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Biografia del Preside Rettore Cav. Pasquale Celli
Il Preside Rettore Cav. Pasquale Celli – Antonio Pagliaro ANTONIO PAGLIARO Il Preside Rettore Cav. Pasquale Celli Maddaloni – 31 Dicembre 2015 1 Il Preside Rettore Cav. Pasquale Celli – Antonio Pagliaro Il Preside Rettore Cav. Pasquale Celli Nel Convitto Nazionale “Giordano Bruno” di Maddaloni, il 20 settembre 1894, si ebbe un nuovo cambio al vertice: al posto del preside rettore dott. Marcello Rocchetti, rimasto appena un anno in carica (dal 01-10-1893 al 15-09-1894), giunse il nuovo preside rettore, il cav. Pasquale Celli. Egli nacque il 14 dicembre 1825 a San Pietro Apostolo, ridente paesino di collina in provincia di Catanzaro. Dopo la laurea in Medicina si trasferì a Nicastro, dove fu accolto con amicizia e cordialità, eletto consigliere comunale e, una volta assessore, propose al Consiglio di istituire un ginnasio, con lo scopo di promuovere il germe della cultura nei giovani e nello stesso tempo far crescere e migliorare la città, la quale non aveva nessuna tradizione culturale ed era mancante perfino di una biblioteca. Dopo tanto insistere, il medico Celli alla fine riuscì nel suo intento: infatti il 9 novembre del 1863, grazie al costante impegno profuso anche dall’intera Amministrazione Comunale, presieduta dal sindaco Domenico D’Ippolito (ai sensi del regolamento del 16-04-1861 sull’istruzione secondaria classica nella provincia napoletana), fu fatto istituire, nell’ex convento di San Domenico, il Ginnasio di Nicastro, oggi Liceo Classico Statale “Francesco Fiorentino” di Lametia Terme. L’Amministrazione comunale nicastrese, riconoscendo in lui l’impegno mostrato incessantemente per la nascita dello stesso Monumento eretto nel 1878 nel Gran Salone del Convitto e liceo, lo nominò Direttore. A conferma di ciò si dedicato al Re Vittorio Emanuele II. trascrive un’importante citazione ricavata dal libro di Fulvio Mazza1, nel quale è scritto: Nel registro n. 1, che si può considerare l’atto di nascita del Ginnasio di Nicastro, si legge: “Il sottoscritto (a scrivere è il direttore Pasquale Celli) è stato prevenuto da questo onorevole Sindaco di essere stato nominato Direttore del novello Ginnasio che sta per aprirsi in questa Città e che la Signoria Sua è tra il numero dei Professori. L’uno e l’altro chiamati dalle elezioni che si sono fatte nel Consiglio Comunale di educare la studiosa gioventù, mostrerà ciascuno tanto nobilmente la sua riconoscenza, quanto più di zelo adopererà in provare che il Consiglio medesimo à bene allogata la sua fiducia nei suoi eletti”. (in ivi, pag. 59) Il registro N. 1 è conservato nell’Archivio storico del Liceo Ginnasio Statale “F. Fiorentino” di Lametia Terme, nel quale sono riportati gli atti e le corrispondenze manoscritte e firmate dal direttore Pasquale Celli; nella successione di tali documenti si può ricostruire la storia di questa scuola nei primi anni della sua vita. Il registro custodisce gli atti che vanno dal 1863 al 1871. La firma del professore Celli è inimitabile, perché è circondata da linee curve a forma di ellisse grafica. 1 Fulvio Mazza: Lametia Terme, storia, cultura, economia, pag. 272, nota n.5 - Rubbettino Editore – 2001 2 Il Preside Rettore Cav. Pasquale Celli – Antonio Pagliaro Quando il direttore Celli fu nominato Cavaliere della Corona del Regno d’Italia, R. D. Aprile 1873, dopo due mesi, scrisse una dedica dietro ad una sua foto che inviò al caro amico sacerdote don Antonio Pane, perché si era adoperato, insieme ad altri suoi amici, per fargli omaggio della Corona di Cavaliere d’Italia, che aveva diritto di portare per concessione del Re. Il testo, in sintesi, ricavato da Storicittà, rivista d’altri tempi, è a firma di Giuseppe Musolino2. Nicastro, 6 giugno 1873 Mio Egregio amico D. Antonio Pane. Voi, insieme a tutti i miei colleghi, avete voluto, per affetto e cortesia, regalarmi le croci di Cavaliere della Corona d’Italia, di cui Sua Maestà mi ha autorizzato di fregiarmi per avere contribuito all’incremento della istruzione, che è migliorata anche e più per opera vostra; ed io in segno di gratitudine e di stima vi offro questo ricordo. Vi prego di gradirlo, e di continuare a voler bene al vostro sincero e devoto amico PASQUALE CELLI Il suo amico sacerdote, don Antonio Pane, era cognato di due donne, Serafina e Felicia, appartenenti alla famiglia del filosofo Francesco Fiorentino, il quale aveva ricevuto la prima educazione proprio da parenti sacerdoti nel seminario di Nicastro e, quindi, possiamo desumere che i due erano in ottimi rapporti. Tra il filosofo Fiorentino, già professore del nostro Liceo Ginnasio “G. Bruno” nell’anno scolastico 1861-62 e, divenuto poi Deputato nella XI Legislatura, nel Collegio di Spoleto, dal 1870 al 1874, e il prof. Celli, possiamo desumere che esistesse un’amicizia di vecchia data (qualcuno ipotizza che la nomina di Cavaliere della Corona d’Italia sia stata sollecitata proprio dall’onorevole Fiorentino su richiesta del suo amico e parente don Antonio Pane). Sulla base di questa ipotesi di amicizia pregressa, chissà quale profonda emozione dovette provare il nostro preside rettore Pasquale Celli quando, nel Gran Salone del Convitto, vide, forse, per la prima volta, la grossa lapide3 dedicata dai professori del liceo maddalonese al proprio amico Francesco Fiorentino, scomparso prematuramente a Napoli, nel 1884, all’età di 50 anni. Navigando su Internet alla ricerca di notizie riguardanti il nostro preside rettore Celli, ho avuto la fortuna di scoprire un importante sito web 4 dal quale ho potuto stralciare un’interessante “chicca” riguardante la sua vita privata e nel quale era scritto: “nel 1875, partecipò ad una singolare opera collettiva che consisteva nel tradurre una novella (la nona della prima giornata del Decameron) di Boccaccio nel maggior numero possibile di dialetti e parlate. L’idea era venuta a Giovanni Papanti per festeggiare il 500° anniversario della nascita del poeta toscano e certamente pensò che uno dei pochi riferimenti cui avanzare le richieste erano i professori dei Licei e Ginnasi tutta Italia. Pasquale Celli partecipa con la traduzione nel dialetto di San Pietro Apostolo, suo paese di nascita, mentre quella in dialetto nicastrese fu curata dal prof. Felice Bevilacqua”. 2 Giuseppe Musolino: Un nuovo contributo sulla figura di Pasquale Celli e l’inedito suo ritratto Il monumento dedicato a Vittorio Emanuele II separava la lapide di F. Fiorentino da quella in memoria di L. Settembrini. 4 http://www.giuseppemusolino.it, 3 3 Il Preside Rettore Cav. Pasquale Celli – Antonio Pagliaro Il professore Celli rimase alla Direzione del Liceo Ginnasio di Nicastro fino all’anno scolastico 187576, poi fu sostituito da un altro direttore e da altro professore di matematica elementare e, da questo momento in poi, inizia il suo peregrinare, andando su e giù per l’intera penisola a dirigere licei da far crescere e consolidare ed altri più importanti da far migliorare. Dopo l’esperienza nicastrese, le cronache scolastiche lo segnalano come Preside del Liceo Classico “Empedocle” di Agrigento, nell’anno scolastico 1877-78 e fu anche il primo Preside governativo del Liceo Ginnasio “Archita” di Taranto a partire dal 1889-90. Infatti, con il Regio Decreto del 23 luglio 1889, veniva sancita, a partire dal 1° ottobre 1889, la regificazione dell’Archita, che assumeva quindi nome e qualifica di Regio Liceo