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Le forme divisionali - E
Organizzazione aziendale CLT in Economia e Management Prof. Paolo Gubitta 3 dicembre di b 2014 Le forme divisionali Materiali didattici - a.a. 2014-2015 http://www.ateneonline.it/costa_organizzazione3e/home.asp. Obiettivi di apprendimento 1. Capire in quali condizioni è opportuno passare da una forma funzionale a una forma divisionale. 2. Comprendere la logica prevalente di progettazione organizzativa nelle forme divisionali, con il passaggio dalla specializzazione p p per input, p , che p privilegia g l’efficienza,, alla specializzazione per output, che privilegia l’efficacia. 3. Distinguere tra le varianti della forma divisionale, attraverso ll’analisi analisi delle principali dimensioni della struttura e dei meccanismi di coordinamento. 4. Riconoscere l’adozione della forma divisionale in diversi tipi di situazioni reali. 5. Distinguere i tratti fondamentali delle forme a matrice come combinazione di specializzazione per input e per output. output 3 Contenuti del capitolo Le condizioni L di i i e le l caratteristiche tt i ti h di base b della d ll forma f divisionale Le principali varianti della forma divisionale Il coordinamento nelle forme divisionali: tra gerarchia e mercato gg e cause di crisi della forma divisionale Vantaggi Il bilanciamento delle specializzazioni e la forma a matrice Organizzazione Aziendale – Paolo Gubitta, a.a. 2014-2015 4 Un caso di divisionalizzazione Il primo periodo: da forma semplice a gerarchico gerarchico-funzionale funzionale Nata nella prima metà del Novecento, come azienda produttrice per la lavorazione dei terreni,, Carraro è di macchine p successivamente entrata nel più ampio settore dei trattori e delle macchine movimento terra. Per lungo tempo, l’azienda ha adottato una classica forma gerarchico-funzionale. gerarchico funzionale A partire dalla prima metà degli anni ‘70 prende avvio un lungo percorso di crescita p p prevalentemente attraverso acquisizioni, q , che la porta verso la struttura divisionale. Il primo passo avviene nel 1970. Per far fronte a un’improvvisa impennata della domanda di f sioni in ghisa e acciaio fusioni acciaio, Carraro corre correvaa il concreto rischio di non avere sufficienti forniture di questi semilavorati, tanto che decise di acquisire un suo fornitore, internalizzando in tal modo la produzione. Organizzazione Aziendale – Paolo Gubitta, a.a. 2014-2015 5 Un caso di divisionalizzazione Il secondo periodo: i primi passi verso la forma divisionale Nel corso degli anni ‘70, l’azienda modifica lentamente la sua g verso la forma divisionale. Nel 1973,, al fine struttura organizzativa di consolidare le competenze accumulate internamente nella progettazione e costruzione di assali e trasmissioni (applicate non solo ai trattori di Carraro Carraro, ma venduti anche ad altre imprese concorrenti), viene creata la “Divisione Assali e Trasmissioni”. Nello stesso periodo viene enucleata la “Divisione Applicazioni Tecnologiche”, per valorizzare le competenze sviluppate nell’adattamento delle macchine utensili alle specifiche esigenze non solo di Prometal Italia, Italia ma anche di altre imprese imprese. All All’inizio inizio degli anni ‘80 la produzione di trattori viene spostata in un altro stabilimento, dedicando quello storico alla sola produzione di assalili e trasmissioni. i i i Organizzazione Aziendale – Paolo Gubitta, a.a. 2014-2015 6 Un caso di divisionalizzazione Il terzo periodo: la forma divisionale Qualche anno dopo viene acquisita un’impresa specializzata nella produzione di componenti per trattori agricoli, macchine movimento terra veicoli industriali e automobili terra, automobili. Per ampliare il portafoglio prodotti della componentistica, vengono successivamente acquisite un’impresa che produce ingranaggi e un’altra specializzata nella