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Il Battaglione Vestone
Il Battaglione Vestone La nascita delle truppe alpine Il Corpo degli alpini fu istituito nel 1872 nell’ambito della riforma dell’esercito promossa dall’allora Ministro della Guerra generale Cesare Ricotti Magnani, su proposta del capitano Giuseppe Perucchetti, per preparare truppe destinate alla difesa dei confini montani. Le prime 15 Compagnie alpine furono costituite nel marzo 1873. Una, la 13ª, era in territorio bresciano: il mandamento di reclutamento era quello di Edolo, in Valle Camonica. Le Compagnie furono operative dalla primavera del 1873 e a fine settembre divennero 24. Nel gennaio 1875 i reparti assunsero il nome di Battaglione, con numerazione progressiva da I a VII; la 21ª Compagnia, con sede estiva a Rocca d’Anfo, fece parte del VI Battaglione di Verona (Distretto di Brescia e Vicenza). L’8 settembre 1878 le Compagnie alpine diventarono 36, inquadrate in 10 battaglioni (1 capitano, 4 ufficiali subalterni, 250 uomini di truppa); tra loro l’VIII Battaglione, con sede a Desenzano, con la 26ª Compagnia (già 13ª) a Edolo, la 27ª a Breno, la 28ª (già 21ª) a Rocca d’Anfo. Nel 1882 furono istituiti i primi sei Reggimenti alpini, raggruppanti 20 battaglioni, che assunsero la denominazione della rispettiva zona di reclutamento; le Compagnie furono designate con un numero progressivo da 1 a 72. Il 1° Reggimento si formò a Mondovì con i battaglioni Alto Tanaro (Compagnie 1ª, 2ª e 3ª), Val Tanaro (Compagnie 4ª, 5ª, 6ª e 7ª) e Valcamonica (Compagnie 52ª, 53ª, 54ª e 55ª); il 5° si formò a Milano con i battaglioni Val Dora (Compagnie 32ª, 33ª e 34ª), Moncenisio (Compagnie 35ª, 36ª e 37ª) , Valtellina (Compagnie 44ª, 45ª, 46ª e 47ª), Alta Valtellina (Compagnie 48ª, 49ª, 50ª e 51ª)1. Una caserma a Vestone? Di una caserma a Vestone2, Comune della Val Sabbia (BS), si cominciò a parlare nel 1864. Allora il paese, a pochi chilometri dal confine austriaco, era sede di numerosa truppa. E furono i cittadini, stanchi di sopportare una presenza cospicua, a chiedere all’Amministrazione comunale di adoperarsi in qualche modo per risolvere la questione, proponendo di allestire una caserma nella “chiesa del conventino”. Bocciata la proposta, l’argomento tornò a galla nel 1877 e nel 1879, quando il sindaco cominciò ad adoperarsi perché il Governo disponesse lo stanziamento a Vestone di una delle Compagnie alpine, la 28ª. Fu il sottoprefetto di Salò a comunicare la risposta negativa del Ministro della Guerra: “L’attuale sede Rocca d’Anfo assegnata a detta Compagnia è stata consigliata da ragioni d’ordine militare tali che non permettano in modo alcuno lo aderire al desiderio sovra accennato”. Nel 1882 un centinaio di vestonesi scrisse al sindaco: “Venuti a cognizione che il Governo sarebbe intenzionato di far sede Vestone ad una Compagnia alpina con Comando di Battaglione e magazzino di arredamento, li sottoscritti si sentono in diritto e nel dovere di fare colla presente vive istanze a V.S. Onorevole, onde, coadiuvata dalla rappresentanza comunale, abbia ad adoperarsi perché tale progetto del Governo si traduca ben presto in fatto, pel bene del Comune e di tutti indistintamente gli abitanti. E per vero non v’ha chi non veda come anche facendo qualche sacrificio pecuniario, questo sacrificio non sarebbe che apparente. Difatti l’Ente Comune verrebbe certamente ad avvantaggiarsene per i maggiori introiti sul consumo ed altro che ne ritrarrebbe, aumentandosi così la popolazione di circa cinquecento persone, senza tener calcolo delle molte altre che a causa della residenza degli Alpini vi affluirebbero. E di più nel bilancio comunale verrebbero inscritte somme minori sotto il titolo della Beneficenza, perché molti della classe più indigente, classe che l’Autorità Comunale deve avere a cuore più di ogni altra, dalla milizia avrebbe miglior modo a qualche guadagno e se non altro il poverello troverebbe sempre nella tradizionale generosità del nostro soldato un tozzo di pane. I possidenti vedrebbero di tosto accrescere il valore locativo delle loro case, il prezzo dei prodotti dei fondi e diminuire l’imposta fondiaria, perché alleggerita dalle tasse di cui sopra. Gli esercenti 1 Cfr. E. FALDELLA (a cura di), Storia delle Truppe alpine. 