Grazie don Angelo! - Comunità Pastorale Beata Vergine di Rogoredo
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Grazie don Angelo! - Comunità Pastorale Beata Vergine di Rogoredo
1 Grazie don Angelo! Penso di essere stato tra i primi a sapere della scelta di don Angelo. Ho ben presente quel tardo pomeriggio quando, seduti nel mio studio in casa parrocchiale, mi ha comunicato la decisione concordata con l’Arcivescovo di partire “prete fidei donum” per lo Zambia. In quel momento è stato anche per me come un fulmine a ciel sereno! Ma ora, cosa posso dire di fronte a questa scelta così importante? Anzitutto che la condivido appieno. È davvero bello sentirsi così liberi da non esitare a dare la propria disponibilità al Vescovo anche per un incarico che non rientra in quella che possiamo definire “pastorale ordinaria”. Condivido questa scelta e ringrazio il Signore che ancora una volta ha messo sul mio cammino personale una “persona speciale” che sa vivere in modo radicale il Vangelo. Ne ho incontrate tante, sì tante, di persone capaci di vivere il Vangelo e tra questi metto anche don Angelo. In questi tre anni trascorsi insieme ho imparato molto. Insieme abbiamo condiviso le gioie e le difficoltà dell’inizio della Comunità pastorale. Ci siamo confrontati spesso imparando a lavorare insieme anche se in ambiti diversi. Insieme abbiamo vissuto un’esperienza vera di fraternità: nella preghiera comune e nel condividere il pranzo quotidianamente. Sono molto contento di vedere o di sentire tante persone che, in diversi modi, in questo periodo stanno esprimendo il loro affetto e la loro gratitudine a don Angelo. Questo “bollettino speciale” è solo una piccola raccolta di testimonianze e di ricordi che ci aiuteranno a mantenere vivo ciò che in questi anni don Angelo ha fatto per i nostri paesi aiutandoci a guardare sempre oltre al nostro orticello. In Oratorio non ha mai trascurato di proporre delle iniziative che potessero aiutare i ragazzi nel loro cammino di crescita umana e cristiana. L’aver accettato la sperimentazione della catechesi dell’Iniziazione cristiana ha favorito un rilancio del cammino formativo dei nostri ragazzi. Le proposte invernali o estive per i preadolescenti, gli adolescenti e giovani sono state sicuramente, per chi le ha vissute, dei momenti molto importanti per la propria crescita di fede. Anche l’attenzione alle strutture e agli spazi dell’oratorio, al fine di renderlo Comunità in Dialogo 2 sempre più accogliente, hanno espresso la passione educativa e soprattutto il desiderio di fare delle proposte serie e qualificate. Di don Angelo possiamo dire tante cose: le leggeremo anche più avanti. Mi sento di dire anch’io la mia. Se guardiamo alla sua vita possiamo dire di trovarci di fronte ad un vero prete. Un prete che non fa’ notizia e non va in televisione ma proprio per questo, prete speciale. Cosa deve fare un vero prete? Deve amare come Gesù! Con i talenti messi a disposizione dal Signore deve fare tutto per raggiungere questo obbiettivo. Don Angelo in questi anni è stato in mezzo a noi soprattutto per questo. Gli auguro di poter vivere il nuovo capitolo che si apre nella sua vita con lo stesso entusiasmo, tenacia, passione che ha sempre dimostrato stando in mezzo a noi. Da parte nostra cercheremo di sostenere la sua missione anzitutto con la preghiera; di aiutarlo in quelli che saranno i bisogni concreti; di invitarlo, perché venendo a raccontare la sua esperienza, ci sia sempre in noi un’apertura nei confronti dei nostri fratelli e sorelle che vivono in situazioni diverse dalle nostre. Lo affido alla Madonna di Rogoredo, la nostra patrona; la sua materna intercessione lo possa aiutare a vivere ogni giorno secondo lo stile del Magnificat. Grazie don Angelo! Il Signore ti benedica! Comunità in Dialogo Don Lodovico 3 Omelia di don Angelo per la festa dei SS. Pietro e Paolo In questo giorno della festa dei SS. Pietro e Paolo siamo riuniti per ringraziare il Signore per il dono di essere comunità cristiana, per il dono di un nuovo oratorio, e vi invito a unirmi al mio ringraziamento al Signore per gli anni che ho vissuto in mezzo a voi. Martedì sera abbiamo condiviso alcune riflessioni sull’oratorio, oggi lasciandoci guidare dalla Parola di Dio vorrei condividere invece qualche riflessione su questo cambiamento che riguarda me e tutta la nostra comunità. E’ la Parola di Dio oggi ci illumina e ci parla. E mi accorgo sempre più che il lasciare parlare la Parola di Dio è ciò che di più saggio possiamo fare. E’ la Parola che abita la nostra vita e la conduce. E’ la Parola che da senso alle nostre scelte e ci aiuta a rileggere il nostro vissuto. Cosa ci dice oggi questa Parola? Leggiamo la seconda lettura e Paolo ci dice: “Fratelli ritenetemi pure un pazzo” (2Cor 11,16). Non so se qualcuno mi ritiene un po’ pazzo per la scelta che sto facendo, la cosa non mi preoccupa e mi fa venire in mente quello che ci siamo detti con i ragazzi lo scorso anno durante le vacanze. Il tema era: “Da vicino nessuno è normale” e al termine della vacanza avevo affidato a loro queste parole di augurio e saluto che ritengo molto vere anche per me in questo momento. Eccole: “DA VICINO NESSUNO È NORMALE … Nemmeno tu! Ma non preoccuparti è così perché così ti ha voluto Dio. Ognuno di noi è unico e originale e se agli occhi degli altri a volte possiamo sembrare un po’ strani, se questo avviene perché viviamo il vangelo, non preoccuparti sei sulla strada giusta. Ognuno di noi infondo è un po’ un mistero, ma è bello così. La vita è l’avventura che ti chiama a scoprire questo mistero e alla fine non è importante essere normali, ma essere se stessi!” Sempre seguendo la lettera ai Corinti, come san Paolo non oso vantarmi di nulla, provo e mi piacerebbe essere capace di farlo solo delle mie debolezze e delle mie fragilità perché appaia che la nostra forza è nel Signore. “Abbiamo un tesoro in vasi di creta” (2Cor 4,7) del resto è l’espressione con cui 14 anni fa ci siamo presentati alla diocesi. E sempre Paolo ci ricorda che “ti basti la mia grazia” (2Cor 12,9). Che bello se potessimo dire sempre così, se avessimo davvero coscienza che la grazia del Signore è ciò che guida la nostra vita. Sento vera questa parola per me e per questa comunità in questa fase di passaggio: insieme impariamo a confidare nel Signore. Del resto sempre S.Paolo ci ricorda che “Tutto concorre al bene di coloro che amano Dio”. (Rm 8, 28) Comunità in Dialogo 4 Commentando questa espressione in santuario otto anni fa iniziavo il mio ministero in mezzo a voi. E così mi piace concluderlo ricordarci a vicenda che il nostro bene lo conosce solo Dio. Infatti, non è per le mie capacità che parto per lo Zambia, ma piuttosto per sperimentare la grandezza e la misericordia di Dio che mi ha chiamato a seguirlo in questa direzione. Seguimi mi ha detto il Signore ho pecore da pascere anche di altri ovili, ci sono pecore senza pastore! E nello stesso tempo non è per “punizione” o negligenza di qualcuno che probabilmente non verrà mandato un nuovo “don” ad Alzate, ma perché possiamo far fiorire tutta la grazia che Dio ha seminato in questa comunità. Credo possiamo dire che è giunto il momento di mettersi in gioco perché la grazia di Dio non vada sprecata. Sempre la Parola di Dio ci ricorda che l’amore verso le pecore è proporzionato all’amore verso il Signore. (Gv 21, 15-19) E’ bene però ricordarsi che le pecore comunque sono di Dio. Mi consola sapere questo perché mi da la certezza che il Signore non farà mancare la sua cura ne alle pecore di Alzate, ne a quelle dello Zambia. Tocca a noi pascere. E questo è un invito a darsi tutti da fare. Se amiamo il Signore dobbiamo, possiamo pascere il suo gregge. Certo a volte si tratta di prepararsi, aggiornarsi, capire come fare … (anche per me inizia un tempo così) altre volte più semplicemente e innanzi tutto è necessario iniziare, mettersi in gioco, non accontentarsi, impegnarsi in prima persona, farsi avanti… Mi chiedono in tanti in questi tempi: Perché parti? Innanzi tutto è bene chiarire che nessuno mi ha obbligato e nemmeno io l’ho voluto a tutti i costi. Se provo a rispondere posso dire che parto anche per raccogliere le provocazioni di queste pagine. A questo riguardo ho scoperto quanto sia importante per noi uomini del 2000 imparare a Comunità in Dialogo 5 guardare oltre l’orizzonte del nostro essere Chiesa e del nostro essere società! Ecco allora che scegliere di partire è occasione per allargare lo sguardo sul mondo e sulla Chiesa. Mi sono spesso interrogato se questa non può sembrare una fuga da una società che personalmente mi sta un po’ stretta, da ritmi di vita a volte assurdi, da problemi miseri e banali che siamo capaci di far diventare grandi e fondamentali… Mi sono chiesto se non sto fuggendo da un contesto dove la tradizione e l’abitudine ha soffocato o rischia di soffocare la fede… Mi sono chiesto se è solo il senso di avventura, il desiderio di cambiare, di fare qualcosa di nuovo… Avevo inizialmente paura che fosse un po’ così… ma dopo averci riflettuto per anni posso serenamente dire che la mia non è una fuga da questo mondo occidentale (e da questo essere comunità cristiana) che a tanti sta forse un po’ stretto, ma che facciamo fatica a cambiare. Mi rendo conto che in me è maturata la consapevolezza che la Chiesa di Dio è grande, che il mondo non finisce sulla porta di casa, che il vangelo va portato a tutti, che gli uomini sono davvero tutti fratelli. La festa dei SS. Pietro e Paolo mi conferma in questa convinzione perché mi ricorda che da 2000 anni la storia della Chiesa è fatta di uomini e donne che partono e hanno il coraggio di non voltarsi indietro. E’ lo stesso coraggio che dobbiamo chiedere per la nostra Chiesa, per noi cristiani a volte troppo tesi a guardare al passato, più o meno ripiegati su noi stessi e preoccupati di salvare delle situazioni, più che di annunciare il vangelo, preoccupati di mantenere delle abitudini più che di far risuonare la novità della Parola di Dio nelle nostre esistenze … So di non essere immune da tutto questo e proprio per questo motivo parto per ritrovare la freschezza dell’essere missionario, la gioia del vangelo, la certezza che l’amore di Dio mi può bastare… Sono consapevole che mi aspetta anche qualche difficoltà, dovrò fare lo sforzo di cambiare abitudini, stili, ritmi di vita… Non mi sento un eroe e non credo che la mia scelta sia più difficile di tante altre: quelle di chi fa il prete in periferia a Milano, quelle di chi per trovare lavoro prende la famiglia e emigra… Ogni vocazione, ogni scelta se vissuta fino in fondo è impegnativa. Sento di vivere questa scelta come fedeltà al vangelo e alla mia vocazione, la vivo come uno stimolo e uno sprono per la mia fede, per il mio essere prete… Sento importante per la mia vita coltivare la capacità di sapersi mettere in gioco, di non accontentarsi, di non fermarsi troppo facilmente al certo, al comodo, al già fatto… La vita è una sola e sento che va vissuta fino in fondo. Di questo sono certo. Un po’ come quando si va in montagna: non ci si può accontentare di andare sempre al Bollettone se si può arrivare in Comunità in Dialogo 6 Grigna… Così non ci si può accontentare di spendere solo qualcuno dei propri talenti e non è questione di monotonia, di originalità, o di voler cambiare a tutti i costi. Ricordo una frase di un corso di esercizi che sollecitava a considerare la mediocrità non come un qualcosa che dice la via di mezzo, ma come un qualcosa che paralizza. Non possiamo accontentarci nella vita di essere nella via di mezzo! Noi siamo fatti per qualcosa in più, siamo fatti per amare, per guardare lontano, per aprire gli occhi verso gli altri. Credo sia necessario nella vita di ciascuno riuscire a mettersi in gioco fino in fondo: non è vero che si accontenta gode e non è vero che chi fa gli affari suoi scampa di più e meglio. Mi auguro che soprattutto i ragazzi, gli adolescenti e i giovani possano capire questo e trasformare la libertà in volontà, la pigrizia in generosità e la paura in desiderio come ci siamo detti più volte durante quest’anno. Ringrazio il Signore per gli anni che mi ha fatto passare in mezzo a voi … In tanti in questi giorni mi hanno detto e scritto: don mi dispiace, ma se tu sei contento sono contento anch’io”. E’ bello sentire condivisa la propria scelta! E vi assicuro che più passa il tempo e in queste settimane ho la sensazione che a partire non sono solo e mi sembra di partire a nome di tutti. Umanamente è sempre difficile cambiare, ma dobbiamo avere la certezza che non è la lontananza a mettere in gioco l’amore, la stima, il sostegno che c’è e ci può essere tra le persone. Non sarà facile dimenticare le persone alle quali pur con i miei limiti e i miei difetti in questi anni ho cercato di voler bene. Chiedo scusa se non sono stato capace di essere attento a tutti, se qualche volta non sono stato fino in fondo disponibile, se qualcuno ha avuto il dubbio che non gli volessi bene … Posso dire con certezza che ho provato a volere bene a tutti, a non fare preferenze, a essere sincero … lascio Alzate e sono certo che non ce l’ho con nessuno e spero che nessuno ce l’abbia con me. E se qualcuno si è sentito qualche volta rifiutato, messo da parte, non considerato … non l’ho fatto apposta. Ringrazio di cuore tutti coloro da cui mi sono sentito voluto bene, tutti quelli che mi hanno sostenuto e incoraggiato anche nei momenti nei quali magari non tutto filava liscio. Ringrazio anche quelli che mi hanno criticato perché anche la critica è uno stimolo alla crescita e mi ha aiutato a migliorarmi. Ringrazio i preti con i quali ho collaborato: don Lodovico, don Giovanni, don Gianni, don Erminio… da tutti ho imparato qualcosa. Sono grato al Signore perché pur nelle fatiche ho fatto l’esperienza del presbiterio. Ringrazio le catechiste e tutti coloro che sono impegnati più direttamente in parrocchia e tra costoro sicuramente suor Carla e suor Regina. Ringrazio gli ammalati e gli anziani che mi hanno sempre sostenuto con la loro Comunità in Dialogo 7 preghiera e accolto con stima e affetto nelle loro case. Ringrazio i ragazzi e gli adolescenti che si sono fidati, che mi hanno raccontato le loro preoccupazioni, che hanno sorriso, che hanno accettato anche qualche arrabbiatura… che con entusiasmo hanno accolto tante proposte … Va bene che la Parola di Dio ci dice che “uno semina e un altro miete”, ma è vero che qualche consolazione non guasta mai! Prego per ciascuno. Prego per il nostro oratorio. Ho sempre detto che non è mio e che non posso portarlo con me, ma sono sicuro che un pezzo di cuore ad Alzate mi resterà. Mi chiedono: Don ma fra dieci anni quando torni vieni ancora ad Alzate? Si, spero di venire ancora ad Alzate