
libri l'anno, solo uno su sette legge almeno una volta al mese (12 libri e più).
Dovendo tracciare un "identikit del ricercato", sarebbe così formulato: donna, età
media 11-34 anni, istruita e impiegata (possibilmente con ruolo dirigenziale),
residente nel Nord Italia, con una buona biblioteca in casa e genitori (almeno la
madre) lettori.
Chi scrive risponde perfettamente al profilo sopra descritto, con l'aggravante che la
media di libri letti per anno per motivi non di studio o di lavoro è di 35. Chi scrive,
quindi, sa perfettamente che piacere dia leggere, quale magia sia assumere la
prospettiva dell'autore, farsi appassionare dalla storia e dai personaggi, stabilire
relazioni con il nostro vissuto, con i nostri desideri e le nostre fantasie. Oppure
imparare qualcosa di nuovo e arricchire le informazioni che già possediamo. Chi
scrive pensa che leggere possa letteralmente salvare -in senso figurato ma non
troppo- vite umane. Leggere ci consente di creare uno spazio interiore in cui le
storie e i personaggi convivono e si mescolano (quante volte non abbiamo più un
ricordo nitido del romanzo letto qualche tempo prima, ma esso ha comunque
conquistato un posto dentro di noi?) creando un bagaglio cui attingiamo, senza
3
quasi rendercene conto, in caso di necessità. Leggere ci consente di accumulare
conoscenza, di essere cittadini consapevoli, di svolgere meglio il nostro lavoro e di
ampliare i nostri interessi: ci aiuta in definitiva a costruire il nostro io interiore.
Quante volte, increduli, ascoltiamo amici e parenti dire che non hanno tempo di
leggere, o che è noioso. Per noi non è così e quindi fatichiamo a crederci, e ci
ostiniamo a regalare libri in ogni occasione. Ma è un dato di fatto: la persona seduta
attualmente alla nostra destra o sinistra non legge nemmeno un libro nel tempo
libero. E per quanto possa sembrarci complicato nel momento in cui pensiamo a
quali politiche debbano essere messe in atto per promuovere la lettura, dobbiamo
metterci nei panni del non lettore.
Nel presentare il recente film di Elisabetta Sgarbi "Se hai una montagna di neve,
tienila all'ombra", inchiesta non accademica e non statistica sulla cultura in Italia,
Edoardo Nesi (uno degli autori, che è anche scrittore) racconta che mediamente
tutti gli intervistati dichiaravano che la cultura è importante. Nella maggior parte dei
casi però quasi sempre ammettevano anche di non leggere, perché è noioso. Al
massimo si legge un quotidiano, quasi sempre sportivo o di cronaca locale. Quanto
ai romanzi, i più gettonati erano quelli di Fabio Volo o Federico Moccia. Con questo
esempio non voglio assumere il ruolo di "Signorina snob" ma scattare una sorta di
fotografia, di chi è l'altro "ricercato" ovvero l'italiano che non legge, o quello che
legge solo un libro all'anno. Perché il vero obiettivo delle politiche di promozione
della lettura deve essere lui, se si vuole che esse sul lungo periodo sortiscano l'unico
effetto utile, ovvero allargare la base dei lettori.
Ma perché la lettura va promossa? Ci verrebbe da rispondere che una domanda
simile, in un paese civile e democratico che appartiene al G8, non dovrebbe
nemmeno essere posta. In Italia, storicamente, viviamo una disattenzione forte e
costante nei confronti della cultura da parte dei decisori politici a tutti i livelli. Ci
siamo posti questa domanda perché siamo consapevoli che per realizzare una
politica nazionale a favore del libro e della lettura bisogna essere "preparati", prima
di tutto per essere convincenti verso tutti gli stakeholders. Solo se ci sarà la più ampia
4
adesione possibile, in termini di sostegno politico ed economico, di condivisione
degli obiettivi e di realizzazione di azioni anche piccole ma coordinate, sarà possibile
promuovere la lettura efficacemente a livello nazionale.
Vengono in nostro aiuto studi a dimostrazione del fatto che lo sviluppo economico
e sociale di un paese dipendono dall’accumulazione della conoscenza (anche tramite
la lettura), che deve considerarsi quindi un fattore essenziale per la crescita
particolarmente in periodi di grandi cambiamenti, se non di crisi come quello
attuale. La cultura rappresenta una risorsa strategica sulla quale i governi devono
investire in una logica di crescita economico-sociale sul lungo periodo. La lettura è
un elemento fondamentale nel processo di crescita del capitale culturale e del
capitale umano, input essenziali per lo sviluppo economico di un paese. La lettura,
inoltre, è un’attività strettamente connessa con la democrazia dei paesi moderni, che
si basano sulla conoscenza e l’informazione, e che devono garantire un livello di
istruzione adeguato ai cittadini se vogliono essere competitivi e, appunto,
democratici. Queste, in estrema sintesi, le motivazioni per cui un Paese debba
promuovere la lettura, e la cultura in generale.
In Italia la promozione del libro e della lettura rientra nella valorizzazione della
cultura, che è di competenza dello Stato, delle regioni, degli altri enti pubblici
territoriali e di ogni altro soggetto pubblico e privato che voglia concorrervi. I
partner della filiera del libro sono molteplici: a livello commerciale possiamo
individuare editori, distributori e librai, a livello istituzionale biblioteche, scuole e
associazioni culturali. Regioni, Province e Comuni organizzano una grande varietà di
eventi, e investono anche molto in termini sia economici sia di risorse umane.
Da qualche anno (anche se è operativo solo dal 2010) è stato istituito il Centro per il
libro e la lettura, organismo appositamente dedicato, nell'ambito del Ministero per i
beni e le attività culturali, alla promozione del libro e della lettura e al
coordinamento delle relative politiche. Due sono gli obiettivi primari, strettamente
correlati, del Centro: allargare la base di lettori e conferire valore sociale al libro e
alla lettura. Lo scopo è aumentare in un decennio del 25% i lettori abituali di libri.
5
Condizione preliminare è che le diverse categorie del libro si riconoscano come
parti, ciascuna rilevante, ciascuna indispensabile, di un insieme più vasto, del mondo
del libro. Solo in questo modo il Centro potrà essere un punto di riferimento, un
luogo in cui discutere le politiche per lo sviluppo dell’editoria, confrontare le
esperienze e ottimizzare le competenze di tutti coloro che da anni si impegnano per
promuovere la lettura in Italia.
Nel programma triennale presentato lo scorso febbraio 2010 una delle proposte più
interessanti, sulla quale ci si sofferma in chiusura di questo lavoro, è "In vitro", un
progetto che prevede la costruzione di un modello di promozione della lettura su
scala provinciale che sia efficace e applicabile successivamente a tutto il territorio
nazionale. La sua peculiarità è di avere carattere totalmente sperimentale nella
metodologia e nelle procedure: in Italia non è mai stata intrapresa una serie di azioni
coordinate di ampio respiro, che coinvolgano attivamente tutti i partner della filiera
del libro e della lettura, i referenti politici e gli stakeholders presenti sul territorio.
La progettazione delle azioni da intraprendere, che si estende nell’arco di tre anni,
dovrà necessariamente tenere conto delle peculiarità e delle diversità territoriali del
Paese, non potrà quindi essere di tipo top-down. Ciò implica che gli interventi, esclusi
quelli infrastrutturali e trasversali, dovranno essere calibrati tenendo conto della
situazione locale. Il progetto sarà sperimentato su sei province (due al Nord, due al
Centro, due al Sud) rappresentative della realtà nazionale.
Naturalmente il fatto che un progetto sia sperimentale non significa che esperienze
già svolte con successo, sia in Italia sia all'estero, debbano essere cancellate per
ripartire da zero. Au contraire! Si dovrà fare tesoro di tutte le iniziative che in questi
anni le associazioni, le biblioteche, gli editori e i librari hanno inventato e
sperimentato, mettendole insieme alle esperienze estere più significative: il "National
Year of Reading" inglese è una fonte inesauribile di spunti e di buone pratiche, così
come il "Plan de fomento a la lectura" spagnolo dimostra che è possibile gestire
centralismo e regionalismo con il giusto equilibrio. Il benchmarking non è altro che la
6
capacità di guardare fuori di sé per ricercare l’eccellenza in uno o più processi critici,
individuando le migliori prassi operative che possano garantire una prestazione
superiore. Attraverso un'attenta analisi che aiuterà ad individuare il target delle
iniziative, le risorse necessarie (umane ed economiche), i punti critici e gli aspetti
peculiari delle singole realtà, sarà possibile creare un progetto di riferimento che
potrà essere localmente declinato a seconda delle esigenze specifiche.
“In vitro” è una straordinaria occasione per il nostro Paese, per mettere in campo
tutte le sinergie della filiera del libro e per dare avvio a una politica nazionale di
promozione della lettura che è strategica e necessaria, e abbia come principale attore
l’organismo appositamente creato, ovvero il Centro per il libro e la lettura.
Nota: tutti gli URL indicati nel testo e in bibliografia sono stati visitati l'ultima volta
il 16 gennaio 2011.
7
1.
La lettura in Italia: comportamenti e tendenze
1.1
Chi legge e quanto legge
Prendo spunto per il titolo di questo capitolo dal libro1 pubblicato dall’Editrice
Bibliografica nel 2008 e scritto da due ricercatori dell’Istat che, utilizzando il
patrimonio di dati sulla lettura in Italia che l’istituto rileva dal 1957, ampliano la
riflessione su comportamenti e tendenze.2
Con lettori l’Istat definisce le persone di 6 anni e più che hanno letto almeno un libro
per motivi non strettamente scolastici o professionali nei 12 mesi precedenti
l’intervista, che si tiene ogni anno in primavera nell’ambito dell’indagine "Aspetti
della vita quotidiana".3 In base alle serie storiche dei dati, le indagini mostrano come
negli anni ci sia stato un aumento dei lettori in Italia: dal 16,3% del 1965, al 24,4%
del 1973, al 36,6% del 1988. A partire dagli anni Novanta, la crescita si è
sostanzialmente assestata intorno al 43%.4
L’ultima indagine di questa serie, quella del 2009, si è svolta su un campione di 19
mila famiglie per un totale di 48 mila individui, all’interno del quale la percentuale di
lettori ha toccato quota 45,1%.5 Sono quindi oltre 25 milioni e 300 mila gli italiani
che leggono; negli ultimi anni c’è stato un costante seppur leggero aumento dei
1
MORRONE - SAVIOLI 2008.
Su acquisto e lettura di libri in Italia esistono altre rilevazioni cui si farà riferimento nel corso
dell’opera (si veda SOLIMINE 2008b), ma le statistiche Istat risultano più funzionali.
2
A partire dal 1995, inoltre, l’Istat effettua ogni 5 anni l’indagine multiscopo "I cittadini e il tempo
libero" in cui vengono rilevate tutte le attività svolte dalla popolazione nel tempo libero e ampio
spazio viene dedicato alla lettura. Sulla storia e l’evoluzione qualitativa delle indagini Istat sulla
lettura si veda SAVIOLI 2009.
3
4
MORRONE - SAVIOLI 2008, p. 25.
5
ISTAT 2010a.
8
lettori (+0,9% 2008 vs. 2007, + 1,1% 2009 vs. 2008). Secondo i dati 2010 contenuti
nell’Annuario statistico 20096, la crescita è confermata: sono oltre 26 milioni 400
mila le persone di 6 anni e più che hanno dichiarato di leggere nel tempo libero, pari
al 46,8% della popolazione.7
46,8
45,1
44,1
44
43,1
42,3
41,4
40,9
41,4
38,6
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
Grafico elaborato su serie storica dati Istat - Persone di 6 anni e più che hanno letto almeno un libro nei 12 mesi
precedenti l’intervista (i dati relativi al 2004 non sono disponibili perché l’indagine non è stata effettuata).
6
ISTAT 2010b.
7 I dati del 2010 vengono presentati per completezza dell’informazione. Nel resto del capitolo si
farà riferimento ai dati ISTAT 2010a e ISTAT 2007, salvo dove diversamente indicato.
9
Lettori per classe d'età - anno 2010
maschi
70
6 5,4
femmine
5 7,4
60
totale
5 2,5
53
51,5
5 0,2
5 0,1
49 ,2
50
43 ,5
40
36 ,2
30
22 ,9
20
10
0
0
6-1
11
-14
15
-19
20
-24
25
-34
35
-44
45
-54
55
-59
60
-64
65
-74
75
ep
iù
Grafico elaborato sui dati ISTAT 2010b Tavola 8.16 - Persone di 3 anni e oltre che guardano la televisione e ascoltano
la radio e persone di 6 anni e oltre che leggono quotidiani o hanno letto libri negli ultimi 12 mesi per classe di età, sesso
e regione - Anno 2010 (per 100 persone della stessa classe di età, sesso e zona).
L’indagine "Aspetti della vita quotidiana" rileva solo i lettori nel tempo libero,
mentre quella multiscopo include anche i lettori per motivi professionali e/o
scolastici, e i lettori inconsapevoli, ovvero quei lettori che hanno dichiarato di aver
letto solo particolari tipi di libri (guide turistiche, libri per la casa, gialli, romanzi rosa,
etc.) esposti al rischio di essere considerati "non libri" nella rappresentazione del
rispondente al questionario. Secondo l’ultima indagine multiscopo svolta8 chi legge
solo per motivi professionali e/o di studio è pari a circa il 4% della popolazione, a
cui va aggiunta una quota di lettori inconsapevoli pari al 12,8%, arrivando quindi a
poco più del 60% della popolazione italiana che si avvicina al libro almeno una volta
l’anno.
La quota più alta di lettori nel tempo libero si riscontra nella fascia d’età 11-17 anni
(oltre il 58%), con un picco tra gli 11-14 anni (64,7%, pari a 20 punti percentuali in
più rispetto alla media nazionale), e decresce gradatamente all’aumentare dell’età.
Già a partire dai 35 anni i lettori scendono sotto il 50%, per diminuire dai 65 anni in
8
ISTAT 2007.
10
poi fino a raggiungere il valore più basso nella popolazione di 75 anni e oltre
(22,8%). Le donne leggono più degli uomini (51,6% rispetto al 38,2%): le differenze
di genere sono presenti in tutte le fasce di età e risultano molto forti tra i 18 e i 24
anni, dove la quota di lettrici supera il 65%, mentre quella dei lettori maschi si attesta
al 41 %. Si arriva ad una parità tra i generi solo tra le persone di oltre 75 anni.
Lettori per classe d'età - anno 2009
75
maschi
6 4,7
femmine
5 8 ,8
60
totale
5 3 ,9
51,6
52 ,5
50 ,0
4 8,7
4 7 ,5
4 5,1
43 ,5
45
41,4
3 3,7
30
22 ,8
15
0
0
6- 1
-14
11
-17
15
-19
18
20
-24
-34
25
-44
35
-54
45
-59
55
60
-64
-74
65
e
75
più
ta
To
le
Grafico elaborato sui dati ISTAT 2010a Tavola 1 - Persone di 6 anni e più che hanno letto almeno un libro nel tempo
libero nei 12 mesi precedenti l’intervista
L’Istat definisce “lettori deboli” coloro che hanno letto al massimo 3 libri nei 12
mesi precedenti l’intervista e “lettori forti” coloro che hanno letto 12 o più libri
nello stesso arco temporale. L’Italia è indubbiamente fatta soprattutto di lettori
deboli: solo il 15,2% del campione dichiara di aver letto 12 o più libri (in aumento di
2 punti percentuali rispetto al 2008) mentre quasi la metà del campione (il 44,9%,
rispetto al 47,7% del 2008) si colloca nella fascia 1-3 libri.
11
Tavola 1 - Persone di 6 anni e più che hanno letto almeno un libro nel tempo libero nei 12 mesi
precedenti l’intervista per numero di libri letti, sesso e classe di età - Anno 2009 (per 100 persone di
6 anni e più dello stesso sesso e classe di età)
CLASSI DI ETÀ
Hanno
letto
libri
NUMERO DI LIBRI LETTI
Da 1 a
3 libri
Da 4 a
6 libri
Da 7 a
11 libri
12 o più
libri
9,7
11,7
10,8
9,3
9,8
10,2
10,0
8,5
9,5
7,3
7,1
4,5
8,9
7,9
6,5
7,2
6,4
6,5
4,8
5,3
6,2
5,1
6,6
4,3
2,8
5,5
6,0
5,8
3,7
4,5
3,8
5,1
5,3
6,5
5,8
6,7
5,1
4,5
5,4
12,3
18,0
19,9
17,8
18,8
15,9
14,4
13,9
11,6
11,3
8,4
5,7
12,9
9,5
12,4
13,9
13,9
13,4
9,7
8,9
10,0
8,2
6,5
4,6
3,0
8,4
8,6
10,2
11,4
8,1
7,7
8,4
8,9
10,3
10,5
8,0
8,1
2,6
8,3
10,9
14,9
15,3
13,4
14,2
13,0
12,3
11,2
10,6
9,3
7,8
5,3
11,0
8,7
9,5
10,5
10,0
9,9
7,2
7,1
8,1
6,7
6,5
4,5
3,0
7,0
7,2
8,0
7,5
6,2
5,7
6,7
7,1
8,4
8,2
7,3
6,7
3,3
6,9
MASCHI
6-10
11-14
15-17
18-19
20-24
25-34
35-44
45-54
55-59
60-64
65-74
75 e più
Totale
46,8
55,9
47,7
43,5
39,2
39,5
39,5
38,4
35,7
37,4
30,5
23,3
38,2
23,2
31,8
26,0
23,3
19,2
19,5
18,9
17,3
15,4
16,8
14,0
11,5
18,4
FEMMINE
6-10
11-14
15-17
18-19
20-24
25-34
35-44
45-54
55-59
60-64
65-74
75 e più
Totale
57,0
73,3
70,2
65,2
66,3
61,0
57,7
56,2
51,0
45,3
36,4
22,5
51,6
26,5
32,7
25,0
25,4
26,5
27,0
25,5
22,1
20,7
19,5
15,3
11,2
22,0
MASCHI E FEMMINE
6-10
11-14
15-17
18-19
20-24
25-34
35-44
45-54
55-59
60-64
65-74
75 e più
Totale
51,6
64,7
58,8
53,9
52,5
50,0
48,7
47,5
43,5
41,4
33,7
22,8
45,1
24,8
32,3
25,5
24,3
22,8
23,1
22,2
19,7
18,1
18,2
14,7
11,3
20,2
12
Percentuale lettori per numero libri letti - anno 2009
12 o più libri
15%
1-3 libri
45%
7-11 libri
16%
4-6 libri
24%
Grafico elaborato sui dati ISTAT 2010a Tavola 1 - Persone di 6 anni e più che hanno letto almeno un libro nel tempo
libero nei 12 mesi precedenti l’intervista
Numero di libri letti per classe d'età - Anno 2009
100%
80%
12+ libri
60%
7-11 libri
4-6 libri
40%
1-3 libri
20%
0%
0
4
4
9
4
4
4
4
4
9
7
le
iù
6- 1 11 -1 15 -1 18 -1 20 -2 25 -3 35 -4 45 -5 55 -5 60 -6 65 -7
e p Tota
5
7
Grafico elaborato sui dati ISTAT 2010a Tavola 1 - Persone di 6 anni e più che hanno letto almeno un libro nel tempo
libero nei 12 mesi precedenti l’intervista
13
Per quanto concerne la distribuzione geografica, le percentuali più alte di lettori di
libri nel tempo libero si registrano al Nord, dove quasi il 52% del campione ha letto
almeno un libro. Nel Centro-Italia la percentuale è simile (48%) mentre al Sud e
nelle Isole la quota di lettori scende rispettivamente al 34,2% e al 35,4%. In cima alla
"classifica" delle regioni che leggono di più si posizionano Trentino-Alto Adige e
Friuli-Venezia Giulia con livelli superiori al 56%, in coda Campania (32,9%) e Sicilia
(31,5%).
Lettori per area geografica - anno 2009
Sud
34,2
Isole
35,4
Centro
48,0
Nord-est
51,8
Nord-ovest
51,9
0
10
20
30
40
50
60
Grafico elaborato sui dati ISTAT 2010a Tavola 2 - Persone di 6 anni e più che hanno letto almeno un libro nel tempo
libero nei 12 mesi precedenti - l’intervista per numero di libri letti, regione, ripartizione geografica e tipo di comune.
Trentino-Alto Adige
Friuli-Venezia Giulia
Piemonte
Lombardia
Liguria
Emilia-Romagna
Toscana
Veneto
Valle d'Aosta
Lazio
Sardegna
Marche
Umbria
Abruzzo
Molise
Basilicata
Calabria
Puglia
Campania
Sicilia
0
10
20
30
40
50
60
70
Grafico elaborato sui dati ISTAT 2010a Tavola 2 - Persone di 6 anni e più che hanno letto almeno un libro nel tempo
libero nei 12 mesi precedenti - l’intervista per numero di libri letti, regione, ripartizione geografica e tipo di comune.
14
Tavola 2 - Persone di 6 anni e più che hanno letto almeno un libro nel tempo libero nei 12 mesi
precedenti l’intervista per numero di libri letti, regione, ripartizione geografica e tipo di comune Anno 2009 (per 100 persone di 6 anni e più della stessa zona)
REGIONI,
RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE
E TIPI DI COMUNE
NUMERO DI LIBRI LETTI
Hanno
letto
libri
Da 1 a
3 libri
Da 4 a
6 libri
Da 7 a
11 libri
12 o più
libri
Piemonte
Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste
Lombardia
Trentino-Alto Adige
Bolzano/Bozen
Trento
Veneto
Friuli-Venezia Giulia
Liguria
Emilia-Romagna
Toscana
Umbria
Marche
Lazio
Abruzzo
Molise
Campania
Puglia
Basilicata
Calabria
Sicilia
Sardegna
52,3
49,5
51,8
60,0
60,6
59,6
49,6
56,7
51,3
51,0
50,0
42,9
44,2
48,5
41,3
38,8
32,9
33,1
35,8
34,3
31,5
46,9
21,8
17,7
19,5
22,3
22,1
22,4
21,7
22,3
18,4
18,4
22,5
19,9
21,5
21,4
22,3
23,0
19,0
19,8
21,9
18,7
18,6
18,7
12,7
12,1
12,8
15,6
16,0
15,2
12,4
13,8
13,0
12,8
12,4
10,1
11,0
12,7
8,8
9,6
8,3
7,2
7,1
8,1
6,2
11,4
8,7
11,3
9,0
10,3
10,2
10,5
8,0
9,1
9,5
9,1
8,0
6,4
6,3
7,3
6,1
4,3
3,5
3,9
4,1
4,4
4,2
7,8
9,0
8,4
10,6
11,9
12,3
11,5
7,4
11,5
10,3
10,6
7,0
6,5
5,3
7,1
4,1
2,0
2,1
2,3
2,7
3,0
2,5
9,0
Nord-ovest
Nord-est
Centro
Sud
Isole
51,9
51,8
48,0
34,2
35,4
20,0
20,6
21,7
19,7
18,6
12,8
13,0
12,2
8,0
7,5
9,0
8,8
7,3
4,0
5,1
10,1
9,5
6,8
2,5
4,1
Comune centro dell’area metropolit.
Periferia dell’area metropolitana
Fino a 2.000 abitanti
Da 2.001 a 10.000 abitanti
Da 10.001 a 50.000 abitanti
50.001 abitanti e più
Italia
51,3
48,4
43,3
40,5
42,4
48,4
45,1
19,7
21,7
20,9
18,2
21,2
20,8
20,2
13,0
12,1
9,5
10,2
9,9
11,6
11,0
9,1
7,5
6,6
6,3
5,6
8,1
7,0
9,6
7,1
6,3
5,7
5,6
8,0
6,9
1.2
I fattori che influenzano la lettura
La competenza alfabetica è una condizione senza la quale non esiste il lettore; è
evidente quindi come il titolo di studio sia determinante rispetto alle abitudini di
lettura. Tra i laureati i lettori sono pari all’80,6% mentre scendono al 28,4% tra chi
15
possiede la licenza elementare o nessun titolo di studio. I laureati sono anche quelli
che leggono il maggior numero di libri: il 24,4% legge più di 12 volumi l’anno,
mentre nella popolazione con licenza elementare la percentuale di lettori forti si
dimezza (11,7%).
Lettori per titolo di studio - anno 2009
maschi
femmine
Licenza elementare
totale
Licenza media
Diploma superiore
Laurea
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100
Grafico elaborato sui dati ISTAT 2010a Tavola 4 - Persone di 6 anni e più che hanno letto almeno un libro nel tempo
libero nei 12 mesi precedenti - l’intervista per numero di libri letti, sesso, classe di età e titolo di studio.
Tavola 4 - Persone di 6 anni e più che hanno letto almeno un libro nel tempo libero nei 12 mesi
precedenti l’intervista per numero di libri letti, sesso, classe di età e titolo di studio - Anno 2009
(per 100 persone di 6 anni e più dello stesso sesso, classe di età e titolo di studio)
CLASSI DI ETÀ E
TITOLI DI STUDIO
Hanno
letto
libri
NUMERO DI LIBRI LETTI
Da 1 a
3 libri
Da 4 a
6 libri
Da 7 a
11 libri
12 o più
libri
MASCHI
6 -24
Laurea
Diploma superiore
Licenza media
Licenza elementare
Totale
77,6
46,0
40,2
50,7
46,3
20,2
23,1
22,5
26,4
24,2
24,3
11,7
8,3
10,9
10,2
21,8
7,4
5,7
7,5
7,0
11,4
3,9
3,7
6,0
4,8
25-44
Laurea
Diploma superiore
Licenza media
Licenza elementare
Totale
72,8
49,6
22,2
13,6
39,5
23,5
24,9
13,7
9,0
19,1
19,4
13,4
4,9
1,6
10,1
13,2
6,2
1,8
1,4
5,1
16,8
5,2
1,8
1,6
5,2
45-64
Laurea
Diploma superiore
Licenza media
Licenza elementare
Totale
75,8
53,7
27,5
11,5
37,6
23,4
23,6
14,5
6,6
16,7
17,1
11,7
6,3
2,9
8,4
15,9
8,8
3,6
1,0
6,0
19,3
9,6
3,1
1,0
6,4
65 e più
Laurea
Diploma superiore
Licenza media
Licenza elementare
Totale
78,0
59,8
34,4
12,2
27,5
15,1
23,3
18,0
8,3
12,9
19,5
14,9
7,9
1,9
6,0
19,8
9,0
3,8
0,9
3,7
23,6
12,6
4,8
1,2
4,8
16
TOTALE
Laurea
Diploma superiore
Licenza media
Licenza elementare
Totale
74,6
51,3
28,9
25,8
38,2
22,4
24,1
16,2
14,4
18,4
18,8
12,8
6,4
5,2
8,9
15,1
7,4
3,4
3,3
5,5
18,3
7,0
2,9
2,9
5,4
FEMMINE
6 -24
Laurea
Diploma superiore
Licenza media
Licenza elementare
Totale
77,7
72,5
65,3
62,7
66,0
19,5
28,2
24,7
29,6
27,4
22,9
20,6
18,2
14,1
17,1
23,5
15,0
13,1
9,9
12,4
11,7
8,6
9,4
9,1
9,1
25-44
Laurea
Diploma superiore
Licenza media
Licenza elementare
Totale
85,8
67,4
40,9
22,9
59,1
23,1
31,2
23,5
13,8
26,1
25,2
16,6
9,3
5,8
15,1
18,9
10,0
4,6
1,4
9,3
18,6
9,5
3,6
1,9
8,7
45-64
Laurea
Diploma superiore
Licenza media
Licenza elementare
Totale
87,7
72,7
47,7
22,9
52,5
19,6
25,8
23,2
13,1
21,2
22,8
18,5
10,5
6,0
12,8
20,7
13,4
6,9
1,9
8,8
24,7
15,1
7,2
2,0
9,8
65 e più
Laurea
Diploma superiore
Licenza media
Licenza elementare
Totale
87,3
65,4
48,5
18,8
29,4
16,3
17,9
20,4
11,0
13,2
15,4
21,0
11,4
4,2
7,1
25,7
9,3
6,7
1,7
3,8
29,9
17,2
10,0
1,9
5,3
TOTALE
Laurea
Diploma superiore
Licenza media
Licenza elementare
Totale
86,2
69,6
48,9
30,4
51,6
21,5
28,2
23,3
16,0
22,0
23,7
18,1
11,7
7,0
12,9
20,1
11,7
7,3
3,7
8,4
20,9
11,6
6,7
3,7
8,3
MASCHI E FEMMINE
6 -24
Laurea
Diploma superiore
Licenza media
Licenza elementare
Totale
77,6
60,0
51,9
56,5
55,9
19,8
25,8
23,5
27,9
25,8
23,5
16,4
12,9
12,4
13,6
22,8
11,4
9,2
8,7
9,6
11,6
6,4
6,3
7,5
6,9
25-44
Laurea
Diploma superiore
Licenza media
Licenza elementare
Totale
80,1
58,7
30,8
18,1
49,3
23,3
28,1
18,2
11,3
22,6
22,7
15,1
7,0
3,6
12,6
16,4
8,1
3,1
1,4
7,2
17,8
7,4
2,6
1,8
6,9
45-64
Laurea
Diploma superiore
Licenza media
Licenza elementare
Totale
81,5
63,1
37,3
18,3
45,2
21,6
24,7
18,7
10,5
19,0
19,8
15,0
8,3
4,7
10,6
18,2
11,1
5,2
1,5
7,4
21,9
12,3
5,0
1,6
8,1
65 e più
Laurea
Diploma superiore
Licenza media
Licenza elementare
Totale
81,8
62,4
41,2
16,4
28,6
15,6
20,8
19,1
10,0
13,1
17,9
17,7
9,6
3,4
6,6
22,2
9,1
5,2
1,4
3,8
26,2
14,8
7,3
1,7
5,1
TOTALE
Laurea
Diploma superiore
Licenza media
Licenza elementare
Totale
80,6
60,5
38,3
28,4
45,1
21,9
26,2
19,5
15,3
20,2
21,4
15,5
8,9
6,3
11,0
17,7
9,6
5,2
3,5
7,0
19,7
9,3
4,7
3,3
6,9
17
Anche la professione svolta incide sui livelli di lettura, che sono superiori alla media
tra direttivi quadri e impiegati (68,1%, di cui il 19,8% legge più di 12 libri l’anno),
studenti (65,2%), dirigenti, imprenditori e liberi professionisti (62,7%). Scendono
notevolmente tra gli operai (30,6%, di cui il 55,3% si colloca nella fascia 1-3 libri
l’anno), i ritirati dal lavoro (33,2%) e le casalinghe (35,9%).
Lettori per professione - Anno 2009
80
maschi
femmine
70
totale
60
50
40
30
20
10
0
Occupati
In cerca di
nuova
occupazione
In cerca di
prima
occupazione
Casalinghe
Studenti
Ritirati dal
lavoro
Altra
condizione
Totale
Grafico elaborato sui dati ISTAT 2010a Tavola 3 - Persone di 15 anni e più che hanno letto almeno un libro nel tempo
libero nei 12 mesi precedenti - l’intervista per numero di libri letti, sesso, condizione e posizione nella professione.
Lettori per professione - Dettaglio occupati - anno 2009
90
maschi
femmine
80
totale
70
60
50
40
30
20
10
0
Dirigenti, imprenditori, liberi
profess.
Direttivi, quadri, impiegati
Operai, apprendisti
Lavoratori in proprio e
coadiuvanti
Grafico elaborato sui dati ISTAT 2010a Tavola 3 - Persone di 15 anni e più che hanno letto almeno un libro nel tempo
libero nei 12 mesi precedenti - l’intervista per numero di libri letti, sesso, condizione e posizione nella professione
18
Tavola 3 - Persone di 15 anni e più che hanno letto almeno un libro nel tempo libero nei 12 mesi
precedenti l’intervista per numero di libri letti, sesso, condizione e posizione nella professione Anno 2009 (per 100 persone di 15 anni e più dello stesso sesso, condizione e posizione nella
professione)
CONDIZIONI E POSIZIONI
NELLA PROFESSIONE
Hanno
letto
libri
NUMERO DI LIBRI LETTI
Da 1 a
3 libri
Da 4 a
6 libri
Da 7 a
11 libri
12 o più
libri
18,7
21,8
25,7
13,3
15,5
14,3
12,5
27,1
13,7
10,2
17,5
9,7
14,5
14,0
5,4
7,2
6,0
7,8
13,1
6,3
6,4
8,7
5,5
10,4
8,7
1,9
3,3
2,9
3,3
10,0
4,3
4,2
5,3
5,6
9,8
8,9
2,2
3,4
4,9
3,2
6,0
5,0
5,0
5,3
26,1
23,6
28,1
24,2
24,1
23,8
27,6
18,6
24,7
15,8
9,5
21,3
17,8
18,3
22,0
11,8
13,1
10,7
11,8
8,0
21,3
9,3
6,1
12,7
11,1
16,7
13,7
5,5
7,2
10,0
6,6
4,7
16,7
5,4
3,7
8,2
11,4
18,5
13,6
4,7
10,7
7,4
4,9
4,7
11,2
7,8
5,6
8,2
21,6
22,3
27,0
16,9
18,0
18,1
20,0
18,6
25,9
14,6
9,8
19,5
12,9
15,7
18,3
7,5
9,0
7,9
9,8
8,0
17,2
7,6
6,3
10,8
7,7
12,3
11,4
3,1
4,4
5,7
4,9
4,7
13,4
4,8
3,9
6,8
7,9
12,4
11,4
3,1
5,5
5,9
4,1
4,7
8,6
6,2
5,3
6,8
MASCHI
Occupati
Dirigenti, imprenditori, liberi profess.
Direttivi, quadri, impiegati
Operai, apprendisti
Lavoratori in proprio e coadiuvanti
In cerca di nuova occupazione
In cerca di prima occupazione
Studenti
Ritirati dal lavoro
Altra condizione
Totale
39,4
56,4
57,3
22,8
29,4
28,0
26,8
56,2
29,3
25,9
36,9
FEMMINE
Occupati
Dirigenti, imprenditori, liberi profess.
Direttivi, quadri, impiegati
Operai, apprendisti
Lavoratori in proprio e coadiuvanti
In cerca di nuova occupazione
In cerca di prima occupazione
Casalinghe
Studenti
Ritirati dal lavoro
Altra condizione
Totale
66,3
77,0
77,4
46,2
55,2
52,0
50,9
35,9
74,0
38,3
24,9
50,4
MASCHI E FEMMINE
Occupati
Dirigenti, imprenditori, liberi profess.
Direttivi, quadri, impiegati
Operai, apprendisti
Lavoratori in proprio e coadiuvanti
In cerca di nuova occupazione
In cerca di prima occupazione
Casalinghe
Studenti
Ritirati dal lavoro
Altra condizione
Totale
50,2
62,7
68,1
30,6
36,9
37,6
38,8
35,9
65,2
33,2
25,3
43,9
Un elemento che, secondo le accurate analisi dell’Istat, influisce sulle abitudini di
lettura dei ragazzi e che è strettamente collegato al titolo di studio e al contesto
familiare, è il numero di libri presenti in casa. Nel primo anno della rilevazione
(1965) oltre il 60% delle famiglie del campione non possedeva libri in casa, valore
19
che nel 2009 è sceso al 10,3% (per un totale di 2 milioni e 360 mila famiglie).
Sempre nel 2009, le famiglie che possiedono fino a 50 libri sono il 46,3%, da 51 a
100 libri il 16,2, oltre 100 libri il 26,7%. Da notare che il dato rilevato riguarda
qualsiasi tipo di libro posseduto, quindi sono compresi anche libri scolastici,
professionali, di cucina, bricolage, etc. Le differenze territoriali che sono già emerse
nel corso dell’analisi, ritornano anche in questo quadro: mentre al Nord la
percentuale di famiglie senza alcun volume in casa è al di sotto del 10% (Nord-ovest
7,5%, Nord-est 8,4%), al Sud e nelle Isole supera il 15% (rispettivamente 15,0% e
16,6%). Le regioni italiane con più famiglie senza libri in casa sono la Sicilia (20,2%)
seguita a stretto giro dalla Basilicata (19,3%). Quelle in cui vivono meno famiglie
senza libri sono il Trentino-Alto Adige (2,8%) e la Valle d’Aosta (5%). Guardando il
vertice positivo di questa classifica, è il Friuli-Venezia Giulia la regione con più
famiglie che possiedono oltre 400 libri (12,4%), seguono quasi a pari merito Toscana
(10,5%) ed Emilia-Romagna (10,4%).
Famiglie per libri posseduti in casa - anno 2009
15,1
Nessuno
13,8
10,3
7,2
Da 1 a 10
Da 11 a 25
Da 26 a 50
Da 51 a 100
7,3
Da 101 a 200
17,4
12,2
16,2
Da 201 a 400
Oltre 400
Grafico elaborato sui dati ISTAT 2010a Tavola 5 - Famiglie per numero di libri posseduti - Anno 2009 (composizione
percentuale).
20
Famiglie per libri posseduti - Dettaglio aree geografiche - anno 2009
20
Nord-ovest
Nord-est
Centro
15
Sud
Isole
10
5
0
Nessuno
Da 1
a 10
Da 11
a 25
Da 26
a 50
Da 51
a 100
Da 101
a 200
Da 201
a 400
Oltre
400
Grafico elaborato sui dati ISTAT 2010a Tavola 5 - Famiglie per numero di libri posseduti, regione, ripartizione
geografica e tipo di comune - Anno 2009 (composizione percentuale)
Tavola 5 - Famiglie per numero di libri posseduti, regione, ripartizione geografica e tipo di
comune - Anno 2009 (composizione percentuale)
REGIONI,
RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE
E TIPI DI COMUNE
NUMERO DI LIBRI
Nessuno
Da 1 Da 11 Da 26 Da 51
a 10
a 25
a 50 a 100
Da
101
a 200
Da
201
a 400
Oltre
400
Non Tota
le
indicato
Piemonte
7,8
13,6
12,1
20,2
17,0
12,2
8,7
7,8
0,6
100
Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste
5,0
13,8
16,8
18,5
23,0
10,8
5,1
6,4
0,6
100
Lombardia
7,2
14,1
12,5
18,0
16,7
15,7
8,0
7,6
0,2
100
Trentino-Alto Adige
2,8
10,3
13,2
20,4
20,3
15,0
9,5
8,0
0,4
100
Bolzano/Bozen
2,9
8,3
14,6
19,3
20,5
16,5
9,5
7,8
0,7
100
Trento
2,7
12,1
12,0
21,5
20,2
13,6
9,5
8,1
0,2
100
Veneto
8,7
14,6
13,3
14,2
18,1
13,5
8,9
8,5
0,2
100
Friuli-Venezia Giulia
7,5
11,8
9,8
16,4
17,6
13,6
10,6
12,4
0,3
100
Liguria
9,0
11,4
15,6
18,2
19,3
13,1
6,6
6,3
0,6
100
Emilia-Romagna
9,5
13,6
11,6
16,1
15,6
13,8
9,2
10,4
0,2
100
Toscana
6,4
12,6
13,2
18,6
16,4
12,0
9,6
10,5
0,7
100
Umbria
11,0
17,5
13,6
17,4
14,2
12,2
5,2
8,0
0,9
100
Marche
9,4
16,7
13,2
16,3
15,6
13,2
7,6
7,2
0,8
100
Lazio
7,2
13,5
14,7
17,1
18,3
11,9
7,7
8,8
0,8
100
Abruzzo
12,6
16,3
15,9
14,9
15,5
11,1
8,3
4,9
0,4
100
Molise
10,3
19,7
16,0
15,0
15,6
10,4
6,5
4,9
1,5
100
Campania
14,9
19,3
17,1
18,2
13,8
7,7
4,0
3,9
1,2
100
Puglia
14,7
17,3
15,8
18,4
14,4
10,9
4,8
3,5
0,2
100
Basilicata
19,3
20,1
14,5
15,3
14,0
8,8
4,1
3,5
0,3
100
21
Calabria
17,3
16,8
14,3
16,1
14,8
9,0
5,6
5,2
0,9
100
Sicilia
20,2
21,1
14,8
16,2
13,1
7,2
3,6
3,3
0,6
100
6,0
11,1
12,5
19,2
17,6
15,0
9,4
8,5
0,8
100
Sardegna
Italia nord-occidentale
7,5
13,6
12,8
18,6
17,1
14,4
8,0
7,5
0,4
100
Italia nord-orientale
8,4
13,5
12,2
15,8
17,3
13,8
9,3
9,6
0,2
100
Italia centrale
7,5
13,9
13,9
17,5
17,1
12,1
8,1
9,1
0,8
100
Italia meridionale
15,0
18,1
16,0
17,4
14,3
9,3
5,0
4,1
0,7
100
Italia insulare
16,6
18,6
14,2
16,9
14,2
9,2
5,0
4,6
0,6
100
Comune centro dell’area
metropol.
