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Per salvarti - padre Jorge Loring

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Per salvarti - padre Jorge Loring
JORGE LORING, S.I.
PER
SALVARTI
ENCICLOPEDIA DEL CATTOLICO
Traduzione eseguita dall’originale in lingua spagnola della 44ª edizione, Ediciones Testimonio, Madrid
1988, aggiornata con l’edizione 60ª del 2008.
Per uomini maggiori di 18 anni
Per le donne si è fatto un adattamento femminile
con la copertina azzurra
Prologo
Ringrazio Dio per la grande diffusione che questo libro sta ottenendo, sia tra i giovani che tra gli
sposati, gli operai e gli studenti. Anche se la prima edizione di questo libro è stata fatta per i
soldati dell’Aviazione che hanno ascoltato le mie conferenze settimanali.
Che il Signore continui a benedire questo libro con il bene spirituale che fa nelle anime.
Jorge Loring, S.I.
Io, perché sono nato? PER SALVARMI.
Che devo morire è infallibile.
Smettere di vedere Dio e condannarmi
triste cosa sarà ma possibile.
Possibile! E rido e dormo e voglio divertirmi?
Possibile! E amo ciò che vedo?
Che faccio? Di che cosa mi occupo? Di che cosa mi incanto?
Pazzo devo essere perché non sono santo.
(Pedro de los Reyes, O.F.M)
DEDICA
Questo piccolo libro l’ho scritto per te: giovane, soldato, impiegato, operaio, studente.
Gli altri libri ti insegneranno cose utili per la vita. Questo ti insegnerà a vivere felicemente. Ti insegnerà
a vivere cristianamente e nessuno in questo mondo è più felice di un buon cristiano.
Né il piacere, né il denaro, sono capaci di rendere felice una coscienza inquieta. Possono esistere delle
persone piene di cose materiali, ma se non hanno la fede, gli manca la ragione per vivere. Senza illusioni
e senza speranza, non si può essere felici nella vita. Molti sono disgraziati perché non conoscevano ciò
che si dice qui; o se lo conoscevano non l’hanno voluto mettere in pratica.
Inoltre questo libro non solo ti farà felice in questa vita, ma anche nell’altra.
Gesù Cristo ci dice nel suo Vangelo che di nulla serve all’uomo guadagnare il mondo intero e godere di
tutto se poi si condanna eternamente.
Se ti salvi, sarai felice eternamente. Se ti condanni, sarai eternamente disgraziato. Nella tue mani si trova
l’uno e l’altro.
La salvezza eterna è l’affare più importante che bisogna risolvere in questo mondo. Proprio per aiutarti
in ciò ho scritto questo piccolo libro.
Ma questo libro non solo serve a te. Servirà anche ai tuoi figli.
Se vuoi che i tuoi figli ti rispettino, ti obbediscano e non ti rendano la vita amara, non tralasciare di
insegnare loro quanto si dice qui.
Perciò credo che il miglior ossequio che ti possa fare è darti qui tutto ciò che è necessario per essere un
buon cristiano.
Questo libro è attuale nel senso che ha trattato di raccogliere gli insegnamenti, gli orientamenti e le
pratiche pastorali maturate nel seno della Chiesa. Non si tratta di divulgare le correnti del pensiero che,
pur potendo aiutare in un processo di chiarimento, ancora non hanno raggiunto una maturazione nel
Magistero della Chiesa. Questo libro vuole essere totalmente fedele al Magistero della Chiesa.
D’altra parte non devi dimenticare di essere una cellula del Corpo Mistico di Cristo, che è la Chiesa. Se
la tua vita spirituale è vigorosa, arricchisce la santità della Chiesa; invece, vivendo in peccato sei una
cellula cancerogena, sarai come un tumore nel seno di tua Madre. Colui che pecca non solo fa danno a
se stesso, ma anche agli altri.
Questo libro ti può aiutare molto. Non ti accontentare di leggerlo tutto di seguito. Leggilo una e un’altra
volta, e metti in pratica ciò che ti insegna. Se fai così, sarai più felice in questa vita e poi anche
nell’altra. Che il Signore ti benedica, come te lo auguro.
Jorge Loring, S.I.
DIO
Creazione dell’universo.
Le cose non si fanno da sole; cioè, qualcuno le deve fare. Sia il tavolo che la casa, che il
Sole, la Terra e le stelle sono state fatte da qualcuno. Il tavolo è stato fatto dal falegname, la casa è stata
fatta dal muratore.
1.
– IL SOLE, LA TERRA E LE STELLE SONO STATE FATTE DA DIO.
1. Se fai una passeggiata per la spiaggia un giorno che è scesa la marea, ti accorgi, per le impronte che
sono sulla sabbia, se prima di te è passato di lì un uomo, un cane o un uccello.
Lo stesso faremo noi per verificare l’esistenza di Dio. Dio non lo possiamo vedere, perché è spirito1; e lo
spirito non si vede con gli occhi del corpo. «Dio nessuno l’ha mai visto»2.
Ma possiamo conoscere Dio mediante le impronte che ha lasciato nella creazione.
Iniziamo dall’impronta che Dio ha lasciato nel cielo.
Tu sai che quelle impronte sulla sabbia non si sono fatte da sole. Allora guarda il cielo, puoi contare
le stelle? L’Atlante del cosmo, che si è già iniziato a pubblicare, consterà di venti volumi, dove
figureranno circa cinquecentomilioni di stelle. Il numero totale delle stelle dell’Universo si calcola sui
200.000 trilioni di stelle: un numero di ventiquattro cifre3!
Il Sole ha dieci pianeti: Mercurio, Venere, la Terra, Marte, Giove, Saturno, Urano, Nettuno,
Plutone. I nove conosciuti e il decimo che si è appena scoperto: il Pianeta X4. La nostra galassia, la Via
Lattea, ha centomilamilioni di soli5. E di galassie come la nostra se ne conoscono diecimilamilioni. La
Nebulosa di Andromeda consta di duecentomilamilioni di stelle.
Allora, se delle impronte sulla sabbia non si possono essere fatte da sole, si saranno fatte da sole i
milioni e milioni di stelle che ci sono nel cielo?
Qualcuno ha fatto le stelle. E questo Essere, Causa Prima di tutto l’Universo, lo chiamiamo DIO.
2. La Luna, si trova a 384.000 chilometri dalla Terra. Il Sole a 150.000.000 chilometri. Plutone a
6.000.000.000 di chilometri6. Fuori dal sistema solare, Sirio a otto anni luce, Arturo a trentasei anni
luce.
La luce, a 300.000 chilometri al secondo, in un secondo fa sette giri della Terra e percorre in un
anno una distanza pari a 200 milioni di giri della Terra. In chilometri sono circa dieci bilioni di
chilometri7. La velocità della Luce, secondo le leggi della Fisica, non si può superare8. La velocità della
1
Vangelo di San Giovanni, capitolo 4, versetto 24.
Vangelo di San Giovanni, 1:18.
3
ANTONIO DUE, S.I.: Vida y muerte del cosmos, II. Ed. FAX, Madrid.
4
Giornale YA del 22-VI-88, pag.23.
5
MANUEL CARREIRA, S.I.: Professore di Fisica e Astronomia all’Università di Cleveland (USA); Antropocentrismo
cientìfico y religioso. Ed. A.D.U.E. Madrid, 1983.
6
BERNARD LOWELL, Direttore dell’Osservatorio di Radioastronomia a Jodrell Bank: Conocimiento actual del
Universo, II. Ed. Labor. Barcellona, 1975.
7
MANUEL CARREIRA, S.I.: El creyente ante la ciencia, II, 3. Cuadernos BAC, n. 57. Madrid, 1982.
2
luce è il massimo, come dimostrò matematicamente Einstein; poiché secondo l’equazione e=mc² a
questa velocità la massa diverrebbe infinita9.
E fuori dalla nostra galassia, la nebulosa di Andromeda, dista duemilioni di anni-luce10. Comma
da Vergine dista 200 milioni di anni-luce e Cumulo da Idra 2.000 milioni di anni-luce11. Questo è il
limite di percezione dei telescopi ottici12. Ma i radiotelescopi approfondiscono molto di più.
L’astro più lontano scoperto è Quasar PKS 2.000-330, si trova a quindicimilamilioni di
13
anni-luce .
3. E’ possibile che ci siano degli altri astri abitati, ma non sappiamo niente; perché Dio non ci ha detto
nulla e non abbiamo potuto metterci in contatto con essi.
L’esistenza della vita intelligente extraterrestre è qualcosa probabile che non presenta nessuna
difficoltà, né alla Scienza né alla Religione. Ma a prescindere da tutti gli sforzi realizzati, gli scienziati
non sono riusciti a captare nessun segno chiaro di esseri intelligenti extraterrestri.
Quando sono stato a Porto Rico, per dare delle conferenze nell’Università Cattolica di
Ponce, ho visitato il radiotelescopio di Arecibo, che è il più grande del mondo. Ha trecentocinque metri
di diametro (mille piedi). Da lì si lanciano tutti gli anni dei segnali nello spazio per cercare delle
civilizzazioni extraterrestri. Anche se questi segnali si possono scoprire da un qualsiasi punto della
nostra galassia, non abbiamo ricevuto risposta14. Il messaggio è stato emesso in un codice binario, che è
quello abituale nei computers. In questo messaggio si descrivono alcune caratteristiche della vita della
Terra, di cosa sia l’uomo e del radiotelescopio che emette il messaggio. Nella mia visita all’Osservatorio
di Radioastronomia di Arecibo mi diedero una copia contata di questo messaggio, che conservo in mio
potere.
Il Prof. Heinrich k. Erben dell’Università di Bonn, riduce drasticamente la possibilità di
vita intelligente in qualche altra parte dell’Universo15.
Dopo venticinque anni di aver iniziato il progetto OZMA non si è potuto captare nessun indizio di
segnali intelligenti procedenti da altri mondi16. Perciò sembrerebbe che non esista vita intelligente in
altri luoghi della nostra galassia17. Per cui non vi è speranza di trovare vita intelligente in un altro
pianeta del sistema solare18.
Juan Orò, eminenza biochimica mondiale, Professore all’Università di Houston (USA) e uno
degli investigatori principali della NASA, ha detto: «Non abbiamo notizia di vita intelligente fuori
dalla Terra».
«L’opinione scientifica sulla vita extraterrestre è cambiata negli ultimi dieci o venti anni. Da un
ottimismo che sperava di trovare dei pianeti abitati in tutto l’Universo, quasi intorno ad ogni stella,
a un realismo piuttosto pessimista. Sembra difficile sperare che si siano in un altro posto tutte le
condizioni, nel momento preciso e nella forma precisa, affinché compaia la vita e abbia la possibilità di
svilupparsi fino a dove si è sviluppata qui sulla Terra»19.
«Il paleontologo Peter Ward e l’astronomo Donald Brownlee hanno esaminato i processi
chimici mediante i quali si è potuta originare la vita sulla Terra e i fattori ambientali che protessero
questo pianeta e crearono le condizioni affinché questa vita evolvesse a forme complesse, cosa
8
Rivista Investigaciòn y Ciencia, n. 45 (VI-80), pag. 78.
STEPHEN W. HAWKING: Historia del tiempo, II. Ed. Critica. Barcelona, 1988.
10
STEPHEN WEINBERG: Los primeros tres minutos del Universo, II. Alianza Editorial, Madrid, 1980.
11
FRED HOYLE: El Universo inteligente, pag. 169. Ed. Grijalbo, 1984.
12
PASCUAL JORDAN: Creaciòn y Misterio, I, 2. EUNSA, Pamplona, 1978.
13
Rivista Investigaciòn y Ciencia, n. 80 (V-83), pag. 61.
14
Revista Iberica de actualidad cientìfica, n.202 (VII-79), 277.
15
Giornale YA di Madrid, 6-I-86, pag. 6.
16
Giornale YA di Madrid, 24-III-85, pag. 12.
17
Rivista Mundo Cientìfico: 42(XII-84), 1197.
18
Rivista Mundo Cientìfico: 42 (XII-84), 1191.
19
MANUEL M. CARREIRA, S.I., Professore di Fisica e Astronomia all’Università di Cleveland (USA):
Antropocentrismo cientìfico y religioso. Ed. A.D.U.E., Madrid, 1983.
9
strana nell’universo. (…) La Terra è un pianeta così strano che non assomiglia a nessun altro corpo
spaziale. Condizioni affinché la vita si faccia più complessa: distanza adeguata al Sole affinché
l’acqua si mantenga liquida; massa adeguata del pianeta per ritenere l’atmosfera e gli oceani, un
vicino massivo come il pianeta Giove che ci salva dagli asteroidi più pericolosi, la giusta quantità di
carbonio che permetta lo sviluppo della vita, ecc. Troppe casualità per essere ottimista»20.