1872-1972, Milano 1972, v. I, pp. 31-45. Per notizie su Vestone cfr. F. MAZZI, Cento anni a Vestone e Nozza. Valle Sabbia tra il XIX e il XX secolo, Vestone 1988; F. MAZZI, Vestone, in G. BIATI (a cura di), Valle Sabbia. L’ambiente, le vicende storiche, i segni dell’arte e del lavoro dei venticinque comuni della valle, Brescia 1989, pp. 221-229; A. FAPPANI, Enciclopedia bresciana, v. XX, Brescia 2005, pp. 443-461. 2 industrie o commerci e gli operai ne risentirebbero pure un vantaggio indubbio, perché tale maggior numero di persone aumenterebbe più del doppio il consumo dei generi alimentari e l’impiego d’ogni sorta di mano d’opera. E ben se ne avvidero di questi e d’altri vantaggi, che non possono mancare, i comuni di Sondrio, Edolo, Breno, Salò e Brescia e molti altri centri, a capo dei quali stanno di certo persone assennate e penetrate dal bene comune, i quali non si peritarono, pur di avere della milizia in comune, di spendere somme enormi, senza nessun concorso da parte del Governo. Arrogi poi che colla realizzazione di tale progetto il paese verrebbe ad acquistare un’importanza morale, alla quale non si sperava neppure di poter giungere, appunto perché nessun’altra risorsa di commercio o d’industria si presenta nell’attuale arenamento di cose; e tale importanza non potrà non favorevolmente influire sulla mente dei ministri, che stanno studiando un imminente riordinamento degli uffici finanziari e giudiziari. In una parola, se la rappresentanza comunale vuole il bene del paese, non deve lasciarsi sfuggire tanta propizia occasione, perché altra di certo non se ne presenterà che la eguagli, essendoché il Governo deve provvedere, ed altri comuni vicini non se ne stanno colle mani alla cintola per avere d’essi tale vantaggio. Ricordi la rappresentanza comunale che altra volta, sponte sua, in giorni non molto lontani, ebbe a sostenere spese e far vive pratiche, anche chiamandosi pronta a sacrifici, per avere dal Governo quanto il Governo si mostra ora disposto a dare con minor sacrifici da parte del comune. Onde si prega vivamente la S.V. Onorevole a volere, in rappresentanza comunale, prendere in serio esame la cosa, a non trascurare in proposito le legittime aspirazioni del paese, ed a ponderare seriamente sulla responsabilità e sulle conseguenze che potrebbero derivare sotto ogni rapporto, se tali aspirazioni venissero inconsultamente neglette”. Il Comune incaricò l’avvocato Pietro Riccobelli di farsi portavoce della volontà del paese, pregandolo “di recarsi a Roma allo scopo di presentare personalmente un’istanza a S.E. il Ministro della Guerra per lo stanziamento permanente d’una Compagnia alpina in Vestone”. Nonostante le raccomandazioni e l’intervento del Ministro bresciano Zanardelli, la trasferta non sortì effetti positivi3. La nascita del Battaglione Vestone Nel 1885 il 5° Reggimento alpini venne riorganizzato cedendo i battaglioni Val Dora e Moncenisio al 3° e ricevendo dal 1° il Battaglione Val Camonica (Compagnie 52ª e 53ª con sede estiva a Breno, 54ª a Rocca d’Anfo e 55ª a Salò). I Reggimenti alpini diventarono 7, con 22 battaglioni, che persero il nome delle vallate assumendo quello delle località in cui risiedeva il rispettivo centro di mobilitazione (detto “magazzino di arredamento”) e 75 Compagnie. Successivamente i battaglioni dipendenti dal 5°, ciascuno con 3 Compagnie, presero il nome di Morbegno (Compagnie 44ª, 45ª e 47ª), Tirano (Compagnie 46ª, 48ª e 49ª), Edolo (Compagnie 50ª, 51ª e 52ª), Rocca d’Anfo (Compagnie 53ª, 54ª e 55ª). Il 13 gennaio 1889 il Battaglione Rocca d’Anfo divenne Vestone; nel 1890 la sede invernale era a Chiari, quella estiva a Vestone, nella caserma Chiassi4. a) La Campagna di Libia (1911-14) Nell’ottobre 1911 scoppiò la guerra Italo-Turca e gli alpini vennero impiegati in modo massiccio. Il 5° Reggimento concorse con il Battaglione Edolo e con il Battaglione Vestone, che sbarcò a Tripoli il 1° novembre 1912 e si accampò ad Haramangi. Successivamente si portò a Zanzur e con i battaglioni Tolmezzo, Feltre, Susa e le batterie da montagna 2ª, 10ª e 3ª bis 3 Cfr. S. CORSINI, Il Battaglione Vestone dalle origini alla seconda guerra mondiale, tesi di laurea, Università Cattolica del Sacro Cuore, Facoltà di Lettere e Filosofia, Brescia, Relatore P. Borruso, anno accademico 2006-07, pp. 48-62. 4 Notizie sulla caserma Chiassi di Vestone sono in AA.VV., Alpini dal Benaco al Monte Suello. 