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all`ombra di satana - Le Stanze dell`Anima
1 UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI CAGLIARI FACOLTA’ SCIENZE POLITICHE CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DEL SERVIZIO SOCIALE SEDE DI NUORO Presidente Prof. Bachisio Scarpa “ ALL’OMBRA DI SATANA” UNA ANALISI DEL FENOMENO SATANICO 1 2 RELATORE DOTT.SSA Maria Giuseppa CONTU TESI DI LAUREA DI Patrizia IDILE ANNO ACCADEMICO 2002 – 2003 “La più grande astuzia del Diavolo è far credere che non esista” (“Compendium Daemoni –La Dottrina Maledetta” Il Tempio di Satana) 2 3 INDICE INTRODUZIONE Pag.7 PRIMO CAPITOLO: DINAMICA DEI GRUPPI Pag.9 1.1 ORIGINE Pag.9 1.2 STRUTTURA INTERNA E LEADERSHIP Pag.10 1.3 IL GRUPPO E IL RAPPORTO CON L’ESTERNO Pag.11 SECONDO CAPITOLO: LE SETTE –SPIEGAZIONE DI UN TERMINE Pag.12 2.1 ORIGINE Pag.12 2.2. CLASSIFICAZIONE DELLE SETTE Pag.13 2.3 CARATTERISTICHE DELLE SETTE Pag.15 2.4 LE SETTE E I RAPPORTI CON L’ESTERNO Pag.18 2.5 PERCHE’ E’ DIFFICILE USCIRE DA UNA SETTA 2.6 DATI SUL FENOMENO TERZO CAPITOLO: IL SATANISMO Pag.19 Pag.21 Pag.22 3.1 PREMESSA Pag.22 3.2 L’ORIGINE Pag.22 3 4 3.3 COS’E’ IL SATANISMO Pag.23 3.4 I QUATTRO SIGNORI DEGLI INFERI Pag.25 3.5 PATTO CON SATANA Pag.26 3.6 CENSIMENTO DEI GRUPPI SATANICI IN ITALIA Pag.26 3.7. GRUPPI SATANICI E LEGISLAZIONE Pag.27 QUARTO CAPITOLO: IL PUNTO DI VISTA DEGLI ESPERTI Pag.29 4.1 PREMESSA Pag.29 4.2 METODOLOGIA UTILIZZATA Pag.29 4.3 TORINO: CITTA’ ALL’OMBRA DI SATANA? Pag.30 4.4 UN ASCOLTO CHE AIUTA: IL CARIS Pag.33 4.5 DALLA PARTE DELLE VITTIME Pag.37 4.6 L’OPINIONE SCOMODA: IO SATANISTA Pag.41 4.7 L’ONOREVOLE ALBONI: L’IMPEGNO CONTRO LE SETTE QUINTO CAPITOLO CONCLUSIONI Pag.47 Pag.50 5.1.1 LE STIME Pag.50 5.1.2 SATANISMO, RITUALI E REATI Pag.51 5.1.3 REAZIONI ALLA PROPOSTA DI LEGGE N.3770 Pag.52 5.1.4 RECLUTAMENTO, LUOGHI E VEICOLI DI DIFFUSIONE DEL SATANISMO Pag.53 5.1.5 SATANISMO E GERARCHIA 5.1.6 L’ASSISTENTE SOCIALE Pag.54 5.2 CONSIDERAZIONI SOCIALI Pag.55 BIBLIOGRAFIA ALLEGATO N.1: “LA LETTERA” ALLEGATO N.2: PROPOSTA DI LEGGE N.3770 ALLEGATO N.3: “IL BAPHOMET” 4 Pag.54 Pag.57 5 5 INTRODUZIONE Mass media, opinione pubblica e illustri esperti si occupano sempre più frequentemente del fenomeno settario, a volte con toni eccessivamente e volutamente sensazionistici che non aiutano il telespettatore o il lettore a comprendere in pieno la vastità e la complessità del fenomeno. L’informazione seria e scientifica del mondo settario è spesso sostituita dalla più semplice “caccia al mostro” che, ancor prima di dati certi e notizie confermate, indica colpevoli e vittime creando pregiudizi pericolosi, almeno, “quanto” i reati stessi compiuti da alcuni “santoni” senza scrupoli. Il ritrovamento di alcuni oggetti sacri o comunque riconducibili ad una simbologia satanica è spesso elemento unico e sufficiente, per etichettare un fatto di cronaca nera come “opera di satanisti”. Considerando la numerosità degli episodi ricondotti a questo “filone” si può davvero parlare di un “allarme satanismo”? Se così fosse, chi è il “satanista”? E’ univoco e condiviso l’insieme di caratteristiche che si celano dietro questo “marchio”? Cosa basta per classificare una persona come “satanista”? E’ “satanista” il ragazzo che veste di nero ed è solito indossare una croce rovesciata ? Che ascolta certi generi musicali ? Deve necessariamente partecipare ad una messa nera? Sono tanti gli interrogativi che caratterizzano tale allarmante fenomeno. La definizione stessa di “setta” si può prestare a svariate classificazioni e può essere interessante confrontare le interpretazioni che ognuno di noi può dare al termine. Parlare di sette potrebbe voler dire cercare di individuare, se ci sono, diverse tipologie all’interno della “macro – classe” “setta” selezionata e, ancora più approfonditamente, verificare la presenza di diverse “figure” che co-abitano nello stesso gruppo satanico. Avendo parlato di un’informazione scientifica sarebbe opportuno partire da alcuni dati statistici che potrebbero delineare un primo quadro sul numero di organizzazioni settarie presenti e sugli adepti che le frequentano. Anche questa operazione però presenta alcuni ostacoli. La difficoltà maggiore che senz’altro viene riscontrata nell’esaminare i gruppi settari, nella loro accezione generale, è rappresentata dall’impossibilità di potersi basare su una classificazione esaustiva e precisa che rappresenti un solido punto di partenza per uno studio particolareggiato del fenomeno. Se, infatti, alcuni di questi gruppi sono, loro malgrado, saliti agli onori della cronaca per episodi poco chiari che hanno innescato un susseguirsi di denunce e di indagini, dall’altro si può tranquillamente affermare che un numero notevole di movimenti settari sfugge a qualsiasi controllo ed elencazione. Quando il discorso si estende a gruppi settari “satanici” il quadro è ancor più variegato ed esula da ogni certezza. Se è vero che i gruppi satanici “organizzati”, come afferma il Cesnur1 (Centro Studi Nuove Religioni, di cui è presidente Massimo Introvigne), rientrano più facilmente in un quadro statistico e sono perciò maggiormente classificabili, svariati altri gruppi di impronta satanica eludono ogni forma di osservazione e studio e si ispirano alle gesta personali di alcuni “sacerdoti” o “guide”. In realtà anche i dati “ufficiali” si prestano a varie interpretazioni e ogni Associazione o gruppo di studio fornirà la propria personale “campionatura”. A seguito dell’indagine, svolta durante la tesi, non è stato possibile fornire delle risposte “esaustive” ai quesiti precedentemente esposti; saranno elencate diverse risposte come è giusto che sia per un fenomeno così variegato e complesso. Non verrà presentata una spiegazione ultima e definitiva del “satanismo”, ma l’immagine di tanti “satanismi”; vi sono quindi diverse “verità” corrispondenti alle differenti esperienze personali dei soggetti e degli esperti interpellati per questo lavoro, che a vario titolo hanno studiato il tema settario e satanico. Quest’ultimo ha già da tempo suscitato l’interesse di varie organizzazioni e istituzioni e conta all’attivo articoli, libri, interviste. Il lavoro tesistico, a seguito di quanto precedentemente detto, si caratterizza per differenti obiettivi: mettere a confronto, mediante interviste e questionari strutturati, il parere di esperti e di fruitori delle sette sataniche; di evidenziare una delle tante “verità” possibili; chiarire le motivazioni al fenomeno satanico; strutturare un possibile intervento sociale, mediante lo studio e l’applicazione della psicologia di gruppo, al fenomeno satanico. 1 MENEGOTTO A. ( 2003 ) Due martiri italiani del satanismo – il quadro di fondo: satanismo e satanisti in Italia, SITO INTERNET : WWW.CESNUR.ORG PRIMO CAPITOLO DINAMICA DEI GRUPPI 1.1 ORIGINE La definizione di “gruppo” ha coinvolto diversi psicologi, sociologi e operatori sociali; ognuno di essi ha identificato elementi peculiari che lo caratterizzano. Molti degli esperti, per quanto il termine sia vasto e comprenda al suo interno svariati fenomeni, concordano su alcuni tratti presenti in un gruppo: pluralità di persone che lo compongono, un “comune sentire” e un sentimento di solidarietà. Negli anni cinquanta, il sociologo Merton (1957) ha individuato tre criteri che, universalmente caratterizzano un gruppo: - i membri interagiscono tra loro e condividono un sistema di norme; - gli appartenenti al gruppo interagiscono e si percepiscono “membri”; - gli appartenenti al gruppo sono definiti da altri come “membri”. Vi sono differenti tipologie di gruppo: - in base al numero dei membri; gruppi faccia a faccia o gruppi sociali. La differenza è dovuta alla maggiore o minore possibilità di entrare in relazione diretta e interagire con gli altri membri, sentendosi “parte di un tutto”; - in base al luogo di interazione; gruppo istituzionale o spontaneo; - in base alle regole e norme; preesistono nel gruppo formale o vengono create successivamente come nel gruppo informale; - in base alle finalità e motivazioni di fondo; gruppo di base, nato per permettere ai membri di stare insieme o gruppo di lavoro volto al compito La classificazione presentata non ha pretese di rigidità o universalità. Potrebbero essere analizzate differenti variabili che porterebbero ad ulteriori sviluppi del termine. Dall’analisi delle motivazioni, che sottendono alla scelta di far parte di un gruppo, potrebbero emergere numerose differenziazioni corrispondenti alle scelte degli individui. La teoria di Kurt Lewin (1951) introduce una prima distinzione che vede il gruppo come interdipendenza dei membri. Lewin parla di “campo” intendendo che il gruppo è qualcosa di più e di diverso dalla somma dei membri e che questi mettono in atto azioni che influenzano lo stato di tutte le altri componenti: si arriva alla definizione di “totalità dinamica”. Homans (1950) riprende tali concetti e afferma che “l’aumento di interazioni nel gruppo introduce un ordine secondo certi schemi, per cui ciascun membro si attende determinati comportamenti degli altri componenti e si creano delle norme condivise dai membri e riguardanti il ruolo di ciascuno”. Una seconda motivazione all’entrata in un gruppo può essere ricondotta alla soddisfazione dei bisogni degli individui: in un gruppo si creano legami, si sopperisce al senso di solitudine, si ha più forza, si affrontano insieme le situazioni, etc. All’interno del gruppo possono essere distinti due livelli: individuale e sociale. Il primo evidenzia la ricerca di sostegno e di supporto che l’individuo domanda agli altri membri, lo “stare insieme” che esorcizza le paure. Il secondo livello sposta l’attenzione verso l’azione sociale, le regole e le norme che il gruppo si è dato, gli aspetti comuni e i compiti. In particolare, per quanto concerne la nascita delle norme nel gruppo, è importante sottolineare il concetto di “normalizzazione” in virtù del quale, quando non vi sono norme pre-esistenti, gli individui esercitano una influenza reciproca cercando di trovare un punto di accordo. 1.2 STRUTTURA INTERNA E LEADERSHIP Internamente al gruppo ognuno dei membri occupa una determinata posizione, che viene definita status. Lo status prevede una serie di norme e aspettative che chi occupa tale posizione può assumere nei confronti degli altri. Il ruolo è l’insieme di condotte che un individuo riveste all’interno di un gruppo, in relazione alla funzione che ricopre e sulla base delle attese che emergono dall’interazione tra i membri. Spesso i ruoli vengono definiti “etichette”. Ad ogni posizione nella società sono collegate delle aspettative di ruolo: ciò che il soggetto deve fare (contenuto) e gli attori coinvolti (relazioni). Solitamente i ruoli vengono differenziati in base all’età, sesso, religione, etnia, etc. Il leader è colui che riesce ad influenzare gli altri membri più di quanto ne venga influenzato e più specificatamente: - definisce e raggiunge gli obiettivi; - mantiene e rafforza il gruppo. Si possono individuare due funzioni principali della leadership: una strumentale, concentrandosi sugli scopi e i compiti del gruppo e una espressiva o socio – emozionale, centrata sulle relazioni interne e sui rapporti interpersonali. Per poter esercitare adeguatamente tali funzioni è necessario che tutti i componenti del gruppo riconoscano una data persona come “leader” e si comportino di conseguenza. Si possono individuare tre tipi di leadership: - autoritaria, porta ad una forte dipendenza dei membri e alto grado di insoddisfazione; - tollerante, vi è un moderato livello di rendimento ma anche forte aggressività tra i membri; la dipendenza dal leader è scarsa; - democratica, frequenti suggerimenti di attività di gruppo, rendimento qualitativamente migliore. 1.3 IL GRUPPO E IL RAPPORTO CON L’”ESTERNO” Le relazioni “intragruppo” sono caratterizzate da : - somiglianza che i membri percepiscono tra loro; - attrazione reciproca; - stima reciproca; - empatia; - altruismo e cooperazione; - uniformità di atteggiamenti e comportamenti. L’individuo categorizza il proprio gruppo (ingroup) e lo differenzia da gruppi esterni (outgroup). In quest’ambito si collocano i contributi teorici di Janis (1972) che sottolinea il pericolo di estremizzare le differenze tra i gruppi (noi/loro) e di sminuire le somiglianze, portando ad azioni spesso violente e irrazionali. Janis introduce il concetto di “pensiero di gruppo” che teorizza l’atteggiamento forzatamente conformista, verso cui il leader o altri membri spingono gli altri componenti, al fine di raggiungere una parvenza di coesione che permetta di arrivare ad una decisione unanime. Si parla di “parvenza” in quanto tale conformismo è raggiunto attraverso l’utilizzo di compromessi e facili soluzioni. Questo atteggiamento prende il nome di “effetto Janis”. Le caratteristiche del “pensiero di gruppo”sono: - un gruppo coeso esercita pressioni sui dissidenti, implicite o veicolate dal leader; - conformismo significa ritenere che l’unanimità coincida con la “verità”; - non esistono altre opinioni oltre le proprie, l’outgroup è negativo. Tali impostazioni non permettono l’arricchimento che deriverebbe dal mettere in comune le differenti opinioni e dall’essere flessibili e attenti alle esperienze altrui, consapevoli che “ bisogna essere almeno in due per fare una verità “. SECONDO CAPITOLO LE SETTE: SPIEGAZIONE DI UN TERMINE 2.1 ORIGINE Si è parlato di “fenomeni settari “ e di “sette” in generale. Diversi autori hanno proposto una analisi del termine e del fenomeno, convergendo su dei punti fondamentali. La terminologia “setta” è generalmente ricondotta al verbo latino “sequor” (andare dietro, seguire) ma anche a “seco” (tagliare, separare). Questi primi due significati individuano nella setta un gruppo che segue una determinata dottrina religiosa, filosofica, politica e che “seca”, cioè si discosta, nasce da un gruppo o associazione più ampia. Inizialmente e etimologicamente questo termine non presuppone un significato necessariamente negativo. Originariamente con il termine “sectae” venivano indicate le scuole degli stoici, degli epicurei e perfino dei primi giureconsulti. Aristotele era a capo di una “setta” e l’aggettivo che spesso accompagna tale termine, “esoteriche”, è riconducibile al tipo di lezioni che lo stesso Aristotele svolgeva al mattino. In questa fase del giorno, infatti, gli insegnamenti erano esoterici cioè dedicati ai soli studenti, contraddistinguendoli da quelli pomeridiani aperti a chiunque ne volesse usufruire (essoterici). La spiegazione etimologica “sequor”, che indica un distaccamento da una dottrina o filosofia ufficiale, implica una connotazione negativa in quanto il gruppo che si distacca, perciò “nuovo”, è solitamente portatore di una nuova visione della vita o del “credo” e perciò bollata come “eretica” o “eversiva”. Non avendo tutti i gruppi tali fini, spesso si preferisce adottare nuove terminologie come “ Nuovi Movimenti Religiosi” e “Nuovi Movimenti Magici”. La lingua inglese è più precisa e utilizza il termine “sect” per definire scuole religiose che contrastano con la dottrina ufficiale o maggioritaria, mentre adopera “cult” per evidenziare un movimento collettivo che mira al “controllo mentale” (“mind control”). Quando il termine “setta” è utilizzato in contrapposizione alla “religione” si fa evidente la necessità di spiegare anche quest’ultimo termine. Solitamente per “religione” si intende la fede in un essere Perfetto e sovrannaturale che ama e sostiene l’uomo. Sarebbero automaticamente escluse da tale classificazione tutte quelle “religioni” che non necessariamente credono in un Essere superiore (per esempio il Buddismo). La giurisprudenza ha ritenuto dunque pregiudiziale una tale distinzione e negli articoli 8 e 19 della Costituzione ha preferito parlare di “ confessione religiosa”. Una sentenza della Corte Costituzionale (n. 195 del 19.04.1993) ha proposto alcuni indici che sono di aiuto nel cercare di definire cosa sia e quando si possa parlare di “confessione religiosa”: - la sussistenza di un’intesa con lo Stato, ex art. 8 Costituzione; - “riconoscimenti pubblici”; - “autoqualificazione” espressa nello statuto; - la “comune considerazione”. Nonostante in Italia e in altri Paesi del mondo, vengano definite “settarie” alcune formazioni religiose che si discostano dalla religione ufficiale, lo stesso Gesù Cristo e la dottrina da lui professata furono definiti “settari” perché portatori di una nuova ideologia e perché staccatisi dal Giudaismo. Alcuni autori, come Massimo Introvigne e Cecilia Gatto Trocchi, sono ancora più “risoluti” nella attribuzione del significato “setta” e la definiscono come “un mondo chiuso dove si viene introdotti con metodi spesso al limite della legalità e da cui è difficilissimo uscire”. Anche nel linguaggio comune, quando si intende definire un gruppo, anche amicale, che si isola dal contesto esterno e che applica determinate regole e condotte di vita autonome e non riconducibili alle norme comunemente accettate, si parla di “sette” o di gruppi a carattere “settario”. “Settario” è quasi divenuto sinonimo di “fazioso”. Di questo ne sono evidentemente consapevoli anche i gruppi stessi che, non di rado, preferiscono attribuirsi l’appellativo di “Chiesa” (sono esempi eclatanti la Chiesa di Scientology e la Chiesa di Satana), termine al quale solitamente si attribuisce una valenza positiva. 