Secondo l’astronomo cileno Patricio Dìaz Pazos, la probabilità di vita extraterrestre è di: 0, 000
000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 1 «come requisito per l’esistenza di qualche tipo di
essere vivente, nelle circostanze che conosciamo»21.
Diverse volte la stampa si è fatta eco dell’avvistamento di UFO (Oggetti volanti non identificati),
come se fossero navi extraterrestri. Ma la maggior parte delle volte si è spiegato tutto senza bisogno di
ricorrere alla sua origine extraterrestre. Persino la CIA nord-americana ha riconosciuto di aver attribuito
agli UFO quelli che erano aerei spia22. Altre volte l’apparizione di UFO si è poi spiegato come di
origine umana (palloni sonda, frammenti di satelliti artificiali, ecc.). Furono famosi dei cerchi enigmatici
che apparvero al sud dell’Inghilterra, nella decade degli ottanta, in alcune piantagioni di cereali. Poi, nel
1991, Doug Bower e Dave Chorley, due amici di Southampton, si confessarono gli autori dello
scherzo23.
4. Nel cielo ci sono milioni e milioni di stelle moltissimo più grandi della Terra.
La Terra è una palla di 40.000 km. di perimetro (meridiano). Il sole è unmilionetrecentomila volte più
grande della Terra. Nella stella Antares, della costellazione dello Scorpione entrano 115 milioni di
soli24.
Alfa di Ercole, che si trova a 1.200 anni luce ed è la più grande tra tutte le stelle conosciute, è 8.000
bilioni di volte più grande del Sole25.
Per chiarire un po’ questi volumi fuori dal comune diremo che l’orbita della Luna dando girando
intorno alla Terra, entra nel Sole e che il raggio di Antares è il diametro dell’orbita della Terra, cioè di
300 milioni di chilometri; e che il diametro dell’orbita di Plutone, che è di 12.000 milioni di chilometri,
è la decima parte del raggio di Alfa di Ercole.
Tutto ciò me l’ha calcolato un astronomo.
La più grande radio-stella conosciuta è DA-240 che ha il favoloso diametro di seimilioni di anni-luce26.
Il diametro di questa radio-stella è sessanta volte più grande del diametro della nostra galassia, la Via
Lattea.
5. Queste palle gigantesche vanno a delle velocità enormi. La Terra va a 100.000 km. all’ora, cioè a 30
km. al secondo27. Il Sole va a 300 Km. al secondo verso la Costellazione di Ercole. La Costellazione
di Vergine si allontana da noi a 1.000 km. al secondo28.
Il Cumulo di Bovaro si muove a 100.000 km al secondo29. Per lo spostamento verso il rosso delle righe
dello spettro si è calcolato che ci sono stelle che si allontanano da noi a 276.000 km. al secondo. Cioè, al
92% della velocità della luce.
6. Il movimento delle stelle è così esatto da poter fare il calendario con moltissimo anticipo. Il
calendario mette l’alba e il tramonto del Sole di ogni giorno, le eclissi che ci saranno durante l’anno, il
20
Giornale LA RAZÓN, 20-1-2000, pag. 36.
PATRICIO DìAZ PAZOS: in Internet, www.civila.com/chile/astrocosmo
22
GIORNALE DE CÀDIZ, 5-VIII-97, pag.46.
23
CARL SAGAN: El mundo y sus demonios, IV. Ed. Planeta. Barcelona.1997.
24
IGNACIO PUIG, S.I.: Astronomìa populare, V, 6.
25
Revista Iberica de actualidad cientìfica, n. 371 (15-II-58), 156.
26
Giornale YA di Madrid, 15-X-75, pag. 41.
27
STEVEN WEINBERG: Los primeros tres minutos del Universo, II. Alianza Editorial. Madrid, 1980.
28
STEVEN WEINBERG: Los primeros tres minutos del Universo, II. Alianza Editorial. Madrid, 1980.
29
COLIN A. ROMAN: Secretos del Cosmos, V, 2. Ed. Salvat. RTV. Madrid.
21
giorno che saranno e l’ora, quanto dureranno, quale parte del Sole o della Luna si occulterà, da quale
punto della Terra sarà visibile, ecc.
Il 30 giugno del 1973, l’intera Spagna era in attesa dell’eclissi parziale del Sole, della quale la
stampa parlava da diversi giorni. Il 2 ottobre 1959, fu visibile dalle isole Canarie, un eclissi totale del
Sole, a mezzogiorno tale e quale era stato previsto molto tempo prima. Perciò è stato installato a Punta
de Jandia a Fuerteventura un luogo di osservazione dove si sono riuniti scienziati del mondo intero. La
precedente eclissi di Sole contemplata dalle Canarie, fu il 30 agosto 1905 e si sa che «bisognerà
aspettare fino a dopo il XXII secolo per vedere un’altra eclissi totale del Sole nelle nostre frontiere»30.
A luglio del 1985 si inaugurò l’Osservatorio Astrofisico delle Canarie. E’ il più importante
d’Europa e tra i migliori del mondo, per studiare il Sole e le stelle.
La cometa Halley (così chiamata in onore all’astronomo Edmundo Halley, contemporaneo e
amico di Isaac Newton) che come era stato previsto nel secolo scorso è passata vicino a noi nel 1910, è
ripassata vicina alla Terra (a 486 milioni di chilometri) a marzo del 1986 come era stato annunciato.
Tutti i periodici del mondo ne parlarono.
Halley (1646-1742) che osservò la cometa nel 1662 calcolò la sua orbita e predisse che sarebbe
apparsa di nuovo ogni settantasei anni e così è avvenuto31. Si rivedrà nel 2062. Quando è passata vicino
alla Terra nel 1986 è stata fotografata dalla sonda europea Giotto, che si è avvicinata al nucleo della
cometa ad una distanza di 500 chilometri32. La longitudine della coda della cometa Halley è di 50
milioni di chilometri33.
7. Tutto ciò sarebbe impossibile da conoscere se l’ordine del movimento degli astri non fosse calcolabile
matematicamente. Perciò James Jeans, illustre matematico e Presidente della Reale Società
Astronomica di Inghilterra e Professore dell’Università di Oxford, uno dei più grandi astronomi
contemporanei, nel suo libro I misteri dell’Universo34 afferma che il Creatore dell’Universo è dovuto
essere un grande matematico.
Paul Dirac, Cattedratico di Fisica Teorica all’Università di Cambridge e uno degli scienziati più noti
della nostra generazione, ha detto nella rivista Scientific America: «Dio è un matematico di alto
livello»35.
8. Tutto quest’ordine meraviglioso richiede una grande intelligenza che lo diriga. Che cosa
succederebbe in una piazza con molto transito –come la Cibeles di Madrid- se i conducenti restassero
paralizzati di colpo e i veicoli, senza intelligenza, abbandonati al loro proprio impulso? In un momento
avremmo un’orribile catastrofe.
9. Quanto più complesso e perfetto sia l’ordine, maggiore deve essere l’intelligenza ordinatrice.
Costruire un orologio suppone più intelligenza che costruire una carriola.
Se un giorno naufraghi in alto mare e attaccato ad un legno arrivi in un’isola deserta, anche se lì non
trovi ombra di uomo, né una scarpa da uomo, né uno straccio da uomo, né una latta di sardine vuota,
nulla, ma se passeggiando per l’isola deserta trovi una capanna, immediatamente comprendi che in
quell’isola prima di te c’è stato un uomo. Comprendi che quella capanna è frutto dell’intelligenza di un
uomo, comprendi che quella capanna non si è formata ammucchiandosi i pali caduti da un albero,
comprendi che quei pioli inchiodati nel suolo, quei pali a forma di tetto e quella porta girevole sono
frutto dell’intelligenza di un uomo.
30
M. LOPEZ ARROYO, Astronomo Vice-direttore dell’Osservatorio Astronomico di Madrid. Giornale YA di Madrid, 26VI-73.
31
GEORGE GAMOW: Materia, Tierra y Cielo, XVIII. Università del Colorado.
32
Revista Iberica de Actualidad cientìfica, n. 274, (II-86) 54.
33
JUAN LUIS RUIZ DE LA PEÑA: Alma y cerebro. Revista Communio, III, 87, pag. 223.
34
JAMES JEANS: Los misterios del Universo, pag. 175.
35
Rivista Investigaciòn y Ciencia, V, 1963, pag. 53.
Quindi se alcuni pali a forma di capanna richiedono l’intelligenza di un uomo, non ci sarà bisogno di
un’intelligenza per ordinare i milioni e milioni di stelle che si muovono nel cielo con precisione
matematica?
10. Newton e Keppler formularono matematicamente le leggi che regolano il movimento delle stelle
dell’Universo; ma Newton e Keppler non fecero queste leggi, perché le stelle si muovevano secondo
queste leggi moltissimi anni prima che nascessero Newton e Keppler. Quindi c’è qualche autore di
queste leggi che regolano il movimento matematico delle stelle.
Perciò il cosmonauta Borman disse dalla Luna: «Noi siamo arrivati fino a qui grazie a delle leggi che
non sono state fatte dall’uomo». E Newton: «L’insieme dell’Universo non poteva nascere senza il
progetto di un Essere intelligente»36.
Alberto Einstein, Premio Nobel di Fisica, ha detto: «Il sapiente è penetrato dal sentimento della
causalità di tutto ciò che accade… La sua religiosità risiede nello stupore estatico davanti all’armonia
delle leggi della natura, dove si rivela un’intelligenza piuttosto superiore»37.
«Mi basta- ha detto Alberto Einstein- riflettere sulla meravigliosa struttura dell’Universo e cercare di
penetrare umilmente almeno un’infinitesima parte della sapienza che si manifesta nella Natura»38.
L’intelligenza che ordina le stelle nel cielo e dirige con tanta perfezione la macchina dell’Universo è
l’intelligenza di Dio. Perciò dice la Bibbia: «I cieli narrano la gloria di Dio»39. Le creature sono dita
che indicano Dio. Ma c’è gente che rimane a guardare il dito e non va oltre.
11. La macchina fotografica è stata una scoperta trascendentale per la cultura degli uomini. Prima si
poteva conoscere solo quello che si vedeva con i propri occhi. Da quando si è inventata la fotografia è
possibile conoscere i paesaggi, i monumenti, le opere d’arte e i grandi personaggi del mondo intero
senza uscire dal luogo in cui si è nati.
L’invenzione della macchina fotografica suppone una grande intelligenza e gli uomini hanno impiegato
molti anni per scoprirla. Non è scoperta prima del secolo scorso.
Tuttavia, molto prima che gli uomini inventassero la macchina fotografica - dall’inizio dell’umanità- già
era stato inventato l’occhio umano, meravigliosa macchina fotografica, che scatta dieci foto al secondo,
non c’è bisogno di passare il rullino e inoltre infoca solo grazie alla meravigliosa costituzione del
cristallino.
Aver inventato l’occhio suppone ancora più intelligenza che l’aver inventato la macchina fotografica. Il
Cattedratico della Facoltà di Scienze dell’Università di Clermont-Ferrand e di quella di Parigi e
Presidente dell’Accademia di Scienze di Francia nel 1967, il Dott. Pierre-Paul Grasse, dimostra con
uno studio documentato che l’occhio non può essere il risultato del caso, ma il frutto di un’intelligenza
ordinatrice40.
«Il cuore batte circa settanta volte al minuto. Durante una vita l’ha fatto circa tre o quattromilamilioni di
volte. Ad ogni contrazione aspir
a e irriga un decilitro di sangue, il che suppone 18.000 litri al giorno, quattromilioni di litri all’anno e
250 milioni di litri in una vita di settant’anni»41. Quale macchina fatta dall’uomo può fare ciò, senza
manutenzione e ricambi?
La foglia verde è una fabbrica d’ossigeno. Con la luce del Sole la funzione clorofilliana delle piante
trasforma l’anidride carbonica, che esaliamo nel respirare, in ossigeno. Alcuni scienziati dell’Università
di Siviglia sono riusciti a ripetere in laboratorio quello che fanno le piante.
L’esercito nord-americano ha ottenuto una seta molto resistente per il tessuto dei soldati, fabbricando
una fibra di ragnatela sintetica42.
36
ISAAC NEWTON: Scholium Generale delle sue Philosophiae Naturalis Principia Mathematica.
JOSÉ M. CIURANA: La existencia de Dios ante la razón, 2ª I, Ed. Bosch. Barcelona, 1976.
38
ANTONIO DÚE, S.I.: El cosmos en la actualidad científica, I, 5. Ed. FAX. Madrid.
39
Salmo 18: 2.
40
Revista Iberica de Actualidad Cientìfica La evoluciòn y el azar, n. 163 (1-76), 18.
41
MANUEL QUIRELL: Tras los pasos de Dios, VI. Ed. Monte Casino. Zamora. 1997.
