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Grazie don Angelo! - Comunità Pastorale Beata Vergine di Rogoredo

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Grazie don Angelo! - Comunità Pastorale Beata Vergine di Rogoredo
1
Grazie don Angelo!
Penso di essere stato tra i primi a
sapere della scelta di don Angelo. Ho
ben presente quel tardo pomeriggio
quando, seduti nel mio studio in casa
parrocchiale, mi ha comunicato la
decisione
concordata
con
l’Arcivescovo di partire “prete fidei
donum” per lo Zambia. In quel
momento è stato anche per me come
un fulmine a ciel sereno! Ma ora, cosa
posso dire di fronte a questa scelta così
importante? Anzitutto che la condivido
appieno. È davvero bello sentirsi così
liberi da non esitare a dare la propria
disponibilità al Vescovo anche per un
incarico che non rientra in quella che
possiamo
definire
“pastorale
ordinaria”.
Condivido questa scelta e ringrazio il
Signore che ancora una volta ha messo
sul mio cammino personale una
“persona speciale” che sa vivere in
modo radicale il Vangelo. Ne ho
incontrate tante, sì tante, di persone
capaci di vivere il Vangelo e tra questi
metto anche don Angelo.
In questi tre anni trascorsi insieme ho
imparato molto. Insieme abbiamo
condiviso le gioie e le difficoltà
dell’inizio della Comunità pastorale. Ci
siamo confrontati spesso imparando a
lavorare insieme anche se in ambiti
diversi.
Insieme
abbiamo
vissuto
un’esperienza vera di fraternità: nella
preghiera comune e nel condividere il
pranzo quotidianamente.
Sono molto contento di vedere o di
sentire tante persone che, in diversi
modi, in questo periodo stanno
esprimendo il loro affetto e la loro
gratitudine a don Angelo.
Questo “bollettino speciale” è solo una
piccola raccolta di testimonianze e di
ricordi che ci aiuteranno a mantenere
vivo ciò che in questi anni don Angelo
ha fatto per i nostri paesi aiutandoci a
guardare sempre oltre al nostro
orticello.
In Oratorio non ha mai trascurato di
proporre delle iniziative che potessero
aiutare i ragazzi nel loro cammino di
crescita umana e cristiana. L’aver
accettato la sperimentazione della
catechesi dell’Iniziazione cristiana ha
favorito un rilancio del cammino
formativo dei nostri ragazzi. Le
proposte invernali o estive per i
preadolescenti, gli adolescenti e
giovani sono state sicuramente, per chi
le ha vissute, dei momenti molto
importanti per la propria crescita di
fede.
Anche l’attenzione alle strutture e agli
spazi dell’oratorio, al fine di renderlo
Comunità in Dialogo
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sempre più accogliente, hanno
espresso la passione educativa e
soprattutto il desiderio di fare delle
proposte serie e qualificate.
Di don Angelo possiamo dire tante
cose: le leggeremo anche più avanti.
Mi sento di dire anch’io la mia. Se
guardiamo alla sua vita possiamo dire
di trovarci di fronte ad un vero prete.
Un prete che non fa’ notizia e non va in
televisione ma proprio per questo,
prete speciale. Cosa deve fare un vero
prete? Deve amare come Gesù! Con i
talenti messi a disposizione dal
Signore deve fare tutto per
raggiungere questo obbiettivo. Don
Angelo in questi anni è stato in mezzo
a noi soprattutto per questo.
Gli auguro di poter vivere il nuovo
capitolo che si apre nella sua vita con
lo stesso entusiasmo, tenacia,
passione che ha sempre dimostrato
stando in mezzo a noi.
Da parte nostra cercheremo di
sostenere la sua missione anzitutto
con la preghiera; di aiutarlo in quelli
che saranno i bisogni concreti; di
invitarlo, perché venendo a raccontare
la sua esperienza, ci sia sempre in noi
un’apertura nei confronti dei nostri
fratelli e sorelle che vivono in situazioni
diverse dalle nostre.
Lo affido alla Madonna di Rogoredo, la
nostra patrona; la sua materna
intercessione lo possa aiutare a vivere
ogni giorno secondo lo stile del
Magnificat.
Grazie don Angelo!
Il Signore ti benedica!
Comunità in Dialogo
Don Lodovico
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Omelia di don Angelo per la festa
dei SS. Pietro e Paolo
In questo giorno della festa dei SS. Pietro
e Paolo siamo riuniti per ringraziare il
Signore per il dono di essere comunità
cristiana, per il dono di un nuovo oratorio,
e vi invito a unirmi al mio ringraziamento
al Signore per gli anni che ho vissuto in
mezzo a voi.
Martedì sera abbiamo condiviso alcune
riflessioni sull’oratorio, oggi lasciandoci
guidare dalla Parola di Dio vorrei
condividere invece qualche riflessione su
questo cambiamento che riguarda me e
tutta la nostra comunità.
E’ la Parola di Dio oggi ci illumina e ci
parla. E mi accorgo sempre più che il
lasciare parlare la Parola di Dio è ciò che di
più saggio possiamo fare. E’ la Parola che
abita la nostra vita e la conduce. E’ la
Parola che da senso alle nostre scelte e ci
aiuta a rileggere il nostro vissuto. Cosa ci
dice oggi questa Parola?
Leggiamo la seconda lettura e Paolo ci
dice: “Fratelli ritenetemi pure un pazzo”
(2Cor 11,16). Non so se qualcuno mi ritiene
un po’ pazzo per la scelta che sto facendo,
la cosa non mi preoccupa e mi fa venire in
mente quello che ci siamo detti con i
ragazzi lo scorso anno durante le vacanze.
Il tema era: “Da vicino nessuno è normale”
e al termine della vacanza avevo affidato a
loro queste parole di augurio e saluto che
ritengo molto vere anche per me in questo
momento. Eccole:
“DA VICINO NESSUNO È NORMALE …
Nemmeno tu! Ma non preoccuparti è così
perché così ti ha voluto Dio. Ognuno di noi
è unico e originale e se agli occhi degli altri
a volte possiamo sembrare un po’ strani,
se questo avviene perché viviamo il
vangelo, non preoccuparti sei sulla strada
giusta.
Ognuno di noi infondo è un po’ un
mistero,
ma
è
bello
così.
La vita è l’avventura che ti chiama a
scoprire questo mistero e alla fine non è
importante essere normali, ma essere se
stessi!”
Sempre seguendo la lettera ai Corinti,
come san Paolo non oso vantarmi di nulla,
provo e mi piacerebbe essere capace di
farlo solo delle mie debolezze e delle mie
fragilità perché appaia che la nostra forza
è nel Signore.
“Abbiamo un tesoro in vasi di creta” (2Cor
4,7) del resto è l’espressione con cui 14
anni fa ci siamo presentati alla diocesi. E
sempre Paolo ci ricorda che “ti basti la mia
grazia” (2Cor 12,9). Che bello se
potessimo dire sempre così, se avessimo
davvero coscienza che la grazia del
Signore è ciò che guida la nostra vita.
Sento vera questa parola per me e per
questa comunità in questa fase di
passaggio: insieme impariamo a confidare
nel Signore. Del resto sempre S.Paolo ci
ricorda che “Tutto concorre al bene di
coloro che amano Dio”. (Rm 8, 28)
Comunità in Dialogo
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Commentando questa espressione in
santuario otto anni fa iniziavo il mio
ministero in mezzo a voi. E così mi piace
concluderlo ricordarci a vicenda che il
nostro bene lo conosce solo Dio.
Infatti, non è per le mie capacità che parto
per lo Zambia, ma piuttosto per
sperimentare la grandezza e la
misericordia di Dio che mi ha chiamato a
seguirlo in questa direzione. Seguimi mi
ha detto il Signore ho pecore da pascere
anche di altri ovili, ci sono pecore senza
pastore!
E nello stesso tempo non è per
“punizione” o negligenza di qualcuno che
probabilmente non verrà mandato un
nuovo “don” ad Alzate, ma perché
possiamo far fiorire tutta la grazia che Dio
ha seminato in questa comunità. Credo
possiamo dire che è giunto il momento di
mettersi in gioco perché la grazia di Dio
non vada sprecata.
