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Guida ai protesti - Camere di Commercio

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Guida ai protesti - Camere di Commercio
I TITOLI DI CREDITO
I titoli di credito trattati in questa guida sono: il vaglia cambiario,
la tratta (accettata o non) e l’assegno bancario o postale. Sono
documenti che contengono, incorporati in se stessi, un diritto di credito,
un diritto, cioè, ad ottenere il pagamento di una determinata somma
di denaro.
Il titolo di credito è un documento prestampato che deve essere
riempito nelle parti in bianco. Il possessore materiale del documento
ha diritto al pagamento dell’importo indicato in proprio favore alla
scadenza del titolo. Ne consegue che, facendo circolare il titolo, si
trasmette ad altri il diritto di credito in esso incorporato; la semplicità
d’uso fa sì che i titoli di credito siano degli strumenti operativi
indispensabili nella realtà commerciale, dove vengono usati da
imprenditori o da privati, come un normale mezzo di pagamento o
finanziamento.
Per pretendere il pagamento necessita aver conseguito il possesso
del titolo in buona fede o nei modi previsti dalla legge (leggi di
circolazione): questi requisiti legittimano il diritto incorporato nel titolo
e, quindi, a ricevere il pagamento.
La cambiale è un titolo di credito importante e molto diffuso, il
suo impiego è frequente non solo nei rapporti fra imprese commerciali,
ma anche tra privati o nell’ambito del credito al consumo (acquisto di
autovetture, elettrodomestici, mobili, ecc.) con possibilità di pagamento
dilazionato e ripartito nel tempo. Infatti con l’emissione di effetti
cambiari, il debitore ottiene la prestazione (la fornitura o la consegna
di un determinato bene di consumo che ha acquistato) rimandando
però il pagamento alla scadenza indicata sui titoli. Dall’altro lato, il
creditore può trattenere il titolo fino alla scadenza, oppure girarla a
terzi per pagare propri debiti, o presentarla subito in banca, che la
sconterà e ne anticiperà l’ammontare, per poi chiedere il pagamento
alla scadenza al debitore che ha emesso il titolo.
La cambiale può contenere un ordine di pagamento o una promessa
di pagamento, nel primo caso verrà denominata “cambiale tratta” o
più semplicemente “tratta”; nel secondo “vaglia cambiario” o più
comunemente “pagherò”.
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LA TRATTA E IL VAGLIA CAMBIARIO
La tratta consiste in un ordine che un soggetto (traente) dà a
un altro (trattario) di pagare una determinata somma di denaro a
favore di un terzo (prenditore); dunque nella tratta vi sono tre
soggetti:
- il traente, cioè colui che impartisce l’ordine di pagamento;
- il trattario, cioè colui che riceve l’ordine ed è tenuto al pagamento;
- il prenditore, cioè il terzo che ha diritto a ricevere il pagamento.
Nella tratta, in sostanza, si verifica una delegazione di
pagamento (art. 1269 c.c.) dal traente al trattario, la delegazione
comporta che il traente sia al tempo stesso creditore del trattario e
debitore del prenditore.
Succede spesso che, il traente e il prenditore siano la stessa
persona.
Il trattario non diventa obbligato cambiario, e non è tenuto
pertanto al pagamento, se non ha accettato la tratta, cioè non ha
accettato l’ordine di pagamento datogli dal traente. La responsabilità
nasce solo con l’accettazione apposta sul titolo; per ottenerla occorre
che il portatore, entro la data di scadenza, presenti la cambiale al
trattario per l’accettazione.
In caso di rifiuto dell’accettazione, il prenditore può far protestare
il titolo per mancata accettazione, e quindi richiedere il pagamento
direttamente al traente (o a eventuali giranti in via di regresso).
Il vaglia cambiario o pagherò è una promessa che un soggetto
(emittente o trattario) fa di pagare una somma di denaro a un altro
(prenditore o traente).
Dunque i soggetti ordinari del pagherò sono in ogni caso soltanto
due:
- l’emittente, cioè colui che promette di pagare rilasciando la cambiale
(trattario);
- il prenditore, cioè colui a favore del quale la promessa viene fatta
e che ha quindi diritto di ricevere il pagamento (traente).
Sia l’ordine (nella tratta) sia la promessa (nel pagherò) devono
essere incondizionati: qualora venga apposta una condizione, il titolo
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non vale come cambiale, ma vale solo come semplice promessa di
pagamento e non può essere protestata.
La cambiale va compilata su apposito modulo filigranato, i cui
nuovi foglietti bollati sono stati istituiti con provvedimento dell’Agenzia
delle Entrate del 5/8/2004, sul quale è apposto il bollo cambiario
che normalmente è del 12 per mille dell’obbligazione assunta, salvo
casi particolari; la sua mancanza rende il titolo non esecutivo.
I contenuti che una cambiale deve obbligatoriamente contenere
sono:
a) la denominazione di “cambiale”: ciò è richiesto al fine di avvertire
il debitore della natura del documento che sta per sottoscrivere e
delle conseguenze giuridiche alle quali si sottopone;
b) l’ordine di pagamento (se è una tratta), oppure la promessa di
pagamento (se è un pagherò) di una precisa somma di denaro.
La somma è indicata tanto in lettere quanto in cifre: in caso di
discordanza prevale l’indicazione in lettere;
c) il nome, luogo e data di nascita, ovvero il codice fiscale, di chi
deve pagare (trattario nella tratta ed emittente nel pagherò);
nonché il nome di chi deve ricevere il pagamento;
d) il luogo e la data di emissione, cioè la data in cui la cambiale
viene sottoscritta;
e) la data di scadenza, cioè la data entro la quale il debitore sarà
tenuto a effettuare il pagamento;
f) il luogo del pagamento: normalmente la cambiale va pagata al
domicilio del debitore (trattario nella tratta o emittente nel
pagherò), ma le parti possono indicare nel titolo il domicilio di
un terzo (spesso una banca): si ha allora la c.d. cambiale
domiciliata;
g) la sottoscrizione di chi emette la cambiale (traente nella tratta o
emittente nel pagherò) con la sottoscrizione si instaura il rapporto
cambiario e le parti assumono le rispettive obbligazioni. Si ricordi
che per emettere una cambiale è necessario avere la capacità
d’agire (essere quindi maggiorenni).
Che cosa accade se viene emessa una cambiale priva
dei predetti requisiti?
1) Se mancano dei requisiti essenziali quali: la denominazione della
cambiale, l’ordine o la promessa di pagamento incondizionato, il
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nome, la data e il luogo di nascita o codice fiscale di chi deve
pagare e la firma del debitore, la cambiale non può essere
considerata tale, ma non vuol dire che il documento sia privo di
valore e, pur non valendo come cambiale, potrà sempre costituire
una promessa di pagamento o un riconoscimento del debito.
2) Se invece mancano dei requisiti che non sono essenziali quali: il
luogo di emissione, la data di scadenza, il luogo di pagamento, la
cambiale non perde efficacia in quanto la legge sopperisce alla
loro mancanza (art. 2 comma da 2 a 5 del R. D. 14/12/1933, n.
1933). Così, per esempio, la cambiale senza indicazione di
scadenza si considera pagabile a vista (cioè al momento della
presentazione), mentre quella senza indicazione del luogo di
emissione si considera sottoscritta nel luogo indicato accanto al
nome del traente o dell’emittente.
I requisiti formali non devono per forza essere presenti al
momento della emissione della cambiale ma è sufficiente che il
titolo porti la denominazione “cambiale” e la sottoscrizione
dell’emittente o del traente. Essi devono comunque essere presenti
nel momento in cui il titolo viene presentato per il pagamento.
LA GIRATA
La cambiale è un titolo all’ordine. Ciò significa che circola
mediante girata, apposta sul retro del titolo, con l’ordine che il traente
impartisce al debitore di pagare non più a se stesso ma ad un altro
(portatore) che acquisisce la qualifica di nuovo creditore, e così di
seguito. Si può impedire che il titolo circoli mediante girata, inserendo
sul titolo la clausola “non all’ordine”, in questo caso la cambiale
circola con le forme della cessione del credito.
La girata trasferisce al giratario tutti i diritti inerenti la cambiale,
e comporta al tempo stesso la responsabilità del girante per il
mancato pagamento del titolo, questo significa che in caso di mancato
pagamento alla scadenza da parte del debitore principale, il portatore
del titolo può chiedere il pagamento al suo girante o a quelli precedenti
(azione di regresso).
