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battaglione fanteria montagna 30

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battaglione fanteria montagna 30
Corriere del Ticino
??? FEBBRAIO 2008
???
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BATTAGLIONE FANTERIA
MONTAGNA 30
A cura di magg Nizzola, sgtc Delfini, sgt Rusconi
Il nuovo Comandante
Il braccio del capo
Il mio primo corso come comandante del 30
Lo Stato Maggiore di battaglione
¤ Diversi sono i cammini che
ci hanno condotti in Svizzera
orientale per il corso di ripetizione 2008, uguale è il compito
che ci ha accomunati tutti: ufficiali, sottufficiali e soldati indistintamente.
Il nostro compito, svolto con impeccabile professionalità, consisteva nell’essere essere il primo
battaglione di fanteria di prontezza dell’esercito Svizzero per il
2008. Questo ha significato che
durante tutto il corso eravamo
pronti ad intervenire su tutto il
territorio nazionale per impieghi
sussidiari di sicurezza o di salvaguardia delle condizioni esistenziali in caso di incidente maggiore, sia esso una catastrofe naturale o tecnologica. Eravamo pronti ma fortunatamente non siamo
stati impiegati.
La compagnia fant mont 30/4, è
stata confrontata con un impiego sussidiario di sicurezza a Ginevra e Berna («AMBA CENTRO») e ha fatto onore al nostro
battaglione. Produrre sicurezza a
favore della nostra popolazione
e per i nostri ospiti stranieri, significa assicurare gli interessi in
materia di politica di sicurezza
della Svizzera, ed essere, volenti o
nolenti, sotto la lente ed i riflettori dell’opinione pubblica.
Un primo bilancio del corso appena svolto è positivo. Dopo aver
insistito a lungo nel ricercare assieme ai quadri le soluzioni ideali per un andamento del servizio
efficace ed efficiente, nonché un
servizio di guardia ineccepibile,
posso sottolineare con piacere i
costanti miglioramenti da noi effettuati nel corso delle tre settimane. Le retrovie sono la base per
garantire un’istruzione ed una
condotta professionali; la marcia
del servizio è la baita di montagna, inerpicata su pendii impervi in mezzo alla tormenta, ma si-
¤ Che ogni comandante sia la testa dell’unità che comanda è risaputo e pure logico. Ma anche il
migliore comandante ha bisogno
di collaboratori fidati e pronti al
lavoro per concretizzare le sue
idee ed i suoi ordini. Fidata spalla del ten col SMG Renato Bacciarini, sono gli oltre 16 ufficiali
dello Stato Maggiore, condotti dal
magg Giovanni Ortelli che ci confida «non è facile condurre degli
ufficiali con livelli di preparazione e funzioni diversi, è stata per
me una sfida».
Spesso si pensa che gli ufficiali di
uno Stato Maggiore abbiano raggiunto l’apice della loro carriera,
niente più terreno alla mercè delle intemperie, pasti sopraffini e,
quattro settimane di servizio considerate quasi come quattro settimane in più di vacanza all’anno…… sarebbe bello ma le cose
stanno in un altro modo……
Gli ufficiali del comandante cominciano a lavorare molto prima
dell’inizio effettivo del corso di ripetizione con la preparazione del
“pacchetto ordini” che servirà ai
comandanti di compagnia alla
preparazione e alla condotta del
corso vero e proprio. La prima
settimana di servizio, il corso quadri dove si toglie la polvere dalle
conoscenze militari, è subito incominciata con un esercizio dove si è iniziato a preparare la stesura di un ordine d’impiego per
il battaglione.
La prima settimana di corso ancora due esercizi, uno condotto
dal comandante della brigata fanteria montagna 9, brigadiere Stefano Mossi, ed un altro per continuare l’esercizio “CENTRO” cominciato durante il corso quadri.