lavorazione dei metalli. In tal modo modo, Carraro integra il know-how know how delle tre aziende, aziende creando di fatto un sistema di prodotti autonomo e complementare rispetto a quello tradizionale. Alla fine degli anni ‘80 80 Carraro passa definitivamente alla struttura divisionale: Divisione Trattori, Divisione Componentistica, Divisione Fusioni, Divisione Macchine Utensili. Oggi Carraro è un gruppo internazionale leader nei sistemi per la trasmissione di potenza altamente efficienti ed eco-compatibili, con sedi produttive in Italia, India, Argentina, Cina, Germania, Polonia e Stati Uniti Organizzazione Aziendale – Paolo Gubitta, a.a. 2014-2015 7 Organizzazione Aziendale – Paolo Gubitta, a.a. 2014-2015 L’esito del processo di divisionalizzazione 8 Il principio di fondo Nelle forme divisionali si arriva a un ribaltamento della logica di progettazione Non più sugli input e sulle tecniche (che portano alla creazione delle funzioni) Ma in base agli output, scegliendo fra i diversi criteri, quello che coglie la diversità più importante e significativa Organizzazione Aziendale – Paolo Gubitta, a.a. 2014-2015 9 Il principio di fondo Cambia il criterio di specializzazione delle unità organizzative, che può essere dato: Dal prodotto, definito dal bene o dal servizio reso oppure dalla base tecnologica prevalente; Dall’area geografica, definita dall’ambito geografico presidiato da ciascuna divisione; Dal mercato, definito dal tipo di clienti o dai bisogni dei clienti Organizzazione Aziendale – Paolo Gubitta, a.a. 2014-2015 10 Caratteristiche generali C tt i ti h distintive Caratteristiche di ti ti Creazione di unità quasi-indipendenti, che operano come quasi-imprese ii Decentramento decisionale Attribuzione delle delega di un’ampia responsabilità direttori delle divisioni, che può essere anche una responsabilità di profitto f Organizzazione Aziendale – Paolo Gubitta, a.a. 2014-2015 11 Caratteristiche generali Ci Ciascuna di divisione ii Al proprio interno adotta una tradizionale struttura gerarchico-funzionale hi f i l Che seguirà le linee di progettazione già viste, aggregando t tt le tutte l principali i i li funzioni f i i (acquisti, ( i ti produzione, d i commerciale, i l amministrazione) Escluse le funzioni che la direzione generale decide di mantenere a livello centrale Organizzazione Aziendale – Paolo Gubitta, a.a. 2014-2015 12 Organigramma di una forma divisionale per prodotto Organizzazione Aziendale – Paolo Gubitta, a.a. 2014-2015 13 La divisionale nei servizi: Engineering SpA Engineering SpA è stata fondata a Padova nel 1980; è quotata dal dicembre 2000 sul segmento FTSE STAR di Borsa Italiana e, con più di 6000 dipendenti p p e 43 sedi territoriali,, rappresenta pp una delle maggiori realtà italiane nei servizi di Information Technology con un posizionamento che la colloca tra i primi 3 operatori nazionali d l comparto. La del L mission i i della d ll società i à è la l progettazione i e realizzazione di architetture informative per clienti di medio grandi dimensioni e si concretizza in un portafoglio di oltre 300 clienti e in una vasta gamma di competenze di processo, tecnologiche e di business. Le competenze chiave della società riguardano l’intera catena del valore del software: consulenza, system & business integration, servizi i i di outsourcing, i prodotti d i e soluzioni l i i verticali. i li Organizzazione Aziendale – Paolo Gubitta, a.a. 2014-2015 14 La divisionale nei servizi: Engineering SpA Queste competenze sono declinate in una specializzazione per divisioni, divisioni nello specifico - Divisione Finanza (Mercato bancario ed assicurativo) - Divisione Pubblica Amministrazione e Sanità (Amministrazioni pubbliche centrali e locali, Aziende pubbliche, Aziende ospedaliere e sanitarie, Policlinici universitari) - Divisione Energy & Utilities e Telecomunicazioni (mercato delle