Periferia dell’area metropolitana
6,6
11,9
13,3
17,3
17,8
14,2
9,1
9,5
0,4
100
8,4
14,3
12,8
17,2
17,5
12,6
8,4
8,2
0,6
100
Fino a 2.000 abitanti
13,4
16,0
13,9
17,2
16,7
10,8
6,4
5,1
0,3
100
Da 2.001 a 10.000 abitanti
12,4
17,7
13,6
17,4
15,5
11,1
6,8
4,9
0,6
100
Da 10.001 a 50.000 abitanti
11,2
17,2
14,2
17,8
15,0
11,8
5,9
6,3
0,6
100
9,5
12,1
14,4
17,0
16,6
12,3
8,0
9,6
0,5
100
10,3
15,1
13,8
17,4
16,2
12,2
7,3
7,2
0,5
100
50.001 abitanti e più
Italia
Incrociando i dati, emerge un significativo incremento della quota di giovani lettori
nelle famiglie dove molti libri sono presenti in casa: come emerge dal grafico
successivo, la quota dei ragazzi di 11-14 anni che ha dichiarato di aver letto almeno
un libro nel tempo libero nei 12 mesi precedenti l’intervista raggiunge l’83,9% nel
caso in cui in casa siano presenti più di 200 libri, mentre la percentuale crolla al
29,6% se in casa sono assenti.
Figura tratta da ISTAT 2010a - Figli di 6-14 anni che leggono libri per classe di età e numero di libri posseduti in casa Anno 2009 (per 100 figli di 6-14 anni con le stesse caratteristiche)
22
La "propensione familiare alla lettura" incide soprattutto sui giovani dai 6 ai 24 anni;
è possibile individuare altro fattore determinate che riguarda la rappresentazione
sociale condivisa in famiglia. Se entrambi i genitori sono lettori, infatti, ciò ha una
forte influenza su bambini e ragazzi: nella fascia 11-14 anni i lettori arrivano
all’82,5%, quasi 23 punti percentuali in più della media di lettori per la stessa fascia
d’età.9 Nel caso sia solo uno dei due genitori a leggere, risulta più importante il ruolo
della madre e ciò è collegato al fatto che sono le madri, nella maggior parte dei casi,
a leggere storie ai figli pertanto è la figura materna a trasmettere la propensione a
leggere ai figli, più che il padre.
Figura tratta da ISTAT 2007. Figli di 6-24 anni che leggono libri per età e comportamento di lettura dei genitori Anno
2006 (per 100 figli di 6-24 anni con le stesse caratteristiche)
Secondo un modello complessivo dei fattori che influenzano la lettura dei giovani,10
le probabilità di essere lettore sono doppie per le femmine rispetto ai maschi
(addirittura triple se si restringe l’analisi ai ragazzi di 11-24 anni),11 chi vive in case
con più di 200 libri ha una probabilità di leggere 3,5 volte maggiore rispetto a chi
9
MORRONE-SAVIOLI 2008, p. 40-41.
10
MORRONE - SAVIOLI 2008, p. 48-50.
11
MORRONE 2009.
23
vive in case senza libri, e se i genitori leggono avranno 3 volte tanto la probabilità di
avere figli lettori rispetto a genitori che non leggono.
Nel 2006 l’11,7% della popolazione di 11 anni e più (pari a oltre 6 milioni e 100mila
persone) ha dichiarato di essere stato in biblioteca almeno una volta nei 12 mesi
precedenti l’intervista. Il 36,4% di questi vi è andato 10 o più volte nel corso
dell’anno, il 12% 6-9 volte e il 48,4% 1-5 volte. Osservando nel dettaglio coloro che
si sono recati in biblioteca 10 o più volte nell’anno, emerge che i più assidui sono i
ragazzi tra i 20 e i 24 anni (55,4%), seguiti da quelli della fascia d’età 25-34 anni
(42,8%). Le biblioteche sono più frequentate nel Nord-est (16,1%), segue il Nordovest con il 13,5%; il Centro si attesta sull’11,1%. Le percentuali minori si
riscontrano nel Sud (7,7%) e nelle Isole (9,4%).12 La relazione tra presenza di
biblioteche e tassi di lettura dal punto di vista statistico è "significativa e non
casuale".13 Analizzando le macro-aree regionali, al Sud dove si concentrano un
numero minore di biblioteche di pubblica lettura e di librerie è dove ci sono le
percentuali di lettori più basse.
La figura seguente mostra la relazione esistente tra la quota di lettori e la presenza di
biblioteche sul territorio. Regioni in cui i servizi bibliotecari sono molto attivi, come
Toscana ed Emilia Romagna, presentano un numero di biblioteche basso rispetto a
regioni come il Molise, che ha tante biblioteche quante la Provincia di Bolzano e la
Valle d’Aosta ma, rispetto a queste ultime, il numero di lettori è di 20 punti
percentuali inferiore.
12
ISTAT 2007.
13
MORRONE 2009.
24
Figura tratta da MORRONE 2009. Relazione tra la percentuale di lettori e la quota di biblioteche (x 10.000 abitanti) per
regione.
Indubbiamente non è l’esistenza o meno di un edificio destinato alla funzione di
biblioteca a stimolare la lettura della popolazione del territorio servito, quanto i
servizi che questa struttura offre o potrebbe offrire se le politiche locali a favore
della cultura tengono in considerazione il problema della lettura. Le elaborazioni
dell’Istat si basano sul numero di biblioteche esistenti sul territorio fornito
dall’ICCU ma non tengono conto degli orari di apertura, dei servizi effettivamente
erogati, del numero di prestiti annui, del numero di iscritti attivi, tutti elementi che
caratterizzano fortemente in definitiva il servizio offerto.
L’indagine multiscopo dell’Istat14 fornisce anche dettagli in merito alla scelta dei libri
letti. I generi più amati nel tempo libero, scelti nell’ambito della produzione italiana
che si attesta intorno ai 60 mila titoli l’anno,15 sono i romanzi di autori italiani e
stranieri (rispettivamente 51,4% e 42,6%), seguiti da libri per la casa (27,2%), gialli e
noir (27,1%), guide turistiche (26,7%), libri umoristici (24%), libri di scienze sociali,
14
ISTAT 2007.
15
PERESSON 2010b.
25
filosofia, politica (23,7%). La narrativa italiana e quella straniera sono i generi
preferiti sia da maschi sia da femmine.
Non esiste un modo prevalente nell’acquisizione del libro da leggere: la risposta più
diffusa è "l’avevo in casa" (18,4%). Seguono a brevissima distanza coloro che hanno
acquistato l’ultimo libro letto in una libreria “tradizionale” (17,4%), quelli che lo
hanno ricevuto in regalo (16,3%), che lo hanno avuto in prestito da un amico o da
un parente (12,7%), che lo hanno acquistato all’interno di un centro commerciale
(11,8%). Se confrontiamo questi dati con quelli delle vendite per canale,16 si
conferma nel 2009 una sostanziale tenuta rispetto al quadro macroeconomico di
crisi e nello specifico del calo dei consumi culturali.
Per quanto riguarda la risposta alla domanda "generalmente, cosa la stimola a
leggere un libro?" il 69% delle preferenze va all’interesse per il genere e per
l’argomento trattato, segue (con il 41% di gradimento) la fedeltà nei confronti di un
autore, il passaparola tra amici e conoscenti (36%, in calo rispetto al 2007),
motivazione quest’ultima che trova un riscontro nell’abitudine di procurarsi i libri
attraverso le relazioni familiari e personali.17 Secondo Peresson "la lettura è diventata
a tutti gli effetti un comportamento di consumo che cambia - come tutti i
comportamenti dei consumatori - in rapporto all’offerta che trova disponibile sul
mercato".18
16
PERESSON 2010b, p. 49-52.
17
SOLIMINE 2010, p. 70-73.
18
PERESSON 2010b, p. 40.
26
1.3
Il profilo del “non-lettore” e del lettore “debole”
Le statistiche sulla lettura possono essere lette anche "al contrario", ovvero possono
aiutare a comprendere meglio chi è che non legge, o legge poco, in Italia. Abbiamo
già visto come oltre 25 milioni e 300 mila italiani si dichiarino lettori. Ciò significa
che sono quasi 31 milioni gli italiani che non hanno letto un solo libro nel tempo
libero nel corso del 2009 (è esclusa, quindi, la lettura di libri per motivi professionali
e/o scolastici). Considerando che una percentuale altissima di lettori (il 44,9%) si
concentra nella categoria dei "deboli" (1-3 libri l’anno), ai 31 milioni di cui sopra ne
vanno aggiunti quasi 11 milioni e mezzo che si possono definire lettori occasionali.
Tale percentuale è più o meno costante da diversi anni: anche nel 1995 circa la metà
dei lettori leggeva 1-3 libri l’anno.
I non lettori sono soprattutto maschi: le differenze di genere sono costanti in tutte le
fasce d’età, la maggiore propensione alla lettura delle donne dipende probabilmente
da modelli di socializzazione diversi che le portano ad avere successi maggiori degli
uomini negli studi e a essere più attente alle tematiche culturali in genere.19 Le
differenze di genere diminuiscono nelle fasce d’età adulte per annullarsi solo nella
popolazione più anziana. Come abbiamo visto, la percentuale dei lettori scende al di
sotto della media nazionale a partire dai 55 anni. Tra gli ultrasettantacinquenni
coloro che non leggono toccano quota 77%, a causa soprattutto della bassa
scolarizzazione (i laureati over 65 sono solo il 4%). C’è una maggiore presenza di non
lettori nei centri urbani più piccoli (nei comuni da 2 mila a 10 mila abitanti sono pari
al 59,5%) e nelle regioni del Sud (65,8%). Dai dati emerge che la variabile titolo di
studio influenza in modo particolare l’attività di lettura e risulta discriminante a
prescindere dall’età. Secondo un modello probabilistico multivariato che consente di
analizzare l’effetto di ciascuna variabile al netto del contributo di tutte le altre
19
MORRONE 2009.
27
presenti nel modello,20 le persone con un titolo di studio non superiore alla scuola
dell’obbligo hanno una probabilità di essere non lettori 14 volte superiore rispetto
alle persone che possiedono una laurea. Se tutta la popolazione italiana fosse
laureata, i non lettori potrebbero scendere addirittura al 17%. Se l’Italia avesse una
quota di persone con almeno il diploma in linea con la media europea (che è pari al
71,5%, mentre nel nostro Paese i diplomati sono il 46,8% della popolazione di 25-64
anni) la quota di lettori sarebbe pari al 58,2%, ovvero almeno 12 punti percentuali in
più. C’è una diretta corrispondenza tra l’aumento della quota di lettori dal 1995 al
2008 e l’incremento della quota di persone che hanno conseguito il diploma o un
titolo superiore, come si evince anche dall’immagine seguente.
Immagine tratta da MORRONE 2009.
Il grafico riporta un modello lineare con sull’asse delle ascisse la percentuale di
diplomati, e su quello delle ordinate la percentuale di lettori. Il modello dimostra la
correlazione tra l’aumento della quota di persone con almeno il diploma (che è
20
MORRONE-SAVIOLI 2007.
28
passata dal 33,6% del 1995 al 46,8% del 2008) e la quota di lettori, con un
coefficiente di determinazione del 77,5%, quindi molto alto. 21
Un altro fattore determinante è la fascia d’età di appartenenza: la probabilità di
essere non lettore è circa 8 volte superiore tra gli ultra sessantacinquenni rispetto ai
ragazzi di 11-14 anni, la fascia in cui si concentra la percentuale più alta di lettori. I
maschi, infine, hanno una probabilità doppia di non entrare a contatto con un libro
nel loro tempo libero rispetto alle femmine, e per le persone residenti al Sud la
probabilità si triplica rispetto ai residenti nel Nord.
Negli ultimi quindici anni i lettori deboli sono diminuiti: fatto cento il numero dei
lettori di almeno un libro, sono passati dal 49,5% (1995) al 44,3% (2010). I lettori
forti sono aumentati, passando dall’11,7% del 1998 al 15,1% del 2010. Secondo
Solimine22 pur riscontrando un lieve aumento complessivo negli ultimi anni della
popolazione italiana che legge, non c’è stato un vero ampliamento della base dei
lettori: manca infatti uno dei due parametri (che sono entrambi necessari) ovvero la
crescita del numero di lettori deboli, mentre c’è stato un rafforzamento interno con
l’aumento dei lettori forti. La crescita (stimata in termini assoluti in 4 milioni e
mezzo di lettori) può essere considerata fisiologica, dovuta cioè a complessive
trasformazioni a livello sociale, culturale, e di scolarizzazione. Secondo Peresson23
esiste un flusso di "non lettori occasionali" che entrano ed escono dall’area della
lettura debole in rapporto all’offerta del mercato, alle campagne mediatiche che a
volte si creano su determinati autori e/o titoli. Non si tratta in sostanza di un lettore
vero, ma di una persona che compra il libro (l’autore o il titolo) e non "compra" la
lettura.
21
MORRONE 2009.
22
SOLIMINE 2010, p. 19-21.
23
PERESSON 2010b, p. 42.
29
Nelle regioni settentrionali del nostro Paese, oltre a concentrarsi come si è visto la
percentuale più alta di lettori, è dove si legge anche un numero maggiore di libri. Qui
le persone che leggono 1-3 libri l’anno sono poco meno del 40%, mentre al Sud i
lettori deboli sono il 57,6%. A incidere sulla quantità di volumi letti in un anno è
soprattutto il titolo di studio: se tra i laureati i lettori deboli sono il 27,2%, si sale al
43,2% tra i diplomati e al 50,9% tra chi ha la licenza media. Le quote maggiori di
lettori deboli si riscontrano tra le casalinghe, gli operai e le persone in cerca di prima
occupazione.
Numero di libri letti per area geografica - anno 2009
100%
80%
12 o più libri
60%
7-11 libri
4-6 libri
40%
1-3 libri
20%
0%
Nord-ovest
Nord-est
Centro
Sud
Isole
Grafico elaborato sui dati ISTAT 2010a Tavola 2 - Persone di 6 anni e più che hanno letto almeno un libro nel tempo
libero nei 12 mesi precedenti per numero di libri letti, regione, ripartizione geografica e tipo di comune
30
Numero di libri letti per titolo di studio - anno 2009
100%
80%
12 o più libri
60%
7-11 libri
4-6 libri
40%
1-3 libri
20%
0%
Laurea
Diploma
superiore
Licenza media
Licenza
elementare
Grafico elaborato sui dati ISTAT 2010a Tavola 4 - Persone di 6 anni e più che hanno letto almeno un libro nel tempo
libero nei 12 mesi precedenti l’intervista per numero di libri letti, sesso, classe di età e titolo di studio
Quali sono le motivazioni che spingono le persone a non leggere? Secondo
l’indagine multiscopo "I cittadini e i tempo libero"24 esistono una serie di fattori
soggettivi e oggettivi, anche se questi ultimi incidono di poco: l’assenza di librerie
vicino a casa è una causa indicata solo dallo 0,8% di non lettori, l’assenza di
biblioteche dallo 0,7% ma, come dice Solimine,25 bisogna forse parlare di
"inconsapevolezza" visto che non può essere un caso che biblioteche e librerie siano
concentrate nel centro-nord. Il costo eccessivo dei libri è un motivo addotto dal
5,5% degli intervistati. Fattori legati a vista, salute, età anziana sono indicati dal
14,5% dei non lettori. I motivi principali sono quindi più soggettivi e personali: per
il 29,8% leggere è noioso, il 25,2% non ha abbastanza tempo libero, e il 19,6%
preferisce altri svaghi. Sono soprattutto i giovani (fascia 11-24 anni) a essere
disinteressati verso la lettura (circa il 40%) e a preferire altri svaghi (oltre il 30%). A
dichiarare di non avere tempo libero per leggere sono soprattutto i dirigenti, gli
imprenditori e i liberi professionisti (52,7%). Chi ha un titolo di studio basso (licenza
elementare o media) come causa indica soprattutto il disinteresse. Motivazioni simili
24
ISTAT 2007.
25
SOLIMINE 2008a.
31
emergono anche dall’indagine effettuata da Ipsos per conto di Mondadori:26 i non
lettori associano la lettura alla perdita di tempo. Nel dettaglio, il 33% di essi ritiene
che ciò sottrarrebbe tempo ad altre attività più importanti, il 20% afferma che la
lettura è un’attività pesante, il 16% non vuole sottrarre tempo ad attività più
divertenti, il 12% non vuole sprecare tempo. Per il 20% dei non lettori questa
attività è considerata pesante perché ricorda la scuola.
Provando ad ampliare le informazioni che possediamo grazie alle indagini svolte
sulla lettura da diversi organismi, possiamo ricavare altri dati che aiutano a
comprendere meglio il profilo del "non lettore" e del lettore "debole".
L’informazione sociale complessiva ci dà maggiori elementi ad esempio sulla
partecipazione alla vita politica, sulle condizioni economiche, sull’impiego del tempo
libero e il rapporto con i vari media. Dall’indagine Eurisko del 2006,27 emerge che il
lettore debole è giovane o giovanissimo, con un bagaglio di risorse economiche e
culturali medio/medio-alto, con propensione al divertimento e partecipazione agli
eventi culturali sopra la media. Acquista circa 2 libri l’anno e ne legge mediamente
1,5. Legge soprattutto quotidiani sportivi, guarda la TV nella media e va poco al
cinema. Usa Internet e si connette di frequente, possiede e utilizza console per
videogiochi più che nella media. Alcune di queste caratteristiche possono essere
collegate alla fascia d’età più giovane cui sembra appartenere la maggior parte dei
lettori deboli. Dalla già citata indagine Ipsos emerge che chi non legge e chi non
acquista libri appartiene a una classe socio-economica inferiore nell’85% dei casi.
26
IPSOS 2007.
27
EURISKO 2006.
32
1.4
Un paragone con l’estero
Studi armonizzati e dettagliati sulla lettura a livello internazionale sono pochi.
Bisogna quindi necessariamente rinunciare all’omogeneità dei dati cercando di
mettere insieme informazioni provenienti da analisi diverse con lo scopo di
contestualizzare e confrontare quanto sappiamo sui lettori italiani come emerso dai
paragrafi precedenti.28
A livello europeo Eurobarometer è lo strumento della Commissione europea che da
quasi quarant’anni monitorizza l’evoluzione dell’opinione pubblica negli Stati
membri, e svolge indagini e studi su temi quali situazione sociale, salute, cultura,
tecnologia dell’informazione, etc. Nell’ambito di una ricerca svolta nel 2007 sulla
partecipazione dei cittadini europei alla vita culturale e l’importanza che essi danno
alla cultura in generale29 sono state poste alcune domande anche sulla lettura. È
emerso che la quota di persone di 15 anni e più che hanno dichiarato di aver letto
almeno un libro (comprendendo i testi scolastici e le letture per motivi professionali)
nei 12 mesi precedenti l’intervista per i paesi dell’Ue27 è mediamente pari al 71%,
con punte di eccellenza nel Nord Europa (in particolare in Svezia, Olanda e
Danimarca, che presentano un numero di lettori superiore all’80%). La quota di
persone che hanno letto più di cinque libri nel corso dell’ultimo anno, sempre per i
27 paesi dell’Unione, raggiunge un valore medio pari al 37%. L’Italia da questo
confronto ne esce piuttosto male, posizionandosi nella parte più bassa della
classifica, con 8 punti percentuali al di sotto della media europea e ben 24 dalla
Svezia, il paese con il maggior numero di lettori.
Sul problema dell’armonizzazione dei dati si veda anche il capitolo Quanto si legge in Europa? in
AIE 2004.
28
29
EUROBAROMETER 2007. Sono stati intervistati 26755 cittadini dei 27 Stati membri.
33
100%
5+ libri
90%
3-5 libri
1-2 libri
80%
71%
70%
63%
60%
50%
40%
30%
20%
10%
Malta
Cipro
Portogalllo
Bulgaria
Romania
Spagna
Italia
Grecia
Polonia
Lituania
Belgio
UE27
Francia
Slovenia
Lettonia
Lussemburgo
Irlanda
Ungheria
Finlandia
Austria
Estonia
Svezia
Germania
Gran Bretagna
Rep. Ceca
Danimarca
Svezia
Olanda
0%
Grafico elaborato sui dati EUROBAROMETER 2007 - Tabella QA4.10 How many times in the last twelve months have
you read a book?
Un'altra informazione che aiuta a orientarsi nell’ambito delle statistiche sulla lettura è
la spesa media pro-capite per l’acquisto di libri. Pur essendo un dato che da solo non
può dirci quanto leggono gli europei, perché l’acquisto come sappiamo non è l’unico
canale di approvvigionamento di libri, se incrociato con le percentuali di lettori per
paese mostra una relazione importante.
34
Grafico elaborato sui dati AIE 2006 p. 48. Per maggiore chiarezza si è preferito riproporre i dati con un grafico a
dispersione.
Dal punto di vista del benessere economico, come si evince anche dalla tabella
seguente, l’Italia si colloca in linea con la media europea. Il nostro livello di ricchezza
pro capite è decisamente superiore a quello di altri paesi che hanno tassi di lettura
molto più alti dell’Italia. Non può essere questo, quindi, un fattore che incide
negativamente sulla lettura, considerando inoltre che tra le motivazioni della non
lettura, come abbiamo visto, il costo troppo alto dei libri è indicato solo dal 5,5%
delle persone. Il principale ostacolo strutturale all’allargamento della quota di lettori
va imputato soprattutto al basso livello di istruzione e di competenza degli italiani: il
numero dei diplomati italiani è circa 20 punti percentuali al di sotto della media
europea.
35
Figura tratta da MORRONE-SAVIOLI 2008, p. 20. Principali indicatori socio-economici di confronto internazionali - Anno
2006.
Volendo calcolare l’"uso del libro" nell’ambito dei paesi dell’Unione europea, ovvero
il rapporto tra il numero di libri acquistati e presi in prestito in biblioteca per
abitante e la percentuale di non lettori e lettori forti per paese, è necessario
raccogliere e confrontare dati provenienti da fonti diverse30. Emerge come ci sia una
30
KOVAC - SEBART 2006.
36
stretta corrispondenza tra il numero di libri acquistati e presi a prestito in biblioteca
e il numero di lettori. I paesi possono essere divisi in tre gruppi: quelli con un alto
livello di "uso dei libri" (Danimarca, Finlandia, Olanda, Svezia e Gran Bretagna),
quelli con un livello medio (Belgio, Francia, Germania) e quelli con un livello basso
(Grecia, Portogallo e Spagna). L’Italia, pur essendo considerata nello studio, non
risulta nella "classifica" finale in quanto mancante di alcuni dati per ottenere il
parametro di uso del libro. Riempiendo noi ex post le caselle vuote delle varie tabelle,
possiamo dire che l’Italia sarebbe stata inserita nel gruppo dei paesi con un basso
livello.
Il Rapporto Censis-Ucsi sulla comunicazione in Italia, che esce regolarmente da una
decina d’anni, ha condotto la rilevazione del 2006 con criteri omogenei in modo da
ottenere dati confrontabili anche con altri paesi europei (in particolare Spagna,
Francia, Germania e Gran Bretagna).31 Per quanto riguarda la lettura di libri emerge
che in Gran Bretagna e Germania circa i tre quarti della popolazione leggono, in
Francia e Spagna i due terzi. In Italia, anche secondo questa rilevazione, non si
supera la soglia della metà della popolazione che ha letto almeno un libro nell’ultimo
anno.
Italia
Spagna
Francia
Germania
Gran
Bretagna
Lettori abituali (1)
39,8
47,7
48,3
60,2
63,7
Lettori in generale (2)
55,3
68,1
62,0
72,6
75,0
Acquirenti abituali (3)
33,5
38,1
35,7
50,1
53,3
Acquirenti in generale (4)
48,5
53,3
46,6
61,5
64,8
(1)
(2)
(3)
(4)
hanno letto almeno tre libri nell’ultimo anno
hanno letto almeno un libro nell’ultimo anno
hanno acquistato almeno tre libri nell’ultimo anno
hanno acquistato almeno un libro nell’ultimo anno
Tabella tratta da CENSIS 2007.
31
CENSIS 2007.
37
La percentuale di italiani che ha acquistato almeno un libro nell’ultimo anno,
secondo il Censis, è vicina a quella di francesi e spagnoli, mentre è inferiore di circa
13-15 punti rispetto a tedeschi e inglesi. Per quanto riguarda i luoghi di vendita
preferiti, i francesi sono quelli che maggiormente si rivolgono a più canali,
acquistando oltre che in libreria tradizionale (che per tutti resta il luogo privilegiato)
anche nei supermercati e grandi magazzini, nelle edicole, in cartolibreria e per
corrispondenza. I generi preferiti sono i gialli/thriller, storia/biografie, la letteratura
contemporanea e i classici.
Passiamo ora in rassegna le statistiche ufficiali prodotte da alcuni paesi europei.
In Francia la produzione libraria nel 2009 è stata pari a oltre 66 mila e 500 titoli, per
un totale di circa 620 mila volumi disponibili in commercio. Senza considerare
l’editoria scolastica, il 52,4% dei francesi ha acquistato almeno un libro nel 2008; di
questi il 25,1% ne ha acquistati da 1 a 4, il 15,8% da 5 a 11, l’11,5% ha acquistato più
di 12 libri.32
Per quanto concerne la lettura di libri, secondo l’inchiesta "Pratiques culturelles des
Français"33 il 70% dei francesi ha letto almeno un libro nel corso del 2008.
Lettori per classi d'età - Francia- anno 2008
100
80
60
40
20
0
15-19 anni
20-24 anni
25-34 anni
35-44 anni
45-54 anni
55-64 anni
65+ anni
Grafico elaborato su dati DONNAT 2009, tabella VI-3-2 Question 66: nombre de livres lus au cours des 12 derniers
mois.
32
SERVICE DU LIVRE ET DE LA LECTURE 2010.
33
DONNAT 2009. L’inchiesta ha coinvolto 5 mila francesi dai 15 anni in su.
38
Come si evince chiaramente dal grafico, non ci sono particolari differenze nei livelli
di lettura tra le varie classi d’età. Quasi l’80% dei giovani fino ai 24 anni legge
almeno un libro l’anno, la fascia d’età che legge meno è quella degli ultra
sessantacinquenni (62%). La distanza massima in punti percentuali è quindi pari a
17, rispetto ai 41 punti percentuali che separano gli italiani che leggono di più (11-14
anni) da quelli che leggono di meno (75+ anni).34 Anche le differenze di genere sono
molto meno marcate che nel nostro Paese: il 75% delle donne che hanno risposto
all’inchiesta ha dichiarato di aver letto almeno un libro nel corso dell’anno, contro il
64% degli uomini.
Nel grafico seguente è riportata la percentuale di lettori per numero di libri letti
dichiarati nell’indagine.
Lettori per numero libri letti - Francia - anno 2008
7%
16%
1-4
39%
5-9
10-19
20-49
50+
21%
17%
Grafico elaborato su dati DONNAT 2009, tabella VI-3-2 Question 66: nombre de livres lus au cours des 12 derniers
mois
Va ricordato che il campione dell’indagine francese è pari a un decimo circa di quello delle ultime
indagini Istat, e riguarda la popolazione dai 15 anni in su e non dai 6 come per l’Italia, pertanto i
dati non sono perfettamente confrontabili.
34
39
Fatto cento il totale dei lettori, quelli che possiamo definire lettori "deboli" (che in
Italia leggono da 1 a 3 libri l’anno, in Francia fino a 4) sono pari al 38,5% (contro il
45% degli italiani) ma soprattutto se nel nostro Paese chi legge più di 12 libri è il
15% della popolazione, in Francia il 23% dei lettori si colloca oltre quota 20 l’anno
(e il 7% addirittura arriva a oltre 50 volumi). La media dei libri letti pro-capite,
infatti, è pari a 16 volumi.
Per quanto riguarda le biblioteche di casa, solo il 6% degli intervistati ha dichiarato
di non possedere alcun volume. Rispetto alla relativa statistica italiana le differenze
non sono così marcate. Verrebbe da dire che i francesi si prestino molto i libri tra
loro, visto che anche le informazioni in merito all’utilizzo delle biblioteche non
fanno emergere un uso massiccio dei servizi bibliotecari (l’81% dichiara di non
essere iscritto ad alcun tipo di biblioteca e il 72% non ne ha mai frequentata una
durante l’anno).
Libri posseduti in casa - Francia - anno 2008
6%
23%
0
1-30
34%
31-99
100-199
200+
19%
18%
Grafico elaborato su dati DONNAT 2009, tabella VI-2-1 Question 58: nombre de livres possédés au foyer
40
Secondo le ultime statistiche ufficiali35, in Gran Bretagna le persone con più di 16
anni che negli ultimi 12 mesi hanno letto per svago (escludendo quotidiani, riviste e
fumetti) sono pari al 65,5% della popolazione, contro il 46,8% degli italiani di 6 anni
e più secondo le ultime statistiche del 2010. Anche in questo paese si riscontrano le
note differenze di genere, a conferma del fatto che la lettura è un’attività soprattutto
femminile: sono infatti il 58,3% dei maschi a leggere contro il 72,4% delle femmine.
Per quanto riguarda il dettaglio per classe d’età, il grafico sottostante mostra le
percentuali di lettori emerse dall’indagine.
Lettori per classe d'età - Gran Bretagna - anno 2009/10
80
70
60
50
40
30
20
10
0
16-24
25-44
45-64
65-74
75+
Grafico elaborato sui dati DCMS 2010 - Statistical Worksheets The Arts
Come già visto per la Francia, la differenza massima tra le classi d’età è poco più di
22 punti percentuali. Per quanto riguarda i giovani, l’indagine è stata condotta anche
tra i ragazzi dagli 11 ai 15 anni e (da quest’anno) tra i bambini della fascia 5-10 anni.
Per loro la domanda a cui rispondere era più generica e comprensiva di attività
collegate sia alla lettura per svago sia alla scrittura.36 L’88,1% dei bambini dai 5 ai 10
dichiara di aver svolto questa attività nel corso dell’anno precedente, contro il 94%
35
DCMS 2010. L’indagine ha coinvolto 6097 adulti.
Nel dettaglio, le attività incluse nella categoria "Reading and writing" sono: Written stories, plays
or poetry (include adults helping/writing on behalf of child for 5-10); Read books for pleasure;
Taken part in a reading club (where people meet up to discuss and share books); Listened to
authors talk about their work; Taken part in an English Literature lesson (11-15).
36
41
della fascia 11-15. Secondo il National Literary Trust37 il 22,2% dei ragazzi tra gli 8 e
i 16 anni ama molto leggere, al 28,4% piace abbastanza, al 39,2% poco e infine al
10,2% non piace per niente. Il 73% dei genitori afferma che i propri figli leggono
spesso. Il 30% dei bambini da 5 a 8 anni legge libri ogni giorno, contro il 17% dei
ragazzi tra i 15 e i 17 anni. Emerge inoltre che i ragazzi amano leggere soprattutto
blog, siti web e giornali.
Frequenza di lettura - Gran Bretagna - anno 2009/10
2,5 0,9
5,6
10,9
Almeno 1 volta alla settimana
Almeno una volta al mese
Almeno 3-4 volte l'anno
2 volte l'anno
1 volta l'anno
80,0
Grafico elaborato sui dati DCMS 2010 - Statistical Worksheets The Arts
La statistica inglese non rileva il numero pro capite di libri letti nel corso dell'anno
ma la frequenza con cui gli intervistati si dedicano alla lettura. L’80% legge almeno
una volta alla settimana, da ciò possiamo comunque dedurre che la maggior parte
dei lettori inglesi rientra nella categoria dei forti. Complessivamente meno del 10%
degli intervistati, infatti, dichiara di leggere con una frequenza inferiore ad una volta
al mese.
37
JAMA - DUGDALE 2010.
42
La percentuale di adulti che ha visitato una biblioteca pubblica almeno una volta
negli ultimi 12 mesi è pari al 39,4%; tra i ragazzi tocca quota 71,6% nella fascia d’età
11-15 anni e 77,9% per i bambini 5-10 anni. Come frequenza, il 5,4% degli adulti ha
dichiarato di andare in biblioteca almeno una volta alla settimana, il 12,8% una al
mese, il 10,9% 3-4 volte l’anno e il 7,9% 1-2 volte l’anno.
In Spagna circa una persona su due con più di 14 anni ha dichiarato di aver letto nel
tempo libero nel corso del 2009.38 Va notato che tra i non lettori sono annoverati
anche colori i quali dichiarano di non leggere quasi mai, pari al 13,6%. Le differenze
di genere sono molto meno marcate che in Italia (dove ricordiamo la differenza tra
lettori e lettrici arriva a 13,4 punti percentuali): le donne spagnole che leggono sono
il 58,4% contro il 51,5% degli uomini.
Lettori per classe d'età - Spagna - anno 2009
90
maschi
80
femmine
70,5
70
63,5
totale
61,8
media
55%
57,7
60
47,9
50
40
29,8
30
20
10
0
14-24
25-34
35-44
45-54
55-64
65+
Grafico elaborato sui dati FGE 2010.
Andando a vedere il dettaglio per classi d’età, emerge come la percentuale più alta di
lettori si concentri nella fascia 14-24 anni e inizi a declinare a partire dai 55, trend che
38 FGE 2010. L’inchiesta ha coinvolto circa 8000 adulti. Per un paragone tra Italia e Spagna per
quanto concerne la lettura si rimanda a BARBISAN 2009a e 2009b.
43
si riscontra anche nel nostro Paese pur con percentuali generalmente più basse di
almeno 10-15 punti. L’intervista è stata estesa anche ai ragazzi tra i 10 e i 13 anni, tra
i quali il 91,2% si dichiara lettore; di questi il 77,1% legge libri ogni giorno o tutte le
settimane.
Fatto cento il totale dei lettori, i cosiddetti "deboli", che leggono da 1 a 4 libri l’anno,
sono pari al 41% della popolazione (percentuale vicina alla nostra anche se i libri
letti sono 1-3), mentre i lettori forti (più di 12 libri l’anno) sono il 21,7% (contro il
15% di italiani). La media spagnola di libri letti pro capite è pari a 9,4.
Percentuale lettori per numero libri letti - Spagna - anno 2009
3,3%3,8% 5,3%
4,6%
1
2-4
10,0%
5-8
35,7%
9-12
13-15
10,8%
16-20
21-30
31-100
26,5%
Grafico elaborato sui dati FGE 2010.
Fatto cento il totale di lettori (compresi quelli occasionali), la percentuale di persone
che legge tutti o quasi i giorni è vicina al 40%. Tra chi legge di frequente il numero
di ore mediamente dedicate a questa attività è 6,2 per settimana.
44
Frequenza di lettura - Spagna - anno 2009
19,8
tutti o quasi tutti i giorni
39,2
6,7
1-2 volte la settimana
qualche volta al mese
4-6 volte l'anno
quasi mai
13,3
21
Grafico elaborato sui dati FGE 2010.
Il 48% dei lettori ha dichiarato di aver acquistato il libro in lettura o l’ultimo letto, il
prestito è stato indicato dal 21,1% degli intervistati e il regalo dal 18,6%. Il numero
medio di libri acquistati in Spagna nel 2009 è pari a 10,5 per persona, il luogo di
acquisto preferito per i volumi non scolastici è la libreria (69,4%). Il 60,5% degli
intervistati dichiara di possedere in casa meno di 100 libri (senza considerare gli
scolastici) e la percentuale di popolazione che ha visitato una biblioteca nel corso
dell’ultimo anno è pari al 27,9% (di cui circa la metà è compresa nella fascia 14-34
anni).
45
2.
La promozione della lettura
2.1
Perché si deve promuove la lettura
Il termine lettura e il verbo leggere rimandano a un complesso di attività che
schematicamente possono essere definite come l’atto materiale del distinguere i
segni e l’atto intellettuale dell’intendere il significato delle parole arrivando alla
comprensione del messaggio.39
Nel 1992 l’International Book Committee (l’organismo internazionale che dal 1971
nell’ambito dell’UNESCO raggruppa le principali organizzazioni professionali del
mondo del libro) elabora una "Carta del lettore" nelle cui premesse politiche si
afferma la convinzione che i libri rivestano un’importanza fondamentale nella
trasmissione della conoscenza e nella comunicazione delle idee, che la lettura
favorisca lo sviluppo più completo del pensiero e la partecipazione sociale del
cittadino, che la lettura sia in definitiva un diritto universale.
La lettura esercita un influsso sulla vita sotto numerosi aspetti:
-
culturale e scientifico: la lettura non solo di libri, ma di qualunque testo
stampato, è la chiave del nostro patrimonio culturale e scientifico, e favorisce
l’intesa internazionale e l’interesse verso le altre culture;
-
sociale: la capacità di leggere costituisce un prerequisito essenziale per una
piena partecipazione nella società moderna;
-
economico: la capacità di leggere costituisce un contributo chiave al successo
economico. Le aziende investono grandi somme nella formazione del
personale allo scopo di migliorarne le capacità di comunicazione, e
soprattutto di lettura. Le nuove tecnologie richiedono una gamma più vasta
39 GHILLI 2008. Sul tema della lettura si rimanda anche al saggio di Luca Ferrieri e Piero Innocenti
Il piacere di leggere. Teoria e pratica della lettura (Milano: Unicopli, 1995).
46
di competenze collegate con l’alfabetizzazione, la mancanza delle quali
ostacola gravemente ogni progresso;
-
democratico: in una società democratica, caratterizzata dal libero scambio
dell’informazione, la parola stampata è un elemento essenziale della capacità
critica dell’individuo. Essa costituisce lo strumento più efficace per garantire
nella società il pluralismo delle opinioni. La democrazia si fonda sulla corretta
informazione dei cittadini;
-
creatività individuale: la lettura è un fattore cruciale per lo sviluppo personale
dell’individuo e per la sua attenzione nei confronti del mondo esterno e degli
altri. La lettura è anche una buona attività ricreativa (mantiene attive la mente
e l’immaginazione) e, se è necessario, fornisce l’occasione di sottrarsi alle
preoccupazioni quotidiane, di sviluppare e approfondire una propria vita
interiore, di estendere i propri orizzonti. Lo sviluppo delle capacità
immaginative attraverso i libri, dall’infanzia in avanti, non sarà mai
sopravvalutato. 40
La cultura, a partire dalla metà del secolo scorso, è diventata una delle principali
variabili del ritmo di crescita del "sistema paese". L’insieme di conoscenze,
competenze, abilità, emozioni, acquisite durante la vita da un individuo e finalizzate
al raggiungimento di obiettivi sociali ed economici, singoli o collettivi, costituisce il
cosiddetto "capitale umano".41 Gli studi dimostrano le conseguenze economiche
positive prodotte dall’investimento in istruzione e formazione individuale, in quanto
il capitale umano costituisce uno dei principali input immessi nel sistema produttivo.
La lettura è un’attività strettamente collegata a questo processo: persone con elevati
titoli di studio, come abbiamo visto nel capitolo precedente, leggono di più. E chi
legge di più riesce anche più facilmente a mantenere aggiornate e a incrementare le
proprie conoscenze tecniche. Da ciò ne deriva un miglioramento del capitale umano
a disposizione del paese.
40
CARTA 1993.
La definizione è tratta da Gary S. Becker Il capitale umano, Roma, Bari: Laterza, 2008 (edizione
originale del 1964).