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L’AVALLO
Il pagamento di una cambiale può essere garantito da terzi.
L’obbligazione cambiaria con la quale un terzo garantisce il pagamento
del vaglia cambiario o tratta si chiama “avallo”. L’avallo viene prestato
con l’apposizione sul titolo della clausola “per avallo” oppure “per
garanzia”, seguita dalla firma dell’avallante. In quanto garanzia
cambiaria, l’avallo deve risultare dal titolo e non da altri documenti,
può essere prestato per l’intero importo del titolo o solo per una
parte di esso. L’avallante assume una responsabilità solidale con
l’avallato per il pagamento del titolo: ciò significa che il portatore
del titolo può chiedere il pagamento indifferentemente o all’avallante
o all’ avallato. L’avallante che abbia pagato acquista i diritti nascenti
dal titolo contro l’avallato e contro gli altri soggetti che risultino
obbligati cambiari verso quest’ultimo (egli ha quindi il diritto di
richiedere, in base alla cambiale, la restituzione di quanto pagato).
L’AMMORTAMENTO
In caso di distruzione del titolo, il possessore ha diritto ad
ottenere il duplicato da parte dell’emittente, a condizione però che
riesca a provare la distruzione (art. 2007 c.c.). Se invece il titolo
viene smarrito o sottratto, il possessore ha diritto ad ottenere il
pagamento, purché abbia denunciato all’emittente la sottrazione o
lo smarrimento e gliene abbia dato prova, occorre inoltre che sia
trascorso il termine di prescrizione (art. 2006 c.c.) senza che altri si
siano presentati per il pagamento. Se l’emittente ha pagato il titolo
a terzi, il denunciante può chiedere che chi ha ricevuto il pagamento
restituisca quanto intascato.
Per i titoli all’ordine e nominativi la legge prevede uno speciale
procedimento, detto ammortamento (artt. 2016 e 2027 c.c.). Con
l’ammortamento, il titolo smarrito, sottratto o distrutto diventa
inefficace e chi ne ha perso il possesso può ottenere ugualmente il
pagamento in forza di un provvedimento del Giudice, detto appunto
“Decreto di ammortamento”.
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Il ricorso va presentato al Presidente del Tribunale dove è
pagabile la cambiale, con l’indicazione dei requisiti essenziali del
titolo, il Presidente del Tribunale, accertata la veridicità dei fatti ed il
diritto del portatore, emette il decreto con il quale menziona i dati
della cambiale, ne pronuncia l’ammortamento e ne autorizza il
pagamento dopo trenta giorni dalla data di pubblicazione del decreto
nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica, se la cambiale è già scaduta
o é a vista, oppure dalla data della scadenza se questa è successiva
alla detta pubblicazione, purché non venga fatta, nel frattempo,
opposizione dal detentore.
Il decreto deve essere notificato a cura del ricorrente al trattario.
L’ASSEGNO BANCARIO E L’ASSEGNO
POSTALE
In questa parte trattiamo solo dell’assegno bancario o assegno
postale (da poco tempo equiparati: art. 7, comma 4, DPR 14.3.2001,
n. 144), e considerati entrambi allo stesso modo, anche nell’atto di
protesto.
L’assegno bancario o postale, deve avere necessariamente un
collegamento con una banca o un ufficio postale con i quali bisogna
avere un contratto di deposito (conto corrente), dove depositare
fondi, ed un’autorizzazione a emettere assegni.
La banca o posta rilascia al cliente un blocchetto di assegni,
con i quali riceveranno l’ordine di pagamento assumendo così la
veste di trattario. L’assegno bancario o postale come la cambiale,
consiste in un ordine di pagamento fatto dal traente al trattario
(banca o posta) presso il quale sono depositati i fondi necessari per
far fronte al pagamento. Questo fa sì che nelle transazioni
commerciali si attribuisca maggiore fiducia all’assegno bancario o
postale che alla cambiale, in quanto il mancato pagamento di un
assegno bancario (assegno protestato scoperto o senza provvista) è
un fatto più grave che influisce sulla correttezza e affidabilità dei
rapporti bancari e può comportare l’applicazione di una sanzione.
A causa di queste caratteristiche la cambiale e l’assegno
rispondono a funzioni economiche diverse: mentre la cambiale è
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uno strumento di credito, l’assegno è uno strumento di pagamento
che sostituisce il denaro contante, rendendo più semplice l’esecuzione
del pagamento.
L’assegno è sempre pagabile “a vista”, cioè su semplice
presentazione in banca. Il pagamento deve avvenire entro otto giorni
dall’emissione se pagabile nello stesso comune di emissione “su
piazza”; entro quindici giorni, se pagabile in un comune diverso da
quello dell’emissione “fuori piazza”. Proprio per questa ragione
l’assegno deve essere compilato con l’indicazione della data e il luogo
di emissione.
La mancata presentazione del titolo all’incasso da parte del
portatore entro i termini sopra descritti, comporta, in caso di mancato
pagamento, la perdita del diritto di far protestare l’assegno e quindi
di agire in via di regresso contro giranti e avallanti e il rischio che il
traente revochi l’ordine dato alla banca di pagare l’assegno.
La banca o l’ufficio postale sono tenuti a controllare la regolare
continuità delle girate e devono controllare l’autenticità della firma
del traente apposta sull’assegno con quella depositata presso i predetti
enti.
Per la girata e per l’avallo valgono le stesse regole già viste per
le cambiali.
L’assegno bancario o postale deve contenere:
1) la denominazione di assegno bancario o postale inserita nel
contesto del titolo ed espressa nella lingua in cui esso è redatto;
2) l’ordine incondizionato di pagare una determinata somma;
3) il nome di chi è designato a pagare (trattario);
4) l’indicazione del luogo di pagamento;
5) l’indicazione della data e del luogo dove l’assegno bancario è
emesso;
6) la sottoscrizione di colui che emette l’assegno bancario (traente).
L’assegno deve essere compilato in tutti i suoi elementi, ma è
possibile non indicare sul titolo il nome del prenditore: in tal caso il
titolo circola al nome del portatore. Per ridurre il rischio che l’assegno
circoli indebitamente e venga incassato da chi non né ha diritto,
sono previste clausole di sicurezza (es.: “non trasferibile”…).
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IL PROTESTO
Il mancato pagamento dei titoli di credito comporta il protesto.
Il protesto avviene con un atto di un pubblico ufficiale (ufficiale
levatore) incaricato alla levata dei protesti, normalmente un notaio
o ufficiale giudiziario oppure, nei comuni dove non esiste una di
queste due figure è il segretario comunale che accerta e fa risultare
ufficialmente il mancato pagamento del titolo (protesto per mancato
pagamento), oppure la mancata accettazione della tratta da parte
del trattario (protesto per mancata accettazione).
I titoli vengono consegnati agli ufficiali levatori, quasi
esclusivamente dagli istituti di credito attraverso i quali i titoli vengono
negoziati; la consegna deve avvenire entro le ore 18 del giorno
feriale successivo alla scadenza.
L’Ufficiale levatore deve registrare i titoli nel repertorio dei
protesti entro due giorni lavorativi successivi alla scadenza; i titoli
(cambiale tratta, tratta accettata e pagherò) possono essere pagati il
giorno dopo la registrazione nelle mani dell’Ufficiale che si reca
presso il domicilio del debitore e ne cura l’esazione.
La dichiarazione di protesto viene scritta sul titolo o su un
foglio di allungamento attaccato al titolo stesso e vi sono riportati
tutti i dati riguardanti il protesto comprese le spese e bolli che devono
essere pagate per l’operazione; da quel momento il portatore del
titolo può iniziare l’azione di regresso (rivalsa sui condebitori di
quanto pagato per essi).
Il portatore del titolo che non fa levare il protesto nei termini
previsti dalla legge, decade dal diritto di regresso e non potrà agire
per ottenere il pagamento dagli obbligati in via di regresso.