per celebrare qualche matrimonio, per qualche prima messa, per vedere i “miei” ragazzi diventati uomini e donne capaci di credere, amare, sperare e collaborare per un mondo nuovo e per una comunità sempre viva... Sarebbe questo il modo più bello per vedere il frutto di quel seme che Dio ha messo nel cuore di ciascuno e che con umiltà ho provato a collaborare nel piantare. Confido nel fatto che la preghiera reciproca, oltre che i nuovi mezzi di comunicazione, è ciò che ci può tenere uniti! Don Angelo Comunità in Dialogo 8 Comunità in Dialogo 9 Il saluto delle autorità Carissimo Don Angelo, oggi è un giorno particolarmente importante per la nostra Comunità ma anche un giorno di sentimenti contrastanti. Da un lato la gioia per l’inaugurazione del nuovo Oratorio e dall’altra il dispiacere di doverla salutare ufficialmente in vista della sua prossima partenza per lo Zambia. Pur essendo un momento solenne di commiato da parte della comunità parrocchiale e civile, desidero farlo con semplicità, sincerità, rispetto e senza tante formalità, rispettando cioè tutte le caratteristiche peculiari che hanno contraddistinto l’operato del nostro Don. Sono trascorsi ben otto anni da quando in punta di piedi è arrivato nel nostro paese (ricordo il bellissimo CIAO! con il quale ha conquistato subito tutti i ragazzi durante la novena della Madonna di Rogoredo) e già dobbiamo salutarla per l’importante nuovo incarico che le stato affidato. La virtù dell’ obbedienza lo ha ancora una volta chiamato, provato e trovato pronto! D’altro canto chi più di lui può capire il progetto che Dio riserva a ciascuno di noi! Don Angelo, pronunciando il suo "ECCOMI", si è reso disponibile ad accogliere il nuovo mandato affidatogli, rivelando un grande spirito di fede e dando un esempio cristallino di fedeltà, amore e dedizione; sicuramente è stato scelto per dimostrare, in un contesto più ampio e così profondamente diverso, la sua attitudine pastorale ad ascoltare altri fratelli per servirli e condividere con loro gioie e fatiche, per mettere alla prova la sua capacità a costruire una nuova comunità di fede, di speranza e di carità. In questi anni il nostro Don, oltre all'obbedienza, ha espresso chiare virtù umane, come la semplicità, l'umiltà, la consapevolezza di agire sempre nel nome di Dio, soprattutto, verso gli ammalati, i poveri, le persone anziane, le persone sole, i portatori di handicap, gli immigrati. Ma è soprattutto con i nostri ragazzi che ha espresso la sua fortissima carica e l’entusiasmo che abbiamo imparato a conoscere: i pellegrinaggi, le vacanze in montagna, le tantissime iniziative a tutto campo che hanno coinvolto centinaia di ragazzi, nell’impegno nel prepararli ai sacramenti della vita cristiana, ma anche giocando con loro e diventando loro amico e confidente, una persona su cui contare veramente per ogni problema. Caro Don Angelo, certamente, dalle mie espressioni e dallo sguardo di chi sta partecipando a questo momento di commiato si intuisce chiaramente il bene che Le vogliamo e che vorremmo lei portasse sempre dentro di lei. In questo momento desidero veramente rappresentare tutti: i presenti, gli assenti, gli ammalati, gli anziani, ma anche coloro che sono indifferenti e lontani. Tutta la comunità ecclesiale e civile Le è grata per l'impegno profuso nell'opera svolta durante gli anni di ministero sacerdotale ad Alzate, per il cammino fatto insieme, per i valori umani, sociali e cristiani che ci ha proposto e trasmesso e Comunità in Dialogo 10 che ci guideranno nel nostro percorso futuro. Un grazie convinto e di cuore per aver vissuto la vocazione sacerdotale per il nostro oratorio, per i nostri ragazzi, i nostri giovani e le nostre famiglie! Grazie per essersi dedicato al nostro oratorio con coraggio, passione, entusiasmo, pazienza, umiltà. Grazie per esserci stato vicino in tutte le circostanze, quelle più belle ma anche quelle a volte negative. Grazie per aver capito e perdonato, magari in silenzio, ma con il cuore, le nostre mancanze, i nostri difetti, i nostri alti e bassi, le nostre incapacità, le nostre incoerenze. Grazie per essere stato un chiaro punto di riferimento per l’intera collettività. Spero che porterà sempre con sé tutto l’affetto, i ricordi e le molteplici esperienze vissute nella nostra Comunità con la consapevolezza che l’accompagneranno sempre i sentimenti di affettuosa amicizia, di sincera gratitudine di tutti quelli che lei ha conosciuto in questi otto anni. Vorrei anche porgere un sincero ringraziamento ai genitori di Don Angelo che discretamente, ma con molta disponibilità e cortesia sono stati presenti nella nostra Parrocchia. Le loro doti umane non sono certo passate inosservate ed è per questo che abbiamo Loro subito voluto bene ed è per questo che sono diventati in pochissimo tempo amatissimi alzatesi. Con questi sentimenti Le formulo i più sinceri voti augurali per la nuova missione pastorale. Caro Don Angelo, sarai sempre nei nostri cuori ed il ricordo di tutto ciò che abbiamo condiviso ci accompagnerà sempre. Con grande affetto e stima Comunità in Dialogo Massimo Gherbesi Sindaco di Alzate Brianza 11 Reverendo Don Angelo, a nome dell'Amministrazione Comunale, personale e di tutta la comunità che rappresento mi è doveroso ringraziarLa per la dedizione e l'impegno con cui ha svolto il suo ministero tra noi, in particolar modo come Responsabile della Pastorale giovanile. Crescere i nostri ragazzi con sani principi è per i genitori molto difficile e per noi amministratori fondamentale per costruire una sana Comunità civile, Lei è Carissimo Don Angelo 8 anni fa ho avuto il piacere di salutare il tuo arrivo nell’amata comunità alzatese ed ora desidero partecipare “all’arrivederci augurale ” per la tua partenza verso una nuova entusiasmante missione evangelica in Zambia. Sì, un arrivederci perché quando si vivono anni intensi insieme si instaura un rapporto che non si esaurisce e non finirà mai e che trova sempre e comunque un posto sicuro nel cuore, pronto ad aprirsi in qualsiasi momento ed in qualsiasi posto dove ci si trova. Per questo spero anche che si possa perché no organizzare un gemellaggio tra la gente della bellissima terra africana che ti attende a braccia aperte e tutti gli alzatesi. Che bello: un giovane sacerdote che è stato ad Alzate e che si è speso per i nostri bambini, ragazzi e giovani che parte missionario! Vuol anche dire che stato un importante punto di riferimento per la loro crescita. L'emozione trapelata durante la celebrazione della Santa Messa Solenne nella ricorrenza dei Patroni SS.Pietro e Paolo ha mostrato a tutti i presenti quanto "cuore" ci fosse nel Suo operato. Ancora grazie "Don" ed un sincero augurio per la nuova "missione" che si appresta a svolgere. Rinaldo Meroni Sindaco di Anzano del Parco l’esperienza vissuta in mezzo a noi è stata importante ,anzi di più, per far emergere questo valore aggiunto delle tua profumata e limpida vocazione ecclesiale. Ed allora un augurio: che tutto quello che hai ideato, voluto e costruito per e con noi, porti altri ed abbondanti frutti gustosi nella tua nuova missione e che nelle preghiere che farai imparare alle centinaia di bambini e di persone dagli occhioni dolci ci sia un seppur piccolissimo spazio per tutti noi…. così un poco di Alzate lo sentirai chiaramente vicino a te! Insieme alla gratitudine di essere stato un grande