41
47
La promozione e il supporto al libro, alla lettura e alla traduzione sono presenti nelle
politiche culturali europee a partire dagli anni Novanta con programmi specifici.42
In particolare da una decina d'anni le prospettive di crescita di lungo periodo basate
sull’incremento della conoscenza sono considerate prioritarie nelle politiche di
sviluppo globale. Il Consiglio europeo straordinario di Lisbona del marzo 2000
aveva come scopo rendere l’Unione Europea la più competitiva e dinamica
economia della conoscenza entro il 2010.43 L’aspetto più interessante è che i temi
della conoscenza sono indicati come fondamentali nell’ambito della più generale
politica economica. Il rapporto inversamente proporzionale fra livello di studio e
tasso di disoccupazione è individuato come un nodo sul quale l’Europa deve
intervenire, aumentando il livello d’istruzione cui i cittadini arrivano al momento di
lasciare gli studi. Grande enfasi viene data alle tecnologie dell’informazione, in
particolare Internet, che sono all’origine della società dell’informazione. In questo
ambito vengono promosse diverse iniziative.44
Nel 2005 la Commissione constata che solo alcuni progressi sono stati compiuti nel
quadro della "strategia di Lisbona". Al fine di imprimere un nuovo slancio, viene
emanata la Comunicazione Lavoriamo insieme per la crescita e l’occupazione45 in cui gli Stati
membri sono invitati a concentrare gli sforzi sulla realizzazione delle riforme
stabilite nel quadro della strategia e a svolgere politiche macroeconomiche basate
sulla stabilità, nonché sane politiche di bilancio. Uno degli strumenti individuati è
investire ulteriormente nel capitale umano tramite il miglioramento dell’istruzione e
delle competenze, con un programma comunitario per la formazione durante
l’intero arco della vita.
42
DE ANGELIS 2006.
Si veda <http://europa.eu/legislation_summaries/employment_and_social_policy/community_
employment_policies/c10241_it.htm>.
43
44
Si veda <http://europa.eu/legislation_summaries/information_society/index_it.htm>.
45 COM(2005) 24 def, disponibile anche a <http://eur-lex.europa.eu/smartapi/cgi/sga_doc?
smartapi!celexplus!prod!DocNumber&lg=it&type_doc=COMfinal&an_doc=2005&nu_doc=24>.
48
Lo scorso marzo 2010 la Commissione europea ha presentato la strategia "Europa
2020"46 che prosegue quella di Lisbona. I tre motori di crescita individuati sono:
crescita intelligente (promuovendo la conoscenza, l’innovazione, l’istruzione e la
società digitale), crescita sostenibile (rendendo la produzione europea più efficiente
sotto il profilo dell’uso delle risorse, rilanciando nel contempo la competitività) e
crescita inclusiva (incentivando la partecipazione al mercato del lavoro,
l’acquisizione di competenze e la lotta alla povertà). Tra i principali traguardi
individuati, aumentare l’occupazione, investire il 3% del PIL dell’UE in ricerca e
sviluppo (obiettivo già previsto per il 2010 e non raggiunto), ridurre il tasso di
abbandono scolastico sotto al 10% e portare al 40% la percentuale di giovani che
possiede una laurea o un diploma. Ancora una volta la crescita economica è
collegata all’istruzione e alla formazione, oltre che al consumo di cultura nella sua
accezione più ampia.
Qual è in Italia lo scenario di partenza rispetto a questi obiettivi? Per quanto
riguarda l’istruzione, secondo il "Rapporto sulla scuola in Italia 2010"47 il 20% dei
ragazzi tra i 20 e i 24 anni non ha completato la secondaria superiore, e il 50% di essi
non ha neppure avviato un ciclo di studi dopo le medie. Se l’intera popolazione
conseguisse un diploma di scuola superiore, e le condizioni economiche fossero
favorevoli, si potrebbe produrre un incremento del tasso di occupazione pari al
6,3% (circa un milione e 300 mila occupati in più) e un reddito aggiuntivo annuale di
4 punti di Prodotto interno lordo. Secondo l’Istat48 nel 2009 i laureati italiani sono il
21,6% dei giovani tra i 25 e i 29 anni, valore piuttosto lontano dalla quota del 40%
proposta da "Europa 2020".
La spesa per ricerca e sviluppo (R&S) intra-muros sostenuta da imprese, istituzioni
pubbliche, istituzioni no profit e università ammontava nel 2007 a oltre 18 milioni di
46
Si veda <http://ec.europa.eu/europe2020/index_en.htm>.
47
Curato dalla Fondazione Giovanni Agnelli ed edito da Laterza.
48 Fonte: Istat. Rapporto annuale. La situazione del Paese nel 2009. Roma: Istat, 2010. Testo integrale
disponibile anche a <http://www.istat.it/dati/catalogo/20100526_00/>.
49
euro, con un’incidenza sul prodotto interno lordo dell’1,18%.49 Anche in questo
caso siamo lontani dall’obiettivo europeo del 3%. A livello territoriale la ripartizione
del Nord-ovest ha un ruolo chiave della spesa (36,8%), seguita dal Centro (23,5%),
dal Nord-est (22,1%) e dal Mezzogiorno (17,6%).
Il capitale umano viene generalmente misurato con la quota di lavoratori in base al
titolo di studio. Al livello di istruzione va aggiunta anche la cosiddetta conoscenza
informale, che si costruisce con la formazione continua dei lavoratori e quella che
essi svolgono autonomamente (anche, ad esempio, tramite la lettura). Per quanto
riguarda la formazione continua, secondo il rapporto 2009 realizzato dal Ministero
del lavoro e delle politiche sociali e dall’Isfol50 l’Italia occupa una delle ultime
posizioni nella graduatoria europea se si considera il dato delle imprese che hanno
realizzato formazione (32%) rispetto alla media europea (60%).
Il rapporto tra la frequenza di corsi di formazione (nonché essere in possesso di un
titolo di studio alto) e la lettura per motivi professionali è strettissimo. Come
abbiamo già accennato la quota di popolazione italiana che legge anche per motivi
professionali e/o scolastici oltre che nel tempo libero è pari al 13,4%, mentre i
lettori per motivi esclusivamente professionali e/o scolastici sono il 4%.51 Solo il
19,1% degli occupati italiani ha letto almeno un libro nel corso del 2006: per fare un
paragone, la media nei paesi candidati all’ingresso nella Comunità Europea nel 2003
era pari al 22%, nonostante una ricchezza economica in termini di PIL pro capite
nettamente inferiore all’Italia.52
Possiamo quindi trarre conferma da questi dati che la lunga tradizione di scarsa
attenzione politica verso i temi dell’istruzione e della cultura nel nostro Paese
continui ancora oggi.
Istat. La ricerca e sviluppo in Italia. Anno 2007. (Statistiche in breve). Roma: Istat, 2009. Disponibile
a <http://www.istat.it/salastampa/comunicati/non_calendario/20091221_00/testointegrale2009
1221.pdf>.
49
Rapporto sulla formazione continua 2009. Disponibile a <http://www.lavoro.gov.it/Lavoro/
Europalavoro/SezioneEuropaLavoro/Novita/RapportoFC09.htm>.
50
51
ISTAT 2007.
52
MORRONE - SAVIOLI 2008, p. 79.
50
Nel 2006 l’Associazione Italiana Editori (AIE) ha commissionato una ricerca a due
economisti per verificare e approfondire la possibile relazione tra lettura e sviluppo
economico del paese, sulla scorta degli scenari già richiamati sopra.53 Le variabili
considerate in un periodo di oltre vent’anni (1980-2003) per tutte le regioni italiane
sono state: il livello iniziale del prodotto per unità di lavoro standard, la crescita
numerica dei lavoratori, la quota degli impiegati con un titolo di studio di livello
medio o alto e infine l’influenza sul processo di crescita della quota di lettori. Ne è
emerso che incide positivamente in modo particolare, come già visto, il livello del
titolo di studio ma anche la quota di lettori ha un effetto positivo, che rafforza e non
si sostituisce a quello relativo all’istruzione formale. Il coefficiente stimato è pari a
0,012: significa che una differenza iniziale di 10 punti del tasso di lettura tra due
regioni è in grado di spiegare un differenziale nella crescita della produttività dei
periodi successivi che al termine del periodo si traduce in uno scostamento di circa il
12%. A parità di altre condizioni, in pratica, se il tasso di lettura all'inizio del periodo
considerato delle regioni meridionali fosse stato pari a quello medio italiano, alla fine
del periodo la crescita della loro produttività sarebbe stata da 20 a 30 punti
percentuali più alta. Per fare un esempio concreto: se la Calabria avesse avuto negli
anni Settanta il tasso di lettura della Liguria oggi avrebbe una produttività di 50 punti
più alta. Al contrario, se il Trentino-Alto Adige (regione con la percentuale di lettori
più alta da diversi anni) avesse avuto un tasso pari alla media nazionale avrebbe visto
la propria crescita ridursi del 10%.
Allo stesso modo in cui, come dimostrato, la maggiore o minore quantità di lettori
incide sulla produttività delle regioni italiane, è ragionevolmente possibile mettere a
confronto indici economici quali la creatività economica, lo sviluppo umano e
l’ambiente imprenditoriale dei paesi europei e vedere come a maggiori indici di
lettura di alcuni di questi paesi corrisponda una maggiore crescita economica.54
53
SCORCU - GAFFEO 2006.
54
AIE 2006, p. 49.
51
I due economisti continuano il loro studio analizzando gli effetti sui risultati
scolastici di variabili quali la dimensione della biblioteca familiare e l’atteggiamento
dichiarato verso la lettura. Basandosi sui dati dell’indagine PISA (studio sulle
performance scolastiche condotto dall’OECD) del 2000, emerge che al crescere
della biblioteca familiare si registra un aumento dei risultati scolastici di circa 15
punti rispetto agli studenti che non possiedono alcun libro in casa (ricordiamo che le
famiglie italiane a non possedere libri sono il 10,3%).55 È evidente che una elevata
disponibilità di libri indica un ambiente favorevole alla cultura e all’accumulazione di
conoscenza, e ciò complessivamente aiuta i ragazzi nel rendimento scolastico.
Questo fattore si combina con quello derivante dalla personale disposizione verso la
lettura da parte degli studenti: al crescere del piacere della lettura crescono
costantemente i risultati scolastici.
Anche le ricerche svolte nell’ambito del progetto "Nati per leggere"56 che promuove
la lettura ad alta voce ai bambini da zero a sei anni, dimostrano come la pratica di
questa attività contenga valenze legate a modelli di comunicazione positivi e affettivi
che influiscono in modo rilevante sullo sviluppo emotivo del bambino. Bambini che
possono godere di un’esposizione alla lettura giornaliera e costante nel tempo
giungono alla prima elementare con maggiori capacità e conoscenze basilari per la
futura decodifica delle parole; ciò permette loro di imparare a leggere e scrivere con
maggiore facilità.
La terza parte del lavoro di Scorcu e Gaffeo vuole verificare se la cultura sia un
consumo o un investimento. L’accumulazione di capitale intangibile (nuove
conoscenze e competenze, relazioni sociali, tratti culturali riconoscibili) è
generalmente positiva sulla crescita economica. Il PIL pro-capite e il benessere
complessivo della popolazione possono aumentare se si registra una crescita della
produttività media del lavoro e/o della percentuale di popolazione impiegata.
Entrambi i fattori dipendono anche da mutazioni del contesto sociale, culturale o
55
ISTAT 2007.
56 Si veda <http://www.natiperleggere.it>. I riferimenti bibliografici delle evidenze scientifiche
sono disponibili alla pagina <http://www.natiperleggere.it/index.php?id=26>.
52
istituzionale. L’insieme dei valori culturali, dei mezzi fisici e intangibili attraverso i
quali vengono espressi e trasmessi (i cosiddetti beni culturali), dei modelli mentali
condivisi e delle istituzioni create per regolare la vita socio-economica di una
comunità costituiscono il "capitale culturale". Ciascun atto di spesa individuale in
consumi culturali (visitare un museo, andare a teatro, compare e leggere un libro)
può essere interpretato come un investimento in capitale culturale, comportando
accumulazione di nuove conoscenze e quindi di nuovo capitale umano. Secondo il
modello econometrico applicato, a un aumento di 100 punti base della quota di
spese in attività culturali da parte delle famiglie italiane si associa un aumento del Pil
reale pari allo 0,86%, dimostrando così che la cultura non è una spesa, ma un
investimento.
La spesa delle famiglie per consumi culturali rappresenta uno degli indicatori chiave
individuati dall’Unione europea per la valutazione delle politiche per lo sviluppo
delle condizioni di vita e del welfare nel lungo termine. Nel 2007 le famiglie italiane
hanno destinato a ricreazione e cultura mediamente il 6,9% della spesa complessiva
per consumi finali, a fronte di una media dei paesi Ue27 pari a 9,4%.57 Solo 6 milioni
di nostri concittadini (pari a poco più del 16% della popolazione) hanno un livello
alto di partecipazione alla vita culturale italiana, che significa aver svolto almeno una
volta nel corso dell’anno circa la metà delle 42 attività previste dagli indicatori (si va
dalla partecipazione a corsi di formazione, alla lettura di libri, alla fruizione di
spettacoli o alla visita di musei). Circa 20 milioni di italiani hanno livelli di
partecipazione culturale inferiori alla media.58 Per quanto riguarda la spesa media
mensile di una famiglia italiana per l’acquisto di libri non scolastici, essa è pari a 4,6
euro, per un totale di meno di 60 euro l’anno per famiglia.59
Fonte: scheda Istat "Spesa delle famiglie per consumi culturali" disponibile a <http://noiitalia.istat.it/index.php?id=7&user_100ind_pi1[id_pagina]=35&cHash=a72322aee4>.
57
Fonte: Adolfo Morrone, Tullio De Mauro. Livelli di partecipazione alla vita della cultura in Italia.
Roma: Fondazione mondo digitale, 2008. Disponibile a <http://www.mondodigitale.org/
files/Livelli_di_partecipazione_alla_vita_della_cultura_in_Italia.pdf>.
58
59 Fonte: Indagine Istat sui consumi delle famiglie 2008. I dati sono disponibili in I.Stat, il
datawarehouse delle statistiche prodotte dall’Istituto e interrogabile a partire da
<http://dati.istat.it/Index.aspx>.
53
Sempre restando nell’ottica dell’investimento, uno studio recente del Ministero per i
Beni e le attività culturali60 ha posto in relazione il capitale culturale italiano con
l’economia ad esso collegata, con particolare riferimento alle attività d’impresa. È
emerso che l’industria dei beni e delle attività culturali (e attività connesse) è un
settore che non solo presenta una crescita superiore alla media ma che ha un
impatto positivo sull’economia globale in termini di valore aggiunto61 e tasso di
occupazione. Si conferma, anche in questo caso, che finanziamenti pubblici in
ambito culturale rappresentano quindi, più che una spesa, un investimento per
l’economia del Paese. Per il 2006 è stato stimato che il giro d’affari delle attività
collegate (considerando circa 900 mila imprese che lavorano nei settori beni e
attività
culturali,
industria
culturale
-editoria,
audiovisivi,
multimediale-,
enogastronomia e produzioni tipiche, produzioni di natura industriale e artigiana,
architettura ed edilizia di riqualificazione) crei un valore aggiunto pari a 167 miliardi
di euro (12,7% del totale delle attività economiche) e una occupazione di quasi 3.840
mila unità (15,4% del totale complessivo). Considerando le attività legate ai soli
settori industria culturale e beni e attività culturali, le percentuali toccano
rispettivamente quota 17,1% e 10,5% per il valore aggiunto, e 15,8% e 10,7% per
l’occupazione. Confrontando i dati degli anni 2001 e 2006, emerge che il totale del
sistema economico coinvolto dai beni culturali presenta una crescita mediamente
superiore al totale dell’economia.
Altri due esempi, per restare nell’ambito più ristretto dei libri e della lettura
all’interno delle attività culturali. Secondo uno studio commissionato nel 2010 dalla
Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura alla Fondazione Fitzcarraldo sulla
dimensione economica del Salone Internazionale del Libro di Torino, è emerso che
per ogni euro di spesa degli enti finanziatori si generano 12,50 euro in termini di
Il Sistema economico integrato dei beni culturali. Rapporto realizzato dall’Istituto Guglielmo Tagliacarne
per l’Unioncamere. Roma: 2009. Disponibile anche a <http://www.beniculturali.it/mibac/multi
media/MiBAC/documents/1288345729406_rapp_BBCCIntegrato_09.pdf>.
60
61 In economia il valore aggiunto (o plusvalore) è la misura dell’incremento di valore che si verifica
nell’ambito della produzione e distribuzione di beni e servizi grazie all’intervento dei fattori
produttivi: capitale e lavoro. La differenza tra il valore finale dei beni e servizi prodotti e il valore
dei beni e servizi acquistati per essere impiegati nel processo produttivo è il valore aggiunto.
54
spesa diretta ovvero 33,30 euro in termini di ricadute aggiuntive sul sistema
economico della città e della regione.62 In Gran Bretagna il Booktrust, ente di
beneficenza indipendente dedicato alla promozione della lettura (di cui parleremo
nel capitolo 4), ha finanziato una ricerca sul "Social Return on Investment" (SROI)63
del programma Bookstart, che regala libri ai bambini in età prescolare. Nel periodo
2009/10 ad ogni sterlina investita dallo Stato nel programma Bookstart corrisponde
un ritorno di valore per la società pari a 25 sterline.64
La cultura rappresenta pertanto una risorsa strategica sulla quale investire in una
logica di crescita economico-sociale sul lungo periodo. La lettura è un elemento
fondamentale nel processo di crescita del capitale culturale e del capitale umano,
input essenziali per lo sviluppo economico di un paese soprattutto in scenari come
quelli odierni di grandi cambiamenti, se non di instabilità e crisi. La lettura, inoltre, è
un’attività strettamente connessa con la democrazia dei paesi moderni, che si basano
sulla conoscenza e l’informazione, e che devono garantire un livello di istruzione
adeguato ai cittadini se vogliono essere competitivi e, appunto, democratici. Queste,
in estrema sintesi, le motivazioni per cui un Paese debba promuovere la lettura, e la
cultura in generale.
Il report è disponibile a partire da <http://www.salonelibro.it/it/salone/dimensione-econo
mica/ricerca-pdf.html>.
62
63
Quantifica il valore sociale, ambientale ed economico di un investimento.
64 Maggiori informazioni sul report sono disponibili a partire da <http://www.booktrust.org.
uk/show/feature/Home/Booktrust-funding-update>.
55
2.2
Le politiche a favore della lettura
In Italia la promozione del libro e della lettura rientra nella valorizzazione della
cultura di competenza dello Stato, delle regioni, degli altri enti pubblici territoriali e
di ogni altro soggetto pubblico e privato che voglia concorrervi. Non attiene ai beni
culturali in senso stretto, disciplinati dal Codice dei beni culturali e del paesaggio65 e
individuati nei "beni librari", ma riguarda il libro nella sua accezione di prodotto
editoriale e la lettura come attività fondamentale per la crescita del capitale umano e
culturale dei cittadini e del Paese.
Con la modifica del Titolo V della Costituzione66 è stata capovolta la precedente
impostazione: l’art. 117, che elencava le materie oggetto di competenza legislativa
regionale, nel nuovo testo individua le materie di esclusiva competenza statale e
quelle di legislazione concorrente (tra cui la valorizzazione dei beni culturali e
ambientali e la promozione e organizzazione di attività culturali - compresa quindi la
promozione della lettura e le biblioteche). Su queste materie allo Stato spetta
delineare i principi all’interno dei quali le Regioni possono legiferare. Le Regioni
hanno inoltre il potere di legiferare nelle materie non espressamente riservate alla
competenza statale (art. 117, comma 4) nonché la potestà regolamentare in ogni
materia, a eccezione di quelle di legislazione esclusiva dello Stato, salvo delega alle
stesse Regioni (art. 117, comma 6). Le funzioni amministrative sono attribuite ai
Comuni salvo che, per assicurarne l’esercizio unitario, siano conferite a Province,
Decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 "Il Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi
dell’articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137" (<http://www.camera. it/parlam/leggi/deleghe/
testi/04042dl.htm>), modificato con il Decreto Legislativo 24 marzo 2006, n. 156 "Disposizioni
correttive ed integrative al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, in relazione ai beni culturali"
(<http://www.camera.it/parlam/leggi/deleghe/testi/06156dl.htm>), con il Decreto Legislativo 26
marzo 2008, n. 62 "Ulteriori disposizioni integrative e correttive del decreto legislativo 22 gennaio
2004, n. 42, in relazione ai beni culturali" (<http://www.parlamento.it/parlam/leggi/deleghe/
08062dl.htm>) e con il Decreto Legislativo 26 marzo 2008, n. 63 "Ulteriori disposizioni integrative
e correttive del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, in relazione al paesaggio" (<http://www.
parlamento.it/parlam/leggi/deleghe/08063dl.htm>).
65
66 Legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3 "Modifiche al titolo V della parte seconda della
Costituzione" <http://www.parlamento.it/parlam/leggi/01003lc.htm>.
56
Città metropolitane, Regioni e Stato, sulla base dei principi di sussidiarietà,
differenziazione ed adeguatezza (art. 118, comma 1).
Nell’ambito dell’amministrazione centrale dello Stato, il sostegno all’editoria e ai
prodotti editoriali a livello nazionale e internazionale è responsabilità della
Presidenza del Consiglio dei Ministri, mentre i compiti di promozione del libro e
della lettura sono assegnati al Ministero per i beni e le attività culturali. Con iniziative
specifiche sono attivi anche il Ministero dell’istruzione (per quanto riguarda la
lettura nelle scuole), il Ministero degli affari esteri (in particolare la Direzione
generale per la promozione e la cooperazione culturale) e il Ministero dello Sviluppo
economico.
Il Dipartimento per l’informazione e l’editoria della Presidenza del Consiglio è una
struttura di supporto del Presidente del Consiglio che opera nell’area funzionale
relativa al coordinamento delle attività di comunicazione istituzionale e delle
politiche relative all’editoria e ai prodotti editoriali. In particolare cura gli affari
relativi all’editoria e alla stampa nonché le attività inerenti il coordinamento delle
politiche in materia di diritto d’autore.67 Si articola nei seguenti uffici e servizi:68
1. Ufficio per le attività di informazione e comunicazione istituzionale: svolge
compiti in materia di pubblicità, di documentazione istituzionale, nonché di
comunicazione interna ed esterna.
2. Ufficio per il sostegno all’editoria: coordina le politiche per il sostegno
all’editoria e ai prodotti editoriali e provvede, inoltre, alle attività di sostegno e
di sviluppo al settore radiotelevisivo. Tramite gli appositi servizi coordina le
attività delle Amministrazioni dello Stato relativamente a compiti inerenti il
sostegno e lo sviluppo dei prodotti editoriali, provvede alla concessione delle
Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 23 luglio 2002 recante "Ordinamento delle
strutture generali della Presidenza del Consiglio di Ministri", <http://www.governo.it/
Presidenza/CSCA/norme/DPCM%2023%20luglio%202002.pdf>.
67
68 Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 22 luglio 2008 recante "Organizzazione
interna del Dipartimento", <http://www.governo.it/DIE/normativa/ DPCM_20080722.pdf>.
57
agevolazioni di credito alle imprese editoriali e ai rimborsi a favore delle
imprese editoriali per spedizioni in abbonamento postale;
3. Ufficio per la tutela del diritto d’autore e la proprietà intellettuale e per la
vigilanza sulla SIAE: provvede ad approfondire le tematiche inerenti la tutela
della proprietà intellettuale e fornisce il necessario supporto tecnico-giuridico.
Presso il Dipartimento sono istituiti i premi della cultura in favore di scrittori,
editori, librai, grafici, traduttori del libro italiano in lingua straniera e associazioni
culturali, come riconoscimento per il contributo apportato alla promozione e alla
diffusione della cultura italiana nel mondo.69
Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’editoria, Paolo
Bonaiuti, ha indetto nel 2010 la prima "Giornata nazionale per la promozione della
lettura".70 L’iniziativa, prevista per il 24 marzo e solo eccezionalmente nel 2010
differita al 23 maggio per la concomitanza con le elezioni regionali e amministrative,
prevede che le amministrazioni pubbliche, anche in coordinamento con le
associazioni e gli organismi operanti nel settore, organizzino attività volte a
promuovere la lettura in tutte le sue forme e a sensibilizzare i cittadini -in particolar
modo i giovani- sui temi ad essa legati. Per la prima edizione è stato indetto un
concorso di idee presso le scuole intitolato "Leggere è il cibo della mente.
Passaparola" frutto di un protocollo d’intesa tra Presidenza del Consiglio dei
Ministri, Ministero per l’Istruzione, l’Università e la Ricerca e Ministero per i Beni e
le Attività culturali. Le migliori idee creative emerse sono state utilizzate per la
realizzazione, da parte del Dipartimento, della campagna di comunicazione
istituzionale 2010 per la promozione della lettura.71
Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 13 novembre 2009 recante "Disposizioni
relative all’assegnazione dei premi della cultura" <http://www.governo.it/DIE/attivita/dPCM_
13_11_2009.pdf>.
69
Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 15 luglio 2009 recante "Giornata nazionale
per la promozione della lettura" disponibile a <http://www.governo.it/GovernoInforma/
Dossier/giornata_lettura/DPCM.pdf>.
70
Gli spot video, audio e per la stampa della campagna sono disponibili a partire da <http://www.
governo.it/GovernoInforma/campagne_comunicazione/leggere_passaparola2010/index.html>.
71
58
Già nel 2009 era stata diffusa una campagna di promozione della lettura dallo stesso
titolo, sempre con spot audio, video e pubblicità per la stampa, costata 2,4 milioni di
euro. La Presidenza del consiglio dei ministri si dimostra uno dei soggetti promotori
di campagne audio-video più attivi negli ultimi anni.72
Campagna "Passaparola" 2010 per i periodici.
A partire da <http://www.governo.it/GovernoInforma/campagne_comunicazione/leggere_
passparola/index.html> si possono vedere gli spot. Per le altre campagne si veda SAVIOLI VANNUCCHI (2010).
72
59
Campagna "Passaparola" 2009 per la stampa.
Il Ministero per i Beni Culturali e Ambientali fu istituito nel 197573 con l'obiettivo di
affidare a un Ministero appositamente costituito la gestione specifica del patrimonio
culturale e dell’ambiente. Raccolse le competenze e le funzioni in materia che erano
prima del Ministero della Pubblica Istruzione (Antichità e Belle Arti, Accademie e
Biblioteche), Ministero degli Interni (Archivi di Stato) e della Presidenza del
Consiglio dei Ministri (Discoteca di Stato, editoria libraria e diffusione della cultura).
Nel 1998 viene istituito il nuovo Ministero per i Beni e le Attività Culturali,74 a cui
sono devolute le funzioni precedenti, con l'aggiunta della promozione delle attività
dello spettacolo (cinema, teatro, danza, musica, etc.).75 Il dicastero attualmente è
73 Decreto legge 14 dicembre 1974 n. 657, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 gennaio
1975 n.5, <http://151.12.58.154/ministero/pdf/DecretoLegge14dicembre1974n657.pdf>.
Decreto legislativo n. 368 del 20 ottobre 1998 recante "Istituzione del Ministero per i beni e le
attività culturali, a norma dell’articolo 11 della legge 15 marzo 1997, n. 59", <http://www.parla
mento.it/parlam/leggi/deleghe/98368dl.htm>.
74
Anche dello sport, poi con Decreto legge del 18 maggio 2006 n. 181, convertito con modifiche
nella legge 17 luglio 2006, n. 233 recante "Disposizioni urgenti in materia di riordino delle
attribuzioni della Presidenza del Consiglio dei Ministri e dei Ministeri. Delega al Governo per il
coordinamento delle disposizioni in materia di funzioni e organizzazione della Presidenza del
75
60
suddiviso in otto Direzioni Generali, tra cui la DG per le biblioteche, gli istituti
culturali e il diritto d’autore, che tutela i beni librari (ovvero le raccolte librarie
appartenenti a biblioteche statali e a quelle private se dichiarate di eccezionale
interesse culturale). Incentiva, inoltre, anche attraverso iniziative promozionali, la
diffusione del libro e la conoscenza delle biblioteche e dei relativi servizi. A sua volta
la Direzione generale si articola in 8 uffici dirigenziali non generali, compresi gli
Istituti centrali e gli Istituti dotati di autonomia speciale:76 Tra di essi, l’Istituto
centrale per il catalogo unico delle biblioteche italiane e per le informazioni
bibliografiche (ICCU) che promuove e coordina l’attività di catalogazione e
documentazione del patrimonio bibliografico nazionale e gestisce il Servizio
Bibliotecario Nazionale (SBN), e le due biblioteche nazionali centrali. Alla diffusione
del libro e della lettura è specificamente dedicato il Centro per il libro e la lettura, di
cui parleremo nel capitolo successivo.
In recepimento della direttiva 92/100/CEE,77 a seguito di una procedura di
infrazione aperta nel 2007 dall’Unione Europea verso alcuni paesi tra cui l’Italia, rei
di non aver introdotto il principio di remunerazione degli autori ed editori per il
prestito eseguito dalle biblioteche, è stato istituito presso il Ministero il Fondo per il
diritto di prestito pubblico (decreto legge 262/2006).78 Tale soluzione è andata nella
direzione di non gravare sull’utente finale o sulle amministrazioni locali. La norma
Consiglio dei Ministri e dei Ministeri" le competenze sono assegnate al nuovo Ministero per le
Politiche Giovanili e Attività sportive, <http://www.camera.it/parlam/leggi/06233l.htm>.
76 Decreto del Presidente della Repubblica 2 luglio 2009 n. 91, "Regolamento recante modifiche ai
decreti presidenziali di riorganizzazione del Ministero e di organizzazione degli Uffici di diretta
collaborazione del Ministro per i beni e le attività culturali", <http://www.benitutelati.it/moduli/
DECRETO%20DEL%20PRESIDENTE%20DELLA%20REPUBBLICA%202%20luglio%20200
9_n_91.pdf>.
77 Direttiva 92/100/CEE del Consiglio, del 19 novembre 1992, concernente il diritto di noleggio, il
diritto di prestito e taluni diritti connessi al diritto di autore in materia di proprietà intellettuale,
<http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=CELEX: 31992L0100:IT:HTML>.
Decreto legge 3 ottobre 2006, n. 262, convertito con modifiche in legge 24 novembre 2006, n.
286 recante "Disposizioni urgenti in materia tributaria e finanziaria", <http://www.camera.it/
parlam/leggi/06286l.htm>. In una prima attuazione della direttiva l’Italia aveva posto una deroga
alla remunerazione per i prestiti delle biblioteche con il Decreto legislativo 16 novembre 1994, n.
685 recante "Attuazione della direttiva 92/100/CEE concernente il diritto di noleggio, il diritto di
prestito e taluni diritti connessi al diritto d’autore in materia di proprietà intellettuale". L’Unione
Europea considerò tale attuazione difforme dalla ratio della norma.
78
61
affida alla SIAE il compito di ripartire il Fondo tra gli aventi diritto, sulla base dei
seguenti criteri:79
-
per le opere a stampa: 50% autori e 50% editori;
-
per fonogrammi: 30% autori e 30% editori; 20% produttori e 20% artisti
interpreti ed esecutori;
-
per videogrammi: 30% autori e 30% editori, 20% produttori originali di
opere audiovisive e 20% artisti interpreti ed esecutori.
Le disposizioni si applicano ai prestiti presso tutte le biblioteche e discoteche di
Stato e degli enti pubblici, ad eccezione di quelli eseguiti dalle biblioteche
universitarie e da istituti e scuole di ogni ordine e grado, che sono esentati dalla
remunerazione dei prestiti. La provvigione spettante alla SIAE per la ripartizione del
Fondo è fissata al 22% nel caso di ripartizione fra i singoli aventi diritto e al 7,5%
nel caso di ripartizione collettiva. Le associazioni di categoria rappresentative a
livello nazionale si impegnano a destinare tali risorse esclusivamente a scopi di
interesse generale, come la promozione del libro e della lettura, il sostegno di giovani
autori o artisti, la creazione o il finanziamento di biblioteche e discoteche
pubbliche.80 La legge 262/2006 stanziava 3 milioni di euro a decorrere dall’anno
2008 per la costituzione del Fondo, per gli effetti della legge n. 1 del 200981 esso è
stato ridotto a circa 2.300.000 euro per il 2009 e 2010 e scenderà a 1.750.000 euro
nel 2011. La procedura di infrazione e la creazione del Fondo hanno sortito molte
proteste tra i bibliotecari e in generale nel mondo della cultura.82 Gli stanziamenti a
Decreto Ministeriale 18 giugno 2007 "Indirizzi per la ripartizione del Fondo per il diritto di
prestito pubblico", <http://www.librari.beniculturali.it/upload/documenti/Decreto_18_06_2007.
pdf?l=it>.
79
Decreto ministeriale 15/10/2009 " Determinazione della provvigione spettante alla SIAE per la
ripartizione del Fondo per il diritto di prestito pubblico ai singoli aventi diritto",
<http://www.librari.beniculturali.it/upload/documenti/decreto%20diritto%20di%20prestito.pdf?l
=it>.
80
Legge 9 gennaio 2009, n. 1 "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 10
novembre 2008, n. 180, recante disposizioni urgenti per il diritto allo studio, la valorizzazione del
merito e la qualità del sistema universitario e della ricerca", <http://www.parlamento.it/
parlam/leggi/09009l.htm>.
81
82 Si segnala in particolare la campagna Non pago di leggere <http://www.nopago.org> nata su
impulso della biblioteca di Cologno Monzese e le numerose iniziative intraprese dall’Associazione
Italiana Biblioteche e rintracciabili a <http://www.aib.it/aib/cen/prestito.htm>.
62
favore delle biblioteche, di fatto, sono sempre più esigui e la creazione del Fondo
sottrae una cifra importante a investimenti pubblici sempre più necessari. Questa
imposizione è vista come una tassa dai bibliotecari, che sostengono la tesi opposta
rispetto alla direttiva, ovvero che i prestiti bibliotecari non significhino un mancato
introito per gli editori, in quanto il prestito non sostituisce perfettamente l’acquisto.
Si tratta di due azioni simili ma profondamente diverse, e anche analizzando le
tipologie di volumi prestati in alcune biblioteche pubbliche emerge come la maggior
parte delle transazioni riguardi volumi non più in commercio o di difficile
reperibilità. Le biblioteche quindi consentono di dare una vita più lunga ai titoli
rispetto alla libreria, che invece fornisce le novità di cui le biblioteche non riescono a
dotarsi tempestivamente e altri titoli che possono non rientrare nelle politiche di
acquisto delle biblioteche pubbliche.83 Questa ipotesi trova riscontro anche in
un’analisi recente del ruolo delle biblioteche nel consumo dei libri. Confrontando i
libri di narrativa e per ragazzi più venduti nel 2008 e gli acquisti e i prestiti effettuati
da tre sistemi bibliotecari lombardi, emerge come le biblioteche siano attente a
garantire un’adeguata varietà di titoli, anche se spesso i prestiti ricalcano le
preferenze rilevate nei canali commerciali. Nonostante questo, considerando i primi
20 titoli venduti in libreria solo 5 di questi sono anche fra i 20 titoli più prestati nelle
biblioteche oggetto dell’analisi, e la "coda lunga" degli acquisti a favore di titoli
meno venduti in libreria dimostra che in queste istituzioni la varietà dell’offerta
editoriale è assicurata.84
Il Ministero della Pubblica Istruzione negli ultimi anni ha attivato alcuni progetti
strutturali a favore delle biblioteche scolastiche.85 Nonostante questo impegno la
83
BERNARDI 2009, p. 131-142.
84
DUBINI 2010.
Si segnala in particolare: dal 1999 al 2001 il programma per la promozione e lo sviluppo delle
biblioteche scolastiche (Circolare Ministeriale n. 228 del 05/10/99 disponibile anche a <http://
archivio.pubblica.istruzione.it/argomenti/autonomia/documenti/cm228_99.htm>) e il più recente
"Biblioteche nelle scuole" svoltosi nel periodo 2003-2008, che prevedeva l’ingresso delle biblioteche
scolastiche nel Servizio bibliotecario nazionale (SBN) e la formazione del personale anche tramite il
portale <http://www.biblioscuole.it>.
85
63
situazione di queste strutture del nostro Paese è critica, a causa della contrazione dei
finanziamenti pubblici (che comporta meno acquisti e servizi all’utenza ridotti) e del
mancato riconoscimento della necessità di una figura professionale ad hoc che
gestisca la struttura in maniera efficiente ed efficace.86 Nel 2007, a seguito del
protocollo di intesa sottoscritto con UPI (Unione Province Italiane), ANCI
(Associazione Nazionale Comuni Italiani) e AIE (Associazione Italiana Editori), è
stato avviato il progetto "Amico libro"87 con lo scopo di censire e diffondere le
buone pratiche di promozione della lettura. Sono stati assegnati mille euro a
ciascuna istituzione scolastica di ogni ordine e grado per l’acquisto di libri e
l’attivazione di progetti che coinvolgano non solo insegnanti e studenti, ma anche
famiglie e territorio. Il progetto è proseguito anche per l’anno scolastico 2008-2009,
per un investimento totale nel biennio di circa 16 milioni di euro. Il primo anno
hanno risposto al bando circa la metà delle istituzioni scolastiche italiane, di cui due
terzi della fascia di "base" (scuole primarie, dell’infanzia e istituti comprensivi).
Le Regioni sono ormai fonti di diritto primario su competenze molto importanti per
la filiera produttiva, distributiva e promozionale del libro e della lettura, in quanto
legiferano in materia di editoria nonché di biblioteche.
Per quanto riguarda le leggi regionali in materia di editoria, nel periodo
immediatamente successivo alla deleghe del 1976 la tendenza è stata quella di
inserire gli interventi nell’ambito di normativa disciplinante settori più ampi ma
comunque attinenti, come biblioteche e musei oppure scuole. In anni più recenti la
tendenza è stata invece di sviluppare normativa ad hoc per il settore editoriale,
collegandola a volte con questioni inerenti stampa e quotidiani, o provvedimenti
generali riguardanti la cultura. I tratti comuni a queste leggi riguardano interventi
quali la promozione di ricerche e pubblicazioni sulla storia e le tradizioni locali.
Spesso sono previsti aiuti agli editori aventi sede sul territorio (ad es. tramite
l’accesso al credito agevolato e/o l’acquisto di materie prime, tecnologie, etc. oppure
Sul tema si rimanda al capitolo "La biblioteca nella scuola" pubblicato nel Rapporto sulle biblioteche
italiane 2007-2008 (Roma: AIB, 2009), p. 49-63.
86
87
Si veda a <http://www.istruzione.it/web/ministero/amico_libro>.
64
tramite l’acquisto diretto di libri da destinare alle collezioni locali delle biblioteche).
Viene inoltre sostenuta la partecipazione con stand regionali alle principali fiere e
saloni del libro.88 Emerge in sostanza una certa distanza dalle reali esigenze del
settore editoria nel suo complesso, essendo oltretutto l’Italia mancante di una legge
nazionale sull’editoria, anche se di recente si è registrata una maggiore presa d’atto
da parte delle Regioni della realtà economica e produttiva che il "sistema editoria"
genera a livello locale, senza tralasciare l’aspetto meno economico e più culturale
della promozione e diffusione del libro.89
Secondo il "Manifesto UNESCO per le biblioteche pubbliche" esse rientrano nelle
responsabilità delle autorità locali e nazionali, sia per quanto concerne la legislazione
specifica sia per i finanziamenti. La biblioteca deve essere una componente
essenziale di ogni strategia a lungo termine per la cultura, per la diffusione
dell’informazione, dell’alfabetismo e dell’istruzione.90 In Italia la legislazione
bibliotecaria di competenza dello Stato risente della lacuna storica del settore,
ovvero della mancanza di un quadro istituzionale di riferimento, o legge-quadro, che
definisca in modo organico le linee generali di una politica bibliotecaria nazionale
coordinata ed efficiente.91 Le Regioni invece, a partire dagli anni Settanta del secolo
scorso, o per disposizione costituzionale o per delega dello Stato, si sono quasi tutte
dotate di una legislazione per le biblioteche di ente locale e per quelle di "interesse
locale" di proprietà privata. I tratti comuni alla maggior parte di queste leggi sono:
l’incentivazione e il sostegno economico tramite contributi/finanziamenti sulla base
del rispetto di alcuni standard di servizio essenziali (dotazione libraria, orari di
apertura, sede, cataloghi, personale, etc.), attività di promozione e di coordinamento
come l’elaborazione di dati statistici, l’aggiornamento professionale, la catalogazione
Alcuni esempi: al Salone Internazionale del libro di Torino 2010 erano presenti 11 regioni, alla
Fiera del libro di Francoforte sempre del 2010 due, tra cui l’Umbria con due stand, uno istituzionale
e uno dedicato ai propri editori locali. Questa regione risulta essere molto attiva avendo anche
creato una fiera locale ad hoc (Umbrialibri).