1926-2006, Salò 2006, pp. 52-53. Giovanni Chiassi (Mantova, 15 gennaio 1827 - Bezzecca, 21 luglio 1866), luogotenente nella difesa della Repubblica romana del 1849, capitano dei Cacciatori delle Alpi ne l maggio 1859, raggiunse Garibaldi in Sicilia, in tempo per partecipare allo sbarco sulle coste calabre e distinguersi nell’attacco a Reggio Calabria, meritandosi il grado di tenente colonnello. Nel 1865 fu eletto deputato per il collegio di Bozzolo. Lasciato il parlamento si unì alle truppe garibaldine, assumendo il comando del 5° Reggimento del Corpo Volontari Italiani; fu tra i morti di Bezzecca. Fu decorato di Medaglia d’oro alla memoria (Cfr. A. FAPPANI, Enciclopedia bresciana, v. II, Brescia, pp. 202-203; A. LODOLINI, Quattro anni senza Dio. Un mazziniano dalle trincee del Carso allo Stato Maggiore, v. II, Le Giudicarie, il Piave, la Valsugana, Udine 2005, p. 67, n. 30. fece parte dell’8° Reggimento alpini speciale, al comando del colonnello Antonio Cantore. Comandante del Vestone era il tenente colonnello Emilio Corfini; comandanti di Compagnie i capitani Maffioli, Tommaso Robba e Vittorio Boeri. Dopo un periodo di intenso allenamento alla marcia nel deserto, il 16 novembre il Reggimento iniziò l’avanzata verso l’altopiano e il 9 dicembre raggiunse il castello del Garian, conquistandolo il 12 dicembre. I battaglioni si sistemarono a difesa nei pressi di Tebedut, di fronte ad Assaba, conquistata il 23 marzo 1913, segnando la fine della resistenza dei ribelli in Tripolitania. Per il valore dimostrato nel combattimento di Assaba, al Vestone venne concessa la Medaglia di bronzo al Valor Militare. In maggio il Vestone, con tutto l’8° alpini speciale, tornò a Tripoli e, via mare, raggiunse Derna. Dal 17 al 19 giugno la colonna Cantore conquistò l’altopiano di Ettangi, liquidando definitivamente i ribelli in Cirenaica. Il 18 luglio gli alpini combatterono l’ultima vera battaglia; imbarcatisi a Tobruch, il 7 agosto sbarcarono a Tolmetta, proseguendo per El Merg. Il 18 agosto il Vestone, con l’8° alpini speciale, respinse un attacco di beduini a Mdauar. Alla fine del 1913 ci furono nuovi rimpatri di battaglioni alpini, mentre il Vestone rimase di stanza a El Merg a fornire scorte alle carovane. Il 10 agosto 1914, la 53ª e la 54ª Compagnia sbarcarono a Napoli; la 55ª con le salmerie e la Sezione mitragliatrici sbarcò il 21 agosto 5. b) La Grande Guerra (1915-18) Dopo il riordino della truppa e dei quadrupedi presso il magazzino di Vestone, il Battaglione raggiunse le sedi estive di Tremosine e Tignale. Allo scoppio delle ostilità6 il Vestone era già schierato a guardia della Valle di Ledro, lungo la linea che dal Passo Tremalzo scende al Garda. Alle tre Compagnie si aggiunse la 91ª, di milizia mobile. Le vicende che videro protagonista il Battaglione (53ª, 54ª, 55ª e 91ª Compagnia) sono così narrate negli atti ufficiali: “Anno 1915 Il Battaglione, che sin dal dicembre 1914 si trovava nei pressi del confine, ad occidente del lago di Garda, il 24 maggio occupa la linea Punta del Cap - Passo di Tremalzo - Monte Nota Monte Carone, con posti avanzati verso la Bocca dei Fortini ed il Passo del Guil, alla dipendenza del Comando Truppe alpine di Val di Ledro (6ª Divisione). Il 27, la 55ª Compagnia occupa il Passo di Bestana; il 2 giugno il Vestone, lasciato quest’ultimo riparto a rinforzo del Val Chiese, si trasferisce in regione Traversole, per assumere il servizio di avamposti nelle posizioni dal Passo di Bestana al Monte Carone, ove gli alpini procedono al rafforzamento dei trinceramenti ed alla costruzione delle vie di accesso. Il 16 al Battaglione è affidata la linea Monte Carone - Monte e passo di Guil - Passo della Rocchetta - Punta dei Larici. Nella zona non si hanno che piccoli scontri di pattuglie; il 26 un ardito nucleo si spinge al rio Ponale, facendo saltare le condutture della centrale elettrica; posti avanzati vengono intanto stabiliti a Cadrione, sui costoni di Leano, a Cima al Bal e verso Pregasina, a guardia delle provenienze della val di Ledro. Nella notte sul 27 luglio, un nostro tentativo per impadronirci di sorpresa dei posti nemici, a nord di Pregasina, non riesce per l’attiva sorveglianza dell’avversario; l’8 settembre, il Plotone volontari Vestone viene aggregato al Battaglione. Fino ai primi di ottobre, nel mentre viene consolidata la