utilities, elettricità, ggas, igiene g ambientale, soluzioni per p i carrier di telecomunicazioni). ) - Divisione Finance (banche, assicurazioni, SGR) A supporto delle divisioni operano una serie di direzioni con il ruolo di staff centrali: - Amministrazione finanza e controllo - Personale e organizzazione - Ricerca e Innovazione - Auditing e Qualità - Comunicazione e Immagine Aziendale A capo di ciascuna divisione sono posti dirigenti con la carica di direttore generale, responsabilizzati e retribuiti sulla base degli obiettivi dei rispettivi business business. Organizzazione Aziendale – Paolo Gubitta, a.a. 2014-2015 15 Autonomia e coordinamento Il ruolo l della d ll direzione di i centrale t l Elaborazione della strategia complessiva dell’impresa Creazione di un sistema di controllo delle performance Allocazione risorse finanziarie complessive alle diverse divisioni Fornitura di servizi comuni di supporto Non sarebbe facile o conveniente duplicare Organizzazione Aziendale – Paolo Gubitta, a.a. 2014-2015 16 Le principali varianti (1) Forme accentrate: F t t il ruolo l della d ll direzione di zi centrale t l nell’indirizzare ll’i di izz e coordinare l’attività delle divisioni è molto importante e pervasivo. pervasivo Forma divisionale burocratica: In ogni divisione si realizzano combinazioni produttive che si collocano su punti diversi della catena del valore; tra le unità si manifestano interdipendenze di tipo sequenziale. Staff centrali molto sviluppati. Carbon copy bureaucracy: La funzionale meccanica si replica su diverse divisioni Forma divisionale integrata: Le divisioni sono accomunate da una “funzione critica” e/o esiste un criterio di specializzazione ibridp Organizzazione Aziendale – Paolo Gubitta, a.a. 2014-2015 17 Interdipendenze sequenziali e forme divisionali accentrate I t di d Interdipendenze sequenziali i li tra t divisioni di i i i Le performance di una divisione dipende dalle performance d ll divisione della di i i a monte, e influenza i fl quella ll a valle… ll Ridotto decentramento decisionale Direzione centrale Pianifica strategia e sviluppo Orienta in modo direttivo comportamenti e decisioni Staff centrali molto sviluppati Ruolo pervasivo nelle politiche delle divisioni Organizzazione Aziendale – Paolo Gubitta, a.a. 2014-2015 18 Interdipendenze sequenziali e forme divisionali accentrate Organizzazione Aziendale – Paolo Gubitta, a.a. 2014-2015 19 Forme integrate Divisionali con funzione critica Primo livello gerarchico ibrido Duee o più di D divisioni isioni Una funzione critica Funzione produzione per sfruttare economie di scala Funzione logistica per ottimizzare i flussi Divisionali con organi trasversali Country manager Azienda d con molti p prodotti d ep presente su mercati ddi sbocco b tra loro molto diversi Coordinamento della commercializzazione dei prodotti tenendo d conto delle d specificità f locali Organizzazione Aziendale – Paolo Gubitta, a.a. 2014-2015 20 Forma divisionale e internazionalizzazione Sintesi è un un’impresa impresa manifatturiera che produce apparecchiature per la sicurezza, il controllo e la regolazione utilizzate in un ampio numero di applicazioni: dalle caldaie ai caminetti, dalle asciugatrici agli scaldabagni; dalle piscine piscine, alle applicazioni del catering come i forni forni, agli apparecchi di cottura. L’impresa, che complessivamente impiega circa 1600 persone e ha un fatturato di 250 milioni di euro, ha la sede centrale in Italia ed è organizzata per unità di business, business ciascuna delle quali è specializzata per linea di prodotto. Le attività produttive sono dislocate in quattro stabilimenti in Italia, tre in altri Paesi Europei (Olanda, Gran Bretagna e Romania), Romania) due d e nel continente americano (Messico e Argentina) e uno in Asia (Cina). Il percorso di internazionalizzazione ha seguito un approccio per piattaforme