88
89
AIE 2006, p. 73-78; PERESSON 2005; DE ANGELIS 2007.
90
Disponibile a <http://www.aib.it/aib/commiss/cnbp/unesco.htm>.
91
TRANIELLO 2002.
65
collettiva.92 Un ruolo importante è svolto dalle Province a cui possono essere
demandate le funzioni sopra elencate, soprattutto in tema di programmazione e
coordinamento degli interventi sul territorio.
Va infine segnalato il documento Linee di politica bibliotecaria per le autonomie, redatto da
un gruppo di lavoro formato da rappresentanti dell’ANCI, dell’UPI, del
Coordinamento per la cultura delle Regioni e delle Province autonome e approvato
il 23 ottobre 2003. Il principio fondamentale che "tutti i cittadini hanno diritto a un
adeguato servizio bibliotecario" comporta come corollario la gratuità dei servizi
essenziali (informazione, consultazione, prestito) che debbono essere erogati da
personale qualificato secondo standard di gestione che ne garantiscano la qualità.93
Le "Linee guida" che auspicabilmente dovevano essere promosse presso tutti gli
Enti locali e che prevedevano anche la creazione di biblioteche nei Comuni
sprovvisti, sono rimaste di fatto poco o per nulla applicate. Anche il Coordinamento
nazionale che doveva elaborare i profili professionali e gli indicatori di efficienza ed
efficacia, dopo i primi incontri non si è più riunito.
Dal punto di vista strettamente economico, il libro è un bene privato, ossia un bene
caratterizzato da rivalità nel consumo ed escludibilità.94 Il mercato del libro ha una
tradizionale catena di fornitura composta da produttore, distributore, venditore. In
ogni parte della catena c’è competizione tra privati e imprese, e una sostanziale
differenziazione del prodotto che genera nicchie di mercato. Il branding è un fattore
molto importante, creare un nuovo prodotto implica investimenti significativi e
innovazione, nonché accettare che alcuni prodotti potrebbero non avere successo.
TRANIELLO 1999. Alcune leggi regionali sono state approvate successivamente (le cosiddette
"leggi di terza generazione" ad. es. in Friuli Venezia Giulia, Sardegna, Toscana e Lazio. Per
un'analisi dettagliata si rimanda al capitolo "Legislazione" pubblicato nelle varie edizioni del Rapporto
sulle biblioteche italiane edito dall'AIB.
92
ROSA 2004. Il testo delle Linee guida è stato pubblicato sul "Bollettino AIB" v. 43(2003) n. 4, p.
413-416, ed è disponibile anche a <http://www.aib.it/aib/boll/2003/0304413.htm>.
93
Un bene è rivale se il suo consumo da parte di un individuo riduce le possibilità di consumo (della
stessa unità di bene) di un altro individuo. Un bene è escludibile se il possessore/produttore è in
grado di escludere dal consumo i soggetti che non corrispondono un prezzo. Ci si riferisce
naturalmente al libro come prodotto industriale. Il libro è anche bene pubblico in quanto veicolo di
cultura, elemento di promozione sociale, etc.
94
66
Gli editori hanno un portfolio di autori e titoli che serve a compensare eventuali rischi
nelle vendite, e tramite accordi (tra autori ed editori, tra editori e librai) questo
rischio viene condiviso. Il mercato produce una gran varietà di libri, con prezzi
sufficientemente bassi per far sì che il prodotto sia alla portata di tutti gli interessati.
Alla luce di queste caratteristiche, il mercato possiede (o è in grado di creare) gli
strumenti necessari per autoregolamentarsi, e l’intervento governativo con leggi in
materia, che arrivano a creare un monopolio, non sempre si giustifica come
necessario.95
In Italia è in vigore da alcuni anni una legge sul prezzo fisso del libro (62/2001).96
Originariamente l’articolo 11 fissava un tetto massimo di sconto applicabile al
prezzo di copertina (10%); poco dopo l’entrata in vigore, essa fu modificata dal
decreto legge 99/200197 elevando lo sconto massimo al 15% e introducendo il
carattere sperimentale della disposizione, limitandone la durata a un anno. Lo sconto
massimo non riguarda i libri per bibliofili, i libri d’arte, antichi e di edizioni esaurite, i
libri usati, i libri venduti su prenotazione del lettore prima della pubblicazione, i libri
pubblicati da almeno venti mesi e dopo che siano trascorsi almeno sei mesi
dall’ultimo acquisto, le edizioni destinate a essere cedute nell’ambito di rapporti
associativi, i libri venduti on-line, i libri venduti a biblioteche, archivi e nei musei
pubblici. La legge istituisce anche un fondo per progetti di innovazione tecnologica
riservato a imprese attive per la "promozione della lettura" in Italia; inoltre a
vantaggio delle biblioteche scolastiche è prevista la possibilità dell’acquisto di
prodotti editoriali secondo parametri fissati dall’Autorità di vigilanza. La legge
CANOY, VAN OURS, VAN DER PLOEG 2005. Nonostante ci sia un dibattito a livello
europeo sul tema, non esistono studi completi in merito agli effetti delle leggi sul prezzo fisso del
libro. Ciò è dovuto principalmente alla mancanza di dati e alla difficoltà di paragonare mercati
interni che sono strutturalmente diversi. Si rimanda quindi anche all’intervento di Françoise
Benhamou, Muriel De Vrièse, Olivia Guillon, Price regulation and consumer welfare in the book industry
tenutosi al 16th International Conference on Cultural Economics (ACEI - Association for Cultural
Economics International) disponibile a <http://www.acei2010.com/upload/acei/benhamoudevriese-guillonva.pdf>.
95
Legge 7 marzo 2001, n. 62 "Nuove norme sull’editoria e sui prodotti editoriali e modifiche alla
legge 5 agosto 1981, n. 416" <http://www.camera.it/parlam/leggi/01062l.htm>.
96
97 Decreto legge 5 aprile 2001, n. 99, convertito senza modificazioni, dalla legge 9 maggio 2001, n.
198 recante "Disposizioni urgenti in materia di disciplina del prezzo di vendita dei libri"
<http://gazzette.comune.jesi.an.it/2001/122/8.htm>.
67
sostanzialmente ha lo scopo di riequilibrare i rapporti competitivi tra i diversi canali
di vendita, favorendo in particolare la libreria rispetto alla grande distribuzione
organizzata (la cosiddetta Gdo - banchi libri in supermercati, ipermercati, grandi
magazzini). Secondo studi dell’Associazione Italiana Editori (AIE) la legge 62/2001
ha consentito lo sviluppo del quadro competitivo presente nel mercato editoriale
librario, garantendo un maggiore pluralismo dell’offerta (in termini di marchi
editoriali disponibili e titoli pubblicati) e una migliore articolazione delle forme di
vendita, calmierando anche i prezzi di copertina rispetto all’inflazione.
La legge è entrata a regime nel 2005 dopo che, con una serie di decreti legge, la
sperimentazione era stata prorogata di anno in anno. Successivamente sono state
introdotte modifiche normative di tipo generale (come l’art. 3 del cosiddetto decreto
Bersani o decreto sulle liberalizzazioni)98 che hanno portato a una diversificazione
tra regione e regione del trattamento del commercio del libro e, in seguito, a una
progressiva deregulation delle pratiche connesse all’organizzazione delle vendite
straordinarie, che attualmente si possono tenere quando vuole l’esercente e
applicando lo sconto ritenuto più idoneo. Dal 2008 è in corso di discussione in sede
parlamentare il disegno di legge Levi,99 che reintroduce lo sconto massimo del 15%,
dà facoltà agli editori di realizzare campagne promozionali, per un periodo non
superiore a un mese, con sconti più alti ma comunque non superiori al 20% del
prezzo di copertina, e annulla le norme in materia di vendita promozionale previste
dal decreto Bersani.
98 Decreto legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, nella legge 4 agosto 2006, n.
248, recante "Disposizioni urgenti per il rilancio economico e sociale, per il contenimento e la
razionalizzazione della spesa pubblica, nonché interventi in materia di entrate e di contrasto
all’evasione fiscale" <http://www.parlamento.it/parlam/leggi/06248l.htm>.
Dal primo firmatario Ricardo Franco Levi, già Sottosegretario di Stato alla Presidenza del
Consiglio dei Ministri con delega per l'editoria nel secondo governo Prodi. Atto Camera: 1257, Atto
Senato n. 2281: "Nuova disciplina del prezzo dei libri" <http://www.camera.it/126?pdl=1257>,
<http://www.senato.it/leg/16/BGT/Schede/Ddliter/35668.htm>.
99
68
Naturalmente gli editori sono un attore importante nel campo della promozione
della lettura, tramite l’associazione di categoria (AIE), che con oltre 400 soci copre
circa il 90% del mercato librario italiano.100
Nonostante il suo focus sia soprattutto sull’aspetto commerciale e delle vendite, da
diversi anni l’AIE si esprime a favore di interventi strutturali per la promozione della
lettura. Agli Stati generali dell’Editoria del 2006 è stata presentata una richiesta
precisa di intervento al governo italiano sintetizzata in un apposito documento, il
Manifesto degli editori per le politiche del libro nella XV legislatura101 in cui vengono
individuati dieci punti di intervento per conseguire i due risultati essenziali e
interconnessi di far crescere la domanda di lettura e sostenere il settore editoriale. In
particolare si prospettano:
1)
Sviluppo e aggiornamento delle biblioteche di pubblica lettura e
universitarie. Avvio di un piano speciale per le biblioteche scolastiche;
2)
Valorizzazione dei contenuti culturali (libri e prodotti digitali) nei processi
educativi a tutti i livelli: scuola, università, formazione e aggiornamento
professionale;
3)
Promozione della lettura, attraverso il sostegno alle iniziative locali e grazie
alla loro visibilità e valorizzazione;
4)
Valorizzazione del ruolo delle librerie sul territorio attraverso incentivi
all’innovazione tecnologica, alla formazione dei librai, all’apertura di nuove
librerie, laddove non esistono o scarseggiano;
5)
Incentivi fiscali per l’acquisto di libri, a partire dalle famiglie con figli in età
scolare, dai lavoratori a progetto, dagli insegnanti. Possibilità di buoni libro
per persone in cerca di occupazione,da associare eventualmente a
programmi di formazione. Parificazione dell’IVA sui libri a quella dei
giornali;
100
Si veda <http://www.aie.it/>.
101 AIE 2006, p. 117-124. Disponibile anche a <http://www.statigeneralidelleditoria.it/Link
Click.aspx?fileticket =R6Ia4vI8w90%3d&tabid=784>
69
6)
Priorità al tema dei contenuti culturali (libri e prodotti digitali) nei
programmi nazionali e internazionali di ricerca e sviluppo; collaborazione
tra università e imprese;
7)
Protezione del diritto d’autore, sia in termini di una seria politica di
contrasto alla pirateria, sia in termini di diffusione della cultura del diritto e
della promozione delle corrette politiche di gestione dei diritti secondari:
dalle fotocopie al digitale;
8)
Evitare la concorrenza del pubblico nella produzione dei contenuti se
questa non corrisponde a logiche di mercato, come invece avviene in
diversi ambiti: scuola, università, ECM, banche dati giuridiche ecc.
9)
Promozione del libro italiano all’estero in modo efficace e coordinato,
evitando sprechi e duplicazioni di spese;
10) Una legge per il libro che contenga le diverse misure e istituisca il Centro
per il libro a livello nazionale e una società pubblico-privato per la
promozione del libro italiano all’estero.
L’altra grande associazione di categoria, a volte contrapposta all’AIE, è
l’Associazione Italiana Biblioteche (AIB).102 L’AIB rappresenta le biblioteche e i
bibliotecari italiani in ogni ambito (culturale, scientifico, tecnico, giuridico e
legislativo) per tutto quanto può concernere l’esercizio della professione
bibliotecaria e l’organizzazione dei servizi bibliotecari e di documentazione.
Promuove, sostiene e sviluppa ogni azione utile a garantire una qualificata
formazione professionale nonché l’organizzazione e lo sviluppo in Italia delle
biblioteche e di un servizio bibliotecario che tenga in considerazione le esigenze dei
cittadini.
Una delle condizioni favorevoli per promuovere la lettura è l’esistenza di biblioteche
pubbliche diffuse capillarmente sul territorio nazionale, capaci di offrire una pluralità
di servizi di informazione e in grado di allestire un’offerta ampia, varia, calibrata sui
bisogni di pubblici differenziati per età, interessi, istruzione, estrazione sociale,
102
Si veda <http://www.aib.it/>.
70
provenienza. Le biblioteche nel nostro Paese hanno bisogno di visibilità, di
consenso, di alleanze, di risorse e di competenze. Già nel 2004 l’AIB ha lanciato un
manifesto-appello per denunciare che la (non) lettura in Italia deve essere una
priorità nazionale, e che le biblioteche pubbliche devono essere il cuore di una
strategia di alfabetizzazione permanente il cui scopo è quello di permettere ai
cittadini di esercitare i loro diritti democratici e di ottenere le informazioni
necessarie per competere nell’economia globale.103
Ma quali sono le risorse pubbliche destinate al libro e alla lettura? Secondo l’AIE104 è
molto difficile quantificare le cifre, che risultano disperse in numerosissimi capitoli
di spesa, con l’aggravante della mancanza di una forma di coordinamento tra i
diversi soggetti (dal Ministero per i beni e le attività culturali, al Ministero degli
esteri, ai diversi assessorati delle Regioni). Cercando di mettere insieme cifre
estrapolate da voci di spesa più ampie (attività culturali) stanziate tra il 2004 e il 2005
a vario titolo a favore del settore,105 provenienti da fonti diverse, si stima che le
risorse destinate alla filiera dell’industria libraria siano pari a 13-14 milioni di euro,
cui va sommata una cifra quasi uguale proveniente dalle Regioni, e che interessa in
parte anche le biblioteche.
Un ruolo rilevante a sostegno di arte e cultura in generale è indubbiamente svolto
dalle amministrazioni locali, come si evince dal grafico successivo che riporta la
relativa spesa da parte degli enti pubblici per il triennio 2005-2008.106 Secondo uno
studio condotto sulle spese correnti e le spese in conto capitale per il settore cultura
di 21 grandi comuni italiani, è emerso che la spesa pro-capite media per il 2008 è
pari a 50,50 euro mentre gli investimenti sono pari a 14,10 euro.107
103
Si veda a <http://www.aib.it/aib/congr/c51/letturam.htm>.
104
AIE 2006, p. 105-107.
Si va dal credito d’imposta del 10% sugli acquisti di carta, a premi per la traduzione o
l’esportazione, fino a contributi per le pubblicazioni periodiche di elevato valore culturale.
105
106
Fonte: Federculture.
Fonte: Stageup, "La cultura in Italia: analisi della spesa e degli investimenti dei comuni",
disponibile a <http://www.stageup.com/spesaCultura/spesaCultura.pdf>.
107
71
Fonte: Federculture.
Complessivamente la spesa pubblica in cultura fino a 5 anni fa era pari a quasi a 7
miliardi di euro, considerando MiBAC, Regioni, Province e Comuni, ed è andata via
via diminuendo. Le Regioni e in particolare gli Enti Locali sono più che mai i motori
delle attività culturali del nostro paese: fatta cento la spesa complessiva dei vari
attori, la percentuale
di investimenti si è spostata anno dopo anno
dall’amministrazione centrale verso gli Enti Locali. Il bilancio di competenza del
Ministero per i beni e le attività culturali ha conosciuto a partire dal 2006 una
progressiva riduzione. Da uno stanziamento di quasi 2 miliardi e 200 milioni di euro
nel triennio 2003-2005, si è scesi a 1.961 milioni di euro per il triennio 2006-2008
(pari allo 0,23% del PIL), fino ad arrivare ai 1.719 milioni del 2009. Questa cifra
continua ad abbassarsi, e per il bilancio di previsione 2011 la cifra iscritta è inferiore
al miliardo e mezzo di euro, pari allo 0,18% del bilancio dello Stato.108 Non tutti i
paesi hanno reagito alla crisi globale tagliando i fondi alla cultura come ha fatto
l’Italia: Obama nel pacchetto anticrisi 2009 ha aumentato del 30% il budget annuale
del National Endowment for the Arts, Sarkozy del 10% il contributo dello Stato
francese alla cultura, il sindaco Bloomberg ha lanciato un piano di sostegno al
settore artistico che genera un indotto di altri 5,8 milioni di dollari nel solo distretto
108 I dati sono tratti da una presentazione disponibile sul sito della coalizione "Abbracciamo la
cultura" <http://www.abbracciamolacultura.it/doc/DossierBeniCulturali.ppt>.
72
di Manhattan, i Lander mediamente rilanciano del 7% gli investimenti culturali
tedeschi.109
Per quanto riguarda le sole biblioteche, non esistono cifre ufficiali certe in merito
agli investimenti pubblici. Analizzando i bilanci dei comuni, cioè degli enti che
hanno in carico la maggior parte delle biblioteche pubbliche, nell’anno 2006 per la
macrovoce "biblioteche, musei e pinacoteche" le spese correnti (ad es. per
personale, prestazioni di servizi, etc.) sono state pari a 727.501.664 euro, mentre le
spese in conto capitale (ad es. per l’acquisto di beni mobili e immobili) sono state
pari a 20.484.128 euro.110 Non è possibile, però, estrapolare le spese relative solo alle
biblioteche. Secondo una stima dell’AIE le biblioteche italiane (pubbliche,
universitarie, etc.) hanno acquistato nel 2003 libri per un valore a prezzo di
copertina valutabile tra 57 e 61 milioni di euro, pari a circa il 5% del settore "varia
adulti" e "ragazzi" del mercato editoriale italiano.111
L’unica indagine a cui si può fare riferimento è quella pubblicata dall’AIB diversi
anni fa, e che analizzava un campione di 200 biblioteche pubbliche italiane ubicate
in comuni con popolazione inferiore a 70 mila abitanti e distribuite sull’intero
territorio nazionale.112 Dalle risposte al questionario inviato, emerge che la spesa
pro-capite media per le biblioteche pubbliche nel nostro Paese era, nel 1991, pari a
10.573 lire, che sarebbero attualmente pari a poco meno di 9 euro e mezzo secondo
i risultati del calcolo di rivalutazione monetaria basato sugli indici Istat dei prezzi al
consumo.113 Volendo azzardare una stima, e supponendo che le spese a favore della
cultura nei bilanci degli enti locali siano complessivamente diminuite di circa il 25%
Fonte: articolo di Severino Salvemini I tagli (solo italiani) alla cultura: così si riduce lo sviluppo economico
pubblicato sul "Corriere della Sera" il 10 ottobre 2010, disponibile anche a
<http://archiviostorico.corriere.it/2010/ottobre/10/Tagli_solo_Italiani_alla_Cultura_co_9_10101
0034.shtml>.
109
Istat. Finanza locale: entrate e spese dei bilanci consuntivi (comuni, province e regioni). Anno 2006. Roma:
Istat, 2009. Disponibile anche a <http://www.istat.it/dati/catalogo/20100325_00/>.
110
PERESSON 2005, p. 133-134. Considerati i tagli ai bilanci, la stima va aggiornata e può attestarsi
sul 3-3,5% (Fonte: Peresson cit. da SOLIMINE 2010, p. 133).
111
112
AIB 1994.
113 Si veda <http://www.istat.it/prezzi/precon/aproposito/sistemaprezzi.html>. Per il calcolo è
stato utilizzato l'indice il NIC, che misura l'inflazione a livello dell'intero sistema economico.
73
negli ultimi 20 anni, si può proiettare il dato e dire che oggi la spesa per la gestione
delle biblioteche pubbliche e l’erogazione dei relativi servizi sia pari a circa 7 euro
pro capite l’anno. È difficile avvalorare il dato, in quanto sono pochissime le realtà
che effettuano rilevazioni in ambito bibliotecario. In Lombardia nel 2008 la spesa
pro-capite sostenuta dai comuni per la biblioteca era pari a 14,15 euro, di cui 1,29
per acquisto libri, periodici, materiale multimediale.114 E questa regione, come
sappiamo, è una delle eccellenze italiane. In Toscana nel 2002 la spesa pro-capite in
gestione era pari a 6,68 euro, di cui 0,68 in acquisto libri.115 È vero che la rilevazione
è precedente all'inaugurazione di importati biblioteche come le Oblate a Firenze e
San Giorgio a Pistoia, quindi presumibilmente la spesa attualmente dovrebbe essere
più alta. Soprattutto di recente però, come già sottolineato, la crisi economica ha
duramente colpito i bilanci degli enti locali e gli stanziamenti per la cultura sono stati
tra i primi a essere sacrificati. Secondo una stima dell’AIB i tagli per il 2011 saranno
nell’ordine del 15-35%, e si sommeranno a quelli del 7-10% già subiti l’anno
precedente. Nello specifico, in Calabria il bilancio pluriennale 2010-2012 non
prevede stanziamenti per le biblioteche, e solo una protesta portata avanti dalla
sezione regionale dell’AIB ha evitato che in Sicilia il bilancio di previsione per il
2010 avesse "per memoria" tutti i capitoli relativi al funzionamento delle
biblioteche.116 Situazioni simili si riscontrano anche nelle regioni del Nord Italia: in
Lombardia nel 2008 per la prima volta in dieci anni i fondi destinati alle biblioteche
di pubblica lettura sono diminuiti da 138 a 132 milioni di euro.117
Desolante anche il confronto tra biblioteche nazionali a livello europeo: mentre
Firenze e Roma vedono i loro bilanci rispettivamente ridursi agli attuali 2 milioni e 1
114 Fonte: <http://www.cultura.regione.lombardia.it/cs/Satellite?c=Redazionale_P&childpagena
me=DG_Cultura%2FDetail&cid=1213342450294&packedargs=NoSlotForSitePlan%3Dtrue%26
menu-to-render%3D1213342344380&pagename=DG_CAIWrapper>.
115
Fonte: <http://www.cultura.toscana.it/biblioteche/documenti/tab03_dati02.xls>.
Sulla questione specifica della Regione Sicilia si veda la lettera della Presidente della sez. AIB
<http://www.aib.it/aib/sezioni/sic/mail1003.htm>. Sui tagli in generale si segnala l’articolo di
Michele Smargiassi Le biblioteche senza libri. "Uno sponsor o si muore" pubblicato su "La Repubblica" il 6
ottobre 2010, disponibile anche a <http://www.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/2010/10/06/
news/biblioteche_senza_libri-7762150/>.
116
117
PARISE 2010.
74
e mezzo, Parigi può contare su 254 milioni, Londra su 160 milioni, Madrid su 52
milioni. Anche in termini di unità di personale l’Italia non regge il confronto: circa
200 unità o poco più a Roma e Firenze, a fronte degli oltre 1000 dipendenti della
Biblioteca Nacionál madrilena, dei 2000 della British Library londinese e dei 2600
della Bibliothèque Nationale parigina.118
2.3
Il ruolo delle biblioteche
L’istituzione bibliotecaria ha la lettura nel proprio DNA sin dalla sua nascita. Gli
stessi servizi "di base" che vengono erogati in biblioteca possono essere considerati
come iniziative di promozione "invisibile" della lettura. A partire dalla concezione
moderna degli spazi, all’interno delle strutture si presta attenzione a dar vita ad
ambienti che superino la vecchia sala di consultazione o di studio, e consentano al
lettore di trovare (o crearsi) uno spazio privato per la lettura in sede. La vetrina
presente all’ingresso di moltissime biblioteche non è solo un modo per presentare le
novità, ma anche per attirare l’attenzione dell’utente su percorsi, titoli particolari e
altre proposte; questo obiettivo può essere raggiunto anche con i servizi di
orientamento e consiglio, o la produzione di bibliografie tematiche. La dimensione
"sociale" della lettura si esplica con servizi quali i gruppi di lettura o le presentazioni
con gli autori. Quando poi la biblioteca va "fuori di sé" esporta la lettura, oltre ai
servizi bibliotecari, in luoghi di transito secondo il "principio di Maometto": se il
lettore non va alla biblioteca, la biblioteca va dal lettore.119
Purtroppo com’è noto le biblioteche pubbliche del nostro Paese scontano ancora
oggi un’eredità storica di disinteresse politico, che non ha consentito uno sviluppo
adeguato di strutture e servizi, nonché di connotazione di servizio pubblico
118
SOLIMINE 2010, p. 50-51.
119
FERRIERI 2007.
75
essenziale per la comunità.120 Ciò si riflette sul basso impatto nei confronti dei
cittadini: secondo l’ultima indagine multiscopo dell’Istat,121 gli italiani di età superiore
agli 11 anni che dichiarano di frequentare le biblioteche sono pari solo all’11,7%
della popolazione. Le biblioteche sono più frequentate al Nord (in testa TrentinoAlto Adige con il 28,8% e Valle d’Aosta 27%) che al Sud (la punta più bassa si
registra in Campania con il 6,2%).
18
16
14
media
11,7%
percentuale
12
10
8
6
4
2
0
Nord ovest
Nord est
Centro
Sud
Isole
Grafico elaborato su dati ISTAT 2007 Tavola 36 - Persone di 11 anni e più per frequentazione di biblioteche, motivo per
cui si recano in biblioteca, frequenza negli ultimi 12 mesi, regione, ripartizione geografica e tipo di comune - Anno 2006.
Non emergono particolari differenze tra comuni piccoli e grandi. C’è un leggero
aumento nella periferia dell’area metropolitana (13,2%), cui corrisponde un leggero
calo per i comuni fino a 2 mila abitanti (9,8%), ma in generale le biblioteche sono
(poco) frequentate con la medesima intensità.
Bambini e ragazzi vi fanno visita più spesso degli adulti: nella fascia 11-14 anni si
recano in biblioteca il 38,4% degli intervistati, seguiti a stretto giro dai ragazzi di 1517 anni (34,3%). Dopo i vent’anni i valori scendono in maniera significativa, come
emerge dal grafico seguente.
120
TRANIELLO 2005.
121
ISTAT 2007.
76
40
35
30
25
20
media
11,7%
15
10
5
0
11-14
15-17
18-19
20-24
25-34
35-44
45-54
55-59
60-64
65-74 75 e più
Grafico elaborato su dati ISTAT 2007 Tavola 35 - Persone di 11 anni e più per frequentazione di biblioteche, motivo per
cui si recano in biblioteca, frequenza negli ultimi 12 mesi, classe di età e sesso - Anno 2006.
Un dato molto simile è presente anche in un’indagine Doxa122 secondo la quale il
21% della popolazione tra i 5 e i 13 anni si è recato in una biblioteca pubblica e/o
scolastica almeno una volta nei 3 mesi precedenti l’intervista. Dal grafico seguente
emergono le note differenze territoriali.
35
30
media
21%
percentuale
25
20
15
10
5
0
Nord ovest
Nord est
Centro
Sud
Isole
Grafico tratto da AIE 2008, p. 107 (fonte: indagine Doxa Junior & Teens 2007).
122
Cit. AIE 2008, p. 107.
77
Ad andare in biblioteca sono più le femmine che i maschi (13,2% contro 10,1%), nel
36,4% dei casi ci si va nel tempo libero mentre la metà delle volte la motivazione è
legata a studio e/o lavoro (51,7%). Per quanto concerne la frequenza nel corso
dell’anno, essa è pari a 1-2 volte per il 18,7% degli intervistati, 3-5 volte per il 29,7%,
6-9 volte per il 12%. Il 36,4% ci si è recato più di 10 volte nei 12 mesi precedenti
l’intervista.
Secondo l'analisi delle modalità di acquisizione dell'ultimo libro letto, dall'indagine
multiscopo del 2006 emerge che solo il 5,4% dei lettori italiani si è rivolto a una
biblioteca per il prestito. Valori più alti si riscontrano in Trentino, Valle d'Aosta ed
Emilia-Romagna mentre come prevedibile agli ultimi posti si posizionano le regioni
del Sud Italia, con l'aggiunta di Molise e Abruzzo.
Trentino-Alto Adige
Valle d'Aosta
Emilia-Romagna
Lombardia
Veneto
Piemonte
Sardegna
Basilicata
Friuli-Venezia Giulia
Marche
Umbria
Sicilia
Toscana
Liguria
Puglia
Lazio
Calabria
Campania
Molise
Abruzzo
media 5,4%
0
2
4
6
8
10
12
14
16
18
Grafico elaborato su dati ISTAT 2007 Tavola 18 - Persone di 6 anni e più che leggono libri nel tempo libero per
modalità di acquisizione dell'ultimo libro letto, regione, ripartizione geografica e tipo di comune - Anno 2006 - Risposta
"In prestito da una biblioteca".
Nel nostro Paese manca un sistema di rilevazione statistica omogeneo che ci
consenta di disporre anche di dati funzionali e di risultati di servizio delle
biblioteche. Tuttavia è possibile analizzare la presenza delle strutture sul territorio
78
dal punto di vista quantitativo. Anche in questo caso si notano forti differenze tra il
nord e il sud del Paese. Su 12.400 biblioteche censite dall’Istat il 50% è localizzato
nelle regioni del Nord, il 21% al Centro, il 18% al Sud e il restante 11% nelle Isole.123
Nel grafico seguente è riportato il dettaglio numerico delle strutture per le sole
biblioteche dipendenti da enti territoriali e per quelle universitarie.
Università statali e non statali
4.000
801
Enti territoriali
3.500
3.000
2.500
2.000
3.682
378
1.500
522
1.000
342
1.199
837
500
660
0
Nord
Centro
Sud
Isole
Grafico elaborato sui dati ISTAT 2010b Tavola 8.3 - Biblioteche per tipologia amministrativa e regione - Anno 2009
I dati sulla consistenza dei patrimoni delle biblioteche pubbliche (riguardanti solo
volumi e opuscoli, in quanto non vengono censiti gli audiovisivi) ci dicono che
queste strutture sono soprattutto medio-piccole: oltre il 58% di esse ha un
patrimonio inferiore ai 10 mila volumi, il 33% possiede tra i 10 mila e i 100 mila
volumi, biblioteche con oltre 500 mila volumi sono circa una decina.124 Per fare un
paragone, la Library of Congress (la biblioteca più grande del mondo) possiede oltre
33 milioni di libri e altri materiali a stampa, 3 milioni di registrazioni, 12 milioni e
mezzo di fotografie, 63 milioni di manoscritti.125 La Biblioteca nazionale centrale di
123
ISTAT 2010b.
I dati sono tratti da ISTAT 2009 e non da ISTAT 2010b come sopra in quanto quest’ultima
analisi non differenzia il patrimonio in base alla tipologia funzionale delle biblioteche. Qui ci
interessava focalizzare soprattutto la situazione delle biblioteche pubbliche.
124
125
Fonte: <http://www.loc.gov/about/facts.html>.
79
Firenze, per contro, possiede 6 milioni di volumi a stampa, 4.000 incunaboli, 25.000
manoscritti, 29.000 edizioni del XVI secolo e oltre 1.000.000 di autografi.126
3%
6%
Non indicato
21%
>2.000
2.001-5.000
33%
5.001-10.000
10.001-100.000
100.001-500.000
500.001+
20%
17%
Grafico elaborato sui dati ISTAT 2009 Tavola 4.5 - Biblioteche per consistenza del patrimonio librario e tipologia
amministrativa - Anno 2007.
L’indagine AIB-Istat sulle biblioteche pubbliche italiane del 2001127 ha evidenziato
come il 48% delle biblioteche riceva meno di 100 visite al mese e solo l’8,5% ne
riceva oltre 1000. Da considerare che circa l’11-12% delle biblioteche rispondenti
non effettua prestiti né riceve visite, quindi presumibilmente si tratta di strutture
chiuse. Il 32% riceve fra 100 e 1000 visitatori al mese, ma al Sud e Isole il dato sale
al 45%. Si colloca fra 500 e 5000 visite al mese il 21% delle biblioteche al Centro. Il
rapporto tra la consistenza del patrimonio e il numero delle visite e dei prestiti è
strettamente collegato: oltre la metà delle biblioteche nella classe di patrimonio
5000-10.000 documenti riceve fra 50 e 500 visite mensili (68%) ed effettua tra 100 e
500 prestiti (54%). Con l’aumentare del patrimonio bibliografico aumentano anche
126
Fonte: <http://www.bncf.firenze.sbn.it/pagina.php?id=51&rigamenu=Patrimonio>.
127 AIB-ISTAT 2001; BORETTI 2002. L’indagine, finalizzata a conoscere meglio il ruolo e le
potenzialità delle biblioteche pubbliche italiane nel fornire accesso alla documentazione prodotta
dalle amministrazioni, ha fornito anche una serie di informazioni utili a delineare una prima
statistica delle biblioteche italiane.
80
prestiti e visite: la metà delle biblioteche nella fascia 50.000-100.000 documenti
riceve oltre 1000 visite mensili e il 40% di esse effettua oltre 1000 prestiti. Le regioni
che superano più frequentemente i 1000 prestiti medi mensili per biblioteca sono
Trentino-Alto Adige, Emilia-Romagna e Lombardia.
Le biblioteche da diversi anni ormai organizzano molte e variegate attività che
hanno a che fare con la promozione della lettura: cercando di dividerle in filoni
principali, si va da incontri con l’autore/presentazioni di libri a letture
pubbliche/animate, campagne pubblicitarie, mostre/mostre-mercato del libro,
proposte/bibliografie, gruppi di lettura. Non esistono analisi recenti sul tema a
livello nazionale. Così bisogna rifarsi a un’indagine di inizi anni ’90 sulla promozione
della lettura in oltre 250 biblioteche pubbliche, dalla quale emergeva come l’incontro
con l’autore fosse una delle iniziative più "classiche" e gettonate dalle biblioteche,
seguita dalla mostra/mostra-mercato del libro.128
Secondo alcune stime,129 sono circa 200 le iniziative che ogni anno, con una certa
organizzazione e continuità nel tempo, hanno a che fare con la lettura: fiere e saloni
del libro, letture pubbliche, festival letterari, iniziative realizzate su spiagge o in
alpeggi montani da associazioni, biblioteche, librerie, Comuni, Regioni e case
editrici. Solo le fiere e i festival letterari sarebbero più di 80.130 Oltre un milione di
persone si muove per seguire nello specifico queste attività., che si tengono
soprattutto nel Nord e Centro Italia. Il rapporto con il territorio è condizione
imprescindibile per la buona riuscita di questi eventi, che spesso nascono dal basso e
per "contaminazione evolutiva" dei modelli. È evidente come le differenze notevoli
che ci sono tra Nord e Sud impongano strategie e iniziative diverse: eventi e festival
possono andare bene in regioni in cui si legge molto, mentre nel Sud Italia (dove i
FERRIERI 1996, in particolare il cap. 3. Molte altre iniziative organizzate dalle biblioteche sono
esemplificate in BELOTTI 1997, 1999, 2009.
128
129
PERESSON 2006a.
130
Fonte: Sarah Bonciarelli cit. da PERESSON 2008b, p. 21.
81
non lettori sono circa il 70% della popolazione) sarebbero più opportuni interventi
strutturali a favore di biblioteche, librerie, etc.131
Soggetti che attivano iniziative di promozione della lettura e relazioni tra i soggetti coinvolti
Biblioteca Editore Libreria Saloni Festival Associazioni
Biblioteca
-
Editore
X
-
Libreria
x
Saloni
xxx
xx
Festival
Associazioni
Gruppi
lettura
Fondazioni
Enti locali
X
xxx
xx
-
xx
xxx
x
xx
xxx
x
x
xxx
xxx
-
x
xx
xxx
xx
-
xxx
x
x
-
xxx
x
Ministeri
xxx
x
-
x
xx
x
Gruppi
Fondazioni Enti locali Ministeri
lettura
x
X
xxx
xx
xxx
xx
xx
-
Grafico tratto da Peresson 2006a, p.95.
Le principali manifestazioni non fieristiche a carattere nazionale, che hanno come
obiettivo l’allargamento della base di lettori e hanno continuità nel corso degli anni
sono:132
-
Nati per leggere (NPL): nato nel 1999, il progetto ha l’obiettivo di
promuovere la lettura ad alta voce ai bambini di età compresa tra i 6 mesi e i
6 anni. Le iniziative intraprese vanno dalla redazione di una bibliografia con
consigli di lettura per fascia d’età, alle letture ad alta voce tenute da esperti,
all’invio di libri in omaggio ai neonati. È promosso dall’alleanza tra
bibliotecari e pediatri attraverso le rispettive associazioni (Associazione
Culturale Pediatri - ACP; Associazione Italiana Biblioteche - AIB; Centro per
la Salute del Bambino onlus - CSB). Il progetto è attivo su tutto il territorio
nazionale con circa 400 progetti locali. Secondo una ricerca del 2008, il
bacino demografico interessato dai progetti è stato pari al 33% della
131
PERESSON 2007.
132
PERESSON 2008b, p. 21-29.
82
popolazione italiana e i bambini di età compresa tra 0 e 5 anni entrati in
contatto con NPL sono stati il 24% della popolazione destinataria.133
-
Presidi del libro: 134 nascono nel 2001 come idea di promozione del libro "dal
basso" discussa tra diversi editori. Alla fine del 2003, l’Associazione ha deciso
di aprirsi anche a tutti coloro che sono interessati alla lettura (insegnanti o
studenti, librai o bibliotecari, professionisti, etc.). L’Associazione ha lanciato
una serie di progetti, tra cui incontri tematici di lettura per discutere di un
tema attraverso una serie di libri selezionati e alla presenza degli autori; corsi
di formazione per librai; il festival letterario "Dialoghi di Trani" e
"Passaparola. Forum del libro e della promozione della lettura" dove si
incontrano tutti i protagonisti del mondo del libro e della lettura per
scambiare esperienze e lanciare proposte.
-
Ottobre piovono libri (OPL): l’iniziativa nasce nel 2006 nell’ambito della
Direzione generale per le biblioteche del Ministero per i beni e le attività
culturali, e viene realizzata insieme con la Conferenza delle Regioni e delle
Province Autonome, l’Unione delle Province Italiane, l’Associazione
Nazionale dei Comuni Italiani. Durante il mese di ottobre, su tutto il
territorio nazionale si tengono centinaia di incontri, presentazioni, spettacoli
e reading per promuovere il libro e la lettura. Non si tratta solo di un
calendario comune, ma anche di un modo nuovo per creare una rete di
eventi e di collaborazioni, facilitata anche dalla messa on line del database
delle iniziative sul sito del Centro per il libro e la lettura.
Quest’ultima iniziativa risulta particolarmente interessante da approfondire per i
seguenti motivi. Innanzitutto le attività svolte nell’ambito OPL solo in piccola parte
nascono dietro finanziamenti o contributi concessi nell’ambito della campagna; ciò
significa che esse sono rappresentative di una realtà già esistente. Il ruolo di OPL è
fare sistema, consolidare e valorizzare iniziative isolate. La campagna, inoltre, è stata
133
Fonte: <http://www.natiperleggere.it/index.php?id=28>.
134
Si veda <http://www.presidi.org>.
83
oggetto di monitoraggio e studio sia in merito alle iniziative realizzate sia al pubblico
di riferimento.135 Le analisi forniscono utili indicatori per proiettare a livello
nazionale quali sono le modalità in con cui si declina l’attività di promozione della
lettura e quali sono i suoi attori principali.