37
Uno dei grandi progressi dell’aviazione moderna è il pilota automatico con il quale un aereo può volare
senza alcun uomo che lo guidi.
Ma gli uomini non hanno ancora inventato né inventeranno mai un aereo che non solo vola senza
pilota, ma anche che cerchi da solo la benzina, che faccia da solo l’hangar e più, che fabbrichi da solo
altri aerei come lui, che a loro volta facciano altri aerei e così indefinitamente.
Questo aereo meraviglioso, che sembra impossibile da inventare, esiste sin dai tempi più remoti: sono
gli uccelli.
L’uccello è un aereo che vola da solo, cerca da solo la benzina (l’alimento), si fa da solo l’hangar (il
nido), alcune volte con della paglia e altre con il cemento (il nido delle rondini).
E come si fabbrica questo aereo meraviglioso? Solo scaldando un uovo! Mettendo un uovo di gallina a
40 gradi centigradi di temperatura, durante 21 giorni, esce un pulcino saltando e pigolando.
Nell’uovo al tegamino che ti mettono davanti a tavola, mi vuoi dire dov’è il becco, gli occhi, le piume?
Come si forma tutto ciò in un pulcino? Solo scaldando un po’ l’uovo.
Quale invenzione meravigliosa è quella dell’uovo! Quale intelligenza così grande suppone inventare
l’uovo!
Nell’uovo, come in tutta la Natura, ci sono delle leggi che dirigono la sua evoluzione. Ma gli uomini
non sanno inventare un uovo artificiale che messo in un’incubatrice faccia uscire un pulcino, il quale
deponga a sua volta altre uova dalle quali nascano nuovi pulcini, e così via. L’uomo non lo sa, ma lo sa
Dio che è l’inventore della Natura.
Nel 1966 ho dettato delle Conferenze nella Società Hullera Vasco-Leonesa e lì ho visto un ordinatore
elettronico IBM che poteva realizzare 3.000 operazioni al secondo. Oggi si impiega un decimo di
secondo per fare un milione di operazioni. Di recente in Spagna si è fabbricato un “cip” che può
realizzare 20 milioni di operazioni al secondo. Ma la calcolatrice non ha intelligenza. L’intelligenza si
trova in colui che l’ha inventata. Pur sembrando una macchina intelligente, tuttavia non avanza per se
stessa, non è cosciente dei suoi propri atti. La macchina non sa quello che fa, né perché deve farlo così e
non in un altro modo. La macchina può risolvere solo meccanicamente il tipo di problema, per il quale
è stata preparata precedentemente da un essere intelligente43.
«Una macchina molto perfezionata potrebbe fare molte cose, ma non potrà mai sostituire l’uomo»44.
«Nessuna macchina è in grado di esaminare dei problemi che non le siano stati fatti esaminare
prima»45.
La macchina non pensa da sola, non fabbrica nessuna informazione nuova, è incapace di un
pensiero creatore, si limita ad eseguire il programma che ha ricevuto. Il pensiero creatore e l’iniziativa
pensante si trova nell’uomo46.
Il cervello possiede 14.000 milioni di neuroni. Nell’organismo umano ci sono intorno a 60 bilioni di
cellule. Tutte queste cellule si evolvono secondo un piano predeterminato47.
«Una macchina elettronica comprende una serie di azioni pianificate. Il segnale di inizio di un’azione
dipende dai risultati dell’azione precedente. Gli animali ‘funzionano’ d’accordo a delle linee simili. In
risposta ad uno stimolo condizionato eseguono un movimento riflesso (...). Le macchine elettroniche
operano d’accordo a programmi stretti e dettagliati, dai quali non possono sviarsi nemmeno una virgola.
Queste macchine autogovernate sono come gli insetti che durante tutta la loro vita ‘tessono’ o ‘filano’ o
fanno ciò che gli tocca fare (...). Una macchina l’unica cosa che può fare è quella di eseguire il proprio
programma. Non introduce nel processo alcun elemento creativo»48.
Il robot non si può programmare da solo49. Dice D. Salvador de Madariaga: «La macchina è un
pensiero cristallizzato, non si è mai vista una macchina che non fosse conseguenza di un pensiero»50.
42
Giornale LA RAZÓN, 18-1-2002, pag. 52
LUIS MIRAVITLLES: Visado para el futuro, II, 4. Libro RTV. n° 33, 1969.
44
VINTILA HORIA: Viaje a los centros de la Tierra, 2, II, 3. Ed. Plaza y Janès. Barcelona, 1971.
45
YELENA SAPARINA: El hombre, animal cibernético, V, 11. Ed. Planeta. Barcelona, 1972.
46
CLAUDE TRESMONTANT: El problema del alma, II, 5. Ed. Herder. Barcelona, 1974.
47
CLAUDE TRESMONTANT: El problema del alma, II, 1 f. Ed. Herder. Barcelona, 1974.
48
YELENA SAPARINA: El hombre, animal cibernético, IV, 1. Ed. Planeta. Barcelona, 1972.
49
Rivista iberica di Attualità Scientifica, n° 160 (X 75), 349.
43
12. Gli animali hanno degli istinti meravigliosi.
Secondo le investigazioni del Dott. Walter Frese, dell’Istituto Max Planck, le colombe messaggere nei
loro voli si orientano grazie ad una specie di bussola biomagnetica che hanno51. Gli squali si orientano
durante le migrazioni servendosi del campo magnetico terrestre52. Le api per orientarsi utilizzano la
polarizzazione della luce e vedono l’ultravioletto53.
Il serpente a sonaglio possiede un magnifico sensore di raggi infrarossi di squisita sensibilità per
avvertire la presenza della sua preda nell’oscurità54. I delfini localizzano gli ostacoli sommersi
nell’acqua mediante una sonda acustica come le barche moderne55. Un pipistrello senza occhi vola
senza sbattere in una stanza piena di fili in tutte le direzioni. Come si guida? Il pipistrello non lo sa,
perché non h intelligenza; ma lo sa Dio che ha fatto il pipistrello e l’ha dotato di una specie di radar che
emette onde ultrasonore, secondo gli studi dei nord-americani Griffin e Galambos56. Quale intelligenza
così grande ha l’inventore della Natura!
13. Tutta la Natura è piena di meraviglie. Non si sa che cosa ammirare di più, se le meraviglie grandi o
quelle piccole; se la misura e le velocità delle stelle nel cielo, o la meravigliosa costituzione dell’atomo
composto da elettroni, protoni, neuroni e altre particole subatomiche di vita effimera; se l’esattezza del
movimento degli astri, o il prodigioso istinto delle api per fare le cellette esagonali del loro alveare con
la perfezione con cui potrebbe calcolarle il miglior ingegnere. Le api realizzano nei loro alveari un
difficile problema di stereometria con più precisione del celebre matematico König, che nel fare il
calcolo sbagliò per un’errata nella tavola dei logaritmi57.
I sapientissimi istinti degli animali, e tutte le leggi dell’Universo stanno gridando che sono stati fatti da
una grande intelligenza. Precisamente è molto recente la nascita di una nuova scienza, la Bionica, che si
basa sullo studio degli esseri viventi per fare applicazioni per gli ingegneri. Il nome di Bionica è la
contrazione di biologia ed elettronica. La Natura è arrivata a cose di tecnica superiore a quella
dell’uomo. L’uomo non è arrivato al volo a zig-zag come la mosca, né alla bioluminescenza di alcuni
vermi e pesci delle grandi profondità abissali che emettono luce dal proprio corpo.
14. L’evoluzione stessa che oggi si studia nei diversi campi della scienza, risponde a delle
leggi che governano questo processo evolutivo e che armonizzano tutte le evoluzioni dell’Universo.
La ragione sufficiente che delle leggi che dirigono questa evoluzione è l’intelligenza di Dio.
Prima si considerava la Natura attuale come opera diretta e immediata di Dio. Oggi la consideriamo
piuttosto come il risultato di certe leggi che Dio ha messo nella stessa Natura e che hanno governato
l’evoluzione che ci ha portato a ciò che contempliamo oggi.
P. Dùe, S.I., Direttore dell’Osservatorio Astronomico di Granada, ha parlato dell’evoluzione integrale
dell’Universo: «Nel chiamare integrale questa evoluzione dell’Universo, alludiamo al fatto, non alla
teoria, che assolutamente tutte le evoluzioni, che studiano le scienze della Natura, sono così intrecciate
e dipendono l’una dall’altra, che in realtà costituiscono un solo processo evolutivo ed una sola
evoluzione... Da circa trent’anni è stato pubblicata una specie di antologia di uomini di scienza illustri,
con il titolo espressivo di Il Grande Progetto, e lo scorso anno ha visto la luce un altro simile:
L’evidenza di Dio nell’Universo in espansione. In entrambi casi troviamo delle citazioni autorizzate, che
50
SALVADOR DE MADARIAGA: Dios y los españoles, 2ª, III. Ed. Planeta. Barcelona, 1975.
Rivista Iberica di Attualità Scientifica: Il Biomagnetismo, n° 197, (II 79), 66.
52
Rivista Mundo Cientìfico, n° 40 (X-94) 946.
53
MANUEL MA. CARREIRA, S. I. Professore di Fisica e Astronomia all’Università di Cleveland (USA). El creyente ante
la Ciencia. Cuadernos BAC, n° 57, I, 1. Madrid, 1982.
54
Rivista Investigación y Ciencia, V 82, pag. 88.
55
Rivista Iberica di Attualità Scientifica, n° 36 (VI 65), 219.
56
P. RIAZA, S.I.: Ciencia moderna e Filosofia, n° 54. BAC. Madrid.
57
JESÚS SIMÓN, S.I.: A Dios por la ciencia, XIV. Ed. Codesal. Sevilla. Questo interessantissimo libro dà molta cultura
sulle meraviglie della Natura e ingrandisce la sapienza di Dio, Autore della stessa.
51
concordano sull’esistenza di un indiscutibile piano universale, inspiegabile senza un Legislatore
Supremo»58.
Non ci possono essere delle leggi se qualcuno non le fa. La legge suppone un legislatore intelligente,
diverso da essa. Tutto il merito della legge è di chi l’ha messa.
Il Dott. Bermudo Meléndez, Presidente della Reale Società Spagnola di Storia Naturale e cattedratico
di Paleontologia nell’Università Complutense di Madrid, dice nella Rivista Iberica59, in un articolo
intitolato «Stato attuale della teoria dell’evoluzione»: «Quanto più investighiamo il meccanismo del
processo dell’evoluzione, tanto più comprendiamo la realtà dell’esistenza di un’intelligenza infinita
capace di programmare tutto».
Padre Teilhard de Chardin, che attualmente è il gesuita di maggior fama internazionale nel campo
dell’evoluzione, dice che «l’evoluzione, come tutti i processi naturali, è un processo soggetto ad una
legge che indica una direzione»60.
Newton, parlando del cosmo ha detto: «Bisogna riconoscere la volontà e il dominio di un Essere
intelligente e potente»61. E in un’altra parte: «Da dove proviene tutto quest’ordine e bellezza che
vediamo nel mondo? L’occhio fu ideato senza ingegno in materia di ottica? Non appare chiaro che esiste
un Essere Intelligente?»62. Einstein scrisse nel The World as I see it: «La legge del cosmo rivela
un’intelligenza di una tale superiorità che paragonato ad essa tutto il pensare umano è insignificante».
Il Premio Nobel di Fisica Alfredo Kastler dichiarava ad agosto del 1968: «L’idea che il mondo,
l’universo materiale, si è creato da solo, mi sembra assurda. Io non concepisco il mondo senza un
Creatore, cioè Dio. Per un fisico, un solo atomo è così complicato, suppone una tale intelligenza, che un
universo materialista è privo di senso».
Ogni organizzazione suppone un organizzatore. Se nella natura ci sono degli esseri organizzati è
inevitabile riconoscere l’esistenza di un’intelligenza organizzatrice.
15. E’ assurdo pensare che la Natura s’è fatta senza l’intervento di un’intelligenza. Ti sembra
possibile che una scimmia scrivendo su una macchina da scrivere componga questo libro che hai tra le
mani? Ebbene questo è molto più probabile che supporre che non sia intervenuta un’intelligenza nella
formazione dell’occhio umano (meravigliosa macchina fotografica), l’agilità di una mosca nell’aria,
muovendo le sue ali 480 volte al secondo, o la funzione clorofilliana di una foglia verde, che è un
autentico laboratorio chimico.
Le piante sono sensibili all’aria, al sole, alla luce, all’oscurità, all’elettricità, al magnetismo, ecc;
sintetizzano delle sostanze e fabbricano ossigeno63: le piante con la luce del Sole, emanano ossigeno
dall’acqua e assorbono l’anidride carbonica per sintetizzare il glucosio.