Sempre la Parola di Dio ci ricorda che
l’amore verso le pecore è proporzionato
all’amore verso il Signore. (Gv 21, 15-19) E’
bene però ricordarsi che le pecore
comunque sono di Dio. Mi consola sapere
questo perché mi da la certezza che il
Signore non farà mancare la sua cura ne
alle pecore di Alzate, ne a quelle dello
Zambia.
Tocca a noi pascere. E questo è un invito a
darsi tutti da fare. Se amiamo il Signore
dobbiamo, possiamo pascere il suo
gregge. Certo a volte si tratta di
prepararsi, aggiornarsi, capire come fare
… (anche per me inizia un tempo così)
altre volte più semplicemente e innanzi
tutto è necessario iniziare, mettersi in
gioco, non accontentarsi, impegnarsi in
prima persona, farsi avanti…
Mi chiedono in tanti in questi tempi:
Perché parti?
Innanzi tutto è bene chiarire che nessuno
mi ha obbligato e
nemmeno io l’ho
voluto a tutti i
costi.
Se
provo
a
rispondere posso
dire che parto
anche
per
raccogliere
le
provocazioni
di
queste pagine. A
questo riguardo
ho
scoperto
quanto
sia
importante per noi
uomini del 2000
imparare
a
Comunità in Dialogo
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guardare oltre l’orizzonte del nostro
essere Chiesa e del nostro essere società!
Ecco allora che scegliere di partire è
occasione per allargare lo sguardo sul
mondo e sulla Chiesa.
Mi sono spesso interrogato se questa non
può sembrare una fuga da una società che
personalmente mi sta un po’ stretta, da
ritmi di vita a volte assurdi, da problemi
miseri e banali che siamo capaci di far
diventare grandi e fondamentali…
Mi sono chiesto se non sto fuggendo da un
contesto dove la tradizione e l’abitudine
ha soffocato o rischia di soffocare la
fede…
Mi sono chiesto se è solo il senso di
avventura, il desiderio di cambiare, di fare
qualcosa di nuovo…
Avevo inizialmente paura che fosse un po’
così… ma dopo averci riflettuto per anni
posso serenamente dire che la mia non è
una fuga da questo mondo occidentale (e
da questo essere comunità cristiana) che a
tanti sta forse un po’ stretto, ma che
facciamo fatica a cambiare.
Mi rendo conto che in me è maturata la
consapevolezza che la Chiesa di Dio è
grande, che il mondo non finisce sulla
porta di casa, che il vangelo va portato a
tutti, che gli uomini sono davvero tutti
fratelli.
La festa dei SS. Pietro e Paolo mi
conferma in questa convinzione perché mi
ricorda che da 2000 anni la storia della
Chiesa è fatta di uomini e donne che
partono e hanno il coraggio di non voltarsi
indietro.
E’ lo stesso coraggio che dobbiamo
chiedere per la nostra Chiesa, per noi
cristiani a volte troppo tesi a guardare al
passato, più o meno ripiegati su noi stessi
e preoccupati di salvare delle situazioni,
più che di annunciare il vangelo,
preoccupati di mantenere delle abitudini
più che di far risuonare la novità della
Parola di Dio nelle nostre esistenze …
So di non essere immune da tutto questo
e proprio per questo motivo parto per
ritrovare la freschezza dell’essere
missionario, la gioia del vangelo, la
certezza che l’amore di Dio mi può
bastare…
Sono consapevole che mi aspetta anche
qualche difficoltà, dovrò fare lo sforzo di
cambiare abitudini, stili, ritmi di vita…
Non mi sento un eroe e non credo che la
mia scelta sia più difficile di tante altre:
quelle di chi fa il prete in periferia a
Milano, quelle di chi per trovare lavoro
prende la famiglia e emigra…
Ogni vocazione, ogni scelta se vissuta fino
in fondo è impegnativa.
Sento di vivere questa scelta come fedeltà
al vangelo e alla mia vocazione, la vivo
come uno stimolo e uno sprono per la mia
fede, per il mio essere prete… Sento
importante per la mia vita coltivare la
capacità di sapersi mettere in gioco, di non
accontentarsi, di non fermarsi troppo
facilmente al certo, al comodo, al già
fatto…
La vita è una sola e sento che va vissuta
fino in fondo. Di questo sono certo.
Un po’ come quando si va in montagna:
non ci si può accontentare di andare
sempre al Bollettone se si può arrivare in
Comunità in Dialogo
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Grigna… Così non ci si può accontentare
di spendere solo qualcuno dei propri
talenti e non è questione di monotonia, di
originalità, o di voler cambiare a tutti i
costi.
Ricordo una frase di un corso di esercizi
che sollecitava a considerare la mediocrità
non come un qualcosa che dice la via di
mezzo, ma come un qualcosa che
paralizza.
Non possiamo accontentarci nella vita di
essere nella via di mezzo! Noi siamo fatti
per qualcosa in più, siamo fatti per amare,
per guardare lontano, per aprire gli occhi
verso gli altri.
Credo sia necessario nella vita di ciascuno
riuscire a mettersi in gioco fino in fondo:
non è vero che si accontenta gode e non è
vero che chi fa gli affari suoi scampa di più
e meglio.
Mi auguro che soprattutto i ragazzi, gli
adolescenti e i giovani possano capire
questo e trasformare la libertà in volontà,
la pigrizia in generosità e la paura in
desiderio come ci siamo detti più volte
durante quest’anno.
Ringrazio il Signore per gli anni che mi ha
fatto passare in mezzo a voi …
In tanti in questi giorni mi hanno detto e
scritto: don mi dispiace, ma se tu sei
contento sono contento anch’io”. E’ bello
sentire condivisa la propria scelta! E vi
assicuro che più passa il tempo e in queste
settimane ho la sensazione che a partire
non sono solo e mi sembra di partire a
nome di tutti.
Umanamente è sempre difficile cambiare,
ma dobbiamo avere la certezza che non è
la lontananza a mettere in gioco l’amore,
la stima, il sostegno che c’è e ci può essere
tra le persone. Non sarà facile dimenticare
le persone alle quali pur con i miei limiti e i
miei difetti in questi anni ho cercato di
voler bene.
Chiedo scusa se non sono stato capace di
essere attento a tutti, se qualche volta non
sono stato fino in fondo disponibile, se
qualcuno ha avuto il dubbio che non gli
volessi bene … Posso dire con certezza che
ho provato a volere bene a tutti, a non fare
preferenze, a essere sincero … lascio
Alzate e sono certo che non ce l’ho con
nessuno e spero che nessuno ce l’abbia
con me. E se qualcuno si è sentito qualche
volta rifiutato, messo da parte, non
considerato … non l’ho fatto apposta.
Ringrazio di cuore tutti coloro da cui mi
sono sentito voluto bene, tutti quelli che
mi hanno sostenuto e incoraggiato anche
nei momenti nei quali magari non tutto
filava liscio. Ringrazio anche quelli che mi
hanno criticato perché anche la critica è
uno stimolo alla crescita e mi ha aiutato a
migliorarmi.
Ringrazio i preti con i quali ho collaborato:
don Lodovico, don Giovanni, don Gianni,
don Erminio… da tutti ho imparato
qualcosa. Sono grato al Signore perché
pur nelle fatiche ho fatto l’esperienza del
presbiterio.
Ringrazio le catechiste e tutti coloro che
sono impegnati più direttamente in
parrocchia e tra costoro sicuramente suor
Carla e suor Regina.
Ringrazio gli ammalati e gli anziani che mi
hanno sempre sostenuto con la loro
Comunità in Dialogo
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preghiera e accolto con stima e affetto
nelle loro case.
Ringrazio i ragazzi e gli adolescenti che si
sono fidati, che mi hanno raccontato le
loro preoccupazioni, che hanno sorriso,
che hanno accettato anche qualche
arrabbiatura… che con entusiasmo hanno
accolto tante proposte …
Va bene che la Parola di Dio ci dice che
“uno semina e un altro miete”, ma è vero
che qualche consolazione non guasta mai!
Prego per ciascuno.
Prego per il nostro oratorio. Ho sempre
detto che non è mio e che non posso
portarlo con me, ma sono sicuro che un
pezzo di cuore ad Alzate mi resterà.
Mi chiedono: Don ma fra dieci anni
quando torni vieni ancora ad Alzate?