Dai 260 eventi del 2006 si è passati ai 500 del 2007, ai 1250 del 2008, ai 1700 del
2009, fino a quasi 2500 nel 2010. Grazie a questi dati è possibile quantificare in 9-12
mila le iniziative di promozione del libro e della lettura organizzate nell’arco di tutto
l’anno.136 La diffusione è capillare: in tutte le province nell’edizione 2010 si è svolta
almeno una manifestazione e più della metà delle province è stata presente con oltre
10 eventi.137 Le biblioteche, secondo questa analisi, confermano il ruolo
predominante nell’organizzazione di eventi di promozione della lettura: nel triennio
2007-2009 in quasi la metà dei casi le manifestazioni organizzate nell’ambito di OPL
si sono svolte in biblioteca (di qualsiasi tipologia e/o appartenenza -statale, di ente
locale, scolastica, universitaria, di istituti, fondazioni e accademie-). L'altra metà degli
eventi è stata organizzata in altri luoghi urbani, meno del 4% in libreria.138 Nel 2010
le manifestazioni della categoria "Animazioni" (laboratori didattici, animazioni
teatrali, giochi e gare - prevalentemente, anche se non esclusivamente, rivolte ai
bambini-), hanno superato gli eventi dedicati agli incontri con gli autori, che restano
sempre preferiti.
135
PERESSON 2008b e 2010c, VANNUCCHI 2009a e 2009b.
136
PERESSON 2010c, p. 29.
137
CARRARINI 2010.
138
PERESSON 2010c, p. 36-37.
84
Figura tratta da CARRARINI 2010, p. 82. Tipologia di eventi OPL 2010.
La maggior parte degli eventi si svolge al Nord e al Centro, confermando le carenze
strutturali e si può dire di "interesse" del Sud nei confronti del libro e della lettura,
eche sono già emerse nelle pagine precedenti di questo lavoro.
613
629
414
Nord
Centro
Sud
Grafico tratto da PERESSON 2010c, p. 35. Andamento degli eventi OPL per area geografica, anno 2009.
85
Il profilo del pubblico degli eventi OPL è il seguente [dati 2009]:139 l’età media è di
36 anni, è soprattutto femmina (61%) in possesso di titoli di studio medi e medio
alti. Il 90% dei frequentatori ha letto almeno un libro nell’ultimo anno per motivi
non scolastici o professionali, di essi circa la metà ne ha letti più di 7. La valutazione
che viene data della campagna è complessivamente positiva, i punti indicati come
più critici sono la scarsa comunicazione e la bassa innovatività delle iniziative.
In sostanza, quindi, nessuno degli eventi organizzati nell’ambito di OPL intercetta
un pubblico di non lettori. Questo è un aspetto problematico che il Centro per il
libro ha cercato di risolvere con una campagna di comunicazione che raggiungesse
anche i non lettori e i lettori deboli. Per l’edizione 2009 di OPL sono stati stampati
200.000 depliant-locandine (di cui 100.000 distribuiti da Messaggerie libri a circa
1.800 librerie in tutto il territorio nazionale); 30.000 libretti di presentazione della
campagna e i programmi regionali contenenti l’elenco completo delle iniziative del
territorio. Le Regioni inoltre hanno coordinato la promozione e la comunicazione
degli eventi relativi al proprio territorio. Messaggi promozionali relativi a OPL sono
stati diffusi tramite radio, tv, web e altri media.140
In conclusione, riprendiamo il "teorema di Maometto" citato all'inizio di questo
paragrafo: se il lettore non va alla biblioteca, la biblioteca va dal lettore. A quanto
pare è confermato che dal non lettore non ci va (quasi) nessuno, o che farlo è
un'impresa improba.
139
PERESSON 2010c, p. 38-46.
140
CARRARINI 2010.
86
3.
Il Centro per il libro e la lettura
3.1
Dall’Istituto per il libro al Centro
La promozione del libro e della lettura è una funzione che il già citato decreto
legislativo 20 ottobre 1998, n. 368 include fra competenze del Ministero per i beni e
le attività culturali. L’art. 2 comma 2 lettera c stabilisce che "il Ministero esercita, in
particolare, le funzioni amministrative statali nelle seguenti materie: (...) promozione
del libro, della lettura e delle attività editoriali di elevato valore culturale; sviluppo dei
servizi bibliografici e bibliotecari nazionali".
Il decreto 173/2004141 all'art. 12 stabilisce che è la Direzione generale per i beni
librari e gli istituti culturali142 a svolgere funzioni e compiti in materia di biblioteche
pubbliche statali, di servizi bibliografici e bibliotecari nazionali, di istituti culturali, di
promozione del libro e della lettura. In particolare, secondo il comma 2 lettere i, l e
m, il Direttore generale "incentiva l'ideazione, la progettazione e la realizzazione di
programmi editoriali tematici, volti in particolare a valorizzare le opere di saggistica,
di narrativa e di poesia di autori contemporanei, italiani e stranieri; promuove,
presso le scuole di ogni ordine e grado, la diffusione della letteratura e della
saggistica attinenti alle materie insegnate, attraverso programmi concordati con il
Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca; incentiva, anche attraverso
iniziative promozionali, la diffusione del libro e la conoscenza delle biblioteche e dei
relativi servizi". Con decreto ministeriale del 24 settembre 2004143 viene
Decreto del Presidente della Repubblica 8 giugno 2004, n. 173 recante "Regolamento di
organizzazione del Ministero per i beni e le attività culturali", disponibile a <http://www.librari.
beniculturali.it/upload/documenti/dpr173_2004.pdf>.
141
142
La denominazione attuale è DG per le biblioteche, gli Istituti culturali e il diritto d'autore.
Decreto del ministro per i Beni e le Attività culturali del 24 settembre 2004 "Articolazione della
struttura centrale e periferica dei dipartimenti e delle direzioni generali del ministero per i Beni e le
143
87
ulteriormente definita la struttura organizzativa del Ministero. Nell'allegato 4,
all'interno della Direzione generale, è individuato il Servizio IV "Promozione del
libro e della lettura" con, fra gli altri, i seguenti compiti:
-
incentivazione dell'ideazione, della progettazione e della realizzazione di
programmi editoriali tematici, volti in particolare a realizzare le opere di
saggistica, di narrativa e di poesia di autori contemporanei italiani e stranieri;
-
promozione presso le scuole di ogni ordine e grado della diffusione della
letteratura e della saggistica attinenti alle materie insegnate, attraverso
programmi concordati con il ministero dell'istruzione dell'università e della
ricerca;
-
premi per la promozione della lettura e la traduzione;
-
contributi per la promozione del prodotto editoriale all'estero e per l'apertura
di nuove librerie in Italia;
-
erogazione di contributi a favore di riviste e opere librarie di elevato valore
culturale;
-
erogazione di contributi a favore degli esportatori del libro italiano nei paesi
extracomunitari e a favore della traduzione;
-
acquisto di materiale librario per centri di lettura in Italia e all'estero;
-
organizzazione di campagne promozionali per la lettura;
-
organizzazione di convegni;
-
studi e ricerche sul libro, la lettura, la traduzione, l'editoria elettronica e
multimediale;
-
mostre del libro in Italia e all'estero; partecipazioni a saloni e fiere
internazionali del libro;
-
redazione ed edizioni di pubblicazioni di informazione culturale e
bibliografica ("Libri e riviste d'Italia", "Quaderni di libri e riviste d'Italia",
"Supplementi", "Accademie e biblioteche d'Italia");
Attività culturali", disponibile a <http://www.librari.beniculturali.it/upload/documenti/Decreto_
24_09_2004.pdf>.
88
-
contributi per l'innovazione tecnologica delle imprese editoriali a favore degli
ipovedenti e dei non vedenti;
-
incremento dei fondi delle biblioteche italiane con materiale librario
proveniente dagli Istituti esteri;
-
promozione del libro italiano all'estero.
Con decreto ministeriale del 28 ottobre 2005144 viene rilevata l'opportunità di
caratterizzare ulteriormente in senso tecnico-scientifico le attività del Servizio IV,
esaltando il profilo dell'autonoma progettazione e realizzazione di programmi,
attribuendo anche compiti di studio, ricerca e monitoraggio sul mercato editoriale,
sulle abitudini di lettura, nonché di cura dei rapporti con regioni ed enti locali, e altri
organi attivi nel settore. Si ritiene quindi di procedere a una modifica dell'assetto
organizzativo della Direzione generale, creando al posto del Servizio IV un nuovo
ufficio, dotato di autonomia tecnico-scientifica, che sia più efficace nel perseguire gli
obiettivi individuati. Nasce così l’Istituto per il libro, che viene incaricato di:
a) elaborare e diffondere indirizzi tecnici nel settore della promozione del libro
e della lettura;
b) sviluppare, elaborare e coordinare progetti di rilievo nazionale per la
valorizzazione dei prodotti editoriali nazionali;
c) svolgere attività di studio e ricerca volte ad individuare forme, modi e tempi
per la diffusione dei prodotti editoriali italiani all’estero in collaborazione con
le istituzioni pubbliche e le imprese private interessate ad aumentare, insieme
agli spazi di mercato, l’influenza della cultura italiana nel mondo;
d) svolgere indagini conoscitive - anche valendosi di consulenze e apporti
esterni di enti, società o persone di provata capacità ed esperienza - per
monitorare il mercato editoriale e i comportamenti attinenti alla lettura sul
territorio, in ambiti generali o specifici;
e) raccogliere e diffondere sistematicamente - a mezzo stampa, via internet e
con ogni altro strumento tecnologicamente avanzato - informazioni e
144
<http://80.241.231.196/risorse/documenti/4_-_decreto_istituto_libro_1243777472015.pdf>.
89
documenti relativi all’area editoriale italiana, utile per il lavoro degli operatori
del settore, ma anche per l’utilizzazione da parte di biblioteche e utenti;
f) favorire la diffusione di opere in grado di far conoscere e valorizzare su vasta
scala gli autori, le aree, i generi e le tematiche più significative dell’editoria
italiana.
L'allegato 1145 integra i compiti definiti nel decreto con le attività già svolte dal
Servizio IV (e che in parte si sovrappongono con quelle in carico al Dipartimento
per l’informazione e l’editoria, già citate in precedenza §2.2) e rimarca la
collaborazione che l'Istituto deve necessariamente avere con regioni ed enti locali
per la progettazione e lo sviluppo di iniziative per la promozione del libro e della
lettura, dato che le competenze in materia sono condivise.
L'Istituto viene presentato l'8 febbraio 2006, presso il Salone del Ministro per i Beni
e le Attività Culturali.146 Nell'intervento del Direttore generale (all'epoca Luciano
Scala) viene nuovamente sottolineato che "l'obiettivo preminente è quello di ideare e
di coordinare progetti di rilievo nazionale, interagendo strettamente con gli enti
locali (i Comuni, le Province, le Regioni), con le biblioteche pubbliche (le statali, le
comunali, le universitarie, le religiose ecc.), con le associazioni culturali e
professionali, con gli organi di informazione, coinvolgendo tutti i soggetti legati alla
filiera del libro (gli autori, i traduttori, gli editori, i distributori, i librai e ovviamente e
prima di tutto i lettori)." L'auspicio poi è che l'Istituto divenga autonomo nei
confronti della Direzione e indipendente, come avviene in Francia per il Centre
National du Livre. Nonostante le attività previste per l'Istituto siano numerose e
impegnative, non c'è garanzia di un adeguato finanziamento. Il Direttore, sempre nel
suo discorso di presentazione, chiede al Ministro per i Beni culturali (all'epoca
Rocco Buttiglione) di destinare i finanziamenti necessari. Al momento della
Disponibile
_Libro.pdf>.
145
a
<http://www.internetculturale.it/upload/documenti/4bis_-_All_1_Istituto
Si veda il relativo comunicato stampa a <http://www.internetculturale.it/generaNews.jsp?s=
14&id=201&l=it>.
146
90
fondazione dell'Istituto, infatti, le risorse economiche e umane sono sempre quelle
dell'ex Servizio IV.
È difficile valutare l'impatto che l'Istituto, nella sua breve vita, ha avuto nei
confronti di una politica nazionale di promozione della lettura. Rispetto ai modelli
cui si ispirava è mancata una strategia d’insieme condivisa e adeguatamente
supportata dalla struttura. Non risulta esistere un bilancio delle attività svolte e degli
obiettivi raggiunti, né un programma di lavoro organico che analizzasse
preventivamente le necessità e le priorità di intervento. L'unica iniziativa significativa
da segnalare è l'avvio della campagna "Ottobre piovono libri" (di cui abbiamo
parlato nel capitolo precedente). Se impatto c'è stato, quindi, non è stato quello
voluto e ipotizzato.
A maggio 2006 prende avvio la XV legislatura (secondo governo Prodi) e Francesco
Rutelli viene nominato Ministro per i beni e le attività culturali. Poco dopo
l'insediamento viene decisa, in stretta collaborazione con gli attori del settore e la
Direzione generale, la modifica della struttura dell'Istituto immaginando un
"Centro" con una flessibilità amministrativa propria.147 Come verrà successivamente
dichiarato, l'esperienza dell'Istituto ha dimostrato come l'implementazione dei
servizi, dei programmi, delle sinergie e dei contatti abbia trovato ostacolo
insormontabile nell'assetto organizzativo. Emerge quindi la necessità di avere una
struttura dotata di completa autonomia non solo tecnico-scientifica, ma anche
contabile-amministrativa.148
Durante gli Stati generali dell'editoria organizzati dall'AIE nel settembre 2006,
Rutelli annuncia la prossima costituzione del Centro per il libro. Il mese successivo
viene firmato un Protocollo d’Intesa149 dal Ministro, dal Sottosegretario alla
La ricostruzione precisa e documentata delle vicende che hanno portato alla creazione
dell'Istituto e del Centro si trova in LEOMBRONI 2010.
147
Risposta del Sottosegretario Danielle Gattegno Mazzonis all'interrogazione in Commissione
cultura della Camera, cit. LEOMBRONI 2010, disponibile a <http://www.camera.it/_dati/leg15/
lavori/bollet/200709/0927/HTML/07/allegato.htm#69n1>.
148
Disponibile a <http://80.241.231.196/risorse/documenti/protocollo_intesa_1243768477984
.pdf>.
149
91
Presidenza del Consiglio Ricardo Franco Levi, dal Capo del Dipartimento per
l’editoria Paolo Peluffo e dai rappresentanti degli editori e degli Enti locali. Il
protocollo prevede che il Centro abbia compiti di attuazione delle politiche di
diffusione del libro e della lettura in Italia, nonché di promozione del libro italiano,
della cultura e degli autori italiani all’estero. Nel dettaglio, l’azione del Centro (basata
sul coordinamento delle istituzioni statali e sulla collaborazione con le istituzioni
territoriali e locali competenti) si dovrà esplicare nei seguenti ambiti:
-
realizzazione di campagne informative attraverso la televisione, la radio, il
cinema, la stampa quotidiana e periodica, internet, per sensibilizzare
l’opinione pubblica nei confronti dei prodotti editoriali e della lettura;
-
realizzazione di adeguate politiche di diffusione del libro, della cultura e degli
autori italiani all’estero, attraverso una pianificazione pluriennale delle
strategie di intervento in materia di partecipazione alle Fiere Internazionali
del Libro e di sostegno alle traduzioni;
-
organizzazione di manifestazioni ed eventi, in Italia e all’estero, volti a
diffondere la produzione editoriale italiana, la cultura e la lettura in generale;
-
coordinamento e sostegno delle iniziative promosse dalle biblioteche, dalle
scuole e dalle Istituzioni pubbliche e private, con particolare riguardo a quelle
rivolte ai giovani;
-
costituzione di un Osservatorio del libro e della lettura con il compito di
studiare la valenza sociale e l’evoluzione della lettura in Italia e proporre
adeguate iniziative per l’educazione e la sensibilizzazione; studiare
l’andamento della vendita di prodotti editoriali e proporre iniziative per la
diffusione della produzione editoriale italiana, con particolare attenzione alla
produzione contemporanea; studiare l’evoluzione dell’offerta libraria in Italia,
i comportamenti di acquisto e il settore editoriale in genere; raccogliere e
diffondere informazioni sulle iniziative comunitarie, a favore del libro e
dell’editoria o comunque utili per gli operatori editoriali; organizzare un
apposito ufficio incaricato della gestione dei diritti per la riproduzione delle
opere conservate dai Musei e dalle Istituzioni culturali.
92
Rispetto alla mission delineata per l'Istituto, nel Protocollo emerge una connotazione
più progettuale e organica delle core competencies del Centro a favore del settore del
libro e della lettura. Per quanto concerne l’organizzazione il Protocollo prevede due
organi collegiali, ovvero un Consiglio e un Comitato di indirizzo. Il primo organo,
presieduto da una personalità di comprovata capacità ed esperienza, è composto da
rappresentanti della Presidenza del Consiglio dei Ministri, dei vari Ministeri
interessati (Affari Esteri, Commercio Internazionale, Pubblica
Istruzione,
Università, Comunicazioni, Beni culturali), degli enti locali (Conferenza StatoRegioni, UPI, ANCI), della SIAE, delle associazioni di categoria (AIE, ALI, AIB,
sindacato scrittori, traduttori) e da 3 esperti scelti dal Ministro per i beni e le attività
culturali, per un totale di ben 33 membri. Il Comitato di indirizzo, composto da 7
membri di cui 3 di nomina del Ministro, uno designato dalla Conferenza delle
Regioni-UPI-ANCI e 3 designati dalle categorie degli editori e dei librai, e
presieduto dalla medesima personalità che presiede il Consiglio, ha il compito di
definire gli obiettivi, le strategie di intervento e le relative linee di attuazione. La
lunga lista di enti che devono essere rappresentati nel Consiglio del Centro è una
chiara espressione della straordinaria frammentazione di competenze che esiste nel
nostro Paese in tema di promozione del libro e della lettura per quanto attiene il
comparto statale. A ciò corrisponde l’elevato numero di componenti del Consiglio
stesso, frutto del tentativo di trovare gli idonei equilibri con gli altri attori della
filiera.150
Quanto previsto dal Protocollo d’Intesa, dopo una serie di cambiamenti non
condivisi con tutti gli strakeholders, viene riportato in uno schema di regolamento
approvato dal Consiglio dei ministri il 2 febbraio 2007.151 Lo schema viene inviato al
Consiglio di Stato e alla Conferenza Stato-Regioni: quest'ultima formula parere
positivo, mentre il Consiglio di Stato rileva che l'autonomia amministrativa e
contabile non può essere attribuita da un regolamento, serve una fonte normativa di
150
LEOMBRONI 2010, p. 85-86.
151
Si veda: Centro per il libro: verso l'approvazione. "Libri e riviste d'Italia" 3 n.s. (2007), n. 2, p. 5.
93
rango superiore che autorizzi tale attribuzione per via regolamentare. L'AIE,
principale "sponsor" della creazione del Centro, preme affinché le promesse e gli
impegni presi un anno prima agli Stati generali vengano rispettati con fatti
concreti.152
Nonostante si sia ancora in assenza di normativa ad hoc, il nuovo regolamento di
organizzazione del Ministero per i Beni e le Attività culturali153 all’art. 15 individua il
Centro per il libro e la lettura tra gli Istituti dotati di autonomia speciale (lettera l).
L’organizzazione e il funzionamento del Centro devono essere definiti però con uno
o più regolamenti
successivi. Anche la legge Finanziaria 2008,154 che
paradossalmente diventa la fonte primaria invocata dal Consiglio di Stato, all'art. 2
comma 409 ribadisce il compito del Centro "di promuovere e di realizzare
campagne di promozione della lettura, di organizzare manifestazioni ed eventi in
Italia e all’estero per la diffusione del libro italiano, di sostenere le attività di
diffusione del libro e della lettura promosse da altri soggetti pubblici e privati,
nonché di assicurare il coordinamento delle attività delle altre istituzioni statali
operanti in materia e di istituire l’Osservatorio del libro e della lettura". Prevede
inoltre per l’esercizio finanziario 2008 la cifra di 3 milioni di euro per le spese di
funzionamento e per le attività istituzionali. Lo stanziamento verrà dimezzato
successivamente tramite il decreto legge 93/2008 (art. 5, comma 9, lettera b, punto
9-10).155
Poco prima della caduta del governo Prodi, con l’entrata in vigore del Regolamento
di riorganizzazione del Ministero viene predisposto un decreto interministeriale
(Ministro per i beni e le attività culturali di concerto con il Ministro dell’economia e
152
MOTTA 2007.
Decreto del Presidente della Repubblica 26 novembre 2007, n. 233 recante "Regolamento di
riorganizzazione del ministero per i Beni e le Attività culturali, a norma dell'articolo 1, comma 404,
della legge 27 dicembre 2006, n. 296", disponibile anche a <http://www.librari.beniculturali.it/
upload/documenti/DPR26_11_2007n233.pdf>.
153
Legge 24 dicembre 2007, n. 244 "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e
pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2008)", disponibile anche a <http://www.parlamento.it/
parlam/leggi/07244l.htm>.
154
155 Decreto-legge 27 maggio 2008, n. 93 "Disposizioni urgenti per salvaguardare il potere di
acquisto delle famiglie" <http://www.camera.it/parlam/leggi/decreti/08093d.htm>.
94
delle finanze, datato 7 aprile 2008) per stabilire le modalità organizzative e di
funzionamento del Centro e consentirne il concreto avvio. Il decreto, inviato alla
Corte dei Conti per la prescritta registrazione, veniva osservato con rilievo n. 95 del
3 giugno 2008 e restituito non registrato.156
L'inizio della XVI legislatura trova una situazione statica dal punto di vista
normativo, e in crisi da quello economico. Oltre al già richiamato decreto legge
93/2008 che dimezza il budget del Centro, il bilancio di previsione dello Stato per
l'anno 2009 prevede addirittura la soppressione del relativo capitolo per le spese di
funzionamento.157 L’intenzione del Governo di portare a compimento l’iter istitutivo
del Centro però viene confermata nel luglio 2009 nell'ennesimo regolamento di
riorganizzazione del Ministero di questi ultimi anni,158 dove si ribadisce (art. 2) che il
Centro per il libro e la lettura gode di autonomia scientifica, finanziaria,
organizzativa e contabile. È prevista, entro 60 giorni dall’entrata in vigore del
provvedimento, l’emanazione di un regolamento specifico che stabilisca le modalità
organizzative e di funzionamento del Centro.
156
CRISTIANO 2010, p. 91
157
LEOMBRONI 2010, p. 91-92.
158 Decreto del Presidente della Repubblica del 2 luglio 2009, n. 91 "Regolamento recante modifiche
ai decreti presidenziali di riorganizzazione del Ministero e di organizzazione degli uffici di diretta
collaborazione del Ministro per i beni e le attività culturali", disponibile a <http://www.statistica.
beniculturali.it/DPR-02_07_09-n91.pdf>.
95
3.2
Organizzazione, funzionamento e sviluppi recenti
Il 2010 si apre con il preannunciato regolamento di organizzazione e funzionamento
del Centro per il libro e la lettura (CLL).159 I compiti istituzionali individuati dal
decreto sono:
1. attuare politiche di diffusione del libro e della lettura in Italia, nonché di
promozione del libro italiano, della cultura e degli autori italiani all’estero;
2. collaborare con le amministrazioni pubbliche, le istituzioni territoriali e con i
soggetti privati che operano nella filiera del libro;
3. incentivare l’ideazione, la progettazione e la realizzazione di programmi
editoriali tematici, volti in particolare a valorizzare le opere di saggistica, di
narrativa e di poesia di autori contemporanei, italiani e stranieri;
4. promuovere, presso le scuole di ogni ordine e grado, la diffusione della
letteratura e della saggistica attinenti alle materie insegnate, attraverso
programmi concordati con il Ministero dell’istruzione, dell’università e della
ricerca;
5. incentivare, anche attraverso iniziative promozionali, la diffusione del libro e
la conoscenza delle biblioteche e dei relativi servizi;
6. promuovere e realizzare, in collaborazione con la Presidenza del Consiglio
dei Ministri, campagne informative attraverso la televisione, la radio, il
cinema, la stampa quotidiana e periodica, internet, per sensibilizzare
l’opinione pubblica nei confronti dei prodotti editoriali e della lettura;
7. promuovere e realizzare, in collaborazione con il Ministero degli affari esteri
per gli ambiti di relativa competenza, adeguate politiche di diffusione del
libro, della cultura e degli autori italiani all’estero, attraverso una
pianificazione pluriennale delle strategie di intervento in materia di
159 Decreto del Presidente della Repubblica 25 gennaio 2010, n. 34 "Regolamento recante
organizzazione e funzionamento del Centro per il libro e la lettura", disponibile a
<http://80.241.231.196/risorse/documenti/decreto_25-01-2010_cepell_gu_57-2010_127114781
8855.pdf>.
96
partecipazione alle Fiere internazionali del libro e di sostegno alle traduzioni,
anche in esecuzione di appositi accordi culturali, nonché attraverso un piano
annuale di intervento da predisporre entro il 30 aprile di ciascun anno;
8. promuovere e organizzare manifestazioni ed eventi, in Italia e all’estero, volti
a diffondere la produzione editoriale italiana e la cultura della lettura in
generale; in particolare, il CLL organizza ogni anno una campagna nazionale
di promozione della lettura, sentita la Conferenza unificata ed in
collaborazione con i soggetti legati alla filiera del libro;
9. sostenere le attività di diffusione del libro e della lettura, di coordinamento e
di sostegno delle iniziative promosse dalle biblioteche, dalle scuole e dalle
istituzioni pubbliche e private, con particolare riguardo a quelle rivolte ai
giovani;
10. supportare le iniziative necessarie a potenziare l’attività delle biblioteche
scolastiche, favorendone il raccordo sul territorio con le altre Istituzioni
interessate alla promozione della lettura tra i più giovani, anche tramite
l’utilizzazione di procedure tecnologiche informatiche e telematiche;
11. implementare le politiche inerenti alla diffusione del libro e della lettura con
particolare riferimento all’attività svolta dalle librerie e dalle biblioteche,
anche attraverso il consolidamento di quelle già esistenti e l’incentivazione
all’apertura di nuove librerie e biblioteche di pubblica lettura, con particolare
attenzione alle zone che ne risultino sprovviste.
Nel Regolamento vengono anche individuati gli organi del Centro per il libro:
-
il presidente;
-
il consiglio di amministrazione;
-
il consiglio scientifico;
-
l’osservatorio del libro e della lettura;
-
il collegio dei revisori dei conti.
Il presidente, che dura in carica tre anni e può essere confermato una sola volta, è
scelto dal Ministro per i beni e le attività culturali tra personalità in possesso di
97
comprovati requisiti di capacità ed esperienza in relazione ai compiti istituzionali del
Centro.
Il consiglio di amministrazione adotta le linee di ricerca e gli indirizzi tecnici sulla
base del programma delle attività proposto dal consiglio scientifico e in coerenza
con la direttiva generale annuale e con gli altri atti di indirizzo del Ministro. Il
consiglio scientifico propone al consiglio di amministrazione il programma annuale
e pluriennale di attività del Centro, individuando le priorità strategiche.
L’Osservatorio del libro e della lettura, sulla base delle linee di attività e di intervento
elaborate dal consiglio scientifico, svolge i seguenti compiti:
a) studio del livello e delle modalità di diffusione della lettura in Italia e
proposte di iniziative per l’educazione e la sensibilizzazione alla lettura;
b) studio dell’andamento della produzione e delle vendite di prodotti editoriali e
proposta di iniziative per la diffusione della produzione editoriale italiana,
con particolare riferimento alla produzione contemporanea;
c) studio dell’evoluzione dell’offerta libraria in Italia, dei comportamenti di
acquisto e del settore editoriale in genere;
d) raccolta e diffusione delle informazioni sulle iniziative comunitarie, nazionali
e regionali a favore del libro e dell’editoria o comunque utili per gli operatori
editoriali e sulle iniziative di formazione professionale promosse in Italia e
all’estero;
e) approfondimento degli aspetti legati alla gestione dei diritti per la
riproduzione delle opere conservate dai musei e dalle istituzioni culturali;
f) implementazione delle politiche inerenti alla diffusione del libro e della
lettura con particolare riferimento all’attività svolta dalle librerie e dalle
biblioteche, anche attraverso il consolidamento di quelle già esistenti e
l’incentivazione all’apertura di nuove librerie e biblioteche di pubblica lettura,
con particolare attenzione alle zone che ne risultino sprovviste.
Il Centro si avvale di risorse finanziarie derivanti dalla Direzione generale per le
biblioteche, ma può avvalersi anche di proventi collegati ad attività di promozione,
98
pubblicazione, consulenza e collaborazione con soggetti pubblici e privati, oltre che
di contributi pubblici e privati italiani, comunitari o da organizzazioni internazionali.
Il Centro può effettuare prestazioni a pagamento per conto di terzi e richiedere
contributi per corsi o seminari di formazione e di aggiornamento o altre
manifestazioni. Può, inoltre, istituire borse di studio e di ricerca.
Già a ottobre 2009, durante la Fiera del libro di Francoforte, il Ministro Sandro
Bondi tramite il sottosegretario Francesco Giro annuncia che è stato individuata la
persona che guiderà il Centro: si tratta di Gian Arturo Ferrari, direttore generale
della divisione libri del Gruppo Mondadori (in procinto di lasciare l'incarico per
pensionamento). La scelta di Ferrari e la stretta per rendere operativo il Centro sono
frutto del lavoro di lobby dell’Associazione Italiana Editori, come anche la stampa
sottolinea nel dare la notizia.160 Nella stessa occasione il sottosegretario Giro afferma
che il Consiglio dei ministri si impegna a riportare a 3 milioni di euro il budget per il
funzionamento del Centro. Alla direzione del Centro viene confermata Flavia
Cristiano, già nominata nel ruolo nel 2008. Bisogna però aspettare il 6 ottobre 2010
perché il Centro sia definitivamente operativo, quando vengono firmati i decreti
ministeriali con le nomine per il Consiglio di amministrazione, il Consiglio
scientifico e l'Osservatorio del libro e della lettura.161
Ferrari, come vice presidente dell'AIE e direttore generale della divisione libri di
Mondadori, è intervenuto in più occasioni sulle politiche pubbliche necessarie per
promuovere la lettura a livello nazionale. Nel suo discorso agli Stati generali
dell'editoria 2006162 (evento politico molto importante, come già visto anche nel
paragrafo precedente) parte dall'ambiguità del significato di promozione
evidenziandone la polisemia:
Si vedano gli articoli del Corriere della sera <http://archiviostorico.corriere.it/2009/
ottobre/15/Ecco_Centro_del_Libro_aiuto_co_9_091015077.shtml>, La Repubblica <http://
ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/10/15/ferrari-guidera-il-centro-dellibro.html>.
160
I decreti sono disponibili a partire da <http://80.241.231.196/risorse/documenti/dd_mm_
organi_cll_1286981339691.zip>.
161
162
FERRARI 2006.
99
1. promozione della vendita: tramite campagne che fanno leva sui vantaggi
economici per il cliente; si rivolge ad acquirenti abituali e/o opportunisti, è a
carico degli operatori del settore (librerie, editori) e ha efficacia immediata;
2. promozione dell'intensità: tramite fiere, raduni, festival ed eventi, che fanno
leva sul senso di appartenenza del lettore a una comunità; è a carico degli enti
locali, delle associazioni, dei privati e ha un'efficacia sul breve-medio periodo;
3. promozione come allargamento: tramite una campagna nazionale per la
lettura, con vantaggi di ordine generale; si rivolge primariamente ai non
lettori e deve essere a carico della comunità nazionale, con vantaggi visibili
chiaramente solo sul medio-lungo periodo data la complessità dell'iniziativa.
La promozione pubblica, evidentemente, può essere solo l'ultima, quella che ha
come obiettivo l'allargamento del bacino di lettori e l'intensificazione della lettura
negli strati deboli. Primi destinatari devono essere i bambini, puntando sui genitori e
sulla necessità di leggere ai piccolissimi e facendo sì che la lettura diventi
un'abitudine in famiglia. Quindi gli anziani, fascia d'età che secondo lo storico delle
statistiche ha avuto negli ultimi anni un incremento interessante di lettori e ha ampi
margini di miglioramento.163
In un virtuale prosieguo del progetto di lavoro del presidente del Centro per il libro
ante litteram, l'anno seguente al Forum di Passaparola Ferrari indica che la via maestra
è "investire in lettura" su bambini e ragazzi fino al compimento dei 15 anni, per far
sì che nel tempo si allarghi anche il bacino dei lettori adulti. Lancia contestualmente
la regola del "tre volte dieci": per una campagna nazionale che funzioni servono 10
milioni di euro l'anno, per 10 anni, per aumentare del 10% i lettori italiani. Scettico
sulle possibilità di azione del costruendo Centro per il libro e sugli stanziamenti
pubblici di cui sarà dotato, individua nell'investimento degli editori e in altre forze
economiche private la chiave per sostenere un'adeguata campagna a favore della
lettura.164
163
PERESSON 2010a.
164
FERRARI 2007.
100
Il 17 febbraio 2010 con una conferenza stampa a Roma, il Presidente designato (ma
non ancora nominato, visto che il decreto del Ministro verrà firmato solo il 12
maggio 2010) presenta il suo programma per il triennio 2010-2013.165 Vengono
evidenziate le criticità del settore, a partire dall’esiguità del numero dei lettori fino
alla denuncia che la lettura in Italia non è democratica, creando un problema
nazionale per l’iniquità e la mancanza di valore sociale della lettura e per
l’inadeguatezza e la scarsa competitività del Paese.
Due sono gli obiettivi primari, strettamente correlati, del Centro per il libro e la
lettura: allargare la base di lettori e conferire valore sociale al libro e alla lettura. Lo
scopo è aumentare in un decennio del 25% i lettori abituali di libri, portandoli dagli
odierni 4 a 5 milioni, dall’8 al 10% della popolazione adulta. La condizione
preliminare, secondo Ferrari, per raggiungere gli obiettivi prefissati è che "le diverse
categorie del libro si riconoscano come parti, ciascuna rilevante, ciascuna
indispensabile, di un insieme più vasto, del mondo del libro".166 Solo in questo
modo il Centro potrà essere un punto di riferimento, un luogo in cui discutere le
politiche per lo sviluppo dell’editoria e confrontare le esperienze e le competenze di
tutti coloro che da anni si impegnano per promuovere la lettura in Italia.
La gestione del Centro dovrà incardinarsi su tre principi:
-
collaborazione tra pubblico e privato, per ottenere un reciproco interesse e
per affrontare quello che è di fatto un problema nazionale;
-
policentrismo e non dirigismo: l’Italia non è la Francia e il Centro non potrà
essere, secondo Ferrari, una copia italiana del Centre du Livre. Il Centro
dovrà essere uno, ma le sue funzioni si dovranno articolare su tutto il
territorio nazionale. Oltre a Roma, viene individuata Milano come centro dei
165 Il comunicato della conferenza stampa è disponibile a <http://www.internetculturale.it/
generaNews.jsp?s=14&id=854&l=it>. Resoconti sono stati pubblicati sui principali quotidiani, tra
cui La Repubblica <http://www.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/2010/02/17/news/il_libro_
questo_sconosciuto_l_italia_tra_gli_ultimi_nella_ue-2332404/>, Il Giornale <http://www.ilgior
nale.it/cultura/nasce_centro_libro_ma_italia_libri_non_si_leggono/libri-cultura_italiana-centro_
libro-bondi-gelmini-governo-italia-cultura/18-02-2010/articolo-id=423104>, La Stampa <http://
www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cultura/201002 articoli/52343girata.asp>.
166
FERRARI 2010.
101
rapporti con gli editori e Torino per le istituzioni e gli approfondimenti
culturali;
-
concentrazione e selezione: questo criterio risponde al fatto oggettivo che il
Centro non avrà le risorse per intervenire puntualmente su tutti i fronti,
dovrà quindi necessariamente concentrarsi sugli obiettivi principali.
Il programma di attività illustrato da Ferrari prevede sette iniziative strategiche:167
1. allargare la base di lettura (obiettivo primario) tramite il progetto "lettori in
vitro": a carattere sperimentale, prevede la costruzione di un modello di
promozione su scala provinciale che sia applicabile successivamente a tutto il
territorio nazionale. Il campione interessato dovrà essere di 3 province,
equamente distribuite tra Nord, Centro e Sud, più quelle che volontariamente
si vorranno aggiungere. Il progetto si dovrà articolare su un triennio,
dedicando il primo anno alla selezione del campione e all’allestimento del
progetto, il secondo anno alla sperimentazione e l’ultimo alla verifica dei
risultati e alla costruzione del modello generale. Sul gruppo di lavoro locale
dovranno convergere tutti gli stakeholders (Enti locali, scuole e università,
biblioteche, librerie, editori, associazioni culturali, nonché associazioni
imprenditoriali e commerciali, banche e fondazioni bancarie, e i media);
2. dare al libro un valore socialmente apprezzabile (obiettivo primario): la
proposta è di offrire gratuitamente libri di buona qualità, che gli editori
normalmente eliminano, a strutture svantaggiate e abbandonate (carceri,
ospedali, case per anziani, piccoli comuni, piccole scuole);
3. familiarizzare con il libro e attribuirgli un valore affettivo (obiettivo
primario): l'iniziativa mira a costruire l’abitudine a regalare, in un determinato
giorno, un libro a tutti coloro cui si vuol bene. In collegamento con la
giornata nazionale della lettura dell’UNESCO e della Presidenza del
Consiglio dei ministri, Ferrari propone per il 23 maggio una campagna
comunicativa in collaborazione soprattutto con editori e librerie;
Il testo che segue riprende le slide presentate in conferenza stampa. Si veda anche SARNO
2010a.
167
102
4. dare agli autori e alle opere italiane la presenza internazionale che oggi non
hanno (obiettivo secondario): è necessario rendere vantaggiosa la
pubblicazione di opere italiane per gli editori stranieri delle principali lingue,
coprendo i costi di traduzione;
5. fare dell’Italia la sede internazionalmente riconosciuta di riflessione e di
elaborazione sulla cultura del libro (obiettivo secondario), costruendo un
appuntamento annuale di studio e confronto sui temi di frontiera,
sull’evoluzione e sul futuro del libro;
6. disporre di un quadro quantitativo esauriente e preciso del mondo del libro
in Italia, premessa indispensabile per ogni politica di intervento (obiettivo
secondario): è necessario rilevare l’effettivo acquisto di libri da parte delle
famiglie, integrando questi dati a quelli del fatturato mensile delle case
editrici;
7. interventi legislativi: in particolare la legge sul prezzo del libro, la
perequazione dell'IVA per i libri e quella per i quotidiani e i periodici, la
perequazione IVA per i libri di carta e quelli elettronici, la riforma del
trattamento fiscale del diritto d’autore.
Per confermare l'interesse a coinvolgere anche i privati nelle attività del Centro,
Ferrari annuncia la prossima costituzione di un'associazione senza fini di lucro
denominata "Fahrenheit 451": essa venderà i 451 gradi a 10 mila euro l'uno, per
raccogliere quindi 4 milioni e mezzo di euro da investire nei progetti presentati.
Questa cifra andrà ad affiancarsi agli stanziamenti del Ministero e a quelli che gli
editori metteranno a disposizione.
Nel periodo immediatamente successivo alla conferenza stampa è stato realizzato
uno dei tre obiettivi primari: attribuire un valore affettivo al libro e festeggiarlo nella
giornata del 23 maggio. Con lo slogan "Se mi vuoi bene regalami un libro"168 è stata
lanciata una campagna di comunicazione dal Centro, dall'AIE (che ha investito così
parte dei proventi ricevuti dalla ripartizione del Fondo per il diritto di prestito
168
Per maggiori informazioni sulla campagna si veda il sito <http://www.ibookyou.it/>.