esempio di quotidiana fede cristiana nella nostra comunità ti auguro buon viaggio ed una buona e felice missione. Carissimo Don Angelo : che il Signore sia sempre con te e con il tuo spirito . Con stima e affetto, un alzatese Comunità in Dialogo Paolo Frigerio Ex sindaco di Alzate Brianza 12 Un sacerdote, un amico Penso sia particolarmente difficile, almeno per me, manifestare attraverso un semplice scritto i più sinceri ringraziamenti ad un semplice amico; figuratevi se l’amico è un sacerdote con qualche anno in meno di me, che oltre ad aver dato al nostro paese un pezzo della sua vita al servizio delle nostre famiglie e dei nostri giovani, tutto ad un tratto ci lascia per continuare a svolgere la sua missione in un mondo a tutti noi materialmente sconosciuto ma di cui, attraverso l’informazione ne conosciamo i bisogni sia materiali che morali. Non le nascondo che la notizia di questa sua scelta mi ha sorpreso non poco. Eravamo verso la conclusione dei lavori di completamento del nuovo oratorio e la circostanza mi faceva rivivere a distanza di anni un avvenimento verificatosi negli anni della mia gioventù. Il pensiero della sua partenza mi ha riportato indietro negli anni quando, ancora giovane, ci lasciava come comunità il coadiutore di allora con il quale avevo, assieme ad altri amici che lei ben conosce (Enzo, Fulvio, Francesco, Paolino, Angelo, Dionigi, Elio, Paolo, Antonio, Alfredo..) creato nuove strutture e ambienti accoglienti per rilanciare l’oratorio. Passavamo gran parte della nostra giornata con lui ad organizzare tornei di calcio, spettacoli, incontri e quanto necessario per animare e far vivere la struttura. Ho pensato alla reazione dei ragazzi e degli adolescenti dei quali abbiamo varie volte discusso, anche se non in modo approfondito, che hanno visto e vedono in lei un amico, non solo un sacerdote, un consigliere, un punto di riferimento a cui rivolgersi di fronte ai problemi che una società, sempre più difficile, pone loro. Ho pensato alle famiglie, che la consideravano e la considerano un educatore, un co-genitore, un compagno di viaggio dei loro figli. Tuttavia le debbo confessare che con il passare dei giorni, queste mie considerazioni e sensazioni erano eccessive e frutto di una visione superficiale. Quando ho potuto vedere e constatare il frutto del suo lavoro rappresentato dai quasi 400 fra ragazzi e adolescenti della Comunità Pastorale presenti all’oratorio feriale, mi sono ricreduto. Sono il risultato del lavoro di questi anni della sua permanenza nella nostra comunità. Sono i futuri talenti su cui la nostra comunità potrà contare e che sapranno tener vivo ora come allora il bellissimo ambiente che grazie anche a lei abbiamo potuto costruire. Spero e credo siano per lei il miglior biglietto da visita nella nuova missione di cui andare orgoglioso e fiero. Mi verrebbe da scrivere ancora ma preferisco concludere e dirle semplicemente: GRAZIE, BRAVO, AUGURI DON ANGELO perché ogni parola in più risulterebbe inutile. Sappia che alzate la ricorderà sempre e le sarà vicino ogni volta che avrà bisogno nella sua nuova missione. Giovanni Pontiggia Comunità in Dialogo 13 Il saluto delle suore Con semplicità ma con grande riconoscenza vogliamo esprimere a Don Angelo il nostro “GRAZIE” per tutto il “BENE” che ci ha comunicato in questi anni e lo facciamo alla “COTTOLENGHINA” con un sincero “DEO GRATIAS!”. Sì, perché è il Signore che ce l’ha donato e l’ha accompagnato in questi anni vissuti con noi nel quotidiano impegno di annunciare Gesù con entusiasmo ed amore. E anche se ora ci lascia per una nuova missione, vogliamo assicurargli che lo seguiamo spiritualmente e lo accompagniamo con la preghiera cosi: “Maria abbraccia con il tuo cuore di mamma Don Angelo donagli la gioia di sentirsi amato e protetto da te: illuminato e guidato dalla luce di Dio e fa che possa realizzare con gioia il progetto che Dio ha pensato per lui dall’eternità”. E con un po’ di sofferenza per il distacco ma con vera amicizia gli diciamo: ”Don Angelo vai nel grande mare della vita che incontrerai in Africa…vai con la tua fragile barca e porta con te la fiaccola della fede. ..lasciati inondare dalla luce del sole di Dio…entra con fiducia nella scia di quella luce e raggiungerai il porto da te sognato…l’abbraccio dell’AMORE”. Comunità in Dialogo Suor Regina e Suor Carla 14 Il saluto di don Giovanni Carissimo Don Angelo, ho appreso con gioia che il Vescovo ti manda in missione nello Zambia. In un certo senso rappresenti tutti noi, preti diocesani, che rimaniamo in diocesi. E’ una scelta significativa perché ricorda a tutti noi che ,se anche non partiamo per terre lontane, il nostro cuore deve essere comunque aperto a tutti i popoli della terra che aspettano l’annuncio della salvezza che solo Gesù può donare in pienezza. Credo che gli anni passati ad Alzate ti abbiano aiutato ad avere una fede sempre più solida e una maggiore capacità di accostare le persone, soprattutto quelle meno protette e più bisognose di aiuto materiale e spirituale. Degli anni passati con te, devo ricordare la tua fedeltà alla preghiera, la tua generosità e il coraggio di dire dei sì e dei no, quando ti sembravano necessari per il bene dei ragazzi e delle persone che incontravi. Penso che quanto hai seminato di bello e di buono, soprattutto ai ragazzi dell’oratorio, non mancherà di dare i suoi frutti nei tempi che il Signore vorrà. Se dallo Zambia mi manderai una cartolina, mi ricorderò che anch’io devo sempre sentirmi in missione, anche se gli anni passano e i luoghi d’impegno pastorale cambiano. Con stima, Don Giovanni Re Comunità in Dialogo 15 Dalla scuola dell’Infanzia Vidario “Allora bambini, prepariamo insieme il cartellone per salutare Don Angelo …” “Ma…dove va?” “In un paese lontano, si chiama Zambia, fa molto caldo là …cerchiamolo sul mappamondo…” “E’ lontano, ma perché va là?” “Lo aspettano tanti bambini, là ci sono tante cose da fare!” “Si, ma ci eravamo appena incontrati…”. La spontaneità dei bambini ancora una volta da’ loro ragione: proprio quest’anno che avevamo iniziato un cammino insieme con i pomeriggi in oratorio, proprio ora che iniziavamo a conoscerci e confrontarci, a dialogare con quel “don che gioca con i bambini”, a fare merenda insieme (e che lusso di merenda!) e poi insieme pregare, per non perdere mai di vista l’essenziale... Che peccato viene da dire a noi insegnanti, avevamo trovato la strada per collaborare efficacemente alla crescita dei bimbi, avevamo stabilito un contatto tra oratorio e genitori… ma la sua scelta è davvero importante e ha in sé il sapore dello Spirito che invia. Tanti auguri Don Angelo, siamo certi che l’Africa le riempirà il cuore, ma in un angolino lasci un piccolo posto per i bimbi della scuola dell’Infanzia di Alzate che ancora si chiedono: “Ma anche qui c’erano tante cose da fare!?!” e da parte di tutti i grandi una promessa: la strada che ci ha aiutato a tracciare non verrà abbandonata. Un semplice, grosso grazie! E se è vero che le stelle nel deserto africano appaiono ancora più grandi e luminose, allora potremmo incontrarci, ancora una volta: E quando ti sarai consolato, sarai contento di avermi conosciuto. Sarai sempre il mio amico. Avrai voglia di ridere con me. E aprirai a volte la finestra, così, per il piacere…E i tuoi amici saranno stupiti di vederti ridere guardando il cielo. Allora tu dirai: si, le stelle mi fanno sempre ridere! (Il Piccolo Principe, A.De Saint-Exupèry). Comunità in Dialogo 16 Dalle catechiste…. Ogni catechista della nostra comunità ha avuto, in questi intensi anni, il “privilegio” di sentirsi guidato, stimolato e responsabilizzato da don Angelo; pur nella diversità del proprio percorso , ognuno di noi è stato personalmente aiutato a crescere nella fede e incoraggiato a trasmetterla ai ragazzi che gli sono stati affidati. Anche grazie all’aver aderito al cammino di sperimentazione, ognuno di noi ha dovuto mettersi o rimettersi in gioco profondamente, con la sicurezza di avere sempre una guida decisa, schietta e autorevole. Il poter poi contare sulla presenza di don Angelo durante i momenti di programmazione e di preparazione ci ha rafforzate ed abituato a collaborare; prendendo spunto dalle sue intuizioni e dalle sue idee, lavorando insieme hanno preso corpo tanti momenti che hanno aiutato i ragazzi a pregare (la Via Crucis in Villa del Soldo, le novene in preparazione al Santo Natale con le drammatizzazioni, …). E’ bene ricordare che tante di noi possono si sono rese disponibili al servizio nella catechesi proprio grazie ai colloqui con il don, al suo accostarsi in modi disparati ma sempre molto efficaci, alle sue motivazioni che non potevano essere ignorate ma che richiedevano corresponsabilità. Ai dubbi che legittimamente, in coscienza, parecchie di noi hanno sollevato (non sono in grado… non ne ho le capacità… non ho le basi adeguatamente solide …) il don ha risposto proponendo percorsi formativi e la partecipazione ai corsi ed agli incontri organizzati dalla diocesi. Frequentare i corsi a Milano, incontrando nei gruppi allargati anche tante catechiste provenienti da realtà diverse, ci ha aiutate ad avere una maggiore apertura; inoltre ha favorito una migliore conoscenza e condivisione fra di noi, favorendo relazioni di amicizia profonde. Grazie don per averci spronate, sostenute, incoraggiate, ascoltate, di sicuro anche sopportate… e per averci permesso di vivere questa dimensione di servizio. Riportiamo qui di seguito alcune esperienze. Comunità in Dialogo 17 Con il don, pionieri della sperimentazione Carissimo don Angelo, della tua presenza tra noi in questi anni di vita pastorale ricorderemo tanti episodi, tanti momenti, tante iniziative, ma soprattutto il tuo impegno per ciò che riguarda la catechesi ai ragazzi della nostra parrocchia. Ci riferiamo in particolare a quel periodo 2005-2006, di grande fermento nella nostra Diocesi, per introdurre nuovi cammini di catechesi per i ragazzi a quali “oggi” ci rivolgiamo. Ci è ancora ben presente il tuo entusiasmo, la tua pronta adesione alla proposta del Vescovo di intraprendere nella nostra comunità il cammino di sperimentazione dell’Iniziazione Cristiana. Ti sei rivolto a noi, inizialmente piuttosto smarrite e confuse, ma subito ci hai contagiato con la tua ferma convinzione che quello fosse il “nuovo” cammino da intraprendere in una società così mutevole. Che timore!… Ce la faremo?… Saremo all’altezza? Ma certo, con l’aiuto di Dio. E via allora con le serate a Milano, le giornate di formazione, le esperienze di Triuggio… man mano che si procedeva, ci si rendeva conto di quanto ci arricchivamo e di quanto fosse bello mettersi in gioco. Tra noi c’è stata subito fiducia e collaborazione e, da questa esperienza umana e di fede, è nata una bella amicizia fatta anche di momenti ”vivaci”, ma nella condivisione dell’unico obiettivo: aiutare i ragazzi a scoprire l’amico Gesù e la bellezza di essere Cristiani. Tutto ciò non sarebbe stato possibile senza il sostegno della tua competenza e l’impegno costante, per una valida preparazione al nuovo compito che ci veniva richiesto dalla Diocesi. Ora, dopo anni di lavoro, scopriamo di aver intrapreso un cammino significativo per ciò che riguarda l’esperienza di fede dei nostri ragazzi e delle loro famiglie; lo abbiamo fatto insieme, anche con qualche fatica, sapendo però di poter sempre contare sulla tua presenza. Con te e con i ragazzi siamo cresciute anche noi nella nostra formazione personale; per questo e per tant’altro ancora ti diciamo “grazie don”! Ricorderemo di te la sobrietà, la schiettezza, il senso pratico nel trovare soluzioni ai problemi, l’autenticità della tua persona, la fede profonda che guidava anche le scelte apparentemente meno rilevanti. Ti siamo vicine con la preghiera per la nuova missione alla quale sei stato Comunità in Dialogo 18 chiamato, e siamo certe che opererai con altrettanto entusiasmo ed energia per i nostri fratelli più bisognosi. Grazie, don: incontrarti, per tutte noi è stato un dono del Signore! Rita, Monica, Donatella Semi di fede All'inizio dell'anno ci è stato proposto da Don Angelo di partecipare ad un corso di formazione, per avvicinarci all'insegnamento del nuovo catechismo. Non essendo catechiste, l'iniziativa ci ha inizialmente incuriosite, e accettando, siamo entrate nella dimensione della riflessione, mettendoci in gioco ognuna con la propria storia di vita cristiana. Si è trattato di un percorso interessante dal punto di vista dei contenuti, ma la vera ricchezza è stata la possibilità di riconoscere e rileggere la figura di Gesù oggi, nella nostra realtà personale, ponendo a confronto quanto avevamo appreso e sperimentato fino ad ora con quello che Gesù ci dice attualmente. In questo senso siamo grate a Don Angelo che, come il buon seminatore, ha gettato il seme nel terreno fertile del nostro cuore. Non sappiamo quali frutti porterà questo germoglio di riflessione, ma ci piace custodirlo e curarlo come percorso personale sempre aperto di crescita nella fede. Siamo tre nuove catechiste, abbiamo iniziato questo cammino con molta preoccupazione e titubanza, poi abbiamo capito che con una formazione, un aggiornamento costante e il nostro bagaglio di esperienza quotidiana di FEDE il nostro cammino poteva iniziare. E’ in questo momento dunque che vogliamo ringraziare Don Angelo, perché nonostante i nostri limiti ci ha saputo sostenere con mano amichevole, ci ha invitato a riflettere sedendoci un attimo accanto a lui, ci ha saputo indicare il giusto cammino comunitari pastorale. E adesso nel silenzio delle nostre preghiere vogliamo dunque ringraziarti e sostenerti nel tuo nuovo cammino, ma soprattutto ringraziare Dio perché sulla nostra strada ci ha fatto incontrare un “Don “ come TE. Wilma, Carmen, Emanuela Comunità in Dialogo Antonella, Laura e Roberta 19 Comunità in Dialogo 20 I nuovi cresimati e comunicati Da queste righe vorrei ricordare un impegno particolare che don Angelo ha avuto tra il 2007 e il 2009: la non facile impresa di gestire un vivace gruppetto di una decina di bambini, poi ragazzi, durante il loro “cammino con Gesù”. Nonostante qualche piccolo incidente di percorso (cambi di aula, qualche elemento nuovo e qualche partenza) i primi tre anni sono trascorsi con serenità sua e dei ragazzi finché, per motivi pastorali, mi ha proposto di sostituirlo in questo impegno, facendo sì che negli ultimi due anni concludessi il percorso da lui iniziato. Nell’ottobre 2009, affiancato da Giovanna, ho iniziato questa esperienza, ereditando un gruppo contento del percorso fatto con lui, dispiaciuti del cambiamento, ma pronti a rimettersi in gioco; in questo periodo non ho mancato di ricordare spesso ai ragazzi di come siano stati in un certo modo