Nel 1976 un gruppo di scienziati spagnoli dell’Università di Siviglia è riuscito a ripetere in
laboratorio quello che fanno le piante. Cioè, che questo fenomeno si realizza nelle piante secondo certe
reazioni e leggi determinate. Dove c’è legge, ordine, organizzazione, c’è intelligenza.
Il caso non si ripete molte volte di seguito. Ciò che esce di casualità non si può ripetere a volontà
ogni volta che si desidera (il Primo Premio della Lotteria); invece ciò che è frutto dell’intelligenza sì, si
può ripetere a volontà. Perciò il fatto scientifico si può ripetere a discrezione, perché si possono sempre
raggiungere gli stessi effetti mettendo le stesse cause. Invece ciò che esce per caso non si può ripetere a
volontà. Le lettere che formano questo libro hanno avuto bisogno di molte ore di lavoro affinché
dicessero ciò che dicono. Se metto in un cubo tutte queste lettere e le butto per terra, ci sono mille
milioni di probabilità contro una che le lettere escano nell’ordine che hanno nel mio libro. E appunto
58
Antonio Dùe, S.I.: La evoluciòn integral y el Dogma de la Providencia. Granada.
Rivista Iberica di Attualità Scientifica, n° 138 (X-73) 551.
60
FOTHERGILL: Evoluciòn, marxismo y cristianismo en Teilhard de Chardin, II. Ed. Plaza. Barcelona, 1970.
61
ANTONIO ROMAÑA, S.I.: Estado actual de la cosmologia. Epilogo. Publicaciones del Observatorio del Ebro. Tortosa,
1966.
62
ISAAC NEWTON: Optics, 3° edizione, London 1721, pag. 344ss. 63
SALVATOR DE MADARIAGA: Dios y los españoles, 2ª, V, Ed. Planeta. Barcelona, 1975.
59
tutti comprendono che non uscirebbe 43 volte di seguito. Le quarantatre edizioni del mio libro non
sarebbero uscite mettendo le lettere in un cubo, agitarle e buttarle al suolo 44 volte. Questo libro ha un
milione di lettere senza contare i punti e le virgole. Nel buttarle al suolo nemmeno cadrebbero dritte e in
linea retta. Affinché le lettere si ordinino per formare parole e le parole si ordinino per formare frasi, c’è
bisogno di un’intelligenza ordinatrice. Evidentemente l’ordine che le lettere hanno in questo libro è uno
degli ordini possibili. Ma la probabilità che cadano le lettere è una contro un numero che ha tre milioni
di cifre. Il calcolo è stato fatto con il computer. Il numero è così grande che se lo nominiamo per il suo
nome proprio, poche persone lo capirebbero: il numero di variazioni è di cinquecentomilioni (500.000
gruppi di sei cifre). Per scriverli con numeri della misura delle lettere di questo libro ci vorrebbe una
striscia di carta lunga sei chilometri.
Cioè, la probabilità che esca questo libro buttando le lettere dal cubo al suolo è praticamente nulla.
La prova è che se qualcuno scommettesse un milione di pesetas di riuscirci quarantaquattro volte di
seguito, come le edizioni di questo libro, accetteremmo gustosi la scommessa, sicuri di vincerla.
Quindi, se per questo libro c’è bisogno di un’intelligenza ordinatrice, si saranno forse formate senza
un’intelligenza ordinatrice le mosche, i fiori, gli uccelli e il cosmo di precisione matematica?
Una sinfonia non si compone mettendo una scimmia a suonare un pianoforte.
Dice Paul Davies nel suo libro La mente di Dio: «È faticoso credere che questo curioso universo
esista per casualità»64.
Colui che contemplando il mondo vede solo materia, è come colui che entra nella Biblioteca
Nazionale di Madrid ed esce dicendo che lì ci sono solo dei fogli macchiati di inchiostro da stampa.
Salvador de Madariaga dice: «Credo che l’attribuzione dell’Universo e della vita alla copulazione
del caso con la necessità è uno sproposito così grande, che non vi è intelletto umano mediamente
esercitato che lo possa sostenere sul serio; e che la prova dell’esistenza di un Creatore è un qualcosa alla
portata di qualunque mente sana»65. Il caso non spiega niente, è solo la ragione della nostra ignoranza.
Chiamiamo caso un avvenimento che non abbiamo potuto prevedere66. Il fatto che nel gettare i dadi non
possiamo prevedere che numero uscirà, non significa che ciò non si debba ad una porzione di
combinazioni di forze che non conosciamo in anticipo, ma che esistono.
Perciò ha detto H. Poincaré: «Il caso non è altro che la misura della nostra ignoranza»67.
16. Che la Natura si governi secondo delle leggi è una cosa indiscutibile. Queste leggi della Natura sono
la base della Scienza. «L’uomo di Scienza sa che degli effetti identici, in circostanze identiche,
suppongono delle cause identiche»68. Senza tali premesse la Scienza risulterebbe impossibile.
Anche se è vero che alle volte intervengono tanti fattori che è molto difficile predire in anticipo ciò
che avverrà, come se uscirà dritto o rovescio quando si tira in aria una moneta. Allora si ricorrerà al
“calcolo delle probabilità” e alle statistiche. Da lì proviene il “principio di indeterminazione” di
Heisemberg nella microfisica di cui molto ignoriamo; ma ciò non nega che il risultato si debba a delle
leggi determinate69.
Ammirare la Natura e ignorare Dio sarebbe come ammirare una macchina automatica per la
perfezione del suo funzionamento e ignorare l’intelligenza dell’ingegnere che ha reso possibile detta
macchina.
Perciò la Bibbia dice che coloro che non conoscono Dio mediante la Natura sono degli stolti70.
Afferma la Bibbia: «Dice l’empio: non c’è Dio»71. E in un altro luogo: «I cieli cantano la gloria di
64
PAUL DAVIES: La mente di Dio. Ed. Interamericana de España. Madrid. 1976. SALVADOR DE MADARIAGA: Dios y los españoles, Introducciòn. Ed. Planeta. Barcelona, 1975. 66
JOSÉ M.RIAZA, S.I.: Azar, Ley, Milagro, II, 1. Ed. BAC. Madrid, 1964. 67
JOSÉ M. CIURANA: Pruebas racionales de la existencia de Dios, V. C. Difusora del Libro. Madrid, 1977. 6868
JOSÉ M.RIAZA, S.I.: Azar, Ley, Milagro, X, 7. Ed. BAC. Madrid. 69
JOSÉ M. CIURANA: La existencia de Dios ante la razòn, 3, II, A, b. Ed. Bosch, Barcelona, 1976. 70
Libro della Sapienza, 13: 1-­‐10; SAN PAOLO: Lettera ai Romani, 1: 20-­‐23. 71
Salmo 14:1. 65
Dio»72. «Dio stesso lo ha loro manifestato...le sue perfezioni invisibili possono essere contemplate con
l’intelletto nelle opere da lui compiute...essi sono dunque inescusabili, perché pur conoscendo Dio, non
gli hanno dato gloria»73.
Il Concilio Vaticano I condanna coloro che negano che la ragione umana possa dimostrare con
certezza l’esistenza di Dio: «La stessa Santa Madre Chiesa sostiene e insegna che Dio, principio e fine
di tutte le cose, può essere conosciuto con certezza mediante la luce naturale della ragione umana
partendo dalle cose create»74.
Si racconta un aneddoto di Newton, che per convincere un suo amico che non credeva in Dio, gli
fece vedere un meccanismo che aveva ideato lui, copia del sistema solare. E davanti allo stupore
dell’amico gli disse che quel meccanismo si era fatto da solo.
L’amico disse:
-«Credi che sono tonto?»
E Newton gli rispose:
- «Comprendi che questo meccanismo non si è potuto fare da solo e credi che l’Universo, molto più
complicato, si sia fatto senza un’intelligenza?».
17. Questo Essere così intelligente, che ha fatto la Natura e vi ha messo quelle leggi così meravigliose
che governano il suo funzionamento, lo chiamiamo DIO75.
Dopo quanto si è detto risulta ridicola la propaganda atea del comunismo. Nel libro “Sputnik
ateista” (Mosca 1961, pag. 365) si dice: “A partire dall’astronautica già non è possibile credere
nell’esistenza di Dio. Gli sputniks non hanno scoperto Dio nella sua dimora celeste”. Forse pensavano di
scoprire Dio con lo Sputnik? Lo Sputnik non scopre Dio, ma la nostra intelligenza sì. Le realtà spirituali
non si scoprono con degli strumenti materiali. Le apparecchiature possono studiare il tessuto di una tela
e la composizione chimica dei coloranti, ma non l’illusione e la gioia che si è dipinta nel quadro.
Dio non è, come dice Feuerbach, il prodotto immaginario dell’indigenza e dei desideri degli
uomini, ma l’affermazione dell’esistenza di Dio è una conseguenza della ricerca intellettuale dell’uomo
che investiga la ragione sufficiente delle leggi del cosmo, che suppongono l’esistenza di un Creatore
intelligente.
«Nulla esiste senza una ragione sufficiente. Se un sasso che era per strada lo vediamo in alto su di
un edificio, sappiamo che non si trova lì senza una ‘ragione sufficiente’: qualcuno ce l’ha portato. Non
esiste nulla senza una causa adeguata. Questo rapporto causa-effetto è la base della medicina e della
tecnica. Dio è la causa spiegante del cosmo»76.
Non si tratta di provare l’esistenza di Dio mediante la Scienza, poiché la Scienza si basa su fatti
sperimentali e Dio non è il risultato di un laboratorio. Ma è deduzione dai fatti scientifici. La Filosofia
ragiona sui dati che dà la Scienza e così possiamo arrivare alla conoscenza di Dio.
«La scienza di oggi dà all’uomo moderno materia affinché creda ragionevolmente» (Professor
Taltavull).
18. Oltre alle leggi della Natura, come dice il Cattedratico dell’Università di Madrid, D. Juan
Zaragüeta in ABC , le Leggi della coscienza, che comandano di fare il bene e di evitare il male, ci
parlano anche dell’esistenza di Dio, «poiché nessuno comanda se stesso, ma la coscienza riceve gli
ordini da un Essere superiore ad essa, che è appunto Dio»77. «La legge morale, l’obbligo di fare il bene
ed evitare di fare il male, è una legge universale imposta a tutti gli uomini: solo Dio si trova sopra
l’uomo e può imporgli la legge morale»78.
72
Salmo 19:2. SAN PAOLO: Lettera ai Romani, 1: 19ss. 74
DENZINGER: Il Magistero della Chiesa, n° 1785,1806. 75
Parente: De Dios al hombre, II,4. Ed. Atenas. Madrid. 76
JUAN HUARTE: Evoluciòn y problema religioso, pag. 303. Uniòn Editorial. Madrid, 1984. 77
ABC, gennaio 1972. 78
JOSÉ M. CIURANA: Pruebas racionales de la existencia de Dios, II, C. a. Ed. Difusora del Libro. Madrid, 1977. 73
«Nel profondo della coscienza, l’uomo scopre una legge che non si dà da solo, ma alla quale deve
obbedire e la cui voce risuona opportunamente nelle orecchie del suo cuore, invitandolo sempre ad
amare e a fare il bene e a evitare il male: ‘fa questo, evita quello’. Perché l’uomo porta nel suo cuore una
legge scritta da Dio»79.
Il rimorso di coscienza è una prova dell’esistenza di Dio, perché impone di dover riconoscere un
Essere superiore che ci impone la legge del bene e del male nel nostro intimo. Perciò ci rimorde un
assassinio anche se non lo sa nessuno e nessuno possa saperlo. La coscienza è la voce di Dio che mi
impone l’imperativo morale di fare il bene ed evitare il male.
2. Dio nessuno l’ha fatto. 1. Dio non ha mai iniziato ad esistere. È sempre esistito e non smetterà mai di esistere. Cioè che non
ha avuto principio né avrà fine. Dio è eterno.
Sarebbe assurdo dire che ci fu un tempo in cui non esisteva assolutamente nulla. In questo caso,
non avrebbe mai potuto iniziare ad esistere nulla: non esisterebbero esseri di nessun tipo. Non creati da
un altro -poiché abbiamo supposto che in un principio non esisteva assolutamente nulla-, neanche creati
da se stessi, poiché sarebbe assurdo dire che una cosa che non esiste possa fare qualcosa80.
Poi se in qualche momento non esistette nulla, nulla esisterebbe adesso; poiché il primo essere non
ebbe modo di iniziare ad essere81.
Ma ecco che noi esistiamo in un mondo e siamo circondati da esseri di ogni tipo, quindi deve essere
esistito per forza da tutta l’eternità un Essere che non ha avuto principio e che ha dato origine a tutti gli
esseri che esistono82.
Questo Essere che esiste da tutta l’eternità è DIO.
Dio è l’unico essere eterno e increato che esiste necessariamente. Dio è l’Essere Necessario che
esiste da sempre, che non può smettere di esistere, che è eterno, perché la sua essenza è esistere, non
dipende da nessuno per esistere, perciò è increato. La materia si trasforma continuamente, è estesa,
limitata, composta e divisibile, cioè è contingente. Ogni essere limitato è contingente, perché ogni limite
suppone una carenza. E ciò che è contingente -come si dimostra in Filosofia- è metafisicamente
impossibile che sia increato.
2. Si dicono esseri contingenti quelli che possono esistere e non esistere, esistere prima o dopo,
esistere in un modo o in un altro. Tutto ciò che nasce e muore, tutto ciò che cambia misura, forma o
luogo, come l’uomo, il fiore o la Terra, è un essere contingente. E ciò che è contingente non ha in se
stesso la ragione della propria esistenza. Gli esseri contingenti devono la loro esistenza ad un altro83.
Per esempio: un anno prima che tu nascessi non eri niente e non potevi fare niente per esistere.
Siccome sei un essere contingente la tua esistenza non dipendeva da te. Eri niente e niente saresti
rimasto per tutta l’eternità, se qualcuno diverso da te (i tuoi genitori) non ti avessero portato
all’esistenza: il niente lasciato a se stesso, rimane sempre niente.
La stessa cosa che è successa a te, è successa ai tuoi genitori, ai tuoi nonni, ecc. Tutti hanno
ricevuto l’esistenza da un altro. Non potrebbero esistere per se stessi.
Siccome l’essere contingente è indifferente per esistere, non esiste necessariamente. Quindi ha
bisogno di una ragione per passare dalla non esistenza all’esistenza. Questa ragione sufficiente non
può essere una serie infinita di esseri contingenti, poiché una carenza non si rimedia con altri esseri che
hanno la stessa carenza: un insieme di ciechi non vede di più di un solo cieco. Crediamo forse che
sommando zeri raggiungiamo l’unità? La ragione dell’esistenza degli esseri contingenti bisogna
79
CONCILIO VATICANO II, Gaudium et Spes: Costituzione pastorale sulla Chiesa nel mondo contemporaneo, n° 16; San Paolo: Lettera ai Romani, 2, 15. 80
JOSÉ M. CIURANA: Pruebas racionales de la existencia de Dios, IV, B. Difusora del Libro. Madrid, 1977. 81
CLAUDE TRESMONTANT: Ciencias del Universo y problemas metafìsicos, I. Ed. Herder. Barcelona, 1978. 82
JOSÉ M. CIURANA: Pruebas racionales de la existencia de Dios, II. Difusora del Libro. Madrid, 1977. 83
JOSÉ M. CIURANA: La existencia de Dios ante la razòn, 2, I,A. Ed. Bosch. Barcelona, 1976. cercarla in un essere che non sia contingente, cioè, in un essere che non ha bisogno di un altro per
esistere, di un essere che esiste per se stesso, perché la propria essenza è esistere. Questi è Dio84. È un
ATTO PURO, cioè, l’ATTO DI ESISTERE85.
Dio è l’unico Essere Necessario.
Essere Necessario è colui che esiste per se stesso, che non riceve l’esistenza da un altro, che non
dipende da nulla per esistere. Esiste sempre, senza principio né fine. Tutti gli esseri esistenti si dividono
in necessari o contingenti, a seconda che esistano per se stessi o per altri.
3. Le cose che vediamo nel mondo sono state fatte l’una dall’altra. Un uomo viene da un altro uomo,
un fiore da un altro fiore, una stella da un’altra stella. Ogni essere esistente di questo mondo è come un
anello di una catena. Ogni anello è attaccato ad un altro anello, che lo sostiene, che lo ha messo
nell’esistenza. Se saliamo per questa catena di esseri esistenti arriviamo al primo anello. Chi sostiene il
primo anello? Non può essere un altro anello, altrimenti non sarebbe il primo, sarebbe il secondo. Ma il
primo anello sarà forse attaccato all’aria? Allora tutta la catena cadrebbe nel fondo del niente. Se la
catena degli esseri venuti all’esistenza non cade nel fondo del niente, è perché la sostiene qualcuno che
si trova fuori dalla catena e non ha bisogno di un altro per esistere. Questo Essere, che sostiene la
catena degli esseri esistenti, che non ha bisogno di un altro per esistere e che quindi esiste per se
stesso, questi è Dio.
Dio sostiene tutti gli esseri nell’esistenza, come il Sole sostiene la vita sulla Terra. Se spegni il
Sole, sparisce la luce e il calore sulla Terra. Senza la luce del Sole, non si vede neanche la Luna e la
Terra starebbe al buio; e senza calore le acque dei fiumi e dei mari non evaporano. Di conseguenza
spariscono le nubi e le piogge. Le sorgenti e i fiumi finirebbero per svuotarsi nel mare e si
seccherebbero. Le piante morirebbero per mancanza d’acqua e gli animali morirebbero di freddo. L’aria
si avvelenerebbe, perché non ci sarebbero le piante per restituire l’ossigeno. Cioè, il Sole solo con la
sua presenza rende possibile la vita sulla Terra.
Lo stesso succede con Dio. Lui sostiene tutta la catena degli esseri esistenti.
Se in un passaggio a livello vedi passare dalla tua macchina un lungo treno merci dove un vagone
tira l’altro, comprendi che ci deve essere una locomotrice che tiri tutto il treno. Anche se tu non lo vedi.
La stessa cosa: bisogna pensare in un primo Essere eterno nel vedere che degli esseri ne fanno altri e
quindi tutti hanno bisogno di un altro per esistere, tranne il primo che deve essere eterno.
Dio è questo Primo Essere che non ha bisogno di un altro per esistere, ma che esiste per se stesso,
cioè, che la sua essenza è quella di esistere, che non può smettere di esistere, che esiste
necessariamente, che è esistito sempre e non smetterà mai di esistere. Perciò diciamo che Dio è questo
primo Essere Eterno. Dio è l’unico essere eterno.
3.- Il cosmo non è eterno.
1. «Il cosmo non può essere esistito da tutta l’eternità»86.
È dogma di fede che il cosmo non è eterno, ma che è stato creato da Dio al principio del tempo.
«L’ateismo marxista si basa sull’eternità della materia. Afferma che la materia è esistita da tutta
l’eternità e in questo modo non hanno bisogno di Dio-Creatore. Ma ‘l’eternità della materia’ è
un’affermazione, non una dimostrazione. Fisicamente è inverificabile e filosoficamente è inaccettabile.
Ma i marxisti che si gloriano di non ammettere nella loro dottrina teorica e pratica se non solo i fatti che
la Scienza ha dimostrato come certi, questa affermazione dell’eternità della materia, l’ammettono
senza alcuna dimostrazione. L’impongono e basta come un postulato base del loro ateismo»87.
84
J. HAAS, S.I.: Biologia y Fe, II, 2. Ed. ELER. Barcelona. JOSÉ MOINGT, S.I.: El hombre que venìa de Dios, 2, Epilogo, 1. Ed. Desclée. Bilbao. 86
PASCUAL JORDÀN: El hombre de ciencia ante el problema religioso, III, 12. Ed. Guadarrama. Madrid, 1972. 87
CARLOS STAEHLIN, S.I.: Ateismo marxista, 4. Ed. EAPSA. Madrid. 85
«Quasi ovunque -informa Le Monde- il materialismo dialettico come strumento di analisi storico si
trova in retrocesso. Si può dire che Marx è ormai morto nell’Est, il marxismo risulta appena operativo
nella storiografia occidentale»88.
«Marx era rabbiosamente ateo, ma non per convinzioni razionali, ma per motivi emozionali e
psicologici... Allo psicologo non resta altra scelta che riconoscere in Marx un odio personale verso il
cristianesimo quasi identico a quello che sentiva Freud... Sia Marx che Freud - entrambi giudeidicevano di respingere il cristianesimo in nome della Scienza; ma quello che è davvero innegabile è che
quel rifiuto proveniva da un elemento emotivo»89. «L’idea materialista-marxista di una materia eterna è
totalmente antiscientifica. È in netta contraddizione con tutti i dati della Scienza moderna»90. Al
contrario «la Scienza moderna nega all’Universo un’esistenza eterna, sia nel passato, che nel futuro»91.
«I marxisti-leninisti non dimostrano l’eternità della materia e per questo non riescono a togliere la
necessità di un Dio, causa prima di tutto ciò che esiste»92.
Se il cosmo è iniziato ha avuto bisogno di un Essere diverso dal cosmo che lo mise nell’esistenza.
Dal niente assoluto non esce niente. Questo Essere Creatore del cosmo, lo chiamiamo Dio. Perciò il
materialismo marxista è impossibile93.
Ho sentito dire una volta in una conferenza a D. Angel Gonzàlez Álvarez, Rettore dell’Università
Complutense di Madrid e Cattedratico di Metafisica: «L’ateo afferma che Dio non esiste, ma non ha
prove per dimostrarlo, perché non ci sono. L’ateismo è una professione di fede nell’inesistenza di Dio».
Lo scienziato italiano Antonio Chiichichi, dice ne «Il Tempo» di Roma: «L’Ateismo non ha dietro
le sue spalle né la Scienza né la ragione. L’ateismo è anche un atto di fede. L’unica differenza è che
l’ateo ha fede nel niente e il cristiano in Dio. Chi vuole professare la fede nel niente, continui ad essere
ateo; ma a condizione di non pretendere che la sua opzione sia motivata da ragioni scientifiche»94.
«Il preteso principio dell’eternità della materia, si trova in aperta contraddizione con i risultati che ci
offre la Scienza moderna. Chi vuol essere d’accordo con le ultime scoperte scientifiche che indicano
un’età nell’esistenza della materia, non ha altra via che quella di negare l’eternità della materia, poiché
le prove degli scienziati sono concludenti»95.
Esistono delle discrepanze tra le cifre che si danno come età della materia. Ma l’importante è che
sono tutti d’accordo nell’accettare un’età della materia. Se la materia ha avuto un inizio non può essere
eterna96.
Un altro argomento per dimostrare che la materia non può essere eterna è la trasformazione di
alcuni elementi radioattivi in altri. Se la materia fosse eterna, già non ci sarebbe il postasio-40, né il
rubidio-87, né l’uranio-235, perché si sarebbero trasformati in argo-40, stronzio-87 e in piombo-207
rispettivamente.
Prima, quando nel XVIII e XIX secolo la Scienza e la Religione erano in conflitto, a noi cattolici ci
chiamavano retrogradi, ignoranti e oscurantisti. Adesso, per una curiosa ironia dei tempi, questi
“affettuosi” aggettivi li possiamo rivolgere con molta più ragione agli atei recalcitranti, che realmente si
dimostrano rimasti indietro e ignoranti, quando si impegnano a continuare a difendere l’eternità della
materia, a prescindere che la Scienza moderna, con delle prove sperimentali, indichi ben chiaramente
che la materia abbia un’età ed un inizio nell’esistenza97.
88
Rivista Palabra n° 245 (XII, 1985) 31. I. LEPP: Ateismo en nuestro tiempo, pag. 56-­‐60. Ed. Mc Millan. New York, 1966. 90
MANUEL M. CARREIRA, S.I.: Antropocentrismo cientìfico y religioso. Ed. A.D.U.E. Madrid, 1983. 91
ROBERTO JASTROW: Until the Sun dies, pag. 30. Norton, New York, 1977. 92
B. Ortoneda, S.I.: Principi fondamentali del marxismo-­‐leninismo, pag. 712. Espasa Calpe. Madrid, 1974. 93
CLAUDE TRESMONTANT: Ciencia del Universo y problemas metafìsicos, pag. 33, 52, 57 e 73. Ed. Herder. Barcelona, 1978. 94
Giornale YA del 31-­‐III-­‐87, pag. 6. 95
JOSÉ M. CIURANA: Fin del materialismo ateo, IV, C, c. Ed. Bosch. Barcelona, 1974. 96
JOSÉ M. CIURANA: Fin del materialismo ateo, IV, C, c. Ed. Bosch. Barcelona, 1974. Libro eccellente per ragionare le non ragioni dell’ateismo. 97
JOSÉ M. CIURANA: Fin del materialismo ateo, IV, E. Ed. Bosch. Barcelona, 1974. 89
L’eternità della materia non si può dimostrare perché è un assurdo. Infatti: la materia ha
un’esistenza successiva98, cioè con un prima e un dopo; ossia misurabile dal tempo. Le trasformazioni
successive della materia e i cambiamenti della Natura si misurano con il passare dei giorni, delle ore, e
dei minuti. E tutto ciò che si può misurare con il tempo, ha un’esistenza temporale e limitata, non
eterna.
Il tempo è la durata del movimento e l’eternità non cambia. Non ha inizio né fine. Si trova sempre
nel presente. Non è soggetta al passare del tempo.
Se la materia in evoluzione fosse eterna vorrebbe dire che è passata attraverso una serie infinita di
momenti successivi99. E se non si arriva alla fine da qui a lì, nemmeno si può arrivare da lì a qui, perché
la distanza è la stessa.
Effettivamente, c’è la stessa distanza da Madrid a Barcellona che da Barcellona a Madrid. C’è lo
stesso tempo da oggi al 1° gennaio del 1950che da quel giorno ad oggi. Se pur salendo la scala del
tempo non arrivassimo mai all’inizio del cosmo, neanche arriveremmo mai dall’inizio del cosmo ad
oggi, se questo principio fosse nell’eternità. Ed ecco che oggi esiste il cosmo attuale nel quale viviamo,
quindi se siamo arrivati fino ad oggi, anche da oggi salendo la scala del tempo, possiamo arrivare con
l’intelletto, al principio del cosmo, pur essendo lontano. Ossia che l’inizio del cosmo non è
nell’eternità: il cosmo non è eterno.
«La vita finita del cosmo è scientificamente provata. Lo scienziato che si alza qui e dice di non
conoscere l’origine del cosmo è per mera pigrizia intellettuale, poiché dove non arriva la Fisica arriva la
Metafisica. Basta essere un uomo ed avere buon senso per comprendere che l’origine finito
dell’Universo deve avere una causa adeguata fuori dallo stesso Universo»100.
Questa causa non è altro che Dio.
Se il cosmo non è eterno, è necessario un altro Essere che sia eterno, perché tutto ciò che esiste ha
bisogno di un altro per iniziare ad esistere.
«Se in un momento dato non ci fosse stato niente, non sarebbe stato possibile che sorgesse
l’essere...». Nulla avrebbe iniziato ad esistere. Come dice il conosciuto filosofo francese Claude
Tresmontant: «Se in un momento dato non esiste nulla assolutamente, nulla esisterebbe eternamente.
Il nulla assoluto non può produrre nessun essere»101. Se non ci fu niente, mai niente avrebbe potuto
iniziare ad esistere102.
2. L’unico Essere eterno è Dio, perché Dio è l’unico Essere per il quale non passa il tempo, che si
trova totalmente fuori dalla misurazione del tempo. Il tempo è la durata del movimento e Dio è
immutabile, è pura attualità. Tutto ciò si dimostra in Filosofia103.
«Noi viviamo nel tempo e non possiamo concepire un essere che esista fuori dal tempo... Qualche
intuizione possiamo avere di ciò che significa esistere fuori dal tempo, quando pensiamo alle essenze,
ad esempio, all’essenza del triangolo: la triangolarità. Non ha senso domandare quando iniziò ad
esistere, né da quanto tempo esiste. La triangolarità non dura, semplicemente è»104.
Tutto questo può essere difficile per le persone che non sono abituate alle questioni filosofiche.
È come chiedere ad un matematico di spiegare in due parole la soluzione delle equazioni
differenziali o delle integrali ellittiche o, semplicemente l’uso delle tavole dei logaritmi, a chi non ha
studiato matematica. Ciò è impossibile senza dedicare prima molte ore e anche anni a spiegare una
moltitudine di concetti preliminari indispensabili.
98
ANTONIO DÙE, S.I.: Dios y la Ciencia, XIII. Granada. FRANCISCO DE LA VEGA, S.I.: Apuntes de Filosofia, 5° curso. Colegio de El Palo. Màlaga, 1973. 100
GIAN CARLO CAVALIERI: Revista Palabra, n° 235 (XI, 1985) 32. 101
CLAUDE TRESMONTANT: Como se plantea hoy el problema de la existencia de Dios, pag. 79. Ed. Herder. Barcelona. 102
JOSÉ M. CIURANA: La existencia de Dios ante la razòn, 2, I, 1. Ed. Bosch. Barcelona, 1976. 103
JOSÉ M. CIURANA: Pruebas racionales de la existencia de Dios, IV, C. Difusora del Libro. Madrid, 1977. 104
JUAN LOPEZ PEDRAZ, S.I.: Cuando se està perdiendo la fe, III, A, 4. Ed. Sal Terrae. Santander, 1974, 2 ed. 99
E poi non si deve cercare in ciò un’evidenza come l’assioma «il tutto è maggiore della parte». «Due
cose uguali ad una terza sono uguali fra loro: per esempio, tre duri».
L’esistenza di Dio non si dimostra scientificamente, poiché lo studio di Dio non è oggetto della
Scienza, ma della Teologia.
L’oggetto della Scienza non è studiare Dio. La Scienza studia la Natura. Dio lo studia la Teologia.
Perciò non ha senso cercare argomenti scientifici per dimostrare l’esistenza di Dio. Tuttavia la Scienza
ci dà dei dati che ci rendono ragionevole la credenza in Dio. Questo l’ha detto il Papa Giovanni Paolo
II nella sua udienza generale del 10 luglio 1985:
«Quando si parla di prove dell’esistenza di Dio dobbiamo sottolineare che non si tratta di prove di
ordine scientifico-sperimentale. Le prove scientifiche nel senso moderno della parola, valgono solo per
le cose percepibili ai sensi, dato che solo su di essi si possono esercitare gli strumenti dell’indagine e
della verifica dei quali si serve la Scienza. Volere una prova scientifica dell’esistenza di Dio significa
far scendere Dio nelle file degli esseri del nostro mondo e, quindi, sbagliarsi metodologicamente su ciò
che è Dio; la Scienza deve riconoscere i propri limiti e la sua impotenza per raggiungere l’esistenza di
Dio; non può né affermare né negare questa esistenza.
Ma da ciò non si deve arrivare alla conclusione che gli scienziati siano incapaci di trovare nelle loro
ricerche scientifiche dei motivi validi per ammettere l’esistenza di Dio. Se la Scienza come tale non può
raggiungere Dio, lo scienziato che possiede un’intelligenza il cui oggetto non è limitato alle cose
sensibili, può scoprire nel mondo le ragioni per affermare un Essere che lo sorpassa. Molti scienziati
hanno fatto questa scoperta.
Chi riflette con uno spirito aperto su quanto è implicato nell’esistenza dell’Universo, non può
impedire l’arrivo al problema dell’origine. Istintivamente, quando siamo testimoni di certi avvenimenti
ci domandiamo quali siano le cause dello stesso.
Un’ipotesi scientifica come l’espansione dell’Universo fa scoprire più chiaramente il problema: se
l’Universo si trova in continua espansione, non dovrebbe arrivare nel tempo fino a ciò che si potrebbe
chiamare “il momento iniziale”, nel quale iniziò l’espansione? Qualunque sia le teoria adottata circa
l’origine dell’Universo, questa questione ancor più fondamentale non può essere evitata. Questo
Universo in costante movimento postula l’esistenza di una causa che, avendogli dato l’essere, gli ha
comunicato questo movimento e lo continua ad alimentare. Senza detta causa suprema, il mondo e tutto
il movimento che esiste in esso resterebbe inspiegato e inspiegabile e la nostra intelligenza non
potrebbe essere soddisfatta. Lo spirito umano chiede di ricevere una risposta ai suoi interrogativi solo
ammettendo un Essere che ha creato il mondo con tutto il suo dinamismo e che lo continua a sostenere
nella sua esistenza...
A tutte queste indicazioni sull’esistenza di Dio-Creatore, alcuni oppongono le virtù della casualità o
dei meccanismi propri della materia. Parlare di casualità per l’Universo che presenta un’organizzazione
così complessa negli elementi e un finalismo così meraviglioso nella vita, significa rinunciare alla
ricerca di una spiegazione del mondo tale e quale appare. In realtà ciò equivale a voler ammettere gli
effetti senza la causa. Si tratta di un’applicazione dell’intelligenza umana che rinuncerebbe così a
pensare e a cercare una soluzione ai suoi problemi.
In conclusione, migliaia di indizi spingono l’uomo che si sforza di comprendere l’Universo nel
quale vive, ad orientare il proprio sguardo verso il Creatore. Le prove dell’esistenza di Dio sono
molteplici e convergenti. Esse contribuiscono a dimostrare che la fede non mortifica l’intelligenza
umana, ma la stimola a riflettere e le permette di comprendere meglio i “perché” messi davanti
all’osservazione della realtà»105.
«Nel semplice piano delle ragioni e delle prove, potremmo dire che le possibilità dell’esistenza di
Dio sono senza paragoni molto più grandi di quelle della sua non esistenza; e gli uomini lo indovinano
così. Il loro ateismo non è un ateismo speculativo, ma un ateismo pratico»106.
105
Rivista Ecclesia n° 2230 (20-­‐VII-­‐85) 6. IVES CONGAR, O.P.: Dios, el Hombre y el Cosmo, XVI, 3. Ed. Guadarrama. Madrid. 106
Quando una persona, coscientemente o incoscientemente è intenta a rifiutare la fede, si sente
inclinata a trovare più e più difficoltà e a non sembrarle soddisfacenti le soluzioni che le si danno. Non
accettano una fede ragionevole e accettano un ateismo che è indimostrabile, come dicevamo prima.
Quando uno vuole guarire, accetta una medicina con la quale ragionevolmente lo può ottenere. Non
esige una sicurezza assoluta. In questo senso possiamo dire che la fede è un rischio, perché, pur essendo
ragionevole, non si presenta mai con la sicurezza di un assioma. Bisogna ragionare la fede. Se Dio ci ha
dato la ragione è per usarla. Dobbiamo essere credenti ben formati. Che sappiamo ciò che crediamo e
perché crediamo107.
La conoscenza scientifica non è l’unico modo di conoscere. Ci sono realtà che sfuggono alla
conoscenza sperimentale. Il ragionamento filosofico non è scientifico. Quando Descartes dice: “Penso,
quindi esisto”, fa un ragionamento valido e tuttavia non è scientifico ma filosofico.
Ci sono cose irraggiungibili per la scienza sperimentale. La Scienza non serve per dimostrare
l’esistenza di Dio, come neanche serve per dimostrare l’amore di una madre o la fedeltà di uno sposo,
pur essendo tutto ciò una realtà.
Tuttavia, non c’è dubbio che la Scienza ci apporti dei dati validi che confermano l’esistenza di Dio.
Le verità della fede sono ragionevoli e certe. Le possiamo credere con tutta fermezza, ma non ci si
impongono con un’evidenza schiacciante108, altrimenti la fede non sarebbe meritoria e Dio ha disposto
che in questa vita meritiamo mediante la virtù della fede.
«L’oscurità della fede è assolutamente necessaria affinché l’atto di fede sia libero. E la libertà della
fede è imprescindibile per parlare dei valori religiosi in essa»109.
Ma siccome ci ha fatti liberi, le ragioni per credere sono sufficienti, ma non schiaccianti come un
assioma, poiché Dio vuole che l’uomo le accetti liberamente e non per forza.
Oggi, in qualche ambiente, è di moda l’agnosticismo; persone che prescindono da Dio. Dio non gli
interessa. Si installano nel mondo come se non ci fosse nulla al di là della morte. La prima cosa da dire
è che negare Dio non vuol dire distruggerlo; e chi pensa che non ci sia nulla dopo la morte, lo saprà
quando muore. Poiché le cose sono come Dio ha detto che sono, non come possono sembrare a noi. E
se Dio ha detto che continueremo vivi oltre la morte, è così anche se c’è che non l’accetta.
La fede in Dio è perfettamente ragionevole. Ci sono molte più ragioni per credere che Dio esiste che
per dubitare della sua esistenza. La fede è ragionevole. Se la fede non avesse nessuna motivazione di
tipo razionale non sarebbe responsabile né umana. Per questo motivo la teologia cattolica ha difeso
sempre la capacità naturale dell’uomo per arrivare con la luce della ragione a conoscere l’esistenza di
Dio-Creatore. Così lo definisce il Concilio Vaticano I110. Tuttavia anche se la ragione mi indica che ci
sono dei motivi seri per credere, la ragione non causa la fede. Solo quando il cuore umano si arrende
alla grazia in un atto di umiltà e di semplicità è quando nasce la fede. La ragione deve essere
accompagnata dalla preghiera umile. Bisogna avere un cuore pulito per adorare Dio. Non possiamo
dimenticare che Dio si manifesta solo agli umili111.
3. La fede è un dono. Con essa approfondiamo la conoscenza della Religione e vediamo cose
insospettate per colui che non l’ha. È la stessa differenza che esiste tra la contemplazione di uno
spartito di un concerto fatta da un profano oppure da un grande musicista. Dice San Paolo: «infatti,
107
MONS. CRISTIANI: Nuestras razones de creer, I, 2. Ed. Casal i Vall. Andorra. JUAN HUARTE: Evoluciòn y problema religioso, pag. 304. Uniòn Editorial. Madrid, 1984. 109
CANDIDO POZO, S.I.: Valor religioso del acto de fe, V. Universidad de Granada. 110
CONCILIO VATICANO I. Costituzione Dei Filius, II. Denzinger, n° 3004. 111
JOSÉ A. SAYES: Dios existe, V, 3. Ed. EDAPOR, 1982. Libro breve ma prezioso. Aiuta a vedere come sia ragionevole credere. 108
dalla creazione del mondo in poi, le sue perfezioni invisibili possono essere contemplate con l’intelletto
nelle opere da lui compiute»112.