103
pubblico) dall'ALI con la collaborazione di ANCI e UPI. La campagna è stata
realizzata in concomitanza con la "Giornata nazionale per la promozione della
lettura" indetta dalla Presidenza del Consiglio dei ministri (si veda §2.2) ma in forma
autonoma. La presenza sui media si è esplicata con oltre 50 spot televisivi e 430 spot
audio sulle principali emittenti radiofoniche, oltre 100 uscite su quotidiani,
settimanali e mensili. Il logo è stato pubblicato su cartelloni posizionati sul retro
degli autobus di Milano, Roma e Napoli dal 12 al 26 maggio, e sono stati distribuiti
750 mila segnalibri da dare in omaggio ai clienti delle 1500 librerie coinvolte.169
L’iniziativa ha portato un 10,1% di libri venduti in più nella settimana 14-23 maggio
rispetto allo stesso periodo del 2009.170 Sia il Centro per il libro sia l'AIE si sono
dichiarati molto soddisfatti non solo per l'aumento delle vendite, ma soprattutto per
la partecipazione ampia di tutti gli attori della filiera del libro (editori, librerie,
biblioteche, scuole, enti locali, etc.).171
Logo campagna "Se mi vuoi bene regalami un libro" 2010.
169
SAVIOLI - VANNUCCHI 2010.
170
PERESSON 2010b, p. 46.
171
SARNO 2010b.
104
3.3
Gli istituti nazionali per la promozione della lettura all’estero
Nel primo capitolo (§1.4) abbiamo analizzato la situazione dei lettori e delle relative
pratiche in Francia, Gran Bretagna e Spagna. In questo paragrafo affrontiamo le
politiche pubbliche di promozione che vengono messe in atto in questi stessi
paesi.172
In Francia l'azione dello Stato nel settore del libro e della lettura si esplica attraverso
il Service du Livre et de la Lecture attivo presso la Direction générale des Médias et
des Industries culturelles173 del ministero francese della cultura. Le politiche
riguardano il sostegno alla piccola e media editoria, alle librerie di qualità, alla
promozione della lettura e allo sviluppo e valorizzazione del patrimonio delle
biblioteche pubbliche. Vengono concessi aiuti al settore sul versante della diffusione
di contenuti culturali in formato digitale su Internet. Lo Stato fornisce sostegno
finanziario ad autori, traduttori, editori e distributori, e tramite l'etichetta di
"Librairie indépendante de référence" (LIR) aiuta le piccole librerie indipendenti di
qualità.174 Il Servizio ha anche un ruolo di controllo tecnico sulle biblioteche
pubbliche territoriali, che sono circa 4 mila; nove francesi su dieci sanno dove si
trova la biblioteca più vicina a casa e circa il 45% della popolazione la frequenta
(anche se gli iscritti al prestito sono poco più del 20%).175
In generale, lo Stato sostiene e coordina le politiche di sviluppo verso la popolazione
che non conosce o è lontana dal libro e dalla lettura (detenuti, ospedalizzati, disabili,
etc.). L’attuazione degli indirizzi politici è svolta dalle Directions régionales des
Affaires culturelles (DRAC).
Per una rassegna-censimento dei modelli di promozione praticati all'estero si rimanda a
PERESSON 2008b, p. 69-87 e PERESSON 2010c, p. 56-71.
172
173
Si veda <http://www.dgmic.culture.gouv.fr/>.
174
MINISTÈRE DE LA CULTURE ET COMMUNICATION 2009.
175
MILLER 2008.
105
Immagine tratta dal sito del Centre national du livre, <http://www.centrenationaldulivre.fr/?Les-territoires-Etat-regions>
La promozione della lettura, a seguito del decentramento, è competenza dei
dipartimenti o dei comuni.176 La regione ha competenze orientate principalmente
verso l'intervento economico, il coordinamento del territorio e la formazione
professionale. Le regioni non svolgono un ruolo diretto a favore della promozione
della lettura ma possono intervenire per sostenere finanziariamente le attività dei
comuni e sono coinvolte in molte organizzazioni come i centri regionali per il libro
(CRL).177 I dipartimenti hanno ampie competenze: servizi sociali, costruzione e
manutenzione di scuole, strade, etc. Promuovono la lettura nei comuni più piccoli
attraverso le biblioteche dipartimentali di prestito e le loro reti. I comuni, infine,
hanno diverse competenze a livello locale, in particolare per la scuola primaria,
l'urbanistica, i servizi sociali, le strade e anche la promozione della lettura.
176
DIRECTION DU LIVRE ET DE LA LECTURE 2007.
177
Sui CRL si veda <http://www.centrenationaldulivre.fr/?Structures-regionales-livre>.
106
Immagine tratta dal sito del Centre national du livre, <http://www.centrenationaldulivre.fr/?Les-territoires-Etat-regions>
Punto di riferimento per tutti gli attori della filiera del libro è il Centre national du
livre (CNL), struttura autonoma sotto l'egida del Ministero della cultura.178 Viene
creato nel 1993, ma la sua storia può essere fatta risalire molto più indietro, quando
nel 1946 fu fondata la "Caisse nationale des lettres" a sostegno dell'attività degli
scrittori francesi.
La mission del CNL è:
-
sostenere e incoraggiare l'attività letteraria di scrittori francesi con
sovvenzioni, borse di studio, acquisto di libri o di altri mezzi e la
pubblicazione o ripubblicazione da parte di editori francesi di opere letterarie
di particolare importanza;
-
contribuire, aiutando case editrici e librerie, allo sviluppo economico del
settore del libro e al mantenimento e alla qualità delle reti di diffusione del
libro e della lettura;
-
promuovere la traduzione di opere straniere in francese e viceversa;
-
promuovere eventi letterari aperti al pubblico più vasto, favorendo la lettura
e la vendita di libri;
-
supportare le biblioteche, le istituzioni culturali e le librerie, in Francia e
all'estero, che commercino opere in lingua francese di particolare interesse
culturale, scientifico, tecnico o relative alla Francofonia.
178
Si veda <http://www.centrenationaldulivre.fr/?-Presentation->.
107
Per poter svolgere adeguatamente i suoi compiti il Centro dispone di un budget
adeguato, che nel 2009 era pari a oltre 33 milioni di euro.179
33
32,8
31,5
21,5
2005
20,8
2006
2007
2008
2009
Andamento del budget del Centro per il libro. Fonte: bilanci disponibili sul sito del CNL.
Può inoltre contare su 255 esperti, che collaborano con i 20 comitati e commissioni
istituiti per definire le politiche del Centro e mettere in atto le relative iniziative. Il
Centro nel 2009 ha ricevuto oltre 4 mila richieste di contributo e per 3 mila di esse è
stato fornito un aiuto. Gli autori e traduttori che hanno ricevuto sovvenzioni sono
stati 450, mentre gli editori sono stati 371. Oltre 200 manifestazioni di promozione
del libro e della lettura e 311 librerie rientrano tra i beneficiari degli interventi del
Centro nel 2009. Più di 2 milioni di euro sono stati destinati a favore delle librerie
indipendenti e di qualità, vera priorità in questi ultimi anni, ma anche le biblioteche
sono state adeguatamente seguite e sostenute. 6 milioni e mezzo di euro sono stati
investiti nel progetto della biblioteca digitale europea.180
Tra il 2006 e il 2007 tutti i professionisti del libro e della lettura sono stati chiamati a
partecipare a colloqui pubblici sul futuro del settore, che sono poi sfociati in un
I bilanci dettagliati degli ultimi anni e i relativi rapporti di attività sono consultabili sul sito del
Centro a partire da <http://www.centrenationaldulivre.fr/?Bilan-des-aides-2009>.
179
180 Fonte: Rapporto delle attività 2009 del Centro, <http://www.centrenationaldulivre.
fr/IMG/pdf/RA_2009_2010-09-08.pdf>.
108
rapporto intitolato "Livre 2010"181 che è stato utilizzato per definire le linee di
azione del Centro. Le attività svolte e le risorse a disposizione consentono alla
Francia di avere una politica pubblica a favore della lettura articolata e ben diffusa su
tutto il territorio, progettata coinvolgendo tutti gli attori della filiera e condividendo
con loro strategie e priorità di intervento futuro.
In Gran Bretagna, il Department for Culture Media and Sport (DCMS)182 è l'istituto
pubblico che è responsabile della politica nazionale per le biblioteche. Sono oltre 3
mila e 500 le biblioteche pubbliche sul territorio, e come abbiamo già visto (§1.4)
circa il 40% della popolazione adulta le frequenta almeno una volta l'anno,
percentuale che sale oltre il 70 tra bambini e ragazzi. Il "Public Libraries & Museums
Act 1964"183 stabilisce che tutti gli enti locali debbano fornire un servizio
bibliotecario completo ed efficiente, focalizzato sulle necessità in particolare di
coloro che vivono, lavorano e studiano nel territorio. Allo Stato spetta il compito di
sorvegliare e promuovere il servizio bibliotecario pubblico e di garantire che le
autorità locali adempiano i loro compiti. Le biblioteche pubbliche, quindi, sono in
gran parte finanziate dalle municipalità. Gli Enti Locali investono in cultura e sport
circa il doppio di quanto stanziato dal DCMS in proprio e tramite i proventi della
Lotteria Nazionale. Nel 2009-10, i governi locali hanno speso in e 3 miliardi e
mezzo di sterline.184
Di recente il DCMS ha pubblicato un documento185 frutto di un'ampia consultazione
sul futuro delle biblioteche pubbliche. Sono emerse delle proposte per raggiungere i
seguenti obiettivi:
-
portare la qualità dei servizi bibliotecari a livelli migliori;
-
invertire l'attuale tendenza di declino dell'uso della biblioteca;
181
Si veda a <http://www.centrenationaldulivre.fr/?-Livre-2010->.
182
Si veda a <http://www.culture.gov.uk/>.
183
Disponibile a <http://www.legislation.gov.uk/ukpga/1964/75>.
Fonte: <http://www.culture.gov.uk/what_we_do/communities_and_local_government/defau
lt.aspx>.
184
185 The modernisation review of public libraries policy statement, disponibile a <http://www.culture.gov.uk/
reference_library/consultations/6752.aspx>.
109
-
rispondere alle limitate risorse pubbliche e pressioni economiche;ù
-
rispondere all'attuale cultura del "24/7" e alle aspettative di avere un accesso
immediato alle informazioni;
-
cogliere le opportunità offerte dalla digitalizzazione;
-
dimostrare ai cittadini e ai politici che le biblioteche sono ancora essenziali e
vitali.
È in corso, inoltre, un nuovo piano di supporto che faccia fronte alla situazione di
crisi economica e consenta alle biblioteche di fornire un servizio di qualità, ad
esempio sfruttando la cooperazione nei servizi, condividendo il personale tra le
autorità, o facendo ricorso al sostegno di volontari.186 In questa prima fase verrà
analizzata la situazione di una decina di autorità locali, per trarre indicazioni utili
applicabili a tutto il territorio nazionale.
A livello statale anche il Department for Education187 si occupa di promozione della
lettura soprattutto nei confronti di bambini e ragazzi, come attività collegata
all'educazione e all'alfabetizzazione.
In Gran Bretagna sono attive da diversi anni importanti organizzazioni indipendenti
no profit nel campo della promozione della lettura. Il National Literacy Trust188 ha
come principale obiettivo aumentare l'alfabetizzazione della popolazione inglese
affinché tutti abbiano migliori opportunità nella vita. Promuove la lettura per svago
e piacere tramite diverse campagne e azioni a livello nazionale tra cui:
-
National Young Readers' Programme: motiva i bambini in situazioni
svantaggiate e le loro famiglie a leggere;
-
Early Reading Connects: promuove la lettura tra i bambini con meno di 5
anni;
-
Reading Connects: promuove la lettura per svago nelle scuole;
-
Reading Champions: incoraggia modelli di comportamento maschili di
lettura per convincere ragazzi e uomini a leggere;
186
Si veda a <http://www.culture.gov.uk/news/news_stories/7215.aspx>.
Si veda a <http://www.education.gov.uk/>. Il nome del Dipartimento è stato cambiato lo
scorso maggio 2010, prima era il Department for Children, Schools and Families.
187
188
Si veda a <http://www.literacytrust.org.uk/>.
110
-
Wikireadia: un wiki che si rivolge ai professionisti con risorse da consultare e
uno spazio per condividere conoscenze ed esperienze;189
-
Reading for Life: sito web che promuove la lettura a tutte le età con consigli
e suggerimenti.190
Altre attività rilevanti svolte in collaborazione con diversi partner sono state
l'organizzazione di una serie di programmi TV sulla BBC finalizzati a individuare il
romanzo preferito del Regno Unito ("Big read") e il progetto "Quick reads" che ha
spinto gli editori a pubblicare libri brevi e scorrevoli di autori famosi per
incoraggiare i lettori riluttanti, anche grazie alla pubblicità gratuita sul quotidiano
"Sun".
Gran parte di queste iniziative è nata dopo il 1998, quando il Governo affidò al
NLT il compito di organizzare il National Year of Reading (NYR), che è proseguito
con la "National Reading Campaign" dando continuità all'evento.191 Il budget iniziale
dell'anno della lettura era di 4 milioni di sterline per 3 anni. La campagna
successivamente è stata sostenuta dal governo britannico con finanziamenti annui
pari a circa mezzo milione di sterline, ma molti altri finanziamenti esterni sono stati
raccolti nel corso del tempo a sostegno delle varie iniziative. Nel 2008 il NYR è
stato replicato, sempre sotto la gestione del NLT in collaborazione con la Reading
agency,192 un'altra importante agenzia non governativa impegnata a diffondere il
piacere della lettura tramite le biblioteche, aiutandole a migliorare i servizi offerti e a
raggiungere anche l'utenza potenziale tramite azioni innovative. Il budget stanziato
dal governo per il periodo agosto 2007-marzo 2009 è stato di 3,7 milioni di
sterline.193 Il target della campagna è stato identificato in tutte quelle persone che
leggono poco o per niente, come famiglie con condizioni socio-economiche difficili,
adolescenti soprattutto di sesso maschile, immigrati (bambini e adulti), ragazzi con
189
<http://www.wikireadia.org.uk/index.php?title=Main_Page>.
190
<http://www.readingforlife.org.uk/>.
191 STRONG 2007. Si veda anche a <http://www.literacytrust.org.uk/resources/practical_
resources_info/749_national_year_of_reading_1998_1999>.
192
Si veda a <http://www.readingagency.org.uk>.
193
Fonte: <http://www.dcsf.gov.uk/pns/DisplayPN.cgi?pn_id=2008_0002>.
111
disabilità visive e cognitive, adulti che vogliono apprendere nuove abilità (o devono
farlo perché in cerca di una nuova occupazione). Le campagne messe in atto erano
mirate a incoraggiare bambini e adulti a iscriversi in biblioteca e i genitori a leggere
storie ai propri figli prima di dormire; le comunità locali sono state spinte a creare
"giardini di lettura" nei parchi ed è stato realizzato un forum di discussione per
ragazzi su quello che amano e odiano leggere.194 Il NYR è stato un vero successo:
nel sito sono stati registrati circa 6 mila eventi dedicati alla lettura che si sono svolti
nel corso dell'anno, più di 2 milioni di nuovi utenti si sono iscritti ai servizi
bibliotecari, e 23 mila ragazzi hanno preso parte alla "Summer Reading
Challenge".195
Tra i molti partner coinvolti nell'organizzazione del NYR era presente anche il
Booktrust,196 un altro importante ente di beneficenza britannico indipendente
dedicato a incoraggiare la lettura presso le persone di tutte le età e culture. Tra le
attività gestite a favore di bambini e ragazzi vanno segnalate le campagne Bookstart,
Booktime e Booked up. Bookstart197 regala libri a tutti i bambini in età prescolare in
tre precisi momenti. Tramite il servizio sanitario nazionale vengono distribuite ai
genitori apposite confezioni contenenti libri entro il compimento del primo anno e
successivamente per i bambini di età compresa tra i 18 e i 30 mesi. Tra i 3 e i 4 anni
il pacco viene invece distribuito attraverso gli asili; i genitori possono ricevere i libri
per questa fascia d'età anche tramite la biblioteca locale. Secondo uno studio
condotto nel 2008, dopo la ricezione del pacco presso famiglie in cui non c'era
l'abitudine di leggere ai bambini il 30% di esse ha dichiarato di leggere libri ai figli
una volta al giorno e gli iscritti alla biblioteca locale (genitori e/o figli) sono
aumentati dal 59% al 68%.198 Con il programma Booktime199 i libri vengono regalati
194
BARBISAN 2008b.
195
THOMSON 2009.
196
Si veda a <http://www.booktrust.org.uk/Home>.
197
Si veda a <http://www.bookstart.org.uk>.
Fonte: "Bookstart National Impact Evaluation 2009", disponibile a <http://www.bookstart.
org.uk/show/feature/Bookstart-impact-evaluation>.
198
199
Si veda a <http://www.booktime.org.uk>.
112
ai bambini che iniziano la scuola elementare e infine con Booked Up200 i bambini di
7 anni possono scegliere il libro che desiderano ricevere da una lista di titoli
appositamente selezionati. Mediamente nel corso dell'anno più di 600 mila bambini
in 5 mila scuole ricevono il proprio libro in omaggio. Il programma Bookstart,
quello più importante e strategico, è stato lanciato grazie a un finanziamento di 6
milioni di sterline per il 1999-2000 da parte di Sainsbury, una delle più importanti
catene di supermercati inglesi. Dal 2004 riceve circa 9 milioni di sterline l'anno dal
governo, cui si aggiungono altri fondi provenienti da privati.201 Come abbiamo già
visto (§2.1) il ritorno sociale ed economico dell'iniziativa è molto alto (25:1).
In Spagna le politiche di sviluppo riferite al libro e alla lettura sono competenza del
Ministero della Cultura attraverso la Subdirección General de Promoción del Libro,
la Lectura y las Letras Españolas.202 Le funzioni principali della Subdirección sono la
promozione del libro spagnolo e della letteratura del Paese insieme agli altri attori
della filiera e l'incentivazione della lettura in tutti i settori della popolazione. Queste
funzioni vengono esercitate attraverso piani specifici di intervento, studi di settore,
sovvenzioni, premi, esposizioni e la partecipazione a fiere del libro. Il Ministero è
anche responsabile delle biblioteche statali (tramite la Subdirección General de
Coordinación Bibliotecaria) e garantisce che i cittadini abbiano diritto ad un servizio
bibliotecario pubblico di qualità. Le comunità autonome hanno competenza
concorrente nel regime giuridico della lettura e del libro e competenza diretta sulle
biblioteche pubbliche territoriali.203
200
Si veda a <http://www.bookedup.org.uk/>.
Di recente il governo ha messo in discussione il finanziamento per il 2011 al Booktrust, che
sarebbe complessivamente pari a 13 milioni di sterline, si veda l'articolo pubblicato sul quotidiano
La Repubblica del 27 dicembre 2010 <http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/
repubblica/2010/12/27/autori-contro-tagli-dei-libri-gratis-per.html>.
201
202
Si veda a <http://www.mcu.es/libro/CE/InformacionGeneral.html>.
203 Si veda a <http://www.mcu.es/libro/CE/InfGral/GestionAutonomica/GestionAutonomi
ca.html> e a <http://www.mcu.es/bibliotecas/CE/InfoGeneral/GestionAutonomica/Directorio
BPE.html>.
113
Secondo la legge sulla lettura, il libro e le biblioteche del 2007204 il governo è
incaricato di sviluppare piani di promozione della lettura che garantiscano continuità
di azione nel tempo e siano adeguatamente finanziati. La lettura è considerata uno
strumento essenziale per l'esercizio del diritto all'educazione e alla cultura da parte
dei cittadini. Nella Ley orgánica de educación del 2006205 la promozione della lettura
e l'uso delle biblioteche sono indicati come fattori chiave per la qualità
dell'insegnamento, insieme alle risorse economiche, all'autonomia educativa o alla
valutazione. Nei vari livelli educativi previsti viene sempre menzionata la lettura. In
particolare per l'educazione primaria viene indicato che alla lettura deve essere
dedicato un tempo minimo giornaliero che non potrà essere inferiore a 30 minuti.
In realtà il "Plan de fomento de la lectura" è ben precedente a queste leggi, essendo
stato avviato nel 2001.206 Il Piano prevede le seguenti linee di azione:
-
conoscere le abitudini dei lettori per pianificare in modo migliore le politiche
pubbliche in favore della lettura;
-
creare una coscienza sociale sull'importanza della lettura;
-
promuovere, in collaborazione con le autorità competenti, l'accessibilità e la
dotazione adeguata delle biblioteche pubbliche e scolastiche;
-
sviluppare e contribuire all'attuazione di attività di promozione della lettura
in diversi settori;
-
prestare particolare attenzione ai gruppi sociali con difficoltà di accesso al
libro e alla lettura (immigrati, anziani, disabili e detenuti).
Le attività del Plan de Fomento si articolano in sei aree:
1. Observatorio de la Lectura y el Libro (per gli strumenti di analisi);
2. promozione della lettura nelle scuole;
3. potenziamento delle biblioteche pubbliche;
4. attività di comunicazione;
Ley 10/2007 de 22 de junio, disponibile a <http://www.boe.es/boe/dias/2007/06/ 23/pdfs/
A27140-27150.pdf>.
204
Ley orgánica 2/2006 de 3 de mayo, disponibile a <http://www.boe.es/aeboe/consultas/
bases_datos/doc.php?coleccion=iberlex&id=2006/07899>.
205
206
MINISTERIO DE CULTURA 2007.
114
5. attività di promozione della lettura;
6. sensibilizzazione e collaborazione con altre istituzioni.
I fondi a disposizione della campagna sono consistenti: da uno stanziamento di
quasi 26 milioni di euro nel 2001, si è arrivati a 50 milioni nel 2007. Molte istituzioni
private hanno collaborato e appoggiato finanziariamente le iniziative, contribuendo
per almeno 14 milioni di euro per il periodo 2001-2007.207 Anche le Comunità
autonome si sono attivate per promuovere campagne a livello locale (in particolare
Extremadura, Galicia e Andalucia).
Nel Plan de Fomento è stata sussunta anche la preesistente campagna "María
Moliner", concorso che dal 1998 premia (con libri e denaro) i migliori progetti a
favore di bambini e ragazzi organizzati in municipi con meno di 50 mila abitanti.
Dal 2002 la campagna è sponsorizzata da Coca-Cola España.208
In Spagna opera, infine, un'importante organizzazione indipendente no profit, la
Fundación Germán Sánchez Ruipérez,209 creata nel 1981 dall'omonimo editore e
dedicata alla promozione del libro e della lettura. L'Istituzione svolge importanti
studi sulle biblioteche pubbliche e scolastiche, sul mondo del libro, effettua
consulenze alle pubbliche amministrazioni, e ha dato impulso a diverse iniziative e
campagne.210 Tra di esse si segnala il Servicio de Orientación de Lectura (SOL)211 sito
web rivolto a bambini e ragazzi, così come a genitori, bibliotecari, insegnanti, con
proposte di lettura e altri consigli e suggerimenti.
Quali considerazioni si possono trarre dalle strategie di promozione della lettura
messe in campo da Francia, Gran Bretagna e Spagna? Indubbiamente in questi tre
paesi la promozione della lettura è vista come obiettivo strategico ed è quindi
adeguatamente sostenuta sia a livello organizzativo sia economico da governi anche
di "colori" diversi che si sono succeduti nel tempo.
207
BARBISAN 2008a.
208
Si veda a <http://www.mcu.es/libro/MC/PFL/CampAnimacion/CampAnimacion.html>.
209
Si veda a <http://www.fundaciongsr.es/>.
210
GONZÁLEZ MARTIN 2006.
211
Si veda a <http://www.sol-e.com/index.php>.
115
Il progetto organico delle attività viene predisposto basandosi sull'analisi dello
scenario esistente e delle necessità da soddisfare per raggiungere l'obiettivo, che per
tutti e tre i paesi è dare valore sociale al libro e aumentare la base di lettori. Gli
interventi realizzati si rivolgono, nella maggior parte dei casi, a persone che non
leggono o leggono poco, prestando particolare attenzione a bambini e ragazzi. Una
volta individuato il target preciso la strategia di intervento viene calibrata di
conseguenza, consentendo di svolgere un lavoro più efficace. Un'altra caratteristica
fondamentale è il coordinamento a livello operativo con tutti i partner istituzionali
(editori, biblioteche, librerie, scuole) che vengono coinvolti a livello progettuale e
fattivo e la sensibilizzazione costante dei privati che possono essere interessati a
collaborare e a dare sostegno economico (e di fatto, come abbiamo visto, lo sono).
Viene messa in campo tutta la professionalità necessaria a gestire nel miglior modo
possibile campagne così importanti e impegnative, creando strutture operative solide
e coinvolgendo anche enti no profit che hanno scopi sociali pertinenti. In questo
modo vengono date ampie garanzie di continuità e stabilità ai progetti, che non sono
pensati (comunicati, o percepiti) come interventi sporadici ma come parti integranti
della più complessiva politica pubblica a favore del libro e della lettura. Grande
attenzione è riservata anche alla misurazione dell'efficacia delle azioni e all'utilizzo
del budget, e i dati vengono diffusi liberamente sui siti web delle campagne o degli
istituti responsabili. D'altra parte la multimedialità è un altro degli elementi
caratterizzanti di questi progetti: viene fatto largo e oculato uso delle possibilità che
le tecnologie (Internet in particolare) mettono a disposizione per raggiungere
pubblici diversi e dare massimo risalto alle iniziative, così come avviene anche per i
media.
116
4.
“In vitro”: una proposta metodologica
Come abbiamo visto nel capitolo precedente (§3.2) uno degli obiettivi primari del
Centro per il libro nel triennio 2010-2013 è creare un modello innovativo e
sperimentale di promozione della lettura a livello provinciale, che sia esportabile e
replicabile su tutto il territorio nazionale, denominato "In vitro". Il progetto è in
corso di elaborazione da parte di un gruppo informale di lavoro composto da Gian
Arturo Ferrari, Flavia Cristiano, Fiorella De Simone, Claudio Leombroni e la
sottoscritta.212 La bozza del progetto è disponibile in appendice 1. In questo capitolo
formulo alcune proposte e definisco una serie di azioni che, a mio avviso,
dovrebbero essere programmate per rendere operativo il progetto e ottenere i
risultati attesi.
“In vitro” ha come scopo principale fare del libro e della lettura un’abitudine sociale
e allargare di conseguenza la base dei lettori. La sua peculiarità è di avere carattere
totalmente sperimentale nella metodologia e nelle procedure: in Italia non è mai
stata intrapresa una serie di azioni coordinate di ampio respiro, che coinvolgano tutti
i partner della filiera del libro e della lettura, i referenti politici e gli stakeholders
presenti sul territorio. La progettazione delle azioni da intraprendere, che si estende
nell’arco di tre anni, dovrà necessariamente tenere conto delle peculiarità e delle
diversità territoriali del Paese, non potrà quindi essere di tipo top-down. Ciò implica
che gli interventi, esclusi quelli infrastrutturali e trasversali, dovranno essere calibrati
tenendo conto della situazione locale. Per rispondere a questa necessità di
caratterizzazione territoriale è stato valutato che il territorio provinciale sia idoneo
212 Una prima introduzione al progetto è stata pubblicata su "Libri e Riviste d'Italia" a. 6 n.s. (2010)
n. 3, p. 62-67, disponibile anche a <http://www.cepell.it/WebDoc/DownloadRisorsa?id=125958
6782758>.
117
come ambito di lavoro. Il progetto sarà sperimentato su sei province (due al Nord,
due al Centro, due al Sud) rappresentative della realtà nazionale.
La metodologia di lavoro che è stata individuata si rifà a uno strumento analitico
denominato Institutional analysis and development (IAD) framework, che viene utilizzato
come quadro di riferimento per indagare qualsiasi ambito nel quale gli umani
interagiscono in base a regole e norme che ne guidano scelte, strategie e
comportamenti, ed è utile per uscire dagli schemi consueti. Il framework IAD si
applica particolarmente bene alle analisi di vari tipi di beni comuni, tra cui quelli
della conoscenza.213 Nella tradizione giuridica anglosassone i commons (beni comuni)
sono quei beni che sono di proprietà della comunità e dei quali la comunità può
disporre liberamente. Si tratta di beni materiali (ambiente, foreste, infrastrutture e
servizi di pubblica utilità) e immateriali (la fiducia sociale, la sicurezza, la
conoscenza).214 Per conoscenza si intendono tutte le forme di sapere conseguito
attraverso l'esperienza o lo studio, sia in forma istituzionalizzata sia in altre forme. È
compresa quindi anche la lettura come conoscenza informale. Questo framework
risulta essere particolarmente adatto a gestire un progetto complesso come "In
vitro", in quanto aiuta a gestire i rapporti tra i vari attori configurando una serie di
regole e progettando le azioni a seguito dell'analisi dello scenario.
Nel framework vengono proposti tre gruppi di variabili, che costituiscono i fattori di
base che soggiacciono alla progettazione e alle modalità di interazione messe in atto
nelle arene di azione.
213
OSTROM - HESS 2009.
214
La definizione è tratta dall'introduzione al volume di Hess e Ostrom.
118
Caratteristiche
biofisiche
Attributi
della
comunità
ARENA
DI AZIONE
Modalità di
interazione
Luoghi
dell’azione
Criteri di
valutazione
Attori
Regole in
uso
Risultati
Immagine tratta da OSTROM - HESS 2009, p. 49
Al momento dell'analisi vengono identificati i fattori fisici e istituzionali specifici
(lato sinistro del framework): essi svolgono un ruolo essenziale nel dar forma alla
comunità e alle decisioni, alle regole e alle politiche. Le caratteristiche "biofisiche",
nel caso dei beni comuni della conoscenza, si dividono in artefatti (articoli, libri,
banche dati), strutture (biblioteche, archivi) e idee. Quindi viene definita la comunità
che gestisce e usa un bene comune della conoscenza, ad esempio utenti e fornitori,
oltre a decisori/legislatori. La comunità può essere coinvolta in vari aspetti del
governo, della regolamentazione, dell'applicazione delle norme o di altre attività. Se
una comunità si unisce in vista degli obiettivi e degli scopi comuni, potrà dirsi
omogenea. L'omogeneità può essere molto importante per determinare l'effettiva
robustezza di un bene comune. Le regole devono essere condivise e conosciute da
tutti, e stabiliscono quello che un partecipante può o non può fare in un determinato
luogo di azione. Ci possono essere regole operative, scelte collettive sulle politiche
da adottare e un livello "costituzionale" dell'analisi stabilisce chi può, deve o non
deve partecipare alle scelte collettive.
Le arene di azione sono composte da partecipanti che prendono decisioni
nell'ambito di una situazione influenzata dalle caratteristiche fisiche, dalla comunità e
dalle regole. Il tutto darà poi luogo a modalità di interazione variabili e ai risultati.
Nell'analisi del luogo dell'azione vanno identificati i partecipanti specifici e i ruoli
119
che essi svolgono entro il luogo dell'azione, nonché quali azioni sono state, possono
essere o saranno intraprese, e come queste azioni influiranno sui risultati. È
importante comprendere quali incentivi i diversi partecipanti possono avere a
svolgere determinate azioni e di ciò la comunità va debitamente informata.
In un bene comune, il modo in cui gli attori interagiscono incide molto sui risultati,
ovvero sul successo o fallimento della risorsa. I criteri di valutazione, infine,
consentono di giudicare i risultati in corso d'opera e quelli ottenuti, e possono essere
applicati anche alle interazioni che avvengono tra i partecipanti.
Come abbiamo visto (§2.2) la promozione della lettura è materia di legislazione
concorrente fra Stato ed Enti locali. Le competenze delle Province, secondo il
"Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali",215 sono:
a) difesa del suolo, tutela e valorizzazione dell’ambiente e prevenzione delle
calamità;
b) tutela e valorizzazione delle risorse idriche ed energetiche;
c) valorizzazione dei beni culturali;
d) viabilità e trasporti;
e) protezione della flora e della fauna parchi e riserve naturali;
f) caccia e pesca nelle acque interne;
g) organizzazione dello smaltimento dei rifiuti a livello provinciale,
rilevamento, disciplina e controllo degli scarichi delle acque e delle
emissioni atmosferiche e sonore;
h) servizi sanitari, di igiene e profilassi pubblica, attribuiti dalla legislazione
statale e regionale;
i) compiti connessi alla istruzione secondaria di secondo grado ed artistica ed
alla formazione professionale, compresa l’edilizia scolastica, attribuiti dalla
legislazione statale e regionale;
215 Decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 "Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti
locali", <http://www.camera.it/parlam/leggi/deleghe/testi/00267dl.htm>.
120
l) raccolta ed elaborazione dati, assistenza tecnico-amministrativa agli enti
locali.
La provincia, in collaborazione con i comuni e sulla base di programmi da essa
proposti promuove e coordina attività, nonché realizza opere di rilevante interesse
provinciale sia nel settore economico, produttivo, commerciale e turistico, sia in
quello sociale, culturale e sportivo. La scelta dell'ambito provinciale risulta quindi
pertinente dal punto di vista amministrativo e consente una progettazione più snella
grazie alla limitazione dell'ambito territoriale di intervento.
Un punto critico è indubbiamente la scelta finale dei territori da coinvolgere nel
progetto. In Italia ci sono 110 province, tra cui individuarne al massimo 6. I fattori
discriminati per la scelta delle province evidenziati da Ferrari sin dalla presentazione
del progetto sono tre: l'assenza del capoluogo di Regione e di università importanti
(per evitare che i dati di lettura locali possano essere falsati rispetto alla media
nazionale e macroregionale) oltre alla già citata distribuzione geografica (a garanzia
della rappresentatività a livello nazionale). Altri fattori particolarmente pertinenti per
orientare nella scelta possono essere:
-
l’esistenza di reti o sistemi bibliotecari efficienti;
-
l’esistenza di una struttura provinciale capace di presidiare le politiche in
tema di biblioteche, libro e lettura;
-
la disponibilità ad aderire al progetto e a investire in risorse economiche
e/o umane.
I primi due punti sono molto importanti in quanto garantiscono l’esistenza di una
struttura territoriale cui fare riferimento per avviare le interlocuzioni e portare avanti
i progetti. Potrebbe sembrare un controsenso dare un ruolo principale alle
biblioteche nel progetto, a fronte dei dati spesso critici che emergono mediamente
nel nostro Paese (§2.3). Le biblioteche di pubblica lettura, in quanto diffuse
capillarmente, capaci (e potenzialmente in grado) di offrire una pluralità servizi di
informazione e di allestire un’offerta ampia e varia, devono essere il punto
privilegiato verso cui convergono e si diffondono le attività di promozione della
121
lettura. Investire in questa istituzione, in questo servizio pubblico, affinché sia
efficiente, adeguatamente dotato, in grado di collaborare con altre istituzioni, capace
di cogliere le necessità della comunità servita implica assicurare un avamposto a
livello locale per tutte le politiche di promozione della lettura che qualsiasi ente od
organizzazione vorrà realizzare anche in futuro. Significa avere (almeno) una
struttura in ogni comune che sia la casa del libro e della lettura, aperta a tutti,
responsabilmente diretta dagli amministratori locali. Possiamo dire che le biblioteche
pubbliche nel nostro Paese sono inadeguate, insufficienti, talora persino brutte ma
non crediamo che si debba buttare il bambino con l'acqua sporca, come recita il
detto. Soprattutto nelle regioni del Sud Italia investire soldi pubblici per creare
strutture "nuove" (penso alle mediateche che sono fiorite in questi anni) senza
potenziare o migliorare l'esistente può essere una strategia miope. Le biblioteche
dovranno essere oggetto di quegli interventi che, all'interno del progetto, possiamo
definire come "strutturali".
Il terzo punto, ovvero la disponibilità da parte dell'Amministrazione provinciale ad
aderire a "In vitro" e a investire in risorse economiche e/o umane risponde da una
parte alla necessità di verificare che ci sia interesse. Viste le numerose deleghe che ha
una provincia, variabili a seconda delle regioni, è plausibile che molte non abbiano in
cima alle proprie priorità investire risorse umane ed economiche sulla promozione
della lettura, a maggior ragione in un periodo di tagli ai bilanci degli enti locali.
D'altra parte questa è una condizione necessaria: non si tratta di finanziare "a
pioggia" iniziative sporadiche, ma di responsabilizzare l'amministrazione verso il
tema e verso il progetto, a maggior ragione dato che il modello è sperimentale e
richiede quindi il coinvolgimento fattivo degli operatori.
Il partner istituzionale di riferimento per la scelta delle province è l’UPI (Unione
Province Italiane),216 l'associazione che rappresenta tutte le Province italiane tranne
quelle autonome (in totale quindi 107). Il coinvolgimento dell’UPI risponde sia alla
mission del Centro per il libro, in quanto per l’espletamento delle sue funzioni è
216
Si veda a <http://www.upinet.it/upinet/>.
122
prevista la collaborazione con le amministrazioni locali, sia a quella dell’UPI stessa,
che svolge compiti di valorizzazione, promozione, supporto tecnico e politico in
favore delle province. Il ruolo dell’UPI dovrebbe essere quello di informare
istituzionalmente le amministrazioni del progetto e della collaborazione con il
Centro per il libro; potrebbe inoltre fornire dati utili alla valutazione degli scenari,
per giungere all’individuazione di un campione di province con cui avviare delle
interlocuzioni dirette.
Una raccolta mirata di informazioni può non solo aiutare nella definizione del
campione e delle caratteristiche fisiche necessarie per costruire il framework, ma
anche fornire un quadro nazionale degli investimenti e delle attività degli Enti locali
in materia di promozione della lettura, attualmente mancante. Come abbiamo visto
(§2.2) i bilanci degli Enti locali non consentono di avere il dato preciso degli
investimenti specifici nel settore del libro e della lettura, e solo tramite inchieste
dirette potranno emergere tutti i finanziamenti anche privati che vengono erogati a
favore di attività locali.
Un questionario da sottoporre a tutte le province dovrebbe contenere i seguenti
punti:
1)
indicare in forma sintetica i progetti di promozione della lettura sostenuti
direttamente dall’Amministrazione provinciale;
2)
elencare
eventuali
altri
progetti
rilevanti
presenti
sul
territorio
(manifestazioni, festival, altre iniziative);
3)
esistono sul territorio associazioni, librerie, altre istituzioni particolarmente
attive nei confronti della promozione della lettura? Se si, indicarne nome e
riferimenti;
4)
indicare il numero di biblioteche esistenti sul territorio, specificandone la
tipologia (pubbliche, universitarie, private/di fondazioni);
5)
esistono
sul
territorio
reti/sistemi
bibliotecari?
Se
sì,
fornirne
denominazione e recapito;
6)
è attiva una rete bibliotecaria provinciale? Se sì, indicare numero e tipologia
delle biblioteche afferenti, e contatti dell’ufficio;
123
7)
l’Amministrazione effettua (o ha effettuato in passato) rilevazioni sugli
indici di lettura della popolazione del territorio? Se si indicare quando,
brevemente la metodologia seguita, e gli indicatori esistenti (è possibile
allegare materiale qualora disponibile);
8)
l’Amministrazione provinciale collabora con aziende del territorio per
sponsorizzazioni in ambito culturale? Se si indicare brevemente il tipo di
collaborazione, gli anni di svolgimento, l’azienda coinvolta e il tipo di
evento realizzato (è possibile allegare materiale qualora disponibile);
9)
indicare il budget investito in promozione della lettura dalla Provincia per
l’anno 2010 e, se disponibile, dai Comuni del territorio;
10) la Provincia riceve contributi regionali per attività culturali? Se sì, in quale
misura sono destinati alla promozione della lettura?
11) qualora venisse promosso un progetto sperimentale di promozione della
lettura sul territorio, l’amministrazione provinciale può contribuire con
risorse proprie?
