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AGIP 26 La figura di Francesco Guidi Agip
Francesco Guidi Vita di un giornalista geofisico (o di un geofisico giornalista?) La Geofisica ha dominato la prima parte della mia lunga vita all’Eni (1953 – 1988), dopo un periodo iniziale trascorso all’Ufficio Stampa di Roma, conseguenza di una mia precedente esperienza giornalistica. Molti sono gli episodi legati ai 13 anni che ho trascorso nella Geofisica, sia in Italia, sia all’Estero. Fra questi fanno spicco i 4 anni trascorsi in Libia, dal 1960 al 1964, a Bengasi e nel deserto della Cirenaica (la regione più orientale della Libia), dove l’Agip era tornata dopo una prima esperienza alla fine degli anni 30, interrotta dalla Seconda Guerra Mondiale. Mi soffermerò pertanto su questi. La Libia grande paese petrolifero La Libia, dopo la scoperta del petrolio nel deserto della Cirenaica (1958), aveva attirato le maggiori compagnie petrolifere mondiali, sicché negli anni 60 ci fu in questo Paese la più grande concentrazione dell’Esplorazione mondiale al di fuori degli Stati Uniti. Vi operavano infatti una quarantina di gruppi sismici e un’ottantina di impianti di perforazione. Enrico Mattei cercò subito nei primi anni Cinquanta di fare tornare l’Agip in Libia per riprendere quella ricerca che si era interrotta nel 1941, per gli eventi bellici. Una ricerca che allora non aveva dato risultati, in quanto mancava ancora quel mezzo d’indagine geofisica indispensabile che è la sismica a riflessione , che si è diffuso nel mondo, al di fuori degli Stati Uniti, solo nel dopoguerra. Ma che l’Agip aveva incominciato a impiegare (prima in Europa Occidentale) in Pianura Padana nel 1940 arrivando alla scoperta del grande giacimento di gas naturale a Caviaga (Lodi). Il ritorno dell’Agip/Eni in Libia Mattei non riuscì ad acquisire con facilità concessioni in Libia, come del resto in altri paesi in Africa e in Medio Oriente. La fine della Seconda Guerra Mondiale era ancora troppo vicina e l’industria italiana all’Estero (come anche la nostra immagine politica) si muoveva fra mille difficoltà, dato che l’Italia era fra le potenze sconfitte. Vi riuscì nel 1959, dopo almeno sei anni di tentativi andati a vuoto, con l’acquisizione, in Cirenaica, della concessione 82, che aveva una superficie di 25.000 kmq a 500 km dalla costa, in pieno Sahara, fra le mitiche oasi di Gialo e di Giarabub. Nel 1960 iniziarono le operazioni con i rilievi geofisici, affidati a un gruppo sismico dell’Agip e un altro americano della Seismograph Service Corporation (SSC). Seguirono poi un secondo gruppo sismico Agip, uno della Lerici e infine uno a massa battente dell’americana Robert Ray. Operò anche un gruppo gravimetrico della Lerici. Fu così che l’Agip si trovò a fronteggiare i grandi progressi della tecnologia petrolifera mondiale. Dato che le maggiori compagnie impegnare in questo settore, davano il meglio di loro stesse per scoprire il petrolio in Libia. Nel campo della geofisica l’Agip fece in Libia esperienze fondamentali, partecipando, con idee innovative ai grandi sviluppi della sismica a riflessione. Fece qui i primi esperimenti delle coperture multiple, che poi hanno dominato a partire dagli anni Settanta . Impiegò per la prima volta una fonte di energia non esplosiva per la sismica a riflessione, utilizzando un gruppo sismico a massa battente dell’americana Robert Ray. Mentre proprio in Libia venne presentato nel 1962 dalla Seismograph Seismic Corporation il vibroseis, utilizzato per la prima volta al si fuori degli Stati Uniti. Vibroseis che ha poi dilagato nel mondo. L’Agip utilizzò in Libia anche la sismica a rifrazione, con metodi di interpretazione propri, un metodo geofisico utilizzato con successo per definire l’andamento dei bacini, a complemento dei dati forniti dalla sismica a riflessione. Tutto questo grande lavoro, portò nel 1965 alla scoperta del primo giacimento Agip in Libia, che aprì poi la strada a quella del giant Bu Attifel e ai molti giacimenti successivi. Lascio però ad altri colleghi il ricordo di tanti episodi, legati a quelle attività, vissuti da tutti noi durante quegli anni. Per parlare invece di avvenimenti di contorno, che sono del resto essenziali per una conoscenza approfondita dell’ambiente in cui si vive. E’ questo un aspetto particolare di tutti quelli che hanno impegnato la loro vita nella ricerca petrolifera in tanti paesi culturalmente ed etnicamente diversi, facendo esperienze indimenticabili. Così tutti noi siamo rimasti profondamente legati ai paesi dove abbiamo cercato petrolio e gas, quasi come se fossero altrettante seconde patrie. La Libia, in particolare la Cirenaica, dove c’è la prima concessione dell’Eni, è un paese carico di storia, legato alla mitologia greco – romana, di cui l’esempio maggiore è la città di Cirene. La mitologia greco - romana e la Cirenaica Bengasi, l’antica Berenice della mitologia greca, era la sede della CORI (Compagnia Ricerche Idrocarburi), la società con cui l’Eni operò in Libia dal 1959 al 1966, quando poi subentrò l’Agip. E tutti noi, che abbiamo lavorato in quegli anni con la CORI, ci siamo potuti immergere in quell’atmosfera particolare, che si rifletteva nei tappeti che riproducevano antichi mosaici che illustravano scene mitologiche, che avevano la Cirenaica come scenario. Il giorno di festa, venerdì, la gita più frequente era Cirene (200 km a Nord Est di Bengasi), che domina tutto l’altopiano cirenaico, che si protende sul mare. Un vero gioiello che oggi è stata valorizzata come grande centro di attrazione turistica, con i suoi templi e le sue statue, che ricordano Apollo che di Cirene (secondo la tradizione mitologica) era stato il fondatore. La stessa Bengasi del resto è piena di memorie mitologiche. Basta ricordare che proprio a Bengasi scorreva il fiume Lete, il cosiddetto fiume dell’oblio. Attraverso il quale, come Dante ricorda nella Divina Commedia, Caronte traghettava le anime dal mondo dei vivi a quello dell’eternità. In questo modo i defunti dimenticavano i bei ricordi del passato. Il fiume Lete scomparve dalla superficie nella preistoria, per un fenomeno carsico, molto frequente nella piana che circonda Bengasi, coperta da uno spesso strato di calcare. Sicché il suo letto è diventato sotterraneo e si favoleggia che sia diventato un affluente del Nilo. Poco distante dal Lete, ci sono i Giardini delle Esperidi che la mitologia greca ricorda come una delle Fatiche di Ercole. Che qui colse delle mele d’oro per regalarle a Giunone, vincendo la resistenza di alcuni draghi, messi a guardia di questi Giardini. Che sono appezzamenti di terreno estremamente fertili, ricavati all’interno dello spesso strato di calcare che circonda Bengasi. Fra le memorie mitologiche legate alla Libia, ricordo la pianta del silfo, della famiglia delle piante grasse, tipo agave, ritenuta nell’antichità quasi miracolosa, per le alte qualità medicinali. All’epoca dei Romani era talmente conosciuta, che una sua immagine è stata coniata in alcune loro monete. Nonostante le tante ricerche compiute da esperti agricoli e archeologici, non è stata mai trovata traccia di questa pianta. Un suo modello in bronzo fu posto su un obelisco in una delle piazze principali di Bengasi, dove si affacciava l’hotel Palace, dove hanno alloggiato negli anni Sessanta tanti dipendenti Eni che si servivano dell’annesso ristorante, entrato nel loro patrimonio di ricordi. Ricordo di Francesco Guidi Ricordo di Francesco Guidi E’ mancato l'ing. Francesco Guidi, all’ENI dal 1953 al 1988, Storico APVE, già Presidente del Collegio dei Probiviri dell'Associazione. Collega e amico apprezzato e rispettato per il Suo profilo umano e professionale. La sua autobiografia, pubblicata nel Giugno 2010 sul sito dell'Apve, è una splendida sintesi dell'uomo e del professionista Agip, come lui stesso si vedeva. Vita di un giornalista geofisico (o di un geofisico giornalista?) La Geofisica ha dominato la prima parte della mia lunga vita all’Eni (1953 – 1988), dopo un periodo iniziale trascorso all’Ufficio Stampa di Roma, conseguenza di una mia precedente esperienza giornalistica. Molti sono gli episodi legati