La fede non è la conseguenza di un ragionamento, tuttavia è ragionevole e deve essere ragionata.
Il Concilio Vaticano I ha detto: «La stessa Santa Madre Chiesa sostiene e insegna che Dio Principio
e Fine di tutte le cose può essere conosciuto con certezza mediante la luce naturale della ragione
umana partendo dalle cose create»113.
4. Qualche tempo fa si parlava della teoria di Federico Hoyle sull’origine dell’Universo. Si chiama
“Universo stabile”.
In questo libro, Fred Hoyle, riconosce le difficoltà della sua teoria fino al punto di abbandonarla
come afferma il professore di Astronomia dell’Università di Harvard (USA) Donald H. Menzel114. La
teoria dell’universo stazionario di Fred Hoyle non ha nessuna prova sperimentale fino al presente115.
Questo modello è oggi abbandonato dovuto alle insalvabili difficoltà trovate116. Ed è così
abbandonato che Nigel Henbest nel suo libro «L’Universo in esplosione» intitola uno dei capitoli:
«Morte della teoria dell’Universo stabile»117. «La teoria dell’Universo stazionario di Fred Hoyle deve
essere abbandonata»... «Oggi quasi tutti suppongono che l’Universo iniziò con il Big-Bang»... «Roger
Perose ed io dimostriamo come la teoria della relatività generale di Einstein implicasse che l’Universo
dovesse avere un principio e possibilmente una fine»118.
Sir Fred Hoyle era figlio di genitori atei e nella sua vita non c’era nemmeno posto per Dio.
Tuttavia nel 1983 sorprese il mondo pubblicando un libro sensazionale: “L’universo intelligente”, dove
punta alla necessità dell’esistenza di Dio. La rivista nordamericana TIME, in un articolo di Arthur
Withe lo annunciava con questo titolo: «L’astronomo che ha visto la LUCE» (La LUCE in maiuscolo,
si riferisce a Dio). Il sottotitolo era: «Secondo Hoyle un’intelligenza superiore guida la Natura»119.
Dice Robert Jastrow, investigatore, astronomo e cosmologo nordamericano contemporaneo: «È
praticamente eliminata la teoria dell’Universo stazionario di Fred Hoyle obbligandoci ad accettare
quella della grande esplosione iniziale»120.
Questa teoria si chiama del Big-Bang o dell’Universo in espansione.
La deviazione verso il rosso nello spettro della luce delle galassie dimostra che l’Universo è in
continua espansione. Questa teoria possiede a suo favore molti dati sperimentali in modo che oggi è
accettata, quasi senza eccezioni, da tutti i fisici e gli astronomi contemporanei121. Si può persino fare
una specie di conto alla rovescia fino al momento in cui nacque l’Universo. «La maggior parte dei
cosmologi sono d’accordo sul fatto che l’Universo ebbe inizio con una grande esplosione 15.000
milioni di anni fa»122.
Perciò la maggior parte degli astronomi accettano il Big-Bang come lo chiamano gli anglosassoni.
Cioè, la grande esplosione, l’inizio del cosmo.
«La teoria che l’Universo è nato in una gigantesca esplosione o Big-Bang, non è più una semplice
ipotesi accademica e diventa sempre più difficile prescindere da essa se si vogliono spiegare le
proprietà fondamentali dell’Universo come si osserva oggi. L’esito straordinario della teoria del Big 112
SAN PAOLO: Lettera ai Romani, 1:20. DENZINGER: n° 1785. 114
DONALD H. MENZEL: Astronomy, XVIII, 7. Ed. Chanticleer Press. New York. 115
IAN G. BARBOUR: Problemas sobre Religiòn y Ciencia, 3°, XII, 1. Ed. Sal Terrae, Santander, 1971. 116
Rivista Investigaciòn y Ciencia n° 58 (VII 1981) 116. 117
NIGEL HENBEST: El Universo en explosiòn. Ed. Debate. Madrid, 1982. 118
STEPHEN W. HAWKING: Historia del tiempo, pag. 75,78 e 57. Ed. Critica. Barcelona, 1988. 119
Rivista TIME, 5-­‐II-­‐79. 120
VINTILA HORIA: Viaje a los centros de la Tierra, 2, II, 2. Ed. Plaza y Janes. Barcelona, 1971. 121
MANUEL M. CARREIRA, S.I.: La creaciòn del Universo en la Ciencia moderna. 122
Rivista Investigaciòn y Ciencia, n° 83 (VIII, 1983) 58. 113
Bang è in rapporto al suo potere di predizione e alle brillanti conferme che le osservazioni hanno
apportato alle sue predizioni»123. «La teoria del Big-Bang ha acquisito la categoria di scienza»124.
Difendono questa teoria gli astrofisici più rinomati, come Allan Sandage dell’Osservatorio di
Monte Palomar (California), specialista nell’investigazione dei quasars e delle radiogalassie125.
Chushiro Hayashi, Professore di Astrofisica all’Università di Tokyo (Giappone); Arthur Code,
Direttore del progetto OAO-II della NASA e Yakov Zeldovitch, dell’Accademia di Scienze Russa126.
Ed anche Martin Ryle, cattedratico di Radio-Astronomia all’Università di Cambridge e Premio Nobel
per la Fisica nel 1974.
«Praticamente tutti gli astrologi oggi accettano la teoria che l’Universo apparve in un istante di
creazione mediante la violenta esplosione di una palla di fuoco, 15 o forse 20 mila milioni di anni
fa»127.
L’astronomo Phillip Morrison confessava in un intervento davanti alla BBC di Londra: «Mi
piacerebbe poter confutare la teoria del Big-Bang, ma devo arrendermi all’evidenza»128.
Appunto il Premio Nobel di Fisica del 1978 si concesse ai radioastronomi Arnio Penzias e Robert
Wilson, specialisti in microonde, per aver raccolto per la prima volta nella storia l’eco che resta della
gigantesca esplosione che ebbe luogo all’inizio della creazione del cosmo. Il cattedratico di Fisica
Teorica dell’Università Complutense di Madrid, D. Alberto Galindo, qualifica questa scoperta come
«una delle più importanti dell’astrofisica del XX secolo, all’inizio della creazione del cosmo»129.
«Grazie a questa radiazione di fondo sappiamo che ci fu una creazione istantanea».
«Il Professor F. Graham Smith, astronomo reale britannico e direttore dell’Osservatorio del Jodrell
Bank, manifesta che il rumore cosmico captato proviene dal Big-Bang, la grande esplosione che diede
origine all’Universo»130.
Tutto ciò conferma la teoria dell’espansione dell’Universo esposta per la prima volta dal sacerdote
scienziato belga Jorge Lemaître131, negli anni 30 del secolo scorso.
La teoria dell’Universo vivente, di espansioni successive e contrazioni, è un “puro parto della
fantasia”. Non ha nessuna conferma scientifica. Invece la teoria del Big-Bang, dell’Universo in
espansione, ha molteplici prove scientifiche132.
Il 29 agosto del 1985 ho assistito a Leòn in una conferenza del Professor Carlos Sànchez del Rìo,
cattedratico di Fisica all’Università Complutense di Madrid e ha detto: «L’espansione dell’Universo è
confermata da molteplici dati scientifici sperimentali, ma oggi non abbiamo nessun dato scientifico
sperimentale per affermare che nel cosmo dopo un’espansione verrà una contrazione».
Ci sono dei processi irreversibili: un uovo fritto non potrà mai ritornare ad essere un uovo crudo.
«È fisicamente senza senso parlare di ritornare al passato»133.
L’ipotesi che dopo l’espansione del cosmo verrà una contrazione è stata scartata dagli astrofisici che
hanno partecipato alla riunione della Società Americana di Astronomia celebrata a Washington a
gennaio del 1998134.
La stessa cosa credono gli scienziati che controllano l’osservatorio spaziale ISO, che hanno
misurato la quantità di materia che esiste nell’Universo per concludere che questa è insufficiente per
frenare, mediante la gravità, il suo ritmo di espansione135.
123
Rivista Mundo Cientìfico, n° 34 (III, 1984) 326. Rivista Mundo Cientìfico, n° 34 (III, 1984) 338. 125
PIERRE ROUSSEAU: L’Astronomie, XI, 12. Librairie Generale Française Paris. 126
Rivista Iberica de Actualidad Cientìfica, n°90 (XII, 1969) 435. 127
Rivista TIME, 5-­‐II-­‐79, pag. 51. 128
ROBERTO JASTROW: New York Times Magazine, 28-­‐VI-­‐78. 129
Giornale YA, 2-­‐XI-­‐78, pag. 17. 130
Rivista ALGO (VIII-­‐1985) 23. 131
JORGE GAMOW, Professore di Fisica Teorica all’università di Jorge Washington. La Creaciòn del Universo, II, 2. Ed. Espasa Calpe. Madrid. 132
VICENZO ARCIDIACONO: La creaciòn del Universo, VI. Rivista SILLAR n° 24 (X-­‐XII, 1986) 427. 133
MANUEL M. CARREIRA, S.I.: Metafisica de la materia, IX. Universidad de Comillas. Madrid. 134
ABC CULTURAL, 324 (16-­‐I-­‐98) 54. 124
Un’equipe di astrofisici del Laboratorio Nazionale Lawrence Berkeley, diretta da Permutter,
studiando la velocità di espansione della supernova Albironi , che si trova a 18.000 milioni di anni luce,
è arrivata alla conclusione che l’espansione dell’universo è irreversibile, cioè, che continuerà ad
espandersi indefinitamente, senza contrazione futura136.
Rafael Rebolo, professore del Consiglio Superiore di Investigazioni Scientifiche, investigatore
dell’Istituto di Astrofisica delle Canarie e Premio Iberdrola di Scienza e Tecnologia, afferma che
l’universo continuerà ad espandersi indefinitamente137.
L’astronomo James Jeans, «uno dei più grandi geni dell’epoca attuale» dice: «Un universo ciclico
è in completo disaccordo con il principio ben stabilito dalla Seconda Legge della Termodinamica che ci
insegna che l’universo ciclico è impossibile. (...) Nel rimontare all’indietro nel tempo arriveremo
necessariamente al momento prima del quale non esisteva l’universo presente»138.
«Quando in pieno XX secolo gli scienziati teorici e gli esploratori hanno scoperto la necessità di
ammettere un principio dell’Universo, i saggi materialisti lottarono come dei veri diavoli..., perché
sanno molto bene che se riesce ad imporsi la tesi dell’inizio dell’Universo, sarà arrivata la fine del
materialismo»139.
«Se l’Astrofisica porta ad ammettere che l’Universo è iniziato una volta..., allora l’ateismo non
sarebbe ammissibile»140.
Tra molti altri, esiste un libro scientifico che tratta circa l’origine del cosmo. Si intitola “I primi tre
minuti”141: è uno sguardo moderno sull’origine dell’Universo, di Steven Weinberg, Professore di
Scienze all’Università di Harvard, Premio Nobel di Fisica 1980. Dice di questo libro il Premio Nobel di
Fisica T.D. Lee: «Questo libro presenta il tema con chiarezza e grande precisione scientifica». E un
commentatore del New Yorker, afferma: «Prima si credeva che fosse una pazzia pensare nella
creazione, dopo aver letto questo libro ciò che sembra una pazzia è non accettare la creazione».
Robert Jastrow, scienziato e autore internazionalmente riconosciuto, fondatore dell’Istituto
Goddard per gli Studi Spaziali della NASA, Professore di Astronomia e Geologia all’Università di
Colombia e Professore di Scienze della Terra nel Dartmouth College, che è stato una figura rilevante
nel Programma Spaziale Nordamericano sin dall’inizio ed è stato Presidente del Comitato di
Esplorazione Lunare della NASA, dice: «L’improvvisa nascita dell’Universo è un fatto scientifico
provato... Fu letteralmente il momento della Creazione»142...«Ogni sforzo per parlare di un Universo
eterno con una materia eterna si infrange contro i dati scientifici»143. «Non suppone nessuna fallacia
l’affermare che il tempo ebbe inizio con il Big-Bang insieme allo spazio che occupa il nostro
Universo»144.
«Oggi nell’Astrofisica nessuno esclude l’idea della creazione» (P. Romañá).