La terza settimana si prosegue
con l’esercizio con la data d’ordine ai comandanti di compagnia
al fine di portare quello programmato sulla carta e sulle enormi
IL COMANDANTE ten col SMG
R. Bacciarini.
cura, col focolare acceso. Se qualcuno tra voi non ha potuto approfittare di qualche ora di sonno a
causa di esplorazioni aggressive
nei vari settori di compagnia da
parte mia, sappiate che è stato solo per una buona causa.
Lo spirito di gruppo, l’amicizia e
la disponibilità riscontrata mi
hanno fatto molto piacere. Avanti così – il motore diesel ora è carburato e la turbina calda – il 30
siete voi!
Lo sforzo principale della seconda e terza settimana è stato dedicato all’istruzione di reparto culminata con esercizi di impiego e
di tiro a livello di compagnia. Si è
trattato di applicare tutti gli insegnamenti appresi a favore del battaglione, in modo da poter assolvere i compiti assegnatici con
successo. Non bisogna dimenticare che quanto esercitato quest’anno sarà di fondamentale importanza per il corso del 2009 dove il battaglione sarà impiegato
per il World Economic Forum di
Davos. Questo corso è stato l’ultimo banco di prova in vista dell’impiego del 2009. A Davos sbagliare non sarà più permesso.
È stato un corso dove ho imparato a conoscere i miei soldati ed
a farmi conoscere da loro, consolidando quanto fatto in precedenza. Un ringraziamento è dovuto alle famiglie dei militi del
«30» che hanno sostenuto il battaglione e i suoi militi durante il
servizio, Un grazie va anche ai
militi, alla loro applicazione e
dedizione.
Ai quadri in generale chiedo per
il 2009 maggiore responsabilità e
coscienza nei compiti ricevuti e
questo a favore del successo finale dei soldati.
Ora abbiamo visto cosa funziona
bene e cosa possiamo e dobbiamo migliorare, per il «30», per
l’Esercito, per il Paese, per noi cittadini-soldati affinché si possa dire che il battaglione fanteria montagna trenta è pronto ad assolvere i compiti assegnati:
Sempre e Ovunque
Ten col SMG Renato Bacciarini
I comandanti di Compagnia del Battaglione 30
Cp SM fant mont 30
I ten Dinh
Gossau (SG)
Cp log fant mont 30
magg Veri
Flawil
Cp fant mont 30/1
cap Rigozzi
Schwellbrunn
Cp fant mont 30/2
cap Leonardi
Waldstatt
Cp fant mont 30/3
I ten Giugni
Waldkirch - B’zell
Cp fant mont 30/4
cap Morosi
«AMBA CENTRO» (GE)
Cp lm bl 30/5
I ten Gottardi
Non in servizio
Cp lm 8,1 ad hoc
magg Kohler
Nesslau
pareti di condotta tappezzate di
cartine e grafici.
L’ufficiale dello Stato Maggiore è
quasi sempre fuori, sul terreno a
fare da coach ai comandanti di
compagnia e quando rientra la
sera sbriga fino a tarda notte le
montagne di carta che si sono accumulate durante la giornata.
Lo Stato Maggiore ha come compito quello di appoggiare il comandante in tutte le attività di
condotta. Nella fase di prepara-
zione della decisione, lo Stato
Maggiore appoggia il comandante acquisendo e diffondendo le
informazioni influenti per la decisione da prendere elaborando
delle possibili soluzioni.
Visto tutto questo, perché allora
un ufficiale è spinto ad entrare in
uno Stato Maggiore? La soddisfazione di vedere un battaglione girare come fosse un meccanismo
di un orologio di precisione svizzero.
I comandanti di Compagnia del Battaglione 30
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Corriere del Ticino
??? FEBBRAIO 2008
Corriere del Ticino
??? FEBBRAIO 2008
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Impiego «AMBA CENTRO»
La compagnia fant mont 30/4 in impiego a Ginevra e Berna
¤ Quest’anno la compagnia 30/4
comandata dal capitano Christian Morosi, è distaccata dal resto del battaglione per assolvere
il compito di protezione alle ambasciate a Ginevra e, con una sezione, a Berna.