ai 13 anni che ho trascorso nella Geofisica, sia in Italia, sia all’Estero. Fra questi fanno spicco i 4 anni trascorsi in Libia, dal 1960 al 1964, a Bengasi e nel deserto della Cirenaica (la regione più orientale della Libia), dove l’Agip era tornata dopo una prima esperienza alla fine degli anni 30, interrotta dalla Seconda Guerra Mondiale. http://www.pionierieni.it/wp/wp-content/uploads/Guidi_Francesco.pdf Malaysia 1987 Kuala Lumpur Guidi e il Presidente della Petronas firmano l'accordo per il Blocco SK9 Malaysia 1988 Kuala Lumpur Guidi stringe la mano al Presidente della Carigali (Petronas). Uff. ENI Bonetti, Guidi e Franchino Comunicato dell'Assomineraria Sabato mattina, nella chiesa di Santa Barbara a San Donato Milanese, si sono svolti i funerali dell'ing. Francesco Guidi scomparso il 1° agosto all'età di 85 anni. All'Eni dal 1953, l'anno della sua istituzione, fino al 1988 quando andò in pensione, Guidi, dopo un primo passaggio all'Ufficio Stampa di Roma, aveva lavorato preminentemente all'Agip Mineraria ricoprendo via via incarichi sempre più importanti, a stretto contatto tra l'altro con Enrico Mattei e con Egidio Egidi. Di particolare rilevanza ai fini della sua formazione, come amava ricordare, i 13 anni trascorsi nella Geofisica, sia in Italia che all'estero, fra questi 4 trascorsi in Libia, dal 1960 al 1964, a Bengasi e nel deserto della Cirenaica dove l'Agip era tornata dopo una prima esperienza alla fine degli anni '30: con l'impiego di idee innovative nello sviluppo della sismica a riflessione e con i primi esperimenti delle “coperture multiple”. Un lavoro che portò nel 1965 alla scoperta del primo giacimento Agip in Libia, che aprì poi la strada a quella del giant di Bu Attifel. Ricordi ed esperienze che Guidi trasfuse poi nella sua apprezzata attività giornalistica e di storico come direttore de L'Industria Mineraria, il periodico dell' Assomineraria , e di Assomin Notizie . Fino all'ultimo è stato anche Editor Chairman del bollettino della Spe (la Society of Petroleum Engineers). Importante anche la sua attività come animatore dell'Apve, l'associazione dei pionieri e dei veterani Eni, di cui è stato per alcuni anni presidente del collegio dei probiviri. Gli amici commossi ne hanno ricordato in questi giorni la straordinaria umanità e professionalità. Dedica di Franco Di Cesare Francesco Guidi: Il Maestro! Sapeva aiutare sempre chi a lui si rivolgeva. Una memoria formidabile sorreggeva il suo altruismo. Una memoria che gli permetteva di ricordare con estrema precisione uomini ed avvenimenti molto distanti nel tempo. Un carattere dolce e riservato che si imponeva per le sue qualità umane. Nato a Roma il 18 Luglio 1928, deceduto a San Donato Milanese il 1° Agosto 2013 dopo una lunga malattia sopportata serenamente. Aveva iniziato a lavorare a 16 anni come cronista di un importante giornale nazionale, poi si era laureato in ingegneria al Politecnico di Roma con il massimo dei voti. Quindi dapprima all’Eni e poi all’Agip dove in breve tempo conquistò posizioni di prestigio con incarichi in Italia ed all’Estero: Libia, Tanzania, Nigeria, Egitto. In questi Paesi conquistò la stima dei dirigenti delle Società Petrolifere Nazionali, grazie anche al suo dominio delle lingue parlate localmente quali l’Arabo ed il Swahili oltre all’Inglese, Francese e Russo. In sede è stato l’artefice di molti successi Agip in nuove province petrolifere dove applicò la sua intelligenza e passione. Negli ultimi anni si è dedicato a preparare importanti note strategiche, molto apprezzate, dei Paesi petroliferi mondiali. Gli Amici lo ricordano con affetto Daniele Pozzi Avevo conosciuto l'Ingegnere fin dal tempo della mia tesi di laurea, dedicata alla storia dell'eni, e ho potuto giovarmi dei suoi consigli e dei suoi ricordi anche nei miei successivi lavori dedicati alle vicende storiche dell'industria petrolifera (confluiti poi nel libro “Dai gatti selvaggi al cane a sei zampe”, Marsilio 2009). Ricordo di Ugo Colledan L’ ing. Guidi ha lasciato l’Ufficio Stampa Eni nel 1956 (se ricordo bene), passando alla Somicem, come mio collaboratore: io ero il geofisico della società che, per volere di Mattei, conduceva la ricerca di idrocarburi nel centro e nel sud d’ Italia. Il lavoro mio e di Guidi consisteva nella programmazione e nel controllo dei rilievi geofisici, che erano condotti da contrattisti. (Tra questi la Western Geophysical Co. (con quattro Gruppi sismici), un gruppo sismico organizzato dal Politecnico di Milano, un gruppo gravimetrico del Osservatorio Geofisico di Trieste) Il lavoro Somicem non portò ai risultati sperati (La geofisica allora non era ancora in grado di fornire buone indicazioni della tettonica profonda, in zone come gli Appennini, tormentate da orogenesi, e coperte da spesse coltri di formazioni alloctone, come le argille scagliose o come il Sahara coperto da coltri di sabbia.) Così nel 1959 venne deciso che la Società cessasse di operare, il personale che accettò il trasferimento (tra questi Guidi ed io) passò all’Agip Mineraria, altri vennero smistati nelle società del Gruppo. Confermo la mia profonda amicizia e stima per Guidi, persona di grande talento e correttezza. Ricordo di Otello Garavini Era uno dei rari CAPI che sapeva stimolare i collaboratori a dare il meglio di loro stessi. Vero uomo AGIP. Ciao capo. Ricordo di Adriano Pirocchi Solo questa mattina ho appreso della scomparsa dell’ing. Guidi che ho conosciuto nel lontano 1956 quando venne ad insegnarci i rudimenti della sismica al corso dei periti tenuto all’istituto industriale dell’Aquila. l’ho ritrovato in Libia nel 1961 e ci siamo rivisti spesso nel nostro girovagare in Italia ed all’estero. Lascia sicuramente un grande vuoto nella nostra organizzazione e mi mancherà la sua presenza nelle nostre assemblee e nel nostro ufficio di S. Donato. Ricordo di Pier Federico Barnaba Francesco, il tuo caro ricordo mi riporta ai tempi della Somicem, quando ci scambiavamo feroci, ma innocenti, commenti nei confronti di certe idee geo-petrolifere del nostro simpatico gran Capo di allora. In Agip Mineraria ed Eni ci siamo rivisti spesso in piacevoli incontri con qualche immancabile arguto lazzo da parte tua. Ti ho sempre stimato per la serietà e la sobrietà professionali, pregevoli caratteristiche che hai saputo far convivere con quel ballerino mondo che è il giornalismo. Un merito ancora maggiore il tuo! Un abbraccio, Francesco, e sicuramente arrivederci. Alcune importanti pubblicazioni di Francesco Guidi. http://www.assomineraria.org/news/attach/08_caviaga.pdf Caviaga, a sessant’anni dalla scoperta http://www.assomineraria.org/news/attach/06_guidi_f_stoccaggio.pdf all’avanguardia Lo stoccaggio del gas: l’Italia http://www.iaasm.net/%5Cuserfiles%5Cattach%5CCaviaga%2012%20Gennaio.pdf Journey through the Past: "The Caviaga gas field" http://www.assomineraria.org/news/attach/09_guidi_f_di_cesare.pdf Dante Jaboli e l’offshore italiano La Storia dei Gruppi Geofisici dell'Agip (pubblicato sul sito Apve) Storia_Geofisica_Agip Questa è la prima raccolta organica di ricordi di ex dipendenti Eni che hanno lavorato in un determinato settore delle attività petrolifere, quello della geofisica, realizzata a cura dell’Associazione Pionieri e Veterani Eni (APVE). L’APVE ha appunto l’obiettivo di mantenere vive le memorie delle vicende passate del Gruppo Eni, in modo che questi avvenimenti non vadano perduti nelle nebbie del tempo. Il ricordo del passato, oltre ad avere un’importanza e un valore storico incommensurabili, contribuisce a comprendere e a spiegare tanti risultati raggiunti oggi dagli sviluppi di quelle origini lontane ed è un insegnamento quanto mai utile per le future generazioni, che di quel passato hanno raccolto l’eredità. L’APVE ha trasmesso questa sintesi di ricordi della geofisica all’Archivio Storico dell’Eni, che ha il compito istituzionale di raccogliere e conservare le memorie del Gruppo. E’ nata così questa pubblicazione ad opera dell’Archivio Storico dell’Eni, rendendo così possibile la conoscenza di come l’Eni in Italia e all’Estero è riuscita, grazie all’applicazione delle tecnologie più moderne della geofisica, a