2.2 CLASSIFICAZIONE DELLE SETTE Quando si sente parlare di “sette” si riconduce immediatamente il termine all’ambito religioso. In realtà il fenomeno è ben più complesso e l’autrice Margaret Thaler Singer, (1951) esperta di fenomeni settari, propone questa classificazione: - Religiosità neo – Cristiana - Religiosità Indù o orientale - Occulto, stregoneria e satanismo - Spiritualità - Zen o altra mistica/filosofica di orientamento Cino – Giapponese - Razziale - Dischi volanti o altri fenomeni dello spazio cosmico - Psicologica o psicoterapeutica - Politica - Auto – aiuto, auto miglioramento e altro legato allo stile di vita. Fanno parte di quest’ultima “classe” anche le cosiddette “psico – sette”, altamente pericolose per l’equilibrio psico – fisico – emotivo dell’individuo. Qualche studioso del fenomeno settario ha incluso tra le sette anche i gruppi commerciali fondati sul “Multilevel Marketing”, cioè le famose catene di vendita piramidali, con la pratica “porta a porta”. Il documento del Ministero dell’Interno redatto nel 1998 che prendeva in esame la situazione delle “sette religiose e nuovi movimenti magici in Italia”, proponeva una ulteriore suddivisione: - movimenti d’innovazione occidentali; - movimenti di derivazione cristiana; - movimenti d’ispirazione orientale. All’interno della prima categoria si possono ricondurre i movimenti per lo sviluppo “del potenziale umano”, appunto psicosette che vanno elargendo purificazioni e nuovi stili di vita. Alcuni esempi : Primal di Maha, Silva Mind Control, Scientology, etc. Nella seconda categoria si fa riferimento ai nuovi gruppi che si distaccano dagli stessi Protestanti (come Lutero e Calvino, già distaccatisi dal Cristianesimo). Si tratta così di vere e proprie “sette cristiane” all’interno delle quali si possono incontrare: - movimenti “apocalittico – millenaristi” convinti dell’imminenza della fine del mondo; - gruppi anti – papisti e scismatici; - gruppi profetico – messianici; - sincretismi cristiani; - “false Chiese”. Tra i rappresentanti dei primi gruppi citati possiamo ricordare: Mormoni, Testimoni di Geova, Avventisti del Settimo Giorno, etc. Infine, nell’ultima categoria (Culti di ispirazione orientale), vanno ricondotti: - movimenti creati da occidentali suggestionati dalla cultura orientale - movimenti considerati già nuovi nel paese in cui sono sorti ed importati in Occidente da maestri orientali intenzionati a proporre messaggi tipici della propria tradizione - gruppi orientalisti fondati da “guru” italiani. Sul versante delle sette orientali, la Gatto Trocchi elenca alcuni gruppi come: Soka Gakkai, Hare Krishna, Sai Baba, Yogananda, Rajneesh, etc. 2.3 CARATTERISTICHE DELLE “SETTE” Come afferma la Singer (1951), le sette tendono solitamente a due scopi principali: reclutare nuovi membri e raccogliere denaro. Tali caratteristiche non permettono, tuttavia, che la setta si distingua da altri gruppi, anche istituzionali, che hanno lo stesso obiettivo. E’ opportuno differenziare e spiegare che le sette si distinguono da qualsiasi altro gruppo per le modalità di azione e di condotta al loro interno. La Singer, riprendendo concetti condivisi e ripresi da più esperti del fenomeno, individua tre variabili, la cui analisi aiuterebbe a definire meglio un gruppo settario: - origine del gruppo - struttura del potere - uso di un programma coordinato di persuasione (plagio, lavaggio del cervello). La prima di queste variabili pone in evidenza le motivazioni che favoriscono la nascita dei gruppi settari e introduce ad una analisi delle caratteristiche e del “target” dei potenziali “fruitori”. Il reperimento di fondi e l’arricchimento del “leader”, come precedentemente accennato, sono tra i più importanti e frequenti obiettivi all’origine di una setta. Gli adepti vengono spesso “sollecitati” ad iscriversi a corsi interni allo stesso gruppo settario, suddivisi in più livelli, al fine di raggiungere “purificazioni” e “stati mentali” che li portino a “nuova vita”. Consigliare gli aderenti alla setta su eventuali “donazioni” e “lasciti” in favore del gruppo e del suo leader, consente a quest’ultimo di avere il pieno controllo, spirituale e materiale, sui membri. I gruppi settari, al fine di ottenere nuovi adepti, si avvalgono dell’opera di veri e propri “reclutatori” che hanno il compito di avvicinare persone potenzialmente interessate all’attività del gruppo. Corrisponde a questo “target” chiunque attraversi una fase particolarmente delicata della propria vita: depressioni, transizioni professionali o familiari, rinnovato interesse filosofico - culturale - religioso, la mancanza di una relazione sentimentale stabile, etc. Tale classificazione non può indurre a eccessive semplificazioni sui possibili fruitori di movimenti settari. Una delle regole principali, sulla quale la Singer, Climati e altri esperti concordano, è che non esiste una tipologia definita di “persone a rischio”. Nessuno può sentirsi totalmente “protetto” o “immune” dal reclutamento e non esistono “categorie” preferenziali che allontanino il rischio. Carlo Climati individua alcuni luoghi dove potrebbe essere facilitato l’incontro tra “reclutatore” e “potenziale adepto”: università (i giovani sono spesso attratti dalla novità, si mettono maggiormente in discussione, sono fragili e lontani da casa), palestre, corsi yoga, corsi di filosofia orientale, corsi per il “miglioramento personale”. La seconda variabile prende in considerazione la struttura interna al gruppo. Solitamente, tra leader e affiliati, si instaura un rapporto subordinato che presuppone l’obbedienza incondizionata dell’adepto. Tendenzialmente al vertice del gruppo settario c’è una sola persona che dispone dell’organizzazione e della vita dei membri. La Singer illustra le caratteristiche del leader: - “sono autoproclamati, persuasivi e affermano di avere una missione speciale”; - “tendono ad essere risoluti e autoritari e vengono spesso descritti come carismatici”; - “accentrano su di sé la venerazione” . La terza variabile prende in considerazione ciò che viene chiamato “plagio” o “manipolazione mentale. Alcuni esperti distinguono il controllo mentale dal “lavaggio del cervello”: il primo presuppone una persuasione sottile, amichevole, sorridente; il secondo ha una connotazione maggiormente violenta e va contro la volontà della persona. Il rapporto del Ministero dell’Interno, evidenzia la pericolosità sociale delle sette illustrando alcuni fenomeni: - utilizzo di meccanismi subliminali e altri mezzi per reclutare nuovi adepti e mantenere quelli già all’interno; - celare dietro una parvenza rispettabile e al di là dei fini proclamati, comportamenti immorali o illeciti; - professare dottrine con contenuti irrazionali che spingono gli adepti verso comportamenti devianti. Se è facile essere d’accordo sui mezzi e le tecniche di plagio individuate e connotanti le sette, assai difficile è poter fermare il fenomeno, individuare i colpevoli e assicurarli alla giustizia. In effetti il “plagio” non è qualcosa di tangibile e in una corte di giustizia sarà quantomeno faticoso dimostrarne gli effetti. Tali considerazioni hanno fatto sì che il reato di plagio sia stato cancellato dal codice penale perché insufficiente a delineare la fattispecie di riferimento. In ambito settario si utilizza, in riferimento agli strumenti plagianti, il termine “brainwashing” (lavaggio del cervello). La terminologia fu introdotta per la prima volta nel 1951 da Edward Hunter, corrispondente estero americano, nel suo libro “Brainwashing in Red China” (“Lavaggio del cervello nella Cina Rossa”), riprendendo le testimonianze di cinesi e stranieri che arrivavano a Hong Kong dalla Cina Comunista. Gli scopi di tale strumento sono stati ben riassunti dalla Singer in tre punti: - destabilizzare il senso di sé; - portare l’individuo a re-interpretare drasticamente la sua storia personale e modificare radicalmente la sua versione del mondo; - sviluppare nella sua personalità una dipendenza dall’organizzazione e perciò trasformarla in agente schierabile della stessa. Come afferma la Singer, per far questo bisogna non far capire alla persona interessata del “piano di ri-organizzazione” che la vede protagonista e raggiungere le tappe un passo alla volta. Nello specifico occorre: - mantenere la persona inconsapevole dell’esistenza di una agenda intesa a controllarla; - creare un senso di impotenza; - manipolazione di un sistema di ricompense, punizioni ed esperienze per inibire comportamenti dannosi per la setta; - manipolazione di un sistema di ricompense, punizioni ed esperienze in modo da promuovere l’apprendimento desiderato; - affermazione di un sistema logico chiuso e di una struttura autoritaria che non premettono reazioni. Oltre alla tecnica appena descritta, Carlo Climati e Massimo Lugli, evidenziano altri mezzi che hanno in comune il fine di rendere la persona estremamente vulnerabile e priva di ogni forza reattiva: ripetitività (la persona è costretta a ripetere ossessivamente determinate preghiere o svolgere alcune attività che la tengano “occupata”), privazione del sonno, alimentazione insufficiente, ritenzione dell’urina, saune, autoipnosi. A partire dal “reclutamento”, dove persone appositamente “addestrate” elargiscono sorrisi e battute, il nuovo membro si trova circondato da una “overdose d’amore” o “love bomb”; lo scopo è annientare le difese psicologiche dell’affiliato e “sommergerlo” di attenzioni. Negli Stati Uniti, considerando l’allarmante diffusione del fenomeno settario, è nata una nuova figura professionale: il “decondizionatore” che, su richiesta dei parenti della “vittima”, caduta nella rete di qualche movimento settario, “sequestra” e “segrega” l’adepto, per una quindicina di giorni, al fine di “disintossicarlo” coattivamente. 2.4 LE SETTE E I RAPPORTI CON L’ESTERNO Le tecniche “persuasive” e di “brainwashing” hanno lo scopo di “annientare” il patrimonio storico, affettivo, familiare dell’adepto e di “creargli” una “nuova famiglia”: il gruppo settario. L’affiliato saprà che ogni suo bisogno, ogni problema, potrà e dovrà essere risolto all’interno dell’organizzazione settaria. Affinché l’adepto “percepisca” il suo “essere membro”, i gruppi settari creano una sorta di “isolamento” sia spirituale che “geografico”; le sedi delle riunioni, le “comunità”, si trovano spesso in luoghi lontani e “protetti” da qualsiasi “influenza esterna”. Il prezzo più alto viene pagato dalla famiglia, dalle amicizie, dagli affetti dell’adepto che si vedono “sostituiti” dal nuovo “genitore” (il leader) e da nuovi “fratelli, sorelle e amici” (gli altri affiliati). Ogni contatto con l’esterno, soprattutto se “fuorviante” e potenzialmente pericoloso per l’affiliato, vengono proibiti e ostacolati in ogni modo. Come spiega la Singer, “le sette tendono ad avere un doppio standard morale”: il rigore e la sincerità, elementi pretesi dal leader (che si pone come confessore) all’interno della setta, vengono fortemente scoraggiati verso il mondo “esterno”. Il gruppo settario produce regole morali e di condotta differenti e opposte a quelle comunemente condivise all’esterno. Considerazioni analoghe vengono proposte da Achille Aveta che, dovendo descrivere le peculiarità di un culto “abusante”, le individua in questo modo: - inculcare continuamente negli affiliati sensi di colpa, fobie e paura di un “nemico esterno”; - non considerare chi la pensa diversamente dai vertici; non accettare alcun suggerimento relativamente alla leadership; - riuscire a controllare molteplici aspetti della vita degli affiliati, come il modo di vestire o la scelta degli amici e del coniuge; - promuovere rigidi programmi di vita quotidiana; - esercitare un rigoroso controllo dell’informazione e della comunicazione; - definire i dubbi come “peccato”. Esistono diverse testimonianze di fuoriusciti, di familiari che, al limite della drammaticità, descrivono situazioni surreali in cui anche i bambini non venivano risparmiati al rigore della condotta, evitando loro di poter incontrare i nonni o il genitore “dissidente”. La Singer afferma che i bambini, cresciuti e introdotti in un ambiente settario, mancano di modelli di compassione o calore; imparano presto ad ascoltare il leader e a seguire ogni suo insegnamento. Tra i più “forti” ci saranno processi di “identificazione” verso il leader, ai più deboli non resterà che seguire passivamente il “programma di vita” impostato per loro. Il sistema di valori, che ai bambini viene severamente impartito, è rigidamente impostato su polarizzazioni estreme: buono/cattivo; bene/male; noi/loro, etc. 2.5 PERCHE’ E’ DIFFICILE USCIRE DA UNA SETTA La pressione psicologica, perpetrata ad arte dal leader e dai seguaci, “ingloba” completamente la persona tanto da indurla a credere che quello della setta sia l’unico mondo possibile o, perlomeno, quello “giusto”. Margaret Singer (1951), spiegando i motivi che impediscono l’allontanamento dal movimento settario, teorizza il sistema delle “cinque D“: - “Deception” (Inganno) - Debilitazione - Dipendenza - “Dread” (Paura) - De - sensibilizzazione. L’individuo, facente parte di un gruppo settario, ha dovuto subire l’inganno fin dal momento del “reclutamento”; è stato sottoposto a “tecniche” di plagio che lo hanno debilitato fisicamente e psicologicamente; è stato isolato dal mondo fino ad allora conosciuto ed è stato introdotto in un’altra “dimensione”; ha subito ricatti e minacce, ha vissuto un “terrorismo” psicologico sulla realtà che avrebbe incontrato una volta fuoriuscito; è stato abituato a considerare “innocui” e “normali” atteggiamenti, anche violenti, che prima avrebbero causato in lui ribrezzo e rifiuto. I familiari delle persone affiliate alla setta, potrebbero sentire un senso di impotenza: l’amore per la persona cara deve convivere con la voglia di “scuoterlo” e, in alcuni casi “minacciarlo”, affinché decida di lasciare il gruppo. Alcuni esperti consigliano ai familiari o amici, preoccupati per la sorte dell’adepto, di registrare nomi, indirizzi delle persone che appartengono alla setta e di mantenere una cronologia degli “eventi” che riguardano l’attività del familiare/amico all’interno del movimento. Viene dato inoltre ampio rilievo all’attività delle Associazioni che si occupano del fenomeno e che possono mettere in contatto i familiari dell’affiliato con altre persone che hanno avuto analoghe esperienze. Si sollecitano i familiari a non rompere i rapporti con l’adepto e di rispondere a qualsiasi comunicazione con amore, comprensione e dolcezza; un atteggiamento rigido e pressante avrebbe come conseguenza un inasprimento dei rapporti e la prova, per l’affiliato, che il mondo “esterno” gli è nemico. La Pagina Italiana di Autodifesa contro le sette, individua alcune fasi di “uscita” che l’adepto potrebbe incontrare: - acquisire la consapevolezza sul carattere negativo del gruppo e, successivamente, decidere di uscire “fisicamente”; - lavoro di comprensione e rielaborazione dell’esperienza; - ricostruzione del percorso esistenziale. Nell’ambito di discussione che riguarda l’”uscita” da un gruppo settario, occorre fare alcune differenziazioni: - ex – membri che sono usciti grazie ad un intervento esterno; - ex – membri che sono usciti per loro volontà; - ex – membri che sono stati espulsi dal gruppo. Le ultime categorie necessitano di una analisi particolareggiata e differente. Chi ha lasciato volontariamente e chi è stato cacciato, possono vivere questa fase come una conseguenza della loro inadeguatezza e colpevolezza. Coerentemente con quanto è stato loro insegnato durante la frequentazione del gruppo, i fuoriusciti non riescono ad attribuire le giuste responsabilità. La prima conseguenza è che, per gli ex- adepti, il leader e l’intera organizzazione settaria, non hanno alcuna colpa. Potrebbe rivelarsi utile illustrare agli ex – affiliati i metodi e le tecniche utilizzati per “addestrarli” alla mentalità gruppale, in modo tale che prendano coscienza, seppure lentamente e faticosamente, di ciò che accade all’interno di tali organizzazioni settarie. 