privilegiati ad avere un sacerdote come catechista in un gruppo così piccolo e in un’età così particolare, e li ho invitati a valorizzare quanto don Angelo ha loro trasmesso in quel periodo. Durante l’ultimo incontro di quest’anno, il mercoledì dopo aver completato la loro iniziazione cristiana (anziché il classico incontro di fine anno fatto di saluti ed esortazioni per l’anno dopo …), ho voluto invitare i ragazzi ad esprimere su dei biglietti i loro sentimenti e il loro grazie a don Angelo, biglietti che, insieme al mio, abbiamo consegnato all’interessato al termine dell’incontro stesso, lasciandogli così un ricordo (che rimarrà impresso a tutti) del nostro percorso. Queste righe sono quindi un occasione per esprimere a don Angelo ancora una volta un grazie per quello che ha fatto con noi e per noi e augurare anche a lui, con l’intercessione della B.V. di Rogoredo, un “buon cammino con Gesù” nella nuova missione a lui affidata. Francesco, Giovanna, Valerio, Danilo, Luca, Mattia, Andrea, Leonardo, Giada, Alessia, Micol, Arianna. Comunità in Dialogo 21 I ragazzi… Energico, deciso, accattivante con i ragazzi, questi sono alcuni dei pregi che, chi come me ha conosciuto Don Angelo, può sicuramente attribuirgli. Per gli ultimi otto anni l’oratorio è stato portato avanti in modo eccellente da questa persona speciale, che tutti coloro che vivono la vita oratoriana non potranno che ricordare con piacere e nostalgia. Uno dei principali insegnamenti che ci ha voluto dare è stato l’importanza del servizio verso gli altri. Infatti una frase che esponeva molto spesso in oratorio era: ”In oratorio rimane chi trova qualcosa per gli altri e non per sé”. Insegnamento che, prima di tutto, ci ha trasmesso con il suo esempio. Infatti, in questi anni ha pensato prima di tutto a noi, ragazzi e giovani dell’oratorio, organizzando gite e vacanze, che per lui erano l’occasione per donarci qualcosa e vivere così appieno la sua missione sacerdotale. Tra tutte le caratteristiche di Don Angelo, quella più evidente, era il suo amore per la montagna. Passione attraverso la quale ha fatto ammirare a noi la bellezza e l’immensità del creato e ringraziare Dio di questo grandioso dono. Adesso, che gli è stata affidata questa nuova ed importante “missione”, noi vogliamo rivolgergli l’insegnamento che lui stesso ha fatto a noi durante la splendida omelia della professione di fede: “Ricordati che anche se non te ne accorgi Dio è sempre vicino a te e sempre ti accompagnerà”. Comunità in Dialogo Un ragazzo di 3^ media 22 …e i loro genitori Caro Don Angelo, appena abbiamo saputo della sua chiamata in missione, il nostro pensiero è andato subito ai nostri ragazzi: cosa faremo, come ci organizzeremo in oratorio? In questi anni lei è stato per tutti noi genitori un punto di riferimento, un’ ancora dove poterci aggrappare nei momenti di difficoltà. Sempre di fretta e di corsa, era però pronto e capace nel darci consigli e suggerimenti su come affrontare le difficoltà e i nostri dubbi educativi. Quando partiva con i nostri ragazzi per le gite e le vacanze, sempre allegro e sorridente, noi eravamo tranquilli, sereni e felici che i nostri figli, vivendo esperienze gioiose e avventurose, apprendevano anche un insegnamento evangelico importante per la loro crescita cristiana. Caro Don Angelo, siamo sicuri che quando arriverà in quel paese così lontano e diverso dal nostro, troverà un “piccolo oratorio San Luigi”, dove farà breccia nei cuori dei ragazzi. Altresì, siamo sicuri che il seme che lei ha piantato nei cuori dei nostri figli, sboccerà anche a distanza di anni e darà i suoi frutti. Grazie Don Angelo della sua disponibilità, della sua cortesia, della sua sincerità spontanea. Comunità in Dialogo I genitori dei suoi ragazzi 23 Il saluto dei giovani Tante volte Don Angelo ha ripetuto a noi giovani che questo era il nostro, non il suo, oratorio e che un giorno se ne sarebbe dovuto andare… Purtroppo, quel giorno è arrivato. Nessuno se lo aspettava così presto, così all’improvviso; eppure, è giunto il momento di salutarci, di ringraziarci a vicenda. Lui ci ha detto molte volte grazie, ogni volta che noi ragazzi ci siamo impegnati nelle numerose attività che ci ha proposto in questi intensi otto anni. Con umiltà e rispetto ha sempre riconosciuto, infatti, il lavoro e i meriti di tutti. Tuttavia, siamo soprattutto noi giovani che dobbiamo dimostrarci estremamente riconoscenti nei confronti di chi ha sempre, con pazienza, impegno e determinazione, operato credendo nelle nostre capacità, dandoci fiducia e responsabilizzandoci. In particolar modo noi ragazzi degli Oratori di Fabbrica e Anzano, dopo l’addio di Don Gianni, abbiamo trovato in Don Angelo un punto di riferimento importante, che ci ha insegnato ad essere, finalmente, Comunità. Grazie a lui abbiamo capito che siamo noi il vero cuore dell’Oratorio e che fare le cose insieme non solo non è impossibile, ma anzi spesso è più bello e divertente. Specialmente in questi ultimi due anni siamo stati positivamente colpiti dalla grande varietà e originalità di gite, vacanze e proposte di ogni tipo, che sono state sempre occasioni di divertimento, incontro e crescita sia a livello educativo sia spirituale. Tutto questo per merito di Don Angelo, che ha sempre organizzato tutte queste iniziative con attenzione e impegno, dimostrati soprattutto nella realizzazione dell’Oratorio Feriale. Nonostante la difficoltà nel gestire un numero maggiore di bambini, con l’arrivo lo scorso anno di quelli di Fabbrica e Anzano, grazie alla sua guida e alla sua esperienza, i problemi sono stati davvero pochissimi e il divertimento, invece, massimo. Come lui ha ripetuto più volte, è da noi giovani che deve arrivare l’esempio e la speranza per un futuro da vivere come una vera Comunità cristiana, “radicata e fondata in Cristo, salda nella Fede” (come recita lo “slogan” della GMG di quest’anno, alla quale parteciperemo proprio con Don Angelo). Amare, educare e rimanere sono i tre verbi che egli ha posto come cardine del nostro vivere l’oratorio. Un oratorio che, col passare degli anni, è sempre più nelle nostre mani. E se queste mani nei prossimi anni potranno continuare ad amare, educare e rimanere, sarà soprattutto per merito dell’esempio del nostro caro Don Angelo. Per questo, augurandogli buona fortuna per questa straordinaria “avventura” che lo attende in Zambia, lo ringraziamo con tutto il cuore e lo salutiamo come un vero amico. A nome di tutti gli animatori e i giovani della Comunità Pastorale B.V. di Rogoredo, Comunità in Dialogo Francesco e Luca 24 Caro Don Angelo, anche noi giovani ci teniamo a ripercorrere con te, in breve, questi otto anni trascorsi insieme. Per fare questo, abbiamo pensato di servirci di alcune porte per aiutarci a rappresentare il nostro cammino e legame con te. La prima vuole narrare la tua capacità di tenere una porta aperta ai giovani della nostra Comunità Pastorale e non solo. Ci hai dimostrato la tua disponibilità a conoscere più profondamente ognuno di noi, cercando di coinvolgerci in iniziative sempre diverse, che potessero accogliere i nostri interessi. Sappiamo bene che per te questo non è sempre stato facile, ma hai comunque cercato di comprendere ed accettare le nostre stesse mancanze. Non con tutti è stato facile e non con tutti ti è riuscito, ma non hai mai perso la forza e la speranza di vedere