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Tentato omicidio, 3 margari ai domiciliari
39 Dibattito al Filatoio di Caraglio Convegno a Grinzane nella macroregione alpina «I vini piemontesi vanno tutelati» LA STAMPA Le opportunità della Granda REDAZIONE CORSO NIZZA 11 CUNEO 12100 TELEFONO 0171 452411 FAX 0171 64402 E-MAIL [email protected] WEB WWW.LASTAMPA.IT/CUNEO PUBBLICITÀ PUBLIKOMPASS S.P.A. CUNEO, CORSO GIOLITTI 21 BIS TELEFONO 0171 609122 FAX 0171 488249 «Eusalp, regione alpina al centro dell’Europa». È il convegno che la vicecapogruppo Pd alla Camera, Chiara Gribaudo, e l’europarlamentare Mercedes Bresso organizzano oggi, alle 10, al Filatoio di Caraglio. Si parlerà delle strategie e delle oppor- tunità per la Granda nell’ambito della macroregione alpina che insiste su sette Paesi. Dopo l’introduzione di Lorenzo Muller, seguiranno gli interventi degli assessori regionali Alberto Valmaggia, Francesco Balocco e del presidente nazionale Uncem, Enrico Borghi. [MT. B.] «I vini piemontesi vanno tutelati dalla liberalizzazione senza qualità». Si è parlato anche di questo, ieri, al convegno internazionale sul comparto vincolo promosso dal presidente della Regione Sergio Chiamparino nel castello di Grinzane. Un momento del convegno Una profonda depressione in transito dalle Baleari verso il Tirreno porta un’intensa ondata di maltempo con forti piogge fino a lunedì mattina e nevicate copiose in montagna. 0° 3° Oggi Molto nuvoloso con piogge in estensione in giornata e passaggio a neve quasi fino in pianura nel pomeriggio. Nevicate abbondanti oltre i 400-500 metri. 1° 4° Domani Quota neve in aumento nella notte fino a 500-600 metri e precipitazioni in temporanea attenuazione al mattino, di nuovo forti dalle ore centrali. 5° 10° Lunedì Molto nuvoloso con forti piogge fino al mattino e neve dagli 800-1000 metri. Precipitazioni in esaurimento nel pomeriggio con prime schiarite. Roberto Fiori A PAGINA 49 CUNEO Che tempo fa Situazione CN E PROVINCIA SABATO 27 FEBBRAIO 2016 DOPO IL RAID PUNITIVO A FUCILATE CONTRO IL CAPANNO DI DUE «COLLEGHI» A LIMONE Tentato omicidio, 3 margari ai domiciliari Una delle vittime: “Nessuna lite per gli alpeggi, non conosco due aggressori” LORENZO BORATTO LIMONE Il gip del tribunale di Cuneo non ha convalidato l’arresto e ha concesso i domiciliari ai margari Walter Bodino, limonese di 38 anni e dei bovesani Felice Spada, 54, e Alex Vallauri, 26. Erano in carcere da mercoledì: la sera prima, alle 22, avevano sparato tre fucila- te contro i fratelli Antonio e Giacomo Dalmasso, 68 e 66 anni, anche loro margari, che erano in un capanno di loro proprietà a Limone. Un « raid» punitivo al buio, poi la fuga in mezzo alla neve,. Erano stati arrestati in poche ore dai carabinieri di Borgo San Dalmazzo. L’avvocato Alessandro Bruno difende Bodino: «Il mio assi- ALBERTO CUCCHIETTI Giacomo Dalmasso, una delle vittime stito ha fornito piena collaborazione, come fatto fin dopo l’arresto». Daniela Andreis difende Spada: «Ha dichiarato di non conoscere i due fratelli, ma di essersi unito al raid solo per spaventare. È provato e pentito». Maurizio Paoletti, avvocato di Vallauri: «Armi obsolete una è di fine ’800 - che non potevano uccidere». Antonio Dal- SAVIGLIANO, UN IVORIANO SORDO PER UN’INFEZIONE AI TIMPANI Giovane fuggito dall’Africa operato potrà di nuovo sentire Mamadou Dosso ANDREA GIACCARDI SAVIGLIANO Per qualche giorno dovrà ancora tenere la fasciatura, ma il dolore sta lentamente diminuendo. Un male con cui aveva convissuto per anni, perdendo progressivamente l’udito fino a diventare quasi completamente sordo. Mamadou Dosso, 21 anni, arriva dalla Costa d’Avorio. Oggi vive, insieme con altri migranti (provenienti da Senegal, Pakistan, Ghana, Nigeria e Benin), nell’albergo «Ramè», a pochi chilometri da Marene. Ieri è tornato nel reparto di Otorinolaringoiatria dell’ospedale «Santissima Annunziata» di Savigliano per farsi medicare, dopo essere stato sottoposto a un doppio intervento di ricostruzione dei L’ivoriano di 21 anni con Joseph il giovane senegalese con cui abita con altri migranti a Marene che gli fa da interprete timpani eseguito dal dottor Marco Castelli. «L’intervento era l’unica soluzione – spiega il medico –. Oltre a un difetto congenito del timpano, i problemi erano legati a un’otite trascurata che provocava dolori, prurito e sordità. Abbiamo anche riscontrato un mal- funzionamento della tuba d’Eustachio». Intervento di 5 ore La decisione dell’équipe medica: doppio intervento, in un’unica seduta per ridurre lo stress operatorio e i tempi di recupero del paziente. Dopo soli tre giorni, la dimissione dall’ospedale. Durante l’operazione, durata 5 ore, il medico ha ricostruito artificialmente i timpani lesionati, utilizzando strumentazione all’avanguardia come il laser ad anidride carbonica e la video endoscopia. «Poco per volta, il ragazzo dovrebbe riacquistare l’udito – spiega Castelli -, ma la priorità era eliminare l’infezione». «Mia figlia è ancora là» La sordità era stata un altro Insieme al medico Mamadou con il dottor Marco Castelli che ha coordinato l’équipe durante l’intervento masso, una delle due vittime, centrato al volto e al petto dai pallini di piombo delle fucilate: «Non conosco i due bovesani, che ci avevano aggredito anche in passato. Mai litigato con Bodino per gli alpeggi, come ho detto ai carabinieri: questioni che riguardano il Comune di Limone, non le mie proprietà». c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI ostacolo nella vita travagliata di Mamadou. A luglio dello scorso anno, la decisione di scappare dalla Costa d’Avorio, dove ha lasciato una figlia (5 anni) alla nonna materna, dopo la morte della compagna e dei suoi genitori. Tre mesi di viaggio, a bordo di bus e mezzi di fortuna, attraversando Burkina Faso, Niger e Libia. Qui, pagando mille dinari, ha acquistato un biglietto di sola andata per l’Italia, imbarcandosi su un gommone. A settembre, l’arrivo a Marene. «Ho studiato per sei anni – racconta Mamadou a Joseph, 25 anni del Senegal, che con fatica riesce a interpretare il suo dialetto –. Poi per un po’ ho lavorato come muratore e falegname. Nel mio Paese avevo paura: bande criminali (alcune affiliate a Boko Haram, ndr) ti fermano per strada, ti rapiscono e ti prendono tutto quello che hai. Io non ho più nulla». Qualcosa a Mamadou è rimasto: la speranza di tornare a sentire come una volta, ma soprattutto di riabbracciare sua figlia in Italia. «Vorrei restare qui, vivere in pace», conclude. c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI