PROJECT WORK Effetti di diverse tipologie di allenamento
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PROJECT WORK Effetti di diverse tipologie di allenamento
5° CORSO PER TECNICI NAZIONALI DELLA FIT CON VALORE DI ALLENATORE DI QUARTO LIVELLO EUROPEO CONI - FIT Anno 2008 PROJECT WORK Effetti di diverse tipologie di allenamento tennistico sulle capacità condizionali specifiche e sulla flessibilità in giovani atleti adolescenti Autori: Lilly Raffa e Giovanni Giordano Supervisore: Prof. Claudio Mantovani Roma, 19- 20 novembre 2008 ABSTRACT Data la stretta e sempre più evidente connessione tra il tennis di vertice e l’allenamento giovanile, già dalle prime fasi dell’ avviamento, ma soprattutto nel settore della costruzione per l’alto livello, il presente lavoro ha avuto come finalità generale quella di descrivere il quadro di riferimento attuale della metodologia dell’ insegnamento e il modello prestativo del tennista di alto livello, per specificare poi gli obiettivi, con questo interrelati, al centro della nostra discussione. Pertanto abbiamo indagato, mediante la somministrazione di una batteria di test e mirate rilevazioni statistiche, gli effetti di due diverse metodologie di allenamento tennistico sull’incremento delle capacità condizionali specifiche e della flessibilità in giovani tennisti adolescenti. Da tale ricerca si è evinto che, tra i campioni di riferimento presi in considerazione, il gruppo di lavoro che ha svolto una quantità di allenamento a sfondo prettamente tecnico-tattico dentro il campo da tennis non ha mostrato incrementi significativi nei vari test, se non in quello di Cooper per la resistenza organica; mentre l’altro gruppo, il quale ha svolto una quantità di allenamento superiore a carattere fisico-atletico fuori dal campo, ha rivelato variazioni relative alle prove di velocità, resistenza e mobilità. A conclusione di ciò si è potuto ipotizzare un potenziale tipo di allenamento integrato in maniera ottimale tra le due metodologie, con una percentuale maggiore di allenamento per la resistenza da effettuare in maniera specifica dentro il campo da tennis. Ringraziamenti Ringraziamo sentitamente il direttore della Scuola Nazionale Maestri dott. Roberto Lombardi, il prof. Santini, lo staff docente e il nostro tutor prof. Claudio Mantovani. Ringraziamo inoltre lo staff tecnico della Bologna Tennis Academy e del Circolo Tennis Palermo per la professionalità e la competenza dimostrate nella collaborazione alla somministrazione dei test e all’ implementazione delle metodologie d’ allenamento proposte nel progetto. 2 SOMMARIO ABSTRACT Pag. 2 RINGRAZIAMENTI Pag. 2 INTRODUZIONE Pag. 4 1. IL QUADRO DI RIFERIMENTO Pag. 6 1.1. L’ orientamento attuale della metodologia dell’insegnamento Pag. 6 1.2. Il modello funzionale del tennista Pag. 7 1.2.1. La rapidità Pag. 8 1.2.2. La forza Pag. 9 1.2.3. La resistenza Pag. 11 1.2.4. La mobilità articolare Pag.12 2. IL CONTESTO: ANALISI DELLA PROBLEMATICA E DEFINIZIONE DELLE DIMENSIONI DEL PROBLEMA Pag. 13 2.1. Fasi propizie all’allenamento delle capacità condizionali, della flessibilità e di alcune capacità coordinative e all’apprendimento motorio della tecnica sportiva Pag. 13 2.2. Analisi della letteratura Pag. 15 3. METODOLOGIA Pag. 16 3.1. Tema d’indagine e ipotesi della ricerca Pag. 16 3.2. Campioni di riferimento Pag. 17 3.3. Descrizione quantitativa dei tipi di allenamento Pag. 17 3.4. Materiali e metodi della valutazione Pag. 18 3.4.1. Batteria dei test Pag. 19 4. ELABORAZIONE DEI DATI Pag. 21 4.1. Risultati dei test Pag. 21 4.2. Analisi dei risultati Pag. 24 4.3. Problematiche e precisazioni Pag. 24 5. CONCLUSIONI E ULTERIORI IPOTESI Pag. 25 RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI Pag. 27 3 INTRODUZIONE Considerando gli ultimi decenni, nel settore giovanile la quantità dell’allenamento ha continuato ad aumentare in maniera esponenziale, tendendo verso una specializzazione precoce ( soprattutto dai 10 anni in su ), senza troppa cura per l’individualizzazione nel processo d’apprendimento, nel rispetto di ogni persona e della propria specificità. L’aspetto competitivo ha preso sempre più piede, per cui la qualità della proposta didattica assume un’importanza quasi assoluta ai fini dell’efficienza e dell’efficacia nel raggiungimento degli obiettivi di apprendimento individuali. Gli addetti ai lavori hanno il duplice compito, da una parte,di fornire i giusti input mediante l’implementazione di strategie operative mirate a rispondere a domande quali “Chi è il soggetto discente (allievo)?”, “Quale compito specifico vuole essere in grado di effettuare (abilità target)?” e “In quale ambiente particolare vuole realizzare tale abilità (contesto target)?”, prendendo in esame preliminarmente elementi relativi alle caratteristiche dell’allievo, del compito e del contesto, per poi fissare gli obiettivi di apprendimento; dall’altra, di strutturare e potenziare l’esperienza d’apprendimento motorio, integrandola con valutazioni appropriate e