5. In ogni caso è impossibile che l’Universo sia eterno: non rimarrebbe nulla dell’idrogeno. È
risaputo che l’idrogeno diventa elio in un processo continuo ed irreversibile. Se ciò succedesse da tutta
l’eternità si sarebbe già consumato tutto l’idrogeno che ancora si brucia nelle stelle145, poiché la
quantità di idrogeno è limitata e quello che si perde non si rimette.
L’idrogeno che consta di un protone e un elettrone, è la base di tutti gli altri elementi più stabili di
lui. Non si retrocede da un elemento più stabile ad un altro meno stabile.
135
Notizie di Scienza e Tecnologia in Internet del 12-­‐III-­‐99: http://www.amazings.com/ciencia/index.html Giornale ABC di Madrid del 19-­‐XII-­‐98, pag. 50. 137
Diario de Càdiz del 28-­‐IV-­‐2000, pag. 38. 138
IGNACIO PUIG, S.I.: Còmo y cuando acabarà el mundo, I. Ed. Betis. Barcelona. 139
CLAUDE TRESMONTANT: Ciencia del Universo y problemas metafìsicos, pag. 32. Ed. Herder. Barcelona, 1978. 140
ANGEL SANTOS RUIZ: Vida y espìritu ante la ciencia de hoy, XIX. Ed. Rialp. Madrid, 1970. 141
STEVEN WEINBERG: Los tres primeros minutos del Universo. Alianza Editorial. Madrid, 1980. 142
ROBERT JASTROW: El telar màgico, I. Ed. Salvat. Barcelona, 1985. 143
ROBERT JASTROW: Until the Sun dies. Norton and Co. New York, 1977. 144
NIGEL HENBEST: El Universo en explosiòn. Ed. Debate. Madrid, 1987. 145
Rivista Investigaciòn y Ciencia, (V, 1983) 64. 136
Per il punto di disintegrazione dei corpi radioattivi possiamo affermare che la materia non è eterna,
giacché se la materia fosse eterna già si sarebbero trasformati totalmente. Se oggi ci sono ancora nel
mondo il potassio e l’uranio radioattivi è perché ancora non sono trascorsi i migliaia d’anni necessari
affinché si trasformino in argo e piombo rispettivamente. «La materia deve essere apparsa in un
momento determinato» , dice il conosciuto fisico francese Jean E. Charon146.
È risaputo che la metà dell’uranio che contiene una roccia diventa piombo nel giro di 4.000 milioni
di anni. È anche risaputo che se ancora c’è l’uranio vuol dire che non esiste da tutta l’eternità, perché in
questo caso già sarebbe divenuto piombo e non ci sarebbe l’uranio nel mondo147.
Questa è stata la spiegazione che ha dato l’astronomo sovietico Fessenkov all’Accademia
dell’Unione Astronomica Internazionale, celebrata a Roma nel 1952, parlando dell’origine delle stelle:
«Non possono essere eterne, ma devono essere state prodotte in un momento dato» (P. Romañá). La
conservazione del binomio materia-energia, è una legge della Natura che non ha senso prima della
creazione del cosmo.
«La scienza moderna porta naturalmente, mediante le misure sperimentali e anche lo sviluppo
teorico dell’Astrofisica, all’idea di un universo creato. La scienza moderna afferma, come dato
scientifico, che l’Universo ha un’età limitata, che c’è un tempo massimo delle strutture che osserviamo
e che prima non c’è una struttura materiale che si possa descrivere con le leggi fisiche»148.
«La legge della conservazione dell’energia comprende la somma totale di energia di ogni specie che
il cosmo contiene: meccanica, chimica, elettrica, calorifica, ecc. Ma l’energia calorifica si chiama
energia degradata perché non si può trasformare del tutto in un’altra energia. L’energia meccanica può
trasformarsi interamente in energia calorifica ma non viceversa. L’energia calorifica cresce
continuamente nell’Universo e siccome, nella sua maggior parte, non è atta a produrre di nuovo un
lavoro utile, risulta che l’energia utilizzabile diminuisce incessantemente. Questo processo di
degradazione dell’energia si chiama entropia. L’entropia cresce senza interruzione fino ad arrivare alla
morte termica dell’Universo»149. «Ebbene, è evidente che se l’Universo deve finire è dovuto anche
iniziare; altrimenti, se l’Universo fosse esistito da tutta l’eternità, si sarebbe già trasformata tutta
l’energia e saremmo giunti alla fine»150.
Questa continua degradazione dell’energia, espressa nella legge dell’entropia, ha fatto sì che gli
scienziati abbandonassero la teoria di un universo pendolare, palpitante, oscillante, ciclico. Dice tra gli
altri, Jean E. Charon, scienziato francese: «Non c’è un’evoluzione ciclica. L’evoluzione dell’Universo
è lineare»151.
Come l’acqua che cade da una cascata produce un’energia (muove una turbina), ma quest’acqua
ormai non può ritornare su da sola.
La Scienza moderna trova ogni giorno dei nuovi dati che confermano la dottrina cattolica che il
cosmo non è eterno. Mediante i metodi radioattivi si può calcolare l’età degli astri i cui astroliti sono
caduti sul nostro suolo. Inoltre si ha calcolato che l’età della Terra è di 4.500 milioni di anni152.
Dice P. Carreira S.I., Professore di Fisica e Astronomia all’Università di Cleveland (USA):
«Abbiamo una perfetta concordanza tra la scienza moderna e l’idea biblica e cristiana della creazione.
L’universo inizia per creazione. Il concetto di creazione è in perfetto accordo con la Fisica e
l’Astrofisica moderne»153.
146
JEAN E. CHARON: Los grandes enigmas de la Astronomìa, pag. 46. Ed. Plaza. Barcelona, 1970. CLAUDE TRESMONTANT: Ciencias del Universo y problemas metafìsicos, pag. 55. Ed. Herder. Barcelona, 1978. 148
MANUEL M. CARREIRA, S.I.: El hombre, centro del Universo. A.D.U.E. Madrid, 1983. 149
MANUEL M. CARREIRA, S.I.: Dios, el hombre y el Universo, VI. Madrid, 1976. 150
ANTONIO ROMANA, S.I.: Origen del mundo ante la Ciencia y la Fe. Ed. Liturgica Española, Barcelona. 151
JEAN E. CHARON: De la materia a la vida, pag. 167, 172, 313 e 404. Ed. Guadarrama. Madrid. 152
P. RIAZA, S.I.: El comienzo del mundo, n°57 e 76. Madrid. 153
MANUEL M. CARREIRA, S.I.: El hombre, centro del Universo, A.D.U.E. Madrid, 1983. 147
Pio XII disse agli scienziati del mondo intero riuniti il 22 novembre del 1951 che «la Scienza
d’oggi ha confermato con l’esattezza propria delle prove fisiche, che il nostro Universo è opera di un
CREATORE»154.
6. Nel 1973, Jean Heidmann, Astronomo titolare dell’Osservatorio di Parigi, pubblicò un libro
intitolato “Introduzione alla Cosmologia”, nel quale dopo molte pagine di formule matematiche finisce
parlando dell’origine della materia e dice questa frase: «Ciò in tutta la sua semplicità è il ‘fiat lux’,
espressione biblica del momento della Creazione».
«Perché esistiamo? Perché esiste l’universo? Sono due domande che l’uomo si è posto sin
dall’inizio della sua esistenza. (...) Nel XX secolo queste domande sono state fatte con gli strumenti
della fisica moderna. (...) In quest’epoca nella quale ci è toccato vivere, la fisica risponde mediante
l’applicazione del metodo scientifico, alle domande che prima si faceva la filosofia o la teologia»155.
«Il fisico britannico Chris Isham, esperto in cosmologia quantica, analizzando la realtà di una
singolarità dimostrata matematicamente, esprime la sua convinzione: “Non c’è dubbio che l’esistenza
di questo punto singolare invita all’idea di un Creatore”»156.
«L’astronomo americano Harthway ha detto: “Il cosmo è un vasto insieme di creazione e ordine.
Questa creazione e questo ordine solo possono essere dovuti a due cause: o a una casualità o a un piano.
Ma quanto più complesso e difficile sia quest’ordine tanto più remota è la possibilità che sia casuale”.
(...) Il caso è il caos, l’assenza di ogni norma o legge, in questo senso è rimasta per la storia le frase di
Einstein: “Dio non gioca ai dadi”. “Tutta la storia della scienza è consistita in una comprensione
graduale che i fatti non avvengono in modo arbitrario, ma riflettono un ordine soggiacente” sono parole
di Stephen W. Hawking nel suo libro Storia del tempo»157.
Nel XXI Congresso di Premi Nobel celebrato a Lindau (Germania), parlò il Professore
dell’Università di Cambridge, Paul Dirac, Premio Nobel di Fisica, che morì a ottobre del 1984158, «uno
dei fisici più rinomati del XX secolo», con parole di un altro celebre scienziato britannico Fred
Hoyle159.
È considerato come uno dei fondatori della meccanica ondulatoria e scopritore dell’antimateria
intuendo l’esistenza del positrone (elettrone positivo) che più tardi venne scoperto da Anderson160.
Dirac affermò che bisogna ammettere l’esistenza di Dio nella creazione dell’Universo, poiché
attribuirlo alla casualità non è scientifico161.
«Oggi a molti uomini colti e dediti all’investigazione scientifica, la fede religiosa non sembra
inconciliabile con le certezze scientifiche»162. «È falso credere che la fede sia un qualcosa che
appartiene al passato più remoto della nostra civilizzazione. Io sosterrei il contrario. Oggi la
maggioranza degli scienziati, iniziando dai fisici nucleari, hanno un’attitudine molto rispettosa davanti
alla religione, o sono essi stessi cristiani praticanti. Nel suo libro di memorie intitolato “La parte e il
tutto”, Werner Heisenberg, il fisico che ha rivoluzionato la scienza del XX secolo, afferma che “è
impossibile stabilire un contatto senza ostacoli tra l’anima e Dio, nello stesso modo in cui un essere
umano può stabilire dei contatti con gli altri esseri umani. Ho trovato questo stesso atteggiamento in
tutti i sapienti che ho intervistato da poco in tutto il mondo occidentale. Bernard Lovell, l’astronomo
154
Acta Apostolicae Sedis, 25, I, 1952, pag. 31. JUAN PEREZ MARCADER nel Prologo del libro di PAUL DAVIES: La mente de Dios. 156
MANUEL QUIRELL: Tras los pasos de Dios, III. Ed. Monte Casino. Zamora. 1997. 157
MANUEL QUIRELL: Tras los pasos de Dios, IV. Ed. Monte Casino. Zamora. 1997. 158
Giornale YA, 24-­‐X-­‐84, pag. 34. 159
FRED HOYLE: El Universo inteligente, pag. 176. Ed. Grijalbo. Madrid, 1984. 160
PIERO PASOLINI: Las grandes ideas que han revolucionado la Ciencia en el ùltimo siglo, II, 3. Ed. Ciudad Nueva. Madrid, 1981. 161
Rivista Ecclesia, n° 1554 (14-­‐VIII-­‐71) 30. 162
IGNACIO LEPP: Psicoanàlisi del ateìsmo moderno, IV. Ed. Lohle. Buenos Aires. 155
di Jodrell Bank, mi diceva che oggi nessuno osa formulare teorie di tipo positivista o materialista
sull’origine o la fine dell’Universo»163.
Il dottor Pascual Jordàn, spagnolo di nascita, Cattedratico di Fisica Atomica all’Università di
Amburgo, diverse volte candidato al Premio Nobel in Fisica164, specialista in questioni cosmologiche e
biofisiche, collaboratore di Einstein e Max Planck nelle teorie della relatività e meccanica quantica, è
attualmente uno degli scienziati di maggior prestigio internazionale. Di recente ha pubblicato un libro
nel quale afferma che la Fisica Moderna non sostiene più un concetto materialista dell’Universo basato
sulla negazione dell’esistenza di Dio165.
Max Planck, Premio Nobel in Fisica, Professore di Fisica Teorica e Direttore dell’Istituto Fisico
nell’Università di Berlino, chiamato con ragione il padre della fisica moderna166, dice: «Ciò che
noi...dobbiamo guardare come la meraviglia più grande è il fatto che la conveniente formulazione di
questa legge produce in ogni uomo imparziale l’impressione che la Natura sia governata da una volontà
intelligente»167.
163
VINTILA HORIA: Diario YA, El ateismo politico. VINTILA HORIA: Fe cristiana y Cultura Humana, III. Ed. A.D.U.E. Madrid, 1983. 165
Rivista Ecclesia, n° 1208 (5-­‐IX-­‐64)29. 166
PIERO PASOLINI: Las grandes ideas que han revolucionado la ciencia en el ùltimo siglo, II, 1. Ed. Ciudad Nueva. Madrid, 1981. 167
MAX PLANK: Religione e Scienze Naturali, pag. 24. Leipzig. 164
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