Si, spero di venire ancora ad Alzate per
celebrare qualche matrimonio, per
qualche prima messa, per vedere i “miei”
ragazzi diventati uomini e donne capaci di
credere, amare, sperare e collaborare per
un mondo nuovo e per una comunità
sempre viva...
Sarebbe questo il modo più bello per
vedere il frutto di quel seme che Dio ha
messo nel cuore di ciascuno e che con
umiltà ho provato a collaborare nel
piantare.
Confido nel fatto che la preghiera
reciproca, oltre che i nuovi mezzi di
comunicazione, è ciò che ci può tenere
uniti!
Don Angelo
Comunità in Dialogo
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Comunità in Dialogo
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Il saluto delle autorità
Carissimo Don Angelo,
oggi è un giorno particolarmente
importante per la nostra Comunità ma
anche
un
giorno
di
sentimenti
contrastanti. Da un lato la gioia per
l’inaugurazione del nuovo Oratorio e
dall’altra il dispiacere di doverla salutare
ufficialmente in vista della sua prossima
partenza per lo Zambia.
Pur essendo un momento solenne di
commiato da parte della comunità
parrocchiale e civile, desidero farlo con
semplicità, sincerità, rispetto e senza
tante formalità, rispettando cioè tutte le
caratteristiche peculiari che hanno
contraddistinto l’operato del nostro Don.
Sono trascorsi ben otto anni da quando in
punta di piedi è arrivato nel nostro paese
(ricordo il bellissimo CIAO! con il quale ha
conquistato subito tutti i ragazzi durante
la novena della Madonna di Rogoredo) e
già dobbiamo salutarla per l’importante
nuovo incarico che le stato affidato.
La virtù dell’ obbedienza lo ha ancora una
volta chiamato, provato e trovato pronto!
D’altro canto chi più di lui può capire il
progetto che Dio riserva a ciascuno di noi!
Don Angelo, pronunciando il suo
"ECCOMI", si è reso disponibile ad
accogliere il nuovo mandato affidatogli,
rivelando un grande spirito di fede e
dando un esempio cristallino di fedeltà,
amore e dedizione; sicuramente è stato
scelto per dimostrare, in un contesto più
ampio e così profondamente diverso, la
sua attitudine pastorale ad ascoltare altri
fratelli per servirli e condividere con loro
gioie e fatiche, per mettere alla prova la
sua capacità a costruire una nuova
comunità di fede, di speranza e di carità.
In questi anni il nostro Don, oltre
all'obbedienza, ha espresso chiare virtù
umane, come la semplicità, l'umiltà, la
consapevolezza di agire sempre nel nome
di Dio, soprattutto, verso gli ammalati, i
poveri, le persone anziane, le persone
sole, i portatori di handicap, gli immigrati.
Ma è soprattutto con i nostri ragazzi che
ha espresso la sua fortissima carica e
l’entusiasmo che abbiamo imparato a
conoscere: i pellegrinaggi, le vacanze in
montagna, le tantissime iniziative a tutto
campo che hanno coinvolto centinaia di
ragazzi, nell’impegno nel prepararli ai
sacramenti della vita cristiana, ma anche
giocando con loro e diventando loro amico
e confidente, una persona su cui contare
veramente per ogni problema.
Caro Don Angelo, certamente, dalle mie
espressioni e dallo sguardo di chi sta
partecipando a questo momento di
commiato si intuisce chiaramente il bene
che Le vogliamo e che vorremmo lei
portasse sempre dentro di lei. In questo
momento
desidero
veramente
rappresentare tutti: i presenti, gli assenti,
gli ammalati, gli anziani, ma anche coloro
che sono indifferenti e lontani.
Tutta la comunità ecclesiale e civile Le è
grata per l'impegno profuso nell'opera
svolta durante gli anni di ministero
sacerdotale ad Alzate, per il cammino
fatto insieme, per i valori umani, sociali e
cristiani che ci ha proposto e trasmesso e
Comunità in Dialogo
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che ci guideranno nel nostro percorso
futuro.
Un grazie convinto e di cuore per aver
vissuto la vocazione sacerdotale per il
nostro oratorio, per i nostri ragazzi, i nostri
giovani e le nostre famiglie!
Grazie per essersi dedicato al nostro
oratorio
con
coraggio,
passione,
entusiasmo, pazienza, umiltà.
Grazie per esserci stato vicino in tutte le
circostanze, quelle più belle ma anche
quelle a volte negative.
Grazie per aver capito e perdonato,
magari in silenzio, ma con il cuore, le
nostre mancanze, i nostri difetti, i nostri
alti e bassi, le nostre incapacità, le nostre
incoerenze.
Grazie per essere stato un chiaro punto di
riferimento per l’intera collettività.
Spero che porterà sempre con sé tutto
l’affetto, i ricordi e le molteplici esperienze
vissute nella nostra Comunità con la
consapevolezza che l’accompagneranno
sempre i sentimenti di affettuosa amicizia,
di sincera gratitudine di tutti quelli che lei
ha conosciuto in questi otto anni.
Vorrei anche porgere un sincero
ringraziamento ai genitori di Don Angelo
che discretamente, ma con molta
disponibilità e cortesia sono stati presenti
nella nostra Parrocchia. Le loro doti
umane non sono certo passate inosservate
ed è per questo che abbiamo Loro subito
voluto bene ed è per questo che sono
diventati in pochissimo tempo amatissimi
alzatesi.
Con questi sentimenti Le formulo i più
sinceri voti augurali per la nuova missione
pastorale.
Caro Don Angelo, sarai sempre nei nostri
cuori ed il ricordo di tutto ciò che abbiamo
condiviso ci accompagnerà sempre. Con
grande affetto e stima
Comunità in Dialogo
Massimo Gherbesi
Sindaco di Alzate Brianza
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Reverendo Don Angelo,
a nome dell'Amministrazione Comunale,
personale e di tutta la comunità che
rappresento mi è doveroso ringraziarLa
per la dedizione e l'impegno con cui ha
svolto il suo ministero tra noi, in particolar
modo come Responsabile della Pastorale
giovanile.
Crescere i nostri ragazzi con sani principi è
per i genitori molto difficile e per noi
amministratori
fondamentale
per
costruire una sana Comunità civile, Lei è
Carissimo Don Angelo 8 anni fa ho avuto il
piacere di salutare il tuo arrivo nell’amata
comunità alzatese ed ora desidero
partecipare “all’arrivederci augurale ” per
la tua partenza verso una nuova
entusiasmante missione evangelica in
Zambia.
Sì, un arrivederci perché quando si vivono
anni intensi insieme si instaura un
rapporto che non si esaurisce e non finirà
mai e che trova sempre e comunque un
posto sicuro nel cuore, pronto ad aprirsi in
qualsiasi momento ed in qualsiasi posto
dove ci si trova.
Per questo spero anche che si possa
perché no organizzare un gemellaggio tra
la gente della bellissima terra africana che
ti attende a braccia aperte e tutti gli
alzatesi.
Che bello: un giovane sacerdote che è
stato ad Alzate e che si è speso per i nostri
bambini, ragazzi e giovani che parte
missionario! Vuol anche dire che
stato un importante punto di riferimento
per la loro crescita.
L'emozione
trapelata
durante
la
celebrazione della Santa Messa Solenne
nella ricorrenza dei Patroni SS.Pietro e
Paolo ha mostrato a tutti i presenti quanto
"cuore" ci fosse nel Suo operato.
Ancora grazie "Don" ed un sincero
augurio per la nuova "missione" che si
appresta a svolgere.
Rinaldo Meroni
Sindaco di Anzano del Parco
l’esperienza vissuta in mezzo a noi è stata
importante ,anzi di più, per far emergere
questo valore aggiunto delle tua
profumata e limpida vocazione ecclesiale.
Ed allora un augurio: che tutto quello che
hai ideato, voluto e costruito per e con noi,
porti altri ed abbondanti frutti gustosi
nella tua nuova missione e che nelle
preghiere che farai imparare alle centinaia
di bambini e di persone dagli occhioni
dolci ci sia un seppur piccolissimo spazio
per tutti noi…. così un poco di Alzate lo
sentirai chiaramente vicino a te! Insieme
alla gratitudine di essere stato un grande
esempio di quotidiana fede cristiana nella
nostra comunità ti auguro buon viaggio ed
una buona e felice missione. Carissimo
Don Angelo : che il Signore sia sempre con
te e con il tuo spirito .