l’uso di feedback. In età compresa tra zero e undici anni si verifica lo sviluppo delle capacità coordinative, in concomitanza con l’acquisizione di una stragrande gamma di esperienze cognitive e motorie. Queste considerazioni hanno rilevanza in materia di apprendimento di gesti ad elevata complessità tecnica, come nello specifico del tennis, mettendo altresì in risalto l’incidenza dell’intervento educativo nell’età evolutiva, quando esiste ancora la cosiddetta “plasticità neuronale”, ossia la possibilità di sviluppare potenzialmente alcune vie neuronali finalizzate all’esecuzione ottimale del movimento. La specializzazione precoce, utilizzando soltanto la componente tecnica ed energetica del movimento come metodo prioritario per lo sviluppo delle abilità motorie, determina un incremento notevole delle prestazioni nelle fasi iniziali, cui seguono però una stagnazione e una successiva caduta della performance; e, come conseguenza di tutto ciò, l’interruzione anticipata dell’attività sportiva per demotivazione. 4 La filosofia del minitennis e la relativa proposta didattica fungerebbero da deterrente contro ogni cattiva o eccessiva sollecitazione nei confronti della motricità infantile, grazie ai principi di multilateralità, multiformità e progressività, che includono anche i tempi personalizzati di apprendimento di ogni bambino, nella direzione di un’attività motoria polivalente e variegata, che si ponga come obiettivi primari lo sviluppo parallelo e contemporaneo delle qualità psico-fisiche del bambino e l’arricchirlo di più schemi motori nel periodo di avviamento (5-7 anni) per dotarlo dei pre-requisiti tecnici, ma che si specializzi già da subito e nel giusto modo in quello successivo di preperfezionamento (8-10 anni), ponendo le basi per lo sviluppo tecnico vero e proprio. Nell’ottica di un approccio multilaterale, la tecnica specifica viene utilizzata come mezzo per favorire la crescita motoria (soprattutto tra i 6 e i 12 anni, quando il bambino è caratterizzato dalla massima voglia di apprendere) e preparare il processo di specializzazione futura con risultati a lungo termine. Partendo dall’ipotesi che giocando di più a tennis si producano negli atleti in età post-puberale degli adattamenti con conseguente incremento di alcune capacità condizionali e della mobilità di alcune articolazioni, l’obiettivo del presente lavoro è quello di rilevare e valutare gli effetti di diverse metodologie di allenamento tennistico sullo sviluppo di tali capacità, mediante: • La verifica dei livelli di sviluppo delle capacità condizionali specifiche di due gruppi di giovani tennisti adolescenti di entrambi i sessi. • La valutazione, in termini di effetti sullo sviluppo delle capacità condizionali specifiche, dell’efficacia di due diverse tipologie di allenamento tennistico. 5 1. IL QUADRO DI RIFERIMENTO 1.1. L’ orientamento attuale della metodologia dell’insegnamento I canoni tradizionali di insegnamento fanno capo ad un approccio tecnico o technical approach (T.A.) di tipo “molecolare”. Una metodologia di tipo analitico, con una struttura a carattere piramidale, alla cui base si trova la tecnica intesa come obiettivo primario di apprendimento; mentre la tattica e la strategia sono al vertice come punto di arrivo (risoluzione di un compito tecnico, poi tattico, infine strategico). I canoni moderni di insegnamento invece sostengono un approccio basato sul gioco o game based approach (G.B.A.) di tipo “olistico”. Un metodo globale secondo il quale l’insegnamento è considerato come una struttura unitaria, a carattere circolare, in cui i vari elementi (strategia, tattica, tecnica) confluiscono sin dal principio in percentuali via via diverse. Tattica e strategia costituiscono gli obiettivi primari di apprendimento, mentre la tecnica è un aspetto da sviluppare nel contesto del gioco e non precedentemente. L’evoluzione della didattica ha portato all’ integrazione dei due approcci nella strutturazione delle esperienze di apprendimento: serie di ripetizioni a blocchi (aspetto tecnico-motorio) ma con principi tattici, cioè proposte in situazioni target, verosimili, vicine alla gara (aspetto cognitivo) e non standardizzate. Nel quadro delle nuove frontiere metodologiche, dopo una prima fase (4-8 anni) in cui si adotta un approccio integrato (T. A. + G. B. A.) utile allo sviluppo delle capacità motorie e cognitive, si dovrebbe passare nelle fasi successive a quello basato sul gioco, perché migliora l’apprendimento di esse. (Seminario di aggiornamento “Strategia e tattica” F.I.T. 2006) 6 1.2. Il modello funzionale del tennista Il tennis è un gioco ad elevato contenuto tecnico e quindi necessita a livello fisiologico di un’elevata coordinazione neuromuscolare nell’esecuzione dei movimenti; inoltre, a livello agonistico richiede una chiara visione del gioco, dunque capacità strategiche contestuali alla situazione di gara. E’ necessario tenere in conto questi ed altri elementi, come ad esempio l’analisi dello svolgimento medio di un