2.6 DATI SUL FENOMENO “Quantificare” il fenomeno settario è impresa ardua, considerando lo stato di “clandestinità” in cui operano molti di questi gruppi. Il documento del Ministero dell’Interno (Febbraio, 1998) concernente “Sette religiose e nuovi movimenti magici in Italia“ fornisce i seguenti dati: - Movimenti per lo sviluppo del potenziale (Gruppi: 15; Aderenti: 8500); - Movimenti di matrice cristiana (Gruppi: 31; Aderenti: 45000); - Movimenti neo-pagani e New Age (Gruppi: 28; Aderenti: 3000); - Culti Ufologici (Gruppi: 2; Aderenti: 50); - Movimenti esoterici ed occultistici (Gruppi: 18; Aderenti: 1200); - Spiritismo (Gruppi: 4; Aderenti: 150); - Movimenti occidentali con tendenze orientaleggianti (Gruppi: 5; Aderenti: 500). Massimo Lugli (1998) parla di circa 700 gruppi presenti in Italia con un numero di fedeli che oscilla da 600 mila a un milione. All’interno di questa macro – classificazione sono state fatte rientrare sette di derivazione orientale, islamica, cristiana, psicosette, esoteriche, etc. Il Telefono Antiplagio presenta un differente censimento: in Italia, nel 2003, sarebbero presenti da 200 a 250 gruppi psicoanalitici e curativi; da 150 a 200 gruppi apocalittici e/o di matrice cristiana; da 100 a 150 gruppi di ispirazione orientale. Tale Associazione ha anche indicato alcune città che presenterebbero il più alto numero di sette: Roma, Milano, Torino, Napoli, Palermo, Genova, Bari, Bologna, Firenze, Venezia. TERZO CAPITOLO IL SATANISMO 3.1 PREMESSA Un’analisi del Satanismo non può avere i caratteri dell’assolutezza e della certezza. Diversi esperti, cimentandosi nello studio del fenomeno, ne hanno riscontrato la vastità e la mutevolezza. Tuttavia è possibile, pur con la dovuta cautela, tracciare alcuni tratti condivisi dalla maggior parte degli studiosi. 3.2 L’ORIGINE Massimo Introvigne, studioso di religioni e presidente del Cesnur (Centro Studi Nuove Religioni) individua un percorso storico che può essere così schematizzato: Francia (1680), gruppo protosatanista stroncato dal prefetto di polizia Nicholas De la Reynie. Catherine La Voisin, alla corte di Luigi XIV, e sacerdoti cattolici rinnegati celebrano messe nere (il termine nasce in questo periodo) a favore di alcune dame di corte. In tali celebrazioni il Diavolo veniva invocato per ottenere vantaggi materiali. Voci mai confermate parlano di sacrifici umani a danno di bambini. Italia (XVIII), all’ombra della Massoneria vengono celebrate messe nere, di cui si ha testimonianza soprattutto nel Ducato di Modena. Inghilterra (XVIII), fra i libertini della Società di San Francesco nasce un Satanismo razionalista e anticlericale. Francia (XX), la stampa tratta il Satanismo con indulgenza e simpatia. Maria de Naglowska, esoterista, apre a Parigi il Tempio di Satana. Inghilterra (XX), Alaister Crowley (1875 – 1947) detto il mago nero produce scritti e rituali ai quali si rifà il Satanismo del XX secolo e quello contemporaneo. USA (fine del 1900), John Whiteside Parsons (1914 – 1952) elabora le idee di A. Crowley trasformandole nel culto dell’Anticristo USA (1961), Kenneth Anger e Anton Szandor LaVey (pseudonimo di Howard Stanton LeVey; 1930 – 1997), fondano il Magic Circle. USA (1966), Anton Szandor LaVey fonda la Chiesa di Satana. USA (1975), Micheal Equino (specialista dell’Esercito Usa in disinformazione e guerra psicologica) fonda il Tempio di Set. Emergono due figure storiche fondamentali per la cultura satanista: Alaister Crowley e Anton LaVey. Il primo non può essere considerato un satanista, ma un oppositore della stessa cultura satanista: rimproverava ai seguaci di Satana di credere che il Diavolo esistesse veramente come persona. Tuttavia i satanisti attingono dal repertorio magico – esoterico di Crowley, per quanto riguarda l’esecuzione e la metodologia ritualistica. Anton LaVey, definito il “Papa Nero”, fonda la Chiesa di Satana. E’ autore di vari libri che costituiscono il punto di riferimento per la cultura satanista (per esempio la Bibbia di Satana, Il libro completo della Strega, I rituali satanici, etc.). All’interno della Chiesa di Satana vengono eseguiti “sacramenti satanici”: battesimo, matrimonio, funerale e altre cerimonie tra i quali riveste notevole importanza la “messa nera” che si traduce in una trasposizione blasfema della celebrazione cattolica. Sull’origine del fenomeno satanico vi è il parere discorde dei satanisti, il Tempio di Satana in particolare, che propone un “distinguo” tra origine del Satanismo e di Satana. Si riconduce lo stereotipo di Satana all’epoca egizia; il modello più antico del Principe delle Tenebre è individuabile in Seth (3.200 a.c.) “considerato l’archetipo della autoconsapevolezza, dell’estensione dell’esistenza e della rinascita interiore dell’essere”2. In un’epoca successiva, vicina al declino dell’Impero Romano, Satana fu rappresentato con Pan, dio greco del terrore, divenendo così quel Diavolo attualmente conosciuto. Partendo da una visone religiosa monoteistica, Seth e quindi, successivamente, Satana, rappresentò il Male per eccellenza e assorbì tutti i princìpi negativi dai quali la “brava gente” avrebbe dovuto astenersi. Il pensiero satanista presuppone che Satana non sia una mera invenzione biblica. Di Satanismo si può discutere in epoca tardo-medioevale, quando si è parlato di Satana ed ha preso forma il “Satanismo Tradizionalista”, annunciando un periodo di “terrore delle chiese bianche”. In epoche precedenti, al massimo, si sarebbe potuto trattare di “setismo”. 3.3 COS’E’ IL SATANISMO 2 (2003) Edito dal “Tempio di Satana”- www.iltempiodiSatana.com La definizione da attribuire al Satanismo risente dei differenti punti di vista da cui si analizza il fenomeno. Alcune correnti teoriche riconducono al Satanismo la totalità delle azioni criminose commesse, anche solo apparentemente, in “nome di Satana”. Altri identificano con tale termine solo una specifica tipologia satanista, quella “occultista”, che crede nelle stesse tesi dei Cristiani, “rivisitandole” in chiave blasfema. I satanisti propongono una “formula” chiara ed efficace: “il Satanismo” , come si evince dal “Compendium Daemoni”3, “è individualismo, autoconsapevolezza e rinascita interiore; è un culto/religione/filosofia personale”. Tale impostazione teorica permette che esistano differenti modi di manifestare il proprio satanismo, tanti quanti sono le persone che vi aderiscono, ma di concordare sull’assunto di base. Il Satanismo così inteso, rifiuta qualsiasi tipo di dogma perché ha l’obbligo di mettere tutto in discussione continuamente. L’unica divinità è l’uomo stesso e Satana è il Simbolo da onorare; il satanista non ha bisogno di pregare perché deve, da solo, provvedere a ciò di cui ha bisogno. Il satanismo è, per stessa ammissione dei satanisti, “egoismo, individualismo, guerra a tutto ciò che ostacola il raggiungimento del piacere”. Anton Szandon LaVey (1969) riassume bene questo concetto: “è bene ciò che ti piace, è male ciò che non ti piace”4. Nonostante tali affermazioni è possibile strutturare una classificazione che trovi concordi gli studiosi del fenomeno e alcuni satanisti: - Satanismo “razionalista”, Satana è il simbolo di una visione del mondo anticristiana, ed edonista. Il leader di tale filosofia satanica è Anton Szandon LaVey. - Satanismo “occultista” o “tradizionalista”, si accettano gli assunti di base della Bibbia, ma ci si schiera “dall’altra parte”. Nasce in occidente in età postmedioevale (XI – XVI secolo). Alcuni satanisti5 non approvano tale scelta, sottolineando come “un individuo che crede nel Diavolo biblico, non dovrebbe essere identificato come Satanista, ma meglio come un “cattivo cristiano”: “si arriverebbe”, sostengono, “al fanatismo da entrambe le parti”. Tra i rappresentanti si ricorda “Il Tempio di Set”, fondato nel 1975 a S.Francisco da Michael Aquino. 3 ibidem nota 2 (1969) “The Satanic Bible”. 5 ibidem nota 2 4 - Satanismo “acido”,: gruppi satanici che prediligono le azioni violente, l’uso di droga, le orge. Non possono essere definiti gruppi strutturati e organizzati. A questi gruppi si ricollegano attività di profanazione e rituali sacrificali e sono fortemente osteggiati da altri satanisti. Tra i rappresentanti può essere citato il gruppo “The Family” di Charles Manson. - Il Luciferismo, Satanismo di orientamento manicheo. Venera Lucifero, ma non lo considera il principio del male. Bensì il ribelle contro Dio creatore o un principio necessariamente complementare a Dio. Il Satanismo è un fenomeno talmente ampio che occorre prestare attenzione affinché non si confonda con altri culti quali: wicca (neo-stregoneria), “santerìa” o vudù. E’ necessario distinguerlo anche dall’ateismo; quest’ultimo implica una totale mancanza di fede e credenza. Il Satanismo non ammette la fede (perché presuppone un dogma), ma mantiene la credenza. 3.4 I QUATTRO SIGNORI DEGLI INFERI I “Signori degli Inferi” sono quattro: Satana, Lucifero, Belial, Leviathan. Ognuno di loro è associato a un elemento naturale e a un punto cardinale. - Satana, Regna a Sud e rappresenta la creazione del proprio Tutto. Rappresenta il fuoco, la passione che si tramuta in distruzione e desiderio. Il numero a lui associato è il “6”, la Bestia. Uno dei simboli satanici è appunto il 666. Il colore è il rosso e il suo elemento umano è l’ira. Lo strumento cerimoniale è la bacchetta segno della Volontà. Il suo aspetto planetario è Marte o Saturno. La maggiore manifestazione è il rilascio della volontà carnale dell’uomo. - Lucifero, Regna ad Est e rappresenta l’illuminazione. Il suo elemento è l’aria, la verità nascosta agli occhi di chi non sa. Il numero è il “9”, numero della superbia e dell’orgoglio. Il colore è il blu. L’elemento umano è la sapienza. Negli strumenti cerimoniali è rappresentato dalla spada e dal pugnale. Il pianeta è Venere, pianeta della passione. L’aspetto femminile di Lucifero è Lilith, prima moglie di Adamo, che corrisponde al numero “2”. La sua manifestazione umana è l’applicazione pratica della conoscenza. - Belial, Regna a Nord e rappresenta lo sforzo costante di espandere ed allargare il Tutto. Rappresenta la Terra e corrisponde al numero “1”. Il colore nero ricorda il Caos primordiale. L’elemento umano è la fermezza nel proprio credo. Lo strumento cerimoniale è il Pentagramma (il segreto). La manifestazione primaria è la comprensione. - Leviathan, Regna ad Ovest e rappresenta il disordine. L’elemento è l’acqua; il numero è il “3” e significa “Caos”. Il colore di riferimento è il blu. L’elemento umano con cui si manifesta è l’instabilità. Lo strumento cerimoniale è il Calice che ricorda l’acquisizione consapevole di conoscenza, qualunque essa sia. L’aspetto umano è l’Uomo, il microcosmo. Si manifesta con la realizzazione della propria deificazione. Satana e Lucifero, sebbene invocati indistintamente, sono differenti e, allo stesso tempo, due aspetti della medesima cosa: “Lucifero si prostra all’uomo per illuminarlo, (dal latino:Lux Fero – (portatore di luce), per fornire l’impulso iniziale che porta all’autoconsapevolezza (l’uomo che si dichiara dio di se stesso)”. Avuta questa consapevolezza subentra Satana, che rappresenta l’uomo contro il dogma. 3.5 PATTO CON SATANA “La prima cosa che Satana si aspetterà da voi, sarà che gli vendiate la vostra anima”, si legge nel “Compendium”. Tra i rituali associati al Satanismo (cerchio magico, invocazione dei demoni, messa nera, fusione con il demone, etc.) merita attenzione il Patto con Satana. Questo rituale ha riscontrato l’interesse di molti studiosi, inserendosi anche nella letteratura (Baudelaire, Doctor Faust, etc.). La leggenda afferma che tale rituale ha lo scopo di ottenere dal Demonio dei beni o vantaggi materiali. Il “prezzo” verrà pagato da colui che ha contratto tale debito, al momento della morte o il altro periodo scelto dal Diavolo. Si arrivava a credere che una morte violenta, sancisse la fine del debito stesso e che questo significasse un asservimento eterno al servizio di Satana. I satanisti moderni ritengono ancora valido tale rituale credendo e garantendone i risultati. Un certo scetticismo riguarda la dannazione eterna che, alcuni satanisti, affermano essere una invenzione delle “chiese bianche” per incutere timore verso certe pratiche occulte. Secondo il “Compendium Daemoni”, nel momento in cui un Satanista si proclama tale sta stipulando un patto con Satana che non potrà più scindere. Tra i “doni”che Satana promette c’è una nuova visione del mondo circostante e l’ottenimento facilitato di numerosi beni materiali. 3.6 CENSIMENTO DEI GRUPPI SATANICI IN ITALIA Occorre fare una distinzione iniziale tra gruppi “ufficiali” e gruppi “selvaggi”. Alla prima categoria fanno riferimento le grandi organizzazioni, dotate di una struttura interna e forti di un certo numero di adepti. Alla seconda categoria fanno parte piccoli gruppi, sparsi sul territorio e che si caratterizzano per una tipologia di adepti che è composta prevalentemente da adolescenti o tossicodipendenti.. Non è riscontrabile in questo caso una struttura stabile e i reati più frequenti sono la profanazione di cimiteri e l’uso di sostanze stupefacenti. Il documento del Ministero dell’Interno del Febbraio 1998 individua nove gruppi “satanico-luciferini” per un totale di 200 adepti. Il Cesnur6, in una stima che si riferisce all’anno in corso, stima un totale di 240 aderenti a gruppi satanici organizzati, specificando: Setta Bambini di Satana Chiesa di Satana (razionalista) Chiesa di (occultista) Gruppi minori Satana Numero adepti 50 20 20 20 Sempre il Cesnur indica nella cifra di 5000 gli adepti nel mondo e stima che il maggior numero di aderenti si trovi negli USA, seguiti da Spagna e Scandinavia. E’ impossibile un censimento sul Satanismo giovanile o “acido” per le proprietà di de-strutturazione gruppale che li caratterizza. Il Telefono Antiplagio segnala, nel 2003, da 20 a 30 gruppi satanici. Tra i gruppi satanici presenti in Italia, in modo non esaustivo, si possono individuare: “666 Realtà Satanica”; Chiesa di Satana di Torino; Bambini di Satana; Eletti di Satana; Figli di Astaroth; Confraternita Luciferiana; Figli del Demonio; Orgasmo Nero. 6 ibidem nota 1 Per quanto riguarda i gruppi virtuali, secondo una stima contenuta nel disegno di legge n.3770 (11 Marzo 2003 ), si sarebbe passati da 114 “club satanisti” nel 1999, a 322 nel 2000. 3.7 GRUPPI SATANICI E LEGISLAZIONE I reati più comuni associati al Satanismo sono la violenza carnale rituale, i maltrattamenti, le torture, tortura e uccisione di animali, profanazione di chiese e cimiteri, necrofilia. L’abolizione del reato di “plagio”, non ha favorito l’individuazione e la repressione di gruppi satanici che perseguono, al pari di altre sette distruttive, il reclutamento e tecniche di “brainwashing” a scapito dei membri. La lotta verso gli atteggiamenti e i reati esposti, deve confrontarsi e inserirsi nella tutela costituzionale prevista dagli articoli 18 (libertà di associazione) e 19 (libertà di culto), che costringe ad una disamina attenta e puntuale del fenomeno satanico evitando facili e pericolose generalizzazioni. La proposta di legge n.3770 (11 Marzo 2003) recante “Misure contro i movimenti sedicenti religiosi, esoterici o magici ed i seguaci del “Culto di Satana”, che vede primo firmatario l’On.Alboni, è l’ultimo disegno di legge che si prefigge una tutela contro i reati commessi in ambito esoterico-satanista, introducendo la nuova figura di reato di “abuso di rituale esoterico – satanico” e dichiarando di voler comparare le sette sataniche alle associazioni segrete (definite dalla legge 25 Gennaio 1982 n.17). QUARTO CAPITOLO IL PUNTO DI VISTA DEGLI ESPERTI 4.1 PREMESSA A seguito della trattazione svolta, si è ritenuto opportuno “tastare il polso” della situazione italiana avvalendosi dell’esperienza diretta maturata da alcuni esperti sardi e della penisola in merito al fenomeno satanico e settario. 4.2 METODOLOGIA UTILIZZATA Il lavoro tesistico ha potuto avvalersi delle testimonianze di alcuni studiosi che, a vario titolo, si interessano del Satanismo. Nello specifico gli esperti coinvolti sono stati: Dott.Carlino (Ispettore della Digos in servizio presso la Questura di Torino), Prof. Giovanni Panunzio (Coordinatore Nazionale del Telefono Antiplagio), un membro laico del Caris (Centro di Ascolto Ricerca e Informazione sulle sètte - Cagliari), l’On. Roberto Alboni (esponente di A.N. nell’attuale Governo e primo firmatario della proposta di legge n. 3770,(11 Marzo 2003) recante “Misure contro i movimenti sedicenti religiosi, esoterici o magici ed i seguaci del "culto di Satana"), un satanista presidente del “Tempio di Satana” (sito internet dedicato agli studi occulti – satanici). Lo strumento utilizzato è stato quello dell’intervista svolta personalmente nel caso dell’Ispettore della Digos , negli altri casi per via informatica. Le domande componenti l’intervista tendevano ad evidenziare la personale esperienza di ciascun esperto e l’opinione in merito ad alcune tematiche, considerate fondamentali in un’ottica socio – assistenziale, quali: lavoro di rete, ruolo dell’assistente sociale, pericolosità sociale del fenomeno. E’ stato ritenuto opportuno, inoltre, far emergere la considerazione di ciascun intervistato in merito alla nuova proposta di legge n.3770. Si riportano, nei successivi paragrafi, le interviste agli esperti. 