Con stima e affetto, un alzatese
Comunità in Dialogo
Paolo Frigerio
Ex sindaco di Alzate Brianza
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Un sacerdote, un amico
Penso sia particolarmente difficile,
almeno per me, manifestare attraverso un
semplice
scritto
i
più
sinceri
ringraziamenti ad un semplice amico;
figuratevi se l’amico è un sacerdote con
qualche anno in meno di me, che oltre ad
aver dato al nostro paese un pezzo della
sua vita al servizio delle nostre famiglie e
dei nostri giovani, tutto ad un tratto ci
lascia per continuare a svolgere la sua
missione in un mondo a tutti noi
materialmente sconosciuto ma di cui,
attraverso l’informazione ne conosciamo i
bisogni sia materiali che morali.
Non le nascondo che la notizia di questa
sua scelta mi ha sorpreso non poco.
Eravamo verso la conclusione dei lavori di
completamento del nuovo oratorio e la
circostanza mi faceva rivivere a distanza di
anni un avvenimento verificatosi negli
anni della mia gioventù.
Il pensiero della sua partenza mi ha
riportato indietro negli anni quando,
ancora giovane, ci lasciava come comunità
il coadiutore di allora con il quale avevo,
assieme ad altri amici che lei ben conosce
(Enzo, Fulvio, Francesco, Paolino, Angelo,
Dionigi, Elio, Paolo, Antonio, Alfredo..)
creato nuove strutture e ambienti
accoglienti per rilanciare l’oratorio.
Passavamo gran parte della nostra
giornata con lui ad organizzare tornei di
calcio, spettacoli, incontri e quanto
necessario per animare e far vivere la
struttura.
Ho pensato alla reazione dei ragazzi e
degli adolescenti dei quali abbiamo varie
volte discusso, anche se non in modo
approfondito, che hanno visto e vedono in
lei un amico, non solo un sacerdote, un
consigliere, un punto di riferimento a cui
rivolgersi di fronte ai problemi che una
società, sempre più difficile, pone loro. Ho
pensato
alle
famiglie,
che
la
consideravano e la considerano un
educatore, un co-genitore, un compagno
di viaggio dei loro figli. Tuttavia le debbo
confessare che con il passare dei giorni,
queste mie considerazioni e sensazioni
erano eccessive e frutto di una visione
superficiale.
Quando ho potuto vedere e constatare il
frutto del suo lavoro rappresentato dai
quasi 400 fra ragazzi e adolescenti della
Comunità Pastorale presenti all’oratorio
feriale, mi sono ricreduto. Sono il risultato
del lavoro di questi anni della sua
permanenza nella nostra comunità. Sono i
futuri talenti su cui la nostra comunità
potrà contare e che sapranno tener vivo
ora come allora il bellissimo ambiente che
grazie anche a lei abbiamo potuto
costruire.
Spero e credo siano per lei il miglior
biglietto da visita nella nuova missione di
cui andare orgoglioso e fiero. Mi verrebbe
da scrivere ancora ma preferisco
concludere e dirle semplicemente:
GRAZIE, BRAVO, AUGURI DON ANGELO
perché ogni parola in più risulterebbe
inutile. Sappia che alzate la ricorderà
sempre e le sarà vicino ogni volta che avrà
bisogno nella sua nuova missione.
Giovanni Pontiggia
Comunità in Dialogo
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Il saluto delle suore
Con semplicità ma con grande
riconoscenza vogliamo esprimere a Don
Angelo il nostro “GRAZIE” per tutto il
“BENE” che ci ha comunicato in questi
anni
e
lo
facciamo
alla
“COTTOLENGHINA” con un sincero “DEO
GRATIAS!”.
Sì, perché è il Signore che ce l’ha donato e
l’ha accompagnato in questi anni vissuti
con noi nel quotidiano impegno di
annunciare Gesù con entusiasmo ed
amore.
E anche se ora ci lascia per una nuova
missione, vogliamo assicurargli che lo
seguiamo
spiritualmente
e
lo
accompagniamo con la preghiera cosi:
“Maria abbraccia con il tuo cuore di
mamma Don Angelo donagli la gioia di
sentirsi amato e protetto da te: illuminato
e guidato dalla luce di Dio e fa che possa
realizzare con gioia il progetto che Dio ha
pensato per lui dall’eternità”.
E con un po’ di sofferenza per il distacco
ma con vera amicizia gli diciamo: ”Don
Angelo vai nel grande mare della vita che
incontrerai in Africa…vai con la tua fragile
barca e porta con te la fiaccola della fede.
..lasciati inondare dalla luce del sole di
Dio…entra con fiducia nella scia di quella
luce e raggiungerai il porto da te
sognato…l’abbraccio dell’AMORE”.
Comunità in Dialogo
Suor Regina e Suor Carla
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Il saluto di don Giovanni
Carissimo Don Angelo,
ho appreso con gioia che il Vescovo ti
manda in missione nello Zambia. In un
certo senso rappresenti tutti noi, preti
diocesani, che rimaniamo in diocesi.
E’ una scelta significativa perché ricorda a
tutti noi che ,se anche non partiamo per
terre lontane, il nostro cuore deve essere
comunque aperto a tutti i popoli della
terra che aspettano l’annuncio della
salvezza che solo Gesù può donare in
pienezza. Credo che gli anni passati ad
Alzate ti abbiano aiutato ad avere una
fede sempre più solida e una maggiore
capacità di accostare le persone,
soprattutto quelle meno protette e più
bisognose di aiuto materiale e spirituale.
Degli anni passati con te, devo ricordare la
tua fedeltà alla preghiera, la tua
generosità e il coraggio di dire dei sì e dei
no, quando ti sembravano necessari per il
bene dei ragazzi e delle persone che
incontravi. Penso che quanto hai seminato
di bello e di buono, soprattutto ai ragazzi
dell’oratorio, non mancherà di dare i suoi
frutti nei tempi che il Signore vorrà. Se
dallo Zambia mi manderai una cartolina,
mi ricorderò che anch’io devo sempre
sentirmi in missione, anche se gli anni
passano e i luoghi d’impegno pastorale
cambiano.
Con stima,
Don Giovanni Re
Comunità in Dialogo
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Dalla scuola dell’Infanzia Vidario
“Allora bambini, prepariamo insieme il
cartellone per salutare Don Angelo …”
“Ma…dove va?” “In un paese lontano,
si chiama Zambia, fa molto caldo là
…cerchiamolo sul mappamondo…” “E’
lontano, ma perché va là?” “Lo
aspettano tanti bambini, là ci sono
tante cose da fare!” “Si, ma ci eravamo
appena incontrati…”.
La spontaneità dei bambini ancora una
volta da’ loro ragione: proprio
quest’anno che avevamo iniziato un
cammino insieme con i pomeriggi in
oratorio, proprio ora che iniziavamo a
conoscerci e confrontarci, a dialogare
con quel “don che gioca con i
bambini”, a fare merenda insieme (e
che lusso di merenda!) e poi insieme
pregare, per non perdere mai di vista
l’essenziale... Che peccato viene da
dire a noi insegnanti, avevamo
trovato la strada per collaborare
efficacemente alla crescita dei
bimbi, avevamo stabilito un
contatto tra oratorio e genitori…
ma la sua scelta è davvero
importante e ha in sé il sapore dello
Spirito che invia.
Tanti auguri Don Angelo, siamo
certi che l’Africa le riempirà il cuore,
ma in un angolino lasci un piccolo
posto per i bimbi della scuola
dell’Infanzia di Alzate che ancora si
chiedono: “Ma anche qui c’erano
tante cose da fare!?!” e da parte di tutti
i grandi una promessa: la strada che ci
ha aiutato a tracciare non verrà
abbandonata. Un semplice, grosso
grazie!
E se è vero che le stelle nel deserto
africano appaiono ancora più grandi e
luminose,
allora
potremmo
incontrarci, ancora una volta:
E quando ti sarai consolato, sarai
contento di avermi conosciuto. Sarai
sempre il mio amico. Avrai voglia di
ridere con me. E aprirai a volte la
finestra, così, per il piacere…E i tuoi
amici saranno stupiti di vederti ridere
guardando il cielo. Allora tu dirai: si, le
stelle mi fanno sempre ridere!