Doveroso dunque per il comandante di battaglione andare a visitare i suoi uomini in impiego. È
il comandante ad accoglierci e a
mostrarci il centro d’impiego, dove si trova il turno dei militi in servizio. La compagnia rinforzata
anche con soldati d’altre unità, è
suddivisa, infatti, in tre gruppi:
mentre due si alternano tra servizio e riposo ogni 12 ore circa, il
terzo si concede il meritato congedo a casa (50 ore), e via così per
un ciclo di turni ininterrotti sull’arco di due settimane. Tale, di
fatto, è la durata dell’impiego visto che i primi giorni sono dedicati all’istruzione e gli ultimi alla
smobilitazione.
Entriamo nella sala di condotta,
dove le foto e gli schemi alle pareti visualizzano gli oggetti da proteggere, le loro caratteristiche e i
compiti. Di tutto ciò non vedrete
foto alcuna, perché come comprensibile, ci viene proibito. Provveduto a cancellare la foto già imprudentemente scattata, vengo a
scoprire che le postazioni da sorvegliare sono molte. Qui si coordinata e si conduce, ed è ancora
qui che vengono valutate le situazioni sospette segnalate dai piantoni.
Dando un’occhiata agli accantonamenti, l’impressione è più che
solo per la difesa personale. Appeso al giubbotto anti proiettili di
uno dei due piantoni possiamo
allora costatare uno strumento
essenziale del servizio, ossia il telefonino con cui comunicare con
la centrare d’impiego, o, in caso
di pericolo grave, direttamente
con la polizia con una parola in
codice.
È con un certo dispiacere che ci
avviamo verso l’elicottero che ci
riporterà a Herisau, anche per il
profumo di pollo arrosto che un
gruppo sta addentando con appetito. Malgrado le immancabili
battute sulla cucina militare, anche da questo punto di vista le cose sembrano andare mica male.
LA COMPAGNIA 30/4 Una delle sezioni della compagnia ticinese
impiegata.
positiva. Il debito di sonno e i
continui spostamenti tra i luoghi
d’impiego e di riposo non hanno
tolto il buon umore, lo spirito di
gruppo e un certo stile di comportamento.
L’effetto sorpresa fa sì che non tutti si rendono conto per tempo di
avere di fronte il comandante del
battaglione, ma i dialoghi sono
sempre cortesi e franchi, indice
di presenza viva e impegnata; si
riparte con la sensazione positiva
di una buona accoglienza e con
una certa soddisfazione.
E via dunque nel traffico ginevrino per andare a toccare con mano i dispositivi. A coppie stazionano alle entrate cercando di individuare eventuali minacce, o
movimenti sospetti. «Siamo feli-
Cap Luigi Pessina
Cappellano bat fant mont 30
ci di essere qui» ci dice sornione
un soldato di guardia ad un’entrata. Ecco conferma del buon
umore della truppa, aiutato in
questi giorni anche dalla meteo
quasi primaverile.
Dai dialoghi emerge qua e là il
dubbio che la sorveglianza dell’esercito sia un tantino superflua.
Ogni ambasciata possiede, infatti, già al suo interno un proprio dispositivo di sicurezza, che in certi casi è a dir poco imponente.
Intuendo l’obbiezione, in precedenza il responsabile della polizia
militare preposto al servizio «AMBA CENTRO», ci aveva spiegato
che non è compito dei soldati di
proteggere, ma solo di sorvegliare e se del caso allertare la polizia. L’arma in questo caso serve
Visita di una delegazione politico-militare ticinese
Il 31 gennaio il battaglione si è presentato alle autorità.Tra gli ospiti anche l’onorevole L. Pedrazzini
¤ Il tempo era incerto, la nebbia,
la pioggia e la neve imperversavano sulla Svizzera orientale. Ci
sarà la visita? L’incertezza regna,
i contatti con i piloti degli elicotteri che avrebbero dovuto portare la delegazione politico-militare al di là delle alpi sono frequenti. Sì, no, forse fino a mercoledì
sera quando le forze aeree hanno dato il loro assenso al volo, con
una piccola modifica: viaggio con
veicoli militari da Magadino ad
Altdorf, quindi volo in elicottero
fino a Bernhardzell, località dove sarebbe cominciata la visita.