L’assegno, va protestato subito dopo la consegna, e non può
essere pagato nelle mani dell’ufficiale; il protesto, in questo caso
può avvenire oltre che a cura del notaio, dell’ufficiale giudiziario o
del segretario comunale, anche tramite la stanza di compensazione
della Banca D’Italia, che emette un atto equipollente al protesto:
“dichiarazione della stanza di compensazione con la data e attestante
che l’assegno bancario o postale le è stato trasmesso in tempo utile
e non è stato pagato”.
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La stanza di compensazione svolge un attività di intermediazione
fra istituti di credito, consistente nel versamento, da parte di ogni
istituto all’intermediario, di quanto dovuto a ciascuno degli altri istituti
in base alla negoziazione di assegni tratti su ciascuno di essi.
Il protesto è un atto autentico attraverso il quale un Pubblico
Ufficiale appositamente individuato, a fronte di una constatazione di
mancato pagamento di un titolo, tenuto conto delle motivazioni
date dal debitore per il mancato pagamento, procede all’inserimento
in un elenco di protestati, che sarà poi pubblicato nel Registro
informatico dei protesti cambiari tenuto dalla Camera di Commercio
Industria Artigianato e Agricoltura. Nell’atto di protesto devono
essere indicati anche i dati identificativi dei soggetti protestati (luogo
e data di nascita ovvero codice fiscale); questo aspetto totalmente
innovativo è stato introdotto dall’art. 45, comma 1 della Legge
12.2.2002, n. 273 ed eviterà i frequenti problemi di omonimie.
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LA LEGGE n. 235 del 18 AGOSTO 2000
La vera novità per quanto riguarda la gestione dei protesti
cambiari, è avvenuta con l’emanazione della Legge 18.8.2000, n.
235, che ha modificato in alcuni punti la Legge 12.2.1955, n. 77.
Ha previsto tra l’altro il passaggio delle competenze, prima assegnate
al Tribunale, alle Camera di Commercio, le quali fino a quel momento
non avevano fatto altro che svolgere il compito di editore per quanto
riguarda la pubblicazione degli elenchi dei protesti cambiari.
Gli elenchi dei protesti trasmessi dagli ufficiali levatori (non più
quindicinali ma mensili) devono, ora, essere presentati direttamente
alla Camera di Commercio, che provvede a inserirli nel Registro
informatico non oltre 10 giorni dalla presentazione.
L’ELENCO DEI PROTESTI
Le Camere di Commercio assegnano dei codici identificativi a
ciascun ufficiale levatore che opera nell’ambito territoriale della
Camera di appartenenza. L’ufficiale provvede a redigere due elenchi
di protesti su un programma informatico fornito da Infocamere,
Società Consortile di Informatica delle Camere di Commercio: il
primo in cui vengono caricati gli assegni, i vaglia cambiari (pagherò)
e le tratte accettate, il secondo le tratte non accettate.
Gli elenchi hanno cadenza mensile e riportano i protesti levati
in un determinato periodo (es. dal 27 gennaio al 26 febbraio) e
devono essere trasmessi dagli ufficiali levatori alla Camera di
Commercio il giorno successivo alla fine di ogni mese (es. 1° marzo).
La Camera di Commercio ha il compito di provvedere a elaborare
gli elenchi non oltre 10 giorni dall’arrivo. L’elenco protesti va inserito
nel Registro informatico dei protesti cambiari e dal giorno successivo
la pubblicazione possono essere richieste, da chiunque, informazioni
su titoli o persone protestate.
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Gli elenchi delle tratte non accettate vengono caricati in altro
registro, e usati solo per fini statistici, pertanto, non è possibile
ricercare singoli protesti.
Chiunque ne abbia necessità può richiedere l’elenco dei protesti,
sia a livello nazionale che provinciale, pagando dei diritti di segreteria
(D.M. 29.11.2004 pubblicato sulla G.U. n. 283 del 2.12.2004) da
quantificarsi all’atto dell’istanza. Gli elenchi saranno scaricati su un
supporto informatico il 15 del mese e spediti dalla Soc. Infocamere
(Società consortile di informatica delle Camere di Commercio) ai
diretti interessati.
Inoltre chiunque può richiedere visure o certificati per controllare
la presenza o non di protesti; la ricerca può avvenire: - o tramite gli
sportelli camerali di tutta Italia; - o con il sistema “Telemaco Telepay”
che permette la consultazione direttamente dal computer di casa
tramite una tessera prepagata; - o tramite società informatiche
collegate a Infocamere, che consentono la consultazione del Registro
informatico direttamente dal computer del proprio ufficio o casa.
IL REGISTRO INFORMATICO
Il Decreto 9 agosto 2000, n. 316, ha regolamentato l’istituzione
del registro informatico dei protesti cambiari (art. 3 bis del D.L.
18.9.1995, n. 381 convertito, con modificazioni, dalla Legge
15.11.1995, n. 480). La maggior parte del suo contenuto non è
altro che il vecchio “bollettino on line”, con carattere di ufficialità.
Con l’avvento del nuovo regolamento è stato abolito il vecchio
bollettino dei protesti cambiari, caratterizzato soprattutto da un
circuito locale di distribuzione e da evidenti difficoltà di costante
aggiornamento, e sostituito con uno strumento di consultazione più
moderno che permette una gestione nazionale degli elenchi e una
costante aggiornabilità oltre alla possibilità di consultazione
immediata su tutto il territorio nazionale.
L’immediatezza della pubblicazione dei protesti fa sì che chiunque
possa attingere dati utili dal registro, con un notevole beneficio per
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la salvaguardia della fede pubblica. E’ accresciuto il livello di certezza
e trasparenza nei rapporti commerciali, si assicura maggiore
competenza, organicità e tempestività dell’ informazione su tutto il
territorio nazionale, attraverso una veloce informazione resa agli
operatori economici, agli istituti di credito e a tutti i cittadini che,
altrimenti ignari, potrebbero concedere crediti o avere rapporti con
soggetti a rischio.
LA CANCELLAZIONE
La fase della cancellazione è il punto più importante della
legge (art. 4, Legge 77/55), e stabilisce che il debitore che, entro il
termine di dodici mesi dalla levata del protesto, esegua il pagamento
della cambiale o del vaglia cambiario protestati, unitamente agli
interessi maturati come dovuti e alle spese di protesto per il precetto
e per il processo esecutivo, ha diritto ad ottenere la cancellazione
del proprio nome dal registro informatico dei protesti cambiari,
presentando istanza alla Camera di Commercio che ha pubblicato il
titolo.
Il debitore che provvede al pagamento oltre il predetto termine,
può, invece, chiedere l’annotazione dell’avvenuto pagamento sul
registro informatico.
La legge prevede anche che analoga istanza di cancellazione
può essere presentata da chiunque dimostri di aver subito levata di
protesto in modo illegittimo o erroneo, nonché dai pubblici ufficiali
o dalle aziende di credito, quando si sia proceduto illegittimamente
o erroneamente alla levata del protesto.
Il dirigente responsabile dell’ufficio protesti, entro 20 giorni
dalla presentazione dell’istanza deve provvedere sulla base
dell’accertamento e della regolarità dell’adempimento o della
sussistenza dell’illegittimità o erroneità del protesto; dispone la
cancellazione richiesta, curando sotto la sua personale responsabilità
l’esecuzione del provvedimento, da effettuare non oltre 5 giorni
dalla pronuncia dello stesso.
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In caso contrario, decreta la reiezione dell’istanza; in caso di
reiezione dell’istanza o di mancata decisione l’interessato può
proporre ricorso al Giudice di Pace del luogo in cui risiede.
Per ottenere la cancellazione del protesto, bisogna presentare
formale istanza alla Camera di Commercio competente per territorio
(dove è stato pubblicato il protesto). Si usa un modello già
prestabilito (riportato in appendice e contrassegnato dalla lettera a),
sul quale si appone una marca da bollo del valore di 14,62 euro e al
momento della presentazione si paga un diritto di segreteria pari a
8,00 euro per ogni titolo (D.M. 29.11.2004 pubblicato sulla G.U. n.
283 del 2.12.2004) per il quale si chiede la cancellazione. Alla
domanda si devono allegare: a) il titolo o i titoli per cui si chiede la
cancellazione; b) una quietanza per ciascun titolo, che può consistere:
- o in una dichiarazione del portatore del titolo in cui si dichiari la
data di avvenuto pagamento; - o in un timbro riportante la dicitura
“pagato, la data di pagamento, il nome dell’istituto di credito e la
firma del cassiere”.