nostra difesa (Sottosettore Giudicarie - Brigata Sicilia), numerose pattuglie mantengono desta l’attività bellica del riparto. Il 13, nell’intento di portare la linea di osservazione in avanti, in modo da dominare tutta la riva destra della valle, viene svolta un’azione contro i posti nemici di Cima al Bal e del Nodic, però, soltanto la 55ª Compagnia, 5 6 Cfr. FALDELLA (a cura di), Storia delle Truppe alpine, cit. v. I, pp. 89-148. Lo scoppio della Guerra mobilitò i battaglioni “Valle”: Val d’Intelvi (Compagnie 244ª, 245ª e 247ª), Valtellina (Compagnie 246ª, 248ª e 249ª), Val Camonica (Compagnie 250ª, 251ª e 252ª), Val Chiese (Compagnie 253ª, 254ª e 255ª). Inoltre si costituirono reparti di volontari: 1ª Compagnia volontari, costituita a Morbegno; 2ª Compagnia volontari, costituita a Milano; 3ª Compagnia volontari Val Camonica; Reparto volontari Vestone che, costituito a Brescia, dopo un periodo d’addestramento a Vestone e poi a Preseglie, fu inviato al fronte e fu aggregato al Battaglione Vestone, partecipando ad operazioni nella zona ad occidente del lago di Garda; nell’agosto 1916 fu assorbito dalla 1ª Compagnia volontari. rientrata al Battaglione, riesce ad occupare le qq. 309 e 600, sulle quali si rafforza saldamente; gli altri riparti attaccanti il Nodic sono prima arrestati sotto le difese passive ancora intatte, poi, obbligati a ripiegare in seguito alla reazione avversaria. L’azione è ripresa, il 22 le Compagnie 53ª, 55ª ed una speciale, composta dal Plotone volontari e da alpini scelti, con abile manovra conquistano la posizione nemica del Nodic. Il 28 i posti avanzati vengono nuovamente portati innanzi e la 54ª compie una puntata nell’abitato di Lenzumo, in valle dei Concei, per poi ripiegare su Bezzecca. Nei giorni 8 e 9 novembre il Vestone con le Compagnie 54ª e 91ª si porta a Tiarno inferiore, la 55a è in avamposti alla Fabbrica di magnesia di Bezzecca con distaccamenti a Monte Nae ed a q. 1352, la 53ª è nelle posizioni del Nodic; il 10, il Plotone volontari cessa di dipendere dal Battaglione. Nella zona ha inizio una serie di operazioni tendenti al possesso della vetta di Monte Vies (q. 1696); l’11 la 53ª occupa q. 1572, il giorno seguente q. 1600, respingendo un contrattacco nemico. In seguito le Compagnie si alternano nel servizio di avamposti sulle nuove posizioni. L’8 dicembre comincia la nuova azione per la conquista del predetto monte; la 55ª Compagnia, con riparti del 62° fanteria, che operano su Malga Vies, per due giorni rinnova gli attacchi che, però, vengono arrestati da profonde abbattute e dal tiro di artiglierie e di mitragliatrici; il 10, la 91ª, che nella notte ha sostituita la 55ª, duramente provata, con rapido sbalzo riesce ad aver ragione dell’avversario che ripiega, abbandonando un ingente bottino di guerra; la sommità del monte viene così saldamente occupata. Fino al termine dell’anno, le Compagnie si alternano nel presidio delle posizioni di M. Vies, mentre la 53ª è in linea al Nodic. Anno 1916 II Vestone nei mesi di gennaio e di febbraio, dislocato a Tiarno, provvede, con una Compagnia a turno, all’occupazione delle posizioni di Monte Vies ed a lavori a Bocchetta delle Gombie; la 53ª è sempre sul Nodic. Nella zona non si svolgono avvenimenti di rilievo causa la molta neve che paralizza ogni attività bellica. L’8 marzo, concentrate le tre Compagnie 54ª, 55ª e 91ª a Ponte Caffaro, per Vestone, Vobarno si trasferisce, in ferrovia, a Cividale (12 marzo), passando alla dipendenza del gruppo alpini A (poi 1° gruppo); il 13 si porta a Jezerca, ove, il giorno dopo, è raggiunto dalla 53ª. Il 15 disloca i suoi riparti nella valle dello Slatenik tra il Krasji Vrh e Planina Za Plecam, distaccando fino al 21 la 91ª sul Vrata. Le sue Compagnie sono impiegate in trasporti e lavori vari, lottando contro la tormenta e le valanghe. Il 7 aprile la 91ª cessa di far parte del Battaglione perché assegnata al “Monte Suello” di nuova formazione. Il giorno seguente il Vestone, lasciata la 54ª Compagnia al Krasji Vrh, provvede alla difesa della linea Vrata - Vrsic; quivi nei mesi di maggio e giugno esplica una notevole attività di pattuglie in relazione alle operazioni che si svolgono sulla fronte del Trentino. Il 5 luglio la 54ª lascia le trincee del Krasji per occupare quelle del Vrata. Il 4 settembre, il Battaglione, sostituito in linea