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una favola in versi

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una favola in versi
Biancaneve
una favola in versi
1
C’era, c’era una volta,
una volta in un antico tempo arcano,
c’era una regina d’un regno lontano.
Era d’inverno e la neve cadeva,
bianca bianca la neve cadeva.
E mentre la regina cuciva
ecco che con l’ago il dito si punse:
ne uscirono tre gocce di sangue,
tre piccole gocce,
e di rosso la neve si tinse.
2
“Oh, avess’io una bambina
bianca come la neve,
- sospirò la regina rossa come il sangue,
come l’ebano nera!”
Poco dopo si esaudì la preghiera
ed ebbe una figlia bianca di pelle,
rossa di guance, di neri capelli.
E la chiamò Biancaneve.
Ma quando ella nacque la regina morì
e presto un’altra al trono salì.
3
Molto bella era la nuova regina
e bella tra i belli voleva restare,
tra tutti voleva essere la prima.
Nel magico specchio ogni giorno
il suo viso, il suo corpo guardava
e ogni giorno, ogni giorno più altera,
interrogando lo specchio chiedeva:
“Specchio, specchio delle mie brame,
chi è la più bella in tutto il reame?”
E lucendo lo specchio allora parlava:
“In tutto il reame, o mia regina,
più di te, bella non c’è.”
4
Il sorriso beffardo, lo sguardo superbo,
la regina nel suo cuore gioiva.
Ma passò un anno, ne passarono due,
passarono gli anni e Biancaneve cresceva,
ogni anno di più, ogni anno bella di più.
E venne il giorno in cui il magico specchio
con un guizzo lucente rispose:
“Molto bella, o regina, sei tu,
ma ora Biancaneve lo è molto di più.”
Sussultò la regina, furiosa fremette.
“È la verità che io domando:
chi è la più bella? Rispondi, è un comando!”
5
Luci e bagliori nel magico specchio
insieme si fusero e presero suono.
“O mia regina, io te lo insegno:
è Biancaneve la più bella del regno.”
Pallida in volto, lo sguardo furente,
in un solo istante fu travolta dall’odio,
la fosca, altezzosa regina.
Odio e invidia, invidia e odio
e la sua mente senza più pace
concepì un pensiero feroce.
6
Chiamò a sé un cacciatore fedele.
“Conduci Biancaneve nella foresta
e poi uccidila senza timore,
quindi porta a me il suo cuore
o a cadere sarà la tua testa.”
Obbedì il cacciatore senza esitare
e presa Biancaneve per mano
la portò nel bosco, lontano, lontano.
E lontano lo seguì la fanciulla,
correndo tranquilla, raccogliendo i fiori,
senza pensieri trascorrendo le ore.
7
Ma quando il cacciatore estrasse il coltello,
quando vide la lama brillare,
fu colta da immenso terrore.
“O cacciatore, lasciami andare,
me ne andrò nel folto del bosco,
me ne andrò e non mi vedrete tornare.”
E il cacciatore fermò la sua mano,
fermò la mano, la guardò negli occhi
e le sue lacrime gli giunsero al cuore.
“Corri, bambina, non ti fermare,
corri, bambina, ti lascio andare.”
8
Certo sapeva che nel folto del bosco
bestie feroci cercavano il pasto
ma era giusto tentare la sorte
perché la fanciulla evitasse la morte.
Quindi con il coltello ancora levato
catturò un cerbiatto, gli estrasse il cuore
e lo portò alla regina che l’aveva ordinato.
Rise questa quando lo vide,
poi con un gesto ancor più crudele
lo fece cuocere e se lo mangiò.
“Biancaneve è morta, io sono in festa.”
Crescere vuol dire superare ostacoli e difficoltà.
Ma anche far emergere la nostra forza interiore e
accogliere le opportunità che incontriamo lungo
il cammino. La fiaba di Biancaneve, un classico della
letteratura per l'infanzia qui riproposto in una nuova,
originalissima versione, insegna ai bambini (e ricorda
ai grandi) anche il valore della solidarietà. È infatti grazie
all’affetto dei sette nani che la piccola protagonista può
sopravvivere e diventare grande.
questo libro è frutto di un’iniziativa senza scopo di lucro realizzata da
neo, associazione amici della neonatologia ospedale di niguarda onlus.
se deciderai di leggerlo, aiuterai l’associazione a realizzare i suoi progetti
destinati a migliorare l’assistenza ai neonati e a favorire uno sviluppo
armonioso della relazione madre-figlio. tutte le informazioni sull’attività
di neo sul sito:
www.amicineonatologia.org
numero unico
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