Il titolo deve essere presentato sempre in originale; pertanto,
non sono previsti documenti alternativi in sua sostituzione.
La Legge 77/1955 non prevede la cancellazione degli assegni,
protestati per mancanza fondi e pagati nei 60 giorni subito dopo il
protesto. Diversi sono stati i ricorsi presentati per far si che fosse
riconosciuta a tal proposito, un equiparazione tra assegno bancario
e vaglia cambiario o cambiale, la Corte Costituzionale, però,
sollecitata con ordinanza del giudice di pace di San Sepolcro del 30
luglio 2002, con sentenza n. 70 del 14/03/2003, ha stabilito che
“non sussiste alcuna irrazionalità del diverso trattamento riservato
in merito a due situazioni distinte, come quella del traente di assegno
bancario e del debitore cambiario, pur se entrambi adempienti nel
“termine di garanzia” in funzione della peculiare natura dell’assegno
quale mezzo di pagamento (a differenza della cambiale); pertanto,
non contrasta con gli artt. 3 e 24 Cost. l’art. 4 comma 1) Legge
12.02.1955 n. 77, come sostituito dall’art. 2 comma 1 Legge
18.8.2000 n. 235, nella parte in cui esclude dalla disciplina della
cancellazione del protesto (nell’apposito registro informatico),
prevista invece per l’obbligato cambiario, il predetto traente, sebbene
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abbia pagato nei sessanta giorni dalla levata del protesto la somma
portata dal titolo con gli accessori e la penale”.
La stessa Corte, successivamente, con ordinanza promossa dal
giudice di pace di Ferrara, con provvedimento n. 84 del 23 febbraio
– 2 marzo 2004 , ha ribadito quanto in precedenza stabilito “...
come è stato rilevato dalla Corte Costituzionale in precedenti
pronunzie tuttora diversa è la funzione tipica dei due titoli di credito,
costituendo l’assegno bancario un mezzo di pagamento e la cambiale,
invece, uno strumento di credito, sicché si giustifica ancor oggi una
disciplina differenziata quanto alla cancellazione del protesto.”
CANCELLAZIONE PER ILLEGITTIMITA’
O ERRONEITA’
Le modifiche apportate alla Legge 77/1955 dalla Legge 235/
2000, hanno previsto, che, può essere presentata istanza di
cancellazione da chiunque dimostri di aver subito un protesto
illegittimo o erroneo, in questo caso è permessa la domanda di
cancellazione anche per gli assegni oltre che per le tratte accettate
ed i vaglia cambiari.
Il Dirigente responsabile deve valutare in merito alla richiesta e
alla documentazione allegata all’istanza, se ritiene motivata la
richiesta, autorizza la cancellazione, se invece la documentazione
non è ritenuta sufficiente o idonea a provare l’illegittimità o l’erroneità,
la rigetta.
L’interessato a cui è stata rigettata l’istanza può ricorrere al
Giudice di pace del luogo in cui risiede.
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CANCELLAZIONE RICHIESTA DAGLI
UFFICIALI LEVATORI O ISTITUTI DI
CREDITO
Anche in questo caso la Legge 235/2000 ha provveduto a dare
la possibilità sia agli ufficiali levatori che agli Istituto di credito di
chiedere la cancellazione in caso di errore o di illegittimità.
LA RIABILITAZIONE
La Legge 7 marzo 1996 n. 108, all’art. 17, stabilisce che il
debitore che ha adempiuto all’obbligazione, per la quale è stato
levato il protesto (cioè abbia pagato i titoli protestati), può chiedere
la riabilitazione al Presidente del Tribunale dove si ha la residenza,
trascorso un anno dall’ultimo protesto.
All’istanza rivolta al Presidente del Tribunale di Teramo (vedi
appendice allegato “B”), deve essere allegata la seguente
documentazione:
a) titoli in originale corredati dall’atto di protesto;
b) dichiarazioni liberatorie con firma autentica (è possibile non
autenticare la firma se si allega copia del documento di
riconoscimento), oppure timbro di quietanza apposto sul titolo
originale dalla banca;
c) visura protesti;
d) a richiesta altra documentazione.
Anche in questo caso vanno pagati dei diritti (contributo
unificato) uno pari a 70,00 euro ed un altro pari a 8,00 euro, entrambi
da versare tramite “lottomatica”.
In caso di approvazione il soggetto interessato, ritira una copia
del decreto di riabilitazione, da allegare, poi, alla domanda di
cancellazione (vedi appendice allegato “C”) da presentare alla Camera
di Commercio dove è stato pubblicato il protesto. Anche in questo
caso, la domanda da presentare alla Camera di Commercio deve
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essere compilata su un modello già prestabilito (riportato in appendice
e contrassegnato con la lettera b))nel quale viene apposta una marca
da bollo del valore di 14,62 euro ed all’atto della presentazione
devono essere pagati dei diritti pari a 8,00 euro per ogni titolo per
cui si chiede la cancellazione.
La Camera di Commercio appena presentata l’istanza, deve
provvedere a inserire la dicitura “riabilitato” e gli effetti rimangono
in questo stato per almeno 10 giorni. Il provvedimento è reclamabile
da chiunque né abbia interesse entro 10 giorni dalla pubblicazione.
La cancellazione è disposta dal Dirigente responsabile dell’ufficio
protesti, e deve avvenire non oltre 20 giorni dalla presentazione
dell’istanza.
In caso di diniego da parte del Presidente del Tribunale,
l’interessato può proporre reclamo, entro 10 giorni dalla
comunicazione, alla Corte di Appello che decide in camera di
consiglio.
Per effetto della riabilitazione i protesti una volta cancellati, si
considerano come mai avvenuti.
IL RICORSO AL GIUDICE DI PACE
La Legge 235/2000, prevede che in caso di reiezione dell’istanza
o di mancata decisione (entro i 20 giorni stabiliti dalla stessa legge)
da parte del Dirigente responsabile dell’ufficio protesti l’interessato
può proporre ricorso all’autorità giudiziaria ordinaria: il giudice di
pace. La competenza spetta al giudice di pace del luogo in cui risiede
il debitore protestato.
Il Giudice di pace, acquisito il ricorso, fissa la data dell’udienza
e può decidere al momento della presentazione del ricorso la
sospensione dalla pubblicazione nel Registro informatico del titolo
o dei titoli protestati per cui si chiede la cancellazione, oppure fissa
solo la data di udienza riservandosi la decisione.
L’interessato deve notificare alla Camera di Commercio e alla
eventuale controparte una copia autentica del ricorso, entro la data
stabilita dal giudice.
16
Il Giudice di pace, decide sull’accoglimento del ricorso e in
caso favorevole decide l’annullamento del provvedimento di rigetto
e ordina la cancellazione dei protesti dal Registro informatico dei
protesti cambiari, o in caso contrario, rigetta il ricorso.
IL RICORSO IN BASE ALL’EX ART. 700
C.P.C.
Il ricorso ex art. 700 c.p.c., prima molto usato in caso di
protesti illegittimi o erronei, con l’emanazione della Legge 235/2000,
ha perso una parte della sua importanza, in quanto oggi si preferisce
in molti casi adire il Giudice di pace, che offre una maggiore celerità
nella discussione dei ricorsi, oltre ad avere dei costi più contenuti.
E’ uno strumento “residuale”, che però ha ancora la sua
importanza, soprattutto per la levata di protesti per illegittimità o
erroneità degli assegni, titolo non fornito di particolare tutela
dall’ordinamento giuridico.
Si può ricorrere in base all’art. 700 c.p.c., (ricorso d’urgenza)
per chiedere l’immediata sospensione dalla pubblicazione del titolo
protestato (periculum in mora), nel registro informatico, anche in
questo caso il giudice, alla presentazione del ricorso fissa la data di
udienza e se lo ritiene motivato decide la sospensione del titolo
dalla pubblicazione del titolo e fissa la data entro cui si deve
provvedere a notificare copia autentica dell’atto alle controparti.
La Camera di Commercio si costituisce e se ritiene immotivate
le ragioni riportate nel ricorso le controbatte nella nota di comparsa
e costituzione, ciò al fine di attivare idonee cautele tese a tutelare la
fede pubblica.
