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Chiedial nostro veterinario
posta&risposta
Il criceto perde peli, è stressato?
Malea ha la gengivite?
Ho trovato Melea, una gattina abbandonata, circa 3 anni fa, aveva
più o meno 2 mesi .
Ha fatto regolarmente tutti i vaccini (pentavalente). È risultata
negativa ai test FIV e FELV.
Fin da piccola aveva il fiato pesante e le gengive arrossate.
All’inizio pensavo che fosse per il cambio dei denti, ma la situazione si è protratta anche in seguito.
La veterinaria le ha prescritto due cicli di pasticche di antibiotici +
cortisone.
Per qualche tempo è migliorata, ma poi le gengive sono tornate
rosse. Adesso stiamo facendo la prova con il cibo ipoallergico. Le
gengive non sanguinano, non ha tartaro e riesce a sgranocchiare le
crocchette normalmente, quindi la situazione per ora non è grave,
ma vorrei evitare che peggiori. Mi hanno prospettato che più avanti, se non guarisse, potrebbe essere necessario toglierle i denti!
Può indicarmi se c’è un rimedio meno drastico?
Buongiorno Dr Aaron, leggo sempre la sua interessante
rubrica e ora ho anch’io una domanda da porle. Molly, la
cricetina di famiglia, ha circa 5 mesi. L’abbiamo presa piccola e messa in una gabbia a 3 piani di media grandezza.
Nel suo ambiente ha la ruota, 2 scalette, una casetta di
legno, un tubo nascosto nella segatura e una bacchetta
verticale per arrampicarsi a cercare il cibo. Ogni 2 settimane puliamo tutta la gabbia, mettendo sempre della segatura e della paglia adatta ai roditori. Da qualche settimana però Molly si spela sui fianchi e morde le sbarre. Mi
chiedo se diventando grande si strofina da qualche parte,
oppure se è dovuto allo stress per essere sola e devo metterle un compagno. Mi sono anche chiesto se devo cambiare alimentazione (ora a base di verdure e, a volte, di
grani specifici).
Grazie per la risposta.
Purtroppo è un problema abbastanza frequente nei gatti e la causa
vera e propria di queste parodontiti non si sa con sicurezza, vi sono
varie ipotesi; è molto frequente in certe razze tipo il maine coon, si
può perciò supporre in certi casi anche una componente genetica.
La parodontite è un infiammazione alle gengive che parte dai colletti dei denti, dove si formano delle tasche tra la gengiva e il dente
in cui si accumulano batteri, il corpo reagisce a questi microorganismi in modo eccessivo con una forte infiammazione, con il
tempo le gengive si ritirano e i problemi si accentuano. Si suppone che ci sia una reazione autoimmunitaria, cioè che il corpo crei
una specie di reazione di rigetto per questa zona alla base dei denti.
Le cause ipotizzate sono molteplici, possono esservi delle intolleranze alimentari alla base per cui si può provare a curarle con diete
specifiche, altre terapie consistono nell` utilizzo di cortisonici che
hanno un ottimo effetto immediato, in breve tempo la situazione si
normalizza, però a dipendenza del soggetto vi sono ricadute più o
meno frequenti. La terapia che ha più successo è in effetti quella di
estrarre tutti i denti molari e premolari, in questo caso si tratta di
una terapia drastica, difficile a volte per il proprietario di accettare,
ma se fatta presto ha i migliori e definitivi successi nella guarigione. Se il gatto ha già ricevuto per diversi anni cure di cortisone,
anche l` estrazione dei denti non è più una garanzia di successo,
per questo quando la diagnosi è certa e bene decidere presto per
una terapia radicale e drastica, il gatto non avrà alcun handicap,
potrà cacciare avendo ancora i canini e mangerà senza problemi
anche il cibo secco, vivrà sicuramente molto meglio che con un
infiammazione cronica alla gengive.
La perdita di peli sui fianchi fa piuttosto supporre a un
problema ormonale, una criceta di 5 mesi è già adulta e
sessualmente attiva potrebbe avere delle cisti ovariche
che vanno anche ad influire sulla perdita di pelo sui fianchi, in questi casi si tratta di una perdita di pelo simmetrica. Ci può sicuramente essere anche una componente da
stress che può essere la causa principale, per cui anche in
assenza di cisti ovariche, a seguito da stress questi roditori possono iniziare ad avere dei comportamenti anomali
quali strapparsi il pelo nelle zone che riescono a raggiungere (tipico anche qui sui fianchi) oppure avere dei comportamenti portati all` eccesso nella pulizia, in questi casi
continuano a leccarsi fino a far sparire il pelo in certe zone
del corpo. L` idea di trovarle un compagno non è sempre
opportuna, perché bisogna prevedere un aumento esponenziale della famiglia ogni 2-3 settimane!!!
Accompagnare la criceta con una maschio castrato o una
femmina, se questa è stata da sola per diversi mesi, può
risultare molto problematico, si rischia che i due soggetti
si aggrediscano ferendosi anche in modo letale. Per abituarli alla compagnia bisogna essere molto prudenti, all`
inizio bisogna tenere i 2 criceti separati ma in contatto
visivo, uditivo e olfattivo, si può ogni settimana metterli
uno nella gabbia dell` altro in modo che riconoscano gli
odori dell` altro e quando si vuole provare a metterli
assieme, sistemarli in un alloggio nuovo con odori neutrali, così facendo si ha la possibiltà che possano convivere assieme, nei primi tempi ci vuole però sempre un
occhio vigile e molta prudenza!