(Il Piccolo Principe,
A.De Saint-Exupèry).
Comunità in Dialogo
16
Dalle catechiste….
Ogni catechista della nostra comunità
ha avuto, in questi intensi anni, il
“privilegio” di sentirsi guidato,
stimolato e responsabilizzato da don
Angelo; pur nella diversità del proprio
percorso , ognuno di noi è stato
personalmente aiutato a crescere nella
fede e incoraggiato a trasmetterla ai
ragazzi che gli sono stati affidati.
Anche grazie all’aver aderito al
cammino di sperimentazione, ognuno
di noi ha dovuto mettersi o rimettersi
in gioco profondamente,
con la
sicurezza di avere sempre una guida
decisa, schietta e autorevole.
Il poter poi contare sulla presenza di
don Angelo durante i momenti di
programmazione e di preparazione ci
ha rafforzate ed abituato a
collaborare; prendendo spunto dalle
sue intuizioni e dalle sue idee,
lavorando insieme hanno preso corpo
tanti momenti che hanno aiutato i
ragazzi a pregare (la Via Crucis in Villa
del Soldo, le novene in preparazione al
Santo Natale con le drammatizzazioni,
…).
E’ bene ricordare che tante di noi
possono si sono rese disponibili al
servizio nella catechesi proprio grazie
ai colloqui con il don, al suo accostarsi
in modi disparati ma sempre molto
efficaci, alle sue motivazioni che non
potevano essere ignorate ma che
richiedevano corresponsabilità.
Ai dubbi che legittimamente, in
coscienza, parecchie di noi hanno
sollevato (non sono in grado… non ne
ho le capacità… non ho le basi
adeguatamente solide …) il don ha
risposto
proponendo
percorsi
formativi e la partecipazione ai corsi
ed agli incontri organizzati dalla
diocesi.
Frequentare i corsi a Milano,
incontrando nei gruppi allargati anche
tante catechiste provenienti da realtà
diverse, ci ha aiutate ad avere una
maggiore apertura; inoltre ha favorito
una
migliore
conoscenza
e
condivisione fra di noi, favorendo
relazioni di amicizia profonde.
Grazie don per averci spronate,
sostenute, incoraggiate, ascoltate, di
sicuro anche sopportate… e per averci
permesso di vivere questa dimensione
di servizio.
Riportiamo qui di seguito alcune
esperienze.
Comunità in Dialogo
17
Con il don, pionieri della sperimentazione
Carissimo don Angelo,
della tua presenza tra noi in questi anni
di vita pastorale ricorderemo tanti
episodi,
tanti
momenti,
tante
iniziative, ma soprattutto il tuo
impegno per ciò che riguarda la
catechesi ai ragazzi della nostra
parrocchia.
Ci riferiamo in particolare a quel
periodo
2005-2006,
di grande
fermento nella nostra Diocesi, per
introdurre nuovi cammini di catechesi
per i ragazzi a quali “oggi” ci
rivolgiamo. Ci è ancora ben presente il
tuo entusiasmo, la tua pronta adesione
alla proposta del Vescovo di
intraprendere nella nostra comunità il
cammino
di
sperimentazione
dell’Iniziazione Cristiana.
Ti sei rivolto a noi, inizialmente
piuttosto smarrite e confuse, ma
subito ci hai contagiato con la tua
ferma convinzione che quello fosse il
“nuovo” cammino da intraprendere in
una società così mutevole.
Che timore!… Ce la faremo?… Saremo
all’altezza? Ma certo, con l’aiuto di Dio.
E via allora con le serate a Milano, le
giornate di formazione, le esperienze
di Triuggio… man mano che si
procedeva, ci si rendeva conto di
quanto ci arricchivamo e di quanto
fosse bello mettersi in gioco.
Tra noi c’è stata subito fiducia e
collaborazione e, da questa esperienza
umana e di fede, è nata una bella
amicizia fatta anche di momenti
”vivaci”, ma nella condivisione
dell’unico obiettivo: aiutare i ragazzi a
scoprire l’amico Gesù e la bellezza di
essere Cristiani. Tutto ciò non sarebbe
stato possibile senza il sostegno della
tua competenza e l’impegno costante,
per una valida preparazione al nuovo
compito che ci veniva richiesto dalla
Diocesi.
Ora, dopo anni di lavoro, scopriamo di
aver
intrapreso
un
cammino
significativo per ciò che riguarda
l’esperienza di fede dei nostri ragazzi e
delle loro famiglie; lo abbiamo fatto
insieme, anche con qualche fatica,
sapendo però di poter sempre contare
sulla tua presenza.
Con te e con i ragazzi siamo cresciute
anche noi nella nostra formazione
personale; per questo e per tant’altro
ancora ti diciamo “grazie don”!
Ricorderemo di te la sobrietà, la
schiettezza, il senso pratico nel trovare
soluzioni ai problemi, l’autenticità
della tua persona, la fede profonda che
guidava
anche
le
scelte
apparentemente meno rilevanti.
Ti siamo vicine con la preghiera per la
nuova missione alla quale sei stato
Comunità in Dialogo
18
chiamato, e siamo certe che opererai
con altrettanto entusiasmo ed energia
per i nostri fratelli più bisognosi.
Grazie, don: incontrarti, per tutte noi
è stato un dono del Signore!
Rita, Monica, Donatella
Semi di fede
All'inizio dell'anno ci è stato proposto
da Don Angelo di partecipare ad un
corso di formazione, per avvicinarci
all'insegnamento
del
nuovo
catechismo.
Non essendo catechiste, l'iniziativa ci
ha
inizialmente
incuriosite,
e
accettando, siamo entrate nella
dimensione
della
riflessione,
mettendoci in gioco ognuna con la
propria storia di vita cristiana.
Si è trattato di un percorso
interessante dal punto di vista dei
contenuti, ma la vera ricchezza è stata
la possibilità di riconoscere e rileggere
la figura di Gesù oggi, nella nostra
realtà personale, ponendo a confronto
quanto avevamo appreso
e
sperimentato fino ad ora con quello
che Gesù ci dice attualmente.
In questo senso siamo grate a Don
Angelo che, come il buon seminatore,
ha gettato il seme nel terreno fertile
del nostro cuore. Non sappiamo quali
frutti porterà questo germoglio di
riflessione, ma ci piace custodirlo e
curarlo come percorso personale
sempre aperto di crescita nella fede.
Siamo tre nuove catechiste, abbiamo
iniziato questo cammino con molta
preoccupazione e titubanza, poi
abbiamo capito che con una
formazione,
un
aggiornamento
costante e il nostro bagaglio di
esperienza quotidiana di FEDE il
nostro cammino poteva iniziare. E’ in
questo
momento
dunque
che
vogliamo ringraziare Don Angelo,
perché nonostante i nostri limiti ci ha
saputo
sostenere
con
mano
amichevole, ci ha invitato a riflettere
sedendoci un attimo accanto a lui, ci
ha saputo indicare il giusto cammino
comunitari pastorale.
E adesso nel silenzio delle nostre
preghiere
vogliamo
dunque
ringraziarti e sostenerti nel tuo nuovo
cammino, ma soprattutto ringraziare
Dio perché sulla nostra strada ci ha
fatto incontrare un “Don “ come TE.
Wilma, Carmen, Emanuela
Comunità in Dialogo
Antonella, Laura e Roberta
19
Comunità in Dialogo
20
I nuovi cresimati e comunicati
Da queste righe vorrei ricordare un
impegno particolare che don Angelo
ha avuto tra il 2007 e il 2009: la non
facile impresa di gestire un vivace
gruppetto di una decina di bambini,
poi ragazzi, durante il loro “cammino
con Gesù”.
Nonostante qualche piccolo incidente
di percorso (cambi di aula, qualche
elemento nuovo e qualche partenza) i
primi tre anni sono trascorsi con
serenità sua e dei ragazzi finché, per
motivi pastorali, mi ha proposto di
sostituirlo in questo impegno, facendo
sì che negli ultimi due anni concludessi
il percorso da lui iniziato.
Nell’ottobre 2009, affiancato da
Giovanna,
ho
iniziato
questa
esperienza, ereditando un gruppo
contento del percorso fatto con lui,
dispiaciuti del cambiamento, ma
pronti a rimettersi in gioco; in questo
periodo non ho mancato di ricordare
spesso ai ragazzi di come siano stati in
un certo modo privilegiati ad avere un
sacerdote come catechista in un
gruppo così piccolo e in un’età così
particolare, e li ho invitati a valorizzare
quanto don Angelo ha loro trasmesso
in quel periodo.