Il Giudice decide sull’accoglimento o meno del ricorso e in caso
favorevole, se ha gia deciso di sospendere, conferma la sospensione,
se diversamente non l’ha decisa alla presentazione del ricorso, lo fa
con il dispositivo di sentenza, ordina alla Camera di Commercio di
provvedere in merito, e fissa il termine per l’inizio del giudizio di
merito che proseguirà fino all’emissione della sentenza definitiva di
17
cancellazione o in caso di nuove motivazioni la reiscrizione del
protesto nel registro informatico.
Se diversamente ritiene immotivate le ragioni per cui si chiede
la cancellazione dei titoli illegittimamente protestati, rigetta il ricorso.
18
APPENDICE
Allegato “A”:
istanza di cancellazione per avvenuto pagamento della
cambiale o del vaglia cambiario.
Allegato “B”:
istanza di riabilitazione da presentare al Tribunale.
Allegato “C”:
istanza di cancellazione da presentare alla Camera di
Commercio con allegato decreto di riabilitazione emesso
dal Tribunale.
19
20
21
22
23
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,O SURWHVWR DYYLHQH FRQ XQ DWWR GL XQ SXEEOLFR XIILFLDOH XIILFLDOH
OHYDWRUHLQFDULFDWRDOODOHYDWDGHLSURWHVWLQRUPDOPHQWHXQQRWDLR
R XIILFLDOH JLXGL]LDULR RSSXUH QHL FRPXQL GRYH QRQ HVLVWH XQD GL
TXHVWHGXHILJXUHqLOVHJUHWDULRFRPXQDOHFKHDFFHUWDHIDULVXOWDUH
XIILFLDOPHQWHLOPDQFDWRSDJDPHQWRGHOWLWRORSURWHVWRSHUPDQFDWR
SDJDPHQWRRSSXUHODPDQFDWDDFFHWWD]LRQHGHOODWUDWWDGDSDUWH
GHOWUDWWDULRSURWHVWRSHUPDQFDWDDFFHWWD]LRQH
, WLWROL YHQJRQR FRQVHJQDWL DJOL XIILFLDOL OHYDWRUL TXDVL
HVFOXVLYDPHQWHGDJOLLVWLWXWLGLFUHGLWRDWWUDYHUVRLTXDOLLWLWROLYHQJRQR
QHJR]LDWL OD FRQVHJQD GHYH DYYHQLUH HQWUR OH RUH GHO JLRUQR
IHULDOHVXFFHVVLYRDOODVFDGHQ]D
/¶8IILFLDOH OHYDWRUH GHYH UHJLVWUDUH L WLWROL QHO UHSHUWRULR GHL
SURWHVWLHQWURGXHJLRUQLODYRUDWLYLVXFFHVVLYLDOODVFDGHQ]DLWLWROL
FDPELDOHWUDWWDWUDWWDDFFHWWDWDHSDJKHUzSRVVRQRHVVHUHSDJDWLLO
JLRUQR GRSR OD UHJLVWUD]LRQH QHOOH PDQL GHOO¶8IILFLDOH FKH VL UHFD
SUHVVRLOGRPLFLOLRGHOGHELWRUHHQHFXUDO¶HVD]LRQH
/D GLFKLDUD]LRQH GL SURWHVWR YLHQH VFULWWD VXO WLWROR R VX XQ
IRJOLRGLDOOXQJDPHQWRDWWDFFDWRDOWLWRORVWHVVRHYLVRQRULSRUWDWL
WXWWLLGDWLULJXDUGDQWLLOSURWHVWRFRPSUHVHOHVSHVHHEROOLFKHGHYRQR
HVVHUHSDJDWHSHUO¶RSHUD]LRQHGDTXHOPRPHQWRLOSRUWDWRUHGHO
WLWROR SXz LQL]LDUH O¶D]LRQH GL UHJUHVVR ULYDOVD VXL FRQGHELWRUL GL
TXDQWRSDJDWRSHUHVVL
,OSRUWDWRUHGHOWLWRORFKHQRQIDOHYDUHLOSURWHVWRQHLWHUPLQL
SUHYLVWLGDOODOHJJHGHFDGHGDOGLULWWRGLUHJUHVVRHQRQSRWUjDJLUH
SHURWWHQHUHLOSDJDPHQWRGDJOLREEOLJDWLLQYLDGLUHJUHVVR
/¶DVVHJQRYDSURWHVWDWRVXELWRGRSRODFRQVHJQDHQRQSXz
HVVHUH SDJDWR QHOOH PDQL GHOO¶XIILFLDOH LO SURWHVWR LQ TXHVWR FDVR
SXzDYYHQLUHROWUHFKHDFXUDGHOQRWDLRGHOO¶XIILFLDOHJLXGL]LDULRR
GHOVHJUHWDULRFRPXQDOHDQFKHWUDPLWHODVWDQ]DGLFRPSHQVD]LRQH
GHOOD %DQFD '¶,WDOLD FKH HPHWWH XQ DWWR HTXLSROOHQWH DO SURWHVWR
³GLFKLDUD]LRQHGHOODVWDQ]DGLFRPSHQVD]LRQHFRQODGDWDHDWWHVWDQWH
FKHO¶DVVHJQREDQFDULRRSRVWDOHOHqVWDWRWUDVPHVVRLQWHPSRXWLOH
HQRQqVWDWRSDJDWR´
8
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IUDLVWLWXWLGLFUHGLWRFRQVLVWHQWHQHOYHUVDPHQWRGDSDUWHGLRJQL
LVWLWXWRDOO¶LQWHUPHGLDULRGLTXDQWRGRYXWRDFLDVFXQRGHJOLDOWULLVWLWXWL
LQEDVHDOODQHJR]LD]LRQHGLDVVHJQLWUDWWLVXFLDVFXQRGLHVVL
,OSURWHVWRqXQDWWRDXWHQWLFRDWWUDYHUVRLOTXDOHXQ3XEEOLFR
8IILFLDOHDSSRVLWDPHQWHLQGLYLGXDWRDIURQWHGLXQDFRQVWDWD]LRQHGL
PDQFDWR SDJDPHQWR GL XQ WLWROR WHQXWR FRQWR GHOOH PRWLYD]LRQL
GDWHGDOGHELWRUHSHULOPDQFDWRSDJDPHQWRSURFHGHDOO¶LQVHULPHQWR
LQ XQ HOHQFR GL SURWHVWDWL FKH VDUj SRL SXEEOLFDWR QHO 5HJLVWUR
LQIRUPDWLFRGHLSURWHVWLFDPELDULWHQXWRGDOOD&DPHUDGL&RPPHUFLR
,QGXVWULD$UWLJLDQDWRH$JULFROWXUD1HOO¶DWWRGLSURWHVWRGHYRQR
HVVHUHLQGLFDWLDQFKHLGDWLLGHQWLILFDWLYLGHLVRJJHWWLSURWHVWDWLOXRJR
HGDWDGLQDVFLWDRYYHURFRGLFHILVFDOHTXHVWRDVSHWWRWRWDOPHQWH
LQQRYDWLYR q VWDWR LQWURGRWWR GDOO¶DUW FRPPD GHOOD /HJJH
QHGHYLWHUjLIUHTXHQWLSUREOHPLGLRPRQLPLH
9
/$/(**(QGHO$*2672