4.3 TORINO: CITTA’ ALL’OMBRA DI SATANA? Tra le prime “verità” in cui ci si imbatte all’inizio di un lavoro sul satanismo c’è senz’altro quella che vede Torino “città magica” per eccellenza. E’ un concetto, o forse sarebbe meglio dire un luogo comune, che si incontra fin troppo spesso durante i discorsi e nella lettura di articoli e libri a sfondo satanico. Diversi autori hanno dedicato interi lavori e svariate pubblicazioni alla “Torino Satanica”. La relazione introduttiva che accompagna la proposta di legge 227 del 30 Maggio 2001, recante “Disposizioni in materia di tutela dei cittadini dalle sette religiose e dai movimenti esoterici o magici”, sostiene: “ i gruppi satanisti si concentrano a Roma e a Torino, città dalle quali di tanto in tanto si ha notizia di ritrovamenti di tracce di riti con sacrifici animali o di abusi sessuali a danno di minori o di donne ridotte in stato di trance.” E’ utile cercare di capire da cosa nasca questa idea di collegare il capoluogo piemontese al Signore del Male. Innanzitutto pare che Torino sia al centro di tre triangoli. Il primo è decisamente “innocuo” e si può ricondurre alla sfera industriale: Torino – Milano – Genova. Dal punto di vista prettamente esoterico il secondo e il terzo triangolo riconducono rispettivamente alla magia “bianca” (Torino - Lione - Praga) e alla magia “nera” (Torino – Londra – S. Francisco). La magia “bianca” fa riferimento a riti magici che invocano forze positive, contrariamente a quella “nera” contraddistinta da “energie” distruttive che tendono a provocare un danno (economico, sentimentale, sanitario etc.) alle persone. Tali differenziazioni sono assolutamente “generali” e i diversi gruppi satanici hanno in merito diversi punti di vista. Il capoluogo piemontese oltre che essere parte dei vari triangoli descritti, ha una forma “quadrata” tipicamente romana dove le quattro porte d’ingresso alla città sono poste in corrispondenza dei quattro punti cardinali. Torino inoltre sorge esattamente sul 45° parallelo simboleggiato dall’Obelisco situato in P.zza Statuto. Questa piazza ha un passato tragico che evoca morti ed esecuzioni: vi si trovava il patibolo, venivano sepolti i cadaveri; P.zza Statuto sorge sopra una necropoli che, sotterraneamente, si dirama in altre vie torinesi. L’alone di mistero che avvolge tale piazza è acuito dal fatto che proprio in corrispondenza di questo sito, si trovi la centrale di comando dell’intera rete fognaria cittadina e quindi, per chi crede alle coincidenze o per chi ama alimentare la leggenda, “porta d’ingresso dell’Inferno”. Che ci si creda oppure no, pare che tutt’ora questo luogo sia il posto privilegiato per chiunque intenda evocare il Demonio o compiere altri riti magici. Torino inoltre nasce dalla confluenza di due fiumi: il Po’, elemento maschile (il Sole) e la Dora, elemento femminile (la Luna). Qualcuno afferma che in una delle colline a ridosso della città sia situato il misterioso e ricercato “Sacro Graal”. La presenza della Sacra Sindone e di una croce intagliata nel legno, di cui era fatta la croce di Gesù Cristo, alimenta pensieri suggestivi. Si potrebbero citare numerosi episodi che narrano di miracoli, di reliquie dalla dubbia e “misteriosa” provenienza, di calici che “volano”, di stradine, statue, cancelli e musei che dividerebbero la Torino “sacra” dalla Torino “occulta” e che fanno continuamente “aleggiare”, per chi vuole crederci, l’odore e il sospetto del mistero Torino si pone come crocevia e simbolo dei dualismi: Maschile- Femminile, Sole – Luna, Bene – Male. Fin qui la leggenda che interessa la città piemontese e che gli esperti, e non, del fenomeno satanico indicano come luogo imprescindibile da cui partire per una analisi “corretta”. Tale affermazione è stata confermata in occasione della visita presso la Questura di Nuoro per verificare la presenza, nel nostro territorio, di reati collegabili a riti satanici. Un colloquio con l’Ispettore Salvatore Sini del UPGAIP ( Ufficio Provinciale Gestione Archivi Informativi della Polizia ) e con il Questore Mulas ha escluso, in zona, la presenza di reati riconducibili a questa fattispecie. Il Dott. Mulas è stato Capo della Squadra Mobile nel capoluogo piemontese; è stato proprio durante questo incontro che, ricordandomi e illustrandomi i motivi per cui Torino gode di una fama “occulta”, mi è stata offerta l’occasione di verificare “in loco” la veridicità e la stima esatta dei reati contestabili a tale filone investigativo. Il 04/ 04/03 mi sono recata negli uffici della Questura di Torino per una intervista con il Dott. Carlino, Ispettore della Digos che, come già preannunciatomi dal Dott. Mulas, ha più volte seguito e condotto indagini a sfondo “satanico – occultista”. Dall’intervista ho conferma della presenza di una “struttura interna” a questi movimenti gruppali, quasi gerarchizzata in cui sono riscontrabili varie figure. In primis il “sacerdote” che ha un indubbio ruolo propositivo e guida i cosiddetti “fedeli” o “adepti”. E’ un personaggio a volte controverso che, oltre la conduzione “spirituale” vera e propria, diviene punto di riferimento per i partecipanti. Il “sacerdote” presiede quella che viene definita “Messa nera”. Secondo il Dott. Carlino la “celebrazione” della messa è prevalentemente caratterizzata da riti orgiastici e da atteggiamenti, discorsi ed espressioni sacrileghe che hanno l’evidente obiettivo di “ridicolizzare” la Messa cattolica, infierendo sulle figure centrali del culto Cristiano: Gesù Cristo e la Madonna. Prendendo atto dei numerosi episodi di cronaca collegati ad ambienti satanici, chiedo all’Ispettore se in effetti sono presenti a Torino gravi reati riconducibili al culto del Demonio, nella fattispecie: abuso di minori e sacrifici e umani. Qui inizia a “vacillare” la leggenda torinese. L’Ispettore nega che ci siano episodi di tale entità rapportabili al culto satanico e Torino gode a torto del poco invidiabile primato. Il capoluogo piemontese, non più di altri capoluoghi, si trova a fronteggiare un “allarme satanismo” che prevede ben altre imputazioni riconducibili a due reati: uso di stupefacenti (quest’ultimo legato prevalentemente a gruppi giovanili che individua un satanismo cosidetto “acido”) e vilipendio di tombe. Questi comportamenti sono per lo più tipici di un target giovanile legato a piccoli gruppi non necessariamente organizzati. Al pervenire di eventuali segnalazioni, il nucleo operativo si mobilita trovando, all’arrivo nei luoghi “incriminati”, “avanzi” di qualche rito appena conclusosi: resti di animali, qualche simbolo disegnato, alcune candele etc. Parrebbe allora davvero tutto un “bluff” questa “anima occulta” disegnata intorno al capoluogo piemontese. Secondo il Dott. Carlino esiste effettivamente una Chiesa di Satana a Torino abbastanza importante e “forte”, che si dedica al “culto di Satana”. Satanisti “veri” e, perciò, rari, che non si “macchierebbero” uscendo platealmente allo scoperto con azioni criminose come quelle precedentemente descritte. Gli adepti alla “Chiesa di Satana” sono pochi e apparterrebbero alla Torino “altolocata”. L’intervista all’Ispettore della Digos, Dott.Carlino, ha ribaltato decisamente le “certezze” iniziali sulla Torino Satanica, spacciate per tali in numerose pubblicazioni. Si è incrinata l’aurea magica che pervade Torino e la “certezza” è stata sostituita da un punto interrogativo : “Torino: città all’ombra di Satana?“. 4.4 UN ASCOLTO CHE AIUTA: IL CARIS Il Caris (Centro di Ascolto Ricerca e Informazione sulle Sètte) nasce il 17 Marzo 1995 per volontà della diocesi cagliaritana. Tale organizzazione ha incontrato, nel corso degli anni, migliaia di persone offrendo loro conforto umano, sostegno medico e accompagnamento spirituale. Il Caris apre il proprio Centro di Ascolto una volta alla settimana; ha a disposizione una linea telefonica e una casella di posta elettronica. Tutte le attività del Caris sono svolte da volontari, in gran parte laiche e laici, insegnanti di religione, catechisti, medici, guidati da Don Ottavio Utzeri (Direttore del servizio). Le iniziative del centro sono completamente autofinanziate, anche mediante la pubblicazione di un libro “Chiesa Cattolica e Nuova Religiosità”7. Dal 1997 opera, presso il Caris, il gruppo “L’Alternativa” dedicato agli ex-testimoni di Geova. L’intervistato8, oltre a svolgere la professione di insegnante e ad aver realizzato una tesi di specializzazione in teologia morale e spirituale sul rapporto tra Chiesa cattolica e nuova religiosità, è membro laico del Caris. Di seguito viene riportata l’intervista con l’operatore Caris. Quali finalità ha il Caris ? E’ presente in tutto il territorio ? 7 (1996) Edizioni “Centro Studi Stampace Andrea Devoto”, Cagliari. 8 I membri laici del Caris sono tenuti all’anonimato. Il Caris ha la finalità di dare un aiuto concreto alle persone che direttamente o indirettamente abbiano sperimentato il disagio esistenziale personale, familiare, sociale o religioso in seguito all’incontro con una setta o un nuovo movimento religioso. Lo stile del centro d’Ascolto permette una presenza concreta accanto alle persone, che riduce la difficoltà di orientamento in casi che richiedono spesso l’intervento di più figure professionali. Familiari, parenti e amici di persone entrate in una setta possono ricevere informazioni sul gruppo specifico ed essere “aiutate ad aiutare” il loro familiare o amico. Il Caris svolge un’intensa attività di ricerca, studio e aggiornamento per offrire un servizio che sia quanto più possibile competente ed efficace. Da quanto lavora presso tale organizzazione? C’è un settore specifico di cui si occupa? Lavoro come volontario dall’inizio. Alcune esperienze dirette con ex appartenenti a gruppi settari ed un mio lavoro accademico sul mondo della nuova religiosità hanno permesso al vescovo di verificare la mia competenza e di chiamarmi come operatore all’interno del centro. Specificamente i settori di cui mi occupo sono le psico-sette ed i gruppi di matrice occultistica, magica e spiritistica. Da quanti membri è composto il Caris ? Quanti laici ? Il numero dei laici impegnati può variare da periodo a periodo, a seconda delle richieste. La base è di cinque componenti, tutti laici, più un sacerdote. Perché la scelta dell’anonimato? La scelta dell’anonimato va incontro ad una precisa richiesta del vescovo che attribuisce agli operatori un mandato preciso ad operare in favore della comunità, garantendo loro quella riservatezza che può favorire i rapporti con le persone e le attività di ricerca. L’unica persona autorizzata ad apparire ufficialmente è il Direttore (sacerdote incaricato di guidare l’organismo diocesano), che può rilasciare interviste a giornali e Tv, oltre che curare i rapporti ufficiali del Centro con altre Istituzioni. Vi sono altre Associazioni in Sardegna che si occupano del fenomeno? Collaborate con loro? Privilegiate il lavoro di rete ? In Sardegna esistono altri tentativi di operare secondo lo stile del Centro d’Ascolto, Ricerca e Informazione. Fino ad oggi, tali iniziative sono solo a livello di ipotesi e non hanno avuto ancora la caratterizzazione ufficiale. Ci sono stati numerosi contatti con coloro che avrebbero dovuto avviare le attività. Il lavoro di rete è essenziale, lo realizziamo soprattutto con Centri analoghi della penisola e con studiosi che offrono e ricevono collaborazione. Tra i membri ci sono delle Assistenti sociali ? Che ruolo svolgono e come si caratterizza il loro lavoro ? Il lavoro degli assistenti sociali è svolto in qualità di consulenti volontari. Nessun intervento diretto è stato seguito o inviato ad un assistente sociale. Quali sono i dati, relativi alla Sardegna, per ciò che riguarda il numero dei gruppi satanici e relativi adepti ? Un censimento dei gruppi satanici non è possibile in senso scientifico; attualmente è possibile classificare i gruppi appartenenti al satanismo “acido”, mentre non esistono dati certi sul satanismo “occultista”, che ha mezzi e strumenti adatti a nascondere la sua attività.. I gruppi sono diffusi capillarmente in tutte le province, ma gli appartenenti non sono facilmente quantificabili. In genere possono non superare le dodici persone. Come definirebbe il Satanismo? Ne esiste un solo tipo? E’ presente una gerarchia interna? Il satanismo autentico è un complesso di rituali organizzati con lo scopo di attuare l’adorazione dello spirito del male o demonio; quest’ultimo viene considerato una creatura esistente, reale e personale, dotata di intelligenza e volontà, che si oppone a Dio. I satanismi accettano questa opposizione a Dio e la attuano in numerosi modi, per esempio la ritualità blasfema del culto cristiano. In Sardegna esistono due tipi di satanismo: quello acido, che ha un target giovanile e si occupa per lo più di mettere in scena rituali in cui la componente sessuale-orgiastica e acida sono predominanti; quello “occultistico”, professato per lo più da persone adulte. Come e dove vengono “reclutati” i nuovi adepti? Per i gruppi “acidi” il reclutamento è semplice: spazi giovanili in cui il consumo della droga o un certo tipo di ribellione verso le regole sociali fomentano una “cultura” che segue l’onda di complessi musicali, libri o film che veicolano questa ritualità. Il satanismo “occultista” agisce su invito, secondo una prudente selezione di persone e interessi. Che Lei sappia, tali gruppi satanici eseguono riti particolari?Usano mezzi coercitivi o di brainwashing nei confronti degli adepti ? Sono utilizzati numerosi rituali che caratterizzano il satanismo “acido” ed “occultista” che si prefiggono di affascinare, incutere paura, cercare il male di qualche persona e adorare il demonio. Le tecniche usate, prevalentemente dal satanismo “occultista” sono alternativamente quelle della seduzione e quella del terrore. E’ difficile uscire da questi gruppi ? Come si può aiutare chi lascia ? Uscire da questi gruppi è difficile, occorre la volontà dell’adepto di voler andar via, la presenza di una persona vicina che lo ascolti, la disponibilità di soggetti lontani dal luogo di residenza che accolgano l’adepto. Lo scopo è quello di far prendere consapevolezza all’ex adepto della scelta attuata in passato. E’ possibile, secondo Lei, strutturare dei progetti di prevenzione o recupero? E in che modo potrebbe essere d’aiuto l’assistente sociale? La prevenzione è la strada migliore, è importante far capire a giovani e adulti che l’adesione a gruppi satanici comporta una denigrazione della personalità. Sono essenziali luoghi di informazione e accoglienza, in cui anche la figura dell’assistente sociale possa garantire una competenza su dimensioni che coinvolgono il potenziale seguace. La proposta di legge 3770 sulle misure contro le sette pseudo - religiose e il culto di Satana, introduce la nuova figura di reato dell’"abuso di rituale esoterico-satanico" Che ne pensa? Complessivamente la ritiene una legge valida o ha delle lacune ? La legge complessivamente è valida perché va a coprire un vuoto legislativo. Talune ipotesi di reato erano perseguite dalle forze dell’ordine solo in flagranza di reato “satanico”, ma senza ledere il diritto alla libera circolazione del pensiero; indubbiamente tutto ciò che è delitto contro la persona, a causa di finalità ritualistiche, è da punire. Il nuovo decreto legge comporta delle innovazioni notevoli, in quanto riconosce la natura di società segreta.. Il termine “abuso” potrebbe prestarsi ad ambiguità, infatti, abuso, significa non punire “l’uso”; si dovrebbe specificare fin dove arriva “l’uso”, cioè la libertà di professare il proprio culto anche se perverso in una “associazione” non segreta e dove inizia “l’abuso”, cioè la violenza psicologica, sessuale, fisica contro minori, non consenzienti o incapaci di intendere e di volere. 