Il battaglione era pronto! Per volere del comandante la visita sarebbe stata un «vedere quello che
i nostri soldati fanno normalmente, niente show, niente programmi pretenziosi, unicamente il nostro lavoro quotidiano di istruzione, secondo i programmi»
Finalmente alle 1030 gli elicotteri atterrano, scaricando le molte
personalità del mondo politico e
militare del Cantone Ticino. Rappresentanti di spicco del mondo
politico, la presidente del Gran
I POLITICI Monica Duca-Widmer
alla visita.
Consiglio Monica Duca-Widmer
ed il consigliere di Stato Luigi Pedrazzini. Al loro seguito presidenti di circoli ufficiali e sottufficiali,
ufficiali in pensione e giornalisti.
Dopo un caffè ristoratore e la presentazione del comandante di
battaglione, gli ospiti si sono spo-
stati con i veicoli militari verso la
prima piazza di tiro dove la compagnia fant mont 30/2 del cap
Leonardi stava effettuando un
esercizio di sezione «combattimento di località».
Dopo la prima dimostrazione, gli
ospiti si sono recati a Hintere Au
dove sono stati raggiunti per il
pranzo dal consigliere di Stato del
Canton Appenzello interno e dal
landamano del canton Appenzello Esterno.
Dopo un succulento pranzo sapientemente preparato da un team di cuochi provenienti dalle
varie compagnie, è stato il momento dell’incontro con i soldati in attesa dell’inizio dell’esercizio di tiro della compagnia fant
mont 30/1del cap Rigozzi, dove,
oltre al tiro si è potuto vedere anche in azione il veicolo sanitario
Pirahna che è intervenuto per
evacuare i feriti magistralmente
truccati dalla regia dell’esercizio.
Buona notizia in fine di giornata,
il tempo è migliorato, gli ospiti
possono tornare in elicottero direttamente in Ticino.
I POLITICI L’onorevole L. Pedrazzini alla visita.
GLI OSPITI D’ONORE Tra gli ospiti vi erano vari membri delle associazioni paramilitari ticinesi,politici,ecc.
VIAGGIO IN SUPER PUMA Arrivo
a Bernhardzell in elicottero.
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Corriere del Ticino
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L’esercito di milizia
L’importanza del cittadino-soldato
¤ Ogni anno riponiamo gli abiti
civili negli armadi e togliamo dalla naftalina i panni grigio-verdi,
o meglio mimetici, che indosseremo per tre settimane durante il
corso di ripetizione.
Oggi giorno è sempre più attuale il discorso se sia opportuno o
meno togliere dall’economia privata i cittadini per mandarli in
servizio con tutti i problemi che
il mondo del lavoro sta vivendo
oggi, compresa una certa precarietà dei posti di occupazione.
Conseguenza di questa situazione è l’aumento delle richieste di
dispensa che alla fine hanno portato quasi ad una riduzione degli
effettivi entrati in servizio del 50%.
Se così tanti ottengono una dispensa, perché bisogna ancora
«andare a militare»? Sono forse
ingenui coloro che non richiedono di spostare il corso di ripetizione?