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FDPELDULqDYYHQXWDFRQO¶HPDQD]LRQHGHOOD/HJJHQ
FKHKDPRGLILFDWRLQDOFXQLSXQWLOD/HJJHQ
+DSUHYLVWRWUDO¶DOWURLOSDVVDJJLRGHOOHFRPSHWHQ]HSULPDDVVHJQDWH
DO7ULEXQDOHDOOH&DPHUDGL&RPPHUFLROHTXDOLILQRDTXHOPRPHQWR
QRQDYHYDQRIDWWRDOWURFKHVYROJHUHLOFRPSLWRGLHGLWRUHSHUTXDQWR
ULJXDUGDODSXEEOLFD]LRQHGHJOLHOHQFKLGHLSURWHVWLFDPELDUL
*OLHOHQFKLGHLSURWHVWLWUDVPHVVLGDJOLXIILFLDOLOHYDWRULQRQSL
TXLQGLFLQDOLPDPHQVLOLGHYRQRRUDHVVHUHSUHVHQWDWLGLUHWWDPHQWH
DOOD &DPHUD GL &RPPHUFLR FKH SURYYHGH D LQVHULUOL QHO 5HJLVWUR
LQIRUPDWLFRQRQROWUHJLRUQLGDOODSUHVHQWD]LRQH
/¶(/(1&2'(,3527(67,
/H&DPHUHGL&RPPHUFLRDVVHJQDQRGHLFRGLFLLGHQWLILFDWLYLD
FLDVFXQ XIILFLDOH OHYDWRUH FKH RSHUD QHOO¶DPELWR WHUULWRULDOH GHOOD
&DPHUDGLDSSDUWHQHQ]D/¶XIILFLDOHSURYYHGHDUHGLJHUHGXHHOHQFKL
GL SURWHVWL VX XQ SURJUDPPD LQIRUPDWLFR IRUQLWR GD ,QIRFDPHUH
6RFLHWj &RQVRUWLOH GL ,QIRUPDWLFD GHOOH &DPHUH GL &RPPHUFLR LO
SULPRLQFXLYHQJRQRFDULFDWLJOLDVVHJQLLYDJOLDFDPELDULSDJKHUz
HOHWUDWWHDFFHWWDWHLOVHFRQGROHWUDWWHQRQDFFHWWDWH
*OLHOHQFKLKDQQRFDGHQ]DPHQVLOHHULSRUWDQRLSURWHVWLOHYDWL
LQ XQ GHWHUPLQDWR SHULRGR HV GDO JHQQDLR DO IHEEUDLR H
GHYRQR HVVHUH WUDVPHVVL GDJOL XIILFLDOL OHYDWRUL DOOD &DPHUD GL
&RPPHUFLRLOJLRUQRVXFFHVVLYRDOODILQHGLRJQLPHVHHVƒPDU]R
/D&DPHUDGL&RPPHUFLRKDLOFRPSLWRGLSURYYHGHUHDHODERUDUH
JOLHOHQFKLQRQROWUHJLRUQLGDOO¶DUULYR/¶HOHQFRSURWHVWLYDLQVHULWR
QHO5HJLVWURLQIRUPDWLFRGHLSURWHVWLFDPELDULHGDOJLRUQRVXFFHVVLYR
ODSXEEOLFD]LRQHSRVVRQRHVVHUHULFKLHVWHGDFKLXQTXHLQIRUPD]LRQL
VXWLWROLRSHUVRQHSURWHVWDWH
10
*OLHOHQFKLGHOOHWUDWWHQRQDFFHWWDWHYHQJRQRFDULFDWLLQDOWUR
UHJLVWUR H XVDWL VROR SHU ILQL VWDWLVWLFL SHUWDQWR QRQ q SRVVLELOH
ULFHUFDUHVLQJROLSURWHVWL
&KLXQTXHQHDEELDQHFHVVLWjSXzULFKLHGHUHO¶HOHQFRGHLSURWHVWL
VLDDOLYHOORQD]LRQDOHFKHSURYLQFLDOHSDJDQGRGHLGLULWWLGLVHJUHWHULD
'0 SXEEOLFDWR VXOOD *8 Q GHO GD
TXDQWLILFDUVLDOO¶DWWRGHOO¶LVWDQ]D*OLHOHQFKLVDUDQQRVFDULFDWLVXXQ
VXSSRUWRLQIRUPDWLFRLOGHOPHVHHVSHGLWLGDOOD6RF,QIRFDPHUH
6RFLHWj FRQVRUWLOH GL LQIRUPDWLFD GHOOH &DPHUH GL &RPPHUFLR DL
GLUHWWLLQWHUHVVDWL
,QROWUHFKLXQTXHSXzULFKLHGHUHYLVXUHRFHUWLILFDWLSHUFRQWUROODUH
ODSUHVHQ]DRQRQGLSURWHVWLODULFHUFDSXzDYYHQLUHRWUDPLWHJOL
VSRUWHOOLFDPHUDOLGLWXWWD,WDOLDRFRQLOVLVWHPD³7HOHPDFR7HOHSD\´
FKH SHUPHWWH OD FRQVXOWD]LRQH GLUHWWDPHQWH GDO FRPSXWHU GL FDVD
WUDPLWHXQDWHVVHUDSUHSDJDWDRWUDPLWHVRFLHWjLQIRUPDWLFKH
FROOHJDWHD,QIRFDPHUHFKHFRQVHQWRQRODFRQVXOWD]LRQHGHO5HJLVWUR
LQIRUPDWLFRGLUHWWDPHQWHGDOFRPSXWHUGHOSURSULRXIILFLRRFDVD
,/5(*,6752,1)250$7,&2
,O'HFUHWRDJRVWRQKDUHJRODPHQWDWRO¶LVWLWX]LRQH
GHO UHJLVWUR LQIRUPDWLFR GHL SURWHVWL FDPELDUL DUW ELV GHO '/
Q FRQYHUWLWR FRQ PRGLILFD]LRQL GDOOD /HJJH
Q /D PDJJLRU SDUWH GHO VXR FRQWHQXWR QRQ q
DOWURFKHLOYHFFKLR³EROOHWWLQRRQOLQH´FRQFDUDWWHUHGLXIILFLDOLWj
&RQO¶DYYHQWRGHOQXRYRUHJRODPHQWRqVWDWRDEROLWRLOYHFFKLR
EROOHWWLQR GHL SURWHVWL FDPELDUL FDUDWWHUL]]DWR VRSUDWWXWWR GD XQ
FLUFXLWR ORFDOH GL GLVWULEX]LRQH H GD HYLGHQWL GLIILFROWj GL FRVWDQWH
DJJLRUQDPHQWRHVRVWLWXLWRFRQXQRVWUXPHQWRGLFRQVXOWD]LRQHSL
PRGHUQRFKHSHUPHWWHXQDJHVWLRQHQD]LRQDOHGHJOLHOHQFKLHXQD
FRVWDQWH DJJLRUQDELOLWj ROWUH DOOD SRVVLELOLWj GL FRQVXOWD]LRQH
LPPHGLDWDVXWXWWRLOWHUULWRULRQD]LRQDOH
/¶LPPHGLDWH]]DGHOODSXEEOLFD]LRQHGHLSURWHVWLIDVuFKHFKLXQTXH
SRVVDDWWLQJHUHGDWLXWLOLGDOUHJLVWURFRQXQQRWHYROHEHQHILFLRSHU
11
ODVDOYDJXDUGLDGHOODIHGHSXEEOLFD(¶DFFUHVFLXWRLOOLYHOORGLFHUWH]]D
H WUDVSDUHQ]D QHL UDSSRUWL FRPPHUFLDOL VL DVVLFXUD PDJJLRUH
FRPSHWHQ]DRUJDQLFLWjHWHPSHVWLYLWjGHOO¶LQIRUPD]LRQHVXWXWWRLO
WHUULWRULR QD]LRQDOH DWWUDYHUVR XQD YHORFH LQIRUPD]LRQH UHVD DJOL
RSHUDWRULHFRQRPLFLDJOLLVWLWXWLGLFUHGLWRHDWXWWLLFLWWDGLQLFKH
DOWULPHQWLLJQDULSRWUHEEHURFRQFHGHUHFUHGLWLRDYHUHUDSSRUWLFRQ
VRJJHWWLDULVFKLR
/$&$1&(//$=,21(
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OHJJHDUW/HJJHHVWDELOLVFHFKHLOGHELWRUHFKHHQWURLO
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GHOOD FDPELDOH R GHO YDJOLD FDPELDULR SURWHVWDWL XQLWDPHQWH DJOL