4.5 DALLA PARTE DELLE VITTIME: IL TELEFONO ANTIPLAGIO Giovanni Panunzio, nato 47 anni fa nelle Marche è sardo di adozione. Da 20 anni insegna religione cattolica negli Istituti Superiori della provincia di Cagliari. Per 10 anni è stato giornalista pubblicista, collaborando con l’Agenzia Giornalistica Italia. Nel 1994, dopo aver conseguito il titolo accademico di “Magistero in Scienze Religiose”, ha fondato il comitato di volontariato “Telefono Antiplagio” (www.antiplagio.org), in difesa delle vittime di ciarlatani e santoni e contro gli abusi nelle telecomunicazione e nei confronti di minori, di cui è coordinatore nazionale, che ha portato all’apertura di numerose indagini, in tutta Italia, su sedicenti “operatori dell’occulto”. Nel 2002 è stato selezionato dallo scrittore Stefano Lorenzetto per il volume “Italiani per bene– venticinque storie esemplari”9. E’ stato intervistato dai principali quotidiani e periodici ed è intervenuto in molte trasmissioni radiofoniche e televisivi. Prof. Panunzio, potrebbe illustrare le finalità e il modello operativo di Telefono Antiplagio ? Quali operatori vi lavorano? Telefono Antiplagio riceve segnalazioni di abusi e soprusi compiuti da ciarlatani, santoni, etc. nei confronti dei cittadini più deboli o creduloni e le inoltra alle autorità competenti. Al telefono si alternano tre presone: il sottoscritto (fondatore e coordinatore nazionale), il presidente e il segretario. Al centro della discussione sono le sette. Le chiedo: come nasce questo termine? Lei gli attribuisce una valenza positiva o negativa? “Setta” può voler dire “separazione” o “seguito”, ha una duplice valenza positiva e negativa. Nel primo caso ci riferiamo ad una comunità di persone che seguono una stessa dottrina od opinione politica o religiosa, diversa da quella della maggioranza. Ha valenza negativa se tende ad allontanare l’adepto dalla sua vita originaria, dai suoi affetti, per motivi economici e per fare leva sulla sua debolezza, strumentalizzandola. Capita di sentir parlare di sette e di gruppi come fossero sinonimi. E’ d’accordo? Quando si può dire che una setta, nella fattispecie satanica, può essere chiamata “gruppo”? Alcune associazioni distinguono gruppi “organizzati” e non. Condivide tale suddivisione? Una setta è certamente un gruppo, ma non è detto che un gruppo sia una setta, quest’ultima è più sinonimo di “comunità” che di “gruppo”. Una setta satanica è 9 Marsilio Editori comunque un gruppo, a volte piccolo,(aggregazione). E’ un problema di forma non di sostanza. Quando nasce e cos’è il satanismo? Il satanismo moderno, riconducibile al secolo scorso, caratterizzato da un culto organizzato, da parte di gruppi strutturati o gerarchici, è nato nell’ambiente della controcultura californiana con la Chiesa di Satana e il Tempio di Set. Nel sito del Telefono Antiplagio vi sono alcuni dati, tra gli altri, sul numero di gruppi satanici presenti nel nostro Paese: da 20 a 30. In realtà si parla spesso della difficoltà di effettuare un computo preciso di tali organizzazioni. Tale difficoltà, se Lei la riscontra, a cosa può essere attribuita? Potrebbe illustrare la situazione in Sardegna? La difficoltà di reperire dati è legata all’omertà, alla paura di chi sa e non parla, per evitare minacce e ritorsioni. Il 95% delle segnalazioni sul satanismo, che giungono a Telefono Antiplagio, sono anonime. In Sardegna la situazione è identica (ovviamente in proporzione) alla realtà nazionale. Esistono gruppi satanici (circa mezza dozzina), i quali non sanno neanche loro ciò che fanno e perché sono nati. Nella maggior parte dei casi, la noia, la curiosità, il gusto della trasgressione o del proibito e, soprattutto, l’ignoranza sono alla base della costituzione di un gruppo cosiddetto “satanico”. Lei crede si possa fare una suddivisone tra più “satanismi”? Eventualmente in cosa si distinguerebbero? Potrebbe definire “il satanista” ? I satanismi sono, allo stesso tempo, uguali e diversi; nel senso che ogni gruppo svolge rituali a modo suo o mette in atto cerimoniali particolari basandosi su dei testi “ad hoc” di comune consultazione. Questa diversità/similitudine è una costante del variopinto “mondo dell’occulto”, dove rivalità, concorrenza, prepotenza, individualismo, arroganza, mitomania e megalomania giocano un ruolo importante. Il satanista ignora che satana è un “aggettivo” (vuol dire “avversario”) e non un nome; che conosce poco o nulla i testi sacri in cui si parla di Satana; che non conosce neanche il vero significato del numero 666. Tale cifra fa riferimento, presumibilmente, all’ottavo imperatore, Domiziano, che perseguitava i cristiani e quindi era considerato anticristiano o anticristo. Al 666 si arriva sommando tutti i numeri da 1 a 8 (1 + 2 + 3 etc.), il cui risultato è 36 e poi sommando tutti i numeri da 1 a 36, ecco come si ottiene 666. L’autore dell’Apocalisse utilizzò questo sistema (si chiama “numero triangolato”, appartiene alla tradizione greca) per non scrivere direttamente il nome di Domiziano e, quindi, non rischiare la vita. Chi, secondo Lei, è maggiormente attirato dalle “sette sataniche”? Quali potrebbero essere le motivazioni ? I giovani., alle cui motivazioni, precedentemente citate, si aggiunge la solitudine. Crede ci siano “veicoli” privilegiati per la diffusione del satanismo? Attualmente, internet rappresenta lo strumento privilegiato; precedentemente i satanisti usavano il passa parola e gli annunci pseudo-anonimi sui giornali di inserzioni gratuite. Una sentenza della Corte Costituzionale ha “annullato” il reato di “plagio” in quanto eccessivamente generico. Nella pratica si può affermare che tale “strumento” è utilizzato all’interno di tali gruppi? Si può parlare di “brainwashing”? Intravede altri mezzi ? Il plagio e il lavaggio del cervello esistono e vengono abbondantemente utilizzati dalle sette, satanismo compreso, proprio perché in Italia (ma non solo) c’è un vuoto legislativo. La stessa Corte Costituzionale aveva invitato il legislatore a riformulare il delitto ma nessuno, in oltre 20 anni, lo ha fatto. Un altro mezzo può essere una riedizione del reato, basata sull’espressione “condizionamento mentale all’interno delle sette” che non è più una formula generica e restringerebbe il campo d’azione; attualmente non sono ottimista sulla volontà della classe politica. La proposta di legge n.3770 (11 Marzo 2003) di cui è primo firmatario l’On. Alboni, concernente “Misure contro i movimenti sedicenti religiosi, esoterici o magici ed i seguaci del “Culto di Satana”, introduce, tra le altre cose, il reato di “abuso rituale satanico–esoterico”. Come valuta questa nuova figura e l’iniziativa nel suo complesso? Se non vengono chiariti termini quali “abuso”, “esoterico”, etc. si rischia di cadere nuovamente nella trappola della genericità. L’iniziativa sembrerebbe buona se non fosse che la classe politica è lontana dalle problematiche delle sette, non avvalendosi di chi opera nel campo, può svolgere un lavoro inutile e controproducente. All’interno del gruppo satanico, Lei crede vi sia una determinata “strutturazione”? Si può parlare di una “guida” e di “adepti”? Eventualmente che tipo di relazione si instaura tra loro? C’è quasi sempre una “guida”, raramente sono due; gli adepti esistono in ogni caso. La parola “adepto” deriva dal latino “adibisci” che vuol dire “ottenere”. Il loro traguardo è raggiungere e far raggiungere il potere, ma diventa una tragica disillusione. La relazione che si stabilisce tra “guida” e adepti è una dipendenza psicologica, economica e, molto spesso, sessuale: ha origine nella segretezza, nell’obbedienza, nella sudditanza e nell’intimidazione; quest’ultima, quando degenera, si trasforma in ricatto, minaccia etc. Questi gruppi sono caratterizzati da rituali specifici? Tali rituali richiedono comportamenti criminali? I rituali sono scopiazzati da libri o esperienze raccontate da altri e, qualche volta, sono accompagnati dall’uso di sostanze stupefacenti che abbassano il livello di percezione del pericolo e della commissione di reati: abusi sessuali, maltrattamento o uccisione di animali, violazione di sepolcro. Non tutti i riti però richiedono comportamenti criminali, perché alcuni di essi vengono eseguiti esclusivamente con candele, incensi, disegni sul pavimento o sul muro e qualche evocazione o invocazione; un denominatore comune delle preghiere dei satanisti è la loro recita o lettura al contrario. Ciò non vuol dire che certi riti non siano ugualmente pericolosi, il partecipante può subire comunque danni psicologici, oltre che economici. Il Telefono Antiplagio collabora con altre associazioni, enti? Ritiene che il lavoro di rete sia una risorsa? Nello specifico quale pensa possa essere il ruolo dell’assistente sociale in un’ottica di prevenzione o di intervento nei confronti di tali gruppi? Telefono Antiplagio collabora con la “Rivista Telematica di Criminologia Clinica”, con il CICAP (Comitato Italiano Controllo Affermazioni sul Paranormale), con alcune Università e ha rapporti costanti con gli Organi di Polizia Giudiziaria. Il lavoro di rete è una grande risorsa perché agevola la velocità nelle segnalazioni alle autorità, nelle comunicazioni e nella ricerca. L’assistente sociale può svolgere un ruolo di assistenza, di prevenzione e di controllo, solo se ben informato su tali realtà; la sua preparazione deve essere garantita da uno Stato preparato e attento, con l’ausilio di persone competenti e non compromesse con gruppi o attività e interessi legati alle pratiche settarie; tali presupposti, per ora, rimangono un’utopia. 4.6 L’OPINIONE SCOMODA: “IO SATANISTA” BlackWolf, così si fa chiamare, è il fondatore e “ex-capobranco” (come usa definirsi) del Tempio di Satana, sito dedicato agli studi occulti–satanici. Le informazioni reperibili lo indicano come un uomo, di un’età compresa tra i 19 e i 25 anni, satanista luciferino da sei anni. E’ autore, insieme ad altri membri del Tempio di Satana, del “Compendium Daemoni”10. Sul fenomeno “satanismo” si possono trovare stime, sul numero dei gruppi e degli adepti, assolutamente discordanti. Lei potrebbe “quantificare” il numero di gruppi esistenti sul territorio e, complessivamente, degli aderenti? Riscontra una zona geografica nella quale, a suo avviso, il fenomeno è maggiormente concentrato? Il numero di gruppi, “sette” e adepti cambia notevolmente a seconda dei punti di vista. Togliendo i satanisti per moda, che adottano tale simbologia in un contesto musicale (metal) come gli adolescenti depressi in “lotta col mondo”, il cerchio si restringe notevolmente. La maggiore concentrazione di “satanisti” è geograficamente collocabile al nord Italia (Piemonte e Lombardia); inoltre, una cifra approssimativa sui gruppi satanici è pari a 200/300 adepti. A Suo avviso, quali gruppi italiani sono maggiormente rappresentativi e coerenti con l’idea di Satanismo? Il Tempio di Satana, rappresenta uno dei gruppi più coerenti con il “vero” satanismo. Il “Compendium”, tanto per fare un esempio, fu pubblicato soltanto dopo un anno e mezzo di raccolta di informazioni riguardo il satanismo. Uscire allo scoperto dichiarando “Sono satanista! Fuck Jesus! Fuck world!”, è molto facile, ma individuare le basi del proprio credo satanico è complesso. Sfortunatamente in Italia non vi è un’informazione “corretta” sulla fenomenologia satanica, nel resto del mondo, per esempio in America, il fenomeno è molto radicato. Lei è il fondatore del “Tempio di Satana”, sito dedicato agli “studi occulti satanici”. Potrebbe indicare le finalità che il Suo gruppo si propone e il pubblico a cui si rivolge? La nostra principale finalità, è fornire un’informazione, più coerente possibile, per tutti coloro che si affacciano a questo tipo di percorso; fornendo delle basi teoriche sul fenomeno e lasciando l’attuazione pratica ad un contesto esterno. Il target è principalmente composto da maggiorenni e comunque individui con “la testa sulle 10 ibidem nota 2 spalle”. Il Tempio non fa anticristianesimo, come si evince dai contenuti che il sito propone, ma fornisce un’informazione più veritiera sulla dottrina presentata. Vi sono altri gruppi virtuali che si occupano soltanto di attaccare liberamente il cattolicesimo e il cristianesimo, che non sono satanisti, ma soltanto anticristiani. Quante persone fanno parte del Suo gruppo? Vi sono più rappresentanti maschili o femminili? Prima di intraprendere altri progetti, facevano parte del “Tempio” un centinaio di adepti, per la maggior parte di sesso maschile. All’interno del sito si parla di “ordine gerarchico”. Posso chiederLe di illustrare quest’Ordine e di spiegare in base a quale criterio sono stati attribuiti tali ruoli e per cosa si caratterizzano? L’ordine gerarchico è formale, i ruoli sono inerenti la suddivisione del lavoro di pubblicazione materiale e public relations; attualmente esiste un “leader” (supervisore di tutto il progetto) e collaboratori attivi come il moderatore della mailing list, traduttori ed anche responsabili regionali, con l’incarico di contattare personalmente gli interessati del proprio territorio. Spesso il leader ha un ruolo di supremazia nei confronti degli altri adepti. Come può definire il Suo rapporto con gli altri membri? Vi sono regole di condotta da seguire? Vi sono punizioni o provvedimenti che vengono presi in caso di “disubbidienza”? Le è mai capitato di aver “scacciato” un membro? Eventualmente per quale motivo arriverebbe a una tale scelta? Quando ero ancora il “capobranco” adottavo un atteggiamento molto elastico. Ovviamente, ci sono state delle “espulsioni” dal gruppo, nel momento in cui il loro concetto di “satanismo” era differente da quello professato dal gruppo. Le poche regole da seguire si basano sul rispetto reciproco e verso il gruppo, nonché una discreta apertura mentale sugli studi satanici. Il Suo è un gruppo solamente virtuale o avete un luogo di incontro al di fuori del sito? I membri che ne fanno parte, hanno aderito al gruppo “casualmente” o c’è una sorta di “reclutamento”? Il reclutamento non è assolutamente accettato, non sarebbe coerente con gli scopi del gruppo, è importante che siano gli altri ad avvicinarsi, seguire, collaborare, senza alcuno scopo di lucro da parte dell’”alta gerarchia”. Gli stessi “prodotti” del gruppo, ad esempio il “Compendium”, sono completamente gratuiti; o si fa informazione libera, o si fa business; il Tempio mira alla prima direttiva. In un primo colloquio conoscitivo, Lei mi disse di attribuire una connotazione positiva al termine “setta”. Il Suo gruppo può essere definito tale? Quali sono gli elementi che, secondo Lei connotano un gruppo “settario”? Dal dizionario Garzanti: “s. f. l’insieme di persone che seguono una dottrina filosofica, religiosa o politica che si distacca e dissente da una dottrina già diffusa e affermata”. Quante persone hanno usato il termine “setta” basandosi sul sentito dire, senza mai aver aperto un comunissimo dizionario? Il Suo Satanismo è di tipo “luciferino”. Quanti e quali tipi di Satanismo può indicare? Per cosa si distingue il Luciferismo? Lucifero e Satana non sono sinonimi? Vi è una gerarchia anche tra i demoni? Gli studi esoterici evidenziano che i termini “satana” e “lucifero” sono corrispondenze cabalistiche, così come tutte le altre simbologie divine. Da un punto di vista tradizionalista (ovvero dal satanismo che si rifà al concetto biblico), lucifero è identificato con il primo aspetto di satana, ovvero l’angelo più splendente degli altri, che a causa di una disobbedienza a Dio divenne Satana. Da un punto di vista razionalistico (satanismo razionalista, proposto dal Tempio), satana, lucifero, belial e leviathan sono i quattro aspetti dell’umano, allo stesso modo degli elementi naturali acqua, fuoco, terra ed aria. Per gli interessati consiglio di affacciarsi alla cabala ebraica; troveranno questo tipo di corrispondenze e la vera natura degli angeli, demoni e divinità. Al termine “Satanismo” si associano e spesso si utilizzano come sinonimi, due termini: spiritismo, vampirismo. E’ corretto? Assolutamente no. Lo spiritismo è una tecnica per mettersi in contatto con i defunti, o comunque entità di vario tipo. Vampirismo è quell’azione per cui un individuo ne sfrutta un altro a proprio guadagno (sia in ambito psicologico che sottile). Il satanismo, per propria natura, non si può rifare né all’uno né all’altro aspetto appena descritto. In una intervista del 1994 della Dott.ssa Radoani a Efrem del Gatto, esponente del “Luciferismo”, quest’ultimo parlò di alcuni rituali, tra cui: fusione con il demone, patto demoniaco, cerchio magico e consacrazione al demone. Seppur brevemente, può descriverli? Impossibile dare una breve descrizione a tali pratiche, discorso troppo lungo e complesso; inoltre, tali tecniche variano a seconda del punto di vista. C’è da dire che Efrem era un dogmatico, un tradizionalista, quindi con quelle pratiche intendeva qualcosa che si rifaceva ad un concetto prettamente medievale, come ad esempio l’evocazione demoniaca o il “congressus cum daemone”. Sempre Efrem del Gatto parlò dell’esistenza e del ritorno dell’Anticristo. Quale opinione ha in merito? Se mi dessero 10 cents per ogni anticristo che ho incontrato, per ogni incarnazione femminile di lilith, ora la inviterei nel mio yatch! Lo stesso Efrem fondò un gruppo pratico luciferino, dove l’attività principale era appunto l’adorazione di un presunto anticristo, il quale era proprio suo figlio, un ragazzino di una dozzina di anni. Il piccolo, poverino, venne costantemente emarginato da amici, conoscenti e a scuola, fino al punto che per depressione si suicidò. Dopo pochi anni lo stesso Efrem morì di dolore; un tale avvenimento dovrebbe far riflettere. Qual è l’atteggiamento, la frase, l’opinione che più la infastidisce relativamente al suo Credo? Il pregiudizio. Posso essere contemporaneamente satanista, cristiano, buddista, spiritualista, poiché ognuna di queste dottrine punta verso lo stesso risultato: l’evoluzione spirituale dell’uomo. Così come non esiste una magia nera, bianca, rossa o verde, ma tutto gira attorno al concetto di uso e morale. Ecco perché consiglio a tutti di seguire il percorso che piace di più, con cui ci si sente in profondo contatto. Non tutti riescono a comprendere subito tale esternazione. Etichettare fa comodo, si scaricano enormi responsabilità e si vive meglio. Che ruolo ha la magia nell’adorazione a Lucifero? Di quale magia si serve? Parlare di adorazione è errato. L’uomo è di per sé divinità, l’adorazione presuppone un limite allo sviluppo spirituale. Lucifero è un concetto, una corrispondenza, una parte della nostra natura e di tutto ciò che ci circonda. Allo stesso modo di un angelo, un demone, un cristo o un diavolo. La magia è una, una soltanto. Cambia soltanto