scoprire tanti giacimenti di petrolio e di gas. E’ un ricordo basato sul racconto dei protagonisti ed è questo un modo particolare di raccontare la storia che risulta così ricostruita dal di dentro e non solo dall’esterno, attraverso i documenti. Un sistema, quest’ultimo senza dubbio più preciso, ma che non dà però il sapore della vita vissuta che viene invece dal racconto di chi vi ha partecipato. Senza contare che in questo modo si riescono a cogliere elementi che sfuggono alle documentazioni ufficiali, ma che servono a dare un’interpretazione corretta degli avvenimenti. (dalla Introduzione di Francesco Guidi) Enrico Mattei e il suo incontro con Eugenio Cefis. Come è nata la cultura del gas naturale in Italia (di Francesco Guidi*) Quest’anno ricorre il centenario della nascita di Enrico Mattei (1906 – 1962). Era nato infatti ad Acqualagna (Pesaro – Urbino) il 29 aprile 1906. Affascina soprattutto, di questo personaggio, la caratteristica di avere saputo creare a partire dal 1953, uno dei maggiori gruppi petroliferi mondiali, l’Eni, sfruttando la scoperta fatta dieci anni prima dall’Agip, che nel 1944 aveva individuato a Caviaga (Lodi) il primo grande giacimento di gas naturale in Italia. Dopo Caviaga, l’Agip aveva trovato numerosi altri giacimenti nella Pianura Padana, che si rivelava così una ricca provincia a gas. Mattei ebbe l’intuizione di comprendere l’importanza di quella scoperta , creando la cultura del gas naturale, fino ad allora pressoché sconosciuto nell’Europa Occidentale. Dove il suo impiego, come fonte di energia, avrebbe incominciato a diffondersi solo a partire dalla metà degli anni Settanta, dopo le grandi scoperte dell’Olanda e del Mare del Nord e le importazioni di gas dall’Unione Sovietica. Come Enrico Mattei entrò in politica: il suo incontro con Marcello Boldrini Enrico Mattei aveva iniziato la sua carriera di piccolo industriale privato, prima a Matelica (Macerata), in una conceria, poi a Milano, dove si era trasferito nel 1928, entrando nel mercato delle vernici. -----------------------------------------------------------------------------------------(*) Molte notizie di questo articolo vengono da un incontro con Eugenio Cefis nel suo ufficio di via Chiossetto a Milano, avuto nel novembre 2002 dallo scrivente insieme all’ing. Cesare Liverani, Presidente dell’Associazione Pionieri e Veterani Eni, in occasione della consegna della tessera di Pioniere Eni a Cefis. Gli interventi di Cefis sono ricostruiti a memoria e quindi possono contenere inesattezze e imprecisioni. - 2 Un ingresso che aveva registrato un certo successo. A Milano Mattei era entrato in contatto attraverso Marcello Boldrini, professore di Statistica all’Università Cattolica, anche lui di Matelica, con gli ambienti cattolici, eredi di quel Partito Popolare di don Luigi Sturzo, che era stato un protagonista della scena politica italiana nei primi 25 anni del Novecento. Quella di Mattei con Boldrini, fu un’amicizia che durò tutta una vita ed ebbe un significato importante per il suo lancio nella politica e nell’industria italiana e in quella internazionale. Fu Boldrini infatti a convincere Mattei nei primi anni Quaranta a uscire dall’anonimato politico, per assumere un ruolo nell’Italia democratica, che doveva rinascere dalle ceneri del regime fascista, crollato con la sconfitta nella Seconda Guerra Mondiale. Enrico Mattei, nell’agosto 1943 si recò a Roma per incontrare Giuseppe Spataro, già numero due di don Sturzo nel Partito Popolare dell’Italia prefascista. Un appuntamento che gli era stato procurato appunto da Boldrini. Spataro, che lavorava al fianco di Alcide De Gasperi e di Guido Gonella, insieme a Ivanhoe Bonomi e ad altri personaggi dell’Italia prefascista, nei 45 giorni del primo Governo Badoglio stava gettando le basi del futuro panorama politico italiano che sarebbe sorto subito dopo la guerra. Enrico Mattei, che allora aveva 37 anni, si inserì in quella girandola d’incontri che avvenivano nella casa di Spataro in via Cola di Rienzo, trasformata in un centro politico di prima importanza. Il colloquio fu lungo e cordiale. Spataro ne riportò un’impressione positiva e definì Mattei come un giovane che avrebbe potuto dare un contributo importante alla ricostruzione dell’Italia. Lo segnalò al gruppo dei dirigenti cattolici milanesi perché il suo nome venisse tenuto presente per compiti futuri. - 3 Fu così che quando dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, iniziò la stagione della Resistenza per opporsi ai tedeschi che avevano occupato l’Italia Centrale e Settentrionale, Enrico Mattei fu designato rappresentante dei partigiani cattolici nel Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI). L’incontro di Mattei con Cefis L’altro incontro importante nella vita di Mattei è stato il suo incontro con Cefis. A Enrico Mattei, subito dopo il suo ingresso nelle file partigiane, fu affidato l’incarico della gestione delle finanze del CLNAI. In tale veste iniziò il giro di tutte le formazioni partigiane dell’Italia Settentrionale, per rendersi conto delle diverse situazioni e necessità. Tutti erano bisognosi di aiuti, sia in mezzi, sia in denaro. L’unica a non volerne e a volere restare autonoma finanziariamente dal potere centrale fu la brigata Giovanni Di Dio, che aveva preso il nome di un partigiano cattolico, caduto durante la Resistenza. Il suo comandante era Eugenio Cefis (1921 – 2004). Così racconta Cefis quel primo lungo incontro con Mattei, avvenuto all’inizio del 1944, sulle montagne del bergamasco, che era la zona d’operazioni della brigata Di Dio. (I due però si erano conosciuti fuggevolmente alcune settimane prima in una Chiesa di Milano). Mattei iniziò subito con tono tagliente, dettando le condizioni che dovevamo seguire per potere avere aiuti. Io risposi che non avevamo bisogno di aiuti. In quanto ne avevamo a sufficienza dagli americani, che avevano stabilito una loro testa di ponte a Nord di Bergamo, al confine della Svizzera. Cefis, che subito dopo l’8 settembre aveva abbandonato l’esercito italiano dove era ufficiale in Servizio Permanente Effettivo, per unirsi ai partigiani, ci ha spiegato che data la sua buona conoscenza dell’inglese, era entrato subito in contatto con gli americani della testa di ponte vicino Bergamo. Per cui aveva stabilito un solido canale per i rifornimenti che arrivavano copiosi. - 4 In particolare i suoi rapporti si erano fatti stretti con il capitano Daddario, un esponente dell’OSS (Organization Secret Service USA) che fu il predecessore della CIA. Il capitano Daddario, che ha un suo posto nella storia della guerra in Italia (1943 – 1945), aveva avuto il compito di catturare, per consegnarli agli americani, gli esponenti della Repubblica Sociale. Non gli riuscì per Benito Mussolini, dove arrivò troppo tardi. La missione fu invece coronata da successo per Rodolfo Graziani, Valerio Borghese e altri personaggi minori. Non furono molti i contatti fra Mattei e Cefis fino alla fine della guerra di Liberazione. Quella di Bergamo fu una zona che Mattei evitò con cura, per non entrare in conflitto con Cefis, che aveva mostrato chiaramente di non gradire interferenze nel suo operato. Inizia a partire dall’agosto 1945 la collaborazione Mattei – Cefis con l’obiettivo di espandere la cultura del gas naturale in Italia Nell’agosto 1945 Mattei però chiamò Cefis fissandogli un incontro a Milano. Gli offrì di entrare a lavorare con lui all’Agip, dove da poco era stato nominato Commissario Straordinario. Gli parlò della scoperta del gas fatta dall’AGIP a Caviaga nel 1944 e della possibilità che tutta la Pianura Padana fosse piena di gas naturale (metano). Dell’importanza che questa fonte di energia poteva avere per la ricostruzione dell’Italia. Ma della necessità di propagandare l’uso del metano, soprattutto per l’industria, che usava invece prodotti petroliferi o carbon fossile. Si trattava di una gigantesca operazione di sensibilizzazione della grande industria che avrebbe dovuto abbandonare le tradizionali forme di energia fino ad allora usate, per sostituirle con il metano. Mattei aveva pensato a Cefis per un incarico del genere. Avrebbe dovuto