l’oratorio pieno di giovani. La nostra seconda porta si apre così sulla tua stessa crescita personale e nella fede che abbiamo potuto apprezzare standoti accanto e condividendo con te parte del cammino spirituale. Tale crescita non è stata solo un fatto privato, infatti è stata in grado di spendersi per tutta la comunità e soprattutto per la parte più giovane di essa. Può essere che anche alcune difficoltà o delusioni da te vissute abbiano stimolato la capacità di rimetterti sempre in gioco, ripartendo con maggiore entusiasmo e nuove idee. nuova porta che hai deciso di aprire nella tua vita: un percorso di apertura verso il prossimo. Questo messaggio hai cercato di trasmetterlo anche a noi giovani proponendoci attività di servizio, di accoglienza dell’altro ed uno stile di vita sobrio ed essenziale. Il tuo stesso stile di vita basato sulle priorità e sull’essenzialità delle vita cristiana siamo certi ti porterà a vivere con naturalezza questo passaggio verso lo Zambia. Infine, l’ultima porta si spalanca sulla nostra stessa crescita personale e spirituale che tu hai in questi anni accompagnato. Hai sempre cercato di comunicarci la tua fede in Cristo, attraverso la preghiera, i tuoi gesti e le numerose proposte, accrescendo in noi la consapevolezza dell’amore di Dio e dell’appartenenza alla stessa comunità cristiana. Il tuo passaggio nelle nostre vite non è stato vano. Ti ringraziamo per la fiducia che tu hai riposto in noi, per averci guidato ed incoraggiato a scoprire il nostro posto nella Chiesa. Porteremo sempre con noi i momenti belli ed importanti trascorsi in questo viaggio con te e sii certo che tra i tanti tasselli del mosaico della nostra vita uno dei più significativi apparterrà a te! Con affetto e gratitudine Un ulteriore passaggio riguarda il tuo imminente cambiamento, ossia quella Comunità in Dialogo I giovani della Comunità Pastorale 25 Questa notizia ci ha sorpreso, ma anche riempiti di gioia e, perché no, anche un po’ di orgoglio. In realtà, una grande missione l’ha già vissuta con noi in questi ultimi otto anni, nei quali ha stimolato la nostra comunità parrocchiale e pastorale alla carità, in particolare i giovani, gli adolescenti e i ragazzi. Tante iniziative, promosse dalla Caritas diocesana, decanale e parrocchiale. Progetti portati avanti con i nostri adolescenti e ragazzi: in Quaresima e in Avvento, il doposcuola in oratorio, il volontariato alla mensa del povero, per citarne alcuni. Forse però quello che ha fatto più contenti i nostri anziani e ammalati è quel bel “pellegrinaggio” in Avvento con il GESU’ BAMBINO portato nelle loro case, per il quale abbiamo riscontrato il loro grande apprezzamento. Inoltre la visita mensile agli ammalati per l’Eucarestia: hanno sempre spiegato ai volontari della Caritas questo importante momento vissuto con gioia e entusiasmo. Ci ricorderemo sempre e pregheremo per la sua nuova missione. Dall’ultimo suo articolo del bollettino N.3 di maggio/giugno di quest’anno: “Non basta avere l’oratorio e averlo bello, l’oratorio è luogo educativo se ci sono educatori, in oratorio si cresce nella fede se ci sono catechisti, può essere luogo del divertimento e della gioia se ci sono animatori, ci sarà un contesto di accoglienza se anche la struttura è tenuta in ordine… se manca una comunità che se ne prende cura, e se manca il cuore, l’oratorio muore.” Don Angelo, non ci resta che ringraziarla per tutto questo e tanto altro ancora, grazie, grazie, grazie!!! Comunità in Dialogo La commissione Caritas 26 Don Angelo e il coro Otto anni fa, dopo la partenza di Don Massimo, giungeva fra noi Don Angelo Bellati. Quando arriva un Sacerdote in un paese la curiosità è quasi d’obbligo: da dove viene, dove è stato, le “sue” prediche saranno corte o lunghe,… tutte domande più o meno legittime. Il solo fatto che era nativo di Premana, era per noi alzatesi già una sicurezza: il luogo è infatti garanzia di una fede “rocciosa”, come le splendide montagne della Valsassina. Ho visto Don Angelo per la prima volta al Santuario, durante uno dei pomeriggi iniziali della Novena di settembre. Dopo due parole di presentazione, ha iniziato l’ incontro di preghiera con i ragazzi. Da lì e per otto anni è iniziata con Don Angelo una collaborazione che in alcune parti dell’anno diventava più stretta a motivo delle Celebrazioni liturgiche che si svolgevano. Devo confessare che all’inizio il Don ha introdotto alcune novità (soprattutto nelle Solennità della Prima Comunione e della Cresima) che “sconvolgevano” un po’ lo schema che tradizionalmente veniva seguito in questi casi e che io in un certo senso facevo fatica a capire e ad accettare. Ora però, a distanza di anni, devo ringraziarlo perché ha educato anche me ad una “nobile semplicità” nelle diverse Celebrazioni, applicando perfettamente ciò che dice la “Sacrosanctum Concilium”: “Si promuova con impegno il canto religioso popolare in modo che nei pii e sacri esercizi, come pure nelle stesse azioni liturgiche, secondo le norme stabilite dalle rubriche, possano risuonare le voci dei fedeli”. Don Angelo poi è dotato di una bella voce tenorile che tutti abbiamo potuto apprezzare, oltre che nelle Sante Messe festive, durante il Canto del “Preconio Pasquale”, nella notte del Sabato Santo e in tante altre occasioni, quando lui svolgeva le delicate mansioni di Cerimoniere – regista ( vi ricordate quando è venuto il Cardinale Tettamanzi? Il Don era con l’abito talare!!! ). In questi anni Don Angelo si è impegnato molto per far cantare i ragazzi e per alcuni versi ci è riuscito. D’altronde non è semplice farli cantare, lo vedo a scuola con i bambini: fino a sette – otto anni ce la mettono tutta, poi subentra una strana “vergogna a farsi ascoltare dagli altri” e … si bloccano! Auguro al Don di avere sempre l’entusiasmo e la voglia di fare che lo hanno contraddistinto in questi anni passati ad Alzate e di continuare a cantare e far cantare anche in Zambia: non deve essere difficile perché gli africani “hanno la musica nelle vene”! Auguri Don Angelo! Damiano Colombo Comunità in Dialogo 27 Comunale Alzate Brianza Un grazie dal gruppo Avis Tessera numero 394, Don Angelo dal maggio 2004, con ben 20 donazioni, è stato nostro associato, e per anni ha condiviso attivamente i nostri ideali di solidarietà e fraternità. Ora realizza ancora più totalmente questo ideale con la sua splendida e coraggiosa scelta di vita. Desideriamo salutarlo e ringraziarlo con un pensiero di Madre Teresa di Calcutta: cavi elettrici economici o costosi che restano inutilizzati, perché se non vi passa la corrente non servono a far luce. I fili siamo voi ed io, la corrente è Dio. Noi possiamo decidere di lasciar passare la corrente attraverso di noi, di essere usati, o possiamo rifiutare di essere usati e permettere all'oscurità di diffondersi. Perché riesca a diffondere tanta luce… Spesso si vedono fili metallici piccoli o grandi, vecchi o nuovi, Maria Teresa Ottolini Il Movimento Terza Età saluta don Angelo Che dire di Don Angelo, dopo otto anni trascorsi tra noi? Carattere franco e sincero, vero montanaro (senza offesa). Tante volte avevamo scontri anche forti, ma sempre bonari, per qualche richiesta in favore della Terza Età: il suo no diventava sempre un sì. Quando un prete sta per partire per altre missioni, è allora che si misura il peso di quello che dà per la comunità. Don Angelo ha messo