Durante
l’ultimo
incontro
di
quest’anno, il mercoledì dopo aver
completato la loro iniziazione cristiana
(anziché il classico incontro di fine
anno fatto di saluti ed esortazioni per
l’anno dopo …), ho voluto invitare i
ragazzi ad esprimere su dei biglietti i
loro sentimenti e il loro grazie a don
Angelo, biglietti che, insieme al mio,
abbiamo consegnato all’interessato al
termine
dell’incontro
stesso,
lasciandogli così un ricordo (che
rimarrà impresso a tutti) del nostro
percorso.
Queste righe sono quindi un occasione
per esprimere a don Angelo ancora
una volta un grazie per quello che ha
fatto con noi e per noi e augurare
anche a lui, con l’intercessione della
B.V. di Rogoredo, un “buon cammino
con Gesù” nella nuova missione a lui
affidata.
Francesco, Giovanna, Valerio, Danilo,
Luca, Mattia, Andrea, Leonardo, Giada,
Alessia, Micol, Arianna.
Comunità in Dialogo
21
I ragazzi…
Energico, deciso, accattivante con i
ragazzi, questi sono alcuni dei pregi che,
chi come me ha conosciuto Don Angelo,
può sicuramente attribuirgli.
Per gli ultimi otto anni l’oratorio è stato
portato avanti in modo eccellente da
questa persona speciale, che tutti coloro
che vivono la vita oratoriana non potranno
che ricordare con piacere e nostalgia.
Uno dei principali insegnamenti che ci ha
voluto dare è stato l’importanza del
servizio verso gli altri. Infatti una frase che
esponeva molto spesso in oratorio era: ”In
oratorio rimane chi trova qualcosa per gli
altri e non per sé”. Insegnamento che,
prima di tutto, ci ha trasmesso con il suo
esempio. Infatti, in questi anni ha pensato
prima di tutto a noi, ragazzi e giovani
dell’oratorio, organizzando gite e vacanze,
che per lui erano l’occasione per donarci
qualcosa e vivere così appieno la sua
missione sacerdotale.
Tra tutte le caratteristiche di Don Angelo,
quella più evidente, era il suo amore per la
montagna. Passione attraverso la quale ha
fatto ammirare a noi la bellezza e
l’immensità del creato e ringraziare Dio di
questo grandioso dono.
Adesso, che gli è stata affidata questa
nuova ed importante “missione”, noi
vogliamo rivolgergli l’insegnamento che
lui stesso ha fatto a noi durante la
splendida omelia della professione di fede:
“Ricordati che anche se non te ne accorgi
Dio è sempre vicino a te e sempre ti
accompagnerà”.
Comunità in Dialogo
Un ragazzo di 3^ media
22
…e i loro genitori
Caro Don Angelo, appena abbiamo saputo
della sua chiamata in missione, il nostro
pensiero è andato subito ai nostri ragazzi:
cosa faremo, come ci organizzeremo in
oratorio? In questi anni lei è stato per tutti
noi genitori un punto di riferimento, un’
ancora dove poterci aggrappare nei
momenti di difficoltà.
Sempre di fretta e di corsa, era però
pronto e capace nel darci consigli e
suggerimenti su come affrontare le
difficoltà e i nostri dubbi educativi.
Quando partiva con i nostri ragazzi per le
gite e le vacanze, sempre allegro e
sorridente, noi eravamo tranquilli, sereni e
felici che i nostri figli, vivendo esperienze
gioiose e avventurose, apprendevano
anche un insegnamento evangelico
importante per la loro crescita cristiana.
Caro Don Angelo, siamo sicuri che quando
arriverà in quel paese così lontano e
diverso dal nostro, troverà un “piccolo
oratorio San Luigi”, dove farà breccia nei
cuori dei ragazzi. Altresì, siamo sicuri che
il seme che lei ha piantato nei cuori dei
nostri figli, sboccerà anche a distanza di
anni e darà i suoi frutti.
Grazie Don Angelo della sua disponibilità,
della sua cortesia, della sua sincerità
spontanea.
Comunità in Dialogo
I genitori dei suoi ragazzi
23
Il saluto dei giovani
Tante volte Don Angelo ha ripetuto a noi
giovani che questo era il nostro, non il suo,
oratorio e che un giorno se ne sarebbe
dovuto andare… Purtroppo, quel giorno è
arrivato. Nessuno se lo aspettava così
presto, così all’improvviso; eppure, è
giunto il momento di salutarci, di
ringraziarci a vicenda. Lui ci ha detto
molte volte grazie, ogni volta che noi
ragazzi ci siamo impegnati nelle numerose
attività che ci ha proposto in questi intensi
otto anni. Con umiltà e rispetto ha sempre
riconosciuto, infatti, il lavoro e i meriti di
tutti. Tuttavia, siamo soprattutto noi
giovani che dobbiamo dimostrarci
estremamente riconoscenti nei confronti
di chi ha sempre, con pazienza, impegno e
determinazione, operato credendo nelle
nostre capacità, dandoci fiducia e
responsabilizzandoci.
In particolar modo noi ragazzi degli
Oratori di Fabbrica e Anzano, dopo l’addio
di Don Gianni, abbiamo trovato in Don
Angelo un punto di riferimento
importante, che ci ha insegnato ad essere,
finalmente, Comunità. Grazie a lui
abbiamo capito che siamo noi il vero cuore
dell’Oratorio e che fare le cose insieme
non solo non è impossibile, ma anzi spesso
è più bello e divertente.
Specialmente in questi ultimi due anni
siamo stati positivamente colpiti dalla
grande varietà e originalità di gite,
vacanze e proposte di ogni tipo, che sono
state sempre occasioni di divertimento,
incontro e crescita sia a livello educativo
sia spirituale. Tutto questo per merito di
Don Angelo, che ha sempre organizzato
tutte queste iniziative con attenzione e
impegno, dimostrati soprattutto nella
realizzazione
dell’Oratorio
Feriale.
Nonostante la difficoltà nel gestire un
numero maggiore di bambini, con l’arrivo
lo scorso anno di quelli di Fabbrica e
Anzano, grazie alla sua guida e alla sua
esperienza, i problemi sono stati davvero
pochissimi e il divertimento, invece,
massimo.
Come lui ha ripetuto più volte, è da noi
giovani che deve arrivare l’esempio e la
speranza per un futuro da vivere come una
vera Comunità cristiana, “radicata e
fondata in Cristo, salda nella Fede” (come
recita lo “slogan” della GMG di
quest’anno, alla quale parteciperemo
proprio con Don Angelo). Amare, educare
e rimanere sono i tre verbi che egli ha
posto come cardine del nostro vivere
l’oratorio. Un oratorio che, col passare
degli anni, è sempre più nelle nostre mani.
E se queste mani nei prossimi anni
potranno continuare ad amare, educare e
rimanere, sarà soprattutto per merito
dell’esempio del nostro caro Don Angelo.
Per questo, augurandogli buona fortuna
per questa straordinaria “avventura” che
lo attende in Zambia, lo ringraziamo con
tutto il cuore e lo salutiamo come un vero
amico.
A nome di tutti gli animatori e i giovani
della Comunità Pastorale B.V. di
Rogoredo,
Comunità in Dialogo
Francesco e Luca
24
Caro Don Angelo,
anche noi giovani ci teniamo a ripercorrere
con te, in breve, questi otto anni trascorsi
insieme. Per fare questo, abbiamo
pensato di servirci di alcune porte per
aiutarci a rappresentare il nostro cammino
e legame con te.
La prima vuole narrare la tua capacità di
tenere una porta aperta ai giovani della
nostra Comunità Pastorale e non solo.
Ci hai dimostrato la tua disponibilità a
conoscere più profondamente ognuno di
noi, cercando di coinvolgerci in iniziative
sempre diverse, che potessero accogliere i
nostri interessi. Sappiamo bene che per te
questo non è sempre stato facile, ma hai
comunque cercato di comprendere ed
accettare le nostre stesse mancanze. Non
con tutti è stato facile e non con tutti ti è
riuscito, ma non hai mai perso la forza e la
speranza di vedere l’oratorio pieno di
giovani.