LQWHUHVVLPDWXUDWLFRPHGRYXWLHDOOHVSHVHGLSURWHVWRSHULOSUHFHWWR
HSHULOSURFHVVRHVHFXWLYRKDGLULWWRDGRWWHQHUHODFDQFHOOD]LRQH
GHO SURSULR QRPH GDO UHJLVWUR LQIRUPDWLFR GHL SURWHVWL FDPELDUL
SUHVHQWDQGRLVWDQ]DDOOD&DPHUDGL&RPPHUFLRFKHKDSXEEOLFDWRLO
WLWROR
,OGHELWRUHFKHSURYYHGHDOSDJDPHQWRROWUHLOSUHGHWWRWHUPLQH
SXz LQYHFH FKLHGHUH O¶DQQRWD]LRQH GHOO¶DYYHQXWR SDJDPHQWR VXO
UHJLVWURLQIRUPDWLFR
/DOHJJHSUHYHGHDQFKHFKHDQDORJDLVWDQ]DGLFDQFHOOD]LRQH
SXzHVVHUHSUHVHQWDWDGDFKLXQTXHGLPRVWULGLDYHUVXELWROHYDWDGL
SURWHVWRLQPRGRLOOHJLWWLPRRHUURQHRQRQFKpGDLSXEEOLFLXIILFLDOL
RGDOOHD]LHQGHGLFUHGLWRTXDQGRVLVLDSURFHGXWRLOOHJLWWLPDPHQWH
RHUURQHDPHQWHDOODOHYDWDGHOSURWHVWR
,O GLULJHQWH UHVSRQVDELOH GHOO¶XIILFLR SURWHVWL HQWUR JLRUQL
GDOOD SUHVHQWD]LRQH GHOO¶LVWDQ]D GHYH SURYYHGHUH VXOOD EDVH
GHOO¶DFFHUWDPHQWR H GHOOD UHJRODULWj GHOO¶DGHPSLPHQWR R GHOOD
VXVVLVWHQ]D GHOO¶LOOHJLWWLPLWj R HUURQHLWj GHO SURWHVWR GLVSRQH OD
FDQFHOOD]LRQHULFKLHVWDFXUDQGRVRWWRODVXDSHUVRQDOHUHVSRQVDELOLWj
O¶HVHFX]LRQH GHO SURYYHGLPHQWR GD HIIHWWXDUH QRQ ROWUH JLRUQL
GDOODSURQXQFLDGHOORVWHVVR
12
,QFDVRFRQWUDULRGHFUHWDODUHLH]LRQHGHOO¶LVWDQ]DLQFDVRGL
UHLH]LRQH GHOO¶LVWDQ]D R GL PDQFDWD GHFLVLRQH O¶LQWHUHVVDWR SXz
SURSRUUHULFRUVRDO*LXGLFHGL3DFHGHOOXRJRLQFXLULVLHGH
3HURWWHQHUHODFDQFHOOD]LRQHGHOSURWHVWRELVRJQDSUHVHQWDUH
IRUPDOHLVWDQ]DDOOD&DPHUDGL&RPPHUFLRFRPSHWHQWHSHUWHUULWRULR
GRYH q VWDWR SXEEOLFDWR LO SURWHVWR 6L XVD XQ PRGHOOR JLj
SUHVWDELOLWRULSRUWDWRLQDSSHQGLFHHFRQWUDVVHJQDWRGDOODOHWWHUDD
VXOTXDOHVLDSSRQHXQDPDUFDGDEROORGHOYDORUHGLHXURHDO
PRPHQWRGHOODSUHVHQWD]LRQHVLSDJDXQGLULWWRGLVHJUHWHULDSDULD
HXURSHURJQLWLWROR'0SXEEOLFDWRVXOOD*8Q
GHO SHU LO TXDOH VL FKLHGH OD FDQFHOOD]LRQH $OOD
GRPDQGDVLGHYRQRDOOHJDUHDLOWLWRORRLWLWROLSHUFXLVLFKLHGHOD
FDQFHOOD]LRQHEXQDTXLHWDQ]DSHUFLDVFXQWLWRORFKHSXzFRQVLVWHUH
RLQXQDGLFKLDUD]LRQHGHOSRUWDWRUHGHOWLWRORLQFXLVLGLFKLDULOD
GDWDGLDYYHQXWRSDJDPHQWRRLQXQWLPEURULSRUWDQWHODGLFLWXUD
³SDJDWRODGDWDGLSDJDPHQWRLOQRPHGHOO¶LVWLWXWRGLFUHGLWRHOD
ILUPDGHOFDVVLHUH´
,OWLWRORGHYHHVVHUHSUHVHQWDWRVHPSUHLQRULJLQDOHSHUWDQWR
QRQVRQRSUHYLVWLGRFXPHQWLDOWHUQDWLYLLQVXDVRVWLWX]LRQH
/D/HJJHQRQSUHYHGHODFDQFHOOD]LRQHGHJOLDVVHJQL
SURWHVWDWLSHUPDQFDQ]DIRQGLHSDJDWLQHLJLRUQLVXELWRGRSRLO
SURWHVWR'LYHUVLVRQRVWDWLLULFRUVLSUHVHQWDWLSHUIDUVLFKHIRVVH
ULFRQRVFLXWDDWDOSURSRVLWRXQHTXLSDUD]LRQHWUDDVVHJQREDQFDULR
H YDJOLD FDPELDULR R FDPELDOH OD &RUWH &RVWLWX]LRQDOH SHUz
VROOHFLWDWDFRQRUGLQDQ]DGHOJLXGLFHGLSDFHGL6DQ6HSROFURGHO
OXJOLR FRQ VHQWHQ]D Q GHO KD VWDELOLWR FKH
³QRQVXVVLVWHDOFXQDLUUD]LRQDOLWjGHOGLYHUVRWUDWWDPHQWRULVHUYDWR
LQPHULWRDGXHVLWXD]LRQLGLVWLQWHFRPHTXHOODGHOWUDHQWHGLDVVHJQR
EDQFDULRHGHOGHELWRUHFDPELDULRSXUVHHQWUDPELDGHPSLHQWLQHO
³WHUPLQHGLJDUDQ]LD´LQIXQ]LRQHGHOODSHFXOLDUHQDWXUDGHOO¶DVVHJQR
TXDOHPH]]RGLSDJDPHQWRDGLIIHUHQ]DGHOODFDPELDOHSHUWDQWR
QRQ FRQWUDVWD FRQ JOL DUWW H &RVW O¶DUW FRPPD /HJJH
Q FRPH VRVWLWXLWR GDOO¶DUW FRPPD /HJJH
Q QHOOD SDUWH LQ FXL HVFOXGH GDOOD GLVFLSOLQD GHOOD
FDQFHOOD]LRQH GHO SURWHVWR QHOO¶DSSRVLWR UHJLVWUR LQIRUPDWLFR
SUHYLVWDLQYHFHSHUO¶REEOLJDWRFDPELDULRLOSUHGHWWRWUDHQWHVHEEHQH
13
DEELDSDJDWRQHLVHVVDQWDJLRUQLGDOODOHYDWDGHOSURWHVWRODVRPPD
SRUWDWDGDOWLWRORFRQJOLDFFHVVRULHODSHQDOH´
/DVWHVVD&RUWHVXFFHVVLYDPHQWHFRQRUGLQDQ]DSURPRVVDGDO
JLXGLFHGLSDFHGL)HUUDUDFRQSURYYHGLPHQWRQGHOIHEEUDLR
± PDU]R KD ULEDGLWR TXDQWR LQ SUHFHGHQ]D VWDELOLWR ³
FRPH q VWDWR ULOHYDWR GDOOD &RUWH &RVWLWX]LRQDOH LQ SUHFHGHQWL
SURQXQ]LHWXWWRUDGLYHUVDqODIXQ]LRQHWLSLFDGHLGXHWLWROLGLFUHGLWR
FRVWLWXHQGRO¶DVVHJQREDQFDULRXQPH]]RGLSDJDPHQWRHODFDPELDOH
LQYHFHXQRVWUXPHQWRGLFUHGLWRVLFFKpVLJLXVWLILFDDQFRURJJLXQD
GLVFLSOLQDGLIIHUHQ]LDWDTXDQWRDOODFDQFHOOD]LRQHGHOSURWHVWR´
&$1&(//$=,21(3(5,//(*,77,0,7$¶
2(5521(,7$¶
/HPRGLILFKHDSSRUWDWHDOOD/HJJHGDOOD/HJJH
KDQQR SUHYLVWR FKH SXz HVVHUH SUHVHQWDWD LVWDQ]D GL
FDQFHOOD]LRQH GD FKLXQTXH GLPRVWUL GL DYHU VXELWR XQ SURWHVWR
LOOHJLWWLPR R HUURQHR LQ TXHVWR FDVR q SHUPHVVD OD GRPDQGD GL