incontro di tennis e quali sono le richieste bioenergetiche in funzione della durata e del tipo di azioni di gioco, identificandone le situazioni più ricorrenti, nell’analisi del modello prestativo del tennista, al fine d’impostare una corretta pianificazione del lavoro fisico-atletico fuori e dentro il campo. Dallo studio degli elementi peculiari della prestazione, si evince che l’atleta durante il match impiega più della metà del tempo in pause di gioco (cambi campo, pause tra i punti…) ed il resto in attività fisica vera e propria. Il tipo di gara che questi deve sostenere pone richieste di impegni muscolari caratterizzati da alta intensità e breve durata, combinati con altrettanto brevi periodi di recupero (la durata media di un punto è inferiore a 15’’). Tuttavia l’alternanza tra tempi di lavoro e tempi di recupero è altamente variabile e coinvolge diversi gruppi muscolari. Il rapporto tra volume e densità del carico riveste un’ importanza notevole nella progettazione di programmi di condizionamento fisico per i tennisti. Tutti motivi per i quali l’allenamento per il tennis è complesso. Le caratteristiche delle azioni di gioco sebbene molteplici possono essere identificate principalmente come: • Azioni di velocità e rapidità • Azioni di esplosività Questi tipi di azioni si susseguono con tempi e in modi casuali, richiedendo impegni di forza notevoli e una considerevole capacità di resistenza organica specifica, che in uno sport di situazione, “open skill” e aciclico come il tennis è di tipo aerobico- anaerobico alattacido alternato. 7 Pertanto le qualità fisiche fondamentali del tennista risultano essere: • La rapidità • La forza esplosiva ed esplosivo- elastica • La resistenza organica specifica 1.2.1. La rapidità La rapidità può essere attribuita sia alle capacità condizionali che a quelle coordinative (per la sua dipendenza sia dalla forza che dal sistema nervoso), e consiste nella capacità di eseguire azioni motorie nel minor tempo possibile. Riferita ai giochi sportivi, è una qualità complessa composta da varie capacità psicofisiche quali: Rapidità di percezione (delle situazioni di gioco e delle loro variazioni) Rapidità di anticipazione (mentale dello sviluppo successivo del gioco e del comportamento dell’avversario) Rapidità di presa di decisione (di scelta tra più azioni possibili) Rapidità di reazione (a situazioni imprevedibili) Velocità di movimento ciclica e aciclica (senza l’ attrezzo di gioco) Rapidità di azione semplice (con l’ attrezzo di gioco, in situazioni di gara) Rapidità di azione complessa (capacità di agire durante la partita efficacemente integrando tutte le qualità cognitive, tecnico- tattiche e condizionali) Le forme pure, dipendenti dal sistema nervoso centrale e da fattori genetici, sono la capacità di reazione (ad uno stimolo nel minor tempo possibile), la rapidità d’azione semplice o coordinazione rapida (aciclica: esecuzione di un gesto unico) e la rapidità di frequenza (ciclica: esecuzione di movimenti ripetuti alla stessa velocità). Le forme complesse, con elevata componente di forza o esecuzione di lunga durata, sono invece costituite dalla rapidità di forza o forza rapida (capacità di 8 impartire l’ impulso più elevato di forza possibile) e dalla resistenza alla forza rapida (capacità di opporsi alla diminuzione della velocità). A noi interessa la rapidità o velocità d’azione complessa, relativa sia ai processi cognitivi di presa ed elaborazione dell’informazione, sia all’esecuzione di gesti tecnico- tattici appropriati e adeguati alla situazione di gioco, controllati in maniera individuale dal punto di vista emotivo e motivazionale. La forza muscolare condiziona l’ ampiezza dei movimenti e ciò è importante nei giochi sportivi caratterizzati da movimenti aciclici, che richiedono velocità di spostamento (che dipende anche e soprattutto dalla padronanza della tecnica di movimento specifica) e capacità di accelerazione e decelerazione, sia di tutto il corpo che di alcune parti di esso. Nel tennis, in relazione alle caratteristiche degli spostamenti e agli spazi molto contenuti in cui avvengono, tale capacità ha bisogno di essere incrementata attraverso mezzi tecnici di allenamento diversi (ad esempio prove di esplosività e accelerazione su 5 – 15 m a navetta con cambi di direzione), in quanto consente di adattarsi immediatamente a situazioni di gioco imprevedibili. La velocità di esecuzione di movimenti complessi, poiché dipendente da fattori sia muscolari che nervosi (qualità delle fibre muscolari e rapidità di trasmissione degli impulsi) può essere incrementata dal perfezionamento del gesto tecnico e della coordinazione, sviluppando al contempo la forza reattivo-elastica e migliorando la capacità di anticipazione motoria. 