continentali. “La decisione di procedere in questo modo”, spiega l’amministratore delegato “è dovuta alle profonde differenze che esistono nei diversi mercati in cui operiamo. p Organizzazione Aziendale – Paolo Gubitta, a.a. 2014-2015 21 Forma divisionale e internazionalizzazione Negli Stati Uniti, Uniti per esempio, esempio la legislazione relativa ai nostri prodotti è diversa da quella presente in Europa. Ci sono inoltre notevoli differenze nei gusti dei consumatori e nei canali di ib i i B distributivi. Bastii considerare id che h iin questo mercato sono molto l diffusi i caminetti a gas, per i quali noi produciamo i sistemi di regolazione. g La necessità di rispondere p con p prontezza alle mutevoli esigenze di questo mercato ci ha spinti a creare due unità produttive nel continente americano. Il mercato asiatico, e quello cinese in particolare, particolare invece, invece manifesta una domanda meno evoluta in termini di contenuto tecnologico dei prodotti, ma sono presenti rilevanti barriere all’ingresso. Siamo presenti in questo territorio da d quasi q si un n decennio, de ennio con on un n piccolo pi olo stabilimento st bilimento che he anche se non ci permette di ottenere economie di scala, ci offre la possibilità di avvicinarci e conoscere quel mercato, che ha prospettive di crescita molto interessanti” Organizzazione Aziendale – Paolo Gubitta, a.a. 2014-2015 22 Interdipendenze generiche e forme divisionali decentrate Divisioni con scarse o nulle relazioni tra loro Le dinamiche competitive e organizzative delle divisioni non si influenzano Interdipendenze generiche tra divisioni In generale g Elevata autonomia delle divisioni Direzione centrale gestisce il portafoglio di attività e controlla i risultati In definitiva Meccanismi di coordinamento e controllo simili a quelli di mercato Si crea un mercato internalizzato Organizzazione Aziendale – Paolo Gubitta, a.a. 2014-2015 23 Interdipendenze generiche e forme divisionali decentrate Organizzazione Aziendale – Paolo Gubitta, a.a. 2014-2015 24 La genesi della multidivisionale Forma M sii afferma F ff dopo d la l fine fi della d ll II guerra mondiale di l come risposta ai problemi di coordinamento e controllo posti d ll scelte dalle lt di diversificazione di ifi i strategica t t i Nuovi prodotti Nuove tecnologie Nuovi mercati General Motors e Du Pont Chandler [1962] – Strategy and Structure Organizzazione Aziendale – Paolo Gubitta, a.a. 2014-2015 25 Il caso Du Pont Comitato C it t per lo l studio t di di una diversificazione di ifi i in i un settore tt diverso dagli esplosivi (1908) Eccesso di d capacità Diversificazione nel settore chimico In rami industriali in cui la società era ggià presente p ((cuoio artificiale e pirossilina) In settori dove la gguerra in Europa p aveva creato forte scarsità (coloranti) Creazione di nuovi p prodotti Organizzazione Aziendale – Paolo Gubitta, a.a. 2014-2015 26 Il gruppo come “involucro giuridico” della forma diviisonale Tipologie Gruppo orizzontale Gruppo verticale Coordinamento affidato a una società holding Comee agisce Co ag sce laa società soc età holding od g Finanziaria Esercizio dei diritti di controllo e governo Importanza dei sistemi di comunicazione e controllo Operativa (o corporate) Ruolo attivo nella strategia e nella gestione Importanza degli strumenti organizzativi di coordinamento temporale Organizzazione Aziendale – Paolo Gubitta, a.a. 2014-2015 27 Gruppi di imprese e holding L attività Le tti ità che h svolge l la l holding h ldi Assistenza e integrazione Servizi Vantaggi gg Strategici Capacità p di adattamento alle mutevoli condizioni del mercato Operativi e gestionali Imprenditorialità diffusa e coordinamento Fiscali Organizzazione Aziendale – Paolo Gubitta, a.a. 2014-2015 28 Diversificazione e ri-organizzazione: Barilla Dimenticare la finanza, finanza le diversificazioni e le controversie