Ginnasio, così come il Convitto diveniva Convitto nazionale. Maturata l’esperienza tarantina, il 1° ottobre 1893, fu trasferito al Liceo Classico “G. Leopardi” di Macerata, nel quale ebbe il merito di far annettere, proprio in quell’anno scolastico, 1893-94, il Ginnasio, che era parificato sin dal lontano 1861. Da questa sede il professore Celli, nel settembre 1894, si trasferì al nostro Convitto Nazionale “Giordano Bruno”, in qualità di Preside Rettore. Il cav. Celli nell’esercizio delle sue funzioni era tenuto a rispettare e a far rispettare il Regolamento per i Convitti Nazionali approvato dal Regio Decreto 11 novembre 1888, n°5887 e firmato dal Re Umberto I, dal Guardasigilli Zanardelli e dal Ministro della Pubblica Istruzione Paolo Boselli. Sulla base di questo, aveva il compito di compilare il Regolamento interno del Convitto, che doveva essere discusso dal Consiglio di amministrazione ed approvato dal Consiglio provinciale scolastico. Egli come Rettore del Convitto era coadiuvato da un Censore di disciplina e da un Direttore spirituale ed era sotto la vigilanza del Presidente del Consiglio provinciale scolastico e del Regio Provveditore agli studi. Molti altri ancora erano i suoi doveri: moderava la disciplina e gli insegnamenti interni, indirizzava tutti gli ufficiali che gli erano subordinati al compimento dei doveri assegnati rispettivamente a ciascuno; radunava, con particolare invito, in cui venivano indicate le cose da trattarsi, il Consiglio di amministrazione, e ne presiedeva le adunanze; nominava e licenziava i Maestri interni e i famigli; proponeva al Consiglio di amministrazione la scelta degli Istitutori, da notificarsi quindi al Prefetto presidente del Consiglio provinciale scolastico, il quale doveva nominarli; al giudizio del Consiglio sottoponeva i conti mensili dell’Economo; il conto annuale e il bilancio preventivo; inoltre a tempo opportuno trasmetteva al Consiglio provinciale scolastico, con gli schiarimenti che credeva utili, il conto annuale e il bilancio di previsione; per mezzo dell'Economo provvedeva alle spese giornaliere, stipulava coi fornitori i contratti già deliberati dal Consiglio di amministrazione, vigilava all'esatto adempimento dei contratti, provvedeva ai pagamenti, curava la regolarità dei libri di conto e quant'altro occorreva; vegliava in modo particolare sulle buone creanze, sulla disciplina, sulla moralità e sul profitto scolastico degli alunni; e perciò visitava spesso le sale di studio, i luoghi per la ricreazione, il refettorio, i dormitori; egli solo aveva relazione colle famiglie, con i rappresentanti di esse, coi tutori; ai quali dava ragguaglio ogni due mesi, per iscritto, Interno alla condotta e al profitto dei giovani; e in caso di gravi mancanze o di gravi malattie, ne dava loro sollecito avviso; curava che gli alunni fra loro e colle persone così del Convitto, come estranee, trattavano con modi gentili e parlavano 4 Il Preside Rettore Cav. Pasquale Celli – Antonio Pagliaro sempre l'italiano, escluso qualunque dialetto; teneva vivo nell'animo dei convittori l'affetto per la famiglia e concedeva loro le uscite straordinarie, etc. Ogni anno mandava al Ministero, per mezzo del Consiglio provinciale scolastico, due relazioni particolareggiate, una, entro il mese di agosto, sulle cose che riguardavano la morale, la disciplina e gli studi dei giovani; l'altra, entro il mese di gennaio, sull'andamento economico, accompagnandola col verbale di chiusura. Gli Ufficiali del Convitto Nazionale di Maddaloni nell’anno scolastico 1894-95 erano: il censore Antonio Galli, il direttore spirituale, sacerdote Saverio Cuccaro, gli istitutori Pasquale De Sena, Ascanio Sepe, Agostino Mazzotta, Francesco Saverio Maulin e