il metodo di applicazione. Si può evocare, lavorare sui propri chakra, imparare la pranoterapia, sigillare, etc, ogni tecnica ha una modalità e scopi ben precisi, tutto dipende da ciò che si vuole ottenere. Ritengo che non serve a niente evocare un demone e comandargli un nostro volere. E’ corretto per prima cosa lavorare su noi stessi, eliminare qualsiasi tipo di sovrastruttura, preconcetto, ottenere una libertà mentale più vasta possibile. Si passerà, quindi, a lavorare con il nostro corpo, quello energetico, comprendere il suo funzionamento. A tal punto che si potrà prendere il lusso di interagire con il mondo esterno, poiché in fondo “ciò che è in alto è ciò che è in basso”, ovvero noi e tutto ciò che ci circonda siamo la medesima cosa. Conosci te stesso e conoscerai l’universo. A cosa serve praticare magia se poi, dopo aver ottenuto con facilità l’auto che ci piaceva, dovremo passare ad altro, ed ancora ad altro, poiché non riusciamo ad essere liberi dalla società che ci siamo creati? A questo punto la magia si ridurrebbe soltanto ad un inutile baro, un mezzo come un altro per ottenere ciò che ci piace. E’ dato di fatto che gli orientali, in materia di spiritualità e filosofia, sono mille anni più avanti di noi occidentali. A volte farebbe comodo affacciarsi anche per un attimo in quel mondo, tanto per comprendere quanto il “mago occidentale” sia spesso un cretino. Abbiamo una nostra vita, delle nostre esigenze, un approccio più scientifico, ma se è vero che il satanismo, come altre dottrine, aiuta ad uno sviluppo dell’individuo, anche la magia deve servire allo stesso scopo. Se si commette l’errore di limitarsi all’adorare, non si arriverà da nessuna parte, a quel punto era meglio non perdere tempo e restare agganciati alla religione imposta fin dalla nostra nascita. L’On Alboni, primo firmatario di una recente proposta di legge (n. 3770; 11 Marzo 2003) sulle misure contro movimenti esoterici e culto di Satana, ha parlato di un fenomeno “satanismo” sempre più diffuso e allarmante, imputando peraltro a internet una forte responsabilità circa la divulgazione di dottrine sataniste. Lei crede che sia realmente questo il luogo privilegiato per informare o proporre il Satanismo? Quali altri “veicoli informativi” intravede? Internet è libera informazione, per tutti, ad un costo limitato. La pedofilia è esistita da sempre, soltanto che prima non se ne parlava, non c’erano poi tanti mezzi per metterla in pratica. Internet può essere tanto distruttivo quanto costruttivo. Si pensi a quanta informazione abbiamo a disposizione con un mezzo del genere, informazione che in passato era soltanto un lusso per i privilegiati. Se poi questi dotti signori temono la Rete poiché in passato potevano dichiarare qualsiasi cosa senza essere contestati, magari per mancanza di controprove, di fonti, è un problema loro, non nostro; per loro qualsiasi cosa si discosti dalla bibbia è satanismo. Ironicamente allego in fondo a tale intervista una lettera11 che fu inviata ad un’emittente cristiana, da parte di un ascoltatore ben 11 Vedi allegato .n 1 informato che sarcasticamente, tra le righe, fece capire che anche il più puro dei cristiani, prendendo tutto alla lettera, commetterebbe reati peggio del satanista più acido al mondo. Sempre nella proposta di legge si parla del nuovo reato di “ abuso di rituale esotericosatanico”, attribuendo ai satanisti una condotta illecita che spazia dalla profanazione di tombe, uso di stupefacenti, cannibalismo, alla divulgazione di materiale pedo – pornografico. Ritiene tutto questo una allarme immotivato o esistono realmente satanisti che compiono tali gesti ? Che vi siano satanisti che si macchiano di abomini del genere è ovvio, come del resto tante altre persone di estrazione religiosa differente. Vogliamo parlare di quei preti americani, accusati di pedofilia? Attribuire al satanismo i peggiori reati mai commessi è un’abitudine;. il capro espiatorio fa sempre comodo. E se un cristiano commettesse cannibalismo? Verrebbe allo stesso modo punito o gli si affibbierebbe un’etichetta di satanista? Si vuole rimettere in piedi una forma più moderna di inquisizione? Le autorità di controllo non dovrebbero soffermarsi tanto sul contesto di credenza, piuttosto sul reato in sé. E’ giusto che chi compie un reato venga punito, chiunque esso sia. Basterebbe soltanto cambiare il termine in “abuso rituale” e si farebbe più chiarezza. Ci sono personaggi ai quali Lei si è ispirato ? E libri ? Principalmente mi rifaccio a concetti di A. O. Spare, un artista di inizio secolo ed esoterista antitradizionale, padre dell’attuale Chaos Magick, i suoi trattati come “Il libro del piacere”, “Anatema of Zos”, “Zos Kia”, “Liber Null” di Pete Carroll, ed ai lavori di Phil Hine. Allo stesso modo, riguardo il cerimoniale, ispirandomi alla cabala ebraica e dal Thelema, quindi A. Crowley con il suo libro pilastro “Magick” etc. Vi sono raduni o feste particolari a cui Lei e il Suo gruppo partecipati? Ho partecipato a numerosi raduni, seminari, corsi spirituali dove vi erano persone di estrazione sociale e religiosa differente, tutte mi hanno insegnato qualcosa di importante. Come feste o eventi particolari preferisco principalmente il giorno del mio compleanno, allo stesso modo sono notevolmente rilevanti le varie fasi lunari e planetarie, nonché le ricorrenze pagane, come gli equinozi e i solstizi. Per Lei è difficile dichiarare la Sua appartenenza al Satanismo? Con quali persone ne ha parlato? Si è sentito emarginato? Crede che in certi ambienti sia più comodo tacere su questo punto? Ovviamente non ho mai sbandierato il mio satanismo, ci sono cose che restano proprie, che non hanno bisogno di essere sminuite dichiarandole a chi non riesce ad apprezzarle. Comunque tanti sanno di me, dai parenti alle mie ex ragazze, agli amici, qualche collega sul lavoro, non sono mai stato emarginato. L’ambiente nel quale è meglio tacere è quello lavorativo. 4.7 L’ONOREVOLE ALBONI: “L’IMPEGNO CONTRO LE SETTE” Roberto Alboni è nato a Seregno (MI) il 2 ottobre 1963, è un imprenditore e dal 1983 svolge un’attività commerciale nel settore della manutenzione industriale, per poi specializzarsi nei sistemi di trattamento e depurazione delle acque. Nel 1996 viene eletto parlamentare nel Centro Destra. Si dedica interamente alle problematiche del territorio. Nel 1997 è nominato Presidente Provinciale di Alleanza Nazionale di Milano su indicazione dell’on. Gianfranco Fini. E’ primo firmatario della proposta di legge n.377012 Il Rapporto del Ministero dell’Interno (Dipartimento Pubblica Sicurezza – Direzione Generale Polizia di Prevenzione) del Febbraio 1998, concernente “Sette Religiose e nuovi movimenti magici in Italia” ha, tra le altre cose, sottolineato la grande confusione che esiste tra i termini “setta”, “religione” e “magia”. Lei come interpreta tali definizioni? La libertà di religione è uno dei fondamentali diritti dell’uomo garantiti in Italia a livello costituzionale.Questa libertà che compete alle persone, compete loro anche quando si riuniscono in comunità dando vita a gruppi religiosi, insegnando e testimoniando pubblicamente la propria fede, a voce e per iscritto, senza che questo venga loro, in alcun modo, impedito. Tuttavia nel diffondere la fede e nell’introdurre pratiche religiose, si deve evitare che l’esercizio di un diritto superi i propri confini incappando nell’abuso, soprattutto nei confronti di persone, deboli, prive di cultura e facilmente condizionabili. Il fenomeno della sette (dette anche nuovi movimenti religiosi) rimane invece molto complesso, non solo per la grande varietà di sette che si sono formate in questi ultimi decenni, quanto per la delicatissima linea di confine che la separa dall’esercizio del diritto alla libertà religiosa.Come dimostrato i numerosissimi fatti di cronaca, la vita degli adepti è condizionata da atti che si sostanziano in spinte coercitive o sollecitazioni disoneste, fino ad arrivare, nei casi più estremi a severe tecniche di dominazione e manipolazione per tenere i seguaci sotto rigido controllo, tale che non si è più di fronte all’esercizio di un diritto a professare ed esercitare la propria religione in comunità, ma di fronte all’abuso di tale diritto.(la confusione tra chi ha deciso di appartenere in piena libertà ad una religione minore o semplicemente diversa e l’adepto succubo di una setta rappresenta in pieno la difficoltà di distinguere il fenomeno settario dall’esercizio della libertà di religione). 12 vedi allegato n.2 La magia in senso stretto è la ricerca di poteri soprannaturali da parte di movimenti strutturati e gerarchizzati. Ai poteri magici si accede per iniziazione, in genere attraverso l’apprendistato e la trasmissione “ ereditaria “ da un maestro. Si distingue in Bianca (benevola) e nera (malvagia). Ancora il Rapporto del 1998 su citato, pur ricordando la difficoltà di fornire una statistica esaustiva sul numero dei gruppi e dei loro adepti, individua queste cifre: Sette satanico – luciferine 9 gruppi e 200 adepti; Movimenti esoterici e occultistici 18 gruppi e 1200 aderenti. Il Telefono Antiplagio, a sua volta, parla, per l’anno in corso, di 20 – 30 movimenti satanici. Il Cesnur (Centro Studi Nuove Religioni) individua, sempre per il 2003, un totale di 240 aderenti a gruppi satanici “organizzati” (non facendo entrare nel computo satanisti isolati o aderenti al satanismo “acido”). Le chiedo: come interpreta tali cifre? Può dire, in base ai dati in suo possesso, di condividerle? Si possono individuare alcune Regioni colpite maggiormente dalla presenza di tali gruppi? Il proliferare delle nuove religioni trova spiegazione nella forte richiesta di spiritualità odierna a fronte di una società sempre più proiettata all’esteriorità.Le cifre da lei indicate posso dire di condividerle per quanto riguarda l’aumento preoccupante di questo fenomeno.Non nascondo tuttavia che nell’ambito delle indagini sul satanismo si è constata una vera e propria omertà, analoga a quella che si riscontra nei reati di ambientazione mafiosa, condizione che mi porta a pensare che i dati potrebbero essere molto più allarmanti. Le cifre da lei riportate, oltre la preoccupante la forte espansione di tale fenomeno, trovano la propria ragione nel generalizzato disagio dell’individuo, dovuto all’impatto aggressivo del progresso, che ha reso difficile a molti l’inserimento nella nuova realtà sociale, alimentando una crescente simpatia verso i poteri magici e le segrete conoscenze. Ritengo inoltre che il dato sia preoccupante su tutto il territorio nazionale, non avendo tuttavia dati per fornirle il livello di allarme sociale in ciascuna regione. Nella proposta di legge della quale Lei è primo firmatario, viene evidenziato il ruolo crescente che internet sta acquisendo nella divulgazione delle dottrine sataniste. In particolare si legge che i “club satanisti” sarebbero passati da 114 nel 1999 a 322 nel 2000. Crede che questa “metodologia” di divulgazione nasconda un maggiore pericolo sociale? Per quali ragioni? La possibilità per le sette sataniche di ricorrere alla divulgazione della propria esistenza, della propria organizzazione e della propria dottrina tramite internet desta un certo allarme, vista la diffusione del mezzo telematico e la sua grande fruizione da parte di molti navigatori in età adolescenziale, che si ritrovano di fronte ad elementi di illegalità esplicità, di chiara natura satanista, veicolati via internet. Comunque è sufficiente guardare le statistiche per capire quale preoccupante contributo internet stia dando all’affermazione e diffusione del fenomeno settario: nell’arco di tre anni i clubs satanisti sono notevolmente aumentati passando da 114 nel 1999 a 322 nel 2001. Quali crede siano i tratti distintivi di un “satanista”? L’art. 2 della proposta di legge in esame, introduce il 2° comma dell’art. 643 c.p. riguardante la circonvenzione di incapaci. Ampliando il discorso chi, secondo Lei, è maggiormente esposto a cadere in tali gruppi satanico – esoterici? Dagli studi fatti che tipo di rapporto risulta svilupparsi all’interno di questi gruppi tra la “guida” e l’”adepto”? Coloro che appartengono ad una setta sono persone di grande debolezza. Spesso sono giovani, minori compresi, che stanno ancora maturando o bisognosi di adeguato sostegno familiare. Negli adulti si registra invece una personalità sottosviluppata e l’assenza minima di valori appropriati, spesso uniti a scarsa autostima.Le tecniche predilette dai leader delle sette per ottenere il controllo degli adepti sono infatti di tipo prevalentemente psicologico. Il requisito fondamentale dei satanismi, soprattutto quelli al vertice della setta è la capacità di manipolazione.Sono inoltre dotati di abilità di comunicazione e di convincimento nonché della capacità di istaurare rapidamente legami empatici nella sfera intima dell’interlocutore. La proposta di legge 3770 introduce un concetto innovativo e fondamentale: “abuso di rituale satanico – esoterico“. Cosa racchiude esattamente tale nozione e chi interessa? In che modo l’introduzione di questa nuova figura di reato può positivamente contrastare il fenomeno settario satanico – esoterico? Nella delineazione di questa nuova fattispecie si cerca di ricomprendere tutte quelle ipotesi di reato che sono strettamente collegate alla natura satanica della setta. Definisco il reato come abuso intendendo la fattispecie come abuso del diritto alla libertà di religione e quindi anche della pratica di un rituale, nel momento in cui si pongono in essere, in tale contesto, situazioni attive ed omissive, volontarie ed involontarie, comportanti la soppressione illegittima dei fondamentali diritti collegati alla vita ed alla espressione della dignità di ogni individuo. QUINTO CAPITOLO CONCLUSIONI 5.1 IL PUNTO D’ARRIVO L’ampiezza del fenomeno trattato non ha consentito l’analisi completa del panorama satanico. Tuttavia gli esperti intervistati, hanno evidenziato alcuni spunti comuni di riflessione e di critica. 5.1.1 Le stime E’ stata confermata, la preoccupazione di un “fenomeno satanismo” in forte espansione e difficile da “quantificare”; se in ambito nazionale è stato possibile individuare alcune stime, seppure approssimative, la situazione sarda appare nebulosa e priva di “certezze” numeriche. Il membro del Caris, premettendo l’esistenza nell’isola di gruppi satanici “acidi” e “occultisti”, (entrambi diffusi capillarmente nelle quattro province sarde), sottolinea la difficoltà di poter disporre di valutazioni certe e definitive, soprattutto per quanto riguarda i gruppi satanici “occultisti”, maggiormente nascosti. Tale tipologia di Satanismo ,si contrappone, secondo l’operatore del centro, ad un Satanismo “acido” composto prevalentemente da ragazzi e tossicodipendenti. Il Prof. Panunzio, concorde nell’affermare le problematiche relative alla corretta classificazione numerica dei gruppi satanici, approfondisce l’argomento, individuando nell’omertà e nella paura di ritorsioni, le cause che ostacolano l’analisi esaustiva del fenomeno satanico; il 95% delle denunce arrivate al Telefono Antiplagio sono anonime. Il Prof. Panunzio azzarda comunque una stima dei gruppi satanici presenti in Sardegna, individuando circa sei/sette organizzazioni. L’On.Alboni, pur affermando di non poter presentare delle stime concrete sulla vastità del fenomeno, soprattutto a livello regionale, conferma l’insaturarsi di un atteggiamento omertoso tipico degli ambienti mafiosi che fa temere l’esistenza di una realtà, relativa ai movimenti satanici, più allarmante. In ambito nazionale, il satanista Black Wolf ritiene che si debbano “filtrare” i dati sulla quantità di gruppi satanici e adepti presenti nel territorio, da tutti coloro che si definiscono “satanisti” pur non essendolo o che vengono classificati tali per il fatto di vestire in un certo modo e di ascoltare determinati generi musicali. Il risultato di tale “epurazione” dovrebbe portare, per il responsabile del Tempio di Satana, ad un numero approssimativo di 200/300 adepti, concentrati nel territorio piemontese e ligure. Come si può evincere dalle dichiarazioni dell’Ispettore della Digos di Torino, sarebbe errato credere che il capoluogo Piemontese rappresenti la città con la maggior concentrazione di gruppi satanici. 