1.2.2. La forza Nei vari sport la forza non si presenta mai nella sua forma “pura”, bensì combinata; per cui si parla di manifestazioni della forza o espressioni di forza speciale, tipiche di uno sport. Le tre forme principali sono la forza massimale, la forza rapida e la resistenza alla forza. La prima è quella che meno interessa il nostro modello funzionale, e funge soprattutto da base su cui far sviluppare la forza rapida ed esplosiva (specifica della nostra disciplina). L’esplosività è una qualità fisica che coinvolge in gran percentuale il sistema nervoso (velocità di contrazione muscolare nell’ esecuzione di un movimento) e 9 che tanto più è sviluppata nel tennista tanto più renderà il suo gioco incisivo ed efficace. Se si pensa all’importanza del servizio come chiave di volta di un incontro, s’intuisce la necessità di inserire largamente nella programmazione metodiche di accrescimento di tale qualità sia per gli arti inferiori che per gli arti superiori. La forza esplosiva, come ad esempio la forza di lancio o la forza di salto, è un tipo di forza massima dinamica, ma anche rapida, caratterizzata da una contrazione muscolare concentrica e il più potente possibile, che permette di spostare un carico (anche semplicemente il corpo stesso) alla massima velocità e in un tempo minimo (0- 3’’). La forza esplosivo- elastica è invece un tipo di forza reattiva data da un lavoro muscolare eccentrico- concentrico, che sfrutta la componente di restituzione elastica dei muscoli (stiffness). Queste capacità sono interrelate con la forza rapida (6’’- 10’’) soprattutto nei movimenti che implicano accelerazioni (salti, scatti…) e decelerazioni (cambi di direzione…) improvvise. Lo sviluppo della forza, così come quello della velocità, deve essere caratterizzato da un’ elevata specificità. Sarebbe bene che ogni allenamento della forza fosse accompagnato da un parallelo programma di allungamento, per abbassare il “tono” muscolare (livello di tensione del muscolo) e diminuire i tempi di recupero, nonché per evitare traumi e prevenire infortuni, causati dall’ eccessivo accorciamento dei muscoli. Bisognerebbe pure fare attenzione allo sviluppo armonico sia dei muscoli agonisti (interessati nel movimento specifico) che antagonisti, evitando un allenamento unilaterale e incompleto, che potrebbe contribuire a determinare vizi posturali e apportare modificazioni dell’ equilibrio tra le forze muscolari che fanno capo ad un’ articolazione, alterandone la posizione fisiologica, all’ origine di fenomeni degenerativi da usura. Allungare in precedenza gli antagonisti rende più efficace il potenziamento degli agonisti. Per queste ragioni ogni allenamento della forza speciale deve essere preceduto da un allenamento generale ed accompagnato da uno complementare, volto ad evitare la formazione di squilibri muscolari. 10 1.2.3. La resistenza Si potrebbe definire come la qualità che consente di minimizzare gli effetti dell’affaticamento dell’organismo e di tutte le sue parti. Una buona efficienza cardio-vascolare e respiratoria può rendere l’atleta capace di svolgere più quantità di lavoro, favorendo il recupero e velocizzando il ripristino delle fonti energetiche, poiché legata alla capacità di resistenza aerobica (disponibilità a resistere nel tempo senza prematuri sintomi di affaticamento ad uno sforzo di media o alta intensità) e al metabolismo dei grassi, che impedisce l’impiego dei carboidrati nel rifornimento energetico, essenziali nel tipo di impegno richiesto dallo specifico tennistico. Ma bisogna tener conto che un eccessivo orientamento verso l’allenamento di tipo aerobico, con l’adattamento muscolare che ne consegue, conduce inevitabilmente al decadimento delle altre qualità neuro-muscolari, decisamente più importanti per la prestazione del tennista. Nonostante l’organismo sia sottoposto a stress cardiaco, la maggior parte delle azioni motorie specifiche è di tipo esplosivo. Poiché queste ultime dipendono dalla funzionalità del sistema anaerobico, nasce l’esigenza di far coesistere positivamente e sviluppare qualità aerobiche e anaerobiche mediante lavori con variazioni di ritmo cardiaco. La resistenza aerobica interviene dunque soprattutto come meccanismo di recupero energetico e non nel lavoro, risultando importante come base su cui poggiare le successive forme di allenamento finalizzato (forza, rapidità, tecnica e tattica). Mentre va’ curata maggiormente la resistenza specifica (capacità di produrre per tempi lunghi movimenti che coinvolgono solo alcuni distretti muscolari) della nostra disciplina sportiva, di tipo anaerobico alattacido, soprattutto integrando nel campo da tennis il lavoro atletico con quello tecnico-tattico (metodo intervallato). Essa comporta l’ utilizzazione esclusiva dei depositi di glicogeno presenti nei muscoli (glicolisi anaerobica: combustione degli zuccheri in assenza di ossigeno) e ciò permette, con lo svuotamento di tali depositi, una supercompensazione molto marcata. Il sistema anaerobico alattacido funziona entro i 10’’, oltre i quali entra in gioco quello lattacido e si parla di resistenza alla velocità (tra i 10’’ e i 40’’). Quindi si tratta di un tipo di resistenza di breve durata e alta intensità. È da evitare un uso spropositato del lavoro lattacido in quanto altamente stressante e fonte di esaurimento delle risorse energetiche 11 dell’organismo. Un’ atleta più resistente possiede non solo uno stato di fitness migliore ma soprattutto una capacità di lavoro e una lucidità mentale e tecnicotattica ottimali sia in allenamento che in partita. 