bancarie per tornare a fare il mestiere di famiglia: pasta, biscotti e merendine. Barilla esce dalla crisi con qualche ammaccatura nei conti,i ma h ha rimodellato i d ll lla propria i struttura iindustriale d i l mirata i all rilancio del suo core business. Dalla Barilla holding partono tre unità di business che rispecchiano p le tre direttrici di sviluppo pp future: la prima si chiama meal solutions e concentra il settore della pasta e dei sughi, quello più antico e anche più stressato dalla competizione La seconda è quella del bakery, competizione. bakery i prodotti da forno dolci e salati con marchi famosi come Mulino Bianco, Pavesi, Wasa, Ringo che forniscono più della metà dei 4,2 miliardi di ri i consolidati ricavi onsolid ti re realizzati lizz ti nel 2007 e soprattutto sopr tt tto la l maggior m ggior p parte rte del valore aggiunto. E infine Barilla America, dedicata al mercato considerato più promettente quanto a tassi di crescita. Organizzazione Aziendale – Paolo Gubitta, a.a. 2014-2015 29 Gruppi di imprese e holding Caso Poste Italiane Il Gruppo Poste Italiane fornisce il servizio universale postale e ulteriori prodotti e servizi integrati di comunicazione, logistici e finanziari su tutto il territorio nazionale. La presenza sulle diverse combinazioni prodotto-mercato è garantita da aziende specifiche del Gruppo. Postel S.p.A. – Postel opera nel mercato dei servizi di outsourcing della gestione della corrispondenza SDA Express Courier S.p.A. – Corriere espresso specializzato per le consegne in Italia e all estero all’estero Postecom S.p.A. – Ideazione, realizzazione e gestione dei servizi Internet e Intranet Poste Vita S.p.A. – Compagnia assicurativa di Poste Italiane BancoPosta Fondi S.p.A. p SGR – Gestisce il p patrimonio dei fondi comuni di investimento e l’amministrazione dei rapporti con i partecipanti. PosteShop S.p.A. – Commercializza merchandising di Poste Italiane oltre a prodotti di fornitori esterni Europa E G Gestioni i i IImmobiliari bili i SS.p.A. A – Gestione G i e valorizzazione l i i ddell patrimonio i i immobiliare non più strumentale Poste Tutela S.p.A. – Attività finalizzata a sviluppare, gestire e consolidare il sistema di sicurezza integrata g Mistral Air s.r.l.- Società attiva nel trasporto aereo Organizzazione Aziendale – Paolo Gubitta, a.a. 2014-2015 30 Gruppi di imprese e holding Caso Poste Italiane Organizzazione Aziendale – Paolo Gubitta, a.a. 2014-2015 Tra gerarchia e mercato 31 Il coordinamento in una forma divisionale P coordinare Per di direzione di i centrale t l e divisioni di i i i Standardizzazione output Individuazione di un parametro economico-finanziario Potenziamento della tecnostruttura alle dipendenze della direzione centrale Sistema operativo di controllo Specifica i contenuti e i limiti della responsabilità economica Orienta il loro comportamento Fornisce alla direzione centrale un indicatore sintetico di prestazione Organizzazione Aziendale – Paolo Gubitta, a.a. 2014-2015 32 Tra gerarchia e mercato Allocazione delle risorse e transazioni tra divisioni C Come coordinare di lle ddecisioni i i i e lle iiniziative i i ti delle d ll divisioni? di i i i? La standardizzazione degli output è condizione per creare il mercato interno i ddeii capitali i li Sì tratta di un quasi-mercato Mediazione d della d ddirezione centrale Il quasi mercato Permette di individuare modalità eque per allocare le risorse tra le divisioni Fornisce alla direzione centrale gli indicatori per gestire il portafoglio strategico di attività Organizzazione Aziendale – Paolo Gubitta, a.a. 2014-2015 33 Tra gerarchia e mercato I prezzi interni di trasferimento Come ddeterminare C t i il giusto i t livello li ll di autonomia t i delle d ll divisioni? Considerare d natura, contenuto e intensità delle d interdipendenze tra le divisioni Definire le metodologie e i processi