5.1.2 Satanismo, rituali e reati Si è precedentemente illustrata l’esistenza di diverse tipologie sataniste, ognuna delle quali riconducibile a “filosofie” e “culture” sataniche differenti. Ciò che emerge dalle interviste è una idea di Satanismo che, presupponendo “necessariamente” rituali blasfemi e orgiastici, si pone con forza come “alternativa al Cristianesimo” o, meglio, come “anti-cristianesimo”. Alcuni esempi: per il membro del Caris il Satanismo è “adorazione dello Spirito del Male in antitesi a Dio”; il Dott.Carlino descrive rituali satanici che “ridicolizzano” le maggiori figure del culto cristiano; il Prof. Panunzio riferisce di preghiere recitate “al contrario”; nella proposta di legge n.3770 si legge “L’articolo 3 introduce nel codice penale una nuova figura di reato: l’abuso rituale satanico-esoterico, [….] nella delineazione di questo tipo di reato si cerca di ricomprendere tutte quelle ipotesi di reato che sono strettamente legate alla natura satanica della setta, dalla idolatria e invocazione di Satana, [….] al sovvertimento e alla rinnegazione dei valori della società e del Cristianesimo e che da questa spesso traggono fondamento”. Black Wolf , nel libro “Compendium Daemoni13”, offre un differente punto di vista e, illustrando una determinata tipologia satanica (Satanismo Tradizionalista), afferma:”Esistono tutt’ora delle sette che praticano l’adorazione a Satana, come vera e propria divinità esistente e avversa a dio. […] Si supponga per assurdo che la cristianità rappresenti la vita: ecco che il tradizionalista tenderà ad azioni pro-morte. […] Cosa si ottiene? Bigottismo e fanatismo sfrenato da entrambi gli estremi. [….] Un individuo che crede in quel Diavolo biblico, non dovrebbe essere identificato come Satanista ma meglio come “cattivo cristiano”. Il Presidente del Tempio di Satana tiene a differenziare ulteriormente i vari satanismi, ricordando come anche in ambiti simili, ognuno può vivere e praticare il proprio credo 13 ibidem nota 2 in modi diversi e contrapposti; ne è esempio il passo dell’intervista in cui si mettono a confronto i “satanismi luciferini” dell’intervistato e di Efrem del Gatto, (fondatore della Chiesa Luciferiana, ora deceduto). Le differenti possibilità di vivere e professare il Satanismo sono state messe in stretto rapporto con la commissione di determinati reati spesso ricondotti all’ambiente satanico; l’uso di droghe, il vilipendio di cimiteri, la tortura o uccisone di animali, la violenza sessuale vengono solitamente associati ad un Satanismo “acido”, riconducibile a gruppi medio-piccoli composti da ragazzini caratterizzati dalla voglia di trasgredire e da poca padronanza della “cultura satanica” stessa. Concorda con questa analisi il Dott. Carlino che imputa a carico di tali gruppi satanici due reati specifici: vilipendio di tombe e uso di sostanze stupefacenti, negando che si possano includere alla lista anche i sacrifici umani e l’abuso di minori. Come spiega l’Ispettore della Digos, e come conferma il presidente del Tempio di Satana, il “vero” satanismo si tiene lontano da certi comportamenti ed è caratterizzato da un differente target di partecipanti. Il Prof. Panunzio, accoglie la tesi secondo la quale vi possano essere rituali satanici non comprensivi di sacrifici umani o animali e di uso di sostanze stupefacenti, ma ricorda la sussistenza di danni psicologici anche in rituali maggiormente “pacati” che prevedono l’utilizzo di candele, incensi e disegni. 5.1.3 Reazioni alla proposta di legge n.3770 La proposta di legge n.3770 riprende l’elencazione dei reati solitamente riferiti al Satanismo: “violenze sessuali di gruppo su minori ridotti in stato di incapacità di intendere e di volere, diffusione di materiale pedo-pornografico, profanazione di tombe e distruzione di parti di cadavere, lesioni personali al fine della scarnificazione, atti di cannibalismo su parti di cadavere, atti di vampirismo ad opera dei bambini costretti con ogni tipo di violenza”. Elemento innovativo della legge è l’introduzione di una nuova figura di reato: “abuso rituale satanico-esoterico” che, come afferma l’onorevole nell’intervista, intende punire tutti gli atteggiamenti attivi ed omissivi che impediscano l’esercizio dei fondamentali diritti legati alla vita e alla dignità umana. La presente proposta è stata presentata agli esperti affinché potessero fornire la propria opinione in merito. Il membro del Caris intravede la positività di un tale provvedimento che andrebbe a colmare un vuoto legislativo. E’ particolarmente apprezzata l’intenzione, espressa nel primo articolo della proposta, di equiparare i movimenti esoterico-satanici alle associazioni segrete. L’operatore del Caris evidenzia tuttavia alcune perplessità per l’utilizzazione del termine “abuso” che non punirebbe l’”uso”e quindi la pratica di certi rituali. Il Prof. Panunzio conferma i dubbi sorti in merito alla scelta della terminologia, ricordando che la Corte Costituzionale abolì il reato di plagio per eccessiva genericità e la nuova figura di reato si appresta a raggiungere lo stesso risultato. Il Presidente del Tempio di Satana, pur ammettendo la partecipazione di alcuni satanisti in rituali connotati da azioni criminose, intende precisare che è errato associare il Satanismo con atti di vampirismo, spiritismo e cannibalismo che hanno origini e sviluppi profondamente differenti. L’enfasi maggiore viene posta dal satanista Black Wolf, sulla scelta di punire e di considerare una aggravante, il contesto satanico; sarebbe stato più corretto parlare di “abuso rituale” e non specificare il “credo” o l’appartenenza religiosa di chi commette determinati crimini”, in modo tale che potessero venire puniti in forma egualitaria. I concetti di estraneità dei satanisti “seri” da certi ambienti e dell’errata convinzione che il Satanismo si ponga sempre e comunque in una posizione di “attacco” e “antitesi” verso il Cristianesimo, sono riassunti in un passo del “Compendium Daemoni”: “Chi è precipitato nell’Abisso della falsa conoscenza è colui che venera il male più oscuro, che sparge sangue, profana, bestemmia, colui che inverte croci per il puro gusto dell’eresia, colui che non si concentra su se stesso ma sul suo odio e disprezzo verso ciò che viene chiamato bene. Egli non è un satanista, ma ciò che tutti si aspettano sia un satanista”. 5.1.4 Reclutamento, luoghi e veicoli di diffusione del Satanismo L’on.Alboni descrive i possibili “fruitori” delle sette in generale e di quelle sataniche in particolare, come persone di grande debolezza, soprattutto giovani. Condividono tale parere sia il membro del Caris che il Prof. Panunzio, sottolineando entrambi che la frequentazione di luoghi deputati all’incontro tra i giovani sono i posti di maggior reclutamento e influenza. In particolare si parla di “culture” giovanili, dove la diffusione di determinati comportamenti e ideologie è facilitata dall’utilizzo di “vecchie” tecniche (musica, film, giornali) e di “nuove”(internet). L’on.Alboni individua proprio nello strumento telematico un veicolo veloce e potente di divulgazione satanica, permettendo in breve tempo il reclutamento e il proliferare di nuovi adepti. Il Presidente del Tempio di Satana, gruppo virtuale di studi occulti –satanici che mira ad offrire una informazione corretta sul Satanismo, si dichiara contrario alla “demonizzazione” di internet in quanto, afferma, certe problematiche sono sempre esistite. Black Wolf sostiene di non mettere in pratica alcun “reclutamento”, in quanto lesivo dell’ immagine del suo gruppo e contrario alla dottrina satanica che presuppone la libera scelta dell’individuo e la piena consapevolezza del cammino religioso intrapreso. Intervistato sulla scelta di possibili luoghi in cui sensibilizzare e divulgare il credo satanista, indica le università come “spazi” privilegiati di incontro giovanile e aperti all’ascolto di nuovi punti di vista. Merita importanza un aspetto fondamentale, indicato da molti esperti come veicolo potente e influente nella diffusione del credo satanico: la musica. Da più parti si leva la condanna verso un “certo tipo” di musica definita “satanica”; generalmente si parla del rock più duro e di certi complessi musicali che, nei testi delle canzoni e durante i concerti, non risparmiano riferimenti satanici (spesso subliminali) e show trasgressivi e, secondo certi esperti del fenomeno, al limite del buon gusto. Il Presidente del Tempio di Satana, a questo proposito, espone nel “Compendium Daemoni”, il proprio punto di vista:”Il Satanismo può produrre musica, ma mai il contrario. [..] Vi può essere più Satanismo in un brano di musica classica che in una canzonetta da quattro soldi”. 5.1.5 Satanismo e gerarchia Viene spesso individuata una gerarchia interna ai gruppi satanici dove una “guida” esercita un potere di controllo nei confronti degli adepti. Tale teoria è accettata da tutti gli esperti intervistati che, più specificamente, descrivono situazioni di plagio e controllo mentale. Il satanista Black Wolf descrive una gerarchia all’interno del proprio gruppo che può definirsi assolutamente “formale” e finalizzata ai compiti di gestione del lavoro e del contatto con il pubblico. 5.1.6 L’assistente sociale Relativamente allo studio fatto, non è stato possibile ottenere la collaborazione e il contributo, teorico o pratico, di assistenti sociali. Il fenomeno può prestarsi a diverse interpretazioni; potrebbe essere dovuto alla mancanza di “casi” che abbiano direttamente o indirettamente avuto a che fare con gruppi e realtà sataniche; al timore di affrontare determinati temi sociali o, nei casi in cui il fenomeno satanico fosse stato affrontato, alla riservatezza professionale Certamente, come affermato anche dagli esperti interpellati, alla base di un approccio di lavoro sociale è necessario che l’operatore approfondisca la tematica settario-satanica,e il contesto sciale e comunitario in cui opera, in modo da poter approntare e offrire progetti e metodologie di lavoro mirati e pertinenti. L’ambito giovanile, che pare essere il più esposto a tali influenze sataniche, dovrebbe rappresentare il luogo privilegiato di azione e prevenzione. Concordando con l’importanza attribuita dagli esperti ad un lavoro di rete, si potrebbe ipotizzare un progetto di prevenzione all’interno delle scuole secondarie affinché i giovani possano seriamente, liberamente e coscientemente affrontare determinate problematiche, usufruire dell’esperienza di studiosi del fenomeno settario e satanico e ottenere spunti di riflessione e risposte esaustive da operatori sociali. L’assistente sociale, proiettata anche in un’ottica di recupero di ex-adepti, e consapevole dei danni psichici e sociali che l’adesione a gruppi settari distruttivi provoca, può offrire, un servizio di “counseling14”e ascolto attivo in collaborazione con altri esperti, inseriti in una èquipe multi – professionale, e operanti in servizi specialistici quali il Consultorio Familiare e i Centri di Salute Mentale. L’assistente sociale, coerentemente con i principi e gli atteggiamenti del Servizio Sociale professionale, deve affrontare la problematica settaria e satanica, come qualsiasi altra, con spirito di accoglienza, con una solida preparazione teorica e, soprattutto, con un atteggiamento non giudicante che consenta di poter “distinguere” la realtà dei fatti dalle facili “etichette” che offuscano la reale percezione del problema, impedendo un intervento professionale appropriato. 5.2 CONSIDERAZIONI FINALI Il contributo esperenziale degli operatori coinvolti nel lavoro tesistico, ha consentito una visione più ampia del fenomeno trattato, pur rilevando il persistere di dubbi e “zone 14 consulenza psico – sociale grigie” che meriterebbero una trattazione più ampia e approfondita. Prendendo coscienza della vastità e complessità del mondo settario e satanico, che non si presta a facili conclusioni e a classificazioni esaustive, soprattutto da parte di “spettatori” esterni ,si può concludere riportando un brano tratto dal “Compendium Daemoni”: “Prendete un buon Satanista. Chiedetegli quante volte si è sentito dire “Cos’è il Satanismo? Chi è Satana? Come si diventa Satanisti? Come ci si deve comportare? Di sicuro, nella sua risposta, vi saranno contenuti molti zeri. Perché questo? Viviamo in una società fondata sui luoghi comuni in cui molti, troppi, si basano. Quale valore potrebbero avere testi scritti da cristiani, pagani, o comunque non satanisti?… Nessuno.“ BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO Bertani B., Manetti M., Venini L. (2002), Psicologia dei gruppi F.Angeli Climati C. (2003) Le sette, (articolo in fase di stampa) Del Re M., Il satanismo tra religione e crimine, “Rivista di Polizia”, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, Roma. Del Re M. 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Questa la lettera spedita alla dottoressa da un ascoltatore: Cara Dottoressa Schlesinger, le scrivo per ringraziarla del suo lavoro educativo sulle leggi del Signore. Ho imparato davvero molto dal suo programma, ed ho cercato di dividere tale conoscenza con più persone possibile. Adesso, quando qualcuno tenta di difendere lo stile di vita omosessuale, gli ricordo semplicemente che nel Levitico 18:22 si afferma che ciò è un abominio. Fine della discussione. Però, avrei bisogno di alcun consigli da lei, a riguardo di altre leggi specifiche e come applicarle. Vorrei vendere mia figlia come schiava, come sancisce (Esodo 21:7). Quale pensa sarebbe un buon prezzo di vendita? Quando sull'altare sacrificale accendo un fuoco e vi ardo un toro, so dalle scritture che ciò produce un piacevole profumo per il Signore(Lev.1.9). Il problema è con i miei vicini: loro, i blasfemi, sostengono che l'odore non è piacevole. Devo forse percuoterli? So che posso avere contatti con una donna solo quando non ha le mestruazioni (Lev.15: 19-24.). Il problema è come faccio a chiederle questa cosa? Molte donne s'offendono. Il Levitico ai versi 25:44 afferma che potrei possedere degli schiavi, sia maschi che femmine, a patto che essi siano acquistati in nazioni straniere. Un mio amico afferma che questo si può fare con i filippini, ma non con i francesi. Può farmi capire meglio? Perché non posso possedere schiavi francesi? Un mio vicino insiste per lavorare di Sabato. Esodo 35:2 dice chiaramente che dovrebbe essere messo a morte. Sono moralmente obbligato ad ucciderlo personalmente? Un mio amico ha la sensazione che anche se mangiare crostacei è considerato un abominio (Lev. 11:10), lo sia meno dell'omosessualità. Non sono affatto d'accordo. Può illuminarci sulla questione? Sempre il Levitico ai versi 21:20 afferma che non posso avvicinarmi all'altare di Dio se ho difetti di vista. Devo effettivamente ammettere che uso gli occhiali per leggere. La mia vista deve per forza essere 10 decimi o c'è qualche scappatoia alla questione? Molti dei miei amici maschi usano rasarsi i capelli, compresi quelli vicino alle tempie, anche se questo è espressamente vietato dalla Bibbia (Lev 19:27). In che modo devono esser messi a morte? Ancora nel Levitico (11:6) viene detto che toccare la pelle di maiale morto rende impuri. Per giocare a pallone debbo quindi indossare dei guanti? Mio zio possiede una fattoria. E' andato contro Lev. 19:19, poiché ha piantato due diversi tipi di ortaggi nello stesso campo; anche sua moglie ha violato lo stesso passo, perchè usa indossare vesti di due tipi diversi di tessuto (cotone/acrilico). Non solo: mio zio bestemmia a tutto andare. E' proprio necessario che mi prenda la briga di radunare tutti gli abitanti della città per lapidarli come prescrivono le scritture? Non potrei, più semplicemente, dargli fuoco mentre dormono, come simpaticamente consiglia Lev 20:14 per le persone che giacciono con consanguinei? So che Lei ha studiato approfonditamente questi argomenti, per cui sono sicuro che potrà rispondere a queste semplici domande. Nell'occasione, la ringrazio ancora per essere così solerte nel ricordare a tutti noi che la parola di Dio è eterna ed immutabile. Sempre suo. "Un ammiratore devoto." ALLEGATO N.2 XIV LEGISLATURA CAMERA DEI DEPUTATI N. 3770 PROPOSTA DI LEGGE d'iniziativa dei deputati ALBONI, AIRAGHI, AMORUSO, ANEDDA, BRIGUGLIO, BUTTI, CANNELLA, CASTELLANI, CATANOSO, GIORGIO CONTE, GIULIO CONTI,CRISTALDI, DELMASTRO DELLE VEDOVE, FASANO, FOTI, GARNERO SANTANCHE', GHIGLIA, LANDI DI CHIAVENNA, LISI, LO PRESTI,MACERATINI, MAGGI, GIANNI MANCUSO, MENIA, MIGLIORI, ANGELA NAPOLI, ONNIS, PAOLONE, PATARINO, PORCU, RAISI, ROSITANI,SAGLIA, SAIA, STRANO, TRANTINO Misure contro i movimenti sedicenti religiosi, esoterici o magici ed i seguaci del "culto di Satana" Presentata l'11 marzo 2003 Onorevoli Colleghi! - Numerose indagini condotte in ambienti scientifici ed istituzionali non solo italiani, hanno evidenziato come negli ultimi tempi siano proliferate sette pseudo religiose in cui sempre più spesso leader carismatici, ingerendo sui processi decisionali degli adepti in modo tale da condizionarne la psiche, alimentano sedicenti movimenti che arrivano a porre in essere forme preoccupanti di illegalità. Con l'avvento di INTERNET, inoltre, le medesime sette hanno cominciato ad impiegare lo strumento della pagina web per diffondere liberamente le proprie dottrine, sempre più spesso non scevre da contenuti illegali. Da un'indagine effettuata si è potuto verificare, infatti, come nell'arco di tre anni il numero dei club satanisti su INTERNET sia passato dai 114 del 1999 ai 322 del 2000. Pur celandosi dietro una natura religiosa o pseudoreligiosa che le contraddistingue, di per se lecita e costituzionalmente garantita, è indubbio il loro aspetto criminoso, dal momento che gli interessi pratici che sono alla base della setta e che animano le intenzioni del leader carismatico, non solo condizionano e caratterizzano i comportamenti