in pratica le parole di Gesù: “Non sono venuto per essere servito ma per servire”. Ha fatto della sua vita un dono, e che dono! La sua strada non è una pista già tracciata di cui si conoscono il percorso, le asperità, la meta, ma un’incognita che non si può misurare se non nel futuro. Siamo vicini alle feste del Santuario: pregheremo per lui la nostra Madonna di Rogoredo, (“inscì buna”), perché lo assista nel nuovo servizio in Africa, così lontana e sconosciuta. Auguri, auguri e ancora auguri a Don Angelo per la sua coraggiosa scelta! Comunità in Dialogo Le animatrici del MTE Elda, Carla, Rosy e Gina 28 Dai Boanerghes Tra le varie proposte fatte da don Angelo a noi ragazzi c’è stata quella di riunirci per formare i Boanerghes. Lo scopo del nostro gruppo è quello di “scoprire qual è il modo più bello per mettere in pratica il Vangelo, sostenendoci a vicenda in questa ricerca”(art.1 del regolamento) Per far parte di questo gruppo la prima cosa è …non aver paura di essere dei “figli del tuono”(Sì, perché proprio questo significa Boanerghes!): con questo appellativo vengono chiamati, nel Vangelo di Luca, gli apostoli Giacomo e Giovanni, probabilmente per il loro temperamento e la loro voglia di seguirlo. Quando don Angelo ci ha proposto di entrare nel gruppo eravamo entusiasti e abbiamo subito aderito con gioia. Dopo aver fatto qualche incontro in oratorio, nel quale abbiamo formulato il regolamento e precisato gli obiettivi, il don ci ha proposto di sistemare i locali sotto la sacrestia della chiesa dei Ss. Pietro e Paolo , per farli diventare la nostra sede ufficiale. Così, dopo mesi di lavori di sistemazione, anche grazie ai pensionati e ai papà che ci hanno aiutati, abbiamo ufficialmente inaugurato la sede il 25 marzo 2007 (di cui riportiamo, dal nostro archivio, la copia dell’originale invito ufficiale!). Negli anni successivi sono Comunità in Dialogo 29 state tante le attività che ci hanno visti impegnati: sistemare i viveri per la mensa del povero raccolti durante la Quaresima, preparare i “bastoni per girare la polenta” (che poi abbiamo venduto a scopo benefico alla giornata della solidarietà), aiuto in oratorio, confezionare originali quadretti e cornici decorate per portarle come regalo agli anziani della nostra parrocchia…. Fare tutte queste attività è stato significativo perché abbiamo capito l’utilità di questi nostri impegni ma, allo stesso tempo, è stato anche molto piacevole perché siamo legati da una vera amicizia e fare dei piccoli sacrifici è più divertente se fatti insieme. Il nostro gruppo, però, non si ripropone solo di impegnarsi nel “servizio e volontariato in oratorio e in parrocchia, ma anche in uscite in montagna o nei boschi e, soprattutto, nella preghiera e nella conoscenza dei santi.”(art. 10 del regolamento). A proposito delle uscite in montagna, tutti ricorderemo sempre i due giorni trascorsi nella baita di don Angelo a Limolpraa (Premana) in cui abbiamo condiviso una fantastica esperienza di cosa significhi camminare insieme. Il nostro gruppo, però, non avrebbe senso se non avessimo la preghiera e il Vangelo come guida (art. 4 del regolamento). A questo proposito ci siamo sempre preparati alla celebrazione del S. Natale e della S. Pasqua con un momento di preghiera, che don Angelo ha sempre curato nei minimi dettagli. Questi incontri di preghiera sono sempre stati seguiti (rigorosamente nella nostra sede!) da sostanziose cene (a base di polenta cucinata sulla stufa a legna e prelibatezze di vario genere) che si sono rivelati un bellissimo momento di scambio di opinioni serie e anche… molto meno serie! Grazie don Angelo, nostro fondatore, per averci permesso di vivere queste esperienze. Ci rendiamo conto che il modo migliore di ringraziarti è continuare con sempre maggiore entusiasmo, rimanendo fedeli al nostro regolamento e a tutti i preziosi suggerimenti che ci hai dato per essere sempre più Amici di Gesù. Ciao don! Comunità in Dialogo I Boanerghes 30 …E SE FOSSE… Abbiamo chiesto ai bambini : “E se fosse una pianta?” “...e se Don Angelo fosse un animale, secondo te, quale sarebbe e perché?” … l'edera, perché si arrampica dappertutto... Ecco le loro risposte!!! …. un pino, perché ama la montagna... … un rinoceronte perché è forte di volontà... … una stella alpina, perché gli piace la neve... … una lepre perché cammina veloce... …. una quercia, perché è deciso e fermo sulle cose importanti e ce le ripete perché ci vuole bene … un coccodrillo perché quando si arrabbia fa paura... … uno scoiattolo perché è svelto... … uno stambecco perché va in montagna.. … un bue muschiato perché è tenero e coccoloso... … un ermellino perché è intelligente curioso, simpatico... ….un'aquila perché vola alto e vola veloce. “E se fosse un colore, quale sarebbe?” … rosso, perché è vivace... … arancione, perché è pieno di energia... … marrone, perché è il colore della sua squadra preferita... Comunità in Dialogo 31 Comunità in Dialogo 32 Con questo speciale di Comunità in Dialogo abbiamo voluto creare uno spazio per raccogliere le testimonianze di affetto e di ringraziamento nei confronti del nostro Don Angelo, che dopo 8 anni di servizio nella nostra comunità, dapprima alzatese e poi pastorale, è stato chiamato ad una nuova missione nello Zambia, come ben spiegato da Don Lodovico nell’articolo iniziale. L’idea è stata accolta subito con entusiasmo non solo all’interno della redazione, ma da tutta quanta la comunità. Ne sono prove la rapidità e la spontaneità con le quali sono pervenuti alla redazione tutti questi contributi non appena si è sparsa la voce. Si può quindi davvero ritenere questo lavoro un’antologia con la quale questa nostra comunità vuole lasciare per iscritto l’affetto che nutre per Don Angelo, un legame che è nato e cresciuto in questi otto anni e che siamo certi lo accompagnerà nella nuova missione “ad gentes”. Ovviamente il limite del numero di pagine ha suggerito di affidare il ricordo alle rappresentanze dei vari gruppi, ma crediamo che davvero questi ricordi riescano a trasmettere l’affetto di ciascuno. Questa volta il “dialogo” si trasforma in una sola voce che dice “caro Don Angelo, grazie!”, che afferma e ricorda quanto prezioso sia stato il contributo di questo giovane sacerdote negli anni spesi in mezzo a noi, mettendo sempre al centro Gesù e il suo Vangelo, con uno stile essenziale, sobrio, stimolante e missionario fin dai gesti più piccoli, uno stile che rende questo suo nuovo compito pastorale non sorprendente, ma coerente con quella parte di cammino che ha generosamente condiviso con noi. Infine, il suo contributo è stato prezioso anche per questa redazione, favorendo l’inserimento di giovani e la sperimentazione di nuove soluzioni, anche portando il contributo di esperienze simili e, naturalmente, offrendoci ogni volta le sue riflessioni nell’articolo “Dal Don” di cui ci mancherà, ne siamo convinti, l’immancabile e cronico ritardo con il quale ce lo inviava...ma che comprendiamo per i numerosi impegni. Che sia un arrivederci, caro Don Angelo, e magari un risentirci attraverso il nostro bollettino, sul quale saremo sempre lieti di ospitare qualche tua testimonianza. Di qui l’augurio che si mantenga sempre vivo il dialogo con la nostra comunità pastorale, che attraverso la tua missione porterà certamente anche qualcosa di sé ai lontani fratelli dello Zambia. Comunità in Dialogo