1.2.4. La mobilità articolare La mobilità articolare si pone ad un livello intermedio tra capacità coordinative e condizionali, dipendendo dalla struttura osteoarticolare (struttura anatomica) e dal sistema nervoso che regola il tono muscolare (capacità di allungamento dei muscoli deputati al movimento). Essa risulta fondamentale per la corretta esecuzione di gesti tecnici (efficienza e possibilità di utilizzare le articolazioni nell’interezza delle loro capacità di movimento) e per la prevenzione da eventuali danni muscolari e articolari. E’ la qualità fisica che tende ad invecchiare prima delle altre ed è condizionata fortemente dal lavoro svolto (l’uso parziale dell’articolazione nel tempo provoca un adattamento che comporterà un limite articolare), per cui sarebbe opportuno prevedere attività specifica di mobilità e allungamento sin da giovani, che riguardi soprattutto movimenti di oscillazione, circonduzione e flesso - estensione. 12 2. IL CONTESTO: ANALISI DELLA PROBLEMATICA E DEFINIZIONE DELLE DIMENSIONI DEL PROBLEMA 2.1. Fasi propizie all’allenamento delle capacità condizionali, di alcune capacità coordinative e all’apprendimento motorio della tecnica sportiva Le forme principali di sollecitazione motoria costituite da forza, velocità, resistenza, mobilità articolare e capacità coordinative sono i presupposti fondamentali per l’apprendimento e la realizzazione di azioni motorie fisicosportive. Non esiste alcun movimento esclusivamente coordinativo o condizionale, ma prevalentemente di un tipo o dell’altro, soprattutto nei giochi sportivi, in cui l’interazione tra condizione fisica e abilità tecnica diventa un punto cardinale verso cui far convergere tutte le componenti dell’allenamento; mentre l’integrazione tra queste risulta un obbligo metodologico. Alcuni gesti sono impossibili senza un adeguato livello di forza ma anche senza un altrettanto adeguato livello tecnico. Il miglioramento tecnico-tattico dell’atleta non può prescindere dalla componente coordinativa né da quella condizionale. L’incremento di tutte queste capacità deve sempre e necessariamente essere riferito al modello di prestazione. Inoltre, più è elevato il livello di qualificazione dell’atleta più è specifico l’intervento atto a migliorare le qualità fisiche richieste dal compito. Per cui molte esercitazioni potranno essere tecnico-tattiche con finalità condizionale, mentre attività a carattere più generale riguarderanno il recupero e la rigenerazione. Un po’ diverso è l’approccio con i giovani in cui prevale la ricerca del miglioramento progressivo di forza, velocità, resistenza e mobilità, senza però mai perdere di vista la specificità dell’allenamento e senza eccedere nella scelta di lavori che incrementino qualità di scarso interesse per il tennis. Le capacità condizionali o organico-muscolari possono e devono essere allenate correttamente sin dall’infanzia, tenendo presenti le varie “fasi sensibili” o “sensitive” dello sviluppo giovanile (periodi della crescita favorevoli al loro incremento) e le varie metodologie di allenamento a disposizione per la proposta di lavori adeguati. 13 La capacità di orientamento è l’unica capacità coordinativa che si struttura completamente soltanto dopo i 12 anni, al contrario di altre (equilibrio, ritmo, reazione) che hanno scarsissime possibilità di sviluppo oltre quest’ età. Mentre le capacità condizionali trovano poca rispondenza in età infantile, eccetto la rapidità, che tra gli 8 e i 12 anni gode del momento di massimo sviluppo e può essere allenata sotto diversi aspetti anche in seguito (come abbiamo detto, si tratta di una capacità complessa); in particolare tra i 12 e i 14 anni si può incrementare la rapidità esecutiva. Nella prima fase puberale (generalmente intorno ai 10-11 anni per le femmine, 12-13 anni per i maschi) diminuisce la capacità di coordinazione, peggiora il rapporto peso-forza a causa dell’aumento di statura e peso e, nei maschi, aumentano la massa muscolare e la forza. Questa risulta essere l’ età ideale per allenare in modo ottimale i fattori condizionali. Nella seconda fase puberale o inizio dell’adolescenza (12-13 anni per le femmine, 14-15 per i maschi), al completamento della crescita in altezza e all’armonizzazione di tutte le funzioni organiche consegue la migliore capacità di dosare l’impiego delle forze nel movimento dunque una maggiore scioltezza durante l’esecuzione tecnica. Questa è l’ età da sfruttare per il perfezionamento della tecnica specifica e l’acquisizione delle capacità condizionali ad essa collegate. Nel pieno dell’adolescenza (14-15 anni per le femmine, 16-18 per i maschi) le competenze coordinative acquisite possono essere utilizzate in modo variato e la capacità di coordinazione riceve un’impronta individuale. Le capacità motorie, in quanto fattori che intervengono sulla prestazione, possono essere migliorate, educate e trasformate attraverso varie forme di movimento. Esse sono molteplici e facenti parte di un processo unitario, fatto di interscambi importanti ai fini della distribuzione dei carichi di lavoro nella programmazione. Il loro incremento è strettamente legato al fattore tecnicotattico (ad esempio lo sviluppo della velocità di base deve corrispondere alla parallela abilità tecnica di trasformare tale capacità in velocità di gioco) per cui si propina a tale scopo l’integrazione del lavoro fisico e tecnico-tattico. 