dei medesimi, ma hanno assunto una propria, illegale, connotazione che va dall'acquisizione di ricchezze attraverso le quote di adesione degli adepti, alla spoliazione dell'intero patrimonio dei medesimi, alla vendita di materiale pornografico e rituale, alla soddisfazione di desideri sessuali e perversioni. Non vi è dubbio quindi che nella maggior parte di queste organizzazioni si configurino reati di vario genere, alcuni dei quali di grande allarme sociale, che hanno fatto sorgere il sospetto che, sempre più spesso, si tratti di vere e proprie organizzazioni a delinquere. Non a caso vecchi e nuovi fatti di cronaca vedono coinvolte sette esoteriche e pseudoreligiose in truffe, violenza sessuale, pedofilia, lesioni, detenzione e spaccio di stupefacenti, maltrattamenti di animali, azioni contro il buon gusto, profanazione di cimiteri, minacce, esercizio abusivo della professione sanitaria e psicoterapeutica. Basti ricordare la raccapricciante scoperta avvenuta lo scorso 16 ottobre ad opera della polizia di Pescara di reati efferati compiuti dalla setta "angeli di Sodoma". In questo antro degli orrori in cui si consumavano messe nere e riti satanici, venivano perpetrate nei confronti di minori, spesso prelevati fuori dalle scuole e ridotti in schiavitù con l'impiego di sostanze stupefacenti, violenze di ogni tipo, comprese quelle sessuali. Si predicava un odio sviscerato nei confronti dei bambini e la necessità della loro purificazione attraverso atti di vampirismo umano, capaci di "purificarli".A conferma della pericolosità del fenomeno settario interviene anche il lungo elenco dei fatti di cronaca verificatisi negli ultimi anni in Italia, del quale si possono citare i casi più clamorosi come quello della santona "mamma Gemma" della Comunità "piccoli ostastoli di Maria" inquisita per truffa, abuso della credulità popolare e violenza privata; quello della setta di Foggia che, dedita al culto della dea Iside, attirava i giovani tramite lo spiritismo; quello conclusosi con l'arresto a Modena di sette persone per abusi sessuali durante messe nere ai danni di minori sacrificati a Satana, profanazione di cimiteri e vilipendio alla religione; quello della setta "Astrum Argentium" in cui cinque minori sono stati vittime di abusi sessuali.Nonostante sia indiscusso l'aspetto criminoso delle sette, non si riesce tuttavia a sottoporre a giudizio tutte le biasimevoli azioni delle medesime, per le consistenti difficoltà probatorie che rendono difficile, se non addirittura impossibile, condannare queste organizzazioni. La ragione principale risiede, come è evidente, nelle tecniche predilette dai capi carismatici per ottenere il controllo degli adepti e che si rifanno a forme più o meno sofisticate di condizionamento psicologico, tanto che i reati che coinvolgono a vario titolo gli adepti, come autori o come vittime, possono apparire assolutamente spontanei e addirittura associati a una modifica della loro percezione della gravità del reato. Inoltre, è necessario che i fatti corrispondano ad una incriminazione prevista e sanzionata dalla legge, il che, per esempio, non è ovvio nei casi di manipolazione mentale. La pericolosità del fenomeno e l'allarme sociale da esso alimentato sono stati oggetto di attenzione anche da parte del Parlamento europeo che è intervenuto al riguardo con diverse risoluzioni e raccomandazioni con le quali, preso atto delle infrazioni normative poste in essere dalle organizzazioni pseudoreligiose, ha svolto una disamina critica della preoccupazione alimentata nei cittadini e nelle famiglie della Comunità europea dalle attività poste in essere dalle sette, lesive dei diritti umani e dei cittadini. Sempre in questa ottica, il Parlamento europeo ha anche proposto, con la raccomandazione 1178/1992 "relativa alle sette e ai nuovi movimenti religiosi" del 5 febbraio 1992, di raccogliere informazioni supplementari sulla natura e sulle attività delle sette e dei nuovi movimenti religiosi, mentre con la risoluzione del 29 febbraio 1996, prendendo atto che talune sette, operanti attraverso una rete transfrontaliera all'interno dell'Unione europea, praticano attività di carattere illecito e criminale e commettono violazioni dei diritti dell'uomo, ha invitato i Governi degli Stati membri a non rendere automatica la concessione dello statuto religioso che conferisce vantaggi fiscali ed una certa tutela giuridica e a considerare, nel caso di sette implicate in attività clandestine o criminali, l'opportunità di toglierlo. Tutto ciò diventa l'ennesima conferma della necessità sia di strumenti legali e giudiziari più efficaci e penetranti, sia di un più approfondito studio della materia, per molti anni oggetto di speculazioni e paure. La proposta di legge in esame, interviene con coraggio in un clima controverso e senza facili soluzioni, soprattutto perché non prescinde dal dato certo di quanto sia facile confondere coloro che hanno deciso di appartenere in piena libertà ad una religione minore o semplicemente diversa e l'adepto succube di una setta satanica né, tanto meno prescinde dalla consapevolezza della difficoltà conseguente di costruire un sistema di tutela del cittadino, capace di rispettare contestualmente le libertà garantite dagli articoli 18 (libertà di associazione) e 19 (libertà di religione) della Costituzione. Tuttavia, l'alternanza tra indici quali libera associazione o gruppo coercitivo, convinzione o certezza assoluta, impegno o fanatismo, prestigio del capo o culto del guru, decisioni volontarie o scelte completamente indotte, ricerche alternative o rottura con i valori della società, appartenenza leale al gruppo o ubbidienza incondizionata, abile persuasione o manipolazione programmata, potrebbero diventare un valido supporto per differenziare la legittima libertà di religione dalla strumentalizzazione della medesima per fini criminosi. La presente proposta di legge si compone di tre articoli con i quali si tenta di colmare, per quanto possibile, e nel rispetto delle libertà costituzionalmente garantite, le lacune suddette. Con l'articolo 1 si equiparano alle associazioni segrete definite dalla legge 25 gennaio 1982, n. 17, i movimenti sedicenti religiosi, esoterici o magici e i seguaci del "culto di Satana". Questo renderà possibile che, ove ricorrano criteri di segretezza, interna o esterna, connessi a finalità o atti o ritualità contrari alla legge e al buon costume, nonché lesivi della dignità e dei diritti della persona, le misure previste dalla citata legge n. 17 del 1982 si applicano fino a cinque anni di reclusione per i promotori del movimento, con scioglimento e confisca dei beni, interdizione dai pubblici uffici, sospensione dal servizio per i pubblici dipendenti, in attesa della definizione del procedimento. Per cui, di fronte ad un movimento che si presenta come religioso, ma che si compone di seguaci destabilizzati mentalmente, che richiede finanziamenti esorbitanti, che isola i seguaci dalla società, che crea potenziali pericoli per l'ordine pubblico, che arruola minori, si potrà applicare il dettato dell'articolo in esame. L'articolo 2 introduce il secondo comma dell'articolo 643 del codice penale, relativo alla circonvenzione di persone incapaci, prevedendo quale aggravante del reato in questione un inasprimento della pena qualora la circonvenzione sia posta in essere nell'esercizio di pratiche esoterico-sataniche. Il tentativo è quello di intervenire con più incisività ogni qual volta tecniche sofisticate affievoliscano la coscienza e la capacità dei cittadini più esposti alle suggestioni magiche, sataniche o esoteriche e per ciò facili vittime di truffe e raggiri. L'articolo 3 introduce nel codice penale una nuova figura di reato: l'abuso rituale satanico esoterico, ricorrendo anche in questo caso ad una definizione di portata ampia e generale, quale appunto quella di abuso inteso come ogni tipo di atto capace di violare i diritti della persona. Nella delineazione di questo tipo di reato si cerca di ricomprendere tutte quelle ipotesi di reato che sono strettamente collegate alla natura satanica della setta, dalla idolatria e invocazione di satana, al sovvertimento e alla rinnegazione dei valori della società e soprattutto del Cristianesimo e che da questa spesso traggono fondamento. Infatti, è proprio questo il contesto in cui si alimentano le atrocità e le efferatezze, difficili da descrivere ma che, per dovere di completezza, vengono qui elencate: violenze sessuali di gruppo su minori ridotti in stato di incapacità di intendere e di volere, diffusione di materiale pedo-pornografico, profanazione di tombe e distruzione di parti di cadavere, lesioni personali al fine della scarnificazione, atti di cannibalismo su parti di cadavere, atti di vampirismo ad opera dei bambini costretti con ogni tipo di violenza. Certo, considerate singolarmente queste fattispecie sono di per se capaci di costituire un ipotesi di reato, ma la delineazione di un reato capace di comprendere in unica fattispecie tutti gli elementi qui descritti è quanto mai necessaria. Uno strumento più efficace è doveroso visti gli eventi e gli strumenti tutt'ora a disposizione. La setta deve essere minata alle fondamenta, nella sua complessità, come fenomeno di per sé complesso e pericoloso e non già come summa di reati più o meno efferati. In questa ottica interviene l'articolo 609-duodecies del codice penale, introdotto dall'articolo 3 della proposta di legge, il quale non fa altro che introdurre le aggravanti specifiche alla nuova ipotesi di reato, nel momento in cui vi è un abbrutimento ulteriore del reato di violenza sessuale con il coinvolgimento dei bambini adescati. Non possiamo permettere che ciò che è manifestazione di un autentico flagello si sviluppi e progredisca. Restare passivi sarebbe da irresponsabili non solo verso coloro che ne sono stati vittime, ma anche nei confronti di quei princìpi garantisti posti alla base della nostra democrazia. Art. 1. 1. Sono equiparati alle associazioni segrete di cui alla legge 25 gennaio 1982, n. 17, i movimenti sedicenti religiosi, esoterici o magici ed i seguaci del "culto di Satana" che, operando clandestinamente, o rendendo sconosciuti, in tutto o in parte, gli associati, perseguono le proprie finalità con riti e atti contrari al buon costume, con atti di vilipendio alle religioni e abusi rituali satanici, lesivi della dignità e dei diritti della persona. Art. 2. 1. All'articolo 643 del codice penale, dopo il primo comma è aggiunto il seguente: "Le pene sono aumentate se il reato è commesso nell'esercizio di pratiche esotericosataniche". Art. 3. Dopo l'articolo 609-decies del codice penale sono inseriti i seguenti: "Art. 609-undecies - (Abuso rituale satanico esoterico) - L'abuso rituale satanico esoterico consiste in ogni atto di violenza fisica o psichica, compiuto nell'esercizio di pratiche esoterico-sataniche, singolarmente o da parte di più persone riunite, in un contesto di assoggettamento della vittima. Chiunque commette abusi rituali satanico-esoterici è punito con la reclusione da uno a sei anni. Art. 609-duodecies - (Circostanze aggravanti) - Per il reato di cui all'articolo 609undecies la pena è aumentata se il fatto è commesso: 1) con l'utilizzo di sostanze stupefacenti, alcoliche, narcotiche o atti intimidatori; 2) con atti di vampirismo, scarnificazione e cannibalismo. La pena è aumentata di un terzo se dal fatto deriva un turbamento psichico duraturo.o una lesione personale. La pena è aumentata di due terzi se concorre alcuna delle circostanze aggravanti previste dall'articolo 583. La pena è aumentata dalla metà ai due terzi se il reato è commesso: 1) nei confronti di persona che non ha compiuto gli anni quattordici; 2) dall'ascendente, dal genitore adottivo, dal tutore nei confronti di persona minorenne; 3) da parte di tre o più persone. La pena è della reclusione da otto a quattordici anni se il reato è commesso con atti di violenza sessuale” ALLEGATO N.3: “IL BAPHOMET” Il “Baphomet”, riprendendo la definizione contenuta nel “Compendium Daemoni, “è sigillo d’onore e di forza. In questa semplice figura è rappresentata tutta la potenza Satanica. Il Baphomet sigilla le produzioni Sataniste e, nei rituali, funge da catalizzatore. Il Baphomet è il Satanismo stesso”. Il Baphomet è una stella a cinque punte orientata verso il basso (stella di Seth) e inscritta in un cerchio. All’interno della stella può essere aggiunto il volto del Capro Satanico L’assenza del cerchio e della figura del Capro, definisce la base del Baphomet detta Pentagramma, Pentalfa o Pentacolo. In onore di Seth, per i Satanisti è d’obbligo orientare sempre la punta verso il basso. Molte altre religioni e filosofie hanno adottato la figura del pentagramma: Pitagora la utilizzava con i suoi seguaci per permettere che si identificassero tra loro e nella tradizione ebraica rappresentava i sette nomi segreti di Dio. Nella “cultura satanica” ogni punta si lega ai Prìncipi infernali, ognuno dei quali legato ad un elemento naturale, e ai valori umani. (come illustrato nel terzo capitolo dedicato al Satanismo). Sono numerose le interpretazioni che vengono fornite sull’origine e sul significato autentico del termine “Baphomet”. Alcune di queste fanno riferimento alla tradizione ebraica, ai Templari, alle teorie crowleyane, alla cultura egizia, etc.,in cui ritorna spesso il tema della “sophia” (Sapienza). Il Baphomet arriva a significare “Uomo Completo”. Di seguito viene riportata la raffigurazione più famosa del dio caprino, con il Baphomet sulla fronte. ALLEGATO N.1 “LA LETTERA” La dottoressa Laura Schlesinger è una famosa giornalista americana che dispensa consigli da una radio locale. Qualche tempo fa, Laura ha affermato che l'Omosessualità, secondo la Bibbia (Lev.18:22) è un abominio e non può essere tollerata in alcun caso. Questa la lettera spedita alla dottoressa da un ascoltatore: Cara Dottoressa Schlesinger, le scrivo per ringraziarla del suo lavoro educativo sulle leggi del Signore. Ho imparato davvero molto dal suo programma, ed ho cercato di dividere tale conoscenza con più persone possibile. Adesso, quando qualcuno tenta di difendere lo stile di vita omosessuale, gli ricordo semplicemente che nel Levitico 18:22 si afferma che ciò è un abominio. Fine della discussione. Però, avrei bisogno di alcun consigli da lei, a riguardo di altre leggi specifiche e come applicarle. Vorrei vendere mia figlia come schiava, come sancisce (Esodo 21:7). Quale pensa sarebbe un buon prezzo di vendita? Quando sull'altare sacrificale accendo un fuoco e vi ardo un toro, so dalle scritture che ciò produce un piacevole profumo per il Signore(Lev.1.9). Il problema è con i miei vicini: loro, i blasfemi, sostengono che l'odore non è piacevole. Devo forse percuoterli? So che posso avere contatti con una donna solo quando non ha le mestruazioni (Lev.15: 19-24.). Il problema è come faccio a chiederle questa cosa? Molte donne s'offendono. Il Levitico ai versi 25:44 afferma che potrei possedere degli schiavi, sia maschi che femmine, a patto che essi siano acquistati in nazioni straniere. Un mio amico afferma che questo si può fare con i filippini, ma non con i francesi. Può farmi capire meglio? Perché non posso possedere schiavi francesi? Un mio vicino insiste per lavorare di Sabato. Esodo 35:2 dice chiaramente che dovrebbe essere messo a morte. Sono moralmente obbligato ad ucciderlo personalmente? Un mio amico ha la sensazione che anche se mangiare crostacei è considerato un abominio (Lev. 11:10), lo sia meno dell'omosessualità. Non sono affatto d'accordo. Può illuminarci sulla questione? Sempre il Levitico ai versi 21:20 afferma che non posso avvicinarmi all'altare di Dio se ho difetti di vista. Devo effettivamente ammettere che uso gli occhiali per leggere. La mia vista deve per forza essere 10 decimi o c'è qualche scappatoia alla questione? Molti dei miei amici maschi usano rasarsi i capelli, compresi quelli vicino alle tempie, anche se questo è espressamente vietato dalla Bibbia (Lev 19:27). In che modo devono esser messi a morte? Ancora nel Levitico (11:6) viene detto che toccare la pelle di maiale morto rende impuri. Per giocare a pallone debbo quindi indossare dei guanti? Mio zio possiede una fattoria. E' andato contro Lev. 19:19, poiché ha piantato due diversi tipi di ortaggi nello stesso campo; anche sua moglie ha violato lo stesso passo, perchè usa indossare vesti di due tipi diversi di tessuto (cotone/acrilico). Non solo: mio zio bestemmia a tutto andare. E' proprio necessario che mi prenda la briga di radunare tutti gli abitanti della città per lapidarli come prescrivono le scritture? Non potrei, più semplicemente, dargli fuoco mentre dormono, come simpaticamente consiglia Lev 20:14 per le persone che giacciono con consanguinei? So che Lei ha studiato approfonditamente questi argomenti, per cui sono sicuro che potrà rispondere a queste semplici domande. Nell'occasione, la ringrazio ancora per essere così solerte nel ricordare a tutti noi che la parola di Dio è eterna ed immutabile. Sempre suo. "Un ammiratore devoto."