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Nascere bambine - Amnesty International

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Nascere bambine - Amnesty International
Nascere bambine in alcuni paesi del mondo significa letteralmente
“rischiare la vita”. Secondo le istituzioni internazionali almeno 100
milioni di bambine “mancano all’appello” in base all’andamento
demografico. Sono bambine non nate per aborto selettivo o morte
perché la discriminazione nei confronti delle bambine si traduce,
nei primi anni di vita, in meno cibo e meno cure mediche.
I paesi in cui il fenomeno dell’aborto selettivo è più evidente sono
l’India e la Cina, mentre l’eccesso di mortalità nei primi anni di vita
è presente nei paesi dell’Africa sub-sahariana. Queste aree da sole
sono responsabili dell’87% delle “bambine mancanti”
Nascere bambine
Aborto selettivo/
Infanticidio¹
¹
Anno 2014
Amnesty International
Coordinamento Bambini/Minori
Dati tratti dal dossier: Indifesa. La
condizione delle bambine nel mondo,
a cura di Terres des Hommes, 2012
Tra la popolazione umana è normale che, al momento della nascita, il numero dei maschi sia leggermente superiore rispetto al numero delle femmine: 102-106 ogni 102.
Ma in alcune aree geografiche il dato è fortemente sbilanciato.
In Cina e in alcuni Stati del Nord dell’India la proporzione lievita all’incredibile rapporto di 120 maschi ogni 100 femmine.
In Cina, la politica demografica che consentiva un solo figlio
per coppia ha fatto si che per potersi garantire un figlio maschio si ricorresse all’aborto selettivo. In India, per evitare
aborti selettivi, sono stati vietati i test per determinare il sesso
del nascituro. Questo divieto, però, non è riuscito ad interrompere questa pratica: negli ultimi 30 anni, si calcola che siano
stati abortiti 12 milioni di feti di sesso femminile. Il fenomeno
degli aborti selettivi non riguarda anche paesi caucasici come
Azerbaijan e Georgia: ad esempio, in Armenia negli ultimi cinque anni ci sono stati 7 mila aborti selettivi, soprattutto nelle
zone rurali perché le famiglie preferiscono avere figli maschi
che li possano aiutare in campagna, specialmente tra le donne
che sono alla terza o alla quarta gravidanza.
Liberarsi della tradizionale preferenza per i figli maschi è
difficile, anche per le donne che sono emigrate in Europa
o negli Stati Uniti. Uno studio dell’università di Toronto, pubblicato sulla rivista medica “The Lancet”, evidenzia come negli ultimi 15 anni risultino “mancanti” nelle comunità indiane
che vivono in Inghilterra e Galles circa 1.500 bambine. Un’inchiesta giornalistica condotta a Londra nel febbraio 2012 ha
documentato persino il coinvolgimento di medici compiacenti
disposti a “non fare troppe domande” sui motivi per cui donne
di origine cinese o indiana volessero abortire.
PER SAPERNE DI PIÙ
Il divario di genere è la differenza tra donne e uomini nei ruoli di responsabilità, nel tipo di attività svolte,
nell’accesso e nel controllo delle risorse e nell’opportunità di partecipare ai processi decisionali.
Si misura con il gender gap index messo a punto nel 2006 dal Word Economic Forum. I valori vanno
da 1 (completa parità) a 0 (completa disuguaglianza). Ogni anno il Word Economic Forum pubblica un
rapporto il Global Gender Gap Report, in cui viene valutato il divario di genere nei vari paesi. Per quanto
riguarda il divario di genere alla nascita, secondo il rapporto 2013, gli ultimi paesi sono i seguenti:
indice
0,89
0,89
0,89
0,88
0,88
posizione
131
131
131
134
135
stati
armenia
india
vietnam
cina
azerbaijan
Il Gender Gap Report è scaricabile
all’indirizzo: www.weforum.org
PER SAPERNE DI PIÙ
Il Global Gender Gap
Report, mostra i paesi
in cui è più ampio il
divario nell’istruzione
secondaria.
indice
1
0,63
0,57
0,57
0,5
0,47
0,42
0,33
0
posizione
stati
129
130
131
132
133
134
yemen
camerun
costa d’avorio
benin
gambia
chad
Meno cibo,
meno cure
In alcuni paesi, la mortalità infantile entro i primi 5 anni
di vita è più alta tra le bambine. Le bambine e le ragazze ricevono meno cibo dei coetanei maschi e questa condizione le
rende più deboli e suscettibili alle malattie.
Culturalmente le femmine hanno bisogno “di meno cibo” dei
maschi e quindi il problema dell’insufficienza di cibo accompagna anche le ragazze e le espone a serie conseguenze per la propria salute, fisica e psicologica. Queste si aggravano nel caso di
gravidanze precoci e che si ripercuotono anche sul neonato: un
bambino nato da madri malnutrite rischia di avere un basso peso
alla nascita e ha maggiori probabilità di morire entro i primi mesi
di vita. Un altro fattore che influenza la mortalità è la mancanza di cure in caso di malattia. Se la famiglia ha problemi economici è più facile che siano portati dal medico i figli maschi.
Istruzione
Su un totale di circa 61 milioni i bambini che non hanno
accesso alla scuola primaria, il 53% sono femmine.
La maggior parte vive nell’Africa sub-sahariana (17,3 milioni),
mentre nei Paesi dell’Asia meridionale sono 9,5 milioni.
La differenza di scolarizzazione tra maschi e femmine si fa
evidente con l’istruzione secondaria ed ancor più con quella
universitaria. Nelle zone più povere e nelle aree rurali è molto
diffusa l’idea che per una donna le scuole elementari offrano
un livello più che sufficiente di istruzione.
Nei Paesi in via di sviluppo frequentano la scuola secondaria
il 52% dei maschi contro il 48% delle femmine. Ma il dato
varia in base alle aree geografiche. Se i costi dell’istruzione sono gravosi per l’economia familiare, si privilegiano i
figli maschi, destinati a portare reddito in famiglia. Infatti,
non si concepisce che una donna possa lavorare al di fuori
delle mura domestiche e che sia destinata ad altro che
al matrimonio e a “produrre” di figli.
Inoltre, le femmine possono essere costrette a rimanere a casa
per aiutare la madre nei lavori domestici (cucinare, attingere acqua, raccogliere legna) o nei lavori agricoli o per prendersi cura
dei fratelli più piccoli. La mancata istruzione delle ragazze
ha un forte impatto sociale: una ragazza che ha frequentato
qualche anno di scuola è in grado di assistere meglio il suo
bambino, sa leggere le istruzioni di un operatore sanitario
e sa dosare un farmaco in maniera corretta.
Operazioni semplici, ma che una donna analfabeta non può
compiere. Una stima dell’Unesco ipotizza che ogni
anno di istruzione in più per una ragazza possa ridurre
la mortalità del bambino del 9%.
Per promuovere i diritti
delle bambine e delle
ragazze, il 19 dicembre
2011, l’Assemblea
Generale delle Nazioni
Unite ha deciso di
proclamare l’11 ottobre
“Giornata internazionale
delle bambine e delle
ragazze” (International
Day of the Girl Child)
La legislazione
internazionale
Ogni forma
di discriminazione contro
donne e bambine
è vietata dalla
legislazione internazionale
sui diritti umani.
Da ricordare la
Convenzione
sull’eliminazione della
discriminazione nei
confronti delle donne
del 1979, la Piattaforma
d’azione di Pechino,
approvata dalla
IV Conferenza dell’Onu
sulle donne del 1995
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