Macchiavelli ha risposto a questa domanda chiaramente e, oso
affermare, definitivamente con
una delle sue più celebri opere:
il Principe dove spiega che molto meglio sono quelle nazioni
che affidano la loro sicurezza ai
propri cittadini-soldati piuttosto
che ad eserciti mercenari, o comunque a terzi. Ma cosa vuol dire esattamente con questo? Già
i romani all’apice della loro opulenza iniziarono a disdegnare la
carriera militare o il semplice
«servire Roma», delegando ad altri tutti quei compiti che loro non
volevano fare con il risultato di
indebolire pesantemente le frontiere dell’impero ed in questo
modo facilitare le invasioni barbariche. Certo oggi non rischiamo di essere invasi dai «barbari» che ad orde violano i nostri
confini, ma, ed un ma c’è sempre, dobbiamo essere pronti a
difenderci da altri tipi di minacce, a stare al passo con i tempi
al fine di adattare sempre al meglio il nostro esercito per poter
affrontare i mutevoli cambiamenti della situazione geopolitica e garantire la protezione di
noi cittadini.
Non dobbiamo vivere nella falsa
illusione che da noi non succederà mai niente, che viviamo su
di un’isola felice che non potrà
mai essere minacciata da nessun
uragano, basta ricordare il forte
senso di sicurezza e di inviolabilità che si respirava negli Stati
Uniti d’America prima del 11 settembre 2001. Non bisogna neanche esagerare in negativo vedendo in ogni cosa un potenziale nemico, bisogna semplicemente
stare all’erta essere pronti, e chi
meglio del cittadino-soldato può
essere pronto per difendere quello che è suo, quello che ama ed il
suo sistema di vita.
Il cittadino-soldato è il tramite
tra civile e militare, è colui che
porta il valore aggiunto in servizio con il suo bagaglio di esperienze e conoscenze di cui il
mondo militare ha bisogno per
poter costantemente migliorare
e funzionare al meglio sfruttando tutte le sinergie possibili.
Queste sinergie aiutano il nostro
esercito a rinnovarsi continua-
mente con una spesa minima,
sfruttando le conoscenze del singolo.
Il sistema di milizia è anche punto di incontro tra realtà sociali
diverse che nella vita senza divisa spesso non si scambiano più
di un cortese saluto. Questo incontro/scontro di mentalità o di
sistemi di vita aiutano il cittadino-soldato ad una migliore comprensione del nostro Paese con
tutte le sue sfaccettature.
Questo aspetto di fusione delle
varie realtà civile quando si indossa la divisa, non è il fattore
principe per mantenere un sistema di milizia, ma è un elemento di forte coesione nazionale,
indipendentemente da quale regione linguistica e culturale un
milite provenga, ha in comune
con tutti gli altri cittadini i giorni che ha passato in grigio-verde, questo dovere, forse l’ultimo
dovere in un mondo basato quasi esclusivamente sui diritti, che
ogni cittadino è chiamato a svolgere.
Volontà, Lealtà e Fedeltà
I valori del battaglione fanteria montagna 30
¤ Volontà
Solamente con disciplina, iniziativa e disponibilità a favore dei
camerati possiamo raggiungere
i nostri obiettivi. I quadri applichino la loro volontà a favore
della nostra truppa, e i soldati
per i propri camerati. L’attitudine personale e collettiva è fondamentale: è la nostra immagine verso l’esterno.
Mostriamo sempre alla gente dei
luoghi che ci ospitano per i cor-
si di ripetizione, i nostri principi di rispetto, tolleranza ed educazione.
Lealtà
Il compito ricevuto è sempre al
centro delle nostre riflessioni e
attività, ma anche l’uomo deve
essere posto al centro; senza
ogni singola persona, senza ogni
singolo milite del 30, non vi sarebbe nessun 30 e nessuna missione potrebbe essere assolta.
Per questo bisogna identificarsi con il compito ricevuto e rispettiamo gli uomini che lo eseguono.
Fedeltà
Significa innanzi tutto essere coscienti del compito, delle responsabilità indipendentemente da
grado e funzione ricoperti; umiltà, modestia e onestà d’intenti
con noi stessi e soprattutto con
gli altri.
... dal fronte
Stiamo
già preparando
le prossime
generazioni...
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