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1 slides Cocchiara - Università degli Studi di Messina

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1 slides Cocchiara - Università degli Studi di Messina
http://www.unwomen.it/ind
ex.php/iscriviti/
Attraverso la campagna
Orange the world, l’ente UN
Women – Comitato Nazionale
Italia invita i Governi, le
agenzie ONU, le organizzazioni
della società civile e le singole
persone di tutti i Paesi del
mondo a celebrare i giorni
compresi fra il 25 Novembre e
il 10 Dicembre (16 giorni di
Mobilitazione) unendosi e
prendendo parte attiva nel
porre fine alla violenza contro
le donne e ragazze.
Valeria Solesin
Stefania Ardì
Omayma Bengaloum
CAPITOLO III - Prevenzione
Art. 13 - Sensibilizzazione
Art. 14. - Educazione
Art. 15 - Formazione delle figure professionali
1) Sensibilizzare = far
acquisire consapevolezza
e far comprendere tutte le
forme in cui si manifesta
la violenza
2) Educare = includere nei programmi delle scuole di
ogni ordine e grado iniziative o veri e propri percorsi
formativi “su temi quali la parità tra i sessi, i ruoli di
genere non stereotipati, la violenza contro le donne
basata sul genere e il diritto all’integrità personale”
2) Formare = fornire o rafforzare “un’adeguata formazione
delle figure professionali che si occupano delle vittime o degli
autori di tutti gli atti di violenza che rientrano nel campo di
applicazione” della Convenzione
Per ricordare il brutale assassinio,
avvenuto il 25 novembre 1960, delle tre
sorelle Mirabal, tre donne impegnate
a contrastare nella Repubblica
Dominicana il regime del dittatore
Rafael Leónidas Trujillo (1930-1961)
Un’ora di completo silenzio
web in tutto il mondo nella
stesso momento (in Italia
dalle 13:00 alle 14:00)
25 novembre 2015, a Roccalumera:
premiazione di prodotti (video,
elaborati, opere grafiche e poesie)
realizzati dagli studenti di istituti
superione a conclusione di specifici
percorsi formativi
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Cosa s’intende per “violenza di genere”?
Centralità di una formazione alla parità
di
M. Antonella Cocchiara
Messina, 24 novembre 2015, h. 15.30
1. Qualche dato statistico…
2. Cosa s’intende per violenza di
genere
3. Centralità di una formazione
alla parità
2006: 181 donne uccise (101
“femminicidi”)
2010: 151 donne uccise (127
“donnicidi”)
2011: 170 donne uccise
2012: 157 donne uccise (+ 47 tentati
omicidi)
2013: 128 donne uccise
1. Qualche dato statistico…
 persistenza del fenomeno: 6
milioni 788 mila donne nel corso
della propria vita hanno subito forme
di violenza fisica o sessuale
 segnali di miglioramento: negli
ultimi 5 anni le violenze fisiche o
sessuali sono passate dal 13,3%
all’11,3%
c’è uno zoccolo duro della violenza,
che è quello degli stupri o dei tentati
stupri, che non varia dal 2006 al 2014
e le violenze sono anche più gravi.
questa indagine ovviamente non
contempla i “femminicidi”
1. Qualche dato statistico…
In Italia sono state uccise finora 108 donne,
non tutte per femminicidio, ma quasi…
http://www.corriere.it/cronache/speciali/2015/la-strage-delledonne/
1. Qualche dato statistico…
1. pensionamento
delle donne
(anche oltre i 70
anni) e
maggiore
esposizione al
rischio
2. abuso di alcolici
da parte degli
uomini
3. maggiore
consapevolezza
della violenza
da parte delle
donne
Da una ricerca
dell’Agenzia dell’Unione
Europea per i diritti
fondamentali
È di oggi la vicenda drammatica di
Lucia Bellucci, la donna di 31 anni,
scomparsa da Pinzolo (Trento)
venerdì scorso e il cui cadavere è
stato trovato dai carabinieri a
Verona chiuso nell'auto dell'ex
fidanzato.
2. Cosa s’intende per violenza di genere
Nota introduttiva
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«…l’espressione “violenza contro le donne” significa ogni
atto di violenza fondata sul genere che provochi o possa
verosimilmente provocare un danno o una sofferenza fisica,
sessuale o psicologica per le donne, comprese le minacce di
violenza, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà
personale, sia nella vita pubblica che privata»
Dichiarazione delle Nazioni Unite sull’eliminazione della violenza
contro le donne (1993 - art.1)
«…con l’espressione “violenza nei confronti delle donne” si
intende designare una violazione dei diritti umani e una
forma di discriminazione contro le donne, comprendente
tutti gli atti di violenza fondati sul genere che provocano o
sono suscettibili di provocare danni o sofferenze di natura
fisica, sessuale, psicologica o economica, comprese le minacce di compiere tali
atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, sia nella vita pubblica,
che nella vita privata»
Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei
confronti delle donne e la violenza domestica (2011 - art. 3)
 non è un sinonimo di sesso (che riguarda le
differenze biologiche)
 è un prodotto della storia, della cultura, è un
concetto appreso e dinamico
 è una sorta di “rivestimento sociale”: il modo in cui
la base sessuale viene elaborata e riconosciuta
socialmente, storicamente e culturalmente
 sul dato biologico del SESSO la società costruisce
un potente sistema di ruoli e di rappresentazione delle
differenze, ovvero il GENERE
nella società convivono i due sessi e il
termine “genere” segnala questa duplice
presenza
è quindi un termine BINARIO, non
univoco: sia gli uomini che le donne
costituiscono il genere
è un equivoco ritenere che si riferisca
solo alle donne, dovuto al fatto che solo le
donne hanno promosso questo “punto di
vista”
...ovvero la costruzione sociale del maschile e
del femminile, cela una gerarchia connessa
alle relazioni di potere, cela un sistema di
disuguaglianze imperniato sulle differenze tra
donne e uomini.