14 In particolare, nel periodo dello sviluppo che interessa il presente lavoro (fase di costruzione per l’alto livello), tra i 12 e i 17- 18 anni, si verifica un graduale e sempre maggiore dinamismo della tecnica, fino ad arrivare all’automatizzazione dei gesti e ad una coordinazione a disponibilità variata, per cui si può lavorare in maniera ottimale sul miglioramento delle abilità tecnico- tattiche e delle capacità condizionali specifiche. 2.2. Analisi della letteratura Temi analoghi o simili quali lo sviluppo delle capacità coordinative e condizionali in età giovanile correlate allo specifico tennistico sono stati trattati e affrontati da precedenti lavori di altri colleghi. Si citano ad esempio i project works di Altomare- Carlone- Pellegrino “Incidenza del training coordinativo sulla velocità nei tennisti U16”, Carnovale- Paolisso- Rossi “Valutazione delle caratteristiche condizionali in atleti nazionali giovanili di tennis”, Dell’AversanaGuglielmi- Guglielmi “Presentazione di un metodo innovativo per l’allenamento dell’equilibrio nei giovani tennisti”, Panella “Definizione di circuiti tecnici specifici nella formazione del tennista. Possibilità di sviluppo del potenziale motorio attraverso circuiti tecnici specifici”. 15 3. METODOLOGIA 3.1. Tema d’indagine e ipotesi della ricerca Il presente lavoro intende assumere un aspetto sperimentale, procedendo su una strada inversa all’usuale, ovvero proponendosi d’indagare su un argomento quale l’incidenza e gli effetti di diverse tipologie di allenamento tennistico sullo sviluppo delle capacità condizionali specifiche e della flessibilità in giovani atleti adolescenti di ambedue i sessi, al fine di verificare se una quantità notevole di allenamento prevalentemente a carattere tecnico- tattico svolto in campo apporti variazioni e/o incrementi significativi delle capacità specifiche del tennista in età giovanile. Le due diverse metodologie di allenamento qui interessate saranno nominate come: o Tennis a orientamento condizionale ( T.O.C. ) o Tennis a orientamento tecnico- tattico ( T.O.T. ) Tali denominazioni sono determinate dall’ aspetto quantitativo delle stesse metodologie, secondo cui la prima (T.O.C.) ha un considerevole volume di allenamento fisico a carattere condizionale svolto fuori dal campo, mentre la seconda (T.O.T.) contiene più lavori specifici a carattere tecnico- tattico svolti in campo. Queste due tipologie di allenamento verranno poi comparate a supporto o smentita dell’ipotesi di partenza secondo la quale l’una o l’altra influiscano maggiormente sullo sviluppo delle capacità sopraccitate. 16 3.2. Campioni di riferimento Descrizione dei gruppi o Gruppo sottoposto alla metodologia di allenamento T.O.C.: formato da 9 soggetti di entrambi i sessi in età compresa tra i 13 e i 17 anni appartenenti al C.T. Palermo o Gruppo sottoposto alla metodologia di allenamento T.O.T.: formato da 7 soggetti di entrambi i sessi in età compresa tra i 12 e i 17 anni appartenenti alla B.T.A. ( Bologna Tennis Academy ) Analisi delle differenze Quantità ore dedicate all’allenamento fisico-atletico Quantità ore dedicate all’allenamento tecnico- tattico 3.3. Descrizione quantitativa dei tipi di allenamento Sulla base dell’osservazione di una settimana tipo di allenamento, è stato rilevato un monte ore medio così distribuito: GRUPPO T.O.T. - Da 2 a 4 ore resistenza anaerobica e resistenza alla velocità (in campo) - Da 2 a 5 ore forza rapida ed esplosivo-elastica (in campo) - Da 4 a 6 ore tecnica dei colpi e gioco di gambe (in campo) - Da 8 a 14 ore esercitazioni tecnico- tattiche simili alla gara e match d’allenamento - Da 3 a 5 ore allenamento della flessibilità e rigenerazione - Da 4 a 5 ore preparazione atletica 17 GRUPPO T.O.C. - Da 7 ore e mezzo a 9 ore di preparazione atletica così suddivisa: - 1 ora di resistenza aerobica; - Da 2 a 3 ore resistenza anaerobica e resistenza alla velocità; - Da 2 a 3 ore forza rapida ed esplosivo-elastica; - Da 2 a 3 ore allenamento della flessibilità e rigenerazione. - Da 10 a 12 ore di tennis con esercitazioni a carattere condizionale specifico ed esercitazioni tecnico-tattiche, simili alla gara e match di allenamento. 