altri, gli istitutori maestri Carboni, Liguori e Caio Dario Simonelli, il professore di disegno Severino Castorani, autore del busto di G. Bruno, il professore di calligrafia Nicola Corcioni, i dottori sanitari Felice Vico e Alfonso Raffone, il guardarobiere Francesco De Angelis, il portiere Giovanni Aiello, il lumaio Nicola Santangelo e altro personale. Nell’anno scolastico precedente la presenza dei convittori era stata abbastanza elevata tanto da indurre il preside-rettore Rocchetti a formare la bellezza di nove compagnie, affidate alle cure di altrettanti istitutori di squadra e camerieri, le quali, furono riconfermate anche nel 1894-1895, dal nuovo preside rettore calabrese. Il preside rettore Pasquale Celli partecipò al suo primo Consiglio Amministrativo il giorno 30 settembre 1894, il quale era composto dai consiglieri: cav. Iadaresta Vincenzo, cav. Piccirillo Achille e sig. Bonito Michele e dal segretario economo del Convitto, sig. Giovanni Iorio, che registrò il relativo verbale come seduta del dì 12 ottobre 1894. In questa riunione si approvò la Posizione di cassa del Convitto, al 30 Settembre, e di trasmetterla all’Onorevole Consiglio Scolastico e Ministero per gli opportuni provvedimenti. Si deliberò all’unanimità anche “il progetto di urgentissime riparazioni (consolidamento del muro esterno) e restauri della Chiesa del Convitto (Chiesa di S. Antonio) compilato dall’ingegnere De Masi per la spesa totale di £ 2.124”. Come pure si deliberò di aprire la gara per il rinnovo dell’affitto del fondo Quarto in Marano, di proprietà del Convitto, il 9 novembre p.v., con i medesimi patti e condizioni stipulati col vecchio colono Campanile Vincenzo, e con decorrenza dell’affitto dal 1° gennaio 1895. Invece, nel verbale dell’Adunanza del dì 24 ottobre 1894, trascritto nel Registro delle Deliberazioni del Consiglio Amministrativo, dal 1° Luglio 1892 al 28 Maggio 1897, dall’economo segretario sig. Giovanni Iorio e conservato nell’Archivio dei Documenti Storici del nostro Convitto, si legge che sotto la sua presidenza “Il consigliere Cav. Vincenzo Iadaresta propone al Consiglio che si ponga, nel Gran Salone del Convitto una lapide in memoria e ad onore dell’Illustre e compianto Nicola Amore5, il quale fece i suoi primi studi in questo Ateneo, ed ebbe natali in questa nostra provincia. Il Consiglio facendo plauso alla proposta del Consigliere Iadaresta A voti unanimi Delibera Apporsi una lapide nel gran Salone di questo Convitto, per onorare la memoria dell’insigne Oratore Nicola Amore”. 5 Nicola Amore nacque a Roccamonfina il 18 aprile 1828. Dopo la licenza liceale, conseguì la laurea in Chimica e, poi, in Giurisprudenza. Magistrato di spicco, tra il 1883 e il 1887 e, nuovamente, tra il 1888 e il 1889 fu il sindaco del Risanamento di Napoli colpita dal colera. Nel 1884 fu senatore del Regno d'Italia. Si spense a Napoli il 10 ottobre 1894. 5 Il Preside Rettore Cav. Pasquale Celli – Antonio Pagliaro Altre adunanze seguirono nel corso dell’anno scolastico 1894-95 ma quasi tutte di ordinaria amministrazione. Eccezione fu fatta per la seduta straordinaria del giorno 19 aprile 1895 per la discussione di una lettera Ministeriale del 9 c.m. comunicata dal sig. Prefetto della Provincia con lettera del giorno 11 dello stesso mese, relativa alla unificazione dei ruoli organici del personale dei Convitti Nazionali. Il Preside Rettore partecipò normalmente al Consiglio Amministrativo del 29 febbraio 1896, il quale fu verbalizzato, come seduta del 10 marzo, dall’economo Giovanni Iorio. Questo purtroppo fu l’ultimo atto ufficiale compiuto dal preside rettore Pasquale Celli perché, subito dopo, si ammalò in modo così grave a tal punto che, per lo stupore di tutti i suoi