L’articolato di domande mira a raccogliere dati, informazioni puntuali e recapiti dei
referenti che potrebbero ragionevolmente essere coinvolti nel progetto. Serve,
inoltre, per avere un quadro dei rapporti esistenti tra l’Amministrazione e gli altri
stakeholders locali (in particolare la domanda 8). Le domande 4, 5 e 6 relative alle
biblioteche mirano ad avere un quadro dell’infrastruttura bibliotecaria, difficile da
ottenere se non contattando direttamente i responsabili sul territorio, visto che
come sappiamo a livello nazionale non esistono statistiche sulle biblioteche o
repertori aggiornati. La domanda 11, come già anticipato sopra, serve per valutare
l’effettiva capacità di adesione al progetto da parte dell’amministrazione provinciale.
Si potrebbe opinare che questo questionario sia troppo articolato e che i rispondenti
non siano in possesso di questi dati. Costerebbe troppa fatica recuperarli e quindi
probabilmente il tasso di risposta sarebbe basso. Per citare George Bernard Shaw
(non solo su questo aspetto specifico, ma su tutto il progetto) all evolution in thought
and conduct must at first appear as heresy and misconduct. Se si vuole fare qualcosa di
innovativo, la mentalità va cambiata. Se partiamo dal presupposto che le province
124
che risponderanno al questionario saranno poche e che quindi non è opportuno
inviarlo, implicitamente ammettiamo che non saremo in grado di gestire il
cambiamento. Un'analisi precisa e dettagliata dello scenario in cui si progettano degli
interventi è invece condizione essenziale per poter valutare quali siano le necessità
primarie, quali le condizioni critiche e i fattori da sfruttare, per ideare in definitiva
iniziative idonee. Questo vale per il Centro per il libro e il progetto "In vitro" ma
soprattutto per le amministrazioni provinciali, che per espletare la propria mission di
coordinamento territoriale devono poterlo fare con cognizione di causa. Una
componente fondamentale del progetto, inoltre, dovrà essere la misurazione
dell’efficacia degli interventi. Solo valutando con attenzione lo scenario di partenza,
monitorando lo stato di avanzamento delle attività e rilevando i cambiamenti che si
produrranno a vari livelli nei territori interessati si potrà verificare l’efficacia dei
risultati ottenuti.
In definitiva, gli elementi da mettere sul piatto della bilancia per la scelta delle
province devono essere ben individuati e a ciascuno va dato il giusto peso. Questo
resta indubbiamente un momento di particolare delicatezza e criticità nell'avvio del
progetto, in quanto tocca anche aspetti che possiamo definire politici. Certamente
dovrà essere compiuta un'azione di discrimine che avrà carattere in parte soggettivo,
ma se il processo sarà condiviso e trasparente le scelte saranno ponderate e
giustificate.
Altri dati necessari nella costruzione del framework per determinare i fattori di base
sono:
-
popolazione residente;
-
numero dei comuni;
-
superficie in km²;
-
tasso di natalità;
-
residenti 0-14 anni;
-
indici di lettura regionali e provinciali;
-
aziende, fondazioni bancarie, associazioni del territorio;
125
-
scuole e università;
-
quotidiani e radio locali.
In appendice 2 è disponibile una simulazione del rilevamento di questi indicatori per
alcune province, individuate come campione a seguito di indagine da parte del
Gruppo di lavoro.
L'insieme complessivo di tutte le informazioni rappresenta la premessa
indispensabile a qualsiasi tipo di intervento. I territori provinciali italiani sono molto
diversi fra loro: alcuni hanno più di 5 mila km2 di estensione (per esempio Bolzano,
Foggia, Cuneo, Torino, Cosenza, Potenza) altri qualche centinaio (come Trieste,
Prato, Monza e Brianza). Anche la densità abitativa è molto varia: si va dai 2 mila e
600 abitanti per km2 di Napoli ai 31 dell'Ogliastra. Il tasso di natalità e il dato sulla
popolazione giovanile residente sono utili nell'ottica di interventi di promozione
della lettura a favore di questo specifico target. Gli indici di lettura, che l’Istat rileva
per regione, devono essere dettagliati a livello provinciale per avere un quadro
preciso prima dell’avvio del progetto e poter effettuare le necessarie valutazioni
successivamente. La richiesta di questo dato a livello locale è inserita nel
questionario da inviare alle province, ma nel caso (molto probabile) non fosse
disponibile è opportuna una rilevazione ad hoc, a cura del Centro per il libro (attività
che rientra tra i progetti previsti per il triennio) coinvolgendo se possibile l’università
più vicina. L’indagine sulle abitudini e i comportamenti di lettura dovrà essere
condotta in relazione ai fattori chiave che, come abbiamo visto (§1.2), sono
particolarmente importanti quali titolo di studio, professione, fascia d’età, numero di
libri posseduti in casa. Lo scopo è avere i dati utili non solo per la successiva
valutazione ma anche mirare il più possibile le attività sulla popolazione residente.
Un coinvolgimento di Camera di commercio e Confindustria locali è auspicabile per
poter incrociare i dati sulla lettura con quelli prodotti dai loro uffici studi,
arricchendo così il quadro e promuovendo, sul lungo periodo, l'inserimento di
queste informazioni nelle analisi che essi compiono regolarmente sul territorio.
Come sappiamo (§2.1) c'è una stretta correlazione tra istruzione, cultura e lettura e la
126
produttività del territorio ed è quindi opportuno che il sistema imprenditoriale ne sia
sempre più consapevole.
Informazioni su aziende, fondazioni bancarie, associazioni del territorio, oltre
all'analisi dei referenti istituzionali, sono necessarie per definire gli attributi della
comunità e iniziare a conoscere altri potenziali partner del progetto. L’investimento
sul territorio è ciò cui mira un’azienda che voglia avere un ritorno d’immagine, così
come una fondazione bancaria (che normalmente ha nella sua mission il sostegno allo
sviluppo e alla crescita della comunità locale). Un'analisi approfondita servirà a
identificare eventuali potenzialità che questi partner potrebbero offrire anche "in
natura" per sfruttarle opportunamente. È essenziale infine cogliere, nel caso si tratti
di aziende molto grandi, i rapporti che esistono fra le imprese e la società nonché il
tipo di impatto che esse hanno sulla popolazione che vive e lavora nella zona. Se
pensiamo che gli operai sono quelli che leggono di meno, ma per contro quadri e
dirigenti non si dedicano a questa attività quanto sarebbe auspicabile per la loro
crescita professionale, individuiamo immediatamente un nodo cruciale su cui
intervenire con la collaborazione e il supporto delle imprese. Infine un censimento
delle istituzioni scolastiche e dei media locali esistenti servirà da una parte per
ultimare il quadro della comunità dei partner, dall'altra per ampliare i canali di
comunicazione per la promozione delle iniziative del progetto. È necessaria la più
ampia partecipazione e la condivisione degli obiettivi per assicurare supporto e
collaborazione.
Il progetto "In vitro", che è promosso dal Centro per il libro e sarà da esso
coordinato, per la sua natura complessa e sperimentale implica l'esistenza nelle
province coinvolte di gruppi locali di progetto, che possano seguire nel dettaglio e
con continuità le attività e siano punto di riferimento sia per il territorio sia per il
Centro, che fungerà da supervisore nei vari stadi. Siamo quindi passati all'area
centrale del framework, ovvero l'arena dell'azione.
I gruppi locali di progetto (GLP) dovranno essere composti da rappresentanti degli
attori della filiera del libro (bibliotecari, editori, librai), dei decisori politici
127
(rappresentanti dell'Amministrazione provinciale e degli altri enti locali), delle
associazioni culturali esistenti, dell'organizzazione scolastica. Ai GLP spetterà il
raccordo con le associazioni imprenditoriali e commerciali, le banche e le fondazioni
bancarie, i media locali, e le eventuali università presenti. Il compito principale di
questi gruppi sarà fornire informazioni utili (previa analisi) sulla situazione del
territorio, elaborare proposte che possano essere trasformate in iniziative concrete di
promozione della lettura, coordinare le azioni intraprese ed essere referenti a livello
locale
e
centrale.
I
GLP
dovranno preferibilmente
lavorare
all'interno
dell'Amministrazione provinciale, che in qualità di Ente locale titolare delle relative
competenze avrà i seguenti compiti:
-
collaborare alla diffusione presso gli stakeholders delle informazioni utili sul
progetto e sulle attività in corso;
-
promuovere e favorire l’adesione delle strutture locali su cui hanno
competenza (scuole e biblioteche in primis);
-
mettere a disposizione risorse finanziarie proprie e/o altre risorse (ad es.
personale, uffici, sedi per corsi e incontri);
-
procurare risorse economiche dal territorio e/o risorse di altra natura (ad es.
attenzione dei media locali);
-
promuovere iniziative proprie nel quadro generale del progetto e coordinano
le attività;
-
procurare il necessario raccordo istituzionale con Regione e Comuni;
-
favorire attività generale di lobbying locale.
A livello centrale il progetto dovrà essere gestito da un apposito team o "cabina di
regia" composto dai rappresentanti delle associazioni di categoria e dei principali
referenti istituzionali (AIB, AIE, Conferenza delle regioni, UPI, ANCI), che verrà
costituito all'interno del Centro per il libro. Il processo iniziale di programmazione
richiede infatti una leadership forte, che si ottiene più facilmente creando un gruppo
operativo ristretto di preminenti addetti ai lavori che possano investire tempo ed
energie. Il team dovrà costruire il framework, avviare i GLP e fornir loro tutti gli
128
strumenti utili di lavoro, coordinare il progetto nel suo insieme, supervisionare e
monitorare le iniziative, valutare i risultati. Sarà compito del team, inoltre, ideare e
realizzare le azioni trasversali necessarie, che riguarderanno tutte le province
coinvolte, e dovranno precedere l'avvio dei lavori dei GLP.
CEPELL / Cabina di regia
Gruppo locale di
progetto (GLP)
GLP
GLP
Gruppo locale di
progetto (GLP)
Un primo gruppo di attività trasversali riguarda la creazione del framework e la
progettazione complessiva. Dovranno essere a carico del Centro quindi tutte le
analisi di scenario di cui abbiamo parlato sopra, e una serie di iniziative volte a
rendere quanto più operativi, autonomi ed efficienti i GLP. In particolare potrà
essere proposto un percorso di formazione articolato, cui potranno partecipare sia i
membri attivi nel GLP sia altri soggetti interessati, su tematiche quali project
management di eventi culturali, economia della cultura, fund raising, il tutto con
particolare riferimento a case studies e best practices sia nazionali sia internazionali. Uno
degli obiettivi da raggiungere è costituire per ogni provincia un gruppo di "agentipromotori della lettura" che agiscano sul territorio, dotati di un adeguato bagaglio di
competenze ed esperienza che possa essere utilizzato e trasmesso sul lungo periodo.
È infatti auspicabile che le Amministrazioni provinciali che saranno coinvolte si
impegnino fin dall’inizio a creare un’agenzia dedicata che lavori stabilmente per la
comunità locale. Come esito di questo percorso formativo il Centro per il libro
potrebbe realizzare una piattaforma per la formazione a distanza così come curare la
produzione di un’apposita collana di materiali didattici. Ciò consentirebbe di
diffondere i contenuti e le tematiche trattate anche presso altri soggetti interessati,
129
traendo il massimo profitto possibile dall'iniziativa. Il pacchetto formativo (moduli
tematici e docenti) potrà successivamente essere posto a disposizione di altri
territori.
Il Centro per il libro, oltre a delineare le linee di intervento complessive del progetto,
potrà dare dei suggerimenti concreti ai GLP. Da 6 anni, come abbiamo visto (§2.4)
organizza la campagna di promozione della lettura "Ottobre piovono libri" e grazie
anche alle altre sue attività istituzionali dispone di un database all'interno del quale
sarà possibile scegliere i progetti, le idee e gli spunti migliori, da proporre ai GLP.
Una sorta di ricettario da consultare per scegliere con quale piatto cimentarsi. Il team
di coordinamento dovrà supportare i GLP nella scelta: se mi si consente di
proseguire con la metafora, andranno fornite informazioni sugli ingredienti e sulle
quantità, sui tempi e le modalità di preparazione e cottura, sui costi presunti e sul
risultato finale (un primo, un secondo di carne o pesce, un dolce).
Il sito web del Centro per il libro217 dovrà essere un punto nevralgico del
coordinamento del progetto. Attraverso l'utilizzo della Rete è ormai possibile
condividere contenuti ed esperienze, relazionarsi e pianificare il lavoro in modo
migliore. Tutti possono partecipare allo sviluppo di un'idea e contribuire ai
contenuti disponibili on line (pensiamo all'esperienza di Wikipedia). Ciò consente
partecipazione informata ai processi democratici, da una parte, e una maggiore
attenzione alla trasparenza da parte delle Istituzioni, dall’altra. La Rete ormai rende
disponibili diversi strumenti utili per trasformare i siti istituzionali in luoghi di
partecipazione, condivisione e socializzazione.218 Ci rendiamo conto che questo si
scontra con la bassa diffusione dell'uso di Internet nel nostro Paese, dove oltre il
45% della popolazione con più di 14 anni non si collega alla Rete.219 Ma anche in
217
Si veda a <http://www.cepell.it/>.
Un esempio per tutti: il comune di Bristol ha integrato nel proprio sito web un "Consultations
portal" tramite il quale i cittadini possono partecipare a consultazioni popolari su tematiche varie e
scelte operative che riguardano la città <http://www.bristol.gov.uk/ccm/navigation/council-anddemocracy/consultations/>.
218
219 Fonte: indagine 2009 dell'Osservatorio permanente sui contenuti digitali, si veda a <http://
www.osservatoriocontenutidigitali.it>.
130
questo caso pensiamo che per cambiare le cose ci si debba mettere in gioco in prima
persona: spesso, troppo spesso, sono proprio gli operatori (bibliotecari, dipendenti
degli enti locali, insegnanti, etc.) a non avere molta dimestichezza con il computer. È
necessario invertire questa tendenza e fare in modo che sia chiaramente percepito da
tutti i partner del progetto che se non si utilizzano le nuove tecnologie si è, in
pratica, tagliati fuori.
Il sito istituzionale del Centro per il libro, quindi, dovrà essere implementato con dei
servizi dedicati per poter coordinare i lavori e fornire ai gruppi locali di progetto
un’area virtuale condivisa. Tramite la costruzione di newsletter, banche dati, wiki,
blog, etc. sarà possibile veicolare i contenuti, favorire lo scambio di esperienze e
condividere a livello nazionale le best practices, creando uno strumento di lavoro unico
in Italia per gli operatori della promozione della lettura. Se una parte dei contenuti
presumibilmente sarà ad accesso riservato, molte altre informazioni saranno
pubbliche e liberamente consultabili. Ciò consentirà una condivisione maggiore del
progetto, che potrà arricchirsi di suggerimenti e segnalazioni, dandone
contemporaneamente la massima comunicazione. In particolare lo strumento del
wiki sembra essere particolarmente appropriato: si tratta di un sito web (o
comunque una collezione di documenti ipertestuali) che viene aggiornato dai suoi
utilizzatori e i cui contenuti sono sviluppati in collaborazione da tutti coloro che vi
hanno accesso. Grazie all'ipertestualità i wiki contengono un gran numero di link ad
altre pagine, è possibile inserire immagini e anche elementi interattivi come
sondaggi. Una caratteristica distintiva della tecnologia wiki è la facilità con cui le
pagine possono essere create e aggiornate dalla comunità. La modifica dei contenuti
è aperta, nel senso che il testo può essere modificato da tutti gli utenti (a volte
soltanto se registrati, altre volte anche anonimi) procedendo per aggiunte e
cambiando e cancellando ciò che hanno scritto gli autori precedenti. Lo scopo è
quello di condividere, scambiare, immagazzinare e ottimizzare la conoscenza in
modo collaborativo. Un esempio nel settore della promozione della lettura è
Wikireadia,220 nato dal National Year of Reading inglese, cui abbiamo già accennato
220
Si veda a <http://www.wikireadia.org.uk/index.php?title=WikiREADia:About>.
131
(§3.3) e gestito dal National Literacy Trust. Attualmente contiene più di 1700
pagine grazie alla collaborazione di tutti i professionisti che hanno a che fare con la
lettura e l'alfabetizzazione: insegnanti, bibliotecari, dipendenti di enti locali.
Complessivamente il NYR è stato percepito, da coloro che ne hanno preso parte,
come una grande opportunità per stimolare la creatività e migliorare l'umore dello
staff. In particolare le opportunità di collaborazione sono state valutate
positivamente, perché le persone hanno trovato utile imparare da altri colleghi che
fanno cose simili. Ciò è stato possibile grazie a Wikireadia.221
Un progetto come "In vitro" può (deve) essere l'occasione per rivedere pratiche e
modelli in uso, per trovare eventualmente altre strade, per far sì che gli operatori
abbiano un'opportunità di crescita personale e professionale nell’ambito delle
istituzioni per cui lavorano. Il Centro per il libro avrà l'opportunità di raccogliere
molte informazioni che, se adeguatamente strutturate e rese disponibili, potranno
dar vita a un vero catalogo della promozione della lettura in Italia, dal punto di vista
delle pratiche e delle esperienze, dei soggetti coinvolti e degli investimenti messi a
disposizione, delle politiche e delle strategie. L'utilizzo della Rete, infine, consentirà
al Centro e agli stessi GLP di gestire in maniera più efficace i rapporti, considerando
che si tratterà di diverse persone operative su tutto il territorio nazionale.
Sempre nell’ambito delle azioni trasversali, come già accennato va previsto un
sostegno particolare alle biblioteche pubbliche e scolastiche, in termini di
finanziamento di progetti per la creazione di nuovi servizi all’utenza, nonché per
l’incremento del patrimonio bibliografico e il miglioramento degli spazi e della
dotazione di attrezzature informatiche e, se necessaria, per la formazione adeguata
degli operatori.
Seguendo lo schema del framework IAD, analizziamo quale può essere la modalità
di interazione più idonea con l'arena di azione. Per sensibilizzare e coinvolgere gli
stakeholders nel progetto, la proposta è che il Centro per il libro elabori un "patto per
la lettura" che le Province possano utilizzare a livello locale. L'esperienza nasce con
221
THOMSON 2009, p. 96-97.
132
esiti positivi in Spagna nell’ambito del Plan de fomento alla lettura
dell’Extremadura:222 si tratta di un documento con cui le istituzioni firmatarie
convengono nell'unire gli sforzi, i mezzi e le iniziative a favore dell'aumento degli
indici di lettura e si impegnano a sostenere attivamente tutte le azioni necessarie. Ai
primi 36 firmatari del 2003 si sono aggiunti nel corso del tempo altri 37 enti ed
istituzioni, e la maggior parte dei comuni esistenti sul territorio. Il testo tradotto del
patto è disponibile nell'Appendice 3.
Un patto simile, eventualmente adattato alla realtà locale, dovrà essere proposto
dall'Amministrazione provinciale su impulso del GLP al più ampio numero possibile
di istituzioni, enti, etc. per coinvolgerli e responsabilizzarli e dovrà essere firmato
durante un evento pubblico necessariamente mediatico per dare massimo risalto
all’avvio del progetto. Successivamente il patto potrà essere sottoscritto in qualsiasi
momento anche da altri che siano interessati a promuovere attivamente la lettura sul
territorio. È opportuno che il Centro per il libro, in qualità di promotore e
coordinatore del progetto, incontri preventivamente tutti i partner e gli stakeholders
provincia per provincia per illustrare e condividere il piano di lavoro, gli obiettivi e le
modalità di realizzazione.
Che tipo di azioni specifiche possono essere intraprese nell’ambito di un progetto
come "In vitro"? Come sappiamo (§1.1) le statistiche sulla lettura nel nostro Paese
evidenziano un divario consistente (al Nord le persone che hanno letto almeno un
libro nel tempo libero nel corso del 2010 sono il 54% della popolazione, al Sud il
35,2%). Attività tradizionali come incontri con gli autori o feste del libro frequentati in modo massiccio da chi legge già - presumibilmente avranno un basso
impatto sugli indici di lettura di una regione come la Sicilia, dove bisognerà piuttosto
intervenire sulle infrastrutture per la lettura e a livello politico per sensibilizzare
maggiormente i decisori. In linea generale le iniziative dovranno avere carattere
innovativo e rivolgersi non solo a coloro che leggono già. Sarà fondamentale
affrontare il tema dei comportamenti di lettura degli adulti e in particolare dei lettori
222
Si veda a <http://www.lecturaextremadura.com/?s=46>.
133
deboli o medi, che non sono del tutto "refrattari" alla lettura e che quindi se
opportunamente sensibilizzabili potrebbero incrementare la frequenza con cui si
dedicano a questa attività.223 Indubbiamente la fascia dei giovani e giovanissimi
dovrà essere privilegiata, dato che è nota l'importanza di acquisire l'abitudine a
leggere fin dalla più tenera età per dare costanza e mantenere familiarità con il libro.
Particolare cura dovrà essere posta affinché le azioni siano ben recepite in
particolare da adolescenti e maschi, cioè dal target che ha maggiori difficoltà e meno
interesse a leggere libri. Naturalmente il bagaglio delle esperienze fatte in questi anni,
a partire dal progetto "Nati per leggere", va mantenuto e sfruttato il più possibile.
Le iniziative dovranno quindi essere di due tipi:
A)
a favore di chi legge già
B)
a favore di chi non legge
diverse ma
complementari
Le azioni a favore di chi legge già dovranno far leva sull'appartenenza del lettore a
una comunità, nella quale può condividere interessi e scoprirne di nuovi ma anche
collaborare attivamente. La creazione di gruppi di lettura (reali o virtuali) sta
prendendo piede anche in Italia224 a seguito dell'esperienza spagnola, dove sono stati
utilizzati come strumento di alfabetizzazione e di promozione della lettura. Si tratta
di condividere tra i partecipanti un certo libro, che verrà letto da ognuno per conto
proprio e poi discusso collettivamente. È un modo per condividere piaceri,
impressioni, interessi e conoscere nuove persone. Un modo, inoltre, che le
biblioteche (o le librerie) hanno per porsi sotto una luce diversa nei confronti dei
propri utenti: da luoghi in cui la maggior parte delle volte si entra frettolosamente
per prendere a prestito (o comprare) un volume, diventano luoghi di socializzazione
e di riferimento dal punto di vista culturale. Il bibliotecario o il libraio da "fattorino"
o movimentatore di volumi si trasforma in ospite attento. Una variante alternativa ai
223
SOLIMINE 2010, p. 158-159.
224
Si veda il blog della comunità italiana a <http://gruppodilettura.wordpress.com/>.
134
gruppi di lettura, e che strizza l'occhio ai trenta-quarantenni, possono essere gli
"speed date". I partecipanti a questi incontri, di sesso opposto e in numero uguale,
hanno un tempo prestabilito per parlare e scambiarsi delle opinioni, scaduto il quale
si passa al posto accanto per parlare con un altro partecipante. Alla Odense
Centralbibliotek in Danimarca organizzano incontri di questo genere con la clausola
che i partecipanti devono portare con sé un libro e iniziare la conversazione a partire
da quello.225
Biblioteche e librerie possono "sfruttare" la collaborazione dei propri lettori forti
trasformandoli in "promoter della lettura". In Extremadura tramite il progetto
"Agente de la lectura" (realizzato nell’ambito del Plan de Fomento) vengono
coinvolte persone che amano leggere e sono volontariamente disponibili a
supportare attività come letture ad alta voce e consegna a domicilio dei prestiti
bibliotecari. In cambio ricevono una tessera che consente privilegi nelle librerie e
biblioteche convenzionate.226 In questo modo si crea un bacino di collaboratori per
diverse attività, il libro e la lettura vengono messi al centro della vita sociale dei
cittadini e si implementano collaborazioni con istituzioni e imprese diverse che
abbiano a che fare con la cultura e il libro, creando di fatto una rete.
Azioni a favore di chi non legge o legge poco devono prevedere la promozione del
libro e della lettura in contesti nuovi (quindi non nelle biblioteche o nelle librerie)
per intercettare persone che hanno un'idea del libro e della lettura negativa. Come
abbiamo visto (§1.3) i motivi principali per la non lettura sono riconducibili al fatto
che leggere è considerata un'attività noiosa. Una campagna di comunicazione con
testimonial famosi come attori, sportivi, gruppi musicali, personaggi dei cartoni
animati può aiutare a trasmettere un’immagine diversa del lettore. Negli Stati Uniti
l’American Library Association per la campagna "Read" realizza dei poster con
Mi sia consentito di rimandare al mio articolo Read it - show it - promote it. Alcune iniziative di
promozione della lettura in Danimarca. In "AIB notizie", 21 (2009), n. 6, p. 25, disponibile anche a
<http://www.aib.it/aib/editoria/n21/0625.htm3>.
225
226
Si veda a <http://www.lecturaextremadura.com/index.php?s=101&spadre=67&r=410>.
135
testimonial famosi intenti a leggere.227 Il Plan de Fomento de la lectura spagnolo
prevede la collaborazione con la Liga de Fútbol Profesional per sviluppare azioni
negli stadi, o per avere personaggi sportivi come testimonial, come avvenuto ad
esempio nella campagna realizzata in Castilla La Mancha che ha come testimonial
Andrés Iniesta, giocatore del Barcellona e campione del mondo in carica al
momento della diffusione della pubblicità.228 In Italia nell'ambito della campagna "Se
mi vuoi bene regalami un libro" sono stati realizzati tre spot per radio e tv i cui
testimonial erano sì famosi (Gianrico Carofiglio, Benedetta Parodi e Roberto
Saviano)229 ma strettamente legati al mondo del libro in quanto scrittori, quindi è
plausibile pensare che abbiano un impatto minore verso chi non legge o legge poco.
Inoltre normalmente le pubblicità sulla stampa coinvolgono i principali quotidiani
nazionali: andrebbero invece preferiti i giornali sportivi e quelli di cronaca locale,
che sono mediamente più letti dal target.
Nelle città medio-grandi potrebbe essere concordata una settimana in cui i libri
vengono esposti nelle vetrine dei negozi di abbigliamento, alimentari, o di altro
genere, e può essere promosso un bookcrossing in luoghi insoliti. Il progetto "Seminar
libri" della Rete Bibliotecaria di Romagna e San Marino prevede che diversi volumi,
ricevuti da donazioni di privati, editori, enti pubblici, etc., siano messi a disposizione
di tutti gratuitamente mediante una gestione "self-service". Si possono prelevare,
leggere, scambiare e riportare anche in luoghi diversi da quello in cui sono stati
scelti. Sono state appositamente avviate "isole" di diffusione di libri in molti luoghi
di aggregazione del territorio (come supermercati, cinema e poliambulatori).230
Anche i mezzi di trasporto locali possono essere utilizzati per raggiungere un
pubblico di non lettori abituali, peraltro in un contesto che implica attesa e
impossibilità di svolgere altre azioni, quindi potenzialmente favorevole a coltivare
Si veda a <http://www.alastore.ala.org/SearchResult.aspx?CategoryID=160>. Tra di essi, gli
attori dei film di Harry Potter, Hugh Laurie (interprete della famosa serie TV Dr. House), il gruppo
musicale Jonas Brothers, la tennista Serena Williams.
227
228 Si veda a <http://ccta.jccm.es/dglab/Cliente?id_aplic=26&idpv=3&id_tabla=396&pagActual=
1&id_area=2&id=1&admin=No&txtSufijo=esp&seccion=Bibliotecas>.
229
Si veda a <http://www.ibookyou.it/spot_tv.php>.
230
Si veda a <http://www.bibliotecheromagna.it/main/index.php?id_pag=359>.
136
l'idea della lettura per svago. La campagna "Libros a la Calle" da 14 anni viene
realizzata sui mezzi del trasporto urbano di Madrid, grazie alla collaborazione di tutti
i partner istituzionali e degli autori (spagnoli, a sostegno della cultura nazionale) che
cedono gratuitamente brani dei loro romanzi. La campagna invita a continuare la
lettura in biblioteca o acquistando il volume.231 Sempre a Madrid, nelle stazioni della
metropolitana, sono attivi anche dei punti di prestito bibliotecario tramite l'iniziativa
"Bibliometro", che trae le sue origini in Cile a metà degli anni Novanta.232 A Milano
dallo scorso settembre l'ATM ha lanciato l'iniziativa "BookPreview" (che però ha un
taglio più commerciale-promozionale): sulle due linee tranviarie molto frequentate
accanto all’obliteratrice è stato posizionato un dispenser contenente i primi capitoli
di romanzi di recente pubblicazione.233 Ad Amburgo l'azienda locale di trasporti ha
dotato oltre 100 bus di una piccola biblioteca grazie alla campagna "Semplicemente
rilassante".234 Un altro luogo di attesa e collegato al viaggio è l'aeroporto: ad
Amsterdam Schiphol è stata aperta una biblioteca nel settore delle partenze
internazionali (quelle che hanno tempi di attesa più lunghi) con orario 24/7.235 Se
consideriamo che la libreria della Stazione Termini di Roma è al primo posto della
classifica nazionale per vendite e fatturato236 è plausibile che investire su luoghi e
mezzi di viaggio (stazioni, aeroporti, trasporto pubblico) dia nel medio-lungo
periodo un ritorno positivo.
Nei centri più piccoli dovrebbero essere sfruttati gli eventi locali, che prevedono
ampia partecipazione da parte della comunità (come sagre e feste) e che
normalmente si tengono nel corso dell'anno a cura del Comune, della pro-loco, o
231
Si veda a <http://www.librosalacalle.com/>.
232
Si veda a <http://es.wikipedia.org/wiki/Bibliometro>.
233 Si veda a <http://www.atm-mi.it/it/AtmNews/Comunicati/Pagine/Lineed%E2%80%99
autorelaletteraturasaleintram_25_09.aspx >.
234
Si veda a <http://www.vhhpvg.de/news/2010/04/Einfach_entspannend_1.php>.
Si veda a <http://www.airportlibrary.nl>. La biblioteca afferma di essere l'unica al mondo ma a
quanto pare si contende il primato con Nashville, che dichiara di aver aperto una filiale della
biblioteca pubblica nell'aeroporto locale nel 1962. Si veda a <http://www.jaunted.com/
story/2010/8/26/154110/403/travel/The+World%27s+First+Airport+Library+Was+in+Nashvi
lle,+Not+Amsterdam>.
235
236
SOLIMINE 2010, p. 46.
137
dell'Azienda di promozione turistica, tutti enti con cui biblioteche e librerie
dovrebbero collaborare stabilmente per iniziative integrate sul territorio. Soprattutto
nelle zone in cui la presenza di librerie è bassa, organizzare in concomitanza con
questi eventi una mostra-mercato del libro può essere efficace. Si segnala per la sua
peculiarità la libreria itinerante per ragazzi Ottimomassimo, un librobus dotato di
oltre 4000 libri selezionati tra le case editrici più attente del panorama librario
italiano, che da 4 anni si sposta soprattutto a Roma e provincia per partecipare a
incontri con le scuole e altri eventi.237
La collaborazione con le aziende del territorio, soprattutto se di grandi dimensioni,
sarà importante per promuovere la lettura anche sul posto di lavoro, tramite la
costituzione di piccole biblioteche interne e l'impegno dei dirigenti a promuovere
questa attività tra i dipendenti. Durante il National Year of Reading del 1998-99 di
cui abbiamo già parlato, la compagnia telefonica Orange fondò dei gruppi di lettura
aziendali e sollecitò altre compagnie a partecipare al progetto.238 La lettura come
strumento per migliorare le proprie competenze e il proprio bagaglio culturale potrà
essere proposta durante i corsi di formazione organizzati direttamente dalle aziende
o da terzi. Per coloro che invece sono in cerca di prima o nuova occupazione sarà
opportuno puntare a una collaborazione con gli Informagiovani e i Centri per
l'impiego.
In generale, affinché le iniziative abbiano un impatto significativo è importante che
siano costanti, variegate, numerose e soprattutto coordinate. Due esempi dei risultati
che si possono ottenere con investimenti e azioni concrete sul lungo periodo a
favore del libro e della lettura sono il Piemonte e la città di Roma. Alla fine degli
anni Ottanta prende avvio il Salone del libro di Torino. Nel decennio successivo si
sviluppano altre attività di promozione della lettura tra festival (soprattutto in
provincia, come Scrittori in città a Cuneo, Piemonte noir a Orta), circoli di lettori (in
particolare Torino) e mostre-mercato (Portici di carta). Se nel 1994 il 44% della
237
Si veda a <http://www.ottimomassimo.it/>.
238
Si veda a <http://www.prnewswire.co.uk/cgi/news/release?id=40234>.
138
popolazione piemontese dichiarava di aver letto almeno un libro nel corso dell'anno
precedente, oggi i lettori sono pari al 53,1% e il Piemonte è una delle regioni che ha
indici più alti.239 A Roma tra il 2000 e il 2005 i lettori sono passati dal 41,7% al
47,1% con una crescita del 5,4% rispetto ad una media nazionale del 3,7%. Nello
stesso periodo gli Enti locali hanno fortemente puntato su investimenti e
riorganizzazione del comparto cultura, in particolare delle biblioteche (con il
consolidamento dell'Istituzione biblioteche di Roma, nata nel 1996). Nel 2001 ha
inoltre preso avvio l'importante fiera della piccola e media editoria Più libri più
liberi. Il numero dei prestiti in biblioteca è aumentato del 49,6% e le vendite in
libreria del 31,3%.240
Per quanto riguarda bambini e adolescenti, i dati ci dicono che collegare l’invito alla
lettura solo alla scuola non è il modo migliore per formare lettori stabili, o quanto
meno non può essere l’unico. Sappiamo che tra i 6 e i 24 anni i principali motivi
della non lettura sono la noia (35%), la mancanza di tempo (riguarda il 29,1% della
fascia 15-24 anni) e la preferenza per altri svaghi (34%). Inoltre i giovani che
leggono nel tempo libero sono prevalentemente lettori deboli, con quote più alte
rispetto alla media nazionale.241 Vanno quindi trasmesse motivazioni che puntino a
rovesciare l'idea che leggere è un’attività noiosa e solitaria tout court, che impedisce la
socializzazione e l'inserimento all'interno del gruppo sociale di riferimento. La
lettura può essere un modo per evadere dall’ambiente in cui si vive (la casa, il paese,
la famiglia), grazie al quale si possono dischiudere nuovi orizzonti alimentati dalla
fantasia.242 Va tenuto presente inoltre che l'85% dei giovani tra i 14 e i 19 anni si
connette alla Rete con regolarità243 e utilizza social network e altri strumenti del web
239
PERESSON 2010c, p. 25-27.
240
AIE 2006, p. 77-78.
241
MORRONE 2007.
242
PETIT 2010, p. 27.
243 Fonte: indagine 2009 dell'Osservatorio permanente sui contenuti digitali, si veda a
<http://www. osservatoriocontenutidigitali.it>.
139
2.0. Una campagna efficace che abbia come target gli adolescenti dovrà sfruttare
Internet e le potenzialità che questo mezzo offre.
In Inghilterra il progetto "Reading champions" si rivolge in particolare a bambini e
adolescenti di sesso maschile che partecipano, tramite le scuole, a un campionato di
lettura. I coordinatori del progetto non scelgono di coinvolgere i ragazzi che
leggono di più ma quelli che sono visti come "fighi" dagli altri compagni. L'idea di
fondo è trasformare questi ragazzi in testimonial della lettura all'interno del proprio
gruppo puntando all'effetto imitazione. Vengono stabilite delle attività che, se
portate a termine, danno diritto a vincere un certificato (d'oro, d'argento e di
bronzo) e la pubblicazione del proprio nome in un'apposita lista di Reading
champions anche a livello nazionale.244 Il modello del concorso e/o della
competizione è applicato con successo ai più giovani anche in Italia. Dal 2004 è
attivo il progetto "Xanadu. Comunità per lettori ostinati", nato da un'idea di
Hamelin Associazione Culturale e rivolto agli adolescenti. Ogni anno viene stabilito
un tema e c'è un concorso basato su libri, fumetti, musica e cinema, cui partecipano
scuole e biblioteche. È in sostanza un tentativo di mettere in comunicazione pensieri
e riflessioni di ragazzi dai 13 ai 16 anni di tutta Italia.245 Rai Tre ormai da diversi anni
realizza la trasmissione televisiva "Per un pugno di libri" con un gioco in studio che
vede sfidarsi due squadre di studenti dell'ultimo anno della scuola superiore. In palio
ci sono libri in omaggio per la classe vincitrice.246 Un gioco simile potrebbe essere
realizzato anche a livello locale, sia di scuola sia di provincia, facendo sì che i ragazzi
si mettano in gioco ma senza collegare la lettura allo studio quanto piuttosto allo
svago e al piacere.
Per i piccolissimi e i bambini, fasce d'età che presentano già alti indici di lettura,
bisognerà puntare sulla consapevolezza che hanno i genitori dell'importanza di
leggere ai propri figli fin dalla più tenera età. Il progetto Nati per leggere come
244
Si veda a <http://www.literacytrust.org.uk/reading_champions/about>.
Si veda a <http://www.bibliotecasalaborsa.it/ragazzi/xanadu2011/>. Peccato per la tassa di
iscrizione al concorso di 100 euro.
245
246
Si veda a <http://www.perunpugnodilibri.rai.it/>.
140
abbiamo visto (§2.3) attualmente raggiunge il 25% della popolazione nazionale di 05 anni. Dovrà essere adeguatamente supportato a livello locale affinché la sua
penetrazione aumenti. Tramite l'invio delle bibliografie appositamente create che
orientano nel la scelta dei titoli e dei consigli pratici è possibile sensibilizzare i
genitori sull'importanza della lettura. Depliant informativi, inoltre, sono disponibili
in lingua straniera per raggiungere anche le famiglie di immigrati. Il supporto dei
pediatri rende il progetto strategico perché collega la lettura alla salute del bambino.
Stringere una partnership a livello nazionale con importanti fornitori di prodotti per
bambini che hanno negozi propri per la vendita al dettaglio (ad esempio Chicco o
Prénatal, molto diffusi sul territorio) consentirebbe di promuovere NPL e la lettura
in generale ad un pubblico vasto e certamente sensibile. Si potrebbe trasmettere così
il messaggio ai (futuri) genitori che per il proprio bambino è necessario comprare un
passeggino (una tutina, un giocattolo, etc.) tanto quanto dei libri.
Per quanto riguarda l'ultimo tassello dello IAD framework, quello della valutazione,
il modello da seguire dovrà essere quello del Social Return on Investment (SROI).247 Si
tratta di un tipo di analisi che misura il cambiamento in modi significativi per le
persone e le organizzazioni che ci hanno preso parte. Racconta come questo
cambiamento è stato creato misurando i risultati sul piano sociale, economico,
ambientale e utilizza indici monetari per rappresentare questi risultati. Ciò consente
di calcolare il rapporto costi-benefici (ad esempio 3:1, 1 euro di investimento porta 3
euro di valore sociale). Si tratta di una disciplina emergente di management (gestita da
un network di istituzioni inglesi)248 che combina competenze diverse per la
misurazione e la comunicazione del valore non solo finanziario di progetti,
organizzazioni e politiche.
Le fasi dell'analisi SROI sono:
1. definire lo scopo dell'analisi e individuare gli stakeholders;
2. mappare i risultati, per mostrare la relazione tra input, output e risultati;
247
SROI 2009.
248
Si veda a <http://www.thesroinetwork.org/>.
141
3. evidenziare i risultati e attribuire loro un valore;
4. stabilire l'impatto: dopo aver raccolto prove sui risultati e averli monetizzati,
gli aspetti del cambiamento che sarebbero occorsi comunque o sono
conseguenza di altri fattori vanno eliminati;
5. calcolare il SROI confrontando il risultato con l'investimento;
6. comunicare i risultati e utilizzarli.