convincere i grandi consumatori di energia per i loro stabilimenti industriali a impiegare il gas naturale, a realizzare e gestire i relativi contratti. - 5 A Cefis piacque quella sfida. Pose però una condizione. Sarebbe entrato a lavorare al fianco di Mattei, ma non come un dipendente, ma come un consulente. Non ci sarebbe stato così un rapporto gerarchico diretto. L’accordo fu presto trovato. Cefis in tanti anni nei quali ha lavorato prima all’AGIP, poi all’Eni e alle sue consociate, non è stato mai assunto a tempo indeterminato, ma solo per incarichi specifici e a termine. Cefis collaborò con grande dedizione con Mattei per cercare una cultura del gas in Italia. Un obiettivo che è pienamente riuscito. A lui Mattei lasciò il campo dei contatti con le grandi industrie, mentre si era riservato il compito della metanizzazione delle grandi città, attraverso la creazione della Metano Città. E di quella delle campagne, con l’AgipGas. La lite con Mattei e l’uscita di Cefis dall’Eni Nel gennaio 1962 Cefis abbandonò il gruppo dopo una violenta lite con Mattei, della quale però non ha voluto rivelare l’occasione. O meglio c’era stato fra i due un insanabile contrasto in diversi campi che si riconduceva al dissidio derivante dal convincimento di Mattei di agire, soprattutto nel petrolio e nel gas, in modo indipendente rispetto alle altre compagnie petrolifere straniere (le famose sette sorelle). Mentre Cefis voleva arrivare a un accordo con le compagnie americane. Nel gennaio 1962, Cefis prese la decisione di andare via, adducendo motivi personali. Il rientro di Cefis all’Eni, dopo la morte di Mattei Il 27 ottobre di quell’anno, Enrico Mattei moriva tragicamente nell’incidente aereo a Bascapè, in provincia di Pavia, mentre il suo aereo stava rientrando a Linate. Cefis rientrava all’Eni, su richiesta del Governo, sotto Boldrini, per poi diventare Presidente. - 6 Cefis cercò di mettere subito in pratica le sue idee, facendo uscire l’Agip e quindi l’Eni dall’Esplorazione e Produzione. Il petrolio – diceva – è meglio comprarlo che cercarlo. Questa volta a opporsi fu Egidio Egidi, allora Direttore Generale dell’Agip, che gli dimostrò (sostenuto da uno staff di tutto rispetto, fra i quali ricordiamo Dante Jaboli, Tiziano Rocco e Oreste D’Agostino) come sbagliasse. L’Agip aveva fatto già consistenti scoperte all’estero, anche se molte non erano ancora entrate in produzione, dato che occorrono prima diversi anni. D’altro canto un gruppo petrolifero non può diventare grande se non ha un suo patrimonio di petrolio e di gas Cefis si convinse della giustezza delle tesi di Egidi e anche recentemente si era dichiarato convito che sarebbe stato un errore. Questo va certamente a suo merito. Così continuò l’espansione dell’Agip e dell’Eni sulle linee tracciate da Mattei. Ma questa è un’altra storia che potrà essere raccontata in un’ occasione successiva. JOURNEY THROUGH THE PAST CAVIAGA GAS FIELD By Guidi, Francesco; di Cesare, Franco; Cippitelli, Giuseppe THE AUTHORS EXPRESS THEIR APPRECIATION TO DOCTOR RICCARDO COEN, FORMERLY EXPLORATION MANAGER WITH AGIP PETROLEUM IN HOUSTON, (TEXAS) FOR HIS INSIGHTFUL SUGGESTIONS. 1. Inflammable Air Native from the Marshland Alessandro Volta, Italian physicist and inventor, known for his pioneering work in electricity, was the first scientist to study methane and to understand its origin. In 1774 he was a Professor of Physics at the Royal School of Como. While on his summer holidays, in 1776, on Lake Maggiore, his boat went alongside the reeds near Angera. Volta began to poke the muddy bottom of the water with a stick and saw lots of gassy bubbles floating up to burst on the surface. He collected some samples of the marsh gas and discovered it was inflammable. He called it inflammable air from marshlands. It was what we nowadays call methane. Fig 1: Alessandro Volta, born in Como, Italy, from a noble family on 1746 and died on 1827 at the age of 82. Prolific inventor he is well remembered for his invention of the electric battery and studies on methane. In 1800 he invented the “Voltaic Pile” which was the first “wet cell battery” that produced a reliable, steady current of electricity. For the first time, Alessandro Volta recognizes the source of this inflammable gas when he states: and it is very likely that this inflammable air originates from vegetables soaked and dissolved in water. It is interesting to note that the first natural gas discovery in Europe occurred in the little village of Caviaga, in the Po Valley, approximately 100 kms South-East of Como. As far as the current global forecast is concerned, the widely accepted assessment is that natural gas is the most important energy source in the world: the 2030 projections of BP’s Statistical Review clearly state oil continues to suffer a long run decline in market share, while gas steadily gains. (fig 2). 1 Fig 2: BP Energy Outlook 2030 Following the above brief historical introduction, the evolution of the gas industry in Italy will now be reviewed. ___________________________________________ 2. Gas in Italy The Caviaga gas field has been the spark that allowed Italy to become an industrialized Country and overcome the painful and destructive wounds of WWII. The search and development of natural gas gained momentum and expanded from the little village of Caviaga, to the entire peninsula including Sicily and the offshore Adriatic. Italy’s gas consumption soared rather quickly and the BP Statistical Review reports that in 2010 the country’s gas consumption (76.1 bcm or 2,700 bcf) was third in Europe behind the United Kingdom (93.8 bcm ore 3,300 bcf) and Germany (81.3 bcm or 2,870 bcf); ahead of France (46.9 bcm or 1,650 bcf). Italy’s gas production in that year has been of 7.6 bcm (270 bcf). In any case Italian gas industry has developed a good pipeline system with a grid of more than 33,000 km (20,500 miles) and the natural gas trade movement in 2010 amounted to 75.34 billion cubic meters (2,660 bcf). 2 Fig 3: Enrico Mattei (1906- 1962) Fig. 4: North Italy and Caviaga Village The Caviaga gas field was the first gas discovery by Agip (July 15, 1944) in the Po Valley area while the WWII conflict was still being fought on the Italian peninsula. Agip’s President, Enrico Mattei (1906 – 1962), promptly realized the value and significance of the gas discovery that would be instrumental, in the years to follow, in allowing Italy to enter the post industrial phase. The discovery of the Caviaga gas field was not only the starting point for the development of O&G in Italy; it also was the initial milestone that propelled Agip into the international E&P arena where it evolved becoming a significant competitor In 1944 Agip drilled the Caviaga gas discovery well, just a few kilometers south of Milan. The open flow production testing carried out in the Pliocene reservoir section reached 100,000 cmd, which was highly encouraging. The testing results were indicative of a potential of very high reserves which displayed along with the first large gas deposit in Western Europe, an almost inexhaustible and then practically unknown source of power. Today natural gas is among the most widely used energy sources, because it is more environmentally friend than oil and also offers a higher yield, especially when employed to produce electrical power. The Caviaga gas field discovery was made a few decades before gas was found in the Netherlands and in the Northern Sea: consequently Italy was able to break through the 3 European gas market at least 30 years ahead of the other European countries. In the early 1970s Italy produced and consumed 14 bcm (almost 500 bcf) of natural gas a year, while gas production and consumption were insignificant in other European countries. 