collaboratori, all’improvviso, lo colse la morte. Era il 18 marzo 1896, all’età di 70 anni, il caro preside-rettore, prof. Celli cav. Pasquale, a causa di una gravissima polmonite, resistente a ogni cura, si spense, tra il rammarico dei suoi studenti “che lo amavano e veneravano come un padre amoroso”. Nel registro delle Deliberazioni del Consiglio Amministrativo, dal 1° Luglio 1892 al 28 Maggio 1897, custodito nel nostro Archivio dei Documenti Storici, nel verbale relativo alla Seduta del dì 22 Marzo 1896, Presidente Antonio Galli Censore facente funzione da Rettore, fu registrata la triste notizia alla voce Spese per l’accompagno funebre del Rettore Cav. Celli. Nel verbale della seduta si legge: “Il Consiglio esaminato l’elenco delle spese sostenute da questa Amministrazione per l’accompagnamento funebre dell’illustre Preside ed impareggiabile gentiluomo Cav. Pasquale Celli. A voti unanimi Delibera Di pregare S. E. il Ministro della P. Istruzione perché autorizza l’amministrazione di questo Convitto a prelevare dal Capitolo 8° Spese Casuali del Bilancio in corso la somma di £. 222 anticipate pel funebre accompagnamento del compianto, benemerito ed amatissimo Preside Cav. Pasquale Celli. Il preside-rettore Pasquale Celli6, pur essendo un intellettuale laico, fu sepolto nel Cimitero di Maddaloni nella Cappella di Santa Maria del Soccorso e, ancora oggi, proprio all’ingresso di questa, di fronte, sul terzo loculo, è incisa la seguente epigrafe: CAV. PASQUALE CELLI NATO IN S. PIETRO APOSTOLO IL 14 DICEMBRE 1825 MORTO IN MADDALONI ADDÌ 18 MARZO 1896 MEDICO MATEMATICO PROF. DI FISICA PRESIDE RETTORE IN PIÙ LICEI E CONVITTI DEL REGNO RIAMATO DAI GIOVANI E DA QUANTI LO CONOBBERO VISSE ALLA GIUSTIZIA AL DOVERE MORI’ RIMPIANTO DAI BUONI Nel verbale della seduta del dì 9 Luglio 1896, nel già citato registro delle Deliberazioni del Consiglio Amministrativo, è scritto: “il Rettore Cav. Francesco Agnoloni sente il dovere di proporre al Consiglio Amministrativo una rimunerazione al Censore Sig. Galli Antonio per la temporanea supplenza tenuta al Rettorato lodevolmente dal 22 Marzo a tutto Aprile u.s. in seguito alla morte del Rettore Cav. Pasquale Celli. Il Consiglio trovando giustissimo la proposta del Preside Rettore, a voto unanime, Delibera Concedersi al Censore di questo Convitto Signor Antonio Galli una rimunerazione di £ 130 equivalente a quanto sarebbe spettato al Rettore titolare”. 6 Trovandomi al cimitero per individuare la tomba di Luisa Milli, moglie del prof. Castorani, autore della costruzione del busto di Giordano Bruno, ho scoperto per puro caso la lapide del preside rettore Pasquale Celli. 6 Il Preside Rettore Cav. Pasquale Celli – Antonio Pagliaro Nella festa del 150° anniversario della nascita del Liceo Ginnasio “Francesco Fiorentino” di Lametia Terme, celebrata il 9 novembre 2013, prima della chiusura ufficiale della cerimonia, è stato scoperto un ritratto inedito (collezione privata De Pascalis, Terni) e una targa celebrativa intitolata al caro preside rettore cav. Pasquale Celli. Il Comune di nascita del rettore Pasquale Celli, San Pietro Apostolo, sito in provincia di Catanzaro, già da tempo, ha intestato al suo illustre figlio un’importante via. Lo stesso fece il Comune di Lametia Terme, dedicandogli una strada principale, la quale è stata recentemente ristrutturata (2013) con autorizzazione della Soprintendenza ai Beni Culturali, che ha dato parere positivo all’intervento a condizione che venisse utilizzata solo pietra locale per le nuove pavimentazioni da rinnovare. Via P. Celli restaurata a Lametia Terme (da web) Via Pasquale Celli a Lametia Terme Antonio Pagliaro Educatore Convitto Nazionale Statale “G. Bruno” Maddaloni, 31 Dicembre 2015 7