3.4. Materiali e metodi della valutazione La valutazione è stata effettuata mediante la somministrazione in due sessioni di una batteria di test motori atti a misurare le capacità condizionali specifiche per il tennis (forza rapida, forza esplosiva ed esplosivo-elastica, resistenza organica, mobilità delle anche e del tronco). La prima sessione è stata collocata temporalmente in luglio, al fine di assumere dati oggettivi circa la situazione di partenza dei soggetti appartenenti ai gruppi presi in esame in relazione alle capacità da misurare. Mentre la seconda sessione, in ottobre, ha assolto il compito di comparare sia i dati iniziali con quelli finali di ognuno dei due campioni di riferimento considerati individualmente, sia i dati finali dei due gruppi a seguito dell’ applicazione di approcci metodologici tendenzialmente opposti o comunque differenti. 18 3.4.1. Batteria dei test Prove effettuate in entrambi i periodi considerati Salto in lungo da fermo senza contro movimento ¾ Obiettivo: misura della forza esplosiva degli arti inferiori ¾ Eseguito da dietro la linea di fondo del campo da tennis ¾ Esecuzione: balzo da fermo con posizione delle gambe piegate a 90° senza nessun contro movimento prima dello stacco dei piedi da terra ¾ Migliore prova su tre tentativi Salto in lungo da fermo con contro movimento ¾ Obiettivo: misura della forza esplosivo-elastica degli arti inferiori ¾ Eseguito da dietro la linea di fondo del campo da tennis ¾ Esecuzione: balzo da fermo con posizione delle gambe piegate a 90° e leggero contro movimento prima dello stacco dei piedi da terra ¾ Migliore prova su tre tentativi Lancio palla zavorrata 2 kg ¾ Obiettivo: misura della forza esplosiva degli arti superiori ¾ Eseguito da seduti, gambe incrociate, schiena ritta appoggiata ad una parete, braccia al petto ¾ Esecuzione: lancio esplosivo in avanti ¾ Misurazione dalla linea delle ginocchia ¾ Migliore prova su tre tentativi Sprint 20 m ¾ Obiettivo: misura della forza veloce ¾ Eseguito nel campo da tennis (spazio esterno laterale al corridoio) 19 ¾ Esecuzione: scatto alla massima velocità ¾ Media tra due cronometristi (uno all’inizio e uno alla fine del tracciato) ¾ Migliore prova su tre tentativi Navetta a ventaglio ¾ Obiettivo: misura della forza rapida ¾ 5 coni distanti ognuno 4 m dal centro nel perimetro dell’area del fondocampo ¾ Esecuzione: effettuare alla massima velocità spostamenti di andata e ritorno per ogni birillo passando dal centro dopo ogni toccata ¾ Migliore prova su tre tentativi Test di Cooper 12’ ¾ Obiettivo: misura della resistenza organica ¾ Esecuzione: corsa a velocità sostenuta e costante Sit and reach ¾ Obiettivo: misura della mobilità delle anche e del tronco ¾ Misurato oltre o entro le punte dei piedi in posizione a martello ¾ Esecuzione: seduti, gambe distese, braccia in alto distese, flettere il busto in avanti fin dove possibile, senza piegare le ginocchia Nella somministrazione dei test e nell’implementazione delle due metodologie si è tenuto conto principalmente del periodo interessato (periodo pre-gara e di gara). Ciò soprattutto per quanto attiene al rapporto tra i carichi di lavoro e i tempi di recupero nelle singole sedute di allenamento e al dosaggio tra i giorni di carico e di scarico alternati nell’ambito di ogni microciclo, in funzione della loro vicinanza alla gara. 20 4. ELABORAZIONE DEI DATI L’elaborazione dei dati raccolti è stata effettuata mediante l’ analisi descrittiva dei test d’ingresso e finali dei due campioni di riferimento presi separatamente, nella quale sono stati calcolati: - Media - Deviazione standard - Valore minimo - Valore massimo - Range E mediante il confronto dei risultati ottenuti utilizzando l’ analisi della varianza come strumento statistico a nostra disposizione per analizzare le differenze tra i risultati dei test d’ingresso e finali di ogni gruppo preso singolarmente. Inoltre, il calcolo dei coefficienti di correlazione è servito a stabilire le relazioni tra le variabili esaminate (cioè le capacità specifiche) in ogni batteria di test effettuata (iniziale e finale gruppo T.O.T., iniziale e finale gruppo T.O.C.). (Vedi allegati fogli di lavoro Excel) 4.1. Risultati dei test Nelle due pagine seguenti sono riportate le tabelle illustrative con i risultati dell’analisi della varianza effettuata tra le batterie di test iniziale e finale del gruppo T.O.T. (Tab. 1) e le batterie di test iniziale e finale del gruppo T.O.C. (Tab. 2), della quale sono stati peraltro evidenziati i dati maggiormente significativi. Tale analisi è stata componente essenziale e determinante i risultati e le conclusioni del nostro lavoro. 