dal III/119° fanteria, si riunisce a Jezerca ed il 7 accantona a Log di Cezsoca (sottosettore Saga). Assegnato al comando delle truppe di Monte Rombon, per l’azione contro quella posizione, il 13 si trasferisce a Planina Krnica ed il 15 si ammassa sul rovescio del Cukla, quale riserva di Sottosettore. Nella giornata del 16, la 53ª Compagnia rincalza il “Val Camonica” impegnato per la conquista della q. 1583; vani, però, riescono gli sforzi degli alpini, obbligati in seguito a ripiegare. A sera il Vestone sostituisce i battaglioni maggiormente provati, provvedendo alla difesa della prima linea, fino al 15 ottobre, giorno in cui, ricevuto il cambio dal IV/2 bersaglieri, si riunisce a Log di Cezsoca. Il 17 per Jezerca ritorna al proprio gruppo (1°), il 18 è nelle posizioni del Vrata - Vrsic. Fino ai primi giorni di dicembre, nonostante la neve e le valanghe, numerose pattuglie mantengono desta l’attività bellica del riparto. Negli ultimi giorni dell’anno, le peggiorate condizioni meteorologiche paralizzano ogni azione, obbligando gli alpini ad una vita oltremodo disagiata. Anno 1917 Il 26 gennaio il Vestone, per Jezerca, Magozd, Ponteacco e Reana, raggiunge, il 29, Colloredo di S. Albano, a nord di Udine, nella cui zona si concentrano i gruppi alpini 1° e 2° per riorganizzare i riparti e svolgere speciali istruzioni. Destinati alla 52” divisione (XX Corpo d’armata), i gruppi nella prima decade di marzo iniziano il trasferimento sull’altopiano dei Sette Comuni; il Vestone, il 16, è trasportato in ferrovia a Primolano, il 18 accantona a Baita dell’Aja per provvedere, il 19, alla difesa della prima linea di Cima del Campanaro, ove rimane senza avvenimenti notevoli, fino all’11 maggio. A quella data, sostituito nelle trincee, disloca le sue Compagnie a Malga Moline, Malga Pastori e Cima delle Saette, impiegandole in lavori difensivi e stradali. Per la imminente battaglia dell’Ortigara, il Battaglione, destinato a far parte, insieme al Mondovì, della prima ondata (colonna di sinistra divisionale) con obbiettivo la conquista delle difese nemiche dei Ponari, il 7 giugno si ammassa a Pozza dell’Ortigara. Il 10, dopo un lungo ed intenso bombardamento, lancia le sue Compagnie all’attacco; superata una prima fascia di cavalli di frisia, gli alpini, rincalzati dal Bicocca, tentano di superare la spessa cintura di reticolati che circonda le trincee avversarie, ma la nebbia, che aveva favorita l’avanzata, improvvisamente diradatasi, agevola la reazione del nemico che li obbliga a retrocedere alquanto. La battaglia ha una sosta; il Vestone, sistemata la nuova linea, la sera dell’11 la cede al Monte Saccarello ed al Val Tanaro e ritorna nelle posizioni di partenza, per poi accampare il 13 a Busa Fonda di Moline. Ultimati i preparativi per la ripresa dell’azione, il 16, col Monte Clapier e col Val d’Ellero, provvede alla difesa della linea di vigilanza Corno della Segala - Busa della Crea. Nella giornata del 19, mentre gli altri battaglioni conquistano l’Ortigara (q. 2101), agisce dimostrativamente con numerose pattuglie. Il mattino del 25, per il violento contrattacco nemico, che ci ritoglie la cresta del monte, anche i cocuzzoli del Corno della Segala devono essere abbandonati; ma a sera, con decisa manovra, le posizioni vengono riconquistate. Il 28 il Vestone, cedute le linee al Valle Stura, ritorna a Busa Fonda di Moline per accampare, il giorno seguente, tra Cima della Caldiera e Cima della Campanella, ove rimane fino al 21 luglio, attendendo a lavori difensivi. Dal 22 al 17 agosto presidia la linea di vigilanza Cima del Campanaro - Pozza dell’Ortigara, linea che, nella notte sul 18, viene fatta arretrare su quella di resistenza Cima del Campanaro - q. 2012 - Cima della Campanella q. 1966. Nel giorno successivo, cedute le trincee al Monte Spluga, il Battaglione accampa a Cima della Caldiera, per essere adibito in lavori difensivi fino al 22 settembre. Ritorna quindi in prima linea fino al 21 ottobre, svolgendo una intensa attività di pattuglie. Il 22 accampa sul rovescio di Cima della Caldiera e di Cima della Campanella. II 7 novembre, in seguito all’avanzata delle truppe austro-tedesche nella pianura veneta, anche sull’altopiano hanno inizio i movimenti di ripiegamento sulle linee di difesa prestabilite. Il Vestone, col Monte Baldo, costituisce un distaccamento di