La nostra seconda porta si apre così sulla
tua stessa crescita personale e nella fede
che abbiamo potuto apprezzare standoti
accanto e condividendo con te parte del
cammino spirituale.
Tale crescita non è stata solo un fatto
privato, infatti è stata in grado di
spendersi per tutta la comunità e
soprattutto per la parte più giovane di
essa. Può essere che anche alcune
difficoltà o delusioni da te vissute abbiano
stimolato la capacità di rimetterti sempre
in gioco, ripartendo con maggiore
entusiasmo e nuove idee.
nuova porta che hai deciso di aprire nella
tua vita: un percorso di apertura verso il
prossimo.
Questo messaggio hai cercato di
trasmetterlo anche a noi giovani
proponendoci attività di servizio, di
accoglienza dell’altro ed uno stile di vita
sobrio ed essenziale. Il tuo stesso stile di
vita basato sulle priorità e sull’essenzialità
delle vita cristiana siamo certi ti porterà a
vivere con naturalezza questo passaggio
verso lo Zambia.
Infine, l’ultima porta si spalanca sulla
nostra stessa crescita personale e
spirituale che tu hai in questi anni
accompagnato.
Hai sempre cercato di comunicarci la tua
fede in Cristo, attraverso la preghiera, i
tuoi gesti e le numerose proposte,
accrescendo in noi la consapevolezza
dell’amore di Dio e dell’appartenenza alla
stessa comunità cristiana. Il tuo passaggio
nelle nostre vite non è stato vano. Ti
ringraziamo per la fiducia che tu hai
riposto in noi, per averci guidato ed
incoraggiato a scoprire il nostro posto
nella Chiesa. Porteremo sempre con noi i
momenti belli ed importanti trascorsi in
questo viaggio con te e sii certo che tra i
tanti tasselli del mosaico della nostra vita
uno dei più significativi apparterrà a te!
Con affetto e gratitudine
Un ulteriore passaggio riguarda il tuo
imminente cambiamento, ossia quella
Comunità in Dialogo
I giovani della Comunità Pastorale
25
Questa notizia ci ha sorpreso, ma
anche riempiti di gioia e, perché no,
anche un po’ di orgoglio.
In realtà, una grande missione l’ha
già vissuta con noi in questi ultimi otto
anni, nei quali ha stimolato la nostra
comunità parrocchiale e pastorale alla
carità, in particolare i giovani, gli
adolescenti e i ragazzi.
Tante iniziative, promosse dalla
Caritas
diocesana,
decanale
e
parrocchiale. Progetti portati avanti
con i nostri adolescenti e ragazzi: in
Quaresima e in Avvento, il doposcuola
in oratorio, il volontariato alla mensa
del povero, per citarne alcuni.
Forse però quello che ha fatto più
contenti i nostri anziani e ammalati è
quel bel “pellegrinaggio” in Avvento
con il GESU’ BAMBINO portato nelle
loro case, per il quale abbiamo
riscontrato
il
loro
grande
apprezzamento.
Inoltre la visita mensile agli
ammalati per l’Eucarestia: hanno
sempre spiegato ai volontari della
Caritas questo importante momento
vissuto con gioia e entusiasmo.
Ci ricorderemo sempre e pregheremo
per la sua nuova missione.
Dall’ultimo suo articolo del bollettino
N.3 di maggio/giugno di quest’anno:
“Non basta avere l’oratorio e averlo
bello, l’oratorio è luogo educativo se ci
sono educatori, in oratorio si cresce nella
fede se ci sono catechisti, può essere
luogo del divertimento e della gioia se ci
sono animatori, ci sarà un contesto di
accoglienza se anche la struttura è
tenuta in ordine… se manca una
comunità che se ne prende cura, e se
manca il cuore, l’oratorio muore.”
Don Angelo, non ci resta che
ringraziarla per tutto questo e
tanto altro ancora,
grazie, grazie, grazie!!!
Comunità in Dialogo
La commissione Caritas
26
Don Angelo e il coro
Otto anni fa, dopo la partenza di Don
Massimo, giungeva fra noi Don Angelo
Bellati. Quando arriva un Sacerdote in un
paese la curiosità è quasi d’obbligo: da
dove viene, dove è stato, le “sue” prediche
saranno corte o lunghe,… tutte domande
più o meno legittime. Il solo fatto che era
nativo di Premana, era per noi alzatesi già
una sicurezza: il luogo è infatti garanzia di
una fede “rocciosa”, come le splendide
montagne della Valsassina.
Ho visto Don Angelo per la prima volta al
Santuario, durante uno dei pomeriggi
iniziali della Novena di settembre. Dopo
due parole di presentazione, ha iniziato l’
incontro di preghiera con i ragazzi. Da lì e
per otto anni è iniziata con Don Angelo
una collaborazione che in alcune parti
dell’anno diventava più stretta a motivo
delle Celebrazioni liturgiche che si
svolgevano.
Devo confessare che all’inizio il Don ha
introdotto alcune novità (soprattutto nelle
Solennità della Prima Comunione e della
Cresima) che “sconvolgevano”
un po’ lo schema che
tradizionalmente
veniva
seguito in questi casi e che io
in un certo senso facevo fatica
a capire e ad accettare. Ora
però, a distanza di anni, devo
ringraziarlo perché ha educato
anche me ad una “nobile
semplicità”
nelle
diverse
Celebrazioni,
applicando
perfettamente ciò che dice la
“Sacrosanctum Concilium”: “Si
promuova con impegno il canto religioso
popolare in modo che nei pii e sacri
esercizi, come pure nelle stesse azioni
liturgiche, secondo le norme stabilite dalle
rubriche, possano risuonare le voci dei
fedeli”.
Don Angelo poi è dotato di una bella voce
tenorile che tutti abbiamo potuto
apprezzare, oltre che nelle Sante Messe
festive, durante il Canto del “Preconio
Pasquale”, nella notte del Sabato Santo e
in tante altre occasioni, quando lui
svolgeva le delicate mansioni di
Cerimoniere – regista ( vi ricordate quando
è venuto il Cardinale Tettamanzi? Il Don
era con l’abito talare!!! ).
In questi anni Don Angelo si è impegnato
molto per far cantare i ragazzi e per alcuni
versi ci è riuscito. D’altronde non è
semplice farli cantare, lo vedo a scuola con
i bambini: fino a sette – otto anni ce la
mettono tutta, poi subentra una strana
“vergogna a farsi ascoltare dagli altri” e …
si bloccano!
Auguro al Don di avere
sempre l’entusiasmo e la
voglia di fare che lo hanno
contraddistinto in questi
anni passati ad Alzate e di
continuare a cantare e far
cantare anche in Zambia:
non deve essere difficile
perché gli africani “hanno
la musica nelle vene”!
Auguri Don Angelo!
Damiano Colombo
Comunità in Dialogo
27
Comunale Alzate Brianza
Un grazie dal gruppo Avis
Tessera numero 394, Don Angelo dal
maggio 2004, con ben 20 donazioni, è
stato nostro associato, e per anni ha
condiviso attivamente i nostri ideali di
solidarietà e fraternità. Ora realizza
ancora più totalmente questo ideale
con la sua splendida e coraggiosa scelta
di vita.
Desideriamo salutarlo e ringraziarlo
con un pensiero di Madre Teresa di
Calcutta:
cavi elettrici economici o costosi
che restano inutilizzati,
perché se non vi passa la corrente
non servono a far luce.
I fili siamo voi ed io, la corrente è Dio.
Noi possiamo decidere
di lasciar passare la corrente
attraverso di noi, di essere usati,
o possiamo rifiutare di essere usati
e permettere all'oscurità
di diffondersi.
Perché riesca a diffondere tanta luce…
Spesso si vedono fili metallici
piccoli o grandi, vecchi o nuovi,
Maria Teresa Ottolini
Il Movimento Terza Età saluta don Angelo
Che dire di Don Angelo, dopo otto anni
trascorsi tra noi? Carattere franco e
sincero, vero montanaro (senza offesa).
Tante volte avevamo scontri anche forti,
ma sempre bonari, per qualche richiesta in
favore della Terza Età: il suo no diventava
sempre un sì.