di governo dei flussi di transazioni interdivisionali Prezzi interni di trasferimento Organizzazione Aziendale – Paolo Gubitta, a.a. 2014-2015 Tra gerarchia e mercato I prezzi interni di trasferimento 34 P Prezzi i di trasferimento t f i t basati b ti su Costo di produzione del bene oggetto dello scambio Prezzo di mercato Valori misti Determinazione Centralizzata o decentrata Il ruolo delle interdipendenze Generiche: divisionali decentrate Sequenziali: divisionali accentrate Situazioni intermedie Organizzazione Aziendale – Paolo Gubitta, a.a. 2014-2015 35 Tra gerarchia e mercato I prezzi interni di trasferimento M t Mantenere la l coerenza dinamica di i tra t Natura delle attività tra le divisioni (di trasformazione, di i interazione i transazionale i l o di interazione i i tacita) i ) Natura, intensità e complessità delle interdipendenze tra le di i i i divisioni Grado di autonomia concessa alle singole divisioni Meccanismo operativo per definire il coordinamento verticale (tra direzione centrale e direzioni di divisione) e orizzontale (tra le varie divisioni) Organizzazione Aziendale – Paolo Gubitta, a.a. 2014-2015 36 I dollari gialli alla RAI La RAI adotta L d tt dal d l 1999 una struttura t tt divisionale di i i l Per alcuni anni, per ciascuna divisione esistevano specifici analisti della tecnostruttura: uno specifico ufficio programmazione, un responsabile del personale, una struttura per il controllo e così via. Ad essi si aggiungevano alcuni staff centrali (o di corporate) che definivano le strategie e svolgono le attività di indirizzo e controllo e alcune strutture di servizio, a garanzia dello svolgimento di compiti tecnici e di d funzionamento trasversali a tutta l’impresa. Organizzazione Aziendale – Paolo Gubitta, a.a. 2014-2015 37 I dollari gialli alla RAI In RAI le divisioni sono editoriali e industriali industriali, e ad esse spetta il compito di ideare, sviluppare, e realizzare i programmi per i canali televisivi,, radiofonici e satellitari. La filosofia alla base di tale riorganizzazione era quella di responsabilizzare sui budget tutte le strutture aziendali, da una parte e dall’altra: i centri di produzione dovevano ridurre i loro costi per non far rivolgere all’esterno la struttura editoriale; ma se quest’ultima quest ultima prenotava uno studio per sei mesi e il programma veniva soppresso dopo tre puntate, pagava i sei mesi. I costi di produzione,, infatti,, si basavano sul cosiddetto transfer price, p p , cioè in sostanza sulle tariffe interne praticate dalle strutture di produzione a quelle editoriali, in primis alle reti televisive. Organizzazione Aziendale – Paolo Gubitta, a.a. 2014-2015 38 I dollari gialli alla RAI Nonostante gli sforzi, sforzi la riorganizzazione non riuscì pienamente nel suo intento. Qualcuno fece notare che: «I prezzi pagati alle Divisioni non sono stati p percepiti p come valori reali,, come soldi veri (in azienda si parlava di dollari gialli). Invece, si tratta di dollari verdi a tutti gli effetti! Se i pagamenti interdivisionali invece sono percepiti i i come ddollari ll i gialli, i lli allora ll viene i meno il tentativo i di responsabilizzare sull’impiego delle risorse». Qualcun altro sottolineò che «la divisionalizzazione poteva andar bene per la Divisione radiofonica, in quanto Radio Rai è un’azienda a sé, con un prodotto specifico. Ha meno senso quando tre reti che realizzano lo stesso prodotto stanno in due divisioni diverse». In altri termini, non aver colto la natura delle interdipendenze ha portato a un modello divisionale inefficiente. inefficiente Organizzazione Aziendale – Paolo Gubitta, a.a. 2014-2015 39 Organizzazione Aziendale – Paolo Gubitta, a.a. 2014-2015 Vantaggi e svantaggi della forma divisionale 40 Il bilanciamento delle specializzazioni Organizzazione Aziendale – Paolo Gubitta, a.a. 2014-2015 41 La struttura a matrice