copertura e prende posizione su Costa Alta, estendendo la sua destra fino al Pizzo (est di Val d’Antenne) e collegandosi con le truppe del XVIII Corpo d’ armata, per proteggere il ripiegamento della 52 a Divisione. Il 10 si hanno i primi scontri con le pattuglie nemiche che, risalendo la val Pertica, s’infiltrano tra i nuclei di protezione; l’11, avendo 1’avversario aggirata l’ala destra (55a Compagnia) che dopo strenua resistenza è sopraffatta, il Battaglione ripiega sulla cima di Val d’Antenne (q. 1554). Il 12 la nostra difesa è portata a Gasare del Tombal; sotto la protezione di un riparto di arditi, il Vestone, il 13, scende a Valstagna per accampare il giorno seguente nei pressi di Roncobello, in val Brenta. Il 16, la 54 a Compagnia si porta in linea allo sbarramento di San Marino, nuclei di protezione vengono distaccati il 18 a Valcapra ed a Valgoda, il 20 la 53ª sostituisce in trincea la 54ª. Il 21, un primo attacco obbliga il Plotone della 53a a ripiegare, ma nel pomeriggio un contrattacco sferrato dalla 248ª del Valtellina riesce a respingere il nemico. Nella giornata del 23, l’avversario, sostenuto da violento fuoco di artiglieria, rinnova l’azione; respinto una prima volta, avanzando per le falde del versante sinistro della valle, irrompe sul rovescio delle posizioni e, dopo breve ma accanita lotta, ne accerchia il presidio del quale pochi sfuggono alla cattura. Riuscito vano il contrattacco sferrato, lo sbarramento della valle è stabilito a La Grottella e le Compagnie 54a e 55a del Vestone prendono posizione a Col Carpenedi ed allo sbocco di val Gàdena, mentre la 53a, in parte ricostituita, rimane sotto i roccioni di Sasso Rosso, in rincalzo, per poi spostarsi nel vallone di Sasso Stefani. Sino alla fine dell’ anno il Battaglione rimane a presidio delle predette posizioni, alternando le Compagnie nel servizio di prima linea e svolgendo azioni di pattuglia, in relazione alle operazioni svolgentesi sul Grappa e sugli altopiani. Anno 1918 Il Vestone continua a presidiare le trincee di Col Carpenedi - val Gàdena, senza avvenimenti notevoli, ad eccezione dì un breve impiego della 53 a Compagnia, che concorre con riparti del 10° gruppo a respingere attacchi nemici sul Cornone, dal 28 gennaio al 3 febbraio. Il 22, sostituito dal III/255° fanteria, si trasferisce alla testata della Vallicella per assumere la difesa dei trinceramenti della cima e della cengia del Cornone. Il 6 marzo, passato a far parte del 5° gruppo (II raggruppamento), scambia le proprie posizioni con quelle occupate dal Valtellina a Col Piangrande, a Col Ventidueore ed a Costa Grigio, ove rimane fìno al 17 marzo, giorno in cui si porta nella parte occidentale della Vallicella, in riserva. Il 21 invia riparti in linea in rincalzo delle truppe impiegate per ricacciare un attacco nemico; il 23 si riunisce a Valrovina ed il 25 accantona in contrada Borgo San Felice, nella zona di Vicenza, ove si riordina la 52 a Divisione che viene costituita interamente col I e col II raggruppamento. Il Battaglione a tutto maggio svolge istruzioni varie, il 1° giugno, spostandosi il raggruppamento nei pressi di Marostica, per costituire riserva di armata, in previsione dell’offensiva nemica, si trasferisce a nord est di Schiavon; il 15 disloca le Compagnie tra il Monte Bertiaga e la Montagnola, compiendo ricognizioni nella zona ed esercitazioni sulla linea marginale del XIII Corpo d’armata, dal Monte Lampreche a Osteria Puffele. Il 4 luglio rileva riparti della brigata Teramo nelle posizioni di Col del Rosso, ove, fìno al 17, svolge attiva azione di pattuglie, provvedendo alla sistemazione delle fortificazioni. Il 18 accampa in val Forcella e sulle pendici sud-est di Monte Melago, il 26 si riunisce a Sassi (Santa Caterina di Lusiana), rimanendovi fìno al 7 ottobre, impiegando i riparti in istruzioni varie. Dopo altri spostamenti, insieme al raggruppamento, rimanendo a Lupiola (nord-est di Vicenza), dall’ 8 al 15, ed a Castigliano sul Brenta, dal 16 al 23, all’inizio della battaglia di Vittorio Veneto, il 24, è dislocato a Sant’Apollinare (Asolo). Il 27, effettuato a viva forza il passaggio del fiume dalle truppe della 23a Divisione francese e dal I raggruppamento, insieme al 5° gruppo, quale riserva divisionale (52a), si ammassa a Palazzo Neville; il 28 si sposta a Curogna, il 29 passa il fiume, al