Quando un prete sta per partire per altre
missioni, è allora che si misura il peso di
quello che dà per la comunità. Don Angelo
ha messo in pratica le parole di Gesù: “Non
sono venuto per essere servito ma per
servire”. Ha fatto della sua vita un dono, e
che dono!
La sua strada non è una pista già tracciata
di cui si conoscono il percorso, le asperità,
la meta, ma un’incognita che non si può
misurare se non nel futuro. Siamo vicini
alle feste del Santuario: pregheremo per
lui la nostra Madonna di Rogoredo, (“inscì
buna”), perché lo assista nel nuovo
servizio in Africa, così lontana e
sconosciuta.
Auguri, auguri e ancora auguri a Don
Angelo per la sua coraggiosa scelta!
Comunità in Dialogo
Le animatrici del MTE
Elda, Carla, Rosy e Gina
28
Dai Boanerghes
Tra le varie proposte fatte da don Angelo a
noi ragazzi c’è stata quella di riunirci per
formare i Boanerghes.
Lo scopo del nostro gruppo è quello di
“scoprire qual è il modo più bello per
mettere in pratica il Vangelo, sostenendoci
a vicenda in questa ricerca”(art.1 del
regolamento)
Per far parte di questo gruppo la prima
cosa è …non aver paura di essere dei “figli
del tuono”(Sì, perché proprio questo
significa Boanerghes!): con questo
appellativo vengono chiamati, nel
Vangelo di Luca, gli apostoli Giacomo e
Giovanni, probabilmente per il loro
temperamento e la loro voglia di seguirlo.
Quando don Angelo ci ha
proposto di entrare nel
gruppo eravamo entusiasti
e abbiamo subito aderito
con gioia.
Dopo aver fatto qualche
incontro in oratorio, nel
quale abbiamo formulato
il regolamento e precisato
gli obiettivi, il don ci ha
proposto di sistemare i
locali sotto la sacrestia
della chiesa dei Ss. Pietro e
Paolo , per farli diventare
la nostra sede ufficiale.
Così, dopo mesi di lavori di
sistemazione,
anche
grazie ai pensionati e ai
papà che ci hanno aiutati,
abbiamo
ufficialmente
inaugurato la sede il 25
marzo 2007 (di cui
riportiamo, dal nostro
archivio,
la
copia
dell’originale
invito
ufficiale!).
Negli anni successivi sono
Comunità in Dialogo
29
state tante le attività che ci hanno visti
impegnati: sistemare i viveri per la mensa
del povero raccolti durante la Quaresima,
preparare i “bastoni per girare la polenta”
(che poi abbiamo venduto a scopo
benefico alla giornata della solidarietà),
aiuto in oratorio, confezionare originali
quadretti e cornici decorate per portarle
come regalo agli anziani della nostra
parrocchia….
Fare tutte queste attività è stato
significativo perché abbiamo capito
l’utilità di questi nostri impegni ma, allo
stesso tempo, è stato anche molto
piacevole perché siamo legati da una vera
amicizia e fare dei piccoli sacrifici è più
divertente se fatti insieme.
Il nostro gruppo, però, non si ripropone
solo di impegnarsi nel “servizio e
volontariato in oratorio e in parrocchia, ma
anche in uscite in montagna o nei boschi e,
soprattutto, nella preghiera e nella
conoscenza dei santi.”(art. 10 del
regolamento).
A proposito delle uscite in montagna, tutti
ricorderemo sempre i due giorni trascorsi
nella baita di don Angelo a Limolpraa
(Premana) in cui abbiamo condiviso una
fantastica esperienza di cosa significhi
camminare insieme.
Il nostro gruppo, però, non avrebbe senso
se non avessimo la preghiera e il Vangelo
come guida (art. 4 del regolamento).
A questo proposito ci siamo sempre
preparati alla celebrazione del
S. Natale e della S. Pasqua con
un momento di preghiera, che
don Angelo ha sempre curato
nei minimi dettagli.
Questi incontri di preghiera
sono sempre stati seguiti
(rigorosamente nella nostra
sede!) da sostanziose cene (a
base di polenta cucinata sulla
stufa a legna e prelibatezze di
vario genere) che si sono
rivelati un bellissimo momento
di scambio di opinioni serie e
anche… molto meno serie!
Grazie don Angelo, nostro
fondatore, per averci permesso di vivere
queste esperienze.
Ci rendiamo conto che il modo migliore di
ringraziarti è continuare con sempre
maggiore entusiasmo, rimanendo fedeli al
nostro regolamento e a tutti i preziosi
suggerimenti che ci hai dato per essere
sempre più Amici di Gesù.
Ciao don!
Comunità in Dialogo
I Boanerghes
30
…E SE FOSSE…
Abbiamo chiesto ai bambini :
“E se fosse una pianta?”
“...e se Don Angelo fosse un animale,
secondo te, quale sarebbe e perché?”
… l'edera, perché si arrampica
dappertutto...
Ecco le loro risposte!!!
…. un pino, perché ama la montagna...
… un rinoceronte perché è forte di
volontà...
… una stella alpina, perché gli piace la
neve...
… una lepre perché cammina veloce...
…. una quercia, perché è deciso e
fermo sulle cose importanti e ce le
ripete perché ci vuole bene
… un coccodrillo perché quando si
arrabbia fa paura...
… uno scoiattolo perché è
svelto...
… uno stambecco perché va in
montagna..
… un bue muschiato perché è
tenero e coccoloso...
… un ermellino perché è
intelligente curioso,
simpatico...
….un'aquila perché vola alto e
vola veloce.
“E se fosse un colore, quale
sarebbe?”
… rosso, perché è vivace...
… arancione, perché è pieno di
energia...
… marrone, perché è il colore
della sua squadra preferita...
Comunità in Dialogo
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Comunità in Dialogo
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Con questo speciale di Comunità in Dialogo abbiamo voluto creare uno spazio per raccogliere
le testimonianze di affetto e di ringraziamento nei confronti del nostro Don Angelo, che dopo
8 anni di servizio nella nostra comunità, dapprima alzatese e poi pastorale, è stato chiamato
ad una nuova missione nello Zambia, come ben spiegato da Don Lodovico nell’articolo
iniziale.
L’idea è stata accolta subito con entusiasmo non solo all’interno della redazione, ma da tutta
quanta la comunità. Ne sono prove la rapidità e la spontaneità con le quali sono pervenuti
alla redazione tutti questi contributi non appena si è sparsa la voce. Si può quindi davvero
ritenere questo lavoro un’antologia con la quale questa nostra comunità vuole lasciare per
iscritto l’affetto che nutre per Don Angelo, un legame che è nato e cresciuto in questi otto
anni e che siamo certi lo accompagnerà nella nuova missione “ad gentes”. Ovviamente il
limite del numero di pagine ha suggerito di affidare il ricordo alle rappresentanze dei vari
gruppi, ma crediamo che davvero questi ricordi riescano a trasmettere l’affetto di ciascuno.
Questa volta il “dialogo” si trasforma in una sola voce che dice “caro Don Angelo, grazie!”,
che afferma e ricorda quanto prezioso sia stato il contributo di questo giovane sacerdote negli
anni spesi in mezzo a noi, mettendo sempre al centro Gesù e il suo Vangelo, con uno stile
essenziale, sobrio, stimolante e missionario fin dai gesti più piccoli, uno stile che rende questo
suo nuovo compito pastorale non sorprendente, ma coerente con quella parte di cammino che
ha generosamente condiviso con noi.
Infine, il suo contributo è stato prezioso anche per questa redazione, favorendo l’inserimento
di giovani e la sperimentazione di nuove soluzioni, anche portando il contributo di esperienze
simili e, naturalmente, offrendoci ogni volta le sue riflessioni nell’articolo “Dal Don” di cui ci
mancherà, ne siamo convinti, l’immancabile e cronico ritardo con il quale ce lo inviava...ma
che comprendiamo per i numerosi impegni.
Che sia un arrivederci, caro
Don Angelo, e magari un
risentirci attraverso il nostro
bollettino, sul quale saremo
sempre lieti di ospitare
qualche tua testimonianza.
Di qui l’augurio che si
mantenga sempre vivo il
dialogo con la nostra
comunità pastorale, che
attraverso la tua missione
porterà certamente anche
qualcosa di sé ai lontani
fratelli dello Zambia.
Comunità in Dialogo
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