3. The State of Exploration for Hydrocarbons in Italy in the Early Forties To place all the facts in the proper context we should examine how hydrocarbon exploration in Italy fared in the 1930s. Fig. 5: Orso Mario Corbino ….In Italy it was a few years after the WWI that the country’s own petroleum industry took its first tentative steps, triggered by the Sinclair scandal. A row had erupted after Mr. Orso Mario Corbino (1876 – 1937), Italian Minister for National Economy and Mr. Weach, Vice President for Exploration of Sinclair, a New York – based oil company, signed an agreement on 29 April 1924, granting the American company exclusive rights to hydrocarbon exploration in almost the whole Sicily and a good part of Emilia/Romagna region. Following a ferocious press campaign mounted against the deal, Orso Mario Corbino and his official had to resign and the Sinclair agreement was revoked on January 1925. Not long after in 1926, the Italian Government, well aware of the difficulties in supplying gasoline and diesel to the Italian market , founded the Azienda Generale Italiana Petroli, AGIP, with the mission to explore, produce and purchase any sort of hydrocarbon both in Italy and abroad in order to stock the domestic market. But exploration in the Italian Peninsula, geologically broken by so many orogenic movements, did not achieve very much apart from finding a few accumulations of oil the northern Apennines. It was therefore inevitable that the company would have either to look abroad. (di Cesare - Guidi). But domestic exploration activity was never abandoned and Agip geologists devoted the search of drilling opportunities targeting the northern Apennines where many natural gas shows and seeps had been mapped and exploited since the Middle Age. 4 Here many of these seeps are from the “Argilla Scagliose” unit, a sequence composed of argillites and calcareous and sandy flysch with a complex and, in some places, a chaotic structure. This unit overlies the Tertiary flysch of the Northern Apennines sequence and is overlain by OligoceneMiocene and Pliocene clastics. Most nineteenth century Italian geologists assumed that the Argille Scagliose is itself the source of the petroleum seeps, while others favoured a deeper origin. Whatever their origin, oil and gas accumulations in the Northern Apennines, as a rule, were small in size and low in productivity, and their discovery was mainly due to chance. Fig. 6: Cesare Porro 1865-1940 (Porro) In 1921, Cesare Porro, an Italian petroleum geologist of wide international experience (was one of the most eminent petroleum geologists of his generation. His experience spanned the world from the East Indies to the United States where he discovered the Salt Creek field in Wyoming) summarized the status of exploration in Northern Italy. In his opinion, the Argille Scagliose could be the source of petroleum but accumulations in economic quantities require a reservoir rock sealed in a trap; reservoirs, seals, and traps are all lacking in the Northern Apennine area ,but he thought these elements possibly could be present in the external part of the Apennine chain where tectonism was presumably less intense and where Pliocene clays could provide an effective cap rock. This “external Apennine” could be buried under the alluvial cover of the southern Po Plain where geophysical surveys could be used to identify possible traps. Encouraged by this geological model, regional gravimetric surveys were carried out by Agip, during the years 1927 to 1935 and later by SPI (a subsidiary of the Standard Oil Company of New Jersey). Several tests were drilled on positive anomalies, but results were disappointing. The sedimentary sequence of the Po Plain subsurface was found to be different in thickness and facies from the sequence exposed in the Apennines: tectonism was found to have been greater than predicted and structural conditions could not be reliably interpreted from the gravimetric survey. Furthermore, gas and oil shows were scanty. (Pieri) 4. Gas Seeps in Caviaga Agip’s geological interest focused on areas where oil and gas seeps were detected: Attention of the Agip Geologists were addressed, as mentioned before, to oil and gas seeps and in Caviaga, a small town in the Cavenago d’Adda district, near Lodi, was highly graded for that reason. In this area the natural gas seeps had been noticed in the outskirts of town by local resident for a very long time: the methane, seeping from the subsurface, polluted the air so much that the area was called “Via Gas” (Gas road). 5 Fig. 7: Caviaga and “Via Gas” (Gas road) Fig. 8: Caviaga, Via Gas (Gas road) 5. Agip In Italy Agip had been set in 1926 by the Italian Government to help Italy to enter the field of oil and gas exploration/development: In fact the Italian economy could not find enough private capital to finance oil research. While Agip had attained some significant results in Romania, Albania and Iraq, achievements in Italy had been scanty. In the Thirties Agip produced just 1,000 tons of oil per year (7,000 barrels/year) in Italy, against a consumption 6 of some million tons and about ten million cubic meters of gas per year (35 million cubic feet). Such meagre results in spite of a remarkable commitment with the drilling of 15 wells per year, on average, were due to Italy’s complex geology and the lack, at this time, of adequate technique capable of defining the subsurface pattern. At this moment Agip geologists decided to utilize a new geophysical methodology i.e. the seismic reflection which had been proved to be very effective in the United States. 6. Seismic in Po Valley However, these were years when German technology dominated Continental Europe and Agip geophysicists were used to receiving information about the efficiency of German seismic methodology. Agip first decided to send a technical mission to Germany, which lasted from 20 to 30 July 1938 during which time the Italian scientists had access to top German technology. Yet the final report, despite the political ties between Italy and Germany did not contain any enthusiastic recommendations, It was probably for this reason that Agip management did not make any contracts with German companies and instead decided to compare the status of the German seismic technology with the United States’. Agip management succeeded in convincing the Italian Prime minister Benito Mussolini to approve a visit to the USA. The mission set off in December 193, and after having met all the geophysical companies and some petroleum companies active in the Unite States, the final recommendation was decidedly in favour of Western Geophysical. The final report of the mission was subject to considerable debate and not finalised until March 1939. In the meantime dark clouds were looming on the horizon. The declarations of Adolf Hitler were threatening everything and a ruinous fury was affecting the minds and souls of the nations. Despite impending gloom, Agip succeeded in signing a contract with Western for a seismic crew to be utilized in the Po Plain…On June 10, 1940 the day Italy entered WWII, already underway without the US, the first American seismic crew from Western Geophysical started acquisition work near Lodi, a few km south of Milan. Four years later, after the seismic surveys had been completed, Agip’s Caviaga well, near Lodi, found what potentially was the first large European gas field. (di Cesare – Guidi). Following letter from Agip, Mr. Egidio Castelli, the Caviaga Podestà (The Chief Magistrate in a Commune, Collins), authorized to perform seismic surveys in the area, i.e. to explode mines in the territory of this community. The mines will be made up of dynamite or other explosive of the second category, in the amount of 1 to 50 kg per charge and they will be exploded in depth (Pallavera). And the Western Geophysical seismic survey started on June 10, 1940 (deep shooting). Two were the American technicians who had even the commitment to train the Italian technicians from Agip. In October 1940, i.e. 4 months after the seismic crew had arrived in Italy, following pressures from the American Embassy in Rome, which considered the US entry in war as near (On 11 December 1941, Germany and Italy declared war on the United States). Works went on and a structure was quickly traced out at Caviaga, being the first structure detected in the Po Valley. The reports of the time describe the Caviaga structure as a wide anticline stretching toward East-West for about 8 km (5 miles). 