Soddisfare esigenze contrapposte Sviluppo competenze tecnico-specialistiche Applicare A li competenze t a obiettivi bi tti i organizzativi i ti i diversi di ie mutevoli Condizioni di efficacia Successo deriva da presidio congiunto di più aree Elevato Ele ato fabbisogno di coordinamento Interdipendenze interne Cambiamento ambientale Risorse scarse e utilizzabili in più progetto nello stesso tempo Organizzazione Aziendale – Paolo Gubitta, a.a. 2014-2015 42 La struttura a matrice D linee Due li di autorità t ità Raggruppamento funzionale Al fine di garantire lo sviluppo di competenze tecnicospecialistiche e di economicità operativa Mercato di d sbocco b (le l ddivisioni)) Garantiscono il presidio di specifici segmenti e adottano strategie i operative i specifiche ifi h Organizzazione Aziendale – Paolo Gubitta, a.a. 2014-2015 43 La struttura a matrice C di i i per efficiente Condizioni ffi i t funzionamento f i t Sistema informativo manageriale integrato, ovvero un sistema i che h riporta i contemporaneamente ddatii e iinformazioni f i i sulla performance economico-finanziaria e sullo stato di avanzamento dei progetti Soluzioni organizzative di gestione del personale finalizzate a pr m promuovere r comportamenti mp rt m nti cooperativi p r ti i e di gruppo r pp (politiche retributive, percorsi di carriera, sistemi di valutazione) Meccanismi di soluzione dei conflitti basati sul ricorso a forme negoziali Organizzazione Aziendale – Paolo Gubitta, a.a. 2014-2015 44 Caso GM La divisionalizzazione GM ha adottato una struttura multidivisionale dal 1937 al 1998. La struttura multidivisionale fu inizialmente introdotta dal Alfread Sloan. La decisione di creare unità organizzative con autonoma responsabilità di risultato, sulla base dei diversi modelli di auto, fu dettata dalla necessità di assicurare processi decisionali “più più vicini vicini” ai problemi e di stimolare l’iniziativa manageriale. g anni la divisionalizzazione è stata parzialmente p Nel corso degli modificata per effetto della crescente competizione nel settore auto sia negli Stati Uniti che nel resto dei mercati occidentali. GM ha progressivamente aumentato il numero di marchi che, che dal punto di vista organizzativo, sono stati raggruppati in due divisioni (large cars comprendente i marchi Buick, Oldsmobile e Cadillac e small cars comprendente tra gli altri i marchi Chevrolet e Pontiac). Organizzazione Aziendale – Paolo Gubitta, a.a. 2014-2015 45 Caso GM Verso la struttura a matrice Il passaggio alla struttura a matrice è avvenuto nell’ottobre del 1998 con la creazione di un unico Automotive Strategy Board (ASB). La struttura a matrice i è stata fondata f d sull’area ll’ geografica fi e sull raggruppamento funzionale. La dimensione geografica considera 4 differenti aree (North America, Asia Pacific, Europe e Latin America, Africa e Middle East) mentre il raggruppamento funzionale f i l è costruito i attorno a 12 funzioni f i i critiche (Product Development, Manufacturing and Labor Relations, Sales/Services/Marketing, Quality, Powertrain, Human Resources, Pl i andd R&D, Planning R D Purchasing, P h i Communications, C i i Finance, Fi Legal/Public Policy, Information Systems and Services). I manager di area (Region Presidents) hanno la responsabilità dei risultati operativi e finanziari mentre i manager di funzione (Global Process Leaders) hanno responsabilità globale sull’efficienza dei processi. Gli staff in ciascuna delle regioni g riportano p sia al rispettivo p Global Process Leader sia al Region President. Organizzazione Aziendale – Paolo Gubitta, a.a. 2014-2015 46 Caso GM Organizzazione Aziendale – Paolo Gubitta, a.a. 2014-2015 47 La struttura a matrice: Business School Organizzazione Aziendale – Paolo Gubitta, a.a. 2014-2015 48 Organizzazione Aziendale – Paolo Gubitta, a.a. 2014-2015 Vantaggi e svantaggi della struttura a matrice