Una delle più importanti valutazioni riguarderà gli indici di lettura locali alla fine del
progetto, per verificare se ci siano stati cambiamenti positivi. C'è ovviamente da
tenere conto del fatto che un insieme di attività come quelle delineate non può avere
effetto immediato o sul breve periodo. Dovrà essere valutato l'impatto che il
progetto ha avuto in termini di conoscenza delle iniziative e loro gradimento, per
capire se la comunicazione e l'organizzazione sono state funzionali rispetto alla
comunità. Dovrà inoltre essere rilevato il tipo di cambiamento, se esistente, nei
rapporti tra gli stakeholders, nelle metodologie di lavoro degli operatori, nella
percezione che la popolazione ha del libro e della lettura. Un obiettivo che va
perseguito è rendere stabili tutte le collaborazioni che si instaureranno nel corso del
tempo tra gli stakeholders. L'optimum è responsabilizzare l'amministrazione provinciale
sul tema della promozione della lettura e creare un'agenzia che lavori stabilmente; se
ciò non fosse possibile il Centro per il libro dovrà fare tutto il possibile affinché i
rapporti a livello locale si mantengano per rendere possibili altre iniziative in futuro
e creare una catena virtuosa di interlocuzioni. Infine andrà redatto il bilancio
economico che metta in relazione le spese sostenute centralmente e a livello locale
con le azioni intraprese. La valutazione finale dovrà essere preceduta da un
monitoraggio costante delle attività e del lavoro dei GLP.
Le iniziative riportate sopra e le azioni da intraprendere non pretendono di essere
esaustive ma sono esemplificative di ciò che potrebbe essere messo in atto da parte
delle province e del Centro per il libro per realizzare il progetto. Complessivamente
si tratta di eventi e modalità di lavoro già efficacemente testati, che si caratterizzano
142
per essere innovativi, efficienti ed efficaci. In particolare le iniziative di promozione
della lettura rispondono al requisito più importante, ovvero raggiungere e
coinvolgere la più ampia parte di popolazione possibile, condizione essenziale per
avvicinarsi all’obiettivo dell’ampliamento della base di lettori nel nostro Paese. Il
progetto necessita ovviamente di essere adeguatamente sostenuto dal punto di vista
economico, di risorse umane e professionali e di entusiasmo; deve inoltre essere
gestito con particolare cura sia a livello locale sia di coordinamento nazionale. “In
vitro” è una straordinaria occasione per il nostro Paese, per mettere in campo tutte
le sinergie della filiera del libro e per dare avvio a una politica nazionale di
promozione della lettura che è strategica e necessaria, e abbia come principale attore
l’organismo appositamente creato, ovvero il Centro per il libro e la lettura.
143
Appendice 1 – Bozza progetto “in vitro”
Il divario sociale in Italia ha tra le sue cause l’esiguità del numero dei lettori dovuta a
una scarsa propensione alla lettura in particolare tra alcune fasce della popolazione e
in alcune aree del Paese. L’obiettivo primario del progetto è quello di creare una
inversione di tendenza di questo fenomeno e arginare il gap territoriale e sociale con
soluzioni mirate. Tale risultato sarà perseguito attraverso la costruzione di un
modello sperimentale definito “In vitro” che, tenendo conto della pluralità di
esperienze che caratterizza la realtà italiana, darà vita a un progetto pilota che possa
essere dispiegato in tutto il territorio nazionale. A tal fine, verranno scelte sei
province rappresentative di diverse realtà locali per costituire gruppi di intervento,
formati da rappresentanti delle istituzioni, delle associazioni di settore, dagli
stakeholders e comunque da tutti i soggetti interessati, che sviluppino, nell’ambito di
uno specifico patto locale per la lettura, pratiche innovative destinate a categorie di
utenti-lettori quali le scuole e gli adolescenti, valorizzando le “infrastrutture”
territoriali della lettura, ossia le biblioteche, con una speciale attenzione alle fasce
deboli.
DESCRIZIONE DEL PROGETTO
1. Obiettivi
I dati di confronto internazionale sulla lettura dei libri mostrano che la quota di
lettori in Italia è tra le più basse d’Europa: la situazione della lettura nel nostro Paese
vede una percentuale dell’8% di lettori abituali e del 30% di lettori saltuari, ovvero
solo il 38 % della popolazione adulta, distribuiti in una piramide che vede una punta
minima (1,4%) di lettori forti e fortissimi, accompagnata da una fascia di lettori medi
(6,5%), e una larghissima base di lettori deboli e borderline. Nel confronto
144
internazionale, i lettori abituali sono il 63,7% nel Regno Unito, il 60,2% in
Germania, il 48,3% in Francia, il 47,6%in Spagna e il 46% in USA.
In base ai dati ISTAT, negli ultimi anni le differenze, basate sul livello di istruzione e
sulla classe socio-economica, si sono accentuate: fra il 2003 e il 2007 le percentuali di
lettori sono aumentate nelle fasce con livello di istruzione superiore (dal 65 al 70%)
e media (dal 47 al 49%), mentre sono diminuite nelle fasce con livello inferiore (dal
22 al 20%); parallelamente, nello stesso periodo le percentuali di lettori sono
aumentate nelle classi socio-economiche superiore (dal 66 al 73%) e media (dal 38 al
39%), mentre sono crollate nelle classi socio-economiche inferiori (dal 23 al 15%).
La lettura in Italia è dunque caratterizzata da esiguità del numero dei lettori e da una
progressiva apertura della forbice tra svantaggiati e avvantaggiati. La lettura di libri in
Italia non è dunque democratica, non risponde ai criteri e ai parametri di una
moderna democrazia.
L’obiettivo primario del Centro per il libro è quello di affrontare questa situazione e
cercare di porvi rimedio con la consapevolezza che per incrementare il numero dei
lettori nel Paese, occorre partire da esperienze e pratiche realizzate localmente su
specifici segmenti di popolazione e con scopi particolari. Su questa base si potrà
costruire un modello di promozione della lettura che sia successivamente
dispiegabile su scala nazionale. Da questo punto di vista “In vitro” è pertanto un
insieme di metodologie e di procedure sperimentali per elaborare in due anni tale
modello.
2. Metodologia impiegata
Il progetto utilizza uno strumento analitico, l’Institutional Analysis and Development
(IAD) framework, atto ad indagare con efficacia qualsiasi ambito sociale caratterizzato
da interazioni complesse e reiterate sulla base di regole che guidano la scelta di
strategie e comportamenti. Questa metodologia consente di fondare su basi nuove le
politiche e le strategie di promozione della lettura, poiché ne vincola le modalità e in
parte i contenuti alle arene di azione locale, alla loro specifica configurazione, agli
specifici attori che la popolano e alle particolari relazioni che ne costituiscono il
145
tratto identitario. Si tratta insomma di una metodologia che pone a disposizione
potenti strumenti di analisi della realtà locale i quali, accompagnati da una accurata
rilevazione statistica dei comportamenti di lettura e non lettura, consentiranno di
definire una strategia calibrata sulle caratteristiche del territorio. L’esame accurato
dell’arena di azione locale contraddistingue “In vitro” dai progetti o dalle iniziative
di promozione della lettura sinora tentati in Italia, caratterizzati piuttosto da una
logica di tipo top-down e da un disegno ‘a tavolino’. Al contrario il progetto proposto
pone a disposizione dell’arena di azione locale due potenti strumenti operativi per
interpretare e governare le modalità di interazione con il territorio globalmente
inteso: uno di tipo ‘istituzionale’, il Patto locale per la lettura che collega e orienta
all’azione tutti gli attori interessati in qualche modo all’incremento degli indici di
lettura; uno di tipo organizzativo, il gruppo locale di progetto, per consentire un
efficace management locale del progetto. Il management generale del progetto è
assicurato a livello centrale da un team di progetto, assimilabile ad una ‘cabina di
regia’, coordinato dal direttore del Centro per il libro il quale sarà coadiuvato, per le
componenti più eminentemente organizzative, da un manager di progetto.
3. Fattibilità tecnica
Il progetto, coordinato dal CLL, nella fase di realizzazione si avvale delle risorse
interne e delle competenze e delle professionalità dell’Associazione Italiana
Biblioteche (AIB), la più importante associazione professionale attiva nel settore,
senza fini di lucro, che metterà a disposizione l’esperienza ultradecennale che la
contraddistingue nel settore della pubblica lettura, la struttura organizzativa
nazionale e quella distribuita in tutto il territorio nazionale e la diffusa rete degli
istituti aderenti. Saranno inoltre attivamente coinvolte le associazioni di categoria
(Associazione italiana editori, Associazione librai italiani), la Conferenza delle
Regioni, l’Unione delle province italiane e l’Associazione nazionale comuni d’Italia,
le università e le istituzioni culturali locali.
146
4. Descrizione generale delle attività
Si parte dal presupposto che la lettura rappresenti un bene comune (common), uno
strumento fondamentale per lo sviluppo della personalità e della socialità, come
elemento essenziale per convivere in democrazia. La lettura rappresenta inoltre una
risorsa strategica sulla quale investire in una logica di lungo periodo, perché rafforza
lo sviluppo sostenibile e costituisce un volano per la crescita economico-sociale del
Paese.
Il progetto ha come scopo principale rendere il libro e la lettura un’abitudine sociale
e allargare di conseguenza la base dei lettori. Ha carattere eminentemente
sperimentale, in quanto in Italia non è mai stata intrapresa una serie di azioni
coordinate di ampio respiro, che coinvolga tutti i partner della filiera del libro e della
lettura (biblioteche, scuole, librerie, editori, associazioni culturali, etc.), i referenti
politici e gli stakeholders presenti sul territorio. La progettazione delle azioni da
intraprendere, escluse quelle infrastrutturali e trasversali, dovrà tener conto delle
condizioni e delle specificità dei territori. Per queste ragioni è stato assunto come
ambito di sperimentazione il territorio provinciale. Il progetto sarà sperimentato in
sei province (due al Nord, due al Centro, due al Sud) rappresentative della realtà
nazionale.
Il progetto sarà coordinato dal Centro per il libro, ma prevede come necessaria
componente organizzativa la costituzione di “Gruppi locali di progetto” (GLP) in
ciascuna provincia, che possano seguire nel dettaglio e con continuità le attività e
siano punto di riferimento per il territorio e per il Centro. Sarà compito di questi
gruppi analizzare la situazione locale ed elaborare proposte da trasformare poi in
iniziative concrete, partendo da esperienze già presenti e consolidate. Questa
metodologia, come si è detto, risponde alla necessità che la progettazione non sia di
tipo top-down, ma tenga conto delle peculiarità e delle diversità dei singoli ambiti di
intervento.
Le Province, dal canto loro, dovranno dar vita ad un patto locale per la lettura che
raccolga tutti i soggetti istituzionali, privati e gli stakeholders coinvolgibili per il
perseguimento dell’obiettivo generale.
147
A seconda dei territori le Province
1. collaborano alla diffusione presso gli stakeholders delle informazioni utili sul
progetto e sulle attività in corso;
2. favoriscono l’adesione delle strutture locali su cui hanno competenza (scuole
e biblioteche in primis);
3. mettono a disposizione risorse finanziarie proprie;
4. procurano risorse economiche dal territorio o risorse e strumenti di altra
natura;
5. mettono a disposizione risorse proprie (ad es. personale, uffici, sedi per corsi
e incontri);
6. coordinano le attività previste nel patto locale per la lettura;
7. promuovono iniziative proprie nel quadro generale del progetto;
8. procurano il necessario raccordo istituzionale con Regione e comuni;
9. favoriscono attività di lobbying locale.
I criteri guida per orientare la scelta dei territori provinciali da coinvolgere, oltre alla
già citata distribuzione geografica, sono l’esclusione del capoluogo di Regione e delle
province che ospitano università importanti. Quest’ultimo criterio mira ad evitare
che i dati di lettura locali possano essere falsati rispetto alla media nazionale e
macroregionale. Altri criteri di scelta rilevanti sono:
-
esistenza di reti o sistemi bibliotecari efficienti
-
esistenza di una struttura provinciale capace di presidiare le politiche in tema
di biblioteche, libro e lettura
-
disponibilità a dar vita ad un patto locale per la lettura nei termini di cui sopra
-
disponibilità a investire in risorse umane sul progetto
-
disponibilità a cofinanziare il progetto
Le biblioteche di pubblica lettura, in quanto diffuse capillarmente, capaci di offrire
una pluralità servizi di informazione e in grado di allestire un’offerta ampia e varia,
devono essere il punto privilegiato verso cui convergono e si diffondono le attività
di promozione della lettura.
148
Il progetto è rivolto prevalentemente a due fasce di popolazione: quella 0-18 e gli
anziani. All’interno di queste due fasce sono possibili, dal punto di vista operativo,
ulteriori suddivisioni.
La tassonomia delle azioni previste è la seguente:
-
attività infrastrutturali e trasversali: donazione libri, predisposizione sito web
e strumenti di comunicazione, attività di comunicazione, confezionamento di
un ‘pacchetto’ formativo, interventi sulle infrastrutture e la logistica;
-
attività locali e verticali: Patto locale per la lettura, iniziative di promozione
della lettura, rilevazioni statistiche, attività locali di comunicazione;
-
attività di management di progetto.
Una componente fondamentale del progetto dovrà essere la misurazione dello
scenario di partenza e dell’efficacia degli interventi. La raccolta di informazioni
statistiche sulle abitudini di lettura in essere nel territorio rappresenta la premessa
indispensabile a qualsiasi tipo di intervento. Gli indici di lettura, che l’Istat rileva per
Regione, dovranno essere dettagliati a livello provinciale, per avere un quadro
completo prima dell’avvio delle attività, e poter effettuare le necessarie valutazioni
successivamente. L’analisi dovrà concentrarsi sui comportamenti di lettura in
relazione a fattori chiave come titolo di studio, professione, fascia d’età, al fine di
mirare il più possibile le attività sul campione più realistico possibile dei lettori
deboli e dei non-lettori. Questa rilevazione statistica va condotta dal Centro con
l’auspicabile coinvolgimento delle università del territorio, se presenti, della Camera
di commercio e delle associazioni di categoria locali, che con i propri uffici studi
potrebbero incrociare e arricchire il quadro. L’obiettivo, sul lungo periodo, deve
essere quello di far inserire gli indicatori di lettura nelle analisi che questi organismi
compiono regolarmente sul territorio.
Le attività trasversali del progetto includono anche la creazione di una "nuova"
figura professionale, adeguatamente formata, che si occupi in forma dedicata di
promozione della lettura. Nei territori interessati verranno realizzati dei corsi di
formazione ad hoc (sia per i membri del gruppo locale di progetto sia per tutti gli
interessati, operatori professionali e volontari). Lo scopo è non solo rendere quanto
149
più operativi, autonomi ed efficienti i GLP, ma più in particolare creare per ogni
provincia un gruppo di “agenti-promotori della lettura”. Il bagaglio di competenze
ed esperienza trasmesso dovrà essere utilizzato sul lungo periodo: è infatti
auspicabile che le Amministrazioni provinciali che saranno coinvolte si impegnino
fin dall’inizio a costituire un’agenzia dedicata che serva l’intero territorio e lavori
stabilmente. Il Centro per il libro, per dare massima diffusione ai temi trattati e alle
best practices, implementerà il proprio sito istituzionale con banche dati, newsletter,
wiki, blog, etc. creando uno strumento di lavoro unico in Italia, di facile
consultazione e utilizzo e soprattutto condiviso con gli operatori. È prevista anche la
realizzazione di una piattaforma per la formazione a distanza e/o la produzione di
un’apposita collana di materiali didattici da distribuire per trarre il massimo profitto
dall’esperienza. Il pacchetto formativo potrà successivamente essere posto a
disposizione degli altri territori.
5. Cronoprogramma
Fase di avvio:
-
Scelta delle province-campione
-
Contatti con le amministrazioni locali
-
Incontri con amministratori, associazioni e stakeholders
-
Costituzione dei gruppi di intervento locali
-
Censimento delle attività di promozione della lettura svolte sul territorio
-
Rilevazioni statistiche su lettori/lettura in ambito locale
-
Progettazione degli interventi strutturali e formativi
-
Progettazione delle iniziative di promozione da realizzare sul territorio
-
Definizione delle modalità di monitoraggio dei risultati
Seconda fase:
-
Attuazione degli interventi strutturali (dono di libri per neonati e bambini)
-
Attuazione degli interenti formativi
-
Attuazione delle iniziative di promozione della lettura
-
Valutazione complessiva degli esiti e messa a punto delle metodologie
150
-
Costruzione del modello
-
Comunicazione degli esiti
RISULTATI ATTESI
I risultati attesi nell’immediato sono i seguenti:
-
realizzare un modello di promozione della lettura che sia trasferibile ad altre
realtà italiane;
-
costruire un progetto di promozione della lettura innovativo che alimenti la
propensione alla lettura dei giovani e che coinvolga gli anziani e le categorie
svantaggiate;
-
sperimentare una nuova didattica che promuova la lettura ad alta voce nella
scuola e nelle famiglie;
-
coinvolgere nella fase di realizzazione i diversi soggetti che operano sul
territorio e che abbiano influenza sull’educazione dei giovani e sulla
promozione della lettura, nonché le famiglie, gli insegnanti e gli operatori
sociali e culturali;
-
realizzare interventi con la partecipazione diretta dei cittadini di ogni età e
classe sociale;
-
rivolgere particolare attenzione ai neonati, ai bambini, ai ragazzi per
accrescere la base sociale della lettura;
-
individuare indicatori di valutazione efficaci che misurino l’impatto del
progetto.
Nel medio periodo il progetto rappresenta un indispensabile investimento nel
capitale umano, poiché la lettura costituisce uno strumento indispensabile per
l’ampliamento dello spazio mentale delle persone, presupposto indispensabile per
invertire la tendenza al declino competitivo.
D’altra parte sono note le ricadute che può avere una maggiore propensione dei
giovani alla lettura in termini di capacità di crescita: è dimostrato dalle statistiche
151
(Associazione italiana editori) che le aree con maggiore incidenza percentuale di
lettori sono quelle che hanno avuto i migliori indici di sviluppo socio-economico.
Gli output previsti dal progetto sono i seguenti:
1. definizione di un Progetto pilota di allargamento della base della lettura a
livello locale;
2. definizione di un intervento strutturale di promozione della lettura presso le
famiglie
3. elaborazione di un percorso di formazione rivolto a studenti (lettura ad alta
voce)
4. elaborazione di un percorso di formazione e aggiornamento volto a creare
nuove figure professionali di promotori della lettura;
5. produzione di materiali divulgativi e di comunicazione del progetto ai fini
della diffusione del prodotto;
6. creazione di una struttura dedicata presso le province coinvolte per
ottimizzare l’utilizzazione delle risorse umane e strumentali di promozione
della lettura.
CRITERI DI VALUTAZIONE E MONITORAGGIO
Il risultato dell’efficacia degli interventi verrà valutato commissionando a società
specializzate un’apposita indagine statistica all’inizio e alla fine dell’intervento.
CONTROLLI FINALI
Rendicontazione economico-amministrativa
-
Indicatori: rapporto tra consuntivo e preventivo;
-
Strumenti di rilevazione: strumenti di controllo amministrativo;
-
Valutazione finale.
Valutazione dell’efficienza e dell’efficacia del progetto
-
Indicatori: rapporti tra risultati attesi e risultati ottenuti, tra costi e benefici;
152
-
Questionari di valutazione del gradimento;
-
Valutazione del confronto fra i dati di partenza e quelli di fine
sperimentazione, valutazione del valore aggiunto;
-
Rilevazione dei cambiamenti nelle abitudini di lettura nei territori interessati.
153
Appendice 2 – Schema campione province
CUNEO
TREVISO
REGGIO
EMILIA
RAVENNA
BRESCIA
586020
879408
519458
385729
1230159
250
95
45
18
206
6.903
2.476,68
2.292,89
1.858
4.784
Tasso natalità
0,95%
1,07%
1,13%
0,96%
1,11%
Residenti 014 per
regione
12,7%
14,1%
13,0%
13,0%
14,0%
Indici lettura
regionali
52,3%
49,6%
51,0%
51,0%
51,8%
Popolazione
residente
Comuni
Superficie in
km²
Ferrero;
Maina
Panettoni;
Ed.San
Paolo;
Aziende del
Burgo
territorio
(carta);
Cinzano (ora
Campari),
Fattorie
Osella
progetto
promosso
dal sistema
bibliotecario
cuneese a
cui
Progetti NPL aderiscono
attivi
25 comuni,
in
collaborazio
ne con
aziende
ospedaliera
e sanitaria
Benetton,
Stefanel,
Geox,
Tognana,
Diadora,
Lotto, Dal
Negro, De
Longhi,
Hausbrandt
e Goppion,
Mionetto
Mariella
Burani, Max Marcegaglia,
Mara,
Minardi
Lombardini
progetto che
coinvolge i
progetto
sistemi
promosso
progetto
dall'azienda bibliotecari
cittadino e
sanitaria con cittadino e
provinciale
37 comuni - provinciale e
che
65 pediatri
progetto
coinvolge le
vincitore per dal 2003 con
biblioteche;
la sezione investimento
referente
economico
Reti di libri
Nicoletta
da parte di
della prima
Bacco
azienda
ed. del
premio NpL sanitaria e
comuni
n.d.
Il
coordiname
nto
provinciale
ha prodotto
bibliografie
per temi e il
manifesto "Il
mio primo
libro"
154
CUNEO
Biblioteche
Riferimenti
ufficio
provinciale
biblioteche
REGGIO
EMILIA
RAVENNA
BRESCIA
40 comunali,
5 del
comune
capoluogo e
25 tra
scolastiche
e
specialistich
e; sistema
bibliotecario
provinciale;
piano
bibliotecario
annuale
Rete
bibliotecaria
di Romagna,
18 comunali,
19 private,
25
scolastiche,
2 USL, 2
ecclesiastich
e, 6 annesse
a enti
pubblici, 3
bibliobus;
piano
bibliotecario
annuale
Rete
Bibliotecaria
Bresciana:
oltre 230
biblioteche
comunali, 7
Sistemi
bibliotecari,
8 biblioteche
speciali o
scolastiche,
1 mediateca
Ufficio
Centro
Rete
Biblioteche
Servizi
Bibliotecaria
provinciale
biblioteche
di Romagna
Fausto
provinciale
e San
Branchetti
Angelo Rigo
Marino
0522
0422/65671
0544.25830
444430
6
70526
ufficio.bibliot
biblioteche
biblioteche
eche@mbox
@provincia.t
@mail.provi
.provincia.re.
reviso.it
ncia.ra.it
it
Ufficio
Biblioteche
Provinciale
030.374891
9
biblioteche
@provincia.
brescia.it
TREVISO
Biblioteca
Centro Rete
di Cuneo (18
civiche, 4
specializzate
e 18 posti di
circa 100
prestito)
biblioteche
Sistema
Bibliotecario comunali +
istituti
di Fossano
culturali, rete
(34
biblioteche), provinciale
Sistema
Bibliotecario
Monregales
e (Mondovì,
20
biblioteche)
n.d.
http://www.f
ondazionefe
http://www.f
rrero.it/
ondazionede
http://www.f
lmonte.it
ondazionecr
http://www.f
c.it
ondazioneca
http://www.c
ssaravenna.i www.fondazi
rfossano.it/
Associazioni
t/
http://www.f http://www.f
onecariplo.it
http://www.f
e fondazioni
ondazioneca ondazionem http://www.f http://www.f
ondazionecr
bancarie
anodori.it/ ondazioneca ondazionebr
ssamarca.it
saluzzo.it/
ssamontelug esciana.org/
http://www.f
o.it
ondazionecr
http://www.f
b.it/
ondazionem
www.bancac
ontefaenza.it
rs.it/crs.nsf/f
/
ondazione.ht
m
155
CUNEO
Scuole
Università
Quotidiani e
radio locali
Altro
TREVISO
REGGIO
EMILIA
RAVENNA
http://www.p
http://www.p http://win.istr
rovvstudi.reg http://www.r
rovincia.cun uzionetrevis
gioemilia.it/T acine.ra.it/pr
eo.it/istruzio o.it/scuola/in
op_menu/Sc ovveditorato/
ne/scuole_o
dex.asp
uole/Scuole. scuole.html
n_line
html
BRESCIA
http://escuol
a.provincia.b
rescia.it/web
/index.php?a
ction=portal
&params[pa
ge]=anagrafi
ca
Università
degli Studi di
Polo di
Scienze
http://www.u
Ravenna
sedi
Gastronomic
nibs.it
UniBO
staccate
he
n.d.
http://www.p http://brescia
UniPD e
http://www.u
.unicatt.it/
oloravenna.
UniVE
nisg.it/, sedi
unibo.it
staccate
PoliTo e
UniTO
Gazzetta
d'alba,
Tribuna di
Bresciaoggi,
Treviso,
Info su sito
Brescia Set,
Corriere di
Il resto del
Gazzettino,
biblioteca
Eco Bassa
Saluzzo;
Carlino
Radio
Corriere
Panizzi
Bresciana,
(cronaca
Cuneo nord, della Sera http://bit.ly/h
Il Giornale
locale)
Radio
(inserto
uvCpN
Della Val
Piemonte
veneto)
Trompia
Sud
sport:
Mirabilandia.
Brescia
Benetton
Progetto
calcio serie
Pallacanestr
“Seminar
A, Rugby
o, Sisley
libri… in
Calvisano;
Volley,
luoghi
Archivio di
Scrittorinicit
Parmigiano
Benetton
insoliti”.
promozione
tà
Reggiano
Rugby;
Proposta
della lettura
Sarmede
capitale
http://www.si
Immagini
europea
stemasudov
della
della cultura estbresciano
fantasia
2019
.it/APL/
156
MACERATA
PESAROURBINO
TERNI
GROSSETO
322498
381730
232540
225861
57
60
33
28
2.773,75
2.564,21
2.122
4.504
0,91%
0,91%
0,83%
0,82%
Residenti 014 per
regione
13,2%
13,2%
12,7%
12,5%
Indici
lettura
regionali
44,2%
44,2%
42,9%
50,0%
Scavolini,
Berloni, Febal,
Bikkembergs,
Biesse,
Morbidelli
n.d.
profumerie La
Gardenia,
Mabro
n.d.
n.d.
Popolazione
residente
Comuni
Superficie in
km²
Tasso
natalità
Aziende del
Tod's-Della
territorio
Valle, Fornarina
progetto del
sistema
bibliotecario
18 adesioni.
provinciale e
Associazione La
recente
luna a dondolo
Progetti NPL
attivazione della
gestisce
attivi
sezione
progetto
regionale AIB;
provinciale in
referente Valeria
ospedale
Patregnani
(anche IBBY
Italia)
dall'opac SBN
polo
100 (tra
Maceratese:
comunali,
Biblioteche
unimc, 19
universitarie e
comunali+privat
scolastiche)
e, Statale
16 biblioteche
comunali e 10
relative ad enti e
istituzioni
pubbliche o
private
157
MACERATA
Riferimenti
ufficio
provinciale
biblioteche
PESAROURBINO
Servizio
http://www.polos
Gestione attività bnurb.it/index.ph
culturali e beni
p?id=15728
culturali 0733
248 249
sistema.biblio@
provincia.ps.it
TERNI
GROSSETO
n.d.
presso la
Biblioteca
Chelliana di
Grosseto,
0564456244
massimiliano.ma
rcucci@comune.
grosseto.it
http://www.fonda
zionecarifano.it/
Associazioni
http://www.fonda
www.fondazione
e fondazioni
zionemacerata.it http://www.fonda
carit.it
bancarie
zionecrpesaro.it/
fcrp/
Scuole
Università
http://www.comu
http://www.provi
http://scuole.pro
http://scuola.pro
nincia.ps.it/linkutili
vincia.terni.it/scu
vincia.mc.it/?pag
italiani.it/053/scu
/scuoleconnesse
ole.htm
e_id=246
ole/
.asp
http://www.unim
c.it/
http://www.uniur
http://www.unica
b.it
m.it/
Il resto del
Il resto del
Quotidiani e Carlino, Corriere Carlino, Corriere
radio locali
adriatico
adriatico
(cronaca loc.)
(cronaca loc.)
Altro
n.d.
sede staccata
UniPG
sede staccata
UniSI
n.d.
Il Tirreno, La
Nazione
(cronaca locale)
Scavolini basket
158
NUORO
SALERNO
LECCE
FOGGIA
MESSINA
161444
1106099
812658
682260
654601
53
158
97
61
108
4.918
2.759
6.965
3.247
0,83%
0,93%
0,87%
0,97%
0,87%
Residenti
0-14 per
regione
12,4%
16,7%
15,1%
15,1%
15,4%
Indici
lettura
regionali
46,9%
32,9%
33,1%
33,1%
31,5%
Aziende
del
territorio
n.d.
Amato, La
Doria,
Bonduelle
n.d.
n.d.
n.d.
6 adesioni
la biblioteca
cittadina è
riferimento
per NpL in
tutta la
regione;
referente
Milena
Tancredi
6 adesioni
Biblioteca
provinciale,
Bibliobus;
rete
provinciale di
53
biblioteche
Biblioteca
regionale di
Messina; 23
nel polo
Popolazion
e residente
Comuni
Superficie
in km²
Tasso
natalità
Progetti
NPL attivi
3.934
2 adesioni
l'unica
adesione è di
una libreria
gestita da
una
cooperativa
Sistema
Bibliotecario
Biblioteca
Territoriale
Biblioteca
del Nuorese provinciale;
bibliorete (15 provinciale;
e delle
Biblioteche Baronie (29 aderenti tra
altre
Comuni) e comunali+uni informazioni
n.d.
versitarie+isti
Sistema
tuti)
Bibliotecario
Urbano di
Nuoro
159
NUORO
SALERNO
Consorzio
per la
Dirigente:
pubblica
Dott.ssa
Riferimenti
lettura
Matilde
ufficio
"Sebastiano Romito 089provinciale
Satta"
225578
biblioteche 0784 244500 matilde.romit
direzione@bi o@provincia.
bliotecasatta.
salerno.it
it
http://www.fo
ndazionecari
http://www.fo sal.it/ita/ok_h
ndazioneban
ome.asp
Associazio
codisardegn
Centro
ni e
a.it
Universitario
fondazioni
http://www.pr Europeo per
bancarie
esididellasar
i Beni
degna.org/
culturali
http://www.u
niveur.org
LECCE
FOGGIA
MESSINA
Servizio
Dirigente:
Dirigente
Bibliotecario
ALESSAND
Raffaella
Regionale RO
Belgioioso
Polo di
LAPORTA
0881/791238
Messina
0832
rbelgioioso@ 090/3674642
683.514
provincia.fog
0
allaporta@pr
gia.it
info@sbrmes
ovincia.le.it
sina.it
http://fcrp.int
egrasoluzioni
.it
www.fondazi
onecrpuglia.it
http://fcrp.int
egrasoluzioni
.it
www.fondazi
www.fondazi
onebancodisi
onecrpuglia.it
cilia.it
http://www.fo
ndazionebd
mfoggia.com
http://www.co
muniitaliani.it/075/
scuole/
http://www.p
uglia.istruzio
ne.it/parita_s
colastica.sht
ml
http://www.p
uglia.istruzio
ne.it/parita_s
colastica.sht
ml
http://www.re
ciproca.it/bibl
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http://www.pr
ovincia.mess
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onsuninuore
http://www.u
Università se.it/; sede
www.unisa.it/
nisalento.it
stacc. UniSS
e UnioCA
http://www.u
nifg.it/
http://www.u
nime.it/
Il Quotidiano
di Bari Quotidiano di
Foggia Lecce
Barletta,
Foggia sera
Gazzetta del
Sud,
Giornale di
Sicilia e La
Sicilia
(inserto
provinciale)
Scuole
http://www.pr
http://www.cs
ovincia.saler
anuoro.it/?ca
no.it/content/
t=12
view/167/325
Quotidiani
e radio
locali
n.d.
Altro
Festiva
letterario
Isola delle
storie
(Gavoi)
La città, Il
Mattino
http://www.pr http://www.pr
esidi.org
esidi.org
160
Appendice 3 - Patto extremeño per la lettura
Una parte essenziale del Piano di promozione della lettura è il Patto per la lettura
firmato inizialmente da un buon numero di istituzioni pubbliche e private il giorno
23 aprile 2003 presso la Biblioteca Regional de Extremadura, non ha smesso di
ricevere adesioni da parte di firmatari che in questo modo si impegnano a portare
avanti progetti che facilitino la diffusione della lettura tra i cittadini
dell'Extremadura. E l'alto numero di firmatari è un segno della vitalità culturale della
regione e dell'interesse verso la lettura che riguarda da vicino gli indici regionali di
lettura.
PREAMBOLO
Lo Statuto della Comunità autonoma dell'Extremadura stabilisce in forma esplicita
che le istituzioni della Comunità, nell'ambito delle loro competenze, devono
esercitare i propri poteri verso una serie di obiettivi, come quelli che riguardano
l'innalzamento del livello culturale dei cittadini della Comunità. La lettura, intesa
come capacità, abitudine e competenza a estrapolare e assimilare l'informazione
testuale contenuta in qualsiasi supporto, costituisce -come si usa dire- la chiave della
conoscenza. Posto che l'informazione e la conoscenza sono alla base del principio di
uguaglianza e di tolleranza, l'esercizio abituale della lettura deve costituire per forza
un primo passo nel cammino del miglioramento sociale delle condizioni materiali
dell'esistenza dell'essere umano, così come della crescita personale, dello sviluppo
della capacità critica e della liberazione da tanti pregiudizi che ancora oggi rendono
l'essere umano miope e intollerante. Così ci ha lasciato detto, per bocca di Don
Chisciotte, l'immortale Cervantes, "colui che legge molto e viaggia molto, vede
molto e sa molto". E leggere e viaggiare, che sono quasi la stessa cosa, ci curano,
come diceva Baroja, dal dogmatismo e dalla intemperanza.
161
Far crescere gli indici di lettura in una Comunità è, pertanto, un eccellente
parametro per valutarne lo sviluppo culturale e materiale, così come il progresso che
al suo interno ha raggiunto l'effettiva uguaglianza o il superamento di qualsiasi
forma di discriminazione per ragione di sesso, razza, credo o condizione sociale.
Per tutti questi motivi il Presidente della Giunta dell'Extremadura, insieme ai
membri del Consiglio del Pacto Extremeño por la Lectura, i rappresentanti degli
assessorati Cultura; Educazione, Scienza e Tecnologia; Lavoro; Sanità; Welfare; e la
Federazione Extremeña dei Municipi e delle Province
MANIFESTANO
secondo quanto disposto dalla Costituzione spagnola e stabilito nello specifico
nell'articolo 7.15 dello Statuto della Comunità autonoma dell'Extremadura in merito
alla promozione e tutela dell'accesso alla cultura a tutti i cittadini, la necessità di
generare un compresso sociale attorno all'aumento degli indici di lettura e alla
promozione della stessa da parte di tutto il tessuto sociale
CONVENGONO
l'avvio del Pacto Extremeño por la Lectura come volontà di tutte le istituzioni
firmatarie nell'unire gli sforzi, i mezzi e le iniziative a favore dell'aumento degli indici
di lettura, l'ampliamento delle azioni culturali e di promozione della lettura al fine di
facilitare, potenziare e consolidare tutte quelle misure già in essere, l'avvicinamento
alla realtà extremeña di tutte le iniziative di promozione della lettura
SI IMPEGNANO
a collaborare nell'esecuzione delle linee fondamentali del Pacto Extremeño por la
Lectura, che in sintesi sono:
162
1. potenziare le collaborazioni con i sistemi, pubblici o privati, di informazione
e di comunicazione, favorendo il miglioramento dell'atteggiamento da parte
della società, ed esercitando azioni nel campo mediatico verso il libro e la
lettura;
2. facilitare l'accesso ai libri e alla lettura al maggior numero di cittadini della
Comunità autonoma dell'Extremadura, tramite il consolidamento e il
completamento della campagna "Non un solo paese senza biblioteche";
favorire l'applicazione della Ley Orgánica de Ordenación General del Sistema
Educativo de España (LOGSE) in merito all'istituzione di biblioteche
scolastiche, e favorire in particolare l'acquisizione di abitudini di lettura
durante tutto il processo educativo;
3. promuovere, potenziare e consolidare lo sviluppo di un'industria editoriale in
Extremadura, così come le reti di distribuzione di libri, come uno degli
strumenti più efficaci di promozione della lettura e dell'attività economica e
sociale. Avvicinare la società all'industria editoriale e ai valori extremeños;
4. promuovere la creazione di opere scritte, difendendo e proteggendo
socialmente gli autori, e adattando queste opere alle nuove tecnologie
dell'informazione, della comunicazione, mediante la creazione di libri
elettronici con fini puramente educativi e sociali;
5. promuovere il libro e la lettura come mezzo sociale educativo, favorendone
l'accesso, facilitandone la comprensione e disegnando strumenti che
avvicinino la lettura e i suoi connessi a tutte le classi sociali;
6. sollecitare la collaborazione del settore editoriale per il miglioramento della
rete di librerie della Comunità;
7. realizzare periodicamente sondaggi statistici sulle abitudini di lettura e
l'acquisto di libri che servano come criterio per valutare l'efficacia del Patto.
Ciò si realizzerà con la creazione dell'Observatorio del Libro y de la Lectura;
8. premiare quelle iniziative regionali che contribuiscano a migliorare gli indici
di lettura;
163
9. aumentare costantemente le istituzioni firmatarie del Pacto por la Lectura,
impegnandole a realizzare attività specifiche all'interno del piano regionale di
promozione della lettura;
10. aiutare ad organizzare e seguire le necessità degli attori sociali che eseguano le
attività a livello locale.
Fonte: <http://www.lecturaextremadura.com/?s=80&spadre=4&r=369>. Traduzione mia.
164
Bibliografia
AIB (1994). Quanto valgono le biblioteche pubbliche? Analisi della struttura e dei servizi delle
biblioteche di base in Italia. Rapporto finale della ricerca Efficienza e qualità dei servizi nelle
biblioteche di base, condotta dalla Commissione nazionale AIB "Biblioteche pubbliche"
e dal Gruppo di lavoro "Gestione e valutazione". Coordinamento del Gruppo e
direzione della ricerca: Giovanni Solimine. Gruppo di lavoro: Sergio Conti, Dario
D’Alessandro, Raffaele De Magistris, Pasquale Mascia, Vincenzo Santoro. Roma,
Associazione italiana biblioteche.
AIB-ISTAT (2001). Indagine nazionale sulla diffusione della documentazione pubblica nelle
biblioteche pubbliche italiane. Risultati disponibili a partire da <http://www.aib.it/aib/
cen/q0106a/q0106a.htm>.
AIE. Ufficio studi (a cura di) (2004). Dalla domanda di lettura alla domanda di cultura.
Materiali per una discussione. Milano: Associazione Italiana Editori.
AIE. Ufficio studi (a cura di) (2006). Investire per crescere. Materiali per una discussione.
Milano: Associazione Italiana Editori.
AIE. Ufficio studi (a cura di) (2008). Scommettere sui giovani. Materiali per una discussione.
Milano: Associazione Italiana Editori.
BARBISAN Ilaria (2008a). Perché il PIL spagnolo supererà quello italiano. "Il giornale
della libreria" a. 121, n. 6, p. 33-35.
BARBISAN Ilaria (2008b). 2009: anno della lettura? "Il giornale della libreria" a. 121,
n. 12, p. 33-34.
BARBISAN Ilaria (2009a). Leer te da más "Il giornale della libreria" a. 122, n. 12, p.
36-39.
BARBISAN Ilaria (2009b). Italia-Spagna, due velocità. In Tirature '09. Milano-Napoli, due
capitali mancate. A cura di Vittorio Spinazzola. Milano: Il Saggiatore, p. 167-171.
BELOTTI Massimo (a cura di) (1997). La lettura come progetto. La pratica del leggere tra
nuovi scenari e strategie di promozione. Milano: Editrice Bibliografica.
BELOTTI Massimo (a cura di) (1999). Pianeta lettura. Riflessioni a più voci e proposte di
intervento sulla pratica del leggere. Milano: Editrice Bibliografica.
165
BELOTTI Massimo (a cura di) (2009). Progetti di lettura. Un itinerario tra esperienze
altoatesine e tendenze nazionali. Milano: Editrice Bibliografica.
BERNARDI Chiara (2009). Le biblioteche e il mercato del libro. Analisi di settore e
prospettive di sviluppo. Bologna: Il Mulino.
BORETTI Elena (2002). Indagine AIB-Istat sulle biblioteche pubbliche. In Rapporto sulle
biblioteche italiane 2002 / a cura di Vittorio Ponzani, p. 28-30, <http://www.aib.it/
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