FDQFHOOD]LRQHDQFKHSHUJOLDVVHJQLROWUHFKHSHUOHWUDWWHDFFHWWDWH
HGLYDJOLDFDPELDUL
,O'LULJHQWHUHVSRQVDELOHGHYHYDOXWDUHLQPHULWRDOODULFKLHVWDH
DOOD GRFXPHQWD]LRQH DOOHJDWD DOO¶LVWDQ]D VH ULWLHQH PRWLYDWD OD
ULFKLHVWD DXWRUL]]D OD FDQFHOOD]LRQH VH LQYHFH OD GRFXPHQWD]LRQH
QRQqULWHQXWDVXIILFLHQWHRLGRQHDDSURYDUHO¶LOOHJLWWLPLWjRO¶HUURQHLWj
ODULJHWWD
/¶LQWHUHVVDWR D FXL q VWDWD ULJHWWDWD O¶LVWDQ]D SXz ULFRUUHUH DO
*LXGLFHGLSDFHGHOOXRJRLQFXLULVLHGH
14
&$1&(//$=,21( 5,&+,(67$ '$*/,
8)),&,$/, /(9$725, 2 ,67,787, ',
&5(',72
$QFKHLQTXHVWRFDVROD/HJJHKDSURYYHGXWRDGDUH
ODSRVVLELOLWjVLDDJOLXIILFLDOLOHYDWRULFKHDJOL,VWLWXWRGLFUHGLWRGL
FKLHGHUHODFDQFHOOD]LRQHLQFDVRGLHUURUHRGLLOOHJLWWLPLWj
/$5,$%,/,7$=,21(
/D /HJJH PDU]R Q DOO¶DUW VWDELOLVFH FKH LO
GHELWRUH FKH KD DGHPSLXWR DOO¶REEOLJD]LRQH SHU OD TXDOH q VWDWR
OHYDWRLOSURWHVWRFLRqDEELDSDJDWRLWLWROLSURWHVWDWLSXzFKLHGHUH
ODULDELOLWD]LRQHDO3UHVLGHQWHGHO7ULEXQDOHGRYHVLKDODUHVLGHQ]D
WUDVFRUVRXQDQQRGDOO¶XOWLPRSURWHVWR
$OO¶LVWDQ]D ULYROWD DO 3UHVLGHQWH GHO 7ULEXQDOH GL 7HUDPR YHGL
DSSHQGLFH DOOHJDWR ³%´ GHYH HVVHUH DOOHJDWD OD VHJXHQWH
GRFXPHQWD]LRQH
DWLWROLLQRULJLQDOHFRUUHGDWLGDOO¶DWWRGLSURWHVWR
E GLFKLDUD]LRQL OLEHUDWRULH FRQ ILUPD DXWHQWLFD q SRVVLELOH QRQ
DXWHQWLFDUH OD ILUPD VH VL DOOHJD FRSLD GHO GRFXPHQWR GL
ULFRQRVFLPHQWR RSSXUH WLPEUR GL TXLHWDQ]D DSSRVWR VXO WLWROR
RULJLQDOHGDOODEDQFD
FYLVXUDSURWHVWL
GDULFKLHVWDDOWUDGRFXPHQWD]LRQH
$QFKH LQ TXHVWR FDVR YDQQR SDJDWL GHL GLULWWL FRQWULEXWR
XQLILFDWRXQRSDULDHXURHGXQDOWURSDULDHXURHQWUDPEL
GDYHUVDUHWUDPLWH³ORWWRPDWLFD´
,QFDVRGLDSSURYD]LRQHLOVRJJHWWRLQWHUHVVDWRULWLUDXQDFRSLD
GHO GHFUHWR GL ULDELOLWD]LRQH GD DOOHJDUH SRL DOOD GRPDQGD GL
FDQFHOOD]LRQHYHGLDSSHQGLFHDOOHJDWR³&´GDSUHVHQWDUHDOOD&DPHUD
GL&RPPHUFLRGRYHqVWDWRSXEEOLFDWRLOSURWHVWR$QFKHLQTXHVWR
FDVR OD GRPDQGD GD SUHVHQWDUH DOOD &DPHUD GL &RPPHUFLR GHYH
15
HVVHUHFRPSLODWDVXXQPRGHOORJLjSUHVWDELOLWRULSRUWDWRLQDSSHQGLFH
HFRQWUDVVHJQDWRFRQODOHWWHUDEQHOTXDOHYLHQHDSSRVWDXQDPDUFD
GD EROOR GHO YDORUH GL HXUR HG DOO¶DWWR GHOOD SUHVHQWD]LRQH
GHYRQRHVVHUHSDJDWLGHLGLULWWLSDULDHXURSHURJQLWLWRORSHU
FXLVLFKLHGHODFDQFHOOD]LRQH
/D &DPHUD GL &RPPHUFLR DSSHQD SUHVHQWDWD O¶LVWDQ]D GHYH
SURYYHGHUHDLQVHULUHODGLFLWXUD³ULDELOLWDWR´HJOLHIIHWWLULPDQJRQR
LQTXHVWRVWDWRSHUDOPHQRJLRUQL,OSURYYHGLPHQWRqUHFODPDELOH
GDFKLXQTXHQpDEELDLQWHUHVVHHQWURJLRUQLGDOODSXEEOLFD]LRQH
/DFDQFHOOD]LRQHqGLVSRVWDGDO'LULJHQWHUHVSRQVDELOHGHOO¶XIILFLR
SURWHVWLHGHYHDYYHQLUHQRQROWUHJLRUQLGDOODSUHVHQWD]LRQH
GHOO¶LVWDQ]D
,Q FDVR GL GLQLHJR GD SDUWH GHO 3UHVLGHQWH GHO 7ULEXQDOH
O¶LQWHUHVVDWR SXz SURSRUUH UHFODPR HQWUR JLRUQL GDOOD
FRPXQLFD]LRQH DOOD &RUWH GL $SSHOOR FKH GHFLGH LQ FDPHUD GL
FRQVLJOLR
3HUHIIHWWRGHOODULDELOLWD]LRQHLSURWHVWLXQDYROWDFDQFHOODWLVL
FRQVLGHUDQRFRPHPDLDYYHQXWL
,/5,&2562$/*,8',&(',3$&(
/D/HJJHSUHYHGHFKHLQFDVRGLUHLH]LRQHGHOO¶LVWDQ]D
RGLPDQFDWDGHFLVLRQHHQWURLJLRUQLVWDELOLWLGDOODVWHVVDOHJJH
GDSDUWHGHO'LULJHQWHUHVSRQVDELOHGHOO¶XIILFLRSURWHVWLO¶LQWHUHVVDWR
SXz SURSRUUH ULFRUVR DOO¶DXWRULWj JLXGL]LDULD RUGLQDULD LO JLXGLFH GL
SDFH/DFRPSHWHQ]DVSHWWDDOJLXGLFHGLSDFHGHOOXRJRLQFXLULVLHGH
LOGHELWRUHSURWHVWDWR
,O*LXGLFHGLSDFHDFTXLVLWRLOULFRUVRILVVDODGDWDGHOO¶XGLHQ]D
H SXz GHFLGHUH DO PRPHQWR GHOOD SUHVHQWD]LRQH GHO ULFRUVR OD
VRVSHQVLRQHGDOODSXEEOLFD]LRQHQHO5HJLVWURLQIRUPDWLFRGHOWLWROR
RGHLWLWROLSURWHVWDWLSHUFXLVLFKLHGHODFDQFHOOD]LRQHRSSXUHILVVD
VRORODGDWDGLXGLHQ]DULVHUYDQGRVLODGHFLVLRQH
/¶LQWHUHVVDWRGHYHQRWLILFDUHDOOD&DPHUDGL&RPPHUFLRHDOOD
HYHQWXDOHFRQWURSDUWHXQDFRSLDDXWHQWLFDGHOULFRUVRHQWURODGDWD
VWDELOLWDGDOJLXGLFH
16
,O *LXGLFH GL SDFH GHFLGH VXOO¶DFFRJOLPHQWR GHO ULFRUVR H LQ
FDVRIDYRUHYROHGHFLGHO¶DQQXOODPHQWRGHOSURYYHGLPHQWRGLULJHWWR
H RUGLQD OD FDQFHOOD]LRQH GHL SURWHVWL GDO 5HJLVWUR LQIRUPDWLFR GHL
SURWHVWLFDPELDULRLQFDVRFRQWUDULRULJHWWDLOULFRUVR
,/5,&2562,1%$6($//¶(;$57
&3&
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