21 GRUPPO T.O.T. Valori del p (differenza) nel t-test tra la valutazione iniziale e quella finale Tab. 1 TEST p Lungo da fermo senza contro movimento Ns Lungo da fermo con contro movimento Ns Lancio palla zavorrata 2 kg Ns Sprint 20 mt Ns Navetta a ventaglio 5 x 4 mt Ns Test di Cooper 12’ 0,008 Sit and reach Ns 22 GRUPPO T.O.C. Valori del p (differenza) nel t-test tra la valutazione iniziale e quella finale Tab. 2 TEST p Lungo da fermo senza contro movimento Ns Lungo da fermo con contro movimento Ns Lancio palla zavorrata 2 kg Ns Sprint 20 mt 0,02 Navetta a ventaglio 5 x 4 mt 0,008 Test di Cooper 12’ 0,0005 Sit and reach 0,001 23 4.2. Analisi dei risultati Nel gruppo tennistico al quale è stata somministrata una procedura di allenamento di tipo tecnico- tattico, denominato T.O.T., la sola differenza statisticamente significativa è stata rilevata nel test di Cooper per la misurazione della resistenza organica (vedi tab. 1 , pag. 22). Invece, nel gruppo tennistico ad orientamento prevalentemente condizionale, denominato T.O.C., sono emerse differenze nella prova di sprint sui 20 mt, nella prova della navetta a ventaglio, nel test di Cooper e nel test Sit and reach che misura la mobilità delle anche e del tronco (vedi tab. 2, pag. 23). Confrontando i risultati dei due gruppi si può inoltre constatare un valore del p maggiore rispetto alla prova di resistenza nel gruppo T.O.T. piuttosto che nel gruppo T.O.C. (0, 008 vs. 0, 0005). 4.3. Problematiche e precisazioni Nella somministrazione delle batterie di test sono state riscontrate alcune problematiche, soprattutto in merito alla precisione e all’ accuratezza della rilevazione in alcune prove, atte alla misurazione della capacità di velocità e rapidità (sprint, navetta), poiché sprovvisti di strumenti altamente scientifici deputati a tale compito (fotocellule). Vi sono stati altri problemi in funzione del periodo in cui sono state effettuate le prove attitudinali e le relative rilevazioni quantitative. Periodo del maggior numero di competizioni in ambito giovanile, che non ha permesso una perfetta coincidenza cronologica nella somministrazione dei test, soprattutto di quelli iniziali, ai due campioni di riferimento. Il numero dei soggetti esaminati è stato relativamente esiguo ma nel complesso omogeneo rispetto agli obiettivi prefissatici (misurazione delle capacità specifiche in età adolescenziale). 24 Le metodologie considerate in questo lavoro sono state applicate in maniera scrupolosa soprattutto nei periodi più lontani dalle competizioni principali, con tempi individualmente diversi, ma comunque con una continuità implicita data dalla pianificazione annuale dell’ allenamento già in itinere. I due gruppi in questione (T.O.C. e T.O.T.), sebbene l’uno a carattere condizionale e l’altro a carattere tecnico- tattico hanno svolto comunque un tipo di allenamento che nel complesso conteneva tutti gli aspetti della preparazione del tennista, sebbene in percentuali diverse relative soprattutto alle ore settimanali di preparazione atletica. 5. CONCLUSIONI FINALI E ULTERIORI IPOTESI Dopo aver analizzato mediante valutazioni oggettive i due gruppi tennistici T.O.T. e T.O.C. e averne rilevato le differenze sopradette grazie all’ analisi della varianza, siamo giunti alle seguenti conclusioni: 1. La differenza nei risultati del test di Cooper che attesta un incremento della resistenza organica (base essenziale della prestazione su cui costruire e accrescere le capacità specifiche della nostra disciplina, oltre che fonte di recupero e rigenerazione a garanzia di un percorso di allenamento a lunga scadenza) in maniera più significativa nel gruppo a orientamento tecnicotattico, ci apre una strada relativamente nuova, già intravista nel campo della teoria e metodologia dell’allenamento. Ci fa cioè presupporre che un allenamento per la resistenza più a carattere specifico, svolto in campo, non soltanto di tipo anaerobico alattacido, ma anche di tipo aerobico, produca maggiori effetti di adattamento sull’ organismo dei giovani atleti, incrementando la loro capacità di tollerare efficientemente e per un periodo di tempo più lungo i carichi di lavoro imposti dall’ allenamento. 2. Le prove relative all’ espressione della forza rapida hanno avuto un riscontro maggiore nel gruppo T.O.C., che ha incrementato la suddetta capacità 25 soprattutto fuori dal campo, nella parte della programmazione dell’allenamento dedicata alla preparazione fisico- atletica. 3. Da quest’ ultima considerazione si deduce la notevole e quasi preminente importanza dell’ aspetto fisico- atletico nella programmazione dell’ allenamento. Infine, da tutte queste conclusioni si può trarre un’ ulteriore ipotesi o prospettiva, quale quella della necessaria e compiuta integrazione, nell’allenamento di costruzione dei giovani tennisti, della parte tecnico- tattica e di quella fisico- atletica poste sullo stesso piano, nella globalità della proposta didattica, ai fini del raggiungimento del massimo livello di prestazione individuale. 26 RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI Platonov, V., (2004). L’organizzazione dell’ allenamento e dell’ attività di gara- Teoria generale della preparazione degli atleti negli sport olimpici, Calzetti- Mariucci Editori. Schmidt, R. A., e Wrisberg, C. A., (2006). Apprendimento motorio e prestazione- Un metodo basato su problemi reali, Roma, Società Stampa Sportiva. Weineck, J., (2001). L’ allenamento ottimale, Calzetti- Mariucci Editori. 27