ponte di Molinetto, raggiungendo il 30 Valdobbiadene. Il 31 il gruppo riceve 1’ordine di valicare il nodo montano del Cesen, di puntare su Lentiai in fondo val Piave e, passato il fiume a Busche, impedire la ritirata di riparti nemici, sbarrando le rotabili e la linea ferroviaria ad ovest della predetta località. Il Vestone si porta a Colderù; il giorno successivo, ristabilita con mezzi d’ occasione la comunicazione attraverso il Piave, raggiunge lo Spluga, già passato sulla riva destra, per stabilire una testa di ponte, e, portatosi a Pez, disloca due Compagnie a q. 428 e nelle vicinanze di q. 329 con posti di osservazione a q. 447 - Cascina S. Vito - sponda destra del rio Salmenega. Il giorno 2, il gruppo si sposta in avanti spingendo ricognizioni fin a prendere contatto col nemico in ritirata. Il Battaglione, occupato Cesio Maggiore, provvede al servizio di sicurezza ed invia pattuglie lungo la val Cordevole fino alle ore 15 del giorno 4, quando cessano le ostilità per l’avvenuto armistizio”. Ufficiali del Battaglione Vestone morti in combattimento, in seguito a ferite o in prigionia: Tenente Luraghi Francesco, nato a Milano, morto a Monte Ortigara il 10 giugno 1917; Sottotenente Accomando Domenico, nato a Palermo, morto a Pregasina il 13 ottobre 1915; Sottotenente Amadei Amedeo, nato a Salò, morto a Monte Vies il 9 dicembre 1915; Sottotenente Balatti Giovanni, nato a Mese, morto a Monte Ortigara il 10 giugno 1917; Sottotenente Bollani Luigi, nato a Ponte Lambro, morto a Monte Vies il 16 novembre 1915; Sottotenente Borrato Ludovico, nato a San Biagio di Callalta, morto a Monte Vies l’8 dicembre 1915; Sottotenente Galli Pietro, nato a Senno, morto al Ponale il 10 aprile 1916; Sottotenente Marchelli Bartolomeo, nato a Milano, morto a Monte Cukla il 18 settembre 1916; Sottotenente Morassi Riccardo, nato a Cercivento, morto a Monte Cukla il 18 settembre 1916; Sottotenente Pizzi Luigi, nato a Parma, morto a Monte Vies l’8 dicembre 1915; Sottotenente Roncareggi Angelo, nato a Valbrona, morto a Jezerca il 6 novembre 1916; Sottotenente Scala Sergio, nato a Verona, morto a Monte Vies l’8 dicembre 1915; Sottotenente Serra Giovanni, nato a Sampierdarena, morto a Monte Cukla il 16 settembre 1916; Aspirante Noris Michele, nato ad Alzano Maggiore, morto a Romanterra (per valanga) il 9 marzo 1916. Militari del Battaglione Vestone decorati con Medaglia d’argento e di bronzo al Valor militare: Medaglia d’argento: Ufficiali n. 19. Truppa n. 19. Medaglia di bronzo: Ufficiali e militari di truppa n. 42. Ufficiali superiori e capitani comandanti di Battaglione7 Capitano Venini Corrado, dal 24 maggio 1915 al 14 novembre 1915, interinale; Tenente Colonnello Campesato Augusto, dal 15 novembre 1915 all’1 agosto 1917; Capitano Vertova Antonio, dal 2 agosto 1917 al 5 settembre 1917; Capitano Ghiglione Valentino, dal 6 settembre 1917 al 24 ottobre 1917; Capitano Crespi Daniele, dal 25 ottobre 1917 al 3 novembre 1917; Capitano Botti Giuseppe, dal 4 novembre 1917 al 19 novembre 1917; Capitano Rean Tiburzio, dal 20 novembre 1917 al 23 novembre 1917 (prigioniero); Capitano Rejna Arturo, dal 23 novembre 1917 al 10 marzo 1918; Maggiore Prete Eugenio, dall’11 marzo 1918 al termine della guerra. 7 Il tenente colonnello Moretti Antonio, comandante titolare del Battaglione dal 24 maggio 1915 all’8 novembre 1915, ha tenuto per tutto il predetto periodo il comando delle Truppe alpine di Val di Ledro, lasciando quello del Battaglione al capitano Venini. Servizi prestati durante la Grande Guerra dal Battaglione Vestone in linea ed in zona di riposo: Anno 1915 Permanenza in linea Dal 24 maggio al 31 dicembre (Val di Ledro: Punta del Cap - Passo di Tremalzo - Monte Nota Regione Traversole - Passo di Bestana - Monte Carone - Monte e Passo di Guil - Passo della Rocchetta - Punta dei Larici - Cima al Bal - Nodic - Fabbrica di magnesia di Bezzecca - Monte Nae - q. 1352 - qq. 1572 e 1600 - Monte Vies). Permanenza in zona di riposo, lavori, trasferimenti, ecc. No Anno 1916 Permanenza in linea Dal 1° gennaio al 7 marzo (Monte Vies - Monte Nodic). Dal 15 marzo al 3 settembre (Settore Monte Nero: Vrata - Vrsic - Krasji Vrh). Dal 15 settembre al 14 ottobre (Monte Cukla). Dal 18 ottobre al 31 dicembre (Settore di Monte Nero: Vrata - Vrsic). Permanenza in zona di riposo, lavori, trasferimenti, ecc. Dall’8 