Maschile e femminile vengono incardinati,
ingessati in un potente sistema di ruoli che
condiziona pesantemente la vita e le scelte di
uomini e di donne.
Dimostrando che “maschile” e “femminile” erano categorie
socialmente e storicamente costruite, veniva meno la giustificazione
biologica allo status di subordinazione delle donne, altrimenti
accettato come “naturale”, e quindi si smantellava la costruzione
teorica che stava alla base della concezione patriarcale della famiglia
e delle relazioni uomo-donna.
Patrizia Romito
per «violenze di
genere, si intendono
quelle violenze agite
all’interno di un
sistema patriarcale
di dominazione
degli uomini sulle
donne e degli adulti,
ma soprattutto degli
uomini adulti, sulle
bambine e sui
bambini».
Anna Costanza Baldry
Secondo Baldry, il fenomeno
della violenza di genere, e in
particolare quello della
“violenza domestica è
caratterizzato da una serie
distinta di azioni fisiche,
sessuali, di coercizione
economica e psicologica che
hanno luogo all’interno di una
relazione intima attuale o
passata. Si tratta di una serie di
condotte che comportano nel
breve e nel lungo tempo un
danno sia di natura fisica sia di
tipo psicologico/esistenziale”
Quando si uccide una donna “proprio
perché donna” non si tratta di un
omicidio qualsiasi: è un “crimine
d’odio” con le sue peculiarità che, se non
adeguatamente prese in considerazione,
diventano ostacolo per indagare le
ragioni dell’odio e quindi le cause e la
tipicità del reato.
…forma estrema di violenza
di genere contro le donne,
prodotto della violazione dei
suoi diritti umani in ambito
pubblico e privato, attraverso
varie condotte misogine…
Marcela Lagarde
[…], ponendo la donna in una posizione indifesa e di rischio,
possono culminare con l’uccisione o il tentativo di uccisione
della donna stessa, o in altre forme di morte violenta di donne e
bambine: suicidi, incidenti, morti o sofferenze fisiche e
psichiche comunque evitabili, dovute all’insicurezza, al
disinteresse delle Istituzioni e alla esclusione dallo sviluppo e
dalla democrazia.
Barbara Spinelli
«violenza diretta contro una donna
in quanto tale»
…per mettere in evidenza la dimensione
“sessuata” del fenomeno, posto in essere
all’interno di un rapporto asimmetrico tra
uomo e donna dove la violenza appare
«manifestazione delle relazioni di potere
storicamente ineguali» tra i due sessi, che
hanno condotto gli uomini al dominio sulle
donne, rendendo queste per secoli
sottomesse e discriminate
Così come è un’insopportabile manipolazione del
significato reale delle parole chiamare RELAZIONE il
dominio sulla vita del/della partner o GELOSIA l’ansia per
il controllo perduto o, peggio, «chiamare AMORE il rifiuto
violento di accettare la libertà dell’altra persona», è
comunque fuorviante chiamare FEMMINICIDIO ciò che
è altro rispetto all’omicidio di una donna in quanto donna
 si sottrae all’uniderezionalità delle altre definizioni
 include anche le diverse declinazioni della violenza usate
contro le persone lgbt (lesbiche, gay, bisessuali,
transgender)
 include anche le violenze agite dalle donne contro gli
uomini = non solo verso quelle vittime maschili ascrivibili
alla categoria delle persone fragili (anziani, bambini o
disabili) ma anche verso i partner, quale possibile
conseguenza delle profonde trasformazioni delle biografie
femminili e precipitato dei processi di democratizzazione
 la violenza è un fenomeno complesso,
così come complesse saranno le misure che,
attraverso reti interistituzionali, vanno
adottate per contrastarlo;
 la violenza è un fenomeno di carattere
strutturale: NON episodico o emergenziale;
 va sottratto alla
emozionalità della
cronaca nera e alla
spettacolarizzazione
dei media…
 la violenza va trattata con metodo,
competenza e con approccio
autenticamente multidisciplinare;
 tra i mezzi di contrasto una posizione
centrale va assegnata alla cultura di
genere, all’educazione sentimentale e
alla formazione professionale…
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Nei casi più frequenti e
dagli epiloghi più
drammatici di violenza
sulle donne, questa va
affrontata con metodo,
riconoscendone ed
estirpandone le radici
maschiliste e cercando al
contempo di cogliere
tutte le sottili differenze e
sfumature che la
connotano.
Ogni violenza ha una sua storia ed entra
prepotentemente, devastandola, nella storia di altri esseri
umani, per lo più donne e bambini.
Di fronte al peso di
tradizioni a lungo
legittimate da un
ordinamento giuridico che
era specchio di un sistema
rigidamente patriarcale, a
poco varranno le leggi e le
sanzioni se non si
interviene con vigore per
diffondere e far maturare
la cultura della parità e
del rispetto delle
diversità.
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