7 7. Exploration in the Caviaga Structure The wild cat produced the first positive result on 15 July 1944, following a producing test in Lower Pliocene formation (prevailing sands with thin shale intervals) in the interval 1.374 – 1403.5 m (4,508’ – 4,605’). War events prevented intensive and regular tests which, on the contrary were made in Caviaga 2 wells, on 1946. 60 wells for production were drilled which disclosed an average pay of more than 300 meters (1,000’) of sands with an average permeability of 750 md. Produced reserves amount to 14 billion cubic meters (495 billion cubic feet). The ensuing exploration activity has made evident Caviaga being part of a number of structures laying in the Po Valley where they took their shapes and energy . (fig 13) Fig. 9: Caviaga gas field, top Miocene Unconformity 8 Fig. 10: Caviaga Gas Field: top Lower Pliocene producing sands Fig. 11: Caviaga Gas Field: Longitudinal depth Section 9 Fig. 12: Caviaga Gas Field Caviaga 2 Well 10 Fig. 13: Pliocene Structures in Western part of Po Plain 8. Present Gas Exploration and Production in Italy Natural Gas in Italy has been mostly produced in Po Valley and Adriatic offshore. Total production is summarized in the enclosed diagram, prepared by Jerà, utilizing data as provided by Assomineraria (Association of Petroleum Companies operating in Italy) and by DGRIME (Department for Energy of the Ministry for Economic Development). 11 Million cm produced per year 25000 20000 15000 10000 5000 0 1951 1956 1961 1966 1971 1976 1981 1986 1991 1996 2001 2006 2010 It is clear that there has been a sharp decrease in production from 1994 to 2010, passing from 20.6 billion to 7.9 billion. The recent Macondo blowout in Gulf of Mexico (April 2010) has had a very negative impact on the offshore petroleum exploration in Italy, notably in Adriatic Sea where the Legislative Decree No. 128, of June 29, 2010 has practically blocked all the activity. In the central and northern part of this Adriatic Sea, Agip in the years 1992 and 1994 had acquired two large regional seismic 3D surveys for approximately 13,000 sq km (5,000 sq miles). The largest in the world at that time. The interpretation of the data had indicated the possible presence of many gas prospects. 9. Bibliography: 1. Assomineraria: L’Italia, Paese di Idrocarburi, 1999BP Energy Outlook 2030, London, January 2011 2. BP Statistical Review of World Energy, June 2011 3. BP Energy Outlook 2030, London, January 2011 4. di Cesare, Franco; Guidi, Francesco: A story of two men and the beginning of the Italian oil Industry, First Break, February 2003, Volume 21 5. Guidi, Francesco: Il Gigante della Val Padana (The Po Valley Giant) Eni’s Way, 1994 6. Guidi, Francesco; di Cesare Franco: Caviaga a Sessant’anni dalla scoperta. Industria Mineraria 1-2, 2004 7. Guidi, Francesco; di Cesare, Franco: The Birth of Agip in the Oil World Landscape, SPE Technical Bulletin 3/2008 12 8. Guidi, Francesco; di Cesare Franco: Alfredo Giarratana a Technician at the Helm of Agip; SPE Technical Bulletin Special Issue 2009 9. Guidi, Francesco; di Cesare, Franco: Twenty First Century: a Natural Gas Economy, SPE Technical bulletin 3/2010 10. I Giacimenti Gassiferi dell’Europa Occidentale, Roma Accademia dei Lincei, 1959 11. Pallavera, Ferruccio: Storia di Cavenago D’Adda, 1989 12. Paoloni, Carlo: Storia del Metano, 1976 13. Pieri, Marco: Cortemaggiore Field – Italy Po Plain, Northern Apennines, AAPG Special Volumes. Volume TR: Structural Traps VII, Pages 99 -1118 (1992) 14. Pizzigallo, Matteo: L’Agip degli Anni Ruggenti (1926-1932), 1984 15. Porro, Anna; Porro, Pietro: Vita di Cesare Porro, Geologo. 1985 13 Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale- 70%-DCB Milano SPE Society of Petroleum Engineers INDUSTRIAL NEWS SUSTAINABILITY JOURNEY THROUGH THE PAST TECHNICAL NEWS TECHNICAL BULLETIN 3 / 2011 SPE INTERNATIONAL of Petroleum SPE Society Engineers JOURNEY THROUGH THE PAST Half Century of ENI Activity in Egypt by Francesco Guidi, Franco di Cesare Those who drank the water of the Nile will return once again to drink Foreword AGIP, the Italian Company for Hydrocarbon Exploration and Production, was founded in 1926, with the initial aim to explore and produce oil in Italy. Few years later the Company, taking into account the scarce domestic results, decided to explore in foreign countries, such as Romania, Albania, Iraq and Libya. After WWII Enrico Mattei (1906 – 1962), the dynamic President, decided to massively 54 invest abroad and accordingly almost half century ago the adventures in Tunisia, Iran and Egypt started. In this short article, Agip (now ENI) adventure in Egypt is summarized. This has generated a flow of oil and gas, both beneficial for the Arab Republic of Egypt and Italy. The Arab Republic of Egypt covers an area of more than 1 million sq km (386,000 sq mi) with a population of about 80 million people. SPE TECHNICAL BULLETIN 3 / 2011 of Petroleum SPE Society Engineers JOURNEY THROUGH THE PAST Egypt is an enchanting land where the past is always present with its monuments and its witnesses: the Pyramids, the Nile, Alexander the Great (Iskandar), the Crusaders, Napoleon Bonaparte, the Mamelukes, Ferdinand de Lesseps and, on top of all these, the glittering bazaars, the magical attractions of this magical land. An Egyptian proverb well epitomize the charm of this land: Those who drank the water of the Nile will return once again to drink. Ferdinand de Lesseps, 1805 - 1894 SPE TECHNICAL BULLETIN 3 / 2011 55 of Petroleum SPE Society Engineers It is easy to affirm that the Agip discovery of gas in Egypt has set in motion, for the first time, the commercial production of this type of hydrocarbon which had hitherto neglected in favour of liquids (oils). Historical Notes In ancient Egypt, the use of bitumen was important in creating the Egyptian mummies—in fact, the word “mummy” is derived from the Arab word m miyyah, which means “bitumen”. “The Western Europe came to know mumiya, or bitumen, primarily from the descriptions of its healing properties by 12th Century Muslim physicians in Egypt, but with the decline in scientific progress in the JOURNEY THROUGH THE PAST Middle East, after the 12th Century, the marvellous potentials of bitumen and naphtha were once again forgotten and were not to be rediscovered until the middle of the 19th Century, when the first modern oil well was drilled and petroleum became the very lifeblood of modern society” (Zayn Bilkadi). In early thirties, Shell had performed a modest exploratory activity in the onshore region of the Gulf of Suez which produced small quantity of oil in the Egyptian side of the Red Sea, immediately south of the Gulf. Standard Oil in Sinai, in the early forties, had discovered some minor hydrocarbon shows, which were not followed by any activity. Charles Robertson (1884-1891) A Carpet Sale, Cairo Watercolour 56 SPE TECHNICAL BULLETIN 3 / 2011 of Petroleum SPE Society Engineers JOURNEY THROUGH THE PAST In early fifties, Petrofina, the Belgian Oil Company, started to consider Egypt as a possible target and, on March 11 1952, together with a group of Banks and Financing Institutes, constituted the International Egyptian Oil Company (IEOC), which on February 9, 1953 signed an agreement with the State Company, Cooperative Petroleum Society (CPS). In fact, on 1952, CPS had obtained 16 Exploration Permits (1,490 sq km or 575 sq mi). Another block of limited extension (27.36 sq km or 10.5 sq mi) was added on April 2, 1953. In this block, Standard Oil had discovered the above mentioned oil shows. According to the 9th February Agreement, IEOC committed to perform, at its own risk, a petroleum activity in the CPS permits utilizing the National Petroleum Company of Egypt, an Egyptian subsidiary of the IEOC. This latter Company was active until 1957, when it was liquidated following the formation of COPE (Compagnie Orientale des Pétroles d’Egypt). Cairo, 1954: the Egyptian President Gamal Abd el-Nasser (1918–1970) and Enrico Mattei (1906 – 1962) sign the Agreement for Agip presence in Egypt, marked by the acquisition of a 27% share of IEOC from Petrofina. SPE TECHNICAL BULLETIN 3 / 2011 57 of Petroleum SPE Society Engineers JOURNEY THROUGH THE PAST ENI in Egypt In 1954, Agip acquired from Petrofina a 27% share of IEOC. It has been the first concrete result of Enrico Mattei’s policy aimed at expanding Agip activity abroad and Mattei proposed an innovative contract for that period, whereby, in case of oil discoveries, the Egyptian State could have participated at the development of it. This agreement, which was reached by the Egyptian President Gamal Abd el-Nasser (1918–1970) and Enrico Mattei (1906-1962), went down in history as the Mattei’s formula. changed, so that AGIP and EGPC, by mutual agreement, changed the COPE contract from the Concession type into a new type i.e. the Production Sharing Agreement (PSA), according to which the mineral rights pertain to the Government (First Party). The exploration activity is borne by the Company (Second Party) at its sole risk, but, in case of discovery, the First Party can be associated in the development if it so wants. The oil produced is split between the First and Second Party, which recovers its costs from this oil share. In 1955, the Belayim land oil field was discovered. IEOC, after the Belayim discoveries, decided to explore the Nile Delta and, in 1963, acquired a concession (11,250 sq km/4,344 sq mi) northwards of Cairo. It was a completely new area, where no well had been drilled yet, very difficult to operate both from a seismic and drilling point of view. In 1966, the great discovery of the giant gas field of Abu Madi arrived with gas reserves of more than 100 billion cubic meters (3,500 billion cu ft). It was halfway between the two large salt lakes of Burullus and Manzala, where in 1965 Agip surveyed for the first time a shallow water seismic survey. In 1957, the Compagnie Orientale des Pétroles d’Egypt (COPE) was founded, being its partners both the Egyptian State and IEOC. The agreement was in line with the Mattei’s formula, which aimed to associate the producing countries to the development of the field discoveries. As a result of this situation, the exploration activity was increased and, on 1961, the oil field of Belayim Marine was discovered (its reserves were more than 2 billion barrels). Just in that year Petrofina decided to leave Egypt, for political reasons, and Agip acquired the shares of the Belgian company in IEOC, so that it resulted to be the sole shareholder. In 1967, the war between the Arab Countries and Israel led to the occupation of the Sinai oil fields from Israel. COPE suffered for the same occupation until the end of 1975. With the end of hostilities, exploration and production were resumed but time had 58 Gas production started in 1975 according to an agreement, whereby liquids (condensates) pertained completely to the Egyptians, while a portion of gas went to Agip. The gas has fed the nitrogen fertilizer plant of Talka, specifically built close to Abu Madi. Thus, the Egyptian petrochemical industry was born. The working production for 2010 has amounted to some 500,000 boed, half of which is company equity. In Egypt, Eni is the SPE TECHNICAL BULLETIN 3 / 2011 of Petroleum SPE Society Engineers JOURNEY THROUGH THE PAST first oil producer and the second for natural gas. This production derives from 57 licences, 48 with Eni operator, which are relevant to three main regions: the Gulf of Suez, the Mediterranean Sea and the Western Desert, for a total of 23,096 sq km (8,910 sq mi). Egypt and Hydrocarbons Hydrocarbons play a sizeable role in Egypt’s economy both from oil and natural gas production and also in terms of revenues from the Suez Canal, an important transit point for oil shipments out of the Persian Gulf. Oil daily production for 2010 has been of 736,000 barrels (BP Statistical Review of World Energy, June 2011). This is a decrease of 0.6 % as compared to 2009. Proved oil reserves amount to 4.5 billion barrels. This decrease of oil production has been offset by the rapid development of the natural gas sector for both domestic consumption and export. Proved natural gas reserves at the end of 2010 amounted to 2.2 trillion cubic meters (78 trillion cubic feet, ditto). In the same year, the gas production amounted to 61.3 billion cubic meters, being the domestic consumption of 45.1 billion cubic meters. Hydroelectricity Egypt has a well developed hydroelectric sector and, according to the Energy Minister, has utilized most of the Nile River’s hydroelectric potential. In 2008-2009, Egypt generated around 14Bkwh from hydroelectric resources, almost all of which came from the IEOC: E&P Concessions SPE TECHNICAL BULLETIN 3 / 2011 59 of Petroleum SPE Society Engineers JOURNEY THROUGH THE PAST Aswan High Dam and the Aswan Reservoir Dams (EIA). In 2010, according to BP Statistical Review, the hydroelectricity produced has been equivalent to 3.2 million tons of oil (24 million barrels). Epilogue Agip adventure in Egypt has been the first successful test for the Mattei’s formula, according to which the colonialist attitude towards the producing countries was replaced by a cooperative one, whereby Countries and Agip were linked by a responsible attitude. Belayim and Abu Madi have been the Enrico Mattei paradigm of this policy and the two shores of the Mediterranean Sea have found a common share attitude with mutual respect of roles. In this way, the populations of both shores have found a common interest without compromising their own cultures and interests. The Enrico Mattei’s formula has become the policy of Agip, even after the disappearance of the illuminated President, as demonstrated by the recent Eni press release, which states: Cairo, 11 July, 2011 – The Egyptian Prime Minister HE Essam Sharaf and Eni CEO Paolo Scaroni met today in Cairo confirming the commitment of Eni to Egypt, following the recent agreements. The new activities will take place in the Western Desert, in the Mediterranean and in the Sinai, and will cover both exploration and development, through the drilling of additional wells and the acceleration of production from new discoveries. With these additional activities, Eni’s investment in Egypt in the years 2011 and 2012 will amount to approximately US$ 3 billion. Enrico Mattei has been “the first Italian to develop a frontier business mentality and a genuine respect for other cultures. He had grasped that no international strategy would be possible without extensive knowledge of the individual countries Eni was intending to explore. In this respect, Eni’s divergence from normal practice was an exception rather than the rule in international business, so much so that its policies at times seemed an affront to common sense. Mattei stood for a way of thinking about Italy that was visionary enough to transform a defeated agricultural country into an advanced industrial nation with a profitable state-owned energy sector” (Eni). 60 SPE TECHNICAL BULLETIN 3 / 2011 of Petroleum SPE Society Engineers JOURNEY THROUGH THE PAST Eni will also sponsor a training plan for national staff working in the Petrobel and Agiba joint ventures with EGPC. Furthermore, in accordance with the Ministry of Petroleum, Eni will support the Sinai community with social activities. Eni is the first international operator in Egypt with total operated production of around 500 thousand boe/day. The new activities will take place in the Western Desert, in the Mediterranean and in the Sinai, and will cover both exploration and development, through the drilling of additional wells and the acceleration of production from new discoveries. San Donato Milanese, 18 July 2011 Bibliography • Bilkadi, Zayn: Bitumen – A History. Saudi Aramco World November/December 1984 • BP: Statistical Review of World Energy, June 2011 • EIA, USA Energy Information Administration: Egypt Analysis, February 2011 • Guidi Francesco, di Cesare Franco: Egypt, Belayim Land and Marine Oil Fields – the Price of Peace. SPE Technical Bulletin 3/2009 • Guidi, Francesco: 1954: Dalle Nebbie Padane all’Ombra delle Piramidi, Notiziario Interno Agip, NIA 1999 • Guidi, Francesco: La Forza della Ragione, Notiziario Interno Agip, NIA 1997 • Egidi, Egidio: Quando la Storia restò a guardare, Notiziario Interno Agip, NIA 1997 • Orioli, Sergio: …E tornammo tutti a casa, Notiziario Interno Agip, NIA 1997 SPE TECHNICAL BULLETIN 3 / 2011 61 Lo stoccaggio del gas: l’Italia all’avanguardia DI FRANCESCO GUIDI* Lo stoccaggio come condizione preliminare e indispensabile per alimentare la distribuzione del gas sul mercato L società americana Western Geophysical Company, che arrivò in Italia nel gennaio 1940. Sei mesi dopo iniziava i rilievi nella zona di Lodi e veniva subito individuata una struttura giudicata favorevole all’accumulo di idrocarburi vicino Caviaga. Nel 1943 iniziava la perforazione. Dopo mille problemi legati alla guerra che si stava avvicinando alla Pianura Padana e all’occupazione tedesca dell’Italia Settentrionale, il pozzo arrivò sull’obiettivo a 1.500 metri di profondità nel maggio Caviaga: prima 1944, individuando una serie grande scoperta di livelli di gas. Era stato scoperto il giacimento di Caviaga, di gas in Italia con riserve di 12 miliardi di con la sismica metri cubi. È stata la prima grande scoperta di gas in Itaa riflessione lia. o stoccaggio del gas naturale è divenuto un elemento essenziale per la modulazione della vendita del gas nei paesi industrializzati. È nato e si è sviluppato pertanto con l’espansione del gas naturale come fonte di energia, che negli altri paesi europei ha incominciato a diffondersi dopo le grandi scoperte in Olanda e nel Mare del Nord, divenute consistenti solo dopo gli anni Settanta. La scoperta di Caviaga In Italia però il gas aveva incominciato ad affermarsi con trent’anni d’anticipo, dopo la grande scoperta di Caviaga (Lodi) effettuata dall’AGIP nel 1944. Il pozzo era stato ubicato, per la prima volta in Europa, su un rilievo effettuato con la sismica a riflessione, il metodo geofisico che permette di individuare l’andamento degli strati del sottosuolo e quindi le strutture più favorevoli per l’accumulo di idrocarburi. Questo sistema, già noto teoricamente in precedenza, aveva trovato applicazione nel campo petrolifero negli Stati Uniti a partire dagli anni Trenta. L’AGIP, seguendo le indicazioni dell’allora Capo del Servizio Geofisico ing. Tiziano Rocco, ingaggiò la Il gas in Italia dopo Caviaga Enrico Mattei, arrivato all’AGIP come Commissario Straordinario il 30 aprile 1945, comprese subito l’importanza di quella scoperta, intuendo gli sviluppi futuri di questa forma di energia, allora quasi inesistente in Europa. Dette grande impulso alle ricerche in Pianura Padana che si doveva rivelare una provincia gas. Alla morte di Mattei (27 ottobre 1962), l’ENI pro- (*) Questo articolo è il frutto di una conversazione con l’ing. Giorgio Ruffoni, Presidente della STOGIT (Stoccaggio Gas Italia). 23 CAMPI OPERATIVI Italia fu creato a Cortemaggiore nel 1964, con almeno 15 anni d’anticipo rispetto agli altri paesi europei. Tre tipi di sistemi di stoccaggio duceva in Italia 7 miliardi di metri cubi di gas all’anno e aveva una rete di metanodotti di 6.000 km, prima in Europa e terza nel mondo, dopo Stati Uniti e Unione Sovietica. Come nasce l’idea degli stoccaggi per il gas Di fronte a questa crescita impetuosa della produzione (nel 1970 arrivava a 12 miliardi di metri cubi), l’AGIP aveva iniziato nei primi anni ’60 a studiare un elemento di modulazione della vendita, convertendo il giacimento di Cortemaggiore (Piacenza) allo stoccaggio. Sarebbe divenuto indispensabile con le importazioni di gas, che in Italia sono iniziate nel 1972 dalla Libia, con il GNL (Gas Naturale Liquefatto) proveniente dall’impianto Esso di Marsa el Brega. Ma anche prima aveva una notevole utilità, in quanto la produzione dai campi è meglio farla in modo piatto, mentre i consumi hanno forti oscillazioni giornaliere e stagionali. Fu così che l’AGIP incominciò a studiare il problema sin dai primi anni Sessanta. L’ing. Egidio Egidi, allora Direttore Generale, spiega che l’AGIP ha sempre affrontato i problemi con largo anticipo, sicché si è trovata all’avanguardia in tante soluzioni. Il problema dello stoccaggio del gas fu studiato dall’ing. Giuseppe Faverzani, Direttore delle Operazioni AGIP e fu scelto per questo scopo un livello del giacimento di Cortemaggiore (Piacenza) in via d’esaurimento. Sicché il primo stoccaggio di gas in 24 I sistemi di stoccaggio nel mondo sono essenzialmente di tre tipi: – campi in via di esaurimento; – stoccaggi ricavati dai domi salini, all’interno dei quali vengono ricavate delle caverne; – stoccaggi ricavati in aree interessate da bacini acquiferi, in cui viene immesso il gas. In Italia gli stoccaggi sono costituiti esclusivamente da campi a gas in via di esaurimento. Questa scelta è stata ovviamente dettata dalle soluzioni geologiche in cui si trova il Paese e dal fatto che in Italia l’esaurirsi di alcuni campi ha messo a disposizione infrastrutture adatte a essere convertite. Classificazione del gas in un campo di stoccaggio Il gas in un campo di stoccaggio può essere distinto in : – Cushion Gas è il gas che non può essere mai rimosso, al fine di non pregiudicare le prestazioni del giacimento. – Working gas è il gas movimentabile senza pregiudicare le prestazioni del giacimento, che a sua volta si può distinguere in : STOGIT: CLASSIFICAZIONE DEL GAS (GSMC) •Pseudo working gas o cushion addizionale necessario al mantenimento delle prestazioni di punta in relazione alle pressioni di esercizio della rete •La riserva strategica messa a disposizione in base a obblighi definiti dal Ministero delle Attività Produttive •Infine il quantitativo disponibile per fini di modulazione. WORKING GAS E PUNTA GIORNALIERA Lo sviluppo della capacità di stoccaggio stoccaggio: 8 operati da STOGIT gruppo ENI e due della Edison T&S gruppo EDISON. Mettono sul mercato una capacità di 15 miliardi di metri cubi. Quelli dell’ENI sono: Sergnano, Ripalta, Brugherio, Settala, Cortemaggiore, Minerbio, Sabbioncello (tutti nel Nord Italia) e fiume Treste (in Abruzzo). Quelli della Edison sono: Collalto (Treviso) e Cellino (Teramo). È andata di pari passo con l’utilizzo del gas naturale in Italia. La prima fase di sviluppo avvenne all’inizio degli anni Sessanta. Questi primi stoccaggi furono costituiti con la funzione principale di permettere all’AGIP di ottimizzare la produzione coerentemente con le necessità del consumo. In una fase successiva, 1971 – 1980, lo sviluppo del mercato in Italia è stato accompagnato da un significativo periodo d’importazione: del 1972 è l’importazione GNL (Gas Naturale Liquefatto) dalla Libia; del 1974 sono le due importazioni, via metanodotto, dall’Olanda e dall’Unione Sovietica. Di pari passo si è sviluppata una serie di iniziative di campi di stoccaggio, sempre con campi esauriti, per creare tra l’altro, una riserva strategica, capace di fare fronte a interruzioni per cause tecniche o geopolitiche. La fase successiva degli anni 1981 – 1990 è legata all’importazione dall’Algeria e al parallelo raddoppio delle importazioni dall’Est e dal Nord Europa. Attualmente sono in funzione in Italia 10 campi di AVVIO E AREE DI PROVENIENZA DEL GAS IMPORTATO • Russia • Algeria • Libia (GNL) • Olanda • Norvegia 1971 1983 1971-1981 1974 2001 Il futuro dello stoccaggio In Italia si renderanno a breve disponibili giacimenti con strutture geologiche probabilmente adatte per lo sviluppo nel medio/lungo termine di capacità di stoccaggio. Tenuto conto dell’evoluzione del mercato, potrebbe crearsi l’opportunità per l’Italia di porsi come fornitore di flessibilità nel contesto europeo per il gas proveniente dal Nord Africa. Occorre tenere presente però che per realizzare un stoccaggio da un campo in via di esaurimento occorrono da tre a cinque anni di lavori e notevoli investimenti. Inoltre il 70% del gas immagazzinato nello stoccaggio resta immobilizzato, facendo parte del Cushion Gas, dello Pseudo Cushion Gas e delle Riserve Strategiche. Solo il 30% entra nella modulazione e il relativo spazio può essere commercializzato. È un elemento quanto mai penalizzante per l’operatore dello stoccaggio, che non è sempre compensato da tariffe adeguate. 25