Dr. med. vet. Aaron Balli
Dr. med. vet. Aaron Balli
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Perché la mia tartaruga non mangia?
Circa 3 mesi fa ho comprato una piccola tartaruga d'acqua dolce. Da un paio di settimane non mangia e dorme sempre. Sono molto preoccupata, non so quanto possa
vivere se va avanti così. Cosa posso darle oltre ai mangimi commerciali?
La tartaruga essendo un animale a sangue freddo tende a rallentare il proprio metabolismo in caso di malattie, diventando lentamente e gradualmente inappetente e
apatica. Non penso che cambiando l` alimentazione la si possa aiutare, bisogna assolutamente rivolgersi ad un veterinario per farla visitare e discutere ad esempio della
tenuta. A volte magari vi sono dei problemi di gestione dovute a una tenuta errata, ad
esempio in caso di acqua e ambiente troppo freddi la tartaruga potrebbe reagire con
inizio di letargo, per cui tende a ritirarsi sul fondo del terrario ferma, dormendo in continuazione e risalendo solo sporadicamente per respirare, tutto ciò compreso l` assenza di appetito persisterà fino a che le temperature non torneranno a livelli più consoni, più “estive”. Vi sono poi patologie alle vie respiratorie oppure situazioni di infestazioni da parassiti intestinali che possono indebolire la tartaruga fino a renderla completamente apatica, in questi casi quando ci si accorge la situazione è spesso già compromessa perché essendo animali a sangue freddo i problemi vengono “ a galla”
quando sono già molto avanzati.
Dr. med. vet. Aaron Balli
Un gattino notturno
Ho un micio di 2 anni davvero adorabile, ma… non mi lascia
dormire!!
Per lavoro sono fuori praticamente tutto il giorno e lui sta in
casa. Penso che gran parte del tempo lo passi dormendo, poi
rosicchia tutto quello che è carta: fogli, giornali, ma anche
scarpe, cuscini,…
Per questo più o meno riesco a gestirlo (mi aiuta anche a
tener più ordine in casa, infatti nascondo tutto). Ma la notte,
prima se ne sta tranquillo a far nanna con me, poi verso le 2 3 di mattina si sveglia, comincia ad agitarsi, tocca tutto quello che trova in giro, e mi fa gli agguati nel letto. Cosa posso
fare per avere delle notti tranquille? Gli lascio dei giochi per il
giorno, ma non sembrano bastare.
Avete dei consigli?
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I gatti sono per loro natura animali crepuscolari: sono più
attivi dal crepuscolo all’alba, periodo in cui le loro piccole
prede si avventurano alla ricerca del cibo. Questo è il loro
ritmo circadiano: lunghi pisolini durante tutto l’arco della
giornata e folli giochi di caccia (come corse sfrenate per
tutta la stanza, salti sul letto cercando di acchiappare qualunque piccola parte del corpo si sposti di qualche millimetro, oggetti gettati in terra, ecc..) durante la notte. Nella maggior parte dei casi i gatti abituati a vivere in casa modificano
notevolmente i loro orari di attività adattandoli a quelli della
vita della famiglia, ma nel caso in cui i proprietari siano
assenti per tutto il giorno il gatto cercherà interazione, attivazione e divertimento nel momento in cui voi crollerete sfiniti sul divano.
Di solito il problema è più frequente nei gatti giovani che
poi, nel tempo, si adeguano ai nostri ritmi.
È, però, importante non rinforzare il gatto prestandogli
attenzione, sgridandolo, o (peggio) alzandosi per dargli da
mangiare.
Le soluzioni a questo problema di convivenza sono essenzialmente due:
• la prima, banalissima, chiudere il gatto fuori dalla camera
da letto. Ma la maggior parte dei proprietari di gatti adora
dormire con il proprio gatto e, comunque, il gatto manifesterà un certo disappunto (miagolando e grattando alla
porta) per un periodo più o meno lungo a seconda della sua
caparbietà
• la seconda prevede una maggiore attivazione del gatto
durante la giornata e l’ignorare totalmente ogni suo attacco
notturno. La maggior parte dei gatti non giocano o giocano
poco da soli, in ogni modo sarà utile arricchire l’ambiente. È
importante far ruotare i giochini (non lasciandoli sempre
tutti a disposizione) e sostituirli spesso in modo che il gatto
sia interessato dalla novità. Ogni tanto immergete i giochini
in un sacchetto di catnip (erba molto amata dalla maggior
parte dei gatti). Per il gatto è molto importante esplorare e
arrampicarsi: predisponete dei giacigli e dei giochini in alto.
Un'altra idea per tenerlo attivato sono i giochi ripieni di cibo
(anche un semplice scatolone chiuso con dei fori). Abituate
il gatto a delle “sessioni” di gioco di almeno 15 minuti verso
inizio serata (non prima di andare a dormire e mai in camera da letto) in modo da stancarlo. Può essere utile anche dargli da mangiare mezz’oretta prima di andare a dormire
(spesso dopo mangiato cercano riposo) e lasciare dei croccantini a disposizione per la notte o il mattino presto. Ma la
cosa più importante è di non muoversi assolutamente quando il gatto comincia gli attacchi, ogni movimento (anche per
scacciarlo) e ogni parola sortiranno l’effetto di motivare il
gatto in quanto ha ottenuto quello che voleva: svegliarvi,
avere la vostra attenzione, avere movimento,…
Se sarete coerenti il tutto dovrebbe funzionare in un paio di
settimane.
Dr. med. vet. Sandra Greco - Veterinario comportamentalista
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