al 14 marzo (Ponte Caffaro - Vestone - Vobarno. Trasferimento: Cividale - Jezerca). Dal 4 al 14 settembre (Jezerca - Log di Cezsoca - Planina Krnica). Dal 15 al 17 ottobre (Log di Cezsoca - Jezerca). Anno 1917 Permanenza in linea Dal 1° al 25 gennaio (Settore di Monte Nero : Vrata - Vrsic). Dal 19 marzo al 10 maggio (Monte Ortigara - Cima del Campanaro). Dal 7 al 27 giugno (Pozza dell’Ortigara - Battaglia dell’Ortigara). Dal 22 luglio al 17 agosto (Cima del Campanaro - Pozza dell’ Ortigara - Cima della Campanella). Dal 22 settembre al 21 ottobre (Cima del Campanaro - Cima della Campanella). Dal 7 novembre al 31 dicembre (Ripiegamento: Costa Alta - Cima di Val d’Antenne - Casare del Tombal - Valstagna - Roncobello - Sbarramento di S. Marino - Sbarramento di La Grottella: Col Carpenedi - Val Gàdena). Permanenza in zona di riposo, lavori, trasferimenti, ecc. Dal 26 gennaio al 18 marzo (Jezerca - Magozd - Ponteacco - Reana - Colloredo di Albano. Trasferimento: Primolano - Baita dell’Aja). Dall’11 maggio al 6 giugno (Malga Moline - Malga Pastori - Cima delle Saette). Dal 28 giugno al 21 luglio (Busa Fonda di Moline - Rovescio di Cima della Caldiera - Cima della Campanella). Dal 18 agosto al 21 settembre (Cima della Caldiera). Dal 22 ottobre al 6 novembre (Cima della Caldiera). Anno 1918 Permanenza in linea Dui 1° gennaio al 22 marzo (Col Carpenedi - Val Gàdena - Cornone - Vallicella). Dal 4 al 25 luglio (Col del Rosso - Val Forcella - Monte Melago). Dal 29 ottobre al 4 novembre (Passaggio del Piave al ponte di Molinetto - Valdobbiadene Colderù - Ponte di Busche - Pez - Cesio Maggiore). Permanenza in zona di riposo, lavori, trasferimenti, ecc. Dal 23 marzo al 3 luglio (Valrovina - Contrada Borgo S. Felice [Vicenza] - Schiavon - Monte Bertiaga - La Montagnola). Dal 26 luglio al 28 ottobre (Sassi - Lupiola - Castigliano sul Brenta - S. Apollinare - Palazzo Neville - Curogna). Riepilogo Permanenza in linea Anno 1915: mesi 7, giorni 11; Anno 1916: mesi 11, giorni 14; Anno 1917: mesi 7; Anno 1918: mesi 3, giorni 20; Totale: mesi 29 e giorni 15. Riposo Anno 1916: giorni 21; Anno 1917: mesi 5, giorni 5; Anno 1918: mesi 6, giorni 18; Totale: mesi 12 e giorni 14. Riepilogo delle perdite subite dal Battaglione Vestone 1915 Val di Ledro - Monte Vies (24 maggio - 31 dicembre): 6 morti e 4 feriti tra gli ufficiali; 25 morti, 97 feriti e 8 dispersi tra la truppa. 1916 Monte Vies - Nodic (1° gennaio - 8 marzo): 1 ufficiale ferito; 2 morti e 13 feriti tra la truppa. Monte Vrata - Monte Vrsic (15 marzo - 3 settembre): 1 morto e 3 feriti tra gli ufficiali; 4 morti e 39 feriti tra la truppa. Monte Cukla (15 settembre - 14 ottobre): 3 morti e 4 feriti tra gli ufficiali; 12 morti, 168 feriti e 3 dispersi tra la truppa. Monte Vrata - Monte Vrsic (18 ottobre - 31 dicembre): 1 ufficiale morto; 3 morti e 4 feriti tra la truppa. In totale durante l’anno 1916: 5 morti e 8 feriti tra gli ufficiali; 21 morti, 224 feriti e 3 dispersi tra la truppa. 1917 Cima del Campanaro (Monte Ortigara) (19 marzo - 10 maggio): 1 ferito tra gli ufficiali; 1 morto e 10 feriti tra la truppa. Battaglia dell’Ortigara (7 - 27 giugno): 2 morti e 11 feriti tra gli ufficiali; 55 morti, 403 feriti e 55 dispersi tra la truppa; Zona di Monte Ortigara (22 luglio - 21 ottobre): 5 ufficiali feriti; 1 morto e 21 feriti tra la truppa; Ripiegamento - Sbarramento della val Brenta (7 novembre - 31 dicembre): 2 feriti e 22 dispersi tra gli ufficiali; 3 morti, 20 feriti e 524 dispersi tra la truppa; In totale durante l’anno 1917: 2 morti, 19 feriti e 22 dispersi tra gli ufficiali; 60 morti, 454 feriti e 579 dispersi tra la truppa. 1918 Sbarramento della val Brenta (Col Carpenedi - Val Gàdena - Cornone) (1° gennaio - 22 marzo): 2 ufficiali feriti; 3 morti e 10 feriti tra la truppa; Col del Rosso - Val Forcella - Monte Melago (4 - 25 luglio): 1 ufficiale ferito; 6 morti e 39 feriti tra la truppa. In totale durante l’anno 1918: 3 ufficiali feriti; 6 morti e 39 feriti tra la truppa. In totale durante il conflitto: 13 morti, 34 feriti e 22 dispersi tra gli ufficiali; 112 morti, 814 feriti e 590 dispersi tra la truppa8. 8 M INISTERO DELLA GUERRA. COMANDO DEL CORPO DI STATO M AGGIORE. U FFICIO STORICO, Riassunti storici dei Corpi e Comandi nella Guerra 1915